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PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE D’INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI SEZIONE VAL SUSA Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NO/TORINO - n. 2 (Giugno), anno XXXIX Lo Scarpone Valsusino

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PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE D’INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI SEZIONE VAL SUSA

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NO/TORINO - n. 2 (Giugno), anno XXXIX

Lo ScarponeValsusino

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EditorialeGiancarlo SoselloPassato e futuro della nostra Associazione 3

AttualitàMario ToniniUna grande festa alpina. Un compleanno con i fiocchi 4Mario ToniniChe adunata! Piacenza abbraccia gli alpini della Valle di Susa. Tre giorni di festa e tanti ricordi 5Silvano OllivierA Piacenza in bicicletta 8Mario ToniniGenerazioni di piacentini nelle truppe valsusine 8Dario BalboDove c’è un alpino c’è l’Italia e Piacenza non ci dimenticherà facilmente 9Dario BalboLa “Taurinense” è tornata a casa 10Dario BalboNel ricordo del battaglione “Piemonte” 10Mario ToniniGiuseppe Rosatelli. Il marescialo dell’ordine e della solidarietà 11Mario ToniniMompantero: un monumento all’alpinità 12Dario BalboForma e sostanza, i nostri mezzi per trasmettere valori e tradizioni 13Dario BalboNuovo libro di Tonini 14Bruno MariettaRaduno mortaisti della 133a compagnia mortai del btg. “Susa” 14Cristina MondaniOnoreficenze AMBIMA per fedeltà alla musica 15

Storia e culturaBruno De Gregorio - Adalberto CarlinoRitorno alla Brunetta dopo oltre cent’anni 15Laura GrisaGruppo di Sestriere 16

Dalla SezioneElio Garnero (l’angolo di)Auschwitz fabbrica della morte 18Notiziario sezionale 18Oblazioni pro Scarpone - Oblazioni c/c postale 19

Cronaca dai GruppiAvigliana 19San Giorio - Novalesa 20Chianocco - Chiomonte - Chiusa San Michele - Sant’Antonino 21Gravere 22

Anagrafe alpinaNascite - Anniversari - Matrimonio - Lauree - Decessi 22

LO SCARPONE VALSUSINOPubblicazione trimestrale

della Sezione A.N.A. Val Susa

Copertina:Il nostro vessillo a Piacenza (realizzazione di D. Balbo)

Fondatore:Franco Badò

Presidente:Giancarlo Sosello

Direttore responsabile:Claudio Rovere

Comitato di redazione:Dario BalboGiorgio BlaisElio GarneroValerio Olivero

Referente al Centro Studi:Elio Garnero

Progetto graficoFrancesco Ballesio

Conduzione tecnica:Valerio Olivero

Referente informatico e contatti con “L’Alpino”:Dario BalboDirezione:Susa, via Brunetta, 45Tel. e Fax: 0122/33204

Sito internet:www.anavalsusa.it

E-mail:[email protected]

Fotocomposizione e stampa:Tipolito Melli s.n.c., BorgoneVia Moncenisio, 11Tel. 011/964.63.67 - Fax 011/964.60.88

E-mail:[email protected]

Autorizzazione del Tribunale di Torinon. 2441 dell’8.10.1974.

Sommario

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Passato e futuro della nostra Associazione

Grazie Presidente! E’ con queste semplici parole che voglio sa-lutarti, dopo che hai retto la nostra Associazione per ben noveanni, e ora lasci l’incarico. Grazie per la tua disponibilità.

Ricordo molte occasioni in cui ho potuto condividere con te illavoro associativo, che se tanto impegna è vero che tanto restitui-sce, e la tua amicizia ne è la dimostrazione. Ti sono grati gli alpinidella Valsusa che più volte hai incontrato. Ci siamo trovati a Oulx,nella caserma “Assietta”, a Susa prima al forte della Brunetta poinella nostra sede sezionale. Ricordo la tua presenza a Exilles, inoccasione di uno dei nostri incontri più cari.

Da te, uomo generoso e umile, abbiamo sempre colto lo spiritoche deve animarci composto di coraggio, perseveranza, forza esconsiderato amore per il nostro Paese. In questi anni della tuapresidenza la nostra Associazione ha attraversato un lungo, e co-stante, cambiamento. La sospensione della leva obbligatoria avevacreato sconcerto e apprensione negli iscritti ma tu avevi presomandato dicendo: “Togliere il punto interrogativo alla domanda:A.N.A. quale futuro? E trasformare questo interrogativo in rispo-ste positive”.

In tutta sincerità devo dirti ancora grazie perché questo tuo ob-biettivo l’hai raggiunto. Con il tuo lavoro, silenzioso ma efficace,hai saputo ricucire i rapporti con i vertici militari e riavviare unpercorso istituzionale che ha portato alla mini-naja. È bello ve-dere giovani ragazze e ragazzi che dopo un breve, ma intenso, pe-riodo di prova sulle nostre belle montagne indossano il cappelloalpino. Grazie perché hai saputo rinsaldare, con un lungo e capil-lare “pellegrinaggio”, tutte le Sezioni d’Italia. Grazie perché haisaputo risvegliare, e tenere sempre viva, la fiammella della soli-darietà con i tanti progetti realizzati in questi anni.

Nei nove anni della tua presidenza la Sezione, che mi onoro dipresiedere, ha festeggiato tanti compleanni dei Gruppi e il suo no-vantesimo dalla fondazione. Tanti sono gli amici “andati avanti”,ma anche tanti giovani hanno deciso di intraprendere un percorsocomune. Il peso degli avvenimenti e della nostra storia, una granderesponsabilità, è stato più lieve perché abbiamo sempre avuto laconsapevolezza di averti amico, guida e consigliere. In questomondo che troppo velocemente cambia, e non sempre in meglio,poter avere un punto di riferimento saldo e sincero è stato per me,e per noi della Valle, motivo di forza. Quando vorrai venirci a tro-vare le porte delle nostre “baite” saranno sempre aperte, spalan-cate! Caro Corrado accogli il mio abbraccio, il nostro abbracciodalla Val Susa!

Ed ora caro Sebastiano ti giunga caloroso il benvenuto dellanostra Sezione e l’augurio di un sereno e proficuo lavoro.

Ti spetta un compito sicuramente gravoso vista l’eredità cheCorrado Perona ti ha lasciato sia in termini quantitativi che qua-litativi, ma soprattutto nel carisma del quale in nove anni il nostropast president ha fatto sfoggio.

Nessuno credo ti chiederà di esser la fotocopia di Corrado, masiamo tutti convinti che in breve tempo avrai dato l’impronta deltuo stile e della tua alpinità.

Il tuo profilo professionale ed il tuo impegno associativo sianella commissione grandi opere sia in quel gioiello che è la casaper Luca sono un esauriente e straordinario biglietto da visita percoloro, pochi credo, che non ti conoscevano. Io che ho avutomodo di condividere con te l’esperienza del CDN ben sapevodelle tue qualità e della tua signorilità.

Come detto l’impegno sarà arduo, gli ultimi tempi di Corradopurtroppo hanno lasciato qualche strascico in alcune Sezioni, masiamo tutti certi che queste divergenze saranno da te appianate nelnome del nostro comune amore e rispetto per il cappello alpino.

L’ampio margine con il quale hai conquistato la presidenza ladice lunga sulla stima e la fiducia che i delegati riponevano in teed è stato un vero peccato che si fosse creata questa contrapposi-zione di candidati. Onore al merito alpinamente anche per CesareLavizzari il tuo concorrente che siamo certi metterà a tua dispo-sizione la sua ben nota passione.

Adesso inizia il tuo lavoro quindi zaino in spalla e coraggio…“Alti come pini, forti come torri, uniti come catene” sono gli uo-mini della “Cadore” e tu che ben la conosci saprai di certo met-tere in pratica quel motto glorioso. E quando il tuo zaino vorrà ungiorno riposarsi nel suo cammino nella nostra terra saremo tuttipronti a darti la più festosa delle accoglienze.

Giancarlo Sosello

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È il capogruppo MicheleLeone, raggiante e stanchis-simo, che tira le somme dell’ot-tantesimo compleanno dellepenne nere del Gruppo “RoccaSella”. “Una grande festa pertutto il paese, una bella soddi-sfazione. Un compleanno chevolevamo organizzare al me-glio, e meglio non poteva riu-scire. Vogliamo dedicare questomomento a Giovanni Carena”.

Gli alpini hanno voluto ricor-dare il loro ex capogruppo,classe 1933, mancato da poco.Uomo e alpino semplice, sem-pre disponibile, un grandeamico per tutto il paese. Carenacon grande impegno, seppesempre portare avanti il Gruppoper tanti anni. A dimostrazionedi ciò le penne nere ricordano ilgiorno del suo ultimo viaggio:parteciparono al suo funeralevari rappresentanti dell'A.N.A.Val Susa e numerosi gagliardettidei tanti alpini che lui amavamolto.

Veniamo alla cronaca delledue giornate. Sabato sera la par-tecipazione è stata davvero im-portante. Nella sala del centrosociale, il Gruppo, ha propostol’esibizione del Coro Alpino delGruppo di Collegno. Precisa epuntuale l’esecuzione dei branidel coro, più di trentacinque ele-menti, comandati a bacchetta dauna direttrice. Anche così ledonne stanno entrando nei ran-ghi alpini, e ben vengano!

In sala un pubblico divertitoche ha apprezzato il lungo re-pertorio musicale proposto.Prima dell’esecuzione il sindacoMauro Carena, affezionatoamico degli alpini, ha donatouna targa ricordo.

Per la domenica si sperava inun tempo clemente in questodifficile aprile e le preghiere al-pine hanno dato i loro frutti.Uno splendido sole, e un caldoestivo, hanno accompagnato lamagnifica giornata.

Dalla mattina un “esercito” dialpini si è dato appuntamentopresso la sede per l’ammassa-mento e il rituale rinfresco diprima colazione. Ordinati igruppi e i partecipanti è partitala sfilata diretta al monumentoper gli Onori ai Caduti. Si sonocontati più di quaranta gagliar-detti provenienti anche da fuorivalle.

Presente, naturalmente, ilvessillo sezionale accompa-gnato da tutta la presidenza e iconsiglieri della bassa valle.

Giancarlo Sosello, presidentesezionale A.N.A., si è detto“commosso e felice di guidareuna Sezione più che viva. In duegiorni abbiamo inaugurato ilmonumento a Mompantero eora eccoci qui a far festa con gliamici di Villar Dora. Tra pocopartirà l’organizzazione al-l’Adunata nazionale di Pia-cenza, poi Exilles e poi …”; èun fiume in piena Sosello.

Nella chiesa di San Vincenzosi è poi tenuta la Santa Messaofficiata dal nuovo parroco donLuigi Cordola.

In tarda mattinata, con i primibrontolii dello stomaco, è suo-nata la chiamata del rancio. Nelcortile della sede del Gruppo èstato allestito un pranzo cuihanno partecipato ben 125ospiti. Piatti da gustare, bic-chieri da svuotare, chiacchiere,ricordi e canzoni.

Un momento di gioia che

dura da ottant’anni e che proprionon vuole finire. Ora gli alpinidi Villar Dora si concederannoun po’ di riposo e poi di nuovozaino in spalla per la festa di San

Pancrazio. Tutto il paese è rima-sto addobbato con tricolori ecartoncini su cui c’è scritto“Viva gli Alpini”. Provare percredere.

Una grande festa alpinaUn compleanno con i fiocchi tricoloridi Mario Tonini

Sopra: schieramento per l’omaggio a tutti i Caduti e sotto, sostaal monumento all’alpino (foto D. Balbo).

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ualitàChe Adunata! Piacenza abbraccia

gli alpini della Val SusaTre giorni di festa e tanti ricordi di Mario Tonini

Sono orgogliosi del loroCorpo e guai a chiamarli “ex al-pini”, è una grave offesa. Si è al-pino a 20 anni e lo si è per tuttala vita e con lo stesso spirito diservizio ma anche con la stessagoliardia che li ha contraddi-stinti durante la naja, si mettenoal servizio della nazione, anchequando non si è in servizio ef-fettivo tra le fila dell’Esercito.

È ben presente nella nostravalle il grande contributo che glialpini, appartenenti ai variGruppi, in più occasioni danno.La Sezione si è presentata allagrande all’Adunata nazionale.Chi in macchina, chi in pul-lman, alcuni temerari in bici-cletta; le penne nere hannoraggiunto la città emiliana per laconsueta kermesse. In giro perPiacenza li ho visti, per nullaspaesati, e molto allegri, comeun gruppo di amici a gironzo-lare per le strade della città, allascoperta del posto migliore

dove mangiare o bere. Ho fattouna capatina al quartier generaledell’adunata, l’ex casa canto-niera ANAS.

L’atmosfera era quella di un“caos ordinato” con gli addetti arispondere puntualmente adogni richiesta circa i trasportiferroviari, le sistemazioni logi-stiche ed altre necessità anchese non strettamente pertinentil’organizzazione.

È domenica e ci sono ancoratanti piacentini che vengono arichiedere le bandiere per l’ad-dobbo dei loro balconi. Mi spo-sto in centro: fanno bella mostradi sé, due megacisterne da oltre15 mila litri, destinate a conte-nere birra. Poco più avanti, c’èil villaggio dell’adunata che hapreso forma, mi raccontano,dopo dieci giorni di lavoro.

Ecco le nostre penne nere,mischiate tra migliaia. Ho già leprime sorprese: un alpino cheviene dalla lontana Sicilia è lì

che parla col capogruppo diBussoleno. Un comune denomi-natore che unisce Nord e Sud.“Si è alpini per sempre e si è or-gogliosi di esserlo” l’ho sentitoripetere più volte nel corso deimiei incontri per strada.

Arrivo fino ad una mega ten-sostruttura che ospita il villag-gio animato da migliaia dipenne nere che mangiano, be-vono e naturalmente cantano. Èl’ora dell’ammassamento edella partenza per la sfilata,sono passate le 14, i primi sonopartiti questa mattina alle ottoper sfilare davanti alle autorità!

