Lo Scarpone Giugno 18

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L’incontro alla Scuola alpina di Predazzo (TN) tra una giovane allieva delle Fiamme Gialle e Agostino Gazzera detto Gustìn, istruttore di alpinismo, figura carismatica del CAI in Piemonte. Club Alpino Italiano e Fiamme Gialle hanno celebrato congiuntamente, con un animato convegno sull’alpinismo, i novant’anni della celebre Scuola alpina di Predazzo UN PERCORSO COMUNE SICUREZZA Giornata nazionale il 27 giugno RIFUGI Fondo stabile, come ottenere i contributi TERRE ALTE Al via 15 progetti di ricerca GUIDE ALPINE Montagna no-limits dai 7 ai 97 anni NOTIZIARIO MENSILE GIUGNO 2010 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO ISSN 1590-7716 Numero 6 - Giugno 2010 - Mensile - Poste Italiane S.p.a – Sped. in A.P. – D. L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n°46) art. 1 comma 1 DCB Milano - La Rivista del Club Alpino Italiano - Lo Scarpone

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L’incontro alla Scuolaalpina di Predazzo

(TN) tra una giovaneallieva delle Fiamme

Gialle e AgostinoGazzera detto Gustìn,

istruttore di alpinismo,figura carismatica

del CAI in Piemonte.

Club Alpino Italiano e Fiamme Gialle hanno celebratocongiuntamente, con un animato convegno sull’alpinismo,i novant’anni della celebre Scuola alpina di Predazzo

UN PERCORSO COMUNE

SICUREZZA Giornatanazionale il 27 giugno

RIFUGIFondo stabile,come ottenere i contributi

TERRE ALTEAl via 15 progetti di ricerca

GUIDE ALPINEMontagnano-limitsdai 7 ai 97 anni

NOTIZIARIO MENSILE GIUGNO 2010 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO

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La collaborazione tra Guide alpine eCAI prosegue nella stagio-ne estiva connuove proposte di

attività sulle montagne.Siamo arrivati alla terzaedizione dei “Percorsid’estate” e possiamocominciare a dire chealcuni degli obiettivi checi eravamo prefissatisono stati raggiunti. Comein tutte le attività di suc-cesso che hanno possibili-tà di proseguire, entrambigli attori hanno interessiprecisi da perseguire.

Il CAI con queste propo-ste offre ai propri soci dellepossibilità diverse dalla

normale programmazione sezionale; le usci-te durano più giorni, raggiungono mete nor-malmente non proposte, si esce dalla routi-ne delle gite concentrate nei fine settimana.Inoltre si avvicinano nuovi appassionatidella montagna al mondo CAI.

Le guide alpine e gli accompagnatori dimedia montagna hanno la concreta possibi-lità di operare con i soci nelle forme loro più“abituali”, mettendo la propria professionali-

tà a disposizione di un foltonumero di appassionatiche non hanno mai avutomodo di conoscere da vici-no il loro modo di andarein montagna e di propornel’esperienza.

Le attività proposte pri-vilegiano i pernottamentiin rifugio; anche questo èun modo concreto disostenere e incrementarel’utilizzo di queste strut-ture che con grandeimpegno vengono gestitedal “popolo dei rifugisti”.In cambio è possibilegodere della specialeatmosfera che solo le

serate in rifugio possono offrire con compa-gni di queste “piccole, ma grandi avventure”.

Da non dimenticare che la frequentazionedella montagna per più giorni (nei program-mi proposti sono tassativi almeno tre per-nottamenti), è un contributo alla sicurezza,di cui giustamente tanto si parla. Non sare-mo quindi “costretti” ad azzardare una salitaperché abbiamo solo quel giorno a disposi-zione e le previsioni meteo sono sfavorevoli,ma potremo variare il programma con piùelasticità; in questo caso la figura della guidaalpina sarà preziosa nel decidere i cambi diprogramma.

Rimanere per più giorni in montagna per-metterà anche di ridurre l’impatto ambienta-le causato da chi proviene dalle aree metro-politane; non più centinaia di chilometri peruna salita, ore passate in auto sproporziona-te rispetto a quelle in ambiente, ma un solospostamento per più giornate.

Ma la scelta ecologica non si ferma a que-sto. Come vedete i programmi non sarannopiù stampati su carta e spediti nelle vostrecase, ma pubblicati sul sito del CAI. I van-taggi di questa scelta sono evidenti a tutti. Vichiediamo solo un piccolo sforzo: seguire leindicazioni che vi diamo e leggere i pro-grammi sul vostro computer.

Erminio Sertorelli

Presidente Associazione Nazionale

Guide Alpine Italiane (AGAI)

Guide alpine Percorsi d’estate 2010

La prima cosa che colpisce sfogliando i programmi messi a punto dalle Guide alpinee dagli Accompagnatori di media montagna, credo sia la varietà. La montagnaestiva offre opportunità davvero belle, che possono accontentare chi muove i primi

passi in questo ambiente, ma anche rispondere alle esigenze degli alpinisti più esperti.Nelle proposte dell’estate 2010 ci sono programmi che si rivolgono ai ragazzi dai 7 ai 13anni, trekking con i muli, yoga a un passo dal cielo, scalate di diverso grado e ambiente.Forme e colori che aspettano di essere scoperti: l’acqua, la terra, la roccia, il ghiaccio, ilverde di boschi e prati, il fascino magnetico del vulcano, le grotte, i canyon, picchi daiprofili rinomati, vallate che aprono il respiro... Si sente la possibilità di divertirsi erigenerarsi a contatto con la natura, ma se scrutate fra le righe sentirete anchequalcos’altro: l’atmosfera intima del rifugio, del pane e cioccolato, dell’aspettare chi èstanco e arrivare insieme, del riposo dopo la fatica, i racconti, le risate… moltissimeopportunità accomunate da un elemento umano: i professionisti che alla montagnariservano tempo e dedizione quotidiani, rispetto, confidenza e, soprattutto, l’entusiasmonel condividerla e nel fruire con gioia della sua bellezza. (E.S.)

Divertirsi e rigenerarsi a contatto con la natura

Itinerari selezionati per i soci Montagna no-limits dai 7 ai 97anni. Le proposte sono a disposizione nel sito web www.cai.it, cliccando sul pulsante Focus Orizzonti

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Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 184 del 2.7.1948 - Iscrizione al Registro

Nazionale della Stampa con il n.01188 vol. 12, foglio 697 in data 10.5.1984

Lo Scarpone è stato fondato nel 1931 da Gaspare Pasini

La redazione accetta articoli, possibilmente succinti, compatibilmente con lo

spazio, riservandosi ogni decisione sul momento e la forma della pubblicazione.

Il materiale da pubblicare deve essere in redazione, possibilmente per posta

elettronica o con supporti informatici, entro l’ultimo giorno del mese.

Club Alpino Italiano fondato nel 1863

315.032 soci (fine dicembre 2009)

Presidente generale: Annibale Salsa

Vicepresidenti generali: Valeriano Bistoletti, Goffredo Sottile, Vincenzo Torti

Componenti del Comitato direttivo centrale: Lucio Calderone, Francesco Carrer, Gianfranco Garuzzo

Consiglieri centrali:Alberto Alliaud, Flaminio Benetti, Ettore Borsetti, Sergio Chiappin, Antonio

Colleoni, Enzo Cori, Massimo Doglioni, Luca Frezzini, Franco Giacomoni, Ugo

Griva, Luigi Grossi, Aldo Larice, Claudio Malanchini, Lorenzo Maritan, Vittorio

Pacati, Giovanni Maria Polloniato, Elio Protto, Luigi Trentini, Sergio Viatori

Revisori nazionali dei conti: Mirella Zanetti, Vincenzo Greco (in rappresentanza del Ministero dell’Economia e

Finanze), Luigi Brusadin, Roberto Ferrero (supplente)

Probiviri nazionali:Silvio Beorchia, Vincenzo Scarnati, Tullio Buzzelli, Tino Palestra, Lucia Foppoli.

Past president:Gabriele Bianchi, Leonardo Bramanti, Roberto De Martin

Direttore: Paola Peila

Il Club Alpino Italiano è membro e socio fondatore di:

2 Guide alpine Percorsi d’estate 2010di Erminio Sertorelli

4 Celebrazioni90 anni di Scuola Alpina

6 PersonaggiGustìn, un’istituzionedi Stefania Agostini

8 Amici della montagna Il Club dei 4000di Teresio Valsesia

9 Terre alte “Montagna che vive”di Mauro Varotto

10 Incontri Armando Scandellari

11 RassegneNuvole e preghiere a Spoletodi Gianni Zecca

12 Vie storicheLa Francigena si rinnova

14 AddiiGiancarlo Riva e Angelo Bertacche

15 Fauna delle AlpiRapporto orso 2009di Luca Pellicioli

17 TrentoFilmfestivalTutte le Genziane

18 I discretiBenito Savianedi Marco Conte

24 UniCaiSezionale, quale formazione

25 Materiali e tecnicheCorso per speleologidi Giuseppe Priolo

27 StrategieL’associazione “Dislivelli”Montagne nostreI recuperanti della Val Genova

SommarioFondato nel 1931 - Numero 6 - Giugno 2010

Direttore editoriale: Vinicio Vatteroni

Direttore responsabile: Luca Calzolari

Coordinamento redazionale: Roberto Serafin

e-mail: [email protected]

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Rubriche7 CIRCOLARI 16 NEWS DALLE AZIENDE

19 CAI REGIONI 20 MONDOMONTAGNA

22 DOVE E QUANDO 26 BOOKSHOP

28 QUI CAI 34 TRENOTREKKING 35 VITA

DELLE SEZIONI 37 PICCOLI ANNUNCI

39 LA POSTA DELLO SCARPONE

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4 - LO SCARPONE, GIUGNO 2010

É un’amicizia che viene da lontano,una storia che scorre lungo i confi-ni montuosi dell’Italia, quella chesempre più lega le Fiamme Gialle e il

Club Alpino Italiano e che da un paiod’anni si concretizza in un articolato pro-tocollo di collaborazione. A due anni dalsuo 98° Congresso nazionale, in aprile ilClub Alpino Italiano è tornato aPredazzo, nell’accogliente Scuola Alpinadella Guardia di Finanza, per contribuire a celebrare con un nuovosimposio il novantesimo anniversario di questa struttura che èanche sede del Soccorso alpino delle Fiamme Gialle (SAGF) ed èla più antica scuola militare alpina europea. Il compito di condur-re l’incontro mettendo a nudo i vari aspetti dell’alpinismo odierno“fra etica e tecnica” è stato assunto da Annibale Salsa: un ultimogeneroso impegno nel mandato dello studioso di antropologia cul-turale che in sei anni si è battuto come un leone per traghettare ilCAI “dallo spazio ludico allo spazio vitale” accentuandone il ruolosociale in una società che cambia.

Le date parlano chiaro: la nascita della Guardia di Finanza, all’epo-ca battezzata “Corpo delle guardie doganali”, precedette di un soloanno, nel 1862, quella del Club Alpino Italiano fermamente volutadallo statista Quintino Sella. Un percorso lungo e accidentato comeil terreno su cui i volontari del CAI e le Fiamme Gialle amano incon-

trarsi. Da oltre quarant’anni infatti la loro collaborazione è una real-tà, a cominciare dal soccorso alpino in cui l’accordo è perfetto. E inquesto clima il 16, 17 e 18 aprile, nella grande caserma si apriva la dis-cussione su una nuova cultura del limite in una società che sempre

più manifesta segni di fragilità. Come si com-portano oggi i piccoli uomini al cospetto

delle grandi montagne? Sanno inchinarsi,i moderni alpinisti, davanti alla natura

che li sovrasta e li condiziona (proprio neigiorni del convegno una grande nube vul-

canica ha messo in ginocchio i collegamen-ti aerei)?

La parola è andata subito agli scalatori edè stato Maurizio Zanolla, in arte Manolo, arompere il ghiaccio parlando del “limitefluttuante dell’alpinista”, sempre alla ricer-

ca di un equilibrio che cambia di situazionein situazione. “L’alpinista”, ha detto, “ha in sé quel germe che

spinge l’uomo ad andare avanti. Ma in questa rincorsa senza fine ènecessario acquisire esperienza della montagna per riuscire davveroad andare oltre il limite. Ma lasciatemi dire che è deplorevole la man-canza di conoscenza e di cultura della montagna in un paese fatto perla metà di montagne. E senza che mai a scuola se ne parli!”.

Severo il giudizio anche di Hervé Barmasse, giovane star dell’alpi-nismo valdostano, che ha ricordato l’essenza smarrita dell’alpinismo.“I nuovi alpinisti confondono l’alpinismo con i numeri, le lettere, igradi di difficoltà, dimenticando di comunicare le emozioni. E unalpinismo senza emozioni è un alpinismo senz’anima, condannato amorire”, ha detto il trentaduenne Hervé che, assieme al padre Marcoa sua volta alpinista di grande valore, ha appena aperto una nuova vialungo la parete sud del Cervino, documentata a Predazzo da unbreve, coinvolgente filmato.

Le riflessioni corali, gestite in maniera impec-cabile da Salsa, hanno toccato vari temi: laricerca dell’equilibrio, la qualità dell’ambiente,il pericolo di andare sempre di più verso unamontagna virtuale, che perde l’anima, il tecni-cismo che stravolge valori fondanti, la man-canza in Italia di una vera e propria coscienzadella montagna. Argomenti forti, che hannocatturato l’interesse dei presenti, ai quali, inapertura, dopo il breve discorso introduttivopronunciato dal colonnello comandante dellaScuola alpina Secondo Alciati, sono andati isaluti del sindaco di Predazzo Silvano Longo edel generale Ugo Marchetti, ispettore degli isti-tuti di istruzione, accompagnato dal generaleGiorgio Bartoletti, comandante della Legioneallievi. “Una storia illuminante è sicuramentequella delle Fiamme Gialle, con grandi ricordi,grandi personaggi e grandi nostalgie”, ha dettol’alto ufficiale richiamando con forza il sensodell’etica che deve sempre ispirare la vita dimontagna.

“Nei dieci anni in cui sono stato al comandodella Scuola di Predazzo il collegamento con ilCAI è sempre stato al massimo livello”, hatestimoniato a sua volta il generale Carlo

Celebrazioni I novant’anni della Scuola Alpina di Predazzo

Un quadro approfondito dell’alpinismo odierno“fra etica e tecnica” emerge dalle tre intensegiornate di dibattito condotte da Annibale Salsae organizzate con il contributo dellanostra associazione

“La nostra è una difesa della specificità del territorio alpino offrendocontributi per affrontare questa particolare tematica”, ha detto a Trento inoccasione delle celebrazioni per i novant’anni della Scuola alpina ilsenatore Giacomo Santini, a nome del Gruppo parlamentare amici dellamontagna di cui è vice presidente. “Si tratta dunque di una lobby in sensopositivo e su questo aspetto occorre fare chiarezza dal momento che inItalia, quando si parla di lobby, si pensa a un gruppo di personaggi chetramano nell’ombra per fare i propri interessi privati. Anche in Europa ilruolo della lobby della montagna si presenta piuttosto delicato. Dopo

l’ingresso, tra il 2004 e il 2007, di 12 nuovi paesi membri il tasso di montanità èaumentato passando dal 30 al 40% del territorio”.

“In Italia”, ha precisato il senatore Santini, “più del 50% del territorio è montuoso,mentre nel mondo questa percentuale è del 30%. In tema di flussi turistici c’è poi unaspetto importante: l’incremento della popolazione al sopra dei 65 anni, pari al 15%,registrato negli ultimi quindici anni. Occorre tenerne conto. In questi giorni in Trentino sistanno non a caso mettendo a fuoco le possibilità di potenziare le attività termalistiche esalutistiche. Oggi sappiamo che un albergo in montagna che non abbia una zonasalute manca di attrattive. Molti sono i clienti che richiedono la beauty farm.

S’impone dunque una specializzazione nella specificità, se mi è consentito questogioco di parole. La montagna non basta più, occorre puntare su un turismo culturaleche sempre più sappia armonizzarsi con il patrimonio naturalistico e con la capacità diinteragire con i diversi settori”.

Limiti e prospettive del turismo alpino

CAI e Fiamme Gialle, un percorso c

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Valentino, amico sincero del Sodalizio,uomo di grandi qualità umane, che al ver-tice della FISI ha anche saputo fare incet-ta di medaglie d’oro olimpiche. “Io stessosono stato presidente della Commissionemateriali e tecniche, un organo tecnicoparticolarmente attivo. Ho lavorato peroltre trent’anni per il Soccorso alpinonazionale, quello del CAI, e anche perquesto credo di essermi meritata unamedaglia d’oro dell’associazione”.

Nella sua relazione Valentino si è sof-fermato sull’inestimabile e talvoltamisconosciuta opera svolta dal CAI, sullavoro “immenso” che l’associazionesvolge sul territorio a beneficio del turi-smo alpino con un’azione condotta inperfetta armonia tra vertice e sezioni. E irisultati vanno ben oltre l’ambito turisti-co, ha spiegato, si riflettono sulla società.

“Perché la montagna”, ha dettoValentino, “è viva se l’uomo la rende viva,e oggi sempre più occorre dare fiducia acoloro che vivono e lavorano nelle nostrevallate”. Gli ha fatto eco Salsa sottoli-neando che la marginalità della monta-gna è riconducibile a un fattore culturale,non geografico, di cui chi ci governa devetenere il debito conto.

Fra tanti specialisti ha fatto colpo aPredazzo la comunicazione del veteranoAgostino “Gustin” Gazzera, esempio vir-tuoso di alpinista che alla montagna hadedicato tutto il suo tempo libero e anco-ra oggi, a 84 anni, non esita a offrire ai gio-vani la testimonianza delle sue esperien-ze talvolta sofferte. Tra i veterani chehanno tenuto banco non potevano poimancare Spiro Dalla Porta Xydias, scrit-tore, e Armando Aste , entrambi accade-mici e soci onorari del CAI. "La monta-gna”, ha detto l’ultranovantenne Spiro nelsuo appassionato intervento, “è semprestato il luogo della riflessione, dove stori-camente i grandi saggi, anche religiosi, andavano a meditare. Se que-sto ancora oggi è riscontrabile lo si deve all’alpinismo, un’attività gra-zie alla quale è possibile portare in vetta sia il corpo sia lo spirito".

A sua volta Aste, dall’alto dei suoi 84 anni, ha ribadito che “senza ilcuore dell’uomo le montagne non sono altro che ammassi di rocce,senza anima”. E ancora una volta il grande roveretano, protagonistadi leggendarie scalate nelle Dolomiti (quest’anno ricorre il cinquan-tennale della sua solitaria alla via dei Francesi sulla ovest diLavaredo, dove l’arrampicata artificiale ha toccato limiti non piùsuperabili), ha ribadito come l’alpinismo sia “ricerca di bellezza e diestetica, mentre l’alpinista è un cercatore d’infinito, un cavaliere del-l’ideale”. Lo stesso tema è stato ripreso da Maurizio Giordani, il gran-de esploratore della Marmolada. “La ragione che ti porta in monta-

gna”, ha detto, “è spesso offuscata dalla tecnica, dal gesto. E così,invece di vedere la montagna nitidamente con gli occhi del cuore, laricostruisci in maniera opaca tramite la tecnica”.

A dipanare la matassa di un “alpinismo consapevole”, secondo unadefinizione cara al presidente Salsa, hanno provveduto a Predazzoalpinisti e tecnici di alto livello. Tone Valeruz, “storico” sciatore estre-mo, ha affermato che la sicurezza dipende dall’equilibrio mentale eche questo equilibrio viene oggi compromesso da stili di vita sbaglia-ti. “L’uomo che decide di diventare camoscio vuole esserlo subito,non ha la pazienza di diventarlo”, osserva con buone ragioni Valeruz.Elio Guastalli, rappresentante del Corpo nazionale Soccorso alpino espeleologico e coordinatore del progetto “Sicuri in montagna”, haposto l’accento sulla “consapevolezza come senso del limite

In caserma, tra vecchi amiciAlcune immagini delle celebrazioni per i novant’anni della Scuola Alpina dellaGuardia di Finanza che si cono concretizzate, nelle giornate del 16, 17 e 18 aprile,in un convegno su “alpinismo fra etica e tecnica” con la partecipazione diautorevoli esponenti della cultura alpina e di rinomati alpinisti di ieri e di oggi.Etica, cultura del limite, tecnicismo esasperato sono stati i temi lanciati daAnnibale Salsa in veste di moderatore. Nella foto in alto la cerimoniadell’alzabandiera nella storica caserma sulle sponde dell’Avisio. A sinistra, dall’altoil presidente generale (qui sopra in posa per una foto ricordo), Franco de Battagliae Alessandro Gogna.

o comune

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nelle attività della montagna, che vanno dall’alpinismo all’escur-sionismo alla raccolta di funghi e rientrano tutte nella casistica degliincidenti in montagna”.

Alessandro Gogna ha invece affrontato il tema della sicurezza inmontagna come fatto culturale e sociale. “Ci si stupisce”, ha detto l’il-lustre alpinista e scrittore genovese, “che, accanto a questa quietafiducia nel benessere, nell’ottimismo e nella messa in sicurezza ditutta la nostra vita, si registri il massimo dell’audience in televisionequando si parla di Padre Pio; che in un tempo in cui stiamo riuscen-do perfino a programmare lavoro e divertimento in base alle previ-sioni meteorologiche, una volta inesistenti, ecco che si vedono idisperati, gli esclusi dall’apparente benessere e felicità, ricorrere amaghi e a stregoni, più spesso agli imbroglioni, per tentare di solle-varsi dalla loro condizione. Oggi montagna e natura non sono piùviste come palestra di vita, rifugio, o tempio religioso: al contrario lamaggior parte le vede come hobby, gioco, passatempo, vacanza con

gli amici, sport”.Maurizio Dalla Libera, presidente della Commissione nazionale

scuole di alpinismo, scialpinismo e arrampicata del CAI, ha invitato apromuovere una campagna informativa su larga scala per contrasta-re i modelli che banalizzano le difficoltà per chi frequenta la monta-gna. In questo caso determinante può rivelarsi la collaborazione conla Guardia di Finanza per diffondere la cultura della sicurezza. Untema, questo dell’intesa con le Fiamme Gialle, sviluppato anche dallostudioso Luigi Zanzi che ha lanciato la provocazione di un “turistalavoratore”, un turista che si senta parte attiva per la tutela ambien-tale e che riscopra il territorio, i pellegrinaggi avventurosi, il piaceredel camminare. E in questo quadro, ha spiegato Zanzi, molto posso-no fare le scuole di addestramento militare che hanno sempre con-tribuito a forgiare stili di vita appropriati e fornire indirizzi utili per unturismo sostenibile.

Concetto, questo, ripreso dal giornalista e storico trentino Franco

Gustìn, un’istituzione nel mondo della montagna

Ho conosciuto Agostino nel 1998durante un’escursione intorno almassiccio dell’Argentera. Munito di

uno zaino enorme e pesantissimo (scopriipoi che la maggior parte del sacco eraoccupata non già dal materiale damontagna, ma da cibo e bevande daoffrire agli amici, e soprattutto dal“famoso” magnum, il bottiglione di vino dacinque litri, inseparabile compagno di“Gustìn” in ogni camminata) si presentavacon un fare serio e pensieroso, assortonella contemplazione degli erti monti dellavalle Gesso. Occhiali dalla solidamontatura nera, salopette arancione erobusti scarponi in cuoio, incedeva conpasso sicuro e costante lungo il sentiero alui ben noto senza mostrare esitazione odebolezza di sorta malgrado l’età, giàallora non proprio “verde”. La sera inrifugio, accantonata la severità con cui èd’obbligo affrontare l’ambiente montano,si rivelò per quel mattacchione festaiolo eburlone che in effetti è e quale tiene amostrarsi di fronte al “pubblico” dei suoiaffezionati.

Agostino è un’istituzione nel mondodella montagna e come tutti i personaggiche si rispettano vanta una nutrita schieradi ammiratori, sia tra coloro che hanno lafortuna di conoscerlo di persona sia tracoloro che ne hanno udito decantare legesta. Assiduo frequentatore dei rilievidell’arco alpino occidentale perl’arrampicata su roccia d’estate e perl’ascensione delle cascate di ghiacciod’inverno, non manca di suscitarecuriosità e ammirazione in chi condividela sua passione per la montagna. Perchéa ottant’anni di solito la gente, come dicelui, si dedica ad attività più tranquille.Uomo d’altri tempi, ha suscitato eaccresciuto la passione per la montagnain moltissimi giovani, ai quali ha saputoessere d’esempio con le imprese

alpinistiche e con la condotta di vita: oltrealle nozioni tecniche, che domina con ladisinvoltura di chi sa per pratica edesperienza, sa trasmettere infatti l’amore eil rispetto per le terre alte, l’entusiasmo e ilcandore che egli stesso prova e che ècapace di leggere nel cuore degli altri.

Amabile con tutti, si trovaparticolarmente a suo agio con i giovani dicui è pronto ad abbracciare conentusiasmo ogni iniziativa e proposta.Abituato a salite di grandissimo impegnotecnico e fisico, ascolta con interesse epartecipazione il racconto delle altruiescursioni, anche banali, informandosi suluoghi, tempi e compagnia edimostrandosi vieppiù coinvolto quantomaggiore è l’amore per la montagnamanifestato dall’interlocutore,comportamento questo assai elegante,soprattutto se paragonato a quello dialpinisti che non perdono occasione pervantare e far pesare una loro presuntasuperiorità.

Memorabili e all’altezza dei grandi nomidella storia dell’alpinismo sono le sueavventure di gioventù quando, operaio allaFiat in un’epoca che non conosceva ilsabato festivo, inforcava la bicicletta subito

dopo aver smontatodal turno di

lavoro e pedalando di gran lenaraggiungeva Breuil per salire il Cervino,pedalando di nuovo tutta la nottesuccessiva per presentarsi puntuale alprimo turno in fabbrica a Torino. E riceverei rimbrotti del caposquadra che scambiavala sua stanchezza per pigrizia!

A un’età in cui ormai all’entusiasmodegli anni verdi comincia a sostituirsi ildisincanto della maturità, posso dire chedei miei miti giovanili Gustìn è l’unico adessere rimasto fedele alla sua leggenda. A una signora che un giorno gli chiedevacome facesse a essere sempre cosìentusiasta e pieno di voglia di viverespiegò con semplicità: “Sono curioso, cisono sempre tante cose nuove daimparare”. Ecco ciò che rende unapersona giovane a prescindere dall’etàanagrafica.

Stefania AgostiniAE Sezione di Cavour (TO)

Agostino “Gustìn” Gazzeracontinua a insegnare alpinismo ead arrampicare su notevoli difficoltàalla veneranda età di 84 anni. Sempreentusiasta e pieno di voglia di vivere, haanimato le giornate di Predazzo.

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de Battaglia. Se l’alpinismo è in crisi, se i rifugi sempre più si pre-sentano come ristoranti di lusso in quota, se la montagna non è piùluogo d’incontri con la gente del posto e con gli alpini, perché mai,si è chiesto De Battaglia, non proporre alle Fiamme Gialle di orga-nizzare particolari stage per i giovani, dove la montagna possa esse-re vissuta a 360°?

Il tema dell’alpinismo come promotore del turismo montano è statotra i più dibattuti e ha occupato i lavori nella seconda giornata, aper-ti dal saluto del presidente della Provincia autonoma di TrentoLorenzo Dellai. Maurizio Rossini, direttore marketing di TrentinoSpa, ha parlato delle strategie adottate nella promozione e in parti-colare della campagna “Esperienze vere” che ha tra i suoi obiettivivalorizzare l’autenticità e la qualità di vita del Trentino. Ma come rea-lizzare un grande progetto per la montagna in un Paese dove il terri-torio montano rischia di passare in secondo piano benché rappre-senti il 54% del territorio? “La verità”, ha spiegato il senatore GiacomoSantini, vicepresidente dei Parlamentari amici della montagna(GAM), è che solo il 12% della popolazione italiana vive nelle terrealte e per questo il nostro ruolo di politici si presenta difficile. Ma inItalia le aree evidentemente di montagna sono più del 50%, ecco per-ché dobbiamo essere fortemente interessati all’argomento”.

