Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

84
IDEE TENDENZE MERCATI BUSINESS N.3 l APRILE 2013 l TRIMESTRALE Fruitbookmagazine DELOCALIZZARE LA PRODUZIONE CONVIENE? Ha 37 anni ed è italiano l’imprenditore che ha portato in Europa i primi aerei cargo completi di meloni. Obiettivo: anticipare la campagna con un prodotto di qualità che non ha nulla di esotico ELNATHEDITORE

description

 

Transcript of Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Page 1: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

IDEE TENDENZEMERCATI BUSINESS N.3 l APRILE 2013 l TRIMESTRALE

Fru

itb

oo

kmag

azin

e DELOCALIZZARELA PRODUZIONE CONVIENE?Ha 37 anni ed è italiano l’imprenditoreche ha portato in Europa i primi aereicargo completi di meloni. Obiettivo:anticipare la campagna con un prodottodi qualità che non ha nulla di esotico

ELNATHEDITORE

Page 2: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Ricca di vitamine A, B, PP e C, ideale come coadiuvant dellacura degli stati influenzali

Ricca di antiossidanticontro l'invecchiamento

Effetti benefici sullamicrocircolazione

Una sferzata di energia, ideale per chi pratica sport

Rosaria. La salute vienmangiando. E bevendo.

Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo diproduttori associati secondo rigorose tecniche di produzione integrata.Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”:infatti, grazie alla forte escursione termica tra il giorno e la notte, siaccelera il processo di pigmentazione che fa diventare rosse le arancee che dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.

Rosaria è l'arancia rossa coltivaproduttori associati secondo rigFresca, succosa, profumata e coinfatti, grazie alla forte escuraccelera il processo di pigmene che dà loro un'inconfondibi

Oggi Rosaria è anche spremuta 100%,sempre fresca e disponibile tutto l’anno.

Page 3: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Editoriale

1

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

| Eugenio Felice

Coop, Dico e lo spremiagrumiChe le cose non andassero troppo bene alla Dico, la catena discount dellaCoop, era cosa risaputa tra gli addetti ai lavori. Il fatturato nel 2011 erastato di circa 560 milioni di euro, una ventina in meno dell’anno preceden-te. E parliamo del canale discount, che in Italia negli ultimi anni è cresciu-to più di ogni altro. La vendita dei 342 punti vendita al gruppo laziale Tuo(aderente a Despar), completata a finemarzo, non deve quindi sorprendere piùdi tanto. La scelta di Coop è motivatadall’esigenza di focalizzarsi sul core bu-siness dei supermercati e dei negozi divicinato. L’operazione infatti comportaanche l’acquisizione da parte di Coop di54 supermercati a insegna Despar e In-grande presenti nel Lazio. Allo stessotempo il gruppo Tuo consolida il suoorientamento sul canale discount, an-dando ad aggiungere la rete Dico agli 89 discount a insegna Tuodi di cui ègià in possesso. Un’operazione fatta quasi in famiglia, considerando cheentrambe le realtà aderiscono a Centrale Italiana, che è la maggiore cen-trale di acquisto in Italia. Tutti contenti quindi? Non proprio. I fornitoridella Dico, chiamati a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, dove hasede Coop Italia, sono stati “informati” che sì, avranno buone possibilità diproseguire i rapporti di fornitura, ma no, i pagamenti delle fatture giàemesse, ma non ancora saldate, non potranno essere fatti prima del pros-simo anno. “Una vergogna, sono schifato!”, dichiara un fornitore di orto-frutta che preferisce tenere l’anonimato. “Non abbiamo accettato le lorocondizioni e abbiamo passato la pratica al nostro legale. Già acquistavanoa prezzi da fame, ora anche questa. E poi diciamola tutta, questa storia deipagamenti è uno scandalo. I supermercati incassano subito, perché parlia-mo di prodotti altamente deperibili, e ci pagano a 60 giorni. Come si fa adandare avanti così? Ormai ci hanno spremuto come limoni. Una vergogna”.E una caduta di stile, aggiungiamo noi, per Coop Italia.

Page 4: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Euro Pool System, scopri i vantaggi

www.europoolsystem.it

Uno studio indipendente effettuato da Fraunhofer

Institute e l’Università di Stoccarda, rivela che

l’ imballaggio riutilizzabile produce emissioni di

gran lunga più basse rispetto al monouso.

Ogni anno gli imballaggi a rendere di Euro Pool

System permettono ai clienti di risparmiare più di

273 milioni di chili di CO2 rispetto all’utilizzo

in imballaggi di cartone.

Siete interessati a una riduzione dei costi

attraverso una logistica sostenibile?

Vi preghiamo di contattarci o di consultare il

nostro sito web.

un sistema affidabileun sistema innovativoun sistema “green”un sistema unico

Page 5: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

CONTENUTIEDITORIALESOMMARIOIMMAGINI

BUONE NOTIZIETRENDDICONO DI NOIMARKETINGMENS SANA

KIWIFRUIT OF ITALY SBARCA IN COREA CON IL NUOVO MARCHIO KIWAY

INFIA, CON IL NUOVO SISTEMADI FISSAGGIO DEL MANICO IL CESTINO È MONOMATERIALE

PANORAMAiFRESH

22 / PRODURRE INAFRICA. LA SFIDA, VINTA,DI BRUNO FRANCESCON

38 / ZESPRI, CONVIVERECON LA BATTERIOSIINNOVANDO ANCORA

30 / MELE, È ORA DI CAMBIARE PASSO SULL’INNOVAZIONE

46 / IN ITALIA IN 36ORE: LA QUALITÀ SECONDOFRÉSON DE PALOS

50 / L’INNOVAZIONEVARIETALE FA CRESCERE LA FRAGOLA SCALIGERA

36 / SOTTO PRESSIONELA COOPERAZIONE IN TRENTINO

136

1214161820

44

62

7680

3

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

PAG.

[email protected]

IDEE, TENDENZE, MERCATI, BUSINESS.

ASSICURATEVIUN’INFORMAZIONE

INDIPENDENTE E DIFFERENTE

LEGGERE FACRESCEREAbbonatevi entro

il 30 giugno,(60 euro),

vi regaliamo duenumeri

(luglio e ottobre 2013)

e l’abbonamentoscadrà a dicembre

2014!

Page 6: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APTILE 2013

4

54 / VARIETÀ RIFIOREN-TI, COLTIVATE FUORI SUOLO.IMPIANTO PILOTA SULLEMONTAGNE VERONESI

70 / CONSUMI IN FLESSIONE, COSTI INAUMENTO, BRACCIO DIFERRO TRA GLI SCAFFALI

56 / PIÙ PRODUTTIVITÀ,UN SOLO MATERIALE: ECCOL’ECOPUNNET

72 / EATALY DI NEWYORK: FRUTTA E VERDURAVENGONO DALL’HUDSON ( E DA TREVISO )

64 / EUROSPIN A QUOTAMILLE, VA FORTE LA SPESAINTELLIGENTE

PubblicitàALEXANDRA GROUPAPO SCALIGERACLAUSE ITALIADOLEEURO POOL SYSTEMFRESH PRODUCE UKRAINEFRÉSON DE PALOSFRUITECHFRUTTEXPORT QUALITÀGARDEN FRUTTALA LINEA VERDEMACFRUTORTOROMIRETARDERRIJK ZWAANROSARIASORMASYNGENTAVALFRUTTA FRESCOZESPRI

IV692752

7533556619III53171321II

15293563

Direttore responsabile:Eugenio Felice

Hanno collaborato:Marta Baldini, Camilla Madinelli, Irene Pasquetto, Maurizio Pisani,

Isidoro Trovato

Redazione e Pubblicità:Via Poiano 53

37029 - San Pietro in Cariano (Vr)Tel. 045.6837296

[email protected]@fruitbookmagazine.it

Abbonamenti:Spedizione in abbonamento postale

Abbonamento Italia: 60,00 euroAbbonamento Europa: 100,00 [email protected]

Graphic designer:Marco Fogliatti

Fotolito e stampa:Vergraf Srl - Via della Metallurgia 11

37139 - Verona

Tiratura numero aprile 2013:6.000 copie

Testata registratapresso il Tribunale di Verona

Associato all'Unione StampaPeriodica Italiana

ELNATHEDITORE

LOGO USPIDA METTERE

Page 7: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Da dove viene la tua banana? Entra in Dole-earth.com e scoprirai l‘origine e tante informazioni interessanti sulle banane Dole, basta inserire il codice che trovi sulla banana.

www.dole.itwww.dole-earth.com

Page 8: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

L’innovazione

Berlino,7 febbraio 2013

Ha fatto il suo esordio a Fruit Logisticaed è piaciuto molto ai retailer del NordEuropa l’involucro di cartoncino brevet-tato dell’Azienda Agricola Fornari diCannetto sull’Oglio (Mn) capace digarantire una conservazione ottimale infrigo di riccia e scarola per una setti-mana. Vendita a pezzo, non a chilo.im

mag

ini

Foto

: Andre

a Fe

lice

Page 9: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013
Page 10: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

L’intraprendenza

Montichiari (Bs),5 aprile 2013

In corso le operazioni di sbarco dei binsdi meloni provenienti dal Senegal. Dal-la fusoliera del DC-10 della Avientusciranno 80 tonnellate di prodotto, inmeno di due ore. È il primo anno chedegli aerei cargo completi di meloniarrivano in Europa e il merito e dell’ita-lianissima OP Francescon.im

mag

ini

Foto

: Andre

a Fe

lice

Page 11: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013
Page 12: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

L’imprevedibile

Fumane (Vr),26 marzo 2013

Da pochi giorni è iniziata la primavera escende l’ultima neve sulle gemme deiciliegi sulle colline di Verona. Bisogneràaspettare fino al 12 aprile per vederel’inizio della tanto attesa bella stagione.Il primo trimestre dell’anno verrà ricor-dato come uno dei più freddi e piovosidel secolo in tutta Europa.im

mag

ini

Page 13: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013
Page 14: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

12

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

A due settimane dallo scandalo dell’in-salata romana al topicida, arriva unanotizia positiva a rasserenare l’opionio-ne pubblica europea: secondo l’EFSAl’Italia conquista il primato nel mondodella sicurezza alimentare con il minornumero di prodotti agroalimentari conresidui chimici oltre il limite (0,3 percento), inferiori di cinque volte a quellidella media europea (1,5 per cento diirregolarità) e addirittura di 26 volte aquelli extracomunitari (7,9 per cento)

Il più recente programma di test sui pesticidi neglialimenti disponibile a dimensione europea ha evi-denziato che oltre il 97 per cento dei campioni conte-neva livelli di residui entro i limiti ammissibili, hadichiarato l’Autorità europea per la sicurezza ali-mentare (EFSA). La valutazione dell’esposizione abreve termine attraverso la dieta ha escluso unrischio per i consumatori nel 99,6 per cento dei cam-pioni alimentari. I programmi nazionali di monito-raggio hanno riscon-trato che il 97,2 percento dei campioniconteneva residuientro i limiti legal-mente ammessi inEuropa, noti come“livelli massimi diresidui” (LMR). Ipiù bassi tassi dieccedenza rispet-to ai LMR sonostati riscontratinegli alimenti diorigine anima-le, con lo 0,1per cento dicampioni so-

pra i limiti consentiti. I tassi di eccedenza ai LMRnegli alimenti importati nell’Unione Europea, inNorvegia e in Islanda erano oltre cinque volte piùalti rispetto a quelli degli alimenti originari di que-ste nazioni: il 7,9 per cento rispetto all’1,5 per cento.I valori dei LMR applicabili ai prodotti alimentari daagricoltura biologica nell’Ue sono identici a quelliprevisti per i prodotti non biologici. L’analisi di3.571 campioni di alimenti biologici ha mostrato unapercentuale di eccedenza dei LMR dello 0,8 per cen-to. I risultati del programma coordinato dall’Ue peril 2010 hanno evidenziato che il 98,4 per cento deicampioni analizzati era in linea con i limiti ammis-sibili. I tassi di eccedenza dei LMR sono rimastiampiamente stabili negli ultimi quattro anni - conuna percentuale dei campioni oltre i limiti legali cheoscilla tra il 2,3 per cento nel 2007 e l’1,2 per centonel 2009. La relazione 2010 ha riscontrato che glialimenti con la più alta percentuale di campionioltre i LMR erano l’avena (5,3 per cento), la lattuga(3,4 per cento), le fragole (2,8 per cento) e le pesche(1,8 per cento).Il rapporto ha concluso che non ci sono rischi dilungo termine per la salute dei consumatori derivan-ti dai residui di pesticidi assunti tramite la dieta.Nel valutare l’esposizione a breve termine, la rela-zione indica che non può essere escluso un rischio

per lo 0,4 per cento dei campioni (ossia 79 suun totale di 18.243). Questa

conclusione è basatasulla peggiore delleipotesi, che prevedeun consumo superiorealla media degli ali-menti contenenti i piùalti livelli di residui rile-vati per ciascun pestici-da. Secondo i dati conte-nuti nel rapporto un pro-dotto su due che circolanel Vecchio Continente ècompletamente privo di“tracce” di residui chimici.

Italia sul podio europeodella sicurezza alimentare

buone notizie | Eugenio Felice

Page 15: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013
Page 16: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

14

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

Non solo Perù, Cile e Sudafrica. Anchel’India, storicamente legata al mercatoinglese e quindi abituata ad alti stan-dard merceologici, si sta proponendocome interessante produttore ed espor-tatore di uva da tavola controstagione,con una ampia gamma di varietà seed-less. La domanda mondiale in fortecrescita sta stimolando gli investimentiproduttivi, così come la domandainterna indiana, favorita dallo sviluppocontinuo delle catene distributive

Abbiamo provatouna certa sorpresaquando l’anno scor-so, nel mese di apri-le, in un punto ven-dita a insegna Fa-mila della provinciadi Verona, ci siamotrovati di fronte adei cestini di uva datavola indiana del-l’azienda FreshtropFruits, uno degli es-portatori più impor-tanti del Paese. “Unbuon prodotto, delresto sono abituati aservire il mercatoinglese che di sicuronon scherza quantoa requisiti merceologici. Lo abbiamo provato per laprima volta quest’anno e i risultati sono stati più chesoddisfacenti”, ci comunicò a distanza di pochi gior-ni Nicola Aldegheri, buyer di Maxi Dì Srl. Tra iprimi ad importare in Italia l’uva indiana sono statila Fruttital Distribuzione di Albenga (SV) e la Vil-lafrut di Villafontana di Oppeano (VR).

La tendenza ormai sembra ben delineata e gli inve-stimenti sull’uva da tavola in India crescono ognianno di più. L’Europa poi, da quando i cileni e isudafricani hanno capito che è più remunerativoandare verso altre destinazioni, meno afflitte dallacrisi, è diventata per gli esportatori indiani un mer-cato strategico. A testimonianza di ciò il commentoraccolto a fine marzo da un importatore olandese:“Importiamo uva dalla metà di febbraio. Data l’esi-gua fornitura, in particolare dal Cile, c’è molto inte-resse per l’uva da tavola indiana. Quest’anno larichiesta arriva anche dalla Germania. A livello diprezzi, la stagione è cominciata benissimo, con quo-tazioni maggiori del 30-40 per cento rispetto al 2012.Per l’attuale campagna commerciale, prevediamoche non ci saranno volumi sovrabbondanti in arrivo

dall’India e che il ri-schio di sovrapposi-zione con la mercedi altre origini saràminimo, del resto lafornitura del Suda-frica è più o menoterminata”. A cre-scere comunque nonè solo la domandadall’Europa ma an-che quella mondialenonché quella delmercato interno, ilquale richiede pe-raltro una qualitàpari a quella espor-tata. “Il Sudest a-siatico è in pienaespansione - dichia-

ra Nitin Agrawal di Euro Fruits che esporta uva datavola da 21 anni - e anche il mercato interno india-no è sempre più forte, soprattutto grazie al grandenumero di catene di vendita al dettaglio che hannoaperto i battenti negli ultimi anni. I coltivatorihanno semplicemente l'imbarazzo della scelta per lavendita delle proprie uve”. Beati loro..

Uva indiana sempre piùpresente nei mercati mondiali

trend | Eugenio Felice

Page 17: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

EcoPun-inserz22x28.indd 1 17/12/12 18.15

Page 18: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Cesare Calai lavora nell’ufficio italianodi IPL, azienda del retailer ingleseASDA che si occupa dell’approvvigiona-mento diretto di ortofrutta dalle areedi produzione e della logistica. IPL èanche il primo importatore di ortofrut-ta del Regno Unito. L’Italia vale circa20 mila tonnellate, con un trend stabi-le negli ultimi anni. Il 20 per centodella frutta viaggia su rotaia, un siste-ma a minore impatto ambientale e piùeconomico rispetto alla gomma

Partiamo da una buona notizia: negli ultimi anni laseconda catena distributiva inglese, ASDA, non haridotto gli approvvigionamenti di frutta dall’Italia. Ri-mangono per lo più stabili, nel loro complesso. Il chesignifica che la competitività del nostro sistema Paesetutto sommato ha retto all’avanzata dei Paesi emer-genti. “Diciamo che su molti articoli si registra untrend in flessione, più o meno marcata, e parliamo difrutta estiva a nocciolo, meloni e angurie, pere, kiwi,uva da tavola e agru-mi. Per le mele c’èinvece un buon anda-mento, grazie anchealla recente partner-ship con Melinda.Gli ortaggi, più chealtro broccoli e po-modori, hanno unpeso molto margi-nale. Il volumeannuale è di circamille camion, e-quivalenti grossomodo a 20 milatons di frutta”.Parole di Cesa-re Calai, che

dal 2008 è responsabile tecnico dell’ufficio italiano diInternational Procurement and Logistic Ltd (IPL), so-cietà di proprietà di ASDA che dal 2004 si occupa del-l’approvvigionamento diretto dalle più importantiaree di produzione nel mondo. L’ufficio italiano è natonel 2006 e analoghe strutture si trovano, oltre che nelRegno Unito, anche in Spagna, Francia, Olanda, Ma-rocco, America Latina e Sud Africa. Calai, agronomocon competenze economiche, prima di iniziare il per-corso con ASDA ha avuto esperienze in Apo Conerpo(tre anni) e Granfrutta Zani (otto anni).Oggi IPL è il primo importatore di ortofrutta del Re-gno Unito e si occupa anche della logistica: “Il 20 percento circa della frutta viaggia su rotaia, perché ha unminore impatto ambientale e costi più contenuti”.ASDA è stata la prima catena inglese ad attivare ildirect sourcing, seguita in anni recenti da Tesco.“Siamo partiti prima e per questo ora siamo anche ipiù strutturati: siamo in tre persone e dal 2010 cioccupiamo anche di prodotti alimentari trasformaticome formaggi, pasta, tortellini, aceto balsamico, pe-sto, etc. Un segmento importante, che potremmo defi-nire delle eccellenze alimentari italiane, che cresce adue/tre cifre ogni anno. Questo sistema permette dirazionalizzare i costi, perché va a bypassare gli inter-mediari. Il rapporto diretto tra ASDA e i suoi fornito-ri dà come risultato un prezzo di vendita al consuma-

tore inglese che è tra i più bassi del mercato,e, allo stesso tempo, il prezzo

riconosciuto al produt-tore italiano è tale dadargli soddisfazione,non c’è la classica ope-razione di strozzinag-gio. Inoltre diamo il sup-porto tecnico per guidarei fornitori a conformarsiai requisiti richiesti intermini di legalità, salu-brità e qualità. Le maggio-ri criticità che riscontriamooggi riguardano l’etichetta-tura e il packaging”.

16

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

dicono di noi | Eugenio Felice

L’Italia regge, ma attenzionea etichettatura e imballaggio

Page 19: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013
Page 20: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

18 Anche nel settore ortofrutta sta arrivan-do la segmentazione del mercato, chesignifica proporre prodotti tagliati pergruppi specifici di consumatori. Più unmessaggio è specifico, più sono le pro-babilità che abbia successo. L’ortofruttain questo deve solo imparare dal largoconsumo. L’operazione - che non èsemplice, bisogna saperla fare - nonpuò che avere un effetto positivo sututta la filiera perché agevola i consu-matori nelle loro scelte di acquisto

È un momento im-portante. Uno deiprincipi base delmarketing sta arri-vando finalmenteanche nell’ortofrut-ta. Signori, parlia-mo della segmenta-zione del mercato.Cioè della divisionedel mercato dei con-sumatori in gruppiomogenei, effettua-ta con l’obiettivo disviluppare offertespecifiche per cia-scuno di essi.La segmentazionedel mercato fa partedei principi fonda-mentali del marketing che vengono insegnati in uni-versità e corsi post universitari. Eppure, fino a unpaio di anni fa, questo concetto era del tutto ignora-to in ortofrutta. Un’arancia era un’arancia. Vendutasfusa o impacchettata, sempre un’arancia era. Edera esattamente la stessa per tutti, grandi e piccini,single e famiglie, del nord o del sud Italia.

Nessuno segmentava il mercato, chiedendosi se lastessa arancia potesse essere confezionata e promo-zionata specificamente per target diversi, se fossepiù efficace proporre una varietà diversa a gruppi diconsumatori con esigenze diverse, se si potesseroraccontare storie diverse a persone diverse. Tuttecose che invece le aziende del largo consumo fannoda anni, perché sanno che più un messaggio è speci-fico, più sono le probabilità che abbia successo. Maora sembra proprio che qualcosa si stia muovendo,finalmente, anche nell’ortofrutta. Ci sono vari esem-pi. Pensate alle mele a marca Crocville, commercia-lizzate da VI.P in un packaging che contiene anchepiccoli gadget per catturare l’attenzione dei piccini.O all’inziativa di La Linea Verde con il frullato fre-sco Hello Kitty by DimmidiSì, destinato ad accatti-

varsi le attenzionidi bambini e mam-me.Questi sono segnalipositivi. L’ortofrut-ta, in questo, nondeve inventarsi nul-la, deve solo impa-rare dal largo con-sumo. Perché seg-mentare il mercatoe creare offerte spe-cifiche per i diversisegmenti non puòche avere un effettopositivo per le a-ziende che lo fanno,per i retailer che levendono e per i con-sumi di ortofrutta

in generale che vengono agevolati nelle loro scelte diacquisto. Certo, segmentare il mercato non è sempli-ce. Bisogna saperlo fare. Bisogna saper analizzare idati di consumo, strutturare ricerche apposite, svi-luppare idee e testarle per vedere se funzionano.Non è semplice - ma chi riuscirà a farlo con succes-so, avrà un vantaggio competitivo su tutti gli altri.

