Il Bambù n. 25, marzo 2012

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    Il BambIl BambIl BambIl BambIl BambIl BambIl BambIl BambIl BambCristo Vera Speranza

    Centro Volontari della Sofferenza Bari-Bitonto Anno VII, marzo 2012

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    C'era un giardino molto

    bello. Il suo Signore ne era

    orgoglioso. Il pi bello degli al-beri, e anche il pi caro al Signore, era un prezioso bamb. E lo stesso sa-

    peva di essere l'albero prediletto del Signore. Il Signore un giorno con faccia

    seria si avvicin al bamb e disse: Caro bamb, io ho bisogno di te.

    Per il bamb sembrava venuto il giorno pi bello della sua vita e con

    gioia rispose: Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quello che vuoi!.

    Caro bamb il Signore rispose ti devo tagliare,

    Tagliare? No! Signore. Vedi che sono il pi bello dei tuoi alberi e tu mi

    vuoi tagliare?.

    Caro bamb, se non ti posso tagliare non ho bisogno di te.

    Dopo un lungo silenzio l'albero disse: Se non ti posso servire senza essere

    tagliato, allora, tagliami.

    Ma il Signore gli rispose con la stessa faccia seria: Devo tagliare anche i tuoi

    rami e le tue foglie.

    No, Signore! Sai bene che la mia unica bellezza sono i rami e le foglie.

    Tagliami, ma non togliermi i rami e le foglie.

    Caro bamb, se non ti posso tagliare i rami e le foglie, non ho bisogno di te.

    Signore, disse il bamb a bassa voce prendi i miei rami e le mie foglie.

    Caro bamb io ti devo ancora dividere in due parti e devo strappare il tuo cuore!".

    Dopo un lungo silenzio il bamb si inclin davanti al Signore e disse: Tagliami edividimi.

    Cos il Signore del giardino tagli il bamb, tir via i rami, strapp le sue foglie,

    lo divise in due parti e gli strapp il cuore.

    Poi lo prese e lo port dove acqua fresca da una sorgente sgorgava verso

    campi aridi. L il Signore pos il suo bamb e colleg un capo del tronco

    tagliato con la sorgente e incanal l'altro capo verso il campo.

    La sorgente cant un benvenuto e le chiare scintillanti acque si

    riversarono attraverso il corpo straziato del bamb verso il canale che

    correva sui campi inariditi che ne avevano tanto bisogno.

    Cos quello che era un magnifico bamb divent una grandebenedizione in tutta la sua fragilit e umilt.

    Quando era ancora grande e bello egli cresceva solo per se stesso e

    gioiva per la propria bellezza, invece per mezzo della sua

    distruzione divent un canale

    che il Signore poteva usare

    per rendere il suo regno pi

    fruttuoso.

    (Da un raccontopopolare cinese)

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    CVS-TG

    Nel tempo di Natale il BimboGes ha chiamato nel SuoRegno chi ne degno. Ilpap di Matteo Landi(GdA S. Maria Monte Car-

    melo/2) e il fratello di Ceci-lia Pascazio (GdA S. MariaMonte Carmelo/1) hanno go-duto di questa chiamata.

    1 gennaio: Dario Donateo, seminaristache per due anni ha svolto il tirocinio pa-storale nel nostro Centro, ha ricevuto ilministero dell'Accolitato. A lui i nostri mi-gliori auguri e il nostro sostegno spiritua-le per questo nuovo importante passoverso il sacerdozio.

    17 gennaio: nato Paolo, primogenitodi Giuseppe e Maria Pina Pastore (GdA

    SS. Medici, Bitonto). Vivissime felicita-zioni a questa splendida famiglia!

    3 febbraio: Emmanuele Fiore direbbe che, dato che avevobisogno di un po' di riposo, ho pensato bene di andare inospedale con un braccio e una gamba rotti. Ora, con l'aiu-to del Signore, sto facendo la riabilitazione. Approfittoper invitare tutti ad essere generosi nella carit fraternae nella preghiera per Gina Cappiello (Animatrice deiGruppi, GdA SS. Sacramento), Dora Gandini (Capogrup-

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    po GdA S. Marco), zia Rita D'Amelio (GdA Buon Pastore)e gli altri civuessini che stanno affrontando situazionidifficili. Proseguiamo sempre secondo il Suo volere.GRAZIE: Guardare, Recepire, Agire, Zampillare In

    Eterno.

    9 febbraio: tornato alla Casa del Padre ilpap di Raffaella D'Alessandro (GdA BuonPastore). Alla nostra Raffaella, a sua madre e atutta la famiglia va la vicinanza del CVS.

    22 febbraio: Vito Cascella, che qualche anno fa stato

    con noi come obiettore di coscienza, comunica che si tra-sferisce a Milano, dove ha trovato lavoro. A lui i miglioriauguri per la vita.

    Anche il fratello di Maria Balsamo (GdA S.Agostino, Modugno) stato chiamato alla casadel Padre Celeste. Preghiamo per lui e siamo

    vicini a Maria e a tutti i suoi cari.

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    4 marzo: Il CVS ha vissuto il ritiro di Quaresima insede con la presenza di sorella Samar Al Nameh SOdC,che ci ha aiutato a meditare sul tema Annunciate il

    Vangelo e guarite i malati. Ringrazio personalmente so-rella Samar per il pensiero squisito di venire a farmi vi-sita appena giunta a Bari da Roma con l'aereo, e dico atutti i lettori che non trovate un articolo sul ritiro in que-sto giornalino perch sar pubblicato sul prossimo nume-ro de L'Ancora.

    18 marzo: Michele Di

    Gioia, seminarista cheha accompagnato il no-stro CVS nel tirociniopastorale, riceve oggi ilministero dell'Accolitatopresso il Seminario re-gionale di Molfetta.Tanti auguri a lui affin-

    ch continui a portare la sua testimonianza di fede gioio-sa e robusta nel Signore dove Egli lo chiamer al servi-zio, tessendo rapporti di fraternit indelebili come quellicreati con noi civuessini.

    8 aprile: Paolo Pastore, il figliodi Giuseppe e Mariapina, riceve-r il santo Battesimo nel giornodi Pasqua presso la Basilica deiSs. Medici in Bitonto. Nulla dipi bello per lui e per la nostrafamiglia associativa: auguri!

    Rosa Sinisi(Responsabile Diocesana)

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    Ala di riserva notizie

    L'Ala di riserva propone l'iniziativa del SABATO-FESTADELLA COOPERATIVA per sensibilizzare alla realtdella Cooperativa e contribuire al suo sostegno. Tutti siamoinvitati a passare, un sabato al mese, una serata diversa

    nella nostra Sede: mangiando, ballando, stando insieme.Prevediamo di offrire un aperitivo, un primo piatto, dolci ebevande. Sulla circolare saranno indicate, mese per mese,la data del sabato-festa e le modalit di prenotazione.

    Continua la bella tradizione del mercatino della Domenicadelle Palme. Il 1 aprile si svolger alla parrocchia BuonPastore. Sappiamo tutti che, oltre ad essere un'occasione

    per raccogliere fondi per la Cooperativa, i mercatini sonouna ottima opportunit di apostolato, per far conoscere ilCVS (i suoi obiettivi, la sua spiritualit, il fondatore Ven.Mons. Luigi Novarese) nelle nostre parrocchie e nella no-stra citt.

    Invitiamo tutti i civuessini a continuare a diffondere questoappello:

    Abbiamo bisogno anche

    della tua 'ala di riserva' !Inutile dire che la crisi si fa sentire anche e soprattut-

    to per le Cooperative sociali.

    Ora abbiamo bisogno anche di te, per poter continuare adaiutare chi ha bisogno di noi!

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    Come puoi aiutarci? Semplice!

    1)VISITANDO IL NEGOZIO, che ha tanti articoli belli e

    mille idee regalo. Oggetti artigianali e artistici che valgonodoppio: perch fatti a mano, e perch fatti anche con lacollaborazione di mani di ragazzi diversamente-abili.Prima di spendere soldi altrove, passa da via Sagarriga

    Visconti, 61 (angolo via Putignani);

    2)FACENDOCI UN PO DI PUBBLICITA tra amici,parenti, parrocchiani

    3)PROPONENDO AI GENITORI DEI BAMBINI E DEI

    RAGAZZI della tua Parrocchia di FARE LE

    BOMBONIERE per i battesimi e le comunioni da noi;

    4)DESTINANDO ALLA COOPERATIVA IL CINQUEPER MILLE nella Dichiarazione dei redditi! Il codice fiscaledella Coop. Ala di riserva, da inserire nella casella Sostegno

    volontariato e organizzazioni non lucrative : 046015907245)CON UNA DONAZIONE! Potete fare un bonificoutilizzando questi dati:Ala di riserva societ cooperativa -IBAN: IT33 N054 2404 0060 0000 1001 148

    Causale: donazione per sostegno Coop. Ala di riserva.

    Le donazioni effettuate con questa procedura sono detraibilidalle tasse.

    6)Segnalando ad altri la possibilit di fare donazioni perla Coop. Ala di riserva

    7)SEGNALANDO LE NOSTRE INIZIATIVE AGENITORI DI RAGAZZI DISABILI, interessati a seguire inostri laboratori che tra laltro sono DEL TUTTOGRATUITI!

    8)CON TUTTI I SOSTEGNI che vorrai darci per

    continuare a volare!

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    Una guida checontinua

    1) Le catechesi per bambi-

    ni, quando si parla di celebra-zione Eucaristica, devonoessere chiare e alla portatadei bambini stessi, atte a farcapire loro come il cristianesi-mo non possa fare a meno del-la Comunione e come il

    cristiano, vivendo di Eucari-stia, si riconosca nella Eucari-stia stessa.

    2) Sarebbe bene che i geni-tori accompagnassero i lorobambini in fase pre Confessio-ne, pre Comunione e pre Cre-sima a Messa la domenica enei giorni festivi.

    3) Catechesi anche per i ge-nitori in contemporanea con

    quella dei figli, facendo capire

    bene come il cristiano, ricono-scendosi nell'Eucaristia, nonpu fare a meno di questa.

    4) Che il celebrante spieghi

    come ogni celebrazione Euca-ristica in funzione della sal-vezza propria e degli altri.

    5) Far capire al popolo deifedeli che la celebrazione Eu-caristica in funzione del ri-cordo (memoria) di Ges perla salvezza dell'anima. Quindinon partecipare alla celebra-zione Eucaristica significa ri-nunziare a essere cristiano.

