gioiademocratica gennaio 2012

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gioiademocratica gioiademocratica 1 Gennaio 2012 C omincia un anno decisivo per la politica gioiese, perciò vor- rei tranquillizzare i nostri elet- tori che il Partito Democratico è più che mai proiettato verso la creazione di una nuova proposta politica per la città. I capisaldi della nostra azione restano: 1) la costruzione di una lar- ga alleanza tra partiti e forze civiche; 2) la elaborazione partecipata di un programma qualificato e sostenibile; 3) la definizione delle candidature at- traverso le primarie. Questo abbiamo ribadito ai partiti che nei giorni scor- si abbiamo incontrato. Sin dall’estate scorsa, attraverso l’elaborazione di un documento politico-programmatico, ci siamo posti l’obiettivo di promuo- vere un dialogo ad ampio raggio con le forze politiche, i movimenti civici e l’associazionismo diffuso, allo scopo di creare un’ampia alleanza non solo politica, ma anche sociale per gover- nare bene la città dopo anni di crisi amministrative e per imprimere una svolta nel segno del rinnovamento e della partecipazione, evitando veti e contrapposizioni. Insomma un pro- getto che andasse oltre i confini del bipolarismo tradizionale, rifiutando i fenomeni di autoconservazione del ceto politico per un nuovo patto civi- co fondato sui temi della discontinuità e della buona politica. La posizione dei Moderati e la candidatura Povia sembrano configurarsi, invece, come una volontà di annessione al proprio schema, concepito come tradiziona- le aggregazione di potere, chiusa nel solco del ceto politico tradizionale e senza una reale volontà di apertura e di confronto, nascendo dal rifiuto di un disegno di larga alleanza fondata innanzitutto su basi programmatiche e dal rifiuto di individuare la guida di un’ampia coalizione con metodo con- diviso. Il Partito Democratico vuole di Gianni Valletta* di Paolo Covella Premiati gli sforzi del PD Come me non c’è nessuno... Intervista a M.T. Tracquilio ‘U S’rgent... Democrazia, parteci- pazione e solidarietà Un “pompiere” molto particolare La pace comunque e sempre A.L. Mongelli pag. 3 continua a pag. 2 M. C. De Carlo pag. 7 P. Covella pag. 4 A. Tamborrino pag. 3 S. D’Onghia pag. 7 G. Magistro pag. 5 gioiademocratica gioiademocratica gioia gioia demo demo cratica cratica Anno II n. 1 - Gennaio 2012 Supplemento a Paese&Paesi Distribuzione gratuita Agenzia Fondiaria-Sai - GIOIA DEL COLLE - Corso Garibaldi, 6 Tel. 0803431282 - 0803447075 - Fax. 0803441025 AGENTE GENERALE Antonello Bianco Eppur si muove! Eppur si muove! continua a pag. 2 Lo vedono all’angolo, in- castrato, muto, spiazzato. Vedono un PD fuori com- battimento, paralizzato, ammutolito. Ma, ci sorge un dubbio: lo vedono o lo vogliono vedere? Perché i fatti sono ben altri e vanno assolutamente ricordati. Al- trimenti si ha l’effetto-tre- no, per cui mentre il proprio vagone è fermo e l’altro è in movimento, si percepi- sce la sensazione opposta… Il prematuro attivismo dei Moderati, gli unici sinora apparsi in pubblico, è giu- stificato dall’azzardo di una impresa basata sullo schema feudale del “prima vengo io e poi si pensa”. E’ naturale che per giustificare questa pericolosa strategia, i protagonisti siano costretti a fischiare per farsi coraggio. Anche perché, se è vero che si vota verso fine maggio- inizio giugno, non è che possono andare avanti coi baciama- no di una volta. Ed infatti, ogni giorno che passa, la mac- china da guerra dei Moderati, si contorce, si riduce, si gonfia e si sgonfia. Se all’inizio erano in nove a ballare l’hully gully, ora sono rimasti in quattro. E, tra poco, forse saran- no in tre. Italia Futura, poi, è stata costretta a ridurre le sue ambi- zioni dopo il richiamo di Monteze- molo, che li ha intimati a non darsi troppe arie e li ha costretti a chia- marsi più modestamente Gioia Fu- tura. Si tratta della lista di Povia il quale, dopo aver abbandonato (sen- za mai aver spiegato bene il perché) il PD che lo ha reso ricco e famoso, Tutti gli occhi addosso al PD “Il vuoto, invece, a sinistra ha bisogno di ben altro, cioè di partecipazione e di fiducia da riallacciare tra cittadini, e tra cittadini e quelle istituzioni che esistono per organizzare politicamente i loro ideali e interessi. Questo - altro che sparire, arrendendosi alle difficoltà - è il compito che attende i partiti che stanno da quella parte, un compito che ha bisogno di idee e programmi, strutture politiche rinnovate e trasparenti, uomini e donne di cui ci si possa fidare. Non di salvatori che “scendono in campo”, ma di seri lavoratori della politica, degni del rispetto dei cittadini di cui si propongono come rappresentanti.” Gustavo Zagrebelsky BUON ANNO!

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Eppur si muove!

