FitMed n°3/2012 Neck pain

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Anno 4 numero 3 - marzo La rivista online per i professionisti del settore Fitness e salute: il cerchio si stringe Navicolar Drop Test e allineamento dell’arto inferiore Il doping nella pallacanestro Fit medonline speciale cervicalgia Dolore cervicale: perché? Le catene muscolari cervicali Massoterapia e rachide cervicale Il metodo Pilates per la cervicalegia Sindrome cervicale del manager stressato

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In this issue: special neck pain. Fitmedis a monthly magazine aimed at updating professionals in the field of fitness and health, which produces original articles on methods of training, physiotherapy, nutrition, prevention and wellness, management, marketing and anything that can serve to the efficient and modern health e fitness club.

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Anno 4 numero 3 - marzo La rivista online per i professionisti del settore

Fitness e salute:il cerchio si stringe

Navicolar Drop Test e allineamento dell’artoinferiore

Il doping nella pallacanestro

Fitmedo n l i n e

speciale cervicalgia

Dolore cervicale: perché? Le catene muscolari cervicali

Massoterapia e rachide cervicale Il metodo Pilates per la cervicalegia

Sindrome cervicale del managerstressato

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ANNO4

N°3M

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Fitmed online è una rivista mensile di aggiorna-mento che si rivolge a imprenditori, manager,opinion leader, professionisti che operano nelmondo del fitness, benessere, prevenzione esalute. Propone articoli riguardanti metodiche diallenamento, rieducazione funzionale, alimenta-zione, prevenzione e benessere, marketing emanagement.

EditoreAlea Edizioni di Alessandro Lanzani

via G. Sapeto, 5 - 20123 Milano

Redazione e ufficivia P. Orseolo, 3 - 20144 Milano

tel. 0258112828 - fax [email protected]

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Direttore responsabile Alessandro Lanzani

[email protected]

RedazioneMia Dell’Agnello

[email protected] - int. 212

Progetto graficoStefano FrattalloneImpaginazione

Anita Lavoce

PubblicitàAlessandro Lanzani

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Hanno collaborato a questo numeroClaudio Corno, Davide Traverso,Roberto Dagani, Cristiana Zama,

Davide Fogliadini, Rebecca Tomatis, Rosario D’Onofrio, Antonio Pintus

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93.

L’Editore e l’autore non potranno in alcun modo essere respon-sabili per incidenti o danni provocati dall’uso improprio delleinformazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto;inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchianoil pensiero dell’editore. Il materiale (testi, immagini e disegni) per-venuto in redazione non verrà restituito, anche se non pubblica-to e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del mate-riale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasiscopo non è consentita se non dietro richiesta scritta e firmatadal direttore responsabile e dall’editore. Per eventuali controver-sie il Foro di competenza è quello di Milano.

LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO

Tram edizioni pag 7

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arioSommarioSSoommmmaarriioo

RUBRICHE

25 CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

COMMUNITY BUSINESS

4 FITNESS E SALUTE: IL CERCHIO SI STRINGE. Ma chi ci guadagna?di Mia Dell’Agnello

FOCUS: CERVICALGIA

8 DOLORE CERVICALE: PERCHÉ? Vizi posturali, condizionamenti, stress di Claudio Corno

12 LE CATENE MUSCOLARI CERVICALI di Davide Traverso

15 MASSOTERAPIA E RACHIDE CERVICALE di Roberto Dagani

18 IL METODO PILATES PER LA CERVICALEGIA. Prevenzione e trattamento di Cristiana Zama con la consulenza di Anna Maria Cova

22 SINDROME CERVICALE DEL MANAGER STRESSATO di Davide Fogliadini e Alessandro Lanzani

ALLENAMENTO E REHAB

30 IL DOPING NELLA PALLACANESTROdi Rebecca Tomatis

34 NAVICOLAR DROP TEST E ALLINEAMENTO DELL’ARTO INFERIORE di Antonio Pintus e Rosario D’Onofrio

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community business

Fitness e salute:il cerchio si stringe

Ma chi ci guadagna?

di Mia Dell’Agnello [email protected]

CON LINK DIAPPROFONDIMENTO

Il medico intercetta e riconosce il soggetto dismetabolico, ma ancora raramente prescrive di

svolgere un’attività motoria e ancor più raramente fornisce indicazioni precise riguardo alla

modalità di svolgimento. Se poi valutiamo le possibilità di interazione e cooperazione del

settore della medicina con quello del fitness, ci accorgiamo che la distanza è ancora enorme,

da una parte dovuta ad atteggiamenti pregiudiziali e dall’altra sostenuta da atteggiamenti

etici e professionali quantomeno ambigui. Nonostante ciò, qualche tentativo comincia a

emergere sul territorio: ma la direzione è quella giusta?

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Èormai conclamato che, in-troducendo nel “sistemauomo” delle quantità diattività motoria e sottra-

endo eccesso alimentare, l'inci-denza di patologie dell'apparatocardiovascolare (ictus, accidenticardiovascolari, infarti), dell'appa-rato locomotore (degenerazioni ar-trosiche) e delle fondamentali fun-zioni metaboliche (diabete, dislipi-demie) si riduce in maniera eviden-te e significativa. L'efficacia diquesta operazione in molti casi èaddirittura superiore a quella chesi ottiene introducendo nel “siste-ma uomo” i soli farmaci. Eppuresono ancora poche e poco si-gnificative le iniziative messe inatto per aiutare le persone amodificare il proprio stile di vita.O meglio, ancora si fa fatica a tro-vare una giusta dinamica d’inter-vento, che evidentemente nonpuò essere di esclusivo appan-naggio del settore medico: cam-biare uno stile di vita è un attomedico o un atto sociale? In al-tre parole, se l'interesse della col-lettività è quello di diminuire la spe-sa sanitaria, il contesto in cui av-viene il cambiamento dello stile divita è un contesto a basso impattodi medicalizzazione. Il mondomedico può e deve dare le lineeguida per la trasformazione deisoggetti da “sedentari” a sog-getti “motori”, ma il sistema fun-ziona se la proposta di cambia-mento è sufficientemente legge-ra e demedicalizzata, oltre chesicura per il singolo. Il medico in-tercetta e riconosce il soggetto di-smetabolico, ma ancora raramen-te prescrive di svolgere un’attivitàmotoria e ancor più raramente for-nisce indicazioni precise riguardoalla modalità di svolgimento. Sepoi valutiamo le possibilità di in-terazione e cooperazione delsettore della medicina con quel-lo del fitness, ci accorgiamo chela distanza è ancora enorme, dauna parte dovuta ad atteggiamen-ti pregiudiziali e dall’altra sostenu-ta da atteggiamenti etici e profes-sional i quantomeno ambigui .

Nonostante ciò, qualche tentativocomincia a emergere sul territorio,sollecitato anche da programmiministeriali nazionali (“Guadagnaresalute” del 2007) e iniziative del-la comunità europea. A noi criti-che e scetticismo.

IL CENTRO FITNESS È SOLO UNCONTENITOREL’azienda Sanitar ia Locale diChioggia ha recentemente pre-sentato il progetto “Metti in motola salute”, realizzato in collabo-razione con i medici di famigliae con sei palestre del territorio.Strutturato dal Dipartimento diprevenzione in accordo con i me-dici di medicina generale, il pro-getto prevede che l’attività fisi-ca sia prescritta, proprio comeun medicinale, a quelle personeche, pur non assumendo ancoraterapie farmacologiche, sono con-siderate potenzialmente a rischio,per sovrappeso, pressione arterio-sa elevata, glicemia alterata. Aqueste persone i medici prescrive-ranno attività motoria aerobica in-dicando la frequenza cardiacamassima; il medico riporterà alcu-ni dati (pressione arteriosa, indicedi massa corporea, glicemia), inuna scheda che loro presenteran-no al loro ingresso in una delle seipalestre convenzionate. In questocaso si punta sull’effetto psicologi-co “doveristico-prescrittivo”, pre-sumendo che le persone rispettinola “posologia” di un’attività sommi-nistrata come se fosse un farma-co. Il ruolo riservato alla palestrasembra essere solo di logistica:l’intervento degli istruttori fit-ness pare limitato al controllo ealla registrazione dei dati.

QUALI VANTAGGI CON LA SALUTE?Decisamente più complesso è ilprogetto Lifestyle Gym dell’AziendaSanitaria Locale di Rimini, per iltrattamento del diabete mellito di ti-po II e delle malattie dismetaboli-che, coordinato dal dottor PaoloMazzuca. Il progetto fa parte delPiano della prevenzione 2010-2012 della regione Emilia-

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Romagna "La prescrizione del-l'attività fisica": primi indirizzi perl'attuazione del progetto"Palestra sicura. Prevenzione ebenessere”. Ma andiamo con ordi-ne. Nel progetto Lifestyle Gym ilmedico (di famiglia o specialistico)deve individuare pazienti affetti dadiabete mellito tipo II e/o obesitàe/o ipertensione arteriosa e inviarlial servizio di diabetologia, dove sa-rà attivato un progetto personaliz-zato che contempla un programmadi educazione alimentare (tramite ilcolloquio motivazionale individualee di gruppo) e di attività motoria.Per l’intera durata del progetto (seimesi) i pazienti, in gruppi di 10,svolgeranno l’attività fisica e il pro-gramma di educazione alimentareseguiti da un medico, una dietista eun laureato in scienze motorie o di-plomato Isef. In seguito, il pazientesarà invitato a proseguire autono-mamente l’attività fisica prescritta eil programma di educazione ali-mentare. Rispetto al caso della Asldi Chioggia, qui è richiesta unapartecipazione attiva della pale-stra e dei suoi istruttori, ma nonsenza condizioni. Innanzitutto lepalestre che vogliono aderire alprogetto devono essere iscritte al-l ’elenco “Palestre Sicure –Prevenzione Benessere”. Il pro-getto “Palestra Sicura”, coordinatodal Servizio Salute Mentale,Dipendenze Patologiche e Salutenelle carceri, è nato inizialmente(nel 2009) dall’esigenza di preve-nire e contrastare l’utilizzo e ladiffusione di sostanze dopanti.Successivamente, aggiungendo ladicitura “Prevenzione Benessere”,si è voluto creare «…un circuito dipalestre che promuovano il benes-sere, inteso come garanzia di sicu-rezza sotto il profilo professionale(presenza di personale qualificato),promozione di una corretta alimen-tazione e di limitazione dell’uso diintegratori alimentari». Come si faa far parte di questo elenco divirtuosi che possono lavorare inpartnership con le Asl, avendoottenuto il “riconoscimento” dalServizio Sanitario Regionale?

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Prima di tutto è necessario sotto-scrivere il Codice Etico da cuiemerge: «…l’intendimento di effettuare lasomministrazione dell’esercizio fisi-co per il benessere del cliente e,laddove necessario, sotto il control-lo medico; l’impegno a non pubbli-cizzare al proprio interno prodottifarmaceutici che possano avere ef-fetti dopanti; l’impegno a parteci-pare a iniziative di formazionedell’A.USL o degli Enti Locali; l’im-pegno a veicolare campagne,dell’A.USL o della Regione o degliEnti Locali, di promozione della sa-lute e stili di vita salutari; accettanodi sottoporsi a controlli senza pre-avviso del l ’A.USL o degl i EntiLocali». Le palestre che aderisconoal “Codice Etico” acquisiscono il ri-conoscimento di “Palestra Etica”,ma non basta: «…per lo svolgimento dell’attivi-tà fisica prescritta dal ServizioSanitario Regionale è necessariala presenza di personale specia-lizzato e appositamente formato.A tal fine, a partire dall’autunno2011, verrà attivato, in collabora-zione con la Facoltà di ScienzeMotorie dell’Università diBologna, un primo corso di for-mazione speciale per laureati inScienze motorie e diplomati ISEFcon l’obiettivo di aggiornare perso-

soggetti a basso rischio cardiova-scolare, dismetabolici, con disordi-ni minori dell’apparato locomotore,all’anziano e ai disabili. Con il titoloconseguito (“Referente per la salutenella prevenzione e nel benessere”)si ha accesso al Corso Avanzato,dedicato alla gestione dei pazientitrapiantati di fegato, cuore e rene,dei soggetti a rischio cardiovasco-lare alto e/o medio-alto, ai diabeticiinsulino-dipendenti e ai grandi obe-si. Il corso base è strutturato incinque moduli didattici di 12 oreciascuno + 3 argomenti trasversalidi 4 ore ciascuno: un totale di 72ore per un costo di 2.000 euro. Alprimo corso hanno partecipato36 studenti, che moltiplicati per2.000 euro fanno un totale di72.000 euro: mica male!

nale qualificato che somministriun’attività fisica personalizzata etutorata come un vero e propriofarmaco, sia nella popolazione ge-nerale che in soggetti con patolo-gia e/o fattori di rischio, indirizzatasia alla prevenzione primaria che aquella secondaria. Esso intendepertanto preparare personale qua-lificato che possa operare in retecon i l Serviz io Sanitar ioRegionale». Il corso, organizzatodalla Fondazione CarloRizzoli, con il patrocinio dellaRegione Emilia-Romagna e dellaFacoltà di Scienze Motor iedel l ’Università degl i Studi diBologna, è articolato su due livelli.Un Corso Base, per i laureati inScienze Motorie e i diplomatiISEF, è dedicato alla gestione dei

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“I QUADERNI DI ”I QUADERNI DIn° 19 - Allenamento

Sull’apprendimento motoriodegli esercizi di Body-building 3di JIMMY PEDEMONTEImpugnare gli attrezzi tradizionali 13del Prof. ANGELO CASTIGLIONIIl principio dell’adattamento progressivo 17di NUCCIO RUBERAAnalisi di tre aspetti importantidella forza 21del Prof. ARMANDO FUCCIL’allenamento isometrico 26del Prof. ARMANDO FUCCIDeadlift 34di NICOLA CAMERAIl sistema a frequenza multipla 39di FRANCESCO CURRÒBody-building & allungamenti miofasciali 44di NICOLA DACOMO

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I QUADERNI DIn° 20 - AllenamentoWar of delts 3di RAFFAELE MORANDINIIl successo sta sulle spalle 8di JIMMY PEDEMONTEIl muscolo più amato dagli italiani 11di COSTANTINO BERTUCELLI eALESSANDRO PELLACANIAllenamento della schiena 15di MAURO SARNIAllenamento della schiena 17di ENZO FERRARIBicipiti come colline 20di GINO BARZACCHIFast Abs 25di RAFFAELE MORANDINISù le gambe 29di CRISTIANA CASONIIn gamb...issima! 32di FRANCESCO CURRÒCome costruire un quadricipite fantastico senza lo squat 36di JOHNNY BLOISIRocky Calves 41di RAFFAELE MORANDINI

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I QUADERNI DIn° 21 - Biomeccanica

Azione muscolare concentrica 3del Prof. ARMANDO FUCCIParola di Verchoshansky 8di ANGELO GIORNODifetti intrinseci delle presse nell’usoper il potenziamento degli arti inferiori 15del Prof. ANGELO CASTIGLIONIBIOMECCANICA IN PALESTRAPre-allungamento e pre-accorciamento 19di DARIO SORARÙL’angolo di lavoro 23di DARIO SORARÙIl lavoro negli esercizi monoarticolari 28di DARIO SORARÙIl lavoro negli esercizi poliarticolari 33di DARIO SORARÙLe macchine semplici 37di DARIO SORARÙLe macchine isotoniche 42di DARIO SORARÙ

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I QUADERNI DIn° 22 - Dossier

DOSSIER NATURAL“Super sostanze” e“Psyco-Muscle Training” 3del Dott. ALESSANDRO GELLIQuestione di personalità 8del Dott. FRANCESCO TODDEUna preparazione H/P 10del Prof. ROBERTO CALCAGNODOSSIER INVERNOChe la “massa” sia con noi 17di MARCO NERI e MAX MAFFUCCIInverno vs. Termogenesi 28del Dott. ALESSANDRO VIANELLOManualetto su come... perdere le gare 32di CLAUDIO CARELLADOSSIER ESTATESole, mare e ... adipociti 36di VANNI SACCONMuscoli in ferie 39di RAFFAELE MORANDINIL’estate a tavola 44del Dott. ALESSANDRO VIANELLO

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I QUADERNI DIn° 23 - Alimentazione

L’apporto calorico – Strategie & sinergie 3di NICOLA CAMERA7 chili in 7 mesi 16di MARCELLO MORMINOAttenti alla fibra 21di MARCO CERIANIA proposito di zuccheri 25di MARCELLO MORMINOMaster Aminoacid Pattern 29di FILIPPO FORTUNA2 mesi senza carne 36del Dott. ALESSANDRO GELLIAllergie alimentari 40di NICOLA CAMERA

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I QUADERNI DIn° 24 - Medicina dello sport

Dentro le fibre 3del Prof. GIACOMO ZACCONEI sistemi pilota nello sviluppo organico 8di NICOLA CAMERACellule satellite & miogenesi 13di NICOLA CAMERATante contrazioni un solo obiettivo 21del Dott. ALESSANDRO LANZANIIl Principio di Henneman 25di RICCARDO UBALDINIBiogenetica muscolare 31di BRUNO DAVIDE BORDONI e IGOR FERRARINIStimolazione e inibizione degli ormoniin rapporto all’esercizio intenso 35del Prof. MASSIMO GUGLIELMIOrmoni: che cosa realmente sono? 40del Dott. TOMASO LEDERFenomenologia dell’ormone somatotropo 43del Dott. ALDO E. CALOGERO

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I QUADERNI DIn° 13 - Allenamento

