FitMed n°1-2011

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Anno 3 numero 1 - gennaio La rivista online per i professionisti del settore Ginnastica Posturale TIB Propriocettività Equilibrio Coordinazione Fit medonline Forse non tutti sanno che… Gli esercizi principali Agenesia del pettorale Morfologia ed estetica ETTORALI P Visite mediche in palestra Evasione fiscale nel fitness

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is a monthly magazine aimed at updating professionals in the field of fitness and health, which produces original articles on methods of training, physiotherapy, nutrition, prevention and wellness, management, marketing and anything that can serve to the efficient and modern health e fitness club.

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Anno 3 numero 1 - gennaio La rivista online per i professionisti del settore

Ginnastica Posturale TIB Propriocettività Equilibrio Coordinazione

Fitmedo n l i n e

Forse non tutti sanno che… Gli esercizi principali

Agenesia del pettoraleMorfologia ed estetica

ETTORALIPP

Visite mediche in palestra Evasione fiscale nel fitness

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Alea edizioni è una casa editricespecializzata in libri di finess, be-nessere e rieducazione funziona-le, con più di 50 titoli a catalogo.

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ANNO3

N°1GENNAIO

2011

Fitmed online è una rivista mensile di aggiorna-mento che si rivolge a imprenditori, manager,opinion leader, professionisti che operano nelmondo del fitness, benessere, prevenzione esalute. Propone articoli riguardanti metodiche diallenamento, rieducazione funzionale, alimenta-zione, prevenzione e benessere, marketing emanagement.

EditoreAlea Edizioni di Alessandro Lanzani

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Direttore responsabile Alessandro Lanzani

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RedazioneMia Dell’Agnello

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Progetto graficoStefano FrattalloneImpaginazione

Anita Lavoce

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Hanno collaborato a questo numeroDavide Traverso, Roberto Tarullo, Maurizio

Ronchi, Giovanni Chetta, Luca Mazzotti

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93.

L’Editore e l’autore non potranno in alcun modo essere respon-sabili per incidenti o danni provocati dall’uso improprio delleinformazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto;inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchianoil pensiero dell’editore. Il materiale (testi, immagini e disegni) per-venuto in redazione non verrà restituito, anche se non pubblica-to e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del mate-riale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasiscopo non è consentita se non dietro richiesta scritta e firmatadal direttore responsabile e dall’editore. Per eventuali controver-sie il Foro di competenza è quello di Milano.

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Sommario CLICCA SUL TITOLOPER ANDARE DIRETTAMENTE ALL’ARTICOLO

CHE PIÙ TI INTERESSA SSoommmmaarriioo ssoommmm

aarriiooRUBRICHE

17 CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

COMMUNITY BUSINESS

4 VISITE MEDICHE IN PALESTRA.Puntiamo all’eccellenza!di Alessandro Lanzani

FOCUS: PETTORALI

6 FORSE NON TUTTI SANNO CHE… di Alessandro Lanzani

9 GLI ESERCIZI PRINCIPALIdi Davide Traverso

12 MORFOLOGIA ED ESTETICA di Roberto Tarullo

14 AGENESIA DEL PETTORALECasi clinici in palestra,di Alessandro Lanzani

ALLENAMENTO E REHAB

24 GINNASTICA POSTURALE TIB.Concetti chiavedi Giovanni Chetta

28 PEC: PROPRIOCETTIVITÀ, EQUILIBRIO,COORDINAZIONE. Seconda partedi Maurizio Ronchi con la collaborazione di Marco Gibin, Jacopo Masera, Federico Polimene, Fulvio Zecchinello

MARKETING E MANAGEMENT

32 EVASIONE FISCALE NEL FITNESS:siamo alle solitedi Luca Mazzotti

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di Alessandro Lanzani [email protected]

Visite medichein palestra

dell’età, è aumentata la fragilitàcomplessiva del frequentatoremedio. Infine, hanno cominciato afare il loro ingresso nei centri fit-ness i soggetti metabolici, ovveroi sedentari in soprappeso con undiabete, ipertensione, ipercoleste-

rolemia.La visita medica, invece, è rima-sta la stessa. In palestra, laddoveviene eseguita, è spesso rimastaancorata al bisogno legale e con-trattuale del certificato medico enon sempre viene eseguito l’esa-me più importante: l’elettrocardio-gramma. Il “prodotto” visita è ge-stito in maniera “cottimistica”, sen-za dare soddisfazione al cliente,senza fornire informazioni sullepriorità da considerare nella pianifi-cazione dell’allenamento ai perso-nal trainer e senza garantire sicu-rezza al centro. La visita, di fatto,è regredita al “certificato” e que-sto, se prima era inadeguato,ora, con le nuove categorie difrequentatori, non funziona più.La visita medica deve rinnovarsi neicontenuti e nella professionalità.Suggerisco qui alcune linee guidadi riferimento, che sono state ap-plicate nella mia esperienza ven-tennale di coordinatore sanitario dicentri fitness.

CRITERI PER UNA VISITA DIQUALITÀLa triade cardiaca: indagini obbli-gatorie.1) Elettrocardiogramma, esecu-zione e lettura dell’elettrocardio-gramma di base per tutti. La moti-vazione è molto semplice: i rischinon conosciuti più gravi, e talvoltafatali, si annidano in eventuali pato-logie cardiache. Un elettrocardio-gramma fornisce anche importantiinformazioni sul livello di perfor-mance, che possono essere utilinel tracciare un programma di alle-namento. La lettura di un ecg dibase può essere fatta da un medi-co non specialista in cardiologia;eventuali dubbi o patologie segui-ranno il loro normale iter di appro-fondimento tramite il medico cu-rante. 2) Misurazione della pressione,un gesto estremamente professio-nale che richiede la presenza di al-cuni parametri fondamentali, comel’ascolto, il clima favorevole, latranquillità e il contesto. Se si ri-spettano questi punti, si troveran-

community business

In questi anni i frequentatori deicentri fitness sono cambiati:sono aumentati gli adulti e gli an-

ziani. Con l’aumentare dell’etàmedia dei clienti, è diminuita lacapacità di erogare prestazionidi alto livello; con l’aumentare

Puntiamo all’eccellenza!

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community business

no curiosamente valori pressorimolto più bassi delle attese. 3) Auscultazione del cuore, contutte le valutazioni del caso.

LA VALUTAZIONE DELLAMOTIVAZIONE DEL CLIENTE1) Esperienza di ascolto, per va-lutare la motivazione dell’iscrit-to. Spesso la motivazione è labilee contraddittoria: dimagrir,e masenza frequentare; fare muscoli,ma senza sollevare pesi, e tante al-tre varianti. Questi argomenti “mo-tivazionali” estremamente delicati,e anche strategici per la fidelizza-zione del cliente, in questi anni so-no stati affrontati da figure profes-sionali che non sempre erano inpossesso di titoli o esperienza:coacher, marketing manager, ven-ditori di attrezzature, tutti.L’ascolto, la comprensione e la ge-stione della motivazione avvengo-no all’interno della visita medica.: èlì che si dipana quella matassa diinformazioni che l’iscritto raccontaquando entra in palestra. 2) Il medico rappresenta un filtromotivazionale per districare ciòche è possibile da ciò che è im-possibile, quello che è opportunoda quello che è sconsigliato o peri-coloso, quello che è assolutamen-te prioritario da ciò che è inutile.

LA MISURAZIONE DEI PARA-METRI PRIORITARISulla base dell’ananmesi e dellamotivazione, si scelgono dei para-metri misurabili: peso, altezza BMI,Body Fat Index, asimmetrie sche-letriche o muscolari; semplici gestidi facile comprensione per tutti,che possano essere monitorati neltempo anche, e soprattutto, dapersonale non medico.

IL TRASFERIMENTO DELLEINFORMAZIONII punti sono essenzialmente tre. 1) I programmi di archiviazionedei dati, su cui non mi dilungo vi-sta ormai la standardizzazione (an-che se in genere la qualità è piutto-sto bassa), spesso sono inseriticon una certa approssimazione in

pacchetti gestionali completi percentri fitness: le software housespecializzate in prodotti manage-riali introducono la cartella medicasolo per fornire “un prodotto com-pleto”. 2) Alla fine di ogni visita dovreb-bero arrivare delle informazionial personal trainer. Le informazio-ni scritte per lo più sono abbastan-za aride e alla lunga vengono tra-scurate da tutti. Noi consigliamo,nei casi ove ci sia qualcosa di par-ticolare, un rapido colloquio tra ilmedico e il personal alla presenzadell’iscritto: è estremamente fide-lizzante per il nuovo iscritto, che sisente considerato nella giusta mi-sura. In alternativa, una prescrizio-ne scritta a mano su ricettario è unbuon compromesso. 3) Prescrizione di fitness meta-bolico: in tutti i casi di soggetti me-tabolici, è importante la prescrizio-ne delle dosi di intensità, soprattut-to per la frequenza cardiaca e, allevolte, per la forza relativa da espri-mere negli allenamenti.

NON UN SEMPLICE CERTIFI-CATOL’esperienza di questi ultimi anni incentri fitness dell’area milanesedove abbiamo applichiamo consuccesso questi criteri con un af-fiatato gruppo di lavoro, ci ha inse-gnato che la visita medica può tra-sformarsi da mero “certificato” inun punto fondamentale di qualitàche può dare: 1) sicurezza al club, riducendostatisticamente ai minimi l ivell il’evenienza di infortuni maggiori eminori;2) rinforzo professionale ai per-sonal, con l’arrivo di informazionimirate e congrue; in definitiva lapremessa per il miglioramento del-le prestazioni erogate dai personal; 3) la fidelizzazione di un cliente,che è sempre più diversificato nelleaspettative e nelle capacità moto-rie, spesso affetto anche da pato-logie e, che, al di là del certificato,deve essere inquadrato corretta-mente per affrontare con buonasoddisfazione l’esperienza della

palestra. Infine, nei centri fitness di medie egrandi dimensioni, con piscina, re-parto di rieducazione funzionale ecentro estetico, varrebbe la penapensare all’inserimento di qualcheturno di un medico ortopedico o,quanto meno, di un medico spe-cialista in medicina dello sport, perfare fronte a esigenze più specifi-che che nascono dalla differenzia-zione della clientela e dalla differen-ziazione dei servizi.

CONCLUSIONI Occorre che la visita medica in pa-lestra sia di eccellenza, abbando-nando logiche e strategie assoluta-mente superate e inadeguate alnuovo contesto del settore fitness.I danni generati dalle logiche cotti-mistiche, che abbiamo visto inquesti anni, sono sotto gli occhi ditutti: è sufficiente parlare con iclienti.

ALESSANDRO LANZANI

Medico specialista in medicina dello

sport e in ortopedia, è direttore della

Scuola di Professione Fitness, che dal

1986 ha formato migliaia di istruttori

e personal trainer con i propri corsi,

master e stage di formazione e

aggiornamento professionale. Da anni

promotore dei contenuti relativi al

fitness metabolico tramite corsi e

convegni scientifici su tutto il territorio

nazionale, è autore di numerose

pubblicazioni e libri di formazione e

supporto professionale.

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si vede e il piccolo no (e per dipiù è anche piccolo), dimentica-no che a ogni muscolo corri-sponde un significato biomec-canico e funzionale preciso.Innanzitutto anatomia: il gran pet-torale si inserisce sul terzo prossi-male dell'omero, mentre il piccolono. Già, dove si inserisce il piccolo? A livello della coracoide, che è unprocesso (protuberanza) della sca-pola. Risultato: quando si allena ilgran pettorale si allena comun-que anche il piccolo pettorale,che ha una direzione delle fibresimile. Allenare anche il piccolo,aumentarne il tono e il trofismo,vuol dire incrementare anche latrazione dell’ancoraggio ante-riore della scapola, esercitataproprio dal piccolo pettorale. Sequesta trazione non viene com-pensata da una trazione con dire-zione opposta, avremo un pro-

sull'allenamento dei pettorali, dan-do per scontato che su questo ar-gomento loro sapessero tutto; an-zi, pensavo che io avessi qualcosada imparare, dal momento chefaccio il medico sportivo e nonl'atleta di professione. Poi, quasiper caso, mi sono accorto chequalcuno aveva le idee poco chia-re e, insistendo sull'argomentocon altri, ho verificato che erano inmolt i a essere confusi .L'incertezza, come sempre avvie-ne, riguarda argomenti di anatomiae biomeccanica che, se conosciu-ti, danno l'immediata soluzione aproblemi di allenamento.

QUANTI SONO I PETTORALI? I pettorali sono due: il gran petto-rale e il piccolo pettorale. Molti ar-rivano fino a qui e si mettono l'ani-ma in pace. Una volta realizzatoche il gran pettorale è quello che

Chiunque conosce i mu-scoli pettorali. I culturisti,poi, ne fanno un oggettodi culto e i giudici delle

gare di cultura fisica li consideranotra i muscoli nobili della valutazio-ne. Esistono anche delle gare spe-cifiche, come le alzate di potenza,dove i pettorali sono direttamenteimplicati e in palestra le distensionisu panca (dove il ruolo dei pettora-li e dei tricipiti è fondamentale), so-no spesso il metro di paragone tragli atleti. I pettorali sono muscolianteriori, quindi facilmente visibili emeglio conosciuti dei muscoli po-steriori e, per la somma dei motiviprecedenti, sono da sempre ricari-cati di significato virile, rappresen-tanti la forza e la possenza. Lavorando in palestre e centri fit-ness, mi sono trovato spesso aparlare di allenamento con atleti,ma non mi sono mai soffermato

con link di approfondimento

focus: pettorali

Forsenontutti

FFoorrssee nnoonn ttuuttttii ssaannnnoo cchhee......

di Alessandro Lanzani [email protected] che…

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si inseriscono su ossa lunghe co-me il femore o il bacino, che nonsono molto condizionati nella loroforma apparente dalle ossa sotto-stanti. I muscoli che passano aponte sulla cassa toracica rifletto-no fortemente, nel loro profilo su-perficiale, della conformazione del-la cassa sottostante. In particolare,possiamo avere due conformazio-ni fondamentali che si allontananodalla normalità con diversi livelli in-dividuali di espressività: il petto ca-renato e il petto escavato.