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Page 1: gioiademocratica gennaio 2012

gioiademocraticagioiademocratica 1Gennaio 2012

Comincia un anno decisivo per la politica gioiese, perciò vor-rei tranquillizzare i nostri elet-

tori che il Partito Democratico è più che mai proiettato verso la creazione di una nuova proposta politica per la città. I capisaldi della nostra azione restano: 1) la costruzione di una lar-ga alleanza tra partiti e forze civiche; 2) la elaborazione partecipata di un programma qualifi cato e sostenibile; 3) la defi nizione delle candidature at-traverso le primarie. Questo abbiamo ribadito ai partiti che nei giorni scor-si abbiamo incontrato. Sin dall’estate scorsa, attraverso l’elaborazione di un documento politico-programmatico, ci siamo posti l’obiettivo di promuo-vere un dialogo ad ampio raggio con le forze politiche, i movimenti civici e l’associazionismo diffuso, allo scopo di creare un’ampia alleanza non solo politica, ma anche sociale per gover-nare bene la città dopo anni di crisi amministrative e per imprimere una svolta nel segno del rinnovamento e della partecipazione, evitando veti e contrapposizioni. Insomma un pro-getto che andasse oltre i confi ni del bipolarismo tradizionale, rifi utando i fenomeni di autoconservazione del ceto politico per un nuovo patto civi-co fondato sui temi della discontinuità e della buona politica. La posizione dei Moderati e la candidatura Povia sembrano confi gurarsi, invece, come una volontà di annessione al proprio schema, concepito come tradiziona-le aggregazione di potere, chiusa nel solco del ceto politico tradizionale e senza una reale volontà di apertura e di confronto, nascendo dal rifi uto di un disegno di larga alleanza fondata innanzitutto su basi programmatiche e dal rifi uto di individuare la guida di un’ampia coalizione con metodo con-diviso. Il Partito Democratico vuole

di Gianni Valletta*

di Paolo Covella

Premiati gli sforzi del PD

Come me non c’è nessuno...

Intervista a M.T. Tracquilio

‘U S’rgent...

Democrazia, parteci-pazione e solidarietà

Un “pompiere” molto particolare

La pace comunquee sempre

A.L. Mongelli pag. 3continua a pag. 2 M. C. De Carlo pag. 7

P. Covella pag. 4A. Tamborrino pag. 3S. D’Onghia pag. 7

G. Magistro pag. 5

gioiademocraticagioiademocratica gioia gioiademodemocraticacraticaAnno II n. 1 - Gennaio 2012 Supplemento a Paese&Paesi Distribuzione gratuita

Agenzia Fondiaria-Sai - GIOIA DEL COLLE - Corso Garibaldi, 6 Tel. 0803431282 - 0803447075 - Fax. 0803441025

AGENTE GENERALEAntonello Bianco

Eppur si muove!Eppur si muove!

continua a pag. 2

Lo vedono all’angolo, in-castrato, muto, spiazzato. Vedono un PD fuori com-battimento, paralizzato, ammutolito. Ma, ci sorge un dubbio: lo vedono o lo vogliono vedere? Perché i fatti sono ben altri e vanno assolutamente ricordati. Al-trimenti si ha l’effetto-tre-no, per cui mentre il proprio vagone è fermo e l’altro è in movimento, si percepi-sce la sensazione opposta… Il prematuro attivismo dei Moderati, gli unici sinora apparsi in pubblico, è giu-stifi cato dall’azzardo di una impresa basata sullo schema feudale del “prima vengo io e poi si pensa”. E’ naturale che per giustifi care questa pericolosa strategia, i protagonisti siano costretti a fi schiare per farsi coraggio. Anche perché, se è vero che si vota verso fi ne maggio-inizio giugno, non è che possono andare avanti coi baciama-no di una volta. Ed infatti, ogni giorno che passa, la mac-china da guerra dei

Moderati, si contorce, si riduce, si gonfi a e si sgonfi a. Se all’inizio erano in nove a ballare l’hully gully, ora sono rimasti in quattro. E, tra poco, forse saran-no in tre. Italia Futura, poi, è stata costretta a ridurre le sue ambi-

zioni dopo il richiamo di Monteze-molo, che li ha intimati a non darsi troppe arie e li ha costretti a chia-marsi più modestamente Gioia Fu-tura. Si tratta della lista di Povia il quale, dopo aver abbandonato (sen-za mai aver spiegato bene il perché) il PD che lo ha reso ricco e famoso,

Tutti gli occhi addosso al PD

“Il vuoto, invece, a sinistra ha bisogno di ben altro, cioè di partecipazione e di fi ducia da riallacciare tra cittadini, e tra cittadini e quelle istituzioni che esistono per organizzare politicamente i loro ideali e interessi. Questo - altro che sparire, arrendendosi alle diffi coltà - è il compito che attende i partiti che stanno da quella parte, un compito che ha bisogno di idee e programmi, strutture politiche rinnovate e trasparenti, uomini e donne di cui ci si possa fi dare. Non di salvatori che “scendono in campo”, ma di seri lavoratori della politica, degni del rispetto dei cittadini di cui si propongono come rappresentanti.”

Gustavo Zagrebelsky

BUON ANNO!

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gioiademocraticagioiademocratica2 Gennaio 2012

ha subito il ricatto di Ventaglini, e si è ridotto a stare insieme all’Udc, a Fli (che forse sta per cambiare idea) e all’ Api (che non è la colonnina della benzina). Tutto qui. Schittulli ha bloccato i fervori dei suoi indigeni ed Emiliano, dopo avergli stiracchiato le orecchie, gli ha intimato di fare le pri-marie altrimenti non darà il suo simbolo se non c’è il PD. Non si ha più traccia del PS, della Puglia Prima di Tutto, dell’Io Sud, dei Moderati per Canonico ecc. Dove pensa di andare in queste condizioni l’Uomo della provvidenza edizione 2012? Ma torniamo al presunto immobilismo del PD. Sin da giugno, il partito aveva elaborato una strategia che, ancora oggi appare l’unica strada per fronteggiare il dilagare dell’antipolitica. Aveva chiesto di allargare quanto più possibile e senza pregiudiziali ideologiche la coalizione; di mettere mano ad un programma di qualità, fattibile e con-creto; di fare le primarie, nel caso si fossero presentate due o più richieste di candidature. Questa trilogia wagneriana, non è piaciuta ai Moderati, i quali hanno replicato con il loro trittico pucciniano: per le alleanze, prima di tutto vediamo cosa possiamo promettere agli amici…(un assessorato se te ne vieni con noi; una variazione urbanistica se ti metti in lista ecc. ecc.); per il programma, poi ne parliamo; per le primarie, non ne parliamo affatto. Come si vede, più che un trittico, si tratta di un atto unico dal titolo: Povia candidato a prescin- dere! Il PD, ha ribadito le sue posizioni che, si badi bene, a luglio furono condivise da tutti. E con quelle, ha avviato il dialogo con le altre forze politiche, dialogo che continuerà con altre aggregazioni politiche civiche e associative che compariranno sulla scena. (poche, ahimè, perché dalla società civi-le non arrivano rinforzi…). Senza fretta, però, che è quella che ha complicato la vita ai Moderati antemarcia. Poi avvierà le consultazioni al suo interno per indivi-duare la candidatura più giusta da porta-re al confronto con i possibili alleati in caso di primarie, ed infi ne partirà con la costruzione di un Cantie-re per il programma nel quale invitare i cittadini interessati a

