Il Bambù n. 11, settembre 2008

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C'era un giardino moltobello. Il suo Signore ne eraorgoglioso. Il più bello degli alberi, e anche il più caro al Signore, era unprezioso bambù. E lo stesso sapeva di essere l'albero prediletto del Signore.Il Signore un giorno con faccia seria si avvicinò al bambù e disse: “Carobambù, io ho bisogno di te”.Per il bambù sembrava venuto il giorno più bello della sua vita e congioia rispose: “Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quello che vuoi!”. “Caro bambù – il Signore rispose – ti devo tagliare,”“Tagliare? No! Signore. Vedi che sono il più bello dei tuoi alberi – e tu mivuoi tagliare?”.“Caro bambù, se non ti posso tagliare non ho bisogno di te”.Dopo un lungo silenzio l'albero disse: “Se non ti posso servire senza esseretagliato, allora, tagliami”.Ma il Signore gli rispose con la stessa faccia seria: “Devo tagliare anche i tuoirami e le tue foglie”.“No, Signore! Sai bene che la mia unica bellezza sono i rami e le foglie.Tagliami, ma non togliermi i rami e le foglie”.“Caro bambù, se non ti posso tagliare i rami e le foglie, non ho bisogno di te”.“Signore, – disse il bambù a bassa voce – prendi i miei rami e le mie foglie”.“Caro bambù io ti devo ancora dividere in due parti e devo strappare il tuo cuore!".Dopo un lungo silenzio il bambù si inclinò davanti al Signore e disse: “Tagliami edividimi”.Così il Signore del giardino tagliò il bambù, tirò via i rami, strappò le sue foglie,lo divise in due parti e gli strappò il cuore.Poi lo prese e lo portò dove acqua fresca da una sorgente sgorgava versocampi aridi. Là il Signore posò il suo bambù e collegò un capo del troncotagliato con la sorgente e incanalò l'altro capo verso il campo.La sorgente cantò un benvenuto e le chiare scintillanti acque siriversarono attraverso il corpo straziato del bambù verso il canale checorreva sui campi inariditi che ne avevano tanto bisogno.Così quello che era un magnifico bambù diventò una grandebenedizione in tutta la sua fragilità e umiltà.Quando era ancora grande e bello egli cresceva solo per se stesso egioiva per la propria bellezza, invece per mezzo della suadistruzione diventò un canaleche il Signore poteva usareper rendere il suo regno piùfruttuoso.

(Da un racconto popolare cinese)

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E' l'amore di Dio che ci rinnovaQuesto numero del gior-

nalino è dedicato alle attivi-tà estive del CVS ed inparticolare agli Esercizi Spi-rituali di Valleluogo. Essisono un momento fortissimonell'anno, che dà ai civuessi-ni quella “carica” interiorenecessaria a riprendere conentusiasmo la vita ordinariaed anche la vita as-sociativa. E, in fon-do, che cosa cirigenera se non laconsapevolezza cheDio ci ama? E' pro-prio ciò che emergedai racconti che i no-stri associati e sim-patizzanti hannovoluto condividerecon tutti su queste pagine.

Non mancano, poi, le or-mai consuete rubriche di ap-profondimento sui contenuti.Lo spazio dell'assistente dio-cesano, dedicato ai temi di“attualità spirituale”, ritornasull'anno paolino, argomentogià introdotto nel numero digiugno. E' infatti importanteper tutti i cristiani sfruttareal massimo l'occasione di

questo anno dedicato a cono-scere meglio gli insegnamen-ti di San Paolo. Vi è poi larubrica sui temi della cate-chesi, che in questo numeroci prepara ad affrontare ilnuovo cammino di catechesidei Gruppi d'Avanguardiaper l'anno associativo2008/2009. E' molto bello no-

tare come, in auten-tico spirito cattolico(che evidenzia, cioè,la dimensione uni-versale dellaChiesa), il CVS na-zionale ha deciso diapprofondire que-st'anno uno dei piùimportanti testi pao-lini, la Lettera ai Ro-

mani.In questo cammino, guida-

ti dallo Spirito Santo e sottolo sguardo materno di Ma-ria, potremo trarre insegna-mento, incoraggiamento esperanza per corrisponderesempre meglio all'amore cheDio ha per noi.

Floriano Scioscia(GdA Buon Pastore)

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L'Assistente�interrompe�eccezionalmente�il�dialogo�conil�Sig.�Rossi...

TUTTI A DAMASCO sulle orme di Paolo!

1) INTERVISTA IN PARA-DISO

Anche questo mese il sig.Rossi è stato spedito dal sot-toscritto come inviato specia-le in paradiso ad intervistarenientepopodimeno che sanPaolo. Questo il risultato:Sig. Rossi: Vengo forse a diSig. Rossi: Vengo forse a diSig. Rossi: Vengo forse a diSig. Rossi: Vengo forse a di----

sturbarLa, apostolo Paolo, e persturbarLa, apostolo Paolo, e persturbarLa, apostolo Paolo, e persturbarLa, apostolo Paolo, e per

la seconda volta, ma siamola seconda volta, ma siamola seconda volta, ma siamola seconda volta, ma siamo

nell’«anno paolino» e Lei comnell’«anno paolino» e Lei comnell’«anno paolino» e Lei comnell’«anno paolino» e Lei com----

prende…prende…prende…prende…

PAOLO: Dammi pure del

tu: eccomi a completa dispo-

sizione, per noi di quassù

non è mai un disturbo il po-

ter aiutare voi di laggiù.

Sig. Rossi: Nella prima interSig. Rossi: Nella prima interSig. Rossi: Nella prima interSig. Rossi: Nella prima inter----

vista siamo rimasti sul generico:vista siamo rimasti sul generico:vista siamo rimasti sul generico:vista siamo rimasti sul generico:

il perché dell’«anno paolino»,il perché dell’«anno paolino»,il perché dell’«anno paolino»,il perché dell’«anno paolino»,

quali i suoi obiettivi, ecc. Vorreiquali i suoi obiettivi, ecc. Vorreiquali i suoi obiettivi, ecc. Vorreiquali i suoi obiettivi, ecc. Vorrei

oggi rivolgerti una domanda benoggi rivolgerti una domanda benoggi rivolgerti una domanda benoggi rivolgerti una domanda ben

precisa per conoscerti meglio:precisa per conoscerti meglio:precisa per conoscerti meglio:precisa per conoscerti meglio:

dove sei nato?dove sei nato?dove sei nato?dove sei nato?

2) «PAOLO È NATO PIÙVOLTE» (BRUNOT)

PAOLO: Domanda intelli-

gente che mi permette di cen-

trare il mistero della mia

vita: io sono nato più volte!

Sig. Rossi: Non capisco…Sig. Rossi: Non capisco…Sig. Rossi: Non capisco…Sig. Rossi: Non capisco…

PAOLO: Anagraficamente

nacqui a Tarso di Cilicia

(era allora la terza città del-

l’impero romano!), ma i miei

poterono permettersi di in-

viarmi a perfezionare gli stu-

di a Gerusalemme e qui

nacque il Paolo fariseo «be-

stemmiatore, violento e per-

secutore» (Tim 1,13). Ma la

nascita più importante fu la

terza, a Damasco (in Siria).

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Sig. Rossi: Perché la definisciSig. Rossi: Perché la definisciSig. Rossi: Perché la definisciSig. Rossi: Perché la definisci

la più importante?la più importante?la più importante?la più importante?

PAOLO: Ma perché fu,

come la definiscono alcuni

esegeti, «l’evento più impor-

tante del Nuovo Testamento

dopo la risurrezione di

Gesù». E doveva esserne con-

vinto anche san Luca, se nel

suo secondo libro, gli Atti de-

gli Apostoli la racconta ben

tre volte.

