gioiademocratica giugno 2011

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gioia gioiademo democratica cratica 1 Giugno 2011 A bbiamo voluto lanciare dalla prima pagina del giornale, un messaggio molto preciso al Sindaco, invitandolo a tornare a casa, appendendo la fascia tricolore e con- tribuendo a riavviare una fase nuova per la città. Quella fascia, gli fu rega- lata dalla sinistra che scelse di autoac- copparsi nell’ottobre del 2007: ma di quella vincita alla lotteria, Longo non ha mai fatto un buon uso. In tre anni, non ha realizzato praticamente nulla e, quel poco che si vede, frutto delle pre- cedenti amministrazioni, lo ha fatto e fatto fare anche male. Lo diciamo sen- za livore e senza acredine personale, giacchè la vita di tutti i giorni insegna che si può essere avversari ma anche interlocutori civili. Si deve però con- venire che in questo caso la richiesta di dimissioni travalica i confini della minoranza e si trasforma in un sentire generale che convince (a malincuore, si intende) anche una parte notevole della stessa maggioranza. Per non par- lare di quella parte sempre più avver- tibile nella città, che non ne può più di una amministrazione che sa sopravvi- vere solo con i suoi riti festaioli senza occuparsi dei veri problemi della co- munità, intrecciando buchi finanziari, inutili contenziosi, ritardi nelle attività essenziali e nei servizi, come abbia- mo riassunto a pagina due del nostro giornale. Il sindaco appare fisicamente provato da queste tensioni: ma la colpa è esclusivamente sua, perché la madre di tutte le sue difficoltà, è rappresen- di Paolo Covella Per il bene della città I 5 nodi di Piero Longo Ospedale, non tutti... La destra a pezzi: in Italia (Milano, Napoli, Trieste e Cagliari) come a Gioia del Colle Mandiamoli a casa La Giunta “dì scimitùd’n” manda a rotoli la città E’ ora di restituirla Speciale Referendum Inchiesta Spes S.p.A Gioia Intervista a C. De Leonardis Rubrica di Enzo Lavarra Servizio a pagina 6 Servizio a pagina 5 Servizio a pagina 2 Segue a pagina 2 Servizio a pagina 4 Servizio a pagina 3 gioia gioia demo demo cratica cratica gioia gioia demo demo cratica cratica Anno I n. 4 Giugno 2011 Supplemento a Paese&Paesi Distribuzione gratuita Agenzia Fondiaria-Sai - GIOIA DEL COLLE - Corso Garibaldi, 6 Tel. 0803431282 - 0803447075 - Fax. 0803441025 AGENTE GENERALE Antonello Bianco

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Mandiamoli a casa

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gioiagioiademodemocraticacratica 1Giugno 2011

Abbiamo voluto lanciare dalla prima pagina del giornale, un messaggio molto preciso al

Sindaco, invitandolo a tornare a casa, appendendo la fascia tricolore e con-tribuendo a riavviare una fase nuova per la città. Quella fascia, gli fu rega-lata dalla sinistra che scelse di autoac-copparsi nell’ottobre del 2007: ma di quella vincita alla lotteria, Longo non ha mai fatto un buon uso. In tre anni, non ha realizzato praticamente nulla e, quel poco che si vede, frutto delle pre-cedenti amministrazioni, lo ha fatto e fatto fare anche male. Lo diciamo sen-za livore e senza acredine personale, giacchè la vita di tutti i giorni insegna che si può essere avversari ma anche interlocutori civili. Si deve però con-venire che in questo caso la richiesta di dimissioni travalica i confi ni della minoranza e si trasforma in un sentire generale che convince (a malincuore, si intende) anche una parte notevole della stessa maggioranza. Per non par-lare di quella parte sempre più avver-tibile nella città, che non ne può più di una amministrazione che sa sopravvi-vere solo con i suoi riti festaioli senza occuparsi dei veri problemi della co-munità, intrecciando buchi fi nanziari, inutili contenziosi, ritardi nelle attività essenziali e nei servizi, come abbia-mo riassunto a pagina due del nostro giornale. Il sindaco appare fi sicamente provato da queste tensioni: ma la colpa è esclusivamente sua, perché la madre di tutte le sue diffi coltà, è rappresen-

di Paolo Covella

Per il bene della città

I 5 nodi di Piero Longo

Ospedale, non tutti...

La destra a pezzi: in Italia (Milano, Napoli, Trieste e Cagliari) come a Gioia del Colle

Mandiamoli a casaLa Giunta “dì scimitùd’n” manda a rotoli la città

E’ ora di restituirla

Speciale Referendum

InchiestaSpes S.p.A Gioia

Intervista a C.De Leonardis

Rubrica diEnzo Lavarra

Servizio a pagina 6

Servizio a pagina 5

Servizio a pagina 2Segue a pagina 2 Servizio a pagina 4

Servizio a pagina 3

gioiagioiademodemocraticacratica gioiagioiademodemocraticacraticaAnno I n. 4 Giugno 2011 Supplemento a Paese&Paesi Distribuzione gratuita

Agenzia Fondiaria-Sai - GIOIA DEL COLLE - Corso Garibaldi, 6 Tel. 0803431282 - 0803447075 - Fax. 0803441025

AGENTE GENERALEAntonello Bianco

gioiagioiademodemocraticacratica2 Giugno 2011

Ospedale, non tutti lo hanno amato

I cinque nodi di Piero Longo Politica & Attualità

da pagina 1

Per il bene della città

tata ancora una volta, dalla scelta, molto diffusa tra i politicanti, di fare alleanze più per vincere che per go-vernare. Ha addirittura imbarcato il decano dei transfughi, (umiliando le aspettative dei suoi uomini più co-erenti politicamente), invocandone l’esperienza ma sottovalutandone l’intraprendenza. E così si è ripetuto il copione già visto con Mastrovito, perché, ancora una volta, Celiberti è diventato la mina vagante anche di questa maggioranza. Dopo tre anni, hanno tentato di “recintarlo“ spostandolo dalla polpa dei lavo-ri pubblici all’ossicino dei servizi sociali. Ma per alcuni consiglieri, è ancora insuffi ciente: e perciò le ten-sioni continuano. In aula spesso non ci sono i numeri e ogni seduta inizia con un forsennato attacco al sinda-co da parte degli scontenti di turno. Lo schema di gioco di Longo è così saltato in aria: mentre nel palazzo, spadroneggiava il decano degli as-sessori, in città veleggiava l’uomo della comunicazione, amante degli eventi, delle festicciole, delle fi ere e dei mercati.

Andrea Luigi Mongelli

Una miscela esplosiva tra gestione del potere e potere dell’immagi-ne, condita con l’autoritarismo del vecchio fascista e l’opportunismo dell’ateo-devoto. Insomma un sin-daco un po’ federale e un po’ chie-richetto. Ma lo specchio si è rotto: e il centrodestra non c’è più. La si-tuazione perciò si è incancrenita e Longo per tenersi a galla, è costretto a governare la voracità dei suoi ti-rapiedi, trasformando il palazzo in una sorta di Olgettina dove un rega-lino a questo e a quello non manca mai. E siccome tutti si credono l’11° consigliere-utile, il ricatto è quo-tidiano e il caos è assicurato. Ecco perché tornare a casa è la strada mi-gliore per il bene della città: questa maggioranza nasce come reazione agli errori del centrosinistra. E nasce senza cultura di governo e senza programmi degni di tale nome. Ridare la parola ai gioie-si, sarebbe un rimettere la palla al centro ed avviare una nuova partita. Non certo per avvicendare le poltro-ne, ma per cogliere ogni occasione sociale, civile e programmatica per ridare fi ato alla città, in un momento tanto diffi cile per il nostro Paese.

