Il Bambù n. 18, giugno 2010

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Il Bambù Il Bambù Il Bambù Il Bambù Il Bambù Il Bambù Il Bambù Il Bambù Il Bambù Cristo Vera Speranza Concludiamo l'anno proiettati agli Esercizi Spirituali Centro Volontari della Sofferenza Bari-Bitonto – Anno V, giugno 2010 18

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Il BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl BambùCristo Vera Speranza

Concludiamo l'annoproiettati agli

Esercizi SpiritualiCentro Volontari della Sofferenza Bari-Bitonto – Anno V, giugno 201018

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C'era un giardino moltobello. Il suo Signore ne eraorgoglioso. Il più bello degli al-beri, e anche il più caro al Signore, era un prezioso bambù. E lo stesso sa-peva di essere l'albero prediletto del Signore. Il Signore un giorno con facciaseria si avvicinò al bambù e disse: “Caro bambù, io ho bisogno di te”.Per il bambù sembrava venuto il giorno più bello della sua vita e congioia rispose: “Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quello che vuoi!”. “Caro bambù – il Signore rispose – ti devo tagliare,”“Tagliare? No! Signore. Vedi che sono il più bello dei tuoi alberi – e tu mivuoi tagliare?”.“Caro bambù, se non ti posso tagliare non ho bisogno di te”.Dopo un lungo silenzio l'albero disse: “Se non ti posso servire senza esseretagliato, allora, tagliami”.Ma il Signore gli rispose con la stessa faccia seria: “Devo tagliare anche i tuoirami e le tue foglie”.“No, Signore! Sai bene che la mia unica bellezza sono i rami e le foglie.Tagliami, ma non togliermi i rami e le foglie”.“Caro bambù, se non ti posso tagliare i rami e le foglie, non ho bisogno di te”.“Signore, – disse il bambù a bassa voce – prendi i miei rami e le mie foglie”.“Caro bambù io ti devo ancora dividere in due parti e devo strappare il tuo cuore!".Dopo un lungo silenzio il bambù si inclinò davanti al Signore e disse: “Tagliami edividimi”.Così il Signore del giardino tagliò il bambù, tirò via i rami, strappò le sue foglie,lo divise in due parti e gli strappò il cuore.Poi lo prese e lo portò dove acqua fresca da una sorgente sgorgava versocampi aridi. Là il Signore posò il suo bambù e collegò un capo del troncotagliato con la sorgente e incanalò l'altro capo verso il campo.La sorgente cantò un benvenuto e le chiare scintillanti acque siriversarono attraverso il corpo straziato del bambù verso il canale checorreva sui campi inariditi che ne avevano tanto bisogno.Così quello che era un magnifico bambù diventò una grandebenedizione in tutta la sua fragilità e umiltà.Quando era ancora grande e bello egli cresceva solo per se stesso egioiva per la propria bellezza, invece per mezzo della suadistruzione diventò un canaleche il Signore poteva usareper rendere il suo regno piùfruttuoso.

(Da un racconto popolare cinese)

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Il dialogo con il Sig. Rossi continua...

L'audacia di un Dio vicinoconclusione dell'Anno Sacerdotale

– Caro Sig. Rossi, l'annosacerdotale è volato via comeil vento e si è concluso vener-dì 11 giugno con la grandeconcelebrazione a Roma di15000 presbiteri con il Papa(per la prima volta nella sto-ria una S. Messa è stata con-celebrata da un numero cosìelevato di presbiteri).

Sig. Rossi: Ho appreso da unasoffiata che tu eri uno dei 15000...Che impressione hai avuto?

– Oltre la solita esperienzadi full immersion in unaChiesa veramente cattolica,poliglotta, molteplice ed in-sieme unanime, ho vissuto unmomento fortissimo di presadi coscienza del mio sacerdo-zio (il prossimo 11 luglio saràil 40° anniversario!) ed anchedella grandezza del Signoreche ha “inventato” similedono per gli uomini.

Sig. Rossi: A tuo parere è statorealizzato l'obiettivo che il Papa siprefiggeva quando lo indisse a giu-gno 2009?

– Nelle cose dello spirito,non si possono stilare bilancicome si fa nelle aziende: biso-gnerebbe entrare nel cuore

sia di ciascuno dei 408'024presbiteri sia di ciascuno delmiliardo circa di fedeli sparsinei cinque continenti.

Sig. Rossi: Che cosa c'entrava-no i fedeli con l'Anno Sacerdotale?

– Esso avrebbe dovuto co-stituire una grande occasioneper rimettere nel loro sguar-do che cos'è realmente la fi-gura del sacerdote: il donopiù grande che Dio ha fattoall'uomo («Dopo Gesù, il sa-cerdote è tutto!», curatod'Ars). In verità, l'Anno Sa-cerdotale avrebbe dovuto es-sere una grande opportunitàanche per gli stessi non cri-stiani.

Sig. Rossi: In verità mi sembradi poter affermare fuori dei dentiche proprio nei mesi appena tra-scorsi voi preti abbiate colleziona-to una serie di figuracce alcospetto del mondo intero.

– Consapevole di ciò, ilPapa ha detto nell'omelia del-la Messa celebrata in PiazzaS. Pietro l'11 giugno:«Era da aspettarsi che al “ne-mico” questo nuovo brillaredel sacerdozio non sarebbepiaciuto; egli avrebbe preferi-

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to vederlo scomparireperché in fin dei contiDio fosse spinto fuoridal mondo. E così èsuccesso che, proprioin questo anno di gio-ia per il sacramentodel sacerdozio, sianovenuti alla luce» (al-cuni gravissimi peccati di sa-cerdoti...) «Se l'anno sacerdo-tale avesse dovuto essere unaglorificazione della nostrapersonale prestazione umana,sarebbe stato distrutto daqueste vicende. Ma si trattavaper noi proprio del contrario:il diventare grati per il donodi Dio, dono che si nascondein “vasi di creta” e che sempredi nuovo, attraverso tutta ladebolezza umana, rende con-creto in questo mondo il Suoamore. Così consideriamoquanto è avvenuto quale com-pito di purificazione, un com-pito che ci accompagna versoil futuro e che, tanto più, ci fariconoscere ed amare il gran-de dono di Dio.» (Dio, infatti,) «si serve di unpover'uomo al fine di essere,attraverso lui, presente pergli uomini e di agire in lorofavore. Questa audacia diDio, che ad esseri umani affi-da Se stesso; che, pur cono-scendo le nostre debolezze,

ritiene degli uominicapaci di agire e diessere presenti in veceSua; questa audaciadi Dio è la cosa vera-mente grande che sinasconde nella paro-la sacerdozio. CheDio ci ritenga capaci

di questo; che Egli in talmodo chiami uomini al Suoservizi e così dal di dentro sileghi ad essi, è ciò che in que-st'anno volevamo nuovamen-te considerare e comprendere.Volevamo risvegliare la gioiache Dio ci sia così vicino, e lagratitudine per il fatto cheEgli si affidi alla nostra de-bolezza; che Egli ci conduca eci sostenga giorno per giorno.Volevamo così anche mostra-re nuovamente ai giovani chequeste vocazione, questa co-munione di servizio con Dio eper Dio, esiste – anzi, che Dioè in attesa del nostro sì. Insie-me alla Chiesa volevamo nuo-vamente far notare che questavocazione la dobbiamo chie-dere a Dio.»

