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Centro Volontari della Sofferenzadi Bari-BitontoAnno I, Numero 1, aprile 2006

Il BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl Bambù�Ec com i, Signor e! Prendi mi e fa ' d i me que l lo

che vuoi �

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SommarioEditoriale..................................................................................3La parabola del bambù ...........................................................5CVS-TG....................................................................................7L'ex redattrice ci scrive............................................................8La mia esperienza di grafico per �Cristo Vera Speranza�......9CVS Un nuovo orizzonte........................................................10Incontro regionale bambini-adolescenti................................12La Peregrinatio Mariae nel territorio della Buon Pastore...13U pulpe e la pelòse.................................................................17Ora puoi contribuire anche tu!..............................................19

Hanno collaborato a questo numero:Emanuele Battista, Michele Capozza, Michela Caputo,Maristella Giannoccaro, Tiziana Schino, Gaetano Scioscia,Rosa Sinisi

RedazioneMaria Letizia Berselli, Don Vittorio Borracci, AlessandroPastore, Emanuele Rinaldi, Floriano Scioscia

In copertina: Bamboo and Water, Bill Westerman

Stampa a cura di: Cartoleria Rizzi, Viale L. Sturzo 49, Bari

Sito informativo generale del CVS www.sodcvs.org Sito a livello locale: cvsbari.altervista.org

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EditorialeAprile, mese di primavera

e della Santa Pasqua 2006.Davvero non poteva esserciun momento migliore per co-minciare l'avventura di que-sto giornalino.

La primavera vede la na-tura risvegliarsi dopo la sta-gione invernale, con glialberi che fioriscono e si pre-parano a dare i loro frutti.Anche questo giornalino, cheprende il nome dall'albero dibambù, vuole portare a tuttigli amici del Centro Volonta-ri della Sofferenza di Bari �ma non solo � frutti di spe-ranza e una voce amica.

Nella Settimana Santa,culminata con la Pasqua, ab-biamo celebrato la passione,morte e risurrezione del Si-gnore Gesù. In questi miste-ri trova luce e forza lapastorale della sofferenza.Tutte le persone colpite dallamalattia hanno in Gesù Cri-sto, che accetta l'estrema sof-ferenza della crocifissione

per portare salvezza all'uma-nità peccatrice, il maestro ela via per vincere la tenta-zione dello scoraggiamento ediventare capaci di donarecompletamente se stessi e lapropria sofferenza a Dio peril bene delle anime di molti.La risurrezione del Signore,poi, ci ricorda la meta del fa-ticoso cammino della vita.

L'idea del giornalino è sta-ta di Don Vittorio Borracci,assistente spirituale del CVSdi Bari sin dagli esordi, cheha fortemente voluto questoperiodico non tanto per in-formare o fare cultura, maper fare famiglia. �IlBambù�, infatti, non vuoleessere come i giornali o le ri-viste che si trovano in edico-la, ma uno spazio aperto atutti i membri del CVS diBari per condividere espe-rienze, fatiche e gioie dellavita associativa e del cammi-no quotidiano dei volontaridella sofferenza, propriocome in una famiglia si vivo-

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no insieme le vicende di tuttigiorno per giorno, per cresce-re nella comunione. Speria-mo perciò che, numero doponumero, il giornalino aiutitutti i civuessini a sentirsipiù vicini.

Molti di voi ricorderannoche per tanti anni il CVS diBari ha già avuto un giorna-lino, Cristo Vera Speranza.Vogliamo raccogliere l'eredi-tà di quello straordinariopercorso che il Signore haconcesso di fare. Alcuni col-laboratori di allora, cheadesso non sono più a Bari,hanno gentilmente scritto iloro messaggi di saluto e diauguri per questo primo nu-mero, che danno forza a noinuovi all'inizio di questo im-pegno. Il ricambio generazio-nale, infatti, è evidente e ilpensiero non può non andareai membri del CVS e collabo-ratori di Cristo Vera Speran-za che ci hanno precedutonella casa del Padre. Li rin-graziamo di cuore per quan-to hanno fatto con la lorotestimonianza. Don Vittorio

si è prodigato tanto per por-tare forze fresche a questoprogetto e ha coinvolto moltepersone, anche giovani e dapoco avvicinatesi al CVS. Daparte nostra ci sono disponi-bilità ed entusiasmo: speria-mo, con l'aiuto del Signore edella Vergine Maria, di offri-re un buon servizio e di sa-per ascoltare con attenzionee umiltà i vostri consigli permigliorare sempre.