    Dagli scritti di Emmanuele Fiore

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    Emmanuele con la sua 'arma'preferita di apostolato

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    Per portare pi frutto

    Il Regno di Dio,

    dono e compitoper il credente

    Relazione di sorella Angela Petitti SOdC,

    Giornata dell'Adesione 2011/2012

    Il tema formativo diquestanno, Passione per il Re-

    gno, potrebbe farci lavorare sudue obiettivi, uno interno e unoesterno, se cos possiamo dire.Pensare al Regno (dimensioneinteriore) significa considerarele dinamiche del Regno di Diodescritte dal Signore Ges,quasi sempre silenziose e na-scoste. Dallaltra parte, la pas-sione (dimensione esteriore) una forte sollecitazione allapo-stolato attivo. Per questo il Re-gno dono e compito per ilcredente.

    La riflessione parte da unapremessa, arriva a una conclu-sione/invocazione e si sviluppa

    seguendo 7 verbi. I primi quat-tro verbi fanno riferimento alvangelo; gli altri tre ci fannoaddentrare nel pensiero cari-smatico del Fondatore. Questiultimi tre verbi mi sono statisuggeriti da un attore contem-poraneo il quale, in una intervi-

    sta, affermava di avere nostal-gia degli ani 70 poich la no-

    stra generazione ha smarrito lacapacit di soffrire, desideraree costruire, caratteristica im-portante invece della genera-zione di quel periodo storico.Premessa

    Convertitevi, perch il re-gno dei cieli vicino!. (Mt 3,2).

    indicativo che nel vangelo diMatteo, dopo la descrizionedellinfanzia di Ges, le primeparole che vengono pronunciate(sono di Giovanni il Battezzato-re) facciano riferimentoallannuncio della vicinanza delRegno e alla conversione.

    Giovanni, il precursore,uomo del tempo nuovo, annun-cia che non c pi distanza fraDio e gli uomini; che, secondo leprofezie proclamate per secoli,Dio si fatto vicino nella perso-na di Ges Cristo. Se questo vero storicamente ai tempi di

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    Giovanni e di Ges, lo ancheper noi, seppur in modo diver-so. Infatti, congedandosi da noiper tornare al Padre, Cristo cilascia la sua promessa di rima-nere sempre con noi. E lEuca-restia davvero la modalit pivicina della presenza di Dio innoi: non c un altro modo al-trettanto forte per essere insie-me, se non essere dentro.

    Questa una grossa realt,cos profonda e cos importante,ma non altrettanto scontatoriuscire a percepirla, ad averneconsapevolezza. Per questo ab-biamo bisogno di convertirci,cio di rivolgere il nostro sguar-

    do alla nostra interiorit per-ch laccoglienza della presenzadi Dio possa essere vera. Dun-que conversione quotidiana peruna accoglienza quotidiana delRegno di Dio.1. Cercare il Regno di Dio

    Cercate invece, anzitutto, ilregno di Dio e la sua giustizia,e tutte queste cose vi sarannodate in aggiunta. (Mt 6,33). Ilprimo verbo, cercare sembre-rebbe in contraddizione con lapromessa di Dio di rimaneresempre con noi: se il regno vi-cino, qui, perch dobbiamo

    cercarlo? Perch tante volte lanostra attenzione attratta da

    tante cose che con il Regnocentrano molto poco. Per que-sto il Signore Ges ci avverte dicercare, invece, le cose che ap-partengono al Regno, quellerealt che non passano, non sirovinano, non possono essererubate.2. Accogliere il Regno di Dio

    In verit io vi dico: chi non ac-coglie il regno di Dio come loaccoglie un bambino, non en-trer in esso. (Mc 10,15). Peril secondo verbo, accogliere, ilSignore Ges mette in evidenzache per poter accogliere il Re-gno necessario essere comedei bambini. Non certo infanti-li, ma sicuramente bisognosi. Ibambini piccoli infatti, non pos-sono sussistere da soli: hannobisogno di qualcuno che li aiuti,li sfami, si prenda cura di loroin tanti modi. Essere e sentirsibisognosi mantiene apertiallaccoglienza del dono. Chi,

    invece, si sente superiore, po-tente, sufficiente a se stesso,non in grado di ricevere quasiniente; anzi, non pensa nem-meno di aver bisogno di qualco-sa. Il Regno un dono gratuito,cos come lo lEucarestia, i sa-cramenti, la Parola, Dio stesso:

    non siamo stati noi a chiederlima il Signore che ce li donaperch sa che ne abbiamo biso-

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    gno.

    3. Appartenere al Regno diDio

    Ges, al vedere questo, s'indi-gn e disse loro: Lasciate che ibambini vengano a me, nonglielo impedite: a chi comeloro infatti appartiene il regnodi Dio. (Mc 10,14). Anche per

    il terzo verbo, appartenere,Ges fa riferimento ai bambini.Ci possiamo confrontare con lalimpidit, la schiettezza, la tra-sparenza dei bambini piccoli,riferimenti preziosi per gliadulti che vogliono vivere dacristiani autentici. Questo ver-bo ha anche una componente diindicazione attiva: per apparte-nere bisogna sforzarsi di mette-re in atto degli atteggiamentiche rendano visibile lapparte-nenza, altrimenti si va in con-traddizione con il dire e il fare.

    Appartenere significa ancheprendere parte a tutta la vita

    del Regno, a tutta la vita dellaChiesa, e non estraniarsi danessuna esigenza, da nessunasituazione, specialmente daquelle pi difficili.4. Entrare nel Regno di Dio

    Non chiunque mi dice: Signo-re, Signore, entrer nel regno

    dei cieli, ma colui che fa la vo-lont del Padre mio che nei

    cieli. (Mt 7,21). Entrare ilquarto verbo. contenuto den-tro delle parole di ammonizioneda parte di Cristo: non si entranel Regno a forza di parole,neppure se sono parole di pre-ghiera, ma perch si stati coe-renti con la vita alle parole. Sitratta di fare la volont del Pa-dre. Questa , allo stesso tem-

    po, una realt semplice maimpegnativa per il credente.Non questione di dolorismi,come se fare la volont del Pa-dre significasse soltanto sacrifi-carsi in tanti modi. Alcontrario: compiere il bene,non rinunciare a vivere le bea-

    titudini del vangelo, sforzarsidi essere coerenti poich inquesta esigenza contenutaanche una componente di gioiaper il fatto che non c divisionetra il dire e il fare, tra senti-menti e atteggiamenti, ma tut-to chiaro e limpido.

    5. Soffrire per il Regno diDio

    La via della Croce ascesi con-tinua che eleva e porta al totaledominio di se stessi ed alla san-tit. Per questo Giovanni PaoloIl scrive: La sofferenza ancheuna chiamata a manifestare la

    grandezza morale delluomo, lasua maturit spirituale. La ra-gione sta nel fatto che Lamore

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    anche la sorgente pi pienadella risposta allinterrogativosul senso della sofferenza (n.13). Eccoci al quinto verbo: sof-frire. interessante che in que-sta citazione del VenerabileMons. Novarese, egli stesso citia sua volta Giovanni Paolo II,nella Salvifici Doloris. Ci inter-pella in modo particolare il fat-

    to che la sofferenza sia unachiamata a manifestare la ma-turit spirituale di una perso-na. Anche questo non scontato e non per niente incontraddizione con quello cheaffermava Ges sul fatto di di-ventare come bambini. La ma-

    turit spirituale non centracon let. piuttosto un mododi vivere la vita assumendose-ne tutte le responsabilit; sa-per rinunciare a se stessiquando c bisogno; non met-tersi ai primi posti ma vestire ipanni del servizio, andareperfino contro se stessi nellalotta sempre necessaria al pec-cato. Certo c una componentedi sofferenza da mettere in con-to ma nessuno cresce soltantocon i s, soltanto facendo quelloche vuole o assecondando i pro-pri istinti.6. Desiderare il Regno diDio

    Parlando del sesto verbo, desi-

    derare, citiamo questo testo diMons. Novarese in cui esplicitauno dei compiti dellAnimatoredi gruppo. Questi deve suscita-re nel sofferente: la sete di Dio,fargli toccare con mano che Dio l'unica e somma realt cheveramente ci interessa perch

    Amore che crea, edifica, sostie-ne e porta a Lui, bene sommo,

    al di fuori del quale nessunavera e duratura felicit esiste,pu esistere; linsoddisfazionedelle soluzioni terrene, che nonaffrontano l'uomo in tutte, lesue componenti; il desiderio diessere strumento di Dio, pro-prio attraverso il dolore, che

    soltanto in Lui acquista un vol-to, un aspetto positivo e co-struttivo; il desiderio diinserirsi nel regno di Dio, qualestrumento di salvezza. Siamocolpiti da queste parole cheparlano di suscitare il desideriodi Dio. In unepoca in cui si ten-de a suscitare desideri inconsi-stenti ed eccessivi, il nostroFondatore ci riporta allessen-zialit della vita di Dio. Macome si fa a far nascere il desi-derio di Dio? Questa una do-manda che dobbiamo porci,sapendo bene che una risposta certamente la credibilit e la

    coerenza della propria esisten-za. Non si riesce a far desidera-

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    re ad altri ci che nemmeno noidesideriamo.7. Costruire il Regno di Dio

    Infine, lultimo verbo: costruire.Il Fondatore ci ricorda che lanostra vocazione non unafuga dal mondo ma, come perCristo, inserimento nel mondo,come lievito per far fermentare

    il mondo delle nuove idee, dellanuova vita che Ges Cristo ciha portato. Non fuga, ma co-struttori! Il fine della mia vita di essere con Dio, con Cristo,un vero costruttore del Regnodi Dio. Ges ci chiama ad esse-re dei costruttori con Lui e adessere gioiosi. Per questo dob-biamo diventare come lui: miteed umile di cuore. bello, ed una delle caratteristiche pipreziose, la possibilit di starenelle radici della Chiesa, ope-rando una costruzione silenzio-sa ma efficace: come il lievito facrescere la pasta nel silenzio,

    come le radici che si allunganosenza far rumore, come unbambino che, mese dopo mese,cresce nel grembo materno,come un seme piantato nellaterra. Raramente ci che dav-vero costruttivo anche rumo-roso.