Sig. Rossi: E cosa ti ha colpitomaggiormente delle risposte abraccio che il Papa ha dato ai sa-cerdoti, rappresentanti dei cinquecontinenti del pianeta, nella vegliadi giovedì notte?

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L'inizio di unpastore

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– E' quanto lui hadetto sul tema del tut-to fuori moda del celi-bato ecclesiastico:«Vogliamo andareavanti e rendere pre-sente questo scandalodi una fede che ponetutta l'esistenza suDio. Sappiamo che, ac-canto a questo grande scan-dalo che il mondo non vuolevedere, ci sono anche gli scan-dali secondari delle nostre in-sufficienze, dei nostri peccati,che oscurano il vero e grandescandalo. (…) Il celibato, pro-prio le critiche lo mostrano, èun grande segno della fede,della presenza di Dio nelmondo. Preghiamo il Signoreperché ci aiuti a renderci libe-ri dagli scandali secondari,perché renda presente il gran-de scandalo della nostra fede:la fiducia, la forza della no-stra vita, che si fonda in Dio ein Cristo Gesù!»

Sig. Rossi: Ed ora che l'AnnoSacerdotale è finito?

– Non si tratta di metterloin archivio, evidentemente:esso era soprattutto un seme.Se gli abbiamo aperto il cuorecon generosità, esso non po-trà non portare frutti meravi-

gliosi.Sig. Rossi: E cioè?– Noi sacerdoti, an-

cora e sempre stupe-fatti di fronteall'audacia del Dio vi-cino agli uomini me-diante noi poveri vasidi creta (ma fortissimi

nelle Sue mani), dovremmoessere sempre di più pastorialla maniera del curato d'Ars,dirò meglio alla maniera delBel Pastore Gesù. E voi fedelidovreste sempre di più rin-graziare Dio e sostenere/tifa-re/collaborare con i vostrisacerdoti. Senza dimenticare,come dicevamo nel pensierinodi gennaio, che non esistesolo quella cosa meravigliosache è il sacerdozio ministeria-le, ma anche quell'altra cosameravigliosa che è il sacerdo-zio battesimale. (Noi pugliesisaremo impegnati a rifletterea fondo su di esso in vista delIII Convegno ecclesiale pu-gliese, a San Giovanni Roton-do dal 28 aprile al 1° maggio2011, dal titolo: “I laici nellachiesa e nella società puglie-se, oggi”.

Con affetto, tuo don Vittorio

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L'inizio di unbattezzato

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Per portare più frutto

Il “decalogo” dellavita secondo lo Spirito

La riflessione teologica - inparticolare quella di San Tom-maso d’Aquino - ha collegato isette doni dello Spirito Santoalle tre virtù teologali. La fedeè parsa così l’anima dell’intel-letto, della scienza e del consi-glio. La speranza è stata vistacome la sorgente del timor diDio e della fortezza, mentrealla carità sono state rappor-tate la pietà e la sapienza.Non si tratta di classificazionirigide, bensì di un modo perevocare la ricchezza, la spon-taneità, la libertà filiale concui si muove il cristiano sottol’azione dello Spirito: “infattitutti quelli che sono guidatidallo Spirito di Dio, costorosono figli di Dio” (Rm 8,14).

Seguendo questi dieci fruttidell’azione del Consolatore miè sembrato di poter delinearequasi un decalogo della vitasecondo lo Spirito, che deveispirare le nostre comunitàperché siano aperte all’acco-glienza e legate l’una all’altrada una comunione che sia im-magine fedele della comunio-ne trinitaria.

1. Sii anzitutto una comu-nità di fede, nutrita della fededi tutta la Chiesa e vivi nell’a-desione incondizionata delcuore e della vita al Dio viven-te, che ha parlato a noi inGesù Cristo.

2. Sottomettiti alla Paroladi Dio nella preghiera interio-re e nella comunione con i tuoiPastori, per essere una comu-nità ricca di intelletto spiri-tuale, capace di fare sintesi inmezzo alla frammentazione econfusione del nostro tempo!

3. Sii una comunità deside-rosa di crescere nella scienzadella fede, nutrita di solidimaestri, che siano voce dellasinfonia della verità che illu-mina e salva, quale essa è pre-sente nella varietà e ricchezzadi testimoni donati all’interacomunione cattolica, nel tem-po e nello spazio, nel passatocome nel presente! Sii una co-munità che scrive e attua unpiano pastorale in fedeltà alloSpirito!

4. Sii una comunità docile

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al dono del consiglio, rispet-tosa dei cammini personali dimaturazione spirituale e pron-ta ad aiutare ciascuno a vive-re nella libertà le propriescelte sotto l’azione del Conso-latore e la guida di personesagge e interiormente libere!

5. Sii una comunità vivanella speranza, capace di te-stimoniare a tutti e semprel’eccedenza delle promesse diDio, che ci libera da ogni pri-gionia dei mali presenti e dal-la paura della morte, e ci faguardare avanti con fiducia,con distacco dai beni terreni edai soldi, con una certezza piùforte di ogni fallimento o per-secuzione o sconfitta!

6. Sii una comunità chevive sotto lo sguardo di Dio,desiderosa di piacere in tuttoa lui solo, e perciò vigile edoperosa nel timore del Suosanto nome, libera da calcolie valutazioni solo mondane!

7. Sii una comunità fortenella speranza, perseverantenella via che Dio ha tracciatoper te e la Chiesa ha confer-mato attraverso i suoi Pastori,libera e coraggiosa nella fedel-tà e nella testimonianza, an-che a caro prezzo, liberanteper tutti i tuoi membri e perchiunque ti avvicina, nel dono

della libertà vera che vienedal Signore!

8. Sii una comunità viva eoperosa nella carità, aperta,capace di gesti concreti di ri-conciliazione, accogliente e ge-nerosa verso tutti i fratelli e lesorelle nella fede, anche se di-versi da te, pronta a far spazioall’altro, chiunque sia e daqualsiasi parte venga, per ri-ceverlo con rispetto e amore eoffrirgli con gratuità il donoche Dio ti ha fatto. Perdonalargamente con gioia, operacon tutte le forze per la pacifi-cazione dei cuori!

9. Sii una comunità ricca dipietà, innamorata di Dio e de-siderosa di rispondere al suoamore con un amore umile,ma tenero, appassionato e di-sposto a far compagnia al suodolore e alla sua gioia in ognimomento!

10. Sii una comunità riccadi sapienza spirituale, capacedi misurare e vivere ogni cosasotto il primato della carità,che viene da Dio e ci fa parte-cipi della vita di Dio: fa’ stra-da a lui e al suo amoreinfinito, piuttosto che fartistrada in questo mondo!

