Ultramici Magazine Numero 3

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Ultràmici magazine è un settimanale sportivo, scritto dai tifosi del Napoli , che cerca di trasmettere l'incontenibile passione degli stessi verso la propria squadra. Uniti si vince

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... GIA’ DAL SOPRANNOMEAVEVO FIUTATO L’AFFARE:

MATAD’OR...

La vignetta di Rey

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La riunione di Redazione del lunedì, stavolta, è stata rapidissima. Niente accapigliamenti e frenetici brainstorming per decidere quale dovesse essere l’argomento centrale del nuovo numero di questo webzine. Troppo facile. Edi Cavani l’ha buttata dentro per la centesima volta, ed era desiderio di tutti noi festeggiarlo come merita e rendergli un tributo adeguato. La copertina, dunque, è sua, ça va sans dire, ma dedicati a lui sono anche molti dei contenuti di questa settimana. Ci teniamo però a una breve premessa. A mettere “i puntini sulle i”, se preferite. Noi non parliamo con enfasi di un fuoriclasse per poi trasformarci nell’Oracolo (Profeta di Sventura?) che ne prevede l’imminente trasferimento in questa o quell’altra squadra di grido, come fanno tanti giornalisti e opinionisti. Noi non mostriamo (come ha fatto Sky) filmati “celebrativi” con degli improbabili fermo-immagine sui gol più belli e con inquadrature e montaggi che neanche in una TV locale di quart’ordine. Noi siamo tifosi, e quindi esultiamo e ricordiamo e prefiguriamo successi senza alcun secondo fine. Quello che leggerete nelle pagine seguenti è un omaggio sincero, pieno di amore, che ci legittima a cantare e saltare insieme attorno a un ideale torta e a gridare al nostro bomber: “Altri cento di questi gol, Matador, sempre qui e sempre con noi, negli anni a venire!”

WEB DESIGNER: Michele Torre

REDATTORI:Marcello Barbuto

Ettore BuonincontriRosario D’OrsoAlberto FeolaGianluca Ficca

Armando GrimaldiMario ImprotaDanilo Marino

Domenico “Sennolino” MarottaRodrigo Mazzeo

Gianfranco MinervinoDiana Miraglia

Silverio Miscino

Massimo MondòGiovanni OnoratoMarcella Polimei

Roberto ReyDonatella SaponeFrancesco SellittoDomenico SerraSerena Starita

ORGANIZZAZIONE EDITORIALE:Gianluca Ficca

CONSULENZA INFORMATICA:Stefano “Snipershady” Perrini

PROGETTO GRAFICOGraphiweb

la redazione

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di Diana Miraglia

Caro Edi,io ti scrivo per dirti grazie e non perché sei un grande goleador con un bottino degno di restare nella storia del calcio. Ti dico grazie perché sei un uomo meritevole di grande stima e di grande rispetto: in campo e fuori dal campo. Tu sei un esempio per i giovani d’oggi che, troppo spesso, sembra abbiano perso i valori della vita. E non mi riferisco alla filosofia da introspezione, ma alla semplicità stessa che solo l’armonia con gli altri può dare. Il tuo sorriso illumina gli occhi e un tuo gol è una gioia che può

essere goduta in pieno perchè condivisa con tutti. Se io fossi un presidente di una società di calcio, chiederei di contattare soltanto uomini degni di stima. Anche se giovani, troppi talenti ritengono oggi il pallone un idolo che può darti potere e privilegi. Che può darti l’arroganza di comportamenti violenti e dissacranti. Il pallone può rendere onnipotente chi non ha nulla da dare. Spesso sei stato accostato a Maradona per capire se era finalmente arrivato il nuovo messia; ma questo aspetto tecnico lo lasciamo a coloro che amano

assegnare un sesso agli angeli. Piuttosto io vedo una grande affinità tra te e Diego. Mettiamo da parte la maledetta polvere bianca di cui tutti sanno poco, e ricordiamo l’uomo che anch’io conobbi. Semplice, come sei semplice tu. Sorridente, come sei tu. Solidale, generoso con i compagni. Generoso con i più sfortunati. Parliamo di Diego o di Cavani? Oggi parliamo di Edinson Cavani, grande giocatore, grande uomo che avvicina allo sport restituendo credibilità ad un ambiente con troppi dubbi.

A: EDINSON CAVANI

LETTERA APERTA

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Questa passione risale a quando ero un ragazzino. Ossia a quando, assieme agli amici, ascoltavo da una radiolina le cronache alle partite di Enrico Ameri e Sandro Ciotti, con la schedina del Totocalcio tra le mani, sperando in quel 13 che avrebbe potuto cambiarmi la vita. Oggi, a distanza di trent’anni, le partite le seguo in pay per view o in streaming, e nel frattempo è cambiato anche il modo di giocare. Non più la classica schedina, ma la scommessa sportiva, la cosiddetta “Bolletta”. Si scommette non più solo sulle partite del nostro campionato, ma anche su quelle estere. Non esiste più un numero preciso di eventi su cui scommettere, ma lo si può fare su un solo evento (scommessa “singola”) e su

