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The Prozac Family Testo di Marco Costa

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The Prozac Family ™

Testo di

Marco Costa

Copyright 2006

Tutti i diritti riservati a norma di legge

Personaggi

Aurelio Temperini, un professionista di quarantasette anni

Lucrezia Temperini, una donna di quarantadue anni

Margherita Temperini, una lolita di sedici anni

Mamo, un fichetto di diciotto anni

Bruno Vespa, giornalista di sessantadue anni

Pachito, un guru dall’età indefinita

Alla mia famiglia

Prologo

Il sipario è ancora chiuso. Nell’oscurità della sala si accende uno schermo. Sale la

Musica. Iniziano ad apparire una serie convulsa di fotografie della Famiglia

Temperini ai tempi della nascita della loro unica figlia, Margherita.

MARGHERITA (con la voce carezzevole e squillante, da adolescente) Caro Diario,

quando sono nata pesavo neanche due chili. Mamma dice che somigliavo ad un

topino, una specie di criceto con un ciuffetto di peli sulla testa, papà invece dice che

non aveva mai visto una bimba più dolce e che si capiva subito che sarei diventata la

più amata della scuola. Dovremo mettere il filo spinato intorno a casa per tenere

lontani i ragazzi, continuava a dire con i lucciconi agli occhi. Le ho viste le foto,

sembrava uno che ha appena vinto la lotteria di capodanno, uno che sente che da lì in

poi le cose potranno solo andare per il meglio. A guardare quelle foto penseresti che

siamo una famiglia modello, indistruttibile, come un universo chiuso e

autosufficiente. Sembravamo felici, e lo siamo stati, felici.. almeno fino a quando mio

padre non ha deciso di iscriversi a capoeira.. (Suono truce e profondo, buio)

ATTO I

“Decomposizione Familiare”

Scena 1

Musica d’apertura. La scena si svolge nel ricercato appartamento della famiglia

Temperini, mobiliato ossessivamente con gusto altoborghese. Sulla sinistra del palco

troviamo la cucina, pulita e ordinata maniacalmente, carica di cibi, riviste culinarie,

prodotti in scatola ed elettrodomestici, nel cui spazio spicca un tavolo dove la

famiglia consuma i pasti. Un’ imponente porta d’ingresso, situata nel centro, la

divide dalla zona salotto dove troviamo un divano damascato, sistemato sotto ad un

grande quadro ad olio1 appeso alla parete, ed una porta laterale che dà sulle camere

da letto.

E’ una fresca e solare mattina di Primavera. La madre Lucrezia, in vestaglia, è ai

fornelli che prepara una gustosa colazione. Entra Margherita vestita per andare a

scuola, alla moda ma senza troppo clamore.

MARGHERITA Giorno mami!

LUCREZIA Buongiorno tesoro, dormito bene?

MARGHERITA Insomma.. (si stiracchia) ho sognato che mi prendevano al Grande

Fratello ma uscivo alla prima sera. Fuori dalla casa c’era Marco Liorni che mi rideva

in faccia indicandomi col dito..

LUCREZIA Chi è Marco Liorni? Un tuo compagno di scuola?

MARGHERITA (addenta un biscotto) Nessuno.. (nota i giornali sul tavolo, tra cui

Class) Ma dai, hai preso Class, è uscito l’articolo? Fa vedere..

LUCREZIA Pagina settantacinque, Un nome per il futuro, un gran bel pezzo, leggi,

devi essere orgogliosa di tuo padre..

MARGHERITA (sfoglia e trova l’articolo) Ma che ficata! Hai visto le foto? Dai,

sembra Mel Gibson.. (legge) “Nella foto Aurelio Temperini, 47 anni, fiscalista del

gruppo More & Moore che ha condotto in prima persona la trattativa con la banca

cinese, è considerato uno degli uomini economici del futuro..”

LUCREZIA Ho preso anche Gente, ti ho messo da parte un bell’articolo su

Scamarcio..

MARGHERITA Cosa? Dammelo subito.. (molla subito Class, si mette a cercare tra i

giornali) sei pazza..

LUCREZIA E’ qui sotto, tranquilla..

MARGHERITA (mentre lo sfoglia) Che dice? Che dice?

LUCREZIA E che dice amore, che sta ancora con la Golino.. (Margherita delusa

sbatte il pugno sul tavolo)

1 Il suddetto quadro sarà composto da quei materiali a scomparsa che, grazie a particolari processiilluminativi, si bucano divenendo trasparenti, così da offrire uno spazio incorniciato sia pur di pocaprofondità entro cui ambientare le microscene esterne all’appartamento.

Entra Aurelio Temperini, un bell’uomo di mezz’età, in camicia oxford e cravatta.

AURELIO (bacia sulla testa la figlia) Buongiorno topolina.. (poi bacia la moglie

sulle labbra) Giorno amore, hm.. cos’è questo odore?

LUCREZIA Sto cuocendo delle cialde belga.

MARGHERITA (senza staccare gli occhi dal giornale) Ciao papone.. ho visto

l’articolo, sei fichissimo nelle foto..

AURELIO Dici ? Non ti sembrava che avessi un po’ di doppiomento?

MARGHERITA Ma no.. che doppiomento..

AURELIO Io mi vedo orribilmente sovrappeso.

LUCREZIA E tutta quella palestra che fai?

AURELIO Tutta quella palestra.. mi alleno da un paio di mesi neanche, ci vuole

perseveranza per ottenere risultati.. e poi se non c’affianchi una dieta adeguata è tutto

inutile (apre il frigorifero) Dove sono i miei fermenti lattici? (controlla, non li trova,

alla moglie) Lu, chi ha preso i miei fermenti lattici?

LUCREZIA Sono in frigo, amore.

AURELIO (piccato) Non sono in frigo, amore.

LUCREZIA Saranno finiti.

AURELIO Come finiti? C’erano rimasti due flaconcini..

MARGHERITA Io di sicuro non li ho presi, sanno di latte rancido, mi fanno rate.

LUCREZIA Che vuol dire ti fanno rate?

AURELIO Quindi tu non li hai presi, lei non li ha presi, questi fermenti lattici non si

sa dove siano finiti. Incolpereste il cane stitico se ne avessimo uno! Possibile che in

questa casa non ci si possa voler bene che subito si viene boicottati.

LUCREZIA Adesso non esagerare Aurelio, per una volta puoi anche saltare quei

benedetti fermenti lattici e farti un sano bicchiere di latte e biscotti.. anzi, se aspetti un

attimo sono pronte anche le cialde belga..

AURELIO Ascoltami bene Willy Wonka, non voglio più vedere carboidrati né grassi

animali nemmeno in cartolina, ho chiuso coi dolci, sono fuori dal tunnel. Ho bisogno

di fibre, cereali, succo di ribes ..

LUCREZIA Tu non hai mai bevuto il succo di ribes.

AURELIO (fiero) Non avevo nemmeno mai fatto capoeira..

MARGHERITA Perché stai facendo un corso di capoeira?

AURELIO Ho fatto una lezione di prova due giorni fa in palestra e credo di aver

trovato quello che mi ci vuole. E’ una via di mezzo tra danza e arte marziale, viene

dal Brasile.. una lotta ritmica, è divertente e armonizza il corpo.

MARGHERITA La conosco.. anche un mio compagno di classe fa capoeira..

LUCREZIA (ad Aurelio) Appunto amore, ma non è pericoloso? Dico alla tua età,

mettersi a fare le arti marziali.. potresti strapparti.

AURELIO Potrei anche farmi imbalsamare, se fosse per te.

LUCREZIA Dico solo che potevi sceglierti un hobby più adatto alla tua età tipo.. il

modellismo o la numismatica..

AURELIO (brusco) L’eutanasia. (Lucrezia incassa il colpo)

MARGHERITA (al papà) Fico, magari una volta vengo anch’io a capoeira..

AURELIO Tu impazziresti, l’istruttore è un personaggio unico, si chiama Pachito ed è

un esperto di medicina alternativa, un viaggiatore, avrà all’incirca.. non so, giovane

comunque ma.. sai, sembra che abbia vissuto mille vite precedenti, ha un’autentica

inclinazione per il prossimo, è talmente serafico, sembra un illuminato.

LUCREZIA (tra sé e sé) Dicevano lo stesso del mago Do Nascimento..

MARGHERITA E’ brasiliano pure lui?

AURELIO Non credo sai, quando gliel’ho chiesto mi ha risposto che era cittadino del

mondo. Comunque mi sembra più europeo che sudamericano.

LUCREZIA Vi informo che sono le otto e venti

MARGHERITA Davvero? Cacchio ma’ è tardissimo.. devo andare a scuola, alla

prima c’ho compito di Filosofia.

LUCREZIA Sì ma non correre col motorino

MARGHERITA Tranquilla ciao ma’.. (poi bacia Aurelio) ciao papone superfamoso..

AURELIO Ciao mollichella.. (Margherita esce, lui si rivolge alla moglie) E’ meglio

che mi muova anch’io, devo essere in centro fra venti minuti. Ti ricordi che stasera

abbiamo i biglietti per quello spettacolo shaolin che ti dicevo? Passo alle otto, fatti

trovare pronta.

LUCREZIA Oddio me l’ero dimenticato, non si può rimandare? Avevo promesso a

Cinzia che andavamo a vedere il nuovo film di Almodovar. Sta attraversando un

periodaccio, soffre di attacchi di panico da ritenzione idrica.. le farebbe bene uscire,

sgranchirsi un po’..

AURELIO Per una volta che ti propongo di fare qualcosa di diverso.. al cinema ci vai

domani, mentre lo spettacolo shaolin è l’ultima sera che lo replicano, Pachito dice che

è una cosa spettacolare..

LUCREZIA Ok, d’accordo, se lo dice Pachito.. (Aurelio le da un bacio volante ed

esce di scena) Amore.. (si avvicina alla porta) il Lasonil, casomai dovessi strapparti..

Aurelio sbuffa e prende il medicinale.

Musica. Buio.

Scena 2

La casa è vuota, siamo a metà pomeriggio. Fuori piove. In sottofondo i suoni del

temporale. Margherita è in agitazione. Aspetta l’arrivo di qualcuno di molto

importante. Canticchia mentre si finisce d’imbottire il reggiseno e aggiustare il

trucco. Suonano alla porta.. Margherita trasale.. si dà un’ultima aggiustata e va ad

aprire. Mamo entra in casa con fare baldanzoso.

MARGHERITA (emozionata) Ciao Mamo..

MAMO Bella..

MARGHERITA (un filo imbarazzata) Piove?

MAMO Te che dici? (sgrullandosi la testa saluta fuori scena) Buonasera..

MARGHERITA Non c’è nessuno.

MAMO (tra sé e sé) E questo è un buon inizio. Comunque l’ho trovata subito casa

tua, stai vicino al pub der Lombata.

MARGHERITA Sei fradicio.. v-vuoi.. ti prendo il phon?

MAMO Ma de che.. no, piuttosto ce l’hai un caricabatteria del Nokia? Me se sta a

scaricà il telefono..

MARGHERITA Nokia no, c’ho il Motorola.. me l’hanno regalato a Natale..

MAMO Ce l’avevo pur’io, è ‘na biusta, non pia mai..

MARGHERITA Infatti mi sa che lo cambio..

MAMO Bella casa tua. (curiosando per casa si mette a sbirciare le foto di famiglia

incorniciate) Attenzione, guarda quante foto.. (s’avvicina ad una foto) Questa sei tu

da bambina?

MARGHERITA Oddio sì, che grezza, non le guardare...

MAMO Sei carina.. questi chi sono? I tuoi?

MARGHERITA Sì, sono lui e mamma al Santuario di Padova..

MAMO Non si fanno mancare niente eh? Tua madre è una gran fica, sembra.. dai

quell’attrice famosa, quella che ha fatto quel film, l’anno scorso..

MARGHERITA Ah ho capito chi dici, hm..

MAMO Tuo padre c’ha la faccia da.. architetto?

MARGHERITA Quasi, è un avvocato fiscale.. e i tuoi che fanno?

MAMO Oltre a rompermi le palle? Papà è un odontostomatologo.. e mia madre lo

aiuta a consumare lo stipendio..

MARGHERITA Odontoche?

MAMO Sto-ma-to-lo-go. Comunque ora sono separati.. lui aspetta un figlio da una

modella albina di vent’anni..

MARGHERITA Ma che bella notizia.. avrai presto un fratellino!

MAMO Infatti me pia mezzo bene..

MARGHERITA Vuoi qualcosa da.. bere.. da mangiare.. un Duplo? Un.. tronky?

MAMO Una birretta se ce l’hai..

MARGHERITA Ho quella analcolica..

MAMO (disgustato dalla proposta) Quella analcolica fa rate..

MARGHERITA Infatti anch’io non la bevo mai. E’ che i miei sono astemi, cioè mio

padre no.. lui prima beveva ma adesso ha deciso di volersi bene.. s’è sgonfiato un

sacco da quando fa la dieta a zona..

MAMO Dieta a zona? (si stiracchia) Oh sto veramente tramato, devo proprio

smetterla col surf..

MARGHERITA Ma dai.. anche a me piace il surf.. una volta ho provato quand’ero in

villaggio, ma.. mi sa che non è proprio la stessa cosa..

MAMO (solenne) No, vedi.. quando sei lì.. tu e la tua tavola, sulla cresta dell’onda.. a

Santa Marinella.. ti senti veramente un Dio..

MARGHERITA (con un afflato di coraggio) Carola m’ha detto che ti sei lasciato con

Giulia.

MAMO Carola t’ha detto una bella cazzata perché io con Giulia c’ho avuto una tresca

e manco troppo seria.

MARGHERITA Lo so perché me l’ha detto Legno però lei non l’ha capito e diceva a

tutti che eri il suo uomo. Ha detto pure che ti volevi fare un tatuaggio col suo nome

sul polpaccio.

MAMO Ah! Io sul polpaccio me voglio fà il calendario azteca e questo lo sanno tutti,

quindi vedi che è na cazzara.

MARGHERITA Ma infatti è un po’ così..

MAMO Strano perché anch’io oggi ho parlato con Legno..

MARGHERITA Ah si, e che ti ha detto?

MAMO Che ha sentito Carola..

MARGHERITA E lei che dice?

MAMO Che tu hai detto..

MARGHERITA Che ho detto?

MAMO Che io sono..

MARGHERITA Tu sei?

MAMO Che sono carino..

Squilla il cellulare di Mamo. Risponde.

MAMO (al telefono) Bella cì.. eh no zi.. de che? Ma va?.. Si eh? (lancia uno sguardo

a Margherita) Vabè me lo racconti dopo .. te sallustio.. (attacca)

MAMO Eravamo al punto in cui tu dicevi che io ero carino..

MARGHERITA Be’ si può anche darsi che io l’abbia detto..

MAMO E sì ma non è un punto sul quale possiamo soprasssedere, se l’hai detto la

cosa complica di molto la faccenda..

MARGHERITA (sta al gioco) Mhm.. inizio ad avere paura..

