Ultramici Magazine Numero 9

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Ultràmici magazine è un settimanale sportivo, scritto dai tifosi del Napoli , che cerca di trasmettere l'incontenibile passione degli stessi verso la propria squadra. Uniti si vince

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WEB DESIGNER: Michele Torre

REDATTORI:Enrico Ariemma

Marcello BarbutoEttore Buonincontri

Rosario D’OrsoAlberto FeolaGianluca Ficca

Armando GrimaldiMario Improta

Bruno MarchionibusDanilo Marino

Domenico “Sennolino” MarottaRodrigo Mazzeo

Gianfranco MinervinoDiana MiragliaTina Miraglia

Massimo Mondò

Giovanni OnoratoMarcella Polimei

Roberto ReyDonatella SaponeFrancesco SellittoDomenico SerraSerena Starita

ORGANIZZAZIONE EDITORIALE:Gianluca Ficca

CONSULENZA INFORMATICA:Stefano “Snipershady” Perrini

i fumetti fotografici sono a cura di Giovanni Onorato, Francesco Sellitto e Michele Torre

PROGETTO GRAFICOGraphiweb

la redazione

VADE RETROSATANA !!!

IL “DIAVOLO”CI HA QUASI RAGGIUNTO!RAGA’, FATE QUALCOSA...

La vignetta di Rey

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Non più tardi di un mese fa titolavamo: “Il miracolo di San Gennaio”. Oggi tutto induce a farci credere che il tifoso napoletano deve scontare ogni periodo positivo con una quantità di sofferenze pari al doppio delle soddisfazioni ricevute.

Il tracollo a Verona ha tolto il buonumore a tutti noi, non tanto per il colpo finale inferto al sogno scudetto, ma per il modo imbarazzante in cui la squadra ha mostrato tutti i suoi limiti attuali. Pensieri desolanti hanno attraversato la nostra mente su tutti: giocatori, allenatore.

E purtuttavia, sin dal nostro primo numero, abbiamo cercato di chiarire che il compito più importante del tifoso è sostenere al di là delle legittime critiche.

Il calcio, come la vita, è un’alternanza di alti e bassi che dipendono da tante cose, incluso un po’ di culo. E, come nella vita, si cade spesso. Secondo noi, essere tifosi non è disconoscere tutto e tutti quando si perde. E’ mandare imprecazioni e dei cordiali vaffa ai giocatori quando lasciano i testicoli nell’armadietto dello spogliatoio, e poi tendergli la mano e aiutarli a rialzarsi.

Questo numero è la nostra mano tesa.

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di Diana Miraglia

Caro Mister Bianchi,ieri pomeriggio, dopo la dèbacle di Verona, il mio pensiero è andato a quel 1° maggio dell’88. Il più bel Napoli della storia, che esaltava il gioco brasiliano e che aveva dominato quasi tutto il campionato, si era arreso al Milan di Sacchi. Tutti i tifosi erano arrivati al San Paolo a piedi con la certezza che le ultime mediocri prestazioni sarebbero

state dimenticate. Il 10 maggio dell’anno precedente eravamo diventati grandi e meritavamo di continuare un percorso esaltante. Invece Virdis, con una doppietta, e Van Basten consegnarono lo scudetto a colui che ritiene ancor oggi di aver inventato il calcio totale. Eppure il calcio dei tic-toc, o quello totale, o quello del contropiede, sono vincenti soltanto

se gli interpreti sanno recitare e sono in forma. Nel Napoli di allora giocavano Ferrara, Bagni, Romano e la MaGiCa , eppure perdemmo la partita. E subito dopo illazioni, accuse, infamie. La partita era venduta e la camorra ci sguazzava. Più semplicemente, Salvatore Bagni ha recentemente dichiarato a Napoli soccer: “Un campionato bello finito male, con il dispiacere

LETTERA APERTAa: Ottavio Bianchi

“I napoletani contesterebbero

anche il Barcellona”

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di averlo dominato ma di averlo perso perchè alla fine eravamo mentalmente stanchi e non reggemmo nella fase finale. C’è la favola che volevamo sabotare Bianchi, ma non è assolutamente vero”. Sono tanti i tifosi che hanno creduto e ancora credono a questa verità. Coloro i quali avevano letto che un qualche cedimento era evidente

in quel meccanismo perfetto fino a qualche settimana prima. A Ottavio Bianchi, oggi io chiedo: se la stampa e il pubblico fossero stati vicini alla squadra, avremmo potuto tentare di rialzarci? Chissà. Lei, Bianchi ha dichiarato “Fischi? I napoletani contesterebbero anche il Barcellona”. Ecco, sono questi i limiti dei tifosi del Napoli, più volte lamentati anche sulle colonne di

questo Magazine. Il fiato sul collo, la pressione, l’obbligo, il dovere. Il calcio è tutt’altro e non può essere il riscatto di una città: fin quando rappresenterà una scommessa, stiamo certi che perderemo sempre. Lo scorso anno, col Chelsea, il 14 marzo, vinse la paura e la delusione che va oltre lo sport. Rialziamo la testa e giochiamo. Possiamo essere forti.

