il Bambù come materiale da costruzione · 2018-04-12 · n 1Introduzione al libro Mi sono...

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S e Professionisti, tecnici e imprese Gruppo Editoriale Esselibri - Simone sistemi editoriali AS26 il Bambù come materiale da costruzione Caratteristiche fisiche e meccaniche Tecnologie costruttive Architettura sostenibile ® Costruire naturalmente a cura di Maurizio Corrado Mauricio Càrdenas Laverde Estratto della pubblicazione

Transcript of il Bambù come materiale da costruzione · 2018-04-12 · n 1Introduzione al libro Mi sono...

Se Professionisti, tecnici e impreseGruppo Editoriale Esselibri - Simonesistemi editoriali

AS26

il Bambùcome materialeda costruzione

• Caratteristiche fisiche e meccaniche• Tecnologie costruttive

Architettura sostenibile

®

Costruire naturalmentea cura di Maurizio Corrado

MauricioCàrdenas

Laverde

Estratto della pubblicazione

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Copyright © 2008 Esselibri S.p.A.Via F. Russo, 33/D80123 Napoli

Tutti i diritti riservatiÈ vietata la riproduzione anche parzialee con qualsiasi mezzo senza l’autorizzazionescritta dell’editore.

Per citazioni e illustrazioni di competenza altrui, riprodotte in questo libro, l’editore èa disposizione degli aventi diritto. L’editore provvederà, altresì, alle opportune correzio-ni nel caso di errori e/o omissioni a seguito della segnalazione degli interessati.

Prima edizione: settembre 2008AS26 - Il bambù come materiale da costruzioneISBN 978-88-513-0511-6

Ristampe8 7 6 5 4 3 2 1 2008 2009 2010 2011

Questo volume è stato stampato presso:Arti Grafiche Italo Cernia - Via Capri, 67 - Casoria (NA)

www.sistemieditoriali.it

Ringraziamenti: Maurizio Corrado, come direttore della collana per avere pensato a me per fare que-sto libro,Roberto Banfi e Sara Perretta dello Studio Cardenas, per la collaborazione al conte-nuto del libro,studi RPBW, Kengo Kuma, Shigeru Ban, Shoei Yoh, Simon Velez, per la disponibili-tà e il materiale fornito, Associazione Colombiana del bambù SCB e Associazione Italiana del bambù AIB,Ximena Londono, per i consigli preziosi

Mio padre, Elisa e Sofia grandi compagni di viaggio nelle regioni del bambù dellaColombia.

Coordinamento redazionale: Alice Berto per Wonderland s.n.c. di Marini Marco & C.

Per conoscere le nostre novità editoriali consulta il sito internet: www.sistemieditoriali.it

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n Prefazione

Le costruzioni in bambù simboleggiano perfettamente la strada che sta prenden-do l’architettura sostenibile in questi anni, una strada che la porta direttamen-te nel bosco o meglio, nelle foreste, nel confronto diretto con il mondo vege-tale, con le piante, il loro modo di essere, la possibilità concreta che ci offro-no di risollevare le nostre progressive sorti non più magnifiche.Mauricio Cárdenas fa parte della preziosa categoria dei pionieri, coloro che apro-no una strada che poi in tanti percorreranno. Forte dell’esperienza sudamerica-na, formatosi nei migliori studi d’architettura europei, ha la competenza e la lu-cidità necessarie a presentare in Italia un materiale da costruzione antichissimocome il bambù e a dargli la giusta connotazione contemporanea. Come spessoaccade, manca la conoscenza, manca la cultura necessaria a capire le qualità diun materiale che, oltre ad essere d’origine naturale, possiede caratteristiche talida essere definito “acciaio naturale”. Iniziamo a colmare questa lacuna con untesto che si rivolge ai progettisti dando loro gli strumenti necessari per cono-scerne le caratteristiche, le modalità costruttive e le nuove realizzazioni.L’idea del libro è nata qualche anno fa e ci ha messo un po’ prima di trovarein Cárdenas il giusto interprete. Mauricio è una persona che ispira immediata-mente fiducia e simpatia, riesce ad appassionare in maniera pacata e semplice,qualità che si ritrovano solo in chi ha grande competenza e sincerità. Il libroha avuto una lunga gestazione, c’è voluto tempo per raccogliere il materiale,organizzarlo, coordinare e tradurre gli interventi, per formare uno strumentooperativo che possa far vedere come il bambù sia oggi una soluzione costrut-tiva efficace, sostenibile e conveniente per chi voglia realizzare il futuro.