Tutti agli ordini, con ordine,davanti il labaro, il Presidente,il Consiglio e i generali. Poiecco le autorità con fascia trico-lore, da Meana con Perotto aChiomonte con Pinard passandoper Sestriere e Bussoleno; Susaha fatto il bis con Giovanni Bac-carini e Salvatore Panaro. Poi laFanfara, e la loro musica, a se-

guire centinaia di camicie a qua-dri bianche e blu della Val Susa.

Il tempo passa veloce, la mar-cia tra due ali di folla festante èindescrivibile. Tricolori, corian-doli, applausi, striscioni; è festa.Ogni città regala sensazioni di-verse e ogni adunata alla fine ri-sulta particolare.

I piacentini si stanno dimo-strando gentili e disponibili. Ilbello di questa manifestazione èstata il vedere mille colori, in-contrare persone, salutarsi senzanemmeno conoscersi.

“Siamo stati accolti benis-simo e i servizi sono stati ottimi.La maggior parte del gruppo èarrivato oggi e poi si è presen-tato all’ammassamento. Matanti hanno invaso l’hinterlandcon pulmini e camper dislocatianche a una sessantina di chilo-metri dalla città. Tutto è andatoper il verso giusto, nonostante ildiluvio di venerdì” ha detto il pre-sidente Giancarlo Sosello.

Alzabandiera in piazza Cavalli: l’86a Adunata nazionale ha inizio. Nella sfilata, passano i “nostri” (foto. D. Balbo).

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PIACENZA

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NZA 86ª Adunata nazionale

Servizio fotografico D. Balbo e C. Ravetto

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Dopo la sfilata c’è stato ilrompete le righe, ma tanti hannoprolungato di qualche ora il sog-giorno piacentino: “C’è chi ri-parte subito dopo la sfilata e chiinvece aspetta domani per averea disposizione il tempo di ritro-vare tutti i vecchi amici che perun motivo o per l’altro non si èriusciti a incontrare” dice DarioBalbo uno dei vicepresidenti. Itempi supplementari di unafesta che tutti vorrebbero non fi-nisse mai sono proseguiti sullavia del ritorno. Asti è stata lameta per la cena del ritorno, nona caso perché candidata qualecittà dell’adunata 2015.

Presenze Val Susaa Piacenza

La Sezione si è presentata conben 505 unità. Oltre ai 462 al-pini che hanno sfilato occorreaggiungere 43 membri di Prote-zione Civile, che come è bennoto sfilano ad aprire il Rag-gruppamento, distribuiti nellesquadre “Assietta” con 3 ele-menti, “Orsiera” con 5, “Susa”con 5, “Pirchiriano” con 6 ed inuclei “Rocciatori” con 1 per-sona e “Cinofili”, che è risul-tato il più numeroso con ben 23persone.

alpino e una bici che utilizzacome ruote il logo sezionale.Tutti in divisa quindi e con lanappina e la penna sul casco,partiamo per raggiungere Pia-nezza dove ci aspetta il gruppoper il pranzo e da dove altri al-pini si aggiungeranno. Ci se-guono i pulmini guidati daipazienti Pierantonio e Felice.

Prima tappa: CastelnuovoDon Bosco sul colle della omo-nima basilica. Alla sera l’incon-tro coi capigruppo della zona, lacena, qualche coro alpino e poia dormire. Complice forse l’ot-timo barbera, il rimbombo dellapalestra gentilmente concessacida don Egidio, ci fa sembrare ilrussare dei compagni “il rombodei cannon”.

Altra partenza; questa voltaall’alba, su e giù per le collineastigiane (personalmente non ri-cordo le discese ma solo le sa-lite). L’alpino Pierino, 79 anni,tiene duro... qualcun altro meno.Quando finalmente si attraversaAsti e la strada si fa meno fati-cosa ecco arrivare la pioggiache ci accompagnerà per oltredue ore fino a Tortona. Sarà ilGruppo locale ad ospitarci siaper la cena che per dormire.

Anche qui dopo lo scambio deigagliardetti, si canta fino a tardi.

Ultima tappa, la meno fati-cosa visto che siamo ormai nellapianura padana, ma bisogna ti-rare! Il Presidente ci aspetta inpiazza Cavalli a Piacenza permezzogiorno. Foto di rito e poitutti nei campeggi a sistemarsiper la festa del sabato sera e lasfilata della domenica. Un’oc-chiata al contakilometri: segna290. Che peccato: è finita, eproprio come a naja, ti resta ilricordo di aver conosciuto dellepersone magnifiche ed aver tra-scorso delle ore faticose, mabelle; e proprio perché faticose,ancora più belle; proprio comea naja!

Ed ecco i nomi dei coraggiosivalsusini: Giorgio Gambelli,Franco Bernard, Sivano Olli-vier, Renzo Blandino, FabrizioMacario, Fabio Quiriti ed il ve-terano sempre giovane PierinoLongo. Ci perdonino gli amicidi Pianezza che ci hanno ac-compagnato, ma ci sfuggono iloro nomi. Di supporto con imezzi messi gentilmente a di-sposizione dalla signora TizianaNasi Pierantonio Martin e Fe-lice Angelini.

Chissà perché quando si as-sociano bicicletta e militari sipensa subito ai bersaglieri. È persfatare questo mito che il luogo-tenente Giorgio Gambelli, chepenso che da quando è alpinonon abbia saltato una Adunata,contatta la Sezione per proporredi raggiungere Piacenza non giàcon treno, auto o pullman, ma inbicicletta. Giorgio a dire il veronon è nuovo a queste improvvi-sazioni; già a Torino era andatocon un gruppo di alpini a piedi.

Il primo a cogliere la provo-cazione è il capogruppo diOulx, Franco Bernard, chepiano piano coinvolge altri al-pini.

Al giovedì mattina prece-dente l’adunata sono in sette apresentarsi davanti al monu-mento in Susa a onorare i Ca-duti col Presidente sezionaleche deposita un mazzo di fiori.Per l’occasione, la Sezione hafatto stampare una maglia da ci-clista col disegno del cappello

A Piacenzain bicicletta di Silvano Ollivier

Erano piacentini, ma eranochiamati con il soprannome “chimò”, espressione dialettale dicui facevano, e fanno, uso fre-quente. Fino a leva della se-conda guerra mondiale, neibattaglioni e gruppi d’artiglieriain valle le reclute arrivavanodalle vallate appenniniche delTrebbia, del Tidone, del Nure edell’Arda. In alcuni periodi,quelli di guerra, arrivarono a es-sere anche la metà degli effet-tivi. Allora l’amalgama trapiacentini e piemontesi era nelperiodo d’addestramento, moltoduro, nei campi estivi e inver-nali e in guerra. I piacentini sisono sempre inseriti nelletruppe alpine senza difficoltà,hanno trovato qui uomini comeloro. Gente abituata alla fatica,al sacrificio, alle dure condi-zioni ambientali e quando era ilcaso all’allegria. Piacentini abraccetto con i valsusini nelleguerre d’Albania, in Grecia, inJugoslavia e in Russia. Piacen-tini che innamorati delle nostrebelle ragazze, s’innamorarono

anche della nostra valle. I vec-chi segusini ricorderanno, adesempio, Clemente Bergonziche arrivato come sarto militareintraprese, poi, il commerciocon successo. Arrivarono i con-gedi e il ritorno a casa nonspezzò il legame con la valledella Dora Riparia. In questastoria, in questi sentimenti, si èsvolta l’86ª Adunata Nazionaledegli Alpini. Oramai, son pas-sati settant’anni, tra le schiereassociative sono sfilati i nipotidi quei valsusini e di quei pia-centini che combatterono afianco. Il Presidente sezionale diPiacenza, padrone di casa, hadichiarato per l’occasione:“Siamo orgogliosi di ospitarequi da noi l’Adunata nazionale,siamo ancora più felici perchériabbracceremo amici che con inostri padri hanno visto la sof-ferenza delle guerre. La valle diSusa è stata anche la nostra pa-tria e così seguitiamo a sentirla.Saluto con referenza e commo-zione i valsusini, vi attendiamoa braccia aperte!”.

Generazionidi piacentininelle truppe valsusinedi Mario Tonini

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Dove c’è un alpino c’è l’Italiae Piacenza non ci dimenticherà facilmentedi Dario Balbo

Della cronaca avrete già am-piamente letto nelle note diMario Tonini. Invece io preferi-rei partire dal lunedì successivoquando in Sezione arriva da Pia-cenza questa mail diretta a tuttigli alpini piemontesi.

“Cari alpini, veci e bocia, chivi scrive è una giovane piacen-tina che ha passato gli ultimi tregiorni insieme a voi in mezzoalle strade della (mia) città. Inu-tile dirvi che stamattina, la cittàsi è alzata più sola: tutto era piùtriste e, purtroppo, è ritornatoad essere tutto silenzioso e me-lanconico. Abbiamo passato tregiorni tra persone vere e ge-nuine come voi, abbracciando ivostri valori e il vostro profondosenso dell'onore. Grazie a voi,abbiamo imparato che, standoviinsieme, si impara la vita e si di-venta più uomini (come dicevauno striscione durante la sfi-lata), ci si arricchisce moral-mente e umanamente. Mi sento in dovere di ringra-

ziarvi di cuore e con sincero af-fetto perché ho capito che,nonostante vari "incidenti dipercorso", l'Italia è fatta digente perbene; se questa fosseconsegnata nelle vostre mani egestita dalla vostra testa, sa-remmo di sicuro una terra moltomeno martoriata. Avete lasciatouna città più bella e pulita intutti i sensi, ma mi spiace soloche non siate più in mezzo anoi: solo qualche alpino, an-cora stamattina, stava agli an-goli delle nostre stradeprontamente fermato dai pas-santi per qualche chiacchieratae qualche foto, ma niente più.Tornate nella nostra città; speroche vi siate sentiti accolti dallanostra "emilianità" e che visiate sentiti, anche se per poco,a casa vostra. Tornate coi vostricappelli e vedrete che non po-trete fare un passo senza esserefermati dall'entusiasmo ed inte-resse dei piacentini che avetefatto crescere come popolo ita-liano e comunità locale. Sietebrava gente (ho visitato la vo-stra regione anni fa insieme adun gruppo di altri turisti, esiamo tutti rimasti colpiti dallavostra aperta cordialità: ci fer-mavate per la strada per scam-biare due parole con noi perchévedevate che non eravamo dellavostra zona) con il cuore inmano e la fierezza negli occhinel vero senso della parola, e vi

meritate tutto l'affetto che io egli altri abbiamo provato e con-tinuiamo a nutrire nei vostri ri-guardi. La dignità italiana cresce

grazie a voi che fate i fatti e nonle parole.Un abbraccio e grazie an-

cora per averci insegnato chetutti possiamo essere come voi,basta volerlo e sentirlo nel pro-fondo.Un ammirato abbraccio e un

bacio affettuoso. Elena B.”

Cosa dire di più? Per l’enne-sima volta gli alpini con la lorosimpatia sono riusciti a riscal-dare e trasformare una città. Almio arrivo a Piacenza, alle 6,30del venerdì, percorrendo lestrade che portavano al centroecheggiavano già, o forse me-glio dire ancora, le note noncerto ordinate di qualche cantoalpino. Era comunque bello,quasi un ritorno a casa anche sePiacenza non era la mia di casa.Ma quando si scopre che gentecome Gianfranco Chiappospende ogni anno migliaia dieuro per raggiungere la sededell’adunata dalla Colombia econ lui tanti altri dall’Australia,dal Canada, dal Sud Africa ecosì via ci si sente piccoli pic-

coli. Questi sono gli alpini, que-sti siamo noi.

Ogni anno quindi si ripetequesto straordinario effetto tera-peutico urbano di rivitalizza-zione delle città. Ci sarannosempre coloro che storcono ilnaso, ma quando ci si sente dire,ci si sente pregati di ritornarevuol dire di essere stati conside-rati ospiti graditi come ne da-vano testimonianza i piacentiniche riempivano con noi piazzadei Cavalli, piazza del Duomo ei giardini trasformati in coloratidormitori e cucine da campo. Epoi la cittadella degli alpini e levie dove il flusso pedonale ri-schiava di travolgere il coloratomercato di merci varie i cui ven-ditori non disdegnavano certo difarsi fotografare spesso con ilcappello sul capo. Integrazionea tutto tondo, allegria e tolle-ranza salvo per i frequenti bor-seggiatori che rovinano con leloro imprese l’atmosfera dellafesta. Passione, calore, dedi-zione, solidarietà, che gli emi-liani hanno potuto apprezzareda vicino ai tempi del terremoto,sono il biglietto da visita chepresentiamo bussando umil-mente alle porte delle città chechiedono di ospitarci. Biglietticon su scritto Vajont, Friuli,

Abruzzi, Emilia, una casa perLuca e con tante altre opere chenon troverebbero spazio a suffi-cienza. E da buoni invitati qualisiamo, educati, non veniamomai a mani vuote ed oggi qualericonoscenza per l’ospitalitàecco 50.000 euro donati al “Pro-getto vita” finalizzato alla dota-zione di defibrillatori nellescuole e altri 15.000 all’associa-zione “Oltre l’autismo”, piùtutte le ore impegnate dalla Pro-tezione civile che da inizio mag-gio ha contribuito a sistemarepanchine, pulire sottopassi e ri-qualificare cinque aree verdi cit-tadine “Interventi straordinari”come li ha definiti il sindacoDosi sottolineando la speranzache la città tenga fede all’impe-gno di mantenere le aree comericonsegnate dagli alpini.

“Dove c’è un alpino, c’è l’Ita-lia” ricordava Perona nel suo ul-timo coinvolgente discorso inuna Adunata, e nessuno potràmai negare la veridicità di taleaffermazione. Mai, se non nellenostre adunate, il tricolore è cosìapplaudito quando sale e cosìcommovente quando ammaina,e mai inno nazionale è cantatocon così tanto rispetto.