1 Spes: l’azienda viene attac-cata dalla stessa maggio-ranza per oscure operazioni

di potere. Nessuno riesce ancora a chiarire se alla Spes verranno riconosciuti da parte del Comu-ne crediti per oltre 600 mila euro riferiti al Bilancio 2009 chiuso in passivo. E con un buco spavento-so e un Bilancio 2010 non ancora approvato, pensano addirittura di effettuare investimenti per circa 2 Milioni di euro (Mutuo) per inca-richi professionali e progetti, sen-za un piano industriale credibile per il rilancio della società.

2 Lo sperpero di danaro pub-blico, i tagli del Governo centrale, la non risolta que-

stione dei debiti della Spes, gli oscuri debiti fuori bilancio fanno traballare il bilancio del Comune. Nonostante ciò, le risse di potere tra orticelli e feudi che vogliono consolidare la propria posizione e le ambizioni dei megalomani, spingono l’amministrazione ad accumulare contenziosi (ferrovie, torri-faro, parcheggi a pagamento, ecc.) le cui conseguenze potranno portare il Comune sull’orlo del dissesto fi nanziario.

4 Gli scontri fra i vari gruppi nella maggioranza non ren-dono trasparente agli occhi

della opinione pubblica, la gestio-ne del territorio per quanto riguar-da l’installazione di impianti per il fotovoltaico, per il quale sono stati rilasciati misteriosi permessi

3 I sei milioni di euro ottenuti dalla Regione per riqualifi -care il fascio ferroviario e

risolvere il problema del PL della Via Santeramo, del ponte e del parcheg-gio di scambio, sono serviti per appaltare lavori di dubbia uti-lità, costringendo il Comune a chiedere nuovi fondi ai qua-li si aggiungeranno risorse comunali per oltre 250 mila euro. Tutto ciò mentre permane il conten-zioso con le ferrovie che potrebbe causa-re la perdita dei fi -nanziamenti e, peg-gio ancora, l’esborso di consistenti cifre da parte del Comune.

5 Il regolamento dei conti in seno alla maggioranza, ha trasformato la destra locale

in una porta girevole: chi esce, chi entra, chi si dimette. Il Sindaco Longo ha scelto di puntare sulla gestione autoritaria e cliente-lare del sottogoverno e la sua maggioranza ne approfi tta para-lizzando l’attività amministrativa con preoccupanti ripercussioni sul futuro della nostra città. I giochi di potere, le continue liti nella mag-gioranza e i Consigli Comunali infruttuosi stanno ingessando una macchina Comunale mai partita, impedendo l’approvazione di im-portanti provvedimenti (PUG, Ci-mitero, Piano Traffi co, ecc.).

ed autorizzazioni senza preventi-vamente monitorare il territorio e disciplinare le richieste per la sal-vaguardia del bene – paesaggio.

Ad essere sincero, avrei voluto evitare di parlare di ospedale, ma l’attacca-mento che ho avuto per questa istituzione mi induce, senza alcuna polemica, ad entrare nel dibattito sviluppatosi intorno ad esso. Istituzione, e qui non temo smentite, mai amata dalla città, ma soprattutto da chi l’ha visto come un covo di sfaccendati e perditempo. Però è anche vero, e questo è innega-bile, è servito ad alcuni uomini di potere come merce di scambio. Infatti, è noto a tutti che per anni l’ospedale voluto fortissimamente dall’indimenti-cato Vito Jacobellis, ed approvato da uno sponsor d’eccezione come Aldo Moro, è stato sempre la vittima predestinata di qualcuno. Di un direttore amministrativo che temeva l’espan-dersi dell’ospedale (ecco spiegato l’infanticidio del centro di rianima-zione); di un chirurgo, prestato alla direzione sanitaria, pronto a far pre-valere il suo: “dopo di me il diluvio”; o, peggio ancora, chi deliberatamente ha camuffato gli indici d’utilizzo pur di accontentare il “padrone” di turno. In pratica, quanto è bastato a far scappare dal nostro nosocomio (quando i viciniori, compreso il Miulli, erano infermerie), fi or di professionisti, indignati e oppressi da cotanta infi ngardaggine e sciatteria. E purtroppo, avallato da una pletora di sindacalisti (fatta eccezione per alcuni) che hanno solo badato alla loro carriera, in barba ad una comunità che a livello sanita-rio è sempre stata fuorviata e condizionata non solo dai luoghi comuni che giravano su questo ente, ma soprattutto da medici deviati, pronti ad usarlo e nello stesso tempo a denigrarlo. E di questo sono stato testimone oculare, dato che ero in prima linea nel difendere un servizio (parlo del laborato-rio analisi) per il quale parlavano e continuano a parlare i numeri. Infatti, quando Paolo Covella scrive di servizi sanitari da mantenere, pur facendo delle citazioni, non ha certamente inteso eludere questo servizio, che già da tempo si sobbarca un lavoro massacrante. Ad iniziare da quello che giunge dai reparti presenti (compreso il servizio di dialisi e soprattutto il Pronto soccorso), per poi passare a quello che perviene dal distretto Gioia, Casa-massima, Sammichele e Turi, senza peraltro trascurare quello che arriva dal-la locale base del 36° Stormo e dalla casa circondariale di Turi. Così come un punto di forza di questa struttura (scelta rivelatasi vincente) è il servizio domiciliare. In pratica, una mole di lavoro che registra un trend numerico ed economico (quest’ultimo in termini di risparmio di spesa) in forte ascesa: nel 2009 si parla di circa 800 mila analiti eseguiti, che salgono ad oltre 900 mila nel 2010. E questo grazie a strumenti di alta affi dabilità, ma soprattutto alla ferrea volontà manifestata dal personale medico e non, il quale pur fra mille diffi coltà, non ha mai perso di vista l’opportunità di sperimentare altre metodiche o pannelli diagnostici, utili a frenare il girovagare delle provette o peggio ancora dei pazienti.