MAMO Fai bene.. non sono mica venuto a pettinà le bambole.

MARGHERITA (si allontana di qualche passo) Ammettiamo che io l’abbia detto,

che penso che tu sia carino..

MAMO Magari la cosa è reciproca

MARGHERITA (sorpresa) Veramente io pensavo di starti antipatica..

MAMO Un po’ sul culo mi sei stata, ma perché non ti fili mai nessuno, anche a

scuola, te ne stai sempre per fatti tuoi, con le amichette, in settimana bianca famo

l’indianata famo l’indianata e poi te ne vai a dormì, ad un certo punto ho pensato che

mi evitavi apposta.

MARGHERITA E a te che ti frega? Sei sempre circondato di ragazzette..

MAMO Ok, ok sono un gaggio.. (annuisce colpevole ma orgoglioso) E’ dalle

elemenari che le pischelle muoiono per me, ma io non me ne approfitto, anzi, me ne

frego. Perché magari c’è n’è una sola che voglio..

MARGHERITA Non ti facevo così romantico.

MAMO (cambia atteggiamento) Ma ‘na sigaretta? Ce l’hai? Io le ho finite e me sto a

fumà sotto.

MARGHERITA N-non fumo.. però forse di là c’è un vecchio pacchetto di Capri che

ha dimenticato mia zia..

Mamo senza preavviso le pianta un bacio in piena bocca.

Quando si staccano entrambi fingono che non sia successo niente.

Mamo volge lo sguardo verso le fotografie.

MAMO Quelli sono i tuoi in montagna?

MARGHERITA Sì, sulle Dolomiti. Ci siamo stati a Natale, a Cortina d’Ampezzo.

MAMO (si concentra sulle foto) Anvedi tuo padre, modernissimo, pare Mazinga ..

MARGHERITA Se ci fai caso ha lo snowboard invece degli sci. Ha detto che voleva

aggiornarsi. S’è divertito come un pazzo, ha imparato subito.

MAMO E qui?

MARGHERITA Qui è lui con le stampelle, il primo giorno di riabilitazione del

ginocchio. Siamo stati a pranzo al Lago, l’abbiamo scattata lì..

MAMO (guarda l’orologio) Oh cazzo guarda che ore sono, me chiude il gommista (si

stiracchia, si tocca dappertutto per confermare la presenza di chiavi e cellulare)

Vabè ciccia ora ti piscio ma dopo ci smessaggiamo, ok?

MARGHERITA Ok.

MAMO Allora vado

MARGHERITA Sì..

MAMO Chiude er gommista.

MARGHERITA Ok.

MAMO Bella

MARGHERITA Ciao.

Mamo fa qualche passo all’indietro con le mani nelle tasche quindi scappa fuori

scena.

Scena 3

Notte. I genitori rientrano in casa continuando una discussione che si presume sia

cominciata ben prima.

LUCREZIA Dio aurelio come sei diventato pesante!

AURELIO Pesante? Ti ricordo che non ero io a dormire a bocca aperta durante lo

spettacolo, che non t’andava di vederlo s’era capito, ma russare in faccia ai monaci

shaolin magari potevi evitarlo, no?

LUCREZIA (isterica) Senti, mi sono addormentata dieci minuti, devo essere lapidata

per questo? Sono sfinita dalla giornata e quei quattro filippini che zompavano da tutte

le parti urlando come scimmie, dopo dieci minuti mi avevano sfranto! Insomma posso

essere libera di esprimere un giudizio?

AURELIO No se nemmeno ti sei degnata di guardarli. “Volavano” da una pertica

all’altra aggrappandosi coi piedi e sfidando le leggi della fisica, e questa non è una

cosa che si vede spesso in quelle merdose serate di cabaret dove mi trascini tu, a

vedere comici con le camicie sgargianti che fanno battute sul traffico o la puzza

d’ascella negli autobus! E per inciso, i monaci shaolin non erano filippini ma

mandarini.

LUCREZIA Come ti pare, io sono sfinita, dico solo che potresti apprezzare i miei

sforzi, invece di star lì a puntualizzare..

AURELIO Quali sforzi?

LUCREZIA Facciamo solo quello che piace a te. Dalla dieta, alle vacanze, alla scelta

del cinema, tutto. Ti assecondo in ogni modo, ho allineato i miei piaceri ai tuoi ed il

risultato è che tu regredisci, io non lo so cosa ti sta prendendo..

AURELIO Scusa, ma sforzi di che?

LUCREZIA Una volta eri molto più posato, non parlavi di “energia”, non avresti mai

letto La Profezia di Celestino, non avevi questa smania..

AURELIO (tono alto) Sforzi de che?

LUCREZIA (esasperata) Te ne dico una.. quel corso di reiki che mi hai obbligato a

frequentare?

AURELIO (incredulo) Hai detto che ti piaceva, che lo trovavi rigenerante.

LUCREZIA L’ho detto per compiacerti, ma mentre quei tizi pallidi mi tenevano le

mani sudaticcie sulla fronte per trenta minuti, io me sognavo le salviettine

rinfrescanti!

AURELIO (pausa, ferito) Sei gretta e senza speranza.

LUCREZIA Cosa hai detto?

AURELIO Ho detto che non c’è modo in questa casa di crescere, di cambiare, di

evolvere. Ne avevamo parlato Cristo Santo! S’era deciso di allargare gli orizzonti, di

fare lo sciopero del telecomando, leggerci un libro, andare a teatro, sperimentare

qualche variante culinaria e.. sessuale.. e invece l’unica cosa che riesce ad

entusiasmarti è.. Porta a Porta!

LUCREZIA Che esempio stupido è? Anche tu lo guardi sempre Porta a Porta!

AURELIO (alza il tono) La guardo perché sono obbligato, perché sugli altri canali c’è

il deserto del Sinai e perché spegnerla potrebbe farci correre il rischio di scambiare

due chiacchiere tra noi, e allora sì che sarebbe un dramma perché io e te non abbiamo

più niente da dirci da un pezzo!

LUCREZIA (amareggiata dalle parole di Aurelio crolla sulla poltrona, sull’orlo

delle lacrime) Io non ti capisco, ma che t’ho fatto? Perché mi parli in questo modo?

AURELIO (si placa) E’ perché mi sento diverso, sento che sto cambiando pelle, il

mio cuore è tutto un nodo, un groviglio.. non è mai troppo tardi per conoscersi

meglio, e non c’entra niente il lavoro o il successo con questo, sto pensando in

maniera obliqua lo capisci? Mi sembra di essermi svegliato da un lungo sonno e non

ho intenzione di riaddormentarmi più.

LUCREZIA Lungo sonno? Che vuoi dire? Che ti annoio? Non sono forse alla tua

altezza? Non ti stimolo abbastanza?

AURELIO (infervorato) Vorrei essere di più, sentirmi un eroe, salvare dei bambini da

un asilo in fiamme, andare nelle tende in Afghanistan.. e tu?

LUCREZIA Io cosa?

AURELIO Tu non mi lasci sbocciare, e io voglio sbocciare, capito, sbocciare..

LUCREZIA E sboccia!

AURELIO Così non ci riesco!

LUCREZIA Ma così come?

AURELIO Immerso in questa gelatina d’abitudini, in questa mediocrità casalinga.. le

cialde belga!

LUCREZIA (grida) Te le cucino con tanto amore!

AURELIO Ecco vedi, vedi, vedi, c’è una continua tensione, è logorante. Mi dispiace

Lucrezia, i nostri mondi stanno diventando incompatibili.

LUCREZIA I nostri mondi? Ma che è, una puntata di Star Trek?

AURELIO (gesto, offeso) E’ impossibile, io me ne vado a letto, domani devo alzarmi

alle sette.

Lucrezia (mentre lui esce) Ti ho già messo la sveglia.. sette meno un quarto.. (benchè

triste gli lancia un bacio)

La scena si rabbuia, fatta eccezione per un cono di luce su Lucrezia, muta e avvolta

da pensieri neri, che debolmente si spegne una manciata di secondi più tardi.

Scena 4

Proscenio. Madre e figlia sono per terra, entrambe si stanno depilando le gambe col

silkepil.

MARGHERITA Ahi! Fortuna che diceva “depilazione indolore”.

LUCREZIA Ma l’hai messa la crema prima? Per ammorbidire il bulbo, così il pelo

esce più facilmente e non fa male.

MARGHERITA Ecco perché, passamela.. (inizia a spalmarla sulle gambe)

Comunque è una vera tortura..

LUCREZIA Tesoro anche la donna discende dalla scimmia, l’importante è che il tuo

ragazzo non se ne ricordi accarezzandoti le gambe.

MARGHERITA Mamma! Ma che dici?

LUCREZIA Guarda che lo so che hai un corteggiatore, sono tua madre, mi basta

guardarti e so di te tutto quello che c’è da sapere.

MARGHERITA Non è vero.. cioè, non del tutto, e comunque “corteggiatore” non se

po’ sentì.

LUCREZIA Ok, lasciamo stare i sostantivi, come si chiama il tuo Romeo?

MARGHERITA Massimiliano, ma tutti lo chiamano Mamo.. frequenta il Quinto L, è

fichissimo, ha la moto, fa surf, a scuola piace a tutte, infatti adesso che sanno che noi..

(Piccola pausa) stiamo tipo-quasi-mezzo-insieme, mi odiano tutte.

LUCREZIA Sono felice amore, però devi promettermi che sulla moto con lui con ci

andrai mai.

MARGHERITA Promesso.

LUCREZIA Mi fido di te.

MARGHERITA (spegne il silkepil) Ma’?

LUCREZIA Sì?

MARGHERITA (confidenziale) Mi sa che mi sono innamorata..

Margherita e Lucrezia si abbracciano

LUCREZIA Ora si spiega quel sorrisetto luminoso che portavi in viso da un po’ di

giorni.. (sognante) ah, mi ricordi i tempi in cui conobbi tuo padre, anch’io mi sentivo

le farfalle nello stomaco, camminavo ad un metro da terra.

MARGHERITA Va tutto bene fra te e papà? Vi sento spesso litigare..

LUCREZIA Ma sì, no, è solo una crisi passeggera, un giorno s’è svegliato

accorgendosi di non essere più un ragazzo e gli è preso il panico.. vedrai che alla

prima colica gli si spengono i bollori..

MARGHERITA Se non avessi sposato papà, così dico per ipotesi, e potessi scegliere

adesso un nuovo fidanzato.. un attore, un calciatore, un politico, chi ti pare.. chi

sceglieresti?

LUCREZIA (ci pensa poco) Bruno Vespa.

MARGHERITA Bruno Vespa?

LUCREZIA Esatto. Bruno Vespa.

MARGHERITA No, non hai capito, ho detto “potendo scegliere”..

LUCREZIA Bruno Vespa. Lo trovo affascinante, sempre così ben vestito, così

garbato e poi mi piacciono molto i libri che scrive. E comunque non lo dico solo io,

da un sondaggio è risultato come uno degli uomini più sexy della tv.

MARGHERITA Mamma mi stai traumatizzando, poi non ti stupire se divento

anoressica.

LUCREZIA (sorride, si distrae per un attimo poi alza il viso e chiede a bruciapelo)

Secondo te dovrei rifarmi il seno? Sai, ci stavo pensando e..

MARGHERITA (sorpresa) Mamma no, non.. non lo so.. oddio, la mamma di Carola

se l’è rifatto ed è tutta contenta, dice che ora passa alla faccia.. ma tu.. dai tu non ne

hai bisogno.

LUCREZIA Io no, ma tuo padre sì.

Scena 5

Lucrezia è al telefono portatile, mentre si aggira per la cucina in abiti eleganti, dove

ha preparato una cenetta romantica per Aurelio.

LUCREZIA (al telefono) Tu dici.. no, non lo so, non è il tipo, è così impegnato nel

lavoro, non avrebbe il.. se ho notato? Ma no, niente di straordinario, sì forse si

profuma più del solito ma.. sì dei normali prodotti cosmetici, una crema idratante, un

gel contorno occhi.. no, della liposuzione ai glutei non ne ha più accennato.. non so

che dirti Cinzia, sto andando dritta dritta verso l’esaurimento nervoso, non dormo più,

sono continuamente agitata, ho gli attacchi di sudarella, mi sono assuefatta alla

valeriana.. hm? Prendere che?.. il Prozac? dici eh.. ok ma io non sono mica ancora ai

suoi livelli, non sento voci nella stanza anche quando sono sola.. (rumori di passi,

Aurelio sta tornando) E’ lui, è lui.. ti saluto, ci sentiamo domani.. sì ciao..

Lucrezia corre ad accendere la radio in cucina, sintonizzata su una stazione che

trasmette una canzone grondante romanticismo tipo Besame Mucho, si abbassa una

spallina del vestito, si sistema i capelli e si finge indaffarata e rapita dal ritmo.

Aurelio entra in cucina con la borsa della palestra.

AURELIO Ciao.

LUCREZIA (civettuola) Amore.. tanti auguri di buon anniversario. (lo bacia in bocca

con passione)

AURELIO Sei ubriaca?

LUCREZIA No, perché? Volevo solo essere carina con te.

AURELIO Ok sì, grazie.. tanti auguri tesoro, (inizia a spogliarsi) è arrivato il tapis

roulant?

LUCREZIA L’hanno consegnato stamattina. E’ ancora imballato, giù nel ripostiglio,

poi magari mi spieghi dove lo mettiamo visto che è enorme..

AURELIO Tremate maniglie dell’amore! (ridacchia) Margherita dov’è?

LUCREZIA Dorme da un amichetta..

AURELIO Da chi?

LUCREZIA Che t’importa, (maliziosa) per questa sera siamo soli..

Sulla scena cala un buio che la congela.

Il quadro di famiglia per un effetto luce si buca, rivelando Margherita e Mamo in

discoteca. Musica: Dancefloor degli Stylophonic. Luce strobo. I ragazzi che saltano

sul posto, urlando come indiavolati.

IN CORO Uuuuuuhhh!

MAMO (urla) Vuoi provare una cosa pazzesca?

MARGHERITA Si è pazzesco!

MAMO No, dico: la-vuoi-provare-una-cosa-pazzesca?

MARGHERITA Cosa?

MAMO Tanto stasera non devi tornare a casa, no?

MARGHERITA No, ma se mia madre chiama casa di Carola è la fine.

MAMO Tranca, apri la bocca.

MARGHERITA Perché?

MAMO Fidati.. apri la bocca..

MARGHERITA Ok ma cos’è?

MAMO Apri la bocca e chiudi gli occhi.. (Margherita esegue, lui le infila in bocca

una pastiglia) Ingoia.

MARGHERITA (tenendo la pasticca ancora in bocca, con un leggero difetto nel

parlare) Mi dici cos’è?

MAMO Il segreto della felicità.

MARGHERITA Una pasticca?

MAMO E’ purissima, MDMA, il principio attivo dell’extacy. Io ce sto a rota da ‘st

estate, a Ibiza se le magnavamo come le Vigorsol.

