Il Bambù n. 13, marzo 2009

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Il Bambù Il Bambù Il Bambù Il Bambù Il Bambù Il Bambù Il Bambù Il Bambù Il Bambù Cristo Vera Speranza In cammino verso la Pasqua a metà dell'anno paolino Centro Volontari della Sofferenza Bari-Bitonto - Anno IV, marzo 2009 13

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Il BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl BambùIl BambùCristo Vera Speranza

In cammino verso la Pasqua

a metà dell'anno paolino

Centro Volontari della Sofferenza Bari-Bitonto - Anno IV, marzo 200913

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C'era un giardino molto

bello. Il suo Signore ne era

orgoglioso. Il più bello degli al-beri, e anche il più caro al Signore, era un prezioso bambù. E lo stesso sa-

peva di essere l'albero prediletto del Signore. Il Signore un giorno con faccia

seria si avvicinò al bambù e disse: “Caro bambù, io ho bisogno di te”.

Per il bambù sembrava venuto il giorno più bello della sua vita e con

gioia rispose: “Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quello che vuoi!”.

“Caro bambù – il Signore rispose – ti devo tagliare,”

“Tagliare? No! Signore. Vedi che sono il più bello dei tuoi alberi – e tu mi

vuoi tagliare?”.

“Caro bambù, se non ti posso tagliare non ho bisogno di te”.Dopo un lungo silenzio l'albero disse: “Se non ti posso servire senza essere

tagliato, allora, tagliami”.

Ma il Signore gli rispose con la stessa faccia seria: “Devo tagliare anche i tuoi

rami e le tue foglie”.

“No, Signore! Sai bene che la mia unica bellezza sono i rami e le foglie.

Tagliami, ma non togliermi i rami e le foglie”.

“Caro bambù, se non ti posso tagliare i rami e le foglie, non ho bisogno di te”.

“Signore, – disse il bambù a bassa voce – prendi i miei rami e le mie foglie”.

“Caro bambù io ti devo ancora dividere in due parti e devo strappare il tuo cuore!".

Dopo un lungo silenzio il bambù si inclinò davanti al Signore e disse: “Tagliami edividimi”.

Così il Signore del giardino tagliò il bambù, tirò via i rami, strappò le sue foglie,

lo divise in due parti e gli strappò il cuore.

Poi lo prese e lo portò dove acqua fresca da una sorgente sgorgava verso

campi aridi. Là il Signore posò il suo bambù e collegò un capo del tronco

tagliato con la sorgente e incanalò l'altro capo verso il campo.

La sorgente cantò un benvenuto e le chiare scintillanti acque si

riversarono attraverso il corpo straziato del bambù verso il canale che

correva sui campi inariditi che ne avevano tanto bisogno.

Così quello che era un magnifico bambù diventò una grandebenedizione in tutta la sua fragilità e umiltà.

Quando era ancora grande e bello egli cresceva solo per se stesso e

gioiva per la propria bellezza, invece per mezzo della sua

distruzione diventò un canale

che il Signore poteva usare

per rendere il suo regno più

fruttuoso.

(Da un racconto popolare cinese)

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Camminiamo insieme verso la Pasqua

Uno dei punti-chiave diquest'anno per il Centro Vo-lontari della Sofferenza è ac-crescere il nostro senso

d'appartenenza e cammi-

nare insieme nella famigliaassociativa. È stato afferma-to con chiarezza nel pro-gramma del CVS nazionale

all'inizio dell'anno associati-vo e viene ripetuto in ognioccasione, con generosa insi-stenza apostolica, dalla no-stra Responsabile diocesanaRosa Sinisi.

L'appartenenza ed il cam-

minare insieme, però, sonodi per sé caratteristiche allabase di qualunque associa-zione. Valgono tanto per ilCVS quanto – ad esempio – per il Club delle Freccette.

 Allora qual è il nostro speci-

fico? Che cosa rende diversala realtà del CVS da quelladel Club delle Freccette? Ri-flettere su queste domandepuò aiutare ognuno di noi arispondere ad un altro inter-rogativo, più personale: per-ché faccio parte del CVS? Hofatto una scelta dettata da

motivazioni profonde, o ba-nalmente mi ci sono "trovatodentro"?

Per trovare la risposta, oc-corre capire bene il motivoper cui ci viene posta in ma-niera pressante la questionedell'appartenenza e del cam-minare insieme. Si tratta,

essenzialmente, di riscoprirea chi apparteniamo e su

quale strada vogliamo cam-minare insieme.

  A chi appartiene il

CVS? La risposta viene di-rettamente dal Fondatore, il

Servo di Dio Mons. Luigi No-varese: il CVS appartiene

alla Madonna. È nato perrispondere alle richieste dipreghiera e penitenza fattedalla Beata Vergine Maria aLourdes e a Fatima. Così il

CVS aiuta la Chiesa a farfiorire il Regno di Dio, a con-vertire i peccatori, a consola-re gli afflitti. Ricordiamociinfatti – parafrasando S.Paolo – che se noi apparte-niamo a Maria, lei appartie-

ne a Cristo e Cristo a Dio.

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Su quale strada cammi-

na il CVS? Sulla strada per-

corsa da Gesù Cristo verso ilGolgota, con la croce sullespalle (e il Cireneo che aiu-tava a portarla). È quella

strada che, passando per

il sacrificio ed il sepolcro,

porta alla Risurrezione.

Questo vuol dire la formulaun po' difficile che spesso siusa per definire il carismadel CVS: "Offerta e valoriz-zazione della sofferenza".

Gesù è venuto nel mondoperché Dio stesso ha volutocamminare insieme a noi,condividere il nostro dolore,le nostre speranze e le nostre

delusioni. Come sulla viaper Emmaus, Egli si fa no-stro compagno di strada

per illuminarci con la Pa-rola sul senso del nostrovivere e soffrire, indican-doci come via la carità fra-terna e come meta lagloria pasquale.

  Adesso è evidente checos'ha di speciale il CVSrispetto al Club delle Frec-cette (che ormai, dopo que-st'articolo, mi avrà presoin antipatia e non mi faràiscrivere...). Se facciamo

nostra questa consapevolez-za, il senso di appartenenza

ed il desiderio di camminareinsieme non verranno meno,neanche di fronte alle diffi-coltà della vita, alla fragilitàdel corpo e della volontà, allapigrizia ed allo sconforto.

 Anzi, il CVS sarà la nostra

àncora, l'arma per affronta-re e superare in noi stessitutti questi elementi negati-vi e per essere portatori disperanza al prossimo.