The “Heavy-duty” System 3di FRANCESCO CURRO’Heavy Duty 2 6di FAUSTO PORTATeoria dell’allenamento 11di MARCELLO MORMINOIl blocco ipertrofia 21del Prof. ARMANDO FUCCI Il blocco ipertrofia con tecniche intensive 36del Prof. ARMANDO FUCCI Intensità 43di ENZO FERRARI

I QUADERNI DIn° 14 - Allenamento

La scheda di allenamento 3di RICCARDO UBALDINITerminologia chinesiologica 18di MARCELLO MORMINO L’allenamento in pratica 25del Prof. ROBERTO CALCAGNOSettembre andiamo, tempo di “ingrossare”… 40del Prof. MASSIMO GUGLIELMIPeriodizziamo la massa 44del Prof. MASSIMO GUGLIELMI

I QUADERNI DIn° 15 - Allenamento

Gli errori più comuni nelle palestre italiane 3del Prof. MASSIMO GUGLIELMIFacciamo chiarezza 6del Prof. ARMANDO FUCCINoterelle 14di MARCELLO MORMINOLa tecnica dell’esercizio nell’esercizio 20di JIMMY PEDEMONTETecniche di recupero nel body-building 25di ALESSANDRO PELLACANIe del Prof. COSTANTINO BERTUCELLILa ruota del successo 29di VANNI SACCONUn allenamento ciclico 44di PAOLO IANNETTONE

I QUADERNI DIn° 16 - Alimentazione

Comportamento alimentare 3di NICOLA CAMERAConcetti di termochimica alimentare 12del Dott. THEODORE J. BREMBOSe del Dott. MARCO DALLAPICCOLADieta: chiariamoci le idee 19di PIERLUIGI FASSETTAL’integrazione alimentare perl’ottimizzazione del pattern ormonale 25del Dott. MASSIMO MUSUMECIAlta definizione: isegreti di una dieta riuscita 29del Dott. PHILIPPE MORETIntegrazione vincente 33di RICCARDO UBALDINILa dieta pre-gara nel body-building 40del Prof. ROBERTO CALCAGNO

I QUADERNI DIn° 17 - Alimentazione

Body-building & vitamine 3del Prof. MASSIMO GUGLIELMITutti i no delle vitamine e dei minerali 13del Dott. ANDREA MARLIANIL’apporto del potassio per i culturisti 16di PIERLUIGI FASSETTAL’acqua 19del Prof. ROBERTO CALCAGNOLa ricarica dei carboidrati 24del Prof. ROBERTO CALCAGNOLe acque minerali 29di NICOLA CAMERAIl frullato 35di MARCELLO MORMINOCreatine approach 39del Dott. MASSIMO MUSUMECI

I QUADERNI DIn° 18 - Medicina dello sportRisposta adattativa del muscolo all’eserciziofisico: nuovi risultati sperimentali 3 del Prof. GIACOMO ZACCONELa fatica nel body-building:sue basi e significati 8di JIMMY PEDEMONTEL’indolenzimento muscolaread insorgenza ritardata 11di RICCARDO UBALDINILe patologie muscolari (1) Sintomi, diagnosi e terapia 18del Dott. STEFANO TRICARICOLe patologie muscolari (2) Cause e riabilitazione 24del Prof. FRANCESCO TODDELa visualizzazione 30del Dott. GIUSEPPE ROMBOLA’Visualizzazione & “ferro” 34di ENZO FERRARIIl paradosso “mente-corpo” alla basedella performance vincente 37di NICOLA CAMERAMente: la risorsa inestinguibile 41del Dott. VINCENZO CAPRIOLI

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I QUADERNI DIn° 10 - Alimentazione

Proteine: digestione ed assorbimento 3di RAFFAELE MORANDINIIl ruolo degli aminoacidi a catena ramificatanella regolazione del metabolismo umano 13del Dott. FULVIO FIORINIIl ruolo dei carboidrati come necessità energetica nell’attività fisica 20del Prof. GIACOMO ZACCONEIl ruolo delle vitamine più importantiper il body-builder 27di DANIELE RIZZOE la frutta quando? Sempre 31di ANNA BARTOLINIFattori alimentari anti-tumore 38di NICOLA CAMERAIl body-builder in off-season: alimentazione e supplementazione 44del Dott. MASSIMO MUSUMECI

I QUADERNI DIn°11- Medicina dello sport

La “qualità” muscolare 3di VITTORIO SCIALDONELe prove di valutazione fisica: i test 8di ALESSANDRO PELLACANI e COSTA BERTUCELLIGli esami ematochimici 12di PIERLUIGI FASSETTALo stress 15di NICOLA CAMERALa ritenzione idrica 23di PIER ANTONIO DELL’AMICOFunzione e metabolismo dell’Ormonedella crescita 26del Prof. GIACOMO ZACCONEGH-peak 33del Dott. MASSIMO MUSUMECIAspetti attuali dell’iperplasia muscolare:miogenesi e fattori di crescita 38del Dott. MASSIMO SPATTINIe del Prof. GIACOMO ZACCONE

I QUADERNI DIn° 12 - Fitness

FitnesStyle: Body-building & Fitness 3Circuiti Vita 5Estate 8L’allenamento in casa 10La Mountain Bike 12

di CRISTINA TEDESCHIPesi & fitness: il “circuit training” in palestradi LUCIO LANDUZZI 14Schede di allenamento: il seno 17di ANTONELLA LIZZAL’estate addosso 21di ANTONELLA LIZZASudare fa bene 29di MONICA ALBERTILe bevande isotoniche 35di MARCO CERIANI25 modi per ottimizzare la vostra dieta 39di SILVIA ZANETDisintossicarsi a tavola 42a cura di “MEDI INFO”Per imparare un nuovo mododi alimentarsi basta una settimana 45a cura di “MEDI INFO”

I QUADERNI DIn° 7 - AllenamentoLe colonne d’Ercole 3di MARCO NERI e ARMANDO DEFANTAndrea’s biceps 8di TIBERIO FRANCHITricipiti da bovi 9di ANGELO GIORNOPush it! 13di PIERO NOCERINOTom Platz e i suoi pettorali 15di MARCO BECHINIL’allenamento del petto 18di EROS SAMMARTINORock Hard Abdominals 19di ALESSANDRO PELLACANIe COSTANTINO BERTUCELLIAddominali e falsi miti 22di VANNI SACCONCiao deltoide 25di ANGELO GIORNOCome costruire dei deltoidi vincenti 30del Dott. MASSIMO SPATTINIDorsali a volare 32del Dott. MARCO NERII dorsali. Proposta d’allenamento per atleti hard-gainers avanzati 35di MARCO BECHINI

I QUADERNI DIn° 8 - Allenamento

Siamo proprio sicuri di saperci allenare? 3di MARCELLO MORMINOCome e perché ci si allena con le superserie 6di EMILIO THEYViaggio intorno alla forza 11di ARMANDO FUCCIL’allenamento della forza per gli atleti intermedi 14di ANGELO GIORNOCriteri metodologici per lo sviluppo della forza massimale 18di COSTANTINO BERTUCELLI e ALESSANDRO PELLACANICaffé per una lezione intensa 22del Dott. FILIPPO MASSARONICome ottenere l’ipertrofia muscolare 30di ARMANDO FUCCIPeaking 32di PIER ANTONIO DELL’AMICO3+1 35di ANGELO GIORNO“Titan System” 39di NICOLA CAMERA

I QUADERNI DIn° 9 - Allenamento

Come migliorare le aree carenti 3di PIERLUIGI FASSETTADuri a morire 5di ANGELO GIORNOI veri esercizi base 8di JIMMY PEDEMONTERiflessioni su temi di ipertrofia muscolare 12di ALESSANDRO AMMASSARIProcessi di recupero e rigenerazione nell’allenamento 18di PIER ANTONIO DELL’AMICOOcchio al tempo! 25di ARMANDO FUCCIOvertraining 30di RICCARDO UBALDINIDimagrire con dieta e pesi.Facile a dirlo, difficile a farlo 40di ARMANDO FUCCI

I QUADERNI DIn° 1 - Allenamento

Nozioni di base sulla teoriadell’allenamento sportivo 3del Prof. ARMANDO FUCCI

Norme per l’allenamentogiovanile nel body building 7di JIMMY PEDEMONTE

La programmazione del lavoroper i principianti 21del Prof. ARMANDO FUCCI

Fondamenti metodologici dellaperiodizzazione dell’allenamento 26di JIMMY PEDEMONTE

I QUADERNI DIn° 2 - Allenamento

Training program 3di COSIMO ARUTA

Allenamento peri-muscolare 9di MARCELLO MORMINO

Il carico di allenamentonel body building 14di SAMUELE MARCORA

Attenzione al concetto di “serie” 19di MASSIMILIANO MENCHI

Serie: proposte 24del Dott. FILIPPO MASSARONI

Periodizzazione dell’allenamento 32di LUCIO LANDUZZI

Ciclizzazione funzionalenel body building 35di JIMMY PEDEMONTE

I QUADERNI DIn° 3 - Allenamento

High Intensity 3di UGO PERALDO

1a parte: Principi generali 32a parte: Braccia 133a parte: Torace 174a parte: Quadricipite femorale 255a parte: Dorsali 33

High Intensity & Big Wave 42di NICOLA CAMERA

Illustrazioni di VANNI SACCON

I QUADERNI DIn° 4 - Alimentazione

La dieta metabolica 3del Dott. M. BRIGATTI

La dieta su misura 6di PIERLUIGI FASSETTA

Perfect diet 12di RENATO COLOMBO

Dieta e body building 18di NICOLA CAMERA

Questione di metabolismo 31del Dott. MARCO NERIe del Dott. ANTONIO PAOLI

Il metabolismo dei muscoli 35del Dott. ANDREA DEFANTe del Dott. MARCO DALLAPICCOLA

Metabolismo e bioenergetica muscolare 38di NICOLA CAMERA

Massa muscolare: pianificare la dieta 44di PIERLUIGI FASSETTA

I QUADERNI DIn° 5 - Alimentazione

Come realizzare il “rimbalzo glucidico” 3del Dott. PHILIPPE MORET

Il riequilibrio idro-salinico nello sport 8di PIER ANTONIO DELL’AMICO

Diuresi e ricambio idro-elettrolitico 15di NICOLA CAMERA

La ricostruzione del glicogeno nel muscoloscheletrico negli esercizi di potenza 21del Prof. GIACOMO ZACCONE

“Ricaricare” senza problemi 28di PIERLUIGI FASSETTA

Integrare o non integrare? 31di MASSIMO GUASCO

Via degli acidi tricarbossilicio “Ciclo di Krebs” 35di RICCARDO UBALDINI

I QUADERNI DIn° 6 - Medicina dello sport

I muscoli 3

Il sistema muscolare 9del Dott. ANDREA MARLIANI

Morfologia muscolaree sviluppo differenziato 15del Prof. ANGELO CASTIGLIONI

Body building tra morfologia e fisiologia 20di MARCO CERIANI

Biochimica dell’attività muscolarenel body builder 22del Dott. LUIGI BUTTURINI

Analisi approfonditadella contrazione muscolare 29del Prof. ARMANDO FUCCI

Esercizio fisico e risposta ormonale 36del Prof. GIACOMO ZACCONE

La conduzione dell’impulsonervoso ai muscoli 43del Dott. MASSIMO MUSUMECI

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e l’antagonismo• Regolazione dei livelli ormonali

in circolo• Ormoni peptidici e steroidei:

trasporto e metabolismo• Concetti di neuroendocrinologia• Sistema di regolazione

retroattiva (feedback)• Esercizio fisico ed asse

ipotalamo-ipofisi-gonadi

LA BIBLIOTECA DI

BODY-BUILDING DUEMILAUNOdi ANGELO GIORNO

Analisi tecnica dello sport del culturismo

I PROFILI PENALI DEL DOPINGdel dott. EDILIO GRAPPIOLO

VADEMECUM CULTURISTICOdi ANGELO GIORNO

illustrazioni di LUCA LAZZERETTI

RICETTE PER LO SPORTdi MARCO CERIANI

OLTRE 120 RICETTE PER GLI SPORTIVI

ORMONI E ALLENAMENTOdel prof. GIACOMO ZACCONE

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Focus: cervicalgia

Escludendo (compito del medico specialista) tutte le malattie che possono causare dolorecervicale, come malattie reumatiche, traumi, malattie localizzate alla colonna cervicale,osteoporosi, malattie neuromuscolari, tratteremo quelle sindromi dolorose che colpiscono,senza particolari quadri anatomo-patologici, l’apparato muscolo scheletrico del trattocervicale.

Dolore cervicale:

Vizi posturali, condizionamenti,stress

perché?di Claudio Corno

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cattive posture assunte e mantenu-te durante la giornata.

LEVA DI PRIMO GENEREIl complesso “capo-collo” è un si-stema alla continua ricerca di unproprio equilibrio e nella sua insta-bilità è reso stabile dagli sforzi deimuscoli e dei legamenti. La parti-colare posizione del capo, postoall’apice del segmento più mobi-le della colonna vertebrale, fa sìche il sistema capo-collo possaessere paragonato a una leva diprimo grado. Il peso del capo, inperenne equilibrio instabile e sbilan-ciato in avanti, porta il collo in fles-sione, cui si oppongono, in contra-zione isometrica, gli estensori, an-ch’essi di conseguenza in perennecontrasto contro la caduta della te-sta in avanti. Non di meno, tutte levariazioni posturali che aumentanola cifosi dorsale o/e la lordosi lom-bare, aumentano reciprocamentela lordosi cervicale, sfavorendo il la-voro statico degli estensori del col-lo. Il funzionamento della colonnacervicale s’ispira al principio dellaleva di primo genere, espresso dal-la formula: F (forza motrice - eretto-ri spinali) = P (peso da sollevare) xD2 (distanza fra peso e il fulcro-vertebre) / D1 (distanza fra la forzamotrice - muscoli erettori spinali e ilfulcro - vertebre). Il fulcro è colloca-

Si tratta di dolori che inte-ressano l’apparato mu-scolare cervicale, senzache vi sia stato un effettivo

trauma diretto o comunque una le-sione a carico delle stesse fibremuscolari. La frequenza di questidolori è sicuramente facilitatadall’aumento delle attività lavo-rative sedentarie, per lo più limi-tate a una gestualità ripetitiva e aposizioni di comodo protratte neltempo che sovraccaricano sem-pre i medesimi muscoli. Gli stessimovimenti, eseguiti ripetitivamentein uno spazio di tempo prolungato,determinano stress meccanici acarico delle strutture muscolaricoinvolte. Quando tali sollecitazioniraggiungono livelli elevati, si svilup-pano fenomeni irritativi che dannoorigine al dolore. La sintomatologiainizia gradualmente, in modo sub-dolo, non tale da comprometterel’attività lavorativa, pertanto vienetollerata dal soggetto che la descri-ve come una sensazione di fastidio,avvertita a livello del muscolo inte-ressato, che aumenta in determina-te posizioni e durante sforzi checoinvolgono direttamente la parte.Successivamente, persistendo ilsovraccarico funzionale, il sintomodiviene sempre più importante, tra-sformandosi in bruciore che au-menta con il movimento ed è pre-sente anche a riposo. Il tratto cervi-cale può essere influenzato da:- posizione eccentrica del capo(leva di primo genere);- uno stato muscolo tensivo (conconseguente ischemia);- condizionamento da parte delrachide lombare;- vizi posturali;- stress psicologico.Possiamo dire che esistono due ca-tegorie di cause nel dolore cervicale:- cause vertebrali legate allo statoanatomico della colonna verte-brale, sono tutte le anomalie checoncernono al collo (articolazioni ver-tebrali, dischi intervertebrali ecc);- cause esterne legate agli avve-nimenti della vita quotidiana eagli stress che si impongono alcollo (dolore muscolare), incluse le

to tra il punto d’applicazione dellaforza motrice (muscoli erettori spi-nali) e il peso da sollevare. In parti-colare, per quanto concerne la co-lonna cervicale, D1 è minore di D2:cioè il braccio di leva, di cui puòusufruire la forza motrice, risulta piùcorto rispetto alla distanza intercor-rente fra vertebra e peso; gli eretto-ri spinali dovrebbero fornire una for-za tanto maggiore quanto più è di-stante il carico rispetto al fulcro(vertebre). Il rachide cervicale, nellasua posizione normale, presentanel piano sagittale una lordosi e ilcentro di gravità della testa si pro-ietta in avanti di circa 2 cm. rispettoa D1: i muscoli posteriori del collone assicurarano il controllo. La lor-dosi può aumentare o diminuire co-sì come la proiezione della testa inavanti. L’apice della curva può si-tuarsi su C3-C4 o C4-C5: questaè una condizione d’equilibrio, deltratto cervicale. Un vizio postu-rale, caratterizzato da proiezionein avanti del capo o da un’iperci-fosi, ha effetti sfavorevoli a livellodel collo. In una leva di primo ge-nere in equilibrio, il fulcro sopportauna forza globale pari alla sommadella resistenza (peso della testaper distanza dal fulcro) e della po-tenza (tensione muscolare per di-stanza dal fulcro). Se il peso dellatesta è costante (circa cinque Kg),

Focus: cervicalgia

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collo per mantenere a lungo unadeterminata postura del capo, ral-lenta, infatti, il flusso ematico pro-ducendo più scorie di quelle chepossono essere eliminate a causadello stato ipossico; la contrazionestatica eccessiva può provocareaddirittura alterazione dei piccolivasi sanguigni. Di per sé, la contra-zione muscolare non è dolorosa:ciò che causa dolore è l’accumu-lo di sostanze algogene prodottedal muscolo quando questi lavo-ra oltre il suo limite. Tali sostanzenon scompaiono subito e innesca-no la “sindrome d’immobilizzazio-ne”, perpetuando così un meccani-smo doloroso. Questi fattori creanouna flogosi, un’infiammazionedel tessuto muscolare (miosite datensione) dovuta a contrazioni pro-tratte nel tempo di tutta la muscola-tura cervicale. Questo dolore ische-mico è dovuto a mancanza di ossi-geno ed è noto che un muscolo instato attivo di contrazione (ugualelavoro) aumenta notevolmente ilproprio bisogno di ricevere ossige-no e di eliminare l’accumulo di so-stanze tossiche (cataboliti tossici).In condizioni fisiologiche, l’alter-nanza di periodi di lavoro conperiodi di riposo permette un’os-sigenazione adeguata e un’elimi-nazione ottimale di cataboliti:durante la fase di riposo, il san-gue torna a circolare nei capillari“lavando” (wash out) il muscolo

con sangue ossigenato e rimo-vendo le scorie. In uno stato di pe-renne contrazione, questo proces-so fisiologico non avviene, la con-seguenza è il dolore ischemico: sicrea in tal modo un circolo vizioso.La tensione muscolare (contratturamuscolare), indipendentementedalla causa che l’ha creata (stresspsicologico, stress posturali, traumiecc.), genera una contrattura mu-scolare che porta a ischemia.Questa crea dolore, che provoca li-mitazione della mobilità articolare(muscolatura “rigida”, contratta, re-tratta), portando così il soggetto aessere incapace di rilassarsi perpoter recuperare quell’estensibilitàmuscolare che permetterebbe diinterrompere il ciclo vizioso primache le articolazioni e i dischi inter-vertebrali subiscano dei processidegenerativi irreversibili.