Attenzione, la segmentazionesta arrivando anche da noi

marketing | Maurizio Pisani

Page 21: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013
Page 22: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Con il passaggio dall’inverno alla pri-mavera la comparsa di alcuni sintomi,come stanchezza, spossatezza, calodelle energie psico-fisiche, sono abba-stanza diffusi nella popolazione. Perprevenire il cosiddetto “mal di Prima-vera” è bene seguire una dieta sana, esfruttare a pieno le potenzialità pre-senti nella molteplicità di frutta e ver-dura disponibili sul mercato, abbinan-do ad esempio verdure ricche in ferrocon la vitamina C e i carotenoidi

Il cambio di stagione è un momento molto delicato perl’organismo umano e una fase di passaggio critica siaper il sistema immunitario che per il cervello. Per pre-venire il cosiddetto “mal di Primavera” è bene seguireuna dieta sana, e sfruttare a pieno le potenzialità pre-senti nella molteplicità di frutta e verdura disponibilisul mercato. Diversi studi scientifici individuano lafrutta e la verdura come veri e propri integratori na-turali. Per trarne un pieno beneficio salutistico è op-portuno, però, seguirealcune regole di basesulla loro conservazio-ne, cottura e combi-nazione. Sembra or-mai certo che il con-sumo contempora-neo di alcuni tipi difrutta e di verdurane potenzia gli ef-fetti benefici. Peresempio, è possi-bile aumentare labiodisponibilità(frazione di nu-triente che l’or-ganismo riescead assorbire ed

utilizzare per le proprie funzioni fisiologiche) di diver-si microalimenti, come il ferro. Il ferro vegetale presente in alcune verdure (ad esem-pio spinaci, cavolfiori, asparagi), è notoriamente menoassimilabile (solo il 40% dell’apporto totale) dall’orga-nismo rispetto al ferro animale (carne rossa, carni tra-sformate, frattaglie). Consumando contemporanea-mente verdure ricche in ferro con la vitamina C, ilrame e i carotenoidi presenti nella frutta fresca (aran-ce, uva, kiwi, melograno, succo di limone, succo dicedro e pompelmo) o nella frutta secca (noci, nocciole,mandorle e pistacchi), la biodisponibilità del mineraleconsiderato sarà maggiore (assimilabile all’80%) conminori perdite per l’organismo umano. Questa sempli-ce metodica può aiutare a raggiungere più facilmenteil fabbisogno minimo giornaliero (RDA) del ferro(10/18 mg/d) e di altri minerali essenziali; una praticaancora più importante per le persone vegetariane ovegane, spesso caratterizzate da forti carenze emati-che di minerali per un consumo limitato di alimenti diorigine animale.È bene ricordare che, invece, esistono sostanze cheinibiscono l’uso e l’assorbimento del ferro alimentare,come per esempio: i polifenoli presenti nel tè verde, lespezie (cumino, curry, ecc), il caffè, la liquirizia, il cal-cio e il sodio presente nei formaggi e l’abuso di fibre(crusca, cereali integrali, ecc). Seguire queste facili

regole alimentari di base, permetterà all’or-ganismo umano di utilizzare a

pieno le proprie ener-gie, prevenendo o su-perando così la classicaspossatezza indotta dalcambio di stagione edall’arrivo della Prima-vera. Quindi, via liberaad agrumi spremuti suglispinaci e su altre verdurea foglia verde e, invece, se-maforo rosso per la classi-ca “spolveratina” di for-maggi stagionati come gra-na o pecorino.

20

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

Certi frutti con certe verduredanno più gusto e più salute

mens sana | Marta Baldini (dietista)

Page 23: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

PERFECT SIZE: FRUTTI DAL PESO DI KG 1,5

PROFUMO DELICATO E PIACEVOLE

POLPA BIANCA, DOLCISSIMA E CROCCANTE

VELOCE ROTAZIONE NEL PUNTO VENDITA

ELEVATISSIMA CONSERVABILITÀ

DISPONIBILITÀ TUTTO L’ANNO: Giugno-Ottobre: Italia

Ottobre-Maggio: Sud e Centro America

grup

poatom

ix.com

CPVR: Privativa comunitaria per ritrovati vegetali richiesta o concessa (CPVR). La produzione o riproduzione di costituenti varietali protetti da CPVR necessita dell’autorizzazione del titolare. Informazioni aggiornate sul CPVR sono disponibili al sito www.cpvo.europa.eu.È importante evidenziare che la specifi cità dei parassiti o patogeni può variare a seconda della stagione e dell’area, che dipende da fattori ambientali e che possono emergere nuovi biotipi di parassiti o nuove razze di patoge-ni in grado di superare la resistenza. Le descrizioni, le illustrazioni, i consigli colturali e qualsiasi altra informazione, per esempio sulle date di scadenza, di semina, di trapianto e di raccolta, sotto qualsiasi forma compaiano, si basano nel modo più preciso possibile su quanto rilevato dalle prove e dalla pratica. È esclusa qualsiasi responsabilità da parte di Rijk Zwaan Italia per eventuali difformità manifestatesi nel prodotto coltivato rispetto a quanto indicato nelle descrizioni, illustrazioni ed informazioni. È una precisa responsabilità dell’Acquirente conservare il seme in modo appropriato così come valutare se i prodotti sono adatti al tipo di coltivazioni che si intendono effettuare ed alle condizioni ambientali. La versione originale in lingua inglese prevale su ogni altra traduzione (www.rijkzwaan.com)

Rijk Zwaan Italia s.r.l. Via dell’Industria, 1340012 Calderara di Reno (BO)

Tel. +39 051 729448 - Fax +39 051 [email protected] - www.rijkzwaan.it

La dolcezza ha il giusto peso

Tikal RZ F1

100

80

60

40

20

0

Tikal 1

Varietà st

andard 1

Varietà st

andard 2

Varietà st

andard 3

Confronto anonimo tra Tikal RZ e altre varietà di Melone Gialletto

Page 24: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013
Page 25: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Produrre in Africa:la sfida, vinta, diBruno Francescon Nonostante il maltempo buoni i risultati della prima campagna Eugenio Felice

La più importante organizzazione di produzione italia-na di meloni, OP Francescon, ha investito 100 ettariin Senegal, grazie alla partnership con un produttorespagnolo, per destagionalizzare il consumo, anticipan-do la campagna a marzo. Il risultato sono dei meloniche appaiono uguali, anche nel confezionamento, aquelli disponibili in Italia nel periodo estivo, con prez-zi competitivi e una qualità eccezionale grazie al tra-sporto via aerea che ne garantisce la freschezza

stessi mezzi di coltivazione. Il re-sto lo fanno il terreno e il clima: glielevatissimi sbalzi termici, conmassime di giorno anche di 45gradi e minime di notte di 15 gra-di, e la terra argillosa, rendono ifrutti buoni e con una retinaturaottimale”.Il progetto Senegal è partito sularga scala proprio quest’anno, do-po due anni di preparativi, con cir-ca 1.800 tonnellate di meloni im-portate nei mesi di marzo e aprile,la maggior parte di queste via ae-rea (una piccola parte via nave convarietà long life). Si tratta del pri-mo caso in Europa di aerei cargocompleti di meloni. Un primato dicui può andar fiera OP Francesconma anche il sistema produttivoitaliano, troppe volte accusato diessere poco organizzato e poco pro-penso a delocalizzare le produzioniall’estero. Un primato che si ag-giunge ad altri: la OP di Rodigo èinfatti, con oltre 30 mila tonnella-te commercializzate nel 2012, digran lunga il maggior produttoreitaliano di meloni e il secondod’Europa dietro ai francesi di Sol-dive (che produce peraltro anche

23

Sono stati 400 i chili di melone diorigine Senegal affettati e offertiin degustazione a inizio febbraiodurante la fiera Fruit Logistica daOP Francescon. Un bel risultato,che ha confermato i test svolti coni clienti nel corso del 2012. Il melo-ne prodotto nella ex colonia fran-cese piace perché non sembra ilclassico frutto in controstagioneproveniente dal Centro o SudAmerica. Si presenta infatti pro-prio come se fosse un melone ita-liano, con lo stesso confezionamen-to e le stesse qualità organoletti-che. Per certi versi addirittura mi-gliore. “Un aspetto per noi moltoimportante, per non far percepireal consumatore differenze rispettoalla tradizionale produzione ita-liana”, spiega Bruno Francescon,che riveste diverse cariche all’in-terno dell’OP, tra cui presidente eamministratore, nonché titolare diuna delle aziende agricole. “Abbia-mo trasferito in Senegal il nostroknow how, piantando le stessevarietà che piantiamo in Italia -quindi il cantalupo retato con sol-catura della fetta - e utilizzando lestesse tecniche agronomiche e gli

FRUITBOOKMAGAZINE

Foto

: Andre

a Fe

lice

Page 26: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

24 in Marocco e Senegal). A guidarel’organizzazione è Bruno France-scon, il vero protagonista del melo-ne italiano. L’azienda agricola difamiglia produce meloni nel Man-tovano dagli anni ’70, anche se ilvero salto di qualità c’è stato 15anni fa, sul finire degli anni ’90,con l’inizio delle forniture direttealla grande distribuzione. “Siamocresciuti - dichiara Francescon -con le catene distributive. Coltempo a quelle nazionali si sonoaggiunte quelle estere e dove sia-mo entrati ogni anno abbiamo au-mentato le forniture, senza perde-re mai un cliente”.Proprio le catene distributive han-no accolto con favore la nuova pro-duzione senegalese. Dalle catenediscount, le prime a credere nell’i-niziativa, a quelle più convenzio-nali, su tutto il territorio naziona-le. Circa il 20 per cento del prodot-to viene mandato nei Mercati al-l’ingrosso, un’analoga percentualeprende la via del nord Europa. “Ingenerale - sostiene Francescon -tutti i nostri clienti hanno richie-sto i meloni del Senegal, per vede-re come rispondevano i clienti esicuri della nostra affidabilità. Iprimi riscontri di vendita sono sta-ti molto positivi, un ottimo risulta-to considerando che il clima freddoe piovoso che ha insistito sull’Eu-ropa fino alla prima decade di a-prile non ci ha certo aiutato. Quinon parliamo di una semplice atti-vità di importazione, ma di unavera e propria delocalizzazioneproduttiva. Siamo noi, in sostan-za, a produrre in Senegal, grazie

all’accordo che abbiamo raggiuntocon un importante partner spa-gnolo. Sono tre i siti produttivi,uno più a nord, sul confine con laMauritania, che può dare fruttiprecoci, e due a circa 80 chilometria sud di Dakar. Le aziende agrico-le insistono su 700 ettari comples-sivi. Di questi, 600 sono gestiti dalpartner spagnolo che produce me-loni varietà Piel de Sapo, quelli abuccia verde e polpa bianca e croc-cante per intenderci. Gli altri 100sono gestiti da noi: 60 sono per imeloni, varietà retata con fetta, e40 per la zucca Delica, con risulta-ti eccezionali e costi competitivi. Ilprezzo di vendita alla piattaformaè stato tra 2 e 2,5 euro al chilo, aseconda del calibro e del tipo diconfezionamento. Il prezzo di ven-dita al pubblico si è aggirato tra2,99 e 3,49 euro al chilo. Quindi unprezzo ragionevole”.I meloni del Senegal si confronta-no nei mesi di marzo e aprile con ilprodotto del Costa Rica (varietàCharentais) e con quelli del Brasi-le (varietà Gialletto e Piel de Sa-po), che arrivano via nave dopo15/18 giorni di navigazione. “Sonovarietà desuete in Italia - spiegaFrancescon - quindi il consumato-re italiano non le riconosce. I tem-pi di trasporto richiedono poi unraccolto anticipato, quando il frut-to non ha ancora raggiunto il giu-sto grado di maturazione. Quindila qualità organolettica, per forzadi cose, non è ottimale. Anche ilprodotto del Marocco, con varietàche assomigliano di più alle no-stre, arriva via nave e gomma e

Page 27: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

“Produrre in Senegal non è come produrre nelMantovano. Anche il gasolio è di bassa qualità,manca di tutto. Nei tre siti produttivi ci sono deigeneratori di corrente e dei pozzi per l’acqua.Abbiamo dovuto portare tutti i mezzi tecnici e for-mare la manodopera”, Bruno Francescon

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

25

non esce quindi di molto da quellalogica. I nostri meloni vengono in-vece raccolti maturi durante ilgiorno, imbarcati a Dakar sul volocargo la notte, per arrivare cinqueore dopo all’aeroporto Montichiaridi Brescia e già in tarda mattinatanel nostro magazzino di confezio-namento a Rodigo, che dista solo45 km dall’aeroporto, per poiripartire verso le piattaforme deiclienti il giorno stesso. Sostanzial-mente un A per B, vale a diretempi più veloci rispetto alla Sici-lia, che ci permettono di offrire unprodotto freschissimo, bello da ve-dere e buono da mangiare, in gra-

do di durare una settimana sulbanco del supermercato, aspettofondamentale quando la rotazionedel prodotto non è elevata”.Produrre in Senegal, Paese di 13milioni di abitanti e lingua france-se, non è come produrre nel Man-tovano o in Sicilia. “Manca di tut-to”, spiega Francescon. “Anche ilgasolio è di bassa qualità. L’elet-tricità viene fornita dai generatorie l’acqua la abbiamo raggiunta tri-vellando il terreno. Abbiamo dovu-to portare tutti mezzi tecnici e for-mare, per quanto possibile, la ma-nodopera. Parliamo di un mondocompletamente diverso dal nostro,

Foto

: Andre

a Fe

lice

Bruno Francescon, 37 anni, coniugato, duefigli. La famiglia emigrò da Vicenza nel dopo-guerra per stabilirsi nel Mantovano. È allaguida della OP Francescon che oggi è di granlunga il primo produttore italino di meloni e ilsecondo d’Europa dietro ai francesi di Soldivecon oltre 30 mila tonnellate di prodotto com-mercializzatto nel 2012 e un obiettivo per il2015 di 40 mila tonnellate. In quell’annoricorrerà il decennale della nascita dell’OP.

Page 28: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

con ritmi di vita molto più blandi.Impieghiamo 1.200 lavoratori,quando in Italia ne basterebbero200. Rispettiamo comunque le lorotradizioni e abbiamo contribuito amigliorare la loro situazione di vi-ta. Oltre a un lavoro, pagato il 20per cento più del minimo sindaca-le, offriamo un pasto al giorno cheviene consumato nelle mense po-ste all’interno dei siti produttivi egarantiamo assitenza medica diprimo soccorso attraverso delleambulanze. Abbiamo poi posto deirubinetti fuori dagli stessi per con-sentire a tutte le tribù locali di ac-cedere all’acqua potabile, chealtrimenti sarebbe distante sva-riati chilometri. Tutta la produzio-ne è certificata GlobalGAP”.L’idea del Senegal risale a pochianni fa e risponde all’esigenza diampliare il periodo di commercia-

lizzazione del melone. In un primomomento Francescon aveva cerca-to una partnership con un grandeoperatore franco marocchino, sen-za però trovare un accordo. Ac-cordo che invece è stato raggiuntocon un importante produttore spa-gnolo che da 4-5 anni ha delocaliz-zato in Senegal per offrire sul mer-cato spagnolo già dal mese di gen-naio il melone della varietà Piel deSapo (letteralmente “pelle di ro-spo”). “In Spagna questa operazio-ne di destagionalizzazione ha avu-to un grandissimo successo - com-menta Francescon - e la motiva-zione risiede nel fatto che viene of-ferto un prodotto raccolto maturo,

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

26

Cinque ore di volo richiede la tratta Dakar -Brescia. L’aereo cargo, un DC-10 della compa-gnia Avient, a temperatura controllata, ha unacapacità di circa 80 tonnellate. I bins vengonoimbragati, otto alla volta, su delle piastre dimetallo, poi fissate alla fusoliera dell’aereo.Dopo l’atterraggio le piastre vengono prese inconsegna da delle piattaforme mobili, tecnica-mente “loader”, che le portano nel magazzino,anch’esso a temperatura controllata, per liberarei bins e prepararli al carico sui camion. Tutte leoperazioni durano circa due ore. Montichiari èad oggi l’aeroporto più efficiente del nord Italiaper il trasporto merci.

60

2

580

1200

1800tons

mesi difornitura

tonnellate

ettari

lavoratori

ore di volo

di meloni

(marzo - aprile)

(Dakar - Bergamo)

di portata a volo

SENEGAL 2013

Foto

: Andre

a Fe

lice

Page 29: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

I meloni che conservano

la qualità

Stagione di raccolta

NORD

SUD + SICILIA

aprile maggio giugno

Stagione di raccolta

NORD

SUD + SICILIA

maggio giugno luglio

Pregiato F1

Gaudio F1* (CLX MC844)

* Varietà in corso di iscrizione con APV.

Foto non contrattuali - Tutti i diritti riservati - © 2013 Clause - Aprile 2013.

CLAUSE ITALIA S.p.A. - Via Emilia 11, 10078 Venaria Reale (TO) - Tel. 011/453 00 93 - Fax. 011/453 15 84 - [email protected]

Page 30: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

ottimo da mangiare e con prezziabbordabili. Quello che stiamo fa-cendo noi è semplicemente adatta-re questa esperienza al mercatoitaliano. E i riscontri di questa pri-ma campagna sembrano darci ra-gione”.Ma cosa vuol dire produrre inSenegal? Significa innanzituttoanticipare l’offerta di tre mesi -perché già dal prossimo anno lacampagna potrà partire a febbraio- e coprire così un periodo di quasinove mesi che va da febbraio a me-tà ottobre. Da maggio a metà giu-gno infatti parte la Sicilia, doveFrancescon ha diversi soci conferi-tori, tra cui i Fratelli Lo Giudicenella provincia di Agrigento, cheassicurano circa 3 mila tonnellatedi prodotto pregiato. Si passaquindi alla produzione estiva nelMantovano, che dura fino a set-

tembre, affiancata nuovamente daquella siciliana che arriva a metàottobre. L’offerta su 12 mesi è aportata di mano? “Sarebbe possi-bile, sfruttando proprio le poten-zialità del Senegal - riferisce Fran-cescon - ma per ora non ci interes-sa. In autunno arrivano sul mer-cato frutti importanti come le me-le e le pere, non vogliamo andare asovrapporci. Non è un caso che an-che le fragole non registrano gran-di vendite in quel periodo. Più in-teressante invece l’inizio dell’an-no, quando il consumatore è piùinvogliato a provare qualcosa dinuovo”. Quest’anno Francesconconta di commercializzare 35 milatonnellate di meloni, in aumentorispetto alle 31 mila del 2012, gra-zie alla nuova produzione senega-lese e a un incremento di quellamantovana. Obiettivo dichiarato

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

28

Arrivando allo stabilimento di Francescon aRodigo non si può non notare una enorme“vela” di pannelli solari. Al primo sguardopotrebbero sembrare le gradinate di un camposportivo. Aggiungendo quelli posizionati suitetti dei magazzini (foto) e nelle aziende agri-cole la OP raggiunge i 5 mega watt di potenza,il triplo rispetto al suo fabbisogno energetico.

“Produrre in Senegal significa innanzitutto antici-pare l’offerta di tre mesi, perché già dal prossimoanno la campagna potrà partire a inizio febbraio,e coprire così, grazie anche ai nostri partner inSicilia, un periodo di quasi nove mesi che arrivafino a metà ottobre”, Bruno Francescon

per il decennale della OP, nata nel2005, è di raggiungere il traguar-do delle 40 mila tonnellate. Il se-condo obiettivo è quello della de-stagionalizzazione, che è partitacol piede giusto. Sull’ampliamentodella gamma ad altri articoliFrancescon ha le idee chiare: “An-che se avremmo la strada agevola-ta dal punto di vista commerciale,dati i nostri rapporti con le catenedistributive, non ci interessa: vo-gliamo rimanere specialisti delmelone, restando fedeli al nostromotto always and only melons”.

Foto

: Andre

a Fe

lice

Page 31: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Syngenta conferma la propria attenzione all’innovazione e alle esigenze della filiera con THALES ed ELFO, due varietà di melone retato che possiedono le caratteristiche di prodotto ideali per soddisfare le esigenze della distribuzione moderna e dei consumatori di tutta Europa. Entrambe le varietà uniscono qualità organolettiche e consistenza di polpa a shelf-life superiore, caratteristiche imprescindibili per avere successo sul mercato interno ed estero.

Vediamo in dettaglio le peculiarità dei due prodotti.

Thales

La lunga stagione della qualitàRetato classico, con buccia a viraggio giallo e dalla retatura bella uniforme. Il frutto si distingue per una qualità interna costantemente elevata in termini di colore, consistenza, aroma e grado zuccherino della polpa.THALES, inoltre, assicura una buona resistenza alle manipolazioni e una con-servabilità che si colloca al top nel segmento dei meloni retati a buccia gialla.

Elfo (MB6193)

La taglia giusta per un’estate di gusto

Retato italiano, a buccia gialla, di cui esalta le caratteristiche olfattive e organolettiche.Il frutto, molto regolare, dalla forma rotondeggiante e dalla retatura coprente e ben definita, ha una eccellente conservabilità e una pezzatura più contenuta rispetto ai meloni appartenenti al segmento del retato estivo.La polpa è di colore arancio salmone, compatta, aroma-tica e con grado zuccherino mediamente elevato. La tessitura rappre-senta un compro-messo tra i meloni classici e quelli a lun-ga conservazione. Tutte queste carat-teristiche permettono al retato italiano, particolarmen-te importante in termini di consumo nel nostro Paese, di ritagliarsi una fetta di mercato anche all’estero, elevando inoltre gli standard qualitativi del segmento.