Floriano Scioscia

(GdA Buon Pastore)

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CVS-TG

➔ Civuessini in cielo

 Poliseno Giuseppe

Cutrone Francesco

Losito Giuseppe

 Maggio Armando

Il Signore li ha chiamatiper far loro gustare il SuoProfumo, il Suo Volto sulmonte Tabor.

➔ 28 febbraio Giulia Carofiglio è Dot-tore in Psicologia! Complimenti per lavelocità e per gli ottimi voti conseguiti!

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➔ 18 marzo Si è avviato il Gruppo d'A-vanguardia Preziosissimo Sangue inS. Rocco, tanto desiderato dal parroco

don Benedetto Labate.

➔ 22 marzo I “nostri” seminaristiGiuseppe Calò e Giuseppe Gaetahanno ricevuto il ministero del

Lettorato al Seminario Regionaledi Molfetta. Da tutto il CVS diBari-Bitonto un augurio fraterno di annunciaresempre con gioia la Parola di Dio.

➔ 22 marzo Il CVS di Taranto festeg-gia oggi il suo 50° compleanno, pri-mo Centro diocesano a nascere inPuglia. Noi di Bari-Bitonto ricordia-mo riconoscenti il nostro rapportodi figliolanza con loro: ci uniamospiritualmente nella preghiera di

lode e ringraziamento al Signore e auguriamoal CVS di Taranto di continuare a seminaresperanza con un apostolato sempre giovane evitale.

Rosa Sinisi

(Responsabile Diocesana)

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“Ala di riserva” notizie

➔ Lo scorso 10 gennaio abbiamo ricevu-to l'onore della visita di S.E. Mons.Francesco Cacucci al punto venditadella Cooperativa in Via Sagarriga

 Visconti. L'Arcivescovo, in visita pa-storale alla parrocchia di S. Rocco, haaccettato con piacere il nostro invito esi è trattenuto in amabile conversa-zione con i presenti. E' stata rievocatala storia della Cooperativa, e l'Arcive-scovo ha ricordato diverse occasioni in cui ha avuto mododi conoscere ed apprezzare il lavoro e l'impegno sociale

dell'Ala di Riserva. Egli si è complimentato proprio per laperseveranza che ha aiutato a superare le difficoltà e arendere la Cooperativa una realtà forte e consolidata. Haperciò augurato, infine, di proseguire nell'opera della col-laborazione lavorativa tra sani e disabili e di unire sem-pre più le forze con le altre realtà sociali e di volontariatoche operano nella nostra Diocesi.

➔ Pasqua si avvicina e ci prepariamo a svolgere le mostre

artigianali. Ecco il calendario di quest'anno:○26-27-28 marzo: Ipercoop S. Caterina○3-4-5 aprile: Ipercoop quartiere Japigia

Rosa Scorca(Cooperativa “Ala di Riserva”)

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E' fiorita una Rosa nel

nostro giardino

Riportiamo ora il racconto dell'esperienza di Adesione al

CVS di Rosa Pasqua Moschetta, che a causa di un disguido

non è apparso nel numero precedente del Bambù.

Eccomi a voi, cari civues-sini, sono approdata anch'ionel vostro gruppo. Mi pre-

sento: sono Rosa Pasqua eappartengo alla Parrocchiadi Santa Cecilia di Bari.Sono simpatizzante da unanno presso questa associa-zione e, dopo la preparazionepreliminare di Scuola Asso-

ciativa, ho deciso di iscriver-mi mediante tesseramento.Dovete sapere che non è

una pubblicità nei vostriconfronti, ma è una realtà,un grande dono che mi hafatto Dio, anzi lo definirei un

vero talento, e cioè quello divoler aiutare il prossimo. Vidirò che questo talento iol'ho scoperto all'età dellascuola media, quando mi ca-pitarono due bambini di II eIV elementare da dover se-

guire nel doposcuola. Lo fecicon tanto entusiasmo, che

per me sembrava quasi ungioco, e dopo mi rallegrò tan-tissimo anche se il guadagno

era molto misero, in quantoerano persone molto bisogno-se; ma a me non importavaquesto.

In seguito mi capitò unamia amica di scuola superio-re di nome Cristina, che era

stata bocciata l'anno prima.Però dentro di me era moltovivo questo talento, e più an-davo avanti e più cresceva.

 Allora mi son chiesta: incosa posso mettere in praticae far fruttare questo talento

che Dio mi ha donato? La ri-sposta mi fu subito data:fare l'Infermiera Professio-nale. Qui ho scoperto vera-mente il grande progetto cheDio ha su di me: “Essere uti-le al prossimo”. Perciò ho

sentito forte la vocazione diaiutare gli altri nelle sue

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svariate sfaccettature.Dopo il racconto di questo

mio stralcio di vita vissuta,

sono pronta ad essere a vo-stra disposizione con l'aiutodi Dio e a realizzare con voicivuessini tante buone opere.

* * *Il 23 novembre 2008, festa

di Cristo Re dell'universo, si

è svolto il rito di Adesione alC.V.S. per un gruppo di 12persone, tra cui c'ero anch'io.E' stata veramente una festae io l'ho sentita come seavessi ricevuto quasi un al-tro sacramento, una vera

gioia interiore incontenibile.Pensate che non avevo quasidormito per niente la notteprecedente, per l'immensa

gioia a cui di lì a poco sareiandata incontro.

Dopo l'incontro di scuola

associativa svoltosi in matti-nata, ci preparammo psicolo-gicamente all'incontro conquesta nuova realtà. Così,alle ore 16,00 circa, salimmonella chiesa parrocchiale diSan Sabino e ci indicaronoquale sarebbe stato il posto anoi assegnato. Personalmen-te rimasi veramente stupitaquando vidi che ci posiziona-rono tutti ai primi banchi (6per ogni banco) e quando l'a-nimatore del gruppo adultisi rese conto che eravamo

tutti presenti all'appello, alpronunciamento del proprionome, rispondevamo con laparola “Eccomi”. Subito dopo

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si diede inizioalla S. Messa.

Mi colpì mol-

to la candelatondeggiantebianca, simbolodi purezza, po-sta in un gusciod'ostrica leviga-to color madre-perlato, eun'altra ostrica più piccolaaccanto, contenente una pic-cola candela posta nell'inter-no di essa.