Sig. Rossi: Permettimi di inSig. Rossi: Permettimi di inSig. Rossi: Permettimi di inSig. Rossi: Permettimi di in----

sistere: Cosa ha significato Dasistere: Cosa ha significato Dasistere: Cosa ha significato Dasistere: Cosa ha significato Da----

masco per te?masco per te?masco per te?masco per te?

PAOLO: Una vera rivolu-

zione copernicana, a 360°

3) UNA VITA TAGLIATAIN DUE

a) Prima di Damasco ero

il Paolo della storia gloriosa,

che orgogliosamente ripete-

va: «La mia vita è la Legge

(di Mosè)». Era per zelo reli-

gioso che attaccavo a fondo i

discepoli di un Messia croci-

fisso: Vedi nella lettera che

inviai ai Filippesi: l’elencodei miei «tesori gelosi»!(3,4-6)

b) Dopo Damasco divenniil mercante di perle felice deltesoro trovato. E, congratu-

landomi con me stesso, oraripetevo: «La mia vita è ilCristo». Non mi resta che vi-vere “nel” Cristo (Fil 3,7-8: ilmio nuovo tesoro faceva re-trocedere a ‘spazzatura’ i te-sori precedenti!)Sig. Rossi: Ma cosa avvenneSig. Rossi: Ma cosa avvenneSig. Rossi: Ma cosa avvenneSig. Rossi: Ma cosa avvenne

quel giorno a Damasco? Non miquel giorno a Damasco? Non miquel giorno a Damasco? Non miquel giorno a Damasco? Non mi

interessa tanto il fatto esteriore,interessa tanto il fatto esteriore,interessa tanto il fatto esteriore,interessa tanto il fatto esteriore,

naturalmente quanto il suo sinaturalmente quanto il suo sinaturalmente quanto il suo sinaturalmente quanto il suo si----

gnificato profondo. gnificato profondo. gnificato profondo. gnificato profondo.

4) L’EVENTO DI DAMA-SCO: DIO USA LA «MANOSINISTRA»…

PAOLO: Non è facilissi-

mo, neppure per me, raccon-

tartelo. Mi sembra, però, che

abbia felicemente centrato il

bersaglio padre Cuè con que-

sta paginetta (originale e in-

sieme profonda).

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Per ogni anima Dio ha due mani che impiega in manieradiversa, perché non tutti gli uomini sono uguali. Alcuni silasciano prendere dalla destra, per altri è necessario cheDio usi un pò l’una e un po’ l'altra mano, ma se non ha esi-to la destra Egli usa la sinistra. Con la destra, come bianchecolombe o docili pecorelle, Dio prese S. Govanni Evangeli-sta, S.Giovanni della Croce, San Francesco Saverio, le dueTerese. Ma per conquistare Pietro, Paolo, Agostino, Madda-lena o Ignazio di Loyola Egli dovette usar la sinistra. Quan-do Dio usa la "mano sinistra", è ancora e sempremisericordia: quando l'uomo infatti stupidamente respingela mano destra, la mano soave di Dio, Egli non si dà pervinto, non ci lascia perdere, ma ci sbalza giù da tutte le selledel nostro io orgoglioso, e finalmente è luce nella nostravita. Solo quando un uomo è vuoto, come un vaso pronto aricevere, Dio lo può riempire (e Iddio riempie sempre so-vrabbondantemente, e inonda a benedizione di molti)

Sig. Rossi: Stai affermandoSig. Rossi: Stai affermandoSig. Rossi: Stai affermandoSig. Rossi: Stai affermando

che, secondo te, fu un dono,che, secondo te, fu un dono,che, secondo te, fu un dono,che, secondo te, fu un dono,

una grazia grande quell’entrata auna grazia grande quell’entrata auna grazia grande quell’entrata auna grazia grande quell’entrata a

valanga di Gesù nella tua vita avalanga di Gesù nella tua vita avalanga di Gesù nella tua vita avalanga di Gesù nella tua vita a

Damasco?Damasco?Damasco?Damasco?

PAOLO: Hai capito perfet-

tamente. E beati quelli che,

ricevuto lo scappellotto da

Dio, reagiscono così: «Che

bella mano sinistra hai, o

Signore! Meno male che non

ti sei arreso di fronte al mio

‘recalcitrare’ (At 26,4), ed hai

sfoderato il colpo da K.O.

Grazie, Signore, grazie. Sono

felice di essere stato da Te

atterrato». A proposito, sig.

Rossi, sai per quanti anni

Cristo «perseguitò» (cf At 9,4)

S. Agostino? Per diciotto

anni! E, per conquistarsi S.

Ignazio, carattere indomabi-

le bisognò che – addirittura -

gli “spezzasse” una gamba!

Tutto questo lo aveva ben

compreso Emmanuele Fiore,

l’indimenticabile fondatore

del CVS di Bari, che una

volta disse a don Vittorio:

«Oggi si compiono 25 anni

dal giorno che sono diventa-

to paraplegico e non cammi-

no più: voglio… festeggiare

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con una Messa di ringrazia-

mento a Dio nella mia stan-

za».

5) IL “VANGELO” DI DA-MASCO PER IL 3° MIL-LENNIO

Sig. Rossi: Sono completaSig. Rossi: Sono completaSig. Rossi: Sono completaSig. Rossi: Sono completa----

mente frastornato: ho sempremente frastornato: ho sempremente frastornato: ho sempremente frastornato: ho sempre

pensato a Dio come a Colui chepensato a Dio come a Colui chepensato a Dio come a Colui chepensato a Dio come a Colui che

usa sempre e soltanto la «manousa sempre e soltanto la «manousa sempre e soltanto la «manousa sempre e soltanto la «mano

destra», quella delle carezze, perdestra», quella delle carezze, perdestra», quella delle carezze, perdestra», quella delle carezze, per

intenderci…intenderci…intenderci…intenderci…

PAOLO: Da oggi, però, è

opportuno che… cambi reli-

gione. Anzi è proprio questo

il contributo fondamentale

che vorrei offrire in questo

«anno paolino». Ricorderai

che nell’intervista precedente

davo la colpa del vostro cri-

stianesimo «inodoro, incolore

e insapore» alla scarsa cono-

scenza delle mie ‘lettere’, oggi

approfondisco: se il vostro es-

sere cristiani è così insipi-

duccio è proprio perché avete

il concetto (orribile!) di un

Dio insipiduccio, senza sale e

senza pepe. No! Egli è fuoco,

fuoco ardente! E voi state

ben attenti a definirlo

«Amore» (1 Gv 4,16) lo è, evi-

dentemente, ma è amore di

passione (bene ha fatto Bene-

detto XVI a spiazzare anche i

teologi con la sua prima en-

ciclica nella quale ha chia-

mato Dio non solo Agape e

Filia, ma anche Eros! (DCE

10.).

Sig. Rossi: Caro Paolo, ti rinSig. Rossi: Caro Paolo, ti rinSig. Rossi: Caro Paolo, ti rinSig. Rossi: Caro Paolo, ti rin----

grazio per questo input così…grazio per questo input così…grazio per questo input così…grazio per questo input così…

paolino, che mi hai dato oggipaolino, che mi hai dato oggipaolino, che mi hai dato oggipaolino, che mi hai dato oggi

con questa seconda intervista:con questa seconda intervista:con questa seconda intervista:con questa seconda intervista:

riferirò fedelmente ai miei lettoriferirò fedelmente ai miei lettoriferirò fedelmente ai miei lettoriferirò fedelmente ai miei letto----

ri invitandoli tutti ad «andare ari invitandoli tutti ad «andare ari invitandoli tutti ad «andare ari invitandoli tutti ad «andare a

Damasco» sulle tue orme (nonDamasco» sulle tue orme (nonDamasco» sulle tue orme (nonDamasco» sulle tue orme (non

necessariamente con l’EVES onecessariamente con l’EVES onecessariamente con l’EVES onecessariamente con l’EVES o

l’Opera Romana Pellegrinaggi!)l’Opera Romana Pellegrinaggi!)l’Opera Romana Pellegrinaggi!)l’Opera Romana Pellegrinaggi!)