“Tornate ancora” mi son sen-tito dire quando ancora dome-nica sera giravo per Piacenza,mentre piazza dei Cavalli si ria-nimava per l’ammainabandierae per il passaggio della stecca aPordenone. “Grazie alpini, sietestati fantastici”. Ho ringraziatoa mia volta con un misto di or-goglio e commozione. E mentrepasseggiavo, rivedendo il filmdi questa bellissima tre giorni,mi tornavano alla mente le pa-role che solo il giorno primaavevo sentito pronunciare daFlorian Kronbichler, giornalistadi Bolzano premiato quale gior-nalista dell’anno: “Per la convi-venza in Alto Adige e Bolzanoin particolare ha fatto più l’adu-nata degli alpini di quanto ab-biano prodotto convegni epolitica in più di cinquant’annidi parole o meglio dire chiac-chiere”. Resistiamo così, difen-diamo e rispettiamo i nostrivalori, restiamo una grande fa-miglia, sana, fiera, giustamenteumile ma attenta a tutto ciò checi ruota intorno, solidale. Dopotre giorni di baldoria che nonpotremmo certo dire silenziosa,se tutti ci rivogliono a casa loroil nostro rumore non deve certoesser stato così fastidioso. Anzi.

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La “Taurinense” è tornata a casa di Dario BalboI reparti in armi schierati in piazza Castello, alla presenza delle autorità, hanno ricevuto il saluto della città (foto D. Balbo).

La “Taurinense” è rientratadalla sua quinta missione interra afghana. Un impegnosvolto in un momento partico-larmente importante e delicatoquale quello della transizionedelle responsabilità tra le forzeinternazionali facenti parte del-l’ISAf e l’esercito afghano.

Al comando del gen. DarioRanieri 1200 sono stati gli al-pini impegnati, inquadrati neireggimenti alpini 2°, 3° e 9°,nel 1° di artiglieria da montagnae nel 32° Genio guastatori piùvarie rappresentanze che vannodal “Nizza” cavalleria al nucleoelicotteristi.

Nulla è stato facile in Afgha-nistan ma ormai gli alpini hannoraggiunto standard operativi diprim’ordine ampiamente ap-prezzati sia da chi con loro hacollaborato che, e questo è par-

ticolarmente gratificante, chedalla collettività con la quale ireparti si confrontavano gior-nalmente nelle attività di aiuto ericostruzione.

Salutati il 3 settembre scorsonella cerimonia tenutasi nellacaserma “Monte Grappa”, To-rino ha voluto offrire il bentor-nato in uno dei salotti buonidella città, quella Piazza Ca-stello che già tante altre volte hafatto da scenario a manifesta-zioni alpine.

Purtroppo l’inclemenza deltempo ha guastato in parte la so-lennità dell’evento ma non haspaventato i tantissimi vessilli egagliardetti presenti con il la-baro nazionale più le centinaiadi spettatori che incuranti dellapioggia assistevano dietro letransenne.

Presenti alla cerimonia le più

alte autorità politiche regionalie cittadine, Roberto Cota e PieroFassino, il procuratore Gian-franco Caselli e in rappresen-tanza dell’esercito il gen.Claudio Graziano, Capo diStato Maggiore dell’Esercito e,a detta sua per motivi di leggi eregolamenti, ex-alpino, affer-mazione che coglie impreparatala maggior parte degli astanti.

Nel suo discorso però il gen.Graziano non poteva certo di-menticare il suo passato digrande comandante che ven-t’anni prima guidava il “Susa”in Mozambico in una delleprime missioni internazionalicaratterizzata dalla presenzanelle file di soldati di leva. Iltempo poi, sottolineava il gene-rale, avrebbe condotto i nostrisoldati in Bosnia, Kossovo e oraAfghanistan.

Il gen. Dario Ranieri rivol-geva invece parole di congratu-lazione e di ringraziamento per isuoi uomini, per la loro prepa-razione, disponibilità e spirito disacrificio, non dimenticandol’unica vittima di questa mis-sione, Tiziano Chierotti capo-rale del 2°, caduto in unasparatoria nei pressi di Herat.

Si mormora che potrebbe es-sere l’ultima missione, non restache la speranza che anche Ti-ziano sia l’ultima vittima, ma ladecisione della fine delle mis-sioni dovrebbe coincidere con laraggiunta efficienza e maturitàdell’esercito afghano e noncerto dai comportamenti umo-rali, opportunistici e demagogicidi politici in cerca di consensi enotorietà.

Nutrita la presenza valsusinaalla cerimonia.

Nel ricordo del battaglione “Piemonte”di Dario Balbo

Mercoledì 10 aprile, un Ser-gio Pivetta in grande forma, pre-ciso, determinato e commossoha voluto percorrere nell’an-nuale incontro commemorativo,la storia e le imprese del btg.“Piemonte” che, insieme con ilbtg. “Monte Granero”, costituìil primo tassello alpino del rico-stituito esercito italiano dopo l’8settembre. Un battaglione for-mato nella quasi totalità da pie-montesi che reduci da vari frontisi ritrovarono nel sud dell’Italianei giorni dell’armistizio.

Le vicende del btg. “Pie-monte” si allacciano all’avan-zata degli americani cui siopponevano reparti tedeschi ag-guerriti e con il dente avvele-nato con l’esercito italiano.

Lungo il percorso dell’avan-zata si ergeva però una monta-gna dal profilo inquietante, siaper le difficoltà alpinistiche cheper la funzione difensiva cheveniva sfruttata dall’esercito te-desco: il Monte Marrone. Unamontagna dominante la valledel Volturno, di meno di 2000metri. Così la mattina del 31marzo 1944, smentendo la con-vinzione che fosse impresa im-possibile, gli alpini del“Piemonte” raggiunsero lavetta. Una impresa alpinisticasimile alla ben più nota conqui-sta del Monte Nero della Primaguerra mondiale ma ugualmentedeterminante, di cui a ragione, ilnostro Sergio Pivetta ne ha mo-tivo di orgoglio e noi con lui.

Il colonnello Pivetta durante la rievocazione della battaglia per laconquista di Monte Marrone (foto D. Balbo).

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Ha posato lo zaino a terra un grande per-sonaggio della nostra Sezione e della storiadelle Truppe Alpine italiane. Il marescialloGiuseppe Rosatelli è stato accompagnatoper la sua ultima parata da un picchettod’onore. Il giorno del suo funerale, celebratonella sua parrocchia di Torino, c’erano tantiamici che rappresentavano la sua vita densadi dedizione, rispetto e lavoro.

Conobbi il maresciallo facendo ricerchequalche anno fa e da allora ci affezionammotelefonandoci con una certa frequenza.Scrissi di lui molte volte, vorrei riportareuna sua biografia che tanto gli piacque, è ilmio modo per salutarlo.

In casa sua tutto è al suo posto. Il cappelloalpino, le fotografie della famiglia, i ricorditrovano spazio tra le librerie e i mobili. E’ ilsuo mondo pieno d’ordine. Ordine; non c’èaltra parola per descrivere Rosatelli. Ordinenella vita, nei pensieri, nell’agire. Ordined’idee e carattere. Grazie a lui, e alla sua in-finita memoria, ho riscoperto che le guerrelontane, raccontate da un protagonista, sonoimmediatamente più vicine. Nato nel 1914descrivendomi alcune foto degli anni ’30 lecommenta con così tanti particolari chesembra, le abbiamo scattate ieri. Di ogni fo-tografia ricorda i luoghi e i nomi delle per-sone fotografate, la loro provenienza e laloro storia. Ho provato sorpresa, e imba-razzo, a dovere segnare così tanti dati. Tuttocominciò nel 1932. A Roma, dove lui abi-tava, fu un’estate afosa. I ragazzi eccitati dalregime sognavano terre lontane, grandioseconquiste e il sabato assieme al papà parte-cipavano, erano obbligati, alle manifesta-zioni fasciste. Mussolini era al massimo delconsenso e al “popolino romano”, e nonsolo, aveva portato grandi benefici come legite, le vacanze al mare, la scuola; una vitamigliore di prima. Da lì parte l’intervista.Come mai un ragazzo romano è diventatoalpino gli chiedo? “Avevo raggiunto i di-ciotto anni e per avere un lavoro sicuro de-cisi di arruolarmi in cavalleria, dopo le visitedi rito aspettai fiducioso, sognando caval-cate nel verde e quelle magnifiche caricheche vedevamo al cinematografo” mi ri-sponde. Poi la delusione, “Abile e arruolatoma non in cavalleria perché mi fu detto chenon avrebbero trovato un cavallo così robu-sto da potermi sostenere”. Rosatelli è uomoalto un metro e novanta e da giovane, a ve-derlo in foto, era un “marcantonio”. “Mimandarono a Torino negli alpini. Giunsi nelcapoluogo in una giornata di nebbia e cam-minai dalla stazione oltre la Gran Madre,dove c’era la caserma Rubatto al di là delPo”. Iniziò il periodo di esercitazioni inmontagna con istruzioni su roccia, l’usodegli sci, le lunghe marce in quota. “Mi tra-sferirono a Exilles come sergente, poi a Bar-donecchia nelle casermette all’imboccodella Valle della Rho e Oulx. Oltre allemarce c’era il trasporto da Oulx a Exilles

delle salmerie tutti i giorni. A piedi” ricordaRosatelli. Sembra di vederlo questo ragaz-zone addestrato in montagna in lunghi mesicamminare su e giù per la Valle, con unapreparazione alpinistica, vestito con la di-visa pesante che riparava l’intenso freddo,pronto a usare armi efficaci in alta quota.Nel 1936 fu chiamato alla prima prova inarmi. Dove? In Africa. Nell’inesplicabile, eil più delle volte incomprensibile, decisionedegli stati maggiori ecco gli alpini buttatinella sabbia. “Fummo inquadrati nel con-tingente mandato nella guerra coloniale afri-cana con la stessa attrezzatura e vestiarioche usavamo in montagna. Partimmo da Na-poli e sbarcammo a Massaua e da lì pren-demmo la direzione di Amba Radam”racconta, “Appiedati e con lo zaino. Ricordoche mancava l’acqua e le borracce erano su-bito vuote. La marcia era difficoltosa e l’ac-qua divenne un miraggio. In quellecondizioni arrivammo allo scontro control’agguerrita e organizzata armata del rasMaughietà. Furono giorni di cruento com-battimento e a fatica conquistammo la stradaverso Dessiè. Improvvisamente ricevemmol’ordine di fermarci e attendere”. Aspettarecosa? Che il maresciallo Badoglio con letruppe della Milizia fascista, trasportate incamion, entrasse trionfale in città. E diavolo,Mussolini voleva ben una conquista fasci-sta, anzi un impero fascista, e l’ottenne; glialpini potevano attendere gli onori. Per Ro-satelli dopo il rientro in patria fu un periodotranquillo nuovamente tra i monti. Ecco unanuova guerra. Mussolini, seccato delle con-tinue e travolgenti vittorie tedesche, quandoormai la svastica stava sventolando sull’Arcdu Trionphe, dichiarò guerra alla Francia.“Era giugno e indossavamo la divisa estiva,eravamo tra lo Chaberton e il Pian del Colle

Giuseppe RosatelliIl maresciallo dell’ordine e della solidarietà di Mario Tonini

e si mise a nevicare. Nulla era stato predi-sposto per svolgere operazioni offensive. Citrovammo in alta montagna in pessime con-dizioni di tempo, nevicava, c’era la nebbia ela temperatura scese improvvisamente. In-somma un disastro. Combattemmo ma ifrancesi erano meglio organizzati e moltiuomini si congelarono mani e piedi” ricordaRosatelli scollando le spalle. Dopo la resafirmata dalla Francia, separatamente allaGermania in spregio al governo italiano, glialpini furono mandati a Domodossola percontrollare la frontiera. L’avventura militarenon si fermò così, anzi.

“Nel 1942 partimmo per la Croazia, eaddio Italia nuovamente. Facevamo rastrel-lamenti e scorte ai convogli e ai riforni-menti. Il nemico era ovunque, colpiva efuggiva di sorpresa. Ricordo decine di ra-gazzi colpiti così all’improvviso, poi arrivòl’8 settembre”. L’armistizio firmato l’8 set-tembre del 1943, in gran segreto, da Bado-glio cambiava le carte in tavola. I tedeschida alleati a nemici e gli americani da nuoviamici. I giocatori però non erano stati av-vertiti. Così gli alpini si trovarono, da ungiorno all’altro, a riorganizzarsi. “Che fol-lia ieri alleati oggi nemici” dice Rosatelli“eravamo alle Bocche di Cattaro e fummomandati a liberare il porto occupato dalletruppe tedesche per poter far ritorno in Ita-lia. Non fu semplice ma liberammo la ban-china e le fortificazioni che la difendevano”.La speranza di tornare a casa era dunque di-ventata realtà. Nulla affatto, sulle navi di-rette a Bari salirono i fanti e gli alpinirimasero lì a veder le navi prendere il largo.“Fummo fatti prigionieri dai tedeschi e im-mediatamente deportati. Fummo sottopostia inaudite sofferenze” ricorda Rosatelli, acui è cambiata improvvisamente l’espres-sione degli occhi “facemmo lavori di forti-ficazione e trattati per tutto l’inverno inmodo disumano. Lavoravamo tutto il giornoe il posto era misero. I miei alpini morivanodi fame e fatica”. Furono gli americani a sal-vare la vita ai prigionieri liberandoli nel1945 e assistendoli fino al loro rimpatrio.L’attività di Rosatelli riprese come mare-sciallo, dopo la guerra, negli uffici del Reg-gimento. Ufficiali superiori, soldati di leva,tutti hanno combattuto contro la sua impla-cabile pignoleria, il suo ordine e la sua su-periore intransigenza verso le regole.Arrivato al congedo, sprigionò la sua vo-lontà di ricordare gli uomini caduti inguerra. Prima a Exilles con la costruzionedella Cappella votiva e la fontana, poi a To-rino con il rifacimento del parco della ri-membranza. Uomo tutto d’un pezzopartecipa alle manifestazioni appuntandoalla giacca la medaglia a cavaliere della re-pubblica, quella d’oro da combattente,quella di reduce, quella della guerra inAfrica, quella della guerra in Francia.Come? Nel giusto ordine.

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Mompantero: un monumento all’alpinitàGrande folla all’inaugurazione sabato 13 apriledi Mario Tonini

Dopo tanto freddo e pioggia,ci volevano gli alpini a far sboc-ciare la primavera. Con un belsole e il cielo terso è stata unamattinata calda, non solo ditemperatura, quella vissuta nelpaese sotto il Rocciamelone.