 All'inizio della S. Messa leaccendemmo tutte, ognunola propria e per me fu quelloil momento in cui fui assali-ta da una fortissima emozio-ne, una gioia incontenibile.Poi, guardando dietro neibanchi, scorsi tanti fratelliche erano lì proprio per noi,a condividere con noi la no-

stra completa appartenenzaal C.V.S. Fui estremamenteentusiasta, un vero sognoche inseguivo ormai da unanno e che finalmente si an-dava concretizzando. In queimomenti ho avvertito come

se mi stessi sposando peruna seconda volta, con i par-

tecipanti che rappresentava-no i parenti, che ci attornia-vano e ci auguravano diessere pietre vive per i fra-telli più sfortunati di noi, edi agire secondo la legge del-l'amore e della vita, intesa

come dono di Dio. A conclusione ci consegna-

rono lo Statuto del C.V.S. daseguire e il Rosario con la co-roncina e qualcuno ci dissefelicemente: “Siate i benve-nuti nella nostra associazio-

ne”. Ricordo che ringraziaifelicemente come tutti gli al-tri e ritornai a casa colma ditanto entusiasmo e di emo-zione.

Rosa Pasqua Moschetta

(GdA S. Cecilia)

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Interviste alla scoperta del CVS

Incontro del Settore Bambini del 21 dicembre 2008.

Domenica 21 dicembre nellaparrocchia del Buon Pastore si ètenuto il primo incontro con ungruppo di bambini del post-cresi-ma. Lo scopo di questo incontro èstato quello di far conoscere ilCVS a questi ragazzini, frequen-

tanti la prima media, e di comin-ciare un percorso che siconcluderà con la loro partecipa-zione agli Esercizi Spirituali delSettore Bambini a Valleluogo.

Il tema trattato è stato quellodell’Annunciazione dell’angeloalla Vergine Maria.

Dopo un giro di presentazioni,abbiamo visto un powerpoint sulbrano del Vangelo e un altro suilimiti umani e abbiamo cercato uncollegamento fra i limiti di ognunodi noi e quelli di Maria. Infine,dopo un gioco a quiz sempre suilimiti preparato da Mirella, i

bambini sono stati invitati apartecipare ad un gioco e sonostati divisi in due squadre. La loromissione era quella di scopriremaggiori informazioni sul CVS eil collegamento tra quest’ultimo ei limiti umani. Don VittorioBorracci, Floriano Scioscia, Elena

Mascolo e Alessandro Pastoresono una parte delle personeintervistate dai bambini,

approfittando anche della loropresenza alle bancarelle dellamostra artigianale che si stavasvolgendo in parrocchia.

Ora riportiamo le intervistesviluppate dalle due squadre.

Squadra: I SimpsonCapitani: Annalisa e Lucia

Bambini: Viviana, Federica,Marina, Alberto, Francesco e An-tonio

1. Che cosa significa CVS?

Centro Volontari della Sofferenza.

2. Chi è il fondatore?Mons. Luigi Novarese, che fondò ilCVS perché lui era sofferente evoleva che i sofferenti avessero lalibertà.

3. Chi fa parte del CVS?

Fratelli sani e fratelli ammalati. Ifratelli ammalati si aiutano fra di

loro.4. Qual è lo scopo del CVS?

 Aiutare gli ammalati.

5. Quale è il collegamento trail CVS e i limiti umani?

Il fondatore del CVS diceva sem-pre che i limiti esistono per esseresuperati.

6. Qual è lo scopo delle banca-relle?

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Le bancarelle servono per far co-noscere e sostenere il CVS, i pro-dotti delle bancarelle sonoartigianali e fatti dai disabili.

7. Il CVS aiuta gli ammalatianche a livellointernazionale?

Sì.

8. Dove è la sede del CVS?

 A Bari in via Brennero.

9. Da quando esiste il CVS?

Il CVS esiste da sessantuno anninel mondo e a Bari da più di tren-ta anni.

10. Quali obiettivi ci proponeoggi il CVS?

Dare gloria a Dio in tuttele situazioni della propriavita anche quando si è am-

malati o in carrozzella.11. Perché è stato crea-to il CVS?

Il nostro fondatore voleva pregareper le richieste di Maria a Fatimae Lourdes.

12. Come sono viste le infer-mità nel CVS?

Le nostre infermità ci fanno par-tecipare alla sofferenza del Signo-re, morto in croce per salvarci,rendendo anche noi dei salvatori.

Squadra: J-AX 

Capitani: Mariateresa e Angela

Bambini: Alfredo, Sabrina, Ales-sio, Andrea, Davide, Francesco,

Sergio, Giorgio

1. Che significa CVS?

Centro Volontari della Sofferen-

za o Centro Volontari del Sorriso.perché “noi” ridiamo sempre.

2. CVS è...?

- CVS è una grande famiglia e cisono persone di tutte le età: gran-di, piccoli, nonni, ammalati e sani.

- Sono ragazzi e adulti che si dedi-cano al volontariato e ai sofferen-

ti.- Associazione bellissima che curalo spirito e il corpo.

- Associazione che si pren-de carico delle disabilità,cercando di non far sentireil muro presente tra diver-se categorie di persone.

- Tante persone che aiuta-no le persone più sfortuna-te di noi e le fanno vivere

normalmente.

- Associazione che ci aiuta a farcapire che siamo tutti uguali.

- Associazione che ci aiuta a capi-re bene quello che il Signore cidice “Siamo tutti fratelli”.

- Una mia passione.

- Un modo per sfogarmi, possostare con i miei amici e approfon-dire il mio cammino di fede. E’ sa-pere che ci sono persone che mivogliono bene.

- Malati che prestano testimo-nianza con la loro stessa malattia.

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- Centro di persone che soffrono eche, anziché fare le vittime, sono iprotagonisti.

- Chi è ammalato accetta la suamalattia e la offre al Signore comeGesù si è offerto per noi.

3. Quale è il collegamento traCVS e limiti?

Luigi Novarese, sacerdote che hafondato il CVS sessanta anni fa,disse che gli ostacoli esistono nonper abbattere, ma per essere ab-battuti. Come nella famiglia c’è lamamma, così nellagrande famiglia delCVS c'è la Madonna.

4. Cosa chiedeva ilnostro fondatoreagli ammalati?

Novarese, che era an-che lui ammalato, chie-deva agli ammalati dinon lasciarsi andare,ma dovevano essereaiutati da noi.

5. Quale è il collegamento trala Madonna e il CVS?

Maria dona tutta sé stessa e cichiede di amare tanto gli amma-lati, il CVS fa dei doni con i disa-bili.

La Madonna è colei che meglio ciinsegna ad amare Gesù.