(Testo adattato da Carlo Maria Martini,

Tre racconti dello Spirito)Il Bambù - giugno 2010 7

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CVS-TG

➔ 5 maggio Giornata della Speranzaper l'Arcidiocesi di Bari-Bitonto: ab-biamo partecipato alla S. Messa inCattedrale insieme a tutte le associa-zioni di/per/con gli ammalati operantiin diocesi.

➔ 30 maggio Incontro di chiusura dell'annoassociativo a Bitritto. Al mattino si è svolta la2a tappa della Scuola associativa/for-mazione permanente: don DomenicoPietanza ha curato l'approfondimento“Come Gesù sulla strada di Emmaus:in virtù della Cresima la testimonian-za si fa accompagnamento”. Al pome-riggio, presso Sala Castello, è statopresentato il libro “Anche noi senzala domenica non vogliamo vivere”realizzato dal Gruppo Attivo.

➔ 16 luglio Giuseppe Pastore e Maria PinaMinenna si sposeranno alle ore 10,30 a Bi-tonto, nella cripta della Basilica dei SantiMedici. Auguri per tutta la vita a questidue giovani civuessini.

Rosa Sinisi(Responsabile Diocesana)

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Scelti

All’inizio della Setti-mana Santa, abbiamoavuto la notizia, cheper il rito della “Lavan-da dei piedi” il nostroparroco don Mimmo Chiaran-toni aveva scelto noi, volonta-ri del CVS.

Inizialmente eravamo im-barazzati, ma poi ci siamosentiti “chiamati”.

Durante il rito eravamoemozionati e siamo rimastisenza parole per la bellezzadi un gesto così significativo.

Durante il successivo in-contro di catechesi del Grup-po, mettendo in comunione lenostre impressioni, è emersoche quel gesto compiuto daGesù è scuola d’Amore, è ilVangelo più eucaristico, per-ché è il massimo dono di sestesso.

Abbiamo compreso che la-vare i piedi è servire umil-mente e, di conseguenza, conla Sua grazia non vedi l’oradi servire Gesù negli altri...morendo ogni giorno un po’.

E così avviene che Lui vivesempre di più in noi e comedice l’apostolo Paolo: “Sonostato crocifisso con Cristo, enon vivo più io, ma Cristovive in me. E questa vita cheio vivo nel corpo, la vivo nellafede del Figlio di Dio, che miha amato e ha consegnato sestesso per me”.

I Volontari del CVS

GdA S. Maria Assuntain Palo del Colle

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La lavanda dei piedi, Giotto,Cappella degli Scrovegni, Padova

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La testimonianzasuscita vocazioni

Si è svolta il 25 Aprile2010 la 47ma Giornata Mon-diale per le vocazioni, incoincidenza con la IV dome-nica di Pasqua, la domenicadel Buon Pastore. Il tema diquesta giornata è “la testi-monianza suscita vocazioni”.

E' l'occasione per pregarenon solo per la vocazione delsacerdozio ministeriale, maanche per tutte le vocazioni,dal diaconato permanente, aiministeri istituiti e di fatto,ed anche per il matrimonio.Perché anche il sacramentodel matrimonio, quando vis-suto come vocazione, aiuta iconiugi a superare ogni diffi-coltà e a formare così la“chiesa domestica”.

La propria vocazione di-pende, in primo luogo, all'a-zione di Cristo, ma anchedalla qualità e ricchezza del-le testimonianze personali ecomunitarie di quanti vivonointorno a noi e che hanno giàrisposto alla chiamata del

Signore, vuoi ad esempio nelministero sacerdotale, vuoinella vita consacrata. E' laqualità di questa testimo-nianza che spesso suscita inaltri il desiderio di risponde-re alla chiamata di Cristo inmodo generoso e gioioso.

Dobbiamo sempre pregareper coloro che hanno fattouna scelta di vita così radica-le, e con loro dobbiamo cam-minare con serena fiduciadietro a Lui, Gesù, che è l'u-nico, vero, grande Pastoredelle nostre anime.

Rosa Pasqua Moschetta(GdA S. Rocco)

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Il meeting regionale,esperienzaidentitaria

Non avevo mai partecipatoal meeting regionale del CVS,che si svolge ogni anno in unadata tra il 25 aprile e il 1°maggio presso il Pontificio Se-minario Regionale di Molfet-ta. Da come tutti neparlavano, però, intuivo chefosse un'esperienza forte ebella. Ebbene, quest'anno il1° maggio ci sono andato e hocapito che è proprio così.

A dire il vero, sono stato“arruolato” addirittura perparlare sul tema di approfon-dimento scelto per quest'an-no: “L'anno sacerdotale:Sacerdoti e laici accanto al-l'ammalato”. A me toccavaparlare dal punto di vista deicristiani laici, mentre a trat-tare dei sacerdoti sarebbe sta-to S.E. Mons. Luigi Renna,Rettore del Seminario. E' im-maginabile la miaemozione/preoccupazione alpensiero che avrei affiancatoun così illustre relatore.

All'arrivo al Seminario diMolfetta, l'accoglienza da par-te dei seminaristi è stata fe-

stosa ed anche molto ben or-ganizzata, con una vera e pro-pria procedura diregistrazione e l'omaggio perciascun civuessino di un ber-retto con il logo della giorna-ta.

Ci siamo tutti recati nel-l'aula magna del Seminario,dove ho conosciuto Mons.Renna. Ci siamo brevementescambiati notizie su quantociascuno di noi aveva prepa-rato, in modo da coordinare inostri interventi. Tutta lapreoccupazione che avevo diparlare si è sciolta in quelmomento, sia grazie allagrande affabilità di Mons.Renna, sia per il fatto che mirendevo conto di aver già co-nosciuto in precedenti occa-sioni buona parte deipresenti, provenienti dai variCVS pugliesi.

Dopo la preghiera iniziale,l'intervento di Mons. Rennaha suscitato in tutti calore edemozione, avendo scelto unapoesia di Maria Resta, Silen-

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ziosa Operaia della Croce pu-gliese di Neviano, per illu-strare il rapporto che ilsacerdote deve avere nei con-fronti degli ammalati. Il testocompleto dell'intervento diMons. Renna è riportato a pa-gina 14.