MARGHERITA Io c’ho paura dell’extacy, un amico di mio cugino c’è morto.

MAMO Non andà in para amò, te l’ho detto è roba purissima. Calcola che io me ne so

già calate due, non aver paura..

MARGHERITA Ok, basta che mi stai vicino..

MAMO Ti sto appiccicato come un cerotto bimba.. uuuhhhhh…..

MARGHERITA (ingoia la pasticca) Uuuuuuuuhhhhhh!

Buio.

Risale la luce in cucina e la scena si rianima da dove l’avevamo lasciata.

AURELIO (scrolla le spalle) Corro a farmi la doccia, poi ti racconto, oggi ho

scambiato quattro chiacchiere in sauna con Pachito, non hai idea di quello che mi ha

raccontato sulla Birmania, dopo ne parliamo.. (si slaccia i pantaloni, si sfila la

camicia) che prepari?

LUCREZIA Le spuntature in agrodolce, con contorno di mousse di melanzane e

asparagi al vino bianco, e per finire sbriciolata alla crema Chantilly e fragoline di

bosco.

AURELIO Amore non è che te la fai con Vissani mentre sono al lavoro? (la moglie

ride esageratamente alla battuta) No amore, non per me, mi fai del riso in bianco e

me lo metti in un piattino vicino al tonno naturale e alle gallette, grazie. (e la bacia

sulla fronte)

LUCREZIA (delusa) Neanche oggi che è il nostro anniversario puoi fare uno strappo?

AURELIO Dai Lucrezia ti prego non ci formalizziamo, non siamo mica a

Backingham Palace, ti voglio bene anche se mangio tonno al naturale anziché

spuntature di maiale al miele, voglio dire lo sai che mi appesantisco sui fianchi e poi

secondo la zona sarebbero più di quattro blocchi e.. (lei lo interrompe)

LUCREZIA Perché non hai detto ti amo?

AURELIO Eh? Ma che ti prende?

LUCREZIA Perché mi dici al massimo “ti voglio bene”..

AURELIO Perché ti voglio bene.

LUCREZIA Non mi ami?

AURELIO (prevenuto) E tu?

LUCREZIA Ma certo che ti amo.

AURELIO E.. allora ti amo anch’io, ma.. non siamo mica due ragazzini che devono

sempre dirsi ti amo o regalarsi i baci Perugina ogni tre per due..

LUCREZIA E perché no?

AURELIO Be’ perché.. (si arrampica sugli specchi) la cioccolata è ipercalorica, e poi

mi irrita l’intestino.

LUCREZIA Sono infelice.

AURELIO Sei ubriaca.

LUCREZIA Aurelio?

AURELIO Dimmi..

LUCREZIA Sento un irresistibile voglia di mandarti affanculo.

AURELIO (spazientito) Ti prego, facciamo finta che questa conversazione non sia

mai avvenuta, ora io vado di là a farmi la doccia e quando torno ci mettiamo a tavola

e ceniamo in armonia, consumando ognuno.. (si accavalla)

LUCREZIA Aurelio tu mi tradisci?

AURELIO Ma come ti salta in testa..?

LUCREZIA Mi tradisci?

AURELIO No!

LUCREZIA (Breve pausa) Ti ho fatto seguire da un investigatore privato, tipo Tom

Ponzi, e ti hanno fotografato con quella..

AURELIO (sorride) Ma di che parli? Quella chi?

LUCREZIA Ti hanno fotografato..

AURELIO Chi?

LUCREZIA Ti hanno fotografato Aurelio.. non negare, ti hanno fotografato con lei..

AURELIO Lei chi? Senti Lucrezia..

LUCREZIA Ti hanno fotografato.

AURELIO Sei impazzita?

LUCREZIA Ti hanno fotografato Aurelio!

AURELIO NON E’ VERO!

LUCREZIA (breve pausa) Infatti non è vero, volevo vedere come reagivi, scusa ma

l’altra sera a Porta a Porta hanno letto un sondaggio secondo cui il 50 % degli Italiani

è infedele. Così ho pensato che se non lo ero io.. allora dovevi esserlo tu e sono andata

in paranoia e..

AURELIO (profondo respiro) Vado a farmi la doccia e quando torno affrontiamo il

discorso “devo-andare-di-corsa-dall’-analista”.

Aurelio esce di scena, Lucrezia si avvicina al tavolo, sta per bere dal bicchiere quindi

lo poggia e si attacca direttamente alla bottiglia di vino da cui tracanna una feroce

sorsata. Buio.

Scena 6

Il quadro si buca. I genitori sono in macchina. Aurelio continua un discorso che

prosegue dall’inizio del viaggio. In sottofondo musica new age (suoni della foresta

durante l’acquazzone, canti tibetani etc.) che esce dallo stereo.

AURELIO E’ a partire dai quarant’anni che il cervello inizia a deteriorarsi. Si

perdono circa quarantamila neuroni al giorno, ed è qualcosa di poco evidente ma

costante, un’ erosione che è come una sorta di stillicidio delle nostre facoltà

intellettive. Ma questo è un processo per certi versi rallentabile, con delle sane

abitudini, ottimi integratori ed un po’ di brain training..

LUCREZIA Brain Training?

AURELIO Lucrè, una sorta di ginnastica mentale, per aumentare la memoria e

diminuire l’età cerebrale. Il cervello è come un muscolo, va allenato, tenuto in forma,

capito?

LUCREZIA (indicando un cartello che scorre lugo la strada) Aspetta, forse era lì..

non dovevamo girare? Come hai detto che si chiamava lo svincolo?

AURELIO No è sempre dritto, segui il navigatore.. (torna al vecchio discorso)

Comunque, l’altro giorno su Science ho letto questo articolo che mi ha sconvolto,

scritto da Samuelson, un bio-gerontologo di Cambridge, un luminare della materia,

che affermava che in un futuro neanche molto lontano la nostra vita potrebbe

allungarsi fino a 5000 anni.

LUCREZIA Ammazza! E la cattedra a Cambridge gliel’hanno lasciata dopo ‘sta

stronzata?

AURELIO Non la trovi una prospettiva affascinante? Cinquemila anni di emozioni..

LUCREZIA La trovo una prospettiva ripugnante, mi sento vecchia ora che ne ho

quarantadue, figurati quando ne compirò mille.. sarei la gioia del mio chirurgo

plastico.

AURELIO (distratto) Forse è vero quel che dice sempre Pachito, che l’essere umano

ha molto da imparare dagli alberi e dagli animali.. insomma perché una quercia riesce

a vivere anche tre, quattro o cinquecento anni? Perché le testuggini.. (lei si accavalla)

LUCREZIA Secondo me questo navigatore satellitare non funziona.

AURELIO Non essere ansiogena, funziona.. poi cos’è tutta questa smania di arrivare?

Se prima neanche ci volevi venire a questa cena.

LUCREZIA Appunto, prima arriviamo, prima ce ne andiamo.

AURELIO Che bel clima, è sempre un piacere uscire con te.

LUCREZIA E certo, ora dovrei anche essere esaltata perché mi porti ad una cena

“aiurvedica”?

AURELIO Scusa se ti ho fatto uscire. Preferivi stare in ciabatte, davanti alla tv, in

attesa dell’osteoporosi?

LUCREZIA Ho tanti di quei pensieri che ci mancava solo Pachito ed il suo invito a

riscoprire “la vera libertà dell’essere in due”.. ma andasse a cagare..

AURELIO Cosa c’è di male se è disposto ad aiutarci?

LUCREZIA (dura) Andiamo Aurelio, fai ride, c’hai quasi cinquant’anni, dovresti

comportarti da adulto responsabile, pensare al futuro, al nostro matrimonio che sta

andando a rotoli.. a nostra figlia, che sta crescendo senza una vera figura autoritaria,

invece di farti coglionare da ‘sta specie di fachiro che fa la capiroska..

AURELIO La capoeira!

LUCREZIA Quello che è, ma dico non ti senti un pizzico patetico ad occuparti

all’improvviso di iridologia, di bio-diversità, della “questione Birmania” e tutte quelle

altre minchiate new age che ti hanno mandato in pappa il cervello?

AURELIO Chiedo scusa Madre Teresa, forse hai ragione tu, come marito dovrei

limitarmi a pagare i conti, non mi è di certo concesso interessarmi a qualcosa che non

riguardi l’economia domestica.

LUCREZIA Ora non fare la vittima..

AURELIO Sei sempre così riluttante e impermeabile.. pensi di risolvere le tue

insicurezze con il sarcasmo, è per questo che non ci capiamo più. Peccato, da ragazza

non eri così..

LUCREZIA Da ragazza? Che vuol dire da ragazza? Che adesso sono una vecchia?

AURELIO Non ho detto questo.

LUCREZIA (esplode) E’ chiaro, ormai sono scaduta, una cariatide, ti eccito quanto la

Montalcini.. chissà quante troiette ci saranno in palestra, con le loro tette di plastica,

che s’ingozzano di alghe e fanno l’amore con i bastoncini d’incenso infilati su per il

culo!

AURELIO Ma di che stai parlando? Lucrezia calmati, stai diventando volgare..

LUCREZIA (gesto di stizza) Mi viene voglia di strapparti gli occhi solo per avere

qualcosa da tirarti in faccia.

AURELIO (ironico) Ti amo anch’io tesoro.

LUCREZIA Ferma la macchina.

AURELIO Perché?

LUCREZIA Ferma questa maledetta macchina.

AURELIO Per piacere Lucrezia, una sera che siamo riusciti ad uscire cerchiamo di

non rovinare tutto per.. (si accavalla)

LUCREZIA Portami a casa!

AURELIO Ho detto a Pachito che partecipavamo, lo sai che a queste cene i posti sono

numerati e non intendo.. (si accavalla)

LUCREZIA Allora avanti, portami da questo tuo fottutissimo fachiro ed io ti giuro

sulla testa di nostra figlia che appena si distrae gli infilo una forchetta in gola!

AURELIO (attimo di pausa) Torniamo a casa?

Buio.

Scena 7

La scena si anima nel salotto di casa Temperini dove Mamo e Margherita stanno

facendo l’amore, anche se il pubblico non li può vedere ma sentire, perché il tutto è

avvolto nel buio. I primi suoni che sentiamo sono quelli dei vestiti che scivolano via

dai corpi, quindi una serie di umidi sbaciucchiamenti.

MARGHERITA Mamo?

MAMO Eccolo.

MARGHERITA H-ho paura.

MAMO E perché? I tuoi so’ andati a cena fuori Roma, tornano tardi, te l’hanno detto

loro, mo’ però non vale stà in ansia tutta la sera.

MARGHERITA Non è quello, è solo che..

MAMO Rilassati piccola..

MARGHERITA Sono rilassata davvero io.. lo voglio fare è solo che per me, lo sai, è

la prima volta..

MAMO Ah. Be’ che posso dirti: “Benvenuta dalle mie parti, io sono Mamo e sono

arrapato fracico” (la morde)

MARGHERITA (breve risata, poi con tono ansante) Mi farai male?

MAMO Modestamente sì.

MARGHERITA Oddio no, ti prego.

MAMO (tenero) Dai colombina, sto a giocà, l’ho fatto cento volte, so come

muovermi, sarà bellissimo.

MARGHERITA Cento volte? Avevi detto molte meno.

MAMO Lo sai che non mi pice vantarmi. (bacio rumoroso, ansimi)

Sale una musica d’atmosfera. Una luce intermittente, calda e schizofrenica, illumina

per brevissimi istanti l’accoppiamento, regalandoci frammenti di scena. Al culmine,

dopo poco più d’un minuto, la melodia s’interrompe bruscamente.

MARGHERITA Che è stato?

MAMO Che è stato cosa?

MARGHERITA Cazzo sono i miei!

MAMO Porcooo.. (rivestendosi)

Dall’esterno sentiamo avvicinarsi le voci di Aurelio e Lucrezia che litigano

furiosamente. Improvvisamente si accendono tutte le luci di casa Temperini. Mamo e

Margherita, mezzi nudi, avvinghiati per terra si rialzano e rivestono

precipitosamente. A Mamo rimane una vistosa erezione anche sotto i pantaloni.

Entrano i genitori. Lucrezia scura in volto corre verso la camera da letto ed esce di

scena.

AURELIO (mentre entra in casa) Va bene, va bene, hai ragione tu, come ti pare, fine

delle trasmissioni. (vede Margherita e Mamo) Ciao amore, Massimiliano (il ragazzo

risponde con un cenno del capo, vago)

MARGHERITA Pa’, come mai siete tornati così presto?

AURELIO Chiedilo a quella sociopatica di tua madre.

MARGHERITA Cos’è successo?

AURELIO (minimizza) Ma niente, voi piuttosto, siete stati a cena fuori?

MAMO Infatti.

AURELIO E dove?

MARGHERITA Dal Putridone alla Maranella.

AURELIO Lo conosco.. (nostalgico) fa certe braciole di maiale..

MAMO Avoja, la carne di Giacobbe è la migliore di Roma.

MARGHERITA Sì buonissimo, poi domani ti racconto, ora accompagno Mamo giù

alla moto..

LUCREZIA (da lontano) Non stare troppo davanti al palazzo, lo sai che non mi piace.

MARGHERITA Ok, ok..

MAMO (mentre escono) ‘Derci.

Aurelio si adagia sul divano, si sfila le scarpe, prende in mano il telecomando ed

accende la tv. Torna Lucrezia, già in vestaglia e ancora su di giri.

LUCREZIA (mentre si strucca con un dischetto di cotone) E ora che fai? Guardi

Porta a Porta? Non dicevi che la tv era un tostapane con le immagini? Noto con

piacere che sei un maestro di coerenza..

AURELIO Ricominci?

LUCREZIA Sì Aurelio ricomincio, ricomincio, perchè io sono stufa, capito, stufa.

AURELIO Sai che ti ci vedrei proprio bene in una puntata di Casa Vianello?

LUCREZIA Bravo, fai pure il pagliaccio, i miei complimenti..

AURELIO Cerco di allentare la tensione ma se preferisci che ci scanniamo, per me va

bene. (con aria di sfida) Per vent’anni ho sempre e solo lavorato e pensato alla nostra

famiglia, non vi ho mai fatto mancare niente, ma ora è arrivato il momento che mi

occupi anche di me, della mia di vita.. perché io BRUCIO Lucrezia, BRUCIO,

BRUCIO come una casa in fiamme.

Aurelio esce. Lucrezia si lascia cadere sul piccolo divano del salotto, chiude gli

occhi, scendono le luci.

Scena 8

Si riaccende la luce su Lucrezia, addormentata sul divano. Suonano alla porta, una,

due volte. Lucrezia si alza e ciabatta fino all’ingresso. Aprendo la porta parte la

musica tipica della trasmissione Porta a Porta, il jingle di Via col Vento, che

sottolinea l’ingresso degli ospiti. Fumo che si espande per il salotto. Dall’alto una

pioggia di bolle di sapone. Lucrezia indietreggia. Di fronte a lei c’è Bruno Vespa2 che

la prende per mano e la coinvolge in un romantico ballo, un valzer allegro al termine

del quale la bacia con intensità e poi la fa riaccomodare sul divano.