    Compito missionario per ilcredente CVS

    Infine, siamo giunti al compitoche attende ogni iscritto alCVS, uguale alla missione cheha svolto Ges sulla terra. IlSignore, nella sua vita pubblicapercorreva tutta la Galilea, in-segnando nelle loro sinagoghe,annunciando il vangelo del Re-gno e guarendo ogni sorta dimalattie e di infermit nel po-

    polo. (Mt 4,23). Quando invia idiscepoli al mondo, affida lorola stessa sua missione: E limand ad annunciare il regnodi Dio e a guarire gli infermi.(Lc 9,2). Chiaramente, a noinon dato di guarire gli infer-mi dal punto di vista fisico. Ma

    la salvezza diversa dalla gua-rigione. La salvezza riguardatutto luomo e non solo il suocorpo malato. C salvezzaquando c fede, speranza, cari-t; quando ci si prende cura de-gli altri anche se siamo noibisognosi di cure; quando sicammina come discepoli e si vi-vono i valori del Regno.BENEDETTO XVI (AngelusPiazza San Pietro - Domenica,27 gennaio 2008)

    Cari fratelli e sorelle! Nellaliturgia odierna l'evangelistaMatteo presenta l'inizio della

    missione pubblica di Cristo.Essa consiste essenzialmentenella predicazione del Regno di

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    Dio e nella guarigione dei ma-lati, a dimostrare che questoRegno si fatto vicino, anzi, ormai venuto in mezzo a noi.La "buona notizia" che Gesproclama si riassume in questeparole: "Il regno di Dio - o re-gno dei cieli - vicino" (Mt 4,17; Mc 1, 15). Che significaquesta espressione? Non indica

    certo un regno terreno delimi-tato nello spazio e nel tempo,ma annuncia che Dio a regna-re, che Dio il Signore e la suasignoria presente, attuale, sista realizzando. La novit delmessaggio di Cristo dunqueche Dio in Lui si fatto vicino,

    regna ormai in mezzo a noi,come dimostrano i miracoli e leguarigioni che compie. Dio re-gna nel mondo mediante il suoFiglio fatto uomo e con la forzadello Spirito Santo, che vienechiamato "dito di Dio" (cfr Lc11, 20). Dove arriva Ges, loSpirito creatore reca vita e gliuomini sono sanati dalle malat-tie del corpo e dello spirito. Lasignoria di Dio si manifesta al-lora nella guarigione integraledell'uomo. Il regno di Dio per-tanto la vita che si afferma sul-la morte, la luce della veritche disperde le tenebre

    dell'ignoranza e della menzo-gna.

    Preghiamo Maria Santissi-ma, affinch ottenga semprealla Chiesa la stessa passioneper il Regno di Dio che animla missione di Ges Cristo: pas-sione per Dio, per la sua signo-ria d'amore e di vita; passioneper l'uomo, incontrato in veritcol desiderio di donargli il teso-ro pi prezioso: l'amore di Dio,

    suo Creatore e Padre.Conclusione

    Venga il tuo regno (Mt 6,10).Se il Signore Ges ci ha lascia-to nellunica preghiera che ciha insegnato queste parole, si-gnifica che essenziale per ilcredente pronunciarle ognigiorno. Il Regno gi qui, dentro di noi ma noi sappiamobene quanto difficile renderlostabile, come direbbe Mons.Novarese. Egli ci ha insegnato isette Gradi del Silenzio Interio-re, un cammino quotidiano dipreghiera e di conversione, al

    centro del quale ha messo ap-punto limpegno di rendere sta-bile il Regno di Dio dentro dinoi, cio di viverne costante-mente i valori per non esserefugaci nellimpegno e disillusinellapostolato.

    Angela Petitti SOdC

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    Le mie GMGPerch i ricordi pi dolci

    si assaporano a lungo...

    Quando siamo partiti per Li-sbona, prima dellimbarconellaeroporto di Roma, ci statochiesto il perch della nostraadesione alle GMG. Quando

    toccato a me dover rispondereho detto che partivo perch vo-levo una conferma, volevo verifi-care personalmente che il mondoe la giovent di oggi non sono sol-tanto cattiveria o superficialitcome invece ci viene mostrato in

    TV o sui giornali.Ripensando a questa mia ri-sposta, ora che sono tornata, mivergogno un po e mi sento tantosimile a quel S. Tommaso che,nonostante in molti gli avesserogiurato di aver ricevuto una visi-

    ta di Ges, chiudendosi alla fedee alla verit, rispose: Se nonvedo, non credo. Lui la verit laconosceva ma voleva la SUA con-ferma. Per tutta risposta Ges sipresent davanti ai suoi occhi edegli non pot far altro che cre-

    dere.Allo stesso modo io ho avuto

    la mia di conferma. Questa mi stata palesemente spiattellatain faccia da ogni singolo momen-to vissuto durante le GMG. An-che a me Ges si presentato

    ogni giorno in tantissimi modi di-versi e io, proprio come S. Tom-maso, non ho potuto far altroche osservare, ascoltare, prova-re e infine credere.

    Osservare lentusiasmo concui i miei compagni di viaggio si

    sono presi cura luno dellaltro; isorrisi che, nonostante tutte ledifficolt e i disagi incontrati, misono stati offerti; le gocce disudore versato a fiumi a causadel gran caldo e non solo; gli ab-bracci, le carezze e i giochi che

    hanno accompagnato questa in-credibile esperienza. Osservaremilioni e milioni di ragazzi checon la loro presenza hanno riem-pito, colorato, animato e vissutostrade, piazze e aeroporti di Ma-drid.

    Ascoltare le parole, i consigli,le catechesi e addirittura tutte

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    le raccomandazioni che ci sonostate dette e fatte da personecome Don Marco, Don Johonny,

    le sorelle e tutte quelle personesenza il cui duro lavoro questegiornate non sarebbero statecos emozionanti e belle. Ascol-tare le risate dei miei compagni,i canti scelti per ogni momentopassato insieme e, infine, ascol-tare lincoraggiante messaggioche ci stato donato dal SantoPadre durante la Messa di chiu-sura delle GMG.

    Provare emo-zioni che proba-bilmente si

    provano solo incerte occasionie in determinatimomenti e luoghie che impossi-bile descrivere, perch sono tal-mente intense che, per sentirle,non basta leggere una testimo-nianza scritta su un foglio di car-ta.

    Infine credere; credere che igiovani possono dare tanto senzaaspettarsi per forza qualcosa incambio; credere che nonostantetutte le diversit la fede non al-lontana mai, bens unisce e forti-

    fica sempre e in qualunque modo;credere che lamore davverouna delle armi pi potenti al mon-

    do e che porterebbe alla vittoriaogni singola guerra.Se questa esperienza stata

    per me cos unica ed appagantelo devo solo e soltanto a tutti voiche con me avete condiviso pani-ni al salame, docce fredde e letti

    scomodi. A voi instancabili po-lentoni, a voi miei compagniterroni, a voisimpaticissimi evivaci polacchi,a voi sempresorridenti por-

    toghesi e so-prattutto a voisplendide, stre-pitose, uniche,incredibili ed

    inarrestabili carrozzine chetanto avete fatto per me e lamia tommasina incredulit. solo grazie a voi se oggi mi sento,ancor pi di prima, radicata efondata in Cristo, salda nellafede.

    Sofia Rita Santonocito

    (GdA S. Maria del MonteCarmelo/1)

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    CVS... un nuovo

    seme piantato!

    L8 dicembre scorso ha vi-sto piantare un nuovo semenel giardino del CVS: a Sanni-candro di Bari stato presen-tato il primo GdA dellinteradfcomunit!

    Questo nuovo GdA... frut-

    to di preghiera, molti tra i vo-lontari, fratelli e sorelleappartengono gi ad un grup-po di preghiera di ispirazionemariana, frutto di piccoli o grandisegni posti dal dito dellamano di Dio,

    frutto della gioia di averriscoperto il valore prezioso efruttifico di una sofferenzavissuta accanto a Ges, rical-cando gli stessi Suoi passi sul-la via del Calvario, frutto di amore!

    La celebrazione si tenutaproprio in occasione della so-lennit dellImmacolata Con-cezione della Beata VergineMaria per unirci a tutti i ci-vuessini e ai consacrati deiSOdC nel momento della loroconsacrazione e del rinnovodel proprio s, e per volerporre sotto il materno mantoprotettivo di Maria questo

    nuovo GdA, che nasce comegruppo interparrocchiale (nelpaese sono presenti due soleparrocchie) per unire il cam-mino corredentore di tutti gliammalati.

    Lassemblea, presente du-

    rante la celebrazione, ha vistoe condiviso i simboli che sonoespressione del carisma asso-ciativo: una croce fiorita, simbolo

    di una sofferenza vissutacon serenit e gioia, comeoccasione di rifioritura del-

    lo spirito e collaborazioneallopera redentrice di no-stro Signore;

    un quadro contenente illogo del CVS, come simbo-lo identificativo del GdA;

    una maglietta con impressalimmagine del ven.mons. Luigi Novarese,nostro fondatore

    ed un cesto colmo di tantisegnalibri, costruiti daglistessi volontari, fratelli esorelle che hanno volutocos presentarsi alla comu-nit condividendo con tuttila dolce preghiera di mons.Novarese.

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    Al termine la celebrazione stata arricchita dallinter-vento di Rosa Sinisi, respon-sabile diocesano del CVS

    nella nostra diocesi di Bari-Bitonto, che ha testimoniatolattenzione per i singoli vo-lontari e la condivisione delcammino spirituale di ciascu-no. In particolare, in questafase di avvio del gruppo, fon-damentale stata e sar lacollaborazione a livello dioce-sano e vicariale che ha dimo-strato concretamente lamano operosa della Provvi-denza e lo spirito di coopera-zione fraterna.

    Da questo 8 dicembre uno

    sguardo va rivolto al passato,per vedere i piccoli e grandipassi compiuti e per ringra-ziare Dio per questo nuovoseme piantato, ma soprat-tutto lo sguardo va rivoltoavanti verso il nuovo cammi-no che iniziato affidandoci a

    Colui che tutto ha voluto e chetutto guida, certi che maimancher il Suo sostegno af-finch ciascuno possa con fededire Fammi credere, o Signo-re, nella forza costruttrice deldolore. Che io non veda nelmale che mi blocca un ostaco-

    lo alla mia perfezione. Fammicapire come ogni istante disofferenza pu essere trasfor-

    mato in moneta di conquista.Affidiamo al cuore di tutti

    le parole di questa preghieradi mons. Luigi Novarese, chesiano seme di vita nuovauniti in Cristo tenendo sem-pre a mente che Il seme laParola di Dio. [] Quello sulterreno buono sono coloro che,dopo aver ascoltato la Parolacon cuore integro e buono, lacustodiscono e producono frut-to con perseveranza (Lc 8,11.15).

    Fa' o Signore che il cuore diogni civuessino sia il buon ter-reno che accoglie la Tua Paro-

    la e diventi portatore di fruttidi amore, consapevoli chemolto abbiamo da lavorareper arricchire il giardino delTuo Regno, festosi, per, per-ch anche a Sannicandro fi-nalmente... il seme statopiantato!