CONDIZIONAMENTO DA PARTEDEL RACHIDE LOMBARELa colonna vertebrale collega il cra-nio al bacino, la piattaforma d’ap-poggio dalla cui posizione e dai cuimovimenti dipendono le tre curvefisiologiche: - curva cervicale, a convessità an-teriore (lordosi cervicale);- curva dorsale, a convessità po-steriore (cifosi dorsale o toracica);- curva lombare, a convessità an-teriore (lordosi lombare). Questi tre tratti, seppur distinti, so-

per mantenere l’equilibrio, ogni va-riazione della lunghezza dei braccidi leva, come si verifica nell’ante-pulsione del capo, deve essere bi-lanciata da una variazione propor-zionale della potenza. Cioè, all’au-mentare del braccio della resi-stenza bisogna aumentare la po-tenza per mantenere l’equilibrio.Questo eccessivo impegno mu-scolare comporta l’affaticamentodei muscoli e la loro lenta compro-missione anatomico-funzionale,con conseguenti effetti sulle altrestrutture del segmento, dalle artico-lazioni ai dischi intervertebrali ai le-gamenti. Nella postura d’iperlordo-si cervicale si ha un abnorme au-mento della pressione meccanicasulla parte dorsale dei corpi verte-brali e sull’intera sezione posterioredell’unità funzionale.

ISCHEMIASituazioni particolari che obbli-gano a mantenere a lungo unadeterminata posizione del rachi-de cervicale, in estensione oflessione, alterano la circolazio-ne sanguigna nelle masse mu-scolari mantenute in contrazioneisometrica e senza un’alternanza“contrazione-decontrazione”,producendo un’ischemia mu-scolare che porta a una risolu-zione infiammatoria senza evi-denti segni radiologici. La conti-nua contrazione dei muscoli del

Focus: cervicalgia

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no interdipendenti e influenzabili gliuni dagli altri. La curva lombare è considerata lacurva primaria. Per essere più pre-cisi, la lordosi lombare è condiziona-ta dall’angolo sacrale che esprime ilgrado d’inclinazione del piatto sa-crale: più è grande questo angolo,maggiore è la lordosi e viceversa.L’angolo sacrale è formato dal-l’intersezione del piatto della pri-ma sacrale S1 con la linea oriz-zontale, e per questo è in grado dicondizionare un’accentuazione del-le curve della colonna soprastante,per cui aumentano la fisiologica cifo-si dorsale e la lordosi cervicale.Il tratto dorsale è relativamente“immune” a variazioni angolari,in quanto rigido a causa della cassatoracica; la zona cervicale, alcontrario, essendo la più perife-rica e la più mobile, è quella cheaccusa maggiormente tutte levariazioni angolari imposte dallabase. Variando l’ampiezza dellacurva a livello lombare il soggetto,per mantenere il suo equilibrio, va-ria la curva lordotica a livello cervi-cale, con conseguente proiezionedel capo in avanti.

VIZI POSTURALILe posture scorrette del rachidecervicale alterano la normale bio-meccanica rachidea e i movimentiche hanno come base una posturascorretta contribuiscono a provo-care dolore, in quanto le strutturecervicali sono interessate da ripe-tuti microtraumi. Le posture che accentuano la ci-fosi dorsale hanno come conse-guenza l’aumento della lordosicervicale, che culmina in un au-mento dell’estensione del collo. Inquesta situazione posturale errata,i movimenti normali producono ac-corciamenti anormali della musco-latura collegata al collo, in partico-lare del muscolo elevatore dellascapola, del trapezio superiore, deimuscoli sternocleidomastoidei,degli scaleni e dei muscoli sottooc-cipitali. Inoltre, l’accorciamentodel gran dorsale e del gran pet-torale obbligano a una posizione

intraruotata dell’omero, associa-ta allo stiramento (allungamento)dei romboidi del trapezio inferiore edel dentato anteriore, con il con-seguente aumento della cifosidorsale: in tal modo il normale rit-mo scapolo-omerale risulterà alte-rato, scatenando patologie dellaspalla. Le posture con il capo proiettato inavanti forzano la porzione interme-dia della colonna cervicale in ipere-stensione, con conseguente re-stringimento del forame interverte-brale aumentando il carico sullesuperfici articolari, soprattutto a li-vello dei segmenti C4-5 e C5-6.Questo provoca l’irritazione delleradici nervose di C5 e C6. Le fac-cette articolari sono particolarmen-te a rischio, in quanto le cartilaginie la sinovia sono esposte a traumicontinui a causa dello stress da ca-rico dovuto alla postura del capoproiettato in avanti; anche i dischiintervertebrali sono molto sollecita-ti dalle aumentate forze di taglioconseguenti all’aumento della lor-dosi cervicale. Inoltre, il dolore puòdipendere da anomale sollecitazio-ni a livello delle sedi periostee di in-serzione muscolare. La maggior parte dei muscolidel collo termina con formazionimiofasciali che si fondono con ilperiostio: l’area d’inserzionepuò diventare sede di dolore(parte bassa dell’occipite) doves’inseriscono i muscoli estensoridel capo (cefalea tensiva dovutaall’interessamento del nervo gran-de occipitale).

LO STRESSI fattori psicologici sono variabiliimportanti nell’epidemiologia, nel-l’impatto socio-economico e nellaprognosi del dolore cervicale.Stress, depressione e disturbi ditipo ansiogeno sono frequente-mente correlati alle rachialgiecroniche: l’insoddisfazione riguar-do al lavoro, al posto d’impiego, lacondizione sociale e un insoddisfa-cente grado di responsabilità sem-brano associati a un’incidenzamaggiore di cervicalgie.

Focus: cervicalgia

IL DOLORE CERVICALEIl manuale offre un’ampia panoramicadelle patologie più comuni nell’individuoadulto: la cervicalgia. Il volume è divisoin tre parti: la prima, dedicataall’anatomia, alla fisiologia articolare ealla biomeccanica del tratto cervicale.La seconda, dedicata alle sindromidolorose più comuni. Infine la terzaparte che comprende alcune schedepratiche di utilizzo in palestracontenenti gli esercizi più idonei inrelazione alla sintomatologia dolorosa.Claudio Corno Alea Edizioni 2003 pag. 128 Euro 21

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Focus: cervicalgia

Per impostare un programma di lavoro che abbia la massimaefficacia su una rachialgia dobbiamo considerare il corpo umanonella sua globalità. È utile conoscere esercizi e metodologie dilavoro pratico diversificate, in modo da disporre di molteplicistrumenti da utilizzare nelle diverse situazioni, ma è altrettantoutile imparare la teoria, non solo in modo sterile e apparentementescollegato dal lavoro pratico, ma in modo articolato einterdisciplinare, così da poter richiamare alla mente la nozionegiusta al momento giusto: saremo in questo modo in grado dicomprendere ogni situazione e ottenere risultati anche nei casi piùingarbugliati.

Una visione globale percomprendere l'origine dimolte rachialgie

muscolariLe catene cervicali

di Davide Traverso [email protected]

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se topograficamente per ragioni di-dattiche, ma troviamo continuitàbiomeccanica dal capo ai piedi perciascuna catena. Analizziamo co-me queste catene si organizzano alivello del collo, in che modo parte-cipano al movimento di questa re-gione e quali problemi può creareuna loro iperprogrammazione.Cosa intendiamo per iperpro-grammazione?Ogni muscolo ha un tono, che èmantenuto anche a riposo; se unmuscolo, o un’intera catena, è sot-toposto a un lavoro asimmetricoprolungato, o a un surplus lavorati-vo, il tono basale aumenterà (iper-programmazione), creando trazionisui punti d’inserzione muscolare(nella maggior parte dei casi verte-bre), e accumulo di cataboliti all’in-terno della fibra, portando alla rea-zione chimica più naturale: il dolore.

LE CATENE RETTELa flessione e l’estensione dellacolonna cervicale dipendono dalsistema retto, principalmente inrapporto a due importanti assimiotensivi; l’asse anteriore (cate-ne rette anteriori sinistra e destra)e l’asse posteriore (catene retteposteriori sinistra e destra).

Conoscere le catene mu-scolar i c i permette diconsiderare l’anatomiada un punto di vista di-

verso, di vedere nella pratica con-cretizzarsi e animarsi le nostre co-noscenze teoriche: creare un anel-lo di congiunzione tra lo studio cli-nico e la scienza del movimento,che è il nostro lavoro quotidiano.Le catene muscolari rappresen-tano circuiti in continuità di dire-zione e di piano, attraverso cui sipropagano le forze che agisco-no sul corpo umano.L’organizzazione fisiologica delcorpo obbedisce a tre leggi:- equilibrio- economia- comfort (assenza di dolore).Per obbedire a queste tre leggil’organismo instaurerà in modo in-telligente schemi adattativi, sche-mi di compenso oppure schemipatologici. Riconosciamo catene fasciali e ca-tene muscolari; queste ultime si di-vidono a loro volta in rette, prepo-ste principalmente alla gestionedella statica, e crociate, che lavo-rano per organizzare il movimento. Le catene muscolari sono presentisul tronco e sugli arti, sono suddivi-

CATENA RETTA ANTERIORE

È responsabile della flessione ante-riore del capo e del collo (per que-sto è detta anche catena di flessio-ne); riconosciamo un piano superfi-ciale e un piano profondo.Piano superficiale:- temporale (fascio medio)- pterigoideo interno- massetere- stiloioideo- genioglosso- genioioideo- sternocleidoioideo- tiroioideo- sternotiroideo- succlavioPiano profondo:- retto laterale- piccolo retto anteriore- retto anteriore- lungo del colloL’asse muscolare anteriore unisce iltorace alla testa. La caratteristicaimportante di questa catena mu-scolare è che fanno parte tre im-portanti muscoli masticatori (tem-porale, massetere e pterigoideo in-terno), oltre che diversi muscoli ioi-dei. L’osso ioide svolge un impor-tante ruolo di smistatore di forze,fulcro della catena di flessione delcollo. Troviamo una struttura che ri-

Focus: cervicalgia

Leopold Busquet, “Le catene muscolari”, Ed. Marrapese - Roma 2002

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è il sistema crociato, che assicurail movimento di torsione, comple-mentare ai movimenti di arrotola-mento e raddrizzamento delle cate-ne rette: si tratta quindi di sistemicomplementari, non antagonisti. Ilsistema crociato ha bisogno del si-stema retto per esprimersi e, in talsenso, quest’ultimo partecipa almovimento. Il sistema retto rappre-senta la “contenzione elastica” delmovimento. A livello cervicale, il si-stema crociato presenta fondamen-tali particolarità dinamiche, diversigradi di indipendenza motoria nellasua relazione col tronco per per-mettere il vitale meccanismo di svin-colo della funzione visiva dalla fun-zione motoria.- Primo grado: massima indipen-denza. Il tronco effettua un movi-mento e la colonna cervicale è total-mente libera per compensare il po-sizionamento del tronco e porre latesta nella posizione desiderata.- Secondo grado: indipendenzaparziale. La colonna cervicale vieneparzialmente coinvolta nel movi-mento del tronco o degli art i.Solamente la cerniera AOE (artico-lazione atlante occipite epistrofeo)resta libera in modo da riequilibrarela testa. L’influenza ascendente èconfinata a livello di C3.- Terzo grado: assenza di indipen-denza. La colonna cervicale e la te-sta sono totalmente coinvolte, inmodo da cooperare nel movimentodel tronco e degli arti. Il movimentodi torsione ha la massima ampiezzaall’apice della curva cervicale C3.Anteriormente al corpo di C3 trovia-mo l’osso ioide, analogamente aquello che è già stato detto perquanto riguarda le catene rette, es-so rappresenta un punto di con-vergenza delle forze di arrotola-mento e torsione, cosa che facilitail movimento di torsione a questo li-vello. C3 diventa quindi un’impor-tante piattaforma per la torsione.Il sistema dinamico crociato superfi-ciale è formato principalmente daimuscoli sternocleidomastoidei e daimuscoli suboccipitali. Gli SCOM(sternocleidooccipitomastoidei),passando a ponte davanti a tutta la

colonna cervicale, non intrattengo-no rapporti importanti con gli altrimuscoli cervicali, mantenendoquindi un’elevata indipendenza.Essi possono effettivamente, graziealle loro inserzioni mastoidee e occi-pitali, posizionare la testa in modoindipendente dalla posizione dellacolonna cervicale da C3 a C7. Iltreppiedi AOE può quindi conserva-re la facoltà di muoversi indipenden-temente. Gli SCOM funzionano insinergia con la muscolatura suboc-cipitale. Essi assicurano, in sinergiacon la muscolatura sub occipitale,l’orizzontalità dello sguardo e il cor-retto posizionamento dei canali se-micircolari, quale che sia la posizio-ne della colonna cervicale. Questafondamentale relazione tra vista,orecchio interno, sternocleidoma-stoidei e muscolatura suboccipitale,può essere facilmente disturbata daproblematiche articolari e posturali.Dobbiamo tener in gran conto que-ste correlazioni al momento dellastesura del programma terapeutico,qualunque esso sia. Il sistema cro-ciato profondo ha una funzionemolto costrittiva a livello delle strut-ture ossee ed è utilizzato soltantonelle torsioni di grado elevato, o nel-le influenze profonde (scoliosi).I muscoli più importanti di questo si-stema crociato sono gli scaleni, chepossiamo chiamare “psoas dellacolonna cervicale”. Le loro inserzio-ni sulle prime due coste sono la re-lazione anatomica che influenza lacolonna cervicale unendola ai movi-menti del tronco. Se gli scaleni ven-gono reclutati in modo massimale,la colonna cervicale si pone in cifosi.Se, al contrario, gli scaleni subisco-no una postura del tronco non cor-retta, si ha una iperlordosi cervicale.La funzione degli scaleni viene con-trobilanciata sul piano posteriore,determinando, come forza risultan-te, una forza di stabilizzazione e rin-forzo della colonna cervicale.Tenendo presente queste nozioni almomento dell’esame obiettivo delcliente, possiamo trovare diversispunti su cui basare il nostro pro-gramma di lavoro e, successiva-mente, la verifica dei risultati.

copre lo stesso ruolo anche a livel-lo della colonna lombare: l’ombeli-co. Durante la flessione del capo viè una tensione della muscolaturatra il mento e lo sterno; se l’ossoioide non fosse trattenuto dalla tra-zione dei muscoli stiloioideo e omo-ioideo, sarebbe costretto ad ante-riorizzarsi. In realtà, la flessione delcapo in posizione ortostatica è faci-litata dalla forza-peso, quindi il mo-vimento viene in realtà controllatodalla catena retta posteriore, chene frena l’arrotolamento. La mandi-bola deve essere considerata comeuna parte cefalica. La sua analisidovrà essere effettuata tenendoconto della sua relazione incentratasul temporale. I problemi di maloc-clusione, dei soggetti che respiranocon la bocca, di fonazione, di de-glutizione, potranno essere analiz-zati in modo logico e coerente par-tendo dall’organizzazione delle ca-tene muscolari.