più partite (scommessa “multipla”). Non si è più costretti a indovinare solo il segno “1 X 2”, ma ci si può davvero divertire scommettendo in modi svariati; ad esempio, sul numero di gol o sul risultato esatto della gara, sull’eventuale assegnazione di un calcio di rigore o sulla comminazione di un’espulsione, su chi sarà il primo marcatore dell’incontro, e così via. Alla base di tutto, ricordo, specie ai più giovani, che il bet è un hobby, un divertimento, quindi: mai esagerare con le cifre! In questa rubrica non farò altro che segnalarvi le giocate che io stesso andrò a fare settimana per settimana, indicando il tipo di scommessa e le motivazioni delle mie giocate. Ricordo inoltre che per vincere bisogna indovinare tutti gli eventi giocati, basta un solo errore per perdere. Più sono gli eventi scommessi, è più alta è la cifra che si vince, ma nello stesso tempo è più alto il rischio di sbagliare. Questa settimana, per cominciare, e per non confondere troppo le idee a chi per la prima volta si avvicina a questo mondo, propongo una giocata multipla.

di Danilo Marino

L’ANGOLO DELLE SCOMMESSE

L’ANGOLO DELLE SCOMMESSE

di Danilo Marino

Questa passione risale a quando ero un ragazzino. Ossia a quando, assieme agli amici, ascoltavo da

una radiolina le cronache alle partite di Enrico Ameri e Sandro Ciotti, con la schedina del

Totocalcio tra le mani, sperando in quel 13 che avrebbe potuto cambiarmi la vita. Oggi, a distanza

di trent’anni, le partite le seguo in pay per view o in streaming, e nel frattempo è cambiato anche il

modo di giocare. Non più la classica schedina, ma la scommessa sportiva, la cosiddetta “Bolletta”.

Si scommette non più solo sulle partite del nostro campionato, ma anche su quelle estere. Non esiste

più un numero preciso di eventi su cui scommettere, ma lo si può fare su un solo evento

(scommessa “singola”) e su più partite (scommessa “multipla”). Non si è più costretti a indovinare

solo il segno “1 X 2”, ma ci si può davvero divertire scommettendo in modi svariati; ad esempio,

sul numero di gol o sul risultato esatto della gara, sull’eventuale assegnazione di un calcio di rigore

o sulla comminazione di un’espulsione, su chi sarà il primo marcatore dell’incontro, e così via.

Alla base di tutto, ricordo, specie ai più giovani, che il bet è un hobby, un divertimento, quindi: mai

esagerare con le cifre! In questa rubrica non farò altro che segnalarvi le giocate che io stesso andrò

a fare settimana per settimana, indicando il tipo di scommessa e le motivazioni delle mie giocate.

Ricordo inoltre che per vincere bisogna indovinare tutti gli eventi giocati, basta un solo errore per

perdere. Più sono gli eventi scommessi, è più alta è la cifra che si vince, ma nello stesso tempo è

più alto il rischio di sbagliare. Questa settimana, per cominciare, e per non confondere troppo le

idee a chi per la prima volta si avvicina a questo mondo, propongo una giocata multipla.

AVVENIMENTO DATA ORA QUOTA GIOCATA

VITESSE - AJAX 26/01/2013 12,30 1,29 X2

LAZIO-CHIEVO 26/01/2013 18,00 1,50 1

NANCY - LORIENT 26/01/2013 20,00 1,50 X2

BOLOGNA - ROMA 27/01/2013 15,00 1,40 GOL

PARMA-NAPOLI 27/01/2013 15,00 1,36 X2

BARCELLONA-OSASUNA 27/01/2013 19,00 1,65 OVER 3,5

PSG - LILLE 27/01/2013 21,00 1,50 1

IMPORTO GIOCATA 10,00

VINCITA PRESUNTA 136,78

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Quando si vede un match in diretta capita spesso che l’emotività interferisca con la razionalità. Rivedendo il match di Firenze e conoscendo l’esito finale, il commento cambia

completamente; a caldo, il tifoso è contento, ma con un pizzico di insoddisfazione; a freddo, e considerando il cambio Gamberini-Insigne, si puo’ dire con convinzione che

il Napoli a Firenze ha dominato, ha provato a vincere il match, ed anche se non è riuscita in pieno l’ intelligente mossa del mister, si puo’ ribadire che la squadra azzurra ha acquisito il piglio di una grande squadra. Non è facile vincere a Firenze. Certo, il Pescara ha espugnato il Franchi ma è un caso raro, non è facile imporre il gioco contro una squadra tecnica come la Fiorentina, dal centrocampo sapiente. Ma il mister ha preparato con cura meticolosa, come al solito, l’atteggiamento tattico del Napoli: il muro Berhami ed il saggio svizzero Inler hanno imposto il loro gioco senza problemi (nonostante il generoso Valon abbia giocato un’ora con un giallo pesante

di Alberto Feola

riparliamone...aspettandodomenica!

