Il Bambù n. 14, giugno 2009

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    Il BambIl BambIl BambIl BambIl BambIl BambIl BambIl BambIl BambCristo Vera Speranza

    Ringraziamo il Signoreal termine dell'anno paolino

    Centro Volontari della Sofferenza Bari-Bitonto - Anno IV, giugno 200914

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    C'era un giardino molto

    bello. Il suo Signore ne era

    orgoglioso. Il pi bello degli al-beri, e anche il pi caro al Signore, era un prezioso bamb. E lo stesso sa-

    peva di essere l'albero prediletto del Signore. Il Signore un giorno con faccia

    seria si avvicin al bamb e disse: Caro bamb, io ho bisogno di te.

    Per il bamb sembrava venuto il giorno pi bello della sua vita e con

    gioia rispose: Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quello che vuoi!.

    Caro bamb il Signore rispose ti devo tagliare,

    Tagliare? No! Signore. Vedi che sono il pi bello dei tuoi alberi e tu mi

    vuoi tagliare?.

    Caro bamb, se non ti posso tagliare non ho bisogno di te.Dopo un lungo silenzio l'albero disse: Se non ti posso servire senza essere

    tagliato, allora, tagliami.

    Ma il Signore gli rispose con la stessa faccia seria: Devo tagliare anche i tuoi

    rami e le tue foglie.

    No, Signore! Sai bene che la mia unica bellezza sono i rami e le foglie.

    Tagliami, ma non togliermi i rami e le foglie.

    Caro bamb, se non ti posso tagliare i rami e le foglie, non ho bisogno di te.

    Signore, disse il bamb a bassa voce prendi i miei rami e le mie foglie.

    Caro bamb io ti devo ancora dividere in due parti e devo strappare il tuo cuore!".

    Dopo un lungo silenzio il bamb si inclin davanti al Signore e disse: Tagliami edividimi.

    Cos il Signore del giardino tagli il bamb, tir via i rami, strapp le sue foglie,

    lo divise in due parti e gli strapp il cuore.

    Poi lo prese e lo port dove acqua fresca da una sorgente sgorgava verso

    campi aridi. L il Signore pos il suo bamb e colleg un capo del tronco

    tagliato con la sorgente e incanal l'altro capo verso il campo.

    La sorgente cant un benvenuto e le chiare scintillanti acque si

    riversarono attraverso il corpo straziato del bamb verso il canale che

    correva sui campi inariditi che ne avevano tanto bisogno.

    Cos quello che era un magnifico bamb divent una grandebenedizione in tutta la sua fragilit e umilt.

    Quando era ancora grande e bello egli cresceva solo per se stesso e

    gioiva per la propria bellezza, invece per mezzo della sua

    distruzione divent un canale

    che il Signore poteva usare

    per rendere il suo regno pi

    fruttuoso.

    (Da un racconto popolare cinese)

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    Il giornalino, creatura di tutti noi

    L'anno associativo volge altermine e in questo numero

    tiriamo le somme di un per-corso di formazione intenso,incentrato sul sacramentodel Battesimo. A guidarcialla riscoperta delle nostreradici (ma con l'obiettivo diguardare avanti con rinno-vato slancio spirituale edapostolico) stato S. Paolo.Egli nella Lettera ai Romani

    approfondita nelle cateche-si dei Gruppi d'Avanguardia

    ci ha dato insegnamenti edesortazioni e ci ha fatto ap-prezzare fino in fondo le me-

    raviglie che Dio ha compiutoper noi.

    Sono presenti inoltre,come di consueto, resoconti erisonanze degli eventi di vitaassociativa degli ultimi mesi,a livello diocesano e regiona-le. Tali contributi e le rubri-

    che fisse in questo numerosi aggiunge quella degliscritti di Emmanuele Fiore hanno lo scopo di farci rias-saporare i momenti vissuti ele ricchezze spirituali ricevu-te per grazia di Dio.

    Non sono importanti,

    per, solo i contenuti e le ri-flessioni, ma conta soprat-

    tutto l'aspetto esperienziale.Vivere insieme esperienze

    spiritualmente forti e condi-videre giornate in comunionereciproca e con il Signorelega (o dovrebbe legare) tuttinoi civuessini sempre di picome fratelli e ci d (o do-vrebbe darci) la forza di ope-rare in unit per accresceresempre di pi la vita spiri-tuale e apostolica dell'asso-ciazione.

    In quest'ottica di condivi-sione vive lo stesso Bamb:sarebbe poco utile se servis-se solo a veicolare notizie o

    contenuti religiosi, che pos-sono catturare o meno la no-stra attenzione. Il suo scopoprincipale di farci sentireuna famiglia sempre piunita da legami spirituali edi concreta attenzione amo-revole uno nei riguardi del-

    l'altro. Invito ciascuncivuessino, perci, a sentireil giornalino come una pro-pria creatura, contribuen-do con pensieri, articoli,disegni, fotografie e quant'al-tro possa servire a cementa-re la nostra associazione.

    Floriano Scioscia(GdA Buon Pastore)

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    Il dialogo del Sig. Rossicontinua...

