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STORIA E ATTUALITÀ dell’Associazione Nazionale Alpini Sezione Val Susa N° 2 luglio 2016 Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NO/TORINO AVIGLIANA I 90 anni del Gruppo EXILLES Come sempre una festa GIUSEPPE PERRUCCHETTI Il fondatore degli alpini AD ASTI PER L’ADUNATA aspettando il Raduno a Susa Lo Scarpone Valsusino OULX Cambio di comandante alla 34 a RADUNO DEL 1° RAGGRUPPAMENTO Susa - 10/11 settembre 2016

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STORIA E ATTUALITÀ dell’Associazione Nazionale Alpini Sezione Val Susa

N° 2 luglio 2016 Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NO/TORINO

AVIGLIANAI 90 anni del Gruppo

EXILLESCome sempre una festa

GIUSEPPE PERRUCCHETTIIl fondatore degli alpiniAD ASTI

PER L’ADUNATAaspettando il Raduno a Susa

Lo ScarponeValsusino

OULXCambio di comandante alla 34a

RADUNO DEL 1° RAGGRUPPAMENTO • Susa - 10/11 settembre 2016

Pubblicazione trimestrale della Sezione A.N.A. Val Susa

Lo Scarpone ValsusinoVia Brunetta,45 - Susawww.anavalsusa.it - [email protected]

FondatoreFranco Badò

PresidenteGiancarlo Sosello

Direttore responsabileMario Tonini

CondirettoreDario Balbo

RedazioneLuca Barone, Davide Corona, Alain Garnier, Valerio Olivero

Hanno collaborato a questo numeroAmato Anselmetto, Mimmo Arcidiacono, Giovanni Baro, Stefano Bertinotti,Michele Bosco, Ilario Favro, Renzo Gallo, Paolo Parisio, Elso Tournour, Giulio Usseglio Prinsi, Franco Verney

Referenze fotograficheReferenze fotografiche: Dario Balbo, Famiglia Garola, Archivio Tonini, Franco Verney, Ufficio Pubbliche Informazioni Truppe Alpine

Grafica e stampaGraffio, Borgone Susa (To)Questo numero è stato stampato in 3700 copie

SEZIONE ANA VALSUSAPresidente Giancarlo Sosello

Vice presidenti Dario Balbo, Gianfranco Bartolotti, Carlo Bert

Consiglio sezionale Vittorio Amprimo, Amato Anselmetto, Mimmo Arcidiacono, Giovanni Baro, Luca Barone, Michele Bosco, Mario Botteselle, Aldo Calliero, Fiorenzo Combetto, Riccardo Demuti, Francesco Foglia, Alain Garnier, Pier Paolo Giors, Valerio Olivero, Paolo Parisio, Mario Perotto, Enrico Sacco, Ruggero TisserandAutorizzazione del Tribunale di Torinonr. 2441 dell’8.10.1974

In questo numero

Rubriche

ATTUALITÀ 7 Asti vestita di tricolore per noi...

8 Si va per tradizione

10 Con la fanfara

13 CISA social? Non mi piace!

14 Asti - Riunione comitato “Tridentina” Festa della Sezione ANA di Vercelli

15 Primo raduno del battaglione “Susa”

17 Exilles, come sempre una festa

20 CRONACA DAI GRUPPI

28 ANAGRAFE ALPINA

30 NOTIZIARIO SEZIONALE

30 OFFERTE

31 LE VOSTRE LETTERE

3 STORIA Sul filo dei ricordi: Albania 1941

5 PERSONAGGIO Il colonnello Luigi Manfredi

6 Perrucchetti, disertore e mai alpino

11 ESERCITO OGGI La “Julia” in alta quota Cambio di comandante alla 34a

La Taurinense è rientrata dal Libano

16 PROTEZIONE CIVILE Il ponte “Napoleonico” di SUSA

18 CORREVA L’ANNO Era il 1986...

19 PRIMA GUERRA Cento anni orsono, 1916... gli austriaci avanzano usando i gas

27 LE NOSTRE FOTO

Cari lettori,ogni adunata è diversa dalle al-tre. Asti la ricorderemo perchè al nostro passaggio, uno degli ultimi, la gente alle transenne era numerosa come ad inizio mattina. Applausi, saluti e festa per tutta la giornata ci hanno accompagnato dall’arrivo alla partenza. Che meraviglia! Noi li, piemontesi in terra di Piemonte a portare il nostri messaggi: “A brusa suta al Susa”, quando c’è bisogno arriviamo “Arrivederci a Susa” come invito per il raduno di Settembre. Le grandi lettere verdi “VALSUSA” sono il nostro Dna, la nostra targa, il nostro se-gno di riconoscimento. Una valle positiva, felice, impegnata, una Sezione numerosa, ordinata con un gruppo dirigente in Consiglio che mette l’anima per tutti e tut-ti che lavorano nei loro Gruppi con costanza e decisione. Non tutto è meraviglioso, non tutto è semplice, non sempre c’è il pie-no accordo, ma sempre c’è ri-spetto, volontà e sincerità. Cosa volere di più? In questo numero troverete la festa del Gruppo di Avigliana, la festa sezionale di Exilles e tante informazioni dei Gruppi e di voi soci che sempre ci seguite dalle pagine del nostro giornale. Una riflessione “numerica” su cui andare fieri. Siamo in più di 3000 in tutta la valle, molti sono amici; ci dividiamo in 36 Gruppi presenti in quasi tutti i comuni tolti Sauze di Cesana e Monce-nisio. Una penna nera c’è sem-pre e ovunque, dal Sestriere ai laghi di Avigliana.Abbiamo un giornale che esce quattro volte l’anno, una Fanfara che suona più volte al mese e la Protezione Civile pronta e attrez-zata. C’è da esserne orgogliosi e anche tanto.

Mario ToniniDirettore

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STORIA

Settantacinque anni fa, il 23 aprile 1941, dopo sei mesi di aspri e sanguinosi combattimenti, cessavano le ostilità sul fronte greco - albanese. La tragica guerra alla Grecia era iniziata il 28 otto-bre 1940 nell’illusoria quanto errata convinzione che l’invasione sarebbe stata una facile passeggiata per le poche truppe allora presenti in Albania e non sarebbe stata contrastata dall’esercito greco, ritenuto poco o nulla motivato a battersi.Non fu così.I greci difesero la loro Patria con orgoglio e con valore contrat-taccando poi le truppe italiane che si dovettero progressivamen-te ritirare all’interno del territorio albanese, dove fra gli aspri ed elevati monti il fronte si stabilizzò. La necessità di combattere in territorio prevalentemente montagnoso, privo di strade di comunicazione, in condizioni climatiche invernali, portò ad un massiccio quanto caotico invio dall’Italia di truppe alpine, le più preparate ed adeguate: in totale 33 battaglioni e 39 gruppi di artiglieria alpina. La divisione alpina “Taurinense” fu l’unica a non essere inviata in Albania, ma lo furono nel gennaio 1941 due suoi battaglioni, “Intra” del 4° e “Susa” del 3°. Quest’ultimo, assegnato a fine febbraio alle dipendenze dell’8° Rgt. alpini della divisione “Ju-lia” partecipò, pagandone un altissimo contributo di sangue, ai pesantissimi combattimenti che ebbero luogo sulla cima e sui costoni del monte Golico (detto il “Golgota degli Alpini”), ultimo bastione a difesa della strategica conca di Tepelene, nella valle della Vojussa.Anche molti alpini valsusini, sebbene appartenenti a classi an-ziane, furono richiamati ed inviati al fronte per poter ricostituire i dissanguati battaglioni e gruppi delle divisioni “Julia”, ”Triden-tina”, “Cuneense” e “Pusteria”. Per non dimenticare e rendere

onore a tutti quegli uomini (italiani e greci) che per senso del dovere tanti sacrifici e sofferenze dovettero sopportare per so-pravvivere e combattere nel freddo, nel fango e nella neve dei monti albanesi, anche quest’anno, come ormai da più di 10 anni, un gruppo di alpini friulani ha organizzato nell’ultima settimana di aprile un viaggio - pellegrinaggio alle più significative località di quel fronte.Insieme ad una ventina di altri alpini, prevalentemente friulani e veneti, vi ho partecipato per la terza volta, con l’intenzione di dedicarlo al ricordo di un vecchio alpino valsusino, Giovanni To-massone, classe 1910 e originario di San Giorio di Susa, papà di un caro amico e vicino di casa della mia famiglia a Torino nei miei lontani anni giovanili. Ancora oggi ricordo con emozione i suoi racconti dei fatti che egli visse in prima persona.Richiamato a inizio 1941, fu assegnato al battaglione “Val Fella” della “Julia” con cui partecipò, dopo lunga marcia notturna, al contrattacco che consentì l’8 marzo del 1941 la riconquista ed il mantenimento della cima di quota 1615 del Golico, l’ultima rimasta in mani italiane. Per atto di valore compiuto in quell’oc-casione gli fu conferita la medaglia di bronzo.Come già nei precedenti viaggi particolare attenzione è stata dedicata alla visita delle zone più significative del Golico, dove a tutt’oggi sulle quote più contese sembra che il tempo non si sia fermato, tanto sono ancora costellate di ordigni inesplosi ed altri residuati di quelle aspre battaglie. E dove sui roccioni di quota 739 del costone orientale (versante della val Zagorias), che era difeso nel marzo 1941 dai battaglioni “Cividale” e “Susa”, ab-

In alto: una colonna di alpini in marcia nel fango. In basso da sinistra: sul monte Tomori;

sullo sfondo il Golico.

Sul filo dei ricordi: Albania 1941Monte Golico, il calvario degli alpini

Franco VerneyCap.(cpl) in congedoA.N.A. Sezione di Modena

STOR

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biamo posto una targa commemorativa a ricordo di un alpino trentino del “Cividale” lì caduto, portata da due sui cari.Ma come, e forse più, dei viaggi precedenti l’evento emotiva-mente più coinvolgente e significativo è indubbiamente stato la salita alla quota 1615 del monte, che quest’anno a causa del maltempo dei giorni precedenti appariva completamente rico-perto di neve già intorno ai 1000 metri.Sulla cima imbiancata e con la temperatura sottozero, ben pro-tetti dai nostri moderni ed efficienti abbigliamenti da montagna, non abbiamo potuto non andare col pensiero alle ben diverse condizioni in cui si trovarono allora i nostri soldati (ed i loro av-versari greci).Con grande emozione abbiamo reso gli “Onori ai Caduti” e reci-tata la “Preghiera dell’Alpino” innalzando i vessilli delle Sezioni A.N.A. rappresentate, Udine, Pordenone, Cividale, Treviso, Mon-za, Modena, ed idealmente Val Susa e Gruppo di Bussoleno, di cui in accordo con il Presidente ed il Capogruppo, ho portato in vetta i gagliardetti.Scendendo dalla cima, una deviazione su vecchio sentiero mili-tare ci ha fatto raggiungere la aspramente contesa zona di quota 1143 del costone nord, dove abbiamo dedicato un momento di raccoglimento al ricordo dei molti alpini che tuttora giacciono sepolti e dimenticati nei boschetti e nelle radure circostanti. Le salme di tre di essi, casualmente individuate gli scorsi anni fu-rono segnalate a OnorCaduti, istituzione del Ministero della Di-fesa che provvide al loro recupero nel maggio 2014. Esse sono ancora in custodia all’Ambasciata Italiana a Tirana e saranno riportate in Italia non appena superate le inevitabili (forse) lun-gaggini burocratiche.Nel percorso del viaggio di rientro verso il porto di imbarco per l’Italia un’ultima e doverosa sosta ai resti del ponte di Perati, sul confine greco-albanese, luogo simbolo per eccellenza del sacri-ficio degli alpini della “Julia” e che ha dato il titolo ad uno dei più tristi e struggenti canti degli alpini.Al termine di questo resoconto vorrei, riprendendo la frase con-

clusiva della approfondita e documentata conferenza su - LA CAMPAGNA DI GRECIA E GLI ALPINI - che il vostro socio Gen. G. Blais ha tenuto non molto tempo fa nella sede della vostra Sezione e di cui mi ha gentilmente fatto avere il testo: “La cam-pagna sulle montagne albanesi rimane incisa nella storia delle truppe alpine come una grandiosa manifestazione dell’eroismo, della dedizione al dovere, dello spirito di sacrificio che hanno da sempre caratterizzato gli Alpini d’Italia”Ecco perché credo che il mantenere viva oggi la conoscenza di quei tragici eventi può rappresentare un piccolo ma doveroso contributo alla memoria di tutti i soldati, italiani e greci, che ne furono partecipi involontari.

Maggio 2016,Franco Verney

Cap.(cpl) in congedoA.N.A. Sezione di Modena

Gruppo di Modena

In alto: sui pendii del monte Golico vengono ricordati gli alpini caduti. In basso: Franco Verney con i gagliardetti sezionali;

postazione in quota sulle montagne albanesi.

PERSONAGGIO

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Poco tempo fa, passeggiando in un pomeriggio di primavera lun-go l’abitato di S. Ilario Ligure, borgo marinaro situato alle porte del levante cittadino genovese m’imbattevo con estrema sorpre-sa in un’abitazione che di particolare a prima vista non aveva molto se non la presenza sulla facciata di una targa marmorea, ormai consunta dallo scorrere del tempo, riportante la data dei natali di un soldato, un ufficiale in particolare: il Colonnello Luigi Manfredi.Ma quello che più mi colpì fu l’altra iscrizione, quella del de-cesso: fronte russo, 28 gennaio 1943 - 1° Rgt. Alpini, Divisione “Cuneense”. Ebbene, oltre al sentimento di fortissima emozione legato al ricordo di quella immane tragedia che fu la ritirata del nostro Corpo d’Armata Alpino in quel gennaio del 1943, prevalse la volontà di ricercare qualche informazione in più sulla figura di questo valoroso ufficiale.Luigi Manfredi nacque a S.Ilario Ligure (Genova) il 2 gennaio del 1896.Dopo aver ultimato gli studi classici al Liceo di Mondovì (Cuneo), nel 1914 intraprese la carriera delle armi entrando all’allora Scuola Militare di Modena nella quale conseguì nel maggio del 1915 la nomina a sottotenente degli alpini in servizio permanen-te effettivo. Allo scoppio del 1° conflitto mondiale era inquadrato nel 1° Reggimento Alpini con il quale combatté a Coston dei La-ghi e a Monte Cimone, in Val d’Astico, dove fu gravemente ferito e fato prigioniero dagli austriaci. Grazie alla condotta di valorose azioni sul campo di battaglia si guadagnò la Medaglia d’Argento al Valor Militare nel maggio del 1916. Ultimata l’esperienza belli-ca, frequentò come capitano, dapprima il 58° Corso della Scuola di Guerra, che una volta ultimato lo vide destinato, nel 1932, al Comando della Divisione di Fanteria “Imperia” inquadrato nello Stato Maggiore divisionale. Promosso maggiore per meriti, nel dicembre dello stesso anno assunse il comando del Battaglione “Pieve di Cadore”.Chiamato a prestare in seguito servizio al Comando del Corpo di Stato Maggiore nell’aprile 1935, nel dicembre successivo fu as-segnato come capo di Stato Maggiore, alla 5^ Divisione Alpina “Pusteria”, con la quale nel gennaio 1936 partì per la campagna in Africa Orientale. Una volta rimpatriato dal suolo africano nel 1937, fu promosso il 1° luglio tenente colonnello dopo esse-re stato addetto all’Ufficio Operazioni dello Stato Maggiore del Regio Esercito. Venne promosso colonnello il 1° gennaio 1941, e nel maggio 1942 venne nominato comandante del 1° Reggi-mento Alpini che già nel luglio del 1942 venne inviato in terra di Russia inquadrato all’interno della Divisione “Cuneense”. Duran-te la permanenza in linea sul Don conseguì in ottobre la Croce

di Guerra al Valor Militare. Cadde valorosamente il 28 gennaio del 1943 alla testa dei suoi alpini, durante i tragici giorni della ritirata. Per le sue indomite virtù di soldato e di comandante gli venne conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la se-guente motivazione: “Valoroso comandante di reggimento alpino dotato di elevate virtù di mente e di cuore e di perfetta preparazione professio-nale. Durante la permanenza in linea sul Don, con inesauribile passione forgiava l’efficienza e la saldezza dei suoi battaglioni portandoli alla massima elevazione spirituale talché, in tenaci di-fese e audaci azioni offensive, realizzava sempre concreti risul-tati. Sopravvenuta la crisi, in dodici giorni di tragico ripiegamento effettuato in condizioni atmosferiche e di clima duramente av-verse, guidava con ferma serenità e sdegnoso sprezzo del peri-colo il reggimento in ripetuti insidiosi aspri combattimenti contro preponderanti forze, confermando le sue magnifiche doti di capo intrepido e capace. in ultimo cruento scontro — quando ormai tutto crollava attorno a lui per mancanza di mezzi, di munizioni, di viveri — dominando con la sua inalterata stoica fermezza i valorosi superstiti affrontava impavido l’impari lotta alla testa dei suoi alpini e la protraeva, in accanito corpo a corpo, fino a che cadeva in risoluta esemplare fierezza. Comandante di eccezione, resterà, nel tempo, esempio fulgido di salde virtù militari.”