IL PETTO CARENATO: MO-DELLARE I PROFILI MUSCO-LARIÈ caratterizzato da un torace ro-tondeggiante, con lo sterno pro-minente in avanti; nei casi piùmarcati è associato al torace ap-puntito dei volatili o alla chiglia diuna nave, da cui trae il nome.Tranne casi molto marcati, non hasignificato patologico per la fisiolo-gia della respirazione e rappresen-ta soltanto un problema di tipoestetico. Per il culturista occorrefare una valutazione in più, perchéil petto carenato si accompagna,

gressivo spostamento anterioredelle scapole, che conferirà l'at-teggiamento in chiusura ante-riore, simile a un atteggiamentocifotico, che è, per l'appunto, ti-pico di chi allena con una certaprevalenza il grande pettorale.Per questo occorre equilibrare l'al-lenamento del piccolo con quellodel suo antagonista, ovvero il tra-pezio nei suoi fasci centrali che,originando dalla colonna verte-brale, si inseriscono sulla spinadella scapola e la riportano po-steriormente verso il centro del-la schiena. La scapola è messa intensione da questi due tiranti, unoanteriore e uno posteriore, e scivo-la sul torace dipendentemente dal-la prevalenza di uno dei due. Uneccessivo scivolamento anterio-re delle scapole tende ad avvici-nare i due acromion tra loro e adiminuire così la larghezza delprofilo laterale delle spalle: la ri-duzione della lunghezza bisacro-miale è sempre un grosso dannoper il culturista. Inoltre, il profilo esterno del petto-rale non è indipendente dal loscheletro sottostante, a differenzadi quanto avviene per i muscoli che

ovviamente, a un torace arroton-dato, dove il diametro laterale pre-vale di poco rispetto a quello sag-gitale e, visto anteriormente, iltronco presenta un aspetto al-quanto sfuggente. In una situazio-ne di questo genere si può fareben poco per correggere la con-formazione scheletrica, mentre sipuò fare qualcosa per modifica-re la forma della sagoma, mo-dellando i profili muscolari, ov-vero lavorando sia sul pettoraleche sui muscoli del cingolo sca-polare. Ricordiamo che questaconformazione del torace compor-ta sempre una diversa posizionedelle scapole che, appoggiandosisulla parete toracica, si trovano inuna posizione obliqua e inclinata inavanti. La curvatura della clavicolaè accentuata: questo comportaun’infossatura del torace immedia-tamente sotto all'articolazioneacromion claveare. Questa zonacorrisponde al confine tra i fascidel trapezio anteriore e quellidel pettorale alto e rappresentauna delle zone più critiche perquesti soggetti, quindi è impor-tante allenare proprio questi duefasci muscolari. Dal momento

grande pettorale

grande pettorale

grande dorsale

piccolo pettorale

dentato anteriore

focus: pettorali

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che il torace è sporgente proprio alivello dello sterno, occorrerà evita-re di allenare la parte centrale delpettorale, mentre dovrà essere al-lenata la parte bassa del pettorale,che origina dalle coste. A proposi-to di esercizi, non ha senso utiliz-zare la distensione su panca piana,mentre è indicata la panca moltoinclinata (pettorale alto), o decli-nata (pettorale basso). Utilissimisono i cavi, con angolazioni ap-propriate, e i manubri, utilizzaticon le elevazioni frontali. Il movi-mento da realizzare è molto similea quello descritto in quel proverbiodi pentimento in cui “ci si mangia-no i gomiti”: una volta impugnati i

cavi bassi, bisogna portare i gomi-ti verso il mento. Provare per cre-dere: il movimento è proprio in li-nea con l'accorciamento del pet-torale alto e del deltoide anteriore.A livello del cingolo scapolare èopportuno modificare a propriovantaggio due profili: il profilo inter-no delle spalle, rappresentato dallalinea del deltoide, e il profilo ester-no delle spalle, rappresentato dalgran dorsale. Per il gran dorsaleè da preferirsi la lat machine alpull over, perché è più specificaper il gran dorsale e coinvolgemeno il pettorale. Nulla di parti-colare, invece, per gli esercizi per ildeltoide laterale. Infine, sarebbe

opportuno un potenziamento se-lettivo del gran dentato, ma abbia-mo la solita difficoltà per ottenereun isolamento muscolare di questostabilizzatore della scapola; forsela cosa più semplice e opportunaconsiste nell'eseguire il lat machi-ne facendo passare la barra dietrola testa e avendo cura di mantene-re una posizione della colonna ilpiù possibile estesa.

IL PETTO SCAVATO O ESCA-VATOÈ la situazione opposta al pettocarenato: lo sterno è infossato ele coste sono deformate conse-guentemente. Non costituisce unfatto patologico per la respirazio-ne, se non per i casi più gravi; ri-mane i l problema estet ico.Diciamo subito che non esisteuna soluzione facile; anzi, forsenon esiste una soluzione. Se l'af-fossamento è soprattutto sternalee siamo in presenza di una perso-na ipotrofica, allora l'ipertrofia delpettorale può aiutare a mascherareil difetto scheletrico; rimarrà unasottile striscia infossata sulla partesternale, non coperta dalle inser-zioni muscolari. Se invece, comepiù spesso accade, anche la partedelle coste che si articola con losterno tende a infossarsi, allorapotenziare eccessivamente il pet-torale può risultare addirittura con-troproducente. Per la parte infe-riore dello sterno e delle coste,un aiuto può essere dato dal-l’origine degli addominali. Non èpossibile modificare con l'allena-mento la conformazione scheletri-ca: qualche piccolo risultato si puòottenere negli adolescenti, mai ne-gli adulti. In ogni caso, una buonamuscolarizzazione tende a co-prire il difetto. Se il petto esca-vato si accompagna a un atteg-giamento cifotico, allora è ne-cessario spostare parte dell'al-lenamento sulla muscolaturaestensoria antigravitaria e suifasci centrali del trapezio, il cuiaccorciamento determina unoscivolamento posteriore, antici-fotico, delle scapole.

focus: pettorali

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PANCA INCLINATAVariante della panca piana, la inte-gra in modo ottimale e, nel caso dipersone che hanno problemi a ese-guire la versione classica, la sostitui-sce degnamente. Lo schienale della

re comune è piegare le gambe eportarle al petto nell’intento di salva-guardare la schiena: per ottenere ciòè sufficiente mantenere la contrazio-ne degli addominali e dei glutei. Dabraccia tese verso il soffitto con unapresa naturale (in linea con l’articola-zione della spalla, senza allargare ostringere), chiediamo di far scendereil bilanciere fino a toccare il petto cir-ca all’altezza dei capezzoli; dopo cir-ca 1” di pausa, mantenendo la ten-sione muscolare, chiediamo di solle-vare il carico tenendo il bilanciereorizzontale fino a stendere comple-tamente le braccia. Posizioniamocialla testa del soggetto, in modo daassisterlo nelle fasi di stacco e ripo-sizionamento dell’asta. Evitiamo diguidare con la mano il bilanciere, ameno che non stiamo lavorandocon un novizio, per non far perdereall’esercizio la grande componentepropriocettiva. Il nostro interventosarà necessario in caso che la sbar-ra non sia mantenuta orizzontale du-rante l’esecuzione. Utilizzo i tempi di2/3” in discesa e 2” in salita.

Ipettorali sono il gruppo muscolareche i maschi allenano più volentie-ri, perché rappresentano nell’im-maginario collettivo il simbolo del-

la potenza maschile. Il muscolo prin-cipale che compone questo gruppoè il gran pettorale, che origina dasterno e cartilagini costali e si inseri-sce internamente all’omero. La suaazione nei diversi esercizi è stabiliz-zata e coadiuvata da altri muscoli trai quali il piccolo pettorale, il dentatoanteriore, il succlavio e il fascio ante-riore del deltoide.

PANCA PIANAÈ l’esercizio per eccellenza per losviluppo dei pettorali. È possibile in-crementare notevolmente i carichisulla panca in tempi relativamentebrevi, ma è importante seguire un al-lenamento completo su spalle e tri-cipiti e rinforzare la cuffia dei rotatori.Esecuzione. In posizione supinasulla panca, i piedi devono essereappoggiati a terra, perché aumenta-no la stabilità e di conseguenza lacapacità di esprimere forza. Un erro-

focus: pettorali

tratto da “Cross Fitness Training” di Davide Traverso

GGGGlllliiii eeeesssseeeerrrrcccciiiizzzziiii pppprrrriiiinnnncccciiiippppaaaalllliiii

Panca piana: andata e ritorno

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panca è inclinato tra i 30° e i 45°.Questo esercizio coinvolge le fibresuperiori del muscolo pettorale. Esecuzione. È analoga alla pancapiana, l’unica differenza è che il bi-lanciere tocca il petto leggermentepiù in alto della linea dei capezzoli;quando le braccia sono distese ilbilanciere è a livello degli occhi.

PIEGAMENTI SULLE BRACCIAEsercizio classico di stampo “mili-tare”, ha l’enorme vantaggio di da-re al corpo uno stimolo molto simi-le a quello prodotto dalla pancapiana, senza utilizzare nessun at-trezzo. Inoltre, esistono diverse va-rianti che rendono i piegamenti ac-cessibili a ogni livello di forma fisica,con la possibilità di incrementare ilcarico aumentando lo sforzo.Questi fattori rendono l’esercizioparticolarmente indicato là dovenon abbiamo a disposizione attrez-zi (personal trainer a domicilio o al-lenamenti all’aperto), o semplice-mente per variare la routine di alle-namento. Esecuzione. In decubito prono,mani a terra con apertura naturaleall’altezza dei capezzoli; la posizio-ne degli arti inferiori è determinatadalla variante che abbiamo scelto. Iglutei devono rimanere allineati allespalle per tutta la durata dell’eserci-zio; partenza a braccia tese, scen-do fino a sfiorare il pavimento colpetto e torno su senza pausa.Posizioniamoci lateralmente allapersona e andiamo a correggere

vocalmente eventuali perdite del-l’asse che il corpo deve manteneredurante l’esercizio. 2” in discesa e2” in salita.

LE PARALLELERappresentano un’ottima alternati-va alla panca piana. È un eserciziocosiddetto “a carico naturale”, cioèil peso sollevato corrisponde aquello corporeo. Una volta che laforza dell’atleta è aumentata pos-siamo aumentare il carico tenendoun manubrio tra le caviglie o legan-do un disco alla cintura da solleva-mento. Per far lavorare i pettorali, lalarghezza della presa deve esseremaggiore della larghezza dellespalle. Se utilizziamo una presa in-feriore a quella delle spalle, lavore-ranno i tricipiti come su pancastretta.Esecuzione. Partenza in sospen-sione con le braccia tese, scenderefino quasi a portare il petto all’altez-za delle mani (attenzione: se lespalle sono carenti di elasticità nonforzare l’articolazione, ma fermarsidove si inizia ad avvertire rigidità);dopo un secondo di pausa stende-re le braccia fino a tornare al puntodi partenza. Lo sguardo è direttoverso il basso e le gambe legger-mente verso dietro. Posizioniamocidietro il soggetto e, se la pratica diquesto esercizio è scarsa, guidia-mo le gambe non per aiutare la per-sona, ma per farle trovare la posi-zione di massimo carico sui petto-rali a discapito del lavoro di spalle e

braccia. Se proponiamo l’esercizioper il lavoro dei tricipiti, chiediamodi guardare verso l’alto: il corpo delcliente prenderà automaticamentela posizione corretta.

PANCA CON MANUBRIVariante sia della panca piana chedell’inclinata, questa versione inte-gra bene quella col bilanciere e lapuò sostituire per brevi periodi, nelcaso si riscontri un’importante dif-ferenza di forza tra un lato e l’altrodel corpo e una conseguente diffi-coltà a mantenere il bilanciere oriz-zontale durante l’esecuzione deidue esercizi descritti in preceden-za. Utilizzare i manubri può essereutile anche per agevolare il passag-gio dal lavoro con le macchine aquello con i carichi liberi. Esecuzione. Posizione di partenzaanaloga alla versione col bilanciere,i manubri quasi si toccano, scen-dere verso il basso distanziando i

focus: pettorali

Piegamenti sulle braccia: esecuzione normale (fig. 1), con difficoltà (fig. 2) e varianti facilitate(fig. 3 e 4)

Panca piana con manubri

fig. 1 fig. 2

fig. 3 fig. 4

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senti al suo esterno; queste cellule,in fase di recupero, rappresenteran-no i mattoni necessari alla riparazio-ne del muscolo. Un altro pregio del-le croci su panca è di migliorarel’elasticità di questo distretto. Esecuzione. Stessa posizione dipartenza della panca con manubri,i palmi delle mani sono rivolti versol’interno, i gomiti leggermente flessi(circa 30°); aprire le braccia versol’esterno senza modificare l’angola-zione del gomito, fermarsi quandosi avverte che i pettorali stanno perraggiungere il massimo allunga-mento, sempre senza esagerare.Dopo un eventuale secondo dipausa, tornare alla posizione dipartenza senza sbattere i manubril’uno contro l’altro. I tempi di ese-cuzione saranno abbastanza lun-ghi, 4” in discesa, 2”-3” in risalita.La posizione del trainer è la stessadegli altri esercizi su panca. Unesercizio propedeutico alle crocipuò essere l’eseguire il movimentocontro le mani dell’allenatore, cheguida la traiettoria del movimento.

pesi sino ad arrivare alla larghezzanaturale; si ha la possibilità di scen-dere leggermente di più rispetto al-la versione col bilanciere, ma senzaesagerare. Senza pausa stenderele braccia e riavvicinare i manubri,senza farli entrare in contatto.L’allenatore si posiziona alla testadel soggetto, pronto a correggereeventuali errori. Per entrambe leversioni utilizzo tempi di 2” sia in di-scesa che in salita.