    28 giugno 2009:

    giorno di lacrime e

    cipolle?

    'Omnia ruit', cio tutto

    passa ed eccoci alla conclu-

    sione dell'anno paolino: per

    l'ultima volta, allora, invio

    dall'Apostolo il fidato Sig.Rossi.

    Sig. Rossi: Eccoci ancora qui,caro Apostolo, ormai scade i lpass speciale che mi ha consenti-to in questi mesi di bypassare S.Pietro al grande portone del para-

    diso. Accordami, dunque, ancoraper una volta l'esclusiva di un'in-tervista a vantaggio degli amici didon Vittorio.

    Paolo: Molto di buon grado evolentieri.Sig. Rossi : Questa volta, in verit,

    non c' stato bisogno di alcunaimbeccata da parte sua; lo com-prendo da me stesso che ogginon possiamo non conversareche del la conclusione del tuoanno...

    Paolo: E cosa mi chiedi inconcreto?Sig. Rossi: A tuo parere quando il28 giugno (nella Messa vigiliare

    della solennit tua e di S.Pietro) ilPapa ha spento la grande fiammanella tua Basilica fuori le muraconcludendo l'anno bimillenariodella tua nascita, cosa avvenu-to?

    Paolo: Nulla e tutto insieme.

    Sig. Rossi: Vale a dire?Paolo: Che ci diremo un belciao e contemporaneamente

    non ci lasceremo affatto.Sig. Rossi : Non capisco...

    Paolo: Ritieni forse che il 28giugno, come scritto nel tito-lo di questa pagina, sia statoil giorno delle lacrime e dellecipolle?Sig. Rossi: Capisco ancor menodi prima...

    Paolo: Voglio dire: forse ilcaso di piangere, il 28 giu-

    gno, perch questa attenzio-ne speciale a me termina?

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    Intervista in paradiso

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    Ma, se davvero in questi 12mesi vi siete impegnati a co-noscere/amare la mia perso-

    na di pi di prima, dal 28giugno in poi non sar piper voi quello di prima, cioun (perfetto) sconosciuto! Sedavvero per 12 mesi vi sietealimentati al mio pensieroincandescente (naturalmente

    pensiero D.O.C., di origine

    controllatissima! Cf 1Cor2,16), dal 28 giu-

    gno in poi non po-trete pi

    pensare/agirecome prima! Vi

    pare poco?

    Sig. Rossi: Comincioa capire: quando ci si addomesticati, sirimane amici per sem-pre (Exupry, Piccoloprincipe). Ed anche: Chi va con ilgrande impara a grandeggiare

    (proprio questo secondo don Vit-torio si augurava il Papa nell'indi-re il tuo anno!). Una cosa per miresta ancora oscura: perch haiescluso dal congedo del 28 giu-gno non solo le lacrime, ma anchele cipolle? Forse perch fanno la-crimare quando si tagliano?

    Paolo: Ma no! Anzitutto sap-pi che il riferimento alle ci-

    polle lo prendo dagli Ebrei,mai cos stupidi come il gior-no nel quale dissero: Ci ri-

    cordiamo dei pesci chemangiavamo in Egitto gra-tuitamente, dei cetrioli, deicocomeri, dei porri, delle ci-

    polle e dell'aglio (Num,11,5-6), cio, applicando alnostro caso: Attenti anchevoi a non volgervi indietro, a

    non avere nostalgie di sorta!Parlando di cipol-le intendo, dunquenel nostro caso,escludere dal 28

    giugno non solo lelacrimucce del di-

    stacco tra di noi(cosa che gi av-venne, in verit,con gli anziani diEfeso At 20,37),

    ma anche, e soprattutto, ilrimpianto sterile di qualcosa

    che muore. Infatti, chi amanon muore, perci oggi, carosig. Rossi, non affatto un

    giorno di morte, ma un me-raviglioso giorno targato fu-turo.

    Sig. Rossi: Ultimissima doman-

    da: quest'anno sei stato raffigura-to in molteplici modi: a quale diqueste immagini va il tuo plauso?

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    CaroPaolo,un belbacionete lomeriti

    proprio!

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    CVS-TG

    22 maggio (festa della Regina Apu-liae) Don Luigi Renna, della diocesidi Andria, il nuovo rettore del Semi-

    nario Regionale. Esprimiamo senti-menti di gioia e gli assicuriamo ilnostro sostegno nella preghiera.

    23 maggio Rosa Scorca e Michele La Tego-la finalmente realizzano il loro sogno! Tutto ilCVS diocesano si stringe affettuosamente intor-

    no agli sposi e invoca la costante benedizione diDio su questa nuova famiglia.

    4 giugno Andrea Lariccia, il seminarista che hasvolto il tirocinio pastorale nel nostro CVS diocesanoed tuttora coinvolto nella famiglia civuessina, riceveil ministero dell'Accolitato. Gli auguriamo di vivere

    gioiosamente il proprio ministero di servo dell'Eucari-stia e del corpo mistico del Signore, in particolare ver-so le persone sole e sofferenti.