Fronte russo, 17-28 gennaio 1943

Davide Corona

Il colonnello Luigi ManfrediDal mare alla gelida steppa di Russia

PERS

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Giuseppe Domenico Perrucchetti, nacque a Cassano d’Adda il 13 luglio 1839. Dunque non in montagna e nel Regno Lombar-do-Veneto. Come inizio non è male per essere poi diventato il fondatore delle Truppe Alpine del Regno che sconfisse quello in cui lui era nato. In famiglia c’era un po’ di tutto. Il padre era l’ingegnere che aveva realizzato la ricostruzione del ponte di Cassano sull’Adda, la madre era cugina di Alessandro Manzoni. I fratelli ebbero il vanto di poter dire di aver partecipato a tutte le guerre del Risorgimento, combattendo come ufficiali dagli ordini di Garibaldi. Il nostro frequentò il ginnasio e il liceo e poi s’iscrisse alla facoltà di ingegneria tanto per far contento il papà. E siamo al dunque. Renitente alla leva e pure disertore perchè scappò dalla Lombardia, allora sotto il dominio austriaco, e si rifugiò nel Piemonte dei Savoia. Si arruolò volontario e combatté nel 1859 nelle truppe del Regno di Sardegna nella Seconda guerra d’Indipendenza. Nel 1861 divenne sottotenente presso la Regia Militare Accademia di Ivrea prestando servizio in un reggimento di Fanteria guadagnandosi una medaglia d’argento al Valor Militare nella Battaglia di Custoza e la promozione al grado di Capitano. Dalle armi al tecnigrafo. Sfruttando la sua

competenza in lavori di topografia, cominciò le sue continue, segrete e pericolose escursioni oltre confine allo scopo di stu-diare il terreno, gli usi ed i costumi di quelle popolazioni al di la delle Alpi. Ecco l’idea. Nel 1871, col grado di capitano dello Stato Maggiore pubblicò il volume nel quale riportò “…alcune considerazioni sull’ordinamento territoriale della Zona Alpina …vaticinando la costituzione di Compagnie Alpine autonome ed autosufficienti, capaci di difendere ognuna la propria vallata”. Il Generale Cesare Francesco Ricotti Magnani, allora Ministro della Guerra, si appassionò alle teorie di Perrucchetti e gli fece sviluppare il progetto; probabilmente non fidandosi però gli mise alla calcagna i generali Parola e Mariola dello Stato Maggiore. Il 15 ottobre del 1872 fu promulgato il Decreto Reale che istituiva le “Compagnie Distrettuali Alpine”. Nacquero così, non senza polemiche, i primi reparti alpini. E’ interessante notare che Perrucchetti non fu mai Alpino, cioè non mise mai il cappello con la penna.

Mario Tonini

Perrucchetti, disertore e mai alpino

SUSA,10-11 settembre 2016Raduno del 1° Raggruppamento

Vi aspettiamo...

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Alla fine l’alpino delle Galapagos non è arrivato. Peccato vera-mente perché sarebbe stato un altro fiore all’occhiello del me-raviglioso mondo degli alpini all’estero. In compenso abbiamo battezzato i gagliardetti di due nuovi Gruppi autonomi: Slovac-chia e Pannonia. Ora sfido chiunque a rispondere in tempo reale su dove sia la Pannonia, ma quello che conta è che siamo anche lì. Alpini emigrati per lavoro, alpini di una nuova emigrazione che fanno seguito ai veci che anni e anni orsono hanno popolato di penne nere l’Argentina, il Sudafrica, il Canada e decine di altri luoghi del mondo in cerca di fortuna e dove, vedi Belgio a Marci-nelle, hanno anche perso la vita in miniera. Ed ogni anno si ripar-te da ogni angolo del mondo solo per ritrovarsi e rinsaldare quel patto di amicizia che lega gli alpini tra di loro e con la società.Asti vestita di tricolore è bellissima. Vetrine, balconi, lampioni, alberi, ovunque che sia centro o periferia. Le vetrine raccontano la storia degli alpini con qualunque foto od oggetto che possa portare testimonianza. Si respira aria di festa come sempre.Già la cerimonia dell’alzabandiera, affollata e partecipata, è di buon auspicio e un grande striscione “A brusa suta Susa” sem-bra quasi offrirci una dedica.Si replica poi alla sera con, a mio giudizio, la più bella sfilata dell’adunata dove tutti insieme ci si presenta alla città con un lungo, incredibile serpentone verde dove tutto è in libertà, un po’ naif come si conviene al mondo alpino. E così nella stessa giornata, venerdì, piazza San Secondo si anima per la seconda volta e si concede all’abbraccio alpino.Poi l’adunata scorre secondo il solito cliché. Allegria, canti, cori e come sempre qualche schiamazzo di troppo. Nella grande piazza del Palio tra bancarelle varie si aprono enormi ristoranti all’aper-to che avrebbero accolto migliaia di persone nella lunga notte del sabato. Sempre sulla piazza si estende la Cittadella degli alpini aperta per la decima volta e dedicata alle attività degli uomini e donne in armi. Dimostrazioni sui mezzi in dotazione, materiali, palestra di roccia, sci simulato, tutto a portata di mano e a portata di selfie come va di moda oggi. 147.000 sarà il numero dei visitatori ed il numero la dice lunga sull’interesse.Nel tardo pomeriggio del sabato si scatena su Asti un grosso temporale, rinfrescante e liberatorio. L’omelia del Vescovo, del quale abbiamo anche raccolto lacrime di commozione, era ac-compagnata dai tuoni che scandivano i tempi dell’acquazzone che ci accompagnava alla grande domenica. Dalle 9 alle 20,20 siamo passati in 75.000 e possiamo imma-ginare quanti altri si sono assiepati lungo il percorso e nelle vie cittadine. Aprono la sfilata le note della “Taurinense”, poi la ban-diera di guerra del 2° seguita da due plotoni sempre del 2° e

quindi gli ufficiali ed i sottufficiali delle Truppe alpine, i reduci, gli ospiti e poi dopo il Labaro comincia la passerella delle Sezioni. Dapprima quelle all’estero e poi la lunga sequenza di quelle in Italia. Alle 10 compaiono sugli schermi le immagini provenienti da Roma dove Papa Francesco inviava il suo messaggio di saluto “Un pensiero speciale rivolgo agli alpini riuniti ad Asti per l’Adu-nata nazionale. Li esorto ad essere testimoni di misericordia e di speranza, imitando l’esempio del Beato don Carlo Gnocchi, del Beato fratel Luigi Bordino e del venerabile Teresio Olivelli che onorarono il Corpo degli alpini con la santità della loro vita”.Siamo a fine mattinata e la nostra fanfara inizia il suo tour de for-ce sfilando per la Sezione di Belluno. Come sempre brillante ed applaudita avrà tempo e modo per ritemprarsi prima di aprire la nostra sfilata. Purtroppo l’attesa sarà lunga per i soliti ritardi. Fa caldo, affiora un po’ di stanchezza ma quando arriva l’ora i quasi quattrocento valsusini si muovono compatti ed ordinati. Tutti i Gruppi sono presenti, il consiglio è praticamente al completo e la fanfara ha assorbito la stanchezza e riparte motivata e pimpante aprendo la strada alle lettere VALSUSA portate da Bardonecchia. Dopo poche centinaia di metri ci raggiunge il gen. Bonato e con lui al fianco il presidente Sosello può certo dirsi orgoglioso di guidare una Sezione così bella. Marziali ed ordinati si passa sotto le tribune e poi nel lungo tragitto verso lo scioglimento ci si gode ancora una volta l’abbraccio della folla. Anche questa è andata!Cosa dire dell’adunata. Ormai le adunate hanno un copione pra-ticamente fisso e le variabili in gioco possono spostare il giudizio in un senso o nell’altro. Asti è stata assolutamente nella norma, tutto pare abbia funzionato salvo qualche pecca che in una mac-china così complessa ci può anche stare. Il neo vero, ma non è colpa certo di Asti, è quello del contorno, della folla non alpina veramente ingombrante tanto da trasformare la nostra festa in un sagra strapaesana. Peccato, ma prima o poi bisognerà tener-ne conto per non diventare incolpevoli complici di persone inde-gne. E a settembre toccherà a noi. In piccolo certo ma facciamo tesoro di ciò che abbiamo visto per non cadere negli stessi even-tuali errori. E se ad Asti eravamo in quattrocento a Susa dovremo essere il doppio... minimo.

Dario Balbo

ATTUALITÀ

Asti vestita di tricolore per noi...

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Avete, forse letto prima la cronaca sull’adunata di Asti, scritta di getto come si conviene. Senonchè, qualche giorno dopo su di un sito friulano (www.dovatu.it) è uscita questa pesante visione dell’avvenimento. In realtà ne erano presenti altre due conside-razioni forse ancor più cattive, ma ritengo sia giusto presentare ai nostri lettori una diversa chiave di lettura.

DB

Si va per tradizione, anche, ma soprattutto per spirito di Corpo.Ma se il Corpo (quello degli Alpini) non c’è più, l’Adunata Na-zionale Alpini diviene sempre più una sagra. La festa ci sta, è una festa di Primavera. Ma mancano le Penne Nere ed il motivo è ben noto: non c’è più la naja e chi bazzica gli eventi alpini lo fa sempre con maggiore nostalgia e stenta a riconoscersi in un contesto marketing oriented in cui l’alpinità sembra sempre più un brand ad uso e consumo di bancarelle che vendono magliette e cappellini farlocchi, di politici che vogliono farsi riprendere in foto e video e di personaggi che scalano i gradini dell’ANA con la convinzione di riuscire a competere con i politici stessi. Il tutto, con tanto alcol: c’è chi lo tiene e si sa gestire, c’è invece chi fa proprio pena. Quest’anno, il premio “Il più mona dell’Adunata” va ad un veneto: con cappello alpino che sembrava più un cappello di Moira Orfei, nemmeno è arrivato ad Asti, sede dell’89esima Adunata. È collassato sul treno, vomitandosi addosso e rischian-do di soffocare, al momento dell’ingresso in stazione del treno proveniente da Milano. In condizioni veramente critiche è stato soccorso dai suoi compagni di viaggio, un viaggio durante il qua-le ha molestato l’intero scompartimento con i suoi canti triviali, da osteria, che nulla avevano d’alpino: un mix di inni da stadio e di odio puro contro i meridionali. Ad accoglierlo ad Asti, quindi, un’ambulanza e un team di sanitari che ha dovuto prima riani-marlo (si stava soffocando con i suoi stessi liquidi), caricarlo in

barella, trasportarlo con tutti i disagi di scale e sottopassi e por-tarselo in ospedale. Meglio avrebbero fatto a mollarlo dentro un cassonetto. Cassonetto che però non c’era; abbiamo notato una città molto carente dal punto di vista dei servizi, con un numero insufficiente di servizi igienici e di bidoni o cassonetti ove buttare i rifiuti. Se Asti è in Piemonte e se questo è il Piemonte... beh! Il Nord-Ovest d’Italia è alla frutta.Adunata poco sentita dai residenti, molto ambita da alcuni com-mercianti, spesso sleali con politiche di prezzo molto furbe e politiche di “resto” assai spregiudicate. Numerosi gli abusivi che spacciavano vini rossi da supermercato per fantomatica “Barbe-ra Superiore” ad un euro: una schifezza che legava bene con il tanfo dei servizi igienici, quei wc portatili fondamentali in eventi aggregativi di queste dimensioni. Erano pochi, sporchi e lunghe le code formatesi davanti ad essi, almeno il sabato e la domenica (perché venerdì sera, almeno, Asti era deserta).I bagni degli esercizi pubblici, presi quindi d’assalto, erano forse peggio: cloache in abbandono lasciate all’anarchia di spruzzatori e gettatori maleducati. Un contesto spiacevole per quanti, per quel famoso spirito di Corpo, vanno ancora alle Adunate, orga-nizzando un proprio campo (chi ce la fa si porta docce, lavabi e wc) e portando addirittura i figli per fargli ‘assaggiarè un po’ di Alpinità, constatando però che non v’è più. Non v’è più perché la folla ad Asti è scattata solo nel pomeriggio di sabato, oltre la metà dei festanti non erano nemmeno alpini, musiche da balera e da discoteca (anche se divertenti) non evocavano alcunché d’alpino.Si va ancora all’Adunata, anche se si è sempre meno, ad assi-stere alla propria estinzione: poche le mostre a tema ad Asti, una Cittadella Alpina risica risicata che lascia intendere quanto i tagli alla Difesa siano la regola, dovendosi pagare stipendi e straordi-nari a quei pochi ‘volontari’ che han preso il posto di quei milioni

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ALIT

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Si va per tradizione

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di Alpini di leva che han dato, in un anno almeno, tutto quel che potevano dare e che rimpiangono quell’ordine e quella disciplina che faceva degli Alpini una stupenda macchina perfetta.Malumori manifesti e concreti che anche ad Asti si son fatti sen-tire: “No, non sfilo davanti a chi ha chiuso gli Alpini”, dichiara un Ufficiale un po’ troppo irredentista per questi tempi mediocri, basati su grandi annunci, misere realtà ed un degrado morale ed istituzionale sempre più diffuso. Infatti le autorità davanti alle quali han sfilato gli Alpini, sempre inesorabilmente meno degli anni prima, parevano scesi da un altro pianeta: distratti, annoiati, sempre col ditino sul telefono, intenti a farsi quei tragicomici selfie che sembra essere l’unica cosa che sono in grado di fare.Un Generale, poi, intento ad inalare la sigaretta elettronica, ben s’affiancava con la ministra, che è arrivata appena alle 11.45 (pare che quest’anno almeno non abbia indossato il cappellino farlocco). Gli applausi si ci son stati al passaggio di Reparti in armi e di Sezioni storiche: ma il pathos è flebile, pochi sentono quel brivido che irrigidisce i muscoli e inumidisce gli occhi. “Si tira avanti”, spiega un Alpino, rimirando dubbiosamente un grup-petto di Alpini in armi: divise in disordine, uniformità assente, in ordine sparso... vent’anni fa era inammissibile. “Xè finìa...” (“è finita”) sancisce un ‘vecio’ alpino paracadutista, davanti all’ANA Shop... E poi qualcuno ti racconta che non si può tornare indie-tro, che per le missioni ci vogliono i volontari. Mah? L’impressio-ne è che abbiano voluto chiudere il Corpo degli Alpini, tenendo una facciata che si chiama “Truppe Alpine”, sicuramente impe-gnate all’estero anche con pesanti contributi di sangue, ma che nulla han più a che vedere con gli Alpini. Alpini dei quali l’Italia avrebbe bisogno, invece, soprattutto il Nord Italia, sempre più spento, assopito, smarrito senza storia né valori.L’ANA fa qualcosa ma è evidente che la politica del compromes-so o dello struzzo l’ha trascinata nel baratro: gli Alpini, ormai, si identificano con quel gruppo di vecchietti che gestisce la baita per le feste del quartiere, di militare non c’è più nulla. Il top lo raggiunge una donna di Asti, sulla trentina, accompagnata da

un esserino pallido e spento avvolto in un grande foulard che lo copre dal collo ai piedi, insalamandogli pure braccia e mani, ignaro di trovarsi a fianco un Alpiere, che non sa nemmeno cos’è e che cosa faceva all’età sua..: “Ma voi siete quelli della Giulia?”, chiede. “Chi xela Giulia?”, le risponde l’Alpino intento a guardarle attentamente il seno. “Ma Giulia, è scritto anche lì...”. L’Alpino nemmeno le guarda più le tette e va via: “BRG. ALPINA JULIA” sta scritto sul cartello verde. La Gloriosa “JULIA” è diventata “GIULIA”, come “Jovanotti”...L’Alpino allora rimugina qualcosa, pensa a quei trecento euro che gli è costata l’Adunata, il lungo viaggio, la puzza, i sempre meno “frà di naja” che ha ritrovato, le gloriose iscrizioni cubitali delle antiche caserme, buttate ai profughi, tutto un mondo che non c’è più, da pochissimi anni. Torna al campo dove ha soggior-nato, ripulendolo all’arrivo da immondizie e siringhe, le auto e i furgoni sono già carichi dall’alba, raduna i suoi amici di viaggio, i suoi Alpini, e parte.E facendo slalom tra le centinaia di pullman con cui viene fatta affluire la massa di anziani che giungono in giornata per fare numero, pensa con risoluta lucidità: “C’era una volta l’Adunata, C’erano una volta gli Alpini”.