6. Che cos’è la cooperativa?

Dal CVS dipende la cooperativa

“L’ala di riserva”.

7. Cosa diceva Mons LuigiNovarese?

I limiti sono fatti per essere supe-rati. Il nostro carisma è fatto persuperare gli ostacoli. Noi tutti ab-biamo dei limiti ma, soltanto nel-l’umiltà dei nostri limiti, capiamoil Signore.

8. Cosa vendono lebancarelle?

Lavori realizzati dal CVS.

Siamo molto contente di questaesperienza, abbiamoconosciuto bambini ve-ramente splendidi an-che se vivaci. Ciauguriamo di continua-re questo cammino con

loro affinché siano sem-pre di più le personeche conoscono la realtàdel CVS ed entrano afar parte di questa no-stra associazione.

  Volevamo anche ringraziare An-nalisa, Mirella, Angela e Lucia

che ci hanno dato la possibilità difare questa esperienza e ricorda-re, come è venuto fuori dalle inter-viste, che CVS non è solo Centro Volontari della Sofferenza, ma an-che Centro Volontari del Sorriso.

 Annalisa Landi

e Mariateresa Lisco(Settore Adolescenti)

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Il Redentore nei

nostri cuori

Lo scorso 28 dicembre, festadella Sacra Famiglia, abbiamopartecipato tutti, finalmentenella nostra sede del CVS, all'in-contro per festeggiare il SantoNatale associativo, riunendocicome famiglia. Eravamo vera-

mente in molti, tanto da riempi-re tutta la sede.

Durante la Celebrazione Eu-caristica, i ragazzi e il SettoreBambini hanno rappresentatouna scenetta dove si rispecchia-vano due alberi. Il primo mani-festava l'autodistruzione creata

dai mezzi tecnologici di oggi,noia, aggressività e tutto ciò chefa male al cuore, non creandospazio a Cristo, il vero senso pertrasformare la nostra vita.

Io che ho dei nipoti lo vedo di-stintamente ogni giorno. Forse iragazzi e gli adolescenti d'oggihanno perduto la creatività? C'èdavvero da rifletterci molto.

L'altro albero evidenziava ciòche di più bello può essere quan-

do abbiamo il Signore nel cuore:la creatività, l'accoglienza chespesse volte non c'è, la gioia, lacondivisione con gli altri, ecc. In-somma, creare tutti una vera fa-miglia. Spero che i miei nipotiun giorno sapranno scoprire lecose semplici della vita e Cristo,

per costruire un mondo diverso,più umano.

In seguito abbiamo gustato idolci tradizionali natalizi, par-lando fra di noi con tanti sorrisi,

canti natalizi,tombolate di bam-bini, adolescenti e

alcuni giovani delGruppo Attivo.

  Vi lascio conquesta bella im-magine, auguran-do a tutti un buonanno nuovo 2009.

Giusy Attolico(GdA S. Cecilia)

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Una famiglia riunita

per il Natale

Da quando faccio partedella grande famiglia delCVS, e quindi da circa tren-t’anni, non ricordo di avervissuto un Natale del CVSdella diocesi Bari-Bitontocosì emozionante.

Cerco di spiegare a parolel’atmosfera che si percepivanella sede dell’Associazioneappena ristrutturata: sem-brava veramente di ritrovar-si in una grande famigliariunita per festeggiare ilSanto Natale.

Gli elementi c’erano tutti:fratelli e sorelle, volontari e“sani” che si rivedevano dopotanto tempo e godevano del-la gioia del ritrovarsi; simpa-tizzanti che facevano per laprima volta l’esperienza del-la festa; nuovi amici che, ini-zialmente “spaesati”,apparivano quasi per magiaa proprio agio nonostante laconfusione tipica di ogni fe-

sta che si rispetti.Non mancavano, come in

ogni manifestazione natali-zia, i sorrisi, i canti , le “poe-sie” (intendo la

drammatizzazione offertadal Settore Bambini durantela liturgia) che contribuivanoa creare “atmosfera”.

“Allora – mi direte – cosac’è di strano? Non è la primavolta che bambini, adole-

scenti, giovani del CVS con-tribuiscono a preparare unabella festa di Natale per tut-ti noi dell’associazione! Nonte lo ricordi? Ci recavamopresso l’istituto Borea ed an-che allora, come ora, era bel-

lo ritrovarsi e rivivereinsieme la nascita di nostro

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Signore, scambiarci gli augu-ri per un anno felice, ecc.”

 Avete ragione, anch’io ho

sempre aspettato questa riu-nione natalizia con molto en-tusiasmo e talvolta hopartecipato attivamente perfar sì che fosse veramente unmomento di festa per tutti.Stavolta però, me lo doveteconsentire, è stato più bello.Sarà stata la presenza diamici di tutte le età, di mol-tissimi giovani, la bella e ori-ginale omelia di don Mimmo,il sapere di essere nella no-stra casa, cioè la sede appe-na riaperta; certo è, ve lo

assicuro, che secondo me

questa è stata una delle piùbelle feste di Natale a cui ilSignore mi ha consentito di

partecipare.Spero che Colui che è ve-nuto per camminare insiemea ciascuno di noi ci aiuti a ri-trovare sempre nella nostraassociazione il clima di gioiadel Natale e faccia nascerenei nostri cuori il desideriodi incontrarci numerosi nonsolo in queste occasioni main ogni momento della vitaassociativa.

 A presto amici!Laura Cozzi

(GdA S. Maria delMonte Carmelo/1)

 In questa pagina e nella precedente, fotografie del Presepe di

Tonio Carnevale (GdA S. Maria del Monte Carmelo/2)

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Educare alla salute, educare

alla vita

Come un Gruppo d'Avanguardia del CVS 

ha vissuto in parrocchia la XVII Giornata

Mondiale del Malato

In ricorrenza della XVIIGiornata Mondiale del Mala-

to, presso la nostra Parroc-chia ci siamo riuniti inpreghiera per contemplaree celebrare il mistero di Dioche nel Figlio suo Gesù, sof-ferente sulla Croce, ha confe-rito preziosità e dignità ad

ogni tipo di dolore che ac-compagna questo nostrocammino terreno.