    14 giugno Ci uniamo in un tenero abbraccio alla no-stra carissima Rosa Scorca per la scomparsa dellamamma, la quale, dopo molteplici sofferenze e la con-solazione terrena di aver visto sua figlia sposa, haraggiunto il cielo.

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    21 giugno E ci uniamo anche al carissimo Mimmo

    Martiradonna: anche la sua mamma termina oggi ilcorso della sua vita terrena. Tutti i civuessini di Bari-Bitonto esprimono la loro affettuosa partecipazione.

    20 giugno Don Cosimo Del Curatolo, anch'egli intirocinio pastorale presso di noi da seminarista, di-venta Rettore del Seminario diocesano di Bisceglie.

    Complimenti e auguri!

    22 giugnoA sua volta Giuseppe Cal,il seminarista che ci ha salutati qualchegiorno fa al termine del suo ciclo di for-mazione a Molfetta, viene assegnatocome animatore del Seminario diocesano

    di Nard-Gallipoli. Anche a lui compli-menti e auguri!

    29 giugno Annalisa Landi, figlia di Mat-teo e Laura, compie 18 anni! Da tutto ilCVS cari auguri per questo compleannoimportante!

    1 luglio Oggi Giuseppe Di Ciaula, figlio delnostro presidente dell'Ala di Riserva, a coronareil suo sogno! Auguri e figli maschi!

    Rosa Sinisi

    (Responsabile Diocesana)

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    E' viva la nostra sede!

    Nella nostra sede statacostruita la Tenda della

    Trinit: luogo visibile perrappresentare linvisibiletenda interiore in cui faccia-mo spazio a Dio. In questot-tica possiamo rileggere isette gradi del silenzio inte-riore come logica alla basedella costruzione.

    Innanzitutto il co-lore del velo: larco-baleno. Lindicazione diSan Basilio, che parla dellaTrinit come lo splendore deicolori nel cielo dopo la piog-gia: sfumature diverse (come

    diverse sono le tre Persone:Padre, Figlio e SpiritoSanto), che per vengono aformare lunit dellarcobale-no stesso (lunico Dio).

    1.Piantare la tenda.Assicurare la presen-za di Dio dentro di noi: il

    fatto stesso che ci sia lascelta di voler stare conDio. Ci significa, in con-creto, combattere il pecca-to mortale, che chiuderelo spazio per il Signore,non aprire la propria vitae il proprio cuore allincon-

    tro con Lui.2.Verificare la tenuta dei

    paletti.Combat-

    tere ipeccativeniali il lavoro di in-gresso, da fare sui palettidella tenda, che sono tre:obbedienza, povert, casti-t. Cio: umilt, gratuit,libert. Indicano 'come'

    Ges ha piantato la suatenda, ed indicano a noi ilcammino da fare, con Lui,come Lui.

    3.Stendere i veli. Co-struire la presenza diDio, operando lopposto

    delle inclinazioni persona-li, quello che abbellisce esoprattutto dilata la tenda.Se i vizi sono i fili che ri-schiano di chiudere la ten-da e farla cadere, ad essibisogna contrapporre filiche possano tirare la tenda

    verso lesterno e allargar-la: le virt, limpegno allacrescita, al miglioramento.

    4.Fermarsi sulla so-glia. Per entrare nel-la tenda della Trinit sideve passare per la soglia.Essa Maria, nella quale

    il Verbo ha preso dimora.Maria una soglia di si-

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    lenzio e di umilt, grandeperch ha avuto il coraggiodi non essere mai prima,ma sempre seconda: Fatequello che Lui vi dir.

    5. Alimentare il fuo-co al centro della

    tenda. Al centro della ten-da c' un fuoco che brucia.Immagine gi presente nelroveto ardente, ma che aPentecoste rivela tutta lasua portata, quando lo Spi-rito scende sotto forma dilingue di fuoco. Sappiamoche due, tre fiammelle,messe insieme, dannoununica fiamma. Per que-sto, nel cuore del fuoco, alcentro della tenda, splendelicona della Trinit: fiam-ma che si comunica senzaperdere niente di s; luceche si divide e moltiplicacontemporaneamente.

    6.Issare la ten-da verso l'al-to. La croce,che unisce la

    terra al cielo,come una levaallarga in al-tezza lo spaziodella dimora.E' lofferta si-lenziosa delproprio sacrifi-cio; pratica-

    mente la silenziosit nellapassione come scriveMons. Novarese. La croceindica idealmente il tettosquarciato della tenda,aperto nello squarcio in-commensurabile dellEter-no.

    7.Fino agli estremilimiti. Nello spaziodella nostra costruzionesimbolica solo uno squar-cio di luce, nellAlto. Lucetalmente intensa da non

    poter essere realmente vi-sta e compresa. E perci anche abisso, insondabilemistero damore. E' segui-re Ges Cristo fino allab-bandono totale, nellasilenziosa adorazione della

    Volont del Padre.