Il presidente del Club Alpino Accademico Italiano Giacomo Stefaniha portato nel dibattito la dimensione personale, sottolineando chel’alpinismo è "un’avventura, un percorso di ricerca per se stessi”.

“L’importante non è la meta ma il percorso", ha detto. EugenioPesci, saggista, alpinista e noto autore di guide, mettendo a confron-to omologazione e immaginazione invitando le associazioni alpinisti-che a lavorare sull’interiorità. "Il vero rischio”, ha detto, “è che l’alpi-nismo si trasformi in un puro spettacolo fine a se stesso. In questocontesto magmatico, di difficile definizione, bisogna adoperarsi peruna comunicazione che costruisca un’etica salvaguardando dall’o-mologazione il senso ultimo della montagna e dell’alpinismo".

"Secondo una visione psicoanalitica la montagna è un simbolo nelquale ritrovare sé stessi", ha proseguito Marco Albino Ferrari, diret-tore di Meridiani Montagne. "La dimensione dell’inutile si pone comeun segno di rottura e dà all’alpinismo un ruolo speciale e un po’ estra-neo al sentire della nostra società. Se tutto è misurabile, quantifica-bile, e assume valore solo se ha risvolti utilitaristici, si perde ladimensione del sogno, che parte dall’esperienza dell’alpinista".

Ma come far dialogare i diversi modi di intendere l’alpinismo? Suquesto tema si è espresso Roberto Mantovani, giornalista e storico,ricordando come negli anni 70 del secolo scorso il movimento delNuovo Mattino riumanizzò l’alpinismo attraverso la dimensione spor-tiva. E nessuno meglio di Cristian Brenna, alpinista e militare delSoccorso alpino della Guardia di Finanza, poteva rappresentarli que-sti diversi modi raccontando il passaggio da arrampicatore sportivoad alpinista, un’esperienza maturata con la spedizione del 2008 orga-

nizzata dalla Guardia di Finanza con il sostegno della Provincia auto-noma di Trento nella Miyar Valley in India.

Per concludere, nelle tre giornate dedicate alle Fiamme Gialle ilClub alpino è stato rappresentato a Predazzo da Vinicio Vatteroni,direttore editoriale della stampa sociale e responsabile nazionale perla comunicazione (a lui si deve un importante contributo all’organiz-zazione del simposio), da Luca Calzolari, direttore responsabile deiperiodici, da Emilio Bertan, presidente del Gruppo regionale veneto,mentre Egidio Bonapace, guida alpina, è intervenuto in rappresen-tanza del Trentofilmfestival di cui è presidente e Paolo Lorenzetti,presidente della Sezione di Predazzo, ha testimoniato con la sua pre-senza l’interesse manifestato dalla Società Alpinisti Tridentini, in queigiorni impegnata nell’assemblea ordinaria dei soci.

Ser

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A tutte le Sezioni.Si comunica che prosegue anche quest’anno l’iniziativa relativa alFondo stabile pro Rifugi (istituito dall’Assemblea dei Delegati diVarese del 20 e 21 maggio 2006). A tal proposito il CDC, con speci-fica deliberazione del 09 aprile 2010, ha approvato il Bando 2010che, in continuità con l’esperienza maturata, presenta le seguenticaratteristiche salienti:- il Bando è finalizzato a promuovere progetti cofinanziati per inter-

venti di varia natura presso i Rifugi delle Sezioni del CAI, median-te la concessione da parte del CAI Sede Centrale di contributi afondo perduto ed in conto capitale;

- sono ammissibili esclusivamente gli interventi la cui realizzazio-ne risulti avviata, eseguita e fatturata successivamente alla data diricevimento della comunicazione da parte del CAI Sede Centraledi assegnazione di contributo.

- le domande di contributo dovranno essere trasmesse, alla SedeCentrale esclusivamente a mezzo posta, dal 1° maggio al 10 set-tembre 2010, farà fede il timbro postale o la data di protocollo nelcaso di consegna direttamente in Sede centrale;

- il testo integrale del bando e tutti i modelli necessari alla parteci-pazione delle Sezioni sono disponibili sul sito: www.cai.it.Infine, per maggiori informazioni o chiarimenti, l’Ufficio Tecnico

Beni Patrimoniali del CAI Sede Centrale è a disposizione (referen-te dott. Simone Guidetti, tel. 02 205723233, e-mail: [email protected]).

Il Direttore, Paola Peila

EmittenteDirezione – Ufficio Tecnico Beni PatrimonialiOggetto FONDO STABILE PRO RIFUGI 2010DestinatariSezioni CAIDataMilano, 14 aprile 2010FirmatoIl Direttore CAI, Paola Peila

Circolare n. 05/2010

Verso nuovi orizzontiUn momento conviviale alla Scuola alpina di Predazzo: da destra HervéBarmasse, Carlo Valentino, “Gustìn” Gazzera e Annibale Salsa. “La montagna èviva se l’uomo la rende viva”, ha detto il generale Valentino - che fu per moltianni al vertice di questa struttura delle Fiamme Gialle - riconoscendo al CAI unruolo fondamentale per lo sviluppo del turismo alpino.

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Amici della montagna Macugnaga festeggia il Club dei 4000

Il Club dei 4000 compie cinquant’anni.Era stato fondato nel 1960 a Macugnagadal dottor Romeo Berti di Novara perriunire tutti gli alpinisti che avevano

compiuto l’ascensione della parete est delRosa. È stato probabilmente il primo club diquesto genere e in questo mezzo secolo divita ha sempre assolto i suoi scopi: sostegnoalle guide alpine, formazione dei giovaniattraverso appositi corsi, promozione dell’al-pinismo sul Rosa. I corsi continuano anche

quest’anno con una settimana dal 26 al 31luglio al rifugio Zamboni: si tratta del 37°corso di introduzione all’alpinismo, del 34°di alpinismo e del 20° di perfezionamento(info: 393 8169380, www.guidealpinemacu-gnaga.it, 0324 65172, 0324 65119.)

Molti gli aderenti già dalla prima ora.Erano soprattutto i migliori alpinisti tede-schi e svizzeri che salivano la est del Rosacome allenamento per l’allora nascente"himalaysmo". La spettacolare parete è infat-ti l’unica delle Alpi con caratteristiche similia quelle dei colossi del Nepal e delKarakorum, soprattutto per l’ambiente e peril dislivello. Salita la prima volta nel 1872 dauna cordata inglese guidata dalla guida loca-le Ferdinand Imseng, la est del Rosa ha con-servato pressoché intatte le sue peculiarità.Infatti è dotata soltanto del piccolo rifugio

costruito dal CAI Milano nel 1886, che portail nome di Damiano Marinelli, travolto dauna valanga nel 1881 insieme con Imseng ela guida valtellinese Battista Pedranzini. Fula prima grave tragedia dell’alpinismo italia-no e contribuì a fare della est del Rosa unasorta di "parete maledetta".

A sfatare questo giudizio ci pensaronoAchille Ratti (futuro Papa Pio XI, compo-nente della prima cordata italiana che rag-giunse la Punta Dufour dalla est), e JuliusKugy, autore di importanti ascensioni rac-colte in un libro intitolato "Nel divino sorrisodel Monte Rosa", tradotto recentemente initaliano a cura della Sezione XXX Ottobre diTrieste. Per tutta la prima metà del ‘900 la estè comunque rimasta una parete elitaria, piùconosciuta e frequentata dagli stranieri chedagli italiani. Nel 1931 Lucien Devies eJacques Lagarde vi hanno tracciato la "Viadei francesi", considerata a lungo uno degliitinerari più impegnativi delle Alpi su misto.Negli anni ‘60 è iniziata la stagione delle"prime invernali", che però avevano giàavuto due prologhi: il primo, nel 1948 sullacresta Signal (con partenza da Alagna) aopera dei valsesiani Ottavio Festa e AdolfoVecchietti, il secondo, nel 1953, alSilbersattel (il colle più alto delle Alpi, 4517m), con i milanesi Emilio Amosso e OlivieroElli. Parecchie delle invernali hanno avutocome protagonisti le guide di Macugnaga, inparticolare Luciano Bettineschi, a testimo-nianza del rapporto filiale che hanno semprenutrito per la "loro" parete.

Negli anni ‘70 ci fu il tentativo di costruirvidei bivacchi (compreso uno sulla Dufour),ma il CAI Macugnaga si è sempre oppostocon successo a questi progetti che l’avrebbe-ro snaturata. Da una quindicina di anni la estdel Rosa è diventata l’esempio più eclatantedegli effetti dei mutamenti climatici sulleAlpi. Nel 2005 e nel 2006 vi si sono infattiverificate una frana di oltre un milione dimetri cubi e il distacco di un enorme serac-co. Il materiale si è scaricato sul ghiacciaiosottostante senza provocare vittime o danni.

Per questo la est rimane anche costante-mente monitorata e costituisce un importan-te richiamo per molti escursionisti che pos-sono avvicinarsi a distanza di sicurezza,nella zona del rifugio Zamboni.

Al dottor Berti sono succeduti come presi-denti il dottor Piero Sandoninni, la guidaPierino Iacchini, Chino Muraro, il dottorGiuliano Sironi. Da otto anni è in carica NinoMascaretti.

Teresio Valsesia

Èstata senz’altro una seratamemorabile quella dei”Pioletsd’or” che in aprile ha riunito a

Courmayeur le star dell’alpinismo diieri, di oggi e di sempre. In primis,naturalmente Walter (Bonatti) eReinhold (Messner) che hannoricevuto premi alla carrierarinnovando le attestazioni di reciprocaamicizia già esternate su Raitre in unapuntata di “Che tempo che fa”. Afesteggiare i premiati alcuni ospiti d’eccezione tra i quali il presidente generale del CAIAnnibale Salsa e il presidente della Sezione di Aosta Renzo Alberto Carazzo qui ritratticon un Bonatti (a destra) ormai prossimo all’impegnativo traguardo delle ottantaprimavere che raggiungerà nella giornata del 22 giugno. "La prima cosa che i premialla carriera ti dicono è che stai invecchiando. Ma sono anche la dimostrazione chel’alpinismo, ogni tanto, fa bene", ha osservato Messner. "L’importante per chi scalanon è tanto arrivare in cima, quanto essere capaci di tornare alla vita di tutti i giorni".“Sono qui perchè mi sento in sintonia con Reinhold, abbiamo anche avuto due storieparallele. Ora tocca ai giovani", ha detto Bonatti. E di giovani che fanno davvero sulserio ce ne sono ancora tanti, a cominciare dai premiati con i “Piolets d’or 2010” DenisUrubko e Boris Deschenko (per una via nuova sul versante nepalese del Cho Oyu), edal trio Jed Brown, Kyle Dempster e Bruce Normand (per la salita all’intentata parete

nord del Xuelian Ovest nelTien Shan). Alla seratavoluta dalla Regione edalla Grivel, sonointervenuti comeprotagonisti anche Hervè eMarco Barmasse e le piùche promettenti cordate difratelli Iker ed Eneko Pou,Simon e SamuelAnthamatten e Vitus eHansjörg Auer.

Tra gli scopi del sodalizio il sostegno alle guide alpine, la formazione dei giovani, la promozione dell’alpinismosul Monte Rosa

Mezzo secolo di scalate

Piolets d’or

Sorrisi e vecchi leoni

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Ha avuto successo il secondo bando per pro-getti Terre alte promosso dal Comitato scien-tifico centrale. Al Gruppo di ricerca terre altesono pervenute 22 richieste di finanziamento

per un ammontare complessivo di oltre 165.000euro: un numero di progetti triplicato rispetto aisette presentati nel primo bando del 2008, che deno-ta una crescente vitalità e disponibilità dei soci aconoscere e far conoscere il patrimonio dei paesag-gi culturali alpini e appenninici. Ed è in particolarel’Appennino a distinguersi nella ripartizione geogra-fica dei progetti presentati: sei in area alpina, ben 16quelli distribuiti tra Appennino settentrionale, cen-trale e meridionale-insulare. Ciò conferma il ruoloche già da qualche anno vanno assumendo soci esezioni CAI, in costante crescita al Centro-sud, neipercorsi di riscoperta e valorizzazione delle terrealte appenniniche.

Dei 22 progetti presentati tre sono la prosecuzionedi ricerche avviate nel bando precedente. Gli altri 19invece propongono nuovi percorsi di ricerca che sirifanno in parte alla consolidata tradizione di indagi-ni sui segni della presenza dell’uomo in quota, e inparte mirano ad avvicinare l’uomo che ancora oggivive in montagna e di montagna per instaurare

nuove forme di collaborazione a supporto e rilanciodi economie, saperi e paesaggi (si veda La Rivista delCAI novembre-dicembre 2009, pp. 70-73).

Il Gruppo terre alte ha selezionato 15 progetti sui22 presentati, di cui tre sono stati adottati come pro-getti strategici: una ricognizione dei danni subiti aseguito del terremoto dello scorso anno, dai luoghidi culto al di sopra del limite d’insediamento perma-nente nelle terre alte aquilane (responsabileEdoardo Micati, CAI Pescara); un progetto di costru-zione e promozione del Cammino dell’Arcangelo (IIedizione 25 aprile - 2 maggio) lungo l’antica viaMicaelica da Benevento a Monte Sant’Angelo(responsabile Vincenzo Di Gironimo, CAI Napoli);un progetto di documentario su forme di ritorno aiterrazzamenti abbandonati del Canale di Brenta inprovincia di Vicenza (responsabile Luca Lodatti, CAIVittorio Veneto).

I testi degli altri 12 progetti sono consultabili nelsito del Comitato scientifico (www.caicsc.it). Lascelta di un finanziamento ridotto ma esteso a piùprogetti, dettata in prima istanza da necessità dibilancio, intende incoraggiare l’attività del maggiornumero di soci e insieme stimolare l’avvio di formedi cofinanziamento a livello locale, rafforzando ilruolo del Club alpino come partner di iniziative dirilancio culturale della montagna.

I più importanti risultati scientifici raggiunti –come previsto dal bando – saranno resi noti attra-verso la stampa sociale e resi pubblici all’interno delsito del Comitato scientifico centrale, oltre che alivello locale nelle forme specificamente previste daciascun progetto di ricerca.

Mauro Varotto

Terre alte Il bando promosso dal Comitato scientifico

“Montagna che vive” in quindici progetti

Lungo la Via MicaelicaUn suggestivo aspetto del Cammino dell’Arcangelo percorsonella primavera dell’anno scorso con l’organizzazione dellesezioni di Benevento e Foggia in collaborazione con il Gruppoterre alte del CSC (Progetto terre alte Via Micaelica,coordinatore Enzo Di Gironimo). La foto è stata scattata daMichele Del Giudice.

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Dopo 58 anni d’ininterrotta adesione al Club Alpino Italiano, ilveneziano Armando Scandellari ha raggiunto un traguardoinvidiabile: a Riva del Garda, nel corso dell’Assemblea deidelegati, è stato insignito il 22 maggio con la medaglia d’oro.

La sua vita, la sua militanza e, soprattutto, la sua attività di scrittoree autore di fondamentali guide è stata adeguatamente illustrata dalconsigliere centrale e concittadino Massimo Doglioni. All’amico eautorevole collega la redazione aveva però già rivolto alcune doman-de in vista di quest’ambita onorificenza. E Armando, con lo stile chetutti gli riconoscono, non si è sottratto alla richiesta. E ha risposto aogni domanda, a cominciare dalla più indiscreta.

Nelle pagine della Rivista ti sei professato soltanto “un

volonteroso bracciante di carciofaie”. Carciofaie a parte, che

cosa ti rende più orgoglioso di questi 58 anni trascorsi con l’a-

quila del CAI appuntata all’occhiello?

“L’orgoglio ovviamente di aderire a un’associazio-ne fra le più antiche, ricca di una storia intensa, diuna netta dimensione mentale e di grandi valoridominanti, ma soprattutto a un club di uomini libe-ri nel quale mi sono acquattato con grandissimocompiacimento. Favorito, anzi affascinato dallecontinue riletture della bibbia di Antonio Berti e ditesti consimili ricchi di idee e di affetti”.

Ci sono stati anche ostacoli da superare?

“Sulle relazioni con i consoci nulla da dire: antro-pologicamente li ho sempre tutti considerati buonicompagni di cordata dando loro la massima fidu-cia, corrisposto. E con alcuni ho condiviso giorna-te e impressioni profonde, rimaste nitidissime nellamemoria. Quanto alle mie aspirazioni parecchiesono filate per benino, anche se mi rimane una vali-gia di sogni nel cassetto. Il fatto è che non sono mairiuscito ad acchiappare il tempo che fugge, la 25°ora della giornata. Come di riffa o di raffa ci riescaquel diavolo di Spiro Dalla Porta Xydias rimane perme un enigma. A onor del vero debbo però dire chespecie negli anni ‘50/60, quelli del famoso boom, l’o-stacolo più inquietante era il tempo libero, vera-mente poco”.

Eccelso scrittore di montagna, guru dell’alpi-

nismo, storico inappuntabile: quale di questi

attributi potrebbe calzarti meglio?

“Qui veramente mi sembra che si giochi su paral-lelismi impossibili. Per tutta la vita non ho fattoaltro che leggere e scrivere, scrivere e leggere emettere a memoria. Ma questo non basta per entra-re in quella che un tempo chiamavano la “repubbli-ca delle lettere”. Appena appena, da garzone di bot-tega, ho messo naso nell’androne, ma quanto a

salirne la scalinata… Quanto poi a ritagliarmi addosso la figura delguru, per carità, mi fa accapponare la pelle. Ho invece sempre avuto,questo sì, una sincera passione per la storia. Per forza, ci sono nato.Intendo, inizialmente, dentro quella piccola, tutta familiare. Grazie ainonni paterni, che al posto delle favole si facevano in quattro a rac-contarmi per filo e per segno dei loro tempi, del loro sentire e delleloro vicende. Per esempio quelle del grande romanticone che era ilbisnonno Gaetano, carbonaro a Bologna da studente, che poi a 36anni, ingegnere e sposato, se ne era andato volontario nella terzaguerra d’indipendenza a liberare il Veneto. Ma ci aveva rimesso unagamba per cui dopo qualche anno era morto. Poi a Venezia ho avutodegli impareggiabili professori che praticamente mi indirizzaronoverso il mare magno della storia-storia: la mia prima ricerca l’ho lettain classe in prima ginnasio nel 1938: su Cavour giovane. Dopodichého perseverato (ammaliato al liceo dallo storicismo antifascista diBenedetto Croce) e non ho più mollato. Insomma, ora che sonoinvecchiato, sono come una testuggine, la storia mi sovrasta, mi fa dascudo. Comunque appiccicare alle mie storiette l’aggettivo “inappun-tabili” è improprio, come saltare da un gendarme di cresta a un altrovicino senza un margine di sicurezza. La storia è una cosa seria! Lastoria ti mette sempre di fronte a se stessa e al revisionismo. Per que-sto avvince. Non si finisce mai”.

Ma al di fuori dell’immagine ufficiale chi

è, come vive il vero Scandellari?

“Chi sono? Essendo un alpinista, fondamen-talmente sono un sentimentale. Con un cautopizzico (m’illudo) di razionalità. Come vivo?Come chi pur avendo già fruito d’un lungo pas-sato continua a professarsi un aspirante cente-nario. Perché, l’ho appena detto, ho ancorauna montagna di cose in testa da realizzare eda far realizzare. Perciò per quanto protrattapossa essere la mia dismissione da questomondo per me sarà sempre troppo presto…forse per una mia colposa distrazione”.

In due recenti manuali del CAI ripercor-

ri 250 anni di storia e di cronache, con una

bibliografia sterminata: che cosa c’è di

nuovo in questa titanica impresa?

“È stata una gran faticata: cinque anni filati,con un continuo far mente locale. Cosa c’è dinuovo? Un grosso personaggio CAI, dopo averletto qualche capitolo, graziosamente mi hadescritto: è bello che una voce nuova si siafatta sentire. Ho pensato a De Marzi che divoci se ne intende: superati i quattro quintid’un secolo a che serve una voce come la mia:nemmeno per principiare il miserere! Però inquesto viaggio attraverso 250 anni qualchesoddisfazioncella me la sono cavata: ho solle-vato un polverone con la Lettenbauer-Sollederalla Civetta (ma come ti permetti?), ho solle-vato un velo sull’ignorata rivoluzione “demo-cratica” interna al CAI del 1864 di cui avevoavuto sospetto in un fascicolo della Rivistadegli anni ‘30. Ho dato spazio all’alpinismofemminile (mi hanno dato su: ma come, anco-

Incontri Armando Scandellari

In due recenti manuali del CAI ripercorre 250anni di storia e di cronache alpinistiche: unimpegno titanico per lo scrittore venezianoappena insignito con la medaglia d’oro del CAI

Il suo sogno? Un’Europa degli alpinistiTra i più autorevoli esponenti del Gruppoitaliano scrittori di montagna (GISM), ArmandoScandellari è autore di rinomate guideescursionistiche dedicate alle Dolomiti. Datempo immemorabile si prende cura delprestigioso periodico “Le Alpi Venete”. La suaattività non conosce sosta: nella collana deiManuali del CAI sono stati appena pubblicatidue suoi volumi dedicati a “250 anni di storiae di cronache”. L’impegno di Scandellari si èrecentemente indirizzato alla creazione di unun’unione europea delle associazionialpinistiche. “Nessuno”, spiega lo scrittoreinsignito con la medaglia d’oro del Clubalpino, “ha mai descritto in profonditàl’alpinismo dell’intero continente. Non si è maipensato di prospettare una visione unitariadell’Europa, ma soltanto scenariterritorialmente circoscritti”.

Cerco la verità, ma senza infierire

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ra?). Ho verificato disparità in qualche salita e nel dubbio mi sono alli-neato alle guide CAI-TCI. Ero appena all’inizio della mia stesura quan-do mi è stato chiesto: ma che storia sarà la tua, come quella di Motti?Ho risposto: mi spiace, sarà solo una storia alla Scandellari con tuttoquel che segue…Ovverosia appunto con l’ormai nota carciofaia di svi-ste e omissioni”.

Un “canovaccio storico” definisci in modo forse riduttivo

quest’opera. Vuoi dire che è impossibile scrivere una vera e

propria storia dell’alpinismo?

“Finora una storia generale dell’alpinismo nessuno ha avuto mododi scriverla: le singole storie delle nazioni confluenti sull’arco alpinosono state egèmoni. Che cosa si conosce di gran parte degli ‘altri’ alpi-nismi contermini? Anche oggi, nel gorgo della globalizzazione, ci si èmessi in regola soltanto con la cronaca degli ultimi decenni. Forse ungiorno, chissà!, un team internazionale ci riuscirà a cavar fuori molti-tudini di ragni d’ogni dove”.

La storia dell’alpinismo è spesso rimessa in discussione, con

numerosi casi irrisolti, ipocrisie e pettegolezzi che continuano

fino ai giorni nostri. Come te la sei cavata?

“Nel limite del possibile non ho fatto dietro front, ma ho cercato ditenere la mano leggera. Non sono entrato in merito ai pettegolezzi.Ma è certo che qualche caso recente mi ha rattristato: è sempre spia-cevole vedere modelli di vita che si incrinano. Tanto meno però mi vache, una volta stabilita una certa verità, ci si metta a scriverne e riscri-verne ad ogni ricorrenza. Perché infierire?”

È giusto rimpiangere l’alpinismo dei tempi eroici?

“Ma qual è l’alpinismo dei tempi eroici? Ogni decennio in sé e per sélo è stato. Rimpiango l’alpinismo dei pionieri, quello di Kugy e diPreuss, di Comici e di cento altri. Rimpiango, eccome!, anche l’alpini-smo dei miei verdi anni, che eroico non era per niente, ma formativosì. Rimpiango i miei primi compagni di cordata (tutti ora scomparsi):un reduce dalla Russia, un parigino ex tenente della Legione straniera,un ex fascista del campo di prigionia inglese in India per non collabo-razionisti, un ex SS tirolese diciassettenne in Norvegia, e me schieratosull’altra riva. Era l’alpinismo dei disancorati dalla guerra, ma anchequello della rinascenza, di coloro che andavano recuperando socialitàe fratellanza. Per questo a 60 e più anni di distanza tifo ardentissima-mente per la costituzione di un’unione europea dei club alpini”.

Che cosa possono aspettarsi oggi i giovani dall’alpinismo?

“Molto di più e molto di meno di quanto ci si aspettava in passato.Oggi molto viene visto in una sorta di gigantografia dei diritti e in unaminiatura dei doveri e delle attese. Eppure si hanno a portata di manoscenari non certo crepuscolari di autentica promozione, psicofisica eintellettuale, scenari assolutamente accostabili. Basta giocare d’anti-cipo, schivando le tante scelte di campo deviazionistiche. Questo èl’unico handicap. Ma i giovani devono risolverlo da sé”.

“Una nuova epoca di ricchezza e di splendore” è quanto

auspichi per l’alpinismo. Non pensi, per concludere, di esserti

sbilanciato?

“Nemmeno per sogno. Non credo alla crisi dell’alpinismo. Oggi ètutto un progressivo allungarsi della fase creativa e attiva d’ogni indi-viduo e, nel contempo, meravigliosi ragazzi all’albore del loro alpini-smo scalano sfrontatamente il 9a. Oggi c’è una furente globalizzazio-ne, ma nei continenti extraeuropei la maggior parte dei problemisono ancora intatti e da interpretare. Oggi l’alpinismo è ancora in pri-smatica vitalità”.

Red

Sgarrettando negli immediati dintorni di Spoleto, dove lacittà vecchia è sormontata da meravigliosi sentieripercorribili a piedi o di corsa, potreste imbattervi, come è

accaduto a chi scrive, in Paolo Vandone o Sergio Maturi allatesta di un corteo di escursionisti. Entrambi, Paolo è il presidentedella locale sezione CAI, oltre che infaticabili frequentatori dellamontagna sono gli ideatori e gli organizzatori dello Spoleto FilmFestival. Arrivata alla terza edizione, quest’anno dal 15 al 17aprile all’interno del Chiostro di San Nicolò dove si terrà anchel’Assemblea dei delegati il prossimo anno, la piccola kermessecinematografica ha avuto l’indiscutibile merito di rinsaldare lapassione di quanti la montagna ce l’hanno nel cuore e d’instillarecuriosità ai meno adusi alle scarpinate in altitudine.

L’incantesimo ha funzionato, tant’è che il giorno dopo leproiezioni il sottoscritto ha approfittato del primo raggio di soleper godersi la vista di Spoleto dall’alto dei monti.

Il titolo della manifestazione, “Nuvole Preghiere Montagne”,proviene dal documentario che Sergio ha girato in Asia duranteuna delle sue ultime esplorazioni. Le proiezioni, divise in tresezioni, hanno raccontato i molteplici volti della montagna:“Earth – La nostra Terra” e “Popolo Migratore” indugiano sullachiave naturalistica; “Il Carnevale di S. Plonia” racconta ilcarnevale in un paesino del bellunese; “L’uomo con l’alberod’ulivo” narra un emozionante viaggio sull’Himalaya all’insegnadella pace; “Karl” è un ritratto dell’alpinista Unterkircherscomparso sul Narga Parbat nel 2008; infine “Il dritto e ilrovescio nell’altalena del Karakorum” è il diario delle impresealpinistiche di Nives Meroi e Romano Benet.

La montagna è sicuramente passione e adrenalina, spessoconvivialità, ma guai dimenticare che può dare la morte. Così èsuccesso a Stefano Zavka, guida alpina e unico umbro araggiungere la vetta del K2, disperso nel 2007 proprio durante ladiscesa della seconda montagna più alta del mondo, cui loSpoleto Film Festival ha tributato un giusto e toccante omaggio(nella foto i genitori di Stefano, a destra il presidente dellaSezione di Spoleto Paolo Vandone).