Syngenta è uno dei principali attori dell’agro-industria mondiale. Il gruppo impiega più di 26.000 persone in oltre 90 paesi che operano con un unico proposito: Bringing plant potential to life (Sviluppare il potenziale delle piante al servizio della vita).

www.syngenta.it

I meloni retati nati per fare molta strada

Page 32: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Mele, è ora dicambiare passosull’innovazioneLa nuova frontiera delle varietà a polpa rossaEugenio Felice

Il direttore di Assomela Alessandro Dalpiaz ritiene siagiunto il momento di orientare la ricerca verso varietàcompletamente nuove, che siano subito riconoscibilidal consumatore finale, come le mele a polpa rossa oquelle con dimostrato contenuto salutistico. Auspicaquindi un percorso di cooperazione tra mondo produt-tivo da una parte e centri di ricerca dall’altra per ren-dere più efficace l’azione di ricerca e selezione varie-tale a tutto vantaggio del sistema Paese

gato - che ha una colorazione uni-ca e distintiva, si accorgerà chesono tutte varietà rosse. E se miparla di Envy, Evelina o tante al-tre, certamente con un buon profi-lo gustativo, parliamo ancora,quasi sempre, di varietà rosse. Masecondo lei il consumatore finaleriuscirà effettivamente a distin-guere queste varietà l’una dall’al-tra? Sono queste le varietà che do-vrebbero fare la differenza? È que-sto il massimo dell’innovazioneche oggi è possibile fare?”“Vede - continua Dalpiaz - oggi cisono, se ricordo bene, 52 cloni diGala sul mercato. Due o tre sonoancora in via di valutazione e lacolorazione è talmente rossa edomogenea che cominciano ad asso-migliare a delle Red Delicious. Hol’impressione che ci stiamo avvici-nando ad una soglia oltre la qualenon si riesce più a creare distinti-vità. Perché alla fine è quella lacaratteristica che crea valore sulmercato. Dare al consumatore

30

Oggi ci sonocirca 52 cloni diGala sul merca-to. Due o tresono ancora invia di valutazio-ne e la colora-zione è talmen-te rossa edomogenea checominciano adassomigliare adelle Red Deli-cious. È questoil massimo del-l’innovazioneche oggi è pos-sibile fare?

Nel numero di gennaio di Fmabbiamo dedicato la copertina allemele club. La prima e più blasona-ta, la Pink Lady, e quelle chepotremmo definire followers:Modì, Kanzi, Ambrosia, Melapiù el’ultima arrivata Jazz. Allo standche riuniva le tre OP del Trentinoall’ultima edizione di Fruit Logi-stica - Sant’Orsola, La Trentina eMelinda - abbiamo raccolto uncommento molto interessante daparte del direttore di Assomela edi APOT Alessandro Dalpiaz, cheperaltro è anche uno degli oltre 4mila produttori di mele associati aMelinda. Dapprima compiaciutodella presenza di una sagoma vuo-ta che lasciava intendere, secondola sua lettura attenta, che la va-rietà che fa la differenza non è an-cora sul mercato, è poi rimastoperplesso per non dire deluso dal-l’apprendere che per noi quellasagoma era destinata alla varietàEnvy, originaria della Nuova Ze-landa e proprietà di Enza, ora infase di impianto nei meleti dell’Al-to Adige, presso selezionati pro-duttori associati a VOG e VI.P. “Seescludiamo Pink Lady - ci ha spie-

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

Page 33: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

qualcosa che riesce ad associare aun buon standard qualitativo mache riesce anche a riconoscere confacilità. La politica di selezione va-rietale svolta finora andava fatta,nessuno mette questo in discussio-ne, ma probabilmente ci si avvici-na ad un punto oltre il quale è dif-ficile produrre effettive novità. Alconsumatore riesce difficile capirele differenze tra una varietà eun’altra, quando alla fine il coloreè lo stesso, e cosa ancora piùimportante diventa progressiva-

mente più difficile, e quindi costo-so, comunicare al consumatorequeste differenze. Per conto mio ègiunto il momento di cercare dellevarietà veramente innovative edesplorare strade, magari più ri-schiose, ma completamente nuove.Un esempio? Tutta la famigliadelle polpe rosse, ormai da qual-che anno in corso di sperimenta-zione. Ci sono gli scettici, come ènormale che sia di fronte a qualco-sa di radicalmente nuovo, ma èuna strada che va esplorata, biso-

31

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

Foto

: Andre

a Fe

lice

Alessandro Dalpiaz, 55 anni, coniugato, trefigli, è direttore di Assomela dal 2003 nonchéproduttore di mele associato a Melinda. Nellapagina a fianco, lato titolo, la varietà RedloveEra, a buccia e polpa rossa, selezionata dalvivaista svizzero Markus Kobelt e proprietà del-l’azienda inglese Suttons. I primi frutti dovreb-bero arrivare sul mercato nel 2015.

Page 34: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

mente dell’acquirente l’aspettodifferente di quel tipo di varietà.Questo ritengo sia lo scatto inavanti che il sistema debba fareoggi”. L’importanza del fare gio-co disquadra. Non sono molte le orga-nizzazioni che fanno ricerca oggiin Italia nel campo varietale meli-colo a un certo livello. Tra di essela Fondazione Edmund Mach inTrentino, il Centro Sperimenta-ledi Laimburg in Alto Adige, ilConsorzio Italiano Vivaisti (CIV)nel Ferrarese, il Centro Ricerche eSperimentazione in Agricoltura(CRA) e l’Università di Bologna. “Ilsistema della ricerca varietale ita-liano - dichiara Dalpiaz - non hafinora prodotto una gamma ampiadi proposte e non sono certo moltele varietà introdotte dai produtto-ri. Il sistema produttivo della

mela, pur rappresentando il 20per cento della produzione comu-nitaria di mele e pur avendo vistodi recente qualche proposta varie-tale interessante, è ancora oggiobbligato a cercare e negoziarevarietà con selezionatori di mezzomondo. Non ci siamo adeguata-mente impegnati, neppure comeproduttori, sul fronte della selezio-ne a casa nostra, pur avendonetutto l’interesse e tutte le poten-zialità. Il problema vero è che nonabbiamo fatto finora un gioco disquadra adeguato, quel gioco disquadra che cerchiamo di incorag-giare da un po’ di tempo a questa

32 gna effettivamente verificare lareazione del consumatore finale. Ilrischio è insito nell’innovazione,altrimenti non si esce dal consoli-dato. Un’abbinata potrebbe esseread esempio la buccia gialla e lapolpa rossa”.Nel vedere qualche foto su inter-net alcune perplessità ci sonovenute. Non c’è il rischio, in unPaese tradizionalista nei consumicome l’Italia (basti pensare alloscarso successo finora riscontratodalle uve e dalle angurie senza se-mi), che le mele a polpa rossa sia-no viste come qualcosa di innatu-rale per non dire mutato genetica-mente? “Certo che c’è questo ri-schio - commenta Dalpiaz - manon è detto che qualche sorpresapositiva si annidi in queste nuovevarietà. Perché non parliamo dimele diverse solo per l’aspetto. So-no mele diverse anche perché ric-che di polifenoli e antociani e sonoquindi portatrici di un messaggiosalutistico. Questo è l’altro frontesu cui dovrebbe indirizzarsi conpiù decisione la ricerca. Varietàche, pur essendo sostanzialmentetradizionali come impatto visivo,abbiano degli effetti benefici sullasalute chiaramente dimostrati”.Come le patate al selenio diSelenella, solo per citare uno deicasi più eclatanti e di successo inItalia? “Qualcosa del genere”, ri-sponde Dalpiaz. “Ci vogliono dellecaratteristiche distintive, dimo-strate e quantificabili, che renda-no più semplice mettere in attoun’attività promozionale adeguatache riesca a consolidare nella

Nella foto una cassetta di mele Envy espostaall’ultima edizione di Fruit Logistica allo standEnza, che ne detiene i diritti. I frutti proveni-vano dai campi prova dell’Alto Adige dove,come abbiamo annunciato sul numero di gen-naio di Fm, sta per prendere il via un impor-tante piano di investimento sulla nuova varietàneozelandese, sia presso produttori del VOG chepresso produttori della VI.P (Val Venosta).Come la sorella Jazz è un incrocio tra Braeburne Gala. Di ottimo sapore, grazie a degli enziminaturalmente presenti nella polpa non subisce ilprocesso di ossidazione, rimanendo bianca persvariate ore.

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

Produzione italiana di mele per varietà (dati in tonnellate)Prod. 2010

853.400220.174

70.16113.911

267.13299.97235.00025.15113.06786.994

139.24561.41969.803

1.955.429190.877

2.146.306

Prod. 2011865.509221.495

50.52314.316

273.799103.162

35.0024.44313.53686.856

140.75777.96756.323

1.963.686321.954

2.285.640

Prod. 2012811.855170.611

47.46010.672

244.69284.10735.00020.065

9.98769.358

115.13957.69954.781

1.731.426207.588

1.939.014

2012/11- 6,2%

- 23,0%- 6,1%

- 25,5%- 10,6%- 18,5%

0,0%- 17,9%- 26,2%- 20,1%- 18,2%- 26,0%

- 2,7%- 11,8%- 35,5%- 11,2%

ITALIA Ton

Golden DeliciousRed DeliciousMorgenduftStaymanGalaGranny SmithAnnurcaRenetteJanagoldBraeburnFujiCripps PinkAltreTotale Mele da TavolaIndustriaTOTALE

Fonte: ASSOMELA

Page 35: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

prendere riguardanti il mondo del-l’agricoltura. Il direttore Dalpiazsi trova quindi spesso a Bruxelles,come parte attiva negli incontrisulla riforma della PAC e dell’OCMnell’ambito del progetto dell’Alle-

“Per conto mio è giunto il momento di cercaredelle varietà veramente innovative ed esplorarestrade, magari più rischiose, ma completamentenuove. Un esempio? Tutta la famiglia delle polperosse, ormai da qualche anno in corso di speri-mentazione”, Alessandro Dalpiaz (Assomela)

parte con Assomela: mettere inrete le esperienze e le capacità,incoraggiando un percorso di coo-perazione tra mondo produttivo dauna parte e centri di ricerca dal-l’altro per produrre vera innova-zione varietale, che distingua nontanto la produzione di una OP daquella di un’altra OP, ma la produ-zione italiana da quella degli altriPaesi. Ci vuole in sostanza piùdialogo e più organizzazione, non

ci sono altre strade”. Assomela hasede a Trento e svolge funzionistatistiche - è infatti l’interlocuto-re italiano alla riunione annualePrognosfruit in cui si tracciano leprevisioni in termini produttiviper le pomacee negli stati co-munitari - ma anche e soprattuttouna funzione di lobby. Rappre-senta gli interessi, in altre parole,del settore melicolo in tutte le sediin cui ci sono delle decisioni da

33

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

Page 36: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

all’interessamento efficace e pun-tuale del ministro Mario Catania,abbiamo però deciso di “rischiare”un’iniziativa bilaterale sulle basedelle regole attuali, certamentedifficili. Speriamo così di arrivarenegli Stati Uniti prima di altricompetitors, offrendo un vantag-gio importante ai produttori italia-ni. Abbiamo rilevato una buona di-sponibilità da parte della nostracontroparte e siamo quindi fidu-

ciosi. Il mercato statunitense è in-teressante perché è vero che pro-duce mele, circa 30-35 milioni diquintali, ma è anche vero che percirca la metà la produzione è con-centrata nello Stato di Washing-ton, che si trova nell’estremo nordovest, sul confine con il Canada,lontano quasi 5 mila chilometridalle metropoli della costa estcome New York City, un’area chepotrebbe essere raggiunta tran-quillamente dalle nostre mele vianave con costi più che competitivi.I kiwi del resto vi arrivano già.Consideriamo anche che la comu-nità di origine italiana residentein USA è stimata in circa 18 milio-ni di persone”.

34

anza delle Cooperative Italiane.L’associazione si adopera ancheper superare le barriere che impe-discono l’accesso delle mele italia-ne in alcuni mercati. “In quei po-chi non ancora raggiunti - spiegaDalpiaz - perché le mele italianeraggiungono oggi oltre 90 mercatinel mondo. Stiamo lavorando adesempio su un accordo bilateraletra Italia e Usa che ci permettafinalmente di raggiungere il mer-cato a stelle e strisce. Anche a li-vello comunitario c’è un negoziatoin corso, incoraggiato proprio danoi e dai colleghi francesi, finaliz-zato a medio termine a cambiare esemplificare le regole di accesso almercato USA. Su precisa sollecita-zione del Ministero, grazie anche

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

“Non parliamo di mele diverse solo per l’aspetto.Sono mele diverse anche perché ricche di polife-noli e antociani e sono quindi portatrici di un mes-saggio salutistico. Questo è l’altro fronte su cuidovrebbe indirizzarsi con più decisione la ricerca”,Alessandro Dalpiaz (Assomela)

Nelle foto qui sopra la varietà Hidden Rose,gialla fuori, rosata dentro, scoperta negli anni’60, viene prodotta in Oregon fin dagli anni’80 dall’azienda Thomas Paine Farms. Lapolpa è ricca di antiossidanti e non subisce ilprocesso di imbrunimento.

Page 37: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Dalle nostre cooperative Frutta Fresca Valfrutta

VALFRUTTA FRESCO SPA CONSORTILEVia G. Galilei, 5 - 48018 Faenza (RA)

Tel. +39 0546 648601 - Fax +39 0546 [email protected] - www.valfruttafresco.it

Page 38: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Sotto pressionela cooperazionein TrentinoSpaccata La Trentina, “commissariata” Sant’OrsolaEugenio Felice

Il processo di campionamento comune e il modo incui sono stati distribuiti i ricavi dell’ultima campagnacommerciale hanno creato più di un malumore all’in-terno di La Trentina, tanto che la più grande dellecinque cooperative associate, la Sft di Aldeno, hadeciso a fine gennaio di uscire dal consorzio. I sociSant’Orsola si lamentano invece delle basse liquida-zioni. In entrambi i casi la Federazione Trentina dellaCooperazione ci sta mettendo una pezza

al consorzio, la Sft di Aldeno, dilasciare La Trentina. Il malumoreera nell’aria e non è un caso cheun mese prima Mauro Coser, pre-sidente della Sft, avesse rinuncia-to all’incarico di presidente delconsorzio. La motivazione è undisaccordo radicale su come sonostati distribuiti i ricavi dell’ultimacampagna commerciale (secondo ilnuovo metodo condiviso della cali-bratura e classificazione unicadelle mele fra le cooperative con-sorziate), che avrebbe provocato,secondo i calcoli aldenesi, undanno alla Sft di quasi 2 milioni dieuro. A questo si aggiunge la sfi-ducia nei confronti del direttoreSimone Pilati. “Noi non siamo con-tro il nuovo sistema - aveva dettoa fine gennaio Coser - siamo con-tro il modo in cui viene gestito”. LaSft (Società frutticoltori Trento)con 541 soci e un fatturato di 14milioni di euro, è la cooperativa

36

Due delle tre OP del Trentinostanno vivendo un periodo di altatensione, riconducibile in entram-bi i casi a liquidazioni ai soci pocosoddisfacenti. I conti non tornano,sostanzialmente. Parliamo di LaTrentina, il consorzio delle mele difondovalle, e di Sant’Orsola, la co-operativa dei piccoli frutti consede a Pergine Valsugana. Rima-ne esclusa Melinda, “una dellepochissime isole felici nel nostroPaese” come l’ha definita MaurizioBrasina di Coop Italia, grazie a unmanager di alto profilo come LucaGranata e a un processo di centra-lizzazione - da lui voluto - di tuttele funzioni più importanti avviatogià dalla metà degli anni ’90 e con-clusosi nel 2002, che ha permessodi massimizzare i processi e ridur-re i costi.

La Trentina. A scatenare la tensio-ne nel più piccolo dei consorzidelle mele del Trentino Alto Adige,con un output di circa 100 milatonnellate di mele all’anno, erastata lo scorso 22 gennaio la deci-sione del cda della più grandedelle cinque cooperative aderenti

FRUITBOOKMAGAZINE

La cooperativaSft di Aldeno,presieduta daCoser, primadecide di uscireda La Trentina,poi dice sì alpiano per ren-dere il consor-zio un’aziendaunica sul mo-dello Melinda.La FederazioneTrentina dellaCooperazionesta lavorandoanche per farrientrare Mez-zacorona.

l N.3 l APRILE 2013

Page 39: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Conto economico SANT’ORSOLA SCAEs. 2010

52.461.272- 40.646.125

- 6.179.0275.636.121

- 5.110.799525.322

- 1.107.364- 528.043

985.968- 221.365

182.56036.418

218.978- 88.971130.007

Es. 201150.956.404

- 39.886.700- 6.108.211

4.961.493- 4.872.273

89.220- 1.221.374- 1.132.154

1.199.178- 93.823- 26.798188.308161.510

- 112.24449.266

AGGREGATIValore della produzione- Spese per materie prime- Spese per serviziVALORE AGGIUNTO- Spese per lavoro dipendenteMOL o EBITDA- Ammortamenti e accantonamentiREDDITO OPERATIVO (EBIT)+/- Reddito della gestione atipica+/- Reddito della gestione finanziariaREDDITO CORRENTE+/- Reddito della gestione straordinariaREDDITO ANTE IMPOSTE- Imposte sul redditoREDDITO NETTO

che da sola vale il 40 per cento del-l’intera produzione del consorzio.È anche quella con il magazzino dilavorazione più moderno, essendoappena stato rinnovato con uninvestimento di 38 milioni di euroe il contributo a fondo perdutodella Provincia di Trento pari al40 per cento dell’importo, che hapermesso di automatizzare i pro-cessi e di avere le ultime tecnolo-gie per il confezionamento e laconservazione delle mele. Il ri-schio è quindi quello che si ripetaquello che successe qualche annofa, quando Mezzacorona decise diuscire da La Trentina. Non èesclusa comunque una ricucitura.

37

FRUITBOOKMAGAZINE

“C’è bisogno di un profondo rinnovamento. llpassaggio è epocale perché attiene ad una ‘crisidi crescita’ che ha portato la nostra cooperativa apassare in pochi anni dai piccoli numeri di unaproduzione locale ad una azienda da 50 milionidi euro di fatturato”, Silvio Bertoldi (Sant’Orsola)

Dal cda del consorzio di fine mar-zo, infatti, è scaturita la storicadecisione di diventare aziendaunica della melicoltura extra vallidel Noce sul modello Melinda, chesignifica abbandonare la visioneplurale delle singole cooperativeoggi in vigore a favore di un’otticaunica da OP. La strada è stataindicata dalla Federazione Trenti-na della Cooperazione e potrebbefavorire anche il rientro di Mezza-corona, il cui presidente Luca Ri-gotti guarda caso è anche il vice-presidente di FedCoop. Sembraproprio, insomma, che la mossaprovocatoria di Sft finirà per darenuovo slancio a La Trentina.

Sant’Orsola. “Cosa vuole - ci co-munica Silvio Bertoldi, presidentedella cooperativa - è qualche annoche le liquidazioni ai soci per fra-gole e piccoli frutti non sono soddi-sfacenti”. E come spesso succede,quando la squadra non funziona,si cambia l’allenatore. Così il cdaha deciso a fine febbraio di licen-ziare anzitempo il direttore Mi-chele Scrinzi, anche alla luce delrapporto molto critico da parte delsuper consulente chiamato qual-che mese fa da FedCoop ad affian-care i vertici di Sant’Orsola: quelFabio Rizzoli, grande esperto dimanagement, che da poco ha la-sciato il timone di Mezzacorona.Non si tratta di un giudizio nega-tivo sulla gestione Scrinzi, ma si èpreso atto che c’era necessità diintraprendere una strada nuova,soprattutto dal punto di vista com-merciale e marketing. “Abbiamochiesto a Rizzoli - spiega Bertoldi -di accompagnarci in questa svoltadalla dimensione artigianale aquella industriale, a breve sceglie-remo un nuovo coordinatore”.

l N.3 l APRILE 2013

Page 40: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013
Page 41: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Zespri, conviverecon la batteriosi,innovando ancoraA maggio inizia la campagna del kiwi origine Nuova ZelandaEugenio Felice

La più importante organizzazione mondiale legata alkiwi ha dato vita, in collaborazione con Kiwifruit VineHealth (KWH), al più imponente programma di ricercae sviluppo per capire come sconfiggere la malattiache da qualche anno sta affliggendo le piante di kiwiin diverse aree del mondo. Soprattutto quelle chedanno frutti a polpa gialla. Intanto è ai nastri di par-tenza la campagna del prodotto della Nuova Zelanda,che promette quantitativi stabili e qualità elevata

Originario in realtà della Cina, isuoi semi neri furono portati perla prima volta in Nuova Zelandada Isabel Fraser nel 1904, per poiessere piantati dal botanicoAlexander Allison. Risalgonoinvece al 1952 le prime esporta-zioni, dirette verso il RegnoUnito. All’inizio il nome del fruttoera “Yang Tao” o “ChineseGooseberry”, ma presto i produt-tori, per farne capire la prove-nienza, decisero di chiamarlokiwi, in omaggio a quello che è ilsimbolo nazionale della NuovaZelanda, un grosso e buffo uccellopraticamente privo di ali.Tornando alla campagna che staper iniziare, l’amministratoredelegato di Zespri, Lain Jager, hadichiarato a inizio marzo che lalunga e calda estate dell’emisferosud è risultata positiva per la cre-scita del frutto, per cui l’organiz-zazione prevede di esportare unaquantità simile a quella dellascorsa stagione, cioè 90 milioni dicassette. Le esportazioni di kiwibiologico a marchio Zespri dovreb-bero aumentare leggermente a3,6 milioni di cassette, mentre

39

Zespri - la più importante orga-nizzazione del mondo legata alkiwi, nata in Nuova Zelanda nel1997, una public company di pro-prietà di 3 mila produttori, ilprimo ed unico marchio al mondolegato al kiwi a diventare unavera e propria marca riconosciutae apprezzata a livello globale - èottimista circa la prossima stagio-ne, nonostante il difficile contestocreato dalla batteriosi (unamalattia che colpisce le piante mainnocua per l’uomo), da un cam-bio valutario sfavorevole e da unasituazione recessiva che sta col-pendo diversi mercati a partireda quello europeo. Nella piùimportante zona produttiva dellaNuova Zelanda, la Bay of Plenty,dove nel lontano 1928 HaywardWright selezionò la varietà anco-ra oggi più prodotta ed esportatanel mondo, la raccolta dei primikiwi è cominciata l’ultima setti-mana di marzo e la prima dellenavi cariche del prezioso fruttolascerà il porto di Tauranga nelmese di aprile. Ci troviamo nelPaese che ha fatto la storia delkiwi, oltre a dargli il nome.