Il Napoli Campione di Italia 1986/87

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di Mario Improta

numeri azzurri

I NUMERI DI CHIEVO - NAPOLI

Quarta sconfitta in sette precedenti in terra veneta. Due in serie B e cinque in serie A. Tre i successi del Napoli, maturati due volte con il risultato di 1-2 e una volta con lo 0-2. Quattro quelli del Chievo, maturati con i risultati di 2-0 per 2 volte e 2-1, 1-0 per 1 volta. Il Napoli ha realizzato in totale 7 reti e ne ha subite 9.

Dopo questa gara Hamsik ha 252 presenze totali (aggancia Canè) di cui 208 in campionato; Maggio 180 totali (a -1 da Improta), di cui 145 in campionato; De Sanctis 169 totali (aggancia Granata e Nardin), di cui 141 in campionato; Campagnaro 139 totali, di cui 114 in campionato (aggancia Fenoglio); Zuniga 136 totali (aggancia Zola, Vitali e Gatti) di cui 104 in campionato (come Iezzo); Cavani 129 totali (come Caffarelli) di cui 95 in campionato (come Altomare, Buso e Vavassori).

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I NUMERI DI NAPOLI - ATALANTA

Sarà il 49° incontro tra Napoli d Atalanta tra campionato e Coppa Italia. Lo score parla di 32 vittorie azzurre (30 in campionato), 11 pareggi (10 in campionato) e 5 sconfitte (4 in campionato) per un totale di 77 reti realizzate (73) e 27 subite (25).Le 32 vittorie azzurre sono maturate con i risultati di 1-0 per 12 volte, 2-0 per 8 volte, 3-1 e 3-0 per 3 volte, 2-1 per 2 volte, 4-1, 6-3, 5-1 e 4-0 per 1 volta . Gli undici pareggi sono maturati con i risultati di 0-0 7 volte, 2-2 3 volte e 1-1 per 1 volta. Le cinque sconfitte sono invece maturate con i risultati di 0-1 per 2 volte, e 0-3, 1-3 e 0-2 per 1 volta. L’ultima vittoria del Napoli è del 9/5/2010: finì 2-0 (doppietta di Quagliarella); l’ultimo pareggio e dell’11/4/2009, finito 0-0; l’ultima sconfitta è quella maturata nello scorso campionato, l’11 aprile 2012, per 1-3. Nel mese di marzo le due squadre si sono incontrate per 5 volte con 4 vittorie azzurre ed 1 sconfitta. Il giorno 17 marzo si sono incontrate nel 1985 è finì 1-0 con gol di Bertoni.

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Al triplice fischio del Bentegodi un solo pensiero annichiliva i tifosi azzurri: sarà vero? Sarà vero che il Chievo ha castigato il Napoli per il terzo anno consecutivo, con Pioli o senza, con Moscardelli o senza, con Pellissier o senza? Quest’anno un missile di colore e una papera difensiva confermano la nostra sofferenza nello stadio veronese. Mannaggia! Questa sconfitta fa più male dei due pareggi di Udine e con la Samp. Perché ci conferma il precario stato di forma del Napoli; doveva essere la partita della svolta post-

juve ed invece è stata una domenica terribile, che lascia mille preoccupazioni e mille pensieri. Preoccupa la condizione fisica di molti azzurri; preoccupa molto la fragilità del gruppo, non piu’ coeso e “cattivo” come qualche settimana fa; spaventa la strana e molle partenza al fischio di inizio a Verona; preoccupa la scarsa reazione ai gol clivensi; preoccupa la scarsa vena del Matador e dell’anziano Pandev; preoccupa l’involuzione del centrocampo azzurro; preoccupa la mancanza di forza sulle fasce; preoccupa l’atteggiamento un

di Alberto Feola

Riparliamone... aspettando DOMENICA

Dieci match per un PODIO ImPORTAnTE

Il sogno tricolore è svanito nei pochi km

tra UDINE e VERONA

Vogliamo il ruggito di Marek!