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n 1Introduzione al libro

Mi sono appassionato al bambù, in particolare alla specie Guadua angustifolia,quando nel 1992 ho avuto l’opportunità di lavorare alla mia tesi di laurea pro-gettando su un’area in Pereira, città della Colombia situata proprio nella regio-ne del Paese dove cresce naturalmente la Guadua e dove si trovano esempi ec-cezionali di costruzioni con questo materiale che risalgono a 150 anni fa; oltreagli innovativi progetti dell’Arch. Simon Velez, considerato oggi il massimo esper-to nelle tecniche costruttive del bambù.In Italia, dove abito da 15 anni, ho avuto l’occasione di lavorare su diverse e al-trettanto interessanti tecniche costruttive, imparando tanto da quasi dimenticareper un periodo di tempo questo affascinante materiale, fino a quando non hoavuto l’occasione di collaborare per il progetto del padiglione di Vergiate di Emis-sionizero, che guarderemo più nel dettaglio a pag. 87, disegnando io stesso i par-ticolari costruttivi dei nodi e individuando i professionisti adeguati per effettuareil collaudo statico della struttura. A seguito di questa esperienza ed alla riscoper-ta di questo materiale, al quale ero fortemente legato e che ho dovuto lasciare daparte per diverso tempo, ho finalmente avuto l’occasione di progettare e realizza-re un padiglione per l’Associazione Dagad, circostanza in cui ho potuto verifica-re proprio le potenzialità di questo “regalo degli Dei”, come lo definisce Oscar Hi-dalgo, e anche le difficoltà di costruire in Italia utilizzando il bambù.Le problematicità della progettazione in bambù, nel nostro Paese sono soprat-tutto legate ad alcuni aspetti culturali, che nascono dal fatto che il questo ve-getale non nasca spontaneo e la sua crescita non sia altrettanto rigogliosa co-me lo è in Asia e America Latina; caratteristica che ha quindi rallentato forte-mente sia la possibilità di reperire professionalità in grado di effettuare il cal-colo strutturale, penalizzando quindi la compilazione di una adeguata normati-va per la certificazione delle strutture. Per questo motivo è anche difficile tro-vare imprese che siano in grado di fornire mano d’opera che conosca e possalavorare al meglio questo materiale.È necessario anche cambiare l’immagine che si ha in genere in Italia del bam-bù, materiale esotico, generalmente collegato alle architetture tipiche soltantodei tropici. Il bambù è invece un materiale come tanti altri di provenienza stra-niera che utilizziamo per la costruzione. Quello che lo rende diverso, unico especiale sono le sue eccezionali caratteristiche fisiche. Molto resistente alla tra-zione e alla torsione, il rapporto leggerezza-resistenza lo rende un eccezionaleprodotto della natura, secondo gli studi di Frei Otto è il materiale più leggeroe resistente di qualsiasi altro vegetale esistente inoltre ad essere, in particolarela specie Guadua angustifolia, estremamente efficiente nel fissare l’anidride car-bonica presente nell’atmosfera e quindi nel combattere l’effetto serra e il con-seguente riscaldamento globale del pianeta. In

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Progettare con il bambù è tema per una interessante multi disciplinarità, perquesto nei prossimi capitoli saranno trattati tutti gli aspetti utili, dall’approcciobotanico al bambù come materiale vivo, che è necessario comprendere per po-terne fruttare al meglio le caratteristiche, così come la composizione morfolo-gica e la diversità delle specie, fondamentale per ottimizzarne le peculiarità pro-prie di ognuna. Qui potrete trovare un eccezionale contributo di Ximena Lon-doño, personaggio chiave a livello internazionale nella botanica del bambù, non-ché presidentessa dell’Associazione Colombiana del Bambù, che, come vedreteha posto centrale attenzione allo studio della Guadua augustifolia, quale specieritenuta più adatta all’utilizzo in costruzione.Passiamo poi alle questioni tecnologiche, delle quali si sono occupati Giammi-chele Melis e Monica Tegattini; entrambi ingegneri, hanno raccolto nozioni sul-le caratteristiche fisiche e meccaniche che possano esplicitare le eccezionali qua-lità di questo materiale.Proprio per mostrare quanto versatile ed eclettico risulti il bambù sono statiscelti alcuni progetti sia a livello italiano che internazionale che ci forniscanoun campionario ed una chiave di lettura su come, attraverso diversi metodi co-struttivi, dettati dalle differenti esigenze sia progettuali, ma anche geografichee culturali, lo studio dei giunti sia portato a tema progettuale.In appendice potrete trovare anche un utile studio di quanto il bambù possa ri-sultare conveniente dal punto di vista economico a cura di Michele Masserini,i recapiti utili a cui rivolgersi per avere informazioni a livello locale sulla re-peribilità e fattibilità di costruzione in bambù, tramite le associazioni ricono-sciute a livello internazionale e una preziosa trascrizione della vigente norma-tiva in merito.Questa pubblicazione vuole offrire un manuale tecnico-pratico, forse il primocontributo italiano in questo campo, che costituisca ispirazione e strumento perla progettazione di strutture in bambù attraverso l’apporto puntuale di specia-listi, includendo inoltre gli insegnamenti delle piccole esperienze vissute.