Gianni Zecca

Rassegne

Nuvole e preghiere a Spoleto

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È stata tenuta a battesimo domenica 18 aprile, in occasionedella Settimana nazionale della cultura, la tappa della viaFrancigena che da Sarzana porta all’area archeologica diLuni. Una settantina di camminatori sono partiti di buon mat-

tino, con il presidente del CAI Liguria Giampiero Zunino e il refe-rente nazionale per la via Francigena Corrado Bernardini che quifaceva gli onori di casa, e hanno percorso in circa tre ore di pianeg-giante cammino per stradelli in mezzo ai campi l’itinerario, già inte-grato nella nuova cartina escursionistica della bassa val di Magra.

Ad accoglierli a Luni il sovrintendente per la Regione Liguria aibeni archeologici Filippo Maria Gambari, che si è impegnato ad alle-stire nell’area archeologica un nuovo "hospitale", un posto tappa perospitare in modo spartano gruppi di escursionisti-pellegrini e di stu-diosi. Accogliendo la delegazione del CAI Gambari ha ribadito l’im-portanza del turismo escursionistico per valorizzare luoghi dimenti-cati d’Italia come l’area archeologica lunense. “L’importanza di Luninon si ferma all’età romana, ma si riferisce anche al basso MedioEvo, quando nella città già in rovina sostavanonumerosi i pellegrini diretti verso la Città eternae la Terra santa" ha detto Gambari. L’impegno delsovrintendente è una novità che i responsabilidel CAI hanno accolto con entusiasmo, ancheperché il posto tappa di Luni sarebbe l’unico frui-bile per i pellegrini nel percorso tra Aulla e Massa.

Dopo la visita all’area archeologica, guidata dalladirettrice Lucia Gervasini, e dopo aver percorsonon senza emozione il decumano maximo fra le rovine di antichedomus circondate dai campi in fiore, ci si è raccolti nell’anfiteatrolunense dove il sindaco di Ortonovo Francesco Pietrini ha fatto glionori di casa, dando il benvenuto a un turismo intelligente che aiutil’amministrazione a tutelare il paesaggio e la sua storia.

Il sovrintendente Gambari ha assicurato per parte sua una colla-borazione con il CAI che - ha voluto ricordare - è l’associazione piùantica e affidabile per questo genere di progetti. Il presidente ligureZunino ha quindi ricordato il progetto del CAI per realizzare unnuovo sentiero che colleghi il Cammino di Santiago alla viaFrancigena attraverso tutto l’entroterra ligure da Ventimiglia fino aSarzana.

"L’alta via dei monti Liguri è troppo estrema e inaccessibile per ipellegrini. Abbiamo quindi progettato questo nuovo itinerario che,

utilizzando e riscoprendo antichi tracciati in abbandono, valorizzameglio le numerose emergenze storico culturali del territorio dimedia montagna", ha spiegato Zunino, ricevendo il plauso del sovrin-tendente Gambari. Oltre al ringraziamento per l’interessamentodella Soprintendenza all’impegno del nostro Sodalizio il referenteper la via Francigena Bernardini si è soffermato sul lavoro svolto dalCAI sull’intero territorio nazionale per favorire il cammino europeo,ricordando infine le principali difficoltà incontrate, legate alla manu-tenzione dei sentieri e all’allestimento di posti tappa alla portata deipellegrini. "Ci auguriamo”, ha conclusio, “che la tappa lunense possaavere un’importanza strategica per i pellegrini che qui troveranno inun futuro prossimo un nuovo ed accogliente hospitale".

Maser

Vie storiche Da Sarzana a Luni

Il Cammino di Sant’Agostino è un nuovopercorso di pellegrinaggio che si sviluppain cinque province lombarde: Como,

Lecco, Monza e Brianza, Milano e Pavia. È suddiviso in due parti territorialmentedistinte, chiamate “fiore” e “gambo dellarosa”. La prima parte (il “fiore”), lunga 350km, è stata concepita per collegare nelle suetappe a piedi i venticinque santuari marianidella Brianza.

La seconda parte, più breve (62 km), èinvece rettilinea (il cosiddetto “gambo”) econduce il pellegrino da Monza a Milano(con tappa alla Basilica di S. Ambrogio dovesono custodite le spoglie del santo patrono

della città) e poi da Milano a Pavia (sino allabasilica di S. Pietro in Ciel d’Oro, termineultimo del Cammino, ove sono conservate lereliquie di S. Agostino).

Info: tel 039 3900070 - 348 [email protected]. Il percorso èstato inaugurato il 15 maggio con lacollaborazione del Servizio pastorale turismoe pellegrinaggi della Diocesi di Milano, delTouring Club Italiano, di numerosi Lions clublombardi, dell’Associazione culturaleBrianze, dell’Associazione storico-culturaleSant’Agostino e dell’editore A.G.Bellavite di Missaglia.

Nasce il Cammino di Sant’Agostino

La Francigena si rinnova

Valorizzare un’Italia dimenticataAccogliendo a Luni (SP) la delegazione del CAI Liguria, ilsovrintendente per la Regione ai beni archeologici Filippo

Maria Gambari ha ribadito l’importanza del turismoescursionistico per valorizzare luoghi dimenticati d’Italia,

come l’area archeologica lunense. Da sinistra Gambari,Giampiero Zunino e Corrado Bernardini.

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14 - LO SCARPONE, GIUGNO 2010

Giancarlo è stato un personaggio chenell’ambito dell’alpinismo lecchesee del soccorso alpino ha saputo por-tare una forte innovazione, a volte

addirittura dirompente: non a caso venivasoprannominato “Paietta” in omaggio alfocoso esponente comunista. Ho conosciu-to Giancarlo all’inizio degli anni 80, alloraero il responsabile della sezione speleologi-ca e lui della delegazione di Lecco: l’unicacosa rimasta di quei tempi è la passione deivolontari, il resto è cambiato tutto eGiancarlo è sicuramente stato trai i maggio-ri artefici del cambiamento.

L’impronta decisiva l’ha impressa nel 1982quando è succeduto a Bruno Toniolo nellacarica di presidente nazionale. Con Riva si èpassati in breve tempo da una conduzionetradizionale, improntata per lo più sul solospirito di solidarietà, alla creazione di unastruttura operativa moderna diretta con cri-teri manageriali, con lo stile proprio di

Giancarlo che, definiti gli obiettivi, non sifermava di fronte a nulla.

Ricordo che negli anni della sua presiden-za realizzò un ufficio appositamente dedica-to al soccorso alpino nella sede della suaazienda a Valmadrera, mentre il magazzinodella ditta diventò in pratica una succursaledel deposito del Soccorso alpino.

Giancarlo non era propenso a compro-messi, puntava alla soluzione definitiva delproblema con il solo intento di operare almeglio per l’associazione, senza preoccu-parsi dei possibili risvolti. E ciò sicuramen-te non gli ha assicurato le simpatie di tutti,tanto che del periodo della sua presidenza,dal 1982 al 1988, restano poche tracce docu-mentate. E anche il libro “Soccorsi in mon-tagna”, che testimonia i primi 50 anni delsoccorso alpino, liquida in poche frasi il suooperato (in merito a ciò Giancarlo ha sem-

pre manifestato una grande delusione).Tra le varie iniziative avviate da Giancarlo

alcune sarebbero poi sfociate nella nascitadella Scuola nazionale. Resosi conto delladisparità di conoscenze tecniche esistentisul territorio aveva infatti iniziato a manda-re nelle varie regioni dei tecnici lecchesi chesotto la guida di Daniele Chiappa insegna-vano le nuove tecniche adottate dalla dele-gazione lariana, grazie alla collaborazionetra il soccorso alpino ed il soccorso speleo-logico.

A fianco di Giancarlo ho iniziato il mioimpegno nel soccorso alpino e da lui sicura-mente ho imparato molto. A lui va il mio rin-graziamento e quello di tutto il Soccorsoalpino.

Gian Attilio Beltrami

Delegato XIX Delegazione lariana CNSAS

Addii Giancarlo Riva e Angelo Bertacche

Un padre del Soccorso alpino

L’Angelo degli escursionisti

Si è spento in aprile a Lecco a 82 anniGiancarlo Riva che fu responsabiledella Delegazione lariana del soccorsoalpino dal 1974 al 1982 esuccessivamente venne elettopresidente nazionale del CNSAS. Trale varie iniziative da lui avviate vi fu laScuola nazionale: fu infatti il primo acreare un gruppo di insegnanti che sispostavano sul territorio italianoinsegnando le tecniche di soccorso,come riferisce in questa pagina GianAttilio Beltrami che dello scomparsofu assiduo collaboratore.Nella foto Riva riceve nel 1986 ilprestigioso premio “Ara Pacis”. A destra l’allora presidente generaleLeonardo Bramanti.

Improvvisa e violenta, come certi temporali estivi che noi appassionati di montagnaben conosciamo, il primo marzo è arrivata la notizia: Angelo non c’è più. La voce altelefono piano piano si fa sempre più lontana e allo sbigottimento si sostituisce l’in-credulità e il dolore.

Il giorno prima Angelo aveva partecipato alla gita che da Valdicastello doveva andaresul Monte Lieto. Poco dopo l’inizio del sentiero un senso di stanchezza lo ha fatto fer-mare per cinque minuti. Ripartire? Non ce la fa proprio. Vengono chiamati i soccorsi,lo riportano in paese e da qui all’ospedale. Al telefono la sua voce è ferma e tranquilla einvece...

Angelo è nato a Vicenza nel 1934. Negli anni 50 inizia a frequentare le montagne venetee trentine, poi si trasferisce a Viareggio dove nel 1987 si iscrive al CAI e poco dopo iniziaa condurre le gite sezionali. Nel 1993 partecipa al primo corso nazionale per accompa-gnatore e diventa elemento trainante dell’escursionismo viareggino. Viene eletto consi-gliere sezionale e successivamente presidente per due mandati, dal 2001 al 2006.Attualmente ricopriva la carica di delegato sezionale. Nel 1994 la Delegazione toscana lodesigna a far parte della Commissione regionale escursionismo toscano. Nel 2001 diven-ta membro della Commissione centrale escursionismo di cui nel 2004 viene nominato

vice presidente. Tra le sue attività di maggior spicco figurano l’organizzazione nel1995, con Teresio Valsesia, del Camminaitalia e soprattuttodella bretella Apuana, una sua intuizione. Nel 1999 viene orga-nizzato un secondo Camminaitalia e anche questa volta Angeloè nella organizzazione: deve selezionare gli accompagnatorilocali che guideranno la carovana in Umbria, Marche, EmiliaRomagna, Toscana e Liguria. Alla fine parteciperà a 60 tappenelle regioni di sua competenza e a 20 tappe del tratto finale

fino a Trieste. Nel 2001, grazie al suo interessamento, laSezione di Viareggio in collaborazione con il Parco

Alpi Apuane organizza la Settimana nazionale del-l’escursionismo e il convegno nazionale degli AE.Un successo.

Ciao Angelo, che almeno questa volta ti sia lievela salita.

Alessandro Cerri

Presidente Sezione di Viareggio

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Il Rapporto orso, recentemente dif-fuso dal Servizio foreste e faunadella Provincia autonoma di Trento,rappresenta un importante

documento tecnico-scientifico di riferimentoin merito allo stato di con-servazione dell’orso bruno(Ursus arctos) sulle Alpi.

Aggiornato annualmente,il documento si propone difornire una corretta infor-mazione sullo status dellapopolazione di orsi che vivein Trentino, oltre a indica-zioni in merito al suo attualestato di conservazione, e sul-l’attività di ricerca e monito-raggio regolarmente svoltisul territorio dalle autoritàcompetenti. Quest’ultima edi-zione risulta inoltre ampliatae arricchita con riferimenti alupo e lince, due specie impor-tanti di predatori naturali lacui presenza è spesso segnala-ta nei contesti alpini.

Il ritorno sulle Alpi dei grandi predatori naturali (orso bruno, lupoe lince) è un tema particolarmente attuale oltre che affascinante.Relativamente all’orso bruno, va considerato che sulle Alpi agli inizidegli anni ‘90 la situazione demografica era piuttosto critica. L’orsoera infatti sull’orlo dell’estinzione, il che ha indotto le amministra-zioni trentine (dove l’orso storicamente non è mai del tutto scom-parso) a pianificare e poi avviare concretamente un’operazione direintroduzione dell’orso bruno al fine di evitare la perdita di un’im-portante specie faunistica che nel corso dei secoli ha caratterizzatola biodiversità delle Alpi.

Nasce così nel 1999, attraverso un finanziamento dell’UnioneEuropea, il progetto “Life Ursus” realizzato in sinergia dal Parconaturale Adamello Brenta, Provincia autonoma di Trento e Istitutonazionale della fauna selvatica (oggi ISPRA), finalizzato alla ricosti-tuzione di un nucleo vitale di orsi nelle Alpi Centrali. Il progetto pre-vedeva il rilascio di 10 individui subadulti (7 femmine e 3 maschi)provenienti dalla Slovenia meridionale, che dopo essere stati cattu-rati mediante telesedazione farmacologica sono stati liberati nel

periodo 1999-2002. Attualmente, a distanza di dieci anni dall’avviodel progetto, la popolazione di orsi nell’area Trentina si è consolida-ta e, come indicato nell’ultimo rapporto, si stima la presenza di 25/30esemplari nell’area centro-orientale delle Alpi. Questi esemplari,soprattutto quelli più giovani, tendono a spostarsi nel tentativo dicolonizzare nuove aree adiacenti. A tale proposito va segnalato, atitolo esemplificativo, come nel maggio 2008 uno di questi esempla-ri, in seguito classificato come JJ5 (ovvero quinto figlio della coppiadi orsi Jurka e Joze), ha raggiunto le Alpi Orobie bergamasche dallequali mancava da oltre un secolo.

È indubbio che il ritorno dei grandi predatori sulle Alpi, se corret-tamente gestito dagli enti competenti, rappresenta un elemento digrande fascino sia sotto il profilo naturalistico sia perchè questi ani-mali caratterizzano in modo importante l’area alpina.

Luca Pellicioli

Fauna delle Alpi Il Rapporto orso 2009

Sul documento dellaProvincia autonoma diTrento, giunto alla terzaedizione, si esprime LucaPellicioli, medicoveterinario esperto inproblematiche diconservazione della faunaselvatica alpina

Relax tra i boschiOrsi al riposo. L’immagine, di Corrado Bizzotto, è tratta, per gentileconcessione, dal catalogo della mostra fotografica “Tra le grandi montagneitaliane, con i grandi animali” a cura di Ugo Scortegagna (ComitatoScientifico Veneto Friulano Giuliano). Il Rapporto orso 2009 (qui a fiancola copertina) fotografa un consolidamento della presenza e della relativagestione di questa specie, che registra una maturazione della capacitàoperativa di strutture e addetti. Tra le scelte operate risulta molto attualee utile la volontà di rendere disponibili, nel modo più trasparente ecompleto, le esperienze raccolte. Sette i capitoli nei quali è divisa lapubblicazione, più due appendici relative alla presenza nel Trentino dellalince e del lupo. Dati e cifre riguardano il monitoraggio, l’indennizzo e laprevenzione dei danni, la gestione delle emergenze, la comunicazione, laformazione del personale, il raccordo sovraprovinciale e nazionale,nonché le ricerche e convegni prodotti su questa tematica. Le aree maggiormente frequentate dagli orsi risultano il gruppo di

Brenta e l’adiacente gruppo della Paganella, insieme con le Giudicarie. Allastesura del rapporto hanno collaborato anche il Parco naturale Adamello Brentae il Museo Tridentino di scienze naturali.

Bentornati, grandi predatori

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FINALMENTE ARRIVANO: I PRIMI BASTONCINI DA TREKKING

PER IL PUBBLICO FEMMINILE

Stile e affidabilitàper il modello2010 KOM-

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POWER LOCK II è il meccanismo di bloccaggio rego-labile applicato sui bastoncini dell’azienda austriaca,con una capacità di tenuta superiore al 90% e, al

tempo stesso, resistente, leggerissimo e sicuro. Grazie alla tecnologia TITANAL.HF in titanio e alla facili-tà di regolazione dimostrata indossando i guanti o incondizioni climatiche rigide, il prodotto possiede gran-de versatilità di impiego tutto l’anno. Il praticissimomeccanismo di chiusura è infatti apprezzato non sol-tanto durante le escursioni invernali, ma anche sui per-corsi da trekking nelle stagioni più calde.Per maggiori informazioni: www.komperdell.com

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Ideale per i trekking leggeri e medi e in particolare per il nordic wal-king, questa scarpa è dotata di un sistema di allacciatura “Blockup” a iniezione diretta sulla tomaia che avvolge il piede, garanten-

do una calzata sicura e precisa. Il tessuto Cordura è resistente all’u-sura e allo strappo e la membrana Gritex respinge l’acqua ma per-mette al piede di respirare. Il puntale in poliuretano resiste a usura eabrasioni. Disponibile nelle versioni bassa o alta per una maggioretenuta della caviglia.Per informazioni: GRISPORT Spa, tel. 0423/962063, www.grisport.it

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ponente a elevato grado di indeformabilità, garantendo in tal modo una flessione graduale econtrollata. La suola Power Lite, in gomma ed eva, contiene una parte tacco in pebax

bi-componente, elemento questo che, per le proprie caratteristiche meccani-che, funge da protezione dell’intersuola in eva. Moran Gtx è disponibile nella

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News dalle aziende A cura di Susanna Gazzola (Servizio pubblicità)

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Premiato dal pubblico e dal Sindacatodei giornalisti cinematografici(SNGCI) ma non dalla giuria, “NangaParbat” va probabilmente considera-

to il vincitore morale del 58° TrentoFilm-festival che si è concluso l’11 maggio, mentrequeste pagine stavano andando in stampa.Un successo, quello registrato a Trento, deci-samente superlativo per il film del tedescoJoseph Vilsmaier sulla tragica spedizione incui Reinhold Messner (che ha collaboratoalla realizzazione) nel 1970 perse il fratelloGünther. Non del tutto attesa e scontata lacorsa ai botteghini. Tant’è che, per fronteg-giare le richieste del pubblico, gli organizza-tori trentini sono stati costretti a raddoppia-re il numero delle proiezioni.

Ma neanche questo provvedimento è basta-to, e vistosi cartelli di “tutto esaurito” sonocomparsi agli ingressi. Una salutare boccatad’ossigeno per il più antico e titolato festivaldi montagna di cui il CAI è socio fondatore, epiù in generale per la cinematografia di mon-tagna che a Trento era rappresentata dairesponsabili delle maggiori rassegne specia-lizzate riunite sotto l’insegna di “Alliance forMountain Film”.

Il riconoscimento più ambito, il Gran pre-mio Città di Trento Genziana d’oro, è andatoinvece a un documentario, tenero e sommes-so, di una regista francese. E incantevole“Himalaya, le chemin du ciel” di MarianneChaud lo è davvero. Racconta la vita di gio-vani monaci buddisti dello Zanskar, in India,attraverso il personaggio di Kenrap, un ragaz-zo di otto anni considerato la reincarnazionedi un vecchio monaco.

“Con i suoi occhi sorridenti e puri si entranel mondo affascinante dei monaci delmonastero di Phukthal, con la sua spirituali-tà, costumi e quotidianità”, si legge nel ver-bale della giuria (Maurizio Zaccaro, AlanFormanek, René Vernadet, Michele Radici).“Il film”, spiegano ancora i giurati, “è giratocon grande complicità da una regista profon-da conoscitrice della cultura locale, che, conuna macchina da presa invisibile, crea l’im-pressione di vivere gli eventi con il proprio

cuore”.Unanimità di consensi anche per il film di

alpinismo vincitore della Genziana d’oro delClub Alpino Italiano “Alone on the Wall”degli americani Peter Mortimer e Nick Rosendove Alex Honnold scala in solitaria integra-le, cioè senza protezioni, la mitica RegularRoute dell’Half Dome in Yosemite.

È toccato ancora una volta ad AnnibaleSalsa, presidente generale del CAI, presentecon lo staff del Comitato direttivo centrale,consegnare questa prestigiosa “genziana” trai consensi di un pubblico decisamente giova-ne: anche perché a Trento, piccolo ateneo dieccellenza, gli studenti universitari sono 15mila. In questa maratona si sono moltiplicatele occasioni d’incontro e gli eventi: con il cre-scente successo di “Montagnalibri” e i fattivicontributi della SAT, della SOSAT, del MuseoNazionale della Montagna, della BibliotecaNazionale, delle Guide alpine e di altre realtàdell’universo del CAI. Ma per un approfondi-mento sui film e sulla cronaca il lettore dovràaspettare i prossimi numeri dello Scarpone edella Rivista, con le consuete, puntuali messea punto delle firme più collaudate in tema dicinema di montagna.

Red

“Nanga Parbat” sulla tragicaspedizione del 1970 riceve iriconoscimenti del pubblico e dei critici, ma la giuria glipreferisce un tenerodocumentario sui giovanimonaci dello Zanskar

58° TrentoFilmfestival Vincitori e vinti

Nichetti e la turista per casoFra i tanti ospiti illustri della 58a edizione del festival,la “turista per caso” Syusy Blady ha portato unaventata di ottimismo nell’inedita veste di regista diun documentario “equo e solidale” dedicato alleartigiane del Guatemala (“Yo valgo, yo puedo, yovoy a perder el miedo”). Eccola con il collegaMaurizio Nichetti che, dopo sei anni, ha lasciatocon una punta di malinconia la direzione artisticadel filmfestival.

GENZIANE D’ORO• Gran Premio Città di Trento: “Himalaya,

le chemin du ciel” di Marianne Chaud(Francia)

• CAI: “Alone on the Wall” di PeterMortimer e Nick Rosen (Stati Uniti)

• Città di Bolzano: “Birdman of theKarakoram” di Alun Hughes (RegnoUnito)

GENZIANE D’ARGENTO• Miglior cortometraggio: “Oyan di

Esmae’l Monsef” (Iran) • Miglior mediometraggio: “Polyarnik” di

Nikolay Volkov (Russia) • Miglior contributo tecnico artistico:

“Mount St. Elias” di Gerald Salmina(Austria)

PREMIO DELLA GIURIA• “Salt” di Michael Angus e Murray

Fredericks (Australia)

PREMIO “EMMER” DELLA CRITICA• “Nanga Parbat” di Joseph Wilsmaier

(Germania)

PREMI DEL PUBBLICO• Lungometraggio: “Nanga Parbat” di

Joseph Wilsmaier (Germania)• Alpinismo: “Asgard Jamming” di Sean

Villanueva O’Driscoll (Belgio)

MUSEO USI E COSTUMI• “Der Kinderberg” di Reinhard Bjiorn

(Romania)

“MARIO BELLO”• “Asgard Jamming” di Sean Villanueva

O’Driscoll (Belgio)

LENZI, ZANDONAI, ZORTEA• “L’ultima battaglia delle Alpi” di Roberto

Cena e Fabio Canepa (Italia)

CITTÀ DI IMOLA• “Gente d’alpe” di Giovanna Poldi Allai,

Filippo Lilloni e Sandro Nardi (Italia)

SOLIDARIETÀ CR TRENTO• “The small kingdom of Io” di Giuseppe

Tedeschi, Caroline Leitner e DanielMazza (Italia)

STUDENTI UNIVERSITÀ DI INNSBRUCK• “Panie w Gorach” di Anna Filipow e

Krzystof Wielicki (Polonia)

CAGOL• “Petropolis” di Peter Mattler (Canada)

Tutti i premiati

Messner appassiona Trento

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18 - LO SCARPONE, GIUGNO 2010

Entrando poco prima della sua scompar-sa nel soggiorno della casa di BenitoSaviane a Chies d’Alpago, un conforte-vole ambiente arredato in legno e com-

pleto di stufa in maiolica, mi salta d’improvvi-so all’occhio un ardito parallelo “bonelliano”assai naturale per quanti, come il sottoscritto,hanno qualche confidenza col mondo delfumetto. Conosco la coppia Miotto – Savianeormai da qualche anno e solo ora me ne rendoconto: se Franco Miotto incarna la versionedolomitica di Tex Willer – Aquila della Notte, ilranger che figura tra i personaggi più classicidei “comics” all’italiana, allora Saviane nonpuò che identificarsi con Kit Carson – Capellid’Argento. La straordinaria esperienza alpini-stica di questa coppia di “pards” sulle monta-gne di casa non può che confermare l’esattezza di una simile e incon-sueta analogia.

Classe 1940, Benito Saviane era un montanaro di nascita e forma-zione che a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta ha costituito insie-me con Miotto una delle più forti cordate alpinistiche operanti sulleDolomiti. “È stato il mio compagno più forte e resistente”, sottolineaoggi Miotto parlando del compagno di allora, “non è mai venuto viada un appiglio, e si è sobbarcato il lavoro più duro”.

Insieme, la coppia di alpinisti bellunesi ha realizzato alcune impor-tanti e difficili vie come quelle sul Burèl (gruppo della Schiara) e sullaparete del Col Nudo che si affaccia sulla valle del Vajont.

“Da giovane praticavo attività sportiva a diversi livelli come la corsain montagna e la maratona”, racconta Benito rievocando l’epoca delsuo primo incontro con le pareti rocciose, “ma non avevo mai pensa-to che un giorno avrei cominciato ad arrampicare in parete.Nell’autunno del 1977 mi trovavo nei boschi del Cansiglio quando unescursionista ebbe un malore e mi precipitai a valle per chiamare isoccorsi. Qualche tempo dopo ripensai a quella esperienza: conside-rata la mia familiarità con l’ambiente alpino, perché non provareanche ad essere utile anche alle altre persone che frequentano lamontagna? Fu allora che presi contatto con il Soccorso alpino edentrai a farne parte. In breve tempo bruciai le tappe: assieme ad alcu-ni amici mi allenavo in val Gallina e sulla vicina parete dei Falchi, earrivammo a provare alcune vie come la Micheluzzi sul Piz Ciavàzes.A un certo punto alzai perfino lo sguardo su un’ascensione impor-tante come lo spigolo dell’Agnèr, ma poiché si trattava di un’impresaper me impegnativa andai a chiedere consiglio proprio a Miotto, delquale ero collega e conoscevo l’attività alpinistica. Fu così che mi tro-vai infine coinvolto nel progetto di scalata di Franco sulla parete delBurèl. Vennero quindi gli anni della vie nel gruppo della Schiara, sulCol Nudo e altre classiche sulla Civetta e sul Pelmo. Infine, quandoFranco fu colpito da un grave lutto familiare e lasciò l’alpinismo,smisi anch’io”.

Com’è cambiato l’alpinismo?

“Le giovani generazioni sono preparate dal punto di vista atletico,ma purtroppo si scoprono indifese e spaventate di fronte all’impegnodi un’arrampicata lunga, di una permanenza in parete che si prolun-ga oltre un ristretto limite di ore. Certe volte mi viene anche da sor-ridere: sul Col Nudo Franco e io abbiamo passato diciassette ore persalire di soli cinquanta metri, mentre oggi c’è chi si lamenta quandotrascorre appena sette ore in parete. Non parliamo poi degli avvici-namenti: le vie che richiedono due o tre ore di camminata per arriva-re alla base vengono trascurate perché richiedono troppa fatica eadattamento”.

Ti senti più alpinista o montanaro?

“Montanaro, la risposta è ovvia. È per una questione di rispetto perla montagna. Quando andavo ad arrampicare assieme a Franco cicapitava di rinunciare a una salita se ci accorgevamo che il tempometeorologico volgeva al brutto: la via sarebbe rimasta comunque lìad aspettarci, ma la nostra pelle era una sola. Questo tipo di sensibi-lità mi viene dall’essere un montanaro, e perché vivo in alta quotatutto l’anno”.

Che cosa si prova a vedere ripetute le proprie vie?

“Franco e io eravamo considerati una coppia di pazzi, due personeda evitare. Tutto ciò era solo frutto di maldicenza: Franco era tutt’al-tro che sprovveduto e prestava una cura particolare alle cose piùimportanti come la preparazione della chiodatura. Tra l’aperturadelle vie e le prime ripetizioni è passato così tanto tempo perché igradi da noi attribuiti alle salite facevano paura, e molti temevanouna sottovalutazione delle difficoltà effettive. Con questo non vogliodire che eravamo migliori di altri: semplicemente avevamo resisten-za psicologica, preparazione di fronte all’imprevisto, e non temevamoil vuoto sotto di noi. Non è vero che eravamo incoscienti: al contra-rio, eravamo perfettamente a conoscenza delle nostre potenzialità edei nostri limiti”.