La preghiera del SantoRosario e poi la CelebrazioneEucaristica, svoltasi in unclima di profondo raccogli-mento, sono state caratteriz-zate dalla partecipazionesilenziosa dei componentidel G.d.A. San Marco, ditutte quelle persone, queigruppi, che vivono in par-rocchia svolgendo la propriaattività a favore degli anzia-

ni, dei malati e di tutti colo-ro che vivono situazioni di

difficoltà, oltre a un nutritonumero di ragazzi, giovani e

di adulti.Don Biagio, prendendo

spunto dal messaggio diPapa Benedetto XVI, ci hainvitato anche quest’anno ariflettere sul problema dellasofferenza, pietra d’inciampo

di ogni vita e di ogni fede,dando particolare rilevanzaa quel “punto interrogativo”che su una grande Croce èstato portato in processione,dopo la lettura dei testi bibli-ci, da un componente del no-stro GdA, mentre un lettoreha spiegato come dobbiamo,da cristiani, continuamenteinterrogarci sul mistero deldolore senza però mai creareuna frattura che possa dan-neggiare il nostro rapportocon Dio e con Gesù Cristo

morto sulla croce e risortoper salvarci.

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 Alla luce di quanto la sof-ferenza è diventata nostradolce compagna di viaggio,mi ritorna sempre in mentequanto don Tonino Bello, neigiorni della sua sofferenza,diceva durante una omeliarivolta a dei sofferenti: «Se

noi dovessimo lasciare la cro-

ce su cui siamo con-fitti (non sconfitti) ilmondo si scompense-

rebbe. È come se ve-nisse a mancarel’ossigeno nell’aria, ilsangue nelle vene, ilsonno nella notte. Lasofferenza tiene spi-ritualmente in piediil mondo, nella stes-sa misura in cui lapassione di Gesù sor-regge il camminodell’universo verso iltraguardo del Regno.In questo, Gesù è ilnostro capo. Lui con-

fitto su un versantedella croce e noi con-fitti, non sconfitti,sull’altro versantedella croce, sulretro».

Lodiamo dunque il

Signore perché con la lucedella fede e con la forza delloSpirito è capace di operaremeraviglie nei fedeli che siabbandonano al suo amore.

Maria Mondelli

(GdA S. Marco)

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La Visitazione del Beato Angelico, icona

della XVII Giornata Mondiale del Malato

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Il mistero pasquale

nella vita del battezzato

Ritiro di Quaresima 2009 

Lo scorso 1° marzo, primadomenica di Quaresima, si èsvolto in sede il ritiro quare-simale per l'intera associa-

zione. A metà dell'annopaolino e del nostro cammi-no annuale di formazione sulsacramento del Battesimo, siè voluto approfondire il pro-fondo collegamento tra il mi-stero pasquale e la vita delbattezzato in Cristo. Ci sia-mo raccolti in sede e, dopo lapreghiera iniziale, abbiamoascoltato la catechesi offertada p. Franco Annichiarico,gesuita.

Con un modo di fare moltodisteso ci ha messo a nostroagio ed ha saputo comuni-carci pensieri complessi eprofondi usando un linguag-gio semplice e accessibile atutti. La riflessione è partitadal ruolo fondamentale delBattesimo per la vita cristia-

na.Il gesto dell'immersione di

Giovanni il Battista è il cul-mine di un cammino di con-versione, di cambiamento divita. L'acqua se ci sommerge

ci fa morire; non possiamorimanervi dentro a lungo.Essa perciò nel battesimo diGiovanni diventa simbolo delpeccato, in cui siamo immer-si prima della conversione:riemergere dall'acqua è usci-re dalla condizione di pecca-to.

Oggi la nostra societàsembra aver perso completa-mente il senso del peccato.Non sappiamo più con chia-rezza che cosa sia, ma per lanostra maturazione spiritua-le è importante capirne lavera natura. Spesso anchenoi cristiani, infatti, partia-mo ancora da una logica in-fantile di premio epunizione, aspettandoci diricevere una ricompensa da

Dio quando ci comportiamobene e una pena quando ci

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comportiamo male. Oppurespesso pensiamo di essere ingrado di “riparare” da soli ilnostro peccato.

Il peccato è, invece, tuttociò che rompe le nostre rela-zioni con gli altri e con Dio.Quindi già oggi esso rende lavita più “morta”, più triste.Rabbia, indifferenza, inimi-cizia, i muri tra fratelli e so-relle o tra gli sposi. Peccato èprendere ciò che appartieneagli altri.

  Abbiamo il bisogno diuscire dal peccato non per-

ché qualcuno ci dica “bravo”,ma per vivere. Il peccato cirende schiavi. Ecco perché la

gente andava da Giovanni,perché da sola non ce la face-va a liberarsi.

  Anche Gesù si mette infila tra la folla verso Giovan-ni. Non perché avesse pecca-to, ma per stare vicino a noi.E' il primo gesto del suo mi-nistero pubblico e quindi èmolto significativo: Gesù sifa solidale, non si vergognadi dirsi nostro fratello. Ve-diamo dalle cronache chespesso, quando qualcunocommette un reato, anche i

suoi parenti e vicini di casalo disconoscono e lo isolano.Gesù non si comporta così,per quanto possiamo aversbagliato non ci disconosceràmai.

Tutti siamo peccatori, an-

che se il peccato di alcuni sivede mentre quello di altrinon si vede. Questo perché ilpeccato si compie nel cuore,è lì che si gioca tutto. Soloun cuore liberato dal peccatocompie opere buone e comu-

nica gioia e vita.Da soli non riusciremmo a

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 Piero della Francesca,

Il Battesimo di Cristo

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liberarci dal peccato e a vive-re insieme amandoci nelladiversità. Solo Gesù ci può

aiutare, lui che è stato insie-me ai peccatori dall'inizio (ilbattesimo nel Giordano) allafine (la crocifissione in mez-zo ai due ladroni). Con il sa-cramento della Riconciliazio-ne possiamo liberare il no-stro cuore dalpeccato e acco-gliere la mise-ricordia di Dio.

Dopo questeriflessioni di p.Franco, perevidenziarle

ancora di più efarcene fareesperienza èstata messa inatto una sce-netta da Anna-lisa e i ragazzi

del Gruppo Attivo. Dio erarappresentato da una botti-glia d'acqua e ogni ragazzoaveva un bicchiere. A turnoognuno diceva una cosa buo-na che riceviamo da Dio, ilsuo bicchiere veniva legato

alla bottiglia con un filo e sipoteva bere un po' d'acqua, a

simboleggiare che quandosiamo legati a Dio riceviamoda Lui ogni bene. Il peccato è

rappresentato dalle forbiciche tagliano il filo che ci legaa Dio: il nostro bicchiere ètroppo lontano per ritornarea Dio da solo. Gesù è coluiche, con il sacramento dellaConfessione, riannoda il no-

stro filo conDio.