riparliamone

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sulle spalle), le fasce si sono un po’ annullate a vicenda (soprattutto nello scontro Zuniga-Cuadrado) e il Napoli non ha mai dato l’impressione di subire la pressione viola. Rivedendolo, è stato un bel match. Rivedendola, appare inspiegabile l’uscita di Morgan (che per i successivi minuti ha subito il colpo); rivedendoli, risultano fantastici la torsione e lo stacco del Matador, davvero un campione di razza; rivedendol, l’apertura di Hamsik quasi ad occhi chiusi per Cavani è stata stupenda; rivedendolo, il colpo di testa del giovane-anziano Pandev è stato un’occasione mancata, come quella di Aquilani in chiusura di match. Bisogna dirlo serenamente, si poteva vincere ma il pari è un risultato equo; quello che deve far riflettere in positivo è l’atteggiamento di un Napoli che crede nelle sue potenzialità e nella sua forza. Adesso non bisogna fermarsi ma fare solo qualche chilometro in più e cercare di espugnare l’imbattuto campo di Parma. E sì, il Tardini è imbattuto ed aspetta domenica un Napoli in forma con qualche dubbio di formazione; dubbi che

scaturiscono dalla squalifica di Berhami e dalla probabile assenza del bravo Gamberini. Ritorneranno con molta probabilità due ex parmensi in campo ma con significati emotivi diversi: c’è un Paolo Cannavaro che non vede l’ora di riprendersi la fascia di capitano e c’è un Blerim Dzemaili voglioso di giocare e di riprendere credibilità agli occhi del mister; ma mentre sarà semplice per lo svizzero giocare, in quanto la concorrenza è relativamente scarsa (non penso Armero possa debuttare al posto di Berhami), per Cannavaro

non sarà semplice rubare la scena al potente e sempre più sicuro Britos. Domenica pomeriggio si avvicina, in Italia diluvia senza interruzione, ma intanto il mister Mazzarri studia come contrastare il 3-5-2 del Donadoni dimenticato e perdente in azzurro ma vincente in terra parmense; certamente non bisogna sottovalutare il gioco veloce della sua squadra ma il Napoli ha le armi per lasciare il segno al Tardini e c’è una tifoseria in fermento, che dopo Firenze vuole fare sentire la propria voce anche a Parma.

Non è mai TARDINI per crederci!

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di Mario Improta

numeri azzurri

numeri azzurri

Pareggio numero 19 tra Napoli e Fiorentina tra campionato e coppa italia. Il bilancio in casa viola parla di 15 vittorie del Napoli (14 in campionato e 1 in coppa italia), 19 pareggi (16 in campionato e 3 in coppa italia) e 38 vittorie viola (36 in campionato e 2 in coppa italia). Sono 59 le reti realizzate dal Napoli e 110 quelle subite. Nel mese di Gennaio le due squadre si sono affrontate ben 11 volte e lo score parla di 6 vittorie viola e 4 vittorie azzurre, quello di domenica è stato il primo pareggio. Dopo questa gara Hamsik tocca 244 presenze (201 in campionato dove raggiunge Girardo) Maggio tocca

176 presenze (143 in campionato dove raggiunge Dino Zoff), De Sanctis tocca quota 160 presenze (134 in campionato per 147 gol subiti). Sono 133 le presenze di Campagnaro (108 in campionato), 75 quelle di Inler (56), 127 quelle di Zuniga (97 in campionato). Il Matador gioca la sua 120 presenza con la maglia azzurra (88 in campionato) realizzando la sua 92 rete (66 in campionato). Tra i marcatori totali è al sesto posto (a-3 da Careca), in quelli di campionato è al terzo posto a -10 da Vojak e -12 da Sallustro.

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Alla 3 giornata di ritorno in campionato il Napoli da quando è tornato in serie A ha collezionato 1 vittoria (nella stagione 2010/11 contro la Sampdoria), 3 pareggi1 (2008/09-2009/10-2011/12 contro Udinese, Genoa e Milan) e 1 sconfitta (stagione 2007/08 contro la Sampdoria) totalizzando 6 reti e subendone 4. Ha giocato 2 volte n trasferta e 3 in casa. Questa la tabella :

Incontro numero 19 tra Napoli e Parma tra campionato e coppa italia. Il bilancio in casa parmense parla di 6 vittorie del Napoli (tutte in campionato), 3 pareggi (tutte in campionato) e 9 vittorie del Parma (8 in campionato e 1 in coppa italia). Sono 22 le reti realizzate dal Napoli e 29 quelle subite. L’ultima vittoria del Napoli risale al campionato scorso per 1-2 (Cavani e Lavezzi) il 4 marzo. L’ultimo pareggio è del 29/9/2009 finì 1-1 (Denis e Amoruso su rigore), l’ultima sconfitta è del 06/5/2001 finì 4-0 (Di Vaio 2, Micoud e Milosevic). Nel mese di Gennaio le due squadre si sono affrontate solo 2 volte e lo score parla di 1 vittoria parmense e 1 pareggio. La tabella evidenzia gli scontri con il Parma (evidenziato l’unico precedente in Coppa Italia)

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MatadorMatador!... cu’ sti mascelle a’ sudamericano, sì ‘nu sicario azzurro e tutte po’ vonn’ a te!.. Torero!... Torero!... Ole’!...