Resta solo da chiarire ilmotivo della scelta del titolo�Il Bambù�. L'ispirazione èvenuta da un racconto orien-tale, che è riportato alla pa-gina seguente. Pur nonessendo di origine cristiana,è molto vicino alla spirituali-tà propria del CVS. In modosemplice e poetico ci fa capi-re che la sofferenza restasempre un mistero, ma se laaccettiamo con disponibilitàper fare la volontà del Signo-re diventa via di realizzazio-ne per noi e fonte diconversione e di benedizioneper gli altri.

Floriano Scioscia

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La parabola del bambù

C'era un giardino moltobello. Il suo Signore ne eraorgoglioso. Il più bello deglialberi, e anche il più caro alSignore, era un preziosobambù. E lo stesso sapeva diessere l'albero prediletto delSignore. Il Signore un giornocon faccia seria si avvi-cinò al bambù e dis-se: �Caro bambù,io ho bisogno dite�.

Per il bambùsembrava venu-to il giorno piùbello della suavita e con gioia ri-spose: �Eccomi, Signo-re! Prendimi e fa' dime quello che vuoi!�.�Caro bambù � il Signo-re rispose � ti devo tagliare,�

�Tagliare? No! Signore.Vedi che sono il più bello deituoi alberi � e tu mi vuoi ta-gliare?�.

�Caro bambù, se non ti

posso tagliare non ho biso-gno di te�.

Dopo un lungo silenziol'albero disse: �Se non ti pos-so servire senza essere taglia-to, allora, tagliami�.

Ma il Signore gli risposecon la stessa faccia se-

ria: �Devo tagliareanche i tuoi ramie le tue foglie�.

�No, Signore!Sai bene che lamia unica bel-

lezza sono i ramie le foglie. Taglia-

mi, ma non togliermii rami e le foglie�.

�Caro bambù, se nonti posso tagliare irami e le foglie, non

ho bisogno di te�.�Signore, � disse il bambù

a bassa voce � prendi i mieirami e le mie foglie�.

�Caro bambù io ti devo

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ancora dividere in due partie devo strappare il tuocuore!".

Dopo un lungo silenzio ilbambù si inclinò davanti alSignore e disse: �Tagliami edividimi�.

Così il Signore del giardi-no tagliò il bambù, tirò via irami, strappò le sue foglie, lodivise in due parti e glistrappò il cuore.

Poi lo prese e lo portò doveacqua fresca da una sorgentesgorgava verso campi aridi.Là il Signore posò il suobambù e collegò un capo deltronco tagliato con la sorgen-te e incanalò l'altro capo ver-so il campo.

La sorgente cantò un ben-venuto e le chiare scintillantiacque si riversarono attra-verso il corpo straziato delbambù verso il canale checorreva sui campi inariditiche ne avevano tanto biso-gno.

Così quello che era un ma-gnifico bambù diventò unagrande benedizione in tutta

la sua fragilità e umiltà.Quando era ancora gran-

de e bello egli cresceva soloper se stesso e gioiva per lapropria bellezza, invece permezzo della sua distruzionediventò un canale che il Si-gnore poteva usare per ren-dere il suo regno piùfruttuoso.

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CVS-TG

Giovedì 20 aprile 2006 alle ore 19.30, presso la Basilica diSan Giuseppe in Bisceglie, verrà ordinato Diacono CosimoDamiano Del Curatolo.

Rendiamo grazie a Dio per il servizio che ha prestato a noicivuessini della Diocesi di Bari-Bitonto.