CATENA RETTA POSTERIORE

La catena retta posteriore è forma-ta dalla colonna vertebrale, dai di-schi e dai muscoli paravertebrali.La catena articolare (dischi e verte-bre) è fatta per rispondere a unafunzione di appoggio. Le catene diestensione avranno uno scarsoruolo nel formarne e nel gestirne lamobilità. Attraverso i loro muscolicorti sono una molla di richiamoche equilibra e modera l’asse ante-riore. A livello cervicale riconoscia-mo un piano superficiale e uno pro-fondo.Piano superficiale:- semispinale del capo- semispinale del collo ( estende C3)- trasverso spinoso - lunghissimo del collo (estende C7)- ileocostale del colloPiano profondo:- grande retto posteriore- piccolo retto posteriore (estendeC0-C1-C2)

LE CATENE CROCIATE Se per la statica sono fondamen-tali i sistemi retti, di fondamenta-le importanza per i movimentinelle tre dimensioni dello spazio

Focus: cervicalgia

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Focus: cervicalgia

L’approccio riabilitativo raramente si esplica isolatamente sul muscolo interessatoalla disfunzione: molto più di frequente è necessario valutare l’intera areaanatomo-funzionale e trattarla utilizzando in sinergia le varie tecnichefisioterapiche. La massoterapia applicata alle lesioni dei tessuti molli saràessenziale al recupero e al riequilibrio di un efficiente gesto sportivo, specialmentese accompagnata alle metodiche di massaggio tradizionale

Massoterapia erachide cervicale

di Roberto Dagani

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si esplica isolatamente sul muscolointeressato alla disfunzione: moltopiù di frequente è necessario valu-tare l’intera area anatomo-funzio-nale e trattarla utilizzando in siner-gia le varie tecniche fisioterapiche.La massoterapia applicata allelesioni dei tessuti molli sarà es-senziale al recupero e al riequili-brio di un efficiente gesto sporti-vo, specialmente se accompa-gnata alle metodiche di massag-gio tradizionale (svedese, connet-tivale, miofasciale), così come sfrut-tando, in particolari occasioni, letecniche di allungamento muscola-re analitico (Anderson) o neuromu-scolare (PNF, CRAC). Il massaggiodei tessuti molli in presenza diuna lesione si pratica applicandouna pressione all’interno del tes-suto in questione, mentre simul-taneamente si stirano le fibre inmodo da seguire il loro allinea-mento anatomico. Una pressioneappropriata deve essere mantenu-ta mentre il tessuto viene mosso oscollato dal sottostante, grazie, aimovimenti del terapista o del sog-getto stesso. Il lavoro di allunga-mento e di movimento localizza-to è funzionale per la separazio-ne delle fibre o dei gruppi mu-scolari attigui, vincolati da for-mazioni cicatriziali. Esistono tremodalità per eseguire il massaggiodei tessuti molli: passivo, attivo esotto carico. Mentre nelle modali-tà attiva e sotto carico è il sog-getto che esegue i movimentidella porzione muscolare tratta-ta, nella modalità passiva è il te-

rapista che si muove sul musco-lo: in tal modo si ottiene un buon ri-lassamento generale e per questomotivo deve essere effettuato nellaprima parte del trattamento.

IL RACHIDE CERVICALE La testa rappresenta una leva con ilpunto d’appoggio in posizione in-termedia, la forza peso posta ante-riormente e i muscoli nucali che de-vono a ogni istante controbilanciarequesta forza peso per non far ca-dere il capo in avanti. Questo spie-ga le maggiori tensioni a carattereeccentr ico del la muscolaturaestensoria del capo rispetto a quel-la flessoria. I fattori destabilizzanti diquesto delicato equilibrio possonoessere di origine occupazionale, dasovraccarico funzionale nello spor-tivo o traumatico (colpo di frusta);gli scompensi che ne derivano simanifestano con una perdita dellalordosi fisiologica (rigidità e retti-lineizzazione delle vertebre) ocon una iperlordosi. La sintoma-tologia muscolotensiva si può ma-nifestare con: rigidità articolare, ver-tigini, mal di testa, formicolii agli artio mancanza di forza nelle braccia.

TRATTAMENTO DEI MUSCOLIFLESSORI ANTERIORI E LATERALI MUSCOLI FLESSORI ANTERIORI DEL RA-CHIDE CERVICALE: scaleni anteriori,sternocleidomastoideo (SCM), lun-go del collo, piccolo e grande rettoanteriore, gli ultimi quattro sono an-che flessori del capo. MUSCOLI FLESSORI LATERALI DEL RA-CHIDE CERVICALE: scaleni anteriore,

La micro-traumatologia mu-scolare, e la conseguente di-sfunzione più o meno invali-dante di un distretto anatomi-

co, è frequente nelle dinamiche quo-tidiane di un individuo. Il soggettoche esegue una ricca varietà di mo-vimenti, assume degli atteggiamentiposturali naturali e fisiologici e riposaa sufficienza, è in grado di affrontaree di risolvere le microtensioni sponta-neamente, senza l’intervento di sog-getti esterni. Altrettanto frequente è ilcaso di soggetti che svolgono atti-vità lavorativa di tipo ripetitivo, oatleti sottoposti a carichi progres-sivamente crescenti: l’area sottostress viene usurata, provocandouna serie di micro-lesioni e di ten-sioni secondarie di tipo protettivoa carico della muscolatura agoni-sta, che a sua volta sollecita lamuscolatura antagonista ad ag-giustarsi di conseguenza. Se in unprimo momento le formazioni cicatri-ziali sono di fondamentale importan-za per riparare il danno tessutale, leretrazioni, spesso di tipo antalgi-co, che si mantengono per giorni,settimane o mesi, impediscono unabuona permeabilità vascolare e, diconseguenza, viene compromessol’apporto di ossigeno e di sostanzenutritive alle fibre muscolari.L’ipotrofia che ne consegue faperdere elasticità al tessuto con-nettivale di sostegno, condizionan-do la mobilità distrettuale e in gene-rale gli atteggiamenti posturali.

IL MASSAGGIO DEI TESSUTI MOLLIL’approccio riabilitativo raramente

Focus: cervicalgia

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medio e posteriore, splenio del col-lo, elevatore della scapola, retto la-terale, splenio del capo, SCM, tra-pezio, lunghissimo del capo (sacro-spinale); gli ultimi quattro sono an-che flessori laterali del capo. Il mo-vimento di flessione anteriore delcapo può avvenire se la contrazio-ne dei muscoli citati avviene bilate-ralmente. Per alcuni muscoli flesso-ri laterali la contrazione unilateralecomporta anche una rotazione delcapo. Per trattare questo distrettomuscolare il soggetto è in posizio-ne supina, con la porzione occipita-le del capo alloggiata nella manodell’operatore. Con il pollice dellamano opposta si compiono delle fri-zioni sullo SCM, lungo tutto il suodecorso, e contemporaneamente siruota e si flette il capo dalla parteopposta. Allo stesso modo si possono tratta-re gli scaleni anteriori che decorronodietro e in profondità rispetto alloSCM per andarsi a inserire sulla pri-ma costola toracica.

TRATTAMENTO DEI MUSCOLIESTENSORI E ROTATORI MUSCOLI ESTENSORI DEL RACHIDE

CERVICALE: elevatore della scapola,splenio cervicale, trapezio, spleniodel capo, sacrospinale, retto delcapo, grande e piccolo retto poste-

riore, piccolo obliquo. Tranne l’ele-vatore della scapola e lo spleniocervicale, gli altri hanno anche unacomponente estensoria del capo.MUSCOLI ROTATORI DEL RACHIDE CER-VICALE: semispinale cervicale, multi-fido, scaleno anteriore, splenio cer-vicale, splenio del capo, SCM,grande obliquo; gli ultimi quattrohanno anche una componente ro-tatoria del capo. Il comparto muscolare cervicale èspesso congestionato e retratto, inparticolare la componente estenso-ria per la presenza di un tono po-sturale permanente che si opponealla caduta della testa in avanti. Iltrattamento di questa area vienesvolto in modalità passiva conl’atleta in decubito supino o in mo-dalità attiva con l’atleta seduto. Inmodalità passiva si alloggia l’occi-pite nucale in una mano mentrecon le dita, il pollice o le nocchedella mano opposta si lavorano imuscoli interessati; contempora-neamente si porta il capo dell’atletain flessione o rotazione controlate-rale. In modalità attiva sarà l’atletache, in posizione seduta, compieràdelle flessioni o rotazioni controlate-rali rispetto ai muscoli che si stannolavorando.Quest’ultima modalità è molto effi-cace per il trattamento dell’elevato-re della scapola e per le fibre di-scendenti del trapezio.

Focus: cervicalgia

A: trattamento specifico del muscolo SCM inmodalità passiva.B: trattamento del muscolo SCM con l’atletache porta il capo in rotazione controlaterale(modalità attiva).

C: trattamento delle fibre discendenti delmuscolo trapezio mentre l’atleta porta ilcapo in rotazione controlaterale (modalitàattiva)D: trattamento profondo delle fibrediscendenti del muscolo trapezioE: trattamento delle fibre discendentimuscolo trapezio con rotazionecontrolaterale del capo (modalità attiva).F: muscolo trapezio in posizione sedutamentre l’atleta porta il capo in flessioneanteriore (modalità attiva).

A

B

C

D

E

F

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Focus: cervicalgia

La cervicalgia è un disturbo piuttosto diffuso le cui causeprincipali sono dovute alla particolare conformazionedelle vertebre cervicali che, essendo più piccole di quelledel resto del rachide e dovendo permettere maggioreescursione di movimento, si trovano a essere piùvulnerabili. A questo va aggiunto che la loro posizioneanatomica le collega ai possibili squilibri dellamasticazione, della vista e della respirazione.Sedentarietà, cattiva postura, traumi distorsivi come uncolpo di frusta o sport aggressivi sulle articolazioni comeil rugby o la boxe ne fanno un’area anatomica spessotrattata con il metodo Pilates

Il metodo Pilatesper la cervicalgia

Prevenzione e trattamentodi Cristiana Zama, con la consulenza di Anna Maria

Cova [email protected]

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una mobilizzazione precoce, inqualsiasi condizione si trovi l’arto dariabilitare, o quando si abbia difficol-tà a mantenere la posizione eretta:l’altezza da terra di circa 70 cm delpiano orizzontale della Cadillac aiu-ta le persone più anziane, o coloroche devono seguire un programmariabilitativo, a distendersi facilmente.Il metodo Pilates si rivela ideale perprevenire e trattare, superata la faseacuta, la cervicalgia e correggere idifetti posturali. Prima di far esegui-re qualsiasi forma di esercizio è im-portante valutare la condizione fisi-ca del momento: dall’osservazionedei difetti si potranno scegliere concriterio gli esercizi più indicati aglieventuali squilibri riscontrati. Unmedico o un fisioterapista potreb-bero associare uno squilibrio a unproblema di vista, masticazione, aun disturbo muscolare, articolare,vestibolare, oppure a una vecchiacicatrice responsabile di una tensio-ne ormai cronica. Non sarà sottova-lutato l’appoggio dei piedi, la rota-zione dei fianchi, l’allineamento del-la colonna vertebrale o un’eventua-le dismetria degli arti inferiori. Conun quadro della situazione com-pleto, si potranno scegliere eser-cizi mirati alla sensibilizzazione estabilizzazione delle spalle, delbacino e il lavoro sui piedi. È be-ne ricordare una fra le più importan-ti indicazioni date da Joseph Pilatesper mantenere la corretta postura inogni esercizio in modo da trarre il

Il collo, come tutto il corpo, è pro-gettato per il movimento. La vitaquotidiana, invece, ci costringemolto spesso a stare fermi, de-

terminando inadeguate richiestefunzionali: manteniamo contrattauna muscolatura pronta a reagire auno stimolo esterno di movimento,creando una sofferenza muscolarealla colonna cervicale per una ca-renza di corretta ossigenazione. Unaiuto a questo problema arriva dal-l’attività fisica regolare, che è indi-spensabile praticare per tutta la vi-ta. E non è mai troppo tardi per ini-ziare. Tra le attività particolarmenteindicate vi è il metodo Pilates, unaginnastica posturale e riabilitativamolto efficace che tonifica la mu-scolatura, previene la sintomatolo-gia dolorosa dovuta a posture scor-rette o a disturbi articolari e ha mol-tepl ici campi di appl icazione.Favorisce l’allungamento mu-scolare e migliora la flessibilità,contrastando il naturale irrigidi-mento cui la muscolatura è sot-toposta con l’avanzare dell’età.Gli esercizi del metodo Pilates coin-volgono tutti i muscoli in un lavoroglobale, consentendo al corpo dimantenere un aspetto armonioso:per questo gli esercizi della tecnicasono apprezzatati in particolaredalle donne, anche se prevedonoun lavoro intenso adatto agli uominie perfino agli sportivi professionisti.Il metodo Pilates è in accordo con iprincipi della fisiologia e della bio-meccanica e molti medici lo consi-gliano come riabilitazione post trau-matica. In generale, è comunqueindicato per la riabilitazione funzio-nale sia del collo, che dei diversisegmenti corporei: rachide lomba-re, dorsale, spalle, braccia, ancheecc. Gli attrezzi del metodo Pilatesconsentono qualsiasi tipo di con-trazione ed estensione muscolare,con la sola eccezione del lavoroisocinetico; permettono di guidarein maniera molto precisa il movi-mento e di dosare lo sforzo fatto siain termini di quantità di movimento,che di richiesta di forza muscolare.L’uso dell’Universal Reformer e del-la Cadillac, per esempio, consente

massimo beneficio: the Frame, lacornice, o Box. Il quadrato perfetto,fondamentale per ottenere la sim-metria del corpo, può essere rap-presentato da due linee orizzontaliche passano una dalle spalle e l’al-tra attraverso le creste iliache supe-riori. La cornice che si ottiene, divisada una linea verticale, rappresenta ilgiusto equil ibrio delle forze.Lavorare cercando di non torcerequesto allineamento garantisce lasimmetria di esecuzione dei movi-menti.Di seguito sono riportati alcuni eser-cizi del metodo Pilates adatti a mo-bilizzare collo e spalle, e a preveniredolori cervicali.

ESERCIZI1. PIAZZAMENTO DELLA POSIZIONE

NEUTRA DEL TRATTO CERVICALE

Obiettivo: esercizio indicato per ri-lassare i muscoli del collo e trovareuna posizione rilassata per il trattocervicale.Posizione di partenza: disteso su-pino, le braccia lungo i fianchi, la lin-gua appoggiata dolcemente allaparte interna degli incisivi superiori ela mandibola rilassata. Ascoltare ilcorpo, i suoi punti di appoggio a ter-ra, le pressioni esercitate al suolo.Movimento: A. senza staccare latesta da terra, sollevare il mentoportando la testa all’indietro e tor-nare alla posizione di partenza.Abbassare poi il mento portandoloverso lo sterno. Cercare una posi-

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concludere con lo zero.Respirazione: libera.

4. SENSIBILIZZAZIONE E RAFFORZA-MENTO DEI MUSCOLI FLESSORI DEL

COLLO

Obiettivo: aiuta a comprendere ilgiusto assetto corporeo e a esegui-re gli esercizi senza contrarre il col-lo e le spalle.Posizione di partenza: distenderel’asciugamano sotto la schiena inmodo che la parte superiore spor-ga di almeno 20 cm. Disteso supi-no, le braccia piegate con le maniche stringono i due angoli del-l’asciugamano, le gambe piegate, ipiedi paralleli.Movimento: sollevare il capo daterra alzando le braccia e tornarealla posizione di partenza.Respirazione: espirare sollevando ilcapo; inspirare rimanendo in posi-zione; espirare tornando alla posi-zione di partenza.Osservazioni: ripetere il movimen-to per 5 volte.Note: sguardo alle ginocchia.Questo movimento, che non affaticail collo poiché la testa è sorretta dal-l’asciugamano, dà la giusta perce-zione del lavoro che si deve esegui-re durante esercizi come il crunch.

5. RILASSAMENTO TRAPEZIO

Obiettivo: sensibilizzazione e rilas-samento dei trapezi alti.Posizione di partenza: seduto aterra, le gambe incrociate (seduto

su una sedia), la mano sinistra ap-poggiata sulla spalla destra, la ma-no destra regge il gomito sinistroper alleggerire la tenuta del bracciosinistro. Il capo leggermente incli-nato lateralmente, verso la spallasinistra. Il capo potrà essere ruota-to durante il movimento per sensi-bilizzare l’attenzione sul lavoro di ri-lassamento.Movimento: stringere con la manoil trapezio alto e circondurre la spal-la destra immaginando di dover di-segnare dei piccolissimi cerchiettiin un senso e nel senso opposto.Respirazione: libera.Osservazioni: ripetere per una de-cina di movimenti alternati, in sensoorario e antiorario.

6. STRETCHING DEI TRAPEZI

Obiettivo: sensibilizzazione e rilas-samento dei trapezi alti e dei mu-scoli del collo.Posizione di partenza: seduto aterra le gambe incrociate (sedutosu una sedia), le braccia rilassatelungo i fianchi.Movimento: inclinare il capo a de-stra mantenendo le spalle allineatee il busto eretto. Appoggiare la ma-no destra sul capo senza tirare ver-so il basso. Spingere verso il bassola spalla sinistra ricordando il movi-mento del “ragnetto”. Dopo le ripe-tizioni indicate, tornare alla posizio-ne di partenza, osservare e sentire ilcorpo e ripetere dall’altra parte.Respirazione: respirare abbassan-do la spalla; inspirare rilassando.Osservazioni: ripetere 3 volteper lato.Note: la tensione può essere varia-ta inclinando il capo come mostra-to nelle foto. Non proporre tali ten-sioni in fase iniziale di apprendi-mento, poiché il lavoro agisce sui

zione intermedia tra i due estremi.B. Senza staccare la testa da terra,disegnare con la punta del naso deipiccoli cerchi, aumentando grada-tamente il diametro fino a trovareuna posizione intermedia nella qua-le il collo non si trovi nei punti mas-simi dell’escursione raggiunta.Respirazione: libera.Osservazioni: ripetere 3/5 volte ilprimo esercizio. Eseguire almeno 5cerchi per senso.Note: se risulta difficile trovare unaposizione intermedia per il collo, ar-rotolare un asciugamano e metterlosotto la testa.

2. RAGNETTO

Obiettivo: esercizio concepito perrilassare le spalle, abbassandole eriportandole alla loro naturale posi-zione. Insegna ad allungare i trape-zi alti, spesso contratti anche acausa dello stress.Posizione di partenza: disteso su-pino, le braccia lungo i fianchi, la lin-gua appoggiata dolcemente allaparte interna degli incisivi superiori ela mandibola rilassata. Ascoltare ilcorpo, i suoi punti di appoggio a ter-ra, le pressioni esercitate al suolo.Movimento: “camminare” con ledita di una mano sul pavimento,come se si volesse avvicinare lamano al piede. Il busto non si muo-ve e non si flette lateralmente.Rilassarsi. Ripetere per il numero divolte indicato, cambiare mano econcludere ripetendo con entram-be le mani.Respirazione: espirare mentre lamano si muove verso il piede; inspi-rare quando il braccio si rilassa.Osservazioni: ripetere inizialmente10 volte, per imparare l’esercizio,poi solo 5 volte.