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riparliamone

pò passivo del mister. Troppe preoccupazioni o troppe verità? Lo scopriremo domenica con l’Atalanta in un pomeriggio di fuoco e nodale per il nostro cammino futuro; il Milan oramai è alle spalle, si vede l’ombra del Diavolo, lì ad un passo da noi dopo una partenza ad handicap.Il sogno tricolore è svanito nei pochi km tra Udine e Verona, ma adesso è davvero importante difendere una seconda preziosissima posizione. Sorgono mille questioni ma urge ricompattare ambiente e spogliatoio (sara’ servita la visita di Aurelio nel giorno di Francesco?), urge riprendere il “cammino” che quest’anno ci ha

dato tante soddisfazioni ma che ha anche messo in luce tutte le lacune (costanti negli anni!) della nostra limitata rosa. Arriva la squadra di Pierpaolo Marino. Proprio lui, che dopo essere stato cacciato è stato rimpianto da molti tifosi in quanto il lavoro di Bigon junior ha molte pecche e pochi successi; arrivano il rimpianto Tanque, il bravo Cigarini, il giovane Livaja, il napoletano Stendardo ed il buon Consigli sul prato del San Paolo ma questa volta nessuna amicizia o nessun legame con il passato devono ostacolare la difesa del prezioso podio calcistico. Bisogna crederci.

Quando ritorni a correre, Goran?

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di Bruno Marchionibus

Una grande squadra non è quella che non ha momenti difficili, ma quella che riesce a reagire ai periodi bui ed a riprendere il proprio cammino, ed è proprio questo ciò che dovrà fare il Napoli a partire già da domenica prossima. Probabilmente il mese appena trascorso è stato quello più difficile di tutta l’era Mazzarri. L’eliminazione dall’Europa League, ad opera del Viktoria Pilzen, la lunga astinenza dal gol del Matador Cavani e le cinque gare senza vincere in campionato, culminate nell’inaspettato k.o. di Verona, hanno risvegliato bruscamente i tifosi partenopei dal sogno scudetto, spegnendo gli entusiasmi che avevano accompagnato fino ad ora le gesta della squadra azzurra. Ma guai a deprimersi ed a lasciarsi andare a critiche poco costruttive; è proprio nelle difficoltà che bisogna stare uniti.

Tifosi, società, calciatori e tutto l’ambiente napoletano adesso come non mai hanno il dovere di fare corpo unico per superare questa crisi di risultati. Se è vero che raggiungere la Juve ormai appare un’utopia, bisogna comunque tener ben presente che il secondo posto, e quindi la qualificazione diretta alla prossima Champions League, è un obiettivo fondamentale per riaffermarsi a pieno titolo tra le grandi d’Italia. Per fare questo, e quindi tornare a calcare i

maggiori palcoscenici europei, gli azzurri, però, non possono commettere alcun ulteriore passo falso. Il distacco dalla

terza nelle ultime settimane si è assottigliato sempre più, ed il Milan adesso è a sole due lunghezze di distanza; con lo scontro diretto da giocare a San Siro il Napoli potrà riuscire a non farsi superare dai rossoneri solo affrontando le dieci partite che mancano al termine con grinta e cattiveria. Servirà che la squadra recuperi la sua forma migliore, ma anche che il pubblico sia compatto nel sostenere gli azzurri fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata, come nella migliore tradizione del tifo partenopeo. Ora non conta più essere pro o contro Mazzarri, ora non conta più essere a favore di un modulo piuttosto che un altro, ora conta solo essere pro Napoli, perché solo affrontando questi ultimi mesi di campionato tutti insieme si potrà e si dovrà raggiungere il secondo posto, che sarebbe comunque uno straordinario risultato.

TUTTI UnITI PER IL SECOnDO POSTO

il secondo posto è obiettivo

fondamentale per riaffermarsi tra le

grandi.