CROCI SU PANCAEsercizio di isolamento specificoper i pettorali, si può eseguire sia supanca piana che inclinata; solita-mente si varia l’inclinazione rispettoall’esercizio principale (se ho fattofare panca piana faccio fare croci suinclinata e viceversa). Il grande pre-gio di questo esercizio, riportato dadiversi autori, è il meccanismo iper-trofico che induce nei muscoli pet-torali; allungando al massimo il mu-scolo in fase negativa, permette lapenetrazione all’interno di questodelle cellule proteiche indefinite pre-

focus: pettorali

DAVIDE TRAVERSO

COME STRUTTURARE UN CORRETTO PROGRAMMA DI ALLENAMENTO

FUNZIONALE INCROCIATO

CROSS FITNESSTRAINING

CROSS FITNESSTRAINING

Prendiamo i “grandi classici” deltraining: allenamento con i pesi, cor-sa, bicicletta e nuoto. Integriamo lediverse attività in un unico program-ma articolato, che stimoli tutte lequalità motorie, aggiungendo eser-cizi specifici presi dalla chinesiolo-gia rieducativa, non solo con fun-zione preventiva, ma in grado didonare al fisico un’armonia delleforme e dei movimenti riscontrabilisolo in atleti di livello. Aggiungiamoun pizzico di variante e divertimentoall’allenamento, con alcune pro-poste alternative. Questi passi cipermettono di ottenere un program-ma di allenamento incrociato, de-nominato cross training, finalizzatoal fitness e adattabile a qualsiasisoggetto.

L’autore, Davide Traverso, èlaureato in Scienze Motoriee ha conseguito il titolo diOsteopata D.O. presso l’I-stituto Europeo di MedicinaOsteopatica. Specializzato inbody building, fitness e ried-ucazione funzionale, è statodocente di corsi di massag-gio tradizionale e relatore inseminari divulgativi sulleapplicazioni della medicinaosteopatica.Pratica la libera professionedi osteopata e personaltrainer a Genova.www.chinesiologiaglobale.it

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di Roberto Tarullo

Morfologia ed esteticaMMoorrffoollooggiiaa eedd eesstteettiiccaa

focus: pettorali

Fra tutti i muscoli toraco-ap-pendicolari quelli che hannopiù rilevanza estetica sonosicuramente i muscoli pet-

torali. Posti nella parte antero-su-periore del torace, sono muscoli aforma di ventaglio largo e spesso,che riducono la rotondità dellagabbia conferendo al torace quellaforma caratteristica la cui accen-tuazione nell’uomo è stata sempreconsiderata un carattere di bellez-za, tant’è che i classici nelle statuedegli eroi rappresentavano questomuscolo sempre simmetrico emolto ben sviluppato.

ANATOMIAIl gran pettorale occupa la parteanteriore del torace e la parte an-teriore della cavità ascellare; traeorigine dal margine anteriore dellaclavicola (fascio superiore), dallaparte anteriore dello sterno (fasciointermedio), dalle cartilagini costalie dal foglietto anteriore del musco-lo retto addominale (fascio inferio-re). La direzione di questi tre fasciè diversa nelle tre parti del musco-lo: nel fascio superiore le fibre so-no disposte in senso laterale-obli-

quo-discendente, diventano gra-dualmente orizzontali nel fascio in-termedio fino ad assumere un sen-so obliquo-ascendente nel fascioinferiore. Le fibre dei tre fasci con-fluiscono in un unico tendine cheva a inserirsi nella testa del tuber-colo superiore dell’omero, con unandamento a spirale riconducibilealla specializzazione dell’arto su-periore a compiti di destrezza av-venuta durante l’evoluzione filoge-netica dell’uomo. La contrazionedi questo muscolo adduce eruota internamente l’omero, ab-bassa l’arto quando è sollevatoed è responsabile della rotazio-ne-adduzione quando l’arto e lespalle sono in retroposizione. Ilpiccolo pettorale ha una forma ap-piattita ed è situato sotto il granpettorale; trae origine dal marginesuperiore della seconda, terza,quarta e quinta costa per inserirsisul processo coracoideo dellascapola. Mentre le fibre del granpettorale tendono a disporsi a for-ma di ventaglio, le fibre del piccolopettorale tendono ad avere un an-damento verticale. Questo diffe-rente andamento porta il piccolo

pettorale a essere sinergico delgrande in alcuni movimenti, e anta-gonista in altri. Negli esercizi dispinta il piccolo pettorale oppo-ne resistenza al gran pettoralenella fase iniziale del movimen-to, mentre nell’adduzione è si-nergico.

VOLUME E SIMMETRIAQuando l’obiettivo è di svilupparein modo armonico i pettorali do-vranno essere presi in considera-zione due punti fondamentali: il vo-lume e la simmetria.Il volume dipende essenzialmen-te dall’ipertrofia delle cellule mu-scolari che per poter sviluppareadeguatamente tutti i compo-nenti necessitano di una grandevarietà d’allenamento. Con cari-chi pesanti il volume delle fibre, so-prattutto bianche, cresce notevol-mente, aumenta la densità musco-lare e la concentrazione di proteinecontrattili (prevalentemente actinae miosia). Tuttavia, è necessariosottolineare che un continuo lavo-ro con elevate percentuali di ca-rico può, a lungo andare, inde-bolire il muscolo poiché la rete

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focus: pettorali

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capillare non riesce a svilupparsiallo stesso ritmo e nello stessomodo delle fibre muscolari, il chelimita il rifornimento energetico ediminuisce la rimozione delle sco-rie metaboliche. Quando le per-centuali di carico sono tali daconsentire un elevato numero diripetizioni si avrà un migliora-mento dell’irrorazione sangui-gna dovuto all’aumento del lettocapillare. Un elevato numero di ri-petizioni sarà inoltre indispensabileper migliorare il nutrimento musco-lare, aumentare mitocondri esarcoplasma e sviluppare le fi-bre rosse. Si sappia, a questo pro-posito, che in percentuale i capilla-ri rappresentano il 5-8% dell’interamassa del muscolo, mentre il sar-coplasma può arrivare anche al30% del complessivo volume mu-scolare. Anche lo stretching è unmetodo d’allenamento che com-porta variazioni strutturali nel mu-scolo, aumentando il numero deisarcomeri in serie e producendoadattamenti sui tessuti connettivi,

che porteranno a migliorare l’ar-monia dei pettorali.La chiave degli allenamenti confinalità estetiche è la varietà enon esiste un metodo unico ingrado di sviluppare tutte le com-ponenti muscolari: affinché losviluppo dei pettorali avvenga inmodo equilibrato e simmetrico ilsoggetto dovrà essere analizza-to attentamente per valutare lecaratteristiche morfologiche estrutturali, in modo da stabilirele relazioni tra i segmenti ossei ei rapporti che esistono tra questie i muscoli e il grado di mobilitàarticolare. Sulla base di questeosservazioni si dovranno sceglieregli esercizi più adatti dal punto divista biomeccanico e fisiologico; inlinea di massima, qualora fosseropresenti asimmetrie, si dovrà ope-rare in modo specifico, cercandoda subito di armonizzare e ridurreal minimo gli scompensi, privile-giando l’uso di manubri o di mac-chine a leve indipendenti, che ob-bligheranno i due pettorali a com-

piere lo stesso lavoro.

AL FEMMINILENelle donne i muscoli pettorali, puressendo per buona parte ricopertidalle ghiandole mammarie, hannoun’influenza diretta sull’aspettodel seno in quanto, oltre a soste-nerlo, ne condizionano sensibil-mente la posizione e in parte an-che le dimensioni. Per un senoperfetto bisognerà, tuttavia, porreattenzione anche agli antagoni-sti dei pettorali: i dorsali. In casodi dorso curvo, infatti, il peso delcorpo mammario è sorretto preva-lentemente dalla cute; quando in-vece la posizione delle spalle è cor-retta il seno appoggia maggior-mente sui muscoli pettorali, che loalzano riducendo gli effetti della for-za di gravità. Questo concetto diequilibrio tra muscoli agonisti (pet-torali) e muscoli antagonisti (dorsa-li) è prioritario anche per l’uomo eoltre a condizionare l’aspetto in-fluenzerà anche la funzionalità del-la spalla.

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tratto da Casi clinici in palestra, volume 1, di Alessandro Lanzani

Agenesia delpettorale

Capita spesso che in pale-stra si presentino all’at-tenzione dell’istruttore odel personal trainer dei

casi particolari, in cui il soggetto èportatore di patologie che in pale-stra devono essere affrontate conparticolare cautela e solide cono-scenze. Il lavoro dell’operatore, inquesti casi, senza avere alcunaconnotazione riabilitativa, si caricacomunque di responsabilità; perquesto è importante stabilire unmetodo di studio e lavoro che con-senta di affrontare con serenità ecompetenza anche le situazioni piùcomplesse, individuando nel con-tempo i propri ambiti d’intervento ei limiti operativi.

ANAMNESI E STORIA CLINICAL. è una ragazza di 26 anni, la cuistoria è l’emblema di come, talvol-ta, i medici non aiutano il pazientea superare i problemi. L. soffriva diagenesia congenita del pettorale,ma durante tutta l’infanzia questofatto non le aveva creato particola-ri problemi: a parte una riduzionedella forza nei movimenti di addu-zione dell’arto superiore (quelli rea-lizzati dal pettorale), conducevauna vita assolutamente normale.Con l’adolescenza e lo sviluppo,sono iniziati problemi di tipo psico-logico, legati all’asimmetria del se-no, perché il muscolo pettoralecostruisce il profilo laterale delseno nel la zona ascellare eun’assenza del pettorale ne alte-ra grossolanamente la forma.L. inizia un pellegrinaggio tra diver-si specialisti, in particolare senolo-ghi e chirurghi estetici che, invecedi minimizzare, amplificano “l’im-portanza“ di questo difetto, tantoche, dopo alcune esitazioni, si con-vince a tentare un intervento dichirurgia estetica. L’interventoconsiste nell’inserire una protesi di-scoide di circa 5 cm di circonferen-za nella zona dello scavo ascellare,a livello della linea ascellare ante-riore. Come era facilmente prevedibile,l’intervento fallisce: non si capisce,infatti, come un bottone di plastica

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focus: pettorali

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di 5 cm possa sostituire estetica-mente il profilo teno muscolare delpettorale. Fallisce perché in quellazona viene aggiunta una cicatricechirurgica difficilmente mimetizza-bile. Fallisce perché la protesi su-bisce una reazione fibrotica dacorpo estraneo. Fallisce, infine,perchè la condizione psicologicadi L. rispetto al suo “complesso”,dopo il risultato dell’intervento ap-pare chiaramente scompensata: èmolto concentrata e ansiosa sulsuo problema, chiede con insi-stenza se la palestra possa farequalcosa e ripete di essere di-sposta a tutto purché il proble-ma si risolva.

DESCRIZIONE DELLA PATO-LOGIAL’agenesia del pettorale è unamalformazione congenita dell’ap-parato locomotore, che si ipotizzapossa essere causata da diversifattori, come alterazioni vascolari oerrori di sviluppo embrionale. Fattosta che il pettorale è già assentealla nascita e, come logica conse-guenza, non può essere allenato.Appare quindi con chiarezza l’im-possibilità di trovare soluzionispecifiche in palestra: questo li-mite deve essere accettato inprimo luogo dall’istruttore e poi,in qualche modo, deve esserecomunicato al portatore del di-fetto. Dal punto di vista anatomicol’assenza del pettorale può es-sere totale o parziale. Nel primocaso il pettorale non esiste e non

vi è nessun tendine che raggiungel’omero. Nel secondo caso occor-re ricordare la divisione del petto-rale in fasci (inferiore, centrale esuperiore): può essere assenteuno, o la combinazione di due fa-sci. Nel nostro caso mancavanocompletamente il fascio inferio-re e il fascio centrale; era pre-sente una parte del fascio supe-riore, quella adiacente alle fibredel deltoide anteriore.

I CONCETTI CHIAVE RIFERITIAL CASODal punto di vista biomeccanicol’assenza del pettorale determi-na un deficit della possibilità diaddurre e di intraruotare .Tuttavia, questi due movimentinon sono di esclusiva competenzadel pettorale: anche il gran dor-sale ha una funzione di adduzio-ne e di intrarotazione del brac-cio. La direzione, in questo caso,è con una componente posteriore.Dal punto di vista estetico c’è po-co da fare e da illudere: là dovenon ci sono le fibre non crescerànulla, e dal momento che questo èimportante per il soggetto, occorretrovare un modo onesto per infor-marlo. Nel nostro caso avevamouna piccola strada funzionale edestetica, rappresentato da quel-l’esile fascio di fibre di pettorale al-to, solo una parte di muscolo, maper noi preziosissimo sia per moti-vi funzionali che estetici e comerinforzo psicologico per attivare inL. un atteggiamento positivo.

INFORMAZIONI NECESSA-RIE PER TRATTARE IL CASOSi tratta di individuare caso percaso l’entità dell’assenza dellefibre del pettorale e impostarel’allenamento sulle residue. Incaso di agenesia completa, si puòallenare il gran dorsale sapendoche in alcuni casi può vicariarel’adduzione del pettorale. Si pos-sono comunque far eseguire delleadduzioni, perchè anche il coracobrachiale ha una debole compo-nente in adduzione. Non bisognadimenticare che il pettorale è unmuscolo del cingolo scapolare ela sua limitazione funzionalecrea un disturbo su tutta la co-ordinazione motoria della spalla:per questo è opportuno attuareuna valutazione anche alle altrestrutture del cingolo. In particola-re, deve essere controllata la po-stura delle scapole, che in qualchecaso può essere alata. È importan-te non limitarsi al problema este-tico, che è sicuramente circo-scritto al pettorale, ma affronta-re la questione anche in terminifunzionali, con un allenamentodi tutto il cingolo scapolare.