Marco Conte

I discreti Benito Saviane

Fu uno degli esponenti più importanti dell’alpinismobellunese degli ultimi decennie un infaticabile volontario del Club alpino

In vetta con Miotto nelle Dolomiti bellunesiPrimo reggente della Sottosezione di Alpago,Benito Saviane è scomparso l’8 febbraiolasciando un vuoto incolmabile nella famiglia delClub Alpino Italiano.Figura di spicco sia per le esperienzealpinistiche realizzate con Franco Miotto sia perl’attività di volontariato, fu un personaggiocarismatico e un trascinatore per molti giovani. Ha fatto parte del Soccorso alpino e dellaCommissione Veneta Sentieri. Ha provveduto aripristinare sentieri abbandonati ed è stato unodegli ideatori e realizzatori del bivacco naturalericavato da una piccola grotta vicino al passoVal Bona (tra il Col Nudo e il Teverone), puntod’appoggio per gli escursionisti che affrontanol’alta via n.7. Esemplare il suo impegno nelgemellaggio con il CAI di Aviano ancora oggimolto vitale, e nella “promozione” di Alpagoquale sezione del CAI. Nella foto è con Franco Miotto (senzacaschetto) al termine di una delle tante scalatenelle Dolomiti bellunesi.

Conquistatore dell’utile

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PIEMONTEIl premio fedeltà ai rifugi

Bastano 20 bollini che certificano il passaggio inaltrettante strutture aderenti all’iniziativa perdiventare a tutti gli effetti un estimatore fedele deirifugi alpini piemontesi. Il turismo in alta quotaprende in prestito uno degli strumenti di marketingpiù usati per fidelizzare il pubblico e inaugura un“Premio fedeltà ai rifugi”, promosso (vedere LS9/09) dal Club Alpino Italiano del Piemonte con ilsostegno e la collaborazione dell’Assessorato alturismo della regione, dove le presenze nei rifugirisultano più che raddoppiate (18.300 nove anni fa,oltre 45.000 nel 2008).

La tessera è nominativa e non ha scadenza: la sipuò richiedere in uno qualsiasi dei 71 rifugi cheaderiscono all’iniziativa e, una volta completata, vaconsegnata al CAI Piemonte per riceverel’attestato e la spilla “Premio fedeltà”.

CAI Piemonte c/o Regione Piemonte corso Stati Uniti 21 - 10128 Torino (TO) - tel 011.5119480 - fax 011.4325345 E-mail: [email protected] web: http://www.caipiemonte.it/

SICILIA Nuova segnaletica nei NebrodiIdentificare la nuova rete sentieristica dell’areaprotetta per rendere più suggestiva la fruizionedel Parco dei Nebrodi. Questo il tema al centrodel tavolo tecnico cui hanno partecipato il presi-dente del CAI Sicilia Mario Vaccarella, il compo-nente del Comitato regionale del CAI GiuseppeOliveri, referente per l’escursionismo e per il“Sentiero Italia”, il dirigente dell’area Fruizione epromozione dell’Ente parco Antonino Miceli, e ilfunzionario Attilio Caldarera. Il Commissariostraordinario dell’Ente parco Antonino Ferro haespresso grande soddisfazione per la realizza-zione del progetto del “Sentiero Italia” nell’ambi-to della Rete ecologica siciliana, assicurando ilmassimo sostegno all’iniziativa.

L’Ente parco dei Nebrodi, grazie al protocollod’intesa sottoscritto con il Club Alpino Italiano perla realizzazione di programmi e progetti nelcampo della sentieristica, inizia a strutturare larete escursionistica di interesse turistico,scientifico, storico e antropico. L’obiettivo èambizioso: favorire la fruizione sostenibiledell’area protetta per dare all’escursionista lagiusta dimensione del territorio. Una nuovasegnaletica quindi, che verrà realizzata secondole regole nazionali del CAI con la presenza lungogli itinerari di pannelli e segnali idonei cheindichino la meta finale, i percorsi intermedi, iriferimenti più vicini e i tempi di percorrenza a

piedi. In questa prima fase il progetto sullasegnaletica nel Parco è circoscritto al “SentieroItalia”, ideato nel 1983 da un gruppo di giornalistiescursionisti e fatto proprio dal CAI nel 1995,partendo dalla dorsale appenninica sino adarrivare in Sicilia, per una lunghezza di circa 6000km suddivisi in 350 tappe.

Alcune di queste si trovano nell’area del Parco,identificate lungo la dorsale dei Nebrodi: da Selladel Contrasto, nel Comune di Mistretta, alle CaseCartolari, nel Comune di Floresta. Il CAI Sicilia, inparticolare, si occuperà di rilevare l’intero tracciatoindividuando tratti alternativi alle strade sterrate(per valorizzare ulteriormente l’ambienteboschivo), identificare i luoghi di posa dellasegnaletica, valutare lo stato dei sentierisuggerendo eventuali interventi di manutenzione.

GR Sicilia - corso Paolo Agliata 10490027 Petralia Sottana (PA)tel 349.2227262 - fax 091.934150E-mail: [email protected] web: http://www.caisicilia.it/

LIGURIA Concerto di primavera

Un “concerto di primavera” nel cuore dellanatura per celebrare i 75 anni del Parco diPortofino: è l’omaggio che ha voluto offrire ilClub Alpino Italiano Regione Liguria all’Enteparco in occasione dell’anniversario difondazione di uno dei più belli e apprezzati sitinaturali protetti italiani, istituito il 20 giugno1935. Appuntamento obbligato dunque permusicofili ed escursionisti il 20 giugno in localitàSemaforo Vecchio del Monte di Portofino per unconcerto diretto dal Maestro Michele Trenti(anch’egli socio da anni del CAI Ligure).“Il Club Alpino Italiano”, spiega il presidenteregionale Gianpiero Zunino, “curerà il presidio suipercorsi che portano al pianoro sommitale delSemaforo Vecchio, raggiungibile comodamente apiedi tramite diversi itinerari accomunatidall’immersione totale nella natura e dalla visionedi scorci panoramici spettacolari. Il nostroconcerto di primavera sarà anche l’occasione pertestimoniare ‘sul campo’ la collaborazione fra CAIRegione Liguria ed Ente parco, e in particolarecon il suo presidente Francesco Olivari e ildirettore Alberto Girani. Una sinergia che ha giàportato a stipulare una convenzione (prima inassoluto a livello regionale). Sono previsteiniziative a favore dei nostri soci e più in generaledei fruitori di questo sito di riconosciuto pregionaturalistico e ambientale”.

GR Liguria - Galleria Mazzini 7/316121 Genova (GE) - tel 346 6350548

CAI REGIONINotizie dai gruppi regionali

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MondomontagnaEchi e notizie

Sopravvissuti■ IN ONDA su Raitre la vigiliadi Pasqua, una puntata di“Ulisse, il piacere della scoper-ta”, il programma di Piero eAlberto Angela, ha reso omag-gio ai soccorritori AlessandroDantone, Diego Perathoner,Erwin Riz e Luca Prinoth scom-parsi il 26 dicembre in ValLasties nel tentativo di soccor-rere i friulani Fabio Baron eDiego Andreatta (morti sottouna slavina). Sono stati intervi-stati Gino Comelli, capo delSoccorso alpino Alta Fassa,Sergio Valentini e RobertoPlatter, i soccorritori fortunata-mente sopravvissuti (assieme aMartin Riz) alla valanga.

Sci alpinismo• NUOVA formula per l’edizio-ne 2011 della Coppa del Mondodi sci alpinismo. La novità piùimportante riguarda la nascitadi The Big Race tra le gare piùaffascinanti e autorevoli: lafrancese Pierra Menta, le italia-ne Adamello Ski Raid, Tour duRutor e Trofeo Mezzalama, lanorvegese Mountain Challengee la polacca Memorial∏ PiotrMalinowski.

Montagna assassina? Ora basta!

Sul tema “Montagna assassina?” un convegno è stato organizzato sabato 29 maggio all’AuditoriumPolicampus di Sondrio (via Tirano) a cura della Fondazione Luigi Bombardieri ([email protected] - www.fondazionebombardieri.it) con il patrocinio del Club Alpino Italiano,per mettere a fuoco e ovviamente contrastare l’immagine “fortemente veicolata e sostenuta

dalla stampa e dai media generalisti, della montagna come soggetto personificato, colpevole di uccide-re quanti la abitano, la percorrono e la sfidano”.

La Fondazione Bombardieri ha voluto approfondire questo particolare tema che pone la montagna inuna cattiva luce “poiché risulta sempre più difficile stimolare i giovani a conoscere e frequentare la mon-tagna e a cimentarsi nell’alpinismo se l’ambiente montano viene contraddistinto da un significato nega-tivo e propagandato come luogo del pericolo; inoltre questa impronta di criminalità nuoce al turismo dimontagna in genere a favore di altre forme di turismo in ambienti e situazioni talvolta ben più perico-losi, ma non presentati con altrettanta negatività”.

Dopo l’indirizzo di saluto dell’assessore provinciale allo sport e turismo Alberto Pasina, un’introdu-zione al tema del convegno da parte di Stefano Tirinzoni, presidente della fondazione, sono intervenu-ti: Enrico Camanni su “L’intramontabile fortuna di uno stereotipo”; Annibale Salsa su “L’imprevedibilitàdel pericolo in una società del rischio calcolato”; Giuseppe Saglio su “Andare in montagna: ricerca di unnaufragio o bisogno di una rinascita?”; Fausto De Stefani alpinista e naturalista; Michele Comi su"Montagne, uomini e fenomeni naturali - una convivenza difficile"; Ettore Tacchini su "La montagna sog-getto giuridico?"; Sandro Lazzari su “Riflessi sul turismo di montagna”; Carlo Grande su "Stereotipi inredazione: è la natura killer, bellezza"; Kurt Diemberger alpinista.

L’occasione è sicuramente allettante per chi hala montagna nel cuore. Un grande editore, laDomus, offre a tutti gli appassionati la possi-bilità di partecipare come fotografi alla realiz-

zazione del calendario 2011 che verrà distribuito innovembre insieme con la rivista “MeridianiMontagne”. I fotografi selezionati parteciperannoall’estrazione di notevoli premi. Il concorso, gratuitoe patrocinato dal Club Alpino Italiano, ha un temaampio: “Pareti. I grandi scenari delle Alpi e dellemontagne italiane”. Sarà per i concorrenti un modoideale di esprimere il proprio vissuto, sia che la fotoabbia come scenario le più grandiose montagne ita-liane come il Cervino, il Monte Bianco, laMarmolada, sia che l’obiettivo punti su montagnemeno conosciute. La giuria che selezionerà le imma-gini proclamando le tredici fotografie vincitrici è for-mata da Aldo Audisio (direttore del Museo naziona-le della Montagna), Kurt Diemberger (alpinista, foto-grafo e cineasta), Marco Albino Ferrari (direttore diMeridiani Montagne), Giulio Malfer (fotografo),Vinicio Vatteroni (direttore editoriale de LoScarpone e della Rivista del CAI), Roberto Serafin(redattore de Lo Scarpone), e Fausto De Stefani(alpinista e fotografo). Per partecipare occorre con-sultare il regolamento pubblicato su www.meridia-ni.com/montagne2011 e caricare la propria foto sulsito entro il 30 agosto. La fotografia dovrà essere acolori e in formato JPEG in alta risoluzione e il pesodovrà essere compreso tra i 5 e i 15 MB.

Presentato al recente TrentoFilmfestival,“Nanga Parbat”, il film tedesco di JosephVilsmaier dedicato alla spedizione del 1970in cui scomparve Guenther Messner, ha ver-

sato nuovi veleni su una vicenda chiarita solo nel2005 con il ritrovamento del corpo dell’alpinistafratello di Reinhold Messner, che era stato al tempoaccusato di aver lasciato morire Gunther per inse-guire le sue ambizioni personali. Ora il figlio delcapospedizione Karl Maria Herligkofer si è fatto l’i-dea che il film metta in cattiva luce suo padre: nel-l’ultima parte del film, mentre Reinhold provatodalla terribile avventura viene aiutato dalle popola-zioni locali, si vede il capospedizione che festeggiala conquista della vetta da parte di altri due scala-tori, Peter Scholz e Felix Kuen.

Come è stato a suo tempo raccontato, Reinholdaccusò Herligkofer di avere abbandonato lui e suofratello e lo denunciò per mancato soccorso. Sitenne un processo, ma due anni dopo la magistra-tura tedesca chiuse il caso dicendo che nessunopoteva essere legalmente considerato responsabiledella morte di Guenther. In questi giorni sulla con-troversa spedizione è in libreria anche il diario diMessner “Razzo rosso sul Nanga Parbat” (vedereBookShop), sulla cui pubblicazione Karl MariaHerligkofer aveva posto un ferreo veto ritenendosidetentore dell’unica verità sulla “conquista” delNanga Parbat. Niente di nuovo, evidentemente,sotto i cieli dell’alpinismo… (R.S.)

I vostri clic più belliin Meridiani Montagne

Nanga Parbat, vecchi e nuovi veleni

Ceneri■ LA SPEDIZIONE per disper-dere sull’Everest parte delleceneri di sir Edmund Hillary,primo salitore, assieme allo sher-pa Tenzingsul tetto delmondo nel1953, è stataa n n u l l a t aper racco-mandazionedella comu-nità buddistanepalese chevedeva nel gesto “un cattivoauspicio” temendo, fra l’altro,che in futuro questo rito possadiventare una moda. Un timorecondivisibile o una forma di fon-damentalismo da accogliere conqualche riserva?

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aPer Davide■ NEI BOSCHI di Castelmarte,Proserpio e Canzo, graziosipaesi della Valassina sopra Erba(CO), dove viveva DavideCarbone morto a 13 anni peruna rara malattia, l’acidemiaproprionica, si svolge martedì 2giugno una camminata noncompetitiva su un percorso faci-le, gradevole, tracciato e segna-lato, lungo 8 o 12 km. Per l’iscri-zione alla manifestazione dedi-cata a Davide è previsto un pic-colo contributo di 3 euro. Info:Associazione “La vita è undono” onlus tel 339.225.80.36 -www.lavitaeundono.org

Trenino rosso ■ IL TRENINO del Bernina(2253 m, 61 km dall’AltaEngadina alla Valtellina) festeg-gia i 100 anni con un ricco pro-gramma di appuntamenti. Eccole tappe: 18-20/6 al viadotto cir-colare presso Brusio "treno delgiubileo, treno delle feste"; 18-19/9 a Pontresina "treno delleescursioni". Oggi il trenino rossotrasporta ogni anno 700.000viaggiatori ed è annoverato trale dieci linee ferroviarie piùbelle del mondo.

Attrazioni■ KLARA, la strega delle erbe,è al centro del programmaFamily Tirol in 12 comprensori e21 alberghi appartenenti al grup-po di offerte di turismo familiarenello scenario montuoso del

Tirolo. Info +43.512.7272-0,[email protected] http://www.tirol.at

In festa■ LA RIAPERTURA ESTIVA

del Colle del Piccolo SanBernardo (La Pass Pitchü)viene festeggiata a LaThuile domenica 20 giu-gno. I Falò di SanGiovanni ricordanoin tutta la valle l’ini-zio dell’estate e fragiovedì 24 e sabato26 è possibile pren-dere parte a tradi-zionali veillà aGressoney-Saint-Jeane in numerose altre loca-lità valdostane.

Vecchio scarpone“Un piano regolatore (per il Breuil) s’impone,ma non fatto da albergatori che altro nonconoscono se non il proprio guadagno e la

comodità dei clienti podagrosie asmatici”.

Angelo Manaresi

presidente generale del CAI,

Lo Scarpone,

16/11/1934

La Grignetta piange il suo sherpa

Aqualcuno non andava giù che avesse trasformato la vetta dellaGrignetta (2177 m) in una mescita a cielo aperto, con tanto dicantinetta e ripostiglio da cui spuntavano generi di confortoin genere dotati di un discreto tasso alcolico. Ma per la mag-

gior parte dei crodaioli che salivano in Grignetta lungo la Segantini, laCermenati o altre frequentatissime vie di roccia sapere che lassù incima c’era ad accoglierli Guido Zucchi rappresentava un motivo inpiù per affrontare l’escursione. Lui, abbronzato, fisico scultoreo daBronzo di Riace, saliva fin dal primo mattino con una pesantissimagerla piena di rifornimenti, issava il tricolore e nelle giornate di neb-bia lanciava sonori richiami soffiando in un corno. Anche se non rila-sciava ricevute fiscali, non dev’essersi arricchito con questa piccolaattività commerciale lo “sherpa delle Grigne”, che in aprile si è toltola vita a Rongio nei pressi di Mandello dove abitava ai piedi delle bastionate calcaree che tanto amava.Ma quella sua attività tra le nuvole e il volteggiare dei gracchi era pur sempre più appagante che lavora-re giù a Mandello, alla Guzzi. E poi quella vetta, grande come l’interno di un vecchio tram, Guido la tene-va pulita, in ordine, raccogliendo meticolosamente le cicche delle sigarette gettate per terra dagli amicialpinisti. Qui vogliamo ricordarlo con questa immagine mentre versa il suo “nettare” a un cliente diriguardo, l’accademico milanese Marco Bianchi, che negli anni Novanta era tra i protagonisti della corsaagli ottomila e oggi si è fatto un nome come autore di libri fotografici. Ciao, Guido! (R.S.)

Arrampicata: meeting internazionale a Ceresole Reale

IIl CAAI - Club Alpino Accademico Italiano, con il patrocinio delClub Alpino Italiano, organizza dal 19 al 25 settembre il primoTrad Climbing Meeting, appuntamento internazionale, aCeresole Reale (TO) nell’alta Valle dell’Orco. Lo scopo è quello

di favorire lo scambio di esperienze tra scalatori di tutto il mondo,promuovere l’arrampicata, in particolare quella in stile trad, e laValle dell’Orco come sito privilegiato per questo tipo di scalata. Almeeting saranno invitati ospiti di tutte le maggiori federazioni diarrampicata del mondo, due per nazione, fino a un massimo di 60partecipanti, che saranno accompagnati sulle pareti da arrampica-tori italiani. Le giornate di scalata si concluderanno con proiezioniaperte al pubblico. Venerdì 24 settembre sarà occasione di unamanifestazione pubblica di arrampicata con scalatori di fama inter-nazionale. Il programma prevede: domenica 19 saluto di benvenutoai partecipanti internazionali e sistemazione, lunedì 20 giornata di

scalata e proiezione “I luoghi e la storia dell’arrampicata in Valledell’Orco“, martedì 21 scalate e proiezione di un alpinista italiano difama internazionale, mercoledì 22 scalate e proiezione sul Parconazionale del Gran Paradiso, giovedì 23 scalate e proiezione di unalpinista estero su scalata trad , venerdì 24 giornata aperta al pub-blico con dimostrazione e concerto rock, sabato 25 chiusura.

La partecipazione è possibile solo attraverso le federazioni diarrampicata ufficiali. Il costo di iscrizione è di 100 euro, pagabiledopo accettazione. Termine di iscrizione 15 giugno, ammissionecomunicata all’inizio di luglio. Come requisito minimo ogni parte-cipante deve essere in grado di salire da primo su terreno trad sudifficoltà di 6b (5.10 d). Alloggio (in palazzine gentilmente con-cesse da IRIDE) e vitto (nei ristoranti della zona) saranno messia disposizione dall’organizzazione. Info: [email protected]

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Incarichi■ PAOLO VALOTI è stato con-fermato alla presidenza dellaSezione di Bergamo. Vice presi-denti sono Giovanni Cugini, Pier-mario Marcolin, Andrea Sartori.Segretario Maria Corsini, vicesegretario Stefano Morosini,tesoriere Angelo Diani, consi-glieri Arrigo Albrici, ChiaraCarissoni, Adriano Chiappa,Alessandro Colombi, AntonioCorti, Paolo Lorenzo Gamba,Mauro Gavazzeni, Marco Luzzi,Claudio Malanchini, LucaMerisio, Emilio Moreschi, Sil-vano Pesenti, revisori dei ContiSilvia Bassoli, Luciano Breviario,Alberto Carrara, Luca Giudici.

■ ANDREA ZANOTTI è statoeletto alla presidenza del Corodella SOSAT. Succede aFrancesco Benedetti, che hacantato nel coro per 41 anni.

Dove e quando in ■ ALL’ALPE DEVERO (VB) il 19 e 20/6 raduno annuale del CAI Lima con il concorsodell’Amministrazione comunale di Baceno e di Linea Verticale, ospiti alpinisti famosi come EnricoRosso, Luca Macchetto, Maurizio Oviglia. Info: www.lineaverticale.net/■ IN VALLE DIVEDRO (VB) domenica 6/6 “Le antiche vie degli spalloni: da Gondo a Bugliaga”.Info: 329.2238301 [email protected] ■ ALL’ALPE DEVERO (VB) domenica 13/6 Devero Block, terzo raduno di arrampicata boulder.■ IN ALTA ENGADINA E IN VALTELLINA il trenino rosso del Bernina festeggia i 100 anni conun ricco programma. Il 18-20/6 appuntamento al viadotto circolare presso Brusio.■ LA RIAPERTURA ESTIVA del Colle del Piccolo San Bernardo (La Pass Pitchü) viene festeg-giata a La Thuile domenica 20 giugno. ■ QUARTA EDIZIONE per LetterAltura (www.letteraltura.it) a Verbania dal 23 al 27/6 e nei primitre week end di luglio nelle valli del Cusio e dell’Ossola (Stresa e Mottarone 3 e 4/7, Cannobio e ValleCannobina 10 e 11/7, Varzo e Alpe Veglia 17 e 18/7).■ TRENOTREKKING il 6/6 sulla linea Torino-Ceres (GTT). UGET Torino propone un’escursioneda Ceres a Mezzenile (org. R. Cucchiaro 011.489937, E. Sesia 0123.581378). Vedere a pag. 34■ AL PALAMONTI di Bergamo il 26/6 “Con la testa e con i piedi; in sicurezza sui sentieri ed in fer-rata” (pag. 28) nell’ambito del progetto “Sicuri in montagna”. Info: [email protected] – tel035.4175475.■ ALLA SEM (via Volta 22, Milano) il 18/6 “I funghi, questi sconosciuti” con l’AssociazioneMicologica Bresaola (vedere a pag. 31).■ NEL PARCO DI PORTOFINO il 20 giugno Concerto di primavera per i 75 anni di questa cele-bre riserva naturale.

GIUGNO

Da rivale a grande amico

Molti lo ricor-dano così, inoccas ionedel cinquan-

tennale del K2 nel 2004a TrentoFilmfestival:nonostante una parali-si che rendeva proble-matico il suo esprimer-si, l’americano CharlesHouston volle in quel-l’occasione essere vici-no agli amici italianiche tanti anni prima

avevano colto quel successo al quale luiaveva invano aspirato. Ora Houston, medicoe alpinista che nel 53 fu a capo dello sfortu-nato tentativo americano al K2 in cui perì ArtGilkey, se ne è andato. La sua scomparsarisale al 27 settembre, ma non è mai troppotardi per rendere omaggio a un leale e corag-gioso rivale che a Trento, come riferì pun-tualmente Lo Scarpone, volle ringraziareAchille Compagnoni per avergli riportato unombrello lasciato sulle pendici del K2 nel1953. Si sa che ai tempi della spedizione ita-liana, Houston era stato prodigo di informa-zioni con Desio e tutta la spedizione e alritorno degli italiani aveva letto una lettera dielogio per il loro successo.

Se al cuore non si comanda

Cardiopatici con ridotta funzione car-diaca ma in condizioni cliniche stabi-li, quindi liberi da ischemia miocardi-ca e aritmie minacciose, possono

salire in montagna fino a quote intorno a3.000 metri. Questa affermazione si basa sustudi condotti in laboratorio e "sul campo"dal gruppo di medici (LS 5/2010) dellaFondazione Salvatore Maugeri di Veruno(NO) e da altre equipe mediche.

Tuttavia i soggetti esaminati dai principalistudi risultavano esposti all’altitudine inuna singola giornata. Si sa che quote più ele-vate, per esempio 4000 metri, alterano l’ar-chitettura del sonno di soggetti sani nonacclimatati, e che alterazioni del tutto simi-li si riscontrano a bassa quota nel sonno dicardiopatici. Nasce quindi l’interrogativoche alcuni lettori ci hanno rivolto: cardiopa-tici cui si permette l’esposizione diurnaall’altitudine possono pernottare in monta-gna senza rischi? I nuovi studi, sotto l’egidadella Fondazione Maugeri e del Parco natu-rale Alta Valsesia, cercheranno di risponde-re a questa domanda esaminando i soggettidapprima a bassa quota, poi al Col d’Olen(Monte Rosa) a partire dal 28 giugno.

I soggetti interessati possono rivolgersi a:[email protected] - [email protected]

Un ambulatorio per le alte quote

Ambulatori specialistici di medicinadi montagna saranno attivati pressogli ospedali di Aosta e Sallanches inbase al progetto Résamont, una rete

realizzata tra l’Azienda Usl valdostana e gli“Hôpitaux du Pays du Mont Blanc”, in colla-borazione con ENSA (Ecole Nationale deSki et de l’Alpinisme) di Chamonix, IFREM-MONT (Institut de Formation et deRecherche en Médecine de montagne) e laFondazione Montagna Sicura diCourmayeur. Il progetto è stato messo apunto da un gruppo di medici aostani e fran-cesi. Gli ambulatori si occuperanno di visitemediche per valutare alpinisti, trekker,guide alpine, uomini del Soccorso alpino, echiunque voglia andare in montagna e desi-deri avere una valutazione medica (indica-zioni e controindicazioni).

Previsti test e visite neurologiche e cardio-logiche, test spirometrici e analisi chimico-cliniche. Responsabile dell’ambulatorio dimedicina di montagna di Aosta il neurologoGuido Giardini, con i colleghi De La Pierre,Cavoretto, Cavana, Canu, Catuzzo. I medicifrancesi sono Cauchy, Lecoq, Robert,Popoff, Duperrex.

Per informazioni: Ospedale di Aosta 01655431 - Hopitaux du Pays du Mont Blanc 0033(0) 450473089. (G.C.A)

Mondomontagna

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Hanno detto■ “IL FUTU-

RO ci vedràsempre più inprima linea perd i f e n d e r el’Italia: dallaspeculazione,dal degrado,dall’ignoranzadi chi crede chericchezza e svi-

luppo debbano necessariamenteimplicare l’aggressione al nostropaesaggio” (Ilaria BorlettiBuitoni, dal 1° gennaio presiden-te del Fondo Ambiente Italiano).

Concorsi■ È IN DISTRIBUZIONE ilbando del premio letterario“Leggimontagna” (info: [email protected] - www.leggi-montagna.it) giunto all’ottavaedizione. Quattro le sezioni: nar-rativa, saggistica, guide e inediti.Particolare attenzione verràriservata a opere in grado dicoinvolgere il lettore rendendo-lo partecipe del mondo dellamontagna. La lunghezza massi-ma per gli inediti è di 20 cartelledattiloscritte (una cartella = 30righe x 60 battute). Un premioviene anche assegnato agliaudiovisivi (due le sezioni: alpi-

nistica e antropologica): posso-no partecipare opere di docu-mentazione o di finzione (corto,medio e lungometraggi) prodot-te tra novembre 2007 e marzo2010.

■ VIENE ASSEGNATO per laprima volta il “Karl Unterkircheraward”, un premio per particola-ri imprese alpinistiche per ricor-dare lo scalatore gardenese,morto nel 2008 durante la scala-ta del Nanga Parbat. La cerimo-nia è in programma il 9 e 10luglio a Selva di Val Gardena.