    Antonella Tamborrino(GdA Sannicandro)

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    Un Natalespeciale

    Domenica 18 dicem-bre si svolta, comeogni anno, la celebrazio-ne del Natale associati-vo, nella nostra sede di ViaBrennero. I civuessini si sonoritrovati insieme per la S.Messa. Al termine della cele-brazione, abbiamo vissuto unmomento di fraternit con loscambio di auguri natalizi.

    Il pomeriggio stato allie-tato da una bella sorpresa: lavisita di Uccio De Santis, cheha voluto portare i suoi augu-ri di Natale alla nostra asso-ciazione. La sua presenza

    stata un fantastico regalo pertutti i ragazzi, che si diverto-no a seguirlo in TV, perchhanno potuto conoscerlo dipersona. Uccio si dimostratomolto gentile, firmando auto-grafi e facendosi fotografarecon tutti.

    Ringraziamo il Signore perla riuscita della giornata e ciauguriamo di poter vivere an-cora occasioni belle come que-sta.

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    Guardando a

    Mons. Novarese

    Domenica 15 gennaio si svolto a Bari l'Incontro Regio-nale dei Capigruppo e deiFratelli/Sorelle, presso l'Isti-tuto S. Teresa delle SuoreMissionarie del Sacro Costato.Il CVS di Bari-Bitonto stato

    felice di accogliere i fratelliprovenienti dalle altre Diocesidella Puglia per una giornatadi formazione e di rafforza-mento dei legami di amicizia ecomunione nell'ideale associa-tivo e nel riferimento alla fi-gura del padre fondatore,

    Ven. Mons. Luigi Novarese.Dopo l'accoglienza e la pre-ghiera iniziale, si sono tenutein contemporanea, in due saleattigue, le relazioni per i Ca-pigruppo e per i Fratelli/So-relle, che riportiamo nelseguito. Esse sono state svolte

    rispettivamente da AntonioMonteleone, SOdC di Mottola(Diocesi di Castellaneta), e daRosaria Aufiero, Sorella degliammalati di Lucera (e sorelladi don Armando). Il tema perentrambe le relazioni statol'Anno Novaresiano: i due in-

    terventi si sono differenziatinel taglio della trattazione, ri-volta rispettivamente ai Capi-

    gruppo e ai Fratelli/Sorelle.Dopo le relazioni, ci sono

    state delle risonanze e la con-divisione di un aggiornamentotra le diverse Diocesi circal'apostolato e l'attivit deiGruppi d'Avanguardia e deiFratelli/Sorelle. A seguire,don Arturo Di Sabato, assi-stente del CVS di Lucera-Tro-

    ia, ha presieduto lacelebrazione della S. Messa.Pur sperando in una parte-

    cipazione ancora pi numero-sa, possiamo certamente esse-re contenti per l'andamentodella giornata: l'ospitalit del-le Suore, i contenuti formati-

    vi, lo scambio di esperienze ela toccante omelia di don Ar-turo hanno sicuramente arric-chito tutti i partecipanti, chepossono tornare alla vita asso-ciativa ordinaria pi carichidi energie spirituali e pi con-sapevoli dell'importanza dellapropria missione nella Chiesa,secondo gli insegnamenti diMons. Novarese.

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    Come vivere da

    Capogruppo

    l'AnnoNovaresiano

    Prima di tutto dobbiamoringraziare Dio e la VergineSanta che il nostro padre efondatore viene proclamato

    beato. Festeggiamo nella lodeal Signore. A noi che abbiamoavuto la grazia di conoscerlopersonalmente, si riempie ilcuore di gioia sapendo che ilnostro padre viene propostocome modello da imitare atutta la Chiesa Universale. Se

    la Chiesa lo propone comeesempio universale, noi delCVS che siamo suoi figli e so-prattutto se siamo capigrup-po, dobbiamo guardare a lui eimitare le sue virt. Dobbia-mo approfondire la sua vita:la sua fede, la sua preghiera,

    la sua carit, il suo amoreall'Immacolata, la sua profon-da convinzione della necessitdella valorizzazione del soffe-rente come soggetto attivo eresponsabile di evangelizza-zione. Noi, sotto la guida deiSOdC, siamo coloro che conti-

    nuano la sua opera nellaChiesa e nel mondo. Ricordoquello che mi disse un vescovo

    parlando dell'opera di Monsi-gnor Novarese: " Novarese hamesso su un opera seria, fattabene...". Questo vero se noic'impegniamo seriamente.

    Per chi ha avuto la graziadi aver conosciuto il nostro

    padre Mons. Luigi Novarese,era evidente che ci si trovavadi fronte a un gigante dellafede. La sua profonda convin-zione del soprannaturale, tan-to che ci sono stati fattisoprannaturali gi durante lasua vita. Lui diceva: Oggi

    non si pu tergiversare: occor-re vivere di fede e, in conse-guenza, operare in spirito disincerit, conformemente aiprincipi stimolanti e nellostesso tempo liberanti delBattesimo... La fede luce cheillumina la nostra via e fa siche si dia la nostra adesioneal Signore che ci manifesta laSua Volont. (Pensieri, Luigi

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    Novarese, Ed. CVS, pag. 86).Nel suo linguaggio non vi era-no dubbi, incertezze. La suaparola era ferma, sicura, effi-cace, scuoteva la coscienza de-gli uditori, ci metteva in crisi.

    Ora che abbiamo in qual-

    che modo accennato alla figu-ra luminosa del nostro padreMons. Luigi Novarese, cer-chiamo di dire qualcosa peraiutare il capogruppo a farebene l'apostolato.

    Monsignore ci diceva che ilCapogruppo deve agire in spi-

    rito di osservazione, imitandola Vergine Santa alle nozze diCana. Questo primo punto molto importante; Monsignoreci indica come esempio la Ma-donna, la Madre di Ges, il

    Vangelo, conoscere, meditarela Parola di Dio... Meditare,

    imitare la Vergine Santa; ilsuo modo di agire. Lei osser-

    vava, vigilava su tutto, e videun certo disagio che si stavacreando tra il maestro di tavo-la e i servi. Maria Santissima

    si accorge che manca il vino econ fiducia ricorre a Ges af-finch intervenga a favore de-gli sposi. Il capogruppo devefare lo stesso: prima di tuttoconoscere i componenti delgruppo, deve pregare per econ ognuno di loro e deve sa-

    per incoraggiare e sosteneredi fronte alle difficolt; piche scoraggiarsi deve affidarea Maria Santissima affinchElla, come ha fatto alle nozzedi Cana, interceda anche ora,per noi. Da parte nostra dob-biamo offrire preghiere e sa-

    crifici alla Madonna. Quantosto per dirvi molto impor-tante. Questo affidamentoalla Vergine Santa si devefare con tanta fiducia, abban-dono, sicuri che Lei interver-r. Noi intanto continuiamoad essere impegnati nell'apo-

    stolato.Il capogruppo deve agire inspirito soprannaturale. MariaSantissima 'Avendo intuito ladifficolt che si profilava im-mediatamente ricorre al SuoDivin Figlio, espone la neces-sit'. Ma non proprio cos

    che noi pure dobbiamo fareall'insorgere dei piccoli intop-

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    pi? Per debito di coerenza pre-sentiamo, dunque a Lei, ispi-ratrice di quanto nel Suonome intraprendiamo, quanto

    di difficoltoso incontriamo; segno di umilt e di riconosci-mento del potere della media-trice Maria." (Formazione deicapigruppo, Luigi Novarese,Ed. CVS, pag. 112)

    Come notiamo, secondol'insegnamento del nostro pa-dre e fondatore Mons. LuigiNovarese, dobbiamo imitareMaria Santissima nel suomodo di agire, e affidare a Leile nostre persone, e il nostrogruppo, il nostro apostolato.

    Vorrei attirare la vostra at-tenzione sui motivi, sul fineper cui nato il nostro aposto-lato. Personalmente mi hadato tanta carica, entusiasmo.Il Centro Volontari della Sof-ferenza nato per dare unarisposta a quanto la Madonnaci chiede a Lourdes e a Fati-ma; quindi dobbiamo conosce-re bene le richieste dellaMadonna e affidare a lei i no-stri problemi. Dobbiamo esse-re convinti che la Sua

    Volont. A Fatima, il 13 mag-gio 1917 ai pastorelli disse:"Volete offrirvi al Signore, di-sposti ad accettare tutte le

    sofferenze che Egli vorr in-viarvi, in riparazione dei pec-

    cati cos numerosi che offen-dono la Sua Divina Maest?

    Volete Voi soffrire per ottene-

    re la conversione dei peccato-ri, per riparare le bestemmiee tutte le offese fatte al CuoreImmacolato di Maria?..." (Duerichiami e un solo scopo, Ed.CVS, pag. 139).

    Cos anche il 19 agosto1917, la Madonna dice: "Pre-

    gate, pregate molto e fate sa-crifici per i peccatori. Badateche molte anime vannoall'inferno, perch non vi chisi sacrifichi e preghi per loro".(ibidem, pag. 165).

    A Lourdes la Madonnadice: "Pregate per i peccatori".

    L'efficace dell'apostolato di-pende tutto da questo. Un ca-

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    pogruppo deve fare suo questolamento della nostra MadreCeleste per i peccatori... Noisiamo chiamati a riparare, a

    impetrare, per i nostri peccatie per quelli degli altri. Dob-biamo stimolare i componentidel gruppo a pregare vera-mente; andare verso altri sof-ferenti, i disabili, idiversamente abili, come oggisi vogliono chiamare. Tutto

    deve portare a un grandeamore verso Ges Eucaristico,sapendo benissimo, come hadetto il NostroSignore GesCristo: "Chi ri-mane in me, eio in lui, porta

    molto frutto,perch senza dime non potetefar nulla. (Gv15,5).

    Come iniziare l'apostolatoin una determinata zona?Quanto vi dico frutto di

    esperienza personale. Iniziarea visitare gli ammalati conspirito di fede, con amore edumilt. Tener presente che il Signore che lo vuole: "Eromalato e mi avete visitato";dir il contrario a chi non fa.

    Allontanare tutti quei pensie-

    ri di timori che possono sorge-

    re, poich meglio essere cac-ciato dagli uomini che non dalSignore. Trovare nella zona,possibilmente, un sofferente

    grave che sia disposto a farequesto cammino di fede. Pri-ma di tutto conquistare la suaamicizia, poi piano, piano,camminare insieme. Di frontealle difficolt, non ci dobbia-mo scoraggiare, ma con fidu-cia, mediante la

    Consacrazione alla Madonna,agire con profonda convinzio-ne, che la nostra Madre Cele-

    ste interverr.Il Capogrup-

    po quando vedeun ostacolo in-sormontabile

    propone algruppo di pre-gare, di fare in-sieme la

    Consacrazione alla Madonna.Questo il nostro metodo pa-storale nel CVS; quello di agi-re per mezzo di Maria

    Santissima. Inoltre possiamosempre consultare i Respon-sabili, oppure l'Animatore deiGruppi d'Avanguardia perconsigliarci e superare le diffi-colt che possiamo trovare.