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di Donatella Sapone

battiti azzurri

“Battiti Azzurri”

Riprendiamoci il campionato, riprendiamo a sognare.Riprendiamoci il buonumore, riprendiamo ad esultare e a gioire per un gol, una giocata importante, una vittoria. Riprendiamoci la forma perduta, la capacità di correre incontro ai sogni, di uscire dal campo a testa alta.Riprendiamoci i gol di Cavani, le magie di Hamsik, i colpi di Pandev, i tiri di Insigne.Riprendiamoci le sgroppate di Maggio, le finte di Zuñiga, le discese di Armero.Riprendiamoci il centrocampo, le geometrie perdute, le ripartenze. Riprendiamoci la difesa impenetrabile del mese di gennaio.Riprendiamoci i rinvii del portiere, le parate di De Sanctis, la tranquillità. Riprendiamoci i punti persi per strada, riprendiamo a vincere, riprendiamo la corsa verso un sogno.Riprendiamoci il tempo, riprendiamoci dopo un mese orribile, riprendiamo le nostre buone abitudini, le scaramanzie vincenti. Riprendiamo a contare i punti che ci separano dalla Champions e non dagli inseguitori.Riprendiamo ad avere rispetto della nostra squadra, della sua crescita e del progetto della società. E riprendiamo a crescere insieme, squadra e tifosi.Riprendiamo a guardare avanti invece di

guardarci alle spalle.Riprendiamo a tifare con gioia, a cantare “ ‘O surdato ‘nnammurato”, a saltare perché non siamo fatti a strisce, ad eruttare cori come il Vesuvio contro la Juve.Riprendiamoci la fantasia del tifo, riprendiamo l’entusiasmo della Champions, riprendiamo ad essere speciali anche nel tifo.Riprendiamoci dai gossip, dalle batoste, da certi attacchi ingiusti e gratuiti, dagli sfottò inevitabili degli altri tifosi. Riprendiamoci dagli attacchi mediatici, dalle teorie del complotto, dalle elezioni, dalle dimissioni del Papa, dalla crisi, calcistica e non.Riprendiamo a vivere la vita con leggerezza ed ironia… ma riprendiamoci!!!

P.S. E, per amor del Cielo, riprendiamoci Campagnaro dall’Inter!!!

RIPREnDIAmOCI

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Disdetta. Non da Sky o da un abbonamento alla curva che non ho mai avuto il coraggio di fare.Disdetta da giornalisti cecchini e pronti a sparare rapidamente contro tutti; disdetta da tifosi scoraggiati e impauriti dalla rimonta di un Milan uscito da una sessione di fantacalcio. Chi parla di carichi di lavoro mal gestiti, chi di planetarie intercessioni di mega-procuratori; chi addirittura di Gargano e Lavezzi, timonieri dello spogliatoio e delle notti

partenopee.Comincia a sentirsi l’aria estiva. E noi finiamo per sputare. Noi tifosi siamo così. Non perdiamo tempo. Come calciatori surriscaldati e infervorati dai novanta, stiamo contribuendo a schiacciare un prato finto, montato solo per un grande evento.

Non è il momento di prendercela con la società, non è il momento di parlare di crisi, non è il momento di nominare argentini o altri ricordi amorevoli da un

passato remoto.Oggi siamo secondi in classifica. E’ definitivamente tramontato il sogno scudetto. Ma ci siamo. Tutto sommato ci stiamo abituando. E molti di noi lettori, tifosi, interlocutori ultràmici e non, proveniamo da una di quelle generazioni che ha visto vincere solo altre maglie.

Non siamo abituati. Non lo siamo. Ci vuole tempo. Capisco chi dica che questa squadra sia stata costruita per stare sopra e non vincere; ma non lo ritengo

di Domenico Serra

effetto SERRA

IL gIORnO DELLA DISDETTA

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un dogma.Potrebbe essere il malore di Walter, l’utilizzo reiterato degli stessi giocatori, investimenti sbagliati, un campione un po’ sopravvalutato, un portiere cinico o diventato improvvisamente astigmatico, un Marek assetato da Mino, una sentenza sul calcio-scommesse trasformatasi in punto di arrivo, una struttura dirigenziale incompleta, una tifoseria instabile, una piazza difficile, pagliacci che firmano

per altre maglie, un allenatore ciclicamente capace di spompare alcuni giocatori, un momento di crisi.Ma non importa.