dire la propria opinione, sull’idea di città che vogliono dopo anni di malgoverno. Di fronte a questa tranquilla e coerente strategia, la strapponeria dei prepotenti si è inceppata. E soprattutto dopo la venuta di Emiliano, Povia ha fatto sa-pere di voler ingoiare il rospo delle primarie. Anche se lo ha fatto col suo modo farfallone ed ambiguo del dire e non dire. Avrebbe pure detto che si tirerebbe indietro se gli si opponesse una donna o un giovane e poi, con somma cafo-neria, ha alluso alle candidature femminili che non debbono somigliare alla Olgettina di berlusconiana memoria ( e se lo dice lui…). Insomma, a quanto pare di capire, le primarie NON le vuole fare. E ha ordinato ai suoi trombettieri di mi-schiare le carte per contrastare qualche nominativo (quello della Prof. Piera De Giorgi che circola insistentemente da qualche tempo) che evidentemente gli fa perdere il sonno. Perciò Povia se deciderà di andare alle primarie, pretende che il competitore se lo debba scegliere lui. Qualche buon-tempone lo ha sicuramente preso per i fondelli sostenendo che il candidato in effetti deve “sapersi muovere in questa fase particolarmente delicata di crisi internazionale ”. Al momento, non si sa se il Pd ha avviato le ricerche parten-do direttamente dall’O-NU... Questo è dunque il leader che vuole go-vernare la città, sfi dare il mondo e che di fronte ad una consultazione che potrebbe persino aiu-tarlo, si è tirato indietro

inorridito. Ora ritornia-mo al PD: c’è ancora tempo per esplorare nuove alleanze e nuovi accordi programmatici. Se ciò sarà possibile, con tutte le mediazioni necessarie, un’altra coa-lizione potrà essere possibile. Altrimenti, se ci saranno an-cora le condizioni, si riproverà a far capire a chi ha lacerato frettolosamente e a freddo l’iniziale unità del centrosinistra, che deve prima di tutto rispettare le regole democratiche, i partiti, gli elettori, gli uomini e le donne. E poi accettare le tre condizioni di cui sopra: larghe alleanze, programma serio, primarie di coalizione. A quel punto la parola passerà al popolo delle primarie: se vorranno ritornare alla mine-stra riscaldata oppure vorranno puntare sul rinnovamento… Perché, come è noto, dopo le primarie, occorrerà vincere le … secondarie. Ma questa è tutta un’altra storia.

Politica & Attualità

essere protagonista e non compri-mario di qualsiasi progetto; pertan-to non può subire diktat o annessio-ni da qualunque parte provengano. La sua disponibilità degli ultimi giorni a confrontarsi con le prima-rie è il risultato anche della capar-bia azione del PD che da subito ha puntato su di esse. Per tutte queste ragioni, anche in relazione al fatto che altre forze vanno organizzan-dosi, vogliamo recuperare rapida-mente la nostra funzione di forza trainante, liberandoci sia dai pre-giudizi di carattere ideologico, sia dai condizionamenti di chi ritiene di renderci marginali e subalterni ricercando, sulla base di una inno-vativa piattaforma di sviluppo del-la città, la convergenza più ampia sia con forze politiche progressiste e moderate, sia con espressioni vi-tali della società gioiese. Nei pros-simi giorni, cominceremo subito a dar vita al Cantiere Programmatico coinvolgendo professionalità che possano dare un utile contributo alla elaborazione dello stesso e avvieremo il percorso di ricerca di un’eventuale candidatura da presentare agli altri partiti per poi decidere unitariamente le modalità con le quali pervenire alla proposta da offrire alla città per la sua guida politica e amministrativa.

*(Coordinatore dell’Esecutivo del Circolo PD)

Premiati gli sforzi del PD

Dalla prima paginaDalla prima paginap p g

Eppur si muove!Eppur si muove!