    Annalisa Caputo S.O.d.C.(Referente Settori Giovanili)

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    Una guida

    che continua

    Ci piace riproporrealcuni contributi di

    Emmanuele suCristo VeraSperanza

    Anno V N. 4

    E' bello registrare gli av-

    venimenti della nostra asso-

    ciazione. Bellissimo sarebbe

    conservare ogni numero del

    nostro giornaletto e rileggere

    le cronache tra qualche anno

    per andare con la mente in-

    dietro nel tempo e rivivere

    quegli incontri che sono de-

    terminanti per una vita as-

    sociativa. E perch questo

    avvenga occorre spirito asso-ciativo.

    Mi ricordo il giorno ella

    inaugurazione dell'anno so-

    ciale. L'incaricata del settorebambini organizz il traspor-

    to di un bel numero di bam-

    bini. Fu bello. C'era da com-

    muoversi. Idem per la

    festicciola di Natale. Ma,

    ahim, mi accorsi che alcuni

    non erano pi bambini. Era-

    no un po grandicelli. Ora noi

    abbiamo il settore adolescen-

    ti: chi si prende la briga, chi

    si assume l'onere di tale cosa

    cos importante? Gli attuali

    bambini adolescenti saran-no i futuri giovani dell'asso-

    ciazione e poi i futuri fratelli

    e volontari. E allora? Rinun-

    ciamo a tanto bene? Su, un

    po' di coraggio! Non c' la

    Madonna ad aiutarci? Ma

    noi facciamo un passettinoavanti! Che qualcuno dica:

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    Con la sua 'arma' preferita di apostolato

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    voglio provare io! Mica pu

    fare tutto l'incaricato bambi-

    ni. E' gi molto quello che fa

    e la responsabilit che vivein associazione. Possiamo

    ben sperare? Me lo auguro.

    Il 23 marzo, come ogni

    anno, da un po' di anni, era-

    vamo a S. Giuseppe. Univa-

    mo due cose: l'Indulgenza

    Plenaria riservata agli iscrit-

    ti per il giorno 19 marzo (S.

    Giuseppe) e la festivit pa-

    squale. L'anno scorso il no-

    stro amatissimo padre

    Arcivescovo disse che pote-vamo trasferire a qualche

    giorno dopo, al prossimo

    giorno festivo, la celebrazio-

    ne della liturgia per fruire

    dell'Indulgenza Plenaria, ba-

    stava metterei l'intenzione.

    Quest'anno il 19 marzo capi-tava di giorno feriale, e allo-

    ra il tutto stato trasferito

    al 23 giorno delle Palme.

    Bella la messa celebrata dal

    Parroco, molto partecipata.

    Molto belle le prime parole

    di don Ubaldo all'omelia: se

    siete qui, vuoi dire che siete

    pi forti del male. La comu-

    nit di suore Maria Bambi-

    na, che opera in uno stabileproprio accanto alla parroc-

    chia, e che ci ospitava, fu

    molto cordiale. L'associazio-

    ne dei donatori di sangue ci

    don una bella palma. Ma

    noi avevamo le nostre: la fa-

    miglia di Carlo, gentile come

    al solito, ci procur i rami,

    una piccola equipe confezio-

    n le palme col bigliettino

    Shalom, pace. Due cose,

    per noi importanti, successe-

    ro in quella riunione. Un no-

    stro fratello fece il possibile

    per avere dal comune perquel giorno, nonostante la

    partita del Bari in casa (per-

    duta, con la Fiorentina), il

    piccolo pullman per il tra-

    sporto degli impediti. E la

    cosa si subito rivelata uti-

    lissima. Grazie fratello, gra-zie Signore! E poi una

    volontaria e un fratello si

    iscrissero all'associazione.

    Non vero che bello? Su,

    avanti con l'apostolato!

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    Coppia: la riscoperta di

    un'identit

    Domenica 8 marzo 2009 si svolto, presso la parrocchiadello Spirito Santo in PaloDel Colle, l'incontro regionalerivolto ai Settori bambini,adolescenti e coppie. Inaspet-tatamente siamo stati invita-ti a prendere parte

    all'incontro delle coppie an-che noi, che per adesso siamosoltanto fidanzati e ci spo-seremo l'anno prossimo. Nonvi nascondiamo che ci siamoaccostati a questa nuovaesperienza con una certa dosedi diffidenza e preoccupazio-

    ne, sentimenti che a fine in-contro erano dissolti.All'incontro hanno preso par-te anche delle coppie apparte-nenti al movimento E.N.D.(Equipe Notre Dame), che cihanno presentato il loromodo di vivere la coppia.

    Si riflettuto sul fatto chemolto spesso nella comunitcristiana la luce dei riflettorisi spegne su marito e mogliesubito dopo il matrimonio, in-centrando l'attenzione su al-

    tre realt(famiglia,

    bambini etc.).La coppia,

    secondo l'analisi di questiamici, dopo il matrimoniotende a perdere la propriaidentit cristiana. le loro ri-flessioni mirano a riscoprirela spiritualit della coppia at-traverso il dovere di seder-si, cio di dedicare del tempo

    a se stessi in quanto coppia,di intraprendere un accosta-mento al Signore non indivi-duale ma insieme, l'uno difronte all'altro.