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n 2 La pianta del bambùA cura di Ximena Londoño

2.1 Struttura

I bambù sono graminacee e co-stituiscono l’unico gruppo del-le Poaceae che si differenzia apartire dalla boscaglia (Judzie-wicz et al. 1999). Studi mole-colari indicano che, dal puntodi vista evolutivo, i bambù han-no un’unica origine e il suo an-tenato più prossimo è il riso(GPWG, 2001). Studi morfolo-gici avallano la stessa teoria, esi basano sulla presenza di cel-lule rachimorfe nel tessuto fotosintetico delle foglie fogliari di tutte le specie.La sottofamiglia dei bambù (Bambùsoideae) riunisce circa 1400 specie in 101-108 generi ed è sempre stata diviso in due grandi gruppi: i bambù legnosi (Bam-bùseae) con circa 1290 specie, e i bambù erbacei (Olyreae) con circa 115 specie(GPWG, 2006).I bambù legnosi hanno un antenato comune e condividono i caratteri morfologi-ci unici, quali la presenza di: a) due diversi tipi di foglie: le foglie caulinari, cheproteggono i germogli giovani e fragili, e le foglie fogliari; b) sistemi complessi diramificazione; c) fioriture gregarie. Tuttavia. Gli studi molecolari non hanno anco-ra trovato prova di un’origine unica per i bambù legnosi (Zhang & Clark 2000). Per la loro adattabilità, i bambù godono diuna vasta distribuzione geografica e di unaforte diversità morfologica. Per poterli ri-conoscere, e considerandone la natura spe-cialistica e le rare fioriture, è stata datamolta importanza alle strutture morfologi-che, come il rizoma, il culmo, la gemma,il complemento dei rami, le foglie culina-ri e il fogliame, qui di seguito descritte.

2.2 Rizoma

È un culmo tipicamente sotterraneo che costituisce la struttura di sostegnodella pianta e ha un ruolo importante nell’assorbimento e nella stabilità del-la macchia. È formato da tre parti: a) il collo, con il quale si collega al pro- L

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Fig. 2.1 Alcune delle varie specie di bambù.

Fig. 2.2 Aree di diffusione del bambù nel mondo.

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prio progenitore, che può essere corto o molto allungato; b) il rizoma veroe proprio, che si caratterizza per la posizione tipicamente sotterranea e perla presenza di gemme, brattee e radici avventizie; c) le radici avventizie, chesvolgono la funzione di assorbimento e anche di fonda alla pianta; sono fi-brose, sottili, rozzamente cilindriche, oltre a essere l’unico nucleo vegetativonon segmentale dei bambù (McClure, 1966; 1973; Judziewicz et al., 1999;Londoño & Clark, 2004).Esistono due forme basiche di rizoma: leptomorfo e pachimorfo (McClure, 1966;1973; Judziewicz et al., 1999, GPWG, 2006).1. Rizoma leptomorfo: si distingue per: a) la for-

ma cilindrica o subcilindrica, per essere rela-tivamente diritto, con un diametro general-mente inferiore a quello del culmo nel qualesi trasforma apicalmente; b) gli internodi so-no più lunghi che larghi, generalmente vuoti(raramente solidi) e relativamente simmetrici;c) i nodi possono essere, o meno, alti o gon-fi; d) le gemme laterali sono solitarie e si tra-sformano direttamente in culmi, mentre alcu-ne si trasformano in altri rizomi; e) possonoessere presenti, o meno, le radici avventizie;f) il collo del rizoma è sempre corto. Gran par-te dei bambù della regione settentrionale odelle zone temperate, come i generi Phyllosta-chys, Arundinaria e Shibatea, presenta questotipo di rizoma.

2. Rizoma pachimorfo: si distingue per: a) la for-ma subfusiforme, per essere relativamente cur-vo, con un diametro generalmente superiore aquello del culmo nel quale si trasforma apical-mente; b) gli internodi sono più larghi che lunghi, resistenti e asimmetrici;c) i nodi non sono elevati o gonfi; d) le gemme laterali sono solitarie e sitrasformano in rizomi o in strutture di supporto; e) nella parte più bassa delrizoma proliferano le radici avventizie e vi è un appianamento della partedorsoventrale del nucleo; f) il collo del rizoma può essere corto o allunga-to. Gran parte dei bambù della regione tropicale, come i generi Bambùsa,Guadua, e Dendrocalamus, presenta questo tipo di rizoma.

I rizomi dei bambù contribuiscono a conservare il terreno, a stabilizzare i pen-dii e a proteggere dall’erosione prodotta dalle acque, dai venti forti o daglismottamenti, grazie al sistema di rete che formano nei primi 50-100 cm del ter-reno. Inoltre, i rizomi possono essere impiegati per la produzione artigianale edi mobili (Londoño & Clark, 2004).Il

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Fig. 2.3 Rizoma monodiale.

Fig. 2.4 Rizoma simpodiale.