■ IL PREMIO SILLA GHEDI-

NA per la migliore scalata sulleDolomiti è giunto alla sesta edi-zione. Per partecipare le relazio-ni dovranno essere inviate entroil 5 settembre, allegando unbreve curriculum alpinistico, aRoberto Cielo Via Lazzarini 3332100 Belluno; cell. 3471716767,fax 0437931655, [email protected] maggiori dettagli www.fon-dazioneghedina.it

Rassegne■ QUARTA EDIZIONE perLetterAltura (www.letteraltura.it) a Verbania dal 23 al 27 giu-gno e nei primi tre week end diluglio nelle valli del Cusio edell’Ossola (Stresa e Mottarone3 e 4 luglio, Cannobio e Valle

Cannobina 10 e 11 luglio, Varzoe Alpe Veglia 17 e 18 luglio).LetterAltura è un festival giova-ne nato per promuovere il terri-torio e l’ambiente naturale chelo caratterizza: lo scenario alpi-no dalla Val Formazza dallabastionata del Monte Rosa finoalla Bassa Ossola e ai laghiMaggiore e d’Orta.

■ ABITARE LE ALPI. È aper-ta a Merano la "Mostra itineran-te sull’architettura alpina:Abitare le Alpi", che in seguitoverrà proposta in tutti gli ottoPaesi dell’arco alpino. La mostrafotografica illustra soluzioni abi-tative innovative e sostenibili.Info: www.meran2010.info

Alpinisti■ DANIELE BERNASCONI,

classe ‘71, geologo, guida alpina,forte alpinista himalayano, è ilnuovo presidente dei Ragnidella Grignetta (LS 5, pag. 25).Succede ad Alberto Pirovanoche ha retto la carica per diecianni. Consiglieri sono ora PaoloSpreafico, Fabio Palma, LucaPassini, Silvano Arrigoni, DarioCecchini e Carlo Aldè.

■ OH EUN-SUN, sudcoreana,44 anni, è la prima donna adaver raggiunto la vetta dei 14ottomila della Terra.

Sulle tracce del Papa alpinista

C’è un Papa, pressoché dimenticato, che ha lasciato una tracciaimportante nella storia dell’alpinismo alla fine dell’Ottocento, condelle "prime" sul Bianco e sul Rosa. "Achille Ratti il prete alpinistache diventò Papa" è il titolo della ricca e documentata biografia

curata dal prof. Domenico Flavio Ronzoni, pubblicata da Bellavite Editore.L’intensa attività del futuro Pio XI (socio del CAI Milano) è arrivata aiprimi anni del Novecento e viene ripercorsa dall’autore che riporta incalce al libro anche gli scritti alpinistici, pubblicati subito dopo la sua ele-zione al soglio pontificio, e diventati un pezzo di antiquariato bibliografi-co. Sono relazioni colte e forbite, ancora oggi godibilissime, che attesta-no la profonda cultura alpinistica di Achille Ratti, corredate da citazioni di autori tedeschi e inglesi.

Famosa è rimasta soprattutto la salita alla Est della Dufour, compiuta nel 1889 da Macugnaga insie-me a monsignor Grasseli e alle guide Gadin e Proment di Courmayeur, con le quali ha pure realizzatouna "prima" sul Bianco (l’attuale via italiana). Sul Rosa la cordata ha raggiunto il Colle Zumstein, chea Macugnaga e ad Alagna chiamano "Colle del Papa".

Il professor Ronzoni, docente di liceo in Brianza, sviluppa analiticamente la passione di Achille Ratti,collegandola all’evoluzione della società e dell’alpinismo dell’epoca. Inoltre non manca di rilevare degliinteressanti riferimenti a Giovanni Paolo II, anch’egli grande appassionato di montagna. Si soffermaanche sull’"alpinismo cattolico" tracciandone l’evoluzione attraverso i decenni. Il libro, presentato dal-l’autore in diverse località, ha riscosso ovunque ampi consensi. (T.V.)

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Aquanto risulta, tutti gli accompagna-tori sezionali dovranno seguire uncorso di formazione per avere unabase culturale comune. Ora, pur con-

dividendo la necessità di un approccio uni-forme, ritengo sbagliato e da un certo puntodi vista anche poco rispettoso del lavoro finqui svolto mettere sullo stesso piano chi fagià questa attività da anni e chi ci si avvicinaper la prima volta o in altre parole non rico-noscere il valore dell’esperienza. Questoapproccio potrebbe avere come effetto col-laterale quello di allontanare degli accompa-gnatori esperti che non avranno voglia difare un corso di cui non vedono l’ utilità e dimettere in crisi le sezioni fino a quando nonavranno di nuovo un congruo numero diaccompagnatori patentati.

Credo che un approccio più correttosarebbe stato quello di riconoscere l’espe-rienza maturata sottoponendo gli esperti aun breve corso di aggiornamento e riser-vando il corso completo agli altri.

Andrea Sartorio

[email protected]

La progressiva attivazione della figura

tecnica del sezionale ha fortemente inte-

ressato gli addetti ai lavori, innescando

entusiasmi, critiche, perplessità e anche

fraintendimenti, probabilmente inevita-

bili nei processi di lunga definizione e

gestiti nel puro volontariato come usa nel

Club alpino. Il 2010 vede maturare i pro-

getti sviluppati in questi anni da UniCai

con la già ampia diffusione del libretto

unico per i titolati; la progressiva intro-

duzione della divisa ufficiale e dei relati-

vi distintivi di settore e livello per titolati

e sezionali; il riconoscimento dei primi

sezionali con la procedura speciale; l’atti-

vazione dei nuovi iter formativi per sezio-

nali e la messa a punto della base cultura-

le comune. È certo utile riordinare le idee

sull’attualissimo tema dei sezionali e

della base culturale comune, riprendendo

i punti essenziali già pubblicati dallo

Scarpone e facendo riferimento ai docu-

menti ufficiali di UniCai. La gentile lette-

ra del socio Andrea Sartorio dà un prezio-

so spunto, anche per rispondere indiretta-

mente ad altri quesiti e richieste di chia-

rimento.

In premessa va ricordato che la figura

del sezionale è stata introdotta dal

Regolamento per gli organi tecnici del

2007, e precisamente dall’articolo 34,

inserito nel titolo V interamente dedicato

all’attività didattica. La figura del sezio-

nale – istruttore, accompagnatore e opera-

tore in funzione della categoria di appar-

tenenza – ha dipendenza tecnica diretta

dall’OTPO competente per territorio, e

diventa tale dopo la nomina e l’iscrizione

all’albo regionale su proposta del relativo

OTPO. Pertanto va subito detto che questa

figura non riguarda i molti soci che svol-

gono meritoriamente ed efficacemente le

tantissime iniziative svolte dalle sezioni e

non solo: attività sociali, gite, manifesta-

zioni, escursioni, e quant’altro, ma solo i

soci interessati a collaborare, con progres-

sivi livelli di responsabilità, alle attività

tecnico-didattiche sviluppate nell’ambito

degli organi tecnici.

Sulla base dell’articolo 34, il coordina-

mento dei presidenti riuniti in UniCai ha

definito le caratteristiche, il percorso for-

mativo e i criteri per il giudizio di ido-

neità previsti dal regolamento.

Considerati i molti soci che già svolgeva-

no funzioni assimilabili nelle strutture

tecnico-didattiche sotto varie denomina-

zioni, e il relativo e prezioso patrimonio

di capacità ed esperienza, si è definito un

percorso speciale per il recupero di quan-

ti, noti agli OTPO, erano già in attività o

in formazione al 31 dicembre 2008.

Formati gli elenchi, i rispettivi organi tec-

nici centrali hanno definito le caratteri-

stiche minime necessarie per il passaggio

diretto, o tramite un aggiornamento, alla

nuova figura.

Per chi intendesse iniziare ora la colla-

borazione con gli organi tecnici, l’iter pre-

vede un requisito di accesso costituito da

una pratica individuale dell’attività spe-

cifica per almeno un biennio con adegua-

to curriculum e da tre momenti formativi:

1) la base culturale comune; 2) la forma-

zione specialistica di settore; 3) la colla-

borazione per almeno un anno all’attività

della scuola o commissione. L’esperienza

viene sempre riconosciuta, e chi l’avesse

già maturata potrà evidentemente accede-

re direttamente alla formazione. E questa

è ritenuta necessaria e fondamentale.

A volte vi è un fraintendimento su questo

punto, ben evidente nella lettera di

Sartorio. Chi fa attività individuale o

sociale da tempo può aver certamente

maturato una buona competenza tecnica

individuale, spesso anche ad alto livello, e

questa si può accertare e riconoscere. Ma

senza una formazione specifica come

potrà l’interessato essere allineato con gli

altri titolati, come potrà conoscere concre-

tamente le linee guida degli organi tecnici

nella didattica e nella formazione? Come

potrà regolarsi nell’insegnamento, ope-

rando nell’organico di un corso, e far teso-

ro dalla condivisione dell’esperienza di

scuola di chi lo ha preceduto? Non a caso

molta attenzione è posta nella Base cultu-

rale comune, per creare i presupposti per

un lavoro di qualità, per evitare di ripete-

re errori già compiuti, per condividere l’e-

sperienza, per poter essere una squadra

nell’attività formativa e didattica. E da

Un percorso speciale è stato definito per gliaccompagnatori già in attività o in formazione al 31 dicembre 2008

Sezionale, quale formazioneUniCai Precisazioni su una figura tecnica di grande attualità

Un programma condiviso per migliorare i servizi offerti alla popolazione inmateria di protezione civile. È questo l’obiettivo dell’accordo sottoscritto l’8aprile dal Dipartimento della Protezione civile e dal Corpo nazionale Soccorso

alpino e speleologico.Tra le iniziative previste dal programma, firmato da Agostino Miozzo direttore

dell’Ufficio volontariato e relazioni internazionali del Dipartimento e dal presidente delCNSAS Piergiorgio Baldracco, anche la costituzione di squadre nazionali di prontoimpiego per interventi nel Centro-Sud.

L’accordo è inoltre finalizzato a un potenziamento del settore cinofilo e del settorespeleo-subacqueo del Soccorso alpino, attraverso l’acquisizione e l’addestramento diquattro cani segugi di razza ‘bloodhound’ per attività di ricerca da macerie, e laformazione di squadre ad alta specializzazione per le diverse tipologie di scenario, oltreche l’acquisto di una camera iperbarica mobile, strumento indispensabile per garantiretempestività nei soccorsi in questo settore.

Soccorso alpino

Accordo con la Protezione civile

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questo nasce il profondo convincimento

che il confronto tra i pari e con titolati

esperti possa essere fruttuoso anche per

chi è già preparato tecnicamente. La

buona tecnica è un presupposto indispen-

sabile, certo, ma non esaurisce l’orizzonte

di un titolato del Club alpino.

È stato anche ipotizzato da alcuni che il

sezionale abbia poca autonomia operati-

va. Nell’organizzazione del CAI è il titola-

to di primo livello che, con l’iscrizione

all’Albo, possiede l’autorizzazione allo

svolgimento dell’attività, oltre ovviamente

al titolato di secondo livello a cui compete

anche la responsabilità della direzione di

strutture complesse e della formazione dei

quadri. Il sezionale è il gradino di parten-

za, che con una adeguata formazione ini-

ziale consente di svolgere attività didatti-

ca strutturata nel proprio settore con la

cordata o il gruppetto ad esso affidato,

sotto l’inquadramento di un titolato

responsabile dell’attività. Il rapporto

umano e didattico con l’allievo è diretto, e

la responsabilità morale dell’insegnamen-

to anche. Non sembra certo poco.

Infine è da ricordare che il tema dei

sezionali si è sviluppato progressivamen-

te in questi anni perché UniCai ha sempre

curato il coordinamento paritetico e la

condivisione dei presidenti di OTCO,

come peraltro indicato dal suo regolamen-

to. Un processo inevitabilmente lento, teso

non a mediare ma a focalizzare la sintesi

affrontando problemi complessi. Gli svi-

luppi dei progetti, compresi quelli del

sezionale e della base culturale comune,

sono stati approvati all’unanimità dai

presidenti di OTCO e diffusi alle strutture

dipendenti. I documenti ufficiali di

UniCai fanno da riferimento e sono libe-

ramente consultabili, assieme agli ampi

riassunti pubblicati sulle pagine dello

Scarpone, sul sito http//unicai.cai.it

Il tema degli organi tecnici del sodalizio

è oggi molto attuale, il dibattito è vivace e

vari punti attendono una soluzione.

Intanto la formazione di base per i futuri

titolati è stata definita e per la prima volta

il modello pedagogico è comune a tutte le

specialità, insieme ai contenuti trasversa-

li. Da questo si può partire e, facendo teso-

ro delle prime esperienze svolte, corregge-

re quanto necessario per affrontare a

seguire la revisione dei percorsi formativi

dei titolati.

Il comitato TC di UniCai

I documenti ufficiali di UniCai sono consultabili, assieme

agli ampi riassunti pubblicati sulle pagine dello Scarpone,

sul sito http//unicai.cai.it

Come programmato in occasione del-l’ultima assemblea ordinaria dellaScuola nazionale di speleologia(SNS), si è tenuto a Padova dal 18 al

21 febbraio, presso le strutture del Centrostudi materiali e tecniche (CSMT), il Corso dispecializzazione sui materiali per la speleolo-gia diretto dall’INS Cristiano Zoppello e orga-nizzato dalla Sezione di Padova per mezzodel suo gruppo speleologico. L’idea nascenell’ambito del gruppo speleologico padova-no che da qualche anno ha toccato con manole potenzialità delle strutture del CSMT, equesto ha indotto la SNS a prendere in consi-derazione il corso accogliendo la propostadegli amici padovani. Si è così avviata un’im-portante e intensa collaborazione con unastruttura tanto qualificata e avanzata tecno-logicamente quanto disponibile nelle suecomponenti umane (Giuliano Bressan ilcuore, Sandro Bavaresco il braccio).

Tale collaborazione è la naturale evoluzionedell’improbo lavoro messo in cantiere neglianni Ottanta dalla Commissione materiali etecniche della sezione speleologica dell’allo-ra Corpo Nazionale Soccorso Alpino e dalCentro Nazionale di Speleologia “M. Cucco”,all’epoca parte integrante della Sezione diPerugia e del suo Gruppo speleologico. Lacollaborazione culminò con la pubblicazionedel volume “Resistenza dei materiali speleo-alpinistici”, il famoso “libro giallo” considera-to la pietra miliare di un nuovo modo di leg-

gere la componente tecnica e tecnologica deimateriali speleo-alpinistici.

Il corso, che ha visto la presenza di ventiiscritti provenienti da numerose realtà spe-leologiche italiane (Piemonte, Lombardia,Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Campania,Sicilia), ha messo a confronto le varie espe-rienze dei partecipanti con le evidenze scatu-rite dalle prove svolte da vivo e non lette suisacri testi. Le prove sono state eseguitesecondo le diverse modalità offerte dallestrutture del CSMT: una sessione di prove atrazione lenta e due sessioni di prove dinami-che in laboratorio e due sessioni pratichepresso la Torre del centro sportivo Brentella.

Ciò ha consentito di sviscerare moltepliciargomenti secondo varie sfaccettature, dicomprendere a fondo il comportamento didiversi attrezzi impiegati nella progressioneverticale in grotta e di mettere a nudo gliaspetti salienti della catena di sicurezza, siadal punto di vista delle sollecitazioni ordina-rie (com’è stato il caso delle misure svolte deicarichi applicati agli ancoraggi durante laprogressione in salita e in discesa), sia diquelle impulsive come possono verificarsi,per esempio, nel caso di cedimento del fra-zionamento. Interessante anche il confrontocon i padroni di casa, di estrazione alpinisti-ca, che hanno spesso osservato e commenta-to incuriositi le strane manovre messe in attoda noi speleologi.

Sicuramente è stato un primo importantepasso verso il completamento delle cono-scenze tecniche sui materiali, che lo scambiodi esperienze tra realtà tanto diverse, qualialpinismo e speleologia, può contribuirenella costituzione di un patrimonio comune;la parola d’ordine è UniCAI!

Giuseppe Priolo, INS

Sezione di Catania

Materiali e tecniche Corso per speleologi a Padova

Sicurezza in grotta,un passo avanti

Venti iscritti di sette regioniRiuniti ai piedi della Torre di Padova, ecco allievi edocenti del Corso di specializzazione sui materiali per la speleologia diretto dall’INS Cristiano Zoppello.Venti sono stati gli iscritti provenienti da numeroserealtà speleologiche italiane (Piemonte, Lombardia,Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Campania, Sicilia).

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26 - LO SCARPONE, GIUGNO 2010

GUIDEIN CAMMINO SUI SENTIERI FRASSATIRegione per regione, una guida ai percorsi dedicati al beato PierGiorgio Frassati a curadell’inventore della benemeritainiziativa patrocinata dal CAI. Il libro è realizzato con il contributodell’Ente italiano per la montagna.Con l’invito a sostare di quando inquando per riflettere e “guardareverso l’alto” di Antonello Sica, editrice Ave(tel 06.661321 –[email protected] -www.editriceave.it), 160 pagine, 10 euro

CIASPOLE IN VALDOSSOLA38 escursioni con le racchette daneve nell’incanto delle Alpi Penninee Lepontine, tutte improntate acriteri di sicurezzadi Paolo Crosa Lenz e GiulioFrangioni, ed. GrossiDomodossola, tel 0342.242743 –mail: [email protected] ,136 pagine, 20 euro

SENTIERI E FERRATE IN VALLE DI SUSA47 proposte di itinerari di varia difficoltàdi Mauro Carena e LodovicoMarchisio. Arti Grafiche San Rocco, tel 011.5621272, 238 pagine, 16 euro

SENTIERI NATURA 219 escursioni sui sentieri dellaResistenza nelle Valli di Lanzo,inseriti nel progetto “I giusti della

montagna” promosso dalComitato Resistenza Colle del Lyscon il CAI di Lanzo Torinese e laRegione Piemonte: è il primo librodella neonata casa editrice Ujatesti di Dario Airola, RobertoBergamino e Franca Mariano. Uja editrice, [email protected] pagine,12 euro

GUIDA DELLE VALLI OCCITANEDELLA PROVINCIA DI CUNEOLa legge 482/99 che riconosce etutela le minoranze linguistichestoriche, tra cui gli occitani,ha favorito un caleidoscopio di iniziative tra le quali questapiccola guida di Fredo Valla e Leda Zocchi. ATL del Cuneese. Info: www.cuneoutdoor.it, tel 0171.693258

UN VIAGGIO A PIEDI TRA DUE CULTUREDa San Leonardo in Passiria a Rivadel Garda lungo il sentiero dedicatoad Andreas Hofer, combattente perla libertà tirolese, un preziosovademecum ricco di spunti storicie paesaggistici nel bicentenariohoferiano. Per saperne di più:[email protected] di Gian Paolo Margonari, Curcu & Genovese, tel0461.362122, 109 pagine, 9 euro

IL CAMMINO DI SANT’AGOSTINOIl libro illustra un percorso dipellegrinaggio di 410 km checollega in 18 giorni di cammino 25santuari mariani del territorio della

Brianza, con un prolungamento aMilano (la tappa milanese transitaper il Duomo, dove Agostino fubattezzato, e passa dalla Basilica diSant’Ambrogio) e a seguire versola Basilica di San Pietro in Cield’Oro a Pavia, ove Sant’Agostino è sepoltodi Renato Ornaghi, Bellaviteeditore (tel o39.9200686.2www.bellavite.it), 280 pagine, 18 euro

MANUALIORIENTEERINGElementi di orientamento etopografia per escursioni,alpinismo, trekking, survival, softair e corsa d’orientamento.Allegato CD-Rom, un lucido congoniometro e coordinamometro edue carte topografiche per esercizidi Enrico Maddalena, Hoepli (e-mail [email protected]), 225 pagine, 24,90 euro

TESTIMONIANZESULLE ALTE CIMEPrima edizione italiana di unclassico (1927) della letteraturaalpinistica inglese nella traduzionedi Giovanni Rossi. Raccontate conbritannico humour, ecco le Alpi divetta in vetta sul filo dei ricordi delfortissimo Young, salito “quasisenza accorgersene” sul Biancodi Geoffrey Winthrop Young, Club Alpino Accademico Italiano(www.clubalpinoaccademico.it),327 pagine

UOMINI E MONTAGNERicordi e racconti dentro e fuori il

Club Alpino Italiano: è quantopropone in un volume di grandeformato (A4) uno degli uominisimbolo del CAI marchigiano,alpinista a tutto campo. La documentazione non riguardasolo l’aspetto sportivo dell’andarper monti, ma anche le variesituazioni sociali e culturali chehanno caratterizzato i vari periodidi Mauro Chiorri, Hesis edizioni(patrocinio Sezione di Fabriano,tel 3201733231), 400 pagine, 20 euro

RAZZO ROSSO SUL NANGA PARBATLa verità di Messner sulladrammatica spedizione al NangaParbat (1970) in cui morì Günter, ilfratello minore: un diario sulla cuipubblicazione il capospedizioneaveva posto un inflessibile veto!di Reinhold Messner, Corbaccioeditore, collana Exploits, 310 pagine, 19,60 euro

TRANSUMANZEUno straordinario reportagefotografico realizzato in vent’anniinseguendo i pastori del Triveneto,condividendo con loro gioie esacrifici, disagi e momenti dimeditazione. Prefazione di Paolo Rumizdi Adolfo Malacarne, a cura di Alessandro DellaGasperina con saggi di Daniela Perco e Valentina De Marchi. Agorà, Feltre (tel 0439.83487 – email:[email protected]), 157 pagine, 45 euro

BOOKSHOPCosa c’è di nuovo

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Page 27: Lo Scarpone Giugno 18

LO SCARPONE, GIUGNO 2010 - 27

Mi è capitato di partecipare anumerosi gruppi di progettazioneculturale sulle Alpi contempora-nee in occasione dei Giochi olim-

pici di Torino 2006. Sembrava che la cittàfosse destinata a diventare punto di riferi-mento per le iniziative e le politiche delleterre alte, forte del ruolo storico che le deri-va da Quintino Sella e dalla fondazione delClub Alpino.

L’approfondita discussione che aveva por-tato a definire le linee del logo olimpicoindividuava le Alpi nell’insieme geografico,storico e simbolico, non soltanto come lemontagne o le valli dei torinesi, o come lospecifico “terreno di gioco” delle olimpiadi.

Inoltre era stata accolta la definizione diAlpi come “montagne trasparenti”, frontie-ra aperta verso la Francia e il restodell’Europa. In questo modo Torino non sisarebbe più inchinata al vecchio stereotipodella città subalpina protetta (e rinchiusa)dalle sue montagne, ma si sarebbe candida-ta al ruolo di città europea proprio in virtùdella grande “finestra” alpina.

La terza scelta riguardava il colore: dalgrigio della città industriale al bianco-azzur-ro della montagna innevata, che è un belsalto di prospettiva rispetto alla Torinonovecentesca cresciuta sul modello fordi-sta, nota nel mondo per le sue fabbriche enon certo per le montagne. Nel Novecentol’automobile, potenziale mezzo di comuni-cazione e di scambio, aveva paradossal-mente isolato i torinesi in una dimensionesempre più urbana, assimilandoli alla cultu-ra industriale e allontanandoli da quellaconsuetudine alpina che era scolpita nelcodice genetico delle famiglie borghesiottocentesche, nell’eredità dellaResistenza, nella cultura cattolica risalentea Pier Giorgio Frassati e anche in numerosigruppi di formazione operaia e proletaria.

Ora i Giochi sono passati, e il divario tracittà e montagna non si è colmato. Al con-trario. Nel Nord ovest d’Italia continua amancare un luogo istituzionale di coordina-mento dei progetti e delle attività che si

intraprendono nei e per i territori montani,nell’ottica di favorirne l’uscita dalla margi-nalità economica e culturale.

Questo ha spinto un gruppo di giornalistie docenti piemontesi a creare un’associa-zione impegnata nella ricerca e nella comu-nicazione sulla montagna. L’AssociazioneDislivelli è nata nell’aprile 2009 a Torino,dall’incontro di ricercatori universitari egiornalisti specializzati nel campo delleAlpi, allo scopo di favorire il confronto e lacollaborazione di competenze multidisci-plinari diverse nell’attività di studio, docu-mentazione, ricerca, e formazione e infor-mazione sulle terre alte.

Dislivelli non si limita allo studio del terri-torio alpino e dei suoi abitanti, i vecchi e

nuovi “montanari”, ma intende impegnarsiattivamente per favorire una visione inno-vativa della montagna e delle sue risorse,con la costruzione di reti tra ricercatori,amministratori e operatori, la promozionedi servizi socio-economici integrati, la pro-posta di interventi sociali, tecnologici e cul-turali capaci di futuro.

Da alcuni mesi curiamo e diffondiamo un“giornale” gratuito sotto forma di newslet-ter, in cui non mancano certo i temi diriflessione e discussione. Per iscriversibasta andare all’indirizzo del nostro sito([email protected] - www.dislivelli.eu).

Enrico Camanni

Vicepresidente Associazione Dislivelli,

ricerca e comunicazione sulla montagna

Nata a Torino per favorirel’uscita dalla marginalitàeconomica e culturale dellamontagna, l’associazione ha loscopo di favorire il confrontoe la collaborazione dicompetenze multidisciplinari

Una montagna da progettareStrategie L’Associazione Dislivelli

“Val Genova valle incantata” è il più recente libro, o meglio,sogno realizzato insieme con Vittorio Martinelli da DaniloPovinelli, fotografo di Pinzolo (Trento) con il pallinodell’editoria, una grande passione per la cartastampata e un innegabile fiuto. In grande formato,con carta patinata, 813 illustrazioni, rappresentail suo settimo exploit in veste di editore, autore efotografo: una ricca produzione dedicata allaguerra alpina e agli splendori dell’Adamello, ognivolume corredato di foto, cartine e documenti,ogni libro un’impresa in cui il vecchio fotografo si èbuttato con entusiasmo e sprezzo del pericolo facendosilargo con le sue forze nei terreni minati dell’editoria.

Con gli ordigni bellici, del resto, Povinelli ha cominciato aprendere confidenza fin da ragazzo, come è possibilededurre da quest’ultima fatica dedicata a una vallatameravigliosa che il turismo di massa rischia di banalizzare.Tutto cominciò negli anni in cui accompagnava il padre inVa Genova a recuperare i vecchi ordigni bellici che laGuerra bianca fra alpini e kaiserjaeger aveva disseminatotra il 1915 e il 1918 sui ghiacciai. “Il suo libro su questavallata unica nelle Alpi per storia e natura”, annota Franco

de Battaglia nellapresentazione, “non potevache essere quello di un recuperante, che è poi il modomigliore – come ben sapeva Mario Rigoni Stern cui questaricerca sarebbe molto piaciuta – di scrivere, fotografare,narrare”. I “recuperanti”, termine coniato da Ermanno Olmiche li trasformò in oscuri eroi in un rinomato lungometraggiodel 1969 con la sceneggiatura dello stesso Rigoni Stern e diTullio Kezich, salivano la montagna con fatica,rintracciavano pericolosamente i bossoli, li portavano a vallericevendo un magro compenso. Ma recuperare il metallodelle bombe, come osserva Battaglia, non era soltanto unlavoro, era fare opera di pacificazione, riportare la montagnaai suoi ritmi naturali.

Montagne nostre

I recuperanti della Val Genova

Danilo Povinelli a Pinzolo (TN) nel suo negozio di fotografo e, quisopra, ai tempi in cui bonificava la vallata recuperando gli ordignibellici della Guerra bianca.

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Trento Una ventata di giovinezzaÈ una SAT che cresce nei numeri, nello spessore e nei contenuti delle

sue attività quella che nel 2012 celebrerà i 140 anni dalla fondazione.66 erano le sezioni rappresentate sul totale di 80 all’assemblea annua-le svoltasi il 18 aprile a Trento, a cui è intervenuto anche il presidentegenerale del CAI Annibale Salsa: numeri che dimostrano attaccamen-to, senso di partecipazione e condivisione. Come risulta dalla relazio-ne del presidente Pier Giorgio Motter sono ora 25.485 i soci, con unincremento di 1.040 unità nel 2009, il più alto registrato dal 2005. I socigiovani sono 3.480 e risultano cresciuti di 302 unità.