    In un mondo che aggredi-sce la nostra anima con lasua frenetica ricerca del nul-

    la, del materiale, prendersiuna pausa per riflettere, perconfrontarsi, non pu che gio-vare alla coppia, ponendo finead incomprensioni e a tuttoquello che mira allo sciogli-mento di un legame sacro.

    Per due giovani come noiavere la consapevolezza chec' qualcuno che non ha persola speranza di poter migliora-re la societ, una confermache il progetto di vita insiemeche vogliamo realizzare sia lacosa pi giusta da fare.

    Giuseppe PastoreeMaria Pina Minenna(GdA SS. Sacramento e Ss Medici)

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    Sanit.Il protagonista della pastora-

    le ospedaliera il cappellano oassistente spirituale, di cui sitenta di delineare l'identit, laformazione necessaria, i requisi-ti e i numerosi compiti. Essisono racchiusi nell'evangelizza-zione e nell'umanizzazione, conil coinvolgimento nei progettidell'istituzione sanitaria.

    Si sviluppano pertanto la teo-logia della comunione, della col-laborazione e dellacorresponsabilit tra la comuni-t, il malato, la famiglia, il cap-pellano, i religiosi e le religiosenelle istituzioni sanitarie e le as-sociazioni professionali sanitarie

    cattoliche. Tra le tappe pi si-gnificative, la lettera apostolicaChristifideles laici sull'apostola-to dei laici (1988), l'istituzionedella Giornata mondiale del ma-lato da parte di Giovanni PaoloII (1992) e la sua enciclicaEvangelium vitae (1995).

    3. La pastorale della salu-te. Nei primi anni del nuovomillennio si afferma l'espressio-ne 'pastorale della salute'. Essa rivolta alla comunit cristiana,il cui impegno principale diven-ta la costruzione di una comu-

    nit guarita e sanantecaratterizzata: dal costante rife-

    rimento a Ges, modello nell'an-nuncio del Regno e nella cura dicoloro che soffrono; dall'attenzio-

    ne verso gli infermi con unamolteplicit di iniziative; dall'e-ducazione alla salute globaledella persona; dalla correspon-sabilit di tutti, con compiti par-ticolari.

    Per una pastorale della salu-te cos intesa, per importanteevitare il rischio di ampliaretroppo gli orizzonti fino a perde-re l'identit specifica, di diluire isuoi contenuti particolari, dimoltiplicare eccessivamente lefinalit che le sono proprie.

    In questo panorama, ci chie-

    diamo: quale identit dellapersona sofferente matura-ta nella Chiesa italiana? La per-sona del malato collocata inseno alla comunit dei discepolidi Ges, come soggetto e oggettodella missione evangelizzatricedella Chiesa.

    L'annuncio e la testimonian-za del Vangelo sono affidate allaresponsabilit di tutti i compo-nenti del popolo di Dio. Giovan-ni Paolo II ha affermato cheoccorre considerare il malato, ildisabile, il sofferente non sem-plicemente come termine dell'a-

    more e del servizio della Chiesa,bens come soggetto attivo e

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    responsabile dell'opera dievangelizzazione e di salvezza... Anche i malati sono mandaticome operai nella vigna del Si-gnore (Christifideles laici, nn.53,54).

    E' mia convinzione che la fi-gura del malato abbia avuto unosviluppo graduale con la valoriz-zazione dei suoi quattro 'volti'.

    1. Il malato come persona

    e fratello da aiutare. Nascedal vangelo di Matteo (25, 35-36): ho avuto fame e mi avetedato da mangiare, ho avuto setee mi avete dato da bere, ero fore-stiero e mi avete ospitato, nudoe mi avete vestito, malato e miavete visitato, carcerato e siete

    venuti a trovarmi. E' una pagi-na fondamentale sulla missionedella Chiesa: la sua storia per-ci da sempre storia di carit.

    2. Il malato come fratelloche aiuta la comunit. Il ma-lato aiuta la Chiesa con la pre-ghiera e l'offerta della sua

    sofferenza, contribuendo all'ope-ra redentiva di Cristo, sulla sciadelle parole dell'apostolo Paolo:Sono lieto nelle mie sofferenzeche sopporto per voi e completonella mia carne quello che man-ca ai patimenti di Cristo, a favo-re del suo corpo che la Chiesa

    (Col 1,24). Una sana teologiadella sofferenza e la spiritualit

    corrispondente hanno sostenutoe formato generazioni di cristia-ni e di santi.

    3. Il malato come soggettodi evangelizzazione e di te-stimonianza. Il malato non un peso per la comunit cri-stiana, ma una opportunit diarricchimento con il suo inseri-mento negli organismi ecclesialiparrocchiali e con la testimo-

    nianza di una vita intessuta didebolezza e di coraggio. E' uncampo ancora poco esplorato,che la comunit chiamata aconoscere e a valorizzare, ancheattraverso nuovi ministeri affi-dati agli ammalati.