OBIETTIVIGli obiettivi estetici e funzionali sifondo tra loro, ma il primo obietti-vo da traguardare è conquistarela fiducia del soggetto con l’in-formazione corretta e chiarezzasui limiti dell’intervento, selezio-nando accuratamente gli eserci-zi di adduzione che possono rin-

Se si osserva il profilo interno dell’ascella,si può constatare l’asimmetria tra destrae sinistra. La parte destra del soggettomostra uno scavo dove dovrebbe esserciil passaggio teno-muscolare del pettorale.In questa posizione il difetto non è moltoappariscente e l’intervento esteticochirurgico sembra riuscito. Occorre peròtenere conto che i due pettorali sonorilasciati.

focus: pettorali

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forzare le fibre residue.La tabella deve essere inquadratain tre punti:1. problema specifico, allena-mento del pettorale residuo;2. biomeccanica del cingoloscapolare, allenamento degli al-tri muscoli del cingolo scapolarein modo asimmetrico;3. individuare altri obiettivi este-tici, per distogliere da un’ecces-siva attenzione sul pettorale.

COME REALIZZARE GLIOBIETTIVISi tratta di proporre esercizi di ad-duzione che si realizzino lungo ladirezione delle fibre residue per ot-timizzare il lavoro. La scelta dei ca-richi deve essere in stretta relazio-ne alla valutazione di quanta por-zione di muscolo sia ancora pre-sente.

Esercizi consigliatiVanno bene i cavi e i manubri,che permettono una maggiore ver-satilità e precisione per selezionarepesi e direzioni di movimento. Ilmovimento cardine è quello del-l’adduzione, che deve essereproposto nelle diverse orienta-zioni non tanto per un ulterioresviluppo muscolare, ma per fa-vorire il massimo della coordina-zione motoria.Esercizi sconsigliatiSono sconsigliati gli esercizi ese-guiti con attrezzi che costringonoalla simmetria, come pectoral ma-chine, peck deck o distensioni supanca con bilanciere.

CONTROLLO DEGLI OBIETTIVIVerifica assidua dei progressi econtrollo della tenuta psicologicadel soggetto. Un elemento a mio

avviso importante consiste nelcompletare la tabella anche conaltri esercizi a motivazione este-tica al fine di distrarre l’attenzio-ne dal punto critico e aiutare ilsoggetto a fare una valutazioneglobale di se stesso. Nel nostrocaso abbiamo ottenuto dei buonirisultati per due motivi: primo, per-chè nessun medico si era mai sof-fermato su quel residuo di pettora-le alto, che invece noi abbiamo ri-tenuto fondamentale per motivareL. dal punto di vista funzionale edestetico. Secondo, perchè abbia-mo detto subito alla ragazza che irisultati estetici sarebbero stati co-munque parziali, riducendone leaspettative, ma rendendole realiz-zabili. Terzo, perchè in accordocon l’istruttore abbiamo costruitouna tabella estetica anche per gliarti inferiori e i fianchi.

In questo caso il pettorale è statocontratto e si possono osservare duecose.Primo: manca il profilo teno-muscolaredelle fibre del pettorale centrale e basso,mentre è ben visibile il tendine delpettorale alto.Secondo: l’intervento “estetico”, checonsisteva nell’applicazione di un bottonedi materiale semirigido, ha peggiorato lasituazione; il bottone è visibileimmediatamente sotto il profilo delpettorale alto.

La proiezione posteriore ci permette divedere che il disordine muscolare delcingolo scapolare determina ancheun’altra asimmetria: si trattadell’asimmetria della posizione dellascapola destra, più “alata” rispetto allasinistra. Il difetto di stabilizzazione dovutoalla mancanza del pettorale altera quindila postura di tutto il cingolo rispetto alcontrolaterale.

focus: pettorali

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CONTENUTI

Strumenti tecnici• Accreditamento istituzionale: “attività motoria come prevenzione so-ciale”. • I soggetti metabolici: definizione delle principali parole chia-ve; sedentarismo e malnutrizione daeccesso, stili di vita. • Alfabetizzazione motoria, Fitnessmetabolico e Fitness terapia: tre livelliper un nuovo stile di vita.• Equilibrio funzionale, allenamentofunzionale: la grande gara della vitaquotidiana.• Fitness metabolico e diabete.• Fitness metabolico e obesità, so-vrappeso, anoressia e bulimia (strate-gie integrative nel centro fitness).• Fitness metabolico e ipertensione,malattie cardiovascolari.

• Fitness metabolico e apparato loco-motore: artrosi e osteoporosi.• Classificazione, approccio psicologi-co e fidelizzazione del soggetto meta-bolico.• Classificazione e approccio dei sog-getti sedentari, motori, sportivi, e ago-nisti.• Selezione e abstract della più recen-te bibliografia scientifica internazionalesul fitness metabolico. • Aspetti di marketing e gestionali: co-me si vende il fitness metabolico e conquali “pacchetti servizio”.• Formazione per lo staff di vendita: in-quadramento generale.

Step operativi • Inquadramento del soggetto eanamnesi metabolica: un metodo disicurezza per l'operatore e il soggettometabolico;• gli strumenti di misura: dai test tradi-zionali dello sport ai Fix metabolicispecifici; il tempo zero; • le misure sicure per la gestione deimetabolici;• strumenti di lavoro e unità motoriemetaboliche;• programmazione dell'attività motoria;• insegnamento dell'attività motoria;• strumenti di fidelizzazione: il passa-porto metabolico;

Esempi pratici Come strutturare le prime ore di lavorocon i soggetti metabolici;• monitoraggio e verifica dei risultati• Codice deontologico;• Manifesto del fitness metabolico.

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Alessandro LanzaniDirettore scuolaFrancesco CapobiancoResponsabile scuolaDavide FogliadiniMassofisioterapista, personal trainerEdoardo LanzaniMedico ortopedico, esperto in rieducazione funzionaleDavide GirolaMedico, esperto in riabilitazionecardiologicaRoberto DaganiLaureato in scienze motorie,massofisioterapistaAndrea ScalaLaureato in scienze motorie, personal trainer,

MODALITÀ DI ISCRIZIONELa quota di partecipazione ai corsi comprende il materiale didattico, l’accesso alle

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postale o del bonifico bancario segnalando il nome dell’iniziativa scelta, i dati personali,

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mail, tramite posta prioritaria a Professione Fitness via Orseolo 3 - 20144 Milano.

SEGRETERIA ORGANIZZATIVAPer ogni informazione la nostra segreteria organizzativa è sempre a tua disposizione. Ci

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Serenella LattanzioAvvocato, esperta in normative tributarieLuca MazzottiDottore commercialistaAndrea MediciPreparatore atletico, esperto in osteopatiaGianni MontagnaTrainer, esperto in alimentazione eintegrazioneAndrea GianesellaLaureato in scienze motorie,Presenter di discipline musicaliFrancesca DegasperiPresenter di disciplinemusicaliCorrado CeschinellliSociologo, naturopata, preparatoreatletico ed esperto in comportamentialimentari

I NOSTRI DOCENTI

ANNULLAMENTI E RINUNCELa Scuola di Professione Fitness si riserva il diritto di annullare le iniziative in programma

qualora non si raggiunga il numero minimo di iscritti, provvedendo in tal caso al rimborso

totale delle quote già corrisposte. In caso di rinuncia, la Scuola di Professione Fitness

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Rivolto a quanti vogliono program-mare un’attività finalizzata al miglio-ramento dell’aspetto, fornisce metodid’allenamento, suggerimenti alimen-tari e di postura, consigli estetici.Ogni nozione è basata su uno studioapprofondito e sul continuo confrontocon l’applicazione pratica.

Roberto TarulloAlea Edizioni 2001pag. 160 Euro 24

MANUALE DI CARDIOFITNESSIl volume tratta in modo approfonditoil cardiofitness nei suoi diversi aspet-ti: dall’anatomia e fisiologia, ai meta-bolismi energetici e alla biomeccani-ca muscolare, per poi addentrarsinello specifico del training cardiova-scolare. Abbraccia l’attività indoor eoutdoor, l’utilizzo dei simulatori aero-bici e il monitoraggio della frequenzacardiaca.

Giulio Sergio Roi Alea Edizioni 2004 pag. 238 - Euro 35

STRETCHING

Non più allungamento muscolare, mamiglioramento della mobilità di tuttele componenti dell’apparato locomo-tore. Partendo da questa convinzionegli autori riprendono i principi teoricidello stretching, propongono test divalutazione e una lunga serie di eser-cizi suddivisi per attività sportiva.

Francesco Capobianco Alessandro Lanzani,Alea Edizioni - pag. 224 Euro 21

FITNESS & BODY BUILDING

La terza edizione, completamenteaggiornata, del libro che ha formatointere generazioni di professionisti delfitness. Dall’anatomia funzionale del-l’apparato locomotore alla fisiologiamuscolare, fino alla biomeccanica degliesercizi; in questo volume il futuroistruttore troverà tutte le nozioni indi-spensabili, arricchite di 120 disegni eoltre 400 foto a colori.

Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2004 pag. 360 - Euro 45

CROSS FITNESS TRAINING

I “grandi classici” del training (allena-mento con i pesi, corsa, bicicletta enuoto), integrati a esercizi specifici dellachinesiologia rieducativa, costituisconoun unico programma articolato, che sti-mola tutte le qualità motorie. Un pro-gramma di allenamento incrociato, fina-lizzato al fitness e adattabile a qualsiasisoggetto. Completo di tabelle e immagi-ni esplicative degli esercizi proposti.

Davide TraversoAlea Edizioni 2010 pag. 144 - Euro 21

99 ESERCIZI ADDOMINALI

Il volume è utile per comprendere afondo l’anatomia, la funzione e la cine-siologia dei muscoli addominali e perimparare a valutare la loro forza. In più,un’interessante classificazione degliesercizi e un intero capitolo dedicatoagli errori di esecuzione.

Giulio Sergio Roi e Rachele Groppi Alea Edizioni 2001 pag. 128 - Euro 21

LIPOCARDIOFITNESS

Perdere peso è il diktat della maggiorparte dei frequentatori dei centri fitness.L’autore fornisce gli strumenti perrispondere a questa richiesta: analisi deltessuto adiposo e del metabolismomuscolare, metodologia dell’allenamen-to con attrezzature cardiovascolari e iso-toniche, test di controllo.

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Un valido sussidio per chi si occupa dimobilità articolare e di flessibilitàmuscolo-tendinea. Un utile strumentooperativo per la creazione di tabelle diallenamento personalizzate. I capitolidedicati alla ricerca applicata all'allena-mento permettono di approfondire lavalutazione funzionale dell'individuo.

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Come si costruisce una tabella d’alle-namento personalizzata? Il libro forni-sce un’esauriente risposta a questadomanda analizzando i principi dellaprogrammazione e periodizzazione, lefasi dell’allenamento e le caratteristichebiomeccaniche di numerosi esercizitipici dell’allenamento in palestra.

Claudio Suardi Alea Edizioni 2000 pag. 208 Euro 26

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di Giovanni Chetta www.giovannichetta.it

GinnasticaPosturale TIB

ed esperienziali all'interno dellelinee guida di esso. La GPTIB è inrealtà un programma in un pro-gramma, un importante tassellodel percorso di formazione/trat-tamento TIBodywork da me svi-luppato con l'obiettivo di incontra-re al meglio le mutate esigenze eproblematiche dell'uomo di oggi (alivello preventivo, curativo e perfor-mativo), considerandone tutte lesorgenti di influenza. Tecniche e di-scipline integrate sinergicamentenel programma TIBodywork sono:Ginnastica Posturale TIB, Massag-gio & Bodywork TIB, posturologia,ergonomia, fisioterapia strumenta-le, educazione alimentare, tecni-che di gestione dello stress e deicondizionamenti neuroassociativi(educazione mentale). Al fine dichiarire al meglio i principi su cui sibasa questa ginnastica occorreapprofondire alcuni principi fonda-mentali.

L’ANIMALE MOTORIO UOMO Di tutte le strutture del sistema ner-voso centrale, più di un quarto par-tecipano direttamente, e più dellametà indirettamente, alla pianifica-zione e all'esecuzione dei movi-menti; l'uomo quindi, con i sui 650muscoli e 206 ossa, è un "animalemotorio". Azioni e movimenti hannoun ruolo centrale nei processi dirappresentazione mentale, a partiredalla fase embrionale: l'embrioneè, innanzitutto, un organismomotorio. Nella fase embrionale, inquella fetale e in quella della primainfanzia, l'azione precede la sensa-zione: sono compiuti dei movimen-ti riflessi e poi se ne ha la percezio-ne. La propriocezione, la co-scienza di sé, deriva dalle infor-mazioni dei recettori sensorialisituati nei tendini, nei muscoli, nellearticolazioni e nei visceri (proprio-cettori ed enterocettori), nella cute(esterocettori cutanei), nell'appara-

allenamento & rehab

Come prendere un corpoche è stato sviluppatoper un mondo di 70.000anni fa e adattar lo al

mondo post-industriale in cui vivia-mo? Accogliendo la “sfida” lancia-ta tempestivamente da ThomasMyers (1), descrivo in questo primoarticolo i concetti e i principi basesu cui, a mio parere, deve basarsiuna rieducazione posturale e, inparticolare, una ginnastica postura-le che sia di massima efficacia perle specifiche problematiche ed esi-genze dell’uomo industrializzato,sempre più “internettiano”, di oggi.La ginnastica posturale TIB è ilfrutto di vent’anni di personale ri-cerca ed esperienza sul campo, siain ambito terapeutico che sportivo;al pari di un sistema open source, èun progetto in continua evoluzio-ne, che trae beneficio dall'inte-grazione di input derivanti danuove acquisizione scientifiche

Concetti chiave

con link di approfondimento

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allenamento & rehab

to vestibolare e negli occhi (estero-cettori retinici): da loro dipende lanostra conoscenza rispetto alla"conformazione" e alla posizionespaziale. In qualche misura, per ri-spondere alla domanda "chi sonoio?", occorre anche rispondere alladomanda "dove sono io?". È dairiflessi propriocettivi che nasco-no le rappresentazioni mentali(engrammi), che consentono lanascita di abilità motorie com-plesse e delle stesse idee. Lefunzioni motorie e il corpo, consi-derati in molte culture come entitàinferiori e subordinate alle attivitàcognitive e alla mente, sono inveceall'origine di quei comportamentiastratti di cui siamo fieri, compresolo stesso linguaggio che forma lanostra mente e nostri pensieri.Perdere il controllo sul proprio cor-po significa, di conseguenza, per-dere il controllo sui propri pensieried emozioni (2). Nei momenti criti-ci (stress intenso), il sistema mu-scolare costituisce un sistemaad alta priorità: quando è attivato,gli altri sistemi, come quelli respon-sabili della percezione delle sensa-zioni, dell'attenzione, delle attivitàcognitive ecc., sono in stato di rela-tivo blocco, perché questo stato èlegato nell'inconscio all'esecuzionedi azioni importanti per la sopravvi-venza, come la fuga, l'attacco, la ri-cerca del cibo, di un partner ses-suale, del nido. Oggi sappiamoquanto la semplice passeggiata inun habitat naturale sia un potenteriequilibratore dell'attività dei dueemisferi cerebrali e ciò è dovuto siaall'armonico impiego del sistematonico posturale, sia alla produzio-ne di endorfine scatenata dall'eser-cizio fisico prolungato nel tempo.