Una grande folla si è radunatafin dal mattino nel piazzale da-vanti al Santuario. Presenti ilvessillo della Sezione Val Susa,moltissimi gagliardetti deiGruppi della Valle e non solo, larappresentanza delle Armi e ditante associazioni civili, tutti aonorare e ricordare i Caduti ditutti le guerre.

Visibilmente commosso il ca-pogruppo, artefice e promotoredella costruzione del monu-mento, Ezio Durbiano scortatodai suoi soci, pochi ma duricome le pietre del Rocciame-lone, nella loro giornata di festa.

La mattinata è iniziata con lacelebrazione della Santa Messada parte del parroco don Remi-gio Borello (avendo alle spalledecine di feste alpine ad Exilles

è oramai alpino “ad honorem”)che ha ricordato la storia deglialpini di Mompantero, e dellaValle, che fin dal 1899 legaronola loro storia a quella della Ma-donna del Rocciamelone con ladeposizione della statua in vetta.

Di grande effetto e ricco il“parterre du roi” con la presenzadel presidente sezionale A.N.A.Giancarlo Sosello, del generaleGiorgio Blais, del capitano deiCarabinieri Stefano Mazzanti edel tenente Bertoli della “Tauri-nense”, rientrato da pochi giornidalla missione in Afghanistan.Presenti anche le istituzioni ci-vili, fasce tricolori di Mompan-tero con il sindaco Favro, diVenaus con il dottor Graffi e ilsindaco Gemma Amprino Gio-rio di Susa.

Dopo la breve sfilata dal San-tuario al luogo commemorativo,ecco l’inaugurazione del monu-mento. Prima il taglio del nastrotricolore, e prima dei discorsiufficiali, è stata deposta una co-rona di fiori ai piedi della scul-

tura. Ha preso la parola il sin-daco del paesino montano PieraFavro, poi il presidente Gian-carlo Sosello ha ringraziato ilgruppo A.N.A. di Mompanteroche con tenacia e perseveranzaè riuscito in questa “impresa”che raccoglie l’elogio e il rin-graziamento di tutti gli alpini incongedo che continuano la loroopera di ricordo e lavoro nellacomunità valsusina.

A fianco della roccia conl’aquila è poi salito il capo-gruppo Durbiano che ha breve-mente ricordato il percorso dellacostruzione del monumento.“Avevamo intenzione di co-struire questo monumento daanni, ma con tutta la burocraziache c’è, siamo riusciti soloadesso” ha esordito Durbiano “edevo ringraziare quanti hannopermesso la buona riuscita del-l’opera. Giuseppe Ferraris, al-pino di Cesana, che ha donato lapietra, poi la ditta Favro e per ilcalcestruzzo la ditta Faure. Ilcapo cantiere mastro Martinazzo

e quanti hanno collaborato conlavoro e materiale.

Ringrazio anche il Comuneche ha concesso l’area della co-struzione”, poi il capogruppo haterminato salutando i presenti eaugurandosi che questa aquilapossa diventare simbolo per lefuture generazioni.

A conclusione della breve,ma toccante, manifestazionesulle note della Fanfara A.N.A.Valsusa si è cantato l’inno d’Ita-lia. Sulle note della marcia al-pina “Trentasold” il maestroDanilo Bellando, e i suoi mu-sici, hanno poi accompagnatomolti “veci” e, qualche, “bocia”presso i locali del Ristorante“Rocciamelone” per l’aperitivo.

“In memoria di tutti i Caduti”c’è scritto sulla pietra alla basedi quella che fu una fortezzainespugnabile per tutto il Sette-cento, un monito e un augurioche gli alpini offrono ad una co-munità che troppo velocementecontesta, dimentica e cancella.

L’intervento del capogruppo Ezio Durbiano volto a ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile l’opera (foto D. Balbo).

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ualitàForma e sostanza, i nostri mezzi

per trasmettere valori e tradizionidi Dario Balbo

Non fatevi ingannare dal ti-tolo che può sembrare scontato,ma, a detta di molti, sarebbe ser-vito molto più tempo per svi-luppare la complessità del temache si snoda dall’aspetto se vo-gliamo “filosofico” della so-stanza a quello più “tecnico”della forma. Per condensare iltutto in modo semplice e direttopotremmo dire: cosa scriveresui nostri giornali e come pre-sentare gli argomenti sulla cartain modo accattivante, pulito edordinato.

A spiegare il tutto a quasi ot-tanta testate alpine durante i la-vori del 17° C.I.S.A, convegnoitinerante della stampa alpina aMondovì, tre esperti altamentequalificati: due in campo tec-nico-comunicativo, FrancescaMassai e Luca Calzolari, ed ilterzo, Stefano Fontana, scrittoree giornalista

Sull’aspetto tecnico le argo-

mentazioni esposte, interessantie condivisibili, ci hanno fattomaturare la convinzione che ilnostro giornale è in linea con leregole di comunicazione scrittae di costruzione grafica e conqualche piccola innovazione po-trebbe ancora migliorare.

Le difficoltà sono invece tuttenella sostanza e qui ahimè la fi-losofia la fa da padrone.

I fatti e gli avvenimenti, la so-stanza, sembrano la stessa cosama non lo sono, essendo dueentità differenti da cogliere conattenzione, osservando ed ascol-tando per poter raccontare gliuni senza separarli necessaria-mente dagli altri.

I fatti e le opinioni e anchequi due binari separati su cuiscorre la verità. Ma gli alpinidevono o meno essere un movi-mento di opinione? E quandodovessimo diventarlo, sino adove spingerci?

Non è nostra intenzione an-dare oltre queste notazioni dicarattere generale, perché tutticoloro che collaborano con sa-crificio e passione alla nascitatrimestralmente di queste pa-gine sanno perfettamente, sep-pur con qualche perdonabilelimite, cosa raccontare con lasincerità che Perona ha chia-mato “dello scarpone”. Since-rità e semplicità, memoria,ideali e amicizia sono i veri va-lori che si cerca di trasmetterenelle pagine che timidamente siaffacciano nelle vostre case.Certamente raccontare delMonte Nero o della ritirata diRussia non è come raccontaredella solita polentata estiva, maè bello credere, anche con pre-sunzione, che quelle convivia-lità vivono grazie a coloro checon la loro storia, il sacrificio ele imprese ci permettono di ri-cordarli tramite il pesante far-

Il tavolo di presidenza con, da sinistra, il vicepresidente vicario Crugnola, il direttore de L’Alpino, Bruno Fasani e il comandante delCentro di addestramento alpino durante l’intervento del presidente Perona a chiusura dei lavori (foto D. Balbo).

dello del cappello che portiamosulla testa. Ecco quindi che lapolenta, il fatto, ci prende permano a raccontare l’avveni-mento che sta dietro, quale puòessere la disgrazia del Picreauxo i caduti in qualche lontanaguerra.

Noi alpini non vogliamo es-sere portatori di verità assolute,ma ora che inesorabilmente lenostre fila si assottigliano do-vremo con i nostri fatti, con lenostre opere e con i nostri scrittidifendere la memoria e gli idealiche ci accompagnano per di-ventare, in quanto uomini delpresente, i difensori e i cantoridegli uomini della nostra me-moria. Ogni nostro fatto dovràessere sempre il figlio di un av-venimento e non solo fine a sestesso. Solo quando riusciremoa percepire da un occhio losguardo che trasmette avremoraggiunto il nostro scopo.

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È stato presentato a Susa, nella mistica atmosfera della chiesa diSan Francesco, l’ultimo libro di Mario Tonini.

Un libro tematico, piacevole, scorrevole, garbato e talvolta spiri-toso, ricco di curiosità. Un libro che scorre lungo quasi 150 anni distoria attraverso vicende belliche e giorni di pace, attraverso senti-menti, paure e grandezze, attraverso capitoli puramente tecnici sullearmi, sulle divise e sulle fortificazioni.

Mario Tonini sostiene che il suo più che un libro è un intento, ov-vero la speranza di offrire una storia degli alpini piemontesi a quantihanno perso la memoria o vogliono ritrovarla

Un altro di quei libri che non deve mancare nella biblioteca diognuno di noi accanto alla storia degli alpini della valle e alla storiadel grande don Trappo.

Un grazie quindi al buon Mario che ancora una volta ha saputo co-gliere nel segno e immaginiamo che la sua vulcanica energia sia giàall’opera per sorprenderci con qualche altra bella storia.

Forse, ora che ostenta un brillante cappello da geniere alpino, sisentirà ulteriormente motivato e già il presidente Sosello gli ha lan-ciato l’invito-provocazione per qualcosa che possa nuovamente stu-pire in occasione del raduno di Raggruppamento del 2016 a Susa.

Serata bellissima ed alpina quindi quella del 1° giugno, con pub-blico attento ed entusiasta nel sentire dalla viva voce dell’autorebrani tratti dal libro.

Non poteva certo mancare la parte musicale ad allietare la serata,e chi meglio della nostra fanfara poteva fare da contorno alla serata.Una fanfara in gran spolvero nel percorso di avvicinamento algrande concerto del 15 giugno ad Exilles, tradizionale appuntamentodi apertura per la nostra annuale festa sezionale. Due grandi mezziquindi in scena a Susa nello trasmettere emozioni: la parola e la mu-sica. Due mezzi che ancora altre volte si accompagneranno nellapromozione di questo libro a cui auguriamo il successo che si me-rita.

Ci scusiamo con Mario se lo spazio dedicato appare ridotto, ma luisa benissimo che i tempi dei giornali sono quelli che sono e pur-troppo al momento in cui scriviamo queste brevi note lo Scarpone ègià praticamente chiuso.

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ualità

Nuovo libro di Toninidi Dario Balbo

Raduno mortaistidella 133a cp. mortaibattaglione “Susa”

Si è svolto il 19 maggio a Ru-biana il 23° raduno dei mortaistidella 133ª cp. mortai del btg.“Susa”, ospiti del locale Gruppoalpini.

Per noi mortaisti è stata unanovità in quanto il nostro ra-duno si è sempre svolto nel pi-nerolese essendo Pinerolo lasede del battaglione “Susa”.Con piacere abbiamo accettatol’invito degli alpini di Rubiana,Sezione Val Susa, in quanto invalle ci sono tantissimi mortaistie questa nostra festa, ben riu-scita grazie alla collaborazionedel capogruppo Remo Blandinoe dei suoi alpini, è stata l’occa-sione per farci conoscere.

Alla manifestazione eranopresenti il vessillo della Sezionedi Torino, portato dallo scri-vente alpino mortaista e scortatodal consigliere sezionale Dome-nico Allais, il vessillo della Se-zione Val Susa e quello dellaSezione di Pinerolo, 28 gagliar-detti di Gruppo, il Gonfalonedel Comune di Rubiana, del-l’A.V.I.S. e del Soccorso Antin-cendio Boschivo dellaProtezione Civile, autorità civilie militari e circa duecento tra al-pini e simpatizzanti.

Dopo la colazione alpinapresso la sede degli alpini diRubiana si è svolta la cerimonia

dell’alzabandiera e la resa degliOnori al monumento degli al-pini con la deposizione di unacorona e a seguire si sono tenutele allocuzioni del capogruppoBlandino, del Sindaco, del rap-presentante dei mortaisti e delconsigliere sezionale della ValSusa, Giovanni Baro che hannoportato i rispettivi saluti ai par-tecipanti al raduno. Si è poi for-mato il corteo ed è iniziata lasfilata, accompagnata dalle notedella Banda musicale di Ru-biana, lungo le vie del paeseverso il Cimitero, dove sonostati deposti omaggi floreali almonumento ai Caduti di tutte leguerre.

Riformatosi il corteo ci siamodiretti alla piazza del Comunedove è stata deposta una se-conda corona al monumento aiCaduti e a seguire la SantaMessa celebrata nella chiesaparrocchiale.

Al termine è stato servito ilrancio alpino presso la sede delGruppo di Rubiana.

La festa dei mortaisti si è poiconclusa con la consegna di unatarga ricordo a tutti i parteci-panti al pranzo e agli alfieri conun arrivederci a tutti al prossimoanno per il 24° raduno dei mor-taisti della 133ª cp. mortai delbtg. “Susa” “La Nobile”.

di Bruno Marietta

Decorazioni del gen. Riccardo Ghirardi e Onori ai Caduti.

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Sto

riaOnorificenze AMBIMA

per fedeltà alla musicaSabato 4 maggio, nello splendido scenario di Villa Remmert, a

Ciriè, durante la cerimonia per la consegna delle onorificenze AN-BIMA ai benemeriti, è stato consegnato il distintivo ai musici chehanno compiuto 25, 50 e 60 anni di carriera musicale. Onorificenzeche intendono essere il riconoscimento per la gratificazione a coloroche, attraverso l'impegno volontario e gratuito, hanno in questi annisostenuto e sviluppato il patrimonio culturale e sociale della MusicaPopolare Piemontese.

In questa occasione, alcuni musici della Fanfara A.N.A. Val Susahanno ricevuto il distintivo d'argento:

Fiorenzo Combetto - Danilo Bellando - Elso Berno - TerenzioChaulet - Francesco Giraldo - Vittorio Guglielmetto - Mario Jannon- Luigi Marre - Raffaello Pellissero - Mauro Sibille.

Un sincero e affettuoso ringraziamento ai premiati che, con assi-duità e volontariamente, si sono impegnati e hanno contribuito amantenere in vita la nostra fanfara! Il nostro grazie è rivolto peròanche a tutti gli altri musici che, con il loro impegno e costante pre-senza, da anni ci accompagnano.

La musica dà gioia: non solo a chi la ascolta, anche a chi la "pro-duce". Chi suona sta bene e fa star bene. Ancora un grazie a tutti eche questo possa essere un incentivo per chi, da poco tempo, si è ac-costato alla musica.

Cristina

Abbiamo ricevuto dalla Cristina questa notizia e non potevamocerto ignorarla visto l’affetto e la simpatia che tutta la Sezione portaper donne e uomini della nostra fanfara citata ovviamente semprequale fiore all’occhiello della Sezione. Sapere che molti nostri “fan-faroni” abbiamo ricevuto questo riconoscimento non può che farciun immenso piacere conoscendo la passione che pervade tutti i com-ponenti, ma soprattutto il sacrificio costante profuso per studiare emigliorare giorno dopo giorno la qualità dell’insieme.