FRUITBOOKMAGAZINE

Page 42: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

40

FRUITBOOKMAGAZINE

sono attese ulteriori riduzioni nelvolume delle esportazioni di kiwia polpa gialla ZespriGold, chepasseranno dai 22 milioni di cas-sette della scorsa stagione ai 13-15 milioni di questa. Il calocostante nei volumi di kiwi apolpa gialla è la conseguenzadelle grandi quantità di pianteinfette dalla batteriosi che sonostate tagliate negli ultimi dueanni. Le esportazioni di questavarietà avevano raggiunto 30milioni di cassette nel 2011, quin-di a distanza di due anni il calo èstato di oltre il 50 per cento.Degli ZespriGold raccolti que-st’anno, circa 2,5 milioni di cas-sette saranno della nuova varietàG3, nome commerciale SunGold,mentre 1,8 milioni saranno diun’altra novità, la G9. “L’estatecalda e asciutta ha favorito laproduzione, traducendosi in unalto tenore zuccherino dei frutti.Si tratta di una premessa idealeper la commercializzazione delprodotto”, ha detto Jager. “Ora lagrande questione che rimaneaperta è come si comporterà lanuova varietà G3 in inverno e inprimavera, che sono i periodi piùproblematici per la diffusionedella batteriosi”. Con 2.700 ettaridi frutteti di G3 piantati solo loscorso anno in Nuova Zelanda,l’industria ha fatto un grandeinvestimento sulla varietà.Che significato hanno le paroledel numero uno di Zespri per ilconsumatore europeo e, più nellospecifico, per quello italiano? Loabbiamo chiesto a Marino Silva,

che da 14 anni lavora per la mul-tinazionale neozelandese e cheoggi riveste il ruolo di responsabi-le per l’Italia e gli altri Paesi delMediterraneo.

FM - Quando dovrebbero arrivarein Europa i primi frutti e cheaspettative ci sono? Il prolungarsidella crisi economica rende il mer-cato europeo meno attrattivorispetto ad altre destinazioni, comel’Asia?MS - Dovremmo avere una sta-gione normale per il kiwi verde,lo Zespri Green, con volumi perl’Europa molto simili al 2012.Avremo invece nuovamente unasignificativa riduzione nei quanti-tativi di Zespri Gold dovuti a uncalo nel raccolto che ha coinvoltoanche il nuovo SunGold. Laprima nave arriverà in Europa iprimi giorni di maggio con i kiwiverdi, mentre lo Zespri Gold arri-verà due settimane più tardi. Aprescindere dalla crisi e daglieffetti che sta avendo sui consu-mi, l’Europa rimane una destina-zione molto importante per inostri kiwi verdi e l’Italia è sicu-ramente uno dei nostri mercati diriferimento, sia dal punto di vistadei quantitativi assorbiti sia daquello della fedeltà alla marca,che è molto alta.

1997

4

-50%

90

12 mesi

anno di costituzione

linee prodotto

calo del Gold

milionidi cassette

cliente per volumi

di fornitura

stima raccolto 2013 NZ

Green, Gold,SunGold, Organic

della produzione italiana

in due anni causa batteriosi

ZESPRI

ºº10

l N.3 l APRILE 2013

Page 43: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

FM - Guardando all’Italia, che pesohanno i diversi canali di venditaper Zespri? La GDO in Italia è cre-sciuta, ma sa valorizzare un pro-dotto di marca e di importazionecome il vostro?MS - L’Italia ha un peso del 10per cento nello scenario europeo,mentre il mercato più grande è laSpagna. La distribuzione diZespri in Italia è oggi coerentecon la distribuzione complessivadi frutta e ortaggi nel nostroPaese: ciò significa che approssi-mativamente il 45 per cento deikiwi sono venduti attraverso ilcanale GDO, il 55% attraverso ilcanale tradizionale. Guardandoagli ultimi anni, va detto che è

41

FRUITBOOKMAGAZINE

comunque cresciuto il peso delcanale GDO. Ciò prova che nonsolo il canale tradizionale credenel valore aggiunto del brandZespri e nelle garanzie che dà aisuoi clienti, ma anche le catenedistributive, solitamente orienta-te a valorizzare la private label,riconoscono il plus in termini diqualità e coerenza che il brandZespri è in grado di offrire.

FM - L’Italia è anche un Paese pro-duttore per Zespri: come stannoandando le cose?MS - Le prime vendite in Europadi Zespri Green di produzione ita-liana risalgono al 2001. La produ-zione è venduta in Europa, dove

Zespri, grazie a una collaborazione con Sinclairche è durata quattro anni, introduce in questacampagna, primo caso nel mondo, un bollino pie-namente compostabile nella linea biologica. Nonsarà quindi più necessario separare il bollinodalla buccia una volta consumato il frutto.

l N.3 l APRILE 2013

Zespri ha oggi contratti che pre-vedono una fornitura continuati-va per 12 mesi con diversi distri-butori e retailer. Recentementeanche in diversi Paesi asiaticisono stati avviati programmi pervendere durante la stagioneinvernale i kiwi prodotti inEuropa. Il trend quindi è in cre-scita. Quest’anno, ad esempio,pur a fronte di una produzioneeuropea che come è noto è statapiù bassa causa avverse condizio-ni climatiche, noi abbiamo regi-strato un aumento degli approvvi-gionamenti da Italia e Francia,raggiungendo i maggiori volumidi sempre e confermandoci ormaida diversi anni come il primo

Page 44: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

42

FRUITBOOKMAGAZINE

cliente per volumi dell’intera pro-duzione nazionale. Un numerocrescente di clienti potrà quindiapprezzare la qualità premiumZespri anche in inverno.

FM - Quanto sta impattando finorala batteriosi (PSA) sulle produzioniglobali di Zespri? MS - La PSA è ancora presente enon sarà debellata nel breve ter-mine. Non c’è bacchetta magicache possa liberare il settore daquesta malattia. In Nuova Zelan-da abbiamo fatto progressi nel-l’imparare a convivere con la bat-teriosi, ma alla fine la soluzionesarà data da una combinazionetra varietà tolleranti alla Psa enuove tecniche di gestione deifrutteti. C’è un ampio programmadi ricerca e sviluppo sulla malat-tia gestito da Zespri in collabora-zione con Kiwifruit Vine Health(KWH), con oltre 80 programmi diricerca in corso e circa 300 pro-dotti in fase di test. Abbiamoimparato che sono specialmentele varietà gialle ad essere mag-giormente colpite dalla malattia.Ciò nonostante ci aspettiamorisultati positivi per le future pro-duzioni della varietà SunGold. Lascorsa estate sono stati piantaticirca 2.700 ettari di SunGold evolumi significativi per questavarietà sono attesi sul mercato apartire dal 2014. I test svolti han-no mostrato che questa varietàsembra avere una tolleranzamaggiore alla PSA rispetto all’Ho-rt16A, conosciuto sui mercati ditutto il mondo come Zespri Gold.

FM - A proposito di SunGold, loabbiamo assaggiato e ci è piaciutomolto. Di cosa si tratta?MS - Il SunGold è una nuovavarietà gialla, succosa e dal sapo-re incredibilmente equilibrato,dolce e leggermente acido allostesso tempo, con la polpa fine ela buccia liscia. È un kiwiattraente, caratterizzato da unottimo sapore complessivo e dalledimensioni naturalmente grandi,in questo simile allo Zespri Gold.Le prime piante sono state inne-state nel 2010, dopo 10 anni dirigorosa ricerca e sviluppo.Investimenti sono in corso perquesta varietà anche in Franciae Italia, dove ci aspettiamo neiprossimi anni una crescita gra-duale come in Nuova Zelanda.

FM - Uno dei temi più di attualitàdi questi anni è l’impatto ambien-tale. Mi fa un esempio di come vistate muovendo in questo campo?MS - Zespri introduce in questacampagna, primo caso nel mondo,un bollino pienamente composta-bile nella linea biologica. Nonsarà quindi più necessario sepa-rare il bollino dalla buccia, unavolta consumato il frutto. Unabella comodità per il consumatorefinale, un importante traguardoper noi, un concreto segnale diattenzione per il nostro pianeta.Zespri, del resto, ha sempre postomolta attenzione alla sostenibilitàdei suoi frutti, investendo risorsesignificative in ricerca e sviluppo,consapevole anche della crescenteattenzione da parte di clienti e

l N.3 l APRILE 2013

Page 45: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

che da sempre abbiamo posto almiglioramento continuo, all’inno-vazione e alla ricerca dell’eccel-lenza. Assieme a Plant & FoodResearch, Zespri ha creato il piùimponente programma a livellomondiale di selezione naturaledei kiwi. Test sui consumatorifinali vengono svolti sui mercatiinternazionali per valutare lecaratteristiche organolettichedelle varietà esistenti e di quellenuove. Zespri lavora a strettocontatto con la rete di produttoriper condividere conoscenze e com-petenze in ambito agronomico eper sviluppare e attuare pratichesostenibili nei frutteti. I produtto-ri più innovativi stanno ad esem-pio ripristinando l’habitat natura-le originario per far tornare gliuccelli e la fauna selvatica neifrutteti così da implementare unalotta naturale contro i parassiti.L’attenta gestione della catena di

consumatori finali a queste tema-tiche. Zespri ha lavorato perquattro anni a stretto contattocon Sinclair, leader mondiale neisistemi di etichettatura, per supe-rare le numerose difficoltà tecni-che e raggiungere questo risulta-to. Quest’anno 5 milioni di kiwibiologici venduti tra Nord Ameri-ca, Europa e Asia avranno i bolli-ni compostabili, che si decompon-gono in meno di 22 settimanelasciando una materia secca infe-riore al 10 per cento di quella ori-ginaria.

FM - Zespri è l’unica marca nelmondo per il kiwi, sinonimo di qua-lità e servizio: si può migliorareancora? Quali le sfide per i prossi-mi anni? Quanto ha pagato in ter-mini commerciali investire in unamarca forte?MS - Il successo di Zespri a livellomondiale è dovuto all’impegno

43

FRUITBOOKMAGAZINE

“ Il SunGold è una nuova varietà gialla, succosa edal sapore molto equilibrato, dolce e leggermenteacido allo stesso tempo, con la polpa fine e labuccia liscia. È un kiwi attraente, caratterizzato daun ottimo sapore complessivo e dalle dimensioninaturalmente grandi”, Marino Silva (Zespri Italy)

fornitura assicura che i clienti e iconsumatori ottengano costante-mente kiwi di altissima qualità.Ci sforziamo di utilizzare lemigliori pratiche in tutti i nostriprocessi e ci impegniamo ad esse-re un business sostenibile e unleader di mercato. Da sempreabbiamo implementato una stra-tegia guidata dal marketing,investendo da subito in un mar-chio forte. Per tutti questi motivii kiwi Zespri hanno un prezzo dafascia premium, superiore rispet-to agli altri kiwi venduti in Euro-pa. Un plus noto e riconosciutodai consumatori e dai rivenditori.

l N.3 l APRILE 2013

Page 46: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Kiwifruit of Italy sbarcain Corea del Sud conil nuovo marchio KiwayIl primo produttore mondiale di kiwi prova a fare sistemaEugenio Felice

Alcune delle più importanti aziende italiane che com-mercializzano kiwi hanno costituito il consorzio Kiwi-fruit of Italy per valorizzare nel mondo il kiwi verde diqualità prodotto in Italia. Prima tappa di questo per-corso di integrazione è l’apertura del mercato coreanocon il marchio commerciale Kiway, che potrebbe es-sere utilizzato anche nei nuovi mercati. Del consorzionon fanno parte i grandi esportatori piemontesi cheper ora preferiscono agire in autonomia

strategia votata alla qualità delprodotto. “Per raggiungere l’obiet-tivo - ha dichiarato il presidenteAlessandro Fornari - abbiamo la-vorato fondamentalmente su duefronti. In primo luogo sulla garan-zia di caratteristiche qualitative dieccellenza del prodotto da esporta-re. In particolare garantendo unkiwi con un elevato contenuto disostanza secca, comunicato sulleconfezioni e a punto vendita, con-sci del fatto che il consumatorecoreano è piuttosto sensibile aquesto aspetto e in grado di perce-pire il differenziale qualitativopositivo che ne consegue. Decisivaè stata inoltre la collaborazionecon l’importatore coreano, nostroprezioso partner in tutta l’opera-zione, grazie al quale abbiamopotuto completare la maturazionedei frutti a destinazione. Il secon-do importante ambito di interven-to ha riguardato l’organizzazionedi un piano di marketing in colla-borazione con il medesimo impor-tatore e con la catena di supermer-cati E-Mart, incentrato sull’eccel-lenza del made in Italy. Nei puntivendita abbiamo organizzato

44

È iniziata nel migliore dei modi lacommercializzazione del kiwi ita-liano a marchio Kiway in Coreadel Sud. Dal mese di marzo i con-sumatori coreani possono acqui-stare i frutti esportati dal neoco-stituito Consorzio Kiwifruit of Ita-ly, che riunisce alcuni fra i princi-pali esportatori italiani: Spreafico,Salvi, Naturitalia, Orogel Fresco,Granfrutta Zani, Frutta C2, Pem-pacorer, e Jingold. Ad approdarein Corea sono stati anche i kiwi diCeradini Group - suoi, l’8 marzo, iprimissimi container ad arrivare -e quelli a marchio Made in Blu diCompagnia Italiana della Frutta,una commerciale costituita daaziende del calibro di Alegra, Maz-zoni e Apofruit. Il momento eraatteso ormai da molti anni, duran-te i quali le istituzioni e il CSO diFerrara hanno lavorato per rende-re possibile l’apertura del mercato,dando di fatto all’Italia quest’an-no, per la prima volta, la possibi-lità di esportare kiwi in Corea. Il Consorzio Kiwifruit of Italy hadeciso di approcciare questo nuovoe promettente mercato con unapolitica di marca comune e una

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

2012

2ºº120%

8

8aziende

anno di nascita

marchi

varietà

container

dell’output

Corea

associate

nazionale

inviati in

(Hayward)

del Consorzio

Kiwifruit of Italye Kiway

in questa campagna

KIWIFRUIT OF ITALY

Page 47: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

degustazioni e in-store promotionper far conoscere il kiwi Kiway”.E-Mart rappresenta, con i suoi140 negozi il gruppo distributivoprincipale del Paese. L’iniziativa èstata vissuta con grande entusia-smo dal cliente, come dimostra l’e-vento lancio organizzato all’inter-no di un supermercato, al qualehanno partecipato, fra gli altri, ilceo di E-Mart e l’ambasciatore ita-liano a Seul. Grande soddisfazioneanche da parte dei soci del Con-sorzio Kiwifruit of Italy che hannopartecipato alle esportazioni.Alessandro Pernigo, della verone-

se Frutta C2, fa sapere che a suoparere “l’aspetto più positivo e si-gnificativo di questa operazione èrappresentato dal fatto che alcuneimprese hanno collaborato, conregole comuni e un’unica organiz-zazione commerciale, alla realiz-zazione di una strategia di venditadi un prodotto a marchio del pro-duttore, collaborando attivamentee direttamente con una catena didistribuzione al dettaglio, una ve-ra novità per il nostro settore orto-frutticolo”.

45

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

“L’aspetto più significativo è che alcune impresehanno collaborato, con regole comuni e un’unicaregia commerciale, alla realizzazione di una strate-gia di vendita di un prodotto a marchio del pro-duttore collaborando direttamente con una catenadi distribuzione”, Alessandro Pernigo

Nelle foto un momento della promozioneKiway all’interno di un punto vendita coreanoE-Mart. La foto non tragga in inganno: si fre-giano del marchio Kiway solo i kiwi verdi,quelli gialli sono dei Jingold dell’omonimaazienda italiana, che ha fatto in questo casosinergia con Kiwifruit Of Italy, cui peraltro èassociata.

Page 48: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

In Italia in 36 ore:la qualità secondoFréson de PalosInnovazione continua significa anche ridurre i tempi della logisticaEugenio Felice

Nel distretto spagnolo di Huelva, nel sud-ovest dellaSpagna, in un ambiente naturale unico, si trova lacooperativa Santa María de la Rábida, leader europeonella produzione e commercializzazione di fragole. DaNatale a inizio giugno, vengono immesse sul mercatoeuropeo oltre 40 mila tonnellate di fragole dellamigliore qualità. L’Italia è considerato un mercatostrategico e in crescita, tanto che quest’anno, climapermettendo, dovrebbe assorbirne 8 mila tonnellate

di questo frutto. Il segreto di taleprimato ce lo ha svelato durantel’ultima edizione della fiera FruitAttraction, tenutasi a Madrid loscorso ottobre, il responsabilemarketing del gruppo, JaimeZaforas: “L’innovazione continua ela qualità totale, assieme alla tra-dizione agricola e al massimorispetto per l’ambiente, ci hannopermesso di crescere campagnadopo campagna, rispondendo sem-pre al meglio alle esigenze delmercato e alle aspettative dei no-stri clienti, che vedono nella no-stra marca un sinonimo di garan-zia, qualità e servizio”. Non fer-marsi mai, quindi, considerare inuovi traguardi come punti da cuiripartire per elevare ancora di piùl’asticella della qualità. Questo fala differenza.La regione di Huelva si trova nel-l’estremo sud-ovest della Spagna,affacciata sul mare e vicino al con-fine con il Portogallo. Da sola rap-presenta oltre il 90 per cento dellaproduzione di fragole del Paese. Diquest’area, la cooperativa S.C.A.Santa María de la Rábida - S.C.A.non sta come in Italia per Società

46

Oltre 2 mila km separano Huelvada Milano. Siviglia, Cordoba,Valencia, Barcellona, Perpignan,Montpellier, Nizza, Genova: que-ste le maggiori città toccate primadi arrivare nel capoluogo lombar-do. Per la precisione 2.060 km.Secondo Google Maps bastano 18ore e mezzo. Certo, se non ci fer-miamo mai, né per mangiare néper dormire, e se non ci sono im-previsti lungo il percorso. Se finoall’anno scorso un camion refrige-rato aveva bisogno di 48 ore perportare il suo carico di fragoleFréson de Palos dal magazzino diconfezionamento alla piattaformadella catena distributiva in Italia,oggi bastano 36 ore. “Abbiamo mi-gliorato la logistica per consegna-re un prodotto ancora più fresco ainostri clienti”, spiega SimonePierini, dal 2008 responsabile com-merciale Italia di S.C.A. SantaMaría de la Rábida, la più grandecooperativa di Palos de laFrontera, capace di immettere sulmercato, in una annata normale,un volume di fragole pari a 70 mi-la tonnellate, cifra che ne fa ancheil maggiore produttore mondiale

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

Nella foto una serra di S.C.A. Santa María dela Rábida - nota per il marchio commercialeFresón de Palos - la più grande cooperativa diHuelva, con 150 soci, 1.100 ettari dedicati allefragole, un magazzino di confezionamento di30 mila metri quadrati e un output annuale di70 mila tonnellate, destinato per il 60 percento ai mercati esteri. Huelva è un piccolocomune dell’Andalusia, affacciato sull’oceanoAtlantico, a ridosso del confine con ilPortogallo, immerso nel parco nazionale diDoñana, ricco di pinete, con terre arenose e cal-caree soggette a un clima mite e bagnate daacqua di eccellente qualità, caratteristiche idea-li che danno alle fragole dimensione, consisten-za e colore eccellenti.

Page 49: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Cooperativa Agricola ma per So-cietà Cooperativa Andaluza - necostituisce l’azienda leader, fortedi 150 soci e del lavoro, stagionedopo stagione, di oltre 5 mila ad-detti. Il magazzino di lavorazione,certificato Iso 9001, Iso 14001 eIFS, ha una superficie coperta di30 mila metri quadrati e nei picchidi produzione riesce a lavorare 1,1milioni di chili di fragole al giorno.Le serre dei soci si estendono perpiù di 1.100 ettari a Palos de laFrontera, nel parco nazionale diDoñana, circondate dalle pinete edalla costa dell’Oceano Atlantico,su terre arenose e calcaree, sog-gette a un clima mite e bagnate daacqua di eccellente qualità, carat-teristiche ideali che danno alle

47

Il magazzinodi 30 mila mqriesce a lavora-re nei picchi diproduzionefino a 11 milaquintali di fra-gole al giorno

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

fragole dimensione, consistenza ecolore impareggiabili. Le produ-zioni sono certificate GlobalGAP eproduzione integrata. Le principa-li varietà prodotte nella campagna2013 sono Sabrina, Fortuna, Can-donga e Antilla. Sabrina e Can-donga, varietà selezionate dallaspagnola Planasa, sono anche levarietà di punta prodotte nel no-stro sud Italia.“Ogni anno - precisa Simone Pie-rini, che abbiamo intervistato ametà marzo - selezioniamo le va-rietà più idonee per soddisfare almeglio i nostri clienti. Privilegia-mo aspetti quali il sapore, la shelf-life e la produttività. Ogni giornoci impegniamo per offrire il me-glio, anche in termini di rispetto

Page 50: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

52 mila tons

ettari1.100 8di fragole fresche

nel 2012

mila tonsstima export 2013 in Italia

5 mesi di fornitura(gennaio - maggio)17 mila tons

di fragole da industria nel 2012

30mila mqdi magazzino

di serre

Fresón de Palos in cifre

48

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

ambientale e di corrette tecnicheagronomiche. I nostri soci sonoassistiti da 13 agronomi coordina-ti da un tecnico responsabile, unteam capace di gestire in modocompetente e tempestivo i momen-ti più critici legati alle condizioniclimatiche. Le avversità atmosfe-riche che hanno caratterizzato laprima decade di marzo, con nevi-cate anche a bassa quota e abbon-danti piogge ne sono un esempio:lo staff tecnico è riuscito a limita-re al massimo le perdite in campoe ad aiutare i soci conferitori a ri-solvere il problema delle muffe.Questo ci ha permesso di non ac-cusare le perdite registrate da al-tre organizzazioni, almeno non inquelle proporzioni”.Certo quest’anno non sarà ricorda-to come uno dei più felici per lefragole di Huelva. Le fragole, è no-to, amano climi miti e asciutti. Lecondizioni climatiche avverse han-no condizionato la campagna finoa metà marzo, tanto che AlbertoGarrocho, presidente Freshuelva(l’associazione dei produttori edesportatori di fragole di Huelva),ha stimato in un 25-30 per cento lariduzione del raccolto rispetto allastagione precedente, che invece èstata una delle più produttive de-gli ultimi anni. Non a caso ancheFréson de Palos aveva raggiuntonel 2012 il suo picco produttivo,con quasi 70 mila tonnellate difragole commercializzate, di cui 52mila fresche. Il clima ha influitoanche sull’inizio della campagna,partita in ritardo di circa tre setti-mane per l’organizzazione di Palos

Page 51: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

de la Frontera, a metà gennaio.Solitamente la campagna dellefragole di Huelva va da dicembre amaggio. “Ci sono aziende - sottoli-nea Pierini - che iniziano prima,utilizzando delle varietà precoci.Noi abbiamo fatto una scelta di-versa, puntando su varietà chedanno le massime garanzie anchein termini di sapore, aspetto su cuisolitamente difettano le varietàprecoci. Non vorrei ripetermi, maper noi è fondamentale offrire ilmassimo, in termini di prodotto eservizio, questo ci differenzia daicompetitor. Considerato che lacampagna è partita tardi e che laproduzione è stata minore causamaltempo nella prima parte dellacampagna, è lecito aspettarsi unboom produttivo nel mese di apri-le. La campagna si chiuderà poicon l’arrivo del grande caldo, comeogni anno. Nel 2012 ciò è avvenu-to attorno al 10 di giugno”.