TOTALE INTEGRAZIONEMENTE-CORPO Nel 1981 Robert Ader (3) pubblicòil volume “Psychoneuroimmuno-logy”, sancendo definitivamente lanascita dell’omonima disciplina.L’implicazione fondamentale ri-guarda l’unitarietà dell’organismoumano, la sua unità psicobiologicanon più postulata sulla base di con-

vinzioni filosofiche o empirismi tera-peutici, ma frutto della scopertache comparti così diversi dell’or-ganismo umano funzionano conle stesse sostanze. Lo sviluppodelle moderne tecniche di indagineha permesso di scoprire le moleco-le che, come le ha definite il famosopsichiatra Paolo Pancheri (4), co-stituiscono “le parole, le frasi del-la comunicazione tra cervello e ilresto del corpo”. Alla luce delle re-centi scoperte, oggi sappiamo chequeste molecole, definite neuro-peptidi, sono prodotte dai treprincipali sistemi del nostro or-ganismo (nervoso, endocrino eimmunitario). Grazie a esse, questitre grandi sistemi comunicanotra loro, al pari di veri e proprinetwork, non in modo gerarchi-co, ma in maniera bidirezionale ediffusa, formando, in sostanza,un vero e proprio network globa-le. In realtà, le successive scopertesu un altro fondamentale sistemaper l'organismo umano, il sistemaconnettivo, impongono l'espan-sione dalla psiconeuroendocri-noimmunologia (PNEI) alla psi-coneuroendocrinoconnettivoim-munologia (PNECI).

IL POTERE DEL RILASSA-MENTONel cervello vi è un’intensa attivitàelettrica. Fu il dottor Hans Bergerche per primo, nel 1929, ne de-scrisse i quattro tipi di ritmi o on-de, dette elettroencefalografi-che, caratterizzate da diversefrequenze (o cicli al secondo). Ritmo Beta (frequenza superiore a14 hertz). È il ritmo dello stress acu-to ed è a esso direttamente propor-zionale (domina il sistema nervosoortosimpatico). È caratterizzato datensione mentale, quasi tutta rivoltaall’esterno o al rimurginio (dialogointerno) intenso, e muscolare.Coincide anche con la fase di son-no paradosso, ovvero il periodo delsogno (fase REM). Questo ritmo siassocia al massimo dispendio dienergie nervose e fisiche e quin-di, a lungo andare, al massimo lo-

goramento da eccesso di superla-voro. Ritmo Alfa (frequenza ca. 8-13hertz). È il ritmo del distacco dallarealtà esterna. Coincide con il ri-lassamento e con il calo dell’atti-vità cerebrale. Nelle persone sa-ne, non sotto stress, questo statosi genera automaticamente, chiu-dendo semplicemente gli occhi;fornisce il lasciapassare verso l'au-tocontrollo interiore e il pensierocreativo. Se associato a pratiche divisualizzazioni, questo stato riescead avere una buona influenza a li-vello somatico. Ritmo Teta (frequenza ca. 4-7hertz). Coincide con lo stato didormiveglia, in condizioni fisiolo-giche si riscontra durantela fase dell'addormenta-mento, detta anche fase dipresonno o stato ipnagogi-co (fino ad occupare il 90%del tracciato EEG). In questafase la coscienza è comesdoppiata in coscien-za vigi le e sogno;coesistendo, la co-scienza della vegliapuò osservare quelladel sogno, reagire aessa come in una si-tuazione reale, ricor-darla e ricordare ilpensiero primario oassociativo tipicodel sogno. Il pen-siero associativosembra esserequello dei lampi digenio risolutivi, del-le illuminazioni creative,ma anche delle illusioni.È anche il ritmo della ri-generazione psicofisica. Ritmo Delta (frequenzainferiore a ca. 3 hertz).Coincide con il sonnoprofondo, privo di sognie con rilassamento mu-scolare intenso. In questafase si ha la massima produ-zione dell’ormone della cre-scita GH (che durante tut-ta la vita è indispensa-

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bile per il rinnovamento cellulare ol-tre che, nella prima fase, per la cre-scita), e la massima attività del si-stema immunitario. È il momentotopico per tutti i nostri processirigenerativi e per la produzionedi “endofarmaci”, i potenti far-maci prodotti dal nostro organi-smo ad azione altamente specifi-ca. Noto a tutti è il grande poteredell'effetto "placebo": esso stimolal’autoproduzione di farmaci da par-te dell'organismo, grazie al sensodi tranquillità, all’effetto calmante,scaturito dalla ferma convinzione diaver assunto qualcosa che ci faràpresto star bene. Al contrario, latensione mentale (come la paura),così come la prolungata assunzio-

ne di farmaci (tramite unmeccanismo di feed-back), inibiscono l’azio-ne del nostro “medicointerno”. Il ritmo delta è

sotto il massimo dominiodel sistema nervoso

parasimpatico eprevale nel sonnodei buoni dormito-ri. Quando è alte-rato, la personadorme male, si ri-genera poco etende a esserestanca, ad am-malarsi faci l-mente e ad ave-re disturbi psi-cosomatici. Lo studio delcervello degliscacchisti e dei

campioni di memo-ria, effettuato tramitetecniche quali la PET

o tomografia a emis-sione di positroni, indi-ca che in molti casi sipuò raggiungere unanotevole concentra-zione mentale riducen-do, anziché aumentan-do, il ritmo del cervello.Quando il cervello è rapi-do, la corteccia cerebrale

è pronta a risponderea una moltitudine di

stimoli e a portare avanti diverse at-tività mentali. Al contrario, una ridu-zione del ritmo può favorire un’atti-vità mentale selettiva e intensa.

LO STRESSI ritmi frenetici della società mo-derna, inducono il cervello a re-stare molto attivo per eccessiviperiodi di tempo, così che faràsempre più fatica a rallentare ipropri cicli. Ciò, in altre parole, ri-duce la capacità di rilassarsi, diavere un sonno profondo e quindidi rigenerarsi instaurando la temibi-le escalation: stress negativo - in-sonnia - disturbi della memoria edella concentrazione – patologie.Inoltre, l'elevata attività cerebralecorrisponde, come abbiamo vi-sto, a un'eccessiva attenzioneverso l'esterno (supremazia deisensi esterocettivi vista e udito),a scapito dell'ascolto dei bisognidel corpo. In un certo senso, ci siproietta “fuori dal corpo”, riducen-do la sensibilità propriocettiva. Sigenera così una dispercezionecorporea, ovvero una diminuitaconsapevolezza del proprio "io",in grado di agevolare pericolosa-mente i processi degenerativi.Apprendere e praticare attività rilas-santi e propriocettive, nonchè svi-luppare la propria capacità di visua-lizzazione, è di primaria importanzaper contrastare l’intenso “logoriodella vita moderna”.

BIBLIOGRAFIA1. Myers T, “The OpinionatedPsoas”, Associated Bodywork andMassage Professionals magazine(2001); Myers T, “MeridianiMiofasciali”, Tecniche nuove (2006)2. Oliverio A. “La mente, istruzioniper l’uso”, Rizzoli (2001)3.Ader R., “Psychoneuroimmuno-logy”, Academic press (1981)4. Pancheri P. “Evoluzione del con-cetto di stress in psichiatria e in psi-cosomatica”, Rivista di Psichiatria(1981: 16, 5, 321-341); Pancheri P.“Psicosomatica in Medicina”, inEnciclopedia Medica Italiana (vol.XII), USES Edizioni Scientifiche(1985:1886-1897).

allenamento & rehab

Giovanni Chetta

Ideatore del metodo TIBodywork, èalimentarista a indirizzo biochimico,massofisioterapista, posturologoergonomista, istruttore MBT e masterpractitioner in programmazioneneuro-linguistica. È ricercatore incampo posturologico pressol’Università Charitè di Berlino,nell'ambito del progetto di studio"Wechselbeziehungen zwischenfunktioneller Gnathologie,Körperfehlhaltungen undLeistungsoptimierungen sowohl beigesunden Menschen als auch beiTMD/CMDPatienten", e con l’équipe diBiomedica Posturale (programma“Sindrome Biomeccanica Posturale”).È responsabile del reparto diPosturologia presso Residenza VillaArcadia di Bareggio (MI) ed esercitastabilmente presso poliambulatori epalestre. Collabora con riviste e sitiinternet e conduce corsi su:posturologia, ginnastica posturale,massaggio e alimentazione.Grazie a un ricco passato di sportivodi alto livello, si è dedicato allo studioe alla pratica di varie disciplinemotorie, intese come “arti” per ilripristino della salute psico-fisica,formandosi sotto la guida di maestri difama internazionale (AlberticoCalderon, Esmil Diaz ed Eloy Leyva). Èpresidente dell’associazioneculturale-sportiva AssoTIB(Alfa/CSAIn/CONI).http://www.giovannichetta.it

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IL DOLORE CERVICALE

Il manuale offre un’ampia panoramicadelle patologie più comuni nell’individuoadulto: la cervicalgia. Il volume è diviso intre parti: la prima, dedicata all’anatomia,alla fisiologia articolare e alla biomeccani-ca del tratto cervicale. La seconda, dedi-cata alle sindromi dolorose più comuni.Infine la terza parte che comprende alcu-ne schede pratiche di utilizzo in palestracontenenti gli esercizi più idonei in rela-zione alla sintomatologia dolorosa.

Claudio Corno Alea Edizioni 2003 pag. 128 Euro 21

CASI CLINICI IN PALESTRA In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali patologie del-l’apparato locomotore. Per ognuna di esse sono de-scritti anam-nesi ed esame obiettivo motorio, sono individuati i traguardi daraggiungere, sono tracciate le linee gui-da del protocollo di lavo-ro attraverso gli esercizi consigliati e quelli da evitareVOLUME 1: Sindrome della schiena dritta e scoliosi – Spondilolisi conlistesi – Agenesia del pettorale – Lussazione acromion claveare – Cifosi epetto carenato – Petto scavato – Paralisi ostetrica – Poliomielite – Fratturadi calcagno – Frattura di gomito – schiacciamento di un disco interverte-

brale – Artrosi d’anca – Lussazione di spalla –Rottura del retto femoraleAlessandro Lanzani - 1994 VOLUME 2: Calcificazione del tendine delsovraspinato - Correzione di varismo tibiale -Grave artrosi vertebrale - Strabismo di rotula -Ernia del disco in un culturista - Periartrite scapo-lo omerale - Artrosi di spalla grave -Lombarizzazione della 1° vertebra sacrale -Rifrattura di gamba - Dismetria degli arti inferiori- Rettificazione del tratto cervicale - Ginocchiorecurvato - Ernia discale intraspongiosa - Piede

cavo - Artrosi d’anca - PseudoartrosiAlessandro Lanzani - 1997 VOLUME 3: Rottura del menisco del ginocchio- Weight lifters syndrome - Condropatia di rotula -Lombalgia in discopatia L5-S1 - Rottura del lega-mento crociato anteriore del ginocchio - Recidiva didistorsione della caviglia - Pubalgia - Instabilità dispalla - Postumi di frattura di gomito - Distorsione

della colonna cervicale - Frattura di omero in unbody builder - Piede piatto - Lombarizzazionedella 1° vertebra sacrale - Rottura del tendined’Achille - Calcificazioni della tibiotarsicaRiccardo Gambaretti - 1998 VOLUME 4: Doppia frattura vertebrale daschiacciamento - Frattura con deformazione acuneo di L1 - Rachi-schisi cervicale -Emilombarizzazione subtotale di S1- Rottura esintesi del tendine rotuleo - Doppia spondilolistesicon artrosi vertebrale - Grave artrosi di ginocchio- Ipertrofia reattiva delle spine tibiali -

Rettificazione cervicale con grave artrosi - Lacera-zione del tendine distale del bicipite brachiale -Frattura di clavicola - Conflitto subacromiale indonna anziana - Rifrattura di ulna - Osteotomia dibacino in artrosi d’anca - Lesione dei legamentidella cavigliaEdoardo Lanzani - 1998VOLUME 5: Concussione coxofemorale epostumi da trauma - Calcificazione sottodeltoideain periartrite scapolo omerale - Degenerazionedel sovraspinato -Frattura tipo colles di radio -Protrusione discale L5 - S1 - Rettificazione deltratto lombare in soggetto giovane - Ernia espul-sa L3 - L4 - Frattura comminuta di tibia -Polifrattura costale e frattura clavicolare -Sindrome cervicale del manager stressato -Frattura del malleolo esterno - Spalla del tennista- Modificazione a cuneo del passaggio lombosa-crale - Frattura esposta di gamba - Os acetaboli- Pinzatura del tendine del sovraspinato

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MAL DI SCHIENA

Il volume affronta il tema del mal dischiena in modo davvero esaustivo.Nella prima sezione guida il lettore alcorretto utilizzo della colonna nella vitaquotidiana e nella pratica sportiva. Laseconda parte raccoglie invece appro-fondimenti sulle patologie e sui mecca-nismi del dolore lombare.