gioiagioiademodemocraticacratica 3Giugno 2011 Politica & Attualità

La coerenza si misura con i fatti«Prima di pen-sare a feste e sagre, penserei ai bisogni concreti e tangibili di cui il nostro paese necessita»Gioia in questi ultimi anni è miglio-rata o peggiorata?Di sicuro non e’ migliorata. Però è venuta meno quella visione ambizio-sa che aveva animato gli anni passati. Ad oggi, non vedo progetti, idee ed iniziative di ampio respiro e di portata generale che possano cambiare il volto di questa citta’.Quali le cause?La scarsa capacita’ di programmazio-ne da parte di questa amministrazione, evidenziata anche da alcuni consi-glieri di maggioranza. E’ proprio una programmazione inesistente che, poi, apre spazi bui dove si annidano affari ed interessi ancora più oscuri. A deci-

ne, infatti, si contano i prov-vedimenti ed i progetti, poco chiari, presentati e poi ritirati, quelli forzati o quelli sventati dal lavoro della stessa opposi-zione consiliare.Se fossi sindaco per un gior-no a partire da questo mo-mento, cosa faresti?Prima di pensare a feste e sa-gre, prima ancora di pensare ad opere utopistiche o comunque non immediatamente necessa-rie, penserei ai bisogni concreti e tangibili di cui il nostro paese necessita: risolvere il proble-ma degli allagamenti causati dall’acqua piovana, miglio-rare la condizione delle strade e asfaltarne di nuove ove possibile e necessario, pensare ad un’idea seria ed organica di sviluppo della città da realizzare con opportunità come la ri-generazione urbana intesa come una proposta strategica di qualità.Per un giovane di 29 anni impegna-to in politica da meno di tre anni è suffi ciente, come leggo sul tuo sito, usare ragione e passione o è necessa-rio affi darsi ai consigli di una guida?Ragione ma soprattutto passione cre-do siano elementi che devono ani-mare l’impegno e lo spirito di chi fa politica. I consigli di una guida credo siano importanti tanto per un giovane quanto per tutti coloro che iniziano un percorso mai intrapreso.Se ti dicessi che il difetto più grande

Claudio De Leonardis

Un angolo del museo

che la gente ti attribuisce è l’incoeren-za, tu cosa ri-sponderesti?Se per inco-erenza inten-di l’essere passato in un’altro par-tito rispetto a quello dove sono stato eletto e poi espulso ma che nonostan-te questo ho continuato a fare gioco di squadra con

lo stesso partito e con gli altri alleati condividendo un’idea della citta’ di-versa da quella che chi amministra sta portando avanti e che per questa scelta mi espongo a situazioni più complica-te e sicuramente molto piu’ scomode ad un livello diverso da quello comu-nale, allora non mi sento incoerente.Non ti senti a disagio ad essere nelle fi la dell’opposizione al Comune e in quelle della maggioranza alla Pro-vincia?La politica credo sia fatta anche e so-prattutto da rapporti umani. Sono le relazione il vero collante che unisce i pezzi di un progetto: quando questo manca viene meno l’elemento essen-ziale per realizzare qualsiasi disegno.

Antonella Campagna

Camminando per l’ampio spa-zio del Museo della Civiltà Contadina di Gioia del Colle

si respira un’aria satura di vita quo-tidiana, di gesti e strumenti sempli-ci votati a un lavoro costante e pio. Luogo speciale, in una cittadina ri-nomata per la particolare produzio-

Museo Civico: un mondo anticovoluto da Vito Santoiemma

Angela Tamborrino ne agricola e casearia.Dalla chiacchierata con il suo creato-re, il dott. Vito Santoiemma, scopro l’origine del primo pezzo di questa va-sta collezione. È stata la passione per la campagna nata dalla custodia di due asini, che ha dato inizio alla raccolta di vecchi strumenti di lavoro; infatti, il primo pezzo della serie è proprio una macina utilizzata per produrre i loro

pasti.In pochi anni, il capannone di Via Giu-seppe Di Vittorio si è riempito delle testimonianze concrete dei mestieri della nostra terra che hanno impegnato l’uomo fi no al dopoguerra. Calzolai, macellai, produzioni casearie, tipo-grafi e molti altri mestieri vedono qui esposta l’intera fi liera di strumenti ne-cessari al loro svolgimento, contando tra le loro fi la pezzi rarissimi e affasci-nanti, alcuni sconosciuti ai più. Con questo luogo, il nostro paese può vantare un vero e proprio tesoro di ar-cheologia industriale, oltre che di tute-la delle tradizioni, ma nonostante tutti gli sforzi investiti da chi l’ha ideato, la comunità gioiese non pare risponde-re in maniera partecipe ed entusiasta. Durante la mia visita, infatti, incontro delle scolaresche provenienti da paesi limitrofi con i loro insegnanti, ultimi di una lunga serie di visitatori incuriositi dall’iniziativa, ma originari di località lontane.Non posso non domandare, a questo punto, qual è stato il ruolo dell’Am-ministrazione Comunale in questo

Per questo motivo non mi sento a disa-gio, mi dispiace solamente constatare come la grettezza di qualcuno impedi-sca di poter produrre, al netto di tutte le tensioni comunali, uno sforzo che sia ancor più incisivo.So che sei appassionato di calcio: mi dici chi defi niresti solista con grandi capacità e chi defi niresti fuoriclasse nella maggioranza che guida il no-stro comune? E tra i componenti dell’opposizione?Ci sono tante menti valide all’interno della maggioranza ma io non parle-rei di solisti o fuoriclasse quando chi dovrebbe allenare e dirigere la squa-dra la conduce, invece, allo sbando... Mentre, parlando dell’opposizione si-curamente parliamo di gente con una maggior esperienza e conoscenza del-la macchina amministrativa.Ho raccolto un pettegolezzo: c’è qualcuno che ti sta lanciando come futuro sindaco. Cosa ne pensi, non temi che così facendo si possa, come si dice in gergo, bruciare il tuo nome?Quando penso al futuro non penso tan-to ai nomi o al nome quanto al proget-to. E’ il progetto, l’idea e la squadra che vincono.Se fossi il capitano di una nave pre-feriresti navigare a dritta o a manca oppure ti lasceresti guidare dal vento?Se per vento intendi quello che il ter-ritorio chiede, allora mi piacerebbe essere guidato dal vento mantenendo una rotta quanto più lineare possibile.

progetto, colei che dovrebbe essere parte attiva almeno nella divulga-zione (se non nel sostentamento) di certe realtà. Il laconico sorriso che mi si presenta mi fa capire che l’i-dea non è mai stata nemmeno presa in considerazione e mi si conferma che elemosinare attenzioni da chi non condivide la passione per quel-lo che è stato costruito, può addirit-tura essere controproducente.A causa di questo mancato interes-se, inoltre, è impossibile richiedere un intervento della Comunità Eu-ropea, la quale esige la garanzia di una partecipazione pubblica per elargire fondi.Non mi è ancora chiara quale sia l’i-dea di Cultura che la Giunta sta por-tando avanti, ma poco importa se i cittadini contribuiscono a rinvigori-re, con una più larga partecipazione, iniziative di tale portata. Il Mondo Antico costruito dal dott. Vito Santoiemma (coadiuvato da Sigismondo Taranto), appartiene alle vite di tutti e sta a tutti prender-sene cura.

gioiagioiademodemocraticacratica4 Giugno 2011

Agricoltura e trasformazione agroalimentare vuol dire economia

Attualità nazionali & locali

* Siamo lieti ospitare da questo numero una rubrica del Respon-sabile Nazionale Forum Agricol-tura del PD Enzo Lavarra

Enzo Lavarra*

Per lungo tempo la terra e la fati-ca del contadino è stata memo-ria e lezione di vita del passato.