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gioiademocraticagioiademocratica 3Gennaio 2012

I Moderati candidano uffi cialmente Sergio Povia a sinda-co di Gioia del Colle: quindi abbiamo un nuovo partito capeggiato da Povia, ex imprenditore, ex impiegato di

banca, ex sindaco, ex consigliere regionale, ex consigliere provinciale, ex consigliere comunale. Uno che è arrivato “studiato” per amministrare la città di Gioia del Colle. Uno che oggi, ancora più “studiato” di ieri, si propone alla guida del nostro comune. Vanta al suo attivo uno splendido percorso politico-amministrativo che va dal 1994 al 1999; un controverso percorso politico dal 2000 al 2004; un ridimensionamento politico dal 2005 ad oggi. Uno dei presenti all’uffi cializzazione della candidatura, lo ha de-fi nito il “ migliore sulla piazza “ (per ora…). Tutti dimenticano che se nel periodo 1994-1999 non ci fos-sero stati insieme, a lui, Mastrovito Vito, Dentico Giuseppe, De Bellis Filippo, Michele Pavone, Donato Paradiso e altri consiglieri di minoranza e maggioranza dediti al lavoro di programmazione e studio serio e approfondito, senza bada-re all’interesse particolare e privato, quella compagine am-ministrativa non sarebbe oggi ricordata positivamente. Un giornale locale invece riporta con evidenza in virgolettato, la mega confusione che alberga nel progetto (quale?) dei Moderati. Chiedo a voi di aiutarmi a capire. Che cosa vuol dire quando si afferma che la coalizione di Povia è disponibile al dialogo “con coloro che voglio apri-re”? Aprire cosa? Cosa vuol dire “siamo pronti a un con-fronto anche con le primarie”? “Non chiudiamo a nessu-na realtà. Non mi sottraggo alle primarie ma non le vorrei fare”? E poi: su cosa vuol trovare l’accordo con uomini (non partiti né donne, né neofi ti della politica, né “ignorantati”)

senza una idea o un progetto amministrativo-gestionale? (Ma forse lo ha già e non vuole farcelo sapere…). Credo invece che ne abbia uno copiato da Cetto Laqualunque. Non contento della confusione già creata, prosegue dicendo che è disponibile a confrontarsi con chiunque voglia farlo. Su cosa? Non lo fa sapere. A questo punto, non ancora soddisfatto del totale smarri-mento degli astanti, si lancia nell’attacco. Il suo dire, fuori dalle “trincee del tifo” (dice lui) è un invito a farsi da parte: alleatevi con i Moderati e votate per me. Presidente Emilia-no hai compreso? Io poco: ma mi applicherò a fondo nella speranza di comprendere.

Politica & Attualità

Povia lascia il Pd e si candida a sindaco Emiliano a Gioia

Mercoledì 28 dicembre si è tenuta la convention dei Moderati, occasione attesa

nella quale si è tentato di sbrogliare l’intricato gomitolo di alleanze che dovrebbe comporre lo schieramento di centro pronto a candidarsi alle pros-sime amministra-tive.L’ i n t r o d u z i o n e è stata affi data a Nicola Ardillo e Filippo Donvito, i quali hanno chia-rito la genesi di questa realtà, nata ancor prima della caduta della Giunta Longo, (sic! ndr) per candidare Povia alle prossime ele-zioni. Preambolo necessario per annunciare la nuova realtà politica gioiese, è stata Gioia Futura, derivata dell’associazio-ne Italia Futura, che ne ha assistito la nascita. La struttura di questo schieramento si fonda anche sulla collaborazione di API, FLI e UDC, sigle che hanno già assicurato il sostegno al candidato sindaco, ma che non escludono altre partecipazioni, come è stato più volte ripetuto durante l’incontro.L’intervento di Povia chiarisce ulte-riormente i contorni di questa nuova

Angela Tamborrino

Giorgio Gasparre

Andrea Luigi Mongellicreatura. Egli stesso infatti, conferma la propria formazione liberal-socialista, che, a suo dire, non sarà in alcun modo mi-tigata dal moderatismo dello schiera-mento. Grazie a questa sua concezione politica e all’esperienza maturata nella prima giunta (nessuno se l’è sentita di commemorare la seconda giunta,

la sua permanenza in consiglio pro-vinciale e quella in consiglio regiona-le…), intorno a lui potrebbe crearsi un punto importante di aggregazione per costruire un concreto percorso dalle basi solide.Defi nisce questo “centro” come un prodotto fi nito, ma non esclude parte-cipazioni larghe, rivolgendosi in pri-mis al PD, e denunciandone, comun-que, l’estrema lentezza nel prendere decisioni (cioè di candidarlo, punto e basta….). Sul nodo cruciale delle pri-marie afferma di non porre il veto, ma

confessa di considerarlo uno strumen-to di democrazia debole e ineffi cace. L’opinione sui giovani in politica è positiva, purché questi abbiano un ba-gaglio solido di esperienza in ambito amministrativo e politico, come nel suo caso, sceso in politica dopo la diri-genza di un’azienda che contava centi-naia di operai; sei mesi di segreteria in

un partito, afferma, non sono suffi cien-ti per formare una personalità pronta alla candidatura. Tuttavia, si dice molto favorevole all’ingresso delle donne in politica, le considera abili nel-lo sbrogliare que-stioni intricate…ma nessun riferi-mento al loro ruolo

nello specifi co. In fondo, aggiunge, se vi fossero giova-ni e donne in grado di sostenere una candidatura, sarebbe il primo a fare un passo in dietro.Per quanto riguarda il programma da presentare nella prossima campagna elettorale, sostiene come sia necessa-rio formare innanzitutto una squadra compatta e poi andare avanti, ricalcan-do quelle che sono state le mosse delle amministrazioni da lui guidate negli anni precedenti, trovando le soluzioni vincenti e pronte ad essere riproposte per l’attuale situazione della città.