3. MOBILIZZAZIONE RACHIDE CERVICALE

Obiettivo: esercizio indicato per ri-lassare i muscoli del collo.Posizione di partenza: seduti, lebraccia lungo i fianchi, la lingua ap-poggiata dolcemente alla parte in-terna degli incisivi superiori e lamandibola rilassata.Movimento: disegnare con la pun-ta del naso i numeri dall’1 al 9 e

Focus: cervicalgia

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9. SHOULDER STRETCH

Obiettivo: rilassamento della partealta delle spalle e dei muscoli delcollo.Posizione di partenza: seduto aterra, le gambe incrociate, le ginoc-chia aperte.Movimento: appoggiare la manodestra sul ginocchio sinistro e lamano sinistra sul ginocchio destro.Flettere i l busto in avanti.Mantenere la posizione per le ripeti-zioni indicate. Sollevare il busto einvertire l’incrocio delle gambe edelle braccia.Respirazione: inspirare nella posi-zione di partenza; espirare fletten-do il corpo.Osservazioni: rimanere per 5 re-spirazioni; sollevarsi e ripetere conl’incrocio opposto.Note: in caso di difficoltà a tenere laposizione, mettere l’asciugamanosotto i glutei.

delicati muscoli del collo. Allinearecorrettamente il rachide mantene-dolo in autoallungamento.

7. RILASSAMENTO TRAPEZI

Obiettivo: sensibilizzazione alla ten-sione e rilassamento delle spalle.Posizione di partenza: seduto aterra, le gambe incrociate, le brac-cia rilassate lungo i fianchi. Le maniappoggiate alle ginocchia.Movimento/Respirazione: inspi-rare alzando le spalle; espirare la-sciandole cadere.Respirazione: espirare abbassan-do la spalla; inspirare rilassando.Osservazioni: ripetere alcune volte.Note: allineare correttamente il ra-chide mantenendolo in autoallun-gamento.

8. SENSIBILIZZAZIONE CINGOLO SCA-POLO OMERALE

Obiettivo: esercizio per rilassare lespalle, abbassandole e riportando-

le alla loro naturale posizione. Posizione di partenza: distesi su-pini, le braccia lungo i fianchi, legambe piegate, la lingua appoggia-ta dolcemente alla parte interna de-gli incisivi superiori e la mandibolarilassata. Ascoltate il corpo, i suoipunti d’appoggio a terra, le pres-sioni esercitate al suolo. Movimento/Respirazione: Primopassaggio. In espirazione portare inautoallungamento la colonna verte-brale e far scivolare la punta delledita del le mani verso i tal loni.Immaginare che le scapole segua-no il movimento avvicinando lepunte inferiori verso la colonna ver-tebrale e scendendo verso i glutei. Secondo passaggio. Dalla posizio-ne di partenza inspirare portando lespalle verso le orecchie in espira-zione portare le spalle alla posizio-ne di partenza. Terzo passaggio.Alzare le braccia (perpendicolari alsuolo). In espirazione protendere lebraccia verso il soffitto staccando lespalle da terra ed in inspirazionetornare ad appoggiare le spalle. Lescapole seguono il movimento al-lontanandosi dalla colonna verte-brale. Dopo tre ripetizione invertirela respirazione.Osservazioni: ripetere tre volte tut-ti i passaggi.

Focus: cervicalgia

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Focus: cervicalgia

Ci siamo presi una piccola licenza letteraria: la cosiddetta“sindrome del manager stressato” in realtà non esiste; esisteinvece un preciso quadro sintomatologico che, anche nondescrivendo una patologia vera e propria, si caratterizza perdisturbi oggettivi, a volte seri, che compromettono la qualità di vitadella persona colpita.

stressato

Sindrome cervicale

di Davide Fogliadini e Alessandro Lanzanitratto da Casi clinici in palestra quinta serie

Sindrome cervicale

del manager

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Un quadro miotensivo è comun-que reversibile. Altro discorso me-ritano la riduzione degli spazi disca-li e gli osteofiti: questi ultimi in parti-colare, con la loro “intrusione” nel lu-me dei forami intervertebrali scate-nano le fasi acute. Il forame inter-vertebrale è costituito dall’artico-lazione di una vertebra con la sot-tostante: è di forma rotondeg-giante e permette bilateralmentel’uscita del nervo che emerge dalmidollo spinale. Si intuisce facil-mente quanto possa essere irritativauna “spina” ossea che entra in con-tatto con una struttura sensibile co-me un nervo. La riduzione degli spa-zi interdiscali peggiora la situazione.

I CONCETTI CHIAVE RIFERITI AL CASOLa perdita di ammortizzazione a li-vello delle ultime vertebre cervicali èdovuta alla riduzione degli spaziinterdiscali dal punto di vista de-scrittivo. Dal punto di vista funzio-nale, dipende invece dalla perditadella curva: la lordosi cervicale.Sappiamo che un deficit di questaimportante funzione innesca il feno-meno artrosico, che in questo casointeressa una zona delicata come iforami di coniugazione. Lo statomiotensivo cronico non è che ilsintomo delle cause prima sotto-lineate, così come la “deforma-

Massimo M. è un managercinquantenne con impor-tanti responsabilità pro-fessionali; lavora e viag-

gia molto. È tormentato da frequentiepisodi di cervicalgia di origine mio-tensiva, che oltre al dolore si manife-sta con vertigini e nausea. Il medicoconsiglia una radiografia che rileva:“Parziale raddrizzamento dellalordosi fisiologica cervicale dipossibile significato antalgico.Parziale riduzione degli spazicompresi tra C5-C6 e C6-C7, ac-compagnata da iniziale irregolari-tà del lume del forame di coniuga-zione compreso tra C5-C6 e C6-C7. Si osservano sia a destra chea sinistra delle piccole formazioneosteofitiche che protrudono neiforami stessi”. Aggiungiamo percompletezza che il soggetto è note-volmente sovrappeso e iperteso.

DESCRIZIONE DELLA PATOLOGIA Il tratto cervicale è alterato nella suamorfologia, presentandosi rettifica-to. Lo stato di tensione permanenteesercitato dalla muscolatura profon-da e superficiale del collo e dellespalle, unito all’ipertono dei musco-li scaleni e sternocleidomastoidei,accessori della respirazione, puòportare a infiammazione, dolore eartrosi precoce della zona cervicale.

zione” della zona cervicale, sot-toposta a tensioni anomale.Infatti, la colonna vertebrale diMassimo, almeno nel primo tratto,è di 10-15 anni più vecchia dell’ef-fettiva età biologica. Si sono som-mati, per arrivare a questo invec-chiamento precoce, molti fattori.Ne ricordiamo i più importanti: lamancanza di attività fisica, il so-vrappeso, lo stress psico-fisico.

INFORMAZIONI NECESSARIE PERTRATTARE IL CASOIl consueto E.O.M. mette in luce dueanomalie posturali molto interessan-ti per definire la mappatura delle re-trazioni muscolari. Sul piano frontaleil soggetto presenta la testa legger-mente flessa e ruotata verso destra:si risale facilmente a uno stato dicontrattura del trapezio omolaterale,e precisamente dei suoi fasci supe-riori. Anche lo sternocleidomastoi-deo controlaterale si presenta retrat-to, incordato. La visione rispetto alpiano sagittale ci conferma una retti-ficazione della lordosi cervicale. Dalpunto di vista funzionale, abbiamouna limitata rotazione della testa, inparticolare sul lato destro; a confer-ma di quanto osservato preceden-temente. La circonduzione nei duesensi è discreta, ma viene eseguitacon dolore ai trapezi.

Focus: cervicalgia

Fig. 1 Radiografia rachidecervicale: proiezione laterale. Lalordosi cervicale è praticamentescomparsa, le vertebre sonoallineate, rettificate con perdita diammortizzazione

Fig. 2 Radiografiarachide cervicale;proiezioneanteriore. Siapprezza unadeviazione lateraledella colonna.

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molti. Il lavoro infatti è forza per spo-stamento e nei soggetti in sovrappe-so il lavoro aumenta di molto spo-stando il proprio peso anche per po-chi gradi di inclinazione.Esercizi con macchine, manubri ebilancieri: in questo caso, più che latipologia di esercizio conta il sovrac-carico imposto: in linea generale,l’aumento della pressione arteriosaè direttamente proporzionale allosforzo compiuto; perciò è preferibi-le impostare un lavoro a circuito,che contempli esercizi a bassocarico e un alto numero di ripeti-zioni. Alternare con movimenti di to-nificazione per addominali e arti infe-riori a carico naturale è vivamenteconsigliato.Allungamento muscolare: da pre-ferire gli esercizi di stretching per itrapezi, per gli scaleni e per gli ster-nocleidomastoidei.Tecniche di rilassamento: almeno5 minuti di respirazioni lente e pro-fonde dà un grande aiuto nel rilassa-re emotivamente il soggetto. Se pos-sibile, indirizzate il vostro allievo allafrequentazione di sedute di yoga.

ESERCIZI SCONSIGLIATI Step ed ergometro: è tollerata unablanda camminata, la corsa va riser-vata a una situazione compensatadal punto di vista del dolore e dellamiotensioneSquat e presse: coerentementecon la logica di risparmio articolare econtrollo pressorio, vi invitiamo anon fare eseguire questi esercizi o inalternativa con carichi minimi o acorpo libero.Alzate laterali e tirate al mento: leprime si possono anche fare, avendocura che il soggetto realizzi soltanto iprimi 50/60° di abduzione laterale; ifasci superiori dei trapezi non devo-no essere coinvolti. A maggior ragio-ne, nel secondo esercizio, che sti-mola in maniera potente i muscolisopracitati. Più che il movimento insé, è fondamentale l’intensità del ca-rico, che deve essere modesta.

CONTROLLO DEGLI OBIETTIVIMotivare il nostro allievo a un con-trollo regolare della pressione è

consigliato in modo da tarare esat-tamente lo sforzo proposto.Almeno ogni due settimane verifi-care i progressi in termini di dima-grimento. Attraverso la valutazionechinesiologica controllare il recu-pero del R.O.M. del tratto cervica-le, riscontro positivo di un rilassa-mento muscolare. Insomma, seMassimo dimagrirà, sarà menostressato e senza dolore nella zonacervicale potremo parlare di suc-cesso motorio!In queste sindromi è fondamentalela relazione che si riesce a instau-rare con il soggetto. Una relazionedi accoglienza e di partecipazione,che renda gradevole e piacevolel’attività fisica e generi relax nel far-la: una relazione professionaleche privilegi l’aspetto umano avolte dà risultati maggiori che untecnicismo esasperato.

OBIETTIVIFare uscire il soggetto dal tunneldel dolore e della limitazione fun-zionale è primario. Non avendouna patologia specifica, il lavoro dasvolgere in palestra assume lamassima importanza. In primis ènecessario riequilibrare le tensio-ni muscolari di Massimo, attraver-so un serio protocollo di interventoche agisca anche su di un piano piùprofondo: quello emotivo. Mante-nere sotto controllo l’ipertensione efar dimagrire Massimo è altrettantoimportante.

COME REALIZZARLIStrutturare una tabella che contem-pli una quota importante di lavo-ro aerobico, con l’obiettivo di in-nescare la lipolisi e soprattuttoabbassare la pressionearteriosa. In questo caso particola-re si propone una seduta aerobicanon inferiore ai 30 minuti, con unapercentuale del 50-60% rispetto al-la f.c. max. Educare la persona al-l’utilizzo di un cardiofrequenzimetroè professionale e rientra in una logi-ca di prevenzione, la nuova frontie-ra del fitness del 21° secolo.La restante quota va equamentedivisa tra un’attività di blanda to-nificazione (preferibile il corpo li-bero) e di razionale allungamen-to muscolare. Saranno interessati,ovviamente, i muscoli cronicamen-te contratti. L’effetto decontrattu-rante dello stretching verrà po-tenziato se si affiancherannodelle terapie manuali come lamassoterapia, ovviamente esegui-te da un professionista del settore econ il parere positivo del medico.

ESERCIZI CONSIGLIATI In una situazione di sovrappesocome questa, limitare il carico ar-ticolare è primario; la cyclette cisembra la scelta più ragionevole; iltappeto può essere utilizzato privile-giando la camminata e la cammina-ta in salita piuttosto che la corsa.Questa è una precauzione che valeper tutte le persone in forte sovrap-peso. L’inclinazione del tappeto de-ve essere di qualche grado e non di

Focus: cervicalgia

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In ognuno dei 5 volumi si inquadrano leprincipali patologie dell’apparatolocomotore. Per ognuna di esse sonodescritti anamnesi ed esame obiettivomotorio, sono individuati i traguardi daraggiungere, sono tracciate le lineeguida del protocollo di lavoro attraversogli esercizi consigliati e quelli daevitare.I CASI TRATTATI NEL 5° VOLUMEConcussione coxofemorale e postumi datrauma - Calcificazione sottodeltoidea inperiartrite scapolo omerale - Degenerazione del sovraspinato - Frattura tipo colles di radio - Protrusione discale L5 - S1 - Rettificazione del tratto lombare insoggetto giovane - Ernia espulsa L3 - L4 - Frattura comminuta di tibia - Polifrattura costale e frattura clavicolare- Sindrome cervicale del managerstressato - Frattura del malleolo esterno - Spalla del tennista - Modificazione a cuneo del passaggiolombosacrale - Frattura esposta di gamba - Os acetaboli - Pinzatura del tendine del sovraspinato

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STRUTTURA DEL CORSOIl corso è articolato in 5 weekend, conlezioni teoriche, laboratori di anatomia eseminari tecnici con l'utilizzo di suppor-ti multimediali. Le lezioni si svolgonodi sabato e domenica con cadenzaquindicinale. È necessario frequentar-ne almeno l'80% delle lezioni per poteraccedere all'esame di fine corso checonsente di conseguire la certificazio-ne di Istruttore di Fitness Trainer.

PROGRAMMA- Anatomia dell'apparato locomotore. - Anatomia funzionale. - Fisiologia cardiovascolare e metaboli-smi energetici. - Biomeccanica del movimento. - Studio degli attrezzi e delle loro moda-lità di utilizzo. - Analisi dei frequentatori del club ediverse tecniche d'allenamento.

- Tecniche e metodologie d'allenamen-to: la tabella personalizzata. - I paramorfismi. - Alimentazione: nozioni fondamentali. - Doping: effetti indesiderati e collaterali.- Test di valutazione funzionale: mobili-tà, stretching, forza. criteri di scelta.- Anamnesi motoria ed esame obiettivomotorio. - Laboratori di anatomia e seminaritecnici.

CERTIFICAZIONEPer conseguire la certificazione ènecessario superare l'esame che sisvolge in due fasi: quiz a risposta multi-pla e colloquio orale. Solo dopo aversuperato le due fasi dell'esame vienerilasciato il diploma di Istruttore diFitness Trainer. Se non si supera l'esa-me, è possibile ripeterlo GRATUITA-MENTE nella sessione successiva.La certificazione del corso per istruttoridi fitness trainer è riconosciuta da : • Scuola di Professione Fitness• UISP sport per tutti, ente di promozio-ne sportiva riconosciuto dal CONI.

CALENDARIOsabato 12 e domenica 13 maggiosabato 26 e domenica 27 maggiosabato 9 e domenica 10 giugnosabato 23 e domenica 24 giugnosabato 7 e domenica 8 luglioOrari: dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalleore 14.00 alle 17.00Esame: sabato 21 luglio

DOCENTIAlessandro Lanzani, Medico Sportivoe OrtopedicoEdoardo Lanzani, Medico Ortopedico,esperto in rieducazione funzionaleFrancesco Capobianco, Masso-Terapista, personal wellness trainerMichele Pitti, Operatore metabolico,personal fitness trainer

CORSO DI

57° edizione

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FFFFIIIITTTTNNNNEEEESSSSSSSS TTTTRRRRAAAAIIIINNNNEEEERRRRsessione estiva

formula intensivaPROMOZIONI SPECIALICosto: 459 euro entro il 31 marzo; 499euro entro il 30 aprile; 539 euro periscrizioni successive. Prezzi Iva inclusa.La quota è comprensiva di:• accesso alle lezioni, dispense a ognilezione, partecipazione agli esami difine corso• nel caso la certificazione non vengaconseguita al primo esame è previstoun secondo esame gratuito alla ses-sione successiva.

MODALITÀ DI ISCRIZIONEVersamento: Conto corrente postale n°26993204 Intestato ad Alea Edizioni,via Sapeto, 5 - 20123 Milano.Bonifico bancario: CC 48054 Intestato a: Alea Edizioni BancaPopolare di Milano Ag. 7 IBAN: IT 43 Q 05584 01607000000048054 Inviaci via fax al n°02 58.11.11.16, ovia mail a [email protected], la fotocopia della ricevutadel versamento con il nome dell´inizia-tiva scelta e i tuoi dati personali com-pleti di un recapito telefonico e un'e-mail (codice fiscale e/o partita IVAobbligatori).

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IscrizioniDocente: Alessandro LanzaniQuanto costa: 720 euro Iva inclusa. La quota comprende: l'iscrizione allascuola, l'opera completa + 1 Workshoptecnico + l'esame finale (a Milano) perconseguire la certificazione. È possibileottenere più certificazioni con la stessaopera: per qualsiasi ulteriore informazio-ne contattare la segreteria corsi al nu-mero 02.58112828 o consultare il sitointernet:www.professionefitness.comEsami: colloquio orale.