Buio.

Scena 9

Colazione a casa Temperini. Il sole filtra dalla finestra, gli uccellini cinguettano sui

rami. Margherita non c’è. Lucrezia, provata dai litigi incessanti col marito, sta

comunque cercando di apparecchiare una bella tavola per la colazione mentre parla

fitto fitto e sottovoce al telefono con Cinzia. Arriva Aurelio, gravato da una serietà

che non promette nulla di buono.

LUCREZIA (al telefono) Oh senti, vedila come ti pare, secondo me non c’è

paragone.. a forza di tirarsi l’è venuta la pelle corta.. quella quando chiude gli occhi le

si apre il buco del culo.. (interrompe il cicaleccio) Buongiorno amore. (lui risponde

con un cenno del capo, al telefono) Ok, sì, sì, a dopo, ciao.. (attacca)

AURELIO Chi era al telefono?

LUCREZIA Luciano Moggi.. (ride) era Cinzia, chi vuoi che sia? Ieri è stata vedere il

Cirque Du Soleil e mi stava raccontando delle coreografie.. (Aurelio annuisce, senza

commenti ulteriori) C’è il giornale sul tavolo. Non ci crederai, il Re D’Italia è stato

arrestato per un presunto giro di prostituzione e videopoker..

AURELIO Stanotte ho fatto un sogno assurdo..

LUCREZIA Te l’avevo detto di andarci piano col Galbanino, la sera i formaggi sono

pesanti da digerire..

AURELIO C’eravamo io e la mia prostata, seduti uno di fianco all’altro, sul divano

del nostro salotto. E la prostata non era a grandezza naturale, ma sproporzionata.

Corpulenta e bitorzoluta, delle dimensioni di un uomo adulto, senza faccia ma con

gambe e braccia sottilissime. Era seduta vicino a me, teneva lei il telecomando. Di

tanto in tanto ci scambiavamo qualche commento su quello che passava in tv. Ad un

certo punto io dovevo andare in bagno, a fare pipì, ma non riuscivo ad alzarmi dal

2 Il personaggio di Bruno Vespa che indosserà un completo doppio petto blu ed una maschera, la cuiartificiosità conferma il fatto che ci troviamo all’interno di un sogno,, può essere interpretato dall’attoreche nel secondo atto reciterà nel ruolo di Pachito.

divano. Avevo lo stimolo fortissimo ma non potevo muovermi. Non so perché ma era

così.

LUCREZIA Secondo te la prostata nella smorfia napoletana che numero è?

AURELIO E’ da quando mi sono svegliato che mi arrovello sul significato di questo

sogno, di quella mia apatia, dell’immobilità.

LUCREZIA Magari è semplicemente il tuo inconscio che ti dice: “Ehi amico, lo

vogliamo fare questo salto dall’andrologo?”

AURELIO Magari fosse così semplice. Quella netta sensazione di paralisi ha a che

fare con me, con la mia dispersione d’energia in questa famiglia.

LUCREZIA (lo interrompe) Facciamo colazione? Ieri ho fatto una spesa che potrebbe

sfamare il Burundi..

AURELIO Sto cercando di dirti qualcosa di estremamente importante Lucrezia..

LUCREZIA E non puoi dirmela dopo colazione? Caffè?

AURELIO No, è importante, per entrambi..

LUCREZIA (cerca di evitare l’argomento, indaffarandosi con la colazione) Ok

niente caffè. Un bel bicchiere di latte scremato. Ti ci metto a fianco due Galletti?

AURELIO No.

LUCREZIA Le Macine? Ho anche le Macine..

AURELIO No, ti ringrazio.

LUCREZIA I Pan di Stelle?

AURELIO Lo sai che non..

LUCREZIA I Cuor di Mela? I Cuor di Mela?

AURELIO Per favore.. basta..

LUCREZIA I Tarallucci?

AURELIO Veramente, non voglio niente..

LUCREZIA Le Campagnole? I Baiocchi? Almeno due Baiocchi li mangi?

AURELIO Sei impazzita?

LUCREZIA (crolla, con un pugno colpisce il lavello) Allora fottiti, tu e le pale di

quel Mulino Bianco del cazzo!

AURELIO Calmati, ti prego non rendiamo la cosa ancora più difficile..

LUCREZIA (sembra aver ritrovato la calma) Sono calma, sono calma.. (breve pausa)

comunque se vuoi ci sono i Kinder Gran Cereali.

AURELIO Cristo non ho fame!

LUCREZIA (candida) Vuoi diventare anoressico?

AURELIO (brusco) Voglio separarmi.

Un rintocco cupo di campane squarcia l’ambiente. Lucrezia e Aurelio si

interrompono, guardandosi intorno circospetti, poi continuano:

LUCREZIA E’ qualcosa che ha a che fare con la dieta dissociata? Ti prego dimmi di

sì.

AURELIO Quando due elefanti litigano a farne le spese sono sempre i fili d’erba.

LUCREZIA Eh?

AURELIO Per favore Lucrezia, siediti un secondo, ascoltami

LUCREZIA (sedendosi) Ok ma io aspetto ancora che tu dica: “scherzo”.

AURELIO Parlo di nostra figlia. E’ lei che fa le spese di questo nostro continuo

litigare, non è giusto. C’ho pensato a lungo, e l’unica soluzione per sbrogliare questa

matassa adesso è che io mi allontani, che mi prenda un appartamento per conto mio,

che mi focalizzi sui principi fondamentali che regolano la mia esistenza..

LUCREZIA E se provassi invece con i barbiturici? Si dice che facciano miracoli,

magari è solo una questione di squilibri ormonali, qualche ghiandola che non secerne.

A volte sai, un enzima, una vitamina, se c’è qualche valore sballato il cervello ne

risente subito.. te lo ricordi Marietto, il figlio del portiere?

AURELIO Quello? Era uno schizofrenico!

LUCREZIA Ma non è forse guarito da quando prende gli psicofarmaci?

AURELIO Non riesce a chiudere le palpebre contemporaneamente e passa tutto il

giorno in guardiola a sbavare sulla posta, se per te quello significa guarito.

LUCREZIA Magari con del Prozac. Cinzia dice che preso due volte al giorno, con

meticolosità, senza esagerare nelle dosi..

AURELIO E da quando Cinzia, oltre a telefonare ai programmi di Cucuzza, si è

messa a prescrivere farmaci?

LUCREZIA Sto solo dicendo che esistono tutta una serie di rimedi per delle coppie in

crisi.

AURELIO Fidati di me.

LUCREZIA Sei sicuro che non stiamo parlando di un’altra donna?

AURELIO (scuote la testa, sorride) Ti farebbe sentire meglio?

LUCREZIA (rassegnata) Mi sarebbe più facile odiarti.

Buio.

II ATTO

“La squisita arte dell’ospitalità”

Scena 1

Buio in sala. Il sipario è chiuso. Una musica suadente e profonda si spande insieme

alle luci fucsia che illuminano tenui la platea. Cresce anche il respiro affannoso e i

gemiti di una ragazza che sta facendo sesso. Al culmine dei suoi respiri, luci e musica

s’arrestano, facendo ripiombare il pubblico nell’oscurità più assoluta. La voce di

Margherita si fa strada nel buio:

MARGHERITA (VFC) Caro Diario, l’ho fatto, ho tradito quel bastardo di Mamo con

Luca Mei, il pusher della scuola. Così almeno posso dire che siamo pari, visto che lui

s’è fatto quel cesso di Lavinia in gita per tre notti, mentre io ero a casa con la

mononucleosi. Bastardo. Comunque non è stata una gran vendetta, non mi è piaciuto

per niente e subito dopo mi è venuto da piangere. Essere adolescente fa schifo. Essere

figlia unica fa schifo. E anche la mia scuola fa schifo. Non lo so che mi succede, è

tutto un gran casino ed io mi sento sempre più sola. Forse sono solo un po’ depressa,

per via della separazione dei miei e le corna di Mamo e i professori che mi stressano..

Margherita spunta fra le quinte del sipario, illuminata da un’occhio di bue. Si

risistema adosso gli abiti succinti, da adulta più che da adolescente, ed ha un forte

trucco a sottolineare l’acerba bellezza del suo viso.

MARGHERITA (al pubblico) Per fortuna che c’è il Prozac. Lo prendo nei momenti

di crisi, dall’armadietto nel bagno di mamma. Tanto lei è talmente stordita che mica

se ne accorge. Lo conoscete il Prozac? E’ un farmaco antidepressivo che ha fatto la

felicità di generazioni di depressi. Lavora normalizzando l’equilibrio dei naturali

messaggeri chimici del cervello, modificando i livelli cerebrali di serotonina. In poche

parole.. ci aiuta a sentirci meglio, a sorridere alla vita, che anche quando si rivela

tragica ed incomprensibile, non deve mai farci dimenticare la sua infinita capacità

incantatoria.. (ampio sorriso, lieve pausa poi con voce squillante, a ritmo serrato) Gli

effetti collaterali più comuni del Prozac sono: sogni anormali, pensieri anormali,

agitazione, tremore, ansia, bronchite, diarrea, febbre, vertigine, sonnolenza, bocca

asciutta, mal di testa, prurito, dolore muscolare, nausea, nervosismo, infiammazione

del seno, perdita o aumento di peso, acne, esclamazioni improvvise anormali,

(l’occhio di bue lentamente s’affievolisce insieme alla voce di Margherita che

continua ad enumerare gli effetti collaterali) congiuntivite, convulsioni, gonfiore

facciale per ritenzione di liquidi, perdita di capelli, intolleranza alla luce, mancanza di

coordinazione muscolare, disordini ovarici, reazione paranoica…

La luce si affievolisce fino a farci ingoiare dal buio.

Scena 2

Il sipario si schiude su casa Temperini, qualche giorno prima della vigilia di Natale.

E’ notte fonda. Lucrezia, con la sola lingerie indosso, coperta da un vistosissimo

kimono di seta, sta finendo di addobbare la casa per la cena del giorno seguente. Ci

sono scatole colorate e cesti regalo sparsi intorno al sontuoso albero di Natale, cui

mancano pochi ritocchi. In questo esatto momento però Lucrezia sta prendendo una

compressa di Prozac con un bicchiere d’acqua che tracanna di seguito. Un profondo

respiro poi torna ad occuparsi delle decorazioni e della tavola da apparecchiare, con

una pastosità nei movimenti, ed un’espressione di tenera distrazione in viso.

LUCREZIA (tono confidenziale, come se Bruno fosse lì seduto da qualche parte nella

stanza) Capito Bruno, e te, come va? La tua famiglia? Tutto bene? Stai scrivendo un

nuovo libro? Non vedo l’ora di leggerlo. (mentre apparecchia) Io e Aurelio ci siamo

separati. In verità è stata una sua decisione, ora s’è preso un grande loft in centro e

frequenta assiduamente questo tizio, Pachito. Non lo so. All’inizio ho pensato che

fosse diventato gay, forse l’ho sperato, ma la faccenda è molto più grave. E intanto la

mia bambina sta diventando donna. Anche per lei questi ultimi tempi non sono stati

certo un carnevale. Credo le manchi il papà, fa finta di niente ma io so che è così. La

mia analista dice che Aurelio ha subito una regressione, in parte dovuta a mie carenze

ed in parte alla circonvenzione attuata da Pachito in un momento di sua fragilità

emotiva. (lieve pausa) Non ho capito che diavolo volesse dire la mia analista, ma gli

ho fatto cenno di sì, con quello che la pago. Aurelio ha fatto un lungo viaggio in

Nuova Zelanda quest’estate, ora va al lavoro in bicicletta, mangia spesso il tofu, sta

imparando il Giapponese mentre io.. mi sembra di non essermi mai mossa da questo

salotto. (le cade dalle mani una grande pallina che si schianta a terra con un colpo

sordo; Lucrezia sorride, immobile, breve pausa) Hanno tutti una gran paura della

morte, ma io so che c’è qualcosa di peggio: cessare di esistere per la persona che ami

quando sei ancora in vita. Ti chiedi come sia potuto accadere senza trovare una

risposta plausibile. Sono momenti che ti segnano, momenti in cui credi di non farcela,

ma con un po’ di buon senso ed una massiccia dose di Prozac, si riescono a superare

montagne che credevamo invalicabili. (Scuote la testa, assorta) Sai l’altra notte ho

sognato di essere in seggiovia, completamente nuda ma col viso dipinto come il

pagliaccio di Mac Donald; ero seduta accanto a Giovanni Rana, offeso a morte perché

non avevo mai assaggiato i suoi sfogliavelo alla zucca. Secondo te cosa significa?

Bah.. (ricomincia ad addobbare la casa) Ma non voglio darti l’idea che la famiglia

Temperini sia alla deriva. Sono sicura che tutto tornerà come prima, che ne usciremo

rinforzati da questa crisi. Tra qualche giorno sarà la vigilia di Natale e per l’occasione

ho invitato Aurelio e Pachito a cena. Lo so cosa stai pensando Bruno, che tu al posto

mio non l’avresti mai fatto; ma in questa vita imprevedibile e paradossale, dimostrarsi

sorridenti e disponibili di fronte ai nostri nemici, insomma perdonarli, non è forse

l’unico modo che ci rimane per sopravvivere degnamente?

Rumori. La chiave nella toppa. La porta si apre. Entra Margherita, con lo zaino in

spalla.

LUCREZIA Tesoro, ciao, come è andata a scuola?

MARGHERITA (piuttosto stupita) Mamma.. ma che stai facendo?

LUCREZIA Davo gli ultimi ritocchi all’albero.

MARGHERITA Ma sono le tre e un quarto del mattino!

LUCREZIA (un po’ intorpidita) Davvero? E’ così tardi? Non riuscivo a dormire, il

programma di Marzullo era già finito e così..

MARGHERITA Ma come ti sei vestita?

LUCREZIA No è che mi sentivo un po’ giù e allora....

MARGHERITA Eri al telefono?

LUCREZIA Al telefono?

MARGHERITA Entrando, ti ho sentito che parlavi, con chi parlavi?

LUCREZIA (sorride) Oh.. io.. no, sì, stavo solo pensando ad alta voce. Ma.. come

mai hai fatto così tardi?

MARGHERITA Sono stata in giro con Mamo, abbiamo litigato a morte..

LUCREZIA Va tutto bene fra di voi?

MARGHERITA (triste) Ci siamo lasciati.

LUCREZIA Davvero? Mi.. mi dispiace.. perché?

MARGHERITA Mi ha messo le corna.

LUCREZIA Questo non è carino da parte sua.

MARGHERITA (perentoria) La prossima volta che lo vedo a scuola lo sgozzo.

LUCREZIA Sì certo questa è una possibilità, un’altra sarebbe, magari.. provare a

parlargli..

MARGHERITA Per dirci che? E’ andato con Lavinia, una dell’ultimo anno che

oltretutto è pure un cesso, capisci?