Ora sarebbe bello essere ottimisti. Forse cambiando qualcosa. Sono il primo allenatore di me stesso.Ogni notte sogno la mia soluzione. 4-3-2-1 dico ultimamente. De Sanctis, Armero Zuniga Campagnaro Britos, Inler Hamsik Berhami,

Insigne, Cavani Calaiò. Questo penso. Ad un Hamsik in regia, ai colombiani ai lati, a Cannavaro in panchina e ad Insigne sulla trequarti.Ora conta solo unità di emozioni ed intenti. E io contro l’Atalanta andrò allo stadio. Perché sono un occasionale, perché credo sia veramente la partita delle partite. E uno stadio pieno sarebbe più che uno scudetto. Restiamo i più forti, ce ne siamo solo dimenticati. Che disdetta!

effetto serra

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Circa duemila napoletani, la maggior parte dei quali proveniente dal nord, hanno assistito domenica scorsa ad una prestazione incolore della squadra di mister Mazzarri al Bentegodi di Verona, impianto che internamente sembra uno stadio San Paolo in miniatura. Vorrei iniziare da quello che mi è piaciuto di più di questa partita: le scuse (non so quanto sentite, e forse di facciata) da parte di alcuni giocatori del Napoli a fine gara. Maggio, Hamsik, Cavani e Rolando, dopo il fischio finale, timidamente, si sono avvicinati al settore ospiti e hanno chiesto

scusa. I compagni, la maggioranza, hanno preferito imboccare il tunnel degli spogliatoi a testa china. Non mi sento di condannarli, questi ultimi, perché dopo una sconfitta anche noi tifosi abbiamo reazioni diverse: anche molti di noi sono rabbiosi e chiudono le TV e i giornali come se volessero dormire un lungo sonno fino alla partita successiva. Tante vicende logorano i nostri calciatori (pur coccolati e ben pagati). Alcuni sembra che siano in procinto di cambiare casacca: oggi in Spagna, domani in Inghilterra. Ci sono attacchi da parte

di Domenico“Sennolino”

Marotta

quello che skynon trasmette

nessun fischio, nessuna contestazione, come erroneamente riportato dai giornali

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della stampa “amica” e non, che riporta notizie di puro gossip, inscenando psicodrammi e deteriorando l’immagine della società del Napoli e i giocatori stessi. Eppure stiamo lottando per un secondo posto. I duemila del Bentegodi lo sapevano e sono stati vicino alla squadra, sostenendola, incoraggiandola. Nessun fischio, nessuna contestazione (come erroneamente riportato da alcuni giornali). A fine partita ho incrociato sguardi di tifosi tristi, alcuni con gli occhi rossi di lacrime, ma tutti innamorati, gente che con grande sacrificio

segue la squadra “ogni maledetta domenica”. Restiamo vicini a questi ragazzi. Non buttiamo via una stagione intera per pochi risultati grigi, non buttiamo via domeniche senza ragù in famiglia, domeniche passate sull’amata gradinata del San Paolo, domeniche trascorse in città ostili che ci consigliavano di detergerci con lava o roba simile. Crediamoci. Crediamoci fino in fondo, fino all’ultima domenica romana.

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di Enrico Ariemma

Rialzarsi, certo. Perché la fiducia è incrollabile, perché la retorica (e la pratica) dell’ “e se domani” è un propellente energetico di rara efficacia. E dunque, pedalare, tutti, con 30 punti da conquistare, senza arrendersi a quello che la realtà del campo sentenzia impietosa; senza dietrologie sulla società a conduzione familiare, che invece è – almeno quello – virtuosa, sebbene verticistica (troppo). Mi ripugna leggere qua e là di richieste inconsulte di dimissioni del tecnico, il cui

ciclo sempre più mi convinco sia finito, ma che deve pure portare a termine nel migliore dei modi il suo mandato, tra evidente sterilità creativa e clamorosi incidenti comunicativi. Stupisce, in analisti scafati, questo sfascismo da poltronai, che mi pare o premeditato o irresponsabile. Però è parimenti puerile nascondersi, sembra difficilmente confutabile osservare che certi nodi stanno venendo (dio non voglia irreversibilmente) al pettine; si tratti del ‘solito’

febbraio-marzo, o di una poco sanabile involuzione strutturale, non saprei. Gli anni scorsi si compensava con lo spaccadifese, con le fasce che funzionavano, storto o morto, anche nei momenti di crisi, in virtù dell’apporto del sopracitato spaccadifese. Ora si va per vie perennemente centrali, senza velocità ma con compassata prevedibilità in mezzo. L’integralismo del tecnico (e la miserevole povertà della rosa) si sta tirando appresso un pulviscolo di conseguenze