Il corso a distanza per operatore difitness metabolico permette di rag-giungere obiettivi operativi altamentespecialistici, fornendo le basi necessa-rie teoriche e pratiche per realizzarepercorsi motori personalizzati in sicu-rezza per la sindrome metabolica:- ipertensione e malattie cardiovascolari;- soprappeso e obesità;- diabete;- artrosi e osteoporosi.Il corso si sviluppa in un'opera compo-sta da un volume + 8 DVD multime-diali con contributi tecnici:- audio mp3 con registrazioni e appro-fondimenti verbali;- video con filmati didattici e tecnici; - immagini a supporto dei testi;- testi con documenti interi o recensiti;- presentazioni con grafici e tabelle.

CONTENUTIStrumenti tecnici- Accreditamento istituzionale: “attivitàmotoria come prevenzione sociale”. - I soggetti metabolici: definizione delleprincipali parole chiave; sedentarismoe malnutrizione da eccesso, stili di vita. - Alfabetizzazione motoria, Fitness me-tabolico e Fitness terapia: tre livelli perun nuovo stile di vita.- Equilibrio funzionale, allenamentofunzionale: la grande gara della vitaquotidiana.- Fitness metabolico e diabete.- Fitness metabolico e obesità, sovrap-peso, anoressia e bulimia (strategie in-tegrative nel centro fitness).- Fitness metabolico e ipertensione,malattie cardiovascolari.- Fitness metabolico e apparato loco-motore: artrosi e osteoporosi.

OPERATORE DI FITNESS METABOLICO - Classificazione, approccio psicologicoe fidelizzazione del soggetto metabolico.- Classificazione e approccio dei sogget-ti sedentari, motori, sportivi, e agonisti.- Selezione e abstract della più recentebibliografia scientifica internazionalesul fitness metabolico. - Aspetti di marketing e gestionali: co-me si vende il fitness metabolico e conquali “pacchetti servizio”.- Formazione per lo staff di vendita: in-quadramento generale.

Step operativi - Inquadramento del soggetto e anam-nesi metabolica: un metodo di sicurezzaper l'operatore e il soggetto metabolico;- gli strumenti di misura: dai test tradi-zionali dello sport ai Fix metabolici spe-cifici; il tempo zero; - le misure sicure per la gestione deimetabolici;- strumenti di lavoro e unità motoriemetaboliche;- programmazione dell'attività motoria;- insegnamento dell'attività motoria;- strumenti di fidelizzazione: il passa-porto metabolico;

Esempi pratici - Come strutturare le prime ore di lavo-ro con i soggetti metabolici- Monitoraggio e verifica dei risultati- Codice deontologico- Manifesto del fitness metabolico.

L'apprendimento sarà supportatoda un servizio di assistenza on line ecompletato da una giornata diWorkshop tecnico, a scelta dellostudente, fra quelli proposti dallanostra Scuola di Formazione.

-LEARNINGcorso a distanza

ATTENZIONE: I DVD SONOFRUIBILI SOLO SU PERSO-NAL COMPUTER E NON SUMACINTOSH

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Il taping kinesiologico è utilizzato in am-bito sportivo prima, durante e dopo ilgesto atletico: prima, per preparare eprevenire e dopo per defaticare. Questatecnica innovativa si basa sulle naturalicapacità di “balance” del corpo, stimo-late dall’attivazione del sistema “neuro-muscolare” e “neuro-sensoriale”, sec-ondo i nuovi concetti di Neuroscienza. Ilmetodo scaturisce dalla scienza dellachinesiologia. Si tratta di una tecnicacorrettiva meccanica e/o sensoriale,che favorisce una migliore circolazionesanguigna e linfatica nell’area datrattare. Nella fase di recupero il tapingkinesiologico si applica per migliorare lacircolazione sanguigna e linfatica,ridurre l’eccesso di calore e disostanze chimiche presenti nei tes-suti, ridurre l’infiammazione. Il tapingkinesiologico mira a: azionare i sistemianalgesici endogeni; stimolare il sistemainibitore spinale e il sistema inibitore dis-cendente; correggere i problemi delle ar-ticolazioni; ridurre gli allineamenti impre-cisi causati da spasmi e muscoli accor-ciati; normalizzare il tono del muscolo el’anormalità di fascia delle articolazioni;migliorare il ROM.

A chi è rivolto?Laureati in Scienze Motorie, diplomatiISEF, studenti e personal trainer

PROGRAMMA28 aprile- Storia del taping kinesiologico,l’evoluzione dei materiali.- Generalità sui meccanismi di appli-cazione, tecniche base per l’appli-cazione del nastro.- Lo screening test; le controindicazioni- Le tecniche correttive: meccanica; lin-fatica; funzionale.- Applicazioni pratiche alla spalla.- Applicazioni pratiche per i principalimuscoli:1) arto superiore (deltoide, trapezio,

piccolo e grande rotondo, grande pet-torale, grande e piccolo romboide,tricipite brachiale, bicipite brachiale, bra-chioradiale, supinatore, pronatore roton-do, pronatore quadrato, pronatore lun-go, estensore lungo del pollice, esten-sore del dito mignolo;2) collo (scaleno anteriore e posteriore,sterno-cleido-mastoideo. Muscoli delcapo, lungo del collo.- Controindicazioni.- Domande e conclusioni.

29 aprile- Applicazioni pratiche per i principalimuscoli:3) tronco: gran dorsale, trapezio inferi-ore, retto addominale, obliquo addomi-nale interno ed esterno, diaframma, ileo,paravertebrali.4) arti inferiori: grande gluteo, medio epiccolo gluteo, tensore della fascia lata,sartorio, adduttori, piriforme, quadricip-ite del femore, posteriori della coscia,soleo e gastrocnemio, estensore lungodell’alluce, peronei, lungo estensore delpiede, flessore breve dell’alluce.5) zona lombare: sacro spinali, lom-bosacrali.- Applicazioni pratiche di correzione fun-zionale sportiva:a) spalla;b) polso;c) gomito;d) ginocchio;e) caviglia;f) colonna lombare e cervicale.- Discussione e prova pratica.Test di valutazione.

Durata del corsoIl corso è articolato in 2 giorni per un to-tale di 16 ore, il 28 e 29 aprile.Orari- inizio lezioni ore 9- pausa pranzo alle ore 13- inizio lezioni ore 14- fine lezione ore 18.Dove: Milano.

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TAPING KINESIOLOGICO IN TRAUMATOLOGIA SPORTIVACON SPECIFICO RIFERIMENTO ALLA PREVENZIONE DEITRAUMI E DELLA FATICA, NELLA GESTIONE DELL'ATLETA INPALESTRA E IN CAMPO

CORSO da sabato 28 aprile

CORSO DI DI FORMAZIONE PER L'APPLICAZIONE DEL

guarda il videoIscrizioni

Quanto costa: 449 euro entro il 31gennaio; 489 euro per iscrizionisuccessive. Prezzi Iva inclusa.La quota è comprensiva di:- 30 euro di iscrizione alla scuola(validità annuale)- opuscolo informativo - 3 nastri elastici e un paio di forbici perle prove pratiche,- materiale informativo con trattamentodi casi clinici- attestato di partecipazioneModalità di pagamento- Versamento postale: Conto correntepostale n° 26993204 Intestato ad AleaEdizioni, via Sapeto, 5 20123 Milano- Bonifico bancario: CC 48054 intesta-to a: Alea Edizioni Banca Popolare diMilano Ag. 7Codice IBAN: IT 43 Q 05584 01607000000048054Inviare via fax al n°0258111116, o viamail a [email protected], la fotocopia della ricevuta delversamento con il nome dell´iniziativascelta e i dati personali completi di un re-capito telefonico e un'e-mail (codice fis-cale e/o partita IVA obbligatori).Prossima edizione di questo corso:23 e 24 giugno

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DIPLOMI E ATTESTATIOgni corso prevede un esame finale alquale potrai accedere frequentando al-meno l’80% delle lezioni teoriche. Il votoche otterrai sarà espresso in centesimi:60/100 è la votazione minima necessariaper ottenere il diploma rilasciato daProfessione Fitness e riconosciuto daUisp sport per tutti, comitato di Milano,ente di promozione sportiva riconosciutodal CONI. A ogni master, frequentando al-meno l’80% delle lezioni, otterrai un at-testato di partecipazione rilasciato daProfessione Fitness e riconosciuto daUisp sport per tutti, comitato di Milano,ente di promozione sportiva riconosciutodal CONI. Ogni stage è un’iniziativamonotematica di una giornata al terminedella quale otterrai un attestato di parte-cipazione rilasciato da ProfessioneFitness e riconosciuto da Uisp sport pertutti, comitato di Milano, ente di pro-mozione sportiva riconosciuto dal CONI.

Alessandro LanzaniDirettore scuolaFrancesco CapobiancoResponsabile scuolaDavide FogliadiniMassofisioterapista, personal trainerEdoardo LanzaniMedico ortopedico, esperto in rieducazione funzionaleDavide GirolaMedico, esperto in riabilitazionecardiologicaRoberto DaganiLaureato in scienze motorie,massofisioterapistaAndrea ScalaLaureato in scienze motorie, personal trainer,

MODALITÀ DI ISCRIZIONELa quota di partecipazione ai corsi comprende il materiale didattico, l’accesso alle

lezioni e il diploma o attestato di partecipazione. Per iscriverti puoi venire di persona

presso la nostra sede amministrativa in via Orseolo n°3 a Milano, oppure puoi scegliere

una tra le seguenti modalità:

• Versamento sul conto corrente postale n°26993204 intestato ad Alea Edizioni - via

Sapeto 5, 20123 Milano

• Bonifico bancario sul conto corrente n°48054 intestato ad

Alea Edizioni- Banca Popolare di Milano Ag. 7 –IBAN IT 43 Q 05584 01607 00000

0048054; in entrambi i casi è necessario inviare via fax la fotocopia del versamento

postale o del bonifico bancario segnalando il nome dell’iniziativa scelta, i dati personali,

il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-mail al fax n° 02.58111116.

• Assegno bancario non trasferibile intestato ad Alea Edizioni, da inviare, unitamente al

nome dell’iniziativa scelta, i dati personali, il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-

mail, tramite posta prioritaria a Professione Fitness via Orseolo 3 - 20144 Milano.

SEGRETERIA ORGANIZZATIVAPer ogni informazione la nostra segreteria organizzativa è sempre a tua disposizione. Ci

trovi presso Professione Fitness in via Orseolo, 3 Milano. Il nostro numero di telefono è

0258112828, fax 0258111116, e-mail [email protected]. La fermata

più vicina della metropolitana è MM S. Agostino sulla linea verde. Ci trovi dal lunedì al

venerdì, dalle 9.00 alle 18.00

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Serenella LattanzioAvvocato, esperta in normative tributarieLuca MazzottiDottore commercialistaAndrea MediciPreparatore atletico, esperto in osteopatiaGianni MontagnaTrainer, esperto in alimentazione eintegrazioneAndrea GianesellaLaureato in scienze motorie,Presenter di discipline musicaliFrancesca DegasperiPresenter di disciplinemusicaliCorrado CeschinellliSociologo, naturopata, preparatoreatletico ed esperto in comportamentialimentari

I NOSTRI DOCENTI

ANNULLAMENTI E RINUNCELa Scuola di Professione Fitness si riserva il diritto di annullare le iniziative in programma

qualora non si raggiunga il numero minimo di iscritti, provvedendo in tal caso al rimborso

totale delle quote già corrisposte. In caso di rinuncia, la Scuola di Professione Fitness

provvederà al rimborso parziale della quota corrisposta secondo le modalità indicate nel sito

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LA SCUOLA DI PROFESSIONE FITNESS

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Allenamento

Su 15 casi analizzati di doping di atleti di pallacanestro avvenutitra il 2006 e il 2008 in tutta Europa, vi sono stati casi avvenuti inGermania, in Turchia, in Italia, in competizioni europee; tra lesostanze riscontrate nei casi analizzati, vi è una netta prevalenzadi cannabis, con 10 casi sui 15 considerati.

CON LINK DI APPROFONDIMENTO

Il doping nella pallacanestropallacanestroIl doping nella

di Rebecca Tomatis [email protected]

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Allenamento

ANALISI DELLA PRESTAZIONEPer comprendere le classi di farmacie le sostanze dopanti che possonoessere utilizzate in uno sport comela pallacanestro, è importante ana-lizzare i fattori e le determinanti dinatura fisica, fisiologica,tecnico/tattica e psicologica chepossono influire sulla prestazionee sul risultato sportivo. Bisognaquindi definire e costruire un “mo-dello della prestazione” dello sport inquestione. Per questo si analizzanoprincipalmente i meccanismi ener-getici coinvolti nello sforzo specificoe le capacità meccanico-muscolaricaratterizzanti la prestazione. Il ba-sket è definito come uno sport disituazione e catalogato, dal puntodi vista bioenergetico, a impegnoaerobico-anaerobico alternato.Nel muscolo le riserve energetichesono poche, quindi vengono forma-te in continuazione. Il nostro organi-smo è in grado di produrre energiameccanica dalla trasformazione dienergia chimica, con produzione diATP (adenosintrifosfato). Questaenergia può essere prodotta attra-verso tre diversi meccanismi: aero-bico alattacido (con elevata produ-zione di energia e utilizzo di O2);anaerobico lattacido (senza l’utilizzodi O2 e con produzione di acido lat-tico come scarto, che verrà poi riuti-lizzato nel ciclo di Cori); anaerobicoalattacido (senza l’utilizzo di O2 esenza produzione di acido lattico,ma basse quantità di energia) in ba-se al tipo di sforzo a cui viene sotto-posto l’organismo. Nella pallacane-stro intervengono in modo con-temporaneo, ma con percentualidi utilizzo diverse, sia il sistemaenergetico anaerobico alattacido(nella componente di gioco quali:salti, sprint, spostamenti brevissimie a elevata velocità), sia il sistemaaerobico alattacido (corsa a bassavelocità, recuperi e pause). La com-ponente del sistema anaerobico lat-tacido sembra sia da considerarsisolo occasionalmente utilizzata, an-che se ci sono grosse diversità tra li-velli di qualificazione, sessi e ruoli:nelle basse categorie è probabileche vi sia un maggior dispendio di

Sono numerosi gli eventi chehanno caratterizzato la pre-sa di coscienza del feno-meno doping a livello mon-

diale, a partire dal 1904 quandoThomas Hick vinse la maratona diSaint Louis assumendo uova crude,stricnina e brandy in gara, senza ri-cevere alcuna accusa o deferimen-to. È necessario però un salto tem-porale al 1967 per assistere alla pub-blicazione da parte del CIO, ilComitato Olimpico Internaziona-le, della prima Lista di SostanzeProibite. Dal 2004 la Wada (WorldAnti Doping Agency) è direttamen-te responsabile della sua stesura: es-sa identifica le sostanze e i metodiproibiti in competizione, fuori com-petizione e quelli proibiti solo in alcu-ni sport. È sanzionato come dopingnon solo la presenza di una so-stanza vietata nel campione bio-logico di un atleta o l’uso di unmetodo proibito ma viene anchepunita la mancata presentazionea un controllo o la manomissionedei campioni biologici. E rientranell’accusa di doping il possesso oil traffico di sostanze dopanti, an-che da parte di non-utilizzatori, cosìcome la somministrazione a un atle-ta, da parte di terzi, di una qualunquesostanza o metodo proibito. I con-trolli anti-doping sono effettuati in 35laboratori accreditati dalla WADA: inItalia vi è un solo laboratorio ac-creditato, situato a Roma presso ilcomplesso dell’Acqua Acetosa.Ogni laboratorio deve garantire lastrumentazione necessaria per il ri-conoscimento di tutte le sostanzedopanti nei campioni. I primi dati sta-tistici relativi ai controlli effettuati perconto del CONI in Italia risalgono al1987, ma solo dal 1990 la Federa-zione Italiana Pallacanestro viene in-serita tra le federazioni sottoposte acontrollo. Su 15 casi analizzati di do-ping di atleti di pallacanestro avvenu-ti tra il 2006 e il 2008 in tutta Europa,vi sono stati casi avvenuti inGermania, in Turchia, in Italia, incompetizioni europee; tra le sostan-ze riscontrate nei casi analizzati, vi èuna netta prevalenza di cannabis,con 10 casi sui 15 considerati.

energia, quindi un maggior impegno“fisico” a discapito dell’aspetto tec-nico-tattico; così come le donnehanno una intensità di gioco inferio-re, quindi sicuramente un impegnodi tipo “lattacido” scarsissimo.I muscoli sono il motore del nostroorganismo e necessitano di energiaper funzionare. Nel muscolo sonopresenti quantità limitate di ATP, mo-lecola che consente di trasformarel’energia chimica contenuta negli ali-menti in energia meccanica. La pro-duzione di ATP può avvenire in mo-do aerobico o anaerobico: si parla dimeccanismo aerobico quando laproduzione avviene in presenza diossigeno, di meccanismo anaerobi-co quando avviene in assenza di os-sigeno. I meccanismi aerobici eanaerobici funzionano in parallelo,cioè contemporaneamente: a se-conda del tipo di sforzo alcuni di es-si prevalgono sugli altri.