LUCREZIA La mia analista dice che non esistono donne brutte, ma solo uomini poco

ubriachi.

MARGHERITA (aiutando la madre ad apparecchiare) La tua analista è un lesbicone

di sessant’anni con i baffi, non li prenderei alla lettera i suoi consigli sugli uomini..

LUCREZIA Margherita! Ma che linguaggio è? E poi non è lesbica, è divorziata.

MARGHERITA (adombrata) Comunque c’ha i baffi..

LUCREZIA (comprensiva) Lo ami ancora?

MARGHERITA (pausa, sposta una pallina da un ramo all’altro) Sì.

LUCREZIA Allora forse dovresti perdonarlo.

MARGHERITA Mai, piuttosto lo castro! C’è andato solo perché lei è più grande di

me.

LUCREZIA (la modera) Amore ti assicuro che crescendo cambierà idea su questo

punto. (in uno spiraglio di lucidità) ma domani non hai scuola?

MARGHERITA Sì ma non ci vado. Ho le mie cose, sto troppo male.

LUCREZIA (la madre corre a prendere il vassoio dei medicinali) Amore potevi dirlo

subito. Vuoi un Aulin? Del Buscopan? Del Buscofen?

MARGHERITA Già presi.

LUCREZIA Amore, ti vedo proprio giù.. vieni qui, fatti abbracciare.. (Margherita si

tuffa nell’abbaraccio della madre) ..ah.. la mia bambina.. dimmi, cos’è che ti

preoccupa?

MARGHERITA (con la testa sulla sua spalla) Davanti all’ingresso di scuola hanno

fatto una scritta su di me con la vernice spray.

LUCREZIA E cos’avranno scritto?

MARGHERITA “Margherita Temperini fa le pompe ai cani morti”.

LUCREZIA (pausa, deglutisce, poi accomodante) Magari è un caso di omonimia..

MARGHERITA (si libera dell’abbraccio ed estrae dalla borsa una sigaretta) Voglio

cambiare scuola, anzi non voglio più andarci a scuola, mi presento da privatista e mi

compro la commissione.. (l’accende)

LUCREZIA (sorpresa ma stordita) Margherita! Tu fumi?

MARGHERITA Sono quattro mesi che fumo mamma, adesso non cominciare..

LUCREZIA Fumare uccide le donne incinta. E invecchia la pelle.

MARGHERITA Ti prego ma’.. già sono nervosa.. una sigaretta che vuoi che fa?

LUCREZIA Io non credo che tuo padre approverebbe.

MARGHERITA L’ultima volta che sono stata a pranzo da papà ci siamo fumati una

canna insieme.

LUCREZIA Una canna? Tuo.. tuo padre si droga?

MARGHERITA Ma che dici? Fuma solo un po’ di marijuana. Dice che lo aiuta a

portare a spasso il suo karma.

LUCREZIA Il Signore sia lodato. (sistema bene un fiocchetto ramato) Te l’ho detto

che l’ho invitato per la Vigilia? Gli ho detto di portare anche Pachito.

MARGHERITA (indispettita) Cosa? E’ la tua analista che t’ha consigliato di farlo?

LUCREZIA No, no.. io.. ho pensato che ti avrebbe fatto piacere, riunire la famiglia

per Natale, come ai vecchi tempi, scambiarci i regali, cantare qualche canzone..

MARGHERITA Non abbiamo mai cantato le canzoni di natale mamma, siamo stonati

come campane!

LUCREZIA Non dire così.

MARGHERITA Lo trovo di un’ipocrisia imbarazzante, fare finta di essere una

famigliola felice solo perché è Natale.

LUCREZIA Ma noi siamo una famiglia felice, una famiglia felice che sta solo

attraversando un periodo di..

MARGHERITA (brusca) Un periodo di che?

LUCREZIA Un periodo di.. turbolenza, di transizione..

MARGHERITA Mamma, papà è scappato, come un qualunque stronzo egoista..

LUCREZIA Non parlare così di tuo padre, tuo padre non è scappato.. sta capendo.

MARGHERITA Ma capendo cosa? E poi Pachito che c’entra?

LUCREZIA Ho pensato che fosse sbagliato continuare a tenere la testa sotto la

sabbia, insomma se per tuo padre Pachito è diventato una pedina tanto fondamentale,

be’.. voglio conoscerlo, cercare di capirlo..

MARGHERITA Io l’ho conosciuto, a pranzo da papà, faceva tanto il santone, il

tuttologo. Ha cucinato dei piatti thailandesi, tipo riso e gamberi al cocco, una merda.

E poi non è brasiliano manco un po’. Secondo me è un truffatore, altro che guru..

quello prima ti fa chiudere gli occhi per guardare meglio dentro te stesso, e intanto ti

falsifica la firma sugli assegni.

LUCREZIA Sciocchezze. A quanto pare sono l’unica a non averlo mai conosciuto.

Ho voglia di sincerarmi, di confrontarmi, anche la mia analista dice che.. (Margherita

l’interrompe)

MARGHERITA Senti fai come ti pare, secondo me è grottesco, a meno che tu non

abbia in mente un tentativo di avvelenamento..

LUCREZIA Come primo pensavo di fare una piatto esotico... che dici? Pasta al

tonno?

MARGHERITA Io me ne vado a letto.. sono distrutta.. (esce con dei flebili lamenti)

LUCREZIA (le grida da lontano) Se vuoi l’Aulin è nel mio armadietto in bagno.

Lucrezia rimane da sola. Appende un altro paio di palle ed un filo di perle intorno

all’albero.

LUCREZIA (sottovoce) Bruno? Bruno ci sei? Sei ancora lì? Tu sei d’accordo con me

vero? Dimmi di sì.. dimmi che mi capisci, Bruno.. Bruno?

Buio.

Scena 3

Una musica sostenuta e dal sapore natalizio accompagna l’inizio della scena. Le luci

si accendono sul bell’appartamento della famiglia Temperini, la notte della Vigilia di

Natale. L’albero è finalmente completo, carico d’addobbi e sfavillante di luci. Il

tavolo della cucina è stato allungato e spostato verso il centro del palcoscenico.

Lucrezia già vestita per la cena con un elegante tailleur coperto dal grembiule della

cucina, è indaffarata con gli ultimi ritocchi al banchetto luculliano cucinato per

l’occasione.

LUCREZIA (fra sé) Il vino in frigo, lo Champagne in freezer, e le tartine? Le metto

giù? O aspetto? Bruno che dici aspetto? Sì aspetto, meglio, oddio!.. il fois gras, devo

preparare il fois gras, dov’è il vassoio lungo? Dov’è? (cerca, poi si ferma, come a

pensare)

Dalla porta d’ingresso entra Margherita, ancora col casco in testa, raggiante, con

una vistosa benda sul braccio destro ed una grossa busta regalo che molla sotto

l’albero.

MARGHERITA (raggiante, la bacia) Ciao mami..

LUCREZIA Cucciolo finalmente, sei in ritardo, papà sta per arrivare, guarda che ore

sono, corri a cambiarti..

MARGHERITA (in uno slancio di gioia abbraccia e bacia la madre) Mammina

grandi notizie.. sono incinta!

LUCREZIA Non stasera tesoro è già tardi e.. (realizza) sei incinta?

MARGHERITA (ridendo di gusto, ruba un’oliva dal tavolo) Dai scherzavo, volevo

vedere come reagivi, ammazza come sei tesa.

LUCREZIA Mi è venuto un mezzo infarto, ora per favore vatti a cambiare che stanno

arrivando.. e smettila di rovinare la tavola..

MARGHERITA Ok sì, vado.. ah, senti, c’è anche Mamo a cena con noi..

LUCREZIA Mamo? Ma non avevate rotto?

MARGHERITA Ci siamo rimessi insieme. Lo amo troppo. Mi ha scritto una lettera

dolcissima, è praticamente tornato in ginocchio dicendo che io ero la sua compagna

cosmica, che Lavinia è una crosta e mi ha chiesto di sposarlo..

LUCREZIA Bene, e tu che gli hai risposto?

MARGHERITA Gli ho detto di sì. E l’abbiamo fatto!

LUCREZIA (preoccupata) Fatto cosa?

MARGHERITA Il matrimonio punk!

LUCREZIA (fra sé) Dio ti ringrazio, è un matrimonio punk. (a Magherita) E in cosa

consiste questo matrimonio punk?

MARGHERITA Be’ ci sono delle formule da pronunciare, un giuramento e lo

scambio di tatuaggi.. è come un rituale sacro..

LUCREZIA Scusa puoi ripetere? Mi era sembrato che tu dicessi tatuaggio.

MARGHERITA Il matrimonio punk è così, ci siamo fatti entrambi lo stesso

tatuaggio, qui sulla spalla.. (mostra alla madre il tatuaggio sotto la benda) guarda che

tzamarra..

LUCREZIA (contrariata) Ok e tra quanto se ne va?

MARGHERITA Cosa?

LUCREZIA Questa tzamarrata.

MARGHERITA Mai, il tatuaggio se ne va via con l’anima.

LUCREZIA Si be’, questo è tutto da vedere, ora fila a cambiarti..

Suonano alla porta, Lucrezia salta sul posto.

MARGHERITA Questo dev’essere Mamo, gli ho detto di venire prima..

LUCREZIA Ok apro io, tu vai, presto, cambiati..

Lucrezia apre la porta di casa. Entra Mamo con un Tartufone ed un Pan forte.

LUCREZIA Massimiliano, buon Natale, sono felice che tu stia a cena con noi, vieni

entra pure..

MAMO (forzatamente educato) Buon Natale signora Temperini, vedo che scoppia di

felicità, le ho portato un Tartufone ed un Pan forte.. dove li piazzo?

LUCREZIA Ma non dovevi, che pensiero gentile, mettili pure vicino all’albero.

MAMO Bella.

LUCREZIA (mentre aggiunge il posto di Mamo a tavola) Ai tuoi non dispiace che

festeggi con noi la Vigilia? Magari dopo gli facciamo uno squillo..

MAMO Papà è in Thailandia a fare rafting con la nuova moglie albina e mamma per

ripicca s’è rifatta il naso; ora è a casa tutta bendata che sbava in un bicchiere.

LUCREZIA Poverina, deve aver sofferto tanto, e la lasci sola in un momento come

questo?

MAMO Non è sola, abbiamo la parabola. (sistema i pacchi sotto l’albero) E lei con

suo marito?

LUCREZIA Immagino che Margherita ti abbia raccontato..

MAMO Mi ha detto che siete separati. Come i miei. Anche papà se ne è andato di

casa in cerca di sé stesso. La moglie quasi minorenne è stata una coincidenza. Ma

questo non è il caso di suo marito, no?

LUCREZIA (ride sommessamente) Per l’amor di Dio no.. Aurelio ha tutt’altro per la

testa.. stasera verrà accompagnato da una persona importante, un guru.. (Mamo

annuisce scettico)

Suonano alla porta. A Lucrezia per la sorpresa schizza via la forchetta dalle mani.

LUCREZIA Sono loro, sono loro.. oddio, (a Mamo) come sto? Mi suda la schiena? (si

sfila il grembiule, si riavvia i capelli, s’aggiusta il decolleté, recupera l’aplomb con

un esercizio di respirazione e apre) Buon Natale!

AURELIO (entrando di slancio) Merry, merry, merry Christmas!

Entrano Aurelio e Pachito, carichi di pacchi dono e buste ricolme. Pachito è un

giovane uomo aitante, dalla voluminosa capigliatura ed un pizzetto folto che pende

dal mento come una coda. Indossa un kimono arancione di seta, allo stesso tempo

sacro ed elegante. Ai piedi dei sandali spartani. Sulla fronte dipinto con la vernice

rossa, il terzo occhio. Calmo come una vacca indù, ma curioso di tutto. Il suo

contegno è a metà fra quello di un prete e di una vecchia signora sofisticata. Non fa

che sorridere ed annuire, con un sospiro sonoro che ricorda l’Hi del Maestro Miaghi

in Karate Kid.

Aurelio veste alla maniera di Pachito, stessa collana e cerchietto rosso sulla fronte.

Pachito porta in dono un vasetto avvolto nella stoffa.

AURELIO Pachito ti presento la Famiglia Temperini, mia moglie Lucrezia (a queste

parole Lucrezia s’illumina tutta come un fiore che sboccia al sole)

Entra Margherita vestita di rosso, felice e radiosa.

MARGHERITA Ciao papi..

AURELIO Amore (la sua allegria sale di tono, a Pachito) eccola, Margherita già la

conosci, l’ottava meraviglia del mondo.. e lui è Massimiliano, il suo fidanzatino.

MAMO (fra sé) Fidanzatino un par di palle..

Pachito congiunge le mani con un sonoro sospiro, compiendo un mezzo inchino

pacifista come segno di saluto. Ripete il gesto verso ognuno dei presenti, quando

arriva a Mamo:

MAMO Piacere Mamo, bella tunica..

AURELIO Allora Pachito, che ti dicevo? Non è un gran bell’appartamento? E guarda

che vista. E poi il silenzio, la notte c’è una tale quiete che sembra di stare

sull’Himalaya.

PACHITO Sono incantato dalla tua terza pelle Aurelio.. (annuisce, gli occhi chiusi)

Avverto una palpabile energia positiva, mi si scuotono tutti i chakra.. (Mamo

sghignazza, Margherita gli fa eco) Grazie ancora per avermi invitato Lucrezia, ti do

del tu? Possiamo darci del tu?

LUCREZIA (spaesata) Immagino di sì, del tu, perché no? (corre in cucina) scusate..

il forno.. voi attaccate pure gli antipasti, (alla figlia) Marghi ci pensi tu?

AURELIO (mentre abbraccia calorosamente Margherita) Vedo che avete fatto dei

piccoli cambiamenti, brave, mi piace, siete diventate delle arredatrici..

MAMO (a Pachito, mentre assaggia gli antipasti) Scusa ti posso fà una domanda?

PACHITO Anche più di una.

MAMO Quanti anni c’hai?

PACHITO Quarantanove.

MAMO Dai serio..

PACHITO E’ la verità, mio simpatico amico, che sembro più giovane me lo dicono in

molti ma è per via dell’alimentazione. Noi siamo quello che mangiamo.

MAMO Vabè senti, visto che sei mago, lo sai togliere il malocchio?

PACHITO (a Mamo) Oh no, no.. sono solo un uomo curioso che crede nelle proprie

potenzialità, mio simpatico amico.

MAMO Comunque, simpatico amico c’hai le pupille dilatate, me sa che.. (gesto del

fumare) eh? Prima de venì? eh? (Pachito risponde con un sonoro sospiro)

AURELIO (passando una banconota da cinquecento euro a Margherita) Questi sono

per te, li spendi come vuoi, (bacio) non dir niente a nessuno..