Spesso noi attenti e modesti spettatori ci limitiamo a considerarel’attimo del concerto, l’incedere della marcia al ritmo della musicae colpevolmente dimentichiamo invece le ore dedicate allo studio,alla limatura delle imperfezioni, alla valorizzazione di ogni singolostrumento.

Ci fa indubbiamente piacere vedere tra i premiati i due assi por-tanti dell’istituzione, il presidente Combetto ed il maestro Bellando,il braccio e la mente di questo nostro fiore all’occhiello. Al primo ilmerito della ricostruzione e della guida, non senza difficoltà, di que-sta meravigliosa macchina, ed al secondo il merito di averla portatacon la sua competenza e pignoleria a livelli di qualità che tutti ci in-vidiano.

Quando i lettori dello Scarpone leggeranno queste righe i nostrimusici avranno superato brillantemente anche l’esame dell’Adunatadi Piacenza e l’abbraccio di Exilles e tutti noi avremo provato il so-lito brivido di passione e amore sulle note del “33” ed l’orgogliodella piemontesità con il biglietto da visita ben conosciuto della“Marcia dei coscritti”.

Come Cristina vogliamo congratularci e ringraziare oltre a Fio-renzo e Danilo già citati, Elso, Terenzio, Francesco, Vittorio, Mario,Luigi, Raffaello e Mauro con la speranza di salutare nei prossimianni tutti gli altri “fanfaroni” che di mano in mano dovessero rag-giungere l’ambito traguardo raggiunto attraverso l’amore per la mu-sica e, perché no, attraverso la fedeltà alla nostra di fanfara. E seamore e fedeltà portano, come nella vita, qualche baruffa o mugu-gno pace, vorrà dire che l’unione si rinforzerà.

Sia dedicato a tutti voi, giovani o meno giovani, premiati o nonpremiati, donne o uomini, l’orgoglio di vedervi sfilare davanti a noied il piacere immenso di applaudirvi per la vostra bravura.

Ritorno alla Brunettadopo oltre cent’annidi Bruno De Gregorio e Adalberto Cartino

La fotografia, scattata a Susapresumibilmente nell'anno1896, ritrae Nicola De Grego-rio, classe 1862, “Furiere Mag-giore del Reggimento Alpini”(come risulta dall'annotazioneapposta dallo stesso sulla foto-grafia) con la moglie Angela ele figlie Ada, Maria ed Emma.

Durante il periodo di perma-nenza in servizio a Susa protrat-tosi fino a circa l'inizio dellaPrima guerra mondiale, NicolaDe Gregorio e la sua famigliavissero nell'allora Forte dellaBrunetta, in un alloggio situatoa fianco dell'attuale Sede dellaProtezione Civile sopra l'attualeSede della Sezione A.N.A. ValSusa.

In quel periodo, i coniugi DeGregorio ebbero, in quellostesso alloggio, altri cinquefigli; Ugo, morto combattendovalorosamente sul Carso nel1917, durante la Prima guerramondiale, Giulia, Bianca, Vitto-ria ed Arturo.

Quest'ultimo, classe 1906,combatté in Albania nel Corpodei Bersaglieri durante la Se-conda guerra mondiale, rag-giungendo successivamente ilgrado di generale; sposato allasignora Lidia Vasti, ebbe duefigli, il più giovane dei quali,Bruno, classe 1938, prestò ilservizio militare col grado disottotenente di complementopresso il 1° reggimento artiglie-ria da montagna, gruppo“Aosta”, di stanza a Saluzzo,negli anni 1964-65.

La più giovane delle figlie,Vittoria, classe 1904, andòsposa nel 1922 all'aiutante dibattaglia dell'Arma di Cavalle-ria, Cesare Carlino (classe1891), di stanza alla Scuola diApplicazione di Pinerolo, poiSquadrone Palafrenieri di To-rino, combattente, ferito e deco-rato nel corso della Primaguerra mondiale.

Dal matrimonio di Vittoriacon Cesare Carlino nacquero trefigli, di cui il più giovane, Adal-berto, classe 1940, prestò an-ch'egli servizio militare, daagosto 1962 ad agosto 1963, inqualità di sottotenente di com-plemento, presso la 7ª batteriadel gruppo “Pinerolo” di stanzaalla caserma “Cascino” di Susa,esattamente a cento anni dallanascita del nonno, a trent'annidalla sua morte ed a pochi passidall'abitazione in cui erano vis-

suti i nonni ed erano nati gli ziie la propria madre.

Durante la ferma il sottote-nente Carlino fu alle dirette di-pendenze dell'allora Comandantedi batteria, capitano Egidio To-niutti e sotto il Comando digruppo dell'allora maggiore Giu-seppe Gatti, entrambi poi assurtial grado di generale.

Nicola De Gregorio, termi-nato il servizio attivo, si ritirò aTrana (Torino) dove morì nel1932.

I nipoti Bruno De Gregorioed Adalberto Carlino, iscrittioggi rispettivamente ai GruppiA.N.A. di Milano Centro e diTrana sono grati al Presidenteed a tutti i membri del Consigliodirettivo della Sezione A.N.A.Val Susa per acconsentire chequesta fotografia dopo oltrecento anni torni alla casa d'ori-gine della Brunetta, tra le im-magini storiche che adornano lepareti della loro splendida sede,come modesto ma sentitoomaggio al Corpo degli Alpini,alla sua storia, alla città di Susa,alla stessa Sede A.N.A. Val Susaed in ricordo dei propri nonni,zii e genitori, così tanto legati aquesta città.

La nostra fanfaracerca giovani musici.Aiutateci nella ricerca

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Il Gruppo A.N.A. di Sestrieresi è costituito nel 1964.

Negli anni precedenti appar-teneva alla Sezione A.N.A. diTorino.

Subito i soci programmaronodi iniziare il loro cammino as-sieme con un ricordo agli alpini“andati avanti”, dedicando loroun monumento in frazioneChamplas du Col, realizzatocon il Comune e inaugurato il12 luglio dello stesso anno.

Sotto la guida del capogruppoEmilio Milano, la settantina diiscritti presenziò, con entusia-smo e giusto orgoglio, a questaimportante cerimonia, unita-mente a numerosi altri interve-nuti.

L’opera, ideata dal geometraBruno Strazzabosco, rappre-senta una piramide di roccia chesi eleva da una fontana a basequadrata, costituita da pietre ditinta rossastra e verdognola,sulla cui cima spicca un’aquilain bronzo, dono del capogruppo.L’autore è lo scultore Campi.

La giornata di festa ebbe ini-zio con la sfilata per le vie delpaese. In testa al corteo, la fan-fara di Forno, a cui seguivano il

gonfaloniere del Comune di Se-striere e molti gagliardetti deiGruppi della nostra Valle e dellaVal Chisone e il Gruppo A.N.A.locale, sotto la guida del capo-gruppo Emilio Milano.

Tra le autorità civili e militari,ricordiamo il colonnello LinoPonzinibio, medaglia d’oro alvalore militare.

Da queste colonne, vogliamoricordarlo, come uno degli al-pini di cui la “Sezione A.N.A.Val Susa” va fiera, riportando lamotivazione legata alla decora-zione assegnatagli: “Più voltedecorato, volontario di guerrasul fronte orientale sebbene in-valido per ferita riportata in pre-cedenti campagne, al Comandodi una Compagnia Alpini, davaripetute prove di ardimento.Colpito da principio di congela-mento, rifiutava il ricovero perrestare con i suoi Alpini. Du-rante un aspro combattimento,caduto il Comandante di batta-glione lo sostituiva e valorosa-mente guidava i suoi uomini inripetuti contrassalti che respin-gevano l’avversario. Durante iltormentoso ripiegamento, d’ini-ziativa accorreva in aiuto del-

l’avanguardia improvvisamenteattaccata: ferito da due pallot-tole alla gamba destra, sangui-nante, continuava alla testa deisuoi Alpini a contrassaltare l’av-versario finché lo volgeva infuga.

In una ultima azione, nuova-mente ferito, persisteva nella di-sperata lotta, finchè, sopraffattoveniva catturato. In prigionia,nonostante le sofferenze per ipostumi di ferita, una grave in-fermità e le continue vessazioni,era fulgido esempio di virilecontegno e fedeltà al puroideale della Patria”. (FronteRusso, settembre 1942/4 otto-bre 1946).

Ritorniamo ora alla cerimo-nia suddetta.

Oltre a questo valoroso eroe,capitano del 1° reggimento al-pini, brigata “Mondovì”, Divi-sione “Cuneense”, presenziaronoall’inaugurazione anche il cap-pellano, don Rinaldo Trappo(medaglia d’argento), figura atutti nota in Valle e oltre, checommentò i vari punti in pro-gramma, suscitando emozioni ericordi in tanti soci, soprattutto almomento della benedizione del-

l’opera e alla deposizione dellecorone di alloro, nonchè al-l’omelia della Messa, celebratadal parroco di Sestriere.

In quell’occasione vennepure benedetto il nuovo gagliar-detto, madrina Mirella Lan-telme, di Sestriere Borgata.

Presero poi la parola il vice-sindaco Possetto che diede ilbenvenuto a tutti i presenti edebbe parole di elogio per l’im-portante iniziativa, realizzata daquesti alpini.

Seguirono poi gli interventidel presidente “Sezione A.N.A.di Torino”, l’ingegnere Fanciche pronunciò il discorso uffi-ciale e quello dell’ex-coman-dante del battaglione “Susa”,gen. Lucarelli, presidente ono-rario della sezione A.N.A. dellanostra Valle.

Gli alpini, i loro familiari eamici consumarono poi ilpranzo e al termine delle portatesi portarono sulla piazza delnuovo monumento per trascor-rere in allegria ed amicizia il re-stante pomeriggio, rievocandolontani eventi, intercalandoli asuggestivi e conosciuti canti delrepertorio alpino.

Gruppo di

Alcuni soci del Gruppo che conta in totale 75 iscritti tra alpini ed amici.

SESTRIERE di Laura Grisa

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ria e

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L’anno seguente il Gruppoospitò il primo Raduno regio-nale delle “penne nere”.

Annualmente gli alpini di Se-striere si ritrovano in qualchepunto dei monti che li circon-dano per trascorrere una gior-nata distensiva all’aria aperta, acontatto con la natura e le bel-lezze d’alta quota, dove orga-nizzano pranzi tipici del mondocontadino con vivande genuinee gustose.

Occasioni anche per ricordarecoloro che già “sono andatiavanti”, per rievocare i beitempi della giovinezza, e, per igiovani, per parlare di progettifuturi.

Di solito, la località è l’invi-tante pianoro di Monterotta.

Qui, nella prima domenica diagosto le locali “penne nere” sidanno appuntamento, all’ombradi svettanti pini, con numerosiamici, familiari e villeggianti.

Dopo la Messa, celebrata daparroco don Gaetano Bellissimaper gli alpini defunti, segue il“rancio alpino” a base di po-lenta e spezzatino, menu prepa-rato in loco dal Gruppo che si èdotato di una capace cucina mi-litare da campo.

In questa occasione vengonoconsegnate targhe e onorifi-cenze varie.

Memorabile la festa del 1992

– anno della ricorrenza del 70°di fondazione della ”SezioneA.N.A. Val Susa” – e pure 70°anniversario della posa dellaprima pietra della locale cap-pella Regina Pacis.

Una festa che si è protrattaper due giorni, con vari mo-menti significativi e suggestivi.

Tra questi, l’abbraccio com-mosso – dopo trent’anni – didue commilitoni, GiuseppeRusso di Sestriere e il bergama-sco Vittorio Allieri.

Entrambi militari a Treviso,quest’ultimo fece da padrino alRusso che ricevette la Cresimaproprio durante il servizio inquella città.

L’incontro, tanto desiderato,fu possibile tramite il vivo inte-ressamento dell’allora capo-gruppo locale Carlo Piffer.

I due giorni di festa furono al-lietati dalla Fanfara Alpina diCambiano, da danze con orche-stra e da una gara di bocce, de-dicata a “Tranquillo Pozza”.

Per i suoi 35 anni dedicati consolerzia, entusiasmo e compe-tenza alla Sezione, in veste diPresidente, venne consegnato,con sentita riconoscenza, unatarga con medaglia d’oro aFranco Badò.

Le targhe-ricordo – che ven-gono consegnate annualmenteai soci più anziani – in quell’oc-

casione andarono a MaggiorinoMarcellin, Natale Beraud, Giu-seppe Guiot Chiquet, tutti di Se-striere e a Costantino Prin Abeildi Cesana.

Il Gruppo, durante l’anno or-ganizza o collabora nei mo-menti di intrattenimento per ituristi, con vin brulè, goffri ealtro e si presta nella realizza-zione di diverse iniziative messein atto dal paese.

I capigruppo che si sono sus-seguiti dal 1964 ad oggi, sono:Emilio Milano, dal 1964 al

A sinistra: il monumento ai Caduti alpini a Champlas du Col.Sotto: organizzatori e atleti partecipanti al campionato.

1973; Bruno Strazzabosco, dal1974 al 1991; Carlo Piffer, dal1992 al 1997; Francesco Cala-brò, dal 1998 ad oggi.

Il Gruppo attuale è così com-posto: capogruppo: MassimoPoncet; vice capogruppo: IvanPiffer; segretario: Stefano Lan-telme; alfiere: Adriano Beraud;consiglieri: Lorenzo Bonech,Diego Cordara, Max Falco, Ti-ziano Girardi, Dario Manzon.

I soci sono 60, gli amici,15.Il socio più anziano è: Silvio

Bert, classe 1925.

L’attuale capogruppo Massimo Poncet.