P. Franco hapoi ripreso ildiscorso percercare di ap-plicarlo concre-tamente alla

nostra vita dicristiani. Alcu-ne grandi sto-rie di santiconvertiti, in-fatti, parlanodi un periodo

di buio totale e poi, dopo l'in-contro con Gesù, pura luce.Un esempio è S. Paolo, cheha incontrato il Signore e daallora vive in Gesù, amando-lo profondamente. Primaperseguitava i cristiani ma

poi ha incontrato Cristo che,anche se era perseguitato, lo

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Fra' Serafino Melchiorre,

Conversione di S. Paolo

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amava.La vita di Paolo ci insegna

due cose. La prima è la veri-

tà di Damasco, che la religio-ne cristiana non è uninsieme di leggi o valori mo-rali ma è amare e seguire ilMaestro Gesù per impararea vivere (già da ora) in unmodo che vince la morte. E ilprimo passo è accettare ilvolto di Dio che ci ha rivelatoin Gesù, ascoltarLo, cono-scerLo e approfondire la re-lazione con Lui, senzafabbricarci un dio come pen-siamo o vogliamo noi.

Il secondo insegnamentoPaolo ce lo dà con la sua vitadi apostolo che molto ha fati-cato e sofferto per annuncia-re il Vangelo e conformarsisempre più a Cristo. Per lamaggior parte delle persone,infatti, la conversione non è

un passaggio brusco dal buioalla luce, ma il cammino ditutta una vita. E' la relazio-ne con Gesù – nella vita sa-cramentale, nella preghierae nella relazione con i nostrifratelli più umili – che piano

piano ci trasforma e rende ilnostro cuore più simile al

cuore di Gesù e così ci renderealmente umani.

La meditazione è stata se-guita da una prolungata

 Adorazione Eucaristica men-tre p. Franco era disponibileper chi voleva confessarsi.L'Adorazione è stata moltosentita da tutti, e in partico-lare dal Gruppo Attivo, in un

clima di raccoglimento pro-fondo che ha davvero messo inostri cuori in dialogo conCristo.

Dopo il sereno pranzo alsacco, abbiamo fatto unacondivisione dei frutti di

questa giornata tutti insie-me con p. Franco. La S. Mes-sa ha coronato questa bellagiornata di approfondimentodel nostro legame con il Si-gnore e abbiamo reso grazieper tutti i doni che Egli ci fa.

Floriano Scioscia(GdA Buon Pastore)

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Ciao Franco

1° febbraio 2009 

Ciao Franco. Noi, tuoiamici del CVS, vogliamo ri-cordarti così: con uno degliultimi disegni che ci hai re-galato durante le nostre ca-techesi. Interpretavi, con latua geniale semplicità, il

 Vangelo di Gesù che esce dicasa per chiamare i primi di-scepoli. Il sole con la faccia.La porta della casa e le fine-stre aperte. E così eri tu: ap-parentemente timido,chiuso. In realtà solo riser-

vato e silenzioso. Ma capacedi una grande accoglienza.Nelle tue preghiere ci stupiviin continuazione, perché pre-gavi sempre “per gli amicicattivi” che “fanno brutti ca-pricci a Franco” e devono“arrivare alla bbuona volon-

tà”. Per te nemmeno i nemicierano da rifiutare: perché liconsideravi solo ‘amici catti-vi’, bisognosi delle tue pre-ghiere.

Eri sempre il primo a met-tere il grembiule rosso, per

iniziare a lavorare, alla scuo-la artigianale. Ed eri sempre

l’ultimo a toglierlo. L’altrovenerdì ti abbiamo fatto l’ap-plauso, perché mentre tuttierano ancora in giro a fare lamerenda, tu già ti eri risedu-to al tavolo, a finire le iconeche stavi dipingendo. Equando dovevamo prendereun impegno, per diventarepiù buoni e camminare insie-

me a Gesù, tu prendevi sem-pre un impegno di lavoro. Edicevi che volevi aiutare tuasorella a vendere la frutta.Buono e instancabile.

Ma la cosa più bella, pernoi, rimarrà sempre questo

Gesù che hai disegnato. Coni capelli ritti sulla testa, labarba coi puntini, e la giaccacoi bottoni. In realtà, noi cheti conosciamo, abbiamo vistosubito che sembrava quasiun tuo auto-ritratto. I tuoicapelli radi, la tua barbetta ela tua giacca, sulla qualeportavi sempre le spille di

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Lourdes. E poi le orecchiegrandi… come le tue!!

Tu disegnavi sempre lepersone con grandi orecchie,un po’ forse dicendoci che vo-levi essere ascoltato anchetu (anche se non lo chiedevi),un po’ dicendoci che voleviascoltarci. E ci ascoltavi

sempre. Nel tuo silenzio at-tento. E non a caso ci haiconsegnato questa immaginedel Signore: un Dio con legrandi orecchie, che ascoltatutti. E con la grande bocca,aperta come la porta dellasua abitazione: pronta a dire

sempre parole di amore e diconsolazione. E con le brac-

cia aperte, per accogliere eabbracciare sempre tutti. UnGesù che non resta in casa,ma esce per strada, a porta-re la sua Parola di gioia. An-che in questo, un Gesùsimile a te.

…Per te tutto era una gio-ia. Quando abbiamo fatto lacatechesi sulle cose belle del-la nostra vita tu hai risposto:“faccio le preghiere” (per pri-ma cosa, la prima cosa delmattino!). Poi “colazione”(perché è una festa poterfare colazione ogni giorno: lecose semplici sono le più bel-le). “Esco a fare la spesa a

mia sorella”, “al negozio dimio cognato” (a sottolineareancora una volta come tufossi felice quando aiutavi glialtri, soprattutto i tuoi; latua ultima preghiera, vener-dì, è stata per la pace nellatua famiglia). E hai disegna-to, vicino, un pesce, perchéanche noi siamo pescatori,come i discepoli di Gesù, enel nostro quotidiano Gesùci chiama.

E infatti Gesù ti avevachiamato, insieme a tutti gliamici del Gruppo Attivo delCVS. E tu vivevi la tua voca-

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zione semplice, nell’obbe-dienza, nella povertà, nellacastità, forse più e meglio ditanti consacrati. E, con latua vita trasparente, tu, contutti i tuoi amici, chiamavi econtinui a chiamare e provo-care noi: noi che ci riteniamointelligenti, sapienti, vincen-ti, arrivati. E che invece nonsappiamo come voi, come te,

vivere le gioie semplici dellavita, amare il nostro lavoro,pregare per i nemici, impe-gnarci nelle nostre famiglia,iniziare le nostre giornatenella preghiera, immaginareil Signore come noi, dentro

di noi, disegnare il nostrovolto come il volto di Gesù, epensare il volto di Gesùcome il nostro.