Ovviamente non condividiamo la visione apocalittica che vie-ne data dell’adunata. Si può condividere o meno, si possono avanzare critiche come esagerare nelle lodi, ma francamente la chiave di lettura data dall’autore del pezzo mi pare franca-mente esagerata. Il sito friulano www.dovatu.it da alcuni anni si contraddistingue in critiche, a volte feroci, verso l’A.N.A. ed il particolare verso la sede nazionale. Non ne conosciamo le motivazioni e francamente poco ci interessano. Per dovere di cronaca abbiamo pubblicato il pezzo. E qui chiudiamo... ai lettori il giudizio.

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ATTUALITÀ

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Ecco il pulman. Come una lenta via Crucis si ferma tappa per tappa a raccogliere i musici e dopo aver preso la via delle Mon-ferrato eccoci ad Asti. Non è un sabato mattina come gli altri, è il sabato dell’Adunata. Giusto il tempo di trovare posteggio, sistemare gli strumenti, indossare il capello e via si comincia. Il pranzo intendo, una lunga tavolata, pane, formaggio e salame. Qualche bicchiere di vino, il giusto, e via verso un caffè. Combet-to distribuisce come se fossero santini biglietti con il suo numero di telefono, “così se vi perdete potete chiamare” dice soddisfatto e tanto per non sbagliarsi ne tiene uno per se. All’appuntamento arrivano tutti e implotonati si comincia la sfi-lata per le vie della città. Una festa nella festa senza guida per le strade. Danilo Bellando guarda Combetto che guarda me che faccio le foto e la Fanfara va così per le strade tra gli applausi. Ogni scusa è buona per fermarsi e suonarne una, anche due. Passa il pomeriggio e si torna al punto di partenza per risalire sul pulman che però non c’è. Arriverà più tardi e via verso Caglianetto, la nostra Adunata sarà in quel paesino per fin all’indomani. Ci aspetta il sindaco, la giun-ta, il parroco e il maresciallo dei Carabinieri, manca il farmacista e il quadro sarebbe completo. La Fanfara anima la messa e poi eccoci di fronte al monumento ai Caduti. Una breve sfilata tra le vie incorniciate dalle case mattone rosso e addentiamo un panino con salame d’asino. La sera sarà in concerto in chiesa, prima di noi un Coro.Discorsi, regali e applausi. Il sabato finisce con una cena tipica e due parole fino a notte. Tutti in branda e il gallo comincia a cantare. È la domenica dell’Adunata, la Fanfara è pronta e

bella carica. Primo giro di servizio alle 9, pausa, e secondo giro con la nostra Sezione. E anche questa è andata, per qualche musico è un’altra da ricordare per altri la prima; si spera di una lunga serie.

Mario Tonini

Con la Fanfara

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L’ESERCITO OGGI

LA “JULIA” IN ALTA QUOTAPasso del Tonale (BS), 21 aprile 2016. Allo scopo di verificare le capacità acquisite nel saper operare ad alta quota, gli alpini della brigata “Julia” hanno affrontato un’impegnativa attività sci-alpinistica di elevato livello tecnico sui ghiacciai del Presena e dell’Adamello (il più grande delle Alpi Italiane). Durante le due intense settimane di addestramento, svolte lun-go itinerari di difficoltà crescente e culminate con un raid sci-alpinistico che ha portato gli alpini in vetta al Monte Adamello (quota 3554), oltre all’indispensabile preparazione fisica e alle necessarie doti sciistiche il personale ha messo alla prova le pro-prie capacità nel saper muovere in sicurezza su neve e ghiaccio, adattandosi alle mutevoli condizioni meteonivologiche che carat-terizzano l’alta montagna, nel vivere in condizioni di emergenza costruendo ricoveri per il pernottamento in quota a temperatu-re particolarmente rigide e nella ricerca e recupero di eventuali travolti da valanga. Particolarmente importante per la riuscita dell’attività è stato il supporto informativo fornito dal Servizio Meteomont delle Truppe Alpine (i cui dati e bollettini valanghe sono consultabili sul sito www.meteomont.gov.it(fotografie concesse dal comando TT.AA)

Magg. Stefano Bertinotti (comando TT.AA.)

CAMBIO DI COMANDANTE ALLA 34a

Il giorno 6 maggio si è tenuta nella caserma “Assietta” di Oulx la cerimonia del cambio di comandante alla 34ª compagnia del “Susa” della quale, dal 10 ottobre del 2014, il capitano Fabio Salducco ne era il comandante. Diciannove mesi è durato il suo impegno, mesi di duro lavoro culminato nei cinque mesi di servi-zio all’EXPO a Milano per garantirne la sicurezza. Adesso il capi-tano Salducco è atteso da mesi di studio che dovranno portarlo ad altri impegni importanti e significativi.Gli subentra il capitano Elia Bertoli da Fivizzano in provincia di

Massa Carrara già in forza al 3° alpini a Pinerolo.Alla cerimonia ha presenziato il col. Gualtieri comandante del “Susa”, ma a fianco del nostro vessillo ed ai nostri gagliardet-ti, del sindaco De Marchis e dei rappresentanti di Carabinieri e Guardia di Finanza era anche presente il comandante del 3° col. Vezzoli. Da queste pagine vadano i saluti della Sezione al cap. Salducco, ed i migliori auguri per il compito che lo attende al cap. Bertoli. Entrambi i capitani sono nostri iscritti, Salducco ad Oulx e Bertoli a Mompantero e quindi la tradizione valsusina di an-noverare tra le proprie fila i comandanti dei “lupi” è stata anche questa volta mantenuta. Alla cerimonia era inoltre presente il col. Piccoli comandante del Soggiorno alpino di Bardonecchia come pure il cap. Deidda direttore della base logistico addestrativa di Bardonecchia ed entrambi nostri associati.

LA TAURINENSE È RIENTRATA DAL LIBANOGiovedì 19 maggio, presso la caserma “Montegrappa” di Tori-no, si è tenuta la cerimonia di saluto per il rientro della brigata “Taurinense” dal Libano impegnata nella missione “Leonte 19”.Nell’ambito delle rotazioni delle missioni all’estero previste per le Grandi Unità dell’Esercito italiano, nel semestre tra l’ottobre 2015 e l’aprile 2016 la “Taurinense” è stata impegnata al Co-mando del Settore Ovest della missione. In tale periodo la quasi totalità dei militari italiani schierati nella terra dei cedri proveni-vano quindi da reparti della brigata.Dopo più di venti anni dall’impegno in Mozambico, la brigata “Taurinense” è dunque tornata ad indossare il basco blu delle operazioni di pace sotto l’egida dell’ONU.L’ingresso nella terra dei cedri della “Taurinense” è inoltre coin-ciso con il battesimo operativo del Comando brigata non perma-nente italo-francese, capacità bi-nazionale che, al termine di un

In alto: esercitazioni in quota.In basso: cambio del comandante ad Oulx.

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intenso ciclo addestrativo sviluppatosi sia in Italia che in Francia, ha raggiunto la piena capacità operativa. La task force di mano-vra italiana (ITALBATT), dislocata principalmente nella base di Al Mansouri, ha presidiato due importanti installazioni lungo la blue line, denominate UNP 1-31 e UNP 1-32 Alfa. ITALBATT è su base reggimento “Nizza Cavalleria” di stanza a Bellinzago Novarese a cui si è aggiunto il battaglione “L’Aquila” del 9° reggimento alpini. Altro assetto è stato il reggimento logistico “Taurinense”, ormai alla terza esperienza in Libano come Combat Service Sup-port Battalion assicurando il supporto logistico a tutto il contin-gente italiano. Altre unità della brigata sono state impiegate nel battaglione di supporto alle attività operative (Combat Support Battalion), composto da unità tecnico-specialistiche fornite dal 32° genio guastatori, dal reparto comando e supporti tattici a cui si sono aggiunti nuclei provenienti da ulteriori reparti ad elevata specificità ed un plotone di militari armeni.Alla cerimonia erano presenti, oltre naturalmente al comandan-te della “Taurinense” gen. Federici, il comandante delle Truppe

alpine gen. Bonato ed il comandante delle Truppe operative ter-restri il gen. Primicerj. Numeroso il pubblico presente con molti gagliardetti ed i vessilli delle Sezioni di Torino e Val Susa oltre ad una rappresentanza della Protezione civile nazionale che dal 16 al 31 marzo con una squadra di dodici volontari alpini, guidata dal consigliere nazionale e presidente della commissione Grandi opere Lorenzo Cordiglia, è stata impegnata nella riqualificazione del sito archeologico di Qana, nel Libano del sud, che ha un rilevante significato storico e religioso per la comunità cristiana maronita. Gli alpini di cinque Sezioni A.N.A. (Asti, Bergamo, Luino, Monza e Salò) hanno effettuato lavori in muratura, tinteggiato i locali di servizio del sito, sistemato la cartellonistica dell’area archeologi-ca e posato nuovi alberi. In questo modo l’Associazione ha aiuta-to la comunità libanese ricreando una piccola economia attorno all’area a beneficio di quanti visiteranno questo luogo in futuro.

Dario Balbo su fonti Brigata “Taurinense”

Casco blu e penna neraDaniela Piazza, 2016 - 224 pagine - f 20,00

Si intitola “Casco blu e penna nera” ed il diario della missione in una terra instabile po-liticamente come il Libano. Ma non è solo questo, perché il libro si sofferma anche sui significati e sui problemi relativi alla conduzione di una missione di pace sotto le insegne delle Nazioni Unite. Protagonista di questo diario è la brigata alpina “Taurinenese” che ha tenuto il comando delle operazione da settembre 2015 ad aprile 2016. Il libro è edito da Daniela Piazza ed è stato presentato in occasione del Saline del libro di Torino che come sempre è in contemporanea all’adunata nazionale.Oltre al racconto ci sono anche molte fotografie che documentano la fatica, la tensione, il pericolo, ma anche la solidarietà e l’amicizia.

Per saperne di più

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ATTUALITÀ

Utile poco, interessante forse, autoreferenziale troppo. In sintesi il CISA 2016 di Belluno. Se riprendessimo le considerazioni scrit-te su quello di Como, potremmo riutilizzarle.I giovani, la rincorsa ai giovani, la trasmissione dei valori ai gio-vani... la nostra ossessione per fare iscritti. Parliamoci chiaro, questo è il vero obbiettivo.In questa edizione li hanno fatti parlare i giovani, la generazione Facebook. Quattro brillantissimi ragazzi dal volto pulito, intelli-genti, desiderosi di scoprire il nostro mondo. Ma solo per loro e per una piccola percentuale di coetanei, ma non oltre come hanno candidamente confessato. Sia che fosse una forma di captatio benevolentiae, o che fosse curiosità sincera resta l’in-terrogativo del perché non si sentano anche gli altri, quelli a cui non importa nulla. Perché non sentirli? Perché non ci interessa-no i loro dubbi? Anche tra questi ci saranno sicuramente nonni, zii e genitori alpini che avranno tentato di spiegare i valori, di insegnare ad onorare la bandiera. Purtroppo i tempi sono cam-biati e dobbiamo prendere atto che il brand non tira più come una volta. E meditiamo anche sul fatto che tra noi non ci sono solo alpini “andati avanti”, ma anche tanti, troppi alpini “andati via”, che se vanno, che si cancellano dall’Associazione. Perché?Ma quello che rattrista è il fatto che per due giorni si siano igno-rati altri giovani, quelli che ogni anno lasciano le TT.AA. per fine servizio e che sono, come lo erano coloro che finivano la naja, potenziali nuovi iscritti. Perché allora quella chiave nella toppa del castello alpino che metaforicamente Perona evocava, non si cura di non farli uscire, ma briga per farne entrare altri? Chiaro ...non sono tutti del Nord ed allora vengono dimenticati e so-prattutto persi. Non una parola, neppure per educazione verso il loro comandante gen. Bonato che ne tesseva le lodi. Chiaro che si perderanno se dovranno fare riferimento a Sezioni e Gruppi che magari in Calabria non esistono o che il Sicilia sono lontani o altro. Invece dobbiamo spender tempo e risorse per inseguire giovani del Nord allo scopo di farne aggregati invece di convin-cerli a sacrificare un anno come volontari che, almeno qui in Val Susa abbiamo!E poi basta con la retorica di andare nelle scuole. Chi da venti anni, chi da trenta, chi da sempre. Ma nessuno che porti i risulta-ti. Se venti anni orsono parlavamo a ragazzi di dieci anni, quanti hanno risposto ora trentenni al nostro appello? Credo pochi e allora certifichiamo l’inutilità dell’impegno. Nobilissimo sin che si vuole ma fine a se stesso e autoreferenziale.Continuiamo invece ad essere noi stessi, a spenderci per il pros-simo, a dare essere esempio di fratellanza, di amicizia, anche se poi qualcuno non rinnova la tessera per una copertina disegnata da un bimbo marocchino, e di solidarietà e aiuto, con impegni sui problemi attuali e non solo a dirigere il traffico in qualche sagra

paesana. Se non aiutiamo quelli che sono già bravi alpini e che, come noi allora, hanno imparato sul campo a faticare, a bestem-miare e ad amare il cappello alpino scoprendo le glorie dei loro reparti, tradiremo i nostri ideali. La differenza è che almeno loro sono volontari mentre noi imprecavamo per dover partire. Dopo poi, ma solo dopo, abbiamo cominciato ad amare la naja. Basta con la retorica del bello, postumo, di quella naja quasi fosse stata migliore del volontariato e panacea di tutti i mali d’Italia. I fautori sono diventati forse bravi notai, splendidi avvocati o in-signi ingegneri solo perché hanno portato il cappello alpino? Mi rifiuto di crederlo. Iscriviamoli subito tutti d’ufficio i nostri alpini, recapitiamo nelle loro case il nostro giornale, spalanchiamo le porte dell’Associa-zione, spieghiamola loro sulle pagine del giornale se non pos-siamo direttamente, portiamoli ad amarla e non pensiamo solo a spillare loro qualche euro dal secondo anno. Già, ma costa e allora ignoriamoli per poterci piangere addosso ancora un po’ senza ringraziarli, perché ora, se non ci fossero i figli del Sud, addio alpini. Se aspettassimo quelli cresciuti a valori e retorica saremmo spacciati. Per il resto il CISA è sempre uguale e potrebbe essere migliore se si parlasse di giornali e non di altro e se si mettesse un freno al culto del siamo i migliori.Almeno a Belluno tutti sono stati bravi con una organizzazione perfetta.

Dario Balbo

CISA social? Non mi piace!

In alto da sinistra: momenti del Convegno itinerante

della stampa alpina a Belluno.