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Dalla S

ezi

one L’angolo di Elio Garnero

AuschwitzFabbrica della morte

Nello scorso febbraio sono stato invitato da un caro amico al-pino, iscritto ad un Gruppo di una Sezione a noi vicina, e mio col-lega perché impegnato come il sottoscritto nel progetto del CentroStudi dell’A.N.A. con sede a Milano. Avrei dovuto fare da sup-porto ad un intervento in una scuola media con la partecipazionedi alcuni studenti della prima liceo dello stesso istituto. Questo suconsenso del preside e di alcuni professori che, come gli studenti,si erano resi disponibili ad incontrarci per sapere qualcosa di più sulmondo degli alpini. Prima di accettare mi informai quale fosse l’ar-gomento specifico da illustrare e discutere poiché sono convintoche non si può continuare ad esporre ai nostri giovani luoghi e fattidella Grande guerra perché più gloriosa e perché vinta. Mi confer-marono che essendo recenti le varie celebrazioni per la Shoah, l’ar-gomento da trattare sarebbe stato appunto quel tragico evento dellafase finale della Seconda guerra mondiale. Accettai volentieri per-ché mi ritenni sufficientemente preparato per fare da supporto agliamici alpini che mi avevano coinvolto. Accettai anche perché Au-schwitz, Birkenau, Mathausen ed altri lager nazifascisti tedeschi liavevo visitati più volte e mi ritenevo abbastanza documentato.

Al primo contatto con questi studenti ho subito notato quantofosse difficile spiegare e far capire loro quei tragici eventi, poichéquel tempo, tempo della guerra tra il bene ed il male, tra la demo-crazia e la dittatura, non l’hanno vissuto ma solo recepito limitan-dosi ad assistere in TV a tragici e talvolta sadici documentari,oppure con qualche accenno a scuola magari con informazioni su-perficiali talvolta distorte. Con questi studenti mi sono soffermatoparticolarmente su Auschwitz dove nessuno poteva immaginareche si potesse arrivare a creare quell’universo incentrato sulla fab-brica della morte.

Non è stato necessario evidenziare i vari orrendi particolari dellosterminio poiché, chi più chi meno ne era già informato o per sen-tito dire o tramite TV come accennato precedentemente. Alcunidi questi studenti prima dell’incontro si erano certamente docu-mentati, quindi ne scaturirono domande intelligenti che coinvol-sero tutti i partecipanti. Visto che si è detto e scritto che nessunopoteva immaginare che i nazitedeschi arrivassero a tanto, uno stu-dente mi chiede: “Gli alleati che il 7 agosto 1944 ed il 20 dellostesso mese si scatenarono a bombardare sull’impianto petrolchi-mico di Monowitz (quel terribile Auschwitz III descritto da PrimoLevi con il suo libro “Se questo è un uomo”) erano al corrente chein quei lager erano prigionieri migliaia di ebrei e tanti militari ecivili ritenuti nemici del regime per fasulle accuse di tradimento?Erano al corrente che con i loro bombardamenti avrebbero uccisocentinaia di prigionieri incolpevoli?”.

I piloti certamente ignoravano che nell’area colpita erano siste-mati sei impianti di sterminio riservati agli ultimi deportati ebrei

tore P.C. Parisio.20/21 aprile - Vicoforte (Mon-dovì) - 17° CISA - Convegnoitinerante della stampa al-pina. Presenti: presidente So-sello, vicepresidenti Balbo eGarnero e consigliere Olivero.25 aprile - Festa della Libera-zione. Presidente e consiglieriimpegnati nelle aree di lorocompetenza.28 aprile - Asti - Inaugura-zione nuova sede sezionale.Presenti: vicepresidente vicarioGarnero e consiglieri Amprimoed Anselmetto.3 maggio - Torino - Funeralidel maresciallo Rosatelli. Pre-senti: presidente Sosello, vice-presidenti Balbo, Bartolotti eGarnero, consiglieri Amprimo,Baro, Bert, revisore dei continazionale Botteselle ed alfiereGallina.6 maggio - Susa - Consiglio se-zionale. C.D.S. al completo.11/12 maggio - Piacenza - 86a

Adunata Nazionale. Presenti:presidente Sosello, vicepresi-denti e consiglieri al completo.505 alpini della nostra Sezionehanno partecipato alla sfilata.19 maggio - Milano - Assem-blea Nazionale dei Delegati edelezione nuovo Presidente e dialcuni componenti il C.D.N.Presenti: presidente Sosello, vi-cepresidente Garnero, consi-glieri Foglia, Demuti ed ilcapogruppo di Cesana, Ferraris.1° giugno - Casumaro (Cento)- Inaugurazione scuola. Pre-senti: vessillo sezionale e ga-gliardetto di Avigliana, scortatidal capogruppo Giovanardi.1° giugno - Sant'Ambrogio -Premiazione lavori delle

Notiziario sezionale

17 marzo - Sant'Antonino -Ritrovo annuale. Presenti: vi-cepresidente vicario Garnero,consigliere Arcidiacono ed ex-consiglieri Bonome e Bosco.19 marzo - Susa - Santa Messain Cattedrale officiata dalcappellano militare donMauro. Presenti: presidente So-sello, vicepresidente Bartolotti,consiglieri Baro, Amprimo, Fo-glia, Sacco ed alfiere Gallina.4 aprile - Torino - Piazza Ca-stello - Rientro Taurinensedall'Afghanistan. Presenti:presidente Sosello, vicepresi-denti Balbo e Bartolotti, consi-glieri Anselmetto, Baro,Amprimo, Foglia, Sacco ed al-fiere Gallina.8 aprile - Susa - Consiglio se-zionale. C.D.S. al completo.13 aprile - Mompantero -Inaugurazione monumentoall'alpino. Presenti: presidenteSosello, vice Garnero, Bartolottie Balbo, consiglieri Amprimo,Anselmetto, Foglia, Garnier,Giors, Olivero, Sacco, alfiereGallina e revisore dei conti na-zionale Botteselle.14 aprile - Villar Dora - 80° difondazione del Gruppo. Pre-senti: presidente Sosello, vice-presidente Garnero, consiglieriAnselmetto, Baro, Calliero edOlivero con alfiere Gallina.17 aprile - Susa - Funerali dimonsignor Laterza. Presenti:vicepresidente Bartolotti, consi-glieri Amprimo, Baro, Sacco edalfiere Gallina.20 aprile - Vicoforte (Mon-dovì) - Riunione responsabiliProtezione Civile A.N.A. del1° Raggruppamento. Presenti:presidente Sosello e coordina-

che vi erano mandati da tutta l’Europa occupata: due camere a gascon fosse di cremazione per la consunzione dei corpi chiamate bun-ker 1 e bunker 2 più quattro camere a gas con forni crematori. Evi-dente che nelle stesse strutture finivano anche i prigionieri nonebrei, ed a questo punto parliamo degli alleati che forse ignora-vano, ma il dubbio rimane. Sapevano gli alleati che i tedeschi ster-minavano gli ebrei, gli omosessuali, i testimoni di Geova, glizingari, gli handicappati, innocenti cittadini tedeschi accusati didisfattismo? Non c’è risposta, ma pensando di aiutare a capire hopreso spunto da un’intervista che Primo Levi rilasciò appunto adAuschwitz nel 1982. Ho voluto leggerla ritenendo potesse essereutile per aiutare quei giovani studenti a capire e meditare. In quel-l’occasione viene detto a Levi, “Oggi mangeremo in un ristorantedi Auschwitz”, risposta, “Non so se mangerò, mi sembra quasi unaprofanazione”. D’altra parte Auschwitz era ed è una città dove cisono ristoranti, cinema ecc. ecc. “Adesso come allora parallela-mente al lager esiste una Auschwitz civile” continua Levi “allorala gente era diffidente verso di noi, eravamo degli stranieri, non cicapivano, avevamo addosso quell’uniforme da forzati che per loroera terrificante. Non volevano parlarci, solo qualcuno aveva pietàdi noi, quelli con cui siamo riusciti ad intenderci. E’ molto impor-tante intendersi. Fra l’uomo che si fa capire e l’uomo che non sa ca-pire, uno si salva l’altro no”.

E’ in queste lucide parole di Primo Levi il senso della presun-zione assassina dei nazitedeschi, e, forse la spiegazione del nega-zionismo della Shoah da parte di pseudo storici di fatto complicidello sterminio di sei milioni di ebrei.

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ruppisenza del Presidente nazionale Corrado Perona ed un nutrito numero

di consiglieri nazionali. L'inaugurazione di una nuova sede è sempre importante poiché

sta a dimostrare il grande lavoro profuso per la realizzazione di taleopera ed il notevole sforzo economico che ne hanno permesso la co-struzione. Gli alpini della Sezione di Asti ne vadano orgogliosi perché hanno

coronato un sogno eccezionale: una costruzione straordinaria sortanello splendido scenario di un verde parco attiguo al centro dellacittà. Non sto a riportare i vari particolari della manifestazione, sfi-lata, Santa Messa, e discorsi vari, ma faccio presente che il nostrovessillo era presente scortato dal vice presidente vicario Garnero edai consiglieri Amprimo ed Anselmetto.

Oblazioni pro Scarpone

La famiglia di Luciano Pesando - Gruppo di Susa € 25,00Gruppo di Borgone € 150,00 La famiglia in memoria di Angelo Cossa - Gruppo di Gravere € 10,00Gruppo di Cesana € 105,00Piero Fiorina - Gruppo di Bruzolo € 5,00Silvio Gillo - Gruppo di Bruzolo € 10,00Stefano Olivero - Gruppo di Bruzolo € 5,00Valerio Olivero - Gruppo di Bruzolo € 10,00Nello Parolari - Gruppo di Bruzolo € 10,00Giorgio Pozzallo - Gruppo di Bruzolo € 10,00Renzo Rocci - Gruppo di Bruzolo € 10,00Emilio Schiari - Gruppo di Bruzolo € 20,00Luigi Serminato - Gruppo di Bruzolo € 6,00Angelo Borgis - Gruppo di Bruzolo € 20,00Clorinda Cevrero - Gruppo di Bruzolo € 10,00Maria Paola Vighetto - Gruppo di Bruzolo € 10,00Gruppo di Bruzolo € 100,00Isabella Davì - Gruppo di S. Giorio € 20,00In memoria di Renzo Bar - Gruppo di S. Giorio € 20,00In memoria di Luigi Re - Gruppo di S. Giorio € 20,00Gruppo di Almese € 130,00La figlia Franca in ricordo di Secondino Natta - Oulx € 70,00Sig.ra Germana Bosio in memoria del marito Elio - Gruppo di Almese € 50,00Pierina Deyme ricordando Pierluigi e Libero - Gruppo di Exilles € 20,00Gruppo di Sant'Antonino € 100,00N.N. € 4,00Bosio Efisia in memoria del marito Ferdinando Rucchione – Gruppo di Avigliana € 50,00In memoria di Michelina Negro consorte di Bruno Tabarelli - Gruppo di Rubiana € 100,00

Totale € 1100,00

scuole dell’infanzia e prima-ria. Presenti: presidente So-sello, vicepresidenti Balbo eGarnero, consiglieri Amprimo,Anselmetto, Baro e Bert. 1° giugno - Susa - Presenta-zione libro di Tonini. Presenti:presidente Sosello, vicepresi-denti Balbo e Bartolotti, consi-glieri Arcidiacono, Foglia,Olivero e Sacco.

2 giugno - Susa - Festa dellaRepubblica. Presenti: vessillosezionale scortato dal presidenteSosello e vicepresidente Barto-lotti.2 giugno - Collegno - 90° difondazione. Presenti: vessillosezionale scortato dai consi-glieri Bert e Demuti.3 giugno - Susa - Consiglio se-zionale. C.D.S. Al completo.

Oblazioni conto corr. post.

Gen. Blais Giorgio - Susa € 50,00Gen. Telmon Luigi – Vigo di Fassa € 30,00Reviglietti Vitaliano - San Giorio di Susa € 5,00Gruppo ANA Trana € 20,00Crespi Giuseppe - Torino € 20,00Parisio Iolanda - Bussoleno € 40,00Quirico Pierino – Sant’Ambrogio € 10,00Morinatto Pier Angelo - Villar Dora € 50,00

Totale € 225,00

Sezione di Asti Inaugurazione nuova sedeUna domenica di sole ci ha accolti ad Asti il 28 aprile. Eravamo

in tanti, molte decine di gagliardetti e molti vessilli sezionali. D'al-tronde l'appuntamento era importante, a dimostrarlo anche la pre-

Conferma per GiovanardiIl 24 marzo appuntamento importante per il Gruppo chiamato al

rinnovo del Consiglio per il triennio 2013-2015L’esito del voto ha prodotto i seguenti risultati: capogruppo Ezio

Giovanardi con Elio Garnero e Guido Rosa Brusin quali vice capi-gruppo, tesoriere Sivio Barella, segretario Franco Oddenino conRenzo Gallo in qualità di vicesegretario e consiglieriAntonio Bonù,Mauro Casati, Cesare Grisa, Rino Massola, Giovanni Periale, SilvioRaimondo ed Emiliano Rey, revisori dei conti rispettivamente Pie-rangelo Bonaveri, Giuliano Tavan e Luigi Castaldo.Al nuovo Consiglio i più fervidi auguri di buon lavoro.Nella stessa giornata il Gruppo ha festeggiato l'incontro annuale

con i soci.Si è iniziato con la posa di una corona d'alloro al monumento ai

Caduti di tutte le guerre attiguo a piazza Conte Rosso alla presenzadel presidente Sosello, del sindaco Patrizio, di alcune autorità localie di molti alpini aviglianesi. E' seguita la Santa Messa celebrata dadon Ugo nella splendida chiesa di San Giovanni. Successivamentetutti al ristorante della Cappella ai Bertassi, dove i ritardatari primadel pranzo hanno avuto la possibilità di esprimere il loro parere perle elezioni del nuovo Direttivo.Durante il pranzo è stata conferita una targa di riconoscimento da

parte dell'intero Gruppo al maggiore alpino Claudio Mollea, nostrosocio, per essere stato insignito, su Decreto del Presidente della Re-pubblica, dell'onorificenza di Ufficiale dell'Ordine “al Merito dellaRepubblica” per le attività svolte nel campo lavorativo, militare edel sociale in genere.Anche in un giorno di festa non potevamo abbandonare chi è in

difficoltà, quindi, a fine pranzo, con un'improvvisata colletta ab-biamo raccolto una ragguardevole quanto imprevedibile somma cheabbiamo devoluto a favore di un alpino valsusino in gravi difficoltà.

e.g.