Come me non c’è nessuno... Un “pompiere”molto particolare

Quando si entra di forza nell’agone politico, alla vigilia di una campa-

gna elettorale che si preannun-cia decisamente ostica per tut-ti, diventa pressoché obbligato chiedere l’ausilio di qualcuno, giusto per tentare di rimettere in sesto un mondo politico assilla-to da personalismi, preconcetti e fughe in avanti. “Pompiere” di turno in questa occasione è sta-to Michele Emiliano, il quale ha risposto “ presente “ all’invito di Dino Tuccillo, il suo riferimen-to territoriale dell’Associazio-ne socio culturale “Territorio e Partecipazione” (Lista Emiliano) che ha svolto il suo convegno di presentazione il 28 scorso nel-la De Deo. Qui a Gioia, la Lista Emiliano si era già sistemata nel-la coalizione dei Moderati capeg-giata da Povia. Ma dal poderoso Michelone che, è bene ricordarlo, è il presidente regionale del PD, sono venuti preziosi insegnamenti per tutti, ma soprattutto a coloro i quali hanno scelto di partire sen-za controllare bene acqua, olio e gomme…L’intervento a tutto cam-po di Emiliano è stato illuminante quando ha affrontato i temi della programmazione territoriale. Ma, quando qualcuno lo ha tirato per i capelli sulle vicende gioiesi, il sindaco di Bari ha risposto con calma olimpionica, mettendo in chiaro quattro cose. 1) Le coalizioni vengono prima delle persone.2) I programmi debbono essere il vero terreno di confronto delle coalizioni.3) Le primarie sono decisive per far partecipare i cittadini alle scelte politiche e combattere l’an-tipolitica. 4) Il suo Movimento non starà mai in una coalizione dove non c’è il PD.Non mi permetterei mai di “usa-re” Michele Emiliano a fi ni di polemica politica. Ma, scorrendo i giornali di queste settimane, la sua limpida conversazione, a me è

parsa oltre che una lezione di buona politica, anche una tira-ta di orecchi a chi ha avviato frettolosamen-te il percorso in altre ambi-gue ed incom-prensibili dire-zioni.

Quando il Pd gioiese manifestava unito

Il tavolo dei moderati

Scendere nell’agone della politica o risalire le scale del potere?

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gioiademocraticagioiademocratica4 Gennaio 2012Politica & Attualità

Peppino Vasco

Pietro l’Eremita

L’ex sindaco Piero Longo, si è dannato per radunare un po’ di associazioni, costruendosi un eremo proprio di

fronte al municipio che prima o poi fi nirà per trasformare in comitato elettorale. In tal modo, egli ha fortemente intaccato l’auto-nomia delle associazioni che rappresenta l’essenza della loro funzione. A nulla gli è servita la lezione del recente Convegno “Tutti per Gioia, Gioia per tutti “organiz-zata dall’associazione Obiettivo Gioia pre-sieduta da A. M. Longo. Il sindaco, con sa-piente bilancino, ha piazzato i suoi adepti nelle tante associazioni locali a fi ni non cer-to fi lantropici. Nel Comitato pro Montursi, tanto per fare un esempio, sapete come ha giustifi cato la sua presenza uno dei suoi uomini? Dicendo che ciò gli spettava in quanto… ha avuto parecchi voti di preferenza in quella zona…! Che Longo avesse come obiettivo quello di “occupare” le associazioni, era noto da tempo. Ognuno è libero di fare quello che vuole, soprattutto se ci sono associazioni che vogliono farsi occupare. Ma alle asso-ciazioni deve essere lasciata la libertà di iniziativa e di proposta per far cre-scere il livello culturale della città. Più volte abbiamo chiesto di creare una struttura istituzionale per evitare le sovrapposizioni delle iniziative : e questa non può che risiedere sulla Biblioteca o nella Pro Loco o sui Servizi sociali. Tutto questo è in linea con il tono eternamente autocelebrativo del personag-gio e dei suoi ciambellani che lo hanno distratto a tal punto da fargli dimenti-care di governare la città. Con tutto quello che ne è seguito….. Se invece di costruirsi un eremo pro domo sua Longo avesse mantenuto fede a quanto affermarono in quel convegno i vari Pino Romano, Nicola Roma-nelli, Dina Montebello Orietta Limitone, Enzo Capozzi ecc, sarebbe stato apprezzato molto di più.

Nonostante tutto, rivinceremo

Maria Teresa Tracquilio è una militante storica della destra locale. Ha una idea “antica”

della politica e quindi solidamente an-corata a valori che oggi gli opportunisti di ogni colore tendono ad irridere. Le ho chiesto di descrivermi la situazione del centrodestra, dopo lo tsunami pro-vocato dalla caduta del sindaco Longo.Dopo il fuggi-fuggi generale, il PDL esiste ancora?Certo che esiste. E le sue diffi coltà sono assi simili a quelle di tutti gli schieramenti che an-tepongono gli interessi personali alla buona po-litica.Avete una idea-forza con la quale affrontare le prossime elezioni?Si. Ed è quella di co-struire una ampia coa-lizione di partiti che possano giovarsi dell’entusiasmo suscitato dal lavoro del sindaco Longo e che sappia illu-strare quanto di buono fatto dalla sua amministrazione;.Ma allora perché è stato mandato a casa?Ha avuto troppa fi ducia nei suoi col-laboratori. Evidentemente mal riposta.E quali sarebbero stati i suoi meriti?La creatività innanzitutto. Che ha sa-puto rallegrare una città che oggi tutti

considerano più triste ed abbandonata a se stessa.Tre consiglieri della sua maggioranza lo hanno sfi duciatoForse perché insoddisfatti, inappaga-ti (nel senso migliore del termine). O forse perché un tantino individualisti.Una prospettiva diffi cile, dunque.Ci vogliono ancora 5 mesi per andare a votare. Ne vedremo delle belle…

Troppi poli moderati in giro: non è la conferma che il centro destra non riesce a stare insieme?Noi vogliamo dialogare coi Moderati. Ma loro sono già partiti armi e bagagli e quindi più che dialogo, quelli vogliono l’annessione.E con l’iceberg vagante della Puglia prima di tut-to?La prospettiva di un dia-logo vero è sempre più aperta.Si parla di esitazione nel

ricandidare Longo…Non è vero. E’ lui che si è posto in una corretta logica democratica. Allargare la coalizione, confrontarsi sulle cose da fare e scegliere insieme il candidato sindaco, se del caso, anche facendo un passo indietro.Previsioni per il futuro?Nonostante tutto, il consenso di Longo è ancora ben percepibile nella popola-zione. Riconfermeremo la vittoria del centro destra.