    4. Il malato come maestro

    di lezioni della scuola deldolore. E' un ulteriore volto delmalato che la Chiesa ha risco-perto in questi ultimi anni: chisoffre testimonia l'importanza eil valore della vita in ogni istan-te e situazione. Egli educa a sco-prire il valore delle realt

    essenziali della vita, il limite e laprovvisoriet della vita umana.Infine egli chiede una professio-ne sanitaria che abbia un'ani-ma, non dominatadall'economia, e una comunitcristiana pi attenta al mondodella salute e della malattia per

    riconoscerlo come terreno privi-legiato del Vangelo.

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    La sofferenza vinta

    dall'amore

    Riflessione della Dott.ssa OrnellaScaramuzzi nell'incontro di chiusura

    dell'anno associativo, in margine al

    25 della Salvifici Doloris di Giovan- niPaolo II e della morte del nostro

    Fondatore Mons. Novarese

    All'interno di ogni singolasofferenza provata dall'uomo

    e, parimenti, alla base dell'in-tero mondo delle sofferenzeappare inevitabilmente l'inter-rogativo: perch? E' un inter-rogativo circa la causa, laragione, ed insieme un interro-

    gativo circa lo scopo e, in defi-nitiva, circa il senso. Esso non

    solo accompagna l'umana sof-ferenza ma sembra addirittu-ra determinarne il contenutoumano, ci per cui la sofferen-za propriamente sofferenzaumana (Salvifici doloris, cap.III, n.9).

    Anche gli animali soffrono e

    per istinto reagiscono cercan-do di sottrarsi al dolore mal'uomo, fra tutti gli animali diverso perch l'unico capacedi riflettere su di s in quantodotato di coscienza e alloraegli ha consapevolezza del do-lore che prova. Per questa ra-gione egli sa di soffrire e se nechiede il perch. Perch la sof-

    ferenza? Perch il male? Que-sti sono gli interrogativi chel'uomo pone a se stesso, aglialtri uomini ma soprattutto aDio creatore.

    Come il bambino, il quale

    ha una parziale conoscenzadel significato del bene attra-verso l'amore di chi lo ha mes-so al mondo, vive le privazionicome un castigo o come un ab-bandono da parte delle figureda cui dipende, il padre e lamadre, cos l'uomo spesso

    vive la sofferenza che patiscecome un segno di scarso amo-re o di indifferenza del Padreche lui ama, e addirittura nenega l'esistenza. E a pensarcibene, l'assenza dolorosa dell'a-dulto che colpisce il cuore delbambino, non forse il gri-do di Giobbe che nella suasofferenza innocente chie-

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    de di vedere Dio accanto as, perch solo cos quellasofferenza avr un senso?

    Anche Giobbe anela alDio vicino. Egli non chiedesconti di sofferenza perch sifida di ci che Dio opera in lui,ma assolutamente urgenteper lui vederlo faccia a faccia,perch solo Lui ha la rispostaalla solitudine spirituale in

    cui giace.Se ricordiamo l'episodioevangelico narratoci da Marcodella guarigione del paraliticocalato dal tettuccio della casaa Cafarnao, vediamo che Gesprima stupisce i presenti conla potenza dello Spirito, dicen-

    do: Ti sono rimessi i tuoi pec-cati, poi quasi a renderechiaro l'atto di salvezza, usala logica dei sensi, quella ciopi semplice per l'uomo, e of-fre al paralitico la guarigionedel corpo. Afferma cos unacosa importantissima: che laguarigione totale ed perdono dei peccati; adessa deve seguire la con-versione dell'uomo salvatoe il cambiamento totaledella rotta della sua vita. E'stupenda l'energia che la sal-vezza trasmette al malatoguarito, se pensiamo che egli in grado, da semimorto che

    era, di prendere il peso del suolettuccio e andare via con lesue gambe.

    La certezza evangelicadella salvezza d all'uomola luce della speranza purnon eliminandogli la soffe-renza che resta sempre il mi-stero connaturato alla naturaumana. Ecco perch Ges pas-s facendo del bene e toccandole radici del male umano, gua-rendo, liberando dal demonio,restituendo la vita, procla-mando le beatitudini, ma so-prattutto sperimentando lasofferenza su di s, obbedendofino alla morte che vincer conla sua risurrezione.

    La sofferenza di Ges totale perch in lui le due

    nature umana e divinasono indissolubili: il Figlio

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    Ges perdona i peccati al paralitico

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    dell'uomo soffre come tutti noidolorosamente perch ha uncorpo, i sensi, la spiritualit,la psiche umana. Sappiamoquanto ha sofferto nell'ap-prendere che l'amico Lazzaroera morto. Dal Vangelo ap-prendiamo quanto fosse fatico-sa la giornata spesa per lapredicazione e come lui tro-vasse la fonte dell'energia nel-la preghiera a cui si dedicavaspesso di notte. Viene appuntoda pensare alla sofferenzadi tanti infermi che dormo-no poco perch il dolore fi-sico li tormenta e chevegliano nell'incertezza delloro futuro oppure alle notti

    insonni di genitori che hannoperso un figlio e si portanouna ferita lancinante nell'ani-ma.