E il tesseramento 2010 alla data dell’8 aprile registra già 1.887 nuovitesserati di cui 492 giovani. È stata anche annunciata la riapertura(nella prima settimana di giugno) della Biblioteca della Montagna (43mila i libri ora consultabili) e della nuova sede del Coro dopo due annidi lavori che hanno interessato la sede storica in via Manci.

Intanto si annuncia che dopo cinquant’anni tornerà a Rovereto ilcongresso provinciale della SAT, tra il 25 settembre e il 3 ottobre, dedi-cato quest’anno alla “Montagna testimone della storia” con numerosiincontri con alpinisti (una tavola rotonda con Manolo, De Stefani,Martini, Aste sarà moderata da Franco De Battaglia).

Lozzo (BL) In mostra l’alpinismo cadorinoLa storia dell’alpinismo cadorino sarà in mostra a Lozzo. Si tratta di

un mosaico di pannelli che di anno in anno si arricchisce di nuovi tas-selli che raccontano le prime salite sulle Dolomiti e i primi salitori.

Negli anni passati è toccato a San Vito e ad Auronzo raccontare laloro storia e ospitare la mostra. Quest’anno, su iniziativa della localesezione del CAI con la collaborazione del Comune, tocca a Lozzo diCadore. La mostra sarà inaugurata venerdì 2 luglio con unaConferenza dedicata proprio alle Marmarole, le montagne di Lozzo,che saranno al centro dell’esposizione. Guide alpine, responsabili delGruppo rocciatori Ragni e ricercatori di storia locale racconteranno leprime stagioni alpinistiche e le prime vie salite sulle Marmarole cheancora oggi costituiscono il gruppo montuoso più selvaggio e affasci-nante del Cadore.

Bassano (VI) Veterani in azioneI bassanesi Mario Zambon, classe 1912, Domenico Fincati, classe

1913, e l’ottantasettenne Antonio Comunello hanno in totale la bellez-za di 280 primavere ma non rinunciano alle escursioni in montagna ealle salite che, anche con un dislivello di 600 metri, riescono a com-piere in due o tre ore. I primi due sono soci da sempre della Sezione diBassano del CAI, a quanto riferisce il Giornale di Vicenza.

Ventimiglia (IM) La XVI MarciAlpinaLa Sezione di Ventimiglia (Imperia) organizza domenica 12 settem-

bre la XVI edizione della MarciAlpina, manifestazione internazionalenon competitiva: 21 km dal paese di Pigna (IM) in fondovalle, noto perle terme e la chiesa romanica di San Michele, ai1400 metri del Passodel Corvo al cospetto dei monti Toraggio e Pietravecchia, le "DolomitiLiguri".

Trento In rete i cd della SosatIl Coro della SOSAT (www.corososat.it) dispone di un canale di ven-

dita della sua produzione discografica in internet: il sito è quello del

QUICAIAttività, idee, proposte

Sicurezza sul sentiero e in ferrata: domenica 27 una giornata nazionale

Nell’ambito della campagna del CAI dedicata allaprevenzione degli incidenti in montagna, dome-nica 27 giugno è in programma la Giornatanazionale “Sicuri sul sentiero e in ferrata 2010”.

Come noto, l’escursionismo occupa sempre i primi postidelle statistiche degli interventi del Soccorso alpino,sicuramente per una questione di grandi numeri maanche per la difficile percezione dei rischi da parte di chiha poca esperienza. Il tema della prevenzione sui sen-tieri tocca quindi un bacino di grande interesse cheriguarda escursionisti impegnati ma, soprattutto, cammi-natori improvvisati.

Le ferrate rappresentano a loro volta dei percorsi al limi-te dell’escursionismo classico e richiedono una prepara-zione specifica; purtroppo la dinamica di molti incidentimette in luce diffuse carenze riscontrabili soprattutto nellacapacità di movimento e nell’utilizzo dell’attrezzatura disicurezza (set di dissipazione dell’energia di caduta).

Quali le modalità di questa esemplare iniziativa? A parti-re dal mattino di domenica, istruttori e accompagnatori delCAI e tecnici del Soccorso alpino presidieranno le ferratee i principali sentieri per dispensare utili consigli a chi nefarà richiesta e raccogliere informazioni circa la loro fre-quentazione. Le Stazioni CNSAS, le sezioni e le scuoleCAI che vorranno aderire programmando iniziative sul ter-ritorio di competenza, potranno reperire materiale infor-mativo sul sito web www.sicurinmontagna.it e utilizzarel’indirizzo [email protected] per la richiesta di indi-cazioni organizzative. Informazioni generali sulle località esugli eventi in programma, puntualmente aggiornate,saranno reperibili sui siti web: www.sicurinmontagna.it -www.cai.it - www.caibergamo.it

La Giornata nazionale sarà preceduta sabato 26 presso ilPalamonti del CAI Bergamo, via Pizzo della Presolana 15,dal convegno “Con la testa e con i piedi; in sicurezza suisentieri e in ferrata”. I lavori si apriranno alle ore 9 con i salutidelle autorità e una relazione sui valori dell’escursionismo diAnnibale Salsa, antropologo, past presidente generale delCAI. Seguiranno le relazioni su “Ferrate fra storia e passio-ne” (Paolo Valoti, presidente CAI Bergamo), “Il CNSAS frasoccorso e prevenzione” (Giorgio Baldracco, presidentenazionale CNSAS), “Norme e attrezzature per ferrate”(Vittorio Bedogni, Centro studi materiali e tecniche del CAI),“Fra cartografia e tecnologia digitale” (Riccardo Marengoni,CAI Bergamo), “Qualche numero su cui riflettere” (DaniloBarbisotti, presidente CNSAS Lombardia). “Il fattoreumano” (Elio Guastalli, curatore “Sicuri in montagna”). Info:[email protected] – tel 035.4175475.

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negozio musicale iTunes music store. “Sono sette i cd musicali scari-cabili attraverso iTunes”, spiega Francesco Benedetti presidente delcoro. “Abbiamo deciso di permettere di scaricare previo pagamentola nostra musica on line per rendere attuale la tradizione del cantopopolare alpino e far conoscere al maggior numero possibile di per-sone la nostra produzione musicale”.

Gli album sono scaricabili al prezzo di 9,99 euro, ma è possibile sca-ricare anche singoli brani al prezzo di 99 centesimi. Per visualizzaregli album disponibili digitare www.apple.com/it/itunes/ e poi digitare“Sosat”.

Biella Quei messaggi dalla MargheritaÈ trascorso più di un quarto di secolo da quando, per 15 giorni

consecutivi, “gocce di speranza” per la lotta contro il cancro furo-no trasmesse via radio dalla Capanna Margherita.

Dell’iniziativa si fece carico il radioamatore Giacomo Benedettiraccogliendo dieci milioni di lire subito consegnati all’associazioneIB1GRM (Ham Radio for uman solidarity of hope for eradicatingthe cancer). Va anche ricordato che una settimana dopo l’inaugu-razione della nuova Capanna Margherita, nel 1980, Benedetti (viaF. Trossi 8, Vigliano Biellese BI) trasmise il primo elettrocardio-gramma via radio.

Cuneo Bassignano, uomo generoso“L’onore di Bassignano, il maggiore che non volle fucilare gli alpini

del Val Adige” è il titolo di un volume scritto da Mario Maffi ([email protected]), socio dal 1947 della Sezione di Cuneo con la prefa-zione di Giorgio Rochat, edito da Paolo Gaspari di Udine. Bassignanonel 1919 fece rinascere la Sezione di Cuneo di cui fu presidente per iprimi anni, rimanendo socio fino al 1932 quando morì.

L’episodio a cui si riferisce il volume che ora rende omaggio alla suamemoria risale all’11 ottobre 1916: nel corso di un trasferimentoverso il fronte, 51 alpini saltarono dal treno e andarono a trovaremogli, fidanzate e famigliari rimanendo assenti più giorni. Un situa-zione che non metteva in dubbio la loro coesione e obbedienza.Bassignano ebbe la sventura di doverne rendere conto al generaleAndrea Graziani, il “fucilatore” più noto dell’esercito, che lo punìduramente per non aver fatto giustiziare quegli alpini.

La storia di questo ufficiale piemontese è emblematica del compor-tamento di molti ufficiali combattuti tra la lealtà verso i soldati e gliordini repressivi del Comando supremo.

Parma Lo Scarpone ritrovatoCasualmente, risistemando l’archivio storico della Sezione di

Parma (fondata nel 1875), è stata ritrovata la raccolta di quarant’annidello Scarpone a partire dal primo numero pubblicato il 5 gennaio1931. “Per conservare al meglio queste preziose testimonianze”,annuncia la sezione nel suo sito web, “abbiamo pensato di rilegare inumeri fino al 1971, anno corrispondente al cambio di veste grafica.

La spesa della rilegatura non è stata poca cosa, ma ora sono dis-ponibili alla consultazione dei soci tutti i quarant’anni della glorio-sa rivista. Sfogliando e leggendo le sue pagine si trovano tantecuriosità: foto, materiali tecnici, metodi d’insegnamento... come sesi fosse aperta una porta sul passato. Quanta mitica audacia e inge-nua passione, cose proprio d’altri tempi!”.

Bergamo Gli atti del convegno alpinisticoIl periodico Magliazzurra, organo dell’Associazione atleti olimpici eazzurri d’Italia, pubblica gli atti del Convegno nazionale “Alpinismo,avventura, sport, sfida” svoltosi il 5 dicembre al Palamonti, come haampiamemente riferito Lo Scarpone di febbraio. Presentazioni di Gianfranco Baraldi e Paolo Valoti.

Castellammare di S. (NA) Il CAI ha 75 anniCon oltre 170 iscritti e una biblioteca di oltre 500 volumi la Sezione

di Castellammare di Stabia è oggi presidio importante dell’alpinismocampano. Nella bella sala del Palazzetto del Mare, gremita di pubbli-co, la nuova sezione è stata presentata il 6 marzo alla città. La sua sto-ria? Nata come Sezione Monte Faito nel 1935 e sciolta nel 1942, èstata sottosezione CAI Napoli dal 1947 finché finalmente, con delibe-ra numero 50 del 17 aprile 2009, è diventata sezione autonoma.

Alla serata sono intervenuti il sindaco Salvatore Vozza, la presiden-te del GR Campania Annamaria Martorano, Onofrio Di Gennaro giàconsigliere centrale, Enzo Di Gironimo coordinatore per il Centro-sud Italia del Gruppo terre alte, il vicario generale della Diocesi

QUI CAI Attività, idee, proposte

Il progetto “I Giusti della Montagna”, promosso dal ComitatoResistenza Colle del Lys con la Sezione di Lanzo Torinese incollaborazione con la Regione Piemonte, si propone di

avviare una riflessione sulla Seconda guerra mondiale, sullaResistenza e sulla persecuzione alla comunità ebraica nellaValli di Lanzo. I Giusti della montagna sono gli abitanti delle Vallidi Lanzo, in passato comunità povere di pastori, agricoltori,minatori, artigiani, contrabbandieri e guide alpine, spessocondannate all’emigrazione, che tra fine ‘800 e inizio ‘900conobbero un momento di fortuna ospitando la villeggiaturadella nobiltà e della borghesia torinesi. Molti di questi ospitiebrei dopo le leggi razziali del 1938 si rifugiarono nelle valli:duecento di loro riuscirono a salvarsi dalla Shoah grazieall’aiuto dei montanari. Non uno fu catturato durante l’interadurata del conflitto nonostante i frequenti rastrellamenti el’occupazione nazifascista degli ultimi mesi di guerra.

Uno degli obiettivi del progetto è proprio il recupero e lavalorizzazione dei sentieri e dei “luoghi della memoria”: quellidei pastori, dei contrabbandieri e delle guide alpine, dell’esodoebraico e della lotta di Liberazione. Tra il 2007 e il 2009, con lacollaborazione del Club Alpino Italiano, sono stati individuati 10percorsi storici e 15 itinerari, sistemate 21 bacheche e affissi 23pannelli: un grande lavoro sul territorio da cui è poi nato il libro“Sentieri natura 2” che racchiude tutti gli itinerari interessati dagliinterventi compiuti dai volontari del CAI di Lanzo Torinese, oltread alcuni percorsi che raggiungono luoghi dove si sono svoltisignificativi episodi della lotta di Liberazione nelle Valli di Lanzo.

Gino Geninatti

Progetti

I Giusti della Montagna

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di Castellammare-Sorrento don Catello Malafronte e il presiden-te della sezione Liborio Liguori. È stata presentata una pubblicazionesulla storia del CAI stabiese nel 75° della sua prima fondazione, acura del socio Raffaele Luise (96 pagine, 8 euro, da richiedere all’in-dirizzo e-mail: [email protected]), e una mostra fotografica conimmagini di montagna della socia Giovanna Lombardo.

Bergamo I sapori della montagnaSi coltivano anche i piaceri della buona

tavola al Palamonti di Bergamo, sede delCAI, rinomato rifugio in città in via Pizzodella Presolana. Nell’area club si possonoinfatti gustare - a pranzo o a cena – piattitipici della zona. I prezzi? Con dieci euro sipuò avere primo, secondo, caffé, un quartodi vino e acqua.

Oltre ai caratteristici casoncelli, la tavolaoffre penne alla boscaiola, pizzoccheri,minestrone di verdure, punta di vitelloripiena, o anche un bel tagliere di formaggio salumi. Non mancano i dolci (fatti in

casa, com’è nella migliore tradizione dei rifugi). E per la cantina c’èancora la tradizione del Valcalepio. La cucina è nelle mani espertedel cuoco Angelo D’Oro (foto). A mezzogiorno e di sera, da lunedìa venerdì, il ristorante è aperto per chi vuole incontrare gli amici,chi desidera festeggiare un evento (per i gruppi è meglio prenota-re: tel 035.4175475), per le famiglie (i bambini hanno a disposizio-ne l’area giochi).

I soci che hanno in programma trasferte in questa meravigliosacittà d’arte o nei paradisi delle Orobie sono avvisati.

Feltre Estate sotto le stelle al Dal PiazIntensa come sempre la stagione al rifugio Dal Piaz nelle Alpi

Feltrine: sabato 3 e domenica 4 luglio “La lettura del paesaggio alpi-no”, escursioni naturalistiche con Luca De Bortoli; domenica 11luglio la musica di Luca Francioso, chitarrista acustico, compositoree scrittore; sabato 17 luglio serata con cena speciale dedicata ai fore-stali e ai loro racconti; domenica 1° agosto “La città della speranza”,concorso di disegno per bambini a beneficio dei piccoli pazienti dioncoematologia pediatrica di Padova; sabato 7 e domenica 8 agosto“Fine settimana naturalistico” con l’esperto botanico Cesare Lasen eil geologo Lucio D’Alberto; sabato 14 agosto “La notte delle stellecadenti” con Puccio e il suo telescopio (a mezzanotte scenderannodolci stelle di cioccolata e un piccolo dono per tutti). Il programma èsu www.rifugiodalpiaz.it

Giaveno (TO) Tra montagna e poesiaSala gremita in occasione della serata svoltasi al CAI di Giaveno

(TO) mercoledì 14 aprile, protagonisti lo scrittore LodovicoMarchisio e la poetessa M. Teresa Vivino di Bardonecchia. Dopo isaluti del presidente Livio Lussiana Guido Mauro ha presentato le

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QUI CAI Attività, idee, proposte

I nostri rifugi

Cresce la biblioteca più alta del mondo

Molti sono stati gli alpinisti chel’estate scorsa, salendo allaCapanna Margherita, hanno

trovato nel proprio zaino un posticino perun libro destinato ad arricchire laBiblioteca Emilio Detomasi istituita nelrifugio. Lo riferisce Sergio Milani,presidente della biblioteca Italo Grassi delCAI Varallo. Ringraziamenti particolarivanno al sindaco di Roasio (VC) UbaldoGianotti e al gruppo di alpinisti locali chehanno portato su il volume “Tra baraggia ecollina: flora e farfalle del territorio diRoasio”. Un ringraziamento ancheall’associazione Azimut per il “Manualetecnico per l’escursionista di media e altamontagna” e alla Sezione Valtellinese delCAI per “Annuario 2008. Anche dall’esterosono arrivate donazioni: tra le firme nonsempre leggibili apposte sulle dedicheemergono quelle di Stefan Indra sulvolume “Der Weisse neger Humbaba”,guida tascabile sull’Amazzonia, e FlorianUrban per “Sommerhaus spater”.

Unica nota dolente: in agosto risultano“scomparsi” 15 libri alcuni dei quali di

fotografie di grande formato. Com’èpossibile salire a 4500m per rubare libriportati lassù con tanta fatica?

Un marchio di qualità alberghiero

“Yes! Torino quality for travellers” ilmarchio di qualità alberghiero dellaCamera di commercio di Torino, daquest’anno valuta anche i rifugi alpini edescursionistici, e 10 sono le strutturepremiate il 9 febbraio a “Torino Incontra”.La media di punteggi è alta (87%) e bassala variabilità, ovvero tutti i rifugi premiatiregistrano prestazioni da buone a ottime.

I premiati sono Rocca Sella di Caprie,Guido Muzio di Ceresole, Massimo Miladi Ceresole, Le Fonti Minerali di Ceresole,La Madlena di Giaveno, Levi Molinari diExilles, La Chaurdouse di Oulx, DanieleArlaud di Salbertrand, Cibrario diUsseglio, Tazzetti di Usseglio. Tra i puntidi forza segnalati dagli “escursionistimisteriosi” che hanno effettuato le visite asorpresa, l’attenzione riservata agli ospiti,l’accoglienza informale, l’atmosferafamigliare, l’empatia, oltre che laprofessionalità, la competenza e lagrande passione per la montagna. Ad

adesione volontaria il premio è aperto atutti i rifugi in provincia di Torino: i rifugipremiati vengono inseriti in un intensoprogramma di promozione in convegni,fiere nazionali e internazionali epubblicizzati sul nuovo sitowww.yestorinohotel.it.

Promossi i rifugi lombardi

Irifugi lombardi sono stati promossi perqualità delle strutture, sicurezza,cucina e accoglienza. È quanto

emerso in novembre al Palamonti diBergamo dal convegno indetto dal settoreturismo della Regione Lombardia,dall’Associazione italiana cultura e qualitàdel Centronord (Aicq), dal CAI e daAssorifugi Lombardia sul tema: “Il rifugio:un’esperienza di qualità”, nell’ambito diun progetto interregionale “sullamontagna per la destagionalizzazionedelle presenze turistiche, attraverso lavalorizzazione delle tipicità locali”.

L’incontro rappresentava la faseconclusiva di un percorso iniziato inprimavera con un corso di formazione peri rifugisti svoltosi nella sede della RegioneLombardia a Lecco.

Con il 2011 l’Agenda CAI 2010 curata dagli operatorinaturalistici del Comitato scientifico raggiunge la decimaedizione. Un traguardo importante. Il tema scelto riguarda

le Dolomiti patrimonio dell’umanità. Si chiede ai soci chedesiderano collaborare di mettersi in contatto con il curatore UgoScortegagna ([email protected]). La collaborazioneriguarda i testi, l’invio delle foto, la correzione di bozze equant’altro si ritenga utile.

Agenda CAI 2011

Invito a collaborare➔

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opere di Marchisio (22 libri pubblicati) e in particolare l’ultima“Insieme verso la luce…”(Vita o morte dell’anima). In sala anche lascrittrice Serena Maccari e Daniele Cuccotti, alpinista e fotografo.Sono stati poi presentati i dvd su Stella Marchisio, figlia dell’autore ecampionessa di arrampicata sportiva, realizzati da Lucian Neamtu,Sergio Fava e Giancarlo Granata.

Milano I funghi, questi sconosciutiSiamo sicuri di conoscere bene i funghi che incontriamo nei prati e

nei boschi andando in montagna? Venerdì 18 giugno alla Societàescursionisti milanesi (via Volta 22) alle 21 la Commissione scientifi-ca culturale della SEM ha invitato alcuni micologi dell’AssociazioneMicologica Bresadola, una delle più prestigiose in Italia, per farciconoscere un po’ meglio questi “sconosciuti” e il loro incredibile, sor-prendente mondo.

Pordenone Pari opportunità in grotta Per la prima volta una

presidenza al femminile pergli speleologi del CAI diPordenone. Romina DeLorenzi, giovane ed espertaspeleologa di Maniaco,figura fra le poche donne inItalia con questo incarico.Eccezionalità dovuta non aun immaginabile ostraci-smo speleo maschilista, ma

al fatto che fino a pochi anni fa non erano molte le appassionate delladisciplina speleologica. Oggi invece, anche grazie alle nuove tecni-che di progressione ipogea, che di fatto hanno eliminato la necessitàdi una certa robustezza fisica dell’esploratore a favore di una suaattenta preparazione e consapevolezza tecnica, il numero delle pro-tagoniste della conoscenza del mondo delle grotte è in continuoaumento. Con la neo presidente Romina compongono il nuovo comi-tato direttivo dell’USP CAI per il biennio 2010/2011 Ivan Castelrotto,Gianpaolo Pessina, Giudo Tintinaglia e Stefano Polo Perruchin.

Torino “Vertice” sul turismo biancoIl 25 marzo si è svolto nelle sale del Museo Nazionale della

Montagna il convegno “Turin Alps Snowcase” per l’inserimento dellaricca offerta turistica delle Alpi torinesi nei cataloghi dei 30 tour ope-rator provenienti da paesi target come Russia, Norvegia e Olanda,selezionati in base agli attuali flussi turistici invernali. Tra i cimeli delMuseo, sullo sfondo i 450 chilometri della catena alpina, si sono svol-ti gli incontri one-to-one tra operatori dell’offerta turistica locale etour operator italiani e stranieri. L’iniziativa rientra in un progetto dipromozione delle Alpi della Provincia di Torino.

Auronzo (BL) Aria nuova alle Tre CimeLo storico rifugio Auronzo alle Tre Cime di Lavaredo ha cambiato

gestione. A curarne la conduzione è ora direttamente la Sezione diAuronzo, proprietaria dell’edificio. Il rifugio, che sorge proprio aipiedi della famosa trinità dolomitica, rappresenta una tappa obbliga-toria per gli scalatori di tutto il mondo. Un’altra notizia arriva dai socidi Auronzo: domenica 22 agosto al rifugio Carducci in Alta Val Giralasi terrà un meeting alpinistico con i maestri dell’Orchestra DolomitiSymphonia di Belluno, un concerto dedicato all’amicizia e alla pace.Lungo la Val Fiscalina saliranno i rappresentanti dell’associazionismoalpinistico e le guide alpine dell’Alto Adige, per la Cengia Gabriellaarriveranno le Sezioni del Comelico e attraverso la Val Girala saliran-

no al rifugio le sezioni del Centro Cadore e le guide alpine dell’interocomprensorio cadorino.

Lecco La sezione diventa “Cassin”La Sezione di Lecco ora si chiama "CAI Cassin" in memoria del gran-

de alpinista scomparso a cent’anni nel 2009. Il sodalizio ha rinnovatoin marzo il consiglio direttivo e successivamente eletto il nuovo

Curato da Mauro Penasa, è in distribuzione l’AnnuarioCAAI 2009 che si configura anche come Bollettino CAInumero 109. La copertina di Hervé Barmasse è dedicata

alla prima salita in stile alpino della vetta pakistana del BekkaBrakai Chokk, la straordinaria scalata premiata con ilRiconoscimento del CAI “Paolo Consiglio”. Resodoverosamente omaggio a Riccardo Cassin che nel 2009 ci halasciato, la prestigiosa pubblicazione mette a fuoco i principalimomenti di alpinismo, a cominciare dal primo meetinginternazionale americano di arrampicata (raccontato dallostesso Penasa) che avrà idealmente un seguito dal 19 al 24settembre in Valle dell’Orco con un altro meetinginternazionale, questa volta affidato all’organizzazione degliuomini dell’Accademico, autorevole depositario di cultura etecnica alpinistica, l’organismo sicuramente più adatto aprendersi cura di un simile evento. Nel settore “Momenti dialpinismo” Rolando Larcher riferisce della nuova via tracciatacon Leoni e Orlandi alla Torre centrale del Paine e FrancescoFazi su una nuova via sull’Ama Dablam. Nel settore “Pensieri dialpinismo” un’originale proposta di Maurizio Oviglia: istituireuna riserva dell’arrampicata in Valle dell’Orco. Su “Alpinismo earrampicata, una convivenza possibile”, tema di un convegno aBergamo, riferisce Roberto Serafin, mentre alla pennaprestigiosa di Alberto Rampini è affidato il reportage sulconvegno nazionale 2008 di Vallombrosa in cui si è discussodelle libertà di accesso alle montagne e alle pareti del mondo.Ivan Guerini propone nuovi approfondimenti sui vari aspetti delrischio nell’attività arrampicatoria. Infine le cronacheextraeuropea e alpina a cura di Oviglia. La grande quantità diidee e proposte elaborate nella pubblicazione (che può essererichiesta direttamente alla redazione (M. Penasa, telefono348.8862343, email: [email protected]) autorizza a pensare chel’Accademico è tutt’altro che una specie in via di estinzione,bensì un’associazione sempre molto vitale. Il che, comesottolinea il presidente Giacomo Stefani, non può che rendere isoci ottimisti per quanto riguarda il futuro.

CAAI

In distribuzione l’Annuario 2009

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presidente. A Mario Bonacina succede ora Emilio Aldeghi, giàpresidente dell’alpinismo giovanile. “La sezione deve tornare adavere una propria identità anche entro i confini cittadini, e non soloall’esterno della nostra comunità; deve essere di nuovo al centro delmondo associativo e di quello più strettamente legato alla montagna“,ha detto il neo presidente. Vicepresidente è stata eletta AdrianaBaruffini Pedeferri mentre la carica di tesoriere sezionale è rivestitada Stefano Bolis, istruttore nazionale di scialpinismo.

Domegge (BL) Il rifugio Padova compie 100 anniRisale a un secolo fa, a cura della Sezione di Padova e su idea dello

scalatore-scrittore Antonio Berti e dei fratelli Fanton di Calalzo, ilrifugio Padova (Comune di Domegge), uno dei più frequentati delleDolomiti Orientali. In contemporanea con l’inaugurazione del rifugio,Berti diede alla stampe la guida “Dolomiti della Val di Talagona e ilrifugio Padova in Prà di Toro”, diventata un best seller. Numerose le

QUI CAI Attività, idee, proposte

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Il numero di marzo de Lo Scarponeriporta in copertina una bellissima fotodel 1874 alle sorgenti del Po in

occasione del VII Congresso con il titolo"Alle sorgenti del Club alpino", e all’internoc’è poi un interessante servizio sullafondazione del Club Alpino Italiano, suifondatori e sui valori che questi padri cihanno tramandato.

Encomiabile ricordare le nostre origini, iprotagonisti, le cronache, l’affermarsi diquei valori e di quei principi che hannoconsentito al nostro Club di raggiungere esuperare il traguardo dei 315.000 soci, e

tutti dobbiamo sentirci orgogliosi dellanostra storia dalla fondazione ad oggi.

C’è un particolare che non condividonella tabella (pag. 6) delle sezioni fondatenel 1800 e che riguarda la costituzionedelle primissime sezioni in quello chepossiamo chiamare il Nord-est.

Prima d’ora avevo sempre saputo che leprime due sezioni costituite in questa partedell’Italia di allora erano state Auronzo eTolmezzo, nate nel 1874, e mi pare che ciòrisulti dagli atti, dalla storia e dallo stesso"Salone degli stemmi" al Monte deiCappuccini, e non mi risulta siano stati

messi in discussione questi dati.Ora nella tabella sopra citata non trovo

più Tolmezzo e vi trovo Udine come natanel 1874, ma ciò non risponde al vero, eciò dico senza alcun intento di polemizzarecon gli autori di quel servizio e menoancora con gli amici di Udine.

In realtà queste due sezioni hanno avutovicissitudini un po’ particolari, ma tant’è:questa è la storia, anche se per certiaspetti e col senno di poi potremmo essereportati a preferire che fosse stata un po’diversa.