49

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

I principali mercati esteri servitida Fréson de Palos sono, nell’ordi-ne, la Germania, la Francia, l’Ita-lia, il Portogallo e il Regno Unito,mercati verso i quali dovrebbe es-sere esportata circa il 60 per centodella produzione. Le esportazionivengono svolte storicamente an-che attraverso Anecoop, consorziodi cui S.C.A. Santa María de laRábida è socia fin dai primi anni’80. Crescono però i rapporti diret-ti con i clienti in tutta Europa.“Consideriamo l’Italia un mercatostrategico - dichiara Pierini, cuisei anni fa è stato affidato il com-pito di sviluppare rapporti diretticon la grande distribuzione italia-na - non solo perché consumatante fragole, ma anche perché ingrado di apprezzare e dare il giu-sto valore ai nostri frutti e alnostro marchio Fréson de Palos. Èoggi la terza destinazione in ter-mini di volume con un trend di

“L’Italia è un mercato strategico, non solo perchéconsuma tante fragole, ma anche perché dà il giu-sto valore ai nostri frutti e al marchio Fréson dePalos. È la terza destinazione, con volumi crescen-ti. Tempo permettendo, quest’anno vi invieremo 8mila tonnellate”, Simone Pierini (Fresón de Palos)

crescita. L’anno scorso abbiamoinviato 5 mila tonnellate di frago-le, per il 90 per cento alle catenedistributive. Serviamo poi alcunigrossisti selezionati del nord Ita-lia. Gli obiettivi di questa campa-gna, clima permettendo, sono diarrivare a 8 mila tonnellate, confe-zionate nei differenti formati:flowpack da 250 grammi, 500grammi e 1 chilo, oppure cassettadi legno da due chili protetta dafilm plastico, o ancora, novità diquest’anno, la cassetta nera mono-strato da 1 chilo per la linea pre-mium”. Il che equivale a dire chela cooperativa spagnola venderàin Italia più fragole di quante neproducano, singolarmente, i mag-giori produttori italiani, cioè l’APOScaligera di Verona e la cooperati-va Sole di Caserta, che si fermanoa circa 6 mila tonnellate.

Nella pagina accanto Simone Pierini, responsa-bile commerciale per il mercato italiano diS.C.A. Santa María de la Rábida. Si definisce“agronomo dirottato al commerciale”. Dopo lalaurea all’Università Politecnica delle Marchedi Ancona nel 2003, ha mosso i primi passilavorativi in Spagna come responsabile qualitàdi un magazzino di confezionamento diHuelva e come agronomo con funzioni tecnichein campo. Dal 2008 è in forza all’importantecooperativa andalusa con il compito di svilup-pare rapporti diretti con la grande distribuzio-ne italiana. Al momento del suo arrivo la mag-gior parte delle esportazioni di fragole Fréson dePalos erano gestite dal consorzio Anecoop, di cuiS.C.A. Santa María de la Rábida è socia findagli anni ’80.

Page 52: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Gusto, brillantezza, tenuta:l’innovazione varietale facrescere la fragola scaligeraLe fragole di Verona non sono figlie di un dio minoreEugenio Felice

Un polo aggregante che sta crescendo in modo impor-tante, anno dopo anno. Non solo nelle fragole, che afine aprile vanno in piena campagna. Anche e soprat-tutto negli ortaggi, dove già oggi APO Scaligera detieneun primato a livello nazionale, con 15 mila tonnelatecommercializzate tra estivo e invernale. L’arrivo delnuovo direttore generale Alberto Garbuglia (ex Salvi)segna l’avvio di un importante piano strategico voltoa dare nuovo slancio all’organizzazione scaligera

quindi una finestra temporale cheAPO Scaligera è in grado di chiu-dere egregiamente. Sì, perché nonparliamo solo di volumi, ma anchedi qualità intrinseca del frutto. Datroppo tempo il sapore è conside-rato il punto debole della produ-zione veronese, ed è ora di supera-

50

A guardare le statistiche sulleesportazioni italiane di fragole, siscopre che queste sono concentra-te nel periodo che va dall’ultimadecade di aprile a fine maggio.Non a caso proprio il periodo in cuisi concentra la produzione verone-se, che quest’anno dovrebbe esserea pieno regime nella settimana 18,quella a scavalco tra aprile e mag-gio, in lieve ritardo rispetto al soli-to causa il prolungarsi anomalodelle temperature rigide. APO Sca-ligera è oggi il primo esportatoreitaliano di fragole per volumi, conuna produzione che nel 2012 èstata di 6.500 tonnellate. Ben pocacosa rispetto ai colleghi spagnoli,ma quanto basta per metterla sulpodio nazionale assieme alla coo-perativa Sole di Parete (CS). Sulprimato nell’export incidono sia lavicinanza con il confine rispettoalla produzione del sud Italia, sia -soprattutto - il fatto che in quelmese si va esaurendo la produzio-ne spagnola mentre deve ancorapartire come si deve quella tede-sca. La Germania infatti è uno deimaggiori produttori (e consumato-ri) continentali di fragole. C’è

FRUITBOOKMAGAZINE

re questo concetto. Ne è convintoAlberto Garbuglia, direttore ge-nerale da inizio anno di APO Sca-ligera. “L’innovazione varietale èconsiderata dalla nostra coopera-tiva un fattore chiave di competiti-vità, da molti anni ormai”, spiegail manager, che viene da una

50107539

20619191512

209654

68130

49570

48836572228336207

3.044

118140124609254855591243348416

3.698+ 4

488

7535

20019181312

213641

70117

55581

47871522218341219

3.041

118125130616247890540231353432

3.682=

PIEMONTETRENTOBOLZANOVENETOEMILIA ROMAGNACAMPANIABASILICATACALABRIASICILIAALTRE REGIONITOTALEvar su anno precedente

PIENO CAMPO

REGIONI 2012 2013COLTURA

PROTETTA TOT PIENO CAMPO

COLTURAPROTETTA TOTETTARI

Fonte: Elaborazioni CSO

FRAGOLE - ITALIA: SUPERFICI COLTIVATE

l N.3 l APRILE 2013

Page 53: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

51

FRUITBOOKMAGAZINE

Foto

: Andre

a Fe

lice

lunga esperienza nel gruppo Salvi.“In APO Scaligera, grazie allavisione lungimirante del nostropresidente Primo Anselmi, è statomesso a punto un “sistema frago-la” per certi versi unico. Più diquindici anni fa è stato avviato unprogramma di miglioramento va-rietale in collaborazione con il CRAdi Forlì e la Provincia di Veronaper trovare varietà che si adattinobene alle specifiche condizioni del-la piana veronese, che è una dellepoche aree dove si utilizza la pian-ta frigoconservata, messa a dimo-ra ad agosto per dare un primoraccolto autunnale e uno più ab-bondante da fine aprile ad iniziogiugno, nel picco di consumo inEuropa. Per questa ragione abbia-mo bisogno di individuare varietàche ben si prestino a questa tecni-ca produttiva oltre che, ovviamen-te, risultare gradite al consumato-re. Quasi tutte le varietà di APOScaligera vengono da questo pro-gramma di miglioramento. Le

piantine usate dai soci vengonoprodotte nel vivaio di APO Scalige-ra. Infine, la gestione del post rac-colta viene svolta con le miglioritecnologie per garantire una cate-na del freddo, un confezionamentoe una distribuzione sui mercatiche lascino intatte le caratteristi-che del prodotto. Un esempio diquesto continuo processo di ricercae selezione di nuove varietà è laGarda: dopo un biennio di speri-mentazione agronomica e com-merciale e con l’incoraggiamentodei clienti che hanno fatto dei testnella precedente campagna, que-st’anno siamo pronti al lancio. Sitratta di una varietà che reggetranquillamente il confronto conuna Candonga prodotta nel sud

Italia. È una varietà precoce, checoncilia esigenze di produttori econsumatori: elevata consistenzadella polpa, buon grado zuccheri-no, ottima colorazione e una formaperfetta anche nelle pezzature piùpiccole e se l’andamento climaticonon è favorevole. Il 18-20 per cen-to dell’output di quest’anno saràrappresentato dalla Garda. I volu-mi maggiori, con un’incidenza del45 per cento, saranno della varietàEva. Abbiamo in test altre due va-rietà che, se confermeranno leaspettative, saranno lanciante ilprossimo anno. Quello che noi of-friamo oggi a clienti e consumato-ri sono fragole che hanno saporeben percepibile, colore brillante eshelf life elevata”.La produzione insiste su un’areadi circa 250 ettari, ubicati tutti al-l’interno della provincia di Vero-na, e consente ad APO Scaligera dioffrire fragole da aprile a dicem-bre, per nove mesi consecutivi, conun picco nel mese di maggio.

l N.3 l APRILE 2013

Page 54: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

di fragole, ma anche uno dei mag-giori produttori in Italia di ortag-gi. “Insalata Gentile e Trocaderoin inverno; pomodori, melanzane,peperoni, cetrioli e zucchine inestate. Su questi ortaggi - spiegaGarbuglia - siamo già molto benposizionati e intendiamo crescereancora secondo le linee del nostropiano strategico di medio periodo,che prevedono per quest’anno unacrescita del 10-15 per cento perarrivare a 15 mila tonnellate traortaggi estivi e invernali. Su que-sti articoli possiamo offrire allagrande distribuzione una massacritica che ci permette anche di es-sere specializzati, di testare nuovevarietà e avere tecnici bravi”. Ilpiano strategico del gruppo vero-nese prevede anche un maggioreimpegno sui meloni, per cui vi ègià una produzione importante agiugno, e sui kiwi, ora prodotti incirca 3.500 tonnellate, ma per cui

52

Durante l’estate la produzione ègarantita da alcuni produttori suimonti Lessini, sopra Verona, tragli 800 e i 1.200 metri. Pur offren-do una gamma piuttosto ampia difrutti e ortaggi, la fragola costitui-sce la produzione più importantedi APO Scaligera, coltivata in agri-coltura protetta per difenderla daidanni provocati dalle temperaturee dall’umidità. Questo permette direalizzare produzioni primaverili,estive e autunnali contraddistinteda eccellenti caratteristiche orga-nolettiche come la consistenza e ilcolore rosso brillante. La fragola èun frutto che richiede protezionedai parassiti e dalle malattie fun-gine, per questo i produttori asso-ciati applicano disciplinari di lottaintegrata della Regione Veneto.

Non solo fragole: il primato negliortaggi. APO Scaligera non è sem-plicemente un grande produttore

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

“L’innovazione varietale è per noi un fattore chia-ve di competitività. La nostra ricerca è orientata avarietà che siano buone a livello organolettico maanche di elevata shelf life. Un esempio è la nuovaGarda, che non teme il confronto con Candonga”,Alberto Garbuglia (APO Scaligera)

Garbuglia auspica che APO Scali-gera possa diventare polo aggre-gante, data la vocazione del terri-torio veronese per questo frutto. Èpoi prevista una strategia di man-tenimento per le mele e le pere: se-condo Garbuglia “partiamo da unaposizione di svantaggio per questiprodotti rispetto alle realtà dimontagna, quindi vogliamo riposi-zionarci sul mercato, puntando al-la nicchia del residuo zero, inte-ressante per un certo tipo di clien-tela che trasforma i frutti in pro-dotti per l’infanzia”. Infine è previ-sto un progressivo disimpegno dal-la frutta estiva, fatta eccezione perle susine. Dati i cambiamenti, idue magazzini, quello di Zevio equello di Minerbe (APO Scaligerasi è infatti fusa l’anno scorso con ilConsorzio Ortofrutticolo di Miner-be), sono ora in fase di parzialeristrutturazione: a Zevio sarannolavorate orticole, fragole e kiwi; aMinerbe mele, pere e meloni.

Da sinistra: Nicola Accordi, tecnico di coltiva-zione, Alberto Garbuglia, da pochi mesi diret-tore generale APO Scaligera, e Gianluca Bellinidell’ufficio commerciale. Nella foto, scattata loscorso marzo all’interno del magazzino diZevio, ora in fase di parziale ammodernamen-to, due dei prodotti invernali ad elevata rile-vanza strategica per l’organizzazione veronese:la lattuga Gentile e i kiwi. Il magazzino diZevio è riservato anche alle fragole e a tutti gliortaggi estivi, mentre il magazzino di Minerbeè riservato a mele, pere e meloni.

Page 55: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

International Exhibition of the Fruit and Vegetable Industry

25 26 27 September 2013 Cesena ITALY

The heart of business

www.macfrut.com

Page 56: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

54

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

Varietà rifiorenti, coltivatefuori suolo. Impianto pilotasulle montagne veronesiLe condizioni pedoclimatiche hanno permesso di ottenere frutti di alta qualitàEugenio Felice

Lo scorso anno Ceradini Group di Verona, che produ-ce e commercializza kiwi dal 1975, ha investito dueettari a fragole sui monti Lessini, utilizzando tecnicheall’avanguardia e sperimentando le migliori varietàrifiorenti presenti oggi sul mercato. I risultati più con-vincenti sono venuti da Irma, Portola e Capri. L’impe-gno raddoppia quest’anno: la produzione da giugno aottobre sarà su 4 ettari, con 220 mila piante e unoutput che dovrebbe superare i 2 mila quintali

Probabilmente la fragola è il frut-to su cui più spinta è l’innovazionevarietale. In commercio si trovanotantissime varietà e ogni area geo-grafica ha quelle che meglio siadattano alle specifiche condizionipedoclimatiche. Nel sud Italia, adesempio, dominano Candonga eCamarosa, con Sabrina in rapidacrescita. Al centro e al nord la si-tuazione è più variegata. In gene-rale comunque nel nostro Paeseprevalgono le varietà unifere, cheproducono con costanza frutti sa-poriti per un periodo di tempolimitato. Varietà quindi che per-mettono di programmare la produ-zione al meglio in funzione delleesigenze dei clienti. Al contrario diquanto succede in California o inalcuni Paesi del nord Europa, Re-gno Unito in testa, dove vanno perla maggiore le varietà rifiorenti,che producono in modo incostantema per un periodo di tempo piùlungo. “Per noi la rifiorente è statauna scelta obbligata, dovendo pro-durre da giugno a ottobre”, dichia-ra Andrea Bonetti, agronomo diCeradini Group, che da un anno emezzo segue un impianto pilota

sui monti Lessini, nel comune diVelo Veronese. Nel 2012 la produ-zione, fuori suolo su due ettari, èstata di 900 quintali, venduti amarchio Fragolà. Dicevamo im-pianto pilota, non solo per le tecni-che all’avanguardia adottate, co-me il sofisticato sistema di irriga-zione che viene alimentato da 5pozzi che pescano fino a 120 metridi profondità. Impianto pilota an-che perché l’azienda scaligera hadeciso di testare le 12 migliori va-rietà rifiorenti oggi presenti sulmercato per capire quali si adatta-vano meglio a quello specifico con-testo montano. “Abbiamo provato -spiega Bonetti - le varietà califor-niane Portola, San Andreas, Albi-on e Monterey; le varietà italianeCapri, Ischia, Linosa, Zafir ed El-sinore del CIV, fornite da Salvi Vi-vai; Thelma e Louise fornite dallaGeoplant e la veronese Irma forni-ta da Coviro. Ebbene, quelle chehanno dato i migliori risultati so-no state, in termini di produttivi-tà, sapore e shelf life, la Irma, la

Portola e la Capri. Un gradino piùsotto la San Andreas, ottima a li-vello organolettico ma meno pro-duttiva”. Quest’anno l’investimen-to sarà di 220 mila piante su quat-tro ettari, quindi sarà raddoppiatala superficie rispetto al 2012. Lascelta del fuori suolo è stata obbli-gata dalle condizioni ambientali: èun metodo di coltivazione sicura-mente più costoso e per questo mo-tivo poco utilizzato in Italia. Hadalla sua il fatto che non impattasul terreno, nel senso che il terric-cio delle piantine viene cambiatoogni anno e non subisce quindiparticolari trattamenti chimici.Ma ha dalla sua anche una raccol-ta più semplice perché non obbligale manodopera ad accucciarsi.

Page 57: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Nature isa perfect

machine.

Quando la tecnologia coltiva innovazione produce nuove opportunità di business. Fruitech Innovation mette al centro dell’attenzione la tecnologia per la filiera ortofrutticola, in tutte le sue fasi: post raccolta, logistica, preparazione, confezionamento, conservazione, distribuzione. Un nuovo modo di fare Fiera. Dal 26 al 28 novembre 2013 i produttori di tecnologie si danno appuntamento a fieramilanocity per analizzare i nuovi trend del mercato e incontrare visitatori qualificati.Partecipa anche tu, fai del tuo business una macchina perfetta.

fieramilanocityMilano26/27/28 novembre 2013

www.fruitech.it

È un’iniziativa di: Ipack-Ima spa - Corso Sempione, 420154 Milano - Italy tel +39 023191091 email: [email protected]

Page 58: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013
Page 59: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Più produttivitàun solo materiale:ecco l’EcopunnetL’evoluzione del cestino retinato secondo SormaEugenio Felice

Il gruppo casenate, che celebrerà quest’anno i 40anni di attività, presente in 45 Paesi nel mondo e conun fatturato di quasi 180 milioni di euro, ha appenaperfezionato il suo cestino retinato monomateriale, aun anno dal lancio. Un prodotto rivoluzionario, chepiace ai confezionatori perché la nuova macchina FLWaumenta di molto la produttività del magazzino, ridu-cendone al contempo i costi, e piace alla GDO perchémonomateriale e quindi completamente riciclabile

poco più di un anno fa. Un’aziendaestremamente dinamica, cresciutanegli anni a ritmi vertiginosi: 20anni fa il fatturato era di 30 milio-ni di euro, 10 anni fa era cresciutoa 80 milioni di euro, l’anno scorso,in un contesto economico non certodei migliori, ha raggiunto i 174milioni di euro. La cosa ha dell’in-credibile ma anche una spiegazio-ne semplice: “Noi produciamo -continua Mercadini - macchinesofisticate per mercati maturi,macchine che hanno un’elevataproduttività e che necessitano dipoca manodopera o addirittura laeliminano. Il nostro mercato di ri-ferimento quindi non sono le areeemergenti come il nord Africa maquelle più industrializzate comel’Europa e il nord America. Gli ul-timi tre anni di crisi sono stati pernoi un’opportunità perché molticlienti sono stati obbligati a inve-stire in nuove macchine per diven-tare più efficienti”. Il gruppo, com-posto da 15 società, ha oggi 650dipendenti, di cui 350 in Italia e300 divisi tra Francia, Spagna,Turchia, Olanda, Germania e Sta-ti Uniti. Quattro i siti produttivi

Aumentare la produttività dellemacchine, riducendo al tempostesso la manodopera. È questa lamissione di Sorma Group, aziendaleader nella progettazione e realiz-zazione di macchinari per il confe-zionamento della frutta e degli or-taggi, con sede a Cesena. Parlaredi macchinari per il confeziona-mento però è riduttivo: del gruppofanno parte infatti anche la Net-pack (materiali per l’imballaggio),la divisione italiana di Sinclair(sistemi di etichettatura) e quellaeuropea di Compac (calibratrici).“Non esiste nel mondo un’aziendache può offrire una gamma cosìampia di macchine che seguono ilprodotto in tutte le sue fasi dilavorazione. Ci vogliono cinque osei aziende diverse per fare ilgruppo Sorma”, ci spiega AndreaMercadini, dal 2000 amministrato-re delegato della società, nonchégenero di Nevio Lotti, che proprio40 anni fa fondò la società cui sideve l’invenzione di prodotti rivo-luzionari, quali il cestino retinatoall’inizio degli anni ’80, il Vertbaga metà degli anni ’90 e l’Ecopun-net, di cui parleremo in seguito,