Paolo Covella

Intervista alla Coordinatrice del PDL

... ma per vincere si affi dano anche a Gesù Bambino

la vetrina dell’eremo

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gioiademocraticagioiademocratica 5Gennaio 2012 Attualità

Il processo di riforma degli inter-venti sociali è disciplinato dalla Legge nazionale 328/00 e raffor-

zato dalla Reg. Puglia con la Legge 19/06. La riforma in verità non riguar-da solo il settore sociale ma anche quello sanitario. Comuni e A.USL se fi no a quel momento si incontrava-no raramente, con la riforma sono indotti a frequentarsi assiduamente e a concertare insieme gli interventi socio-sanitari per il territorio di rife-rimento. A concertare gli interventi socio-sanitari con il territorio, cioè con le associazioni, le scuole, i sindacati, le famiglie, i cittadini. Anche il terri-torio trova delle novità con la riforma nazionale. L’ambito comunale viene superato da quello zonale, ovvero di Distretto, e la distanza tra servizi so-ciali e cittadini si accorcia sempre più. Viviamo in una nazione dove le poli-tiche sociali occupano sempre meno la scena dei talk show politici, se non per farsi propaganda. La Ministra Elsa Fornero ha parlato pubblicamente del ‘reddito minimo garantito, come mi-sura di workfare necessaria per la ri-forma del mercato del lavoro. Erano anni che non sentivo dirlo in Tv, da un Ministro poi. Ma in Italia c’è qualcosa di cui andare fi eri. C’è stata la riforma del welfare ma anche la modifi ca del Titolo V della Costituzione, e in par-ticolare l’art. 118 “il principio di sus-sidiarietà”. Siamo nel 2001, dopo un lungo iter normativo il Governo Prodi approva la riforma e impartisce una lezione di democrazia: applica il nuo-vo paradigma paritario e pluralista, in particolare emerge un nesso stretto fra democrazia e sussidiarietà orizzontale. Cosa vuol dire? Vuol dire che sono ga-rantiti i diritti fondamentali di parteci-pazione da parte dei cittadini (singoli e associati) di assumere autonomamente iniziative nell’ interesse generale de-gli italiani. Una prerogativa esclusiva

Il PD ha organizza-to un incontro con Elena Gentile, As-sessore al settore Welfare e Lavoro della Regione Pu-glia, donna del PD pugliese, premiata simbolicamente più volte dalla Com-missione Europea per le politiche sociali innovative guidate dal suo assessorato. In un periodo delicato politicamente ed economicamente è importante rifl et-tere sulle politiche sociali del futuro, per anticiparne, per quanto possibile, il precipitare della crisi. Capire so-prattutto le direttive

politiche che la Regione Puglia si impegna a rispettare nei prossimi periodi e come i territori possono e devono rispondere per migliorare le politiche di welfare. I territori comunali rispettano un documento d’impegno con la Regione Puglia che si chiama Piano di Zona, e con l’Ass. Elena Gentile capiremo le potenzialità dell’Ambito di Gioia del Colle e quali debbono essere le politiche necessarie per incremen-tare il capitale sociale nella comunità locale. Parleremo della deli-cata situazione dell’Asilo comunale, dei progetti approvati ma non ancora partiti e dei fondi disponibili.Le associazioni, i cittadini, le famiglie sono invitati a parteci-pare al dibattito che si terrà martedì 10 gennaio alle ore 18,30, nella Sala De Deo.

Democrazia, partecipazione e solidarietàGiovanna Magistro dello Stato viene riconosciuta anche

ai soggetti che si attivano per i diritti sociali e per la libertà. Per poter essere cittadini attivi e responsabili è neces-sario essere liberi e non vivere sotto regime o sotto un governo autoritario. “Liberi dal bisogno”, cioè realizzare le proprie capacità e partecipare all’or-ganizzazione politica, economica e sociale del Paese. Capite quale vittoria

è questa? Il principio di sussidiarietà orizzontale è espressione di democra-zia ed è soprattutto una forma di parte-cipazione piena, considerata la storica cultura dell’amministrazione italiana del paradigma bipolare dove la libertà la si manifesta attraverso l’esercizio del diritto di voto, l’attività dei parti-ti politici, dei sindacati e di qualche organizzazione sociale. Mentre con

questa riforma del 2001 in Italia la Repubblica ha messo in condizioni la cittadinanza di partecipare, con lo Sta-to, a perseguire gli interessi generali del Paese. Un grande riconoscimento, soprattutto al Terzo Settore, che ha sempre combattuto proprio per questi diritti, spesso in silenzio e spesso con il ruolo della cenerentola, con tanto volontariato e poche risorse.

Parte il laboratorio Urbano

Il prossimo 12 gennaio si aprono le por-te del Laboratorio Urbano di Gioia del Colle e Turi, e non a caso, l’evento sarà

celebrato con una mostra di opere prodotte da artisti locali. La gestione di questa real-tà infatti (come ci spiegano le associazioni promotrici), “dovrà avvenire in rapporto sinergico e privilegiato con le associa-zioni del territorio. Infatti, il laboratorio, ospitato in via A. Gatta, nella Palazzina dei servizi Sociali, fatto salvo il principio del coordinamento delle attività di tutti i laboratori e delle realtà culturali create dai Bollenti Spiriti dalla Regione Puglia, mira a creare i presupposti per lo sviluppo delle professionalità in ambito artistico-cultu-rale, sia a livello dei formatori locali, che hanno accumulato formazione in seguito a processi di formazione universitaria e attraverso il praticantato, sia come inve-stimento a favore delle generazioni scola-stiche che potrebbero trovare nelle attività del laboratorio uno sbocco alternativo di carattere ricreativo e, soprattutto per le classi di età più mature, anche di caratte-re professionale.” Questa iniziativa offre l’occasione per rifl ettere sull’importanza della gestione della cultura nel nostro pae-se. La presenza di risorse culturali impor-tanti come il teatro Rossini e la distilleria Cassano, rende responsabili i cittadini di una ricchezza importante, da sfruttare al meglio delle possibilità.