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ASTI - RIUNIONE COMITATO “TRIDENTINA”L’adunata nazionale di Asti è stata anche l’occasione per parlare di “Tridentina”.Si è infatti svolto, sabato 14 maggio presso il palazzo “Enofila“, la riunione del “Comitato Tridentina”, che è stato costituito lo scor-so anno ad Alpignano e che ha lo scopo di rinnovare e rinsaldare collegamenti e amicizie fra le comunità di provenienza degli alpi-ni della “Tridentina” e le comunità ospitanti nel periodo 1941/42.Prima di partire per la Russia, i ragazzi della “Tridentina” comple-tarono la loro preparazione nei territori della Provincia di Torino e di Asti, nel periodo dall’ottobre 1941 a luglio 1942.Questi ragazzi vissero qui da noi (Avigliana, Alpignano, Collegno e Rivoli) un periodo tranquillo con un ottimo rapporto con le po-polazioni locali, che allora erano prevalentemente agricole.Il presidente del comitato Cattaneo, nella riunione, ha illustrato le iniziative che verranno intraprese: Una ricerca, da attuare attraverso interviste ai reduci, che do-vrebbe portare alla stesura di un secondo libro, oltre a quello già realizzato “Il 5° Alpini è ancora tra noi”, che andrà a descrivere il soggiorno della “Tridentina” nei dintorni di Torino;Un convegno di approfondimento e di riflessione sulla campagna di Russia, con il coinvolgimento di storici di valore, da organizza-re per l’inizio del mese di luglio 2017;Una serie di manifestazioni, la più importante ad Avigliana, che andranno a ricordo della permanenza in Piemonte e della par-tenza della “Tridentina” per il fronte russo.Successivamente il coordinatore del comitato, gen. (C.A.) Angelo Cravarezza, ha illustrato in dettaglio i programmi di queste mani-festazioni che sono state previste nei giorni:Sabato 15 luglio 2017 a Rivoli nel pomeriggio, con cerimonia ufficiale di apertura con alzabandiera e deposizione corona al monumento degli alpini, quindi cena presso la caserma “Cecca-roni” e successivo spettacolo teatrale-musicale;Domenica 16 luglio 2017 ad Avigliana con ammassamento al mattino in Piazza del Popolo, a seguire sfilata fino alla stazione

ferroviaria, deposizione corona presso lapide che ricorda la par-tenza delle nove tradotte del 5° alpini, continuazione sfilata sino al piazzale di partenza dei reparti alpini, S.Messa in suffragio dei caduti, visita al treno storico, rancio alpino nella tensostruttura, concerto delle fanfare A.N.A. di Torino e Val Susa, rievocazione storica della partenza con caricamento muli, materiali e mezzi militari sui vagoni, partenza del treno storico per Collegno con possibilità di far salire 150 persone, arrivo a Collegno e disce-sa dei passeggeri, deposizione corona alla lapide che ricorda la partenza di altre 3 tradotte del 5° alpini, interventi istituzionali e chiusura manifestazione.In conclusione tutti d’accordo su queste lodevoli iniziative.

Amato Anselmetto

FESTA DELLA SEZIONE ANA DI VERCELLIDomenica 17 aprile 2016 a Greggio L’organizzazione della manifestazione quest’anno è stata affida-ta al locale Gruppo, guidato dal capogruppo Eugenio Ariagno, che festeggia quest’anno il 35° anniversario di fondazione. Come da programma alle ore 10,00 dalla piazza XXVII aprile di Greggio, sfilata sino al monumento ai caduti presso l’area cimi-teriale, con partecipazione della Fanfara alpina di Foresto Sesia.Quindi alzabandiera e onore ai caduti e poi a seguire S.Messa in suffragio degli alpini “andati avanti”, celebrata da don Mario Allolio e con la partecipazione del Coro ANA “Sesia” di Biandrate.Successivamente alle ore 11,30 inaugurazione e benedizione del nuovo monumento dedicato al Beato don Secondo Pollo, Cappellano alpino del battaglione “Val Chisone”, medaglia d’ar-gento al valore militare, deceduto il 26.12.1941 mentre prestava soccorso ad un alpino ferito.Presso l’adiacente parco giochi comunale hanno poi fatto segui-to i discorsi delle autorità.Il presidente della Sezione di Vercelli ha voluto precisare che la festa odierna è il primo appuntamento di una lunga serie di

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ATTUALITÀ

eventi previsti dalla Sezione per avvicinarsi alle date del 13 e 14 ottobre 2018, quando Vercelli ospiterà il 21° Raduno del 1° raggruppamento.È stata una manifestazione molto partecipata dagli alpini e dalla gente locale. Presenti i vessilli delle Sezioni confinanti, quello della nostra Sezione e numerosi gagliardetti in rappresentanza dei Gruppi.La giornata si è conclusa con il pranzo alpino presso il ristorante “Aquila Nera” di Arborio.

Amato Anselmetto

PRIMO RADUNO DEL BATTAGLIONE “SUSA”Domenica 10 aprile 2016, ore 8.40Entrando in Pinerolo, già in Piazza Cavour si nota la presenza di un inconsueto numero di cappelli alpini, poi, procedendo sulla stradale Fenestrelle verso la Caserma Berardi, le penne nere si fanno man mano più numerose, passeggiano con calma, quasi assaporando con attenzione l’aria di tempi passati, tempi in cui la divisa per i momenti di libertà dal servizio, fuori caserma, era rigorosamente quella “da libera uscita”, giubbotto camicia e cra-vatta per i tempi più addietro o diagonale in tempi più recenti,... e naturalmente cappello, a distinguersi dagli altri che militari non erano... profumo di tempi passati, di gioventù.Giunti davanti al portone carraio della Berardi, l’assembramento assume toni importanti, gli alpini si preparano ad entrare in ca-serma, passando prima per la registrazione dei gagliardetti.L’ingresso in cortile... lassù c’erano le camerate, lì sotto l’arme-ria, là dietro le salmerie con la mula Gloria, reduce dalla campa-gna di Russia, l’unica libera di girovagare anche nel cortile della caserma. Sale un groppo in gola, specialmente a chi come me, alcuni decenni addietro ha trascorso la fine del 1971 e il 1972 in questa caserma. In verità fra campi invernali, uscite per istruzio-ni, marce, campi estivi, preparazioni tattiche e manovre NATO in

Norvegia, i giorni passati in caserma non sono poi stati molti, ma sufficienti per farti sentire, in questo momento, un poco a casa tua. Lentamente ma in modo irrefrenabile, il cortile si riempie di alpini e, cosa molto importante, parenti degli alpini, così poco dopo le 10.00 inizia la cerimonia: il 1° raduno del btg. “Susa”.Da un lato si schierano gli appartenenti alle compagnie, dall’altro i vessilli e i gagliardetti, tanti, naturalmente. Sezione di Pinerolo e Sezione Val Susa poi dalla Sezione di Vercelli a quella di Ales-sandria, da quella di Cuneo a quella di Domodossola, da quella di Biella a quella Saluzzo e altre ancora, un insieme di uomini, alpi-ni, e dei loro simboli rappresentativi, accolti con tutti gli onori dai padroni di casa... gli alpini in servizio: Il gen. Massimo Panizzi, com.te della Regione Militare Nord, il col. Alberto Vezzoli, com.te del 3° rgt. alpini, il ten. col. Massimo Gualtieri com.te del “Susa”, poi tutti gli altri presenti, ufficiali, sottufficiali, graduati e alpini.A fare gli onori di casa in modo impeccabile anche Domeni-co Fasciano, genero del gen. Riccardo Ghirardi già com.te del “Susa”, organizzatore eccelso che non ha lesinato in impegno per la riuscita della manifestazione. Al vedere la figlia del generale, Dada Ghirardi, presenziare con il cappello del papà esposto su un cuscino azzurro un brivido di commozione investe da capo a piedi.La cerimonia entra nella fase significativa. Alzabandiera, Onore ai Caduti, momenti di profonda commozione e partecipazione, seguiti dagli interventi delle massime autorità presenti, del gen. Panizzi, del col. Vezzoli, del ten. col. Gualtieri e, proprio il col. Vezzoli, ammette di dover riconoscere con un certo timore, che lascia trasparire anche l’orgoglio e il rispetto di chi è così vicino alla nappina blu, che gli ex del “Susa” presenti oggi sono molto

In alto da sinistra: manifesto della riunione del comitato “Tridentina”; immagini della festa della sezione ANA di Vercelli.

In questa pagina: immagini del raduno del “Susa” a Pinerolo.

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più numerosi di coloro che tutti i giorni si trovano in quel cortile.Segue la celebrazione della Santa Messa seguita con partecipa-zione dai presenti e in chiusura la consegna delle targhe com-memorative alle autorità presenti, militari che hanno rivestito e rivestono ruoli primari nel “Susa” raggiungendo elevati livelli di carriera e civili per la loro rappresentatività e impegno nel mondo alpino. Così viene consegnata la targa ricordo anche al nostro presidente Sosello che, nell’intervento in apertura di cerimonia, ha ricordato che il raduno del 1° raggruppamento quest’anno si

terrà proprio a Susa, e al “nostro” gen. Giorgio Blais. Così alle 11,30 si conclude la cerimonia ufficiale ma gli alpini, quelli del “Susa”, indugiano ancora a lungo all’interno della ca-serma, ad osservare con rispetto ed orgoglio e perché no, con un poco d’amore, quella finestra, quella porta, quei platani che pare siano rimasti gli stessi, a dispetto degli anni passati.E allora viene da concludere in un modo solo:Viva gli Alpini, Viva il Susa.

Renzo Gallo

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IL PONTE “NAPOLEONICO” DI SUSA Ritornato al suo meritato splendore grazie all’impegno degli alpini

Con l’iniziativa dell’editoriale del 28 gennaio scorso, relativo alle”bellezze splendide o spente di Susa, un buon risultato pratico lo si è avuto grazie all’impegno degli alpini.Dalla foto riportata sulla”Valsusa” giovedì 25 febbraio scorso il ponte-sottopasso della statale 25 in via Montenero lo si vedeva quasi tamponato dall’edera. Quest’opera in pietra,vero capolavoro di architettura dell’inizio ottocento, necessitava chiaramen-te di un intervento di manutenzione straordinaria. E cosi sabato 9 aprile scorso la Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini, Sezione Val Susa e in particolare il Nucleo Rocciatori Val Susa-Torino coadiuvati dalle Squadre Protezione Civile A.N.A. di Susa e Chiomonte sono intervenuti con competenza e impegno ed hanno cosi ridato al ponte la possibilità di evidenziare tutta la bellezza di un’opera in pietra costruita a regola d’arte dai maestri scalpellini biellesi, dell’impresa Rosazza, famosa dal-la notte dei tempi in tutto il Piemonte, particolarmente in Valle di Susa per i diversi ponti sulla Dora e il Cenischia, e la statale 25 del Moncenisio, voluta da Napoleone Bonaparte nel 1803. Particolarità molto significativa di questo ponte consiste che nel fatto che non sottopassa la strada ortogonalmente ma obliquamente, il che lo rende ancora più interessante e pregevole.Grazie, onore e gloria agli alpini e amici degli alpini.

Elso Tournour

PROTEZIONE CIVILE

Il ponte napoleonico prima e dopo l’intervento della protezione civile.

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Come sempre una festa, una grande festa. È vero, i numeri pos-sono calare, ma dove non può il tempo concorrono i vari appun-tamenti che costellano il periodo estivo del mondo alpino. Tutto inizia la settimana prima, quando tante formichine comin-ciano con la pulizia del piazzale dove le mani premurose del Consorzio forestale hanno tagliato già l’erba. Poi, in settimana, il Gruppo di Exilles dà il meglio di se con la sistemazione di quelle centinaia di tasselli del puzzle organizzativo che si concluderà solo nel tardo pomeriggio del sabato. Intanto sono arrivati i ten-doni e sono cresciute le pareti della farmacia. Tutto è pronto. E chi poteva dare il la? Ovvio, la musica della fanfara, i fiati, gli ottoni i tamburi e la batteria. Mario Tonini con la sua indubbia verve, scandiva i tempi del concerto seguito sempre con l’at-tenzione che merita ormai da anni. In prima fila il sindaco Ca-stellano, il presidente Sosello, il comandante della G.d.F di Susa Altieri ed il gen. Meano. E nell’intervallo, il giusto applauso agli inossidabili Mout e Chiamberlando.Il “Silenzio” chiude la serata all’ombra del Forte mentre in piazza il monumento ai caduti, illuminato a giorno, ci dà l’appuntamen-to alla successiva mattinata. Si temeva la pioggia, ma invece un cielo terso ed un sole splendido ci accolgono sul piazzale. Le formichine intanto fanno gli ultimi ritocchi. Tutto è a posto, anche la bandiera che copre il cippo a Rosatelli in attesa della benedizione. Cominciano i saluti, gli abbracci e la farmacia di Novalesa somministra le prime, indispensabili cure. Le giallo-blu divise della Protezione Civile vigilano su tutto e su tutti noi. Quest’anno ce ne sarà una in meno, quella che da anni apriva la sfilata. Fulvio Nota è andato avanti, ma non come era solito fare con il suo passo marziale nel guidare il corteo, ma andando in quella direzione da cui non c’è ritorno Ciao Fulvio. La fanfara è pimpante nonostante il concerto serale e con ancora tanto fiato da spendere. Autorità, associazioni d’arma, i sindaci, gli amici

francesi, i vessilli ed i gagliardetti e poi il grosso degli alpini. In piazza il copione è ormai noto. Mimmo Arcidiacono detta i tempi e chiama gli oratori per i saluti. Comincia Mout per il Gruppo di Exilles e come ogni anno dona ai bimbi delle scuole il nostro tricolore. Seguono il sindaco Castellano, i rappresentanti della Città metropolitana Amprimo e Carena, Ferrentino come consigliere regionale e Daniela Ruffino come vice presidente del consiglio regionale. Segue il cap. Bertoli, fresco comandante del-la 34 e a concludere il presidente Sosello che per l’undicesima volta a parla con passione dei e ai suoi alpini. La successiva SS.Messa è seguita con attenzione e devozione ed alla fine, nel momento della Preghiera dell’alpino, si scopre la lapide dedicata al maresciallo Rosatelli, ultimo reduce del battaglione “Exilles”, cittadino onorario di Exilles, ispiratore della costruzione della cappella votiva e grande amico della nostra Sezione. Il figlio, intervenuto alla cerimonia, con rispetto, affetto e commozione la scopre. Don Remigio la benedice e un gran-de applauso saluta lassù il maresciallo che ogni anno ci veniva a trovare. E ora via con l’altra di festa... quella del palato, dei brindisi e dei canti, delle camicie slacciate e delle cravatte al-lentate. Seguirà il concertino della fanfara, ci saranno i saluti, gli appuntamenti. Scendono le prime ombre della sera e mentre la farmacia soccorre con perizia e spirito di sacrificio gli ultimi clienti, l’ammainabandiera ci dice che è finita. Certo, il silenzio tornerà sul prato della cappella, ma nei cuori degli intervenuti resteranno immagini e suoni indimenticabili. Eravamo tanti, non tantissimi, potevamo essere ancor di più se le solite, ingiustifica-te fughe post messa, un bel giorno cessassero, ma è stato bello come sempre. Grazie a tutti, la Sezione vive anche per la gioia e l’allegria dei suoi alpini. Chi la vive e chi l’ha vissuta per tanti anni non potrà mai dimenticarla

Dario Balbo

ATTUALITÀ

Exilles, come sempre una festa

CORR

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L’AN

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Nel mese di gennaio dopo gli attentati terroristici e la strage dell’aeroporto di Fiumicino, la tensione tra gli stati Uniti e la Li-bia cresce, infatti il presidente Reegan invita gli stati europei a boicottare il paese arabo mediante l’applicazione di sanzioni ed embargo. Intanto a Palermo sia apre il maxi processo ai vertici mafiosi, ben 456, che il super pentito Tommaso Buscetta ha in-dicato durante le deposizioni rilasciate agli inqurenti.È l’anno delle gravi tensioni internazionali tra gli Stati Uniti e la Libia: la “crisi della Sirte” finirà quasi nel trascinare sull’orlo di un conflitto armato i due paesi, da sempre acerrimi rivali.Un aereo, in volo da Atene a Roma esplode, vittima di un atten-tato terroristico, mentre a Berlino, all’interno di una discoteca, un militare statunitense di stanza nel paese resta vittima di un attacco dinamitardo. In Unione Sovietica, intanto sta per veri-ficarsi un disastro ambientale di proporzioni inimmaginabili: in aprile esplode il reattore della centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina: nonostante la censura praticata da subito da par-te delle autorità sovietiche, ben presto la popolazione ucraina e l’opinione pubblica occidentale europea sperimenteranno gli effetti legati allo spargimento del pulviscolo radioattivo di ben 100 milioni di curie generati dall’esplosione. In Italia il governo più longevo della storia della Repubblica, con a capo Bettino Cra-xi, vede revocarsi dal Parlamento la fiducia e per tutto il mese di luglio la crisi di governo tiene banco, fino alla costituzione, in settembre, di un nuovo esecutivo, sempre sotto la guida del segretario del PSI, ma con l’appoggio determinate dello scudo crociato democristiano. In campo industriale inizia la scalata del “corsaro” Gardini ai vertici della Montedison con l’obbiettivo di creare un colosso nel campo chimico: il tutto si esaurirà nei pri-missimi anni novanta a seguito della tempesta giudiziaria che investirà il gruppo nell’inchiesta su “Tangentopoli”. A Torino, per la Fiat, le cose vanno meglio. La stessa si assicura lo stabilimen-

to IRI di Pomigliano d’Arco mettendo così fine all’annosa vicenda “Alfa Romeo”, apertasi già dai primi anni ottanta. In dicembre scoppia il caso “Irangate”. Il nostro Paese si trova al centro di un’imbarazzante vicenda internazionale dai lineamenti poco chiari, che porta al rinvenimento in un porto italiano di un carico d’armi americane destinate in Iran impegnato fin dal 1980 in un sanguinoso conflitto contro l’Iraq di Saddam Hussein. Il gover-no italiano cerca di minimizzare la situazione e con una nota fa sapere che quel carico d’armi era destinato ad Israele. Il dollaro statunitense tocca il suo minimo storico, 1 dollaro = 1350 lire.Relativamente al terrorismo interno di matrice brigatista gli at-tentati diminuiscono mentre di contro aumentano quelli di ma-trice internazionale e jihadista ed i delitti di stampo mafioso. In campo religioso, era la prima volta che accadeva, le comunità religiose cattolica ed ebrea si raccolgono insieme: il Papa Gio-vanni Paolo II ed il Rabbino capo della Comunità Ebraica d’Italia Emilo Toaff pregano insieme all’interno della sinagoga di Roma.Per lo sport invece si ricordano i campionati mondiali di calcio in Messico, con la famosa partita Argentina – Inghilterra del 22 giugno passata alla storia per i due goal di Maradona. Il primo di mano, la mano de Dios, ed il secondo con una ubriacante azione di cinquanta metri che portò a quello che fu definito il più bel goal di sempre. Intanto, a Milano, Berlusconi annunciava l’ac-quisto del Milan. Infine il 9 agosto a Knebworth Park nei pressi di Stevenage in Inghilterra, i Queen si esibiscono insieme per l’ultima volta in assoluto dal vivo come ultima tappa del Magic Tour davanti a circa 200.000 spettatori.