Mi hai proprio convinto: infattiMi hai proprio convinto: infattiMi hai proprio convinto: infattiMi hai proprio convinto: infatti

«andare a Damasco» (con il cuo«andare a Damasco» (con il cuo«andare a Damasco» (con il cuo«andare a Damasco» (con il cuo----

re!) è quello che ci vuole perre!) è quello che ci vuole perre!) è quello che ci vuole perre!) è quello che ci vuole per

passare dall’essere cristianelli inpassare dall’essere cristianelli inpassare dall’essere cristianelli inpassare dall’essere cristianelli in----

sipiducci a cristiani maturi comesipiducci a cristiani maturi comesipiducci a cristiani maturi comesipiducci a cristiani maturi come

te, capaci anche noi di… ringrate, capaci anche noi di… ringrate, capaci anche noi di… ringrate, capaci anche noi di… ringra----

ziare il Signore quando Egli anziare il Signore quando Egli anziare il Signore quando Egli anziare il Signore quando Egli an----

che a noi fa il dono grande diche a noi fa il dono grande diche a noi fa il dono grande diche a noi fa il dono grande di

rifilarci - per il nostro bene, narifilarci - per il nostro bene, narifilarci - per il nostro bene, narifilarci - per il nostro bene, na----

turalmente! – qualche suo forturalmente! – qualche suo forturalmente! – qualche suo forturalmente! – qualche suo for----

midabile scappellotto…midabile scappellotto…midabile scappellotto…midabile scappellotto…

Don Vittorio Borracci

(Assistente Diocesano)

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CVS-TG

➔ 6 agosto Nicoletta, tenera madre di Mimmo Lo-pez, ha raggiunto la Casa del Padre. Preghiamoper lei unendoci affettuosamente a Mimmo e a suofratello.

➔ 7 settembre Accogliamo congioia la nascita di Sabrina,primogenita di AlessandraPartipilo e Daniele Sgara-mella. Sabrina, nata al 7°mese, è ancora in ospedale conla mamma e sta crescendo. Ipiù caldi auguri ai genitori daparte di tutto il CVS.

Rosa Sinisi

(Responsabile Diocesana)

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Lettera di Paoloapostolo ai Baresi(Introduzione al cammino

di catechesi dell'anno)

E' opportuno sapere che aitempi di Paolo scrivere erauna cosa molto laboriosa. Siè calcolato che per scriveresu papiro la Lettera ai Ro-mani ci volle non meno di unmese! Sila e Timoteo scrive-vano sotto dettatura di Pao-lo. Forse, talvolta, essiredigevano su un tema datoloro dal maestro. In ognicaso, il pensiero era di Paolo,il quale prese ben presto l'a-bitudine di firmare le letterecon la sua “grossa scrittura”per autenticarle e impedirnele falsificazioni.

E' anche opportuno cono-scere che il genere epistolareaveva le sue regole. L'inizioera di questo tenore: “A Cali-

gola Alavacomgetepus, pre-fetto delle Gallie, io, GraccoNengetepus, salute!” Appari-va poi di buon gusto aggiun-gere una formula diringraziamento alla divinitàe una preghiera per il desti-natario. In finale, si saluta-vano destinatario e amici.Paolo entrò in questo genereletterario, ma secondo la suaformidabile personalità. Ilbanale “salute” divenne “gra-zia e pace”, e la preghieratalvolta molto, molto ampia.Nel finale, così formulaval'augurio ai suoi cristiani:“La grazia del Signore Gesùsia con tutti voi.”

Don Vittorio

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Sydney@home

Abbiamo partecipato alle

iniziative promosse

dall'Ufficio Giovani

dell'Arcidiocesi di

Bari-Bitonto per la XXIII

Giornata Mondiale della

Gioventù

Una tenda. Il sapore delsilenzio. La magia dell'incon-tro. Il CVS.

Quando abbiamo organiz-zato la veglia del 19 luglio aBari vivendola virtualmentecon i giovani radunati a Syd-ney per la Giornata Mondia-le della Gioventù, nonpotevamo sapere della nottemeravigliosa che ci stavaaspettando. Il cammino del-l'intero anno si stava perconcludere e stanchi, forseun po' delusi, abbiamo messoinsieme le poche forze per vi-vere insieme questo ultimomomento prima dell'estate edi Valleluogo.

Bari vecchia quella seraera inondata di giovani edell'amore dello Spirito San-to che con la sua forza di-rompente era riuscito

davvero ad incantare tutti:mamme, bambini, frati, fi-danzati, giovani disabili,gente del posto e dei dintor-ni, credenti e forse anche chinon entrava in una chiesa daun pezzo. In sette chiese del-la città vecchia sono statirappresentati i sette donidello Spirito Santo e a noidel CVS toccava raccontarequello della fortezza, perchéil dolore e la sofferenza sonoforza e tante volte addirittu-ra moneta di conquista,come dice Mons. Luigi Nova-rese.

Ai piedi dell'altare dellachiesa del Car-mine, discreta eaffascinante,c'erano la nostratenda-arcobale-no e l'icona della

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Trinità, simbolo dell'intimitàdella preghiera, della profon-dità dell'incontro con Dio.“La forza dell'amore è il si-lenzio della preghiera” dice-va un cartellone gialloaffianco all'altare, una veritàche per molti potrebbe sem-brare assurda e insignifican-te ma che quella sera eraviva e visibile a tutti. Centi-naia di persone hanno visita-to la nostra chiesa e, dopoaver cantato e danzato con il“Gruppo Attivo” come sololoro sanno fare, dato unosguardo allo stand della Coo-perativa e alla proiezionedella vita di Mons. Luigi No-varese. Dopo essersi fattifare un ritratto dalla manodi Mino e Mario, arrivavanolì davanti alla tenda... peruna preghiera, uno sguardod'amore, un abbraccio daDio... un po' di silenzio, unringraziamento, una richie-

sta. Alcune di queste pre-ghiere rimanevano nel silen-zio del cuore, altre sono statetrascritte su foglietti coloratie portate dai ragazzi del“Gruppo Attivo” all'ingressodella tenda, dove era stataposta anche l'icona di Maria.E' Maria infatti la portavocedelle nostre preghiere all'o-recchio di Dio, ma chi più deiragazzi del “Gruppo Attivo”può conoscere il segreto e ilmistero dell'amore di Dio?

Nei volti della gente quel-la sera ho visto sorrisi, lacri-me, speranza, fede,pentimento e attesa; nei no-stri volti la bellezza dellostare insieme ancora unavolta, più di prima, uniti nelCVS.

Grazie Signore per averciriscaldato ancora il cuore!!!

Enrica Magrino

(Settore Giovani)

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L'arcobaleno del CVS: la forza dell'amore è...

... offrire la vita (colore rosso)

... sorridere dei limiti (arancione)

... il silenzio della preghiera (giallo)

... creare nella debolezza (verde)

... il segreto del volto (azzurro)

... la musica dell'anima (indaco)

... la sapienza del dolore (violetto)

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Maria madre ecompagna di stradaPellegrinaggio a Lourdes,

18-25 luglio

Mi capitava spesso di sen-tire molta gente che afferma-va con veemente entusiasmoil beneficio spirituale che siriceve recandosi a Lourdes,ma non avendo mai avuto lapossibilità di vivere questaesperienza non riuscivo a ca-pire e a condividere questotrasporto che definivano tra-volgente. Poi, un anno fa,una mia cara amica mi chie-se di accompagnarla in que-sto viaggio per ritrovare ladevozione verso la Madre ce-leste, fede che aveva persoda ormai otto anni, dopo laperdita improvvisa del figlio.

La sua richiesta mi spiaz-zò e allo stesso tempo mi su-scitò un forte entusiasmo,così con perplessità accettai.