Quando ti abbiamo chie-sto di commentare il tuo di-segno hai detto: “Gesù esce achiamare la gente”.

 Anche se il nostro cuore èpieno di dolore per la tuamorte, vogliamo pensarequesto giorno come un’altrachiamata che il Signore ti hafatto. Vogliamo immaginareche, con la stessa gioia concui lo pregavi qui, lo stai

guardando lì, nel Paradiso. Vogliamo immaginare che tiha accolto con quelle bracciaspalancate, quelle orecchie equella bocca aperta, propriocome te lo aspettavi. E chetu gli hai spalancato con gio-ia le tue braccia. E gli haidetto ‘ti voglio bbbene’, comedicevi qui.

“Beati i poveri di spirito,perché di essi è il Regno deiCieli”. Noi non preghiamoper te, perché siamo certiche eri già un’anima santaquando eri tra noi. Ti chie-diamo di pregare per noi,

perché, sul tuo esempio, pos-siamo diventare un po’ piùpoveri, un po’ più obbedienti,un po’ più trasparenti, un po’più santi anche noi.

Ciao, Franco: ti vogliamobene.

I TUOI AMICI DEL CVS 

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Chi è Peppino Losito

Uomo mite, garbato, che tan-

to si è adoperato per il bene de-gli altri. Cresciuto nell’oratoriodi Bina Morfini, sin da giovanis-simo decide di spendere la suaesistenza all'insegna di duegrandi valori: l’amore per la fa-miglia e il servizio verso gli ulti-mi.

Già prima di andare sull’alta-re per pronunciare il suo “Sì” co-niugale, sposa l’intera famigliadi sua moglie, rimasta priva dientrambi i genitori. Se ne fa ca-rico e riceve con sé una cognatache cura quale figlia.

Svolge la sua professione diinfermiere sia nell’ambito di unEnte pubblico, sia a livello pri-vato, dedicando tutto se stessocon la massima competenza edisponibilità di tempo e mezzi.

Tende ad arricchire il suo ba-gaglio di conoscenze prestando

anche aiuto nel campo sportivo,quale massaggiatore.

  Accorreva ovunque fosse ri-chiesta una sua prestazione cheriuscisse a sollevare una soffe-renza. Sempre con mani lievi edelicate che ancor più rassicura-vano al suono della sua voce lie-

ve e sottile.Tramite l’Ente presso cui la-

vorava, per caso, un giorno gli

venne richiesto di accompagna-re a Lourdes un numero di Am-malati. Dice il suo “Sì” anche aquesto richiamo e sarà un “Sì”per sempre.

Diventa socio unitalsiano.Per una intera esistenza, la suaimmagine è stampigliata su

ogni treno e in ogni Ospedale diLoreto, Lourdes, San GiovanniRotondo.

Ovunque ci sia un pellegri-naggio mariano. Solleva amma-lati, inietta flebo, trasportacarrozzine, imbocca disabili,

creando nel contempo sodalizifraterni con tutti i volontari chegli lavorano accanto.

Eterno devoto della VergineSanta, settimanalmente si recain preghiera al Santuario di Ca-purso per rendere omaggio aquella Immagine tanto a lui

cara.La sua famiglia fiorisce, i tre

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figli crescono e lui li segue conl’amore che solo un padre cri-stiano sa dare. Apre la sua casaa tutti e perché la famiglia allar-ghi il suo raggio d’azione, abbat-te pareti, allunga i tavoli,acquista sedie, perché ci sia unposto per tanti e affinché la suamensa sia aperta a tutti, parentie amici, sacerdoti, seminaristi,laici.

Riesce anche a ritagliarsi unpo’ di spazio da dedicare a unasua grande passione: il teatro,ed eccolo quale tecnico luci esuoni e anche interprete di pic-coli ruoli, al ricordo del qualesorrideva perché si riconoscevacome grande attore.

L'età avanza e con essa eccoavanzare la croce. Si affacciasottilmente; lo colpisce il diabe-te. Inizia la trafila delle terapie,dei ricoveri, dell’insulino-dipen-denza, l’atrofia di un piede, infi-ne l’amputazione di una gamba.

Silenziosa l’accettazione di

questa prova.E’ anche membro dei Volon-

tari della Sofferenza e, in quantotale, offre il suo dolore al Signo-re.

Nonostante l’umiliazione del-la protesi, del bastone, sempre

per amore di famiglia, abbando-na la sua amata casa, ne chiude

i battenti, per accorrere al Nordin aiuto di una figlia.

Ma al Nord la malattia incal-za, anche l’altra gamba vuoleabbandonarlo e cosa più grave siaffaccia la cecità.

Non pronuncia parole di mor-te, non si abbandona alla soffe-renza.

 Anche questa prova viene ac-cettata in silenzio, e ancor più

serenamente accetta la freddasolitudine del Nord.

Ma ormai l’altra gamba vavia e questa ulteriore prova loporta a desiderare il ritorno allasua terra. Perde sorelle e fratellia causa dello stesso male, ma ilritorno a Bari è la panacea che

lo fa rifiorire. Bari è il mare,Bari è l’Unitalsi, Bari è i Volon-tari della Sofferenza, Bari è fa-miglia e amici.

Bari è riaprire una casa, ap-parecchiare altre tavolate che lovedono sempre più venir meno

quale commensale.Ha da mangiar poco chi èpronto ad andare via. Dopo averrecitato il suo ultimo Rosario, vaa riposare e non si sveglia più.

E’ andato via così silenziosa-mente, non pronunciando mai laparola “Basta” ma salutando

ancora con un “Quando ci rive-diamo?”