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2.3 Culmo

È il nucleo aereo segmentale che spunta dal rizoma. Questo termine si usa es-senzialmente con le graminacee (McClure, 1966). È formato da: a) collo; b)nodi; c) internodi. Il collo è la parte che unisce il rizoma al culmo, il nodorappresenta i punti di unione degli internodi, mentre l’internodo è la parte delculmo compresa tra due nodi. I nodi sono la parte più resistente del culmo epossono essere molto sporgenti, come nella Guadua paniculata e nella Gua-dua sarcocarpa, oppure quasi impercettibili. Gli internodi possono essere vuo-

ti, come nella gran parte delle specie, o resistenti co-me nella Guadua amplexifolia o nella Guadua trinii.Altre caratteristiche importanti da rilevare nell’inter-nodio sono la presenza o meno di un essudato bian-co sulla superficie (cera), la presenza di acqua nellacavità interna e il colore e struttura della superficie.Di solito, nel culmo si verifica un graduale aumen-to della lunghezza dell’internodio della base verso laparte di mezzo e quindi una riduzione verso l’apice. Il culmo della Guadua angustifolia può misurare finoa 30 m di altezza e 23 cm di diametro, è verde, eret-to, apicalmente incurvato, i rami hanno spine nei no-di della base, gli internodi sono vuoti, cilindrici, conparete di spessore fino a 2 cm.

Importanza e utilizzo del culmoIl culmo è la parte più utile della Guadua. Secondo il livello di maturità, i cul-mi hanno impieghi differenti (Londoño & Clark, 2004).

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Fig. 2.6 Tipologie di culmi di bambù.

Fig. 2.5 Un bosco di bambù

visto da vicino.

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• Germogli nuovi o polloni: in America, ilconsumo dei germogli di bambù non faparte della tradizione culturale. Nei Pae-si asiatici, in particolare in Cina, Taiwan,Giappone e Tailandia, i polloni vengonoconsumati freschi, secchi, affumicati o insottaceti e abitualmente si vendono inscatolette conservate in salamoia. In Ci-na, inoltre, si produce birra a base di ger-mogli di bambù. Cronologicamen-te, nella Guadua angustifolia ilculmo è chiamato pollone finoall’età di 7 mesi, quando è anco-ra protetto dalle foglie caulinari.

• Culmi giovani: in Colombia questiculmi sono usati in quantità mol-to modeste per la produzione di ce-sti rustici, stuoie e artigianato. Tut-tavia, per il bene della pianta, èmeglio non tagliare i culmi in que-sta fase di maturazione. Cronologicamente, nella Guaduaangustifolia, sono culmi che hanno tra 1 e 2 anni di età.

• Culmi maturi: si conoscono oltre mille tipi di impie-go, principalmente come materiale di costruzione (abi-tazioni, ponti ecc.), nel settore agricolo e zootecnico(recinti ecc.), nella produzione di mobili e artigiana-to, di carbone vegetale, fibre e prodotti industriali,come pannelli, agglomerati e pavimenti. Cronologica-mente, nella Guadua angustifolia questi culmi hannotra 5 e 8 anni di età.

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Fig. 2.7 Uso di germogli.

Fig. 2.8 La gemma del bambù.

Fig. 2.10 Internodi del bambù.

Fig. 2.11 Bambù

a sezione tonda.

Fig. 2.12 Bambù

a sezione quadrata.

Fig. 2.9 Sezione

di un culmo.

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• Culmi secchi: vengono usati come materiale da combustione nei fornellidomestici, nei torchi (lavorazione della canna da zucchero), nell’industrialaterizia. Cronologicamente, nella Guadua angustifolia sono culmi di 10-12 anni.

2.4 Gemma

È sempre protetta da una brattea. Tutte le speciedi Guadua hanno una sola gemma per nodo. Lagemma può essere attiva o inattiva, vegetativa oriproduttiva. Nel culmo della Guadua angustifolia,essa si trova sopra la linea nodale e in posizionedistica; in genere, interrompe l’inattività quando ilculmo ha completato la crescita apicale e si svi-luppano le gemme della terza parte (1/3) basale eapicale; quelle della terza parte mediana, invece,generalmente non si sviluppano. In alcuni bambù, le gemme basali restano ad-dormentate all’infinito, mentre in altre sono legemme della terza parte mediana a non svilup-parsi; talvolta si riscontra assenza totale di gem-me nel primo terzo o nei 3/4 del culmo. Tutti ibambù americani, eccetto la Chusquea, hannouna sola gemma per nodo.

Importanza e utilizzo delle gemmeLe gemme sono importanti negli studi tassonomici poiché aiutano a identifica-re specie, sezioni e generi, oltre a svolgere un ruolo molto importante nel cam-po della biotecnologia per la riproduzione “in vitro”.