Quest’estate sono partitae ora mi ritrovo a scriverequanto vissuto in questo pel-legrinaggio della speranza.Quello che più mi aveva col-pito era il rapporto stupendo

instaurato tra i malati e i vo-lontari, sul volto di questitraspariva il beneficio delloro legame d’amore fraternofatto di scambi di gesti genti-li, di sguardi che esprimeva-no compiacimento nelmomento in cui ci si riunivaa pregare.

Ogni giorno ricordo connostalgia il tempo trascorsonella grotta dove in altoemergeva piccola, ma impo-nente, la statua della Vergi-ne Immacolata, da cui nonriuscivo a distogliere losguardo mentre instancabile

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recitavo il rosario. E’ statoproprio in uno di questi mo-menti che ho provato comenon mai un forte legame conMaria, l’ho sentita Madre eCompagna.

Oggi anche io posso testi-moniare ciò che prima nonpotevo comprendere e rin-

grazio Dio per avermi dato lapossibilità, attraverso questocammino spirituale, di arric-chirmi interiormente facen-do conoscere la mia fede,avermi resa più sensibile aiproblemi dei miei fratelli esoprattutto per avermi fattocapire e vedere che la malat-tia non può togliere il piace-re di vivere ma che seaccolta con un forte credo ciaiuta ad assaporare il verodono della vita.

Nicla Campanella

(Parrocchia Buon Pastore)

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La grotta di Massabielle, Lourdes

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“Prendi il largo” –Quattro giorni sullabarca di San Pietro

Esercizi Spirituali Coppie,

Valleluogo, 4-9 agosto

Casualmente, sono statoinvitato con mia moglie apartecipare agli esercizi spi-rituali per le famiglie. Latraccia sarà la storia di Pie-tro, un pescatore risorto.

Partiamo da Bari unamattina di agosto, il 5 preci-samente. Grande è la sorpre-sa quando ad accoglierci aValleluogo è proprio San Pie-tro. “Benvenuti” ci dice “sali-te sulla mia barca perchévoglio raccontarvi la storiadella mia vita, la storia diSimone, ciottolo di vetro, chediventerà Simon Pietro pri-mo papa della Chiesa.”

Siamo circa nove famigliegiunte da varie parti del sudItalia e tutte, amorevolmen-te accolte dai Silenziosi Ope-rai della Croce, amici di S.Pietro, saliamo sulla barca.E’ una mattina tersa, lumi-nosa e si sta proprio bene.“Pace a voi” dice l’apostolo“prendiamo il largo”. Si par-te. Siamo sul lago di Galilea.

“Tutto è cominciato una

mattina come questa di circaduemila anni fa. Io con miofratello Andrea ed i miei socistavamo lavando le reti.Avevamo lavorato tutta lanotte senza pescare nulla.Eravamo lì a borbottare, achiederci come avremmo po-tuto sfamare le nostre fami-glie, quando improvvisamen-te è arrivato Lui. Un giovaneRabbi con uno sguardo maivisto prima che ti penetravail cuore e ti leggeva l’anima.Mi prega, con infinita corte-sia, di ospitarlo sulla miabarca per ammaestrare lafolla che lo segue e che gli faressa intorno. Non sapevoche quel “Sì!” mi avrebbecambiato la vita. Gesù sale epredica per ore ed io, inizial-mente preso dalle mie preoc-cupazioni, comincio adascoltare. Non sono le soliteparole dei tanti predicatori,sono parole nuove. Alla finequel Rabbi mi guarda con unsorriso e mi dice: prendi il

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largo e calate le reti per lapesca. Ed io conquistato dalSuo sguardo: “Sì, sulla tuaparola getterò le reti”. E’ sta-to meraviglioso, mai vistotanto pesce; finalmente qual-cuno che operava concreta-mente nella mia vita. Giuntia riva un'altra parola: segui-mi. Una richiesta decisa madolce. Ero pronto; offrivo aquel maestro tutta la miaenergia, l’irruenza, il carat-tere forte, la decisività. Chesciocco! Credevo dipartire in missioneinvece iniziava ilmio apprendistato.

E che apprendi-stato!! C’era un le-game molto forte frame e Gesù. Egli am-mirava i miei slanci(come quella nottesul lago quando cercai diraggiungerlo camminandosulle acque e per alcuni pas-si vi sono anche riuscito!) econtemporaneamente mi for-tificava con i suoi decisi rim-proveri (ricordo, mentrebevevo l’acqua del mare edegli mi teneva per mano, lasua voce: “Uomo di poca fedeperché hai dubitato?”)

Poi la svolta. Una seraGesù ci chiede: e voi chi diteche io sia? Una voce dentro

di me mi suggerisce la rispo-sta: il figlio del Dio vivente.Dovevate vedere la gioia delSignore quando mi ascoltò;era felice che Dio avessescelto il Suo allievo. Mi fececapo degli apostoli. Da oggiti chiamerai Pietro e su que-sta pietra fonderò la miachiesa. Ero fiero di me stes-so, contento, orgoglioso.Gesù si fidava di me e miconsiderava una roccia; unaroccia che di lì a poco si sa-

rebbe sgretolata mi-seramente. Gesù siè sempre fidato dime; ha fatto il tifoper me fino alla fineed è questo che miha salvato e mi per-mette di essere quicon voi a narraretutto questo.

La mia avventura conGesù si era fino ad allorasvolta in un crescendo disuccessi. Certo la gente nonsempre capiva, ma io e gli al-tri eravamo sempre più con-vinti che il nostro Messiaavrebbe liberato Israele e noiavremmo preso parte a que-sta vittoria. Ecco, invece, ladoccia fredda. Gesù dice: aGerusalemme il figlio del-l’uomo sarà riprovato daglianziani, schernito, tormenta-

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to ed infine ucciso ed aggiun-ge ma il terzo giorno risorge-rà.

Ma come!! Avevamo la-sciato tutto per seguirlo, ave-vamo creduto in Lui, egliaveva sfamato intere follecon cinque pani e due pescied ora ci annunciava che an-davamo tutti verso il falli-mento della nostra missione?Che Messia era questo?!”

- Sorride - “Allora ero gio-vane! La mia mente non ave-va afferrato quel termine iorisorgerò; aveva capi-to poco di quello cheera avvenuto sulmonte Tabor quando,in una nube di luce,Dio stesso aveva indi-cato la via di Gerusa-lemme qualecompimento vero della mis-sione del figlio. Capii pocoanche nell’ultima cena delmio Signore quando egli conil suo fare gentile, ma deciso,mi costrinse a farmi lavare ipiedi da Lui stesso – Cheabisso di amore!!! Un Dioche toglie la sporcizia daipiedi degli uomini, che vuolemorire per salvare me e oggivoi e domani tutti gli uominiche verranno. Con la logicaumana come si può capiretutto questo!?!

-Satana!- mi chiamò Gesù,e il gelo che ho provato perquel rimprovero è paragona-bile soltanto a quella nottemaledetta – benedetta quan-do il terrore ha preso il so-pravvento su di me. Ricordoancora quei bagliori del fuo-co, i volti di coloro che mi in-terrogavano: anche tu seiuno di loro, ti abbiamo vistocon lui nell’orto. Io confuso,impaurito, deluso, rinnegavonon una, non due ma ben trevolte il mio Signore; notte

maledetta ma anchenotte benedetta per-ché nel vortice in cuiero caduto ho rivistolo sguardo di quellaprima mattina, unosguardo già segnatodalla violenza dei sol-dati che mi tagliava

dentro, mi riconosceva, miripeteva: ho fiducia in teuomo di poca fede. Ho piantoamaramente. Capivo final-mente quelle parole che finoad allora mi erano sembrateoscure; ricordavo il Tabor, lalavanda dei piedi. Il percorsofatto fino ad allora non eranulla – Il vero Pietro nasce-va in quella notte di tradi-mento e di perdono.”