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gioiademocraticagioiademocratica 7Gennaio 2012 Storia & Cultura

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‘U S’rgent... nella neveSergio D’Onghia

«Ho ancora nel naso l’odore che faceva il grasso sul fucile mitragliatore arroventato. Ho

ancora nelle orecchie e sin dentro il cervello il rumore della neve che crocchiava sotto le scarpe, gli ster-nuti e i colpi di tosse delle vedette russe, il suono delle erbe secche bat-tute dal vento sulle rive del Don». Così l’incipit de Il sergente nella neve, il commo-vente ed appas-sionante racconto di Mario Rigoni Stern, che ricorda la drammatica riti-rata - nell’inverno del ’42 - di ciò che restava del corpo d’armata alpino in Russia. Questa di-sastrosa sconfi tta, che a ragione può essere considerata una delle pagine più tristi della nostra storia unitaria, legò il destino di migliaia di italiani, prove-nienti da ogni angolo della Penisola, sotto le insegne di quel tricolore che ogni soldato sentiva come la sua sola ed unica bandiera. Anche il nostro paese ha pagato un conto dolorosissimo di vite umane in quel-la sciagurata campagna di Russia. Pochi sanno, però, che anche Gioia ha avuto il suo s’rgent nella neve,

merito di un agnome secolare di fami-glia, non di un grado militare cucito sul braccio. Stiamo parlando di Ludovico Donato, classe 1920, un ragazzotto ar-zillo e lucidissimo, che mi ha regalato, durante queste feste natalizie, un me-raviglioso pomeriggio di ricordi: dal reclutamento a Roma, sino ai lunghi ed estenuanti spostamenti sul fronte Russo. I suoi racconti, ormai pacifi cati dagli anni, fl uivano con una intensità

narrativa che, spesso, si materializ-zava nelle solide ed antiche mani da contadino. Grazie ad esse era venuto fuori da quell’inferno di ghiaccio, sen-za mai sparare un solo colpo contro il nemico. Marce estenuanti, con decine di gradi sotto zero, durante le quali le dita si erano ancorate alla vita, sosti-tuendosi ai piedi e alle gambe semi congelate. E poi gli interminabili turni di guardia, trascorsi in pattugliamen-ti lungo le anse gelate dei fi umi, e le

fughe dai capisaldi, con un gruppo di compaesani e commilitoni, per cerca-re qualcosa da mangiare. Molte volte, mi ha confi dato, ha creduto di morire. Ma in guerra, si sa, la morte è tutt’altro che imprevedibile. Come quella volta in cui il fuoco dell’artiglieria, che illu-minava per chilometri il paesaggio lu-nare delle immense pianure innevate, si portò via, nei pressi di Stalingrado, migliaia e migliaia di soldati, tra cui

anche un suo cognato di nome Tonino. L’impressione di quei giorni pare, ancora oggi, cristallizzata in quel ghiaccio che induriva le ciglia, chiudendogli provvidenzialmente la vista su quella inaudita tragedia umana. Ma nul-la poteva il suo animo per difendersi dal tuono terrifi cante delle granate, dal sibilo dei proiettili che fi schiavano sugli elmetti, dalle

urla di dolore durante la tre-gua, dalle cantilene dei rosari ingoiate a fatica, per evitare che il cuore saltasse fuori dal-la gola, ad ogni allarme. Non ricorda il numero dei compa-esani che non hanno più fatto ritorno a casa; ma rammenta, commosso, l’ospitalità delle povere famiglie russe che, in quelle gelide notti dal freddo polare, non negavano mai un

angolo tiepido delle loro mi-sere case, un boccone caldo o un bicchiere di latte a que-gli sciagurati nemici italiani. Sono stati questi semplici momenti di “normalità” a dargli la voglia e il coraggio per non lasciarsi sopraffare dalla cattiveria della guerra. Donatuccio è ancora qui, oramai tra i pochi, a raccontare l’esperienza più dura della sua vita, senza nemmeno rendersi conto di quanto il sacrifi cio dei suoi giovani anni abbia contribuito a cementare la storia unitaria della nostra nazio-ne. Sarebbe un gran gesto se a set-tant’anni precisi da quegli avveni-menti (febbraio 1942) – per lui, così per i tanti gioiesi della campagna di Russia - se ne ricordasse anche il nostro comune. Da parte nostra, in queste poche righe, abbiamo prova-to a farlo.Soldati italiani alla campagna di Russia