L’EVOLUZIONE DEL GIOCOPer definire il modello della pre-stazione e l’impegno fisiologicodel giocatore, non possiamo tra-scurare la struttura della gara: es-sa ha avuto negli ultimi venti anni,numerose modifiche regolamentari.Dal biennio 2000/2001 è stata intro-dotta la riduzione del tempo a dispo-sizione sia per concludere un’azionedi gioco (da 30 sec a 24 sec) sia persuperare la propria metà campo (da10 sec a 8 sec) accentuando le ca-ratteristiche di impegno energeticodel gioco, con aumento della velo-cità dello stesso per spostamentipiù repentini, più scatti e sprint.Tuttavia, sono aumentate anche lepause (con l’inserimento di quattrotempi di gioco da 10 minuti al postodi due tempi da 20 minuti, con inter-ruzioni tra i tempi, e un aumento delnumero di time-out): è quindi varia-to il rapporto gioco-pausa dellepartite. Tutte queste modificazioniregolamentari hanno influito sul gio-co e, a monte, sulla programmazio-ne dell’allenamento; non si può rite-nere banale la richiesta di compiereun’azione o un gesto tecnico ridu-cendo il tempo a disposizione del20%. L’evoluzione del gioco negli

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se S1 della Lista di sostanze proibitee hanno azione anabolica; aumenta-no la sintesi proteica e diminuisconoil catabolismo. Gli steroidi anaboliz-zanti di sintesi sono quelli più utiliz-zati dagli atleti e tra questi troviamolo stanazololo, il metenolone e glisteroidi iniettabili come il testostero-ne enantato. Hanno numerosi effetticollaterali che necessitano la som-ministrazione di ulteriori farmaci peressere celati. Gli steroidi anaboliz-zanti sono utilizzati ciclicamenteda quei giocatori che possonobeneficiare da un aumento dellaforza e della massa muscolareanche a discapito della rapidità.Cannabis: ha effetti che variano dasoggetto a soggetto e le differenzesono dovute, oltre che alla dose e al-la via di somministrazione, anche al-

Allenamento

le caratteristiche e alle aspettativedel consumatore; determina effettisedativi, come sonnolenza, difficoltàdi concentrazione, confusione, maanche stimolanti, come una blandaeuforia e sensazione di benesserediffuso. Il suo impatto sulla presta-zione è negativo poiché non hapotere ergogenico, altera le capa-cità di concentrazione e attenzio-ne e altera le percezioni spazio-temporali e la psicomotricità.

CONCLUSIONIDalle sentenze di doping nell’ambitocestistico degli ultimi anni, si può af-fermare che il basket non appar-tiene alla categoria di sport a ele-vato potenziale di doping. Non sievidenzia in questo ambiente un do-ping massivo, probabilmente per-

ultimi decenni ha portato dunquea modifiche sull’impegno meta-bolico e fisiologico richiesto al-l’atleta, ma ci sono altri fattori daconsiderare: oggi si gioca un mag-gior numero di partite, con un nu-mero ridotto di tempi e giorni di ri-poso; gli interessi mediatici, eco-nomici e le “pressioni psicologi-che” esterne variano in base al li-vello, ma convivono con lo sport.Potrebbe sembrare azzardato met-tere a confronto i campioni del pas-sato con quelli di oggi, ma serve aevidenziare quanto l’atleta, soprat-tutto di alto livello, abbia bisogno direquisiti fisici differenti, oltre a unapreparazione atletica, un equilibrioalimentare e persino di un allena-mento “della mente”: PierluigiMarzorati ha iniziato la sua carrieranel 1969, in media all’anno giocava55 partite per un monte ore settima-nale di allenamento pari a 12;Andrea Bargnani, giocatore ancorain attività, gioca in media (nel cam-pionato NBA) 100 partite ogni annoe si allena in media 20 ore a settima-na. Lo sport si è evoluto, così comela scienza e anche la farmacologiaapplicata allo sport: ricondurre tuttoal doping sarebbe semplicistico ecomunque errato.

COCAINA, STEROIDI E CANNABISLe sostanze dopanti maggiormenteriscontrate nei casi presi in esamesono la cocaina, gli steroidi anaboliz-zanti androgeni e la cannabis. È pos-sibile, analizzando le caratteristichedelle sostanze, determinare lo scopodel loro utilizzo in ambito di gara. Cocaina: ha azione stimolatoria sulSNC e agisce inibendo il meccani-smo di reuptake di dopamina e inmisura minore di noradrenalina e se-rotonina. Moderate dosi determina-no euforia, aumento dell’attenzionee della vigilanza, diminuizione dellasensazione di fatica e di fame.Riguardo la prestazione sportiva diun giocatore di pallacanestro, la co-caina aumenta il livello di concen-trazione in gara e diminuisce ilsenso di fatica.SAA (Steroidi AnabolizzantiAndrogeni): appartengono alla clas-

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R E B E C C ATOMATIS

Classe 1983, laureata in Farmacia,inizia la carriera cestistica nellaPallacanestro Femminile Vercelli, eapproda poi in B1 Nazionale con lamaglia della Cestistica Savonese edella New Basket Albisole.Attualmente è tesserata per le StarsNovara. È Allenatore di base eIstruttore MB per la FIP.

ché il riscontro effettivo della presta-zione “truccata” di un singolo nonpuò affermarsi all’interno di un giocodi squadra, costruito da equilibri elavoro in allenamento. Evidentemen-te nel basket, gioco che richiedeuna grande componente menta-le, l’impiego anche saltuario disostanze in grado di alterarel’equilibrio psico-fisico risulta as-sai controproducente sotto moltiaspetti: il riscontro di un crescentenumero di casi di positività alla can-nabis è tuttavia lo specchio dell’au-mentato utilizzo di questa sostanzanella società moderna, soprattuttonelle fasce di età più giovani, corri-spondenti al periodo di attività ago-nistica, impiego perciò che superal’ambito sportivo per coinvolgerepiù che altro la sfera esistenzialedell’individuo.

BIBLIOGRAFIAArcelli E., Acido lattico e prestazione,Cooperativa Dante Editrice, Vigevano, 1995Chatard J. C., Allenamento e recupero,Torgiano (PG), Calzetti & Mariucci, 2008Donati A., Sette A., Campioni senza valore,Firenze, Ponte Alle Grazie, 1989Ghizzo M., …Per quelli che il doping…,Milano, Libreria dello Sport, 2001Giorgi M., Steroidi anabolizzanti nello sport,Pisa, Edizioni Plus, 2005Govoni S., Frattola L., Racagni G.,Smeraldi* E., Neuropsicofarmacologia,Torino, UTET, 1998Nelson D. L., COX M. M., I principi di biochi-mica di Lehninger, Bologna, Zanichelli, 2006Rossi F., Cuomo V., Riccardi C.,Farmacologia, Torino, Edizioni MinervaMedica, 2005 Silverthorn D. U., Fisiologia Umana, Milano,Casa Editrice Ambrosiana, 2005Benelli P., Analisi dell’impegno fisiologicodel giocatore di basket in relazione all’im-pegno tecnico, www.fip.itBenelli P., Martelli G., La valutazione fun-zionale del giocatore di basket: i presuppo-sti fisiologici, www.fip.itColli R., Modello di prestazione metabolicoe meccanico muscolare del gioco e del gio-catore, Corso Preparatori fisici basket FIP,Norcia, 2007Pasini G., Tuttosport, L’evoluzione dellaspecie, 20 Novembre 2009 pag. 22, 23Disciplina della tutela sanitaria delle attività

sportive e della lotta contro il doping Legge14 dicembre 2000, n° 376, GazzettaUfficiale n° 294 del 18 Dicembre 2000Internal Regulations Governing Anti-Doping2009, International Basketball Federation,2009Regolamento Sanitario, FederazioneItaliana Pallacanestro, allegato n°2, delibe-razione 25 Maggio 2009, n° 122.

SITOGRAFIAwww.coni.itwww.fip.itwww.wada-ama.comwww.fiba.comwww.salute.gov.itwww.antidoping.piemonte.itwww.commissionesanitaria.fip.itwww.tuttobasket.net

Allenamento

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Allenamento e rehab

I test funzionali possono essere predittivi delle lesionitraumatiche da sport. Sono utilizzati anche nella fasepre-season della stagione sportiva, per “intercettare”atleti ad alto rischio di infortunio. Alcuni metodi divalutazione clinico/funzionale presenti in letteratura,non solo offrono una fotografia statica e dinamicadell’allineamento posturale, ma indicano il ragiona-mento terapeutico su cui basare una corretta prescri-zione dell’esercizio fisico, mirata in maniera specificaalla risoluzione delle patologie osteo-mio-articolariche affliggono lo sportivo. Tra i numerosi test validatidalla letteratura, il “Navicular drop test” è una misuraclinica/funzionale atta a valutare la “deformazionebiomeccanica del piede” e, più specificamente,valutare la funzione dell’articolazione talo-navicolare.

di Antonio Pintus e Rosario D’Onofrio

NavicolarDrop Test

e allineamento dell’arto inferiore

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4) da +5 a +9 pronato5) oltre + 10, estremamente ilpronato.Il FPI si correla con lo sviluppo di pa-tologie da overuse dell'arto inferioree, in particolar modo, un’eccessivapronazione può correlarsi conun’osteoartrite mediale del ginoc-chio. Un lavoro Barton (3) mette inevidenza come il Foot posture index(FPI) possa offrire interessanti spuntidi riflessione clinica in individui con“Patellofemoral Pain Syndrome”(PFPS) che presentano un’eccessi-va pronazione del piede. La valuta-zione della mobilità del piede è stataaccostata recentemente al“Navicular drop” o al “Navicular drifttest”. Brody (4) fu tra i primi autori(1982) a descrivere il “NavicolarDrop Test” (NDT) (figura 2) correlan-dolo con l’iperpronazione e le pato-logie da sport nei runners.

L’analisi di test funzionali con-corre in maniera estrema-mente importante alla stesu-ra di una programmazione

anche di strategie preventive atte aridurre, tra l’altro, il sostanziale ri-schio, estremamente frequente, dire-injury. Tra i numerosi test validatidalla letteratura, il “Navicular droptest” è una misura clinica/funzionaleatta a valutare la “deformazione bio-meccanica del piede” e, più specifi-camente, valutare la funzione del-l’articolazione talo-navicolare (1).Possiamo affermare che un’ecces-siva pronazione del piede con-corre ad alterare la fisiologicabiomeccanica dell’arto inferiore,tanto da essere predittivo per pa-tologie da overuse, in particolarmodo in sportivi che praticano “wal-king & running” e per una moltitudi-ne di pattern di lesione come patellofemoral pain, low back pain, o un lo-cal pain riferito all’arto inferiore (2).

POSTURA DEL PIEDE E MISURE DIAFFIDABILITÀ DEL NAVICULARDROP TESTLa correlazione tra postura e mobili-tà del piede non è stata ben eviden-ziata dalla letteratura. I l “FootPosture Index” (FPI) (figura 1) è indi-cato, in clinica, dalla letteratura, co-me un metodo di valutazione ve-loce e semplice per classificare lapostura del piede sui tre piani del-lo spazio: trasverso, sagittale efrontale. Lo score index è basato su6 items quotati da -2 a +2: 1) da - 5 a - 12, estremamente su-pinato2) da - 1 a - 4, supinato 3) da 0 a + 4, normale

Il Navicular Drop Test (NDT) è usatoestesamente nella quotidianità clini-ca come test valutativo atto a sti-mare la mobilità del piede e inparticolar modo la funzione del-l'arco longitudinale mediale. Inun'analisi di cinematica dell'osso dinavicolare, Cornwall e McPoil dimo-strarono che l'osso navicolare nonsolo si muove in direzione verticaledurante la fase di appoggio del pas-so, ma anche in direzione medio-la-terale, specialmente durante la fasefinale della stance fase (5).Questo consente di attenuare le sol-lecitazioni lesive nella fase del “MidSwing” (oscillazione intermedia) delGait Cycle (ciclo del passo) e di as-sumere il ruolo di leva rigida, duran-te la fase propulsiva (figura 3) del “di-stacco dell’avampiede da suolo”.L'arco longitudinale mediale (MLA)gioca un ruolo importante nello“shock absorbance”, in particolarmodo durante la corsa.

L'arco mediale nelle donne, ri-spetto agli uomini, è caratterizza-to da una maggior morbidità dellestrutture muscolo-legamentose,con una consequenziale tenden-za alla iper-pronazione, che puòessere correlabile con un valgo diginocchio. In letteratura si evidenziaun link tra incremento dell’età ana-grafica e rigidità dei tessuti molli del-l’arco plantare mediale. Esiste an-che un rapporto strutturalmente fi-siologico tra l'indice di altezza del-l'arco mediale e la sua rigidità: mag-giore è l’indice di altezza, mag-giore sarà la rigidità dell’arcoplantare mediale. Questi cambia-menti conducono inevitabilmente auna limitazione della funzionalità bio-meccanica stessa del piede. Una ri-gidità dell’arco mediale predispone,durante le varie fasi del Gait (figura4), a un incremento ascendente del-le modificazioni posturali adattative.

Allenamento e rehab

Figura 1. Il “Foot Posture Index”

Figura 3. Propulsive “Stance Phase” del Gait

Fig. 2. 1) Mettere il soggetto in posizione sedu-ta, coi piedi su una superficie piana e il ginoc-chio flesso a 90°. (2) Determinare la posizionesub talare neutra. (3) Identificare e marcare ilpunto prominente del tubercolo navicolaremantenendo sempre una posizione neutra subtalare. (4) Con una index card messa sul pavi-mento e medialmente, all’arco mediale marcareil livello della tuberosità dell’osso navicolare (5).Istruire l’atleta a stare in piedi senza cambiarela posizione del piede con il peso del corpo dis-tribuito ugualmente su entrambi i piedi. (6)Rimarcare la nuova posizione della tuberositàdell’osso navicolare . (7) calcolare la distanza inmillimetri tra l'altezza originale del navicolare, inposizione seduta (col STJ in neutrale) e la suc-cessiva valutata in posizione ortostatica.

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nocchio o in momenti di valgo, ele-vano enormemente lo stress tensio-nale sul legamento crociato anterio-re. Woodford-Rogers e coll. (12) os-servarono in soggetti con lesioni dellegamento crociato anteriore unacorrelazione importante con un’ec-cessiva pronazione del piede, valu-tata attraverso il “Navicolar DropTest. Si pensa che un aumentocompensativo della rotazione ti-biale interna si associ a una “sub-talar pronation” eccessiva duran-te la corsa, creando uno stressrotatorio sull’articolazione del gi-nocchio che sfocerà in un “over-loading”. Questo concetto è con-fermato da altri studi, che hanno di-mostrato un incremento del caricosul legamento crociato anteriorequando un picco di forza in rotazio-ne interna è associato a una ipere-stensione del ginocchio. In queste“condizioni biomeccaniche” il caricosul legamento crociato anteriore èsostanzialmente più alto rispetto aquando momenti di valgo o di piccodi rotazione interna sono applicatisingolarmente. Possiamo quindi af-fermare che l’insieme delle attualievidenze scientifiche suggerisce chemomenti di iperpronazione delpiede possono promuovere an-che un valgo adattativo il quale,durante momenti gestuali sportivicome manovre di cutting o sidestepping, sviluppa un notevole in-cremento delle “anterior shearforce”. Gli effetti dell’iperpronazionepossono incidere negativamentesull’espressività biomeccanica an-che in soggetti con instabilità capsu-lo-legamentosa del ginocchio, sicu-ramente maggiore relativamente allaperdita delle componenti meniscali.Il legamento crociato anteriore con-trolla l'eccessiva rotazione tibiale in-terna e stabilizza il ginocchio in as-sociazione ai menischi e alle altre li-mitazioni secondarie. McClay e Manal (13) riportarono unamaggiore rotazione interna della ti-bia durante la corsa in soggetti conun piede eccessivamente pronato(11.1 + 3.5° contro 8.9 + 2.5° per icontrolli). Una pronazione ecces-siva, oltre a un decremento della

Allenamento e rehab

Possiamo quindi affermare come lapositività del NDT sia associata, co-me descritto da Loudon JK, (6) conuna certa frequenza, a lesioni del-l’apparato muscolo scheletrico del-l'arto inferiore.

MISURE E AFFIDABILITÀSempre Loudon (6) riportò la mediadei valori in piedi, ovvero in catenacinetica chiusa, del “Navicolar DropTest”:a) minimo (6 mm) b) normale (6 a 9 mm)c) alto (+ 9 mm). Uno Studio (4) evidenziò come lamedia dei valori nel Navicolar DropTest in adulti sani, oscilli da 3.6 a 8.1mm. Recentemente McPoil (7) hadato la definitiva classificazione dellemisurazioni del Navicolar Drop Testdurante le varie fasi del Walking, so-stenendo come una differenza di va-lore <3 mm, rientri in parametri fisio-logici.