E' seguito il mio interventosul significato del sacerdoziobattesimale e sulle responsa-bilità che esso comporta per ilcristiano. Si può sintetizzarenei seguenti punti, tratti dadocumenti del magistero del-la Chiesa:● Tutti i battezzati ven-gono consacrati per for-mare un tempiospirituale e un sacerdoziosanto. I fedeli esercitanoil loro sacerdozio battesimalecol ricevere i sacramenti, con lapreghiera e il ringraziamento,con la testimonianza di una vitasanta, con l'abnegazione e la ca-rità operosa (cfr. Lumen Gen-tium, n. 10). ● L'appello del Signore Gesù«Andate anche voi nella mia vi-gna» della parabola evangelica(Mt 20,1-7) è rivolto a ogniuomo. Anche i fedeli laici sonopersonalmente chiamati dal Si-gnore, dal quale ricevono unamissione per la Chiesa e per ilmondo. Diverse situazioni, siaecclesiali sia sociali, economi-

che, politiche e culturali, recla-mano oggi con forza l'azione deifedeli laici. Non è lecito a nes-suno rimanere in ozio. Non c'èposto per l'ozio, tanto è il lavoroche attende tutti nella vigna delSignore (cfr. Christifideles Laici,nn. 2-3).● Anche i malati sono mandaticome operai nella vigna. I cri-stiani che vivono in situazioni dimalattia, di dolore e di vecchia-ia, non sono invitati da Dio sol-tanto ad unire il proprio dolorecon la Passione di Cristo, ma an-che ad accogliere già ora in sestessi e a trasmettere agli altri la

forza del rinnovamento ela gioia di Cristo risusci-tato (cfr. ChristifidelesLaici, n. 53).● Il CVS ha anticipato

nei tempi queste verità afferma-te dal magistero della Chiesa,realizzando l’intuizione carisma-tica di Mons. Novarese, chevede nella sofferenza offerta dalmalato una partecipazione al mi-stero pasquale di Cristo e lo ren-de apostolo per la valorizzazionedi ogni situazione di sofferenzapresente nella vita dell’uomo.Tutti gli aderenti esprimono ilproprio ruolo attivo di soggettiresponsabili, offrendo la propriaspiritualità ed azione come donoe ricchezza per la Chiesa e perla società. Una tale consapevo-lezza dei propri impegni battesi-

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mali esige una coraggiosa accet-tazione della propria vita, senzarassegnarsi al male ed alla debo-lezza, senza fuggire o nasconde-re la propria situazione disofferenza; crescendo nel bene esradicando da sé il male. Il Mi-stero Pasquale apre alla personasofferente la profondità della co-munione con Cristo crocifisso erisorto, come unica ed esaustivaproposta di vita in pienezza (cfr.Statuto CVS).

E' seguito un interessantedibattito con i presenti, in cuisono state condivise esperien-ze, poste domande e date ri-sposte. Al termine, cisiamo tutti trasferitinella Cappella del Se-minario per la celebra-zione della S. Messa.La liturgia eucaristica è statavissuta da tutti con profondapartecipazione. Noi civuessinisiamo stati arricchiti dallafreschezza di fede e dalla vi-talità dei seminaristi, e pensoche allo stesso tempo loro sia-no stati arricchiti dalla nostrapresenza, variegata per età econdizioni, eppure dotata diuna precisa identità associati-va e spirituale. Il nostro assi-stente don Vittorio, che hapresieduto la celebrazione,nell'omelia ha ricordato concommozione Mons. Tonino

Bello e don Franco D'Apollo-nio, due sacerdoti che hannosvolto proprio a Molfetta unaparte importante del loro mi-nistero e che nella loro vitahanno stabilito legami pro-fondi e vitali con il CVS.

La restante parte dellagiornata è trascorsa in un cli-ma di serena e lieta fraterni-tà, con il pranzo e le attivitàricreative svolte nel cortiledel Seminario. E' stato bellosalutare e parlare con i ci-vuessini delle altre diocesi,poiché riusciamo ad incon-

trarci solo in occasionicome questi appunta-menti regionali o gliEsercizi Spirituali esti-vi. I seminaristi hanno

dimostrato fantasia ed intra-prendenza nell'organizzaregiochi a squadre, karaoke,scenette e indovinelli, coinvol-gendo persino il Rettore.

Tornato a casa, ho riflettu-to sulla ricchezza di esperien-ze vissute in questa giornata.Ora capisco perché il meetingregionale a Molfetta è un ap-puntamento che segna pro-fondamente l'identità deicivuessini di Puglia.

Floriano Scioscia(GdA Buon Pastore)

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Il sacerdote accantoall'ammalato

Intervento di S.E. Mons.Luigi Renna al meeting

del 1° maggio

Ogni sacerdote ha nellasua esistenza un incontrospeciale con una personaammalata. Sperimenta cheegli è chiamato a dare, mapoi scopre che soprattutto ri-ceve.

La mia esperienza iniziaproprio con la spiritualitàdel CVS, a Valleluogo nel1988, dove incontro MariaResta di Neviano. Con lei homantenuto la corrisponden-za fino alla sua morte, avve-nuta il 14 aprile 1999. Suasorella suor Lucia mi inviòun ricordino sul quale erastampata questa poesiascritta da Maria stessa: Se scopri, da qualche partedel mondo la presenza del dolore, non chiudere gli occhi, non

allontanartene: fuggiresti la Sapienza piùvera, quella della Croce.Fermati, invece, a contemplare una realtàche Cristo ha santificato, rendendola espressione del-l'Amore! Fermati, per sorreggere per aiutare colui che la por-ta, realizzare e portare a compimento lasua missione, a favore anche di te! Fermati, guarda, contem-pla!

Fermati. Il malato al pre-te chiede tempo. E così glichiede un grande atto di con-versione. Il filosofo Galim-

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berti scrive: “Educati comesiamo alla cultura dell'ap-plauso, non sappiamo nean-che dove sta di casa lacultura dell'ascolto. Distri-buiamo farmaci per contene-re la depressione, mamezz'ora di tempo per ascol-tare il silenzio del depressonon la troviamo mai. Con ifarmaci, utili, senz'altro, in-terveniamo sull'organismo,sul meccanismo biochimico,ma la parola strozzata dalsilenzio e resa inespressivada un volto che sembra dipietra, chi trova il tempo, lavoglia, la pazienza, la dispo-sizione per ascoltar1a? Taleè la nostra cultura.”

Fermarsi: fermare i piediche il profeta Isaia chiama i“piedi del messaggero dei lie-ti annunzi”, perché sannocorrere verso tutti ma anchefermarsi per dare il lieto an-nuncio. Anche quelli del sa-cerdote e del levita sonopiedi di un uomo di Dio: manon sono capaci di fermarsi,perché va al Tempio, senzasapere che Dio è lì, sullastrada.

Il fermarsi del samarita-

no: è donare tempo, prender-si cura, passare addiritturadalla locanda per non lascia-re solo quel malcapitato.

Possiate dire ai vostri pre-ti: “Dona il tuo tempo, per-ché il tempo del prete ètempo che ha donato a Dio, eappartiene ai figli di Dio, trai quali siamo anche noi am-malati.”

Guarda. Non è lo sguardocurioso, ma lo sguardo chefissa i propri occhi in un vol-to. L'altro è un volto. L'altroè una persona. Dice Levinas:“La pelle del volto è quellache resta più nuda, più spo-glia. La più nuda sebbene dinudità dignitosa. La più spo-glia, anche nel volto c'è unapovertà essenziale.” Guarda-re, ascoltare, per dire: “Tuper me ci sei.”

Non sono solo gli occhi delpresbitero a guardare, matutti i suoi sensi. Propriocome avviene nella SacraScrittura: nel libro dell'Eso-do, quando si dice che Dioascoltava le sofferenze delsuo popolo schiavo degli Egi-ziani, ci sono due passaggi:“Dio ascoltò il lamento dei

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suoi figli, vide e conobbe” (Es2,24). E poi in Es 3: “Il Si-gnore disse: Ho visto l'affli-zione del mio popolo inEgitto ed ho ascoltato il suogrido a causa dei sorveglian-ti; conosco infatti il suo gridoa causa dei suoi sorveglianti,conosco le sue sofferenze.” Èun conoscere che pervadetutti i sensi, che si fa caricodell'altro. Conoscere per ave-re compassione, nel sensopiù vero della parola: soffrireinsieme.