Il nostro interlocutorepiange, dopo duemila anni

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versa ancora lacrime. E noiascoltatori ci chiediamo:quante volte abbiamo rinne-gato il Signore per moltomeno? Pietro intuisce i no-stri pensieri e riprende:“Non temete, Gesù perdo-nando me ha perdonato tuttii traditori del futuro, tutti ipeccatori. E non si è fermatoa questo!

Sapete, dopo la resurre-zione il Signore non ha mairinfacciato il mio tradimen-to; mi ha chiesto però diamarlo con tutto l’a-more possibile dellacreatura verso ilSuo creatore, unamore fragile ma to-tale. Dopo quella ri-chiesta Gesù mi haordinato di pascerele Sue pecorelle e di seguirlo.

Il mio apprendistato erafinito e l’atleta era pronto.Quel nuovo “Seguimi”, conl’effusione dello Spirito San-to nel giorno di Pentecoste,faceva di me un pescatore ri-sorto, pronto a gettare le retinel mare dell’umanità.

Vi ho raccontato la miavita affinché anche voi, fami-glie di oggi, sappiate cheGesù non guarda tanto allecadute ma all’amore che glioffrite. Fatelo salire sulla vo-

stra barca e prendete il largocon Lui. In nome di questoamore egli è disposto a guar-darvi e trasformarvi da ciot-toli di fiume in pietrenecessarie alla costruzionedella Chiesa di Dio. Egli faràsempre il tifo per voi e non vifarà mai fare brutte figure”.

La navigazione è finita.Siamo di nuovo a riva. Scen-diamo dalla barca “trasfor-mati”. D’ora in poi faremo lestesse cose ma con occhi di-versi, consapevoli di essere

degli apprendistiguidati dalla graziadi Dio e quindi co-munque vincitori.

Mi giro un'ultimavolta verso Pietroed i suoi pescatori escopro, con meravi-

glia, che Pietro ha gli stessitratti somatici di Don Vitto-rio Borracci e che i suoi aiu-tanti sono Don Tonino,Samar, Domenico, Gabriel-la... tutti i Silenziosi Operaidella Croce.

Un grazie speciale a DonVittorio, alla comunità diValleluogo, pescatori d’uomi-ni d’oggi, per tutti i doni checi hanno trasmesso.Vito Calabrese e Maria Valerio

(attualmente a Modena)

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Alla scoperta della(b)arca perduta

Esercizi Spirituali Giovani e

“Gruppo Attivo”,

Valleluogo 19-24 agosto

“Accendi una luce, un ge-sto di pace, un suono che fanovità; // dentro il buio sisbaglia, poi vince la noia, laluce dà un’altra realtà.”Ecco il ritornello dell’innocon cui abbiamo dato avvioagli esercizi spirituali. Ri-percorrendo la storia di Noè,ciascun ragazzo del GruppoAttivo è stato invitato da“Sem” (discendente di Noè,nonché narratore della no-stra avventura) e dalla “co-lomba” (messaggero divino)a costruire la propria“(b)arca”, scoprendo in cin-que tappe consecutive il suosignificato, oculatamente ba-sato su un gioco di contrastie analogie (buio = male =peccato vs luce = bene = ami-cizia con Dio; diluvio=allon-tanamento da Dio vsarcobaleno = alleanza conDio). Cos’è l’arca? / Chi èl’arca?

I tappa: l‘arca è un so-gno speciale, di luce e co-lore, un sogno che

ciascuno porta nel cuore,è “vocazione”: «Il sogno diDio sull’uomo, pensiero lu-minoso che il Padre ha suciascuno di noi [A.Cencini]».

Ogni ragazzo del GruppoAttivo ha ricevuto una casac-ca colorata, come quella diSem, grazie alla quale poter-si distinguere dagli “uominigrigi”, cattivi, malvagi e hamesso in campo la propriaoriginalità come gli era piùcongeniale: c’è chi si è esibitoin un ballo o canto o con ungesto che nessuno avrebbepotuto fare meglio di lui; c’èchi ha semplicemente cam-minato; chi ha dichiarato lasua bravura nel cucito, o lasua intraprendenza nel pro-pagandare il CVS nella suacittà a chi lo ignora; c’è infi-ne chi ha mostrato il suo af-fetto attraverso il suopeculiare sorriso, oppure conil suo silenzioso sguardo “di

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luce”, o ancora con la dolcez-za di un bacio… I ragazzi delGruppo Attivo sono veri spe-cialisti della semplicità,quella di cui molte volte civergognamo perché siamo di-ventati “grandi” o che spessodimentichiamo presi dallafretta e dai mille impegniche ci travolgono.

II tappa: l’arca è Gesù ,amico speciale che ci por-ta luce e colore. Costruzio-ne dell’arca.Partiamo dallefondamenta:un legno a for-ma di croce.Esso ci richia-ma alla crocesu cui è salitoGesù per redimere gli uomi-ni dai peccati. La croce, dun-que, non è “trono tenebrosodi morte e sofferenza”, ma“albero fulgente di vita”, inquanto «dal dolore è fioritala vita, l’amore [Mons. Nova-rese]».

Gesù dall’alto della crocelancia ad ogni uomo una “di-chiarazione d’amore perso-nale”, su propria misura.Come risponderGli? Ancorauna volta impariamo dai ra-gazzi, i veri “piccoli”, ricor-dando il momento di

adorazione eucaristica: illoro silenzio adorante, il loroinginocchiarsi, il loro sguar-do, il loro dialogo a tu per tucon Gesù Eucarestia, un dia-logo sincero che nasce dalloro cuore puro e dalla loropovertà di spirito.

III tappa: l’arca sonoio, amico di Gesù, che amia volta devo portare luce ecolore. Costruzione dell’arca:sulla base – croce innalzia-

mo tre piani(rappresentan-ti la fede, lasperanza e lacarità) costitui-ti da tre tavoledi legno “qua-drate”. Perché

il quadrato? Esso sarebbe in-dice di perfezione, stabilitàproprie delle “persone qua-drate”, come Gesù, Maria, isanti. Allora ogni ragazzo èchiamato a divenire “quadra-to” per essere sostegno a chidispera della vita. Questo èciò che ho toccato con manoin quest’esperienza da “ani-mata/animatrice”: i ragazzidel Gruppo Attivo son davve-ro “arche” speciali, “tende diincontro” abitate da Gesù,“pronti a dare ragione dellasperanza che è in loro”: spe-

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ranza che l’amore si fortificanel dolore, che il dolore noncostituisce un ostacolo allaperfezione (come direbbeMons. Novarese) e che quin-di ogni persona può speri-mentare la bellezza di unincontro vero, “forte”, che sadi sincero affetto, stupore,candore con chi è “debole”.

IV tappa: l’arca è laChiesa, luogo di luce e co-lore. Fuori c’è l’oscurità deldiluvio. Come la porta del-l’arca fu spalancata per sal-vare gli animali daldiluvio, così sullacroce il costato diGesù fu squarciato:ne uscirono sangueed acqua, simboli disalvezza per tuttigli uomini e di purificazionedei peccati.

Costruzione dell’arca: lacappella viene trasformatain una grande arca. È statobellissimo essere coinvoltadai ragazzi nel loro solerteimpegno per preparare lacappella. Aiutati da tutti glianimatori, muniti di forbici,nastrini, rotoloni di carta,hanno sprigionato quellafantasia multiforme di cuisolo loro sono capaci!

V tappa: l’arca è sem-pre aperta sul mondo. Sitratta del mandato di missio-ne, di apostolato: siamo chia-mati ad uscire dallo spaziochiuso e angusto dei nostripiccoli gruppi, siamo “man-dati” a diffondere l’arcobale-no di luce e colore che Gesùci ha donato agli altri. Allo-ra, come abbiamo cantatonel nostro inno, “alla genteche vuole mettere la luce nelsacco, dobbiamo risponderecon un sacco di luce”!