E’ valso anche per la nostra città. Ri-cordo, per esempio, l’epoca dell’inse-diamento della Termosud. Per molti rappresentò il passaggio alla modernizzazione produttiva e dunque il declino irreversibile della vocazione economica e del paesaggio sociale del settore primario.E quando la dinamica economica del manifatturiero, dell’edilizia, del ter-ziario, e stata affi ancata dalla tradi-zione del lattiero-caseario, questo non e stato suffi ciente a revocare in dubbio

il nesso agricoltura-passato.La rivalutazione di questa vocazione è invece opera signifi cativa che è parte della promessa di futuro.E questo per due ragioni. La prima.La terra è principio di appartenenza iden-titaria. Nello spae-samento delle nostre comunità di fronte alla cosiddetta globaliz-zazione essa richiama rapporto con la natura, valore del lavoro, fun-zione della famiglia. E’ racconto e proiezio-ne di civiltà. Lo spiega il Museo della Civil-tà Contadina di Vito Santoiemma. Tuttavia questa citazione delle radici della comunità, o di parte signifi cati-va di essa, non deve essere vissuta e

presentata come una cartolina color seppia di un passato che non può più preparare futuro.Nella rivalutazione della nostra agri-coltura e della trasformazione agro-

alimentare c’e valore economico. Ed e la seconda ragione della sua attualità.Ovvero e fonte di red-dito e occupazione. E’ il mercato globale che chiede le nostre eccellenze:vino, olio, orto-rutta, prodotti del lattiero caseario. Inol-tre, in un ottica di stra-tegia integrata, questa attività è attrattiva di fl ussi turistici e punto di congiunzione con la fruizione di beni pa-esaggistici e storico-

monumentali, scavi di Monte Sannace

e Castello su tutti.E’ perciò possibilità di sviluppo di aziende multifunzionali che produco-no beni alimentari, accoglienza (agri-turismo), vitalità dei circuiti commer-ciali e del tempo libero, reputazione esterna della città.Perché questo accada occorre l’incon-tro fra impresa - reti di imprese private e politiche pubbliche.Ecco il perché dell’Elaioteca a Gio-ia, vista come centro polifunzionale e promozione, dove utilizzare le risorse del Piano di sviluppo rurale attraverso il Gal per valorizzare delle eccellen-ze enogastronomiche con la funzione dei beni paesaggistici e monumentali, attraendo turismo interno e internazio-nale. E soprattutto nuova Pac: risorse per chi produce beni pubblici per la salute e il paesaggio.Prepariamo il futuro.

(* Responsabile Nazionale Forum Agricoltura del PD)

Difendere il territorio,valorizzare i prodotti

La stampa ha dato notizia dell’intervento degli organi di controllo (NAS) in un ca-seifi cio di Noci, dove sono state trovate

60 tonnellate di caglio avariato e della protesta dei medici di famiglia e dei farmacisti preoccu-pati, giustamente, delle conseguenze negative sulla salute dei cittadini. Il settore lattiero-ca-seario, specialmente in provincia di Bari, è un autentico pilastro dell’economia territoriale: e Gioia, Noci e Putignano costituiscono il cuore della produzione della provincia. Ma tra i ca-seifi ci e gli allevatori, continua lo scambio di accuse in ordine alla qualità dei prodotti e dei prezzi (specie del latte). Abbiamo ripetutamente invocato la necessità che, insieme alle istituzio-ni, essi facciano squadra per rafforzare due cose: l’immagine dei nostri prodotti tipici alimentari con qualifi cate campagne pubblicitarie e il mi-glioramento della qualità dei prodotti. Con la BAT, specialmente con Andria, occorre trattare e non guerreggiare! Per nostra fortuna, ma solo per meriti della qualità dei prodotti, continua il successo del nostro buon primitivo, insieme al quale resiste la nostra mozzarella, non solo in Italia ma anche in molti paesi del mondo e, negli ultimi tempi persino in Russia! Abbiamo raccol-to il disappunto dei consumatori sul balletto dei prezzi che partirebbero dai 3,5 euro al kg sino ad arrivare agli 8. Come è possibile? Tanto si pagano anche a Milano e in tutta Italia, nono-

stante le spese di trasporto. E, dulcis in fundo, persiste l’annoso problema del siero, che non può continuare impunemente ad essere buttato nella fogna. Ci meravigliamo della pochezza dell’assesso-re all’ambiente e del silenzio dell’AQP. Esiste la reale possibilità che Gioia del Colle diventi centro pugliese di trasformazione del siero in prodotti cosmetici, dolciari ed altro. Bisogna recuperare un vecchio progetto di una ditta te-desca portato alla conoscenza della prima giunta Povia dallo scomparso dott. Urcioli, responsabi-le meridionale della Confi ndustria che oggi la Coop Estense insieme ai produttori, allevatori ed istituzioni, potrebbe rilanciare utilizzando strutture pronte nella zona industriale. Ricor-diamo che Coop Estense tra Palo del Colle e Bitonto, ha costruito un macello dove vengono conferiti animali del nostro territorio i cui pro-dotti sono venduti non solo nella propria rete distributiva ma anche altrove. Perciò, è il caso di dire, gli amministratori prendano il toro per le corna perché con questi investimenti, si possono creare decine di posti di lavoro.

Via Amendola, 8 - 70023 Gioia del Colle (BA) - Tel./Fax 0803482706

PULIZIE CIVILI E INDUSTRIALI

PITTURAZIONI - RISTRUTTURAZIONI

FACCHINAGGIO - GIARDINAGGIO

ELETTROMECCANICA

Peppino VascoMargaret Antonicelli

Non potevamo che intitolarlo in questo modo questo nostro articolo. In questo clima di forte tensione politica par che ad essere in subbu-

glio non siano soltanto i nostri politici e amministra-tori locali. È all’incirca un mese che tra i vari forni gioiesi e i alcuni piccoli alimentari è scoppiata una sorta di “sommossa”. La causa di tutto ciò? Beh, pare che ad alcuni dei più importanti e storici panifi ci lo-cali non vada assolutamente giù il fatto che l’apertura domenicale di alcuni mini market gioiesi porti loro dei gravi danni alle vendite, in particolar modo essi si riferiscono ai cali nei fatturati del lunedì. Subito è partita una petizione per raccogliere fi rme che portas-sero il governatore locale, Piero Longo, a disporre la chiusura domenicale di questi esercizi commerciali Il sindaco, da buon giudice super partes in questo caso, ha dato possibilità alla controparte di potersi difen-dere con la medesima carta! In particolare i titolari dei piccoli negozi hanno basato la loro raccolta fi rme sul fatto che la loro chiusura domenicale non potrebbe che portare solo un grave disservizio alla cittadinanza, soprattutto a coloro che abitualmente approfi ttavano di questa possibilità. I gioiesi si sono quasi equamente schierati a favore di una o dell’altra parte.A queste petizioni si sono susseguiti, gli scorsi giorni, diversi incontri di categoria che, ad oggi, non hanno ancora portato a nessuna decisione defi nitiva, né tan-tomeno hanno portato alla delineazione di una propo-sta che porrebbe pace tra le parti.

Guerra a suondi... filoni!