Claudio Corno Alea Edizioni 2001pag. 256 - Euro 26

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La vecchiaia non è una malattia. La gin-nastica per anziani non è uno sport.L’autore psicomotricista Giovanni Ghidiniillustra come strutturare un corso diginnastica per la terza età muovendosifra fisiologia ed emotività, anatomia epsicologia motivazionale, rieducazionefunzionale e programmazione dell’attivi-tà.

Giovanni Ghidini e Alessandro Lanzani Alea Edizioni pag. 112 – Euro 21

CRESCERE CON LO SPORT

Le attività fisiche praticate in età giova-nile contribuiscono allo sviluppo armoni-co dell’organismo, a patto che l’attivitàmo-toria sia corretta e adeguata allecaratteristiche psicofisiche del ragazzoe alla sua particolare fase evolutiva. Ilvolume vuole essere un supporto acompletamento del bagaglio tecnico eprofessionale di ciascun operatore spor-tivo che si trova a contatto con la realtàdell’allenamento giovanile.

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LE REGOLE D’OROGli ausili o i tools che s’impieganonegli esercizi di un programmaPEC, sono le classiche tavoletteFreeman, più o meno modificate epersonalizzate, swiss-ball, vari sup-porti instabili come palle di spugna,pedane elastiche, foam-roller checreano instabilità; può essere im-piegato tutto ciò che l’inventiva o lanecessità prevede e concede. Lariatletizzazione, in questi casi,rappresenta terreno fertile perl'elaborazione di programmi direcupero empirici e strettamentepersonali. Per l’atleta è di fonda-mentale importanza la supervisio-ne dell’operatore sportivo di tur-no, specie nella delicata fase inizia-le del programma, per garantireuna corretta tecnica di esecuzio-ne dei gesti e della postura e unadeguato svolgimento degliesercizi. La didattica e la visibilitàdella gestualità offerta dall’operato-re è il segreto per la buona realizza-

Terza parte

allenamento & rehab

Rimettere in funzione un mu-scolo, un comparto o, me-glio ancora, un’intera catena

cinetica, per l’atleta e l’operatorecomporta l’aver a che fare con al-cune prevedibili situazioni: weak-ness, debolezza muscolare, ti-ghtness, restrizione mio-fasciale,che viziano, o addirittura impedi-scono, il fisiologico ROM muscolo-articolare. È quindi opportunovalutare e seguire attentamenteil lavoro/forza e lo spazio/per-corso espresso da un muscolodebole che, per deficit proprio-cettivo, può non essere in gradodi riconoscere un "fine corsa"articolare durante un lavoro peril recupero funzionale, o per l’in-cremento di forza e trofìa mu-scolare.È evidente cosa possa comporta-re il mancato rispetto dello stop di"fine corsa": oltre all'iperestensio-ne articolare, è l'extra-allunga-mento muscolare che è da evitare.

Questo può risultare dannoso so-prattutto nella fase di contrazio-ne eccentrica dell’esercizio, da-ta la condizione ipotrofica e inde-bolita causata da una forzata im-mobilizzazione. Numerosi sono glistudi che spiegano come, in que-sta delicata fase di allungamentomuscolare, gli infortuni avvengonocon più probabilità (1, 2, 3).Un efficace programma PEC de-ve necessariamente essere gra-duale e quindi utilizzare gli eser-cizi in modo da stimolare diffe-renti livelli di controllo biomec-canico e motorio (4), sempre ascopo preventivo. Questa cauteladeve esserci anche nelle sedute dibodyworks, come per esempiodurante un trattamento mio-fa-sciale con tecnica passivattiva (5,

6), dove si utilizza, come ausilio perregolare l'escursione muscolare eper fornire un input propriocettivo,il Taping Kinesiologico applica-to in modo sostenitivo.

Propriocettività

con link di approfondimento

Equilibrio

Coor

dinaz

ione

PEC

di Maurizio Ronchi con la collaborazione di Marco Gibin, Jacopo Masera, FedericoPolimene, Fulvio [email protected]

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zione di un training PEC, oltre cheper scongiurare le possibili recidivenello svolgere i programmi faidate(5). Il trainer di turno non deve esse-re solo un controllore, ma deve of-frire un vero supporto propedeu-tico, dapprima spiegando la tec-nica e lo scopo dell’esercizio, esuccessivamente mostrando latecnica di esecuzione, affinchél’atleta veda e memorizzi la correttapostura e la dinamica di svolgimen-to, anche con lo scopo di allentarele tipiche tensioni emotive del “ce lafarò? mi farà male?”. Durante lapratica degli esercizi del program-ma, la maggior efficacia si ottienequando l’atleta, con l’aiuto di unospecchio a parete, si può vederenella sua interezza. Ho riscontratoche, nella fase post-terapeutica,l’atleta, più sicuro grazie alla migliorcondizione psico-fisica, sviluppa,grazie allo specchio, la possibilità diautocorrezione dei movimenti edella postura, incentivando la sti-molazione propriocettiva. Gli effettidi questo accorgimento trovanouna spiegazione negli studi diLephart per il ripristino del control-lo motorio tramite la riprogramma-zione cognitiva, l’attività cerebrale el’attività riflessa (7). Per dare un valo-re scientifico al lavoro complemen-tare di bodyworks per l’atleta, hotrovato come riferimento lo studio

allenamento & rehab

naggio degli essudati e dellescorie cataboliche interstiziali,supportato dall'util izzo delTaping Kinesiologico.Mentre si eseguono i test di rangeof motion articolare, è bene far no-tare la diversa escursione di movi-mento/ampiezza tra quelli passivi(maggiore per i pROM) rispetto aquelli attivi (minore per gli aROM), lacui differenza è la riserva di movi-mento. L’intento propedeutico delprogramma PEC in questo caso èquello di permettere all’atleta dipercepire e ottimizzare questa ri-sorsa articolare in modo volontario.Il guadagno di ROM ottenuto de-ve essere impiegato allo scopodi evitare extramobilizzazioni ar-ticolari potenzialmente dannoseo lesive, specie per il delicato pe-riodo iniziale della preparazione edurante le prime prestazioni. La fi-nalità preventiva traspare in ma-niera chiara da un programmaPEC, sia per il ripristino di auto-co-scienza del proprio corpo e del suomovimento, che per il lavoro delbodyworker mirato a mantenereuna condizione mio-fasciale-artico-lare come la più fisiologica correttae funzionale possibile. In pratica,questo lavoro sinergico fra le diver-se figure durante tutte le fasi del-l’iter per il ritorno all’attività sportiva,deve sviluppare nell’atleta un’am-pia memoria spaziale e temporale,che si inserirà all’interno del baga-glio degli strumenti percettivi e mo-tori (9) a scopo preventivo e di auto-sicurezza durante l'allenamento e laperformance.

IL LAVORO IN PALESTRAUn programma PEC deve essereaperto a 360 gradi per la sperimen-tazione di nuovi moduli, lasciandospazio a nuove idee e metodologie.Così come mi sento di proporreuna seria rivalutazione della pale-stra come luogo fondamentale perlo svolgimento e lo sviluppo deiprogrammi PEC. Purtroppo persi-ste ancora tra gli sportivi il retaggiodi associare la palestra a un covo di“culturisti bombati” o di fare banali

sul concetto dello Spine Engine(8) di Gracovetsky per la biomecca-nica del movimento del corpo. Perun’efficace preparazione dellacolonna vertebrale, in previsionedegli esercizi PEC e di palestra,può essere una buona norma sot-toporre l'atleta a un breve tratta-mento per la muscolatura dorsale,e in particolare il prolungato mas-saggio dei muscoli paravertebra-li. Data la loro difficoltà a rilassarsi(sono praticamente muscoli invo-lontari con funzione antigravitaria),questa manualità induce per perfu-sione una miglior idratazione dei di-schi intervertebrali, che aumenta, difatto, la funzionalità e la reattivitàdell’intera struttura per il successi-vo carico di lavoro e fornisce, inol-tre, un ottimo stimolo propriocetti-vo. Al termine di ogni seduta PECl’atleta viene sottoposto a uncheck fisico-atletico con lo sco-po di controllare la qualità e laquantità delle risposte e delle va-riazioni muscolo-articolari e po-sturali indotte dagli esercizi svol-ti. Saranno quindi eseguiti nuova-mente i vari test di ROM e, se il ca-so lo prevede, sarà utilizzata la tec-nica passivattiva (5, 6) per il releasedelle aderenze mio-fasciali e la nor-malizzazione di tensioni/stress mu-scolari accumulate. Si termina poila seduta con manovre per il dre-

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lenamento sia previsto un lavoroper il riequilibrio e il potenzia-mento fisico da svolgere in pale-stra. Un qualsiasi programmaPEC non sarebbe possibile sen-za il supporto/apporto delle mol-teplici attività offerte dalla pale-stra: attrezzistica, macchine, to-ols e tutta la tecnologia e profes-sionalità al servizio del fitness edella riatletizzazione. Il lavoro inpalestra ricerca e mira a una sim-metria e funzionalità del corpo, conlo scopo di prevenire quei vizi po-sturali indotti da una mancatastabilità strutturale, soprattuttoper gli sport da impatto, monola-terali o gestualmente ripetitivi.Persevero su questo punto impor-tante, citando lo studio dell’ AOGPini di Milano eseguito su giovanirugbisti, che evidenzia come oltre lametà degli atleti che presentavanodeficit di forza asimmetrici, scarsoequilibrio posturale e/o di incoordi-nazione motoria, registravano unamaggior propensione soprattutto aitraumi articolari (10). Il training inpalestra si presta perciò a essereparte integrante del lavoro d'in-sieme fra i diversi specialistisportivi al servizio dell'atleta perqualsiasi sua esigenza di prepa-razione e mantenimento o riedu-cativa. Segnalo, a proposito di pa-lestra e sinergia tra le figure impe-gnate nello Sport&Fitness, il validoarticolo di Davide Fogliadini, chesottoscrivo nella sua totalità (11).

CONCLUSIONE La continua ricerca di equilibrio,quelle oscillazioni posturali checonsentono di mantenere il corpostabile e di recuperare la posizionedesiderata dopo ampie sollecita-zioni e spostamenti, o per il control-lo dinamico del corpo, deve avveni-re secondo una giusta sequenzache consenta movimenti coordina-ti, e per far ciò si deve prevedereanche un lavoro di rinforzo musco-lare (12). L’infortunio articolareporta come conseguenza aun’informazione propriocettivadistorta o ritardata, per cui, nelperiodo riabilitativo, l’incremento

della forza e della massa musco-lare non è sufficiente a produrreun gesto coordinato senza unparallelo programma di recuperopropriocettivo e cinestetico.L'esercizio di propriocezione, inse-rito in un programma di allenamen-to sportivo e/o di riabilitazione mo-toria, deve porre particolare atten-zione alla componente di controlloneuromuscolare idonea alla stabili-tà delle articolazioni per una corret-ta postura. Il ripristino propriocetti-vo, di equilibrio e coordinazione,avviene di pari passo con le motiva-

considerazioni come “non mi ser-vono i pesi per il mio sport”. Questainterpretazione scorretta è frequen-te per lo più nei runner amatoriali egeneralmente è caratteristica neglisportivi non professionisti. Seguoda molti anni atleti di diverse disci-pline sportive e per sfatare questopregiudizio palestra-pesi, prendo inesame solo il recente 2009. Ho vi-sto e vissuto vanificarsi tanti sogni,come dover rinunciare a maratoneimportanti, o non poter giocare incampionato a causa di infortuni,come fratture da stress, distrazionimuscolari o problemi insorti perscompensi posturali dovuti a so-vraccarico di allenamento e a zeroore di lavoro per il supporto e il trai-ning muscolo-articolare. Ma è giàdifficile far capire a chi pratica sportdi situazione come un rugbista, uncalciatore, un pallavolista l’impor-tanza e i benefici della preparazionefisica fatta in palestra, figurarsi a unmaratoneta. La risposta laconica èsempre la stessa: ”che c’entrano ipesi con il correre, mica devo met-ter su muscoli!”. A ogni modo spe-ro che l’amara esperienza di un in-fortunio con le lacrime, le delusionie le sofferenze di questi atleti abbiafatto breccia, e che per i loro futuriprogrammi di rientro all’attività e al-

Link

1. L'applicazione del Taping Kinesiologico® in modosostenitivo per aiutare il bicipite brachiale nella fasedi contrazione, ma soprattutto per l’inputpropriocettivo di "fine corsa", per evitare extra-estensioni.2. Un'applicazione decompressiva al deltoide, dopoun lavoro PEC per la spalla.3. Applicazione decompressiva per la muscolaturaposteriore del collo dopo un lavoro PEC.

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

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zioni personali, lo stato psico-fisico,un buon grado di elasticità fascialee del tono/forza muscolare del-l'atleta, con la perfetta integrazionedel lavoro di tutti i componenti dellostaff medico (13), staff tecnico, trai-ner di palestra e sportbodyworksche operano nei programmi PEC.Tecniche, modalità e tempi di ese-cuzione degli esercizi PEC non so-no lo scopo di questo lavoro. Hoqui riportato solo alcuni esempi deimetodi più usati dallo staff tecni-co/sanitario del Seregno Rugby.Ulteriori manualità e tecniche disportbodyworks sono reperibilinei lavori della tecnica passivat-tiva.