Il pessimismo dell’intelligenza, l’ottimismo della

volontà

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preoccupanti; il silenzio della società pure. Esistono gravi problemi tecnici: i rincalzi in difesa, tutti fallimentari; i rincalzi in attacco, inesistenti, con nel calderone anche i titolari, a parte Cavani, ché può anche starci una flessione prolungata (ma non quel nervosismo incapace di allontanare l’attacco infame dei gossipari d’accatto). Pandev, indecente, e Insigne miseramente naufragato già prima del naufragio generale. Sussistono terribili sacche di i n c o m u n i c a b i l i t à tra staff tecnico e dirigenza. Si è anche attivata una situazione ambientale inattesa, soprattutto non desiderata, se è vero che la flessione è coincisa con (o è stata agevolata da?) un orribile episodio

extracalcistico - ma anche questa, lo so, è dietrologia bella e buona. E tuttavia dico: parliamone a fine maggio; mancano settanta giorni, uno sputo. Il progetto sta compiendo una fase di sé, con rischio di implosione; la squadra non sembra fornire input di repentine inversioni di tendenza. Eppure siamo secondi, col fiato dei terzi sul collo, chi lo nega. Navighiamo a vista e centriamo almeno l’obiettivo, che era il minimo e il massimo quest’anno. Il secondo posto, conseguito o fallito, determinerà il nostro destino in un senso o nell’altro per i prossimi due-tre anni. Avanti, capitano, avanti, marinai. Come diceva quel tale, “il nostro punto d’attracco darà segno di sé”.

Sussistono terribili sacche di incomunicabilità tra staff

tecnico e dirigenza

Avanti, capitano, avanti, marinai.

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TEMPO DI PRIMAVERA

Ci voleva la scossa. Quella che è arrivata in campionato con la vittoria contro il Vicenza e che ha rimesso il Napoli in corsa per i primi posti del girone C. È vero, siamo ancora quarti: ma a un solo punto dal primo posto e, ovviamente, ce la possiamo fare.Vincere aiuta a vincere. Lo si è visto anche nella gara di andata della finale della TIM Cup Primavera, contro la Juventus. Si poteva prevedere che per questi ragazzi (tanti ‘96, dei qualli anche due in campo), giocare in uno stadio come quello della Juventus non sarebbe stato facile. Anche perche la posta in palio era troppo alta, se pensiamo che si giocava una finale. Nel primo tempo l’emozione ha praticamente bloccato le gambe ai nostri

ragazzini, che sono rimasti un pò a guardare mentre la Juventus faceva la partita e, per nostra fortuna, sprecava ogni palla gol creata. Con i vari Guardiglio, Insigne, Fornito, Palma e Radosevic decisamente sotto tono.Nella ripresa, però, la storia è cambiata, anche se subito, al primo affondo, la Juventus è passata in vantaggio, dando la falsa sensazione di mettere il match in discesa. Passato, però, lo spavento dell’impatto con lo stadio e del gol subito, il Napoli cresce e trova (forse è proprio questa la parola piu precisa) il suo gol, con Tutino. C’è voluto un giocatore della primavera azzurra per permettere al Napoli di segnare il suo primo gol storico all’Arena Juventus! Bravo Tutino, proprio lui, uno dei piu giovani di questa rosa. Chiedete a

di Rodrigo Mazzeo

tempo di primavera

Ed ora tocca a noi!

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Magnusson cosa ne pensi, di Gennaro... Sempre che sia finalmente riuscito a trovarlo, però!Dopo il gol il Napoli trova la tranquillità e la calma per controllare la gara. La Juve accusa il colpo ed il Napoli riesce, in qualche modo, a gestire un ottimo 1-1, in vista della partita di ritorno al San Paolo, con le prestazioni strepitose di Lasicki, Celiento, Nicolao e, ovviamente, Tutino. Ed ora tocca a noi! Al Tempio! Lì sara il nostro turno di giocare in casa, con la carica dei 60 mila. E di portare a casa questa coppa!

tempo di primavera

Un giocatore della Primavera ha segnato il primo gol azzurro allo Juventus Stadium.

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Finalmente spiegati i misteri delle bizzarre campagne acquisti di Bigon e delle talora ostinate scelte di formazione di Walter Mazzarri. Un magazziniere, che lasceremo anonimo per ovvii motivi e che riteniamo tuttavia fonte superaffidabile, ha rinvenuto negli spogliatoi un fascicolo di una ventina di pagine intitolato “Manuale per una panchina che goda di vita autonoma”.Ecco dunque a voi in anteprima un estratto del prezioso libello, che contiamo di pubblicare quanto prima in versione integrale.