Davide Corona

Era il 1986

In alto: La centrale nucleare di Chernobyl. In basso: l’arresto di Tommaso Buscetta

e l’incontro tra Giovanni Paolo II e Emilio Toaff.

PRIMA GUERRA

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Diario di guerraCENTO ANNI ORSONO, 1916... gli austriaci avanzano usando i gas

Aprile4 Roma - Il generale Paolo Morrone sostituisce il dimissionario

ministro della guerra Vittorio Italico Zupelli. Forti contrasti tra Cadorna ed il primo ministro Salandra.

4 Pietrogrado - l generale Aleksej Brusilov, è il nuovo comandante del gruppo di armate russe del settore sud-occidentale del fronte.

14 Fronte italiano - Un nipote di Garibaldi, il capitano Menotti Garibaldi, riconquista con i suoi uomini Pizzo Serauta, sulle Dolomiti, già preso e poi perduto dagli italiani.

17 Fronte italiano - Esplosivo per riconquistare il Col di Lana. Alle 23.30 esplode una carica di 5 tonnellate di gelignite. Metà del contingente austriaco rimane ucciso dal crollo di circa 10.000 tonnellate di roccia, gli altri 140 soldati sono fatti prigionieri.

17 Fronte del Caucaso - I russi entrano a Trebisonda, porto sul Mar Nero abbandonata dai turchi.

18 Treviso - Prima incursione aerea austriaca nella notte con due ondate di idrovolanti: la prima intorno alle 23 del 17, la seconda poche ore dopo. Sganciate quattordici bombe: nove morti e una trentina di feriti.

24 Dublino - Rivolta dei nazionalisti irlandesi contro la Gran Bretagna.

26 Parigi - Accordo segreto tra Londra e Parigi per la spartizione del Medio Oriente. Alla Francia il litorale siriano e quello libanese. La Siria sarà uno Stato sovrano, sotto il protettorato francese. La Gran Bretagna avrà la Mesopotamia del sud, con Bassora e Baghdad, e il porto di Haifa. La Palestina sarà sotto la protezione di Gran Bretagna, Francia e Russia.

Maggio15 Fronte italiano - Con un bombardamento a tappeto, l’esercito

austriaco lancia la Strafexpedition, la spedizione punitiva voluta dal capo di stato maggiore Franz Conrad von Hötzendorf. È l’inizio della battaglia degli altipiani.

18 Fronte italiano - Gli austriaci dilagano in val Lagarina, sulla riva sinistra dell’Adige.

19 Trento - Condannato per «alto tradimento alla Casa d’Asburgo e all’Impero austro-ungarico», l’irredentista Damiano Chiesa viene fucilato nel castello del Buonconsiglio.

26 Fronte italiano - Prosegue la battaglia degli altipiani. Gli italiani, respinti dagli austriaci in Val Sugana, si ritirano fino a Ospedaletto. Assalti austriaci quotidiani, preceduti da violenti tiri di artiglieria, al Coni Zugna e al passo Buole. Gli uomini della 37a divisione del generale Ricci-Armani resistono alla pressione austriaca.

28 Fronte italiano - Dopo giorni di violentissimi combattimenti sull’altopiano di Asiago e un intenso bombardamento dell’artiglieria, gli austriaci occupano Arsiero e Asiago.

Giugno2 Fronte italiano - Gli austriaci sono avanzati a nord in Val

Sugana, al centro sull’altipiano di Asiago, a sud-ovest in val d’Astico, Vallara e val Lagarina fino a una ventina di chilometri oltre le posizioni iniziali.

5 Medina - Rivolta araba, capeggiata dallo sceriffo della Mecca Husayn, alle porte della città controllata dai turchi.

10 Roma - Cade il governo Salandra

12 Fronte orientale - Il generale Brusilov annuncia di aver catturato, in otto giorni di offensiva, 2.992 ufficiali e 190.000 soldati austriaci, 216 cannoni pesanti, 645 mitragliatrici, 196 obici.

16 Fronte italiano - Il generale Cadorna ordina la controffensiva italiana. La 1ᵃ armata avanza nell’altipiano di Asiago. Gli austriaci sulle prime tengono.

18 Roma - Nasce il governo Boselli

24 Fronte italiano - Le truppe austriache sugli altipiani ripiegano su una linea più idonea alla difensiva.

29 Fronte italiano - Gli austriaci impiegano per la prima volta i gas asfissianti sul fronte italiano. Attacco all’alba, con una miscela di cloro e fosgene, tra il San Michele e San Martino del Carso. Centinaia di italiani muoiono all’istante, altri, in agonia nelle trincee, vengono brutalmente finiti dai soldati austriaci che sono passati all’assalto armati di mazze ferrate, altri ancora si ritirano dalla prima linea in cerca di soccorso, ma molti non sopravviveranno.

Parco della Rimembranza

Alpino Giovanni Battista Faure, Oulx classe 1894, appartenente al 3° alpini e deceduto il 19 maggio 1916 sul Monte Pal piccolo per ferite riportate in combattimento.

Caporale Benvenuto Tepasso, Chiusa San Michele classe 1895, appartenente al 1° artiglieria da montagna e deceduto il 9 giugno 1916 sull’Altipiano di Asiago (Schio) per ferite riportate in combattimento.

Alpino Giulio Franchino, Villar Dora classe 1897, appartenente al 3° alpini e deceduto il 10 giugno 1916 a Cividale per ferite riportate in combattimento.

Alpino Simone Bert, Villar Dora classe 1894, appartenente al 3° alpini e deceduto il 17 giugno 1916 sul Monte Ortigara per ferite riportate in combattimento.

Alpino Giuseppe Virando, Bruzolo classe 1885, appartenente al 3° alpini e deceduto il 19 giugno 1916 sull’Altopiano di Asiago per ferite riportate in combattimento.

Alpino Adolfo Cristillin, Oulx classe 1896, decorato con medaglia di argento, appartenente al 3° alpini e deceduto il 20 giugno 1916 nell’ospedale di guerra 2 per malattia.

Alpino Secondino Pesando, Meana classe 1893, appartenente al 3° alpini e deceduto il 26 giugno 1916 sul campo per ferite riportate in combattimento.

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Tappa importante, raggiunta grazie ai vari capigruppo, ai com-ponenti dei vari direttivi che si sono alternati e grazie a tutti gli alpini e amici degli alpini che hanno creduto e credono nella nostra associazione, contribuendo con la loro partecipazione e il loro impegno a mantenere vivi quei principi che ci sono tanto cari e che spingono l’A.N.A. ad agire per il bene comune, nel fango delle alluvioni, in mezzo alle macerie dei terremoti, nel tripudio e nelle ovazioni che accompagnano costantemente le nostre adu-nate. Così i festeggiamenti sono iniziati sabato 7 maggio in Piazza del Popolo con una dimostrazione di agilità e obbedienza dei “4 zampe” dell’U.C.S. dell’A.N.A. Val Susa, per continuare poi con la resa degli onori alla targa posta presso la stazione ferroviaria a ricordo di quanti partirono nel luglio 1942 con nove tradotte verso la steppa russa. Particolarmente intenso e coinvolgente il silenzio suonato in modo superlativo e senza interpretazioni personalisti-che da Nada, la tromba della Fanfara A.N.A. Val Susa. Brava, veramente brava. Le tue toccanti note ci hanno emozionato. Per finire la serata, grande concerto presso il Teatro “Fassino”, offertoci e mirabilmente eseguito, dalla Filarmonica “S. Cecilia”, diretta dal maestro Claudio Facciolo, e con la presenza del pre-sidente, nostro socio, Claudio Mollea. La domenica inizia presto, con l’ammassamento in Piazza del Popolo e, con la presenza di 35 gagliardetti, 3 vessilli sezio-nali (Val Susa, Torino e Saluzzo) oltre a 12 associazioni, parte la sfilata in Corso Laghi al suono della Fanfara A.N.A. Val Susa per raggiungere la Parrocchia di San Giovanni ove è officiata la Santa Messa da Don Ugo, il “parroco degli aviglianesi”, celebrata anche in suffragio del capo della Protezione Civile di Avigliana, il grande, indimenticabile e indimenticato Bruno Paluello, dece-duto improvvisamente l’anno scorso. La funzione religiosa ha pertanto assunto un significato particolarmente intenso. Al termine, sfilata fino al vicino Monumento dei Caduti per l’alza-

bandiera e la resa degli onori ai caduti con la deposizione della corona. Importante e numerosa la presenza delle autorità civili e militari, a cominciare dal Comandante della Regione Militare Nord Gen. Massimo Panizzi, dal “nostro” Gen. Giorgio Blais, dal vice comandante della Caserma di Bousson Mar. Carlo Popolizio con-tinuando poi con il picchetto d’onore dell’U.N.U.C.I. Sezione di To-rino con il suo presidente 1° Cap. Paolo Unzamu, con il responsa-bile U.C.S. A.N.A. Val Susa Roberto Ronco, e fra le autorità civili la dott.ssa Daniela Ruffino, vice presidente del Consiglio Regionale, il consigliere regionale Antonio Ferrentino, il sindaco del Comune di Avigliana Angelo Patrizio e non ultimo, il nostro presidente sezio-nale Giancarlo Sosello. Particolarmente coinvolgente la resa degli onori al Comandante delle Regione Militare Nord Gen. Massimo Panizzi da parte del capitano Marco Falchero, effettivo a Cuneo presso il 2° rgt. alpini. Seguono poi gli interventi e i saluti del nostro capogruppo Ezio Giovanardi, del Gen. Massimo Panizzi, della dott.ssa Daniela Ruf-fino, del nostro presidente Giancarlo Sosello oltre alla lettura da parte di allievi della Scuola Media “Defendente Ferrari”, di alcuni brani tratti dal libro “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern.La cerimonia si conclude con la consegna delle targhe comme-morative alle autorità e associazioni presenti... poi tutti al risto-rante “Hermitage” per ultimare la giornata nel modo più convi-viale possibile, come si addice alle nostre feste, intrattenuti, a fine pranzo prima dei saluti di commiato, da alcuni brani musicali eseguiti come sempre magistralmente dalla nostra Fanfara.Viva l’Italia, viva gli alpini.

Renzo Gallo

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In alto a destra: il saluto del capogruppo Giovanardi;in basso da sinistra:

il saluto del gen. Panizzi, il sindaco Patrizio e il capogruppo Giovanardi.

E sono 90 per Avigliana

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GRUPPO DI ALMESEIl Gruppo dona un defibrillatore all’asiloA conclusione dei festeggiamenti per i 90 anni di fondazione del Gruppo, gli alpini di Almese hanno voluto fare un dono ai più pic-coli dotando la locale “Scuola dell’infanzia Riva Rocci” di un defi-brillatore semiautomatico, consegnato giovedì 5 maggio scorso. Una apparecchiatura molto utile in caso di eventuali emergenze che, come ha detto il parroco don Alfonso Vindrola intervenuto per la benedizione, “Si spera di mai dover utilizzare”.I bambini frequentanti l’asilo, preparati dalle maestre unitamente alla direttrice Patrizia Dosio, hanno accolto la rappresentanza del nostro Gruppo cantando canzoni alpine e sventolando bandierine tricolori e penne nere di carta, realizzate per l’evento.Il capogruppo Vanni Olivero, consegnando il defibrillatore al pre-sidente del consiglio di amministrazione della scuola d’infanzia Elio Dall’Aglio, ha detto “I nostri predecessori ci hanno sempre ricordato che l’asilo del paese andava sostenuto, ed oggi noi cerchiamo di mantenere quel patto”. Ha inoltre ricordato che tante penne nere soci del Gruppo sono genitori e nonni di bimbi che hanno frequentato l’asilo “Riva Rocci” e per questo il lega-me con gli alpini è intramontabile rinnovandosi di generazione in generazione.Momenti di vera commozione reciproca hanno caratterizzato la mattinata lasciando un bellissimo ricordo agli alpini intervenuti, che rimarrà nella storia del Gruppo di Almese.

GRUPPO DI AVIGLIANAIl Giro ad Avigliana... con gli alpiniIl 26 maggio u.s. la 18^ tappa del Giro d’Italia è passata per Avigliana e gli alpini del Gruppo e quelli del Gruppo di Almese, come si erano uniti per l’adunata di Asti, così si sono uniti per presidiare i punti critici e gli incroci stradali, con gli altri volontari, la Protezione Civile e le Forze dell’Ordine, sotto la supervisione del Comandante della Polizia Locale Romeo Carmelo.

I rappresentanti del Gruppo di Almese, Vanni Olivero capogrup-po, assieme all’alpino Giuliano Suppo, hanno controllato il par-cheggio presso l’Ufficio Postale, mentre dodici alpini del Gruppo di Avigliana, capogruppo Ezio Giovanardi in testa, hanno prestato servizio dislocati per oltre un chilometro da poco sotto il confine con Buttigliera Alta verso il lago Grande.Poco dopo l’ingresso in Avigliana un tabellone con la foto di Gio-vanni Valetti ricordava il ciclista nato a Vinovo e morto ad Aviglia-na, che ha vinto due volte il Giro d’Italia, nel 1938 e nel 1939 e il primo a vincere il Tour de Suisse nel 1938. Di lui hanno scritto: “ ...di Giovanni Valetti, a differenza di molti altri campioni, rimane poco o niente. Quasi nulla nella memoria collettiva, poco nella memoria degli addetti ai lavori. Eppure la figura di Giovanni Valetti è affascinante, protagonista di episodi mitici nella storia del ciclismo, in un’era fatta di sudore, fatica e scarsi guadagni... è stato il primo ad aver piegato Bartali sulle salite... quando rovesciò Bartali, nel fiore degli anni e della forza, nella neve del Passo del Tonale...”Due giorni dopo, il 28 maggio, sarebbe stato il 18° anniversario della sua morte.Così i primi ciclisti, dopo il passaggio della chiassosa e folcloristi-ca carovana, sono giunti verso le ore 15,00 e dopo pochi minuti il gruppo ha concluso il passaggio del giro in Avigliana, lasciando nell’aria sapore di festa e il ricordo di un pomeriggio diverso, all’insegna di uno sport che sa ancora esprimere sensazioni di impegno e di fatica.Il tutto supportato dalla non trascurabile presenza dei soliti... alpini.

Renzo Gallo

In alto da sinistra: il Gruppo alpini di Almese alla scuola dell’infanzia Riva Rocci,

Vanni Olivero dona il defibrillatore alla scuola.In basso: momenti del passaggio del Giro d’Italia

ad Avigliana il 16 maggio 2016.