Contempla. Il prete nonè un medico che prescriveuna terapia. Né uno che siprende semplicemente cura.E' uno che contempla il vo-stro volto, e in esso il misterodi Dio e della vostra vocazio-ne. È allora che diveniamocome il buon samaritano chericeve qualcuno, il misterodella vita di qualcuno, cheha una vocazione. “A contemplare una realtà che Cristo ha santificato, rendendola espressione del-l'Amore!”

L'altro che contemplo è ilServo sofferente che non haapparenza né bellezza; è im-

magine e somiglianza di Dio,è uno per cui Cristo si identi-fica. La contemplazione ècambiamento di sguardo, chediventa cambiamento delcuore: la presenza del mala-to mette in atto una conver-sione – contemplazione.Quella carrozzella è alloraun ostensorio sul quale èGesù, come diceva don Toni-no Bello!

Aiuta. Per aiutare colui che la por-ta, realizzare e portare a compimento lasua missione, a favore anche di te!

Il prete ha come specificodella sua vocazione l'aiutoche porta agli altri nella co-munità, per aiutarla a cre-scere come comunità dicredenti. Dice la Presbitero-rum ordinis al n. 6: «Ciascu-no dei fedeli sia condotto,nello Spirito Santo, a svilup-pare la propria specifica vo-cazione secondo il Vangelo, apraticare una carità sincerae operosa, a esercitare quellalibertà con cui Cristo ci ha li-berati».

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Al malato doniamo la Pa-rola, i sacramenti, ma so-prattutto lo aiutiamo ascoprire la sua vocazione. “Amotivo di tale provvidenzialericorrenza, sono vicino a cia-scuno di Voi e Vi invito, carifratelli e sorelle ammalati, arivolgere incessantemente levostre preghiere e l'offertadelle sofferenze al Signoredella vita a favore della san-tità dei vostri beneamati sa-cerdoti, affinché svolganocon dedizione e carità pasto-rale il ministero a loro affi-dato da Cristo Medico delcorpo e dell'anima. Infine avoi, cari fratelli e sorelle ma-lati e sofferenti, affido laChiesa, che ha bisogno delleVostre preghiere e dell'offer-ta delle vostre sofferenze, lapersona del Santo Padre Be-nedetto XVI, i Vescovi e i sa-cerdoti di tutto il mondo, iquali si prodigano quotidia-namente per la vostra santi-ficazione” (card. Zimoski,2009, Pontificio Consigliodella Pastorale sanitaria).

L'esperienza di Maria Re-sta ha trovato nella spiritua-

lità di Santa Teresa delBambino Gesù la chiave del-la sua vocazione – offerta: “Èstata Lei ad iniziarmi – scri-veva della santa – a questomio piccolo grande amoreper il Sacerdote, per i Sacer-doti.”

Fermati – guarda – con-templa – aiuta. Ma Insie-me: il prete è l'uomo dellacomunione e della comunità,non un navigatore solitario eaiuta anche i laici a fare lostesso. Mons. Luigi Novareseci dà l'esempio: lavora conSorella Elvira Psorulla, allaquale chiese di collaborare inquesto suo nuovo apostolato,e a dare vita alle fondazioniche, a diverso livello, si pro-pongono il sostegno spiritua-le, umano e materiale dellepersone sofferenti.

Cari amici del CVS, graziedi esserci. Grazie per quelloche fate con la vostra soffe-renza.

Mons. Luigi Renna(Rettore del PontificioSeminario Regionale

di Molfetta)

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E' viva la nostra sede!Visita di S.E. Mons. Francesco Cacucci

Lo scorso 4 maggio l'Arci-vescovo di Bari-Bitonto, S. E.Mons. Francesco Cacucci, havisitato la nostra sede ed hapresieduto la celebrazionedella S. Messa in presenza ditutto il CVS diocesano.

Si è così avverato un desi-derio che il CVS di Bari-Bi-tonto ha coltivato per circaquattro anni, da quando lagenerosità della famiglia Ca-puto ci ha dato una sede,una casa che possiamo senti-re nostra. Grazie al contribu-to di tanti altri civuessini(alcuni dei quali già nellaCasa del Padre celeste), lasede è stata ristrutturata edora, finalmente, abbiamo po-tuto accogliere il nostro pa-store, che amorevolmente ciha fatto visita.

Filo conduttore della litur-gia è stata l'icona biblica deidiscepoli di Emmaus, temaimportante per la spirituali-tà e la pedagogia civuessina.Come rappresentazione figu-rativa dell'episodio biblico è

stato scelto il mosaico realiz-zato da p. Rupnik mostratosotto, perché – con un'intui-zione profondamente origi-nale – inserisce accanto aGesù e ai discepoli la figuradi Maria, la quale indica ilpane che Gesù sta spezzan-do, pane che si trova esatta-mente davanti al costato

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"La Madre di Dio indica ilpane spezzato sul costato di

Cristo", riproduzione delmosaico di p. Rupnik situato

nella Chiesa della NostraSignora del SS. Sacramento eSs. Martiri Canadesi, Roma.

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trafitto di Cri-sto, per sugge-rirci che sitratta del Suocorpo donatoa noi sullaCroce e nel-l'Eucaristia.Maria, così,ancora unavolta è Odegi-tria – titolocon cui è ve-nerata nellanostra diocesi– cioè “colei che indica lavia”.

Nel corso della S. Messasono state lette, da parte diuna voce-guida e del Respon-sabile diocesano, delle brevimonizioni per spiegare a tut-ti i presenti in che modo iGruppi d'Avanguardia delCVS applicano il “metodo”adottato dal Signore con i di-scepoli di Emmaus per l'apo-stolato e la formazione. I

testi sono riportati nei boxsotto e alle pagine seguenti.

ALL’INIZIO DELLA CELEBRAZIONEGUIDA:  Siamo  qui  per  fare  festa   insieme.  E   l’Eucaristia  è   la  festa  più  bella.Vogliamo ringraziare il Signore per il dono di Mons. Luigi Novarese alla Chiesae  di  Mons.  Francesco  Cacucci  alla  nostra  Chiesa   locale.  Vogliamo   renderegrazie per la nostra presenza qui, in questa Sede, che ci piace pensare comeCasa di Maria, e suo dono. Vogliamo, infine, ma soprattutto, entrare con gioianel  mistero  di  Cristo,   lasciandoci  guidare  dal   linguaggio  semplice  e   insiemeprofondo del simbolo. Il   simbolo   scelto   è   quello   dei   Discepoli   di   Emmaus:   icona‐chiavedell’apostolato   del   CVS   e   insieme   sintesi   efficace   del  mistero   di   ognicelebrazione eucaristica. 