La terra è principio di appartenenza identitaria

gioiagioiademodemocraticacratica 5Giugno 2011 Pagina a cura del Comitato referendario

Donato D’Ippolito*

Vincenzo Capozzi*

Il SI al quesito sul nucleare servi-rà a cancellare la norma della legge 133/2008 che rilancia e facilita l’auto-rizzazione e la costruzione delle cen-trali nucleari sul territorio nazionale. Se decidessimo di puntare sul nu-cleare per produrre l’energia elettrica sostituiremo la dipendenza dai com-bustibili fossili con quella dall’uranio. Tutto questo senza considerare che l’uranio è una risorsa assai limitata, che necessita di una complessa fi liera (che va dall’estrazione all’arricchi-mento del minerale) tutta in mano di pochi paesi, quali la Francia.I sostenitori del nucleare affermano che si tratta di una fonte pulita e si-cura, quasi che ci si dimentichi del problema delle scorie radioattive, la cui gestione costituisce, il più grave dei problemi non risolti connessi a tale tecnologia. Non esiste la possibilità scientifi ca di dimostrare il mantenimento delle

Referendum: il 12 e 13 giugno votiamo SI ai quesiti referendari

No al nuclearefi cativo di leucemie infantili e di altre patologie in quelle popolazioni che ri-siedono nei pressi delle centrali. Que-sto è da mettere in relazione al fatto che, anche nelle normali operazioni di funzionamento, le centrali nucleari rilasciano radiazioni. Un aspetto siste-maticamente taciuto o, quanto meno, sottostimato.Anche per i reattori di terza genera-zione come gli EPR, attualmente in costruzione, e che dovrebbero rappre-sentare quanto di meglio oggi offre la tecnologia nucleare, stanno emergen-do gravi problemi di sicurezza come hanno denunciato, il 2 novembre 2009, con una nota congiunta le Auto-rità per la Sicurezza nucleare di Fran-cia, Inghilterra e Finlandia. Secondo questa nota, il sistema d’emergenza dell’impianto non è indipendente dai normali sistemi di controllo. Questo vorrebbe dire che, nel caso di avaria dei sistemi di controllo, anche il siste-ma di emergenza andrebbe fuori uso con conseguente perdita del controllo del reattore, un aspetto che potrebbe portare a conseguenze disastrose.I fatti dimostrano che il nucleare sicu-ro non esiste perché parliamo di una tecnologia intrinsecamente pericolosa. (*Presidente WWF Gioia-Acquaviva)

“Tutti i cittadini hanno pari dignità so-ciale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politi-che, di condizioni personali e sociali.” «Non è una riforma,ciò che stanno tentando di fare – sottolinea don Luigi Ciotti, fondatore della Associazione LIBERA– ma il sequestro della giusti-zia con l’obiettivo di indebolire l’atti-vità della magistratura e sottomettere i pm al potere politico. C’è un disegno – aggiunge don Ciotti – che mira a spezzare la divisione dei poteri che è l’architrave della democrazia». Parole dure anche nei confronti del ddl sulle intercettazioni, “congelato” ma adesso “resuscitato”. «Nessuno mortifi chi gli strumenti che aiutano a cercare verità e giustizia». Senza le intercettazio-ni, ricorda don Ciotti, due magistrati, Gian Carlo Caselli e Antonio Ingroia, sarebbero stati uccisi da Cosa nostra.Questo Governo ha anche introdotto il “legittimo impedimento”che permette al Presidente del Consiglio a ai suoi ministri di non comparire in udienza penale per la durata della loro carica, in barba all’art.3 della Costituzione: è un segno dell’arbitrio del potere poli-tico e della presunta “impunibilità”dei potenti.La Corte Costituzionale ne ha già abrogato le norme portanti; bocciando quel che resta della legge, il referen-

dum del 12 e 13 giugno metterebbe fi ne alla legislazione”su misura” fatta apposta per evitare i processi anche in corso. Abbiamo la possibilità con il referendum di imporre alla politi-ca- in questi anni sempre più lontana dai reali bisogni della società civile- la volontà dei cittadini e riprendere così il potere di decidere quale democrazia e quale sviluppo vogliamo avere.Per queste ragioni è importante il 12 e 13 giugno raggiungere il quorum di 25 milioni di votanti al referendum e scegliere il SI a tutti i quesiti in modo da porre alcuni limiti ad un modello di sviluppo insostenibile, che ignora i costi ambientali e sociali, e a un potere politico che calpesta giustizia e demo-crazia.

(* Referente locale della Associazione LIBERA)

Costituzione, articolo 3: un Si per affermarlo

Acqua: il nostro bene più caro

Nicola Romanelli*

condizioni di sicurezza necessarie per alcune centinaia di migliaia di anni, ri-chieste dai rifi uti radioattivi di III cate-goria (ossia le scorie a più altro livello di radioattività).I pur modesti programmi nucleari che l’Italia aveva sviluppato nel passato e che furono chiusi con il referendum del 1987, ci hanno lasciato la pesante eredità dello smantel-lamento delle centrali e della gestione del-le scorie. Aspetti che sono assai lontani da qualsiasi vera soluzio-ne malgrado l’elevato costo che i cittadini ita-liani hanno già dovuto sostenere con le pro-prie bollette elettriche. Sarebbe quindi saggio che l’Italia, prima di pensare alla costruzio-ne di nuove centrali, provveda a risolvere i problemi lasciatici in eredità dal vec-

chio nucleare.Gli impianti nucleari sono sempre stati accompagnati da una lunga lista di incidenti, generalmente sottaciuti, essendo la loro gestione piuttosto di tipo militare e, in ogni caso, non certo improntata a principi di trasparenza, come la stessa Corte dei Conti di dif-ferenti paesi ha più volte denunciato.

Esiste ad esempio un aumento signi-

Alcuni promotori a Gioia: D’Ippolito, Capozzi, Romanelli

Tommaso Ventaglini, Presidente Arci Lebowski - Gioia

“Istituiamo una Borsa mondiale dell’acqua!” Questa la ridicola usci-ta del presidente della multinaziona-le Nestlè, Peter Brabeck.Considerare l’acqua una merce, stabilire il prezzo di un bene inestimabile lascia chiaramente tra-sparire gli interessi dei principali gruppi fi nan-ziari mondiali nei prossi-mi anni.E’ importante votare i due quesiti referenda-ri: votando SI’ al primo quesito, su scheda rossa, elimineremo la legge che concede la gestione dei servizi idrici ai privati, contrasteremo l’accelera-zione sulle privatizzazio-ni imposta dal Governo e la defi ni-tiva consegna al mercato dei servizi idrici in Italia.E’ necessario cancellare la norma perché a partire dal 2012 la gestione delle Ato e dei servizi idrici passe-

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rebbe in mano a società di capitale privato o misto. Di fatto l’acquedot-to rappresenta un monopolio, chi controlla i “tubi” controlla l’acqua che ci scorre, chi fi ssa le tariffe con-trolla l’acqua che fornisce. Infatti:

votando SI’ al secondo que-sito, su scheda gialla, non consentiremo al gestore di ottenere profi tti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capi-tale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio. In poche parole con il SI’ stroncheremo il guadagno dal “mercato dell’acqua”!Secondo il “Forum mondia-le dell’acqua” è essenzia-le dare responsabilità alla

gente a livello locale per gestire le risorse idriche, lo spirito dei promo-tori è indurre ad una “democratiz-zazione” della gestione dell’acqua.