RELAZIONE TRA ARTO INFERIOREE IPERPRONAZIONE DEL PIEDEUno studio di De Larcerda F. (1980)mise in risalto come, nei runners, il77% (164 su 213) delle lesioni cap-sulo-legamentose al ginocchio furo-no riferite, nel 43%, a un’anormaleposizione del piede, identificandonel 34% come valore causativo datoun’eccessiva pronazione 34% (8).Un non corretto allineamento del-l'arto inferiore, sia statico chesuccessivo adattativo dinamico,è stato proposto come un fattoredi rischio di patologie da overuse.Queste anormalità biomeccanichepossono creare momenti, o megliopicchi, di over stress in un punto del-

l'area prossimale o distale dell'artoinferiore, predisponendo di fattol’atleta a patologie da overuse du-rante il running o il walking (9) .Durante il ciclo del passo, l'arto infe-riore funziona come un sistema acatena cinetica chiusa (10): l’eccessi-va pronazione del piede diventa, so-prattutto nei runners, un chiaro fat-tore causativo per scompensi po-sturali ascendenti. Un’iperpronazio-ne del piede si correla a un’incre-mento dell'angolo Q, sfociandosempre più spesso, come eviden-ziato dall’ampia letteratura, in una“Patellofemoral Pain Syndrome. Unpiede eccessivamente pronato,quindi, è stato visto dai clinici comeun possibile problema strutturalebiomeccanico che può causare“low back pain”, “knee pain”, “hippain”, “foot pain”. Un’anormalepronazione ha un'influenza significa-tiva su specifiche aree duranteespressitivà gestuali ripetitive ese-guite della catena cinetica chiusa.Dahle (11) trovò come il dolore ante-riore di ginocchio si correlasse, ingiocatori di football americano, conun piede pronato o un piede supina-to, comparato con un piede neutroo meglio biomeccanicamente benstrutturato. Viene messo ulterior-mente in risalto come un aumentocompensativo nella rotazione ti-biale interna si accompagni a unaeccessiva pronazione sub-talaree incremento dello stress rotato-rio sull’articolazione del ginoc-chio durante la corsa. Quandoquesti momenti di rotazione interna,causati da un’iperpronazione, sonoapplicati in combinazione conun’iperestensione o recurvato del gi-

Figura 4 . Le fasi del Gait Cycle

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Visual assessment of foot type and relationship offoot type to lower extremity injury. J Orthop SportsPhys Ther. 1991;14:70–412. Woodford-Rogers B, Cyphert L, Denegar CR.Risk factors for anterior cruciate ligament injury inhigh school and college athletes. J Athl Train1994;29(4):343–346.13. McClay I, Manal K. Coupling parameters in run-ners with normal and excessive pronation. J ApplBiomech. 1997;13:109 –124.14. Rasmus G Nielsen, Determination of normalvalues for navicular drop during walking: a newmodel correcting for foot length and genderJournal of Foot and Ankle Research 2009, 2:12

flessibilità del tendine diachille, condurrà a un in-cremento della flessionedi ginocchio durante la fa-se del passo elevando,così notevolmente l’indi-ce di infortunabilità.Negli sport di salto, unamaggiore limitazione dellarotazione interna dell’anca eun positivo Navicolar DropTest contribuiscono a unamaggiore espressività delvalgo adattativo del ginoc-chio durante le fasi di atter-raggio dopo un salto. Siconsidera, in letteratura, cheuna disfunzione funziona-le dell'arco mediale longi-tudinale stimoli quello chenella letteratura sportiva èdefinito “Valgus Collapse”del ginocchio. Studi pre-senti in letteratura suggeri-scono che il movimento delginocchio sul piano frontalesia influenzato da allineamenti dellearticolazioni prossimali e distali edalle caratteristiche meccanichedelle stesse. Una limitazione dellapronazione del piede è data da unarestrizione di mobilità sia dell’artico-lazione tibio-tarsica che della rota-zione interna dell’anca.

CONCLUSIONI Così come evidenziato da Neilsen(14) in un articolo del 2009, i lNavicular Drop Test è una misura cli-nica atta a valutare la funzione del-l'arco longitudinale mediale del pie-de, che consente di prevenire le im-portanti correlazioni evidenziate dal-l’ampia letteratura con patologie daoveruse e lesioni del legamento cro-ciato anteriore.

BIBLIOGRAFIA1. Vinicombe, A. et al., (2001) J AM Podiatr MedAssoc 91, 262-268. Muller, M.J., et al., (1993) JAM Podiatr Med Assoc 83(4), 198-202.2. Bennett JE, Reinking MF, Pluemer B, Pentel A,Seaton M, Killian C. Factors contributing to the de-velopment of medial tibial stress syndrome in highschool runners. J Orthop Sports Phys Ther.2001;31:504–10.3. Barton et al. Relationships between the Foot

Posture Index and foot kinematics during gait inindividuals with and without patellofemoral painsyndrome Barton et al. Journal of Foot and AnkleResearch 2011, 4:104. Cornwall MW, McPoil TG: Relative movement ofthe navicular bone during normal walking. FootAnkle Int 1999, 20:507-5125. Brody DM. Techniques in the evaluation and tre-atment of the injured runner. Orthop Clin North Am.1982;13:541–558.6. Loudon JK, Jenkins W, Loudon KL. The relation-ship between static posture and ACL injury in fe-male athletes. J Orthop Sports Phys Ther.1996;24:91–97 7. Thomas G McPoil, Mark W Cornwall, LynnMedoff, Bill Vicenzino, Kelly Forsberg and DanaHilz, “Arch height change during sit-to-stand: analternative for the navicular drop test” , Journal ofFoot and Ankle Research, 20088. DeLarcerda F. The relationship of foot pronation,foot position, and electromyography ofthe anteriortibialis muscle in three subjecS with different his.tories of shinsplints. J Orthop Sports Phys Ther.1980; 2:60-64.9. Vogelbach WD, Combs LC. A biomechanical ap-proachto themanagement ofchronic lowerextremi-ty pathologies asthey relate to excessivepronation.Athktic Training, JNATA. 1987; 22:6-18.10.Donatelli R.Normal biomechanics of the foot andankle. J Orthop Sports Phys Ther. 1985; 7:91-95.11. Dahle LK, Mueller MJ, Delitto A, Diamond JE.

Allenamento e rehab

ROSARIO D’ONOFRIO

Dottore fisioterapista, diplomatoISEF, Master in Posturologia pressol’Università La Sapienza di Roma, èstato fisioterapista della NazionaleItaliana di Pallamano Senior A ma-schile e della Nazionale Italiana diBasket Femmini le senior A.Preparatore atletico e allenatore, èresponsabile recupero atleti infortu-nati della SS Calcio Napoli. Ha pub-blicato a oggi oltre 146 lavori scien-tifici, su riviste nazionali di interessespecifico nel campo della rieduca-zione e riabilitazione dello sport edella preparazione atletica; su que-sti stessi temi ha relazionato a oltre60 Congressi Nazional i e a 13Congressi Regionali, come “InvitedLecture”. È professore a contratto,docente di RiprogrammazioneMotoria e Performance Sportiva,CdL Magistrale in Scienze eTecniche del le Att iv i tà Motor iePreventive e Adattate, Corso diLaurea in Scienze Motorie, Facoltàdi Medicina e Chirurgia, Universitàdegli Studi di Roma Tor Vergata.

ANTONIO PINTUS

Preparatore Atletico Olimpic Marsiglia(Francia), già preparatore atleticoJunvetus FC, Udinese Chelsea, MonacòWest Ham United. Docente pressol’Università degli studi di Torino, Corsodi laurea in scienze motorie.

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ALLENAMENTO ESTETICO

Rivolto a quanti vogliono program-mare un’attività finalizzata al miglio-ramento dell’aspetto, fornisce metodid’allenamento, suggerimenti alimen-tari e di postura, consigli estetici.Ogni nozione è basata su uno studioapprofondito e sul continuo confrontocon l’applicazione pratica.

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FREE METHOD BIKE

Il free method bike è una metodicadi allenamento su bicicletta staziona-ria che ha come obiettivo principale ilvoler dare strumenti e mezzi per pro-grammare e arricchire nel tempoun’attività motoria clinica. L’intento èquello di guidare i lettori ad un usorazionale dell’attività, adattandola atutte le età, per il raggiungimento delbenessere psico-fisico.

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ELETTROSTIMOLAZIONE NUOVEFRONTIERE

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Fabio Aprile - Fabio PerissinottiAlea Edizioni 2001 Pag 144 - E 20,66

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IL DOLORE CERVICALE

Il manuale offre un’ampia panoramicadelle patologie più comuni nell’individuoadulto: la cervicalgia. Il volume è diviso intre parti: la prima, dedicata all’anatomia,alla fisiologia articolare e alla biomeccani-ca del tratto cervicale. La seconda, dedi-cata alle sindromi dolorose più comuni.Infine la terza parte che comprende alcu-ne schede pratiche di utilizzo in palestracontenenti gli esercizi più idonei in rela-zione alla sintomatologia dolorosa.

Claudio Corno Alea Edizioni 2003 pag. 128 Euro 21

CASI CLINICI IN PALESTRA In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali patologie del-l’apparato locomotore. Per ognuna di esse sono de-scritti anam-nesi ed esame obiettivo motorio, sono individuati i traguardi daraggiungere, sono tracciate le linee gui-da del protocollo di lavo-ro attraverso gli esercizi consigliati e quelli da evitareVOLUME 1: Sindrome della schiena dritta e scoliosi – Spondilolisi conlistesi – Agenesia del pettorale – Lussazione acromion claveare – Cifosi epetto carenato – Petto scavato – Paralisi ostetrica – Poliomielite – Fratturadi calcagno – Frattura di gomito – schiacciamento di un disco interverte-

brale – Artrosi d’anca – Lussazione di spalla –Rottura del retto femoraleAlessandro Lanzani - 1994 VOLUME 2: Calcificazione del tendine delsovraspinato - Correzione di varismo tibiale -Grave artrosi vertebrale - Strabismo di rotula -Ernia del disco in un culturista - Periartrite scapo-lo omerale - Artrosi di spalla grave -Lombarizzazione della 1° vertebra sacrale -Rifrattura di gamba - Dismetria degli arti inferiori- Rettificazione del tratto cervicale - Ginocchiorecurvato - Ernia discale intraspongiosa - Piede

cavo - Artrosi d’anca - PseudoartrosiAlessandro Lanzani - 1997 VOLUME 3: Rottura del menisco del ginocchio- Weight lifters syndrome - Condropatia di rotula -Lombalgia in discopatia L5-S1 - Rottura del lega-mento crociato anteriore del ginocchio - Recidiva didistorsione della caviglia - Pubalgia - Instabilità dispalla - Postumi di frattura di gomito - Distorsione

della colonna cervicale - Frattura di omero in unbody builder - Piede piatto - Lombarizzazionedella 1° vertebra sacrale - Rottura del tendined’Achille - Calcificazioni della tibiotarsicaRiccardo Gambaretti - 1998 VOLUME 4: Doppia frattura vertebrale daschiacciamento - Frattura con deformazione acuneo di L1 - Rachi-schisi cervicale -Emilombarizzazione subtotale di S1- Rottura esintesi del tendine rotuleo - Doppia spondilolistesicon artrosi vertebrale - Grave artrosi di ginocchio- Ipertrofia reattiva delle spine tibiali -

Rettificazione cervicale con grave artrosi - Lacera-zione del tendine distale del bicipite brachiale -Frattura di clavicola - Conflitto subacromiale indonna anziana - Rifrattura di ulna - Osteotomia dibacino in artrosi d’anca - Lesione dei legamentidella cavigliaEdoardo Lanzani - 1998VOLUME 5: Concussione coxofemorale epostumi da trauma - Calcificazione sottodeltoideain periartrite scapolo omerale - Degenerazionedel sovraspinato -Frattura tipo colles di radio -Protrusione discale L5 - S1 - Rettificazione deltratto lombare in soggetto giovane - Ernia espul-sa L3 - L4 - Frattura comminuta di tibia -Polifrattura costale e frattura clavicolare -Sindrome cervicale del manager stressato -Frattura del malleolo esterno - Spalla del tennista- Modificazione a cuneo del passaggio lombosa-crale - Frattura esposta di gamba - Os acetaboli- Pinzatura del tendine del sovraspinato

Davide Fogliadini, Alessandro Lanzani - 2005

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MAL DI SCHIENA

Il volume affronta il tema del mal dischiena in modo davvero esaustivo.Nella prima sezione guida il lettore alcorretto utilizzo della colonna nella vitaquotidiana e nella pratica sportiva. Laseconda parte raccoglie invece appro-fondimenti sulle patologie e sui mecca-nismi del dolore lombare.

Claudio Corno Alea Edizioni 2001pag. 256 - Euro 26

IL CORPO INDIVISIBILE

La vecchiaia non è una malattia. La gin-nastica per anziani non è uno sport.L’autore psicomotricista Giovanni Ghidiniillustra come strutturare un corso diginnastica per la terza età muovendosifra fisiologia ed emotività, anatomia epsicologia motivazionale, rieducazionefunzionale e programmazione dell’attivi-tà.

Giovanni Ghidini e Alessandro Lanzani Alea Edizioni pag. 112 – Euro 21

CRESCERE CON LO SPORT

Le attività fisiche praticate in età giova-nile contribuiscono allo sviluppo armoni-co dell’organismo, a patto che l’attivitàmo-toria sia corretta e adeguata allecaratteristiche psicofisiche del ragazzoe alla sua particolare fase evolutiva. Ilvolume vuole essere un supporto acompletamento del bagaglio tecnico eprofessionale di ciascun operatore spor-tivo che si trova a contatto con la realtàdell’allenamento giovanile.

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TRAINING IN ACQUA

Il libro affronta in prima analisi i principidel movimento in acqua, spiegandodettagliatamente i fattori che condizio-nano la prestazione. Nella secondaparte esplora le diverse possibilità diallenamento delle qualità motorie con esenza attrezzi, facendo riferimento apiù discipline sportive. .

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INTEGRATORI PER L’ATLETA

Una dietetica razionale negli sport puòcontribuire a migliorare la condizionefisica e psichica. Il volume considera lacategoria degli integratori suddividendolisecondo le finalità preminenti: plastiche,energetiche o di reintegro.

Giovanni Posabella Alea Edizioni 1999 Pag. 144 - Euro 21

TOTAL FITNESS IN ACQUARoberto Conti, professionista affermatodel fitness, trasferisce in questo volumetutti i segreti per realizzare lezioni di fit-ness in acqua: protocolli, metodi, diffe-renziazioni delle classi. Un manualeefficace, serio e completo per gestiretutte le opportunità del fitness inacqua.

Roberto Conti - Alea Edizioni 2004 pag. 128 Euro 21PLAYAGYM

Una disciplina ginnica innovativa, crea-ta appositamente per la spiaggia, pro-pone esercizi specifici sviluppati inarmonia con l’ambiente marino. In que-sto volume sono raccolte le informazio-ni relative all’insegnamento della gin-nastica in spiaggia e ai benefici psico-fisici che da questa si possono trarre.

Tiziana Scalambro Alea Edizioni 2002 pag. 160 - Euro 21

ACQUANTALGICA

L’acqua offre la possibilità di facilitarela ripresa funzionale motoria: da questopunto di vista la piscina è una strutturasportiva cui deve essere riconosciutauna grande valenza a carattere riedu-cativo e riabilitativo. Il volume proponeuna sorta di educazione al movimentocorretto in presenza di mal di schiena.Il libro contiene una sessantina di pro-poste fra esercizi e tecniche di “nuotoantalgico”.

Andrea Altomare - Alea Edizioni 2000 Pag. 128 - Euro 21

FITNESS IN ACQUA

Partendo dagli esercizi di base per tuttii distretti muscolari, il libro affronta lediverse metodiche d’allenamento inacqua, tra cui l’aerobica, le arti marziali,lo step e la kick boxe. Grazie a numero-se fotografie e schemi di lezione, ilvolume si caratterizza per un fortetaglio pratico. La parte finale è dedicataalle competenze dell’istruttore di fitnessin acqua. .

Paolo Michieletto e Giada Tessari Alea Edizioni 2004 - pag.224 Euro 26

COMPOSIZIONE CORPOREA

L’attenzione ai problemi della forma fisicaè importante per la sua componentesanitaria di prevenzione. L’attività all’inter-no del centro fitness necessita di un con-tinuo controllo dei risultati, per cui divieneessenziale poter certificare tramite proto-colli la qualità del servizio reso alla clien-tela. Il manuale intende suggerire metodi-che semplici e di basso costo per la valu-tazione della composizione corporea.

Sergio Rocco Alea Edizioni 2000 Pag. 128 - Euro 21

IL BENESSERE POSSIBILE

L'autore analizza aspetti fondamentalidella nostra esistenza: consapevolezzacome fondamento del benessere, alimen-tazione funzionale per la salute, attivitàfisica per la migliore condizione di forma.Il testo approfondisce temi importanti dialimentazione (come impostare i pasti,allergie e intolleranze alimentari ) e alle-namento (attività fisica per uno stile divita sano e come modello educativo,corsa e tonificazione).

Corrado Ceschinelli, Alea Edizioni 2008 pag 200 Euro 25

L’ALIMENTAZIONE DELL’ATLETA1 - GUIDA PRATICA

Partendo dai fondamentali aspetti teori-ci della fisiologia e della scienza ali-mentare, sono fornite indicazioni perstabilire il fabbisogno calorico quotidia-no dell’individuo e programmarne l’ali-mentazione. Immancabile una sezionesull’integrazione e una serie di consiglisul comportamento da adottare inoccasione di una gara.

Ubaldo Garagiola Alea Edizioni 1998 pag. 128 - Euro 23,24L’ALIMENTAZIONE DELL’ATLETA2 - TABELLE

Il secondo volume è l’applicazione prati-ca dei principi teorici delineati nelprimo. Vengono trattati dettagliatamentealcuni esempi di alimentazione perso-nalizzata per atleti agonisti e amatoriali,frequentatori di palestre, soggetti insovrappeso, giovani sportivi e over 60.

Ubaldo Garagiola Alea Edizioni 1998 pag. 96 - Euro 16

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Page 42: FitMed n°3/2012 Neck pain

ANATOMIA DELL'APPARATOLOCOMOTOREAnatomia in 3D con animazioni,filmati. Lo strumento per visualiz-zare, imparare e approfondirel'anatomia funzionale in modosemplice, facile e intuitivo. È indi-rizzato a medici, fisiokinesiterapi-sti, studenti e laureati in ScienzeMotorie, istruttori di fitness, per-sonal trainer e operatori sanitari ingenere.Un'opera che si compone di treCD, acquistabili separatamente (compatibile con i sistemiMacintosh e Microsoft Windows):

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FITNESS METABOLICO

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