2.5 Complemento dei rami

I rami della Guadua angustifolia nascono sopra la linea nodale. Il loro nume-ro e l’organizzazione variano da uno a pochi rami per nodo e nel complemen-to è sempre presente un ramo dominante. Caratteristica di questo genere sonoi rami del terzo inferiore che si modificano trasformandosi in spine, da 3 a 5per nodo. Esistono complementi con oltre 100 rami per nodo, disposti a ventaglio (Rhi-pidocladum e Merostachys), con un ramo centrale dominante (Atractantha) osenza (alcune specie di Chusquea). All’inizio, la ramificazione può essere ex-travaginale, quando esce da dentro la foglia caulinare senza romperla, comenella Guadua e nell’Arthrostylidium, e intravaginale, quando esce da sotto labase del baccello senza romperlo, come nel caso dei generi asiatici Dinochloa L

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Fig. 2.13 La gemma del bambù

che si sviluppa sul nodo.

e Nastus e di alcune specie di Chusquea (Ch. latifolia). La ramificazione deibambù varia molto durante i vari stadi di crescita della pianta; tuttavia, laforma più tipica di ramificazione si osserva nella parte intermedia dei culmiadulti.

Importanza e utilizzo dei rami

I rami sono molto importanti perché sostengono il fogliame, struttura fonda-mentale per i processi fisiologici (fotosintesi, respirazione ecc.). I rami secchivengono impiegati in agricoltura per mettere i tutori alle coltivazioni di fagio-li, piselli, fagiolini e pomodori su piccola scala. Sono anche ustilizzati per laproduzione di scope. I rami apicali del culmo hanno un alto contenuto di fibrae sono utili nella fabbricazione di agglomerati (Liese, 1985).

2.6 Foglia caulinare

È una foglia modificata che protegge il culmo dal momento in cui fuoriesce fi-no ai primi 6-7 mesi di crescita. La foglia caulinare nasce in ogni nodo del cul-mo e la sua funzione è di proteggere la gemma da cui originano i rami e il fo-gliame e di conferire maggiore rigidità al culmo giovane, che è molto debolequando è appena emerso. Questa foglia cambia progressivamente dimensioni,forma, consistenza e abito lungo il culmo. Quelle della parte intermedia del cul-mo sono le più caratteristiche della specie. Le foglie caulinari possono essereperenni o decidue e in una stessa specie si possono rilevare foglie perenni allabase e decidue nella parte superiore.Una foglia caulinare è formata da due parti: la guaina, o parte basale, e la la-mina, o parte distale, e oltre a queste due strutture vi sono anche: appendici,come auricole e fimbrie, una ligula interna che è la struttura che unisce la guai-na e la lamina e, in alcuni casi, una fascia o anello alla base della guaina chene determina un forte adattamento al culmo. La lamina può essere perenne (Ar-throstylidium), decidua (Aulonemia), continua (Guadua) o discontinua con laguaina (Eremocaulon e Elytrostachys). La foglia caulinare della Guadua angustifolia è triangolare, color caffè, con lalamina (parte distale) perenne, eretta, 3 o 4 volta più piccola della guaina (par-te basale); esternamente è ricoperta di peli irsuti, irritanti al tatto, color caffè,e internamente è priva di peli e molto brillante. La ligula interna, ossia l’unio-ne tra guaina e lamina, è convessa e cigliata al bordo e non presenta alcun ti-po di appendici.

Importanza e utilizzo delle foglie culinari

Vengono impiegate nella produzione di oggetti artigianali e come elemento de-corativo. Hanno caratteristiche diagnostiche importanti a livello di specie, sezio-ne e genere (Londoño & Clark, 2004).Il

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2.7 Fogliame

È la fonte principale di elaborazione degli alimentidella pianta, formata da guaina, lamina e appendi-ci, come le auricole e le fimbrie. Nelle Bambùsoide-ae esiste lo pseudopicciolo, struttura di unione, orien-tamento e disarticolazione tra la guaina e la lami-na. La lamina è una struttura che varia molto nelledimensioni e nella forma; da quelle molto strette (G.angustifolia o G. trinii) a quelle molto larghe (G.latifolia o Guadua amplexifolia), da quelle lanceola-te (G. paniculata) a quelle triangolari-lanceolate (G.macrospiculata). Esiste un ampio dimorfismo nel fo-gliame delle specie di Guadua, che a volte si può ri-ferire all’intensità della luce che ricevono e al livel-lo di crescita della pianta.

Importanza e utilizzo del fogliameIl fogliame è importante per gli studi tassonomici, so-prattutto a livello anatomico. Viene impiegato comealimento (foraggio) per il bestiame o per animali piùpiccoli. In Cina, il fogliame è usato per estrarre pig-menti, preparare gassose, profumi, medicine ecc.