Esprimo tutto ilmio grazie ai ragaz-zi del Gruppo Atti-vo per aver accesoin me un “sacco diluce”; per avermi“colorata” con il

loro affetto, la loro attenzio-ne, la loro presenza; peravermi dato la possibilità diimparare a credere nella for-za salvifica dell’amore chescaturisce dal dolore e cosìvorrei far mie queste parole:«Fammi credere o Signoreche il dolore è forza per por-tare amore… Voglio allarga-re i miei orizzonti, diventareuno strumento del Tuo amo-re [Mons. Novarese] ».

Angela Moschetta(Animatrice Gruppo Attivo)

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Testimoni dell'amore di Dio

Quando penso agli eserci-zi spirituali, quando sfogliole foto di Valleluogo, quandoricordo i momenti vissuti micapita sempre di sorridere edi emozionarmi.

Forse solo perché in quei 5giorni magici, fuori dallaquotidianità e dalla routinedi ogni giorno, riscopro cheesiste il mio IO, il mio io piùvero, quello più profondo.

Ed è proprio vero che re-stando in ascolto è il silenzioa parlare… un silenzio che atratti fa paura, a volte sor-prende, a volte nutre. Ed ègrandiosamente capace dialimentare il cuore… Un si-lenzio che può portare allapace interiore tanto deside-rata, a vivere la comunionecon chi ci è accanto, a trova-re risposte alle ripetute e co-

stanti domande. Ora lo so elo posso dire perché è quelloche è accaduto a me. Non vinascondo che quando sonopartita avevo tanti dubbi,tanti pensieri, diverse preoc-cupazioni. La mia testa nonfaceva altro che porsi do-mande, una dopo l'altra; ilmio cuore, dal canto suo, nonfaceva altro che evitare diascoltarle...

Con gli esercizi però tuttoè cambiato. Il mio cuore c'e-ra, l'ho trovato lì, l'ho sentitobattere e l'ho capito subitosin dalla prima sera.

Tutto questo grazie innan-zitutto a Don Francesco San-tomauro, che ho riscopertonella mia vita come “predica-tore” speciale, amico e fratel-lo. Grazie anche ai volti, allelacrime e ai sorrisi di tutti i

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giovani che con me eranopronti a condividere un cam-mino forte alla ricerca di sestessi, della propria vocazio-ne e del proprio servizio.

E' l'immagine del discepo-lo amato a farmi sentire laprima scossa al cuore, sicu-ramente perché mi ero di-menticata di essere amatacosì tanto da Dio, un Dio checon la sua bellezza e tenerez-za riesce continuamente adattirarmi a sé, un Dio che mi– anzi ci ama – smisurata-mente e incondizionatamen-te.

Ha conquistato il mio cuo-re anche l'immagine dell'ar-ca nei suoi diversi significatiapprofonditi durante i giornidi esercizi. L'arca come so-gno speciale, un sogno diluce e colore che Dio ha pertutti noi; l'arca che è Dio,pronto a donarci la luce e ilcolore e a farci capire che ilnostro sangue di vita è l'A-more; l'arca intesa come io,cristiano, amico di Gesù, ap-partenente a Lui; l'arca col-legata all'immagine dellaChiesa, che è corpo di Dio,che ci coinvolge tutti. Chemeraviglia!

Vivere tutto questo con lapresenza gioiosa e insostitui-bile del Gruppo Attivo nonpuò che rendere L'Arca piùbella e preziosa che mai…Quest'esperienza mi ha do-nato più di quanto potessiimmaginare, infatti sentoche il mio cuore comincia fi-nalmente ad allargare i suoiorizzonti, in maniera del tut-to straordinaria. Due mo-menti per me hanno resoparticolari ed unici questiesercizi: l'Adorazione e il ge-sto del bacio Santo.

Termino con il ritornellodi una canzone che ha se-gnato passi importanti dellamia vita spirituale: “Tu di-rai: io appartengo al padremio, scrivero' sulla miamano il nome suo, io sonodel signore dio”.

Ed oggi più che mai, contutti voi sono contenta di gri-dare che appartengo a Dio,che voglio essere con voi, in-sieme a voi testimone delSuo amore.

Un caloroso abbraccio eun bacio “santo” a tutti voi.

Rosanna Grandolfo(Settore Giovani)

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L'apostolato ripartedagli Esercizi

Esercizi Spirituali Adulti e Giovani,

Valleluogo 25-31 agosto

Anche quest’anno gli eser-cizi spirituali a Valleluogomi hanno conquistata! Anzi,vi dirò, dopo tante volte cheho partecipato, sono stati gliesercizi più belli e più viviper il graditissimo silenzioche c’è stato...

Sono stata attratta so-prattutto dal tema di que-st’anno (tutto su S. Pietro):”Prendi il largo – la storiadi un pescatore risorto”.Anche il predicatore Mons.Paolo Auricchio è statostraordinario, convincente esemplice.

Tutte le letture poi parla-vano della chiamata di Pie-tro e della missioneaffidatagli da Gesù... e cheoggi chiede a noi.

Prendere il largo, infine,ha significato per me che si

deve aver fiducia in Gesù!Infatti, per esempio, se iofino adesso non mi sono fida-ta di Lui, e cioè ho avutopoca fede, ora devo averepiena fiducia nell’obbedirealla sua Parola e testimo-niarla a tutti. Naturalmente,per fare questo, dovrei di-staccarmi da tutto e seguiresoltanto Gesù, non solo aparole ma con i fatti

E così, poi, durante le con-fessioni che ci sono state, misono rivista veramente nellafigura di Pietro, e cioè pec-catrice, ma fiduciosa e si-cura della misericordia diDio. Ora, con l’aiuto delloSpirito Santo, prometto dilasciarmi guidare dalla suaParola ogni giorno, e anchese dopo si presenteranno cer-tamente molte difficoltà,

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non avrò più paura diniente come prima, perchéaccanto a me c’è il SignoreGesù che mi ripete dolce-mente: “Non temere, Giulia,Io sono con te; va’, getta an-che tu le reti della fede e an-nuncia a tutti che tu aValleluogo sei 'risorta' come

Pietro, pesca altri fratelli eportali a me...”

Allora civuessini avete ca-pito? Venite anche voi l’annoprossimo a Valleluogo per-ché lì s’incontra veramenteGesù. Ciao.

Giulia Silvestri

(Capogruppo GdA S. Cecilia)

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"Sulla tua parola getterò le reti"

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Ho scoperto un bel luogoe delle belle persone!

Da sempre nutro partico-lare predilezione per i viaggi,le esplorazioni di luoghi qua-si sconosciuti, gli incontri.

Da molti anni, oltre ad in-teressarmi al volontariato,rifletto su temi teologici an-che grazie a chiese e santua-ri visitati durante le mieescursioni. Ma quest'announ ritiro spirituale a Valle-luogo non l'avevo program-

mato. Ignoravo perfino l'esi-stenza di un santuario, eret-to lì in virtù di unaapparizione mariana, im-merso nel verde, in una pacemistica e rigenerante.

La lettura di una piccolalocandina posta nella bache-ca della mia parrocchia ave-va attratto la mia attenzioneuna Domenica mattina: con-teneva l'invito ad aderire al-l'iniziativa di un'associazio-ne denominata "Centro Vo-lontari della Sofferenza".Non pensavo di essere accol-ta ed incoraggiata fin dall'i-nizio: l'atteggiamento rassi-curante del mio parroco pri-ma, poi la voce calda ed ami-chevole di Dora – unavolontaria – e l'assenso defi-nitivo della responsabile dio-cesana R. Sinisi, infine, mihanno consentito di sentirmisubito parte di un gruppomolto motivato ed entusia-sta.

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Amo la gente semplice eschietta con cui condividerefede ed interessi culturaliumanizzanti e sentivo chepur dovendo incontrare per-sone con particolari problemidi salute avrei da loro impa-rato. Così è stato, perché nonsolo ho apprezzato la localitàamena e disintossicante maanche la gente sensibile esimpatica nonostante la sof-ferenza fisica e psicologica.