“La funzione del “panchinaro” è solo marginalmente quelle di rimpiazzo calcistico del giocatore titolare. Ovemai questo dovesse avvenire (si spera di rado), il rendimento del sostituto non sarà mai pari a quello del titolare, anzi egli dovrà farlo terribilmente rimpiangere, così da indurlo a sentirsi indispensabile e

da rafforzare la sua autostima. La scelta del panchinaro si appunterà quindi su giocatori inesorabilmente scarsi, privilegiando invece

abilità extracalcistiche che assicurino un contributo ai complicati ingranaggi della vita ai margini del rettangolo di gioco. Cosa ci si aspetta dalla riserva? Molte cose, tra cui:CEMENTARE LO SPOGLIATOIO: L’umidità nei sotterranei del San Paolo è tremenda, e un po’ di stucco qui e lì può essere molto utile, specie per

di Wild Mattolini

IL PAR(TEN)ANOICO*

par(ten)anoico

* Il titolo della rubrica è un’invenzione di Paolo Cunsolo.

La scelta del panchinaro si appunterà su giocatori

inesorabilmente scarsi, privilegiando le loro abilità

extracalcistiche.

Il senso ultimo della riserva

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evitare brutte figure all’ingresso delle telecamere Sky. E’ noto che il colombiano Armero è stato accuistato per un errore di lettura del suo cognome (Ar-muro) da parte di un collaboratore di Bigon che lo credeva muratore.INTIMIDIRE: Le squadre più forti sono spesso anche le più autorevoli, capaci di sibilare all’orecchio dei guardalinee la frasetta giusta per ricondurli a più miti propositi, quando occorre. L’ideale per tale mansione sono i tesserati con precdenti penali, ma in loro assenza si potrà sopperire con giocatori di popolazioni naturalmente bellicose (i siciliani e i balcanici paiono particolarmente apprezzati da questo punto di vista).MIGLIORARE LA QUALITA’ DI VITA: Molti studi scientifici hanno dimostrato la correlazione significativa tra risultati e piaceri di vita dei giocatori impiegati. A questo proposito, Rosati sembra essere stato ingaggiato per la sua chiara competenza enologica sui vini rosé. E

la raccolta dei pomodorini per il sugo, di cui è ricca la zona attorno a Castelvolturno, appare compito di straordinaria importanza che andrà ovviamente delegato (per il principio del “turn-over culinario”) alle riserve. Allo stesso modo, panchinari con mogli molto attraenti potranno reclutare le amiche delle suddette coniugi per allietare i festini notturni della Società.PROVVEDERE ALLO SPETTACOLO: Il Presidente, che è uomo di mondo, sa bene quanto sia importante non far mai annoiare lo spettatore dell’Evento Calcistico. Ma i gruppi di cheerleaders costano troppo (essendo al Sud, tra l’altro, costituiti prevalentemente da tardone obese). Pertanto, sarà cura della Società tesserare panchinari che sappiano allestire pittoresche coreografie al momento del riscaldamento pre-partita, del “torello” nell’intervallo o delle esultanze ai gol dei compagni.”

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Carissimi Ultràmici, bentornati!

Da quanto tempo sei ultràmico? Da ottobre ‘12, tramite la mia carissima amica Donatella Sapone. Non finirò mai di ringraziarla per questo.

Cosa trovi di particolare in questo gruppo?

Negli anni ‘70, da bambino, guardavo sempre il telefilm “Happy Days” e sognavo il suo bar, “Da Arnold’s”, in cui c’erano amori, litigi, discussioni. Credo di aver trovato un bar come quello negli Ultràmici. Persone di tutte le età, con biografie diverse ma unite da un’unica grande passione: il Napoli. Come in una bella famiglia, ci si vuole bene e ci si confronta, con

scambi di idee anche accesi ma sempre nel rispetto degli altri. Persino gli sfottò testimoniano il grande affetto che c’è tra tutti noi. E mi dispiace di non poter andare la domenica al caffè ultràmico.

La tifoseria napoletana, su De Laurentiis, sembra essere divisa a metà.

Ringrazio il Presidente per averci salvato, rilevando il Napoli in un momento drammatico, ma DeLa deve capire che il Napoli ha milioni di tifosi e che da 23 anni non vinciamo il campionato. Pur rimanendo nei parametri di un sano bilancio, cruciale per non fallire di nuovo, le cose si possono far meglio. Dalla cacciata di Marino, le campagne acquisti sono state

deludenti. Tranne Cavani e Behrami, sono arrivati calciatori modesti e pagati un’enormità (vedi Inler e Dzemaili). E’ stato venduto Lavezzi, il perfetto completamento di Cavani, senza sostituirlo degnamente, e il Presidente, che pure, in quanto imprenditore, ha il diritto di guadagnare, avrebbe dovuto dar conto ai tifosi dei 27,5 milioni incassati. Magari reinvestendo nell’acquisto di calciatori giovani, ma forti e di prospettiva. Dovrebbe, quindi, ingaggiare un direttore sportivo competente.