Rosa Sinisi

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L'ex redattrice ci scriveRoma, 1 aprile 2006

Carissimi,

qualcuno di voi già lo sa, altri lo apprenderanno ora. Sin dalsettembre 2005 mi sono trasferita a Roma, non per mia volontà,ma perché quando il Signore chiama bisogna sempre essere dispostia dire �Eccomi�

Sto in una casa di un'Associazione laicale chiamata IstituzioneTeresiana, in cui mi sono consacrata al Signore sin dal 1967. Poiho conosciuto il CVS e poiché le due associazioni non sono incom-patibili ho anche la tessera del CVS, come volontaria della Diocesi diBari, a cui sono sempre legata. Ricevo �L'Ancora� puntualmente.

Qualche cenno su quest'Associazione, che ha il Fondatore, PedroPoveda, martire per la fede, canonizzato nel 2003 da Giovanni Pao-lo II. E' un'Associazione internazionale che opera nel campo dellacultura, in varie parti del mondo.

Se vi trovate a passare per Roma, potete venirmi a trovare o farmiuna telefonata. L'indirizzo lo sa Annalisa o Rosa Sinisi.

La cosa più bella è che ho la Cappella col Santissimo vicino allamia stanza e che, anche se non vado a Messa tutti i giorni, mi ac-compagnano almeno la domenica.

Nella mia Parrocchia non c'è il CVS, mi è stato proposto di for-mare un gruppo: vedremo, se sarà possibile con la bella stagione, vi-sto che non sono autosufficiente e che a Roma non funzionanobene le strutture per disabili.

Un ricordo affettuoso

Michela Caputo

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La mia esperienza di grafico per �CristoVera Speranza�

Brescia 12/04/2006

Ore 16.15 circa, ricevo una telefonata da don Vittorio che midice: «Voglio far risorgere Cristo Vera Speranza, ti invito a fare unarticolo sulla tua esperienza di grafico.» E' una bella notizia. Misono messo subito al lavoro.

E' passato un po' di tempo dal mio ultimo impegno per il giorna-lino, ma rimane sempre vivo in me il ricordo del compito, che avevo,di rendere visibile quanto gli amici del CVS di Bari-Bitonto voleva-no comunicare circa la loro esperienza e il loro impegno nel centro.

Nel corso degli anni si è passati da un lavoro più manuale checonsisteva nel battere a macchina da scrivere gli articoli (da partedi Mariella) e poi sistemare i titoli e l'impaginazione, ad un lavoroche successivamente è diventato computerizzato. Prima di fare que-sto lavoro ci incontravamo mensilmente con don Vittorio per legge-re gli articoli, trovare i titoli e poi c'era tutto il lavoro grafico dasvolgere.

Ho svolto questo compito offrendomi di mettere tutto l'entusia-smo e l'impegno necessari a raggiungere l'obiettivo. Oggi mi restaun ricordo molto bello dell'amicizia che mi ha legato in particolareai componenti della redazione, e spero si possa ripetere per voi que-st'esperienza.

In attesa di rivederci al più presto vi saluto tutti con amicizia eaffetto e vi auguro

Buona Pasqua

Michele Capozza

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CVS Un nuovo orizzonteL'opinione di una ragazza entrata da poco in contatto con

la realtà del CVS

Loseto (Ba) � Il 26 Marzoscorso nella chiesa del Salva-tore è stato organizzato unincontro regionale con i vo-lontari e insieme disabili,provenienti da varie localitàpugliesi, quali Lecce, Taran-to, Brindisi, Gallipoli, Motto-la e Manduria, per il CVS(Centro Volontari della Sof-ferenza), dove ci si aiuta avicenda: alle persone disabi-li, viene data la possibilità(con l�aiuto fondamentale an-che della chiesa, della fede edella solidarietà), di inte-grarsi nella società e dicrearsi amici, e a noi volon-tari, la possibilità di cresceree maturare; uno schiaffo alrazzismo e al rifiuto della�diversità�. In questo conte-sto, un elemento di fonda-mentale importanza, èproprio l�insegnamento: noitutti siamo chiamati dal Si-gnore a compiere una mis-

sione, a svolgere un compito;in questo caso, ad aiutare chiha bisogno di noi, del nostroaiuto, della nostra disponibi-lità e spesso anche del nostropiù semplice sorriso o ab-braccio�

Importante è anche capireche le �diversità� spesso te-mute ed estraniate dallagente, non sono altro chesfumature della nostra stes-sa vita, che non sono �difetti�o ancora �copie venute male�ma persone che come tuttinoi, hanno una sensibilità,un orgoglio, un modo di esse-re e non c�è nulla che giusti-fichi il comportamentoignorante di molta gente;queste persone hanno tutti idiritti di questo mondo di es-sere rispettate e calcolatesotto tutti i punti di vista:anche la loro opinione è im-portante e noi tutti dobbia-mo tenerne conto, non

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dobbiamo estraniarli o iso-larli ma renderli partecipidella nostra vita quotidiana,dobbiamo considerarli a tuttigli effetti nostri amici, fratel-li e compagni di avventura.Non è giusto giudicarli apriori solo perché magarinon hanno la forza di cam-minare sulle loro gambe o gliè più difficile esprimersi congli altri. Dobbiamo anzi aiu-tarli a integrarsi, a farli sen-tire a loro agio in ognisituazione sempre però evi-tando di trattarli come og-getti.

A questo incontro hannopartecipato bambini e anzia-ni, adolescenti e adulti, geni-tori e figli, fratelli, cugini eanche molti amici.

La si può definire comeuna giornata all�insegna del-l�amicizia, del sorriso e delsostegno sociale da una par-te, e dall�altra, della crescita

interiore, della socializzazio-ne e dell�amore per il prossi-mo. Una giornata istruttivain particolar modo per ibambini e per gli adolescen-ti, che maggiormente da altrisi lasciano influenzare daigiudizi negativi della gente.

Un altro aspetto impor-tante di questa giornata, èstato il confronto fra tuttinoi: proprio discutendo perdifendere le nostre idee, lenostre opinioni diverse eesprimendo la nostra ragio-ne, è venuto fuori che anchese apparteniamo più o menoalla stessa fascia d�età, fre-quentiamo in linea di massi-ma le stesse scuole e a voltele stesse compagnie di amici,in realtà siamo tutti personediversissime, con caratteripoco simili, se non opposti�queste sono le nostre sfuma-ture�

Maristella Giannoccaro

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Incontro regionale bambini-adolescentiIl 26/03/06' si è tenuto

l'incontro regionale del C.V.Sdel settore bambini/ adole-scenti tenutosi a Loseto,sono venute persone da altriluoghi tipo Taranto e Lecce.

E' stato un incontro diver-so dal solito, una cosa nuovache mi ha colpito molto, hoconosciuto gente nuova, hosocializzato di più e ci siamodivertiti tantissimo, ma lacosa più bella è che abbiamoalternato i momenti di pre-ghiera a quelli di diverti-mento. I momenti dipreghiera erano caratteriz-zati anche da giochi, risate, enostre opinioni e sensazionisul significato della parola�MISSIONE� e quindi cosasignifica per noi; ci siamo

confrontati e da lì ci siamoaccorti che tutti noi siamodiversi nel modo di pensare,di interpretare e agire, è bel-lo perchè sentire opinioni di-verse ti aiuta a vedere e adinterpretare le cose in mododiverso, in maniera più am-pia e non con la rigidità deinostri pensieri.

In questi incontri si riescea distaccarsi da tutto ciò cheti circonda, dagli eventi ne-gativi che molto spesso ca-ratterizzano la quotidianitàfacendoti sentire in una co-munità, come se stessimo inuna minuscola città con gen-te che condivide il tuo stessoideale; la conclusione a cui asiamo giunti è che�MISSIONE� vuol diresoprattutto �avere un cuorecaldo che possa amare�.

Spero che a questi incon-tri partecipino sempre piùgente perchè ne vale vera-mente la pena.