Perdevi il tempo abbasc’ lì a Palermo e ‘o tifo minacciava e ‘o mister s’arrangiava. Te fanno gira’ a’ capa sti zeppate guardannote in tv vuoi fare il Toreador come fanno al Bernabeu, Wembley e Maracanà e cu’ sta voglia sì venuto ccà!... Torero! te si’ fissato ca vuò fa ‘overo, dici che vuoi lasciare un segno vero che i gol li vuoi segnare a volontà, Maradona è avvisato che ‘o vuò arrivà! Matador!.. cu’ sti mascelle a’ sudamericano sì ‘nu sicario azzurro e tutte po’ vonn’ a te!.. Torero!... Torero!... Ole’!... T’è fatto ‘o cuntratto milionario, ‘a clausola rescissoria e l’apparecchio ‘e rient’ te vò l’Europa intera e nun te ‘mporta ti senti un Matador che qua vuole restàcome fanno al Bernabeu, al San Paolo tu ‘o vuò fà e ‘a mugliera toja pensa a figlià!... Matador!... qua tutta Napoli ormai ti adora, p‘o mister e ‘e cumpagn’ sì n’onore... comme tu sign’ nisciuno o sape fà di sinistro di destro e capa... bello ‘e mammà!... Matador!.. cu’ sti mascelle a’ sud americano, cu’ stu capill’ a indio e a Volto Santo ‘e Gesù!... Torero!... Torero!... sì tu!...

(e stavolta le mie scuse vanno a Renato Carosone)

di Donatella Sapone

battiti azzurri

“Battiti Azzurri”

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di Ettore Buonincontri

Il pelo nell’uovo

Sarebbe facile trovare il pelo nell’ uovo “Napoli” di questa settimana. De Sanctis, ad esempio, che ha fatto direttamente la frittata. O anche Mazzarri e le sue scelte. Discutibili come sempre, con l’esclusione di Insigne e la scelta di continuare a puntare su Pandev; oppure la “fissa” della difesa a tre (quindi a cinque), soprattutto nel momento in cui l’avversario mostrava la corda; o ancora l’esclusione di Armero, la cui velocità e il sinistro naturale avrebbero potuto

avere il loro peso in un match apparentemente bloccato. Invece no. Questa volta non parlerò di tutto questo, ma vorrei soffermarmi su Cavani. In questo numero “tributo” del magazine, il lavoro sporco qualcuno doveva pur farlo, ed eccomi a sostenere il compito improbo di trovare qualche “pelo” nel nostro uovo più pregiato.Vediamo. Nessuno discute l’uomo e il campione e il 100° gol in serie A ne suggella il valore e l’affidabilità. Ma sotto porta sbaglia tanto. Non solo quando non riesce sempre a segnare gol che sembrano fatti a tu per tu con il portiere avversario ma anche, e forse soprattutto, quando - con un cipiglio che non gli conoscevamo - rimprovera

in continuazione qualsiasi compagno che prova a tirare o a segnare per conto proprio (com’ è giusto che sia in queste circostanze). Cavani gioca sempre accigliato e così resta anche quando esulta. Bene così, l’avessero, una tal grinta, tutti quelli che gli giocano accanto. Però, ecco, le mie parole non sono come i suoi rimproveri ai compagni che non gli passano la palla. Vorrebbero essere uno sprone acciocché 200 gol vengano raggiunti sempre con la maglia del Napoli, al più presto, e che accanto a questa sterile statistica, quando verrà letta dai nostri nipotini, ce ne sia una ben più importante. Una statistica colorata di bianco rosso e verde!

il pelo nell’uovo

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Fui profondamente deluso dalla cessione di Gargano. Anche dai cambi di procure sospette, poco precedenti all’evento. L’estate ne fu quasi compromessa. Ma il tifoso ha sempre una sorta di “lungimiranza regressiva”. E’ capace di cambiare opinione su un calciatore in una settimana. Figuriamoci in sei mesi. Le differenze tattiche del Napoli di un anno fa e di questo?Lo schema è molto simile. L’equilibrio tattico dipende da Pandev al posto di un indisciplinato Lavezzi, da un Hamsik più simile al comportamento di Pinzi, da un Berhami capace di movimenti sinergici per avvantaggiare Inler. Se studiassimo i metri percorsi, noteremmo con ogni probabilità una forte diminuzione in quelli di di Inler, capace di arrivare al tiro più lucido. Berhami è impressionante. Pur non raggiungendo le distanze che percorreva El Mota, gioca a calcio senza perdere tempo a recuperare palloni da lui persi. E’ un vice-regista perfetto. Un grandissimo acquisto. Quella pressione di Walter sul portiere, da vecchia prima punta, era pressoché inutile.Tutto questo favorisce la difesa, meno scoperta. Il giovane innesto croato, annuncia forse una

“rossiccia cessione”. Di un ottimo giocatore, ma senza mercato e dai muscoli mollicci. Questo non possiamo saperlo. Tanto meno augurarcelo. La natura del nostro destino è nell’avvicinarci alla Juventus; tentare in tutti i modi di sfiorarla. Compito arduo. Ma le sentenze hanno proposto qualcosa di veramente nuovo. E’ proporzionalmente un obiettivo molto difficile.Dobbiamo solo augurarci che non ci sia nemmeno un raffreddore, un muscoletto lesionato, un dolore.

Inutile dimenticare Dzemaili, ottimo giocatore che perdendo il ritmo partita, rischia di perdere stima. Ma le critiche rivoltegli le trovo surreali.Questo Napoli è completo. Una coperta un po’ corta, ma veramente completa.