A cosa è dovuto il periodo “no” del Napoli?

La rosa esigua del Napoli (13-14 effettivi) non permette di affrontare una stagione

di Serena Starita

SERENAmente

serenamente

Intervista a: Fabio Fiorentino

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dura. Una squadra con soli tre centrocampisti, di cui due modesti, è limitata in partenza. Maggio, Inler, Cavani, non hanno sostituti adeguati. Se si pensa alla preparazione anticipata per Pechino, il calo fisico ha una sua spiegazione. E poi Pandev non ha reso secondo aspettative e Insigne è stato caricato di troppe responsabilità, mentre sarebbe dovuto crescere alle spalle di un bomber forte da affiancare a Cavani. C’era la possibilità, con due acquisti di spessore, di lottare per lo scudetto. Ma non è stato fatto, come due anni fa, quando eravamo in lotta con il

Milan. Inoltre il Mister si ostina a giocare con tre difensori centrali. Tutte le squadre ormai hanno imparato ad affrontarci. Bloccano le fasce e così la squadra stenta e diventiamo prevedibili. I secondi tempi contro Lazio e Juve dimostrano che la squadra ha giocato meglio cambiando modulo e passando a quattro dietro.

«Lavali col fuoco» è diventato un ritornello tristemente ricorrente.

Questo è un argomento che mi amareggia. Nella mia vita di tifoso sono stato

spesso in trasferta, insultato con cori assurdi, retaggio di un’ignoranza e un razzismo dalle radici secolari. Quanto questi siano stupidi, lo evinci dal fatto che la maggioranza di quelli che insultano sono originari del Sud. E’ grave che i giornali e le tv non affrontino seriamente il fenomeno. Il Vesuvio della curva B mi ha emozionato: una risposta geniale ed ironica! Vogliamo una tua foto da tifoso. Ti allego la foto che ho più cara. Stadio “Olimpico”, in occasione della vittoria della Coppa Italia. Esultare con la metà dello stadio bianconera ammutolita fu una gioia immensa!

serenamente

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Questa settimana, come farò una volta al mese, ho pensato di coinvolgere nella rubrica del bet un componente del gruppo, per appassionare più persone possibili al mondo delle scommesse e renderle partecipi di quest’angolo.L’ultràmico in questione è FABIO FIORENTINO, che ha pensato di offrire, a tutti gli scommettitori che seguono la nostra rubrica, un sistema composto da cinque partite con risultato base, più due nelle quali ha addirittura scelto di giocare una tripla.In serie A ha scelto come basi le vittorie casalinghe della Roma e del Napoli, impegnate rispettivamente contro Parma e Atalanta e il segno “gol” nella gara tra Torino e Lazio. A queste va aggiunto il pronostico “Segna squadra in casa” nella gara della Bundesliga tra il Bayer Leverkusen e il Bayern Monaco, e per finire la doppia chance (1X) nella gara della Lega Pro prima divisione tra Perugia e Latina.La scelta delle due triple invece è caduta sulla gara tra Portogruaro-Lecce giocando rispettivamente e in contemporanea i segni (2 – X2 – 12) e Tritium-Trapani (2 – x2 -12), fondando ovviamente le sue speranza in entrambi i casi sull’uscita del segno 2. Il sistema sviluppa 9 colonne per un costo complessivo di 9.00 euro con una possibile vincita massima di 151.00 euro.Ringraziando Fabio per la sua disponibilità, vi auguro un in bocca al lupo e vi aspetto al prossimo numero.

Riassumendo:

Roma – Parma (segno 1 Quota 1.52)Napoli – Atalanta (segno 1 Quota 1.40)Torino – Lazio (segno Gol Quota 1.85)Bayer – Bayern (Segna squadra casa (si) Quota 1.44.)Perugia – Latina (segno 1X Quota 1.23)Tritium – Trapani (segno 2 Quota 1.70 segno X2 Quota 1.13 segno 12 Quota 1.24)Portogruaro – Lecce (segno 2 Quota 2.00 segno X2 Quota 1.22 segno 12 Quota 1.29)

di Danilo Marino

L’ANGOLO DELLE SCOMMESSE

IL PROnOSTICO DELL’ULTRàmICO.

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