FRUITBOOKMAGAZINE

Foto

: Andre

a Fe

lice

57

Page 60: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

58

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

Netpack è la divisione del gruppo specializzatanella produzione di imballi flessibili quali reti,film, accoppiati, e in generale tutto il materialedi consumo a servizio dell’ortofrutta come eti-chette, film, angolari, reggette, clip. È nata 25anni fa e contribuisce oggi al 50 per cento delfatturato di Sorma Group. Quattro i siti cheproducono materiali nel mondo, utilizzando leultime tecnologie: in Italia, Spagna, Turchia e,da ultimo, negli Stati Uniti. Del gruppo fannoparte anche Compac Sorma Europe, divisionecalibratrici del gruppo, e Sinclair (sistemi perl’etichettatura), di cui il Gruppo Sorma daoltre 20 anni è agente esclusivo per l’Italia.

per le macchine (Italia, Spagna,Germania e Turchia), altrettanti isiti produttivi per i materiali(Italia, Spagna, Turchia, StatiUniti). In tutto 100 mila metriquadrati di stabilimenti produttividi proprietà, 30 dealer in altret-tanti Paesi, 45 Paesi serviti, 10 fi-liali solo in Italia sparse sul terri-torio.“Dinamismo - continua Mercadini- per noi significa essere semprealla ricerca della soluzione miglio-re per quel determinato magazzi-no di lavorazione e per quella de-terminata catena distributiva. So-no questi oggi i nostri interlocuto-ri. Dinamismo significa quindiinnanzitutto flessibilità, capacitàdi dialogare con i nostri clienti,che sono quelli più competitivi del

settore, e verificare con loro le di-verse soluzioni per arrivare adavere dei prodotti ancora migliori.Solo nel 2012 abbiamo depositato12 brevetti. Prendiamo l’esempiodell’Ecopunnet, che è l’evoluzionedel classico cestino retinato, for-mato non più da quattro materialidiversi ma dal solo polipropilene,diventando così riciclabile al 100per cento: lo abbiamo presentatoall’edizione 2012 di Fruit Logisti-ca, lo abbiamo testato con i clientie a distanza di soli 12 mesi ne ab-biamo presentato una versionemigliorata e ottimizzata. Dinami-smo significa, infine, rispondere intempi brevissimi e con personalequalificato alle richieste di assi-stenza”. Il portafoglio prodotti delgruppo Sorma conta oggi 160

modelli di macchine in grado disoddisfare ogni esigenza. Per ogniprodotto, che sia l’agrume o ilkiwi, la patata o la pesca, ci sonodai tre ai cinque modelli, cherispondono alle diverse esigenze diperformance e produttività. Laprima caratteristica che deve ave-re ogni macchina è trattare condelicatezza i prodotti, dando iminori shock possibili. “Venti annifa - racconta Mercadini - non ave-vamo più di 15-20 modelli. Oggisiamo presenti in quasi tutti i con-tinenti e all’estero realizziamo idue terzi del fatturato di gruppo.Bisogna essere glocal, che per noisignifica pensare e agire in modoglobale, ma avere il prodotto speci-fico per quel determinato mercato.Prendiamo l’esempio della pesca

Page 61: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

tabacchiera in Spagna: noi abbia-mo il 95 per cento di quel mercatoperché abbiamo le macchine giu-ste per quel prodotto. Bisogna poisapersi innovare in continuazione,perché cambiando le varietà cam-biano le caratteristiche dei prodot-ti e quindi devono cambiare lemacchine che li lavorano. Questospiega perché le nostre macchinevengono rinnovate mediamenteogni 4-5 anni”.Quest’anno il gruppo celebrerà iltraguardo dei 40 anni, presentan-do in occasione della fiera Macfruta fine settembre una nuova gam-ma di macchine e materiali per gliagrumi. Mercadini ha parlato di“una nuova confezione che rivolu-zionerà il mercato per produttivitàe costi”. Dal 1973, anno di fonda-zione, il gruppo ha venduto 1 mi-lione di macchine, dalle più sem-plici come il tavolo rotante a quel-le più complesse. “Ci sono macchi-ne - ci spiega - in funzione da 25anni, purtroppo per i nostri com-merciali, e non produciamo più didieci macchine uguali, perché van-no sempre customizzate per essereadattate alle esigenze dei clienti eagli spazi dei loro magazzini. Ilnostro è un lavoro sartoriale, chenon può essere copiato”. Quandochiediamo se non si sentano inqualche modo minacciati dallaproduzione cinese, Mercadini nonsi scompone: “Non abbiamo timoriperché loro sono formidabili nel fa-re prodotti in serie, ma non altret-tanto bravi nel fare prodotti sumisura”. Tra i passaggi più impor-tanti della storia del gruppo la

59

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

costituzione, 25 anni fa, della divi-sione materiali Netpack, che oggicontribuisce per il 50 per cento alfatturato di gruppo. Il materialeper antonomasia, in tutte le suevarianti, è in questo caso la rete. EMercadini non ha dubbi che conti-nuerà ad essere così: “Siamo spe-cialisti dei prodotti in rete perchésiamo convinti che questo tipo diconfezione, per una moltitudine diprodotti, sia la migliore. La rete èprima di tutto il modo migliore perconservare la frutta e gli ortaggi,perché lascia passare al massimol’aria. È allo stesso tempo ancheuno dei modi più economici perconfezionare i prodotti. Unendo larete al film, infine, otteniamo unpackaging emozionale che puòavere infinite personalizzazioni.

Andrea Mercadini, 46 anni, quattro figli,genero del fondatore Nevio Lotti, lavora inSorma Group da 20 anni e dal 2000 ricopre ilruolo di amministratore delegato. Si deve a unasua intuizione l’invenzione, nel 1995, del rivo-luzionario Vertbag, che ancora oggi, in vesteappena rinnovata, rappresenta il 30 per centodel fatturato di gruppo. Sotto la guida diMercadini Sorma Group ha visto una crescitaesponenziale del fatturato, raggiungendo nel2011 il miglior risultato di sempre, con 180milioni di euro di fatturato.

“Produciamo macchine sofisticate per mercati ma-turi, dall’elevata produttività e che hanno bisognodi poca manodopera o addirittura la eliminano. Ilnostro mercato di riferimento quindi non sono learee emergenti ma quelle più industrializzate comeEuropa e nord America”, Andrea Mercadini

Foto

: Andre

a Fe

lice

Page 62: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

parla di prezzo. Cadono in secondopiano le caratteristiche della mac-china. Il contrario avviene all’este-ro: si fa un’analisi seria delle pre-stazioni della macchina in rappor-to alle altre, spesso i clienti vengo-no a visitare i nostri impianti diproduzione per rendersi conto diche interlocutore hanno davanti,quasi sempre siamo scelti perchéoffriamo le soluzioni migliori.Prendiamo l’esempio di Compac:grazie alla partnership con il pro-duttore neozelandese abbiamo danove anni l’esclusiva per l’Europa,la Turchia e Israele di queste chesono le migliori calibratici in circo-lazione. Pochi mesi fa è statoinstallato negli Stati Uniti il piùgrande impianto al mondo per gliagrumi e sapete chi è stato il forni-tore? La Compac. In generale, perle aree di nostra competenza, dopoquasi 10 anni di sforzi possiamodire che il prodotto è stato capito

60

Non credo, quindi, in questi nuovisacchetti in atmosfera modificata,detti anche intelligenti, di cui siparla da qualche anno, che au-mentano la vita dei prodotti orto-frutticoli. E non ci credo perché so-no comunque soluzioni più costosee meno naturali. Così come ho del-le perplessità sulla IV gamma: al-la fine il consumatore cosa man-gia? Acqua e fibre, mentre la mag-gior parte delle proprietà nutrizio-nali non ci sono più”.Un terzo del giro d’affari del grup-po viene realizzato in Italia. Cosadifferenzia il mercato nazionale daquelli esteri? Mercadini delineaun quadro dalle tinte fosche: “InItalia vendiamo più per relazioneche non per la bontà della macchi-na. In molti casi un confezionatorecompra un macchinario perché sache lo stesso è stato installato inun altro magazzino. Prima ancoradi fare un’analisi costi benefici si

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

Qui sopra una fase della stampa di materialinello stabilimento Netpack di Cesena, che usale tecnologie più avanzate per dare i miglioririsultati. Nella pagina a fianco due cestini reti-nati monomateriale Ecopunnet: l’utilizzo delsolo materiale plastico li rende riciclabili al 100per cento; la rete permette la ventilazione equindi una buona conservazione della fruttacontenuta nel cestino; il manico presenta dueampie aree personalizzabili nella zona di fis-saggio alla rete, una per il logo dell’azienda,una per i dati variabili. La macchina FLWconsente poi una produttività molto superiore ecosti inferiori rispetto alle macchine tradiziona-li per cestini retinati standard.

Quest’anno il gruppo celebrerà il traguardo dei40 anni, presentando a fine settembre, in occasio-ne della fiera Macfrut, una nuova gamma di mac-chine e materiali per gli agrumi. Mercadini ha par-lato di una nuova confezione che rivoluzionerà ilmercato per produttività e costi.

Page 63: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

per cestini retinati standard, atutto beneficio del confezionatore.Dall’altra il fatto che il cestino nonabbia più quattro materiali (carta,polietilene, ferro e polipropileneespanso) ma uno solo (polipropile-ne) e che quindi sia completamen-te riciclabile, piace alle catenedella grande distribuzione. Cosìcome piace il fatto che il cestinosia attraente e personalizzabile.Tra le migliorie apportate con ilnuovo Ecopunnet c’è una bandapiù stretta nella parte superioredel cestino (il manico è ora largosolo 2 centimetri) per dare mag-giore visibilità al contenuto e dellearee di stampa più ampie vicinoalla parte saldata alla rete perdare maggiore resistenza maanche maggiore spazio al brand daun lato, ai dati variabili del pro-dotto dall’altro. Non solo: è statadimezzata la grammatura dellarete grazie alla speciale stiratura

61

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

Foto

: Andre

a Fe

lice

solo in Spagna, dove abbiamo 100impianti e 50 clienti, mentre inItalia, per la logica di cui dicevamoprima, non riusciamo ad avere irisultati che il prodotto si merite-rebbe”.

L’Ecopunnet. Durante l’ultima edi-zione di Fruit Logistica, lo scorsofebbraio, Sorma Group ha presen-tato il nuovo Ecopunnet, il cestinoretinato monomateriale e quindial 100 per cento riciclabile, a soloun anno di distanza dal debutto.Si tratta di un prodotto rinnovatoper rispondere al meglio alle esi-genze sia dei magazzini di confe-zionamento che delle catene deisupermercati. L’Ecopunnet pre-sentato un anno fa era già di persé un prodotto rivoluzionario. Dauna parte infatti la macchina con-fezionatrice FLW consente produt-tività superiore e costi inferioririspetto alle macchine tradizionali

e migliorata l’aerazione grazie allamaglia più larga e all’eliminazionedel film. Infine la nuova macchinaFLW ha una produttività migliora-ta a 55 confezioni al minuto concambio materiale ogni 4 ore ed èdotata di un braccio meccanico chepermette all’operatore di effettua-re il cambio bobina del materialesenza alcuno sforzo in tempi rapi-di. Un upgrade notevole se consi-deriamo che la versione preceden-te della FLW poteva lavorare inmodo continuativo per 2 ore e 20minuti, mentre con il tradizionalecestino retinato il fermo macchinaavviene addirittura ogni 15-20minuti. Un plus che fa la differen-za soprattutto nei momenti dimaggior lavoro del magazzino.

SORMA GROUP IN CIFRE

40anni di attività

45 Paesi servitimilioni euro174º filiali10650 12dipendenti

brevetti depositati nel 2012

di fatturato in Italia

Page 64: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

62

Infia, con il nuovo sistemadi fissaggio del manicoil cestino è monomaterialeSi chiama Infia 4earth il programma di sostenibilità dell’azienda romagnolaEugenio Felice

L’azienda di Bertinoro (FC) spinge sull’acceleratore indirezione di imballaggi a basso o nullo impattoambientale. E dopo i cestini con ventilazione lateraleconcept F, capaci di velocizzare del 25 per cento ilprecooling nel magazzino di confezionamento e dimigliorare la conservazione dei prodotti a tutto benefi-cio di supermercati e consumatori, porta sul mercatoun cestino con manico privo delle borchie di metalloe quindi riciclabile al cento per cento

con i nostri clienti, i più importan-ti supermercati, le istituzioni go-vernative e le organizzazioni di ri-ciclo e di ricerca, desideriamo mi-gliorare le performance dei nostriprodotti”. L’azienda di Bertinoro(FC) ha cinque linee di prodotto:cestini per ortofrutta, coperchi,linea kit (cestini con coperchio sal-dato su un lato), contenitori filma-bili e contenitori alveolari.Per quanto riguarda l’ambiente,Infia utilizza pannelli solari percoprire parte del fabbisogno ener-getico e promuove, secondo lavigente legislazione, l’uso delmateriale riciclato post-consumoseguendo le linee guida dell’EFSA.Tra i prodotti che rientrano nelprogramma di sostenibilità c’èanche il cestino con ventilazionelaterale, denominato concept F,presentato lo scorso autunno. Ilnuovo cestino con fori laterali checonsentono una migliore ventila-zione è diventato il nuovo stan-dard per uva, fragole e mirtilli.Una buona ventilazione del cesti-no è la chiave per pre-raffreddarerapidamente il prodotto e quindibloccare meglio la maturazione

Si chiama One Shot il nuovissimocestino con manico fatto solo inmateriale plastico e quindi com-pletamente riciclabile. L’esclusivosistema di fissaggio del manico alcestino, ideato dal centro ricerca esviluppo di Infia, ha permesso dieliminare le due borchie di metal-lo e azzerare così l’impatto am-bientale dell’imballaggio. Il nuovoprodotto si inserisce nell’ambitodel programma di sostenibilità In-fia 4earth, con cui l’azienda roma-gnola, che opera nel settore dallafine degli anni ’40 e realizza all’e-stero l’80 per cento del suo fattu-rato, si impegna a sviluppare efornire soluzioni che aiutino i pro-pri clienti a realizzare i loro obiet-tivi di sostenibilità. “Siamo consa-pevoli - fanno sapere dalla società,oggi parte del gruppo multinazio-nale Linpac - delle nostre respo-sanbilità come produttori ed ènostra priorità ridurre l’impattoambientale delle nostre aziendenei processi di produzione. Gliimballaggi in plastica danno giàun contributo significativo allasostenibilità con la riduzione degliscarti alimentari. Collaborando

Page 65: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

63della frutta, inibendo la comparsadi fattori di decomposizione. Ilmercato ha reagito molto positiva-mente: Tesco, Sainsbury’s, Asda,Morrisons, Waitrose, Marks &Spencer sono solo un esempio dicatene che hanno apprezzato que-sta novità e, in alcuni casi, l’hannoadottata come standard di riferi-mento. Uno studio accademico delconcept F è stato realizzato daCarlos Crisosto, forse il maggioresperto di post-harvest del mondo,professore presso la UC Davisdella California, e da un centro diricerca italiano e israeliano. Daquesto studio, i vantaggi emersisono i seguenti. Per i produttoriun precooling del 25% più veloce equindi una maggiore produttivitàdella packing-house. Un pre-raf-freddamento più veloce significaun arresto rapido di maturazionee, di conseguenza, una shelf-lifepiù lunga, ma anche un risparmioenergetico del 25% e un minor car-bon footprint immesso nell’atmo-sfera. Per i supermercati il van-taggio sta nell’eliminazione dellecondensazioni di vapore acqueo enella maggiore eliminazione del-l’etilene nei punti vendita, il chesignifica maggiore visibilità e me-no muffe e attacchi fungini. Nelcaso di termosaldatura, risultasuficiente usare un film standardinvece di uno macro-micro perfo-rato, con un notevole risparmioeconomico. Infia è l’unica aziendache ha al momento la tecnologiaper effettuare tali perforazioni.

Zespri®Kiwifruit

www.zespri.eu

una garanzia di eccellenza!Coltivati secondo l’esclusivo sistema Zespri® System, i nostri kiwi sono in grado di soddisfare i più alti standard qualitativi. E ti danno la sicurezza che stai scegliendo il miglior gusto e la più alta qualità che ti aspetti.

Zespri® Kiwi coltivato in Nuova Zelanda sarà in commercio da metà Maggio.

Per info, chiedi al tuo distributore.

Page 66: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Eurospin a quotamille, va forte laspesa intelligenteQuest’anno il discounter festeggia i venti anni di attivitàCamilla Madinelli

Se è vero che il discount per antonomasia nella men-te del consumatore italiano è Lidl, è vero anche che illeader di mercato indiscusso nel nostro Paese è Euro-spin. Abbiamo intervistato Luigi Mion, uno dei quattrosoci fondatori. Secondo lui il segreto del successo delgruppo distributivo sta nella qualità delle materie pri-me: “Mai prodotti scadenti, sembra banale, ma è cosìche ci siamo guadagnati la fiducia dei nostri clienti eche abbiamo costruito il nostro successo”

te”, secondo lo slogan Eurospin. Lasocietà ha sede in provincia di Ve-rona, a San Martino Buon Alber-go, dove si trova anche una dellepiattaforme più avanzate d’Euro-pa per la raccolta e lo smistamen-to dei prodotti alla rete di puntivendita: inaugurato nel 2008, inoccasione dei 15 anni di attività,costato 30 milioni di euro, si esten-de su 30 mila metri quadrati, con37 porte di carico e 44 di scarico,ed è dotato di un sistema di stoc-caggio gravitazionale dei prodotti.In altre parole, incanalati nei gi-ganteschi scaffali, i pallet si inco-lonnano scorrendo automatica-mente per gravità su rulli volventiintelligenti, inclinati del 4 per cen-to, che a seconda del peso del pal-let ne frenano o accelerano il moto.Il marchio Eurospin è diffuso inItalia da cinque società operative:Spesa Intelligente, Eurospin Tir-renica, Eurospin Lazio, EurospinPuglia ed Eurospin Sicilia. Unasocietà operativa si trova anche inSlovenia: Eurospin Eko. Il gruppo,infatti, ha superato i confini nazio-nali ed è arrivata fino in Slovenia,dove funzionano 38 discount. “Una

bella esperienza, difficile ma inte-ressante”, commenta Luigi Mion.“All’estero la normativa nel setto-re alimentare può cambiare, an-che di molto, complicando la ge-stione. Ma di questa esperienzasiamo molto soddisfatti”. Il gruppopuò contare oggi su circa 10 milaaddetti e una decina di siti produt-tivo-logistici, dislocati su tutto ilterritorio nazionale, a partire daquella di “casa” in zona VeronaEst. Altrettanto capillare la diffu-sione dei punti vendita, isole com-prese. Nel 2012 Eurospin ha regi-strato un fatturato superiore ai 4miliardi e una crescita intorno al20%, confermandosi il più grandehard discount alimentare d’Italia.Le cose vanno bene anche in casa

64

Compie 20 anni e li festeggia conmille punti vendita entro la finedel 2013 Eurospin Italia, il primogruppo discunt italiano, guidatoda quattro soci dislocati tra Vene-to, Lombardia e Trentino. Traquesti la famiglia veronese Mion,quella della catena di grande di-stribuzione organizzata Migross. Il ritmo di crescita, in tempi dicrisi, è serrato: un negozio nuovo asettimana, in media, apre i bat-tenti sotto l’insegna Eurospin, cre-ando occupazione in momenti ne-ri. Ogni nuovo punto vendita, inol-tre, nasce sotto la buona stelladella sostenibilità energetica eambientale. “Progettiamo edificiche consumino poco e riducano glisprechi, grazie alle più modernetecnologie per illuminazioni e ban-chi frigo” spiega Luigi Mion, 53anni, a lungo responsabile del set-tore commerciale Migross, da pocopassato alla parte logistica, immo-bili e sviluppo. Non è solo una que-stione d’immagine o una moda, ga-rantisce. Consumare meno su lar-ga scala è un modo di fare econo-mia e poter continuare a garantirealla clientela la “spesa intelligen-

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

Page 67: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

65

Eurospin è digran lunga laprima catenadiscount inItalia con unaquota di mer-cato superioreal 27 per cento(rif. anno 2011).

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

Migross. Nel settore della grandedistribuzione organizzata, infatti,tiene bene il confronto con il mer-cato in un periodo dove a trendnegativi fattura quasi 300 milionidi euro. Al centro mette il consu-matore, garantendo servizi che idiscount, per logica, non possonogarantire.

L’esordio. E pensare che, per Eu-rospin, tutto partì agli inizi deglianni Novanta, dalla curiosità ge-nerata - in Migross e nei fratelliValter, Romano, Giovanni, Giu-seppe, Luigi e Stefano Mion allaguida del gruppo - da altri opera-tori discounter che erano arrivatiper primi a coprire fasce di merca-to allora inedite in Italia, contras-

Page 68: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

66

FRUITBOOKMAGAZINE

Fonte: Nielsen

QUOTE DI MERCATO PER TIPOLOGIA IN ITALIA ( rif. anno 2011)IPERMERCATICoop EsselungaAuchanCarrefourBennet

SUPERMERCATIConadCoop SelexCarrefourAuchan

LIBERO SERVIZIOConadSigmaCraiDesparCarrefour

DISCOUNTEurospinLidlPennyLdLillo

23,7%18,1%13,1%

8,2%6,2%

69,3%

16,9%14,3%11,9%

7,1%6,9%

57,1%

13,2%10%9,0%8,1%7,9%

48,2%

27,8%19,1%

8,0%6,7%5,8%

67,4%

segnate dall’offerta di prodotti diqualità, ma convenienti come maiprima sul fronte dei prezzi. “Nel 1992 avevamo una quindici-na di supermercati tra Verona cit-tà e provincia - spiega Luigi Mion- e avevamo aperto da poco unsupermercato in Zai, a Verona,con nove casse. Era un periodo dicrisi anche allora, seppur non del-le dimensioni di quella attuale. Vi-cino a noi aveva aperto il primo

negozio Lidl, l’hard discount tede-sco: aveva quattro casse appena,una gamma di scelta decisamenteminore rispetto alle nostra, mac’era sempre la coda di clienti.”Partirono così visite esplorative,contatti, scambi di opinioni e valu-tazioni sul fenomeno, stage inGermania. “Io e Valter tornammoconviti che la formula avrebbeavuto fortuna anche in Italia. Sia-mo partiti trasformando alcuni

supermercati Migross poco perfor-manti in Eurospin”.