La ciliegina resta El Kaddouri, forse il giovane più interessante che sia venuto in Italia negli ultimi dieci anni. Uno di quei talenti che, quando esploderà, inizierà a farci preoccupare della sua clausola rescissoria. Completiamo l’acquisto di questo futuro campione. E’ nostro per metà.

di Domenico Serra

effetto SERRA

effetto serra

Come cresceil centrocampo svizzero

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“Ma come? Hai avuto quel regalo giovedì e che fai? I 2 punti li lasci subito al Franchi? Eh, cara napoletana, così mi sei sempre a -5”. Oi ‘lloc - penso alzando gli occhi al cielo - proprio lui, il simpatico dirimpettaio, dovevo incontrare in ascensore? E’ sempre così tra me e il signor Borotto, torinese di origine ma meneghino di adozione. Chi se la dimentica la sua faccia quando, il 22 maggio, dopo i dovuti festeggiamenti per il trionfo in Coppa Italia, torno a Milano e busso alla sua porta con due sfogliatelle: una riccia e una frolla denominate per l’occasione “CAVANI-HAMSIK”? Certo che giovedì sera il boccone per lui sarà stato molto indigesto, povero

Borotto. L’annullamento delle squalifiche e i 2 punti restituiti a quello che io chiamo sogno ma che per lui non può che essere un incubo: vedermi lassù con 42 punti, e non solo sul campo. Lo so, caro vicino, ti sono sempre più antipatica, ma c’aggi ‘a fa’: me ne farò una ragione.Il “Riccio” è un benzinaio noto dalle mie parti per la sua mole e per la sua juventinità. C’era anche lui sabato sera al bar dei “senza colori” a vedere la partita della vecchia Signora. Mi raccontano di averlo visto in estasi per i gol di Pogba, in delirio per il devastante strapotere bianconero e per la fine di un incubo: la prima vittoria del 2013. Ma anche di quanto godesse nell’inneggiare al Vesuvio e sparare a zero

sul fatto che la disciplinare ci avesse regalato due punti e due calciatori, chiaro sintomo, questo, che “lo scudetto vogliono farlo vincere ai Terùn”. Ha sempre il solito sorriso, quando mi vede arrivare nella sua area di servizio e mi saluta con la mano aperta, a sottolineare i 5 punti che ci separano nuovamente in classifica: “Ciao Napoli, siete tanto onesti e signori, che ci avete subito restituito i due punti rubati giovedì. Grazie”. Ma figurati, Riccio, era un dovere, se no che sfizio c’è a battervi al San Paolo a marzo? Ah, sempre che il Vesuvio non esploda prima, ovviamente, e fammi 28 € di Diesel (30 sul campo).

di Marcello Barbuto e Tina Miraglia

MENO 5

Staje luntan da ‘stu core

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TEMPO DI PRIMAVERA

SETTEBELLO - In Brasile, dove vivo, si suole dire che il 7 è il numero perfetto. Sarà forse per le sette fatiche di Ercole, per i sette colori dell’arcobaleno, per le sette meraviglie del mondo, o magari per i sette giorni della settimana. Dato di fatto è che alla Primavera del Napoli il 7 sembra calzare moltissimo, in questo campionato. Sette sono i gol segnati al Crotone. Sette è il numero di maglia di Scielzo (che ha messo a segno un poker contro i calabresi). Sette è pure il numero di giocatori andati a segno in questo campionato con la maglia azzurra. Sette erano anche le gare di imbattibilità di questo Napoli fino a quella partita (ora sono otto). E fino a quella gara, il Napoli aveva giocato 14 volte in campionato (ma quanto fa 7 x 2?).

Forse ci sono anche altre coincidenze. Ma non voglio neanche pensare che il merito e la fortuna di questo Napoli siano frutto del “caso”. Perché il “caso” non ti fa rimanere in vetta sin dalla 5ª giornata. Il “caso” non ti fa vincere 10 gare su 15. Ed è bene non fidarsi, allora. Anche perché il Catania è li vicino, a -1 da noi. Con tutto quello che abbiamo fatto, non possiamo neanche guardare dietro. Un piccolo passo falso e tutto il bello mostrato può finire col rivelarsi inutile. Per questo, occhio all’Ascoli, il prossimo avversario.

di Rodrigo Mazzeo

EROICI – Eravamo decimati (o quasi) nella gara d’andata di semifinale della Coppa Italia contro la Roma a Trigoria. Allegra (ancora squalificato per 3 giornate), Scielzo, Tutino e Palmiero, tutti fuori. Chi squalificato, chi in Nazionale. È vero che anche la Roma aveva i suoi assenti, ma noi guardiamo il Napoli.Senza poter contare su questi elementi, Saurini ha ridisegnato il Napoli, che si è ben comportato anche con il 3-5-2. A Roma, si sa, non è mai facile, ed il Napoli ha saputo soffrire con ordine ed attenzione. Ciò dimostra anche la grinta ed il carattere di questa squadra. Cinica, o quasi, la Saurini Band passa in vantaggio al primo tiro in porta, al 18’ e poi, con Insigne, crea altre due occasioni ma non riesce a raddoppiare. Nel finale, solo un autogol di Celiento porta la Roma all’ 1-1.