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Bisceglie chiama Bari 

Sulle orme di Pietro

Noi, gruppo del C.V.S. diBisceglie, lo scorso Agostoabbiamo partecipato agliEsercizi Spirituali a Valle-luogo; associati da due anni,questa è stata la nostra pri-ma esperienza degli EserciziSpirituali C.V.S. Non imma-ginavamo di seguire così in-tensamente le orme diCristo.Il bellissimo tema era:"PRENDI IL LARGO". la

storia di San Pietro. un pe-scatore risorto. Personal-mente guarda caso, mi sonoritrovata in molti concetti!Perché rifiutavo il progettodi Dio affidato a me! Quindiero molto spesso triste e so-

prattutto avevo un pizzico diinvidia verso chi mi circon-dava di affetto, di stima, emi incoraggiava ad affronta-re i miei problemi con più ot-timismo.Quando ho ascoltato la cate-

chesi di Don Paolo per quat-tro giorni, ho aperto gli occhi

del mio cuore e ho compreso

che non ha senso chiudersiin sé stessi! E sono rinata in-teriormente, nel senso cheora vivo decisamente meglio:più serena con me stessa echiaramente posso aiutare imiei fratelli o chi sente la

necessità di avere accantouna persona "fragile" ma si-cura nello stesso tempo, e in-sieme prendere il largo elasciarsi pescare da Dio.

Maria Ida Todisco

(Resp. GdA S.M.M. dellaMisericordia – Bisceglie)

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"Sulla tua parola getterò le reti" 

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La posta del Bambù

Caro Bambù, mi chiamo Cecilia Pascazio e sono capogruppo del C.V.S. Voglio raccontarvi una storia di cui sono stata 

  protagonista e che mi ha fatto capire quanto il Signore sia sempre  presente nella vita di tutti noi.

 Due settimane fa mi sono recata con la mia amica Wanda in uno studio oculistico per sottopormi a visita specialistica. Una simpatizzante del 

Centro, la dolcissima signorina Jasmine, ci ha accompagnate ma è dovuta andar via, poco dopo, perché impegnata altrove. Il Bambù - Marzo 2009 29  

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 Al termine della visita così, uscite dallo studio, ci siamo ritrovate da sole  per strada e ancora sotto l’effetto del collirio che ci impediva una visione reale dei luoghi, complice anche il buio, abbiamo smarrita la strada.

Girovagando per le strade di un quartiere a noi sconosciuto, vista anche l’ora tarda che intanto si era fatta, eravamo in preda al panico.

 Ma ecco sulla nostra strada apparire due vigili urbani, la cui presenza ci ha rincuorate. A loro ci siamo rivolte per avere notizie sui mezzi pubblici che ci avrebbero portate a casa.

 Ma la divina provvidenza è andata oltre, infatti, mentre i vigili ci 

  fornivano tutte le spiegazioni, si è fermata un’auto. A bordo c’erano  Angela e Renato, due amici che, non avendo faticato molto a capire che eravamo in serie difficoltà e in evidente stato di agitazione, si sono offerti di accompagnarci a casa. La nostra avventura era terminata! 

Ringraziamo i vigili e i nostri amici, angeli che il Signore, nel suo disegno divino, ha fatto scendere sulla terra per aiutarci.

 Ma il nostro pensiero corre soprattutto a Lui, al Signore che con la sua  Divina Provvidenza non abbandona nessuno e parla ai cuori di chi sa ascoltarlo.

Cecilia Pascazio 

(Capogruppo GdA S. Maria del Monte Carmelo/1)

Nostra Signora di Lourdes e Fatima, sostegno della Chiesa, benedici e sostieni il nostro centro 

CVS, centro d'amore per tutti i sofferenti.Ringraziamo te, Madre, e nostro Signore di averci dato Mons. Luigi Novarese, suo fondatore.

Preghiera di Francesca Traversa 

(GdA Maria SS. del Rosario)

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Se non hai ancora fatto la tua dichiarazione dei redditi

 Puoi destinare il “5 per 

 mille” al CVS-Bari/Bitonto

Sappiamo come la legge finanziaria (Legge 23 dicembre 2005 n.266, articolo 1, comma 337) preveda che, per il 2006, si possa de-stinare il 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisicheanche alle Associazioni di volontariato e alle organizzazioni nonlucrative di utilità sociale

La nostra Associazione dal 2005 è anche ONLUS e quindi rien-tra a pieno titolo tra quelle che possono beneficiare del 5 per mil-le.

Basta apporre la propria firma nel primo (lettera A) dei quattroriquadri che figurano sui modelli di dichiarazioni (CUD 2008;730/1-bis redditi 2008; UNICO persone fisiche 2009):

(A). sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrati-

ve di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e dialtre fondazioni e associazioni riconosciuteE' consentito scegliere una sola associazione a cui destinare la

quota. La scelta di destinazione del 5 per mille e quella dell'8 permille, però, non sono alternative fra loro.

 All’albo del registro, il CVS diocesano risulta iscritto con que-sta dizione completa:

“ASSOCIAZIONE CENTRO VOLONTARI DELLA SOFFE-RENZA–DIOCESI DI BARI–BITONTO–ONLUS”

E il codice fiscale dell'Associazione è: 93071810720

GRAZIE!!!!  

P.S.: nel caso tu non fossi tenuto alla dichiarazione mediante mo-dello 730 o Unico, perché avente solo redditi da lavoro dipendenteo da pensione, puoi ugualmente destinare il 5 per mille al CVSBari-Bitonto compilando il modello CUD e spedendolo a chi

di dovere. Se sei furbo ti fai aiutare dal tuo animatore.

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Sommario

Camminiamo insieme verso la Pasqua..................................................3CVS-TG...................................................................................................5“Ala di riserva” notizie............................................................................7E' fiorita una Rosa nel nostro giardino..................................................8Interviste alla scoperta del CVS..........................................................11Il Redentore nei nostri cuori................................................................14Una famiglia riunita per il Natale.......................................................15Educare alla salute, educare alla vita.................................................17

Il mistero pasquale nella vita del battezzato.......................................19Ciao Franco...........................................................................................23Chi è Peppino Losito.............................................................................26Sulle orme di Pietro..............................................................................28La posta del Bambù..............................................................................29Puoi destinare il “5 per mille” al CVS-Bari/Bitonto............................31

“Il Bambù” è la continuazione di “Cristo Vera Speranza”, il glorioso gior-nalino che ha raccontato il cammino del CVS di Bari-Bitonto per molti

anni.La nuova testata si rifà ad una antichissima parabola cinese che

esprime (inconsapevolmente) in termini poetici il carisma della nostra as-sociazione: così infatti il bambù esclama con termini molto... cristiani:«Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quello che vuoi» (cfr. Lc 1,38 e Mc14,36).

Hanno collaborato a questo numero:  Antonio Carnevale, Laura Coz-zi, Annalisa Landi, Mariateresa Lisco, Maria Mondelli, Rosa Pasqua Mo-

schetta, Rosa Scorca, Rosa Sinisi, Maria Ida Todisco

Redazione: Don Vittorio Borracci, Maria Rita Pisani, Floriano Scioscia

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