Il successo. L’intuizione fu felice.Quei supermercati presero il volo.In provincia di Verona i primi fu-rono a San Giovanni Lupatoto e aBussolengo, ma era solo l’inizio diuna nuova avventura. Oggi ilgruppo continua a crescere, le re-ferenze dei prodotti alimentari so-no passate da 400 a un migliaio

l N.3 l APRILE 2013

Page 69: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

circa, selezionate secondo un crite-rio fondamentale che Luigi Mionripete come un mantra: qualitàdelle materie prime. Il segreto delsuccesso, secondo lui, è tutto qui:mai prodotti scadenti. “Sembrabanale, ma è così che ci siamo gua-dagnati la fiducia dei nostri clien-ti e che abbiamo costruito il nostrosuccesso” aggiunge. Poi delinea unprofilo dell’acquirente: “Non ci ri-volgiamo a un cliente povero, anzila fascia è medio alta, interessatanon tanto a prodotti di marca ealtamente pubblicizzati, ma a pro-dotti buoni proposti al prezzo giu-sto”. Dove risparmia allora Eurospinper far risparmiare i suoi clienti?“Anzitutto accorciando la filiera,in pratica eliminando tanti pas-saggi tra produzione e commercia-lizzazione; quindi abbattendo icosti di gestione. Siamo attenti atutte le spese, fin dall’origine. Lematerie prime, invece, non si toc-cano: le scegliamo da aziende lea-der nel loro campo, sane e affidabi-li dal punto di vista produttivo. Ifornitori sono parte integrante edessenziale della nostra fortuna”.

Settore ortofrutta. Per il compartoortofrutticolo sono una decina lepiattaforme logistiche, distribuitelungo tutta la Penisola, che raccol-gono e smistano la merce nei puntivendita dell’hard discount. Vienevenduto più prodotto sfuso o confe-zionato? “Offriamo tutte e due lecose, non solo per soddisfare lediverse esigenze dei clienti” ri-sponde Mion “ma anche per ga-

67

FRUITBOOKMAGAZINE

rantire a ogni prodotto il tratta-mento più adeguato e sicuro dalpunto di vista igienico”. Vengonoprivilegiati frutta e verdura madein Italy? “Tutti si riempiono labocca con questa espressione, mabisogna intendersi. Il consumato-re vuole agrumi dodici mesi l’an-no, ciliegie a Natale, oppure bana-ne e ananas. Non possiamo farliarrivare dall’Italia.” Secondo Mi-on, anche per tutto quanto arrivada fuori dei confini nazionali, val-gono sempre le stesse regole nellascelta dei fornitori: qualità delprodotto e affidabilità aziendale.

Luigi Mion del gruppo distributivo veroneseMigross, uno dei quattro soci fondatori diEurospin assieme alla famiglia trentinaOdorizzi (gruppo distributivo Dao), alla fami-glia trevigiana Barbon (gruppo distributivoVega) e alla famiglia milanese Pozzi. All’iniziodegli anni ’90 si recò in Germania per studiareil fenomeno discount: “Tornammo convinti -ha dichiarato - che la formula avrebbe avutofortuna anche in Italia. Siamo partiti trasfor-mando alcuni supermercati Migross pocoperformanti in Eurospin”.

“Era il 1992, avevamo aperto un supermercato inZai con nove casse e vicino a noi aveva aperto ilprimo negozio Lidl, l’hard discount tedesco: avevaquattro casse appena, una gamma di scelta deci-samente minore rispetto alle nostra, ma c’erasempre la coda di clienti”, Luigi Mion (Migross)

Foto

: Andre

a Fe

lice

l N.3 l APRILE 2013

Page 70: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

“Non ci rivolgiamo a un cliente povero, anzi lafascia è medio alta, interessata non tanto a pro-dotti di marca e altamente pubblicizzati, ma a pro-dotti buoni proposti al giusto prezzo. Dove rispar-miamo? Anzitutto accorciando la filiera, siamoattenti a tutte le spese”, Luigi Mion (Migross)

68

40

48

1003

3

290milioni

anni di attività

puntivendita

format

regioni

mila colli di ortofrutta

di euro fatturato 2012

(Veneto, Lombardia edEmilia-Romagna)

movimentati a settimana

market, supermercato e superstore

MIGROSS

Durante una breve visita che ab-biamo fatto presso uno dei nume-rosi punti vendita Eurospin inprovincia di Verona abbiamo nota-to che nel reparto ortofrutta c’èuna differenza sotanziale rispettoagli altri reparti: qui la marcacommerciale è ben presente, afianco di quella del distributore.Abbiamo notato ad esempio meleMelinda e Marlene, ananas F.lliOrsero, banane equosolidali Altro-mercato. Così come una presenzanotevole di prodotto di importazio-ne: c’erano meloni a buccia verdedal Brasile, meloni gialli dal-l’Ecuador e meloni Cantalupo dalMarocco.

La storia. Luigi Mion, come tutti isuoi fratelli, insieme a mamma

Bruna, ancora oggi a 87 anni unpunto di riferimento, è cresciuto inbottega. In quella del padre, nellostorico quartiere San Zeno, a Ve-rona, che però li ha lasciati prestoorfani. Sulle spalle, il pesante far-dello dell’attività di famiglia e lanecessità di mettersi al lavoro,rimboccandosi le maniche. Appas-sionato di motori, ma con pocotempo da dedicarci, Luigi Mion di-chiara però che il lavoro, per lui,Valter, Romano, Giovanni, Giu-seppe, Luigi e Stefano, è sempreandato di pari passo alla passione.“Altrimenti a che servono i sacrifi-ci?” domanda. Oggi sono una tren-tina i nipoti, Mion di terza genera-zione, e una decina sono impiegatiin azienda, nella nuova e tecnolo-gica sede di 20mila metri quadra-

l N.3 l APRILE 2013FRUITBOOKMAGAZINE

Page 71: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

ti, a Bussolengo (Verona), operati-va dal primo gennaio 2001. Glispazi a Castel d’Azzano, edificatinel 1979, non bastavano più. Con-tinua Luigi Mion: “Abbiamo biso-gno di continuare a gestire e orga-nizzare l’azienda al meglio, strut-turandoci. Il mercato non si fermaed è risaputo che, statisticamenteparlando, solo il 7% delle aziendefamiliari arriva alla terza genera-zione”.

Di strada i fratelli ne hanno fatta,se si pensa che tutto partì da unabottega cittadina a livello familia-re, associata Crai, per diventareMigross, cioè Mion all’ingrosso,nel 1979. Col tempo è nato pureEurospin, un’altra storia, ma lega-ta a doppio filo alla famiglia Mionche detiene il 25 per cento dellasocietà. Il futuro del comparto ali-mentare, in tempi di ristrettezze,si gioca tutto sul discount? “L’of-

ferta tradizionale della grande di-stribuzione, con prodotti di marcae maggiore scelta, può coesisterecon quella del discount, che certa-mente trae dei vantaggi in un mo-mento in cui tutti sono più attentia quanto e come spendono” rispon-de Mion. Migross non esclude Eu-rospin, insomma, ma le due stradepossono correre in parallelo.

69

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

1000EUROSPIN IN CIFRE

o 6420

società operative

miliardi di euro

discount

anni

1º quotamercato

puntivendita

28%di fatturato 2012 entro 2013

italiano

di attività

discount nel 2011

Italia + Slovenia

Page 72: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Consumi in flessione,costi in aumento, bracciodi ferro tra gli scaffaliIl crollo dei consumi ha messo all’angolo anche la grande distribuzioneIsidoro Trovato - Giornalista del Corriere della Sera

La flessione nei consumi di ortofrutta, che sembraproseguire anche nei primi mesi del 2013, e l’appli-cazione dell’articolo 62 (è in vigore, ma forse saràabrogato) stanno mettendo sotto pressione le catenedistributive italiane. Cobolli Gigli (Federdistribuzione):“Nonostante tutto noi non dichiariamo guerra ai pic-coli imprenditori, anzi aumenterà ancora di più la loroincidenza nei nostri fatturati. Semplicemente il crollodei consumi ha messo all’angolo anche noi”

spalle piccole dei produttori. “Al-cune prassi sono consolidate dasempre e sono uguali in tutto ilmondo”, spiega Giovanni CobolliGigli, presidente di Federdistribu-zione. “Inoltre non bisogna dimen-ticare che l’articolo 62 ha portatonotevoli benefici ai piccoli produt-tori, soprattutto quelli della cate-na del fresco, in particolare a quel-li dell’ortofrutta. Nonostante tut-to, noi non dichiariamo la guerraai piccoli imprenditori e non ne ab-biamo mai avuto l’intenzione. An-zi, aumenterà ancora di più la loroincidenza nei nostri fatturati. Permolto tempo, la grande distribu-zione ha rappresentato l’unicaancora di salvezza per piccole re-altà che faticavano con le banche ei fornitori. Adesso anche noi sten-tiamo, nessuno vuole arricchirsisulle spalle del più piccolo, sempli-cemente il crollo dei consumi hamesso nell’angolo anche noi. Biso-gna rimettere i soldi nelle taschedei consumatori e non cedere allatentazione, sostenuta da Confin-dustria, di aumentare l’Iva. Po-trebbe far crescere l’export del 5per cento ma contemporaneamen-

70

I consumi si contraggono sempredi più mettendo in seria difficoltàtutta la catena alimentare italia-na che, all’inizio della crisi, sem-brava meno soggetta a flessioni.Una simile situazione crea, in mo-do progressivamente più evidente,un logoramento dei rapporti tragrande distribuzione e piccoli pro-duttori. Questi ultimi lamentanosempre di più comportamenti emanovre che li penalizzano in unperiodo in cui l’esistenza stessadelle loro aziende è a rischio. Lelamentele dei piccoli produttorisono di vario tipo: c’è chi accusa lagrande distribuzione di finanziaregli sconti delle “carte fedeltà” chie-dendo un contributo straordinarioa tutti i fornitori delle merceologiefresche, cioè uno sconto pari più omeno al 20 per cento sul consegna-to di una settimana. Poi c’è chi silamenta della prassi consolidatasecondo la quale in occasione del-l’apertura di nuovi punti vendita,del loro ampliamento o del rinnovodei locali, la grande distribuzionechiede ai fornitori la remunerazio-ne di presunte attività di co-mar-keting sui prodotti. Troppo per le

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

te far crollare i consumi di un altro4 per cento e quello sarebbe davve-ro un disastro”. Intanto i piccolitracciano una situazione insoste-nibile che li vede chiusi tra duefuochi: da una parte l’aumentodelle materie prime, dall’altro iprezzi fissi imposti dalla grandedistribuzione. Nel mondo dell’orto-frutta poi, incidono anche altri fat-tori come il costo dei trasporti:l’Italia rimane sempre un Paeseche affida gran parte della circola-zione delle materie prime al tra-sporto su gomma. L’esorbitanteaumento del carburante ha fattoimpennare i costi del trasporto, alpunto che alcune grandi catenehanno preferito incrementare l’im-portazione di frutta e verdura daPaesi stranieri. Una scelta che,accoppiata alle costanti richiestedi ribassi, sconti e promozioni, ri-schia di mettere in ginocchio i pic-coli produttori che adesso puntanoil dito contro la grande distribuzio-ne. Da diversi mesi i media regi-

Page 73: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

strano un numero crescente dilamentele e proteste da parte dipiccole e medie realtà produttiveche si sentono vessate dalla Gdo.In pochi hanno il coraggio di attac-care frontalmente perché una net-ta contrapposizione potrebbe com-portare dei tagli e di questi tempinessuno ha voglia di rischiare. Equindi quali strategie adottare?Contrapposizione di interessi ofronte comune contro la crisi?È su questo snodo che si gioche-ranno le relazioni tra le due partinell’immediato futuro. “Dobbiamofare fronte comune al cospetto diuna tempesta perfetta che si èabbattuta su di noi”, afferma sicu-ro Vincenzo Tassinari, presidentedi Coop Italia. “Bisogna capire chese non si restituisce potere d’ac-quisto alle famiglie ci impoveria-mo tutti, grandi e piccoli. La gentenon riesce più a spendere, c’è unignorato spread del cibo, le variemanovre finanziarie hanno erosoancora di più gli stipendi. E in unasimile situazione saremmo noi gliunici colpevoli? Questo, più chemai, è il momento di serrare le filae provare a dialogare. Il mondodella distribuzione non è più l’iso-la felice: stiamo garantendo laspesa degli italiani con continuisconti e promozioni, se vogliamodare una mano anche ai piccoliproduttori, servono interventi sta-tali per il rilancio dei consumi epoi investimenti per le infrastrut-ture e le grandi vie di comunica-zione”. Di sicuro c’è che anche inEuropa si sono accorti che qualco-sa non quadra, basta leggere, a tal

71

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

proposito, il parere del ComitatoEconomico e Sociale Europeo, ilquale “osserva che le catene cheformano l’oligopolio sono in con-correnza fra di loro soltanto in re-lazione ai consumatori. Esse lotta-no fra di loro per conquistare ilfavore dei consumatori, ma non siosserva alcuna concorrenza traloro nei rapporti con i fornitori.Tuttavia, anche la concorrenza trale catene della grande distribuzio-ne in relazione ai consumatori si

esplica soprattutto a livello delprezzo di vendita al pubblico e nontiene sufficientemente conto deidiversi aspetti sociali e ambientaliche costituiscono la qualità inte-grale”. Dunque concorrenza soloper fidelizzare il cliente e mai neirapporti con i fornitori. Un mecca-nismo rischioso che potrebbelasciare ancora altre “vittime” sulterreno della crisi.

Il Comitato Economico e Sociale Europeo osservache le catene che formano l’oligopolio sono inconcorrenza fra di loro soltanto in relazione aiconsumatori. Esse lottano fra di loro per conqui-stare il favore dei consumatori, ma non vi è alcunaconcorrenza tra loro nei rapporti con i fornitori.

FRUTTA E VERDURA

FRUTTIVENDOLO

IPER + SUPER

SELF SERVICE

NEGOZI TRADIZIONALI

AMBULANTE/MERCATO

DISCOUNT

ALTRI

Fonte: Italiafruit News

ACQUISTI TOTALE ORTOFRUTTA IN ITALIAVARIAZIONE % PER CANALE 2012 vs 2011

0,9%-2,0%

VALOREVOLUME

VALOREVOLUME

0,2%-3,7%

2,1%-0,8%

0,2%-4,0%

-2,8%-4,7%

-4,8%-7,3%

10,7%11,1%

14,8%9,5%

FRUTTA E VERDURA

FRUTTIVENDOLO

IPER + SUPER

SELF SERVICE

NEGOZI TRADIZIONALI

AMBULANTE/MERCATO

DISCOUNT

ALTRI

QUOTA ACQUISTI PER CANALE NEL 2012

16,1%16,8%

49,6%46,6%

2,5%2,3%

2,0%2,0%

20,5%22,7%

8,0%8,5%

1,2%1,2%

Page 74: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Eataly di New York City,frutta e verdura vengonodall’Hudson (e da Treviso)Dall’Italia solo prodotti freschi “unici” e di stagioneIrene Pasquetto

Programma ambizioso di aperture in diversi continentiper Eataly, il supermercato delle eccellenze alimentarimade in Italy, ideato da Oscar Farinetti. Abbiamo visi-tato il mega-store di New York City e intervistato ilresponsabile acquisti Dino Borri per capire come fun-ziona la catena di approvvigionamento. Sistemataappena prima dell’uscita principale - al contrario diquanto capita da noi - la zona dedicata ai fresh pro-ducts occupa un’ampia ala del salone open space

diverse tipologie di verdure sonostipate nei frigoriferi lungo le pa-reti. Per quanto riguarda la frutta,la catena propone un po’ di tutto,dalle arance, alle mele e le pere, aifrutti esotici più in voga o ricerca-ti, l’immancabile avocado (senzadel quale i newyorkesi Doc nonpotrebbero vivere), il frutto dellapassione, i manghi e così via.Dando un’occhiata alle targhetteriportanti i paesi di provenienza diquesti ultimi, tra gli esportatorifigurano la California, il Messico ealtre zone del centro America, co-me Guatemala, Costa Rica e viadicendo. Di provenienza italianasono invece i kiwi, oltre a quellineozelandesi. Anche nel repartodedicato alla verdura non manca-no prodotti di nicchia, i quali arri-vano dal Medio Oriente e dalGiappone. Balza all’occhio unaspecialità che difficilmente si pote-va immaginare di trovare in unnegozio sulla quinta di New York:il radicchio trevigiano tardivo.Sempre dall’Italia provengono unamanciata di tipologie di lattuga,tra le quali la Puntarella e laRiccia. Lasciando da parte per un

72

La sensazione che un turista ita-liano prova entrando per la primavolta nel mega-store di Eataly,sulla quinta avenue, è quella direcarsi nel supermercato sottocasa: si è circondati dai più cono-sciuti brand e prodotti italiani delsettore alimentare. I prezzi, alcontrario, sono decisamente soprala media nazionale, in parte giu-stificati dai costi di importazione.Gli interni sono molto curati da unpunto di vista estetico, le cui tintesfumano dal panna al rosso matto-ne, creando un ambiente caldo eaccogliente. Pare di visitare unampio mercato cittadino, ma alchiuso, dove ad ogni “bancarella”viene proposta una certa tipologiadi articolo, dalla caffetteria, allasalumeria, passando per i vini e leinfinite tipologie di pasta, per ap-prodare al reparto frutta e verdu-ra. Sistemata appena prima del-l’uscita principale - sì, il contrarioquindi rispetto a quanto capita danoi - la zona dedicata ai fresh pro-ducts occupa un’ampia ala del sa-lone open space. La frutta è propo-sta ai visitatori in pittoreschi ecapienti cesti di vimini, mentre le

FRUITBOOKMAGAZINE l N.2 l GENNAIO 2013

Page 75: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

secondo i prodotti freschi, è pre-sente un vasto assortimento difrutta secca della linea Bio di No-berasco, come albicocche, fichi, no-ci in guscio, prugne e così via. Percapire meglio come funziona la ca-tena di approvvigionamento e to-glierci qualche curiosità, abbiamofatto una chiacchierata con DinoBorri, che guida la divisione ac-quisti di Eataly New York.In che modo viene selezionata laprovenienza della frutta e dellaverdura che vendete nello storenewyorkese? “Di norma - dichiaraBorri - la nostra filosofia è quelladi puntare al locale il più possibi-le, importando il meno possibile.Ecco perché nel caso di New Yorkbuona parte dei nostri fresh pro-duct provengono dall’Upstate NewYork, dalle coltivazioni nell’Hud-son Valley. Ad ogni modo, il casonewyorkese è piuttosto anomalo,

perché fatta eccezione dell’HudsonValley e di una parte di LongIsland, la zona di New York pro-duce gran poco, e in una metropo-li del genere non puoi fare a menodi vendere prodotti di largo consu-mo come l’avocado o il mango, cheimportiamo dalle zone produttricia noi più vicine: California, Mes-sico, Guatemala e via dicendo. Perquanto riguarda l’Italia importia-mo un numero esiguo di prodottifreschi e solo nel caso questi siano“unici”, rispettando inoltre la sta-gionalità”.Ma quali sono i criteri con cui ven-gono selezionati i fornitori in Ita-lia? “I nostri produttori - spiegaBorri - vengono selezionati accura-tamente in base alla qualità e allabontà dei prodotti. Detto ciò, è lo-gico che le piattaforme di distribu-zione da cui ci forniamo a voltesiano quelle dei grandi mercati

73

FRUITBOOKMAGAZINEl N.2 l GENNAIO 2013

Dall’Italia arrivaun numero esi-guo di prodottifreschi e solonel caso questisiano “unici”,rispettandoinoltre la sta-gionalità.

Page 76: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

74

FRUITBOOKMAGAZINE l N.3 l APRILE 2013

ponesi. Siamo convinti che un pro-dotto deve essere buono oltre chebello, e sposiamo la filosofia secon-do la quale non ha senso ed è unospreco investire troppo in packa-ging, visto che poi va gettato via.Gli Stati Uniti, invece, sono piùsimili all’Italia come preferenze.Una curiosità: proprio mentre danoi in Italia a poco a poco stannoscomparendo, negli States assi-stiamo a un’esplosione dei mercatirionali, i cosiddetti farmer’s mar-ket. Alcuni di questi contadini lo-cali sono anche fornitori nostri”.

Farinetti, dopo New York e Tokyo, Torino,Roma e altre località del Belpaese punta allaCina e all’India. Il patron di Eataly, il super-mercato delle eccellenze di qualità italiana, haannunciato a fine marzo che tra qualche annosbarcherà in Cina e in India. La notizia è statadata dall’imprenditore piemontese, noto perUnieuro, nel porto di Genova a bordo di MscPreziosa, la nuova ammiraglia della flotta MscCrociere che ospiterà il primo ristorante su unanave al mondo del brand della cucina italiana.Nel 2013 saranno aperti gli store di Milano,Bari, Firenze e Piacenza, e per quanto riguar-da l’estero Chicago, Istanbul e Dubai.

generali, in grado di garantire unacontinuità e una qualità che possasoddisfare il fabbisogno giornalie-ro del nostro punto vendita”.Considerando che ogni mercato hale sue peculiarità, abbiamo chiestopoi al buyer di indicarci le caratte-ristiche più apprezzate dai clientiEataly nel mondo. Secondo Borri“in Giappone, ad esempio, sono os-sessionati dall’aspetto esterioredella merce, la quale deve essere adir poco perfetta, e per tale ragio-ne abbiamo scelto di non venderefrutta e verdura negli store giap-

Page 77: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

In Europa il biologico sta prenden-do sempre più piede, di pari passocon la sensibilità verso le temati-che etiche e ambientali. Cosa suc-cede al di là dell’oceano e qual èl’approccio di Eataly? La posizionedi Borri è piuttosto netta: “Il biolo-gico dovrebbe essere la norma,non l’eccezione. È assurdo che cisia ancora la necessità di segnala-re se un prodotto è coltivato conmetodi naturali, dovrebbe semmai

avvenire il contrario. Ad ogni mo-do, Eataly è dalla parte dei prodot-ti buoni che vengono dalla terra, aldi là delle certificazioni che nonsempre rispecchiano dati di fatto”.Entrando nello store newyorkese evedendo certi prezzi verrebbe dapensare che l’acquirente tipo sia difascia alta. Così come il richiamoall’italianità dovrebbe attirare lafolta colonia di immigrati. Ma chiè il cliente tipo di Eataly in Italia,

USA e Giappone? “Al contrario diquello che si potrebbe pensare -commenta Borri - davvero chiun-que. Dallo studente, all’impiegata,al top manager, di qualunque na-zionalità. Eataly non propone solol’eccellenza, la nostra sfida quoti-diana consta nell’offrire prodottiche sposino il miglior rapportoqualità prezzo”.