CRONACA DAI GRUPPI

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GRUPPO DI BORGONENel ricordo del 25 aprileAnche quest’anno il Gruppo ha partecipato alla cerimonia di commemorazione di questa ricorrenza. I partecipanti si sono ritrovati in piazza Montabone di fronte al Comune e qui all’or-dine dell’attenti scandito dall’ultimo comandante della caserma “Henry”, il colonnello Minaldi, la banda musicale ha suonato il nostro “Fratelli d’Italia” mentre la bandiera italiana saliva sul più alto pennone. Formato il corteo, abbiamo raggiunto la Chiesa parrocchiale per la celebrazione della Santa Messa in onore di tutti i caduti immolatisi per una Italia migliore, libera e unita. Tornati successivamente in piazza, i fratelli Barone hanno depo-sto una corona di alloro ai piedi del monumento mentre le note della “Leggenda del Piave” accompagnavano i loro passi.La manifestazione è poi proseguita con i discorsi del sindaco Alpe e del presidente dell’ANPI e la testimonianza di due ragazze che, con altri studenti, si sono recate a visitare i campi di stermi-nio. Vedere e sentire questi ragazzi è sicuramente di buon auspi-cio e ci fa pensare con tranquillità che il futuro sia in buone mani.

Michele Bosco

A Borgone i ragazzi della scuola ricordano le guerre degli Alpini Nel ricco calendario delle manifestazioni del Maggio Borgonese, venerdì 20 maggio, la Biblioteca Civica con il Gruppo Alpini ha organizzato una serata dal tema: “Alpini tra le guerre mondiali”. Un ottimo Fasti ha presentato gli interventi che hanno visto sa-lire, per primi, sul palco i coristi del Coro Rocciamelone. Canti di montagna, di fede e alpini hanno contraddistinto la prova del coro presentata dal sempre vivace Patacchin. Sono poi entrati in scena i ragazzi delle scuole di Borgone, la classe terza, che ha presentato un lavoro sulla storia e sui racconti delle truppe alpine. Alle letture si sono alternate immagini, musiche e com-menti. Un momento magico, sentito e molto emozionante. Gli

studenti hanno dato prova di abilità, coerenza e concretezza. Il presidente dell’ANA Val Susa Giancarlo Sosello ha portato il sa-luto degli alpini e ricordato l’appuntamento del Raduno di Susa del prossimo 11 settembre. Il sindaco Paolo Alpe ha ringraziato i presenti, quanti hanno collaborato ed ha ricordato l’importanza della memoria storica. La presidentessa della biblioteca Civica ha ringraziato i presenti e consegnato ai partecipanti una bel-la pergamena ricordo. Mario Tonini, direttore de “Lo Scarpone Valsusino”, ha poi ricordato i tratti salienti della vita militare delle truppe alpine nelle due guerre. Una serata riuscita e interessan-te, magari da ripetere con altre classi scolastiche.

GRUPPO DI BRUZOLOConferma per Valerio OliveroDomenica 7 febbraio, nel contesto della giornata del tesseramento, si sono tenute le votazioni per il rinnovo del Consiglio direttivo, con purtroppo scarsa partecipazione (50% degli iscritti).L’esito ha dato la riconferma del Direttivo uscente con Valerio Olive-ro capogruppo, Pierluigi Bodoira vice, Giorgio Pozzallo segretario-cassiere e gli altri consiglieri tutti riconfermati: Marco Alpe, Rinaldo Bergero, Roberto Fratta, Silvio Gillo, Piero Nurisso e Nello Parolari.

Gli alpini per le scuolePrimavera, Pasqua, sorprese, almeno per i bambini.Per concorrere a queste sorprese, alla vigilia delle vacanze il Gruppo alpini, rappresentato dal capogruppo e da alcuni con-siglieri, ha voluto donare: alla Scuola materna materiale occor-rente per la didattica accompagnato da sacchetti di piccole uova

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In alto: Borgone, onori ai caduti per il 25 aprile.In basso da sinistra: Bruzolo, Il capogruppo Olivero

parla agli alunni della scuola;Caprie, foto di gruppo dopo la S. Messa.

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per ogni bambino che hanno ringraziato con un bel canto; alla Scuola primaria, un marsupio con su stampato un logo alpino stilizzato e degli ovetti ad imbottire l’oggetto.Tutti contenti per il dono degli alpini che per terminare con un momento di storia, dopo aver loro consegnato una pagina con l’Inno di Mameli integrale, hanno accompagnato le classi quarta e quinta al Parco della Rimembranza per far conoscere un po’ di storia sui concittadini caduti nella Grande guerra (luoghi e batta-glie) e sulla nascita del Tricolore con il quale è stato improvvisato l’alzabandiera al canto dell’Inno nazionale. Inno che nella gior-nata del 25 aprile, ricorrenza della Liberazione, è stato da loro ripetuto durante la cerimonia ufficiale a cui avevano partecipato con il Tricolore della Scuola, dono degli alpini.

GRUPPO DI CAPRIEFesta del GruppoDomenica 3 aprile 2016 si è svolta la festa annuale del Gruppo.Ritrovo alle ore 9,30 in piazza Europa a Novaretto, quindi la S.Messa officiata da don Franco, che ha voluto sottolineare il grande valore degli alpini e ricordare gli alpini “andati avanti”. Gagliardetti alzati, alpini sull’attenti e grande solennità vi è stata al momento della recita della Preghiera dell’alpino.Al termine aperitivo nel bar di fronte alla chiesa, quindi tutti a Ru-biana in borgata Favella per il pranzo presso il ristorante “Stella Alpina”. I canti alpini hanno concluso degnamente questa bella festa, che ha rinnovato i sentimenti di amicizia esistenti tra le penne nere.Attraverso questo giornale il Gruppo desidera ringraziare per la partecipazione il vicepresidente sezionale Bert, i consiglieri se-zionali Calliero e Anselmetto, i Gruppi A.N.A. di Sandigliano e Mezzenile che, seppure distanti, ci hanno onorati della loro pre-senza e tutti gli altri Gruppi presenti.

Amato Anselmetto

GRUPPO DI CONDOVEUn’azalea contro il cancroIl Gruppo ha partecipato, nella piazza centrale del paese, all“Azalea della Ricerca”. Ad offrire il magnifico fiore ecco presenti i nostri alpini sempre pronti per l’aiuto del prossimo con i volontari dell’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro. La grande partecipazione della po-polazione ha permesso la vendita di più di 200 piantine che of-ferte a 15 euro ha permesso di realizzare un importante risultato.

Festa della RepubblicaLa festa del 2 giugno quest’anno si è svolta nel comune di Cond-ve con la partecipazione dei gonfaloni e delle autorità dei comuni vicini di Caprie e Chiusa di San Michele.Il Gruppo ha partecipato con il gagliardetto durante i discorsi presso il monumento ai caduti e lungo il percorso organizzato per ricordare la Costituzione Italiana.Con le penne nere condovesi erano presenti soci e capigruppo di Chiusa San Michele e Caprie.

Mario Tonini

GRUPPO DI CHIANOCCOFalò del carnevaleDomenica 21 febbraio dalle 21 il Gruppo ha bruciato il falò chiu-dendo le festività del paese legate al carnevale 2016 e aperte la settimana precedente con due falò, il primo sabato 13 in borgata Barmaffeisard ed il secondo domenica 14 in borgata Pavaglione.Grazie alla temperatura decisamente mite l’affluenza di pubbli-co è stata buona permettendo ai cittadini di Chianocco e non

CRONACA DAI GRUPPI

In alto: i gagliardetti di Caprie, Chiusa S. Michele e Condove.In basso da sinistra: Chianocco, il falò di carnevale;

Chianocco, Commemorazione del 71° anniversario della liberazione.

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di gustare le bugie insieme alla cioccolata calda o al vin brulè. Logicamente non sono mancati i nostri amici musici ad allietare la serata.Si ringraziano le squadre A.I.B. di Chianocco e Meana per la collaborazione.

71° anniversario della liberazioneCome tutti gli anni il nostro Gruppo ha collaborato con l’ANPI Sezione di Bussoleno-Foresto-Chianocco, con i Comuni di Bus-soleno e Chianocco e con l’ANA di Bussoleno per le celebrazioni del 25 Aprile nel 71° anniversario della liberazione.Lunedì 25 aprile mentre la cerimonia iniziava a Bussoleno un gruppo di alpini chianocchini saliva in borgata Pavaglione per deporre due mazzi di fiori: uno al monumento ai caduti nella piazzetta della borgata l’altro alla lapide della piccola Maria Elisa Borgis.Poi al ritorno nella piazza del Municipio gli stessi hanno organiz-zato il rinfresco consumato dopo il consueto discorso del sinda-co Giuseppe Galliano, alla presenza di un gruppo di bimbi delle scuole elementari di Chianocco e della Filarmonica di Bussoleno.

Ilario Favro

GRUPPO DI CHIOMONTE25 aprile unitarioSotto l’abile e perfetta regia del Gruppo, si è tenuta a Chiomonte la cerimonia unitaria del 25 aprile. Parecchi i partecipanti che si sono ritrovati presso il campo sportivo chiomontino in attesa di iniziare la sfilata lungo il borgo. Naturalmente, e come sempre, la partecipazione più numerosa è stata quella degli alpini rappre-sentati da quasi tutti i Gruppi dell’alta valle.Sulle note della banda musicale di Giaglione diretta dal ma-estro Mauro Parisio, il corteo si muoveva puntuale lungo via Vittorio Emanuele, aperto come sempre dai gonfaloni e dai sindaci dei comuni dell’alta valle, per raggiungere la parroc-chiale dove, per l’occasione, il parroco di Giaglione don Danie-

le Giglioli officiava la Santa Messa.Ricostituitosi al termine della funzione religiosa, il corteo rag-giungeva la piazza antistante il municipio dove si sarebbero te-nute alzabandiera, onori ai caduti e orazioni di circostanza.Il saluto ed il ricordo ufficiale erano tenuti dal sindaco alpino Silvano Ollivier cui facevano seguito altri oratori, ex partigiani tra cui l’alpino Cesare Alvazzi del Frate, che sottolineavano vieppiù l’importanza, il coraggio e lo spirito di sacrificio del movimento negli anni terribili della resistenza, ricordandone le imprese ed anche i caduti. Chiudevano il tutto brani sul significato del 25 aprile letti dai bambini delle scuole elementari accompagnati dalle loro maestre.Alla fine della cerimonia, momento conviviale con un rinfre-sco offerto dal Gruppo chiomontino sotto lo sguardo atten-to del capogruppo Maurizio Mussa che sino a poco prima era stato abilissimo cerimoniere e perfetto organizzatore nel gestire una ordinata sfilata in stile alpino grazie agli uomini del suo Gruppo e ai membri della squadra “Assietta” della Protezione civile.

Dario Balbo

GRUPPO DI MATTIE1° raduno del “Susa”Dimitri Lombardi, Augusto Davi e Ferruccio Sassone, alpini del Gruppo, con Jgor Sibona del Gruppo di Chiomonte, Michele Po-limeni del Gruppo di Condove e Federico Tricotti del Gruppo di Bussoleno hanno partecipato a Pinerolo al 1° raduno del “Susa”. Dopo venti anni dalla fine della naja hanno così ritrovato la loro vecchia caserma “Berardi” ed il brivido piacevole di varcarne nuovamente la porta.

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CRONACA DAI GRUPPI

GRUPPO DI NOVALESAFesta di Sant’EldradoIl Comune di Novalesa annualmente celebra la festa di Sant’Eldra-do, copatrono con Santo Stefano della comunità novalicense. Esi-ste poco lontano dal capoluogo la famosa abbazia dei Santi Apo-stoli Pietro e Andrea, costruita nel 726, che ospitò il santo Eldrado per la maggior parte della sua vita monastica e dove ivi morì. Nella chiesa parrocchiale è custodita l’urna contenente i resti del santo, riccamente adornata di lamine d’argento, finemente lavorate da mani esperte e rappresentanti immagini di santi. È sin dai tempi antichi che la comunità ecclesiastica locale ricor-da la festività con una processione religiosa che dal capoluogo raggiunge l’abbazia. È un percorso molto spettacolare che si snoda lungo prati erbosi, circondati da rocce strapiombanti, dal dolce gorgoglio di un rio e in alcuni anni ricoperto da un candido manto nevoso. L’onore e l’onere del trasporto dell’urna alloggiata su una piatta-forma lignea del peso di oltre cento chilogrammi, è affidato agli alpini che con alto spirito di sacrificio si alternano al trasferimen-to che dista circa un chilometro dall’abbazia. La processione si inoltra all’interno del parco antistante la chiesa abbaziale toc-cando le tre Cappelle Votive dei Santi Eldrado e Nicola, di San Michele e del S.S. Salvatore, con l’apprezzato accompagnamen-to della banda musicale locale. La cerimonia si conclude con la Messa Solenne concelebrata dal Parroco di Novalesa Don Luigi Crepaldi e dal Priore Abbaziale, Padre Paolo Gionta, con l’esibi-zione del Coro Gregoriano di Novalesa diretto dall’Abate Padre Guido Bianchi. Al termine delle celebrazioni le autorità religio-se dell’abbazia si congedano dagli alpini con un caldo e sentito ringraziamento per l’elevato contributo allo svolgimento di tale funzione e l’augurio di un anno prospero per tutta la comunità novalicense.

Dario Balbo

GRUPPO DI OULXAnche un po’ di “Julia” ad OulxGiorni felici e pieni di soddisfazione in casa Casse. Un pezzo importante della “Julia”, il battaglione “Tolmezzo” di stanza a Venzone ha un nuovo comandante. Pochi mesi orsono infatti ne ha assunto il comando il ten. colonnello Gianmarco Laurencig, marito di Francesca Casse figlia del nostro alpino Roberto e di mamma Maurizia.Il colonnello Gianmarco Laurencig, classe 1974, è nato a Savo-gna nelle valli del Natisone. Dopo l’Accademia ha frequentato la Scuola di applicazione d’arma a Torino dove si è laureato in Scienze politiche. Conosce ben tre lingue: inglese, tedesco e slo-veno. Prima della nomina ha svolto servizio in Somalia, a Moga-discio, e prima ancora presso gli alpini paracadutisti, al 5° alpini e allo Stato maggiore esercito e in brigata “Julia”.

Ma le soddisfazioni in casa Casse non sono finite, perché nel frattempo, con la nascita del secondogenito Simone, un nuovo alpino è entrato a far parte della famiglia per la felicità dei ge-nitori Francesca e Gianmarco, del fratellino Daniele e dei nonni Roberto e Maurizia.Da queste pagine, tutti gli alpini del Gruppo formulano al col. Laurencig i più vivi complimenti per la prestigiosa nomina au-gurandosi che un giorno, chissà, possa entrare a far parte della grande famiglia della “Taurinense” e perché no del nostro Grup-po. A Simone infine l’auspicio di una vita serena e ricca di sod-disfazioni.

Dario Balbo

Cerimonia del 25 aprileCome ogni anno il Gruppo ha partecipato alla cerimonia del 25 aprile che come di consueto si sviluppa in due momenti ben precisi. Dapprima viene depositata una corona al monumento ai caduti di piazza Garambois e successivamente a quello del Parco della rimembranza di fronte alla caserma “Assietta”. Pre-sente una rappresentanza del Gruppo guidato dal capogruppo Bernard, il sindaco Paolo De Marchis ed il comandante della sta-zione dei carabinieri di Oulx Genovese.

GRUPPO DI SANT’ANTONINO10 aprile: festa del Gruppo di S.AntoninoL’appuntamento è alle 10 in sede per dare un po’ di conforto, con paste e marsala, ai primi partecipanti in arrivo dalla valle.Arriva la Banda e si va in Chiesa per la Messa, officiata da don Sergio che commuove e inorgoglisce tutti gli alpini presenti, pa-ragonandoci alla parte sana e positiva della Voce del Signore.Magistrale lettura della Preghiera dell’Alpino da parte di Dante Vercellino e poi tutti sul sagrato per l’Alzabandiera, l’Onore ai Caduti, il Silenzio e la Benedizione.Siamo tanti: Il sindaco Susanna Preacco, Il consigliere regiona-le Antonio Ferrentino, il vice presidente sezionale Carlo Bert, i consiglieri sezionali Mimmo Arcidiacono e Michele Bosco, tanti gagliardetti, la madrina del Gruppo Donata Cappuccio, il capo-gruppo Michele Franco e molti soci A.N.A. con il generale Pier Giorgio Canavero riabbracciato dopo 57 anni dal nostro Renato Rolando.Inno di Mameli, Il Piave, il Silenzio, il Passo Trentatre e Tranta

Nella pagina precedente in alto: Chiomonte, onore ai caduti. In basso da sinistra:

Chiomonte, l’intervento del sindaco Silvano Ollivier,Novalesa, gli alpini portano le reliquie di S. Eldrado.