Tutto si deciderà la prossima settimana, ad Aversa. Al Napoli può bastare anche un pareggio senza gol, ma questa squadra non si accontenterà di cosi poco. Fondamentale il rientro di Scielzo in attacco, così come quelli, probabili, di Tutino e Palmiero, quest’ultimo importantissimo nel centrocampo azzurro. L’avversario nella possibile finale? Si, proprio lei, quella squadra in bianconero, di Torino.

tempo di primavera

Perseverare - Perseverare - PerseverareIn Gran Bretagna, nel campionato di calcio teenager, la Harraby Athletic fu sconfitta nella partita d’esordio per 19 – 0. Da allora sono trascorsi tre anni e i giovani calciatori hanno collezionato 90 sconfitte su 90, incassando 400 gol. Ma a tutto c’è

un limite così che la BBC, il Times e il Daily Mail hanno celebrato finalmente la prima vittoria della Harraby contro gli Endevale Hawks per 3 – 2.

Pasquale Scielzo

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di Rodrigo Mazzeo ... FIORENTINA - NAPOLI

ultràfumetti

di Giovanni Onorato

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quello che skynon trasmette

E venne l’alba. Gli orari imposti dal nuovo calcio ci obbligano a partire quando la nostra città dorme ancora. Gli amici di viaggio ancora assonnati sono comunque pervasi dal brio della trasferta. Firenze: questa è la nostra tappa. Squadra viola in fase calante, le ultime prestazioni hanno ridimensionato non poco la squadra del napoletano Vincenzo Montella e il buon centrocampo viola ha pochi finalizzatori degni di nota lì davanti. La voglia di ripartire è tanta e fermare un Napoli che ha ritrovato i 2 punti della squalifica è d’obbligo. Il viaggio inizia, gli occupanti delle auto che incrociamo portano tutti un vessillo azzurro. Al primo autogrill, un’orda di sciarpe e bandiere ci circonda. Sono loro, è la marea azzurra che è in viaggio per sostenere i propri colori. La nostra frenesia aumenta, veloci si riparte. Arriviamo a Firenze. Le indicazioni del settore ospiti ci accompagnano fino al parcheggio destinato ai supporters azzurri, il miglior parcheggio ospiti dello stivale. Alle 10 ci mettiamo in coda per il primo pre-filtraggio. Siamo in tanti ripeto, troppi. Trenta minuti di controlli capillari, ripetuti, minuziosi, stancanti. Hanno voluto la tessera del tifoso per riportare le famiglie allo stadio e le stesse vengono trattate come bande di CRIMINALI. Sotto la pioggia ci dirigiamo verso i tornelli. Altri 20 minuti di fila con altre difficoltà e riusciamo ad entrare nell’Artemio Franchi di Firenze. Struttura inaugurata nel 1931 e ristrutturata prima dei mondiali del 1990. Troppo obsoleta per il “calcio moderno”, è

di Domenico “Sennolino” Marotta

QUELLO CHE SKY NON TRASMETTE

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quello che skynon trasmette

il classico esempio di come il tifoso non sia gradito allo stadio. Senza copertura, vetrate opache che ostruiscono la visuale di intere zone di campo, uno dei peggiori stadi d’Italia, che ho visitato e bocciato. Il sorriso ti ritorna solo quando ti rendi conto di quanto i colori azzurri sovrastino il più funereo color viola della squadra di casa. Tanti, troppi. Al punto che alle 11.30 gli addetti alla sicurezza chiudono il settore “formaggino” e deviano il flusso di supporter azzurri nella Curva Ferrovia e Tribuna Maratona. Il resto è noto a tutti, le TV raccontano bene lo svarione di de Sanctis e la prodezza del Matador. Loro due fissano il risultato sulla parità. Pareggio, un risultato buono per gli obiettivi del Napoli. La marea che ha accompagnato silenziosamente il Napoli per 90 minuti torna a casa. Il calcio moderno questo ha voluto: uno stadio SILENZIOSO. Lo stesso silenzio lo ritrovo in auto sulla strada del ritorno ... anzi no: il rumore della pioggia sul vetro dell’auto fa più rumore di 6000 “tifosi moderni”.

TuTTi i colori del mondoNei giorni scorsi, in occasione del posticipo di Lega Pro Prima Divisione girone A, Reggiana –Carpi, trenta bambini sono scesi in campo con uno striscione “ Lega Pro e Csi in campo contro il razzismo. Tifiamo per tutti i colori del mondo”.  “Confronto leale e fair play – ha dichiarato Mario Macalli, presidente della Lega Pro – sono protagonisti dei nostri stadi”. Il calcio, dicono i bambini, è il gioco più bello del mondo e va vissuto con passione e nel rispetto degli avversari.