La condivisione di moltimomenti della giornata nellameditazione, nella preghierasotto la direzione di sapientidirettori spirituali, è stataessenziale a rasserenare glianimi di tutti.

E' difficile adesso dimenti-

care i volti che mi hanno aiu-tato ad apprezzare il donodella vita e della comunità.

Dai Silenziosi Operai del-la Croce, che ci hanno ama-bilmente ospitati, hocompreso la necessità di unmio impegno sempre mag-giore e consapevole a favoredei più deboli ed indifesi.

Credo inoltre che, in que-st'epoca di frenetico lavoro die superficiali rapporti inter-personali, un'esperienza ac-canto a quella Madonninadel Silenzio che ho incontra-to a Valleluogo sarebbe rivi-talizzante per tutti.

Mina Bruno

(Parrocchia S. Marco)

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Il mulino delle apparizioni La casa degli Esercizi

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La posta del BambùPubblichiamo un ampio brano della lunga e calorosa lette-

ra inviata dalla nostra carissima Annalisa Caputo S.O.d.C.al suo ritorno a casa, dopo l'intervento chirurgico e il relativoperiodo di ospedalizzazione.

Cari amici,Cari amici,Cari amici,Cari amici, sono a casa. Vi ringrazio tutti per la vicinanza e lepreghiere. Sono qui per condividere con voi quella che, come mi ha

detto un collega dell’università, è stata un’avventura. Come tutte leavventure non sai mai come va a finire, ma se riesci a prenderla così comesi dà, alla fine sei contento di averla vissuta, e pronto a continuarla…come sicuramente dovrà essere ancora per me. La prima puntata(dell’operazione e del postoperatorio) si è conclusa. A lieto fine. Concoraggio e gratitudine siamo pronti per quella che sarà la seconda puntatadella terapia.

Che cosa dirvi? Avrei da raccontarvi tantissime cose, alcune serie, altredivertenti. Non so da dove cominciare. Faccio finta di farmiun’intervista…

Il momento più difficile:Il momento più difficile:Il momento più difficile:Il momento più difficile: giovedì notte dopo l’operazione (il mezzocollasso, non si sa bene ancora dovuto a che…). È stato l’unico momentoche ho avuto veramente paura, anche perché di turno c’era un infermiereimbranato, che è arrivato dopo dieci minuti che chiamavo con ilcampanello (...e poi con le urla) che vedendomi tremare tutta mi ha detto:“Senti freddo?” E mi ha messo la coperta. No comment.

Il momento più bello:Il momento più bello:Il momento più bello:Il momento più bello: la mattina successiva… quando è passata lanotte ed è venuta l’infermiera che è stata più cara con me. “E’ arrivato ilsole”, le ho detto quando ho visto che era il suo turno. È incredibile quantogli infermieri possano cambiare la vita dei degenti.

Il momento più da ridere:l momento più da ridere:l momento più da ridere:l momento più da ridere: la scoperta dei calcoli. Superate già milletraversie, penultimo appuntamento: l’eco-fegato. Vado giù con un'altra

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signora, sessantenne, credo, tutta preoccupata e lamentosa. “Signorina…ho i calcoli… che brutta cosa… l’IGNORANTITA’ del medici, nonl’avevano capito…” E giù avanti così. E io: “Ma su, signora, non sipreoccupi, i calcoli sono un’operazione da niente, vedrà, due giorni e sta inpiedi”… E lei: “No, signorina, è pericoloso, fanno male…” ecc. Alla fine ioridendo: “Oh… signoraaa… e io che dovrei dire?” La povera signora si èfatta piccola piccola e mi sa ha rimpicciolito anche la visione del suo male.Si è interessata a me e l’abbiamo presa a ridere…

Il momento più ‘miracoloso’:Il momento più ‘miracoloso’:Il momento più ‘miracoloso’:Il momento più ‘miracoloso’: forse non tutti sanno che mi sono fattaun altarino sul comodino, uno di quelli ‘strani’ miei… con mille oggettiniportati da casa, compresi animaletti (pinguini, cani, farfalle...), palloncini,candeline, bigliettini, ricordini… (bhè, anche preghiere, icone, qualcosa diserio c’era…). Insomma più un bazar che un altarino. La notte delcollasso, nel girarmi, ho fatto cadere da lì un angioletto di quelli di Natale,in simil vetro trasparente, a cui tengo moltissimo, perché ce l’ho dallaconsacrazione e rappresenta la mia idea di Amore. È un segno. Hopensato. Pensiero pesante per tutta la notte. La mattina successiva,quando è arrivata la signora delle pulizie, le ho detto di fare attenzione aivetri, perché mi era caduto l’angioletto. “Questo?” – ha detto lei. E me l’hapreso da terra tutto intero. È un segno ho pensato. E l’ho rimesso sulcomodino, in un luogo più ‘protetto’. Quando ho potuto alzarmi e vederlo,mi sono resa conto che si è incrinato e la campanella che ha nella panciafa un suono sordo. Non tornerà più come prima, ho pensato. Anche questoè un segno.

Il momento più ‘da CVS’:Il momento più ‘da CVS’:Il momento più ‘da CVS’:Il momento più ‘da CVS’: prima mattinata in cui mi posso alzare emamma non sta con me. Fame incredibile. Sul comodino c’è unamerendina. Dopo essermi seduta sul letto con grande difficoltà, cominciocon la telepatia (“merendina, merendina…”) sperando che si avvicini dasola. Niente da fare. Con la mano della parte operata (destra) con piccolistrattoni finalmente la raggiungo (perché la sinistra era bloccata dalleflebo). Ahimè… ci separa ancora l’involucro di plastica. Numerosi28 Il Bambù - settembre 2008

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tentativi falliti. Perché li fanno così difficili da aprire questi involucri?Mani niente. Provo coi denti. Niente. Disperata, mentre continuo latelepatia (“merendina, merendina…”) un colpo di genio… Come avrestefatto voi? Lo saprete alla prossima puntata…

Il momento più geniale:Il momento più geniale:Il momento più geniale:Il momento più geniale: …ho preso le forbicine!!!! E il terribileinvolucro non ha più separato la mia pancia dalla merendina.

Il momento più intimo:Il momento più intimo:Il momento più intimo:Il momento più intimo: la mattina, dal quinto giorno in poi… Lungotempo per la liturgia delle ore e la meditazione

Il momento più stupido:Il momento più stupido:Il momento più stupido:Il momento più stupido: salutando l’infermiera che è stata più ‘cara’con me ho pianto. Come se paradossalmente mi fossi affezionata a quelposto (fisico e non), capace di segnare uno squarcio di esperienza più vastodi quanto sul momento sia stata capace di capire. Sedici giorni che valgonoanni. Esperienze concentrate, da far decantare nel tempo, per riscoprirvisegni e richiami. Sono venuta con la mia busta carica di oggettini e vadovia con i ricordi e le sensazioni di una novità che sa (paradossalmente) divita, dono, amore, ricchezza, senso. Se tornassi indietro… la rifarei così.Giorno dopo giorno, battaglia dopo battaglia, vittoria per vittoria, sorrisoper sorriso, lacerazione per lacerazione. Un’Annalisa molto più ricca, piùvasta, più fragile. Sì, tanto più fragile. Ma, in fondo, sento, più bella. E,dentro più forte, di quella forza che solo la Vita può essere e dare.

Le cose da ‘custodire’:Le cose da ‘custodire’:Le cose da ‘custodire’:Le cose da ‘custodire’: La sensazione di rinascita, giorno dopo giorno.La scoperta della bellezza delle piccole cose. Lavarsi per la prima volta lafaccia da sola. Sentire l’acqua sulle mani. Sfogliare nuovamente le paginedi un libro. Prendersi cura di sé. Prendermi cura di me.