In questa pagina: Oulx, il col. Laurencig assume il comando del battaglione “Tolmezzo”;

Oulx, cerimonia del 25 aprile.

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CRON

ACA

DAI G

RUPP

I

Sold e lo spirito di ognuno di noi è appagato. Tocca al corpo, pertanto tutti alla Palestra delle Scuole per son-tuoso pranzo di piatti prelibati, toma superba e strage di bottiglie di bianco e di rosso fino alle 17, quando i primi cori di capitani in punto di morte, fanciulle in dolce attesa grazie a veci alpini e tradotte che saltano la stazione di Milano convincono molti ad andare a casa e altri ad andare in sede del Gruppo a sterminare le riserve di bottiglie.Grazie alpini che avete partecipato e grazie a mogli ed amici che avete condiviso una giornata bella, piacevole e serena

Mimmo Arcidiacono

GRUPPO DI VAIE25 aprile con i giovaniDa alcuni anni nell’ambito della celebrazione dell’anniversario della Liberazione del 25 aprile a Vaie si intrecciano alcuni signi-ficativi episodi. Oltre al doveroso omaggio ai caduti della seconda Guerra mon-diale, abbiamo ricordato i nostri partigiani e con particolare af-fetto ha ricevuto il saluto della cittadinanza l’unico superstite ed ex sindaco Ernesto Merini e padre dell’attuale sindaco Enzo. Ma la cerimonia come da alcuni anni a questa parte ha coinvolto soprattutto i giovani, dove i bambini delle elementari, accompa-gnati dalle insegnanti, hanno ricordato i partigiani ed i deportati mentre ai diciottenni l’amministrazione comunale ha consegnato copia della costituzione.

Anche il Gruppo ha fatto la sua piccola parte regalando ai neo maggiorenni quello che un tempo era il simbolo di un primo tra-guardo raggiunto ossia il “Foulard dei Coscritti”. ed in sintonia con questo gesto la banda musicale vaiese diretta dal maestro Sergio Merini ha intonato la “Marcia di Cuscrit” particolarmente apprezzata dagli intervenuti.

Guido Usseglio Prinsi

GRUPPO DI VILLAR DORAGli alpini hanno sistemato il sagrato della BorgioneraÈ stato inaugurato il nuovo sagrato della chiesetta di Villar Dora che si trova nella piccola in frazione Borgionera. L’edificio religio-so si trova vicino alla casa per anziani “Villa Rossella” e qualche anno fa un autocarro in manovra aveva urtato il muretto in pietra che con il passare degli anni è crollato sulla strada. Così gli alpini del Gruppo hanno tirato su le maniche della camicia e hanno pensato di risistemare il sagrato. In accordo con il parroco don Pier Luigi Cordola sono stati pro-grammati i lavori. Gli alpini con i priori che per tradizione ogni anno pensano alla parte preparatoria della chiesetta, le famiglie Raseri e Kappa, hanno lavorato per parecchie giornate riuscendo a riparare il danno subito e a migliorarne l’aspetto. Gli alpini si sono anche occupati della rimozione del materiale di risulta e hanno provveduto a portare e a mettere in opera il nuovo materiale coprendone i costi. Le pietre sono state fornite dal parroco e dai priori che in questo modo hanno contribuito sensibilmente all’opera. La giornata dell’ inaugurazione si è con-clusa in festa con i “ragazzi” del capogruppo Marco Motatto che hanno preparato le caldarroste e il vin brulè per tutti i presenti.

In alto da sinistra: l’alzabandiera; il capogruppo Michele Franco. In basso: i giovani di vaiesi mostrano fieri i loro “foulard dei coscritti”

avuti in dono dal Gruppo alpini di Vaie nella celebrazione del 25 aprile.

LE NOSTRE FOTO

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Carlo Bert (in primo piano) nel 1973 alla Scuola S.A.U.S.A.

VEDIAMO SE TI RICONOSCI?Torna la caccia all’uomo... Altre tre foto misteriose...Vi riconoscete o li riconoscete? Chi sa, parli!!!

Questa volta tre “bei barbis”in gioventù. Chi saranno mai? Avranno ancora i baffoni che tanto andavano di moda? Le loro classi? Pronti! 53, 47 e 55. Scopriamoli...I giovanotti in questione ci facciano poi sapere se si sono riconosciuti. Un brindisi in Sezione sarà il premio alla notorietà!

Gli sconosciuti sullo scorso numero erano:Luciano Dosio (Condove), Pierino Girard (San Didero) e Cesare Manzon (Sestriere). Complimenti a Pierino Girard che si è ritrovato... giovane.

Giovanni Carmagnola (al centro) del Susa al corso mortai presso caserma Testafochi di Aosta.

Mar.llo Manlio BarzaziCasema Cascino, 1978.

Emilio Bellando

Potete mandarci le vostre fotografie o dei vostri cari, indicandoci (se possibile) il luogo e la data dello scatto. Le immagini possono essere spedite per posta a:A.N.A. Sezione Val Susa Via Brunetta, 45 10059 Susa (TO) oppure via mail a: [email protected]

ANAG

RAFE

ALP

INA

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Nascite

Decessi

Gruppo di Chiusa S.Michele• Il 12 marzo 2016 il nostro socio alpino Leonardo Bara-tella è diventato nonno di una graziosa stella alpina di nome Viola. A lui, a nonna Marghe-rita, ma sopra tutto a papà Sa-muele e a mamma Veronica Lo Vecchio, gli auguri e le felicita-zioni da parte del Gruppo

Gruppo di Foresto• Il Gruppo esprime vivissime congratulazioni, al socio ag-gregato signora Bianca Paris per la nascita del nipotino Luca Solavaggione avvenuta il 3 aprile. Al piccolo alpino Luca, ai

felici genitori Marco e Serena e alla sorellina Sara, ai nonni Bianca e Gino, vivissimi auguri.• Il 6 aprile è nata una picco-la stella alpina di nome Anna Marchetto, figlia del socio Giovanni, musico della Fanfa-ra A.N.A. Ai felici genitori, ai nonni, il Gruppo esprime i più fervidi auguri e vive congratu-lazioni.

Gruppo di Oulx• Irene Schifeo ha una sorel-lina! Dalla Germania, dove è in servizio, il magg. Andrea Schifeo annuncia la nascita della piccola Elena, la seconda

stella alpina di casa. Alla mam-ma Daniela e al papà Andrea vadano le più sincere congra-tulazioni dal Gruppo.• Una stella alpina è arrivata ad allietare la casa del mar.llo Carlo Popolizio. È nata Camilla per la gioia di mamma Raffa-ella e di papà Carlo. Il Gruppo augura alla novella alpina un mondo di bene e di felicità.

Gruppo di Rubiana• Felicitazioni dal Gruppo al nostro socio alpino Aldo Mi-chelotti e alla gentile consorte diventati bisnonni per la nasci-ta della nipotina Giulia. Auguri

al papà Paolo Usseglio e alla mamma Elisa.• Felicitazioni dal Gruppo al nostro socio alpino Giuliano Rocco diventato nonno per la seconda volta, al fratellino Ga-briele, alla mamma e ai fami-gliari per la nascita di Edoardo.

Gruppo di Susa• Il giorno 19 marzo 2016 è nata Ilaria Puddu di Matteo e Valentina Cubito, nipote del nostro socio sergente maggio-re Aldo Cubito. Ai neo genitori, ai nonni, il Gruppo porge vive felicitazioni e alla piccola Ilaria augura un sereno avvenire.

Gruppo di Almese• Lo scorso 15 febbraio ci ha improvvisamente lasciati il socio alpino e consigliere del Gruppo Arturo Blengino, clas-se 1926. Lo ricordiamo come un uomo semplice, saggio, sempre sorridente e sincero, che tra il duro lavoro da fale-gname e l’immenso amore per la famiglia ha sempre trovato il tempo e la volontà per de-dicarsi alle attività del Gruppo in ogni occasione possibile e fino agli ultimi suoi giorni. Tanti gli amici alpini presenti al funerale con i gagliardetti in rappresentanza dei Gruppi del-la valle. Alla moglie Germana, alla figlia Flavia ed all’adorata nipote Sofia porgiamo le più sentite condoglianze a nome di tutti gli alpini ed amici simpa-tizzanti del Gruppo. Volentieri pubblichiamo, il ringrazia-mento ricevuto dai famigliari: Vorremmo ringraziare tutte le rappresentanze dei Gruppi del-la Sezione Val Susa intervenute per l’ultimo saluto ad Arturo ed in particolar modo i suoi amici Alpini di Almese per l’affetto e la vicinanza dimostrata a Lui ed a noi in questo triste momento. Cercando di seguire, almeno in parte, la via da lui tracciata e citando una celebre poesia, vorremmo pensare che “Il no-stro sorriso ed il vostro sorriso, cari Alpini, sono la sua pace”

Germana, Flavia e Sofia

Gruppo di Avigliana• È andato avanti il nostro so-cio Mario Nicoloso. Importanti problematiche ti avevano suggerito di rinuncia-re al tuo incarico nel direttivo del nostro Gruppo. Nonostante ciò eri sempre pronto a parte-cipare alle iniziative a servizio della collettività, quali l’annuale raccolta per il Banco Alimenta-re, la vendita dei gerani e delle mele per la prevenzione del cancro, e ancora a sostegno dell’A.I.D.O. a cui abbiamo partecipato per la prima volta lo scorso anno nel mese di ot-tobre... E tu c’eri. Vogliamo ri-cordarti così, con la tua pronta disponibilità a favore degli altri, con la tua presenza, importan-te e fondamentale. Resterai nel cuore dei componenti del tuo Gruppo così, semplicemente, con il tuo operato che sarà un sostegno insostituibile per il proseguimento della nostra

attività. Alla tua signora Carla, le più sentite condoglianze di tutto il Gruppo.• Il nostro socio, amico degli alpini, Giovanni Portigliatti è stato colpito da una grave lutto. Suo suocero, Renato Oddenino è ritornato alla casa del Padre. Al nostro socio Giovanni, alla moglie Luisella, alle figlie Elisa-betta e Tiziana e a tutti i parenti, i componenti del Gruppo, vicini al profondo dolore, porgono le più sentite condoglianze. • Il nostro socio Italo Chiesa, ci ha lasciati in compagnia delle sue poesie. “Vogliamoci bene e non abbandoniamoci mai”, così terminava una tua breve composizione poche parole che rappresentavano appieno il tuo modo di essere, profon-damente e fondamentalmente buono. Caro Italo, che tu possa trovare la serenità che ti mancava su questa terra.

Ai parenti tutti le più sentite condoglianze di tutto il Gruppo.• La nostra socia, amica degli alpini, Giustina Novero, moglie del defunto capogruppo di Rosta, è stata colpita da una grave lutto: sua mamma Luigia Merlo è ritornata alla casa del Padre. Alla nostra socia e a tutti i pa-renti, i componenti del Grup-po, vicini al profondo dolore, porgono le più sentite condo-glianze.

Gruppo di Bardonecchia• L’8 aprile è “andato avanti” l’alpino Cesare Girard, classe 1932. Arruolato nell’ottobre del 1954, dopo il C.A.R. a Bra (CN) venne destinato alla 133ª compagnia mortai del battaglione “Susa” con sede a Pinerolo, quindi terminati i campi estivi fu aggregato alla 34ª compagnia di Oulx, dove prestò il servizio prima pres-so la fureria e poi per volere dell’allora capitano (Gen. C.A.) Lorenzo Longo con il quale condivideva la passione per la caccia e l’amore per la mon-tagna, come suo attendente fino alla fine dei 18 mesi di leva. Sposato dal 1958 con Irene, papà dell’alpino Silvio e di Livia, nonno di Emanuela ed Ilaria Bortolotti, ebbe la grande gioia di diventare bisnonno del piccolo Tommy di tre anni. Alle esequie erano presenti il Ves-

ANAGRAFE ALPINA

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sillo sezionale ed i gagliardetti dei Gruppi di Bardonecchia ed Oulx.• Condoglianze alla segretaria del Gruppo Silvia Tamburini, alla mamma Franca ed al fra-tello Andrea per la scomparsa del papà Franco. • Silvia e famiglia affettuosa-mente ringraziano tutti coloro che hanno espresso vicinanza nel momento della perdita del caro papà.

Gruppo di Borgone• È mancata la signora Ange-la Picchio, moglie del nostro tesserato Pier Maurizio Giglio. Vadano a lui le più sentite con-doglianze dal Gruppo.• È mancato Arrigo Giorgis, padre del nostro tesserato alpino Fabio Giorgis. A lui ed alla famiglia le più senti-te condoglianze da parte del Gruppo.

Gruppo di Bussoleno• Il 17 marzo 2016 è manca-to a Bussoleno il signor Adelio Aschieris di anni 89, papà del nostro socio alpino Mauro. Il direttivo e i soci del Gruppo porgono le più sentite condo-glianze alla moglie Paola, a Mauro e alla nuora Laura.

Gruppo di Cesana• Martedì 1 marzo 2016, a distanza di soli 30 giorni dalla scomparsa di Gabriele Armand il nostro Gruppo viene nuova-mente colpito profondamente dalla mancanza del nostro caro alpino Carlo Bec per noi tutti “Carletto”, classe 1937, anche lui come Gabriele, na-tivo e residente nella frazione di Bousson. Carlo, svolse il suo periodo da militare nel IV alpini battaglione “Susa”, con la spe-cializzazione di esploratore.Al comando del capitano Blais, oggi generale in congedo, par-tecipò con il suo gruppo a mol-te gare di sci alpino fra le quali i CASTA nel 1960.A congedo avvenuto, proseguì nella sua vita come cantonie-

re per la Provincia e si dedicò, insieme alla moglie Letizia, all’attività di agricoltore.Carlo faceva parte del Gruppo come consigliere e, sempre presente ed operativo, anima-va le feste con la sua allegria e simpatia. Amava molto stare in compagnia ed unirsi ai canti alpini e... “ come dimenticare i suoi zuccherini”Il suo ricordo sarà sempre con noi!!! Il Gruppo ringrazia per la partecipazione il presiden-te della Sezione con il vessillo ed i numerosi gagliardetti dei Gruppi e porge al cognato Sil-vio, ai nipoti Federico e Martina ed ai parenti tutti, le più sentite condoglianze.

Gruppo di Chianocco• L’ultima settimana di gennaio è venuta a mancare la signora Letizia Giorda vedova Dosio, mamma del socio Luigi Dosio. Alla famiglia giungano le più sentite condoglianze dal Gruppo.• Il giorno 15 aprile è man-cata la signora Alda, moglie del socio Luigi Didero, sto-rico membro del Gruppo e mamma del socio Claudio e suocera del socio Daniele. Il Gruppo si stringe intorno alla famiglia e porge sentite con-doglianze.

Gruppo di Chiusa S.Michele• È mancata la signora Rina Purrotti decana delle nostre socie aggregate. Giungano ai figli Maria Rosa e Sandro e alle loro famiglie le condoglianze del Gruppo.• È mancata la signora Teresa

(Anna) Senor moglie del nostro socio Guido Riva. A lui, ai figli Graziella, Alessandro, Bruno e alle loro famiglie le più sentite condoglianze del Gruppo.• È mancata la signora Olga Purrotti suocera del nostro socio Piersandro Sala. A lui e alla moglie Renza giungano le condoglianze del Gruppo.

Gruppo di Claviere

Il giorno 8 giugno u.s. in Bor-dighera è mancato improvvisa-mente l’alpino Roberto Stefani-ni di anni 62, papà dell’alpino Matteo vice-capogruppo. Ro-berto fu uno dei fondatori del Gruppo nel lontano 1994. Ai famigliari giungano le più sen-tite condoglianze da parte del Gruppo.

Aurelio Audisio

Gruppo di Condove• È “andato avanti” Celeste Pagliarello, classe 1930. Ha servito nel 4° reggimento al-pini battaglione “Aosta” come conducente, passione per questi animali che continuò anche da civile come carret-tiere. Negli ultimi anni la sua salute era piuttosto cagione-vole e praticamente non usci-va più di casa salvo qualche

passo nel cortile.Ai famigliari rinnoviamo le no-stre fraterne condoglianze.