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Non perchè ci abbia vissuto per un paio di anni, ma Parma, delle cittadine che seguono il corso della via Emilia, è forse una delle più interessanti sia per le opere d’arte che per la produzione di prodotti alimentari di altissima qualità. Si gira molto facilmente a piedi o in bicicletta perché le distanze sono davvero ridotte. Se si arriva in treno per ora di pranzo, alla sinistra del piazzale si trova il “Leon d’oro”, ottimi i cappelletti in brodo ed i sublimi bolliti i quali saranno una indispensabile fonte di calore viste

le temperature molto basse che si prospettano in questo weekend previsto senza pioggia.Dal piazzale della stazione, proseguendo diritto comincia il centro di Parma con la Pilotta, prato dove giocavano alla pelota i soldati spagnoli, ora meta di ritrovo di tanti giovani parmigiani. Subito al suo fianco il teatro Regio e proseguendo sulla sinistra la piazza del Duomo con il campanile ed il Battistero che ospitano affreschi del Correggio. Il giro artistico culturale continuerà passeggiando accanto a diversi palazzi storici incantevoli per

di Rosario D’Orso

VA’ DOVE TI PORTA IL CIUCCIO

va dove ti portail ciuccio

“il ciuccio e il parmigiano”

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la loro architettura verso piazza Garibaldi. Dalla piazza, attraversando la via Emilia, comincia via Farini meta del colorito mondo della movida modaiola parmigiana. I locali per aperitivi sono svariati per numero e tipo ma la mia attenzione è sempre stata rivolta alla”Enoteca Fontana” per l’ottima cantina e la varietà dei panini. Proseguendo in via Farini, al 27, ci si trova di fronte la “Salumeria Trattoria Sorelle Picchi”, pochi tavoli di legno, gente allegra e parmigiano stagionato con culatello rigorosamente mangiato con le mani. Si sta stretti dalle Sorelle, pigiati l’uno contro l’altro, ma la comodità è lo scotto da pagare per una cucina fatta ancora a mano, in modo casereccio. La cantina lascia un po’ a desiderare ma un buon lambrusco nero sarà un ottimo compagno. Al termine della strada, sotto i portici, c’è la

Centrale del Rum che con la sua incredibile selezione di distillati e cioccolata provenienti da tutto il mondo vi potrà degnamente accompagnare verso il meritato riposo.Se arrivate la domenica mattina in auto all’ uscita Parma è presente un ampio parcheggio gratuito (parcheggio scambiatore Nord) con servizio Bus gratuito A/R che conduce direttamente all’entrata del Settore Ospiti sul lato sud dello stadio, in via Puccini, altrimenti potreste dirigervi verso il centro e cogliere l’occasione per pranzare alla trattoria “Corrieri” in Via Conservatorio e successivamente raggiungere il Tardini in Viale Partigiani d’Italia o a piedi o con gli autobus 8, 9, 11 e 19.

va dove ti portail ciuccio

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La settimana scorsa ho letto tante inesattezze. Troppa gente si è attribuita il merito di aver fatto annullare la penalizzazione al Napoli: avvocati, studiosi della legge, giornalisti. Qualcuno ha persino attribuito il merito a “O’ President” , Don Aurelio. Ma a me chius dint’ o bagno na jurnat’ intera, nisciun’ c’ha pensato ?! Giovedì mi sveglio un quarto d’ ora prima del solito, ore 5:45, ansia da sentenza. Miagolina comincia a torturarmi su come preparare la moka. Un po’ di acqua in più e meno caffè. Non per la crisi economica, dice, ma per non farti venire le crisi di ansia durante il giorno...vabbuò. Seduto sul divano, con un’ occhio seguo le notizie che si susseguono sui social forum e con un altro le trasmissioni sportive in TV. Dapprima pare che la sentenza arrivi intorno alle 13, poi alle 17, poi circola la notizia che potrebbe essere finanche rinviata al lunedì

seguente. Intanto mia moglie si è svegliata e si unisce alla mia Voce Interna nel tentativo di estenuarmi. Mi fa domande strane su cibo, bollette e varie “domestiche”. Ogni volta, dopo averla fissata negli occhi per circa 5 secondi cercando di capire cosa mi stia chiedendo, le faccio cenno di si con il capo come uno zombie. Perché l’ assenso è sempre meglio del diniego, nei casi delicati. Stressato dall’ attesa della sentenza e dalle continue e assurde richieste di Miagolina, che ha addirittura preteso che facessi 152 piegamenti sulle braccia (fortunatamente suddivise in 76 serie da 2

ripetizioni), alle 16 decido che è finalmente il caso di rinchiudermi in bagno, unitamente alla mia inseparabile amica, fino alla decisione dei giudici. Capirete che sono situazioni in cui si arriva a commettere gesti insani. Io ne ho approfittato per leggermi tutto il libro “ Numeri Azzurri” dell’ amico Mario Improta. Alle 19, sotto la minaccia di mia moglie di chiamare i Vigili del Fuoco, esco dal bagno ed abbracciato a lei vado incontro al destino. Non vi dico la felicità. Alla sera, per festeggiare, margherita e birra ma, mentre sto per azzannare il secondo trancio di pizza alla Nutella che l’egiziano sotto casa mi regala sempre, ecco la solita vocina. Maledetta! : “Ue’ ue’.. posa la pizza! Domenica ci sta la Fiorentina” . Chissà se non avessi ubbidito come sarebbe finita. Ma la malasorte è una scienza esatta e la prevenzione e le fissazioni non sono mai troppe.

Dal bagno di casa Onorato (piccolo manuale a puntate su calcio e scaramanzia)

Un salto indietro nel temp(i)o, il mio...di Giovanni Onorato

manuale a puntate sul

calcio

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IL CAPO E LA SORTEAlla mezza di domenica, come fossero le cinque della sera. Un bambino portò un drappo azzurro alle cinque della sera. Uno spicchio di curva già pronta alle cinque della sera. Il resto era viola e solo viola alle cinque della sera.