    Ma se il Figlio dell'uomo hasofferto come l'uomo, solo lui,

    come Figlio di Dio, ha potutoprovare tutti insieme i doloridell'umanit come nessun al-tro uomo avrebbe potuto fare,perch venuto nella storia adassumere volontariamente sudi s tutti i peccati per riscat-tarli con il suo sacrificio finoalla morte. Cristo soffre vo-lontariamente e soffre innocen-temente (Salvifici doloris, n.18), quindi in lui si ripropo-ne la domanda di Giobbesul senso della sofferenzadell'innocente, quindi ilmassimo dell'assurdit del do-lore per la comprensione uma-na, ma in Ges si pone ilmassimo della risposta che

    l'accettare la sofferenzain obbedienza al Padre finoalla morte di Croce, che tutta-via non resta l'ultima parolaperch la croce illuminatadalla Resurrezione del primodei risorti. Quindi la croce di-venta la via non della dispera-

    zione e del non senso ma disperanza e di vita piena.Allo-ra vita e morte di Ges,buona novella annunciatae passione della croce sonofacce di un unico Vangeloche insegnano all'uomo ilvivere come testimoni di

    Cristo sia nella gioia chenel dolore.

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    Ce la siamo vista proprio brutta!

    Oggi? Un dono. La

    mia vita? Un donoSi, un dono con le sue gio-ie e i suoi dolori, un dono pre-zioso da tutelare, custodire,amare anche e soprattuttonei momenti difficili, di vuo-to, di smarrimento.

    Scrivo per chi (come meprima dellincidente) non hapensato o non pensa ad ap-prezzare ogni singolo istante,a gustare ogni momento direspiro; scrivo per chi pur-troppo ha perso la vita per lostesso motivo, improvvisa-

    mente e duramente perchforse non cera pi nulla dafare.

    Scrivo per chi, come me,oggi sa e riconosce di essereuna creatura miracolata estraordinariamente amatada un Dio che, con potenza e

    grandezza, mi ha manifestatoil suo Bene e mi ha protettoallombra delle sue Ali. UnDio che di miracoli ne ha fatti

    due, custodendoancora di pi lamia amica che eraalla guida.

    Quando ti ren-di conto che in un

    momento tutto pu

    cambiare, che tuttopu finire, che tutto pu sva-nire, proprio l, in quelli-stante, che diventipienamente cosciente dellatua fragilit umana, della tuaimpotenza... ma in quellostesso momento che compren-

    di davvero di essere nullasenza Dio.Perch senza Dio sei gi

    perso, svanito, finito... lo seigi senza la forza della Fedee quella della Speranza.

    Una sera come tante. For-se pi buia lasfalto visci-do una strada pericolosauno svincolo assurdo, un im-patto agghiacciante, cos vio-lento da sentirlo ancoranonci sono frenate anche lemie urla le sento ancora...riecheggiano quelle urla

    ascoltate, di dolore, di paurae sicuramente pi cariche dipreghiera di quanto io stessapotessi immaginare. Ma cosasi pu provare in uno scena-rio del genere? E questa ladomanda che in tanti mi han-no posto.

    Sembra un film ma nonlho visto in tv. reale. sul-

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    la mia pelle, nella mia men-te. Si provano tanti senti-menti che con le parole nonsi possono descrivere, ma sodi poter comunque esprimerealmeno qualcosa che ho pro-vato. Paura, spavento,shock dolore, rabbia, ama-rezza in certi momenti siscende gi e quando si toccail fondo, non si pu che risali-

    re a testa alta.Il lavoro per enorme. Civuole una grande forza di vo-lont, tanta perseveranza. S.Ne sono certa. Si pu risali-re. Il segreto fidarsi e affi-darsi sempre a Lui a unDio che ci mette alla prova

    ogni giorno ma che non ci famancare il suo sostegno tra-mite persone e affetti since-ramente vicini.

    Il Signore sa bene qualisono i suoi strumenti. Li sce-glie. Li dona. Avrei una listadi nomi da fare, di persone daringraziare... ma non li far, inomi intendo; voglio solo ri-cordare una persona speciale,

    cio GiovanniPaolo II, perch mio dovere farlo edegli eventi in

    cui tramite fami-liari, amici e af-

    fetti ho sentito cheDio non mi ha ab-bandonato Signoreper le tante telefo-nate ricevute, perle visite continue e le bellesorprese.

    per le lacrime dichi ha condiviso con me linci-

    dente e il post-incidente, perchi si rivelato amico/a so-stenendo Menica e me conaffetto e tanto premura.

    per chi non ha esi-tato a chiedere permessi a la-voro, per seguirmi pi davicino fino a tarda ora; per

    chi stanco dopo una giornatami ha raggiunto in ospedalefacendomi sentire la sua pre-senza per esempio allac-ciandomi le scarpe.