Tiziana Schino

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La Peregrinatio Mariae nel territoriodella Buon Pastore

Come una volta ha fatto per sua cugina Elisabetta, la Ma-donna si mette ancora oggi �in viaggio� perché tutti possanoconoscere l�intensità dell�amore di Dio e siano da esso conver-titi. Lo fa sostanzialmente in due modi: di sua iniziativa,vedi le sue innumerevoli apparizioni, e per opera di suoi�apostoli�, cioè uomini e donne che ancora oggi si muovonoper far rivivere innumerevoli �visitazioni�, dove Maria portaGesù e viene a provocare nuove meraviglie di grazia.

Non dimentichiamoli, nondimentichiamoci! E� un po�questo il leitmotiv con cui noitutti abbiamo concluso, il 12febbraio scorso, la giornata�parrocchiale� del malatonella Parrocchia Buon Pasto-re. Dopo un�adeguata prepa-razione ed una serie diiniziative coordinate da DonVittorio con i gruppi del CVSe dei ministri straordinaridella santa Comunione si èriusciti (diciamo finalmente!)a dare la giusta rilevanza eil ruolo appropriato agli an-ziani e agli ammalati dellanostra parrocchia (cioè a co-loro che non possono parteci-pare con continuità alla vita

di comunità), consentendoanche di far giungere le lorovoci, le loro preghiere e i lorodesideri alla comunità tutta,che per un giorno si è posta�alla scuola del malato�. Madopo aver segnato il punto, ilrischio era ancora più grave:come attivarci per non fartornare nell�oblio questi no-stri fratelli, che per un gior-no abbiamo eletto a nostrimaestri �esperti� di vita? Ri-conosciamo i nostri limiti, echiediamoci quante voltequesto è purtroppo accaduto,negli anni scorsi, cioè di ri-cordarci di loro solo in due otre occasioni particolari,quando la liturgia e le ricor-

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renze ci inducevano a farlo.Occorre, dunque, stare vi-

cino a questi fratelli anzianio ammalati con continuità,non soltanto visitandoli ladomenica quando ricevono lacomunione a casa, ma incon-trandoli anche nei giorni fe-riali, cioè proprio in queigiorni in cui coloro che lavo-rano, studiano o sono impe-gnati in altro hanno un grandaffare e loro, invece, sonoprobabilmente più soli e tra-scurati. Per questo, nei pri-mi giorni dello scorso marzole sorelle del CVS e i mini-stri straordinari della comu-nione della nostraparrocchia hanno organizza-to la peregrinatio Mariaeportando per una settimana,di giorno in giorno, la statui-na della Madonna di Fatimadel CVS nelle case degli an-ziani del territorio parroc-chiale. E così per questifratelli a cui non è facile la-sciare le loro case la Madon-na, Regina degli Apostoli, siè fatta pellegrina per visitar-li e per �bussare� alle porte

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del loro e del nostro cuore; ecosì per essi la Salute degliinfermi raggiunge le loro fa-miglie: è la famiglia «piccolachiesa domestica» il �luogo�dove la Vergine desidera en-trare. Queste visite hannocostituito, per noi, un�altraoccasione per incontrarli,per far sentire lorola presenza e l�at-tenzione della co-munità, perrecitare insie-me la preghie-ra delrosario edinoltre,quando èstato possi-bile, perpresentareanche laspiritualitàdi mons.Novarese edel movimento da lui fonda-to. In questa maniera si è vo-luto trasmetter loro anche ilsenso che può avere una vitavissuta e donata trasforman-do in mistero d�amore il disa-gio, la solitudine e le

sofferenze a cui la loro condi-zione può dar luogo. Ma cer-tamente per loro, per tuttiloro, il momento più intensoè stato il pregare il rosarioinsieme, momento in cui Ma-ria nel silenzio della pre-ghiera ci indica Gesù, eraccogliendo l�eredità lascia-

tale dal figlio sul Golgo-ta insegna a tutti i

credenti, cioè atutti i sui figli, ilsacrificio d�amore

di colui che ha sof-ferto, è morto e ri-

sorto per noi.Durante le nostre

visite è stato piace-vole leggere negliocchi di questifratelli anzianila gioia nel rice-vere la statui-na dellaVergine, nel

poter pregare insieme la pre-ghiera del rosario, preghierain cui loro sono assidui mache recitano spessissimo dasoli, nel poter rompere laloro solitudine raccontando