Alpini e canoe. Sensibilità e disponibilità alpina Da circa due anni un rilevante numero di soci del Gruppo è im-

pegnato, due o tre volte l'anno a provvedere per mantenere accessi-bile un'area sulla sponda del lago Grande dirimpettaia al Santuario.Con il loro intervento hanno trasformato una piccola foresta in unaoasi accogliente dove è stato possibile sistemare delle canoe poli-nesiane a disposizione di vari gruppi che fanno sport e stanno in-sieme all'aria aperta.Per la verità, all'inizio anche il sottoscritto era un po' scettico. Cosa

c'entrano gli alpini con le canoe?Ho dovuto ricredermi poiché oltre al gruppo di giovani che si al-

lena su queste canoe e che partecipa a gare nazionali ed internazio-nali, si sono aggiunti ragazzi disabili; alcuni di loro fanno parte dellasquadra agonistica e gli altri invece escono con le canoe per faremoto e stare insieme in massima integrazione con i ragazzi normo-dotati. La signora Eliana, promotrice, diligente ed accurata organiz-zatrice ha ideato due nuovi progetti: il primo “Le Donne in Rosa”che copia il progetto “in barca fianco a fianco“ nato nel 1996 in Ca-nada, promosso da un gruppo di medici specializzato in medicinasportiva e fisiologia dell'allenamento. Donne sopravvissute al tu-

Gruppo di Avigliana

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ruppi more al seno hanno iniziato a pagaiare ed hanno raggiunto un be-

nessere fisico unito a quel senso di cameratismo, solidarietà e per-ché no, divertimento. Quindi anche ad Avigliana ha avuto inizio ilprogetto “Le Donne in Rosa” e le donne della Val Susa che già hannoaderito sostengono che tale attività le aiuta a superare la solitudineche il cancro crea, ed a condividere la propria esperienza con glialtri.Il secondo progetto s'intitola “mamme e nonne”. Già molte

mamme e nonne over 55 della valle si trovano due volte alla setti-mana a pagaiare insieme, un modo per staccarsi dalla vita monotonacasalinga e distrarsi facendo dello sport.L'obiettivo che si è imposto il Gruppo alpini aviglianese è quello

di mantenere disponibile ed accessibile quest'area riservata allecanoe per poter permettere la realizzazione e la prosecuzione di taliprogetti ritenuti essenziali per il benessere di chi è stato meno for-tunato di noi.Informo che questo terreno è situato in via Monginevro 28 ad Avi-

gliana sulla sponda del lago Grande, e chi fosse interessato a tali ini-ziative può rivolgersi direttamente alla signora Eliana Reggiori, cell.3472663131.

e.g.

Riconoscimento a Sandro Salvaia, voce del GruppoOrganizzata per un incontro dei componenti del nuovo Direttivo

con una cenetta presso “Mami”, ristorante gestito dalla signoraWilma grande estimatrice di tutti gli alpini e dal baffuto marito Rudynostro socio alpino. E' stata l'occasione per conferire una semplicetarga di riconoscimento al nostro grande alpino Sandro Salvaia cheda anni, sia nei momenti di gioia, sia in quelli tristi ha dato voce allanostra “Preghiera”.Tutto il Gruppo ha voluto ribadire a Sandro un grazie vero e sin-

cero riconoscendo in lui da sempre amicizia, passione, serietà ed al-pinità vera.

e.g.

Alpini e aggregati hanno ripulito la sponda del Lago GrandeSabato 6 aprile i nostri soci hanno risposto in molti all'appello lan-

ciato dall'amministrazione comunale per ripulire l'area della spondadel lago nei pressi del Santuario invasa dalla incolta vegetazione edai rovi che con gli anni avevano ricoperto l'intera scarpata. I “nostri” erano una quindicina, e non li elenco poiché tutti noi

sappiamo chi erano i “soliti noti”. Mi informano che sono pure in-tervenuti volontari della Protezione Civile, CAI ed ecovolontari, maconsapevole della capacità e della disponibilità dei nostri iscritti miviene da pensare che come sempre siano stati determinanti per labuona riuscita di tale evento.

Elio Garnero

Un gradito omaggioQualche tempo fa Danilo Garda transitando davanti alla nostra

sede mi fa notare che era un po' spoglia. “Ci starebbe bene una scritta in legno, se volete posso pensare io

a qualcosa.”Naturalmente dico che può fare come vuole, ben sapendo che gli

fa piacere. Passano pochi giorni e a casa si presenta Walter Tomas-sone, mio cugino, chiedendomi in prestito un cappello alpino comemodello per un lavoro. Ne ho due.

Sceglie quello più nuovo di mio figlio Giorgio, con lo stemma del6° (mininaia a San Candido nel 2009).

Non collego i due fatti se non quando vengo avvertito che nel ma-gazzino comunale è pronta un’insegna per la sede del Gruppo e lavedo. Pur sapendo della bravura di Danilo e Walter nel lavorare il

Gruppo di San Giorio

legno non immaginavo in un’opera simile. Peccato tenerla nasco-sta, per cui bisognava piazzarla al più presto valorizzando il tuttocon una cerimonia.

Detto fatto, il vice capogruppo Fabio Tomassone pensa alla posae il 25 aprile dopo la commemorazione dell’anniversario della Li-berazione tenuta in piazza 5 Martiri, approfittando della disponibi-lità della filarmonica “Concordia”, della presenza del Sindaco, dellevarie Associazioni e di un buon numero di sangioriesi, al suono del“33” raggiungiamo la nostra sede per lo scoprimento dell’opera.

Un piccolo omaggio ai due autori, le note della filarmonica, i rin-graziamenti di rito e un lauto rinfresco.

Una breve cerimonia, semplice come siamo noi alpini ma ricca disignificati. Ad esempio i due scultori non sono alpini (un fante e unmarinaio) ne soci aggregati, ma sono nostri grandi estimatori segnoche il consenso esterno di cui godono gli alpini spesso è superiore alconsenso interno.

p.g.m.

Gruppo di NovalesaFesta di Sant’Eldrado

È il 17 marzo e come ogni anno la comunità di Novalesa celebrala Festa di Sant'Eldrado, copatrono del paese con S. Stefano, conuna splendida processione che si snoda lungo i verdi prati che sepa-rano la chiesa parrocchiale dal Monastero Abbaziale dei Santi Pie-tro e Andrea, eretto sulla rocca che domina la valle. In questaoccasione gli alpini locali vengono chiamati in causa per il trasportodella cassa reliquario di S. Eldrado, una preziosa reliquia rivestita to-talmente di lamine d'argento riccamente scolpite di immagini sacre.

E' una tradizione che si ripete ormai da moltissimi anni e vede lapartecipazione della quasi totalità della popolazione novalicense e diparecchi fedeli dei paesi limitrofi.

Quest'anno la cerimonia ha avuto come corollario una fitta nevi-

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Cro

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ruppicata che però non ha intaccato l'ardore degli alpini, anzi ne ha ac-

centuato la suggestione. Nell'omelia il priore dell'abbazia ha ricor-dato la figura di S. Eldrado abate attivo nella crescita del monastero,ma ha anche ringraziato gli alpini per l'alto senso di generosità di-mostrato in tale occasione. Bravi alpini anche in campo religiosoavete saputo distinguervi per l'alto senso del dovere.

Giovanni Baro

Gruppo di ChianoccoNozze di diamante

Tempo di festa per le penne nere di Chianocco. L’occasione per ri-trovarsi e stappare una bottiglia, di quelle buone, è stata un anni-versario di matrimonio. Capita poche volte di partecipare le propriefelicitazioni per due sposi giunti alle “nozze di diamante”, un con-nubio celebrato ben sessanta anni fa.

Chi sono i due fortunati protagonisti? Amabile Didero, ottanta-nove anni, e sua moglie Pierina Schiari di cui, si sa, non si può sa-pere l’età, hanno voluto festeggiare insieme agli alpini. Tanto perdare un senso al tempo trascorso da quel lontano 1953, basta pensareche il giorno del loro matrimonio il papa era Pio XII e il Presidentedella Repubblica Luigi Einaudi.

Sabato 13 aprile gli alpini del Gruppo, al quale il buon Amabile èsocio fin dal suo congedo, hanno organizzato una festa a cui si sonouniti parenti e amici di famiglia. A brindare erano anche presenti ilpresidente sezionale Giancarlo Sosello e il presidente della FanfaraA.N.A Val Susa Fiorenzo Combetto. Il capogruppo Danilo Favro haaperto i festeggiamenti, e anche la prima bottiglia, dicendo: “Auguriai nostri due per l’importate traguardo. A loro giungano i calorosiauguri da parte del Gruppo che si sente un po’ parte della famigliaDidero”.

Mario Tonini

Gruppo di Chiomonte

È mancata Adelaide Loqui, vedova di Paolo Giuliano

Chi frequenta il nostro Gruppo o la Sezione da tanti anni non puònon ricordare con un certo affetto il ten. Paolo Giuliano, per diversianni nostro capogruppo e per due mandati Presidente sezionale.

Giunto a Susa per il servizio militare nel 1957, conosce e sposaAdelaide Loqui di Chiomonte. Per tutta la vita Adelaide, che pure haun carattere forte, si appoggia al pacato marito Paolo e ne assecondatutte le sue passioni. È lei a convincerlo ad assumere la guida delGruppo alpini, ed è sempre lei che lo asseconda nella candidaturaalla presidenza della Sezione.

Per tutto questo tempo Paolo condividerà con lei le soddisfazionialpine, le responsabilità e le amarezze che purtroppo a volte il ruolo

assegna. Alla prematura scomparsa di Paolo, Adelaide cade in unprofondo senso di depressione, essendo mancata la figura che perlei rappresentava la vita.

Dopo anni di silenzio e malattia, ha raggiunto l’amato marito. A nome del Gruppo e della Sezione tutta porgiamo le condo-

glianze ai figli e relative famiglie. Silvano Ollivier

Gruppo di Chiusa San Michele

Gli alpini e le uova della solidarietà

Per il secondo anno il Gruppo ha proposto e dato vita all'iniziativa"Cerco un uovo per amico".

Nata sotto l'alto patrocinio della Presidenza della Repubblica, acui aderiscono tutte le forze armate, la vendita di uova ha visto pro-tagonista le penne nere della Chiusa.

La vendita delle uova di Pasqua, a domicilio su richiesta, ha avutoil fine di raccogliere fondi in favore dell'Associazione Italiana per lalotta al neuroblastoma, che opera presso l'ospedale Gaslini di Ge-nova.

Il neuroblastoma è un tumore che colpisce i bambini da zero adieci anni e necessita ancora di studio per poter essere sconfitto.

Il capogruppo Vittorio Amprimo ha detto: “Dobbiamo ringraziarequanti hanno creduto nell’iniziativa e ci hanno accompagnato eco-nomicamente in questa raccolta. I chiusini si sono rivelati ancorauna volta sensibili e grandi di cuore”.

Per gli alpini non c’è sosta e dopo questa lodevole iniziativa be-nefica è pronto il programma per la gita del 28 aprile che avrà permeta il filatoio Rosso di Caraglio.

Mario Tonini

Gruppo di Sant’Antonino

Come da tradizione il Gruppo A.N.A. ha organizzato, anche que-st’anno il pranzo sociale con la premiazione di alcuni alpini.

L’onore del riconoscimento quale anziano del Gruppo è toccato in

Emilio Richiero anziano del Gruppo 2013

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a questa occasione all’alpino Emilio Richiero che, nell’immagine scat-tata presso la struttura “Casa Amica” di Chiomonte, vediamo con ilcapogruppo Michele Franco e il nipote Diego Martoglio.

Da queste pagine giungano al caro Emilio i saluti dell’interoGruppo.

Gruppo di Gravere

Festa di PrimaveraSabato 4 maggio si è svolta in sede l’ormai tradizionale Festa di

Primavera. La manifestazione è iniziata con il ritrovo dei soci pressola sede accolti da uno stuzzicante rinfresco in una gradevole giornatadi sole. Oltre 30 i commensali tra cui numerose signore.

Si è trascorsa una giornata veramente alpina in amicizia e cordia-lità con la promessa di ritrovarci presto.

NasciteGruppo di Buttigliera Alta

Lo scorso mese di marzo, il no-stro socio Ivan Bonavero e la sig.raKetti, hanno regalato al piccoloDenis la sorellina Diamante. IlGruppo si riunisce per porgere aigenitori e alla nonna Renata (ma-drina del gagliardetto), le più vivecongratulazioni.

Gruppo di NovalesaL'8 marzo u.s è nato Davide,

figlio di Emanuele Di Blasi, nostrosocio alpino e di Marianna Gallucci.Il Gruppo partecipa al lieto eventoaugurando ai genitori un mare di fe-licità, ai nonni tanto affetto e alnascituro un'immensa fortuna.

Gruppo di San GiorioL’alpino Valerio Pognant Gros è

nonno per la terza volta. E’ arrivatoMassimo per la gioia dei giovanigenitori e della sorellina che aiutagià la mamma a spingere la car-rozzina.

Dal Gruppo auguri al piccolo

scarponcino e a tutti i familiari inparticolare all’arzilla nonna bisMalvina.

Gruppo di VenausÈ arrivato Tommaso Bailo, dei

neo genitori Alessandra ed Alessan-dro. Vivissime felicitazioni a loro, anonno Clemente, alla bisnonnaPaola ed allo zio Ernesto da parte ditutto il Gruppo.

Gruppo di BruzoloIl socio Mrco Barbon e signora

Elisa Vinassa, il 13 aprile scorsosono stati allietati dalla nascita delloro secondo genito Federico.

Felicitazioni vivissime ai genitorie auguroni al neonato per un serenofuturo.

Gruppo di Chiusa San MicheleÈ nata Arianna Framarin nipote

del nostro socio Mario Allais. Au-guri a mamma Giorgia e a papàMarco e ai neo nonni da parte delGruppo.

AnniversariGruppo di Sant’Antonino

Il 4 maggio scorso il nostro socioRolando Renato e signora Ritahanno festeggiato il loro 50° an-niversario di matrimonio. Il Gruppovi augura tanta felicità.

Gruppo di Chiusa San MicheleDomenica 5 maggio scorso,

giorno della festa degli anniversari

di matrimonio, alcuni nostri socialpini e aggregati hanno rinnovatola promessa matrimoniale.