RINGRAZIAMENTI Gli atleti del Seregno Rugby, “ca-vie” senza eguali. Ange Tomas-setti, giocatore professionista diRugby TOP 14 in Francia, per la di-sponibilità nei test PEC e la suagrande simpatia. Piera e MassimoTerragni con il Dr Roberto Galli,istruttori IFBB e trainers del laCobragym di Seregno, per la di-sponibilità della palestra e il profes-sionale supporto tecnico offerto.Mauro Confalonieri, istruttoreIFBB per le preziose consulenze.Lorenzo Crippa, eccellente terapi-sta e grande conoscitore delle tec-niche manipolative. Prof RosarioBellia, presidente dell'Associazio-ne Italiana Taping Kinesiologico® ela Dr.ssa Ornella La Rosa diVisiocare® per la consulenza tecni-ca. Al carissimo prof. Antonio DalMonte, membro Comitato Scienti-fico del CIO.

BIBLIOGRAFIA 1. Friden J., Lieber R.L.: Eccentricexercise-induced injuries to con-tractile and cytoskeletal muscle fi-bre components - Acta PhysiolScand 171:321–326, 2001 2. Birtles D.B., Rayson M.P., JonesD.A., Padhiar N., Casey A.,Newham D.J.: Effect of eccentricexercise on patients with chronicexertional compartment syndrome- Eur J Appl Physiol 88:565– 571,2003

allenamento & rehab

3. Gibson W., Arendt-Nielsen L.,Taguchi T., Mizumura K., Graven-Nielsen T.: Increased pain from mu-scle fascia following eccentric exer-cise: animal and human findings -Exp Brain Res 2009 194:299–308DOI 10.1007/s00221-008-1699-8 4. Melegati G. et al.: Riabilitazionedel le Tendinopatie: EvidenzeCliniche - 2003, 32-455. Ronchi M., Tecnica passivattivanello scollamento mio-fasciale:Tronco e Arti Superiori - www.spor-temedicina.it/ 1 ott. 2009 6. Ronchi M.: Tecnica passivattivanello scollamento mio-fasciale: artiinferiori - www.sportemedicina.it/,20087. Lephart S. M.: Proprioception:The Sensations of Joint Motion andPosition - Sportsmedicine PubDepartment University ofPittsburgh, 1998 8. Gracovetsky S.A.: Analysis andinterpretation of gait in relation tolumbo pelvic function - 4thInterdisciplinary World Congress onLow Back&Pelvic Pain, Montrealnov. 2001 9. Sannicandro I.: La propriocezio-ne: rapporti con la capacità di dise-quilibrio negli sport di situazione -Calzetti e Mariucci editore, 2007 10 - atti del Congresso NazionaleAMIR 2008 La ricerca scientificaapplicata al rugby del XXI secolo,Milano, 2008 - www.hsantalucia.it/11. Fogliadini D.: Medico-fisiotera-pista-istruttore: troppa distanza -Fitmed onl ine anno 1 n. 9www.professionefitness.com/ 12. Barbero P.: Allenamento pro-priocettivo - Calciatori Magazine,gen. 2005 28. Tornese D., Bandi M., MelegatiG., Volpi P.: Le lesioni dei flessoridel ginocchio: Patogenesi e riabili-tazione - "AeR" Artroscopia eRiabilitazione, anno 1 - 1, 2004 30. Wasielewsky N.J., K.M.Kotsko: Does eccentric exercisereduce pain and improve strenghtin physically active adults with sym-ptomatic lower extremity tendino-sis? A systematic review- Journalof Athlet ic Training2007;42(3):409–421

Link

MARCO GIBINLaureato in Fisioterapiae Riabilitazione pressol’Università degli Studidi Milano, riabilitatoreper patologie cerebro-lesive e ortopediche presso l’Associazione“Nostra Famiglia” IRCCS “Eugenio Medea”,riabilitatore per patologie ortopediche e neuro-logiche, S.L.A. e S.M. presso Mosaico HomeCare srl, studente in Osteopatia pressoS.O.M.A. School of Ostheopatic Manipula-tion,fisioterapista - staff medico Seregno Rugby.JACOPO MASERALaureato in Medicina eChirurgia pressol’Università di Pavia,Ortodontista eGnatologo, 2003-2005Istruttore Corso Clinico di Ortodonzia pressol’Ospedale di Cittadella, 2003-2005Consigliere Nazionale “Atm Ortopedic Socie-ty”,diploma SIMOC Osteopatia e terapia ma-nuale c/o GUNA Milano, in corso Master inOsteo-patia c/o Università di Milano Bicocca,medico sociale - staff medico Seregno Rugby.FEDERICOPOLIMENEPersonal trainer, istrut-tore di Bodybuilding &Fitness CSEN, istruttoreFIDAL, massaggiatoretesserato FIR, massaggiatore - staff medicoSeregno Rugby.FULVIOZECCHINELLO Laureato in ScienzeMotorie pressol’Università Statale diMilano, qualifica dimassaggiatore sportivo presso CSEN, allena-tore di 1° livello FIR(Federazione ItalianaRugby), preparatore atletico FIR, allenatore dibase per il calcio FIGC, educatore 1° livello CO-NI, coordinatore progetto “ Rugby EducativoScolastico”, prof. di Educazuine Fisica, prepa-ratore atletico - staff tecnico Seregno Rugby.MAURIZIO RONCHI Massaggiatore sportivonon terapista liberoprofessionista, docentedi Sportbodyworks eTecnica Passivattivamembro. Staff medicoSeregno Rugby - Massaggiatore tesserato FIR,Associazione Manipolazione FascialeAssociazione Italiana Taping Kinesiologico

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di Luca Mazzotti [email protected]

Evasione Fiscale nel fitness:

siamo alle solite!no, nella maggior parte dei casi,una necessità per sopravvivere,piuttosto che uno strumento pergenerare profitti. La situazione ge-nerale del settore del fitness in Italiaappare, nonostante quello che sisente spesso dire dai mezzi di co-municazione, decisamente critica.Al pur significativo aumento di do-manda negli ultimi dieci anni, ha fat-to fronte un incremento molto mag-giore dell’offerta e un conseguenteinasprimento dello scenario com-petitivo. Spesso i centri fitnesssopravvivono grazie agli incassiderivanti dal pagamento antici-pato delle quote di abbonamen-to rispetto all’erogazione del ser-vizio, nascondendo una situazio-ne economica in certi casi disa-strosa.

ASSOCIAZIONI SPORTIVE DI-LETTANTISTICHE E SOCIETÀSPORTIVE DILETTANTISTICHEPer comprendere in che modo siapossibile beneficiare delle agevola-zioni previste per il settore del fit-ness nel pieno rispetto della legge,

occorre anzitutto specificare la dif-ferenza tra Associazioni eSocietà. Un’Associazione è com-posta da una pluralità organizzatadi persone che perseguono unoscopo comune: possiamo quindidire che un’Associazione è rap-presentata, come dice la parolastessa, dall’unione di più perso-ne che intendano svolgere un’at-tività in comune.Il concetto di società è invece defi-nito dall’art. 2247 c.c. dove si defi-nisce il contratto di società comequel “contratto attraverso il qualedue o più persone conferisconobeni o servizi per l’esercizio in co-mune di un’attività economica, conlo scopo di dividerne gli utili”.Cerchiamo quindi di individuare ledifferenze tra Associazioni eSocietà in via generale. Anzitutto,in un’associazione, i contributiversati dagli associati sono afondo perduto e gli associati cherecedono dal vincolo sociale, o chesiano esclusi, non possono ottene-re la restituzione dei contributi ver-sati, né vantare alcun diritto sul pa-

marketing e management

Èdello scorso dicembre la noti-zia di una verifica effettuatadalla Guardia di Finanza pres-

so una palestra di Ciriè, in provinciadi Torino, che ha portato a un accer-tamento di evasione fiscale per unimporto di circa 800.000 euro.Anzitutto ci tocca dire che le infor-mazioni date sull’argomento daigiornali sono abbastanza approssi-mative e non del tutto corrette.Purtroppo, quando si parla di fit-ness con riferimento al comporta-mento fiscale degli operatori delsettore, si dipinge spesso un qua-dro abbastanza distante da quel-lo reale, da cui si evince l’immagi-ne di una realtà economica daigrandi profitti che usufruisce in-debitamente di agevolazioni fi-scali. In realtà, la situazione è spes-so molto differente. In questo mo-mento storico, i centri fitness cheproducono risultati economicipositivi sono in percentuale mol-to ridotta e le agevolazioni fiscalipreviste per il settore sportivo di-lettantistico (a cui fa riferimento ilmondo del fitness) rappresenta-

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marketing e management

trimonio dell’associazione (artt. 24e 37 codice civile). Un altro elemen-to che caratterizza l’associazione èla sua struttura: si parla a questoproposito di rapporto associativoa struttura aperta, intendendoche, tutti coloro che condividonogli scopi associativi, possono chie-dere di far parte dell’associazionesenza che ciò comporti una modifi-ca dell’atto costitutivo. Per quantoriguarda invece la lucratività, conl’introduzione della legge 289/2002(art. 90) e quindi con la nascita del-le Società Sportive Dilettantisti-che sotto forma di Società diCapitali, esiste analogia traAssociazioni Sportive e SocietàSportive. In deroga all’art. 2247c.c. sopra citato, sia per le SocietàSportive Dilettantistiche che per leAssociazioni Sportive Dilettantisti-che, esiste il divieto assoluto didistribuire utili anche in forma in-diretta: gli eventuali utili prodottidovranno pertanto essere rein-vestiti nell’attività sociale o as-sociativa.Nella grande maggioranza dei casigli accertamenti della Guardia diFinanza hanno riguardato delle ve-re e proprie imprese mascherateda Associazioni Sportive dilettanti-stiche, ma gestite a tutti gli effettisecondo logiche commerciali e conl’obiettivo specifico di produrre edistribuire utili in regime di indebitaesenzione fiscale.

LE AGEVOLAZIONI PER LOSPORT DILETTANTISTICO INITALIAA partire dal 2003, l’adozione dicomportamenti illeciti da parte dioperatori del settore che desideri-no beneficiare delle importanti age-volazioni previste per il settoresportivo, ma che allo stesso tempointendano svolgere attività di im-presa, è stata resa in buona partesuperflua dalla cosiddetta “LeggePescante”. L’articolo 90 della leg-ge 289 del 2002 infatti, al fine diagevolare lo sviluppo dell’attivitàsportIva in generale, ha esteso iltrattamento fiscale e “contrattuale”previsto per le Associazioni

rere a “stratagemmi “ o “sotterfugi”per mascherare la propria attività diimpresa con una AssociazioneSportiva Dilettantistica.Ecco un elenco riassuntivo delleagevolazioni previste dalla leggeper le Associazioni Sportive (econseguentemente alle SocietàSportive Dilettantistiche).- Non assoggettabilità a Iva deicorrispettivi per le prestazioni istitu-zional i erogate da parte diAssociazioni Sportive Dilettantisti-che nei confronti di Soci, Associatio Partecipanti o dei tesserati dellerispettive organizzazioni nazionali(art. 4 comma 4, legge sull’IVA10D.P.R. n. 633 del 26 ottobre 1972);estesa quindi alle Srl sport. Dil.- Detassazione dei redditi prodot-ti. Per le Società Sportive Dilettanti-stiche a r.l. (nell’ambito dell’attivitàistituzionale) i redditi non sono quin-di tassabili ai fini Ires, lo sono solo aifini Irap.- Le Società Sportive dil. a r.l. e leAssociazioni Sportive Dilettantisti-che possono svolgere attivitàcommerciale, non inerente diret-tamente ai fini istituzionali, comeper esempio vendita diMerchandising (abbigl iamentosportivo, gadgets, servizi non colle-gati all’attività sportIva istituzionale

Sportive al le Società SportiveDilettantistiche. In particolare, ilcomma 1 dell’art. 90 recita quantosegue: “Le disposizioni della legge16 dicembre 1991, n. 398, e suc-cessive modificazioni, e le altre di-sposizioni tributarie riguardanti leassociazioni sportive dilettantisti-che, si applicano anche alle societàsportive dilettantistiche costituite insocietà di capitali senza fine di lu-cro”. È noto che nel settore del fit-ness le Associazioni Sportive han-no avuto, soprattutto in passato,grande diffusione, proprio grazie al-le agevolazioni fiscali a loro riserva-te. Spesso le Associazioni, comesopra accennato, sono state create“ad hoc” e gestite come delle veree proprie aziende, al solo fine di ot-tenere i vantaggi garantiti dalla leg-ge, ma dimenticando lo scopo e lanatura fondamentale dell’associa-zionismo, ovvero quello di accomu-nare delle persone nello svolgimen-to di attività sportIva dilettantistica.Nella gran parte dei casi gli asso-ciati dei centri fitness sono assolu-tamente ignari del loro “status as-sociativo” e pertanto l’Associazioneè gestita in assoluta autonomia da-gli organi direttivi, ovvero Presiden-te, Segretario, Consiglieri, ove lacomunicazione della convocazionedell’assemblea (obbligatoria perlegge), se non addirittura omessa,viene effettuata in modo da render-la praticamente inaccessibile daparte degli associati.La grande novità introdotta dalla L.289/2002 art. 90 è stata quindiquella di creare una nuova formasocietaria, la Società SportIvaDilettantistica a responsabilità li-mitata (o anche Società perAzioni), che possiede delle carat-teristiche che potremmo definire“ibride”: da un lato si tratta a tuttigli effetti di una Società di capita-li, e dall’altro, essendo vietata ladistribuzione di utili anche in for-ma indiretta, si avvicina agli entino-profit. In ogni caso questa novi-tà ha rappresentato per alcuni ope-ratori del settore un’interessante op-portunità per beneficiare di agevola-zioni significative, senza dover ricor-

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marketing e management

quali servizi estetici, massaggi oservizi legati al benessere e al relaxcome saune, bagni turchi, idromas-saggi e thermarium in generale).- I proventi derivanti dall’attivitàcommerciale sono soggetti a Iva.- È possibile, nel caso di svolgi-mento di attività commerciale (ov-vero non collegata direttamente aifini sportivi istituzionali), aderire al-l’opzione per il regime fiscaleagevolato previsto dalla legge398/1991, che prevede il calcoloforfetario del reddito ai fini Ires nellamisura del 3% sul totale dei ricavicommerciali.- Il regime fiscale agevolato per l’at-tività commerciale svolta (cosiddet-to regime forfetario) prevede il ver-samento dell’Iva a debito forfetaria-mente nella misura del 50% sul va-lore totale, senza possibilità di effet-tuare detrazioni di Iva a credito su-gli acquisti. L’Iva sugli acquisti di-viene pertanto, come nell’ambitodell’attività istituzionale, un costoindetraibile. - L’attività commerciale svolta nondeve superare il limite di 250.000euro annui per poter beneficiare delregime agevolato forfetario.