2.8 InfiorescenzaTermine generico riferito all’organizzazione dei fiori in una pianta e senza con-notazione morfologica. Secondo McClure (1966), l’infiorescenza dei bambù è unnucleo, o un sistema di nuclei che emergono da un nucleo comune chiamatorachide primario. Sia il rachide primario, sia gli altri nuclei terminano in una

spighetta, che è considerata l’unità basica strutturaledell’infiorescenza dei bambù (Londoño & Clark, 2004). Il flosculo è l’unità in cui si rompe una spighetta quan-do il segmento si disarticola. Il flosculo è formato dalemma, buccia e fiore. Il fiore riunisce gli organi ri-produttivi e le tre lodicule ed è protetto generalmen-te dalla buccia (Londoño & Clark, 2004). Nella Guadua angustifolia, l’infiorescenza è indetermi-nata, nel senso che si protrae in modo indefinito me-diante la produzione progressiva di gemme o rami. Inquesto tipo di infiorescenza, ogni nucleo fiorifero ini-zia e completa il proprio periodo di crescita in modoindipendente e termina in una pseudospighetta multi- L

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Fig. 2.14 Le foglie di bambù,

strette e allungate, in una

foto (in alto) e in una

illustrazione (qui sopra).

Fig. 2.15 La fioritura del bambù.

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flora e imprecisata, ovvero con un antecio rudimentale alla fine della pseudo-spighetta la cui potenzialità è di produrre più fiori in futuro. Caratteristica im-portante di questo tipo di infiorescenza è la produzione continua di nuclei fio-riferi nella parte basale del rachide, grazie alla presenza di gemme con poten-ziale per sviluppare tali nuclei. Altri generi americani con lo stesso tipo di in-fiorescenza sono: Alvimia, Atractantha, Elytrostachys, Eremocaulon.

Quando e come fioriscono i bambùLa fioritura dei bambù può essere gregaria o sporadica. • Fioritura gregaria o monocarpica: si verifica quando tutti i membri di una

determinata generazione, con un’origine comune, entrano più o meno con-temporaneamente nella fase riproduttiva. Tutti i culmi di una specie fiorisco-no nello stesso momento, indipendentemente dall’età e dal luogo in cui sitrovano. La durata del ciclo di fioritura varia in ogni specie, con una mediache oscilla tra i 3 e i 120 anni. Dopo la fioritura e la produzione di semi,il culmo si secca, la pianta si indebolisce e muore con il rizoma, provocan-do la morte totale di vaste popolazioni di bambù e squilibri ecologici (orsipanda) talvolta con implicazioni sociali (India e Bangladesh). Questo feno-meno è comune in Asia e si verifica con specie importanti a livello econo-mico, come Phyllostachys bambùsoides (Siebold & Zuccarini) e Melocannabaccifera (Roxburgh) Kurz.In America, varie specie di Guadua (G. trinii, G. chacoensis) presentano an-ch’esse il fenomeno della fioritura di massa o gregaria e i suoi effetti dan-neggiano soprattutto l’ambiente senza colpire le popolazioni umane vicineche non dipendono economicamente da esse. Attualmente, non si conosce ilmotivo per cui una specie fiorisce in modo gregario; sembra che né le spe-cifiche condizioni ambientali, né l’età e le dimensioni dei culmi e della pian-ta siano stati individuati come fattori significativi responsabili della fioritu-ra di specie distanti tra loro migliaia di chilometri. Dalle molte ricerche con-dotte per spiegare tale fenomeno sembra che il rizoma abbia una forte in-fluenza nel processo di fioritura (Liese, 1985).

• Fioritura sporadica: avviene quando tutti i membri di una determinata ge-nerazione con origine comune entrano gradualmente nella fase riprodutti-va in momenti differenti o a intervalli irregolari. In questo tipo di fioritu-ra, né tutti gli individui né tutti i culmi di una specie fioriscono simulta-neamente; la fioritura può avvenire in grandi macchie isolate oppure pos-sono fiorire solamente alcuni culmi, come nel caso della Guadua angusti-folia. La durata del ciclo di fioritura è irregolare e può essere annuale op-pure a intervalli più lunghi. Dopo la fioritura sporadica si osserva un lie-ve ingiallimento della pianta, ma con getto di nuovi germogli; la piantanon muore e quindi non vi sono squilibri ecologici né conseguenze socia-li (Londoño & Clark, 2004). Il

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2.9 Frutto

Alcune caratteristiche del frutto, quali la forma e le dimensionidell’embrione e la forma dell’ilo, sono molto significative e ser-vono per distinguere i gruppi maggiori delle graminacee, oltre aessere utili nel delimitare tassonomicamente la sottofamiglia Bam-bùsoideae. Nelle Bambùsoideae il frutto è indeiscente, l’ilo è qua-si sempre lineare e l’embrione è più piccolo dell’endosperma. Ladiversità di forme dei frutti dei bambù è molto ampia. Il fruttodi gran parte delle specie è un cariosside con pericarpio secco,sottile e a forma di chicco di grano o di riso; sono molto pochii generi che presentano pericarpio carnoso, escutelo grosso edendosperma ridotto e liquido, come la Guadua sarcocarpa del Pe-ru e del Brasile. Poiché la fioritura dei bambù è rara ed estem-poranea, i dati relativi ai suoi frutti sono ancora incompleti.