    Antonio Monteleone SOdC(Diocesi di Castellaneta)

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    Come vivere da

    Fratello o Sorelladegli Ammalati

    l'Anno Novaresiano

    L'anno Novaresiano unperiodo nuovo, in cui non soloci verr riproposto l'esempio el'insegnamento di Monsigno-re, ma ci troveremo a doverspiegare tutta l'importanza, laricchezza e l'attualit del suocarisma a chi non lo conosce.

    Mons. Novarese ha vissutouna vita ispirata da un gran-de amore per il Signore con lapresenza costante della Vergi-ne Maria. Questo amore lo ri-versa sugli ammalatiesortandoli ad essere protago-nisti di un apostolato nuovo,affidando loro una nuova mis-sione quella di valorizzare la

    sofferenza e vedere nella ma-lattia una chiamata di Dio perla propria conversione e quel-la degli altri.

    Dio amore e l'amore ilprimo DONO, quello che con-tiene tutti gli altri. Un DONOche richiede una nostra rispo-

    sta. E' questo l'impegno diogni cristiano che vuole vivere

    con autenticit la sua vita di"figlio di Dio" in giusto rap-porto con Dio e con la Chiesa.

    Il cristiano chiamato adare testimonianza, chiama-to all'apostolato. L'apostolato,secondo Paolo VI, amoreche trabocca, che scoppia,che si effonde in testimo-nianza ed in azione.

    L'apostolato consiste nelcollaborare con Ges Cristoper la salvezza dell'uomo, peressere apostoli, come laChiesa oggi vuole chetuttisiamo, anche i laici, occor-re un amore appassionatoa Ges Cristo, un amorevero, un amore pieno."(Paolo VI, 1969). Se l'aposto-lato carit, necessario chel'apostolato del sofferente siidentifichi con le dimensionidella carit d Cristo crocifissoe risorto.

    Mons. Novarese riassumein uno slogan efficace questoimpegno: "l'ammalato per

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    mezzo dell'amma-lato con la colla-borazione delfratello sano."

    Dobbiamo, quin-di, riscoprire ilpensiero del Fon-

    datore e ripercorrere le lineeguida che egli ci ha tracciato.

    I fratelli e sorelle degliammalati, inseno al Centro,hanno un comune ideale con i

    Volontari della sofferenza,ma la loro vocazione partico-lare, il loro modo di esprimeree di essere in Cristo diversoda quello dei fratelli ammala-ti. I sani svolgono la maggiorparte della loro attivit per sestessi e per le proprie fami-

    glie, mentre per gli ammalati,la loro pi grande attivit l'offerta della loro vita, tuttaspesa per il bene dellasociet" (dai Pensieri di Mons.Novarese).

    Le due vocazioni, per, sicompletano, infatti Luis Retif

    nel suo libro "Soffrire perch?"scrive in proposito: "Perl'uomo che vuole essere solida-le non vi sono che due formedi fraternit possibili: accetta-re, cos com', con la propriasofferenza di partecipare allalotta con il male o condividerevolontariamente il dolore de-gli altri, essendo divenuto in-capace di essere felice da solo.

    Condividere con il cuore lasofferenza degli altri giamare al modo di Dio."

    Nel pensiero d Mons. No-varese il fratello e la sorelladevono stare accanto al mala-to con amore, col desiderio diaiutare, con distacco, con inti-ma condivisione e opportunacompetenza, in riferimentoalla necessaria preparazionepsicologica e culturale.

    Il fratello e la sorella devo-no sentire verso il malato unvivo senso di riconoscenza peril loro apporto di grazia, inparticolare per la personalevita di grazia e quindi rispon-dere con la disponibilit ditempo e del dono della propria

    salute. E' facile comprendereche i fratelli e le sorelle degliammalati sono i cirenei cheMaria SS.ma ha formato aduna speciale collaborazionecon i sofferenti attraverso lasua preghiera, il suo esempioed i suoi materni richiami a

    Lourdes e a Fatima. Sono co-loro che Dio prepara o ha pre-parato per una specificamissione.

    I fratelli e le sorelle degliammalati assumono degli im-pegni, che non sono impegnistraordinari ma impegni di

    ogni cristiano. I tre impegnifondamentali sono:1. Vivere in grazia di

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    Dio per esserespiritualmenteproduttivi come ilBattesimo esige.

    Infatti con il Bat-tesimo siamo in-nestati a Cristo,

    che proprio per questo pudire: "Io sono la vite. Voi itralci. Se uno rimane unito aMe e Io a lui porta molto frut-to... senza di Me non potete

    fare nulla..." (Gv 15, 5-6). Ifratelli e le sorelle degli am-malati partecipando all'asso-ciazione dei Volontari dellaSofferenza, accettano di vive-re come i sofferenti nel pro-gramma suggerito dalla

    Vergine Santa a Lourdes e a

    Fatima, programma checontiene l'impegno dellariparazione. Perci devo-no cercare di non aumen-tare, con i propri peccati, ipesi di sofferenza su colo-ro che gi stanno espiandonel proprio corpo i peccatidella societ. Per vivere ingrazia di Dio occorrono duemezzi indispensabili: preghie-ra e penitenza come richiestodalla Vergine nei suoi mes-saggi.

    Preghiera abbondante:ogni fratello e sorella dovreb-be recitare ogni giorno il san-

    to rosario. Di fronte alledifficolt di apostolato Gio-

    vanni Paolo II ci dice; "Se vo-gliamo perfezionare il nostroapostolato dobbiamopregare... quando ci troviamo

    di fronte a difficolt maggiori,nei casi pi difficili, dobbiamopregare di pi e poi le risposteverranno."

    Penitenza come virt ecome sacramento. Gli atti pe-nitenziali sono le sofferenze,di qualunque genere offerte

    come ha chiesto l'Immacolata.Oltre alla Comunione fre-quente, anche la Confessionefrequente, non solo per il per-dono dei peccati, ma ancheper il progresso spirituale eper la direzione spirituale.

    2. Valorizzare la propria

    sofferenza, in linea paralle-la, in sintonia con i volontaridella sofferenza. Valorizzaresignifica dare valore. La soffe-renza ha valore quando diven-ta atto d'amore e lo diventanel modo pi perfetto quando offerta a Dio, unitamente al

    sacrificio di Ges e per glistessi motivi per cui Ges haofferto il suo sacrificio: la glo-ria del Padre e la salvezza deipeccatori.

    Questa offerta fa parte-cipare al mistero della Re-denzione di Cristo e

    immette nel mistero dellasalvezza. Ogni fratello e so-rella ha il suo programma di

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    sofferenza: il la-voro, i disagi, idoveri, le preoccu-pazioni, le re-

    sponsabilit, isacrifici morali,che talvolta supe-

    rano quelli fisici... E' tutto unpatrimonio prezioso da far di-ventare tesoro spirituale.Questo inserirsi con l'amma-lato nel mondo della sofferen-

    za per fermentarlocristianamente.3. Aiutare chi soffre a

    portare la croce; a valorizzar-la secondo i messaggi della

    Vergine Santa a Lourdes e aFatima; a svolgere l'apostola-to "dell'ammalato per mezzo

    dell'ammalato". Questo l'apostolato specifico dei fra-telli e delle sorelle che vivonola vita alla luce della fede ed dovere cristiano, come lo loscambievole aiuto nel pianosociale.

    Il cireneo che ha portato la

    croce di Ges inconsapevol-mente rappresenta la catego-ria del sano presso ilsofferente. Ma quel Cireneo"fu costretto"... tornava a casadal lavoro, desideroso di ripo-so. D'improvviso l'imposizionedi portare il peso di un con-dannato a morte, peso per cuipoteva sentire istintiva ripu-gnanza. Si trattava anche, ol-

    tre che sacrificare tempo al ri-poso meritato, di ritardare ilrientro in famiglia. Cos av-viene spesso con gli ammalati:

    la visita, l'incontro, l'aiuto, ri-chiedono tempo sacrificato alproprio riposo o alla propriafamiglia.

    Alle volte l'interessamentodel sano verso il malato "co-stretto"... perch la malattiaentra in casa, indesiderata,

    non voluta... molto pesante,colpisce figlio o genitori o fa-miliari. A volte diventa pi fa-cile, pi desiderato, dedicarsiai malati "fuori" che "in casa".Eppure sono questi i pi vici-ni, i "prossimi". Purtropponon sono molti i fratelli sani,

    specialmente tra i giovani,che spontaneamente si inte-ressano dei problemi degliammalati in rapporto al loroapostolato della valorizzazio-ne del dolore. Basta fare unconfronto tra il numero di fra-telli e il numero di volontariper rendersene conto. Perchquesta sproporzione? Perchprima si pensa a se stessi epoi agli altri. "Se c' tempo", sdice... ma difficilmente il tem-po si trova. Mons. Novaresescrive in proposito: "Cos i ma-lati continuano il loro Calva-rio ... soli ... a portare la loro

    sofferenza. Eppure Ges hadetto: 'ero infermo e mi hai vi-

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    sitato'. Che nondebba dire: 'mihai visto soffrirenel fratello e sei

    fuggito' oppure 'tisei accostato alfratello sofferente

    in fretta e con indifferenza'."Per un fratello o una sorelladegli ammalati non bastadire: "sono stato a Lourdes"oppure "sono stato a Re" op-

    pure "sono stato con loro almare! Il volontario della sof-ferenza non soffre solo inquelle occasioni, ma tutti igiorni resta sulla sua croce edha bisogno di aiuto continuo.

    Mons. Novarese sull'Anco-ra di febbraio 1968 esplicito

    a questo riguardo: "L'amma-lato ha bisogno di aiuto e disostegno per svolgere e com-prendere la propria missioneed il "fratello o la sorelladell'ammalato" deve capireche tocca proprio a lui darequesto sostegno e che lo devedare togliendo qualcosa alla propria normale attivit, alproprio tempo, alle proprie va-canze, ai propri risparmi, pro-prio perch chi svolge azionedi bilancio nella societ, nonsoltanto paga in piano spiri-tuale anche per il sano ma la-vora continuamente, offrendo

    il proprio dolore reso da Ges

    fonte di bene, ventiquattro oresu ventiquattro, senza ferie,senza scioperi, senza possibili-t di sottrarsi, donando per di

    pi con vero sacrificio quantoha di meglio: la propria vita".E si chiede: "Se i fratelli e lesorelle degli ammalati non so-stengono con sacrificio l'azio-ne del sofferente con qualcosadi fattivo, di positivo, conqualcosa che costa, qual il

    senso della loro appartenenzaal Centro?"