(* Presidente Legambiente Gioia del Colle)

gioiagioiademodemocraticacratica6 Giugno 2011Inchiesta

INCHIESTA

L’allungamento dei tempi nell’acquisizione di una importante commessa di lavoro da parte della Direzione Aziendale Ansaldo, ha determinato il ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria per circa 200 lavorator.La cassa integrazione sarà a rotazione e coinvolgerà i lavoratori per un perio-do massimo di 2 settimane mensili, sarà attivata a partire dal 5 luglio 2011 per concludersi prevedibilmente entro il 20 settembre 2011.Una decisione questa che ha alimentato perplessità e preoccupazioni dei lavo-ratori in ordine alle prospettive produttive ed occupazionali dello stabilimen-to di Gioia e che sono state approfondite in un’apposita assemblea, preceduta da una riunione della rappresentanza sindacale unitaria, dei direttivi e delle segreterie di fi m-cisl e di fi oom-cgil.La discussione è stata vivace ed ha riguardato sia le prospettive aziendali che le modalità e la regolarità di svolgimento della cassa integrazione. Tutti gli organismi sindacali si sono ripromessi di monitorare attentamente il susseguirsi degli avvenimenti aziendali, ed auspicano che questa fase, possa essere solo un momento di transizione verso una stagione caratterizzata da investimenti volti all’innalzamento della competitività, della qualità del pro-dotto, del consolidamento delle commesse e dei livelli occupazionali.L’Ansaldo è stata,è e deve restare un patrimonio da tutelare per Gioia e per i gioiesi.

(dal Comitato Direttivo Ansaldo Caldaie S.p.A.)

Termosud, rischiocassaintegrazione

Angela Tamborrino e Dario Magistro

Nella maggioranza c’è chi vuole affossarlaInspiegabile il silenzio del Presidente Pinuccio Gallo

Da anni a Gioia del Colle, si inscena una telenovela dal titolo: “Spes : improbabile

società per azioni !”. La società Spes-Gioia S.p.a. adempie alla gestione dei servizi comunali con particolare rife-rimento alla raccolta dei rifi uti solidi urbani e alla tutela dell’ambiente.

Parlano gli amministra-tori

Per capirne di più, abbiamo intervista-to l’attuale Amministratore Delegato, Andrea Benagiano, l’assessore Anto-nicelli e il consigliere d’opposizione Tommaso Bradascio. Sotto la guida dell’A.D. Be-nagiano, la società ha ottenuto buoni risultati nell’ambito della raccolta differenziata; parliamo di percentuali (30%) elevate per un paese di quasi 30.000 abitanti, anche se in diminuzione rispetto allo scorso anno a causa del se-questro del “cassone degli iner-ti”. Inoltre, il comune, può van-tare anche un cospicuo aumento delle zone verdi a disposizione della città. Questo è quanto di positivo siamo riusciti a capire. Ma se rimuoviamo questo velo di “po-sitività”, emergono alcune contraddi-zioni. L’ aumento delle zone verdi, in connubio con la fi siologica espansione della Città, ha aggiunto un notevole carico di lavoro sulle spalle, alquanto fragili, dell’azienda. Per quanto ben architettata, la divisione della Città in 10 “zone” non ha portato i risultati previsti. Ad ogni zona è assegnato un operatore addetto al servizio “a ter-ra” , al quale si aggiungono gli ope-ratori “su ruote”, per un totale (sulle 10 zone) di circa 40 addetti. Numero alquanto esiguo per la nostra realtà, dimostrato dalle molte volte in cui al-cune delle 10 zone sono rimaste “sco-perte” e quindi senza servizi. Cosa fare? Assumere nuovi dipendenti? La risposta è un secco e drastico no !

Non sempre è questione di soldi

Il bandolo dell’intera matassa riguar-da, infatti, il bilancio ! Benagiano parla di un credito vantato verso il Co-mune di 1.300.000 € , di cui 800.000 € riconducibili alla fattura d’igiene-ambientale non ancora pagata e i re-stanti 500.000 € riconducibili a non si sa che!Si sa solo che andrebbero “prelevati” dal fondo di riserva e inseriti come debiti “fuori bilancio”. Sia Benagiano che Antonicelli concordano nel ricon-durre questi debiti ad una comparteci-pazione di errori tra l’attuale (e pas-

sata) dirigenza della Spes e l’Ammi-nistrazione Comunale. Ma il Comune cerca di fare orecchi da mercanti. Allora cerchiamo di fare chiarezza. La Spes è una S.p.a. (società per azioni) ; l’82 % del pacchetto azionario è di proprietà del comune, il restante 18% appartiene ad un privato (ACAM – La Spezia), il quale pur avendo promes-so il rilancio della società, di concreto non ha fatto un gran che. Quindi non si sbaglia nell’affermare che, la Spes, è “quasi” una municipa-lizzata… dove però, il Comune si è indebitato con se stesso ! Un numero davvero da fuoriclasse ! Se il credito dovesse essere riconosciuto e il co-mune costretto a saldarlo, chi pagherà questi costi? Ovviamente tutti noi ! Ogni singolo cittadino pagherà la sua

quota di debito pur non avendo cono-scenze di come tutto questo sia avve-nuto !Altrettanto ovviamente si cercherà un colpevole ! Tutti gli indizi porta-no all’attuale A.D. Benagiano, il cui mandato è comunque al termine. Visto il ruolo che ricopre, sarebbe un’accu-sa “diretta” ed estremamente facile da formulare ma, non per rubare il lavoro agli avvocati, a noi non sembra così ! Come ha ammesso egli stesso , infat-ti, fi n dall’inizio del suo mandato ha incontrato notevoli diffi coltà. Il suo bouquet di benvenuto è stato il seque-stro del “cassone degli inerti” e, se tutto questo non bastava, ha ricevuto anche uffi ci semplicemente inagibili, dipendenti in pensione che risultavano assunti, autorizzazioni mancanti o, per dirla in altri modi, non trovate !

Le nozze coi fichi secchi

Lo stesso Benagiano ammette di non voler veder morire questa azienda e , per rilanciarla, ha proposto un proget-to alquanto ambizioso: la realizzazio-ne di un centro di raccolta del rifi uto, di una stazione di trasferimento del rifi uto in discarica e di un impianto di selezione del rifi uto. Tutto questo garantirebbe il rilancio aziendale tan-to sperato, più introiti nelle casse co-munali (riconducibili all’importazione di rifi uti dai paesi limitrofi ) e agevo-lazioni per la cittadinanza (aumen-to della richiesta di posti di lavoro e

ipotetica diminuzione della TARSU). Ma il progetto presenta alcuni punti “oscuri”. Tali opere sarebbero realiz-zate all’interno dell’area adiacente alla Spes , con un investimento pari a circa 2.000.000 € fi nanziabili con un mutuo . Una pazzia per le casse aziendali. In realtà, il Comune poteva benefi ciare dei fi nanziamenti messi a disposizione della Regione per la realizzazione del centro di raccolta , ma non ha voluto ! Il perché va ricercato in strane ma-novre di potere e di carattere…urba-nistico.Ma c’è di più: entro 60 giorni, la Spes dovrà mettere sul mercato almeno il 40 % del pacchetto azionario visto che , al momento, per legge, non potrebbe operare ! E’ opinione diffusa che, per rilanciare completamente l’azienda,

si dovrebbe cedere più del 40% del pacchetto aziona-rio ; in pratica privatizzare l’azienda che, per dirla con Antonicelli “Deve diven-tare una vera Spa”. Con una punta di realismo però, privati in grado di portare un serio e profi cuo cam-biamento, sinora non se ne vedono!