La pace comunque e sempreMaria Cristina De Carlo “Gioia del Colle è un paese di Pace e questa sera lo sta dimostrando”. Sono le parole dette da Nicola Romanelli, rappresentante di “Libera”, lo scorso 20 dicembre in occasione dell’incontro voluto fortemente dal Comitato della Pace “L’amicizia tra i popoli unisce. La guerra divide”.Nicola Romanelli ha moderato la ta-vola rotonda alla quale hanno preso parte le associazioni gioiesi Arci Le-bowski e Libera, insieme all’associa-zione Etnie.L’incontro si è svolto all’interno del Chiostro di Palazzo San Domenico alla presenza dei richiedenti asilo po-litici ospiti al Wa. Ro.Si. di Gioia del Colle e dei cittadini gioiesi.Il meeting ha rappresentato un’occa-sione concreta per conoscere i ragazzi

i quali hanno raccontato le loro storie di vita. Storie e racconti che hanno emozionato tutti i presenti.Ognuno aveva qualcosa da dire, ognu-no aveva qualcosa da raccontare. Lin-gue differenti e storie diverse: tutti erano lì presenti per condivide-re un momento di conoscenza e accoglienza per chi è dovu-to fuggire dalla propria terra per una guerra non voluta.Il rappresen-tante di Etnie Francesco Vinod Monopoli, presente all’incontro, ha promosso la raccolta fi rme volta a garantire una miglior forma di protezione per i richiedenti

asilo. “Attendiamo delle risposte da sei mesi – spiega il coordinatore di Etnie Fran-cesco Vinod Monopoli – Noi come loro abbiamo bisogno di risposte dal Governo Centrale. A febbraio forse ri-

ceveremo le prime ri-sposte e se l’esito sarà negativo, questi ragaz-zi presenti sul nostro territorio da diverso tempo diventeranno clandestini e sicura-mente entreranno a far parte della macchina del lavoro nero, dove verranno sfruttati e sottopagati”.

Il rischio è altro e il Comitato della Pace sta facendo di tutto per evitare il peggio. Oltre alla raccolta fi rme pro-mossa da Etnie (alla quale si può ade-

rire sul sito www.etnie.it), il Comitato di Gioia del Colle si sta impegnando a scrivere una lettera indirizzata al Presidente Giorgio Napolitano nella quale verranno evidenziate le carenze governative in questa materia.Al meeting erano presenti anche di-versi docenti delle scuole di Gio-ia del Colle che in questo periodo si stanno impegnando ad insegnare, attraverso lezioni pomeridiane, l’ita-liano ai ragazzi richiedenti asilo. Già dalla prime settimane i risultati sono ottimi.“L’amicizia tra i popoli unisce. La guerra divide” è stata la prima occa-sione di conoscenza diretta tra i citta-dini gioiesi e i ragazzi ospiti al Wa.Ro.Si. L’intento del Comitato della Pace è continuare ad organizzare eventi in-terculturali per approfondire la cono-scenza di questa diffi cile realtà.

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gioiademocraticagioiademocratica8 Gennaio 2012

Servizio Sanitario Regionale, il quale sta diventando sempre più un colabrodo, non certo per colpa di 36 poveri dializzati.Né si giustifi ca la decisione di chiudere il servizio dialisi se appena si considera

il livello di prestazione, eccellente e profes-sionalmente qualifi cato dell’intero persona-le medico - infermieristico, egregiamente coordinato e diretto, con tanto scrupolo e grande attenzione e umanità, dal responsa-bile dottor Michele Giannattasio .Noi siamo riconoscenti a tutti loro e qui ne vogliamo dare pubblica testimonianza: sem-pre pronti e attenti a seguire i nostri bisogni e a risolvere i nostri problemi, con pazienza e, sottolineiamo ancora una volta, con pro-fessionalità e umanità.Orbene, noi diciamo con forza che il servi-zio dialisi di Gioia del Colle non deve essere chiuso e, perciò, chiediamo al Direttore Ge-nerale della ASL Bari di ritornare sui suoi passi per riconsiderare con più attenzione l’infausta decisione.Intervenga in merito anche l’assessore re-gionale, dott. Fiore, onde scongiurare la pa-ventata chiusura.Noi vigileremo e non ci arrenderemo. Use-

remo tutti i mezzi possibili per difendere con i denti un sacrosanto diritto che non può esserci

scippato, anche in termini di facilità di accesso.La vita delle persone non può e non deve essere sacrifi cata sull’altare di un mero e freddo calcolo economico.Attendiamo notizie”.Gioia del Colle, 22 dicembre 2011

Donato Milano e altri

Sanità

Supplemento a Paese&Paesi

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Gasparre, Teresa Genco, Dario Magistro, Giovanna Magistro, Luca Nicastri, An-gela Tamborrino, Giovanni Valletta, Giuseppe Vasco.Ha collaborato: Maria Cristi-na De Carlo

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Lettera dei dializzati a Colasanto e Fiore“Venuti a conoscenza della sciagurata ipotesi di una più che probabile chiusu-

ra del servizio dialisi attivo presso l’ospedale “Paradiso” di Gioia del Colle, noi, dializzati che ci avvaliamo di tale servizio vitale per la nostra soprav-

vivenza, esprimiamo tutta la nostra indigna-zione, amarezza, il nostro disappunto, la no-stra ferma contrarietà per questa malaugu-rata e dissennata decisione della Direzione Generale della ASL Bari.Attualmente siamo 36 i dializzati fruitori del sevizio in discussione: 36 pazienti, per lo più anziani, con diffi coltà di spostamento autonomo e ridotta autonomia. Dove pensa-te di assegnarci, o meglio di “spedirci” per il prosieguo di un servizio per noi necessa-rio come l’aria che respiriamo? Non solo una sorte avversa ci ha condannati a vita a dipendere costantemente dai macchinari; adesso poi dovremmo subire la beffa di do-verci “arrangiare” se vogliamo continuare a purifi care il nostro sangue.Ma come? A giorni alterni siamo in dialisi per ben 4 ore giornaliere continuative: non possiamo essere sbattuti da una parte all’al-tra, come oggetti mal sopportati e ingom-branti. Dove va a fi nire la nostra dignità di persone, se questo nome ha ancora un senso in questa società balorda che tutto mercifi ca, tutto riduce a freddi numeri da incolonnare esclusivamente per far quadrare i conti di una disumana economia?Sono ben altri i servizi e gli sprechi da tagliare e tenere sotto controllo nel nostro

Il centro dialisi di Gioia presente nel “Paradiso”