    In conclusione dobbiamodonarci senza calcoli e senzapretendere di vedere e coglie-re i frutti. Dio lavora a tempilunghi e non sempre ci fa ve-dere i frutti del nostro opera-

    to. Saremo comunquericompensati anche se i fruttinon li vedremo.

    Quattro realt devono so-stenere il nostro apostolato: la fiducia in Colui che cimanda; la forza della Parola che

    annunciamo; l'assistenza materna e co-stante di Maria SS.ma; la fiducia nell'altro in cuic' Cristo che ci accoglie.

    Rosaria Aufiero

    (CVS Lucera-Troia)

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    Giornata Mondiale del Malato 2012

    Dalla salute

    alla salvezzaLa Grazia speciale dei

    Sacramenti di Guarigione

    La Giornata Mondiale del Ma-lato un modo per ridire lavicinanza, laffetto e la solleci-tudine della comunit cristia-

    na a tutti i malati, che sitrovano nei luoghi di cura osono accuditi nelle famiglie.La Chiesa comunit sananteanche attraverso il servizioattento, la competenza profes-sionale e la testimonianzaevangelica di quanti operanonel mondo della salute: medi-

    ci, operatori socio-sanitari, vo-lontari, ministri straordinaridella Comunione, associazionie movimenti ecclesiali. Unaparola di ringraziamento ladiciamo anche per i sacerdoti,che con la loro disponibilitad accogliere e visitare, so-stengono ed incoraggiano con-tinuamente tutti, sofferenti eoperatori, a trovare unncorasicura nelle fede, alimentatadallascolto della Parola diDio, dalla preghiera personalee dai sacramenti di guarigio-ne.Il tema affascinante: Alzati

    e va, la tua fede ti hasalvato. Sono le parole che

    Ges ripete allunico lebbroso,dei dieci guariti, che tornatoper ringraziarlo. Sono paroleche ci dicono che chi crede nelSignore, non mai solo! Iltema affronta, cos, uno deiproblemi e delle esigenze par-ticolarmente sentite da tutticoloro che operano nel mondodella salute: il rapporto trauna buona salute fisica ed

    una buona vita spirituale.Il Vangelo e voglia divita: la questione antro-pologica

    Il brano del Vangelo scelto perquesta Giornata Mondiale(cfr. Lc 17,11-19) ci dice comeil lebbroso, non solo guarito

    ma anche salvato, con la federitrova la perduta voglia divita.

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    "Alzati e va': la tua fede

    ti ha salvato!"

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    NellIsraele anticoil lebbroso eralemarginato pereccellenza, colpito

    da una malattiaavvertita non solocome ripugnante,

    ma anche cos purtroppo sipensava strettamente con-nessa al castigo di Dio per isuoi peccati (cf. Nm 12,14);per questo egli viveva fuoridalle citt, in luoghi deserti,in una solitudine disperata(cf. Lv 13,45-46). Ecco perchquesti malati non osano nep-pure avvicinarsi a Ges, madi lontano lo implorano:Ges maestro, abbi piet dinoi!, confidando nella suacompassione. Contrariamente

    alla mentalit diffusa del suotempo, mentalit che avevaqualche radice nella stessa le-gislazione del Levitico, Ges(Lc 17,11-19) non considera illebbroso come un maledetto,come un impuro: il lebbroso amato da Dio ed raggiuntodalla sua salvezza. gi un

    primo insegnamento. Ma su-bito un secondo: i lebbrosisono inviati dai sacerdoti pri-ma ancora di essere guariti:Appena li vide Ges disse:andate a presentarvi ai sacer-doti. E mentre essi andavano,furono sanati (v. 14).

    Con questo l'evangelista vuoleindubbiamente sottolineare lafede e l'abbandono fiducioso di

    quei lebbrosi: ubbidiscono pri-ma di vedere, prima di consta-tare. La guarigione si direbbeconseguenza di questa totale

    fiducia. un insegnamentoimportante: l'azione di Dio ri-chiede sempre un ambiente difiducioso abbandono. Neppurequesto, per, l'insegnamentoche a Luca preme maggior-mente. Il movimento del rac-conto mette fortemente inluce un altro particolare: diecifurono guariti, ma uno solotorn a ringraziare, ed erauno straniero, un samaritano.Questo il punto che Lucavuole porre in evidenza: unsamaritano fa sfigurare i giu-dei. Non l'unica volta cheLuca sottolinea tale motivo:

    una prima volta Ges si me-ravigli della fede di un paga-no, una fede che, invano, sisarebbe cercata in Israele (Lc7,9); una seconda volta Gespresent un samaritano comeun modello di carit, che sapreoccuparsi di un ferito sco-nosciuto (Lc 10,30).

    Nel nostro racconto il samari-tano guarito presentatocome colui che ha capito larealt profonda della salvez-za: una salvezza gratuita,dono, di fronte alla quale devenascere la gratitudine. Inoltreil samaritano non ha capito

    solo la gratuit della salvezza,ma anche che in Ges gli si fatto incontro il regno di Dio.

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    Ha capito qualco-sa del mistero diGes. A differen-za dei profeti,

    semplici strumen-ti nella mani diDio, Ges pu e

    deve essere ringraziato. Gesaccetta il ringraziamento:Egli pi di un profeta. Aquesto punto siamo in gradodi cogliere il significato con-clusivo del racconto: Alzati eva': la tua fede ti ha salvato(v. 19). Il samaritano gi pri-ma era stato raggiunto dallapotenza di Dio e guarito insie-me agli altri nove: ma solo ora dichiarato risorto (alzati:anasts) e salvato. La guari-gione dalla lebbra non era la

    salvezza, bens il segno cheavrebbe dovuto aprire il cuorealla fede, cio a capire la gra-tuit dell'azione di Dio, fattasia noi presente in Ges: questacomprensione (e non sempli-cemente la fiduciosa speranzanel miracolo della propriaguarigione) la fede (pistis)

    che salva.Dopo aver constatato con uncerto stupore che uno solo sudieci tornato per renderegloria a Dio, Ges sa inter-pretare in profondit leventoche si svolge sotto i suoi occhie afferma: La tua fede ti ha

    salvato. Egli stabilisce unostretto legame tra la fede diquestuomo, che sa riconosce-

    re e accogliere la salvezza por-tata da Dio, e la sua capacitdi rendere grazie. Se infatti lafede relazione personale con

    Dio, la dimensione dellazionedi grazie non solo rispostapuntuale a eventi in cui si di-scerne la presenza e lazionedi Dio nella propria vita n ri-guarda solo la forma esterioredi alcune preghiere, ma devecoinvolgere tutta la persona.

    Alla gratuit dellagire di Dioverso luomo risponde il rico-noscimento del dono e la rico-

    noscenza, la gratitudine di chiriconosce che tutto grazia,che lamore del Signore prece-de, accompagna e segue la suavita.Le parole di Ges sulla fede diquestuomo significano inoltreche la salvezza veramentetale se la si celebra: il dono diDio accolto quando per essosi sa ringraziare, ovvero rico-noscerne e confessarne lorigi-

    ne. Per questo il cuore dellafede cristiana leucaristia,

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    che significa pro-prio rendimentodi grazie; il postocentrale delleuca-

    ristia ci ricordache il culto cri-stiano consiste es-

    senzialmente in una vitacapace di rispondere con gra-titudine al dono inestimabiledi Dio, il dono del Figlio GesCristo che il Padre, nel suoimmenso amore, ha fattoallumanit.E cos alla sequela di GesCristo, luomo che ha saputofare dellintera sua vita unarisposta allamore prevenientedel Padre fino a offrirla pun-tualmente nel segno del panee del vino, i cristiani rendono

    grazie a Dio facendo della loroesistenza uneucaristia viven-te. Di fronte al dono di Dio sipu solo rispondere cercandodi divenire donne e uominieucaristici (cf. Col 3,15; 1Ts5,18), capaci di vivere nelrendimento di grazie (1Tm4,4); i cristiani dovrebbero es-sere coloro che rendono conti-nuamente grazie per ognicosa a Dio Padre, nel nomedel Signore Ges Cristo (cf.Ef 5,20).Il rendimento di grazie dun-que latteggiamento radicaledi chi apre ogni giorno la tra-

    ma della propria esistenzaallazione di Dio, fino a predi-sporre tutto affinch Dio stes-

    so, colui che vuole per tutti gliuomini la vita piena (cf. Gv10,10), trasfiguri la morte inevento di nascita a vita nuo-

    va.Dalla salute alla salvezza

    Al centro dellesperienza difede cristiana c Ges Cristo,celebrato e invocato come sal-vatore. Tuttavia proprioquesta professione di fede, ir-rinunciabile per chi vuol esse-

    re cristiano, che diventa oggiproblematica e per molti pocochiara o poco comprensibilenei suoi contorni. Soprattuttoil nostro mondo occidentale vaperdendo via via il senso diuna salvezza religiosa, sosti-tuita con facilit da diverseaspettative secolarizzate. Per

    questo il discorso sulla salvez-za e lesperienza religiosa del-la salvezza diventano semprepi un discorso e unesperien-za critici.Nel contesto secolarizzatoconfluiscono nel concetto laicodi salvezza immagini di una

    vita felice e ben riuscita (esse-re sani, essere liberati da pe-ricoli o fattori di minaccia,esperienze di benessere rag-giunto e di piena felicit). Nellinguaggio quotidiano salvo per lo pi chi esce indenne daqualcosa che lo minacciavanella sua persona o nei suoi

    beni. Aspettative del genere non

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    vanno sottovalu-tate n cancellateneppure dallasperanza cristia-

    na di trovare sal-vezza in Dio.Infatti la doman-

    da di salvezza nasce sempreallinterno di esperienze dicontrasto, ad esempio nel ti-more o nel vissuto di fallimen-ti, di perdita di ci che siritiene importante o essenzia-le per s e per altri, timori evissuti che contrastano ap-punto con la possibilit alter-nativa di una riuscita, di unesito felice. Lesperienza dellamancanza e della sofferenza,a cui la vita umana non pusfuggire, fa nascere la speran-

    za di un superamento, dellapossibilit di un oltre. E que-sta speranza non orientatasolo al futuro, ma agisce an-che sul presente, in quanto al-meno si fa discorso e azionecritica nei confronti di ci cheviene colto come nocivo o ri-schioso per la realt umana.