    Signore per tuttigli abbracci, i tanti abbracci

    ricevuti. ma soprattuttoper chi lo ha fatto dicendomiche la cosa pi bella e mira-colosa la mia esistenza.

    per chi mi hariempito di bacetti sulle particolpite dal trauma, per chi miha coperto di attenzioni ac-

    compagnandomi fin sulla so-glia della porta di casa.

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    Nel nostro cuore

    per sempre!

    Vogliamo ricordare il carissimo donTonino Ladisa, il rettore del Semina-rio Regionale di Molfetta, scomparsotragicamente, riportando le parole dalui pronunziate la sera precedente allamorte, al termine del concerto conclu-sivo della Settimana di cultura e spi-

    ritualit dell'anno centenario.

    Grazie, grazie di cuore

    per questa riflessione. Attra-

    verso le parole di Cristo, ab-biamo ascoltato le domande

    di ogni uomo, domande che

    ognuno nel momento della

    sofferenza si porta dentro e

    la risposta nell'ultimo bra-

    no, quando abbiamo ascolta-

    to il racconto dellaRisurrezione. Il dolore si il-

    lumina, la morte si spalanca,

    la vita trionfa e Cristo risor-

    ge. Credo che ci portiamo

    dentro la provocazione a ri-

    flettere. Blaise Pascal dice

    che Cristo continua a soffrire

    in ogni uomo: cos! E la

    stessa fede di Cristo, lo stes-

    so abbandono di Cristo, la

    stesa via seguita da Cristo per noi., in questa settimana

    che ci prepara alla Settima-

    na Santa, una strada sulla

    quale dobbiamo camminare,

    per vivere quell'abbandono

    fiducioso in Dio e cominciare

    a gustare gi la gioia dellaRisurrezione. Ecco portiamo-

    ci dentro le domande, diamo

    voce alle domande, ma so-

    prattutto lasciamoci illumi-

    nare e avvolgere dalla

    Parola della Risurrezione di

    Cristo! Buona serata a tutti.

    Grazie!

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    La posta del Bamb

    Abbiamo ricevuto un messaggio dalle coppie della Equipe Notre-

    Dame che hanno guidato la riflessione nell'incontro regionale del-

    le Coppie a Palo (v. articolo a pag. 15)

    Abbiamo vissuto una meravigliosa esperienza e constatato

    quanto bene c' nel mondo! E' il segno della Speranza che cideve accompagnare sempre. Siamo noi a dirvi grazie.

    Un abbraccio daMaria e Gino Caporaletti

    Vi ringraziamo tanto per averci dato la possibilit di conoscerela vs esperienza, che ci molto piaciuta.

    Anna e Gianni Antonacci

    Mimmo

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    Esercizi Spirituali2009 a Valleluogo

    5 10 luglio Bambini3 9 agosto Adulti e Giovani

    10 14 agosto Coppie

    17 22 agosto Giovani e Gruppo Attivo

    22 27 agosto Adolescenti

    Giovanni Paolo II in persona ci

    invita agli

    Esercizi Spirituali 2009

    Non abbiate paura di dare il

    vostro tempo a Cristo! Il tem-po donato a Cristo non mai

    tempo perduto, ma piuttosto

    tempo guadagnato per l'uma-

    nizzazione profonda dei nostri

    rapporti e della nostra vita.

    (Dies Domini, 7)

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    Sommario

    Il giornalino, creatura di tutti noi..........................................................3

    28 giugno 2009: giorno di lacrime e cipolle?..........................................4

    Lettera di Paolo apostolo ai Civuessini..................................................7

    CVS-TG...................................................................................................8

    Ala di riserva notizie..........................................................................10

    E' viva la nostra sede!...........................................................................11

    Una guida che continua........................................................................13

    Coppia: la riscoperta di un'identit......................................................15

    Il meeting del centenario......................................................................16La sofferenza vinta dall'amore.............................................................19

    Ce la siamo vista proprio brutta!.........................................................22

    Nel nostro cuore per sempre!...............................................................25

    La posta del Bamb..............................................................................26

    Esercizi Spirituali 2009 a Valleluogo...................................................27

    Il Bamb la continuazione di Cristo Vera Speranza, il glorioso gior-

    nalino che ha raccontato il cammino del CVS di Bari-Bitonto per molti

    anni.La nuova testata si rif ad una antichissima parabola cinese che

    esprime (inconsapevolmente) in termini poetici il carisma della nostra as-

    sociazione: cos infatti il bamb esclama con termini molto... cristiani:

    Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quello che vuoi (cfr. Lc 1,38 e Mc14,36).

    Hanno collaborato a questo numero: Annalisa Caputo, p. Leonardo

    Di Taranto, Maria Pina Minenna, Giuseppe Pastore, Ornella Scaramuz-

    zi, Rosa Scorca, Rosa Sinisi

    Redazione: Don Vittorio Borracci, Maria Rita Pisani, Floriano Scioscia

    Indirizzo postale: Il Bamb, c/o Scioscia, Via Maranelli 2, 70125 Bari

    Indirizzo e-mail: [email protected]

    Sito informativo generale del CVS: www.sodcvs.org

    Sito a livello locale:cvsbari.altervista.org