Riccardo e Rosy Cantore,Domenico e Ilva Usseglio, Enzo eMaria Celeste Pellissier hanno fes-teggiato 45 anni di matrimonio,Franco e Anna Bugnone, Vittorio eDonatella Amprimo hanno fes-teggiato 40 anni, Silvio e Sabrina

Tabone hanno festeggiato le nozzed’argento.

A loro giungano da parte delGruppo, gli auguri di ancora unalunga e felice vita insieme.

Gruppo di BruzoloIl 17 maggio scorso, il socio

alpino Luigi Serminato (Gino) econsorte Anna Gontero, hanno rag-giunto il prestigioso traguardo disessant'anni di vita coniugale.

Congratulandoci con loro, es-primiamo vivissime felicitazioni au-gurandogli nel contempo un serenoprosieguo per il conseguimento dinuovi traguardi.

Gruppo di Sant’AmbrogioNozze d’oro nel Gruppo, infatti il

16 giugno 2013 il nostro socio ElioBronzino festeggia con la sua gen-

tile signora Immacolata Secondo, icinquant’anni di matrimonio.

Alla coppia, giungano i più fer-vidi auguri per l’ambito traguardoraggiunto, con l’auspicio di trovarlisempre così attivi come ora per lavita del nostro Gruppo.

MatrimoniGruppo di Avigliana

Il 6 aprile scorso la dott.ssa GiadaGiorda si è unita in matrimonio conil signor Lorenzo Marengo. Al papàdi Giada, Roberto, nostro socioalpino, ai novelli sposi ed a tutti i fa-miliari vadano le felicitazioni e gliauguri dell'intero Gruppo.

LaureaGruppo di Sant’Antonino

Il 20 marzo 2013 la nostra sociaPettigiani Veronica ha conseguito lalaurea in scienze della mediazionein russo ed inglese.

Alla neo laureata le congratu-lazioni da parte di tutto il Gruppocon l’augurio sincero per l’accade-mia militare.

Protezione CivileI più vivi complimenti a Valentina

Cubito volontaria della ProtezioneCivile Squadra “Susa” prima e delNucleo “Rocciatori” dopo, per ilconseguimento, il 26 marzo 2013,della laurea in infermieristica con latesi: “Leggere lo sguardo: compren-dere i bisogni del bambino con prob-lemi comunicativi”.

DecessiGruppo di Avigliana

Il 9 marzo scorso abbiamo ac-compagnato nell'ultimo viaggio ilsocio, amico degli alpini GildoBrunatti che ricordiamo sempre pre-sente alle nostre manifestazionianche in rappresentanza dell'ANPI,per il suo passato quale combattentetra le file partigiane. Tutto il Gruppoesprime le più sentite condoglianzealla famiglia, ed in particolare allanipote Lidia.

Il 24 marzo scorso si è spento ilsocio amico degli alpini EugenioPanicco, classe 1925.

Alla moglie Bruna ed al cognato,nostro vice capogruppo Elio Gar-nero, vadano le nostre più sentitecondoglianze.

Il 1° maggio scorso è mancata lasignora Carnino Delfina vedovaFalchero, alla venerabile età di 97anni (classe 1916), mamma di Aldo,socio alpino della Sezione Val Susa,di Marilena e di Giuliana iscritta fragli amici del nostro Gruppo.

Tutti gli alpini ed aggregatiaviglianesi porgono sentite con-doglianze all'intera famiglia.

Gruppo di BorgoneIl 31 maggio è mancata la signora

Caterina Fava ved. Bosco, ma pertutti la signora Rina, mamma delnostro capogruppo Michele.

Persona spontanea, schietta edalla profonda saggezza, era nelcuore di un grandissimo numero di

persone grazie alle sue grandi dotidi simpatia ed umanità, che le sug-gerivano sempre una parola di con-forto e di aiuto per chiunque.

Dal Gruppo giungano a tutta lafamiglia le più affettuose con-doglianze.

Gruppo di Buttigliera AltaIl socio Luigi Boero, ex combat-

tente, è “andato avanti”. Era il piùanziano degli iscritti al nostroGruppo e rivestiva la carica di pre-sidente dei combattenti buttiglieresi.

Formuliamo le più sentite con-doglianze a tutti i familiari.

Il 23 maggio u.s. in un tragico in-cidente ha perso la vita il socio Wal-ter David, che lascia l’anzianamamma Orsolina, la quale tramitenostro, formula il più sentitoringraziamento a tutti i Gruppi chehanno partecipato alle esequie.

Gruppo di ChianoccoSabato 11 maggio è mancata la

signora Iolanda Lazzaretti, suoceradel nostro tesserato Elio Re. Al nos-tro amico Elio e alla famiglia ilGruppo porge le più sentite con-doglianze.

Gruppo di ChiomonteIl Gruppo ha perso uno degli

alpini più anziani. Giorgio Jacob,classe 1928, alpino e alpinista permolti anni presidente del ClubAlpino di Chiomonte. Alla famigliail Gruppo porge sentite con-doglianze.

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ROCCIAMELONEDomenica 28 luglio avrà luogo l’annuale pellegrinaggio sezionale sulla vetta.

Il Gruppo A.N.A. di Sant’Antonino ringrazia per lapreziosa collaborazione tutti coloro che hanno parte-cipato alla sua iniziativa a favore del socio a cui si èincendiata l’abitazione

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Anagra

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aGruppo di CondoveÈ mancato il papà del socio Gio-

vanni Suppo. Il signor Germanoaveva 93 anni ed era un mutilato diguerra. Ricopriva anche l’incaricodi fiduciario dell’ANMIG, sezionedi Susa.

Al figlio e alla moglie Giusep-pina Canuto – ex sindaco di Con-dove – e a tutti i familiari,rinnoviamo le nostre fraterne con-doglianze.

Gruppo di ForestoÈ deceduta recentemente la si-

gnora Carlotta Bonino ved. Richiero(Lina) sorella del socio e consiglieredel Gruppo Giovanni Bonino. Alcaro Giovanni ed ai familiari tutti, ilGruppo esprime sentite condo-glianze.

Gruppo di MeanaUn'altra grave perdita per il

Gruppo. E’ infatti andato avanti ilsocio Rodolfo Bergero.

Classe 1923, ha fatto parte delbattaglione “Exilles” fino al 1943quando aderì alla formazione parti-giana "Stellina" fino alla fine del 2°conflitto mondiale. Tornato a casa siè dedicato al lavoro e alla famigliasenza mai trascurare il sociale ed ilvolontariato. Ha fatto parte per annidel consiglio comunale di Meana ,della squadra A.I.B., della Pro-tezione civile. Del Gruppo A.N.A. èstato per decenni l'alfiere e membrodel Consiglio direttivo. Infine èstato nominato sottotenente deglialpini e Cavaliere della Repubblicaper me-riti acquisiti durante laguerra di li-berazione. Ma noi siamocerti che Rodolfo vorrebbe essere ri-cordato non per i suoi innumerevolititoli ma per la sua onestà, la sua se-rietà, la sua bontà espressa in ognioccasione. Pochi uomini hanno sa-puto dare così tanto senza chiederemai nulla, sempre in prima fila perlavorare ed aiutare gli altri, semprein disparte quando era ora di met-tersi in mostra con una generosità edisponibilità da tutti riconosciuta.

La terra ha perso un grandeuomo ma il cielo si è certamente ar-ricchito di un'anima bella.

Ai familiari vada il cordoglio ditutti gli alpini di Meana nella cer-tezza che il dolore per la perdita diRodolfo è mitigato dalla consape-volezza di aver avuto il privilegio divivere accanto ad una persona ecce-zionale.

Gruppo di Gravere

Sabato 9 marzo è andato avantil’alpino Angelo Cossa. Tanti eranoi suoi impegni, tutti meritori e sirischia di tralasciarne qualcuno.

A Gravere era presente in tutte leassociazioni. Per tanti anni fu elettoin consiglio comunale.

Sempre disponibile e preciso, fuper tanto tempo capogruppo deglialpini.

Ben tredici gagliardetti ono-rarono la sua dipartita. Lascia unvuoto difficilmente colmabile. Allamoglie, ai figli, a tutti i familiarivadano le fraterne condoglianze delGruppo.

Gruppo di Novalesa

Il 21 marzo è mancato il socioalpino Sergio Luigi Gontero dalunga data socio del nostro Gruppo.

Alla gentil consorte e ai familiarigiungano le più sentite con-doglianze da tutto il Gruppo.

Gruppo di Oulx

L’alpino Giuseppe PeytavinBerge è andato avanti. Classe 1922e alpino del btg. “Exilles” dimostròvelocemente, nel periodo di adde-stramento a Bousson, le suenotevoli qualità sia di sciatore chedi rocciatore tanto da diventarneistruttore. Partecipò alle campagnein Jugoslavia e Montenero dove,causa le operazioni alleate nel mareAdriatico, non potè più rientraredopo una breve licenza per gravimotivi di famiglia.

Iniziò così da Bari la sua risalitaverso il nord che lo vide in Molisenella veste di istruttore di roccia perle truppe alleate. E fu proprio inMolise che conobbe la sua futuramoglie, che la sposò e dove nacqueil suo primo figlio. Finalmente e nonsenza infinite peripezie, riuscì final-mente a risalire sino al suo amatoClots dove iniziò a guerra finita ilsuo periodo lavorativo in ferrovia.

Purtroppo la sua precaria salutegli impedì di scendere a Susa per ilritiro del diploma-ricordo conferi-togli in occasione del nostro 90°.Alla famiglia vadano le più sentitecondoglianze di tutto il Gruppo.

Il giorno 30 marzo è mancata lasignora Angela Sandrone, mammadel socio alpino Marco Paulissich.

A Marco ed al fratello Paolo vadanole condoglianze di tutto il Gruppo.

Il giorno 8 aprile è andato avantiGiovanni Chalier, classe 1926, gio-vane partigiano e poi stimato com-merciante. Medaglia d’oro A.V.I.S.è stato per molti anni attivo ed entu-siasta consigliere del Gruppo. Aifigli Paola e Bruno, alpino, entrambinostri iscritti ed alla moglie PalmiraChareun vadano le più sentite con-doglianze di tutto il Gruppo.

Gruppo di RubianaIl Gruppo porge sentite con-

doglianze al socio alpino DaniloBonavero ed ai familiari per lascomparsa del papà socio alpinoFranco.

Il nostro socio alpino ValerioGiorda è "andato avanti" in giovaneetà. Il Gruppo porge sentite con-doglianze alla moglie Alda ed aifigli Alex e Paolo.

Il Gruppo porge sentite con-doglianze al socio alpino BrunoTabarelli, ai figli ed ai familiari perla scomparsa della moglie Miche-lina.

Sentite condoglianze al socioalpino Luca Giorda ed ai familiariper la scomparsa del papà Aldo.

Gruppo di San GiorioGiovedì 21 marzo troppo presto

è andato avanti l’alpino Bar Renzo,classe 1948. Il Gruppo lo ricordacon rimpianto e partecipa al cor-doglio della famiglia.

Gruppo di VaieAngelo Picco ci ha lasciati all’età

di 76 anni.Iniziò il servizio militare con il

CAR a Bra e successivamente futrasferito a Susa nell’artiglieriaalpina. Al termine del servizio mil-itare non esitò a presentarsi all’al-lora capogruppo Amerigo RosaRosso per aderire al Gruppo A.N.A.

Svolse la sua attività lavorativaprima come muratore, successiva-mente entrò in Magnadine a San-t’Antonino per concludere presso laFIAT di Ferriera.

Proprio grazie alla sua esperienzadi muratore non fece mancare il suocontributo personale nel restauro delpilone di Margara nel 2003.

Il Gruppo si stringe accanto allamoglie Antonietta ed al figlio Dori-ano facendo giungere, tramite

queste righe, le sentite condoglianzee l’affetto più profondo.

Pasquale Valsania, nostro socioalpino ha terminato il viaggio ter-reno all’età di 78 anni.

Nativo di San Damiano d’Astiprestò il servizio militare nelbattaglione “Susa”.

Sposatosi con Anna MariaBorello si trasferì dapprima aChiusa San Michele dove si iscrissecome socio al locale Gruppo per poitrasferirsi a Vaie e qui trasferire lasua appartenenza al Gruppo locale.

Di carattere riservato, si di-mostrava molto affabile e schiettonei rapporti diretti e se ci si trovavain casa sua non faceva mai mancareun ottimo bicchiere di barberaproveniente dai luoghi natii.

Alla moglie Anna Maria ed allafiglia Nadia giungano le sincerecondoglianze e l’amicizia delGruppo.

Gruppo di Villar DoraNel mese di aprile è mancata la

signora Velia Gentile in Marchetti,mamma del nostro vicesindaco ecaro socio alpino Attilio Marchetti.

A lui e ai suoi familiari, le piùsentite condoglianze da parte ditutto il Gruppo.

Gruppo di VenausIl 22 aprile è scomparsa Isabella

Marcellino, ved Caffo, mamma delsocio Siro.

A lui ed alla sua famiglia vannole più sentite condoglianze da partedi tutto il Gruppo.

Condoglianze al socio BiagioBalenario per la perdita dellamamma, Angela Centofante.

Gruppo di Villar FocchiardoL'11 maggio scorso è mancata la

signora Bruna Olga Girardi ved.Casale, di anni 88, suocera dell'am-ico Aldo Pognant. Il Gruppo porgesentite condoglianze.

Sezione Val SusaIl Presidente ed il Consiglio di-

rettivo partecipano al dolore diMichele Bosco, per anni consiglieresezionale, e della sua famiglia per laperdita della mamma Caterina Fava.

La Sezione partecipa al cordogliodella famiglia per la scomparsa didon Piero Laterza spesso officiantela S.Messa sia sulla vetta del Roc-ciamelone in occasione dei nostresalite-pellegrinaggio nonché du-rante la festa sezionale di Exilles.

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Gravere: Certosa di Madonna della Losa.Conserva affreschi risalenti al XIII-XIV se-colo, raffiguranti i santi Benedetto e Basi-lio: meta di pellegrini era, ed è tuttora,oggetto di devozione per un’antica operalignea risalente al periodo degli affreschi,composta dalla statua della Vergine Addo-lorata.

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