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Rito penitenziale dell'aspersione

Saluto introduttivo di S.E. Mons. Francesco Cacucciall'inizio della S. Messa

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INTRODUZIONE ALLA LITURGIA DELLA PAROLAGUIDA: …“Spiegò loro le scritture”.  …La Parola: lungo la strada! La Parola è lastrada. Il Signore stesso ci introduce al senso del suo mistero‐ Chi porta il lezionario entra e lo poggia sul tavoloRESPONSABILE:  Anche  nei  nostri  gruppi   il  primo  momento  dell’incontro  èsempre dedicato alla Parola e alla catechesi. Ci poniamo in ascolto, chiedendoal Signore di fare ardere i nostri cuori.

INTRODUZIONE ALL’OFFERTORIOGUIDA: …“Resta con noi…, a spezzareil Pane”‐  Chi  porta   i  doni,   lentamente,   iniziaad entrare… uno alla volta… poggia idoni   sul   tavolo…;   chi  porta   calice  epatena li porge ai celebranti.GUIDA: Pane e vino. Con essi e in essi,tutta la nostra vita: spezzata, soffertae offerta. RESPONSABILE:  Anche   nei   nostrigruppi   non  manca  mai   il  momentodella  preghiera:  guida  al  cammino  dicomunione. 

DOPO LO SCAMBIODELLA PACE

GUIDA:  …“Trovaronoriuniti   gli   Undici   e   glialtri   che   erano   conloro”. ‐ Chi porta il simbolo difraternità,   lentamente,inizia  ad  entrare…  e   lopoggia sul tavoloGUIDA:  La  comunità:   lacomunione:  il  Risorto  alCentro. Figli nel Figlio ciriconosciamo fratelli. RESPONSABILE:Fraternità  è   la   terza

parola, è il terzo impegno dei nostri gruppi. Corriamo…, pieni di gioia, perchéTu, Signore, sei la nostra gioia; Tu, Signore sei la nostra pace.

DOPO LA COMUNIONEIn questo momento che la liturgia dedica al ringraziamento, vogliamo lodare il

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La preghiera dei fedeli

La preghiera eucaristica

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Signore con uno dei linguaggi più sentiti dal Gruppo Attivo, la danza. Abbiamoscelto il Magnificat: il canto di Maria, donna del silenzio e della poesia. Maria,che  Rupnik,  con   intuizione   felice  e  particolare,  mette  nell’icona  che  ci  staguidando,  accanto  al  Figlio,  mentre  spezza   il  pane.  Ad  Emmaus  Maria  nonc’era. Eppure c’era. Come c’è in ogni nostra liturgia, in ogni nostra preghiera,anche se non esplicitamente invocata. La nostra spiritualità dei sette gradi delsilenzio   interiore,  ci   insegna  che  Maria  è  soglia  silenziosa:   la  soglia  che  ciintroduce nel Mistero della tenda della Trinità. Quella  che   i   ragazzi  ci  propongono  è  una  danza   liturgica.  E’  un   invito  allapreghiera.  Quindi,  anche  se  sono  bravissimi  e  magari  può  venirci  voglia  diapplaudire alla fine, vi preghiamo di non applaudire. Se veramente vi avremoaiutati  a  pregare,  alla  fine  del  canto  rimaniamo   in  silenzio…  a  ringraziare   ilSignore.

DOPO L’ORAZIONE FINALE‐ Si prepara chi porta i cesti con i ricordiniGUIDA: …“Partirono senza indugio… e narrarono ciò che era accaduto” ‘Missa est’. ‘Missio est’. Il Crocifisso‐Risorto è… in noi. Origine e meta, fonte esenso, autore e contenuto della missione.RESPONSABILE:     L’Apostolato  è   la  quarta  parola  dei  nostri  gruppi:  ma   inrealtà è la prima. Come dice Paolo VI, anche a noi, segnati dalla sofferenza, ilSignore ha lanciato una vocazione e una missione: far uscire il dolore dalla suadisperata inutilità e farlo diventare fonte positiva di bene.GUIDA:  Vengono   portati   al   tavolo   dei   doni   dei   segni/ricordo   di   questacelebrazione,   con   l’immagine   dei   Discepoli   di   Emmaus   con  Maria,   cheverranno consegnati durante il canto finale.RESPONSABILE:  saluto finale.

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Momenti della danza liturgica

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Prima della be-nedizione finale,come momento dimeditazione e rin-graziamento dopola Comunione, il“Gruppo Attivo” siè esibito in unadanza liturgica sul-la musica e le paro-le del Magnificat.Al centro della co-reografia vi eraun'icona della Bea-ta Vergine Maria,davanti alla quale i danzatorisi soffermavano a turno, al-ternando movimenti lenti peresprimere devozione e veloci– agitando dei nastri coloratilegati ai polsi – per manife-stare luce e gioia.

Al termine della S. Messa,è stato offerto un piccolo rin-fresco. Una copia del mosaicodi Maria con Gesù e i discepo-li di Emmaus, realizzatacome icona dalla Cooperativasociale “Ala di Riserva” (natadal CVS diocesano), è statadonata all'Arcivescovo al ter-mine della visita. E' statainoltre consegnata a ciascunodei presenti una figurina-ri-cordo con la medesima imma-gine.

Il CVS di Bari-Bitonto ri-corderà sempre questo avve-

nimento con stupo-re e gratitudine,poiché sono statidavvero palpabilil'affetto e la gioiacon cui Mons. Ca-cucci ci ha visitati eha trascorso il po-meriggio con noi.

Ringraziamol'Arcivescovo per lasua paterna bene-volenza. Ringrazia-mo tutti isacerdoti, amici del

CVS diocesano, che hannoconcelebrato. Ringraziamo iseminaristi impegnati il saba-to e la domenica nel tirociniopastorale presso la nostra as-sociazione, sia quelli “attuali”che hanno fatto di tutto pernon mancare a questo mo-mento bello e importante, siaquelli “passati” che sono ri-masti legati al CVS e hannocooperato concretamente espiritualmente alla buonariuscita della giornata. Rin-graziamo infine il Signore perquesto dono grande e magni-fico, che dentro di sé ha rac-chiuso una molteplicità displendidi doni più piccoli,come l'aver vissuto i giorni dipreparazione come una verafamiglia, in spirito di lietacollaborazione e comunione. □

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S.E. Mons. Cacucci e laResponsabile del CVSdiocesano Rosa Sinisi

tagliano la torta

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Bisceglie chiama Bari

Le nostre recenti “avventure”

Sabato 1° maggio 14 fravolontari, fratelli e sorelledella diocesi di Trani-Barlet-ta-Bisceglie si sono “avven-turati” per raggiungere lalontana(?!?) Molfetta e parte-cipare per il quarto annoconsecutivo al meeting regio-nale del C.V.S.