Importanza e utilizzo del fruttoI frutti vengono usati principalmente come fonte alimentare. In Africa e in Asiasi consumano le cariossidi secche di molte specie, ricche di amido; in India, ifrutti carnosi della Melocanna baccifera. In America si conosce solamente il con-sumo dei frutti carnosi della Guadua sarcocarpa come alimento delle comunitàMachiguengas del Peru e del Brasile (Londoño & Peterson, 1991). L’anatomía delfrutto e dell’embrione è stata utilizzata da scienziati come Holttum e Reeder perla caratterizzazione di alcuni generi (Londoño & Clark, 2004).

2.10 Abitudini

La forma tipica e naturale assunta dalla parte aerea di una pianta di bambù èlegata direttamente al suo sistema rizomatico e si riflette nelle sue abitudini dicrescita. I bambù con rizoma pachimorfo e collo corto, come la Guadua ample-xifolia, formano piante fitte, precise; i bambù con rizoma pachimorfo e collolungo, come Guadua angustifolia e Guadua weberbaueri, formano piante menofitte e più imprecise; i bambù con rizoma leptomorfo, come Phyllostachys au-rea, formano piante aperte e indefinite.Questa caratteristica delle abitudini del bambù si rivela importante in presenzadi sfruttamenti silvicolturali, poiché è più facile estrarre i culmi dei bambù piùfitti. La differenza di forme e di abitudini rende il bambù un elemento idealeper ornamentare e abbellire il paesaggio, oltre a ricoprire un ruolo importantecome barriera rompivento (Londoño & Clark, 2004).Relativamente alle abitudini dei culmi, i bambù si possono raggruppare in: a) strettamente dritti; b) dritti, ma curvi nella punta;c) strettamente rampicanti; d) dritti alla base e rampicanti nella parte superiore. L

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Fig. 2.16

Una illustrazione del

raro frutto del bambù.

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• Dritto: culmi di grosse dimensioni, generalmente vuoti,dritti, lievemente curvi nella punta. Nelle Guadua, l’altez-za è di 7-30 metri e il diametro di 5-22 cm. Esempi: Gua-dua angustifolia, Guadua aculeata, Guadua amplexifolia,Guadua chacoensis, Guadua superba.

• Dritto e rampicante: culmi di medie dimensioni, gene-ralmente vuoti, dritti alla base e rampicanti nella partesuperiore. Nelle Guadua, l’altezza è di 20-30 metri e ildiametro di 4-8 cm. Esempi: Guadua we-berbaueri, G. sarcocarpa, G. tagoara, G. un-cinata.

• Rampicanti: culmi di piccole dimensioni,vuoti o resistenti, rampicanti o incurvati.Nelle Guadua, l’altezza è di 3-12 metri eil diametro di 1-5 cm. Esempi: Guadua glo-merata, Guadua ciliata, Guadua macclurei,Guadua macrospiculata.

2.11 Plantula

Considerata la scarsa frequenza di produzio-ne di semi nei bambù, lo studio delle plantu-le si rivela alquanto difficile, anche se nellericerche relative a varie specie viene presen-tato il tipo I (McClure, 1966; Calderón & So-derstrom, 1973).Nelle graminacee, le plantule hanno valoretassonomico, come riportato da Avdulov (1931),il quale individuò due tipi diversi in base al-la forma e alla posizione della prima fogliadistesa della plantula: tipo I (“panicoide”) caratterizzato dalla prima foglia am-pia, ovale, lanceolata e dalla posizione orizzontale o ascendente; tipo II (“festu-coide”) dove la prima foglia è lunga, stretta e la posizione è più o meno (Cal-derón & TRS, 1973).

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Fig. 2.17 Lo schema di crescita in serie del

bambù (in alto) e una gemma che cresce in

un bosco di bambù (qui sopra).

Estratto della pubblicazione

n 3 PiantagioniA cura di Ximena Londoño

3.1 Boschi e piantagioni di bambù

I boschi di bambù occupano oltre 20 milioni di ettari fra Asia, America latinae Africa, pari all’1% dell’intera superficie boschiva mondiale (Ma Naixum, 2001),collocandoli tra le più importanti risorse naturali di questo secolo.La rapida crescita dell’industria del bambù è da addebitarsi all’utilizzo efficacedelle eccezionali caratteristiche di questa pianta, e in particolare: 1 la sua natura sempreverde e perenne;2 la crescita rapida; 3 l’elevata produttività; 4 i cicli annuali o biennali di sfruttamento;5 la notevole versatilità di impiego.

La Cina vanta, in questo settore, il maggiore svi-luppo tecnologico, grazie alle politiche di aperturaadottate negli ultimi anni, e un’industria del bam-bù fiorente, in accordo con l’espansione economi-ca del paese e in equilibrio con l’ambiente.La tipologia di boschi di bambù presenti in tutto ilmondo varia a seconda delle specie e anche del tipodi selvicoltura. Le specie con rizomi leptomorfi (mo-nopodici), e che crescono in climi temperati come laPhyllostachis heterocycla var. pubescens, richiedono untrattamento molto diverso dalle specie con rizomi pa-chimorfi (simpodici) e che crescono in climi tropicalie subtropicali, come la Bambusa vulgaris.L’uso finale della piantagione è anch’esso indicati-vo del tipo di trattamento da applicare. Vi sonopiantagioni per lo sfruttamento dei germogli di bam-bù, piantagioni per lo sfruttamento dei culmi e pian-

tagioni che servono per conservare o proteggere la specie.È da notare che per centinaia di anni lo sfruttamento mondiale del bambù è sta-to realizzato estraendo i culmi direttamente dalle macchie naturali e che solo ne-gli ultimi 50 anni sono state realizzate tecnologie adeguate per il suo trattamento.