Come sempre, la malapolitica

A proposito della scadenza del manda-to di A.D. di Benagiano, si susseguono di giorno in giorno le ipotetiche “so-stituzioni”. Due nomi su tutti : San-te Celiberti e Vincenzo Lamanna. Su Celiberti, Benagiano risponde che, al momento, c’è incompatibilità tra la

sua carica di assessore e il ruolo di A.D. aziendale. Su Lamanna si è pro-nunciato l’assessore Antonicelli, pole-mizzando sul fatto che la politica non si deve basare sul personalismo con dichiarazioni “plateali”, né tantomeno su rivalse personali. Una risposta che non ha bisogno di commenti. Come in commentabile è il distacco col quale il presidente Pinuccio Gallo segue tutte le vicende aziendali.Ad oggi, il Comune, non ha fornito garanzie sulla stabilità e sulle aspetta-tive di rilancio che dovevano cancella-re le vecchie prassi della ex AMNIU, basate esclusivamente sulle risorse comunali. Nonostante la volontà della precedente amministrazione di creare una società che mirava a ridurre i co-sti di gestione di un servizio come la raccolta dei rifi uti solidi urbani e l’af-fi damento dei servizi comunali ad un privato in grado di portare valore ag-giunto sul piano industriale con nuovi ricavi, non si intravedono quei risultati tanto attesi.L’analisi costo/ricavi, le spese che la società continua ad accumulare ed i mancati profi tti dovuti all’assenza to-tale di un piano industriale di rilancio che il socio privato doveva garantire, le diffi coltà di acquisire le quote di un privato assente e che chiede 400.000 € per uscire dalla società, sono la dimo-strazione che bisogna urgentemente intervenire. Intervenire, e presto, per trovare le soluzioni ottimali per sal-vaguardare i posti di lavoro e trovare partner in grado di offrire garanzie, ca-pacità tecniche e fi nanziarie in modo tale da favorire lo sviluppo ed il rilan-cio della società.

SPES: più che un’azienda di servizi, un terreno di scontro per il potere

gioiagioiademodemocraticacratica 7Giugno 2011

Gioia e l’Unità d’Italia

Obiettivo Gioia chiama a raccolta le associazioniUn meeting dal 17 al 19 giugno

Cultura & Spettacolo

Sergio D’Onghia

Il Centro Studi di Storia e Terri-torio di Sammichele organizza, dal 4 al 9 giugno 2011, presso il

castello Caracciolo, due mostre, una documentaria e una bibliografi ca, dedicate al Mezzogiorno dei primi anni unitari. Tra i libri, gli opusco-li e le fotografi e prestati alla mostra dall’associazione culturale Giovanni Carano Donvito, si può apprezzare un interessante documento di cento anni fa. Si tratta di un biglietto d’in-vito per una conferenza «patriotti-ca», dedicata a Roma e l’unifi cazio-ne d’Italia, tenuta dall’avv. Vittorio Colucci, quasi certamente presso l’aula magna dell’odierna scuo-la elementare “Mazzini” di Gioia. Il prezioso documento ci informa dell’esistenza di un vero e proprio «Comitato» cittadino formatosi per celebrare i 50 anni dall’unifi cazione nazionale. L’intestazione del bigliet-

to, infatti, riporta in numeri romani – quasi fosse un titolo di riconoscimento - le date del 27 marzo 1861 e 27 marzo 1911, per ricordare quel cinquantesi-mo compleanno della nazione. Non abbiamo notizie sul per-ché si sia prefe-rito allora indi-care la data del 27 marzo piut-tosto, come è ac-caduto quest’an-no in occasione del 150°, quella del 17, data uf-fi ciale della pro-clamazione del Regno d’Italia. Interessante, invece, è leggere i nomi dei componenti del Comitato organiz-zatore dell’evento. Quello di Giovanni Carano, allora trentottenne, già valen-te cultore di economia e apprezzato

meridionalista, conferisce autorevo-lezza al trio che si completa dei pro-fessionisti Carlo Rosati e Francesco Panessa. Ben tre avvocati – (quattro

se si considera anche il relatore) - tutti esponenti della buona bor-ghesia del paese, tradizionalmente antiborbonica e liberale. Proprio le famiglie Rosa-ti e Panessa, tra le più in vista di Gioia, erano state attivissime, già durante il perio-do borbonico, nel tessere segreta-

mente relazioni con i liberali dei paesi vicini, distinguendosi per patriottismo e lealtà verso i nuovi sovrani. Non sor-prende, quindi, ritrovare a capo di un comitato, che celebrava mezzo secolo

di unità nazionale, i diretti discen-denti di quei patrioti ottocenteschi. Questa considerazione mi permet-te di farne un’altra. Piaccia o no, l’unifi cazione nazionale è stata cer-tamente un fenomeno elitario, pro-mossa, per lo più, dall’impresa ri-voluzionaria di una ristretta cerchia di intellettuali e borghesi. Le masse popolari – come ci hanno insegna-to Gobetti e Gramsci – sono rima-ste fuori dal processo unitario, ma questo non può togliere legittimità ad una unifi cazione, evidentemente non più rimandabile, che altrimenti non ci sarebbe stata. Bisognerebbe ricordarlo ai tanti improvvisati neo-revisionisti di maniera che si spen-dono, in questi mesi, a riesumare cadaveri di martiri briganti e pio-nieristiche tratte ferroviarie di 13 km, quali esempi di incommensu-rabile grandezza morale ed econo-mica del Mezzogiorno pre-unitario.

Gran fi nale della 14^ edi-zione del Concorso Pie-tro Argento il 5 Giugno

2011 alle ore 20.00 presso il Teatro Rossini, ingresso libero. Si esibisce il vincitore assoluto, nonché i vincitori di categoria, del concorso, designati dalla commissione esaminatrice, pre-sieduta dal M° Riccardo Risaliti, musicita di fama mondiale, e dai Maestri: Alla Volkova (Russia), Jin Woo Park (Corea del sud), vincitore del I premio assoluto ed. 2010, Simone Gramaglia, Bepi Speranza, Sara Allegretta, Giovanna Valente e Maurizio Matarrese.Oltre una ventina le Nazioni rappresentate: Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Polonia, Austria, Repubblica Ceca, Rus-sia, Armenia, Ucraina, Turchia, USA, Canada, Lituania, Esto-nia, Uzbekistan, Azerbaijan, Cina, Korea del sud, Giappone, Iran, Iraq, Serbia, Israele. Confermate le iscrizioni da par-te di musicisti russi che, colgono l’occasione per fare visita alla

Premio Argento, Gran FinaleLa Fenice presenta: “la via della musica”

Teresa Genco Basilica di San Nicola, le cui spoglie furono trafugate proprio dai baresi ai russi. Da ricordare, in effetti, la positiva ricaduta economica che eventi culturali come il Concorso Pietro Argen-to, il Maggio all’Infanzia, (che l’assessore alla cultura gioiese, con la sua “lungimiranza”, ha fatto emigrare a Bari), etc., sor-tiscono: pieni i vari bed & bre-akfast della città e dintorni!