75

FRUITBOOKMAGAZINEl N.3 l APRILE 2013

“Siamo convinti che un prodotto deve esserebuono oltre che bello, e sposiamo la filosofiasecondo la quale non ha senso ed è uno sprecoinvestire troppo in packaging, visto che poi vagettato via. Il bio? Dovrebbe essere la norma, nonl’eccezione”, Dino Borri (Eataly New York)

Page 78: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

FRUITBOOKMAGAZINE

CIESSE PAPER LANCIA IL NUOVO SMARTPACK,VASSOIO COMPLETAMENTE BIODEGRADABILE

Imballaggi sempre più verdi all’ultima edizione di Fruit Logi-stica. L’azienda mantovana Ciesse Paper, leader in Europa neivassoi in cartoncino a microonda, ha presentato lo scorso feb-braio in occasione della più importante fiera del settore ilnuovo Smart Pack, vassoio completamente biodegradabile ecompostabile, essendo di materiale completamente organico.Nasce infatti dalla lavorazione della canna da zucchero. Unasoluzione di imballaggio pratica, comoda, funzionale e rispet-tosa quindi dell’ambiente, dissolvendosi come parte di essadopo l’utilizzo. Lo Smart Pack garantisce poi robustezza, fles-sibilità nella forma e infinite possibilità di stampa.

vante e rappresentativa in Italia per numero di individui coin-volti, svolta da SymphonyIri Group su un campione di oltre12 mila individui e misura atteggiamenti, sensibilità e attesenei confronti dell’innovazione. Le Pausa Pranzo sono mealsolution ideali per un pranzo leggero da consumare in tuttapraticità in qualunque luogo: in ufficio, al parco, in spiaggia,in biblioteca. Dentro c’è tutto l’occorrente per arricchire labase vegetale di insalata fresca con ingredienti saporiti: ilcondimento può essere dosato secondo i gusti e le esigenzedietetiche; grazie poi alla forchetta e alla salvietta contenu-te all’interno della confezione si ha tutto l’occorrente perconsumare l’insalatona. La linea Pausa Pranzo comprende intutto nove referenze: Ricca, Greca, Olivia, Caprese, Mediter-ranea, Mela e Uvetta, Montanara, Contadina, Mare e Sole.

IL POMODORO EDIOSO DI SYNGENTA VINCEIL BEST NEW VARIETY AWARD IN UK

Il premio per la migliore nuova varieta se lo aggiudica ilpomodoro Edioso di Syngenta. Organizzato dalla rivistaHorticulture Week/Grower, il premio riconosce il primatodelle nuove introduzioni ortofrutticole agli imprenditori agri-coli del Regno Unito. Le varieta in concorso devono dimostra-re di avere i requisiti necessari per rispondere alle esigenzedella gdo e dei consumatori. I clienti che hanno avuto mododi osservare la varieta nelle serre dimostrative in Olandahanno individuato e compreso il potenziale di Edioso: varie-ta accattivante e saporita, adatto sia come snack, che per unconsumo in insalate. Edioso e stato lanciato nelle catene ASDA

nel 2012 e ha riscosso imme-diato successo. Peter Geerts diSyngenta ha sottolineato chela varieta presenta una formaparticolarmente accattivante eun ottimo equilibrio di aromi.“Il riconoscimento del Best Va-riety Award per Edioso rappre-senta un esempio importantedi collaborazione di filiera e dicome genetisti, imprenditoriagricoli e distribuzione moder-na possono lavorare assiemeper ottenere nuovi prodotti”.

Una soluzione pasto pensataappositamente per la pausapranzo nella vita frenetica diogni giorno: pratica, economi-ca, dietetica, gustosa, nonchéeletta Prodotto dell’Anno2013, il più importante ricono-scimento in Italia basato sulvoto dei consumatori. L’elezio-ne avviene attraverso una ri-cerca di mercato, la più rile-

LA LINEA PAUSA PRANZO DI ORTOROMIELETTA PRODOTTO DELL’ANNO 2013

76

l N.3 l APRILE 2013

Page 79: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

FRUITBOOKMAGAZINE

77

l N.3 l APRILE 2013

L’IMPEGNO SOCIALE DI DOLEPREMIATO DAGLI ESPORTATORIDI BANANE DELL’ECUADOR

Si chiama Fondazione Dale l’organizzazione che sta dietro leiniziative di responsabilità sociale d’impresa della multinazio-nale Dole in Ecuador e Perù. Le sue attività sono finanziate inparti uguali da Dole e dai suoi produttori, che vi destinanociascuno 3 centesimi per ogni chilo di prodotto esportato.L’obiettivo della Fondazione, che opera in Ecuador dal 2001 ein Perù dal 2008, è di migliorare le condizioni di vita dei lavo-ratori e delle comunità in cui sono inseriti. Si calcola che lefamiglie coinvolte dall’attività della Fondazione siano 12.500in Ecuador e 1.800 in Perù. Le maggiori aree di interventosono la salute, l’educazione, la salvaguardia dell’ambiente, losviluppo delle comunità e della produzione. Tra gli obiettividel programma anche il miglioramento del ruolo della donnanelle comunità, incentivandone le opportunità di lavoro, an-che con la costituzione di microimprese, e la sensibilizzazio-ne verso un miglior sistema di raccolta dei rifiuti. Solo in Perùi servizi a salvaguardia della salute sono stati quasi 30 milanel 2011, rispetto ai 9.500 del 2009, a testimonianza del fattoche l’impegno della Fondazione è sempre più forte. Dal 2001

al 2011 la Fondazione ha investito 13,8 milioni di dollari inEcuador, mentre dal 2008 al 2011 gli investimenti in Perùsono stati di 3,5 milioni di dollari.Un impegno concreto che è stato anche premiato nel 2012 inoccasione dell’International Banana Forum ospitato a Guaya-quil, in Ecuador, dall’AEBE, l’associazione degli esportatoriecuadoriani di banane. La Fondazione Dale ha ricevuto il pre-mio Segundo Wong Award per l’eccezionale impegno nel per-seguire obiettivi a sostegno delle comunità locali. Grazie allaFondazione Dale sono state realizzate 27 cliniche mediche,diverse campagne di vaccinazione e altre iniziative sociali dicui vanno a beneficiare direttamente 12.500 famiglie di lavo-ratori agricoli per circa 60 mila persone. La Fondazione haanche costruito due moderne scuole elementari (nella foto afianco una delle classi), grazie anche al sostegno dell’impor-tatore e distributore norvegese Bama, per fornire educazionegratuita a oltre 600 bambini, in aree con elevata concentra-zione di lavoratori nelle piantagioni di banane. Fanno partedel programma scolastico gli aiuti economici per incoraggiaregli studenti più talentuosi a concludere il ciclo di studi nelleuniversità che si trovano nelle grandi città.Un altro riconoscimento è arrivato da Altroconsumo, impor-tante associazione italiana per la tutela e la difesa dei consu-matori, che ha esaminato attentamente le pratiche di respon-sabilità delle aziende che commercializzano banane. Nell’a-pertura dell’articolo, pubblicato nell’edizione di settembre2012, dal titolo “Come vengono prodotte le banane”, si legge:“Questa volta apriamo con una buona notizia: per la primavolta abbiamo trovato una multinazionale delle banane cheha adottato pratiche decisamente soddisfacenti dal punto divista del rispetto dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente. Sitratta di Dole, che oggi è inassoluto in prima fila dalpunto di vista della responsa-bilità sociale aziendale nellacoltivazione e commercio del-le banane. Segno, in primoluogo, che mettere insiemeprofitto e correttezza è possi-bile”. L’articolo completo sipuò leggere su www.altroconsumo.it. Maggiori informazio-ni sulla Fondazione Dale sonodisponibili su: www.dole-earth.com/en/dole-way/dale-foundation.html

Copyright: Dole/Laurent Vautrin

Page 80: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

FRUITBOOKMAGAZINE

CONAD: FATTURATO IN CRESCITA E NUOVEAPERTURE PER PAC 2000A E CONAD ADRIATICA

PAC 2000A Conad ha chiuso il 2012 con un fatturato di 2,4miliardi di euro (+8,5 per cento rispetto al 2011), 956 soci,13.472 addetti (+2,7 per cento) e quote di mercato che lo ve-dono leader in Lazio (22%), Umbria (25%), Calabria (17,4%)e al secondo posto in Campania (15,7%). La cooperativa operacon 1.185 punti vendita (6 E.Leclerc Conad, 49 Conad Super-store, 371 Conad, 207 Conad City, 343 Margherita, 178 dis-count Todis e 31 altri diversi negozi), per una superficie com-plessiva di 597 mila metri quadrati (+8,2 per cento rispetto al2011). Le vendite, a rete omogenea, sono cresciute del 1,36per cento rispetto al 2011 e l’incidenza delle promozioni -

qualità italiana - e in particolare dell’Emilia Romagna - nelmondo. Un’inedita alleanza produttiva, organizzativa e com-merciale per poter affrontare da protagonisti il mercato inter-nazionale forti di un unico marchio che rappresenta circa 1milione di quintali di pere da tavola fresche commercializza-te, a cui va aggiunto il prodotto destinato all’industria.PeraItalia diventa così la prima azienda italiana nel compartodelle pere: rappresenta circa il 12 per cento del totale dellaproduzione nazionale e oltre il 25 per cento del totale dellaproduzione di Abate Fetel, la qualità più pregiata, vera regi-na del made in Italy. Presidente di PeraItalia è stato nomina-to Luciano Torreggiani (Patfrut); vicepresidente Mauro Grossi(Unacoa). Attualmente l’Italia detiene la quota del 40% dellaproduzione europea di pere.

NEL 2012 ESSELUNGA FATTURA 6,8 MILIARDILE INSEGNE FAMILA CRESCONO DEL 7,3%

Esselunga ha chiuso l’esercizio 2012 con un fatturato pari a6,8 miliardi di euro, in crescita del 3,2 per cento rispetto al2011, e un risultato operativo di 360 milioni di euro, in lineacon l’anno precedente. Il gruppo distributivo di Limito (Mi),che opera con una rete di 145 punti di vendita (dato 2011),ha investito 380 milioni di euro nel 2012 per ammodernare esviluppare i negozi. L’organico comprende 20.200 persone edè aumentato di 500 unità nello scorso anno. Nonostante l’in-cremento dei listini (+2,5%) praticato dai fornitori, Esselungaha mantenuto per i propri clienti gli stessi prezzi del 2011,quindi con inflazione pari a zero.

Famila, insegna di punta del Gruppo Selex, cresce e consoli-da la sua presenza sul territorio. Con 221 punti vendita e unasuperficie di vendita complessiva di 500 mila metri quadri,presidia infatti le regioni del nord, del centro e del sud, rag-giungendo i primi posti nella classifica delle reti di venditaitaliane (classe di dimensione 1.500-4.500 mq). Nel 2012, con6.600 addetti, Famila ha realizzato un fatturato di circa 2miliardi, con una crescita del 7,3 per cento rispetto all’annoprecedente. Un traguardo importante per questa insegna atti-va in Italia dal 1984 e da allora in costante crescita. Nel giu-gno 2002 è stato inaugurato il Famila n.100, nel 2011, adistanza di appena 9 anni, il raddoppio con 200 unità, finoad arrivare ai 221 di oggi. Nel corso di quest’anno, sono pre-viste 12 nuove aperture.

È nato in Emilia Romagna ilprimo marchio commercialedella pera italiana di qualità.Nove imprese altamente rap-presentative della filiera pro-duttiva e commerciale dellapera made in Italy, alle qualiafferiscono anche aziende mo-denesi, si sono unite nel con-sorzio PeraItalia per promuove-re il consumo della pera di

MAGIC CODE RADDOPPIA, TRECENTOI NEGOZI COINVOLTI IN 15 CITTÀ ITALIANE

78

l N.3 l APRILE 2013

attive in tutti i giorni dell'anno - è salita al 33 per cento.Anche per Conad Adriatico il 2012 è stato un anno record,con un fatturato pari a 934 milioni di euro, in aumento del4,8 per cento rispetto al 2011. “Il nostro segreto è il rappor-to con il territorio, con le imprese fornitrici e con le coopera-tive dei soci che guidano i nostri punti vendita”, spiegano ildirettore commerciale Federico Stanghetta e il direttore svi-luppo Lucia Grandoni.Conad Adriatico investirà 25 milioni dieuro nel corso del 2013, aprendo 28 nuovi punti di vendita(di cui 15 a insegna Todis) nelle regioni Marche, Puglia,Abruzzo e Basilicata. “L’ambizione è quella di aumentare lanostra quota di mercato”, sottolinea Lucia Grandoni. Semprepiù importante il sistema delle promozioni: sono state 256nel 2012, con un’incidenza del 29 per cento sul fatturato.

Page 81: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

LA LINEA VERDE: FATTURATO A 185 MILIONISEMPRE PIÙ ESTERO NEL BUSINESS DEL GRUPPO

La Linea Verde chiude il 2012con il segno più. Il fatturatodel gruppo bergamasco, aivertici del mercato di IVgamma, dei piatti pronti fre-schi e delle bevande fresche,infatti, tocca 185 milioni dieuro con un incremento su-periore al 5 per cento. Inaumento anche la quota del-l’estero, che rappresenta il27 per cento del totale, frut-to dell’attività di esportazio-ne e delle performance dellesedi austriaca e spagnola. “Irisultati complessivi rag-giunti dal gruppo nel 2012 -commenta il presidente Giu-seppe Battagliola - confer-

mano che abbiamo centrato in pieno gli obiettivi strategiciche ci eravamo posti per l’anno: potenziare il nostro businesse la nostra presenza all’estero confermandoci, al contempo,come punto di riferimento del mercato italiano”. Una parterilevante del fatturato generato all’estero da La Linea Verde,circa 20 milioni di euro, deriva da un business importanteper il gruppo: l’esportazione di verdura di I gamma evoluta,sfusa oppure confezionata (come baby leaf, cespi e prodottiorticoli “da lavare”) prodotta nella Piana del Sele da Orto-mad, società agricola del gruppo che si conferma uno deiprincipali produttori europei di baby leaf. Il giro d’affari delgruppo lombardo oltre confine comprende inoltre l’esporta-zione verso i Paesi limitrofi di prodotti di IV gamma a mar-chio Dimmidisì o destinati alle store brand locali. “Per que-st’anno la nostra strategia punta a incrementare le perfor-mance all’estero”, spiega Battagliola. “Abbiamo inaugurato il2013 avviando un primo progetto di penetrazione del merca-to russo con Vegetoria, una realtà locale giovane attiva nellaproduzione e nell’importazione, con cui ci apprestiamo adavviare, nella seconda metà dell’anno, uno stabilimento perprodurre in loco insalate di IV gamma”. Il gruppo sta infineguardando con interesse al Nord America.

Da piccola realtà imprenditoriale del dopoguerra a moderna eavanzata struttura internazionale che impiega circa 3.500persone: da oltre 50 anni la famiglia Orsero è specializzata nelsettore dei prodotti ortofrutticoli freschi. Nel febbraio 2012 lasvolta: dopo 30 anni di esperienza nel settore Antonio eRaffaella Orsero, decidono di proporsi al trade e soprattutto alconsumatore finale direttamente con il proprio nome, met-tendoci la firma. Nasce così il brand F.lli Orsero.

FRUITBOOKMAGAZINE

F.LLI ORSERO METTE LA FIRMA ANCHESU KIWI E MELE 100% MADE IN ITALY

Dopo il lancio del brand Fratelli Orsero, avvenuto lo scorsoanno, gli ananas e le banane che si fregiano di questo bolli-no a forma di camioncino sono ormai sinonimo di qualitàextra-premium per i consumatori. Ed è per soddisfare semprepiù le loro necessità che la famiglia Orsero amplia la propriagamma offrendo anche kiwi e mele, rigorosamente scelti nellemigliori zone di produzione italiane. Le mele Golden F.lliOrsero infatti sono coltivate in Trentino Alto Adige e sarannodisponibili per tutto l’anno, mentre le mele Deliziose e i kiwiF.lli Orsero sono coltivati in Piemonte e saranno disponibili daottobre ad aprile. Questa frutta, selezionata dai coltivatoricon cura e nel rispetto di parametri definiti dall’azienda,garantisce al consumatore prodotti di alta gamma e qualitàextra-premium. Anche il packaging, caratterizzato dai colorie dall’elegante grafica che ormai contraddistinguono la notamarca del camioncino, esalta la qualità premium dei prodottiF.lli Orsero, la famiglia italiana della frutta. Il prodotto saràdistribuito su tutto il territorio italiano dal GF Group, attra-verso la società Fruttital, le proprie filiali e i propri clienti.

79

l N.3 l APRILE 2013

Page 82: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

FRUITBOOKMAGAZINE

facebook per aziende:miti, opportunità e limiti

iFresh | Irene Pasquetto

80 Definito di recente dal suo stesso crea-tore Mark Zuckerberg “Il miglior gior-nale al mondo”, Facebook si sta avvi-cinando ad un’importante svolta: il so-cial network per antonomasia sta perlanciare la sua “ultima nuova versio-ne”, detta News Feed. Oltre che volermigliorare la lettura e la distribuzionedelle info condivise dagli amici, lamossa sembra essere motivata da untentativo di andare incontro alle esi-genze delle pagine aziendali

Per questa ragione immagini e fotografie saranno didimensioni più ampie e verrà probabilmente conces-so in generale più spazio e rilevanza alle inserzionipubblicitarie. Ma al di là degli aggiornamenti estem-poranei, la domanda è: Facebook può davvero essereuno strumento utile alle aziende? Sull’argomento sene sentono di tutti i colori e la presenza aziendalesui social è ormai una sorta di must in quasi tutti isettori, se non sei su Facebook, non esisti. Quel cheè certo è che il social network made in Harvard,quando usato secondo determinati criteri, si rivelaun buon strumento di marketing soprattutto perquanto riguarda la cura della cosiddetta brand repu-tation, vale a dire, l’opinione diffusa che i consuma-tori hanno di un determinato marchio.Ad ogni modo, l’utilità di Facebook varia anche aseconda del settore merceologico. Per quanto riguar-da l’ortofrutta, un ottimo lavoro è quello portatoavanti da Melinda: il brand ha raccolto più di 22 mi-la fan, e, fattore ancora più importante, ottiene deci-ne e decine di “Mi piace” e condivisioni ad ogni sin-golo post. Restando sul versante italiano, segueValfrutta con 17 mila affezionati, mentre marchi delcalibro di Chiquita e Del Monte staccano i locali dicentinaia di migliaia di seguaci. Ma a servirsi diFacebook non sono solo i grandi nomi, sul social

network sono presenti anche un’infinità di botteghedi fruttivendoli locali, i quali però commettono spes-so l’errore numero uno: al posto di creare per la pro-pria attività l’apposita pagina aziendale messa adisposizione da Facebook, aprono dei profili perso-nali, che invece sarebbero destinati alle persone fisi-che e non alle aziende. Si tratta di uno sbaglio anzi-tutto perché le pagine aziendali offrono tutta unaserie di opzioni studiate apposta per guadagnarevisibilità. Volendo chiudere con qualche spunto utile a svilup-pare la visibilità di una pagina aziendale suFacebook, c’è una premessa da fare: alcune azionisono gratis, altre richiedono degli investimenti. Det-to ciò, quando si apre una nuova pagina lo scoglioiniziale è quello di recuperare i primi 500 fan, dopodi che il percorso sarà in discesa. È in questa faseche conviene investire qualche centinaio di euroattraverso la creazione di un annuncio a pagamento.Conquistato un discreto numero di followers l’obiet-tivo sarà invece quello di fare in modo che la paginasi alimenti da sola pubblicando contenuti che posso-no essere interessanti per i fan, puntando non tantoad ottenere apprezzamenti, i “Mi piace”, ma condivi-sioni dei post da parte degli utenti. È ormai assoda-to che gli utenti dei social network amano comunica-re per immagini e che i contenuti testuali, quandopresenti, devono essere brevi ed incisivi. Un esempiopuò essere quello di pubblicare le fotografie dei pro-pri prodotti, della frutta di stagione, delle verdurepiù colorate e dalle forme strane, tenendo presenteche le immagini devono sempre e comunque essereben fatte per venire condivise, in altri termini: belle.Le immagini possono essere accompagnate da dellericette o da qualche curiosità, da citazioni celebri oda brevi poesie, meglio se note al pubblico. Un altroescomotage generalmente apprezzato dal pubblico èquello di postare notizie di attualità inerenti al pro-prio settore, nel caso dell’ortufrutta vanno benericerche di mercato e tendenze, studi medici suibenefici dati da una dieta ricca di frutta e verdura, ecosì via.

l N.3 l APRILE 2013

Page 83: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

Solo quando la freschezza incontra il servizio, nasce un business così.

Solo quando la freschezza incontra il servizio, nasce un business così.

La Linea Verde Soc. Agricola S.p.A. - 25025 MANERBIO (BS) Via Artigianale, 49 - Tel: +39 030.93.73.611 - www.lalineaverde.it - [email protected]

DimmidiSì, lo specialista del freschissimo:è la risposta alle esigenze di bontà, benessere e praticità dei consumatori è garanzia di servizio e di qualitàè la gamma di prodotti che completae amplia l’offerta del banco frigo dell’ortofruttaè il partner ideale per incrementare il tuo business Il benessere nasce dalla freschezza.

MARK UP_FrigoTrade2012_225x285.indd 1 15/10/12 11.28

Page 84: Fruitbook Magazine - Numero di Aprile 2013

PASSION ON THE MOVE

[email protected]