Il tema proposto è statoper tutti noi molto interes-sante e coinvolgente perchési è parlato di sacerdoti e lai-ci accanto a chi soffre. Il pri-mo intervento, tenuto dal"padrone di casa" don LuigiRenna, pur mettendo in evi-denza la figura del sacerdoteattraverso 4 verbi (fermarsi,guardare, contemplare, aiu-tare) ha invitato noi laici afare altrettanto nei confrontidell'ammalato. In questamaniera si fa della parroc-chia quella casa in cui diver-samente abili e nonappartengono con la stessadignità. Molto toccante è sta-ta la poesia che don Luigi ciha letto. Essa è stata scritta

da Maria Resta di Neviano(una civuessina tornata allacasa del Padre).

Altrettanto interessante èstata la relazione tenuta daFloriano Scioscia che ha sot-tolineato come attraverso ilbattesimo entriamo a farparte del popolo sacerdotaleoltre che regale e profetico.In particolare il sofferentedeve testimoniare perché an-che lui chiamato dal Padre alavorare nella Sua vigna.

Dopo aver condiviso ilPane eucaristico e il paneportato “dalle nostre case”, cisiamo lasciati coinvolgeredai giochi preparati per noidai seminaristi del IV anno,

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al termine dei quali il mee-ting ha dato l'arrivederci alprossimo anno.

A distanza di una settima-na abbiamo rimesso in motoi mezzi per raggiungere que-sta volta la città di Trinita-poli, per partecipare alla"festa diocesana del malato".Anche questa è stata divisain due momenti, il primoprettamente spirituale attra-verso la recita del Santo Ro-sario, la partecipazione dellaSanta Messa e la processioneEucaristica che è terminatadavanti alla grotta in cui ècollocata la statuina della

Madonna di Lourdes. Questagiornata ci ha visti coinvoltiinsieme ad altre associazionicome l'Unitalsi, la CroceRossa Italiana, le Misericor-die d'Italia, il 118 e i gruppiCaritas, ricordandoci comenon sono pochi coloro cheportano nel loro cuore la fi-gura dell'ammalato.

Anche qui la conclusione èstata a favore della danza edella…panza.

Qui Bisceglie… a voi Bari.

Maria Ida Todisco(Resp. GdA S.M.M. dellaMisericordia – Bisceglie)

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Genesi degliEsercizi Spirituali

per famiglie

I primi Esercizi Spiritualiper famiglie si sono tenuti,in via sperimentale, nell’e-state del 1995. Sono natidall’esigenza di alcune cop-pie di sposi di Bari che, nonpotendo più partecipare alCorso Diocesano a causa del-la presenza dei propri bam-bini, e non essendo piùconsiderati giovani, avverti-vano la mancanza di un mo-mento forte nel camminocristiano e di quella ricaricaspirituale che gli Esercizidanno.

Le giovani famiglie diBari trovarono attento allaloro richiesta don VittorioBorracci, assistente spiritua-le della Diocesi di Bari-Bi-tonto. Questi, sempre prontoe disponibile, se ne fece por-tavoce presso i responsabili

dell’apostolato dell’Associa-zione e riuscì ad ottenere uncorso per Giovani Famiglienella settimana di Ferrago-sto del 1995.

Per i primi tre anni, gliEsercizi durarono tre giornied avevano come tema argo-menti relativi al dialogo nel-la coppia, alla relazionesponsale, agli esercizi spiri-tuali tra le pareti domesti-che, alla preghiera di coppia,alla benedizione dei figli,ecc… Le lectio di Don Vitto-rio riguardavano alcunipassi del Cantico dei Cantici,di Tobia, ecc… e prendevanospunto anche da alcuni testiediti dalla Comunità di Ca-resto, esperta nella Pastora-le della Famiglia.

Le giornate erano orga-

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nizzate sul modello di quelledegli Esercizi normali equindi prevedevano Lodi,lectio, meditazione e varieCelebrazioni, Adorazione, Li-turgia Penitenziale ed Euca-ristica.

Per i bambini, all’epocamolto piccoli, c’erano dellebaby-sitter che li intrattene-vano per lasciare i genitoriliberi di ascoltare, meditare,pregare.

Dal quarto anno gli Eser-cizi Spirituali per Famigliesono stati equiparati a quelliprevisti per gli altri Settori.Le tematiche quindi sonostate quelle stabilite per glialtri corsi, da cui si differen-ziavano per il taglio specifi-co, per la meditazione incoppia oltre che personale eper la condivisione con i figlidi alcuni momenti della gior-nata. Questi ultimi, inoltre,sono stati coinvolti dalle so-relle della casa e da qualcheamico dei Silenziosi Operaidella Croce in attività ludi-che, grafico-pittoriche, didrammatizzazione incentra-

te su tematiche parallele aquelle dei genitori.

Nel corso di questi ultimianni si sono avvicendati vali-di predicatori.

Al nucleo storico di fami-glie, formato da cinque / seicoppie fedeli, si sono alterna-te e continuano ad alternarsialtre provenienti dalla Pu-glia, dalla Campania e ancheda altre regioni come l’Emi-lia Romagna e l’Abruzzo.

Con il passare del tempoa queste giornate di spiritua-lità per famiglie partecipanoanche coppie di sposi ormaicon parecchi anni di matri-monio alle spalle. Questisposi lasciano a casa i loro fi-gli ormai adulti e fanno vo-lentieri l’esperienza degliEsercizi.

Chi volesse venire con noia Valleluogo per una ricaricaspirituale ci telefoni:0805797185 o 3406632860.Vi assicuriamo che ne vale lapena!

Laura e Matteo Landi

(Incaricati Famiglie CVS)

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“Sono sotto ilmanto dellaMadonna”Per ricordare

Michela Caputo(…) La morte non può di-

struggere certi vincoli spiri-tuali. Se tante volteabbiamo pregato insieme,non può essere che si siaoggi separati. Noi preghia-mo per lei e lei prega per noi.Abbiamo celebrato ora il me-moriale della passione, morte,risurrezione del Signore Gesù,e Michela nella sua vita haunito la sua sofferenza allapassione redentrice di Lui, of-frendola consapevolmente, to-talmente e definitivamente. Enon ha mai ritirato questa of-ferta, l’ha sempre mantenuta econfermata.

Le tappe della sua vita: pri-ma nella sua bella famiglia,profondamente credente. Lostudio, l’impegno giovanile, laprofessione. L’incontro con l’I-stituzione Teresiana: riconoscenel carisma che lì si vive il suogiusto posto. Chiede di entrar-vi, ne è membro, partecipa allasua vita, pur continuando a vi-vere nella sua famiglia, a Bari.Collabora in pieno a persegui-

re i fini dell’associazione: l’e-vangelizzazione, la promozio-ne dell’uomo e della societàattraverso l’educazione e lacultura, inserendosi in tuttequelle attività che consentono,nel mondo, di operare in que-sto senso.