Le persone ‘più meravigliose’:Le persone ‘più meravigliose’:Le persone ‘più meravigliose’:Le persone ‘più meravigliose’: i miei genitori e mio fratello (…a parte lestupidaggini che ha scritto; subito dopo l’uscita dalla sala operatoria, gliavevo detto di mandare un po’ di SMS ad un po’ di numeri, per dire se eche era andato tutto bene, se e che ero sveglia, ecc. Lui, senza distingueretra i vari numeri, ha mandato un SMS dicendo che mi ero svegliata esembravo normale, nei limiti in cui si può dire che sono normale… Peccato

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che lo ha mandato anche al Preside dell’Istituto teologico dove insegno…No comment)

Le preghiere più belle:Le preghiere più belle:Le preghiere più belle:Le preghiere più belle: quelle del Gruppo Attivo. Francesca mi avevapromesso, quando ci siamo salutati, che avrebbe detto tutti i giorni ilRosario per me. Mi hanno raccontato che la mamma (che non sapevanulla della mia operazione) ha chiesto agli altri animatori che cosa fossesuccesso, perché vedeva tutti i giorni Francesca che usciva sul balcone, con“L'Ancora” e il Rosario… Quando la mamma ha saputo della miaoperazione, ha chiesto spiegazioni a Francesca, e lei ha risposto che prega…per i sacerdoti, gli ammalati e Annalisa. Ditemi se non è CVS questo!!!!

Le persone più impazienti:Le persone più impazienti:Le persone più impazienti:Le persone più impazienti: sempre i ragazzi del Gruppo Attivo. Mihanno raccontato… che molti di loro si sono arrabbiati dopo aver sentitola mia voce a telefono. Perché… se ho fatto l’operazione e sto bene… perchénon sono ancora tornata con loro?

La sensazione più forte:La sensazione più forte:La sensazione più forte:La sensazione più forte: una strana, continua serenità.

Il motto dei momenti più pesanti:Il motto dei momenti più pesanti:Il motto dei momenti più pesanti:Il motto dei momenti più pesanti: stai lottando con tanti e per tanti…

Lo stile del Signore con me, in questi giorni:Lo stile del Signore con me, in questi giorni:Lo stile del Signore con me, in questi giorni:Lo stile del Signore con me, in questi giorni: quello del vasaio. Mi haplasmata, con mani delicatissime, perché ero piena di lividi e non volevafarmi male. Con dolcezza. Per evitare di spaccarmi e conservare tuttoquello che poteva. E modificare tutto quello che poteva. Le mani delPadre, nell’affidamento del Figlio (e io figlia)… anche nel magma chedistrugge ogni cosa, capaci di ricreare, e creare il meglio, e nel meglio.Anche quando è difficile capire e riconoscere... Credere…

La ‘Parola’ che mi porto via:La ‘Parola’ che mi porto via:La ‘Parola’ che mi porto via:La ‘Parola’ che mi porto via: “Io sono la Vita”

La riflessione… sulla Vita:La riflessione… sulla Vita:La riflessione… sulla Vita:La riflessione… sulla Vita: già da prima dell’operazione avevocominciato a pensarci, a partire da Fammi credere. “La vita è più di quelche vedo… voglio allargare i miei orizzonti”. Riflettevo su queste parole diNovarese, mai così chiare. La malattia ti allarga lo sguardo. La vita nonpuò essere “ristretta tra queste anguste mura” dell’esistenza e dellafrenesia del quotidiano. Quando ti fermi, vedi le cose dall’alto. E capisci30 Il Bambù - settembre 2008

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che è tutto molto più alto… In fondo ho pregato ‘ufficialmente’ nontantissimo. E ho chiesto ancora meno. Ma tutto il mio essere era lì. Perciònon ho vacillato (Lui non ha vacillato). Non ho rifiutato. Non ho avutopaura. Perché devo dire bugie? No. È stato come se sapessi di farcela. Inogni caso, in ogni maniera. Perché…!? Ero già al di là. Nell’oceano. E quinulla può accadere. Perché è già accaduto tutto. Chi ci separerà dall’amoredi Cristo, dalla sua altezza, ampiezza, larghezza, profondità? Nessuno.Niente. Vita da Risorti, forse, è questo. Nel Risorto. Tutto il resto è dipiù. Dono nel dono. Ma anche senza il di più…, basta. È tutto. Io e Tu.

La preghiera del primo giorno che ho potuto prendere la penna inLa preghiera del primo giorno che ho potuto prendere la penna inLa preghiera del primo giorno che ho potuto prendere la penna inLa preghiera del primo giorno che ho potuto prendere la penna inmano:mano:mano:mano: Ti lodo, Signore, mia forza, perché hai addestrato le mie dita allabattaglia. Hai lottato con me e in me. E abbiamo vinto. Tu, tu solo haivinto, in e per me. Ti lodo, perché sei stato il mio sostegno, il mio sorriso, ilmio coraggio, la mia serenità, la mia certezza, la mia stessa fede. Io sapevoche tu non eri fuori, ma in me che lottavi, soffrivi, piangevi, sussurravi: cela possiamo fare. Ti lodo, perché mi hai fatta come un prodigio. Perché seitu in me il mio prodigio. Perché non mi hai lasciata sola nemmeno unsecondo. Mai. E mai fatto sentire sola. Non posso nemmeno dire di averavuto ‘speranza’. No. Tu sei stato e sei (ora lo so, lo sento sempre più) ilmio stesso respiro, alle volte tremante, alle volte deciso, ma respiro. Vita. Eora che respiro di nuovo a pieni polmoni, sono pronta per affrontare con tele nuove battaglie. E vincere ancora. Ti amo, Signore, mio Dio.

Un saluto finale (per ora):Un saluto finale (per ora):Un saluto finale (per ora):Un saluto finale (per ora): Non è mia abitudine pregare per me. Mibasta dire: “Come vuoi tu”. E così ho fatto. Ho pregato molto invece pertutti voi che avete pregato per me. E continuerò a farlo. Valga questo comeil più bel grazie. La vostra vicinanza e il vostro affetto mi hanno sostenutoe dato forza. Senza tutto questo non so se ce l’avrei fatta. Vi voglio bene.Tanto.

Annalisa

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SommarioE' l'amore di Dio che ci rinnova..............................................................3TUTTI A DAMASCO sulle orme di Paolo!............................................4CVS-TG....................................................................................................8Lettera di Paolo apostolo ai Baresi........................................................9Sydney@home........................................................................................10Maria madre e compagna di strada.....................................................12“Prendi il largo” – Quattro giorni sulla barca di San Pietro..............14Alla scoperta della (b)arca perduta......................................................18Testimoni dell'amore di Dio..................................................................21L'apostolato riparte dagli Esercizi.......................................................23Ho scoperto un bel luogo e delle belle persone!...................................25La posta del Bambù..............................................................................27

“Il Bambù” è la continuazione di “Cristo Vera Speranza”, il glorioso gior-nalino che ha raccontato il cammino del CVS di Bari-Bitonto per moltianni.

La nuova testata si rifà ad una antichissima parabola cinese cheesprime (inconsapevolmente) in termini poetici il carisma della nostraassociazione: così infatti il bambù esclama con termini molto... cristiani:«Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quello che vuoi» (cfr. Lc 1,38 e Mc14,36).

Hanno collaborato a questo numero:Mina Bruno, Vito Calabrese e Maria Valerio, Nicla Campanella,Annalisa Caputo, Rosanna Grandolfo, Enrica Magrino, AngelaMoschetta, Giulia Silvestri, Rosa Sinisi

Redazione:Don Vittorio Borracci, Floriano Scioscia

Indirizzo postale: “Il Bambù”, c/o Scioscia, Via Maranelli 2, 70125 BariIndirizzo e-mail: [email protected] informativo generale del CVS: www.sodcvs.org Sito a livello locale: cvsbari.altervista.org

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