MARGHERITA (tutta felice) Papi! Cinquecento euro da aggiungere ai miei risparmi

per uccidere Gigi D’Alessio, grazie! (corre fuori scena)

AURELIO (richiamandola con un altro biglietto da 500 in mano) E questi sono per la

Tatangelo. (Margherita afferra e ringrazia correndo fuori scena)

PACHITO (a Lucrezia, tornata dalla cucina) Muchas felicidades Lucrezia, questo è

per te, un piccolo dono, per aiutarti nel tuo percorso.. (le porge il vasetto di

marmellata)

AURELIO Oh sì, giusto.. sorpresone..

LUCREZIA Grazie Pachito, non dovev disturbarti, cos’è? Marmellata? (svita il

tappo)

AURELIO (divertito) Decisamente non è marmellata.

PACHITO E’ Placenta.

LUCREZIA Marmellata di che?

AURELIO Placenta, placenta umana. E’ molto rara, ed è freschissima, tutta roba

ultracontrollata, sicura al cento per cento.

LUCREZIA (smarrita) Forse ho esagerato col Prozac.. mi era sembrato di sentirvi

dire “placenta”.

AURELIO Ecco appunto, lascia stare quei veleni e passa alla medicina alternativa.

Oltre ad essere un fortissimo antiossidante, è un toccasana per le ossa e in generale

per tutti i tessuti molli. E’ praticamente legale.. non fare quella faccia adesso su..

LUCREZIA Faccia? Quale faccia? Grazie, no, è un pensiero originale, davvero..

troveremo il tempo di assaggiarla.. ora, che faccio, a metto in frigo?

PACHITO In frigo andrà benissimo Lucrezia.

MARGHERITA (tornata in scena) Dio papà ma che orrore.. davvero ti sei messo a

mangiare la placenta?

AURELIO Tesoro non c’è niente di straordinario nell’assumere placenta, è un

normale alimento ok?

PACHITO La prende anche Tom Cruise.

MAMO (a Margherita, tra i denti) E sticazzi, fa schifo uguale.

AURELIO (si muove in salotto, verso l’albero) Ma fammi vedere quest’albero.. be’

Lucrezia quest’anno ti sei proprio superata, guarda le lucine, e quel puntale.. così

vistoso..

LUCREZIA Grazie, ma è anche merito di Cinzia, che mi ha dato l’idea dei fiocchetti

ramati che fanno pan dan col filo di perle..

PACHITO Gran bel puntale Lucrezia, narisha mansala.

LUCREZIA (ghigna, non troppo convinta che si tratti di un complimento) Sì.

Spumante?

PACHITO Di solito non bevo, ma un cicchetto lo prendo volentieri insieme a voi.

AURELIO Si forza, mettiamoci a tavola, muoio di fame. Un po’ di musica in

sottofondo? Ho scaricato un paio di mp3 che volevo fare ascoltare a Margherita.

MARGHERITA (disillusa) Altra new Age, pa’?

AURELIO (controllando nelle borse che ha portato) New Age? (li trova) Questa è

psycho navigation..

MAMO Come ci sediamo?

PACHITO (alza le mani) Scusate.. avrei bisogno del bagno..

LUCREZIA Prima porta a destra.

PACHITO (mezzo inchino, mani giunte) Narisha mansala.

Pachito esce.

Buio.

Scena 4

Durante la cena. A tavola si respira una gradazione alcolica piuttosto elevata. I due

che lo danno più a vedere sono Mamo e Margherita. Pachito tiene banco.

PACHITO (controllando il contenuto del suo bicchiere di vino in controluce) Solo se

conosce la ragnatela, la mosca può evitare la fine che il ragno si attende. Stesso

discorso vale per i pesci. Avere gli occhi sui lati non è una scusante per finire in

padella. (Lucrezia ride, ma subito si accorge che forse no era il caso) L’unica via di

fuga oggi, è la rivoluzione portata avanti dalla controinformazione, presente in

massima parte nell’universo di Internet. Voi frequentate Internet?

LUCREZIA Io sono ancora ferma al gradino: come accendere il computer.. ma

appena trovo quella doppiaspina..

MAMO Io ci scarico l’impossibile.

MARGHERITA Io lo uso per chattare.

AURELIO Per me è stato uno shock, ma piano piano, articolo dopo articolo.. perché

vedete, tutto sta ad informarsi, avere una strategia..

PACHITO (Mamo fa finta di addormentarsi, Margherita trattiene a stento le risate)

La verità è che il progresso, così come ce lo vogliono far intendere, è una forma

sempre più sofisticata di alienazione e stupidità.

AURELIO E provoca irrimediabilmente guerra.

PACHITO (riempienosi il piatto) L’odio vende, Lucrezia. (lei annuisce retorica)

AURELIO Guadagnare prima di tutto.

PACHITO Il mondo, così come lo conosciamo oggi, non può durare. (annuisce

dispiaciuto) Il declino dell’Occidente è inevitabile.

AURELIO Un declino culturale ed ecologico.

LUCREZIA (spaesata di fronte a certi discorsi) Be’ io.. non mi sono fatta un’idea

precisa sulla guerra, ho visto qualche puntata di Santoro, tutto qua, ma ecco.. quando

si tratta di combattere i terroristi, io do il mio consenso.

PACHITO (come un maestro di fronte ad una classe elementare) E chi sono i

terroristi?

MARGHERITA I talebani.

LUCREZIA Ma gli arabi..

AURELIO Vi prego non generalizziamo.

MAMO Quelli che hanno organizzato l’undici settembre.

PACHITO (indica Mamo) L’undici settembre, giusto, questo mito della moderna

comunicazao..

MARGHERITA Ma quale mito, c’è morta un sacco di gente, poveretta.

AURELIO E’ andata diversamente mollichella, sembra impossibile ma è così.

PACHITO Mollichella è talmente limpido che non riusciamo a vederlo. L’11

Settembre è stata un’americanata. Un auto attentato. Su Internet lo sanno tutti. Gli

aerei che si sono infilati nelle torri erano vuoti e le torri sono state fatte esplodere

dall’interno. Come in una demolizione controllata. (ampio sorriso) Amici, il discorso

sarebbe lungo ma diciamo solo che il Pentagono è stato colpito da qualcosa di più

simile ad un missile, visto che di tracce dell’aereo proprio non se ne sono trovate.

Esiste un filmato di quel che avvenne, ma il governo ha preferito tenerlo segreto.

Perché, se servirebbe a dissolvere ogni dubbio?

CORO Perché? (attimo di silenzio, Lucrezia cerca di spostare l’attenzione sulla cena

ma Pachito riprende)

PACHITO E il volo United 93? Secondo fonti autorevoli quel volo non c’è mai stato.

Non ditemi che ancora credete alla favoletta di Bin Laden che semina gli Americani a

dorso di un mulo, sulle montagne di Tora Bora! (ride di gusto, scuote la testa, manda

un bacio a Lucrezia)

AURELIO (accarezza comprensivo la moglie, le parla piano come a volerle

spiegare) E’ stato organizzato tutto per fini economico-politici.

PACHITO (sereno ma solenne) Per l’oro. Per avere un peccato originale che

giustificasse tutti gli altri peccati. (Pausa) Il mondo è in guerra, ma Dio non c’entra

affatto, e se guardiamo in profondità tutto questo apparirà chiaro e limpido, come un

cielo d’estate.

MAMO Levateie er vino. (biascica, mentre manda un sms di auguri)

LUCREZIA (torna in sé, si riavvia i capelli, beve un sorso di vino) Mi sembra

alquanto improbabile, e poi quel Bin Laden non aveva ammesso tutto in un’

intervista?

AURELIO Anch’io non ci volevo credere, ma ora gli occhi mi si sono aperti..

PACHITO Tutto quello che sappiamo è falso. Dall’uomo che sbarcò sulla luna con

quella grande bandierona americana, all’autopsia di quell’alieno filmata nel dettaglio,

al fatidico e chiassosissimo undici settembre, tutto è frutto di un’ informazione

omologata e distorta in mano ai potenti della Terra!..

AURELIO (serio e solenne guarda la moglie) Eh sì, l’essere umano è l’insetto più

devastante che abbia mai calpestato questo pianeta.

MAMO (a Pachito, accarezzandosi il collo) Dico tanto per cambiare argomento, ma

te, coi massaggi come te la cavi? No perché sono giorni che sento come una fitta qui..

Sul viso di Pachito si allarga il ventaglio di un sorriso sfavillante.

Buio.

Rapido cambio scena. Torna la luce.

Il tableaux vivant rimane immobile per qualche istante. Pachito è in piedi alle spalle

di Mamo che gli massaggia energeticamente la nuca. Aurelio scatta una foto col flash

ai due, Margherita annoiata si lima le unghie, Lucrezia con un vassoio tra le mani in

bella vista sguardo spiritato.

LUCREZIA (rompendo l’immobilità al momento del flash, si incammina col vassoio

verso la cucina) E dunque ti occupi di controinformazione, insomma sei una specie di

reporter? Scrivi per qualche rivista.. no perché io credevo che insegnassi capoeira..

PACHITO (sonoro respiro, scrolla le spalle) Conosco anche l’ashtanga yoga, la

meditazione trascendentale, il tantra. Pachito non si cura del denaro, insegna capoeira

per mantenersi agile e scattante..

LUCREZIA Di dove sei? Perché parli ottimamente l’Italiano, nel senso che hai uno

strano accento ma.. (torna al suo posto)

PACHITO Perché io sono Italiano, o almeno così è scritto sui miei documenti di

nascita. La grande ruota della vita mi ha fatto nascere a “Pescara”, ma reputo la cosa

del tutto casuale.

MAMO Ha detto Pescara?

MARGHERITA L’ha detto.

MAMO (beffardo) Che rate. (Pachito aumenta la pressione sula nuca, Mamo urla di

dolore) Ahh..

AURELIO Io non ci potevo credere.. avrei detto Cileno o Australiano o Inglese..

PACHITO (sonoro respiro) Però ho vissuto in Brasile, per dieci anni, a Salvador De

Bahia dove ho appreso la tecnica della capoeira e dove ho sposato la mia seconda

moglie, Imelda.

LUCREZIA Oh.. e con tua moglie, Imelda, come va, tutto bene?

PACHITO Siamo ancora in perfetta empatia, ma lei è rimasta in Brasile quando ho

sentito di dover cambiare emisfero. Ho viaggiato a lungo in Asia. L’oriente è una terra

così disponibile. (finisce il massaggio, a Mamo) fatto, ti ho aperto il settimo chakra..

MAMO (toccandosi il collo) Grazie Pachito, sei meglio del paracetamolo..

Finito il massaggio Pachito rimane in piedi, quieto e gaudente.

PACHITO (inizia il giro del tavolo, una carezza dopo l’altra mentre declama le sue

verità) Perché vedi Lucrezia, Pachito non ama essere bloccato da un luogo o da una

definizione, preferisce essere una farfalla che vola portata dal vento, piuttosto che una

farfalla inchiodata al muro con uno spillo. Mi sento un cosmopolita errante nel

mondo, un pellegrino fra mille culture, ultratollerante, poligamo e pansessuale.

MARGHERITA (sottovoce a Mamo) Che vuol dire pansessuale?

MAMO Che c’ha le chiappe chiacchierate.

LUCREZIA E dopo tanto girovagare non è che hai scoperto il segreto per essere

felici?

PACHITO (tornando al suo posto) Ho imparato che tutto quel che c’è di divertente

nella vita è illegale, immorale, fa ingrassare e ti rovina i denti.

AURELIO La felicità non è che il profumo del nostro animo.

PACHITO (sorride) Siamo tutti in cerca di una nuova morale che possa

responsabilizzarci. A chi mi chiede come trovare la luce, io consiglio la meditazione

trascendentale

AURELIO Ma non è obbligatoria, ognuno deve trovare da solo il sentiero che porta al

palazzo della saggezza.

PACHITO (allargando le braccia tipo Jesus) Io dico: “La pace interiore è la base per

la pace mondiale” (pausa) Scusa Lucrezia non era avanzata dell’altra frittura di

paranza?

LUCREZIA (scattando in piedi) Certo, come no, stai comodo che te la porto.. (mentre

si avvia in cucina, tra sè) praticamente ti sei fatto una teia da solo..

Buio.

Rapido cambio scena. Torna la luce.

Lucrezia sola ed esaurita in cucina tracanna vino direttamente dalla bottiglia.

In mezzo al salotto Pachito esegue alcuni esercizi di ashtanga yoga, faticosamente

imitato da Mamo e Margherita.

AURELIO (in piedi, sorseggia il suo bicchiere di vino mentre accende un Narghilè,

intanto Lucrezia torna candidamente a sedere) Ah, sono proprio felice che questa

sera siamo qui riuniti tutti, noi come Famiglia Temperini e Pachito e Mamo, a

condividere un po’ di sana empatia.. vedete, parlo alle mie donne in questo momento,

papà ha sofferto molto di essersi allontanato da casa.. ma la mia scelta è stata dettata

dal coraggio, dalla voglia che tutti noi, ognuno a proprio modo, rischiassimo la

felicità. E insomma, non vorrei sembrarvi piagnone ma l’altro giorno, uscito

dall’ufficio, sono passato davanti ad un’agenzia di viaggi e così.. attraverso la vetrina

ho letto uno di quei cartelli che gridano alla miracolosa offerta familiare e (Pachito

smette di suonare, incuriosito, anche Mamo torna a sedere)

LUCREZIA E?

AURELIO Per farla breve, ho preso i biglietti per passare il capodanno in Australia.

Tutti insieme! (esplosione d’euforia tipo curva da stadio, i tre smettono l’ashtanga

yoga, Mamo coglie l’occasione per gettarsi depravato su Margherita)

MAMO Gande Papi!

PACHITO (mentre si risiede a tavola seguito dai ragazzi) Good energy, bravo

Aurelio, sei davvero una forza bianca.

AURELIO (a Pachito) L’ho preso anche per te!

MAMO Aiah.. (si placa)

PACHITO (sorpreso ma non troppo) Grazie fratello (sospiro sonoro) Good power..

AURELIO Certo, ora che abbiamo rotto il ghiaccio sono sicuro che sarai di grande

aiuto alla crescita spirituale della famiglia Temperini, come lo sei stato per me (a

Lucrezia) Sei contenta? Lucrezia? L’Australia!

LUCREZIA (annuisce sorridendo mentre spina il pesce, ma le mani le iniziano a

tremare e nel giro di pochi secondi il sorriso plastificato si scioglie in una maschera

di disperazione) Scusate.. io.. (scoppia in un pianto liberatorio) Mi dispiace, sono

lacrime di gioia, voi continuate pure.. (e scappa al bagno)

AURELIO Ti prego Lucrezia, aspetta, non essere così viscerale, torna a tavola.. è

Natale Cristo Santo.. (la segue in bagno)

Non appena Aurelio lascia la stanza Mamo si getta su Margherita, spalmandole la

lingua in bocca e palpeggiandola senza scrupoli davanti a Pachito.

MARGHERITA (debolmente) No dai buono, ci guarda..

MAMO Ma chi l’hare krishna? E lascia che guardi, magari dopo ci scappa pure una

mancia per noi..