Poi arriva una sua chiama-ta particolare: la sofferenza, lavita che cambia. Un ictus, 33anni fa, paralizza per semprela parte destra del suo corpo.Aiutata dalla famiglia, lotta,ricorre alle cure necessarie. Einsieme accetta, offre, inseri-sce il suo dolore nell’offertache Gesù fa di se stesso per lasalvezza dell’uomo. Ma non di-venta passiva, anzi combatte,non si ritira in un suo mondoprivato. No: partecipa, viaggia,accoglie in casa chi la visita,ascolta, prega, dice la parolagiusta. Ha appreso un pensie-

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ro illuminante di Josefa Sego-via, la Serva di Dio che è statala prima Direttrice Generaledell’I.T.: nella vita, nel mondo,nella Chiesa, fra noi, ci posso-no essere personalità grandi,messe un po’ come fari di luceper gli altri. E poi ci sono per-sone di cui non si parla, chepregano, che portano una cro-ce in unione a quella del Si-gnore…ebbene, queste sonocome fonti sotterranee, comefalde acquifere che fertilizzanoil terreno che altri lavorano.Michela lo sapeva, non ne par-lava, non lo diceva, ma lei enoi lo sapevamo. Inoltre, aBari, lei conosce la spiritualitàe l’opera generosa dei “Volon-tari della Sofferenza” e anchea loro siamo profondamentegrati per l’appoggio, il confor-to, la luce, l’amicizia che lehanno dato.

Infine, l’ultima parte dellasua vita: nel 2004 si finisce diristrutturare una casa, qui aMontesacro, nell’ambito diquesta parrocchia. Qui si for-ma una nostra comunità, quipensiamo che Michela possastare bene. Con lei lo decidia-mo, viene. Le sue condizioni fi-siche andavano giàdeteriorandosi e il declino ècontinuato, malgrado ognicura. Però Michela ha qui due

grandi fonti di felicità: l’Euca-ristia e la comunità. La portadella sua camera si apriva difronte a quella della Cappella.La gioia di partecipare allaMessa, di sostare a lungo inpreghiera…passare lungo ilcorridoio e aprire un momentoquella porta per salutare il Si-gnore lì presente…E Lui cheha ispirato questo amore, lo haricambiato col privilegio di ri-cevere la Comunione fino al-l’ultimo giorno della sua vita.

L’altra sua gioia è stata lacomunità: partecipa ad ogniriunione, ai pasti, alla pre-ghiera, a tutto. L’ultimo suoricordo, che ci conforta, risalea sabato scorso, il penultimogiorno della sua vita. Era ecce-zionalmente lucida ed ha con-fidato ad Amor, che era lìaccanto a lei: “Sai, io sono sot-to il manto della Madonna…”Una lucidità, una serenità im-pressionanti. Si toccava conmano il soprannaturale.

Il nostro vincolo non si èspezzato, continua la nostracomunicazione e la nostra co-munione. (...)

(Dal testo scritto dalle SorelleTeresiane in occasione della

Messa di Esequie, Roma,26/1/2010, Parrocchia degli

Angeli Custodi)

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La posta del Bambù

Caro Bambù, abbiamo pensato che, se vuoi e se ilgiornalino non è ancora pronto, potresti pubblicare

questo articolo in modo da far conoscere ad altre famigliel'esperienza che noi viviamo a Valleluogo. Vedi tu cosapuoi fare. se ti sembra troppo lungo, riassumilo pure manon dimenticare il nostro recapito telefonico. A presto

Laura e Matteo Landi

(Incaricati Famiglie CVS)

Cari Laura e Matteo, siete stati accontentati: il vostro bel-lissimo articolo è a pag. 25, con tanto di numeri di telefono(complimenti: questo si che è slancio di apostolato!).

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Se non hai ancora fatto la tua dichiarazione dei redditiPuoi destinare il “5 per mille”

alla Cooperativa Sociale“Ala di Riserva”

Sappiamo che si può destinare il 5 per mille dell'imposta sulreddito delle persone fisiche alle associazioni di volontariato e alleorganizzazioni non lucrative di utilità sociale.

La “Cooperativa Sociale Ala di Riserva”, nata come ramo socialedel Centro Volontari della Sofferenza, rientra a pieno titolo traquelle che possono beneficiare del 5 per mille.

Come fare? Basta:1) apporre la propria firma nel primo dei riquadri che figura-

no sui modelli di dichiarazioni (CUD 2010; 730/1-bis reddi-ti 2009; UNICO persone fisiche 2010):“Sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrati-ve di utilità sociale, delle associazioni di promozione socialee di altre fondazioni e associazioni riconosciute “

2) scrivere il codice fiscale della Cooperativa: 04601590724E' consentito scegliere una sola associazione a cui destinare la

quota. La scelta di destinazione del 5 per mille e quella dell'8 permille, però, non sono alternative fra loro.

GRAZIE!!!!

P.S.: nel caso tu non fossi tenuto alla dichiarazione mediante mo-dello 730 o Unico, perché avente solo redditi da lavoro dipendenteo da pensione, puoi ugualmente destinare il 5 per mille alla Coope-rativa “Ala di Riserva” compilando il modello CUD e speden-dolo a chi di dovere. Se sei furbo ti fai aiutare dal tuoanimatore.

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Esercizi Spirituali2010 a Valleluogo

21 – 26 giugno “Gruppo Attivo”26 giugno – 1° luglio

Bambini

9 – 13 agosto Famiglie16 – 22 agosto Adulti e Giovani22 – 27 agosto Adolescenti e

Giovanissimi

Giovanni Paolo II in persona ciinvita agli

Esercizi Spirituali 2010“Non abbiate paura di dare ilvostro tempo a Cristo! Il tem-po donato a Cristo non è maitempo perduto, ma piuttostotempo guadagnato per l'uma-nizzazione profonda dei nostrirapporti e della nostra vita.”

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SommarioL'audacia di un Dio vicino.....................................................................3Il “decalogo” della vita secondo lo Spirito.............................................6CVS-TG..................................................................................................8Scelti.......................................................................................................9La testimonianza suscita vocazioni....................................................10Il meeting regionale, esperienza identitaria.......................................11Il sacerdote accanto all'ammalato.......................................................14E' viva la nostra sede!..........................................................................18Le nostre recenti “avventure”..............................................................23Genesi degli Esercizi Spirituali per famiglie......................................25“Sono sotto il manto della Madonna”..................................................27La posta del Bambù.............................................................................29Puoi destinare il “5 per mille”.............................................................30Esercizi Spirituali 2010 a Valleluogo..................................................31

“Il Bambù” è la continuazione di “Cristo Vera Speranza”, il glorioso gior-nalino che ha raccontato il cammino del CVS di Bari-Bitonto per moltianni.

La nuova testata si rifà ad una antichissima parabola cinese cheesprime (inconsapevolmente) in termini poetici il carisma della nostraassociazione: così infatti il bambù esclama con termini molto... cristiani:«Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quello che vuoi» (cfr. Lc 1,38 e Mc14,36).

Hanno collaborato a questo numero: Annalisa Caputo, Maria Cimi-no, Laura e Matteo Landi, Rosa Pasqua Moschetta, Mons. Luigi Renna,Rosa Sinisi, Anna Sodano, Maria Ida Todisco

Redazione: Don Vittorio Borracci, Maria Rita Pisani, Floriano Scioscia

Indirizzo postale: “Il Bambù”, c/o Scioscia, Via Maranelli 2, 70125 BariIndirizzo e-mail: [email protected]

Sito informativo generale del CVS: www.sodcvs.org Sito a livello locale: cvsbari.altervista.org

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