Silvio Beorchia

Sezioni storiche

Tolmezzo e Udine, stessa data di nascita

Per Guido Rey l’arrivo in un rifugio era una delle più belleemozioni dell’alpinista. Oggi è spesso una sempliceoperazione di routine. Più che alla storia (tutti i rifugi ne

hanno una) e al fascino degli alpinisti (magari anche grandi) checi hanno preceduto, pensiamo al menù della cena, alla docciacalda, al posto-letto, il più lontano possibile dai russatori.

Quanto ai custodi, sono considerati spesso dei venaliristoratori, trapiantati in quota per ragioni di cassetta. Occhio aiprezzi! Occhio allo sconto CAI, nel timore che ce lo sgraffigninosotto il naso!

Stressati dalla fatica e nevrotici per l’affollamento, aborriamo ilcaos di certi flussi agostani, rimpiangendo la grata solitudine dilontani bivacchi ospitali. Alla sera, del canto di vecchi o nuovimotivi montanari non c’è più traccia. Salvo rare eccezioni,impera il chiacchericcio. Non ci sono nemmeno più i custodi diuna volta: il Chiara alla Gnifetti o De Tassis al Brentei, tanto perricordarne due. Ma si potrebbero aggiungere altri personaggistorici e l’elenco sarebbe lungo. Molti dei guardiani attuali sonogiovani, magari trapiantati in montagna dalla città, per "l’amordell’Alpe" (sempre in memoria di Guido Rey).

So di una sezione che mesi fa cercava un custode per unrifugio a quota 3.000: ricevette decine di candidature, anche lepiù utopiche e assurde. Buon segno.

Avrete capito che mi schiero dalla parte dei custodi, quali chesiano, purché onesti e diligenti, come in effetti è la stragrandemaggioranza. Mi sembra che talora il nostro egoismo e la nostrasupponenza siano ben peggiori di qualche inevitabile carenzadell’ospitalità. Conosco tanti giovani custodi davvero esemplariche meriterebbero un minimo di riguardo e di apprezzamento.Troppo spesso ci si dimentica che vivere stabilmente in quotacomporta una fatica e un impegno aggiunti. Quindi certe critiche"tranchant" non fanno onore ai giudici estemporanei esuperficiali. Rifugi e custodi: un bel binomio che (quasi) sempreonora la montagna.

Teresio Valsesia

Rifugi & custodi

Un binomio che onora la montagna

Esperienze

Le Alpi oltre il sentiero

Un lungo viaggio è stato compiuto l’anno scorso con gli scid’alpinismo e le pelli di foca da Mentone a Trieste. I treprotagonisti dell’avventura, le guide alpine Maurizio

Arosio e Aurelio Messina e Umberto Tacchini, tutti e trebergamaschi, sono partiti dalla spiaggia dei Balzi Rossi aVentimiglia il 1° marzo per approdare dopo due mesi alle spondedell’Adriatico a Trieste. Sono stati percorsi 1600 chilometri con undislivello di 140 mila metri tra salita e discesa e consumate seipaia di pelli di foca. Come hanno recentemente raccontato alPalamonti di Bergamo nella conferenza "Viaggio...oltre ilsentiero”, l’idea di attraversare le Alpi frullava nella loro testa daalcuni anni: “La lettura del libro ‘Legato, ma libero’ del grandePatrick Berhault ci ha dato la giusta carica, l’ispirazione e ilcoraggio per aprire il cassetto dei sogni”.

Diverse sono state le traversate sci alpinistiche dell’arcoalpino: la più nota probabilmente è quella del 1956,riconosciuta come “prima” completa dalla FISI, con Bonatti,Longo, Dematteis, Guy, Righini e i fratelli Detassis; nel 1933Lèon Zwingelstein aveva lasciato Nizza il 12 febbraio perarrivare sci ai piedi in Tirolo il 6 aprile; il 28 dicembre dellostesso anno Sepp Brunhuber e Julia Huber erano partiti dagliAlti Tauri giungendo al Monte Bianco il 23 maggio 1934.

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attività ospitate oggi dal rifugio grazie all’iniziativa del gestore PaoloDe Lorenzo, tra cui il concorso di scultura e quello di poesia che chiu-dono le stagioni.

Vicenza Nuovi arrivi al CAI

Nuovi arrivi al CAI! Ecco ilrisultato dell’impegno dimamma Monica e papàFilippo Lago ([email protected]) nel rinforza-re le file dell’associazione.Da sinistra Adele 3 anni,Teresa 5 mesi, Eugenia 2anni. Orgogliose di far partedella grande famiglia, con leloro tessere le baby socie

salutano il direttivo e tutti gli amici del gruppo CAI di Camisano dellaSezione di Vicenza, che con il loro costante impegno accompagnanoquanti si avvicinano a loro nella passione per la montagna. Un augu-rio a tutti di buon cammino a cui si associano Monica e Filippo.

Alpi Breonie Riapre il rifugio BiasiLo storico rifugio Gino Biasi al Bicchiere (Becherhaus), nelle Alpi

Breonie, a 3195 m sulla cima rocciosa di uno sperone dominante laVedretta di Malavalle, riapre dopo un anno di forzata chiusura. ErichPichler, che per anni ha ben condotto la struttura in concessione allaSezione di Verona, ritorna a offrire la migliore ospitalità possibile agliescursionisti e agli alpinisti che decidono di visitare uno dei luoghipiù suggestivi delle nostre Alpi. L’apertura va dal 1° luglio al 25 set-tembre, con possibilità di apertura anticipata e chiusura posticipatasecondo le condizioni meteo-ambientali.

Sanremo Trekking con i ragazzi UIAALa Sezione di Sanremo “Alpi Liguri” organizza dall’11 al 17 luglio

nelle Alpi Liguri la Settimana UIAA 2010 di Alpinismo giovanile riser-vata a ragazzi tra i 14 ed i 17 anni di varie nazioni. Questo l’itinerariodel trekking, a quanto cortesemente segnala Antonio Santeusanio([email protected]), ANAG di Sanremo e componente dellaCommissione LPV di AG: 11 luglio ritrovo a Sanremo; 12 luglioSanremo – Limone Piemonte – rifugio Don Barbera (ore 5-6); 13luglio rifugio Don Barbera – rifugio Havis de Giorgio Mondovì (ore 5-6); 14 luglio rifugio Havis de Giorgio Mondovì – rifugio Don Barbera(ore 7); 15 luglio rifugio Don Barbera – rifugio Sanremo (ore 6-7); 16luglio rifugio Sanremo – rifugio Allavena (ore 6-7); 17 luglio rifugioAllavena – Buggio – Sanremo (ore 6-7). Dislivelli totali: in salita 4400m, in discesa 4800 m.

Bergamo Celebrato l’Orobie dayGiornata di festa il 18 aprile nella casa della montagna al

Palamonti per l’Orobie day: un momento celebrativo dedicato alventennale della rivista Orobie che ha coinvolto lettori, collabora-tori, e amici. L’evento, organizzato in collaborazione con MomaComunicazione, che da tempo cura la grafica e l’impaginazionedella rivista, ha proposto un programma ricco di attività: escursio-ni, visite guidate, incontri, workshop di fotografia, laboratori edimostrazioni di arrampicata con lo staff di Orobie a completa dis-posizione di famiglie, amici e appassionati. Sempre nella casa dellamontagna è stata allestita la mostra “La Presolana mai vista” contante immagini dedicate alla regina delle Orobie raccontata dal-l’autore Marco Lanfranchi.

Molveno (TN) Tutto Detassis, via dopo viaL’avventura è iniziata l’anno scorso con il Brenta ancora ricoperto

di neve ed è terminata in una fredda giornata di inizio novembre. Indiciotto giornate complessive Franco Nicolini e Omar Oprandihanno ripercorso poco più di una trentina di vie di Bruno Detassis,scomparso nel 2008 a 97 anni: alcune famose e ripetute e altre menoconosciute, praticamente “intatte” come le aveva salite il “re delBrenta” la prima volta. Guida alpina, nato a Lavis, Nicolini si è sta-bilito da anni ai piedi del Brenta, a Molveno, dove vive con lamoglie Sandra, i figli Federico e Elena. Nel 2008 con MircoMezzanotte e Diego Giovannini ha concatenato in 60 giorni gli 82quattromila delle Alpi. Ora questo percorso è diventato un libro, scrit-to a quattro mani con il giornalista e scrittore Rosario Fichera,“Libero di concatenare” (Saturnia-Vivalda, 238 pagine, 20 euro). ■

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Corsi

La grande fauna delle Alpi

Il Comitato scientifico veneto friulano e giuliano, incollaborazione con le sezioni di Conegliano, Oderzo, Ponte diPiave e Vittorio Veneto, ha organizzato un corso su “La grande

fauna delle Alpi” dedicato a Mario Rigoni Stern con 10 lezionifrontali a cura di relatori esperti, direttore Davide Berton. Perinformazioni e iscrizioni si veda il programma completo visitandoil sito www.caicsvfg.it alla voce Formazione. Sede del corso lasala Parrocchiale Madonna delle Grazie in via MartiriCecoslovacchi a Conegliano. Serata introduttiva l’8 ottobre aOderzo, Sala del Campanile, Campiello del Duomo, alle ore 21con la conferenza “Animali e ambiente alpino: aspetti ecologici ebiologici” a cura di Michele Zanetti.

Alla scoperta dei Monti Pallidi

Il Comitato scientifico veneto friulano e giuliano, incollaborazione con la Sezione CAI di Belluno e il CAI Veneto,organizza da ottobre a dicembre un corso dedicato alle

Dolomiti, “Alla scoperta dei Monti Pallidi, patrimoniodell’Umanità”. Dieci le lezioni a cura di relatori esperti. Perinformazioni e iscrizioni si veda il programma completo visitandoil sito www.caicsvfg.it alla voce Formazione. Sede del corso saràil Palazzo dei Servizi a Sedico (BL). Serata introduttiva il 1°ottobre presso la sala conferenze di Villa Manzoni ai Pat diSedico (BL), alle ore 21 con la conferenza “Dolomiti, ritrattonaturalistico di una leggenda” a cura di Michele Zanetti.

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CISA-IKAR

Raccomandazioni per il soccorso aereo

La commissione medica della CISA-IKAR si è riunita inAustria (18-25 aprile a Laterns nel Voralberg) invece chealle isole Svalbard causa i problemi creati dalle ceneri del

vulcano islandese: otto i partecipanti. Sono state elaboratealcune raccomandazioni sul soccorso in elicottero in montagnae le linee-guida riguardanti l’interruzione della rianimazionecardio-respiratoria in montagna nei casi di morte del paziente.Sono state messe a fuoco le relazioni del prossimo congressointernazionale di medicina di montagna che si terrà in agosto adArequipa in Peru. Si è parlato infine del diploma di medicina dimontagna rilasciato in varie stati europei con il patrocinio dellaCISA-IKAR, della ISMM e dell’UIAA. La prossima riunione siterrà in ottobre in Slovakia sui monti Tatra.

Trenotrekking 2010

Giugno per sentieri e binari■ 2/6 PIEMONTE. Linea Bologna-Piacenza-Torino. TORINO-BASILICA DI SUPERGACAI Parma. R. Del Monte 339.1617826■ 2/6 TOSCANA / EMILIA-ROMAGNA. Linea Bologna-Pistoia.SAMMOMMÈ-PONTE DELLA VENTURINA. CAI Bologna tel/fax051.234856. Info: [email protected]■ 6/6 PIEMONTE. Linea Torino-Ceres (GTT). CERES-MEZZE-NILE. CAI-UGET Torino.R. Cucchiaro 011.489937, E. Sesia0123.581378■ 6/6 EMILIA-ROMAGNA. Linea Bologna-Pistoia + Bus ATC.RIOLA-PORRETTA TERME. CAI Bologna, tel/fax 051.234856.Info: [email protected]■ 6/6 EMILIA-ROMAGNA. Linea Bologna-Pistoia + Bus ATC.CHIUSA DI CASALECCHIO - SASSO MARCONI. CAI Bolognatel/fax 051.234856. Info: [email protected]■ 13/6 EMILIA-ROMAGNA. Linea Bologna-Firenze + Bus ATC.MONGHIDORO-CA’ DEI MUSOLESI- STAZ. S. BENEDETTOVAL DI SAMBRO. CAI Bologna tel/fax 051.234856. Info: [email protected]■ 13/6 LAZIO. Linea Terni-Sulmona + Bus. CAMPOFORO-GNA-RIF. SEBASTIANI- ANTRODOCO. CAI Antrodoco. L.Cipolloni 392.5491378, M. Pascasi 349.3205803■ 20/6 EMILIA-ROMAGNA. Linea Bologna-Pistoia + Bus ATC.CAVONE-ORRIDO DEI BAICHETTI-RIF. DUCA DEGLI ABRUZ-ZI-CAVONE. CAI Bologna tel/fax 051.234856.Info: [email protected]■ 20/6 LAZIO. Linea Terni-Sulmona. ROCCA DI CORNO-PIANA DI PISCIGNOLA-ANTRODOCO. CAI Antrodoco. L.Cipolloni 392.5491378, G. Cipriani 348.7491439■ 27/6 EMILIA-ROMAGNA. Linea Bologna-Vignola (FER) +Bus ATC. TOLÈ-MONTEOMBRARO. CAI Bologna tel/fax051.234856. Info: [email protected]■ 4/7 EMILIA-ROMAGNA / TOSCANA. Linea Bologna-Pistoia+ Bus ATC. PENNOLA-P.SO DEL TERMINE-PRACCHIA. CAIBologna tel/fax 051.234856. Info: [email protected]■ 4/7 LAZIO / ABRUZZO. Linea Terni-Sulmona. SELLA DICORNO-PIANO DI CORNINO - ROCCA DI FONDI-ANTRODO-CO. CAI Antrodoco. AE E. Boccacci 338.8836700, M. Pascasi349.3205803

GILIO ALIMONTASi è spento in febbraio a

Spiazzo Rendena (TN) GilioAlimonta, alpinista, guidaalpina, maestro di sci,fondatore del rifugio Alimontacostruito con l’aiuto dei figliEzio e Fiore nel 1968 einaugurato l’anno successivo.Guida fra le più stimate dellaVal Rendena, aveva ereditato lapassione per la verticalità dalnonno Angelo e dal papàErnesto, entrambi guide alpine.

LUIGI COMBIGli appassionati milanesi di

montagna piangono lascomparsa, a quasi ottant’anni,di Luigi “Gigi” Combi,impeccabile sci alpinista e

infaticabile animatore dellagloriosa Sottosezione Fior diRoccia, nata sulle rive delNaviglio nel 1927. Gigi, che erail trait d’union tra lasottosezione e la “casa madre”di via Silvio Pellico, lascia unvuoto incolmabile. Impossibiledimenticare la sua amabilità, lasua classe.

MARCO DA POZZODa molti chiamato “il

principe” per il suo stileinconfondibile, la sua classe,Marco Da Pozzo è mortoprecipitando dal campaniledella chiesa di Cortinad’Ampezzo dove stavaeseguendo dei lavori. Era uno“scoiattolo” conosciuto da tutti,

una guida alpina che con lesue imprese aveva scrittopagine memorabili. Nato il 1°luglio 1966, nel 1991 eraentrato a far parte delle guidealpine e in tanti anni di servizioaveva insegnato adarrampicare, e fatto conoscerele crode dolomitiche e non soloa migliaia di appassionati.

LEONARDO GASPERINAIl Soccorso alpino bellunese

ha perso uno dei suoi uomini,Leonardo Gasperina, 54 anni,di Santo Stefano di Cadore,guida alpina e soccorritoredella Stazione della ValComelico, morto in febbraiodopo essere stato travolto dauna valanga caduta dal monte

Vancomun, nel territorio di SanPietro di Cadore. Notevole ilsuo curriculum alpinistico, connumerose vie aperte nelGruppo Popera e nelle Dolomitidi Sesto.

FRANCO MATALONISara Pietrangeli e Giorgio

Giua, soci della Sezione diRoma, ricordano FrancoMataloni scomparso in gennaioal Gran Sasso in seguito a unavalanga. “Cinquantotto anni euna tempra invidiabile”,scrivono, “paragonabile soloalla sua enorme generosità.Frequentava le cime in cerca dipace e di appagamento,sempre attento a chi era indifficoltà”.

I nostri cari

Una mostra itinerante del Comitato scientifico venetofriulano giuliano raccoglie le fotografie pervenute alconcorso fotografico proposto in omaggio a Mario Rigoni

Stern, tema “I grandianimali delle montagneitaliane”. Lapartecipazione è statapiù che soddisfacente,con ben 38 partecipantida tutta Italia per unnumero complessivo di125 scatti. Ora di questainiziativa ètestimonianza il belcatalogo pubblicato da

Duck edizioni di Castelfranco Veneto, TV([email protected]) su progetto di Ugo Scortegagna,in copertina un lupo fotografato da Giulio Compostella. Ilconcorso è stato vinto da Roberto Costa con “Vibrazioni d’amore:urogalli” che illustra un momento del corteggiamento.

Cai, si stampi!

Gli animali delle montagne italiane

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LO SCARPONE, GIUGNO 2010 - 35

MILANOVia Silvio Pellico, 6(M1 e M3 Duomo)Tel. 0236515700/01 02.86463516 Fax [email protected] Lu Ma Gv 14-19Me Ve 10-19 Sa e festivi chiusoApertura serale: Ma 21-22,30Biblioteca Ma Gv 10-12,30 e 14-19■ CAMPAGNA ASSOCIATIVA 2010.Presso la Segreteria e telefonica-mente, utilizzando la carta di credi-to,è possibile rinnovare la propriaadesione alla Sezione di Milano delCAI per il 2010. Anche per quest’an-no l’Assemblea dei Soci ha confer-mato una speciale agevolazione sullaquota “Ordinario” riservata alla fasciafra i 18 ed i 30 anni. Quote associa-tive per il 2010: Ordinario con più di30 anni € 48,50; tra 18 e 30 anni €37,00; Famigliare € 27,50; Giovane€ 18,50; Vitalizio € 13,70.■ SETTIMANA NATURALISTICA2010. 18-24/7 organizzata dallaCommissione scientifica Nangeronila VI edizione si terrà a Chiareggio inalta Val Malenco; aperte le iscrizioni;programma dettagliato in Segreteriae sul sito.■ GITE SCIENTIFICHE 2010. Per“andare in montagna ad occhi aper-ti” direttori F. Michelotto, M.Majrani; 16/5 La via dei torchi e deimulini, da Villadossola al SacroMonte di Domodossola dir M.Righini, P. Carlesi; 5/6 Val di Scalve,passo dei Campelli, dir G. Ceffali, S.Perego.■ ESCURSIONISMO. 2/5 stage fer-rata (Gressoney S. J); 9/5 ValGrande, Bivacco S.Occhi; 16/5 CimaGrem (Col di Zambla); 23/5 MonteTèggiolo (S.Domenico); 30/5 PizzoZerna (Prealpi Bergamasche); 6/6Cima Tonale Occidentale (Passo delTonale); 13/6 Monte Palone (Gruppodelle Grigne); 20/6 Piz Lunghin (ValBregaglia)■ SCI DISCESA. 4-6/6 Passo delloStelvio.■ GRUPPO NORDIC WALKING. Agiugno, tutti i giovedì gli istruttori diNordic Walking saranno dalle ore18.30 al Monte Stella (fermata M1QT8); verrà organizzata facile escur-sione in ambiente montano aperta atutti gli appassionati; info i mercole-dì al n. 3469471459 o in Segreteria.

■ ATTIVITÀ GIOVANILI ALPES. 13/6 Monte Due mani(Prealpi Orobiche); 26/6-3/7 Trekkingdella Pace (Parco Nazionale Stelvio). FAMILY. 6/6 Forti di Genova(Appennino Ligure)GRUPPO ANZIANI. Ritrovo in sedemartedì dalle 14,30 alle 17; 9/6 PianMisura (Valsesia) - gita breve: Otro;16/6 Laghi Gemelli (Val Brembana)gita breve Lago del Prato.■ GRUPPO “IL SENTIERO”. 13/6Rifugio Gattascosa (Alta ValBognanco); 27/6 Col di Nana(Valtournanche).■ OTTAGONO SPAZIOMONTAGNA.Fino al 4/6 “VEDUTE” espone LuciaDonelli: una mostra contenuta e chemostra l’intimo e profondo legametra la pittrice e la natura.

EDELWEISSVia Perugino, 13/1520135 MilanoTel e fax: 02/55191581 Lu 18-20 - Mer 18-22,30www.edelweisscai.itinfo@edelweisscai.itwww.escursionismo-edelweisscai.it recapiti telefonici: 02/89072380■ TREKKING. 2-6/6 Costa Azzurra;3-11/7 Via Alpina II Alpi Giulie; 24/7-1/8 Dal Gran Paradiso al M. Bianco;29/7-15/8 Ladakh e Kashmir; 7-14/8Dolomiti di Brenta; 22-28/8 ValSenales; 22/9-4/10 dall’Etna alloStromboli; 27/12-4/1/11 MaroccoAtlante.■ ESCURSIONISMO. 30/5 SvizzeraCapanna Genzianella; 6/6 Lombardiarif. Grande Camerini; 13/6 SvizzeraCapanna Bovarina; 20/6 PiemonteLago Bianco Nero Verde; 27/6Svizzera Cabane col de Mille; 4/7Svizzera Cufercalhutte; 10-11/7Trentino Roda di Vael; 16-18/7Piemonte Argentera Rocciamelone;18/7 Svizzera Ghiacciaio dell’Aletsch;25/7 Lombardia Cornone Blumone.■ CORSO ALPINISMO. Due moduli:progressione in alta montagna amaggio e giugno, tecnica su roccia asett. ott.; 20/5 presentazione;info.www.scuolaalpinismomasini.it.■ ALPINISMO. 3-4/7 Disgrazia.■ MOUNTAIN BIKE. 5/6 LombardiaValzurio; 18-20/6 Emilia RomagnaParco dei Cento Laghi; 3/7 Engadinaval Chaschauna; 15-17/7 Francia colde L’Iseran; 7-15/8 Slovenia attornoal Triglav.■ SCAMPAGNATE IN BICI. 9/5

Lombardia Tra Adda e Po; 23/5Lombardia Le Ciclabili del Tormo;27/6 Lombardia Ciclabile dellaBrembana.I partecipanti sono coperti da assi-curazione infortuni

F.A.L.C. ONLUSVia Mac Mahon, 113(entrata da Via Bramantino, 4)20155 Milano – tel. 339 [email protected] 21,15-23■ CORSO DI ALPINISMO: ROCCIAE GHIACCIO. 12-13/6 salita sumisto; 26-27/6 salita su ghiaccio;lezioni in sede: 3/6 alimentazione;10/6 progressione in conserva sughiaccio, 17/6 topografia; 24/6manovre di soccorso; INSA ClaudioCaldini, ISA Olivier Bohrer; quote €250 ed € 190 per i giovani con menodi 25 anni .■ ESCURSIONISMO. 6/6: Pizzo diGino (m 2245) val Cavargna, disl.m1195 h. 4.30; 20/6 passoValmaggia (m 2635) Svizzera, disl.m 670 h.2.30; 27/6 Alpjerbidi (m2190) Passo Sempione SV disl. m700 tempo di salita ore 2.15; ref.Mario Campi 02 58318678,Giancarlo Motta 02 67273992; ungiorno €2 (soci Falc) €4 ( non soci),due giorni €4 (soci Falc) €8 (nonsoci).■ FALCHETTINI. 12-13/6 loc. dadefinire, prenotaz. Stefano Zuccali348 2238255, Giovanna RanciOrtigosa 340 3627227, MassimilianoKovaks 335 750847, Egle Gorra 3470062600; quota iscr. €5■ RIFUGIO FALC VAL VARRONE.Aperto da metà maggio i fine setti-mana, gest. Serena Sironi 3338496661.■ PALESTRA DI ARRAMPICATA.Mar gio h.19-23, info Carlo Passet,[email protected].■ INFORMAZIONI DETTAGLIATE.www.falc.net.

GESAvia Kant 8 - 20151 MilanoMar 21 - [email protected] www.gesacai.itPer informazioni:Ornella tel. 0238008844Fausta tel. 0238008663Guido tel. 3391296657■ ATTIVITÀ. 30/5-2/6 Trekking in

Garfagnana (App. tosco-emiliano),escursionistica. 12-13/6 MontePeralba mt.2693 (Sorgenti del Piave)EEA; 26-27/6 Pizzo di Coca mt. 3052(Valbondione BG) EEA; 10-11/7Weissmiess mt. 4027 (Svizzera) A;24-25/7 Carè Alto mt. 3463(Adamello) A.

GAMVia C.G. Merlo, 320122 Milanotel./fax 02.799178e-mail: [email protected] e giov 21-23■ SCIALPINISMO. Info Franco Perin3472628747, [email protected]; 5-6/6 Monte Ghiliè (2998m) dal Pian della Casa (Terme diValdieri) disl. 1258 m. diff. BS.; 12-13/6 Weissmies (4017 m) da SaasGrund disl. 1°g. 326 m, 2°g. 1300m Diff. BSA.■ ESCURSIONISMO/ALPINISMO.13/6 Val Varrone da Premana (940m) all’Alpe Deleguaccio (1672 m) eal Lago Inferiore (2090 m). Diff. E,info [email protected]; 3336134242; 20/6 Cascate del Serio,giornata del solstizio, disl. 400m.diff. E Info [email protected] 347 9508354; 26-27/6 ValLeventina da Dalpe (1190 m) allaCap.Campo Tencia (2140 m). 2° g.salita al Pizzo Campo Tencia (3077m) (alpinistica diff. F) o trav. a Dalpeper la Cap Leit. Diff.EE, info [email protected] 02 89301570.■ FERIE ESTIVE. 10-24/7 Mallesnella verde Alta Val Venosta in hotelconfortevole, info [email protected] 024980632.

SEMSocietà Escursionisti MilanesiVia A. Volta 22, MilanoTel. 02653842 - Fax. 0262066639C.P. 1166 - 20101 Milano [email protected]://www.caisem.orgmerc. 15-19 gio. 21-23.Seg. e Biblioteca giov. 21-22,30.■ IN SEDE. Corso di GhiaccioScuola “S. Saglio” aperte a tutti: 7/6h. 21 "Riscaldamento Globale eDeglaciazione" Prof. ClaudioSmiraglia; 28/6 h. 21 “Approccio etecniche dell’alpinismo extra alpino”di Alberto Magliano; “EttoreCastiglioni” mette in vendita il nuovovolume “La SEM nel 2010”

QUI CAI Vita delle sezioni

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36 - LO SCARPONE, GIUGNO 2010

■ GITE SOCIALI. 6/6 PizzoBaciamorti (m. 2009) OrobieBergamasche diff.E disl. +/- 700mh.4/5; 13/6 77° Collaudo Anziani daLaveno alla cima del Sasso del Ferro(m. 1062) diff. E disl. + 890m; 20/6esc. naturalistica intersez. alta ValSeriana in collaboraz. con GAM diff.E disl. +/- 890m; 26-27/6 Pizzo Redi Castello (m. 2889), Adamello diff.A disl. 1° g +1275 m; 2° g. +320- 1600; 27/6 mountain bike inPiemonte, diff MC, gruppo “Raggio xraggio”; 3-4/7 Giro delle BocchetteAlte, Dolomiti di Brenta, diff. EEA■ NEWSLETTER. Per riceverla scrivia [email protected].

BOVISIO MASCIAGOVia Venezia, 33 tel. e Fax 0362. 593163Me e Ve 21 - 23www.caibm.it e-mail: [email protected]■ CORO. 2/6 Rassegna Corale aRomano di Lombardia (BG), 2a setti-mana del “Canto Lombardo”; 6/6Giornata finale della rassegna aClusone.■ ALPINISMO GIOVANILE. 6/6 LagoBlu, Sant Jacques Valle D’Aosta.■ ASTROCAI. Dal 15/06 “Corso diastronomia”, mar e ven 3 lez. insede e 3 presso un parco cittadino,gratuito per ragazzi in età scolare,www.astrocai.com.■ BAITA SOCIALE. A Dezzo in Val diScalve, 10’ minuti di cammino sufacile sentiero, 25 posti letto, preno-

tarsi per tempo in sede.■ ASSEMBLEA STRAORDINARIA.2/7 ore 21, approvazione dello statu-to sezionale.