    Nella cultura delle societ oc-cidentali, privilegiate sottolaspetto del benessere econo-mico conseguito, lattesa diuna salvezza da Dio in largaparte venuta meno; possiamodire che anche in molti chefrequentano la Chiesa

    unattesa rimossa dalloriz-zonte di esperienza. In ampiamisura stata sostituita da

    una fiducia (a volte dallaspet-to quasi-religioso) nella medi-cina: si trasformata infiducia nella guarigione, so-

    prattutto quando si fa espe-rienza della malattia.E anche questo collegamentonon va trascurato, poich laconnessione tra guarigione esalvezza presente fin dalleorigini del cristianesimo.Ges stesso lega di frequente

    la guarigione fisica con la li-berazione dal male interiore,dal peccato, dunque con lasalvezza integrale della perso-na. Lega fiducia nel guaritorecon la fede nel salvatore. Cos,anche nel nostro contesto se-colarizzato possiamo speraredi ricomprendere la forza del-la dimensione religiosa dellasalvezza proprio l dove lamodernit manifesta punticritici e zone dombra. Qui lanecessit di un riferimento edi un sostegno religioso pu

    diventare ancora importante equi pu ancora radicarsilannuncio di una salvezza su-

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    periore, che ci tra-scende e che civiene offerta daDio, tramite Ges

    Cristo, come donogratuito. Qui inol-tre pu ancora

    trovare spazio la speranzanon solo di una salvezza indi-viduale, ma di una salvezzaofferta a tutti, universale,tale da creare solidariet e co-munit tra gli uomini anchenel presente. Allora lannun-cio cristiano della salvezza anoi donata nel Cristo morto erisorto per noi potr di nuovotrovare casa nelle nostre co-munit ecclesiali.Una delle esperienze univer-sali in cui comunque la que-

    stione della salvezza conservala sua forza interpellante lasofferenza e la morte. Davantiad esse non danno risposteadeguate e definitive n laprevenzione medica n lindu-stria del benessere: davantiad esse sono chiuse tutte levie di fuga. E luomo costret-to a interrogarsi allora sulsenso della sua vita. Qui Cri-sto e il suo vangelo possonoparlare anche alluomo secola-rizzato. La Bibbia (compresoil Nuovo Testamento) nonpropone immagini unilateralidi salvezza, ad esempio una

    salvezza rimandata solonellaldil. Per la fede, la sal-vezza gi presente, qui e

    ora, riguarda sempre tuttolessere umano, anche la suarealt materiale, la sua atti-vit. Lattesa della salvezza

    da Dio non fa perdere il con-tatto con la vita presente. An-che quando si parla di vitaeterna il vangelo intendesempre una vita vissuta inDio gi ora e che si manifeste-r in pienezza nellincontrodefinitivo con lui. Questa spe-ranza nel non-ancora haleffetto di inquietarci, di crea-re una tensione positiva, e direnderci pi responsabili an-che dentro la nostra storiapresente.In questo quadro trova collo-cazione la riflessione sui sa-cramenti di guarigione che

    orienta la proposta e lazionenelle comunit cristiane.La grazia di sollievo deiSacramenti di guarigione

    La malattia sempre unespe-rienza di limite e spesso an-che di marginalit. esperienza di solitudine e alle

    volte di esclusione, perch nonsi pi in grado di fare ciche si faceva prima e si mes-si da parte. Perfino vieneesorcizzata, pur di tenerla adebita distanza. Eppure Ges,anche se talvolta luomo soffe-rente si ferma lontano da Lui,entra dentro queste esperien-

    ze, vi passa attraverso, le rag-giunge e le visita con la grazia

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    della sua presen-za nei sacramentidi guarigione.Nellincontro con

    Dio mediante i sa-cramenti vissuticon fede e amore

    la malattia trasformata e lasofferenza diventa offerta eoccasione di maggiore comu-nione con Dio. La fede nellaparola di Ges e nellefficacia

    dei sacramenti apportatricedi guarigione interiore. La ri-conciliazione, mediante il sa-cramento della penitenza,ristabilisce i rapporti di pace ecomunione con Dio e con gliuomini tra di loro. Il sacra-mento dellunzione degli infer-mi ridona la salute

    dellanima, la forza per anda-re avanti, la grazia del sollie-vo pasquale nella lotta controci che divide da se stessi edalla comunione con gli altri,fa partecipare alla vittoria pa-squale di Cristo sul male esulla morte: Se lEucaristiamostra come le sofferenze e lamorte di Cristo siano statetrasformate in amore, lUnzio-ne degli infermi, da parte sua,associa il sofferente alloffertache Cristo ha fatto di s per lasalvezza di tutti, cos cheanchegli possa, nel misterodella comunione dei santi,

    partecipare alla redenzionedel mondo (Benedetto XVI,Sacramentum caritatis, n.

    22).Ges vuole risollevare luma-nit dalla sua condizione diprostrazione e sofferenza, di

    lontananza e tristezza. Nellavisita che fa nei sacramenti diguarigione dispone colui chesoffre a riceverlo, a invocarloper nome e stabilire con Luiun rapporto di confidenza, apregare, a chiedere la sua gra-zia.

    La persona sofferente, nei sa-cramenti di guarigione, si tro-va di fatto al centrodellattenzione pastorale, conun ruolo attivo. Il dato positi-vo dellattenzione non pu li-mitarsi ad avvertire listanzadi un destinatario debole, bi-sognoso di cure e meritevole

    di conforto. Una tale lettura,purtroppo ancora frequente,annulla una parte significati-va dellidentit battesimalecui certamente partecipa an-che la persona sofferente, dalmomento che la malattia nonincide sulla pienezza del dono

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    e del compito cheattiene al battez-zato. Resta quindipresente nella

    persona sofferenteil compito di testi-monianza e mis-

    sione, che qualifica l'operatodi ogni persona in seno allaChiesa. La situazione di soffe-renza interpella la presenza el'azione dell'intera comunitcristiana e la risposta diquest'ultima non pu prescin-dere dal protagonismo positi-vo del sofferente stesso. Eglinon solo "luogo" dove la sof-ferenza presente, ma primoevangelizzatore di quella real-t che lo ha raggiunto. "Terra"della propria missione, il sof-

    ferente particolarmentequalificato nel recare agli al-tri l'annuncio della vita nuovadel Risorto che vince il male ela morte. Tale compito non sirealizza semplicemente nelpazientare e nel trascorrere iltempo in orazione, ma si rea-lizza attraverso quelle vie rea-

    listicamente possibili checaratterizzano qualsiasi servi-zio ecclesiale.Conclusione

    Concludo con una storia lega-ta allesperienza dei monacicopti. Un monaco del IV seco-lo, Abba Bishoi, poich fruiva

    di frequenti visioni di Cristo,fu esortato da altri monaci ad

    aiutarli ad incontrare Cristo.Avendo egli ricevuto un mes-saggio dal Signore, disse aimonaci di recarsi in un certo

    posto nel deserto dove avreb-bero trovato Cristo ad atten-derli. Lungo il cammino essividero al lato della strada unuomo anziano, malato e sfini-to che chiedeva loro di portar-lo, perch non ce la faceva pia camminare; ma essi deside-rosi di incontrare Cristo igno-rarono le supplichedellanziano. In coda al lorogruppo giunse Abba Bishoi,che quando vide lanziano ma-lato se lo caric sulle spalleportandolo lungo la strada.Giunto l dove i monaci atten-devano Cristo sent il peso

    delluomo farsi pi leggero,pot alzare la schiena e con-statare che lanziano erascomparso. Allora rivel: Cri-sto era seduto lungo la strada,e aspettava qualcuno che loaiutasse. Nella loro fretta divedere Cristo, gli altri monacisi erano dimenticati di essere

    cristiani. Lui portando il pesodellanziano malato avevaportato Cristo stesso.

    Relazione tenuta il 28 gennaioda don Armando Aufiero SOdC

    allincontro diocesano per iMinistri Straordinari della

    santa Comunione inpreparazione alla celebrazione

    della XX GiornataMondiale del Malato

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    Giornata Mondiale del Malato 2012

    Alzati e va': la tua

    fede ti ha salvato! Anche questanno abbiamo

    celebrato nella nostra Parroc-chia di S. Marco la XX Giorna-ta Mondiale del Malato.

    Il Parroco Don Biagio hapreferito far coincidere la cele-

    brazione con la Messa comuni-taria domenicale delle ore11,00 del 12 febbraio per por-tare a tutti i presenti, e nonsolo ai componenti dei varigruppi di volontariato, il mes-saggio che il Santo Padre Be-nedetto XVI ha indirizzatoalla Chiesa intera.

    Alzati e v; la tua fede tiha salvato sono le parole cheGes nel Vangelo di Luca ri-volge al lebbroso e aiutano aprendere coscienza dellimpor-tanza della fede per coloroche, gravati dalla sofferenza edalla malattia, si avvicinano

    al Signore.Infatti nellincontro con Lui

    possiamo sperimentare real-mente che chi crede non maisolo! Dio, nel suo figlio non ciabbandona alle nostre angoscee sofferenze, ma ci vicino, ciaiuta a portarle e desidera

    guarire nel profondo il nostrocuore.

    Don Biagio, facendo sue leparole del Santo Padre, ha ri-flettuto nellomelia sul corag-

    gio che tante volte presentenelle persone colpite dal maledel secolo, che affrontano lamalattia con la sola forza del-la fede e della speranza nel Si-gnore.

    Ha raccontato dellesperien-za che questanno sta facendo

    in maniera pi assidua, aven-do pi tempo da dedicare agliammalati visto che ha rinun-ciato agli impegni scolastici,rispondendo ad un invito del

    Vescovo rivolto a tutti i sacer-doti. Lincontro mensile con gliammalati lo sta arricchendopersonalmente perch gli stafacendo capire che i Sacra-menti con la loro forza risana-trice sono sempre di pi segniefficaci della presenza di Gesin mezzo a noi.

    Il Gruppo di Avanguardiapresente in parrocchia ha ani-mato la processione offertoria-le mentre una voce,accompagnata da un sottofon-

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    do musicale, spiegava i segni.SPIEGAZIONE DEI SEGNI

    - Vengono portati allaltarei segni che devono accompa-gnare quotidianamente la no-stra esistenza per vivere inpienezza; insieme portiamoanche noi stessi, la nostravita e la offriamo perch sap-piamo che il dolore offerto,trasformato in amore, diventaforza di bene per tutta la

    Chiesa.Presentare a Dio Padre

    queste offerte significa ringra-ziarlo.

    Grazie Signore, Tu che tisei fatto pane di salvezza fache il malato, chiamato a col-

    laborare con Cristo alla rina-scita della tua Chiesa, possainsieme alla comunit qui riu-nita, offrire sempre a te ilpane della gioia.