3.1.1 Scelta del luogo in base all’utilizzoNon tutti i luoghi sono adatti per la coltivazione del bambù. È quindi necessa-rio accertarsi che le condizioni ecologiche siano favorevoli allo sviluppo dellaspecie scelta.

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Fig. 3.1 Un bosco spontaneo

di bambù in Colombia.

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Anche se le piante di bambù si distinguono per la loro adattabilità e per la ge-nerosa distribuzione geografica, esistono tuttavia luoghi con determinate carat-teristiche climatiche ed edafiche che forniscono un ambiente migliore per unosviluppo ottimale.L’uso finale della coltivazione è un elemento da considerare nella scelta dei ter-ritori di semina. Le coltivazioni destinate alla produzione industriale e commer-ciale dei culmi dovrebbero essere piantate in aree dal clima dolce, con terrenibuoni e di facile accesso.Dopo aver deciso il tipo di coltivazione, bisogna pianificare quando comincia-re. L’epoca migliore è all’inizio della stagione piovosa, perché è più facile chele plantule superino l’impatto dell’impianto e comincino a svilupparsi in condi-zioni ottimali.Per iniziare una nuova coltivazione di bambù si deve: scegliere un buon mate-riale genetico, acquistare o produrre in un vivaio le plantule da seminare, pu-lire il sito, tracciare il terreno in base alla specie da seminare, praticare i bu-chi nel terreno e quindi iniziare la semina.

3.1.2 Pianificazione boschivaPer una gestione adeguata delle piantagioni naturali o nuove di bambù si de-vono prendere in considerazione aspetti quali: nozioni del predio (proprietà), di-sponibilità di manodopera, caratteristiche socioeconomiche e biofisiche del luo-go, cronografia delle attività, tecniche di gestione per la manutenzione e lo sfrut-tamento.Idealmente, le coltivazioni di bambù devono essere amministrate su base an-nuale o semestrale, secondo la specie, sia per il raccolto sia per la manutenzio-

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Fig. 3.2 L’ingresso ad un folto bosco di bambù in Colombia.

ne. È noto il fatto che lo sfruttamen-to sistematico e regolato incrementala produttività (Widjaja, 1995). È importante definire l’intensità e il ti-po di campionamento da realizzare percalcolare la densità totale dei culmi perettaro e conoscere in anticipo il nume-ro di culmi da utilizzare (Camargo, 2005).Durante la gestione dei boschi di bam-bù si deve garantire che non si rea-lizzi un sovrasfruttamento dello stes-so e che tutti gli sforzi devono esse-

re dedicati alla creazione di boschi sani e robu-sti, con un’alta produttività di nuovi germogli.Il criterio per tagliare un culmo dipende dal suostato di maturazione, dall’uso finale e dal perio-do climatico al momento del taglio. Tradizional-mente, l’età del culmo viene determinata in ba-se a caratteristiche esteriori, come il colore, lacrescita dei rami e la presenza di licheni o difunghi sulla sua superficie. Attualmente si con-siglia di contrassegnare i culmi al momento incui emergono (facendo riferimento al semestre eall’anno), in modo da tenere un registro dell’età.Il culmo deve essere tagliato nel punto vicino alterreno o al primo nodo del caule, evitando dilasciare l’internodio vuoto.Il periodo ideale per la raccolta del bambù è du-

rante la stagione secca, poiché in questo periodo il getto dei germogli è basso,così come l’umidità dei culmi, il che facilita il trasporto e riduce la comparsa dipiaghe e di malattie post-raccolto.Nella gestione di piantagioni di bambù è molto importante un ottimo spazio perottenere maggiore produttività; tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche su que-sto aspetto.Tradizionalmente, i coltivatori non usano fertilizzanti nei boschi o nelle mac-chie di bambù. Eppure è stato dimostrato che il loro impiego incrementa la pro-duzione di germogli e di culmi (Castaño, 1987). La quantità e la produttività dei bambù variano sensibilmente a seconda dellaspecie e delle condizioni ecologiche. La produzione annuale dipende fondamen-talmente dal numero di nuovi germogli prodotti ogni anno.La densità delle piantagioni, cioè il numero dei culmi per ettaro, dipende da quan-to l’amministrazione è intensa ed energica. Alcune specie asiatiche, come la Bam- P

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Fig. 3.3 In questa pagina: macchie

di bambù in Colombia.

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