CARATE BRIANZAVia Cusani, 220048 Carate Brianza (MI)tel/fax [email protected]://caicarateb.netsons.orgVen 21-22,30■ ESCURSIONI. 12/6 “Guardiamo ilcielo”, presentazione la sera dell’11in sede; 20/6 “Gli animali delle Alpi”,Gran Paradiso, Valnontey, Rif.Vittorio Sella.■ SCUOLA DI ALPINISMO. Lezioniteoriche aperte a tutti i soci: 16/6Allenamento e preparazione atletica;23/6 Medicina e pronto soccorso inmontana; 30/6 Flora, fauna eambiente; dettagli e info sul sito

CASSANO D’ADDA

SOTTOSEZIONEDI TREZZO SULL’ADDAvia padre Benigno Calvi 1c/o villa Gina loc. Concesa20056 Trezzo sull’Addatel. 0290964544 - fax 1782283900Ma e Gio 21-23www.caitrezzo.it - [email protected]■ ESCURSIONISMO. 30/5 Passo deiCampelli, val di Scalve, bambini efamiglie, Marco Roncalli 3493474722; 6/6 Parco Naturale MonteAvic, val d’Aosta, Cristiano Rotondo

339 3234861; 20/6 rifugio CarloEmilio, valle del Truzzo, GiovanniPichichero 328 6163699; 18-24/7Trekking estivo del Monte Rosa,Maurizio Vitali 331 2730597, PaoloRota 349 3992546.■ BAITA SOCIALE. A Gromo (valSeriana), 10’ di cammino; 16 posti;per soci, simpatizzanti e gruppi.

CORSICOVia 24 Maggio, 51 - Corsico (MI)Tel. 02 45101500Fax 02 [email protected] Gio. 21-23■ CONSIGLIO DIRETTIVO 2010-11.Presidente Roberto Burgazzi,Vicepresidente Enzo Concardi, Se-gretario Ivano Bergamaschini,Tesoriere Ermanno Nerini; ConsiglieriMarco Brusotti, Giovanna D’Ilio,Giulio Fornaroli, Alessandra PanviniRosati, Alessandro Pirola. Consiglie-re Aggiunto e Delegato SezionaleLuigi Pedrotti; Revisori dei ContiDomenico Lorusso, Roberto Mutti,Tina Zani; Direttore Scuola diAlpinismo INA Gian Mario Piazza,Direttore Corso di Arrampicata IALEdoardo Rizzo, Direttore Sci FondoEscursionismo ISFE Ivano Bergama-schini, Direttore Corsi NordicWalking Giovanna D’Ilio; Sito InternetFabio Mutti; Redazione RadarErmanno Nerini; CicloescursionismoGiulio Fornaroli; Pianeta Terra DelioMatelloni. ■ PULLMAN. 13/6 Grignetta (LC)vetta del 35° CAI Corsico Concardi0248402472 Matelloni 0269015485;20/6 Alagna (V. Sesia) intersezionaleTicinum 0245101500; 18/7 Sent. deiFiori (V. Serina) D’Ilio 0245101500Bergamaschini 3288523090. ■ ESCURSIONISMO. 6/6 MonteGeneroso (V.d’Intelvi) mp Fornaroli340 9880096; sab 26/6 Val Piora(Ticino-CH) mp Burgazzi 3398828946; 3-4/7 Traversata V.Cedec –V.Zebrù (Parco Naz. dello Stelvio)mp Bergamaschini; 25/ 7 Rif.Andolla (V. Antrona) mp Verderio3392449039.■ MONTAGNA IN SETTIMANA. Gitedel mercoledì: 9/6 Punta Cadreigh(V.Blenio) mp; 16/6 Concarena(V.Camonica) esc Concardi 3393336000. 4000 DEL 35°: 10-11/7Cap. Margherita (M.Rosa) mpConcardi.

■ TREK ESTIVI. 21-26/6 M.Sibillini(Appennino Umbro-Marchigiano) mpConcardi; 29/7-7/8 Sentiero Roma(V. Masino–V.Bregaglia) treno+busNerini 02 45101500; 16-22/8Engadina (Grigioni-CH) mp Casé 0226148787; 21-28/8 V.Badia (BZ) mpD’Ilio; 1-4/9 V.di Rhemes-Valgrisenche (AO) mp Concardi. ■ GHIACCIAI, VERSO LA FINE?11/6 h 21 Saloncino La Pianta conClaudio Smiraglia.

DESIOVia Lampugnani, 7820033 DESIO (MI)Tel. e Fax 0362 621668Merc. 21 - 22.30Gruppo MaltrainsemMar. 17.30www.caidesio.nete-mail: [email protected]■ NUOVI CONSIGLIERI: GiuliaTaccagni, Claudio Rovelli, SilvanoRonchi, Luigi Riboldi, GianlucaComo, Paolo Colombina, delegatosezionale Enrico Carcano.■ ESCURSIONISMO GIOVANILE.2/6 Val Roseg; 11-12/6 rifugio Papa.GITE. 20/6 rifugio Bosio; 27/6 rifu-gio Elisabetta; 5/9 rifugio Lissone;11-12/9 rifugio Pio XI; 19/9 bivaccoCampo Secco; 26/9 bivacco Sironi;3/10 bivacco Regondi; 10/10 bivac-co Cà Bianca.■ GRUPPO “MALTRAINSEM”. 2/6rifugio Griera Vecchia, 9/6 MonteBerlinghera, 16/6 rif. Gastaldi, 23/6rif. Alpe Grande, 26/6-3/7 settimanain Val Senales, 7/7 rif. Sasc Fourà,14/7 rif. Trona Soliva - rif. F.A.L.C.;21/7 rif. Vittorio Emanuele - rif.Chabod, 28/7 rif. Carlo Emilio - laghidel Truzzo.■ PALESTRA DI ARRAMPICATA.Mar e i giov 19.30-22 presso pale-stra ITIS “E. Fermi” in via Agnesi.■ A TUTTI I SOCI. Sono aperti irifugi e bivacchi: rif. Pio XI, m 2557Val Venosta; rif. Bosio-Galli, m 2086Val Malenco; biv. Regondi-Gavazzi m2560 Val Pelline; biv. Caldarini, m2500 Val Viola Bormina.

MELEGNANOSezione “F. e G. Bianchi”Via De Amicis 2520077 MELEGNANO (MI)tel/fax 02 [email protected] e Gio. 21-23, Do. 10.30-12

QUI CAI Vita delle sezioni

La giuria del 39° Premio ITAS del libro di montagna haesaminato a Trento le oltre 100 opere iscritte (per 55 caseeditrici rappresentate) e ha emesso il verdetto: il Cardo

d’oro 2010 è stato assegnato a “I fogli del capitano Michel" diClaudio Rigon.

Il volume, edito da Giulio Einaudi, racconta i luoghi di montagnadella Grande guerra che si svegliano da un lungo sonno eraccontano le loro vicende attraverso frammenti di quotidianadocumentazione: fonogrammi, biglietti, appunti, fotografie. Pianopiano il palcoscenico s’illumina e si anima mentre l’autoreprocede, di foglietto in foglietto, a ricostruire la vita e le battagliedi un gruppo di soldati sull’Ortigara nel 1916.

Il Cardo d’argento (per la saggistica) è andato a “Tristimontagne, guida ai malesseri alpini” di Christian Arnoldi (Priuli &Verlucca Editori) e a “TomaÏ Humar, prigioniero del ghiaccio” diBernadette McDonald (Versante Sud).

Premi ITAS

Battaglie e malesseri tra le montagne di carta

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LO SCARPONE, GIUGNO 2010 - 37

■ ESCURSIONISMO. 26-27/6 Rif.Crête Sèche (AO); 11-12/9 Rif.Bolzano (BZ).■ ALPINISMO GIOVANILE: 6/6Cerete (BG) raduno regionale A.G.;4-5/9 Cedegolo (BS) attendamentointersezionale; 26/9 Savogno (SO).■ ATTIVITÀ PUBBLICHE E CULTU-RALI: 8/6 dia uscite della sezione,sede h.21; 11/6 “Esplorazioni” Seratacon Silvio Calvi dell’UIAA, sede h.21;13/6 Forte di Bard (AO).■ CORO CAI. I giovedì ore 21; 13/6Concerto a Caselle Lurani (LO),Parrocchia S. Caterina h.17.30.

SEREGNOVia S. Carlo, 47CP n. 27 – Seregno(MI)Tel/Fax 0362 [email protected] e Ve 21-23 Sa 16-18■ GRUPPO TEMPO LIBERO. 9/6Valsesia, Alagna Otro (villaggioWalser).■ ESCURSIONISMO. 13/6 CapannaQuarnei Val Malvaglia, con sez.Mariano C.■ XXXV CORSO DI ALPINISMO 9/6,16/6 lezioni teoriche aperte a tutti.■ RIF. LONGONI 4/7 apertura uffi-ciale.

VIMERCATEVia Terraggio Pace, 7Tel/Fax 039/6854119Merc. e Ven. 21 - [email protected]■ 16° CORSO DI ALPINISMO GIO-VANILE. 6/6 Rif. Dordona, LineaCadorna; 20/6 Lago Lunghin (CH); 4-5/9 Rif. Coldai al Civetta.■ ESCURSIONISMO (con sottose-zione di Cavenago). 5-6/6 MonteComer; 20/6 Rif. Barmasse (Vald’Aosta); 3-4/7 Cima Rossa di Saent(Val di Rabbi).■ ESCURSIONISMO GRUPPOSENIORES. 9/6 Brunate, Parco diTorno; 23/6 Rif. Longo, Rif. Calvi;29/6-2/7 Sentiero delle OrobieOccidentali; 7/7 Rif. Tita Secchi (ValCamonica).

SOTTOSEZIONEDI ARCOREVia IV Novembre, 9Mar. e ven. 21-22,30 Tel. 039/6012956www.cea-arcore.com

e-mail: [email protected]■ ESCURSIONI. 6/6 Val Veny; 19-20/6 Monte Cervo; 3-4/7 Piz Kesch.

SOTTOSEZIONEDI BURAGO MOLGORACascina Abate d’AddaLun 21-23■ ESCURSIONISMO. 13/6 Rif.Aosta; 27/6 Rif. Brioschi; 9-10-11/7Marmolada.

SOTTOSEZIONEDI SULBIATEVia Don Ciceri, 2 Ven. 21-23e-mail: [email protected]

■ ESCURSIONISMO. 16/6 Rif.Terz’Alpe (Val Ravello); 20/6 Pialeral(Valsassina); 26/6-28/6 Dolomiti diBrenta.

ERBAVia Riazzolo, 2622036 Erba (CO)Tel. 031/627873Mar. e ven. 21-22,30Email: [email protected]■ GITA SOCIALE. 20/6 Laghetti diMuino 1915 m. da Arvogno ValVigezzo disl. 700 m.; 26-27/6 gitanazionale Cime di Pace alla Maiellam. 2.793 (Gran Sasso).■ SENIORES. 9/6 Monte Resegone

m. 1.875 dalla Forcella di Olino - disl.706 m.; 23/6 Monte Avaro m. 2.088,Laghi di Ponteranica m. 2.105 daCusio, Pian dell’Avaro disl. 450 m.(Val Brembana).■ ALPINISMO GIOVANILE. 6/6 ParcAnimalier d’Introd, Valle d’Aosta;13/6 Monte Resegone m. 1.875(Valsassina) da Morterone.

COLICOVia Campione, 723823 Colico (LC)tel. 0341 940516mail: [email protected] 21-22,30tel. rif. Scoggione 0343 63034 ➔

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dichiarare, sotto la loro responsabilità, il Collegio di appartenenza loro

personale o della scuola o associazione.

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Page 38: Lo Scarpone Giugno 18

38 - LO SCARPONE, GIUGNO 2010

■ ATTIVITÀ. 30/5 arrampicata in valdi Mello; 19-20/6 Monte Disgrazia3678 mt via norm.; 3-4/7 MonteArgentera cima sud 3297 mt via nor-male; 18/7 Pizzo Palù dal Diavolezza;25/7 XXIV assalto al Monte Legnone.■ GRANDI TREKKING. 6-13/6 viaalpina gialla verso le Dolomiti; 6-13/7via alpina rossa dalla Sloveniaall’Austria.■ ALPINISMO GIOV. 30/5 rifugioBietti sulla Grigna; 6/6 gita al mare.■ ARGENTO VIVO. Uscite tutti i gio-vedì.■ RIF. SCOGGIONE. Aperto ognifine settimana dal 19/6.

CALCOvia S. Carlo 5 - (LC)tel. 039 [email protected]. e Ve. 21 - 23■ GITE. 13/6 Cimon della Bagozza;3-4/7 Rif. Teodulo (Breithorn)■ ETÀ D’ORO. 9/6 Rif. Curò (ValSeriana); 23/6 Rif. Brioschi(Grignone); 7-08/7 Rif. Casati(Cevedale).■ ALPINISMO GIOVANILE. 6/6 ValGerola (Alpeggi del Bitto) Corso A;6/6 Val Gerola (Rif. Trona) Corso B;20-21/6 Dolomiti Lagazuoi (Rif.Scoiattoli Trincee 5 Torri) Corso A;20-21/6 Sentiero attrezzato (Rif.Lagazuoi) Corso B■ CORSO ESCURSIONISMO. 9/6Lezione teorica (Primo soccorso ealimentazione); 16/6 Lezione teorica(Meteorologia); 19-20/6 Uscita alleBocchette di Brenta.

GALLARATEVia Cesare Battisti, 121013 Gallarate (VA)Tel 0331 [email protected]. e Ven. 21-23■ IN SEDE. 11/6 “Etiopia 2009”: l’istruttore di Speleologia Eric Lazarusillustra l’esplorazione dell’area delmonte Kundudo (m.2500) 550 Km aest di Addis Abeba.■ ESCURSIONISMO. 13/6 Pizzodella Presolana Occ m.2521, disl. m.1321, A+R 7,00, diff. Alp.dir.Angelo Macchi, Giovanni Bressan;27/6 Passo del Griess – (ValFormazza) m 2479, disl. m.900,A+R 6,00, Diff. E dir. Moreno Carù,Lucilla Chiarello.■ SENIORES. Escursioni il giovedì,

dir. Giuseppe Benecchi e FilippoBrunetto: 10/6 Rif. Alpe Campom.1923, disl. 675 Diff. E Tempoh.1,40 Part. Ore 7,30. 17/6 RifugioAndolla m.2060, disl.645 Diff. ETempo h. 2 Part. Ore 7,00.■ CICLOESCURSIONISMO. 13/6Splugen - lago Montespluga - 1 gg;27/6 Monte Boglia Bre, CantonTicino, Svizzera, 1/2 gg.■ GRUPPO GROTTE. Per principian-ti ed esperti, www.gruppogrottecai-gallarate.it, martedì sera in sede.■ RIFUGI. Enrico Castiglioni, AlpeDevero m. 1640, gest. MicheleGalmarini, 0324619126; PietroCrosta, Alpe Solcio, Varzo m.1750,pacchetti per sezioni CAI, 3408259234, www.rifugiocrosta.it, [email protected].

LANZO TORINESE Via Don Bosco, 3310074 Lanzo (To)Gio 21 - 23 Tel [email protected]■ ESCURSIONISMO. 6/6 con sotto-sez. di Viù Traversata Rif. VittorioSella-casolari Herbetet; 26/6 GitaRegionale Monte Camino.■ ESCURSIONISMO PER FAMI-GLIE. 16/6 Lago Casias.■ SPELEOLOGIA. Grotta di RioMartino (Crissolo).■ ALP. GIOV. 6/6 lago di montagna;13/6 arrampicata a Bertesseno; 24-27/6 quattro giorni in baita.

SOTTOSEZIONEVALLE DI VIÚ V. Roma, 32 - 10070 VIÚ (TO) Sabato 21 - 22.30 [email protected]■ ESCURSIONI. 6/6 Traversata Rif.Sella / casolari Herbetet; 20/6 Pic LaGrave; 4/7 Rocciamelone.■ PALESTRA DI ROCCIA diMondrezza sconto soci CAI.

MONCALIERIPiazza Marconi 110027 Moncalieri (Fraz. Testona)Tel e Fax 011 [email protected]. h 18-19 e Mer. h 21-23■ ALP. GIOV. 13/6 Monte Barbeston;29-30/6 Rifugio Migliorero.■ LA COLLINA. 5/6 ore 8,30 Puliziasentieri, prenotazione obbligatoria.

■ ESCURSIONI. 6/6 MonteSaccarello, da Case Penna, SanBernardo di Mendatica, disl. 820 m,h.3, diff. E; 13/6 Bec Renon, daScalaro, Qiuncinetto, disl. 850 m,h.3, diff. EE; 25/6 Monte Arpone(notturna), da Colle del Lys, disl. 350m, h.1, diff. E; 27/07 RifugioMonzino, da Freney, disl. 1100 m,h.3,30, diff. EEA;■ INFO. www.caimoncalieri.it

SALUZZOPiazza Cavour, 1212037 Saluzzotel & fax 0175/[email protected]. dalle 21■ ESCURSIONISMO. 13/6 sentierodei pastori, Valle Maira; 4/7 giro deilaghi Rjoure, Valle Maira, escursionein territorio francese attraverso ilColle Maurin.■ ALPINISMO GIOVANILE. 25/6escursione al Rifugio Pontese e gio-chi di arrampicata.■ SCUOLA DI ALPINISMO. 17-18/7gita sociale al Piz Palù orientale.■ GIRO DEL MONVISO 2010. 6-7-8/8 tre giorni attorno al Monviso,info e pren. Galliano uff. 0175248839 casa 0175 4639, Giusiano340 7261992, [email protected] iscrizioni inizio luglio.

DOLOVia C. Frasio30031 Dolo (VE) – C.P. 87Merc. 21-23www.caidolo.it■ USCITE. 6/6 Ospitale di Cadore,giro delle casere; 13/06 Laghi delMincio e Bosco della Fontana, storiconaturalistica; 20/6 Trodo dei Fiori eLaghetti di Lastè, Gruppo dei Lagorai;26-27/6 Monte Altissimo di Nago(Monte Baldo, TN) sul sentiero dellapace; 10-11/7 Giro della Croda deiBaranci, Dolomiti di Sesto; 18/7 Cadinidi Misurina, Val Marzon, autobus.■ SERATE. 10/6 sede CAI c/oIstituto Lazzari, film “All’ovest nientedi nuovo”, di L. Milestone.

MIRANOVia Belvedere, 630035 Mirano - VE - C.P. 56Cell. 348 [email protected]. 21-22.30■ ESCURSIONI. 13/6 Folgaria. Rif.

Valbona, escursione per le famiglie,ref. F. Colomba; 20/6 Dolomitiampezzane, sentiero Del Kaiserjagere galleria Del Lagazuoi con A.Fornari, ref. Ugo Scortegagna; 27/6Lagorai, Valle dei Mocheni, rif. SetteSelle, ref. Gambalunga e Miato.■ FESTA DELLO SPORT A MIRANO.4-5-6/6 si può arrampicare con ilCAI, info. www.caimirano.it■ MOSTRA FOTOGRAFICA.Omaggio a Mario Rigoni Stern "Igrandi animali delle montagne italia-ne", Villa XXV Aprile a Mirano,Inaugurazione 6/6 h.10.■ EL MASEGNO. Inviate il materialea [email protected] o a [email protected]■ APPELLO. Il Presidente e il diretti-vo augura a tutti i soci buone vacan-ze e raccomanda prudenza e rispettofra i nostri monti.

S. DONÀ DI PIAVEVia Guerrato, 3Tel./fax 0421-33 22 88www.caisandona.itMar e Gio 19-20 - Gio 21-22■ ALPINISMO GIOVANILE. 13/6Croda da Lago-Dolomiti Ampezzane.■ ESCURSIONISMO. 20/6 CimaCarega, Piccole Dolomiti (TN) diff. Edisl. 900m.■ CICLOESCURSIONISMO. 13/6ciclabile della Val Sugana via ClaudioAugusta. Diff.TC/TC. Disl.200m.■ SCIALPINISMO. 6/6 Marmolada,Punta Rocca, diff.BSA, disl. m1200

CATANIAVia Messina 593/A - 95127 CataniaLu, Mer, Ve 18-21Tel. 095.7153515Fax [email protected]■ NUOVA SEDE. È in funzione fore-steria, fino a 12 posti letto, stile rifu-gio alpino. ■ TREKKING INTERSEZIONALI.Trekking dell’Etna: 8-12/6; 22-26/6;6-10/7; 7-11/9.■ TREKKING DELLE EOLIE. 13-19/6; 27/6-3/7; 19-25/9.■ VIAGGIO AVVENTURA IN MADA-GASCAR. 15-31/10. ■ ESCURSIONI. 4-6/6 Isola di Salina;6/6 Canalone della Montagnola; 13/6Torrente Niceto; 18-20/6 Serra diCrispo; 20/6 Parete ovest della Valledel Bove; 26-27/6 Monte Genuardo;27/6 Punta Lucia. ■

QUI CAI Vita delle sezioni

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LO SCARPONE, GIUGNO 2010 - 39

Sono rimasto perplessoleggendo l’articolo diFrancesco Carrer sull’a-bolizione della CoNSFE

apparso in dicembre sulloScarpone (Lo sci escursioni-smo? Più vivo che mai). SonoISFE dal 1982, sono stato tra ifondatori e il primo presidentedella Commissione SFE LPV nel1986. Scrivo questo non per enu-merare i miei titoli, ma per direche ho vissuto tutta la vicendadella CoNSFE fin dal primo gior-no. Sono d’accordo con Carrerche la CoNSFE e la sua Scuolacentrale hanno avuto una storiatravagliata e hanno anche com-messo parecchi errori, argomen-

ti di cui abbiamo sempre discus-so ampiamente anche per inizia-tiva di noi dell’LPV; ma non èquesta la sede per analizzarequesti problemi.

Qui l’argomento è il modoincomprensibile con cui si ègiunti all’abolizione dellaCoNSFE. Che a causa di unaggiornamento regionale istrut-tori giudicato non in linea con ledirettive tecniche centrali sigiunga allo scioglimento dellaCommissione nazionale, apparefrancamente pretestuoso. Chepoi questo scioglimento nonporti alla nomina di una nuovacommissione, ma addiritturaall’abolizione della commissione

stessa, è pretestuoso al cubo!Ci siamo chiesti con gli amici

ISFE quale sia il vero perché ditutto ciò. Ebbene, non siamoriusciti a trovare un motivo plau-sibile, per lo meno non un moti-vo che attenga alla logica e alsenso comune. Quando le moti-vazioni ufficiali sono opache, èinevitabile pensare a moventiancora più opachi: ripicche,gelosie di persone frustrate...

Non voglio neppure immagina-re che ciò abbia portato alladistruzione della nostra attività !

Perché di questo si tratta.Carrer almeno non ci prenda ingiro dicendo che si vuole rilan-ciare lo SFE! Se lo ha scritto per

indorare la pillola, peggio hafatto. Non s’è mai visto che sirilanci un’attiviità... abolendola!

La CoNSFE è stata uccisa el’assassino putroppo l’abbiamoin casa.

Roberto Deva

Sezione di Torino

Intrighi, gelosie, omicidi...

più che la CoNSFE sembrereb-

be la corte del re di Danimarca

con retroscena degni del più

torbido romanzo d’appendice.

Miopi piccinerie, vicoli ciechi.

La realtà odierna si chiama

“Piano di riordino OTCO”, un

progetto controverso che per

molti ha occupato gli ultimi

mesi; basti dire che potrà com-

portare lo scioglimento, la tra-

sformazione o la fusione di

diverse commissioni, senza

che per questo si pensi alla

distruzione di attività.

Tutt’altro. Si cerca invece di

ridare massa critica dove

manca, risorse umane dove

scarseggiano, nuovo vigore

dove langue, in una diversa

concezione dell’esperienza al-

pinistica, meno frammentaria

e lottizzata.

La CoNSFE, a causa delle sue

difficoltà a tutti ben note, è

stata semplicemente la prima.

Nessun intento punitivo o, peg-

gio ancora, vendetta, bensì l’u-

nica via che il Consiglio centra-

le ha intravisto per fornire un

aiuto concreto. In questa pro-

spettiva l’attività (che non va

confusa con la commissione)

potrà percorrere qualcuna di

quelle possibilità di ripresa che

fino ad oggi, come annota lo

stesso Deva, ha ripetutamente

dilapidato con “parecchi erro-

ri”. Che un’attività riprenda o

scompaia non dipende tanto

dall’artificiosa sussistenza di

una struttura, bensì dalle per-

sone che la praticano, dall’inte-

resse che suscita, dall’immagi-

ne e dalla capacità di attrazio-

ne che sa esprimere. Il futuro,

come sempre, sarà galantuomo.

Francesco Carrer

Comitato direttivo centrale

Quasi un romanzo d’appendiceLa posta dello Scarpone La parola ai lettori

L’infermiera di Cogne mi tranquillizza:“Adesso arrivano con la barella, lesembreranno dei marziani, ma lei non si

spaventi”. I rotori dell’elicottero che si è posatosul prato di Sant’Orso girano vorticosi. Lasquadra dei soccorritori (il medico, due guidealpine e il tecnico) distende a terra la barella eio sono invitato a sdraiarmici dentro, vestito ecalzato. Chiudono i teli, allacciano le cinghie esubito avverto che le scapole sono appoggiate auna barra traversale che mi procura fastidio.

Considerati i forti dolori al torace, alla mascellae alla mandibola, provocati dall’infarto di cuisono vittima, quello alla schiena è un dolore dicui farei volentieri a meno. Lo segnalo,suggerendo che la sistemazione di unoschienale protettivo avrebbe potuto alleviare lemie pene. Mi si risponde che già il tutto èpesante e che per tale ragione ci si era fermatiall’essenziale. Hanno ragione, consideratianche i miei 80 chili abbondanti, eppure unrettangolo di poliuretano espanso peserà si e noqualche decina di grammi…

L’elicottero si alza in volo e io inizio ad esserefrullato. Le vibrazioni della struttura del velivolosi trasmettono alla barella e da questa a me. Lasensazione non è per niente piacevole. In quelmomento ho pensato al sistema con cuil’idraulico aveva collocato materialeammortizzante sotto l’autoclave che ho insoffitta, per evitare che le sue vibrazioni sitrasmettessero all’appartamento sottostante.Sarà possibile ideare un sistema ammortizzanteda collocare tra la barella e il pianodell’elicottero, che sia idoneo a diminuire lesofferenze soprattutto dei traumatizzati?

Rivolgo un ringraziamento di “cuore” per laprofessionalità e l’umanità dimostrata allasquadra del Soccorso alpino valdostano direttadal professor Enrico Visetti, primario delReparto rianimazione dell’Ospedale di Aostanonché responsabile sanitario dell’Elisoccorsodella Valle d’Aosta. I cardiologi insegnanoquanto sia importante per l’infartuato ricevere ilpiù rapidamente possibile le cure idonee. Averpotuto disporre dell’elicottero per un rapidotrasporto a valle verso l’Ospedale di Aosta harappresentato l’avverarsi di una delle condizioniindispensabili per veder estratto il mio numeroalla lotteria della vita. Grazie alla bravura e allaprofessionalità del dottor Eugenio La Scala edell’intero reparto di Cardiologia, l’intervento diangioplastica cui sono stato tempestivamentesottoposto ha avuto buon esito e così ladegenza.

Un plauso va pure alla lungimiranza degliamministratori civici della Regione Valle d’Aostai quali, dall’aprile 2008, hanno deciso chel’ospedale del capoluogo fosse dotato di unasala di cardiologia interventistica e di personaleesperto per eseguire le angioplastichecardiache.

A loro ricordo che la quota è uno dei fattori dirischio dell’infarto e che, essendo il territoriovaldostano prevalentemente in quota, tanti siaugurano che presto il dottor La Scala siaaffiancato da un collega e dalla relativa squadrasanitaria di supporto per ottenere che gliinterventi di angioplastica siano programmatinon solo due giorni la settimana.

Piero BordoANAG / Sezione di Bolzaneto (GE)

La mia corsa alla vita

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