Ecco il documento

Un secolo fa un Comitato patriottico celebrava a Gioia il 50° anniversario

L’Associazione Musico-Culturale La Fenice pre-senterà presso il piaz-

zale antistante la Chiesa del SS.Crocifi sso il 25 e il 26 giu-gno 2011 alle ore 20.30, il sag-gio conclusivo del lavoro svolto nell’anno trascorso. Si esibirà l’Orchestra Giovanile, nata dal progetto “La via della musica” dell’associazione in collabora-zione con il Comune di Gioia del

Meeting delle Associazioni di Volontariato e culturale. Il giorno 17-18-19 giugno si svolgerà il primo meeting delle associa-

zioni gioiesi allo scopo di promuovere e stimolare la comunità gioiese sui temi del volontariato e della cittadinanza attiva. Un’idea nata dalla necessità di una cultura fondata sull’impe-gno per la propria comunità, unita alla condivisione di idee, progetti. Il meeting, nella sua prima e sperimentale edizione, vede la partecipa-zione di oltre una decina di associazioni (A.N.S.P.I., A.So.Tu.Dis., P.A. Gioia Soccorso, Centro d’Ascol-to, Circolo Arci Lebowsky, Emergency, Fidas, Fon-dazione Antonio Arcano, Il Presidio del Libro, Lega Ambiente, Lega Tumori, Libertà e Giustizia, Lions, Obiettivo Gioia, Petali di Pietra, Teatralmente Gio-ia, WWF, Vincenziane) e prevede un calendario di appuntamenti che coinvolgerà tutta la comunità con attività pratiche, workshops ed eventi live di musica.Si invitano tutte le associazioni gioiesi ad aderire alla manifestazione contattando Obiettivo Gioia ([email protected], cell.3476879388) partecipando al prossimo incontro organizzativo lunedì 30 maggio 2011 presso la sede sita in Via Principe Amedeo, 8.

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Colle, insieme con la corale. A dimostrazione che tagliare i fon-di non è tagliare la cultura, l’As-sociazione ha fortemente voluto che il progetto formativo andasse avanti, caricando la stessa scuola dei costi necessari per l’attuazio-ne, non più coperti dal Comune. Si alterneranno la fi sorchestra, i solisti, la classe di canto, di chitarra classica ed elettrica, di batteria e percussioni, di piano-forte e fi sarmonica, di pianoforte e violino, di sax e di canto liri-co con pezzi classici di Chopin, Schubert, Rimskij-Korsakov, Bach, Rossini, Piazzolla, Verdi, Beethoven, Mozart, passando per i Beatles, Pink Floyd Randy Crawford, fi no ai giorni nostri con pezzi di Renato Zero, Gior-gia, Nathalie con, e Christina Aguilera. Un centinaio i ragazzi iscritti la cui età va dai 6 anni ai 45, tra questi ci sono ragazzi che frequentano corsi di preparazio-ne nonché di perfezionamento per il conservatorio. Assoluta-mente da non perdere!!!

gioiagioiademodemocraticacratica8 Giugno 2011 Ciò che si deve sapere

Supplemento a Paese&Paesi

Reg. Tribunale di Barin. 1509 del 02/03/2001

Iscrizione R.O.C. n. 19059

Direttore ResponsabileSilvestro Paolo Covella

Direttore EditorialeAndrea Luigi Mongelli

RedattoriMargaret Antonicelli, Antonel-la Campagna, Piera De Gior-gi, Sergio D’Onghia, Giorgio

Rubrica: le stranezzeMadonna della Croce, ordinario degrado!Qual è l’attaccamento del Sindaco alla fede? Solo girovagare dietro le processioni!

Questa mini esposizione è regolare?E’ l’interrogativo che si pongono in tanti, considerato che per questo tratto di via Federico II di Svevia, già a rischio incidenti (è di pochi mesi fa l’ultimo incidente mortale), può trasformarsi in fonte di distrazione sia per i pedoni che per gli automobilisti. Poi si vuol capire, il Comune da questa mini esposizione inca-mera la TOSAP? Siamo in attesa di notizie.

Eventi

Donvito, Teresa Genco, Da-rio Magistro, Luca Nicastri, Angela Tamborrino, Giovan-ni Valletta, Giuseppe Vasco

RedazionePiazza Cesare Battisti, 18

70023 Gioia del [email protected]

EditoreAss. Culturale Hinterland

via G. Petroni, 33 - Bari

AmministrazioneFilippo Antonicelli

gioiademocraticaFoto

Archivio gioiademocraticaMaria CastellanetaMario Di Giuseppe

PubblicitàGianfranco Falcone

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Tipografi a SUMAvia De Gasperi, 44Sammichele di Bari

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La presentazione del libretto scritto da Paolo Covella ‘Giannino Mastrovito: “il Pavarotti degli ottoni”, ha offerto non solo l’occasione per celebrare un uomo che ha dato lustro e smalto alla città, ma anche ha costituito un evento, organizzato come un vero e proprio talk show, condotto da Vito Mavulli, cha ha proposto una rifl essione sulla banda di Gioia del Colle fra passato e presente guardando al futuro. Il libretto descrive la storia artistica e umana di Giannino: un mito per gli ap-passionati di musica gioiesi e non solo, gli orgogliosi testimoni della tradizione musicale e bandistica di Gioia del Colle che seguivano ammirati ed entusiasti il ‘canto’ del mitico fl icorno tenore, comunemente chiamato trombone, col qua-le Giannino infi ammava la piazza di mezza Italia. Il lavoro presenta la squisita qualità umana del musicista: una bella persona, un fuoriclasse, un professionista umile e di grande sensibilità, simbolo di lavoro e sacrifi cio. Un antidivo, qualità non molto diffusa fra i diversi ‘divi nostrani’, citati durante la serata quali Raffae-le Chiaia, famoso per generosità e come tombeur de femmes e il grande direttore Paolo Falcicchio famoso anche per le feroci invettive (‘Assassini’) lanciate a chi osava disturbare una sua esibizione.La passione per la banda e l’affetto per la persona hanno spinto Paolo Covella alla scrittura di quello che è un vero e proprio atto d’amore e venerazione verso la bella musica e la tradizione locale. Attraverso un sillogismo l’autore spiega lo stretto legame fra l’uomo e la banda: la banda è il simbolo riconosciuto della città di Gioia, Mastrovito è il simbolo della banda, Mastrovito è il simbolo rico-nosciuto della città.La storia della banda di Gioia e la natura della stessa comunità hanno molti aspet-ti in comune: a partire dal 1880 il paese ha mostrato verso la sua banda amore e passione accompagnate a simpatie verso un direttore o l’altro, pettegolezzi, invidie, piccole vendette: insomma dinamiche senza tempo.Il Sindaco Longo, con interesse e convinta attenzione, ha già da tempo orga-nizzato un piano di interventi per la promozione della banda: si svolgono prove in teatro, si sta attuando un coinvolgimento dei bambini, la banda ha suonato in Piazza Farnese a Roma, ha suonato in occasione del BIT l’Inno nazionale trasmesso via radio in tutta Italia, è allo studio un progetto intercomunale fra Gioia, Casamassima, Turi per formare una orchestra giovanile al fi ne di creare un vivaio. Oggi la banda è riconosciuta come un bene culturale, è un bene immateriale della comunità e specchio di essa.Ci piace pensare che uomini come Giannino, sensibile alla qualità dei maestri, dedito allo studio paziente e alla umile e continua ricerca del perfezionamento siano modello anche della comunità del futuro.

Piera De Giorgi

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