Il vento agitò gli striscioni alle cinque della sera. E l’erba bagnò polpacci e divise alle cinque della sera. Già combatton il toscano e il partenopeo alle cinque della sera. E una coscia con un piede chiodato alle cinque della sera.

Cominciarono i cori di parte alle cinque della sera. Le sgroppate sulla fascia ed il fumo alle cinque della sera. Negli angoli non c’era silenzio alle cinque della sera. Solo i viola, come un toro, all’assalto! alle cinque della sera.

Quando venne il sudore di neve: alle cinque della sera, il portiere si avanzò per timore alle cinque della sera, Roncaglia pose la palla in porta alle cinque della sera. Alle cinque della sera. Alle cinque in punto della sera.

Un silenzio scese sugli spalti azzurri alle cinque della sera. Tamburi e flauti suonano nelle sue orecchie alle cinque della sera. Il toro viola mugghiava dalla fronte alle cinque della sera. Lo stadio li irrideva, che ironia alle cinque della sera.

Ma da lontano già viene il traversone alle cinque della sera. perfetta parabola per i tuoi lunghi crini alle cinque della sera. La palla schizza in rete come bomba alle cinque della sera. E la folla rompe il silenzio attonito

Cantando cento, cento, cento volte cento… alle cinque della sera. Alle cinque della sera. Ah, che incredibili cinque della sera! Eran le cinque a tutti gli orologi! Eran le cinque anche se era la mezza!

(Lo so, lo so che Garcia Lorca si starà rivoltando nella tomba… almeno da canto di morte ne ho fatto qualcosa di epico in onore del nostro Matador… :D )

di Donatella Sapone

battiti azzurri

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Caro Gigi ti faccio subito la prima domanda di rito. Come sei diventato Ultràmico?

Devo ringraziare Gino Del Gaudio, mio amico d’infanzia, che mi ha presentato al gruppo. Mai avrei immaginato di trovare una tale sintonia e comunione d’intenti con delle altre persone.

Il presidente De Laurentiis ti invita a prendere un caffè. Di quale argomento dovete assolutamente parlare?

Al giorno d’oggi, non posso che ringraziare il Presidente che ci sta facendo di nuovo vivere momenti esaltanti ma, se lo incontrassi, una domanda gliela farei: “Preside’, ma che scrivete in questi contratti che

se ne fujono tutt’ quant’...?” ( insomma non mi riesce di trovare qualcuno che voglia tirare un po’ le orecchie al Presidentissimo! Ndr.).

Gli anni bui, il fallimento, la serie C , la serie B... come si fa in questi casi a rimanere tifosi della propria squadra?

Con l’amore. Sicuramente con l’amore verso il Napoli e verso la Società con la quale sono cresciuto cominciando dai “giovanissimi” di Lambiase e poi Sentimenti, Di Lella e Sormani.

Quale partita del Napoli ha messo a dura prova le tue coronarie?

Naturalmente ho vissuto il Napoli degli scudetti, un

di Serena Starita

SERENAmente

serenamente

Intervista a: Gigi Cucciardi

Ultràmici carissimi, siete pronti ad ascoltare la voce dei tifosi? La nostra rubrica oggi vi presenta un personaggio super, un uomo tutto d’ un pezzo che va dritto al cuore del problema senza fronzoli. Una voce preziosa del nostro gruppo: ecco a voi Gigi Cucciardi , in tutto il suo splendore!

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periodo indimenticabile a cui però risale anche la più grande delusione datata 1 Maggio 1988: il Milan vince 3 a 2 al San Paolo superandoci in classifica e mettendo le mani sullo scudetto. 90.000 persone che piangevano e applaudivano sportivamente i vincitori. (e un lungo brivido percorre le nostre schiene… ndr.).

Qual è il tuo calciatore preferito di tutti i tempi?

Avendo avuto la fortuna di fare il raccattapalle per alcuni anni, ho potuto conoscere da vicino

alcuni grandi campioni e, devo dire, colui che mi è rimasto più impresso e’ stato “El Gringo”, Sergio Clerici. Attaccante cattivo che faceva paura ai difensori, dotato di grande tecnica e che insieme a Bruscolotti e Juliano era l’emblema di uno dei migliori Napoli mai visti, quello di Vinicio.

Allegaci se vuoi, una foto o un’immagine che ti rappresenta come tifoso o come Ultràmico.

Eccomi al nostro galà ultràmico di Dicembre… indovinate con chi sono!

serenamente

il fiaTo sul colloSi è tenuto a Roma, presso la Commissione Impianti Sportivi del Coni, l’incontro per definire il progetto dello stadio senza barriere a L’Aquila. “ Stiamo lavorando per avere uno stadio senza barriere – ha dichiarato Francesco Ghirelli, direttore generale della Lega Pro – e il progetto prosegue per attuare questo sogno anche in altri stadi.”

Un sogno che nell’era preistorica del Calcio Napoli si realizzò un giorno allo stadio del Vomero (oggi Collana). Fu nel 1958: il Napoli sfidava la Juve e la folla si assiepò lungo la pista di atletica. L’unica barriera era lo sguardo di Concetto Lo Bello che inchiodava  chiunque si fosse mosso.  Un trionfo del Napoli di Vinicio, ‘o lione, che vinse per 4 – 3.

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