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finalmente un po� di sé, delleloro esperienze e dei loroumori. Ci hanno fatto com-prendere ancora una volta,magari dopo aver rapida-mente superato la timidezzainiziale di trovarsi con perso-ne non conosciute, di quantoessi siano pronti ad aprirsicon gli altri, di tutto ciò chepossono dare e condividerecon chi è pronto ad entrare

con discrezione e rispetto nelloro quotidiano. E così, dopole esperienze vissute in occa-sione della giornata mondia-le del malato, anche dopol�esperienza della peregrina-tio condivisa con i fratelliammalati il pensiero che cirimane dentro è sempre lostesso: non dimentichiamoli,non dimentichiamoci!

Gaetano Scioscia

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U pulpe e la pelòse

Nu pulpe, stève a fa la poste,a na pelòse tosta, tosta.

U cìirre a chiane a chiane sckaffàve,la teccuàve, la sfettève, la provocàve.

�Ce iìsse la cape do cuèste,te ià fa 'mbrìme la fèste!

�Che me nge l'ha?Sinde a me, vattìne chiù dà�.

�Nande e tre, come a te, stamatìne,che me avònne fatte na brutta fine.

�Iì non sò fèsse,non t'allàseche manghe u-uèsse.�

�Vine do, iìsse fore,te ià strènge core a core.

La pelòse, dette nu scatte,do buche zembò com'a na matte.

U pulpe a chiumme se scettò,e iìnd'a nudde l'auandò.

Ah... sì, ce ieve chendènde,non la lassàve chiù chedda fetènde!

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Ce soddesfaziòne, nge parève ca volàvee la cape attùrne, attùrne ng'aggeràve.

Ce stève a seccède se ne frecàve,iìdde se sendève nu Rè e spelpàve.

Po' skandò, se sendì fore da l'acque du mare,e fù acciaffàte dalla mane du marenàre.

Desperàte o vrazze s'attaccò,e cudde, nu muèzzeche 'ngàpe nge terò.

La pelòse, mezza morte e totta sfraccedàte,u vedève ca chiangeve, le forze u-avèvene lassàte.

�Le vide l'alde tre com'a tè,te u-avève ditte; mò, ce uè da me�?

�Aspìtte, ca non iè angòre fernùte,sop'o scoglie a da ièsse sbattùte.

�Ah... ce brutta fine ca stogghe a fa;iì penzàve, ca me non avève atteccuà mà�.

Ie probbe vère:Ce va' pe frecà,prime o doppe,arremmànne frecàte!

Emanuele Battista

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Ora puoi contribuire anche tu!IN MANIERA DEL TUTTO GRATUITA,

PUOI DECIDERE DI DESTINAREIL �5 PER MILLE� DELL�IRPEF PER FARE DEL

BENE!La legge finanziaria (Legge 23 dicembre 2005 n. 266, arti-

colo 1, comma 337) prevede che, per il 2006, si possa desti-nare il 5 per mille dell�imposta sul reddito delle persone fisi-che anche alle associazioni di volontariato e alle organizza-zioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS).

Dal 2005 la nostra Associazione Centro Volontari dellaSofferenza � Diocesi di Bari-Bitonto è anche ONLUS e quin-di rientra a pieno titolo tra quelle che possono beneficiaredel 5 per mille.

Basta apporre la propria firma nel primo dei quattro qua-dri: che figurano sui modelli di dichiarazioni (CUD 2006;730/1 � bis redditi 2005; UNICO persone fisiche 2006): (1) Sostegno del volontariato, delle organizzazioni nonlucrative di utilità sociale, delle associazioni di promo-zione sociale e di altre fondazioni e associazioni rico-nosciuteNel riquadro sottostante a quello della firma bisogna mettereil codice fiscale dell�Associazione

Il codice fiscale dell�Associazione è: 93071810720E� consentito scegliere una sola associazione a cui destina-

re la quota. La scelta di destinazione del 5 per mille e quelladell�8 per mille, però, non sono alternative fra loro.

GRAZIE!!!!

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