MARGHERITA (sussulta, poi allontana da sé le mani tentacolari di Mamo) Dai

smettila, e poi non è un’hare krishna, è un guru.. (sghignazza)

MAMO (si placa mugugnando; beve un altro bicchiere di vino, osserva Pachito per

qualche istante) Senti guru dimmi una cosa, tu sei proprio sicuro sicuro di non essere

gay?

PACHITO Te l’ho detto sono pansessuale, ma sento una forte dose di paura nella tua

domanda.

MAMO Aridaje co’ sta paura, vabbè dimmi una cosa, ma tu l’hai mai conosciuto

qualcuno famoso?

PACHITO (continuando a mangiare di gran lena) Siamo tutti esseri divini, non

faccio distinzioni, ho conosciuto tanta gente nella mia vita.

MAMO Mia zia sì. Mick Jagger. Gli ha fatto un lavoretto una volta, ma sto a parlà de

trent’anni fa. (Margherita ride) Che te ridi, è vero. Si sono beccati nello stesso

albergo in Kenya; anche lei era lì in vacanza e niente dice che una sera lo becca

ubriaco giù al pianobar..

Torna Lucrezia, risistemata. Dietro di lei Aurelio

LUCREZIA (con un sinistro timbro acuto nella voce) Chiedo scusa per la sceneggiata

napoletana fuori programma, devo aver alzato un po’il gomito.. ora è passato, dessert?

Chi vuole il dessert? (Pachito fa cenno di alzarsi) No, ti prego Pachito, non ti alzare,

Margherita tesoro perché intanto che io preparo i piattini non offri dei saporetti?

PACHITO (a Lucrezia) Va tutto bene? Vuoi parlare a Pachito della tua paura?

LUCREZIA Sei molto gentile. Sto bene davvero, sto bene (grosse lacrime le solcano

le guance)

MARGHERITA Mamma..

PACHITO E’ per via del viaggio? Ti infastidisce la mia presenza?

AURELIO Ma no..

MAMO Ma sì (butta giù un altro bicchiere di vino)

PACHITO Pachito può rinunciare se questo ti crea disagio.

AURELIO Ma non ce ne sarà bisogno vedrai..

LUCREZIA Sì è come dice Aurelio, magari ci dormiamo su un paio di notti e..

PACHITO Emancipati, spezza le tue catene emotive, rinuncia alla paura..

LUCREZIA Ok magari dopo.. ora ci dedichiamo al dessert?

PACHITO Non devi essere gelosa della mia fratellanza con Aurelio, non toglie nulla

alla vostra storia. Pachito non ha mai lavorato sulla sottrazione, specie nei rapporti

umani.

AURELIO E’ quello che cercavo di spiegarle, la mia intenzione era..

LUCREZIA (esplode col marito) OH SENTI BASTA! (a Pachito) E tu finiscila di

parlare in terza persona.. “PACHITO NON LAVORA SULLA SOTTRAZIONE”..

OK?

AURELIO Lucrezia ti prego contieniti..

LUCREZIA Ma insomma, ti presenti qui con un vasetto di placenta in regalo, a dirmi

che l’11 Settembre non è mai avvenuto, che mio marito è una forza bianca, che

l’Occidente sta decadendo.. dico, non ti sembra di essere un filino invadente?

PACHITO Sì, così, brava, sarà catartico, butta fuori tutto, rinuncia alla paura.

LUCREZIA (esasperata) MA VAFFANCULO TE E LA PAURA!

MAMO (a Margherita) Grande. Uno a zero pe’ tu madre.

AURELIO Lucrezia! (a Pachito) Pachito ti prego di scusarla, non l’ho mai vista così

LUCREZIA (prova a calmarsi) Ok, ok, avete ragione.. che figura.. Pachino.. io..

insomma vedi, sono piuttosto tesa negli ultimi tempi, cerca di capire, tu fai certi

discorsi e.. tutto quel vino..

PACHITO Io incoraggio solo la gente a guardare più in profondità nei loro cuori.

LUCREZIA Ma lo so, mi dispiace veramente.. ora per favore, accantoniamo la paura,

sorvoliamo, c’è il dessert, vi supplico assaggiamo il dessert..

PACHITO Non devi scusarti, capisco perfettamente il tuo stato d’animo. Questa cena

è un’atto psicomagico un po’ per tutti noi.

LUCREZIA Mi hai tolto le parole di bocca.. uff.. il dessert può aspettare (batte le

mani con rinnovata energia) ci trasferiamo in salotto?

Cambio luci.

Scena 5

Pachito imbraccia un sitar indiano seduto sul divano, circondato da Aurelio,

Margherita e Mamo. Lucrezia è in cucina che prepara il caffè. Pachito attacca con i

primi accordi di Redemption Song di Bob Marley. Il gruppo esplode in un’ autentica

ovazione, ma Pachito si ferma quasi subito.

MARGHERITA No perché ti sei fermato?

MAMO Lo sapevo che alla fine ci batteva i soldi. (a Margherita) Allungagli qualche

spiccio..

AURELIO Ragazzi, Pachito non è mica un juke box.. (Margherita sbuffa)

PACHITO (bonario) Devo andare in bagno, scusate. (si alza, lascia il sitar)

LUCREZIA (sopraggiunge con il vassoio di caffè) I caffè.. tu mi hai detto che non lo

prendi, vero Pachito? (Pachito uscendo fa cenno di no)

AURELIO (appena Pachito è fuori dalla stanza) Certo Lucrezia che figura.. ma non

avevi detto che erano finiti gli sbalzi d’umore? (indica il cesto delle medicine) Guarda

là, ti impasticchi come Elvis Presley a fine carriera e ancora nessun miglioramento,

niente..

LUCREZIA Non ricominciare ok? Ho già chiesto scusa e poi se tu avessi evitato di

AURELIO Volevo che partecipasse anche lui al viaggio, non sono libero di invitare

LUCREZIA Liberissimo, liberissimo.. però allora ammettilo: “sono un sodomita e me

la faccio col guru”

AURELIO Non essere volgare, è così deprimente, davvero non riesci a vederlo in

altro modo? Non è per colpa sua se ci siamo separati..

MARGHERITA Dai pa’ basta, è Natale.

AURELIO Hai ragione è Natale.. positività e comprensione..

LUCREZIA E’ Natale, cerchiamo di mantenere la dignità di un famiglia. (a Mamo)

Scusa eh Mamo.. di solito non siamo così..

MAMO Stia tranquilla, sono abituato peggio; il Natale scorso i miei hanno cercato di

cavarsi gli occhi con le posate, voi al contrario siete da libro Cuore.. (risate distensive

della tavola)

Pachito torna flemmatico dal bagno, dà un piccolo colpo di tosse, tira su col naso e si

risiede sul divano con un sonoro sospiro. Si infila un paio di occhiali fuori moda.

AURELIO Tutto bene? (Pachito annuisce)

LUCREZIA (a Pachito) Ti da fastidio la luce, vuoi..

PACHITO (quasi un gemito) No.

MAMO (a Pachito, riferendosi agli occhiali) Ti stanno bene gli occhiali, pari un

cicalone.

LUCREZIA (allegramente) Apriamo i regali?

MARGHERITA Sì dai

MAMO (a Margherita) Dai che me sa che c’è busco qualcosa pur’io.. vè? (lei

sorride)

AURELIO Volendo puntualizzare non è ancora mezzanotte ma noi siamo degli spiriti

liberi e facciamo come ci pare..

LUCREZIA Chi comincia?

MAMO (avvicinandosi all’albero prende un pacco a caso) Faccio io? (legge

sull’etichetta) Per Margherita da parte di Cinzia. (glielo passa)

MARGHERITA (scartandolo) Noo, che beeello, Confessioni di un’ereditiera di Paris

Hilton.. (sfoglia il libro) cioè calcola lo volevo troppo..

LUCREZIA Poi ricordati di fargli una telefonata per ringraziarla, si preoccupa della

tua cultura.

MAMO (altro pacco) Questo è per Lucrezia.. da parte di Aurelio..

LUCREZIA (prima ancora di averlo scartato) Grazie.. (lo apre, si tratta di un libro

di Bruno Vespa, Lucrezia è senza parole) Oddio.. è.. è nuovo.. non l’ho mai.. ma

come hai fatto?

AURELIO Vista la tua passione per Bruno Vespa.. sono riuscito ad averlo in

anteprima da un amico giornalista, è il suo 75esimo libro, sarà nelle librerie tra

qualche settimana.. tanti auguri. E’ anche autografato, guarda dentro..

LUCREZIA (lo sfoglia, vede la firma ed è come se un fulmine l’avesse centrata,

scoppia a piangere) Grazie, oddio.. (legge) “a Lucrezia gran pezzo di”.. grazie

davvero.. amore.. (lo abbraccia e bacia)

AURELIO (un filino imbarazzato) Dai non piangere adesso, l’ho preso per farti

felice..

MAMO Vabè.. (prende un pacco) Per Aurelio da parte di.. Lucrezia.

AURELIO Uh che bello è il mio turno.. (scarta il regalo: un disco di Jodel Svizzero3)

No, non ci posso credere.. lo Jodel.. sei.. geniale.. dove l’hai trovato?

LUCREZIA (tra sommessi singhiozzi) Te lo ricordi? “Heinz Katz e le ugole di

Lugano”.. la nostra canzone..

AURELIO Ma certo.. (ricorda) il nostro primo viaggio insieme, Margherita non era

ancora nata, eravamo così giovani.. io dovevo andare in Svizzera per lavoro e tu

venisti di nascosto dai tuoi.. ci rintanammo in quell’alberghetto per tre giorni e tre

notti, la sera al pianobar dell’ albergo c’era questo gruppo “Heinz Katz e le ugole di

Lugano” che suonavano lo jodel.. era proprio questa, ma come hai fatto?

LUCREZIA (scrolla le spalle, asciugandosi le lacrime) Tanti auguri tesoro..

MARGHERITA Mettilo pa’..

AURELIO Ok.. (mette su il disco dello Jodel, già sulle prime note c’è uno scambio di

sorrisi complici tra Aurelio e Lucrezia; lui si lancia in qualche passo di danza)

MAMO (a Margherita) M’appicci una sigaretta? (agli altri) Vado avanti? Ne apriamo

un altro? (pesca una grossa busta) Da Margherita a Mamo.. oh so io, bella pe’ me..

3 Titolo del brano: Das Jodeln, Das Kann Man Nicht Lernen di Eberhard Hertel

(estrae dalla busta un bomber da coatto, inguardabile) noo cioè la smanichella..

fichissimo, fammelo provà.. (lo infila) come ce sto? So cattivo eh?

MARGHERITA Da paura, sembri un pregiudicato

LUCREZIA Eh sì, ti sta proprio bene.

AURELIO (con una macchinetta fotografica in mano) Facciamo una foto ricordo?

Dai mettetevi tutti vicino a Pachito.. (la famiglia esegue, disponendosi velocemente

tutt’intorno a Pachito, quieto e silente sul divano) Pronti? ITALIA..?

CORO (sorrisi esagerati) UNO! (viene scattata la foto)

MAMO (torna vicino all’albero) Io continuo la pesca miracolosa, hai visto mai che..

(pesca un altro regalo) Da.. Aurelio per Pachito.. (a Pachito) Sai Baba, c’è posta per

te! (scroscio di risate)

AURELIO Eccoci, vedrai Pachito che ti sorprendo..

MARGHERITA Dai Pachito tocca a te.. (sedendoglisi accanto, lo urta per errore;

Pachito crolla lateralmente a peso morto) Pachito?

LUCREZIA Dorme?

AURELIO Pachito? (lo scuote, nessuna reazione; lo tira su)

MARGHERITA Che gli prende?

LUCREZIA Ma tu dimmi, si è addormentato..

AURELIO No che non dorme.

LUCREZIA Magari sta meditando

MAMO No secondo me questi sono i sintomi della mucca pazza.

AURELIO (si tuffa su Pachito) Per favore non diciamo stronzate (preoccupato,

appoggia l’orecchio al petto di Pachito) Non respira.

LUCREZIA Oh Gesù!

MARGHERITA E’ morto?

MAMO L’aria del morto ce l’ha.

LUCREZIA Oddio, sul mio divano..

AURELIO Pachito? Calma, calma, Margherita spegni la musica per favore.

MARGHERITA Cosa?

AURELIO La musica! Spegni quel fottuto jodel! (Margherita esegue, finalmente lo

Jodel svanisce) Pachito? Pachito, mi senti? Ci sei? Sei qui con noi Pachito?

LUCREZIA (isterica) Mica è una seduta spiritica, prendilo a schiaffi, tiriamogli

dell’acqua in faccia.

AURELIO (sincerandosi delle pulsazioni inesistenti di Pachito) Non facciamoci

prendere dal panico.. (riappoggia la testa sul suo petto)

MAMO Che sente?

AURELIO (piccola pausa) Temo che abbia lasciato il corpo.

LUCREZIA Non ti capisco, che significa che ha lasciato il corpo? Che ora torna?

MAMO Significa che le conviene chiamare un ambulanza.

LUCREZIA (si lagna) Morire così, in casa d’altri, vestito d’arancione.. ma siamo

sicuri?

MARGHERITA Soffriva di cuore? Magari ha avuto un’infarto.

AURELIO Avrebbe gridato, si sarebbe lamentato, l’infarto è molto doloroso.

MAMO Non si è proprio mosso da quand’è tornato dal bagno. Comunque si vedeva

che era strano, s’è pure messo gli occhiali.

AURELIO Non capisco.

LUCREZIA Un ictus?

MAMO E perché no un embolo?

MARGHERITA Ma scusa non era un salutista, sempre con lo yoga, le cose..

AURELIO (sospettoso) Lucrezia? Non devi dirmi niente sulla cena di stasera?

LUCREZIA Ma che dici? Mi credi capace di.. oddio, è incredibile, ora sarei anche

una potenziale avvelenatrice.. ma tu non ti fidi proprio di nessuno..

AURELIO Era solo una domanda, non essere isterica

LUCREZIA Si ma lo stai insinuando, è una cosa orribile, dovresti vergognarti

AURELIO Ok scusa, cazzo dammi corda, sono nel pallone, sto solamente cercando di

capire per quale motivo sul nostro divano c’è il cadavere di un guru!

LUCREZIA (piccola pausa) Lo sapevo che dovevamo andare a cena fuori, me lo

sentivo.

MARGHERITA Io chiamo l’ambulanza.

Avvicinandosi al telefono lo sente squillare per combinazione. Attimo di panico

generale.

LUCREZIA O mio Dio!

MARGHERITA Che faccio?

MAMO Rispondi, chiunque sia svaga.

MARGHERITA (solleva piano la cornetta) P-pronto? (la sua espressione si distende)

Oh Cinzia sei tu.. sì auguri, auguri.. bene, sì abbiamo finito di mangiare da poco, sì

tutto squisito.. no stavamo aprendo i regali..

LUCREZIA (sussurra e gesticola) Non le dire niente

AURELIO E perché? Magari lei può aiutarci.