    Grazie Signore, ti offria-mo il calice della tua passione,in esso ti presentiamo le an-sie, le angosce, le gioiedellumanit, fa che esso siasempre fonte di salvezza pertutti.

    Si portano allaltare dellepiantine di primule: Signore,Ti offriamo tutta la nostra

    vita che rinverdisce e divieneper tutti strumento di Resur-

    rezione, primavera di vitanuova.

    MANDATO FINALE

    Prima della benedizione fi-nale don Biagio ha dato man-dato allassemblea.

    Il coraggio di affrontare ilmale con la sola forza dellafede e della speranza nel Si-gnore, non un miracolo chela grazia di Dio suscita conti-nuamente in tante personeche spendono tempo ed ener-gie per aiutare chi soffre? Pertutto questo noi viviamo unagioia che non dimentica la sof-ferenza, anzi, la comprende.In questo modo i malati e tuttii sofferenti sono nella Chiesanon solo destinatari di atten-

    zione e di cura, ma prima an-cora e soprattutto protagonistidel pellegrinaggio della fede edella speranza, testimoni deiprodigi dellamore, della gioiapasquale che fiorisce dallaCroce e dalla Risurrezione diCristo.

    A tutti i presenti stata di-stribuita simbolicamente unafoglia verde sulla quale cerascritto: Ora alzati e va': iltuo dolore diventi amore

    per gli altri

    Maria Mondelli

    (GdA S. Marco)

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    Le Famiglie del CVS a

    Valleluogo... nonostante la neve!

    Nulla pu fermare le fami-glie del CVS quando si sento-no chiamate a vivere giornatedi spiritualit presso la casaMons. Luigi Novarese in

    Valleluogo, neanche la neve.E che neve! Il paesaggio che si presentato ai nostri occhi

    era veramente suggestivo. Cisembrava di essere arrivati inuna delle pi rinomate locali-t sciistiche!

    Ad accoglierci per noncerano operatori turistici madon Tonino, con il suo caldosorriso e la sua mitica dolcez-

    za, e le sempre efficienti sorel-le. Tutto era pronto perpermetterci di vivere un

    TEMPO di GRAZIA, breve,ma intenso. Un KAIROS,tempo vissuto nellascolto dici che il Signore, attraversole parole sagge, dirette, incisi-ve del bravissimo don MimmoChiarantoni, ci ha voluto dire.

    Don Mimmo ci ha invitati

    ad andare oltre le apparenze,a guardare chi ci sta accanto,in particolare il nostro coniu-ge, con occhi nuovi per stu-pirci con genuina meravigliadella bellezza interioredellaltro vicino a noi per tantianni e divenuto, nel tempo,

    sconosciuto al nostro cuore.Lo STUPORE latteggia-mento spirituale che consente

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    di trasformare il KRONOS(tempo che scorre, tempo per-so) in KAIROS (tempo vissu-to) e ci rende capaci non solo

    di guardare ma di capire, nonsolo di udire con le orecchiema col cuore.

    Il nostro predicatore ci haincoraggiati a cogliere latti-mo. Il CARPE DIEM degliscrittori classici divenutocos un invito ad essere pron-

    ti perch il Signore viene, adaccogliere con entusiasmo ilSUO passaggio.

    Da ci limportanza di VI- VERE IL PRESENTE, pernon lasciarci condizionare nel-la vita di coppia dallo spettrodel passato o dalla preoccu-

    pazione del futuro. Loscilla-zione tra il passato e il futuronon ci fa vivere bene lOGGIcio lunico tempo a nostradisposizione, lunico dono diDio che pu farci bene. Solose vivo bene la cosa che sto fa-cendo in questo momento, miaccorgo che questo Kairos(tempo di grazia) sta compien-do il prodigio di guarire le fe-rite della mia anima perch sempre lamore che salva, lamore che ci metti, non lecose che fai, perch lAmore Dio.

    Per ogni cosa c il suo momento,

    il suo tempo per ogni faccendasotto il cielo.

    C un tempo per piantare e untempo per sradicare le pianteun tempo per demolire e un tempoper costruire

    un tempo per abbracciare e unoper astenersi dagli abbracciun tempo per cercare e uno perperdere,un tempo per stracciare e uno percucireun tempo per amare e un tempoper odiareun tempo per la guerra e uno perla pace.. (Qo cap 3)

    Il TEMPO della CRISI nonha soltanto un'accezione nega-tiva. Anche questo pu essereun Tempo di Grazia in quantoper i due coniugi pu diventa-re un momento costruttivo peril loro rapporto. Il conflitto di-

    viene la chiamata a re-incon-trarsi o a incontrarsi meglioed a passare ad una miglioree pi sentita relazione.

    Anche il TEMPO dellaMALATTIA pu essereunoccasione per riconsiderarese stessi e il rapporto con il

    coniuge. Molte testimonianzeci narrano la possibilit di vi-vere questo tempo nel bene,nella capacit di sperimentarelessenziale, di interrogarsisul senso ultimo degli avveni-menti.

    Il TEMPO della SCONFIT-

    TA, del fallimento, pu tra-sformarsi in momento dicrescita soprattutto quando

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    non si sta immobili ad aspet-tare il miracolo ma si riesce afare un cammino pieno di pas-saggi da superare.

    Persino quello che conside-riamo il TEMPO della DI-SGRAZIA pu essere lettocome occasione per maturare.Gli uomini guardano limme-diato, colgono solo la fatica eil dolore di adesso, invece laprovvidenza di Dio che vede

    tutto larco del tempo, prevedeanche il grande frutto chequella sofferenza produrr.

    Per noi questo weekend dispiritualit stato un tempoin cui, insieme al nostro co-niuge, con laiuto del Signore,di don Mimmo, delle coppie

    presenti, abbiamo sradicatodal nostro cuore tutte quelleerbacce che impediscono di far

    posto a semi di bont, di gene-rosit, di pazienza, di rispet-to

    stato un tempo in cui ab-biamo capito, come coppia,che basta poco per distrugge-re, stracciare un rapportomentre molto difficile cucir-lo, costruirlo con pazienzaogni giorno, anche dopo venti,trenta, cinquantanni di Ma-trimonio.

    I grandi santi arrivano adire che, se le cose si vivono inDio, tutto grazia. Noi cop-pie del CVS del Sud Italia ab-biamo vissuto in Dio questoweekend e possiamo dire diaver ricevuto grazia in abbon-danza!

    Le coppie del CVS diBari-Bitonto

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    La posta del BambCarissimo Bamb,non hai idea del piacere che ho avuto nel vedervi presenti

    alla mia ordinazione presbiterale. Grazie di cuore per lavostra presenza. Ti ringrazio inoltre per i bellissimi quadretti: stato un dono inaspettato e sorpreso.

    Vi porto sempre nel mio cuore, e prego per voi, perchquella fatta con voi stata l'esperienza pastorale pi bella e

    forte. Faccio tesoro di ci che ho sperimentato a Bari nel C.V.S.ogni volta che porto la Comunione agli ammalati.

    Vi chiedo di continuare a pregare per me e per il mio

    ministero: che con coraggio sappia essere un servo della gioiadi CRISTO VERA SPERANZA. Vi auguro un sereno Natale evi abbraccio con affetto. Vostro

    Giuseppe Gaeta

    Grazie a te, carissimo don Giuseppe, per la tua presenzapreziosa in mezzo a noi! Continueremo a pregare per te.

    Bari, 1/2/2012Ho vissuto l'apostolato del CVS nella mia sofferenza.

    Mi sono trovata quest'anno 2012 a vivere un momento disofferenza in ospedale, a contatto con tanti altri ammalati con

    problematiche pi o meno gravi e molto diverse dalla mia. Purnon sentendomi bene nei 17 giorni vissuti in ospedale, ho creatocondivisione con i fratelli nella preghiera del Rosario, ascoltatola Messa, comunicandomi.Ho fatto amicizia con le due signore conosciute nella miastanza, una di nazionalit diversa, arrivata a Bari dalle IsoleMauritius. E' stato bello aiutare anche lei nei momenti difficili,

    scambiandoci anche cose materiali. Con altre persone noncredenti ho comunque condiviso ogni cosa.Mi sono avvicinata molto al Signore che era nel mio cuore adirmi che dovevo farcela di sicuro.Ora mi trovo a casa in convalescenza in attesa di ristabilirmidel tutto per continuare a seguire insieme a tutti noicivuessini. Vi mando un saluto caloroso

    Giuseppina Attolico (GdA CVS S. Rocco)

    Carissima Giuseppina, grazie per la tua testimonianza! Con-tinua a restare unita al Signore e a trasformare ogni sofferenzain moneta di conquista per il Suo Regno!Il Bamb - Marzo 2012 43

  • 8/2/2019 Il Bamb n. 25, marzo 2012

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    SommarioCVS-TG....................................................................................3Ala di riserva notizie.............................................................6

    Una guida che continua...........................................................8Il Regno di Dio, dono e compito per il credente......................9Le mie GMG...........................................................................15CVS... un nuovo seme piantato!............................................17Un Natale speciale.................................................................19Guardando a Mons. Novarese...............................................20Come vivere da Capogruppo l'Anno Novaresiano................21

    Come vivere da Fratello o Sorella degli Ammalati l'AnnoNovaresiano...........................................................................25Dalla salute alla salvezza......................................................30Alzati e va': la tua fede ti ha salvato!....................................38Le Famiglie del CVS a Valleluogo... nonostante la neve!....40La posta del Bamb...............................................................43Il Bamb la continuazione di Cristo Vera Speranza, il glorio-

    so giornalino che ha raccontato il cammino del CVS di Bari-Biton-to per molti anni.La nuova testata si rif ad una antichissima parabola cinese

    che esprime (inconsapevolmente) in termini poetici il carisma del-la nostra associazione: cos infatti il bamb esclama con terminimolto... cristiani: Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quelloche vuoi (cfr. Lc 1,38 e Mc 14,36).

    Hanno collaborato a questo numero: Don Armando Aufiero,Rosaria Aufiero, Annalisa Caputo, Laura e Matteo Landi,Maria Mondelli, Antonio Monteleone, Angela Petitti,Sofia Rita Santonocito, Rosa Scorca, Rosa Sinisi, Anna Sodano,

    Antonella Tamborrino

    Redazione: Don Vittorio Borracci, Angela e Damiana Moschetta(Andria), Floriano Scioscia, Maria Ida Todisco (Bisceglie)

    Indirizzo postale: Il Bamb, c/o Scioscia, Via Maranelli 2,70125 BariIndirizzo e mail: cvsbari@gmail com