Gruppo di Meana • Il 28 maggio è andato avanti il socio alpino Angelo Ugetti.Alla sua famiglia giunga il sin-cero cordoglio di tutti gli alpini ed amici degli alpini di Meana.

Gruppo di MompanteroDomenica 21 febbraio è man-cata la signora Bernardina Vigna vedova Bar di anni 91, mamma del nostro socio con-sigliere Luigi Bar. Il giorno 23 si sono svolti i funerali ai quali ha partecipato il nostro capogrup-po. A Luigi e famiglia giunga-no le più sentite condoglianze da parte del Gruppo.

Gruppo di Oulx• È “andato avanti” l’alpino Adelio Capello classe 1936. Il Gruppo partecipa al lutto della famiglia per la grave perdita.

Gruppo di Rubiana• Il Gruppo porge le più sen-tite condoglianze al socio al-pino Attilio Martinasso per la scomparsa della mamma Elsa Grandi.• Il Gruppo porge le più sentite condoglianze alla moglie, figlio e ai famigliari per la scomparsa del socio amico Ugo Donà.• Condoglianze dal Gruppo al nostro socio alpino Giovanni Carmagnola e alla consorte Anna e ai familiari per la scom-parsa della suocera Maria. • Condoglianze dal Gruppo alla moglie Giovanna, al figlio Renato e a tutti i familiari per la scomparsa del nostro socio alpino Alfredo Cogno.

Gruppo di Vaie• Teresa Senor, mamma del nostro socio Alessandro Riva, è mancata all’affetto di quanti le volevano bene. Al nostro caro Alessandro giunga una pro-fonda e sincera partecipazione al lutto suo e dei suoi cari da parte del Gruppo.

Ana ValsusaSeguiteci su: www.anavalsusa.itLS

lo scarponcino valsusino

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NOTI

ZIAR

IO

Notiziario sezionale

MARZO6 marzo Mattie • Festa del Gruppo. Presente: vicepresi-dente Bartolotti.6 marzo Giaglione • Festa del Gruppo. Presenti: presiden-te Sosello con l’alfiere Gallina. 7 marzo Susa • CDS

APRILE2/3 aprile Belluno • Cisa. Presenti: presidente Sosello e vicepresidente Balbo.4 aprile Susa • CDS10 aprile Sant’Antonino • Festa del Gruppo. Presenti: Vicepresidente Bert, consiglieri Arcidiacono, Bosco e Calliero.10 aprile Pinerolo • Festa battaglione “Susa”. Presenti: presidente Sosello, consiglieri Baro e Bosco, ed il presidente della Fanfara sezionale Combetto.17 aprile Cassano d’Adda • Centenario morte gen. Per-rucchetti. Presente: Consigliere Demuti.17 aprile Greggio • Festa sezionale Vercelli. Presente: consigliere Anselmetto.25 aprile Sedi varie • Consiglieri impegnati nelle rispettive aree di competenza.29 aprile Asti • Coordinamento ANA Piemonte di Prote-zione civile. Presenti: presidente Sosello e vicepresidente Balbo.

MAGGIO8 maggio Avigliana • 90° di fondazione. Presenti: pre-sidente Sosello con l’alfiere Gallina, vicepresidente Bert e i consiglieri Anselmetto,Baro, Bosco e Calliero.

14-15 maggio Asti • Adunata nazionale. Presenti: presi-dente Sosello con l’alfiere Gallina, consiglio sezionale con un asola defezione, fanfara sezionale e circa 400 alpini. 19 maggio Torino • Cerimonia per il rientro della “Tauri-nense” dal Libano. Presenti: presidente Sosello con l’alfiere Gallina, vicepresidenti Balbo e Bartolotti.2 maggio Susa • CDS8 maggio Avigliana • 90° di fondazione. Presenti: presidente Sosello con l’alfiere Gallina, vicepresidente Bert e i consiglieri Anselmetto, Baro, Bosco e Calliero e la fanfara sezionale.14-15 maggio Asti • Adunata nazionale. Presenti: presidente Sosello con l’alfiere Gallina, consiglio sezionale con una sola defezione, fanfara sezionale e circa 400 alpini. 19 maggio Torino • Cerimonia per il rientro della “Taurinense” dal Libano. Presenti: presidente Sosello con l’alfiere Gallina, vicepresidenti Balbo e Bartolotti, e il consigliere Sacco.20 maggio Borgone • Serata per “non dimenticare”. Presenti: presidente Sosello, vicepresidente Bert e consiglieri Anselmetto e Bosco.21 maggio Susa • Serata con “Le canzoni del Piave”. Presenti: presidente Sosello e vicepresidente Bartolotti.29 maggio Villar Focchiardo • Festa del Gruppo. Presenti: Vicepresidente Bert e consigliere Bosco.29 maggio Milano sede nazionale • Assemblea dei delegati. Presenti: presidente Sosello, consiglieri Baro e Foglia ed il consigliere nazionale Botteselle.5 giugno Sangano • Festa della Sezione di Torino. Presenti: consiglieri Bosco e Amprimo.6 giugno Susa • CDS

Offerte pro Scarpone

Il direttore, la redazione e il consiglio sezionale ringraziano quanti con le donazioni aiutano il lavoro che permette l’uscita del nostro giornale sezionale. Le donazioni si posso fare direttamente tramite i Gruppi o per posta sul CONTO CORRENTE POSTALE 83325274OFFERTE POSTA • Arnol Graziella - Cuneo € 25,00 • Aschieri Giorgio - Buttigliera Alta € 20,00 • Audisio Aurelio - Torino € 100,00 • Cugno Sergio - Trana € 20,00 • Fagoni Luigi - Susa € 10,00 • Gerundino Antonio - Villafranca in Lunigiana (MS) € 15,00 • Isabello Aldo Rubiana € 20,00 • Miletto Valerio Villar Focchiardo € 20,00 • Morinatto Pier Angelo Rubiana € 50,00 • Ramat Giorgio - Giaglione € 20,00 • Ripamonti Giorgio - Torino € 20,00 • Sambri Valter - Caprie € 10,00 • Sandrone Renzo - Villar Focchiardo • € 20,00 • Souberan Luciano - Bardonecchia € 20,00 • Sturniolo Giacomo - Torino € 50,00 • Trossello Rudi - Villar Focchiardo € 20,00 • Totale € 440,00

OFFERTE MANO • Avigliana € 60,00 • Bruzolo - In memoria di Raffaella Marconcini € 500,00 • Caprie € 30,00 • Cesana €

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50,00 • San Giorio - In memoria di Re Luigi € 20,00 • Sestriere € 9,00 • Venaus € 100,00 • Villardora € 100,00 • Villardora - In memoria di Margaira Mario € 50,00 • Bianchi Umberto - Bruzolo € 15,00 • Binelli Giovanni - Oulx 20,00 • Borio Pietro - Avigliana € 10,00 • Caiano Gian Giorgio - Cesana 25,00 • Campale Daniela - Caprie - In memoria del Papà Rinaldo 10,00 • Carasso Carlo - Bruzolo € 10,00 • Croce Rita - Caprie - In memoria del marito Learco e del figlio Diego 20,00 • Davì Isabella - San Giorio 20,00 • D’Orazio Luciano - Susa € 10,00 • Fam. Cossa - Susa - In ricordo di Cossa Angelo € 25,00 • Fam. Pesando Luciano - Susa € 25,00 • Gillo Silvio - Bruzolo € 14,00 • Gonella Marco - Claviere € 10,00 • Guglielmo Mario - Claviere € 10,00 • Marra Eugenia - Chiusa S. Michele - In memoria del marito Novarino Giuseppe € 50,00 • Marre Eugenio - Exilles € 25,00 • Natta Rosemma Oulx - In ricordo del marito Candido Chareun 20,00 • Olivero Valerio - Bruzolo 8,00 • Perottino Cleta 20,00 • Perotto Luigi - Chiusa S.Michele € 10,00 • Raimondo Sergio - S. Ambrogio € 30,00 • Re Bruno - Bruzolo € 10,00 • Richiero Giuseppe - Bruzolo € 5,00 • Rocci Renzo - Bruzolo € 10,00 • Ronsil Caterina - Venaus - In memoria di Ferdinando Marzo € 20,00 • Salarin Fassetta Livio - Avigliana € 20,00 • Tamalino Carlo - Avigliana € 30,00 • Tournour Maria - Venaus € 20,00 • Viffredo Giovanna € 20,00 • Vota Elmo - Bruzolo € 20,00 • Zamolo Fulvio - Caprie € 10,00 • Totale € 1.828,00

LE VOSTRE LETTERE

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È appena passata la data del 25 aprile e, come da molti anni, mi è venuta

la voglia di esternare la mia “necessità” della ricorrenza. E, come tutti gli anni, ho dovuto constatare che anche l’ultima è trascorsa tra cerimonie, discorsi, rimini-scenze ma, come da sempre, senza una vera e profonda voglia di “riunificazione”, motivo per il quale io non partecipo alla ricorrenza e quelle tante volte che, per dovere istituzionale, sono stato presente, vi ho partecipato in maniera “asettica” e professionale.Perché ho “voglia” di 25 aprile? Perché ritengo che una Nazione degna di que-sto nome abbia il dovere, innanzi tutto, di celebrare e ricordare TUTTI i suoi caduti, di qualsiasi parte e per qualsiasi motivo siano morti. Il secondo conflitto mondia-le è stata una tragedia unica, con milioni di morti, di dispersi, di rovine. Il giudizio storico, a 70 (settanta!) anni dai fatti è, o dovrebbe, essere univoco, inconfutabile, unanimemente accettato: quindi nessun tentativo di “sconvolgere” l’accaduto, le situazioni, gli effetti. Scrivo “dovrebbe” perché ancora oggi quel tragico periodo storico è misconosciuto, travisato, con più ombre che luci, mal spiegato nelle scuole (quando è trattato) e con la visione distor-ta e parziale voluta dai vincitori di allora. Molti non sanno, o non vogliono sapere,

che nelle ultime settimane di conflitto fu grazie alle forze cooperanti dei reparti della RSI e partigiani se i francesi della “Francia Libera” di C. de Gaulle non riu-scirono a impadronirsi del territorio della nostra media e alta Valle di Susa e della Valle d’Aosta. Molti non si sono mai chie-sti, o non vogliono chiederselo, cosa sa-rebbe potuto succedere se i 600.000 In-ternati Militari Italiani (IMI, con tre anni di guerra sulle spalle), dei quali circa 60.000 tra ufficiali e sottufficiali, avessero accet-tato di aderire in massa alla Repubblica di Salò: la situazione delle forze nell’Ita-lia occupata sarebbe stata ben diversa e ben diverso sarebbe stato lo sforzo che gli alleati avrebbero dovuto produrre, senza contare i risvolti che si sarebbero avuti sul movimento partigiano. Da ciò, gli storici “meno parziali” considerano gli Internati Militari i primi “resistenti” la cui lotta iniziò subito e non fu da meno di quella armata. Molti non si sono chiesti, o non vogliono chiederselo, cosa avrebbero fatto, o potu-to fare, se ventenni, dopo una infanzia e giovinezza tutta passata in un “sistema” univoco e totalitario, si fossero trovati a vivere la tragedia e i dubbi dell’8 settem-bre. E nella coscienza collettiva questo periodo storico è stato frettolosamente accantonato, prendendo per certe quelle mezze verità che, al termine del conflitto,

per pura demagogia politica e mero in-teresse partitico, sono state innalzate a “verità assoluta”. Ancora oggi, quei pochi storici e scrittori che hanno cercato di ri-stabilire l’obiettività del periodo sono stati insultati o ignorati. Da qui il mio profondo bisogno di chiarezza, di riunificazione, di celebrazione di tutti i caduti, ciascuno per quello che rappresenta, senza per questo voler cancellare il passato e le tante colpe di tanti, di tutte le fazioni. Ci sono riusci-ti gli spagnoli, ancora durante il regime franchista, non vedo perché non potrem-mo farlo noi, se solo lo volessimo.

Gen. D. Piercorrado Meano

Sempre precise e interessanti le tue analisi che sicuramente non saranno condivise da tutti nella migliore tradizio-ne italica. Sarebbe interessante quindi che, con la stessa pacatezza, si potesse pubblicare l’altro punto di vista. Evite-rei di parlare di verità perché troppo complesso è il concetto stesso di veri-tà e nello stesso tempo avrei dubbi nel pensare che qualcuno dei nostri lettori sia il custode della verità storica e non solo di quella legata ai singoli episodi locali. Quindi dibattito aperto, ma con la speranza che sia sempre salvaguardata l’opinione altrui.

DB

Scrivete le vostre lettere a: A.N.A. Sezione Val Susa • Via Brunetta, 45 - 10059 Susa (TO) oppure [email protected]

Trovare e cancellare tutte le parole elencate, le lettere rimaste, lette nell’ordine vi daranno uno dei motti del battaglione alpini Exilles.

ASTI BATTAGLIONE CEVA CHIODO CONTRAPPELLO DIVISA EDOLO GALLONE GARITTA GENERALE GENIOPONTIERI GHETTE GRADO LEVA MORTAIO MULO NAJA NEVE PARACADUTISTA PEDULE PENNA PIAVE PLOTONE RADUNO RANCIO RANGER RECLUTAMENTO RUSSIA SFILATA SOMA SOTTOTENENTE TENDA TORINO TREVISO TRINCEA TROMBA UDINE ZAINO

PUZZLE: motti degli alpiniA cura di Piero Sivera del gruppo alpini di Villar Pellice.

Soluzione: O roch o valanga

Alberto

Cara Maria, amore mioè dolce scrivere il tuo nome su questo foglio stropicciato. La mia mano trema, ma pensare a te mi regala un po’ di luce in quest’infer-no infinito. Sapessi quanto è lunga la notte. Non passa mai, mai, mai. È atroce la mia notte. Resto qui, sospeso tra i sogni e l’incubo che non mi lascia solo un istante. Il dolore alle gambe è lancinante. Senza tregua. Sento una lama conficcata nella carne. Ma quale carne poi? Non ho più le mie gambe, Maria. Le ho lasciate sulla montagna quel-la sera, strappate come stracci. C’era la luna, lo sai? La trincea era silenziosa da far paura, nemmeno un rumore, nemmeno un sospiro. Era così da giorni. Si aspettava, si aspettava e basta. Immobili, in quelle ferite della terra che erano diventate la nostra culla. Nostra, di noi bambini poco più che ventenni vestiti con una divisa troppo larga. Nostra, di noi che avevamo una baionetta in mano, sapendo che quel giocattolo avrebbe portato la morte, un giorno o l’altro. Si aspettava in silenzio. Ci guardavamo ogni tanto, Giovanni ed io, ci guardavamo interrogandoci con gli occhi, cercando di nascondere la paura che ci paralizzava il resto del corpo. Quanti discorsi in quegli sguardi muti. Tutto è successo in modo fulmineo. La luce della luna che era la nostra lanterna divenne improvvisamente un fulgore di fiamme, mentre bagliori rossi insanguinavano la notte. Il silenzio fu squarciato da mille esplosioni, una dietro l’altra, una sopra l’altra, ovunque. Fu l’inferno. Ci arrivarono alle spalle, senza far rumore. Ho ucciso due uomini, amore mio. Mi aspettavo un nemico diverso, con una faccia diversa. Vidi un ragazzo come me, spaventato come me, diverso era solo il colore della divisa. E poi un altro, dietro di lui. Due ragazzi come me, con una divisa simile. Che faccia ha il nemico, Maria? Ho sentito un fruscio, ho avuto solo il tempo di voltarmi e di puntare la mia arma. Il mio giocattolo letale. Li ho visti cadere all’in-dietro, con un grido strozzato che mi è rimasto dentro, un’eco che risuona ancora cullandomi come una nenia imbevuta di colpa. Potrai mai perdonarmi, amore mio? Ho ucciso due uomini, prima di sentire il fuoco alle gambe, prima di vedere il buio negli occhi.Mi sono svegliato qui, in questa tenda che sa di morte e di sangue. Quanto tempo è passato? Quante notti sono trascorse? Quanto è durato il mio sonno scuro come un pozzo senza fondo e senza luce? Non tornerò a casa, anima mia, lo so. Di me resterà questa lettera per te. Su quella montagna ho lasciato tutti i miei sogni. Ho lasciato i miei vent’anni.

Caporetto, Ospedale da campoNovembre 1917