LUCREZIA Non mi va di raccontarlo ai quattro venti..

MAMO (ad Aurelio) C’ha ragione lei.

MARGHERITA (al telefono, si distrae) Ah grazie mille per il libro di Paris Hilton.. sì

infatti, ma.. dici? Non lo so perché c’ho anche pensato a farmi bionda platino ma non

vorrei rovinarmi i capelli..

AURELIO (grida ma a bassa voce) Attacca quel telefono!

MARGHERITA Cinzia ora ti devo lasciare, eh no mamma.. sta servendo il dessert..

sì, sì, ti faccio richiamare.. ok, ciao, auguri, e grazie ancora.. sì ciao.. (attacca)

AURELIO L’ambulanza!

MARGHERITA Sì, l’ambulanza.. (digita il numero) Pronto? Ah, mi scusi..

(riaggancia e ridigita il numero)

MAMO Chi avevi chiamato?

MARGHERITA I pompieri.

LUCREZIA Cos’è questo odore?

AURELIO Incenso?

MAMO Non lo vorrei dì, ma me sa che s’è pisciato sotto.

AURELIO Questo non è un buon segno.

LUCREZIA (tra sé) Macchierà il divano.

MARGHERITA Sì, pronto, salve, auguri.. senta ci servirebbe un’ambulanza al più

presto in via Costabella 23.. non lo sappiamo di preciso, non è un incidente domestico

no è più..

AURELIO Infarto, digli che è un infarto..

MARGHERITA Sì più tipo un infarto.. se respira? (copre la cornetta, guarda

Aurelio) che gli dico respira?

AURELIO Secondo me no, ma non sono mica il Dottor House, cazzo digli di

sbrigarsi!

MAMO Magari resuscita.. potrebbe essere un caso di morte apparente..

MARGHERITA Secondo noi non respira da un bel po’ ma visto che lui è un guru.. sì,

il malato è un guru, allora magari, col tempo.. ah, lei lo esclude..

LUCREZIA (decisa) Digli di venire subito!

MARGHERITA Potete venire subito? Esatto.. 23, Via Costabella numero 23..

citofonare Temperini. Sì grazie, auguri.. auguri.. (attacca) Arrivano.

AURELIO (iniziando a realizzare, piomba in un silenzio riflessivo; si siede sul

divano accanto a Pachito, lo guarda intensamente) Ma com’è potuto succedere?

Pachito.. non sei nemmeno riuscito a scartare il tuo regalo.. volevi fare ancora così

tante cose..

MARGHERITA (abbracciandosi con Mamo, mesta) E’la prima volta che vedo una

persona morta..

MAMO (stringendola a sé) Sono cose che capitano..(all’orecchio di Margherita) Io

te l’avevo detto che c’aveva le pupille dilatate.. senti pare brutto se assaggiamo il

dessert? (Margherita scrolla le spalle)

AURELIO Continuava a ripetermi che avrebbe vissuto fino a 115 anni.. diceva: “se ja

fortuna, ja fortuna”

MAMO (a Marghierita) Non è che ci vedesse proprio lungo, il nostro Pachito.

LUCREZIA (fra sé) Speriamo che l’ambulanza non si presenti a sirene spiegate,

pensa che vergogna..

AURELIO Tutto questo deve significare qualcosa..

MAMO (fra sé) Che la capoeira non serve a un cazzo.

AURELIO (tenendosi la testa fra le mani) Ma che abbiamo fatto?

LUCREZIA Cercavamo solo di essere gentili con lui.

AURELIO (agli altri) E se la sua morte fosse un monito? Un avvertimento?

Massimiliano, tu che ne pensi?

MAMO Che c’entro io?

AURELIO Tu sei un occhio esterno, ci conosci appena, secondo te, siamo una

famiglia pericolosa?

MAMO Una famiglia? (Pausa) Riunirvi per cena a Natale non basta a far di voi una

famiglia felice, glielo dico per esperienza, comunque non è stata colpa vostra, se è

questo che mi sta chiedendo. E’ stato solo un caso.

AURELIO E allora perché mi sento così in colpa? Mio Dio, che devo fare?

MAMO Certo che voi genitori siete tutti uguali. Impiegate la prima parte della vostra

vita per mettere su casa e famiglia, e una volta conquistate fate di tutto per scappare

da quel carcere. E a noi non ci pensate? Per quale motivo dovremmo avere in testa di

sposarci e fare una famiglia e dei figli, tanto per ripetere l’errore che ha reso soli i

nostri genitori? (Breve pausa) Signor Temperini se lo lasci dire, mi sa che non ha più

l’età per dare il cattivo esempio.

Da lontano arriva l’eco di alcune campane

LUCREZIA (abbracciando il marito) Le sentite anche voi le campane? (gli altri si

mettono in ascolto)

Suona il citofono, tutti i presenti sobbalzano. Le luci dell’appartamento crescono

d’intensità. Aurelio apre la porta di casa, seguito da tutto il resto della comitiva

escluso naturalmente Pachito, che rimane sul divano, freddo e immobile. Il resto delle

luminarie scende lento ma inesorabile fino mantenere unicamente un cono di luce

arancione su Pachito, per qualche secondo di spospensione, poi scende il buio.

Suono truce che lo sottolinea.

Scena 6

Sale una musica squisita che accompagna le parole di Margherita. Nel buio della

sala si accende uno schermo. Il filmato cui assisteremo è un blob di immagini

rappresentative della nostra epoca decadente: undici settembre, tsunami, l’uomo

sulla luna, l’autopsia dell’alieno, liti in parlamento, i ghiacci del polo che si

sciolgono, trash televisivo, i polli malati stipati negli allevamenti etc. Sul finire del

monologo però, le immagini di morte si tramutano in immagini di vita, di giovinezza

che fioriscce inconsapevolmente: un filmato amatoriale piuttosto mosso e

sgrammaticato, di Mamo e Margherita che scherzano in casa, giocando con la

piccola telecamera, facendo gli scemi, amandosi..

MARGHERITA (VFC) Caro Diario, io non lo so perché le cose vanno come vanno.

Non lo so se l’Undici Settembre sia tutto un complotto, se Armstrong abbia fatto o no

quel piccolo passo sulla Luna, se gli alieni siano mai scesi sul nostro pianeta, se tutto

ciò che abbiamo oggi sia destinato alla decadenza e alla decomposizione. Io so che ho

voglia di vivere e di fare la mia parte. E so che il tempo aggiusta ogni cosa. (Pausa)

L’altro giorno sul giornale ho letto che in Italia c’è un divorzio ogni due minuti.

Ringraziando Dio i miei genitori non sono finiti ad ingrassare quella statistica.

Logorato dal senso di colpa papà è tornato a casa, al fianco di mamma nel grande

lettone e nelle foto sorridenti incorniciate in salotto, definitivamente convinto che

rivoluzione interiore e famiglia unita siano facce della stessa medaglia. (risatina,

partono le immagini della coppia Mamo e Margherita) Di Pachito non se ne parla

quasi più, sempre di sfuggita, con rispetto ma anche fretta di cambiare argomento.

Dev’esser stato un brutto colpo per papà aver saputo dai medici che hanno eseguito

l’autopsia, che quell’uomo da lui così stimato, era oltre alle tante altre cose, un

tossicomane, dipendente dall’eroina, sostanza che ha continuato ad annusare anche la

notte della vigilia, poco prima di arrendersi ad un collasso cardiaco. Forse per quello

ci era sembrato così calmo e pacato. Aveva ragione papà: ognuno cerca di salvarsi la

vita come può. Anche se non sempre la scelta che facciamo è quella giusta, ma in

fondo chi siamo noi per giudicare? (Pausa) E io? Io sono qui che scrivo sulle tue

pagine mentre Mamo sonnecchia a bocca aperta al mio fianco. Abbiamo appena finito

di fare l’amore; ora dorme come un bambino e mi fa una tenerezza del diavolo. Che

posso dire, ho da poco compiuto diciassette anni, avrò tempo per schiarirmi le idee sul

futuro, per ora mi godo le giornate, il tempo che passiamo insieme, perché anche se

non so cos’è l’amore.. so che muoio senza di lui.

Nero. Colpo sordo che rimarca il passaggio dalla luce al buio.

Epilogo

Le luci si accendono su casa Temperini. Una profumata, lucente mattina di

Primavera. E’ passato più di un anno dalla prima volta che abbiamo conosciuto

questa famiglia. In piedi, che ride di gusto nel bel mezzo della cucina, c’è Lucrezia,

nel suo vistoso kimono, che prepara la colazione. I giornali sono sul tavolo, gli

uccellini cinguettano.

Entra Margherita in shorts e maglietta dark senza maniche. Il suo abbigliamento è

decisamente cambiato nell’ultimo anno.

MARGHERITA Perché ridi?

LUCREZIA (trattenendo a stento le risate) Buongiorno amore.. (ride ancora)

MARGHERITA (versandosi il latte nella tazza con i corn flakes) Mi dici che ti ridi?

LUCREZIA (parla a stento per le risate) Ora mi passa.. dammi un secondo Marghi..

MARGHERITA (mentre imburra una fetta biscottata) Segui sempre la cura, vero

mamma?

LUCREZIA Certo, certo.. (ribollendo ancora di risate) no è che mi è venuta in

mente.. una cosa..

MARGHERITA Mamma domani posso andare al Motorshow con Mamo?

LUCREZIA (si tranquillizza) Ma non lo fanno a Bologna il Motorshow?

MARGHERITA Appunto, dobbiamo partire di mattina, guida Mamo, andiamo con la

macchina di suo padre.

LUCREZIA (si fa più seria) Ma così salterai la scuola.

MARGHERITA Capirai questo periodo sono tutti in settimana bianca, non si fa

niente..

LUCREZIA Chiedi a tuo padre, io sono preoccupata, tutto quel viaggio in autostrada..

Entra Aurelio, camicia oxford e cravatta, si siede a tavola.

AURELIO Buongiorno! (legge il giornale) “Cronaca di Castellammare. Incrapettati

Gigi D’Alessio e la Tatangelo”

MARGHERITA (guardandosi col padre, complice) Mah! (breve pausa) Papo posso

andare al Motorshow?

AURELIO (senza staccare gli occhi dal quotidiano) L’hai chiesto a tua madre?

MARGHERITA M’ha detto di chiederlo a te. Ti prego, ti prego, ti prego..

AURELIO Con chi vai?

MARGHERITA Con Mamo, guida lui, con la macchina del padre.

AURELIO (abbassa il giornale) Ma non gli avevano ritirato la patente perché

guidava ubriaco?

LUCREZIA Sì vabbè, ma gliel’hanno ridata già da un sacco di mesi.

AURELIO E voglio perderti per così poco? Permesso accordato confettino, ma andate

piano. Un incidente su due è causato dall’alta velocità, ricordalo al campioncino lì..

(si alza e prende dal frigo della panna spray che spara sulle cialde belga) Ah le

cialde belga. I piccoli piaceri della vita.

LUCREZIA Prometti di non fare cose pericolose.

MARGHERITA Promesso. (si accorge di essere in ritardo) Cazzo guarda che ore

sono!

LUCREZIA Margherita ma che linguaggio è?

MARGHERITA (sbrigandosi) Devo andare a prendere Carola..

LUCREZIA Non mi piace che andate in due sul motorino.

MARGHERITA Dai ci mettiamo il casco non rompere, il suo motorino è sbiellato,

(saluta) Ciao, io vado.. (esce)

LUCREZIA Ciao

AURELIO (mentre legge il giornale) Bella cì!

LUCREZIA (aspetta che Margherita se ne sia andata da un po’) Te l’ha detto che s’è

fatta il piercing?

AURELIO Chi? Margherita?

LUCREZIA All’ombelico, non voleva che te lo dicessi perché aveva paura che tu ci

rimanessi male.

AURELIO No e a me che mi importa, contenta lei, certo deve fare un male cane.

LUCREZIA Dice di no.

AURELIO (finisce di leggere il giornale, lo ripiega) E tu?

LUCREZIA Ma sei matto? Alla mia età un piercing?

AURELIO Ma no, volevo dire tu.. come stai? Come ti senti? Non te l’ho più chiesto..

LUCREZIA Mi sento bene. Perché nonostante tutto siamo ancora una famiglia.

AURELIO Hai ragione, ne abbiamo superate tante, sono felice di essere tornato. E a

proposito di questo, volevo chiederti cosa ne pensavi rispetto ad una certa cosa..

LUCREZIA Quale cosa?

AURELIO Be’ ecco vedi, c’è questo mio collega, si chiama Vincenzo un bell’uomo,

sui cinquanta brizzolato, sposato da dieci anni con Juana, questa ragazza venezuelana

che non ti dico, e.. ecco l’altro giorno a pranzo, ma così per parlare, finiamo su

argomenti un po’ piccanti, e insomma esce fuori che lui e sua moglie sono molto

aperti e fanno spesso.. hai capito no?

LUCREZIA (candida) No.

AURELIO Fanno scambi di coppie. Così abbiamo continuato a parlare e lui mi ha

chiesto se avevo una tua foto e combinazione io ce l’avevo e..

LUCREZIA (attimo di terrore sul suo viso) Oddio no, perché mi stai raccontando

questo?

Aurelio tiene lo sguardo basso, mantenendo il punto per qualche momento prima di

scoppiare a ridere.

AURELIO (abbracciandola e baciandola) Scusa amore, stavo scherzando.. Dio,

dovevi vedere la tua faccia.. scusa passerotto..

LUCREZIA Che scherzo di merda.

AURELIO Non ci fare caso, hai un marito pazzo.. (la bacia in bocca con passione)

pazzo di te..

LUCREZIA Lo so.

AURELIO (si infila la giacca) Vado, a stasera.. (bacia Lucrezia su una guancia,) Ti

amo. (esce)

Lucrezia rimasta sola, sparecchia la tavola senza fretta, canticchiando la Canzone

Parlami d’amore Mariù di Beniamino Gigli. Suona il campanello di casa. Lucrezia si

volta verso la porta, quindi si accorge che Aurelio ha dimenticato il telefonino sul

tavolo. Lo prende e va ad aprire:

AURELIO (spuntando attraverso la porta) Il telefonino.. (Lucrezia glielo porge)

Grazie tesoro. (esce, chiudendosi la porta alle spalle)

Lucrezia torna in cucina a spicciare le faccende domestiche. Si rimette a cantare.

Qualche attimo e suonano nuovamente alla porta. Sorride.

LUCREZIA (andando verso la porta) Cos’altro hai dimenticato stavolta?

Lucrezia apre la porta. Sale la musica di Porta a Porta. Bruno Vespa entra in cucina,

la prende per mano e la trascina al centro del palco. Qui se la stringe al petto, la

guarda come per ammaliarla definitvamente e la bacia.

Parte la luce stroboscopica sul palco per mezzo minuto, prima che il buio scenda

fendente sulla scena, calandoci nel nero più assoluto.

Il sipario si chiude.

Fine