- Agevolazioni fiscali relative aicontratti posti in essere con icollaboratori. In particolare taliagevolazioni, a partire dalla riformadel Diritto Societario (l. 289 2002),sono estese dagli sportivi dilettanti(in generale istruttori) ai contratti dicol laborazione coordinata econtinuatIva di carattere ammini-strativo-gestionale di natura nonprofessionale resi in favore di socie-tà e associazioni sportive dilettanti-stiche. Nello specifico, segnaliamole fasce di reddito di riferimento.1. Sono esclusi dal reddito imponi-bile ai fini Irpef i rimborsi, i compen-si e le indennità per un importonon superiore a 7.500 euro annui(art. 67 t.u.i.r.).2. Superati i 7.500 e fino a un im-porto di 28.158,28 euro, si applicauna ritenuta a titolo d’imposta parial primo scaglione di reddito, pari al23% più l’addizionale regionale pa-ri a 0,9%, mentre nessuna ritenutadovrà essere applicata a titolo diaddizionale comunale e provinciale.3. Superati i 28.158,28 euro com-plessivi, si applica una ritenuta a ti-tolo di acconto pari al primo sca-glione di reddito più le addizionali

Irpef.- Per quanto riguarda i contributiprevidenziali, il settore sportivorientra sotto la giurisdizionedell’Enpals e senza addentrarci indettagli un poco complicati, è incorso da tempo una sorta di con-tenzioso tra Coni ed Enpals in meri-to alla assoggettabilità dei redditisportivi alla contribuzione previden-ziale e il tema non è ancora statocompletamente chiarito.

ONERI PER BENEFICIAREDELLE AGEVOLAZIONIPer poter beneficiare delle agevola-zioni previste dalla legge riassuntequi sopra occorre rispettare alcu-ni vincoli formali e sostanziali acui abbiamo già accennato.Anzitutto la stesura dell’AttoCostitutivo e dello Statuto devecontenere alcuni requisiti essen-ziali, tra i quali soprattutto laDenominazione (per le Societàdeve essere Società SportIvaDilettantistica a responsabilità limi-tata) e l’indicazione specifica del-la non lucratività, ovvero il divie-to di distribuire utili. Altro aspettofondamentale per ottenere il rico-

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marketing e management

noscimento dello status di “associa-zione o società sportiva dilettantisti-ca” e, quindi, per poter usufruire del-le agevolazioni fiscali, è l’iscrizionenell’apposito Registro nazionaletenuto dal Coni. L’iscrizione alRegistro delle Associazioni e delleSocietà Sportive si effettua attraver-so una procedura che prevede l’af-filiazione a una FederazioneSportIva o a un Ente di Promo-zione Sportiva, che verificati i requi-siti formali necessari, consente suc-cessivamente l’iscrizione al Regi-stro. Oltre a questo, a partire dal2010 sussiste l’obbligo, per le so-cietà e per le associazioni sporti-ve, di inviare un modello (modelloEAS) all’Agenzia delle Entrate.Recentissimamente l’Agenzia haspostato il termine dell’invio del mo-dello suddetto al mese di marzo2011. Come sopra accennato, tragli oneri più importanti a cui sonosoggette le Società SportIvaDilettantistica a responsabilità limi-tata c’è sicuramente il divieto di di-stribuire utili anche in forma indiret-ta. Le Società Sportive possonocomunque produrre degli utili,ma questi devono tassativamen-te essere trattenuti all’internodella Società e quindi verosimil-mente reinvestiti nell’attività.Inoltre, in caso di scioglimento dellaSocietà, l’eventuale residuo patri-moniale che dovesse emergere do-vrà tassativamente essere devolutoal Coni direttamente o tramite Entidi promozione Sportiva o ancoraAssociazioni Sportive o SocietàSportive Dilettantistiche affiliate alCONI stesso.

CONCLUSIONIIn base a quanto abbiamo detto, losvolgimento di attività di tipo im-prenditoriale attraverso la creazionedi Associazioni Sportive Dilettanti-stiche gestite come delle vere eproprie imprese è un procedimentoassolutamente da evitare. Anzituttoè contrario alla legge, che prevedeche le agevolazioni siano concessesolo a chi svolge effettivamente at-tività sportiva in forma associata.Oltre a ciò, la guida dell’Associa-

zione spetta agli associati, chequindi possono sostituire gli organidirettivi esautorando l’imprenditore,di fatto, dalla gestione dell’Associa-zione. Nettamente differente è il di-scorso che riguarda le Società diCapitali sotto forma di Societàsportive Dilettantistiche. Nello spe-cif ico le Società SportiveDilettantistiche a responsabilitàlimitata, rispettando il vincolo deldivieto della distribuzione di utili,offrono la possibilità di gestireuna centro fitness o wellness be-neficiando di tutte le agevolazio-ni consentite dalla legge per leAssociazioni, garantendo allostesso tempo ai soci che pre-stassero la loro attività profes-sionale all’interno della Società,di percepire un compenso a pat-to che questo rientri in determi-nati parametri. La realtà dellaSocietà sportiva Dilettantistica a re-sponsabilità limitata sembra quindiadattarsi ottimamente a quellestrutture di dimensioni medio-piccole, con le quali l’imprendi-tore desideri percepire dei com-pensi per sé e magari per i com-ponenti della propria famiglia at-traverso la gestione di una formasocietaria che promuova lo sport el’attività sportiva beneficiando di in-teressanti agevolazioni fiscali.

LUCA MAZZOTTI

Dottore commercialista, ha

lavorato per diversi anni nel

campo del marketing e della

comunicazione aziendale,

specializzandosi nel settore del

fitness e benessere.

Recentemente, nella sua attività

di consulente, ha sviluppato

importanti competenze di tipo

amministrativo e fiscale

operando come professionista

all'interno dello Studio

Commercialista Moranduzzo &

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Page 36: FitMed n°1-2011

FREE METHOD BIKE

Il free method bike è una metodicadi allenamento su bicicletta staziona-ria che ha come obiettivo principale ilvoler dare strumenti e mezzi per pro-grammare e arricchire nel tempoun’attività motoria clinica. L’intento èquello di guidare i lettori ad un usorazionale dell’attività, adattandola atutte le età, per il raggiungimento delbenessere psico-fisico.

Roberto Carminucci , MariaLuisa QuinciAlea Edizioni 2001 Pag. 144 - Euro 20,66 -

PERSONAL TRAINING BUSNESSQuesto lavoro pone una lente d’in-grandimento sulla professione delpersonal trainer. Dall’analisi dellepotenzialità di mercato al manage-ment e alla comunicazione fino adarrivare all’organizzazione gestionaledell’impresa PT, il testo si propone diavviare trainer esperti e non a unpercorso di successo.

Daria IllyAlea Edizioni 2002Pag. 128 - Euro 21

PREPARAZIONE ATLETICA INPALESTRA

Come effettuare all’interno del centrofitness una preparazione atletica chemiri non soltanto al benessere fisico,ma che proponga esercizi con isovraccarichi per la muscolatura spe-cifica dello sport, con un occhio parti-colare all’esecuzione e alla richiestaenergetica il più possibile simili algesto sportivo.

Maurizio FanchiniAlea Edizioni 1999 Pag. 192 - Euro 25,82

PERSONAL TRAINER

Cosa serve per diventare personal trai-ner? Partendo da un’analisi storicadella professione, il libro risponde aquesta domanda illustrando le compe-tenze tecniche, psicologiche, commer-ciali e manageriali che il professionistadeve possedere.

Francesco Capobianco (Cap.4 ‘Personal trainer come libero profes-sionista’ a cura di Paola Bruni Zani )Alea Edizioni 2001 - pag. 240 Euro 26

ELETTROSTIMOLAZIONE

Il manuale richiama le nozioni teoricheper affrontare l’utilizzo dell’elettrostimo-lazione in allenamento sportivo, riabili-tazione ed estetica. In appendice sonofornite tavole di posizionamento elettro-di ed esempi di schedepersonalizzate.e.

Fabio Aprile e Fabio PerissinottiAlea Edizioni 1998 - Pag. 128E 20,66

PUNTI MOTORI DI ELETTROSTI-MOLAZIONE

Per la corretta applicazione dell’elettro-stimolazione è fondamentale conoscerecon precisione e accuratezza i puntimotori. Avere una mappa precisa per-mette un allenamento senza effetti col-laterali non solo nei distretti più cono-sciuti, ma anche a livello di tibiali, pero-nei, trapezi, obliqui e cuffia dei rotatori..

Alessandro LanzaniAlea Edizioni 1999 Pag. 128 - E 20,66

ELETTROSTIMOLAZIONE NUOVEFRONTIERE

Il volume mette in risalto le metodichedi allenamento con l’utilizzo dell’elettro-stimolazione, facendo riferimento allevariazioni metaboliche, agli indici di fati-ca ed alla modulazione dei parametriche condizionano l’allenamento. Sonoinserite un’ampia parentesi sulla riabil-tazione associata all’elettrostimolazionee una valutazione sulle possibili utilizza-zioni nell’immediato futuro.

Fabio Aprile - Fabio PerissinottiAlea Edizioni 2001 Pag 144 - E 20,66

CROSS TRAINING

L’analisi del cross training, degli effettie delle sue potenzialità, potrebbe costi-tuire la nuova frontiera dello sport divertice e dello sport sociale. La sfida èlanciata, l’avventura comincia, speran-do di ritrovarci numerosi su questo per-corso.Cos’è il cross training? I diversitipi di allenamento incrociato e gli adat-tamenti.

Simone DiamantiniAlea Edizioni 1999pag. 128 Euro 16

LIBRI ALLENAMENTO - LIBRI ALLENAMENTO - LIBRI ALLENAMENTO - LIBRI ALLENAMENTOVuoi

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TRAINING IN ACQUA

Il libro affronta in prima analisi i principidel movimento in acqua, spiegandodettagliatamente i fattori che condizio-nano la prestazione. Nella secondaparte esplora le diverse possibilità diallenamento delle qualità motorie con esenza attrezzi, facendo riferimento apiù discipline sportive. .

Paolo Michieletto Alea Edizioni 2000 pag. 192 Euro 26

INTEGRATORI PER L’ATLETA

Una dietetica razionale negli sport puòcontribuire a migliorare la condizionefisica e psichica. Il volume considera lacategoria degli integratori suddividendolisecondo le finalità preminenti: plastiche,energetiche o di reintegro.

Giovanni Posabella Alea Edizioni 1999 Pag. 144 - Euro 21

TOTAL FITNESS IN ACQUARoberto Conti, professionista affermatodel fitness, trasferisce in questo volumetutti i segreti per realizzare lezioni di fit-ness in acqua: protocolli, metodi, diffe-renziazioni delle classi. Un manualeefficace, serio e completo per gestiretutte le opportunità del fitness inacqua.

Roberto Conti - Alea Edizioni 2004 pag. 128 Euro 21PLAYAGYM

Una disciplina ginnica innovativa, crea-ta appositamente per la spiaggia, pro-pone esercizi specifici sviluppati inarmonia con l’ambiente marino. In que-sto volume sono raccolte le informazio-ni relative all’insegnamento della gin-nastica in spiaggia e ai benefici psico-fisici che da questa si possono trarre.

Tiziana Scalambro Alea Edizioni 2002 pag. 160 - Euro 21

ACQUANTALGICA

L’acqua offre la possibilità di facilitarela ripresa funzionale motoria: da questopunto di vista la piscina è una strutturasportiva cui deve essere riconosciutauna grande valenza a carattere riedu-cativo e riabilitativo. Il volume proponeuna sorta di educazione al movimentocorretto in presenza di mal di schiena.Il libro contiene una sessantina di pro-poste fra esercizi e tecniche di “nuotoantalgico”.

Andrea Altomare - Alea Edizioni 2000 Pag. 128 - Euro 21

FITNESS IN ACQUA

Partendo dagli esercizi di base per tuttii distretti muscolari, il libro affronta lediverse metodiche d’allenamento inacqua, tra cui l’aerobica, le arti marziali,lo step e la kick boxe. Grazie a numero-se fotografie e schemi di lezione, ilvolume si caratterizza per un fortetaglio pratico. La parte finale è dedicataalle competenze dell’istruttore di fitnessin acqua. .

Paolo Michieletto e Giada Tessari Alea Edizioni 2004 - pag.224 Euro 26

COMPOSIZIONE CORPOREA

L’attenzione ai problemi della forma fisicaè importante per la sua componentesanitaria di prevenzione. L’attività all’inter-no del centro fitness necessita di un con-tinuo controllo dei risultati, per cui divieneessenziale poter certificare tramite proto-colli la qualità del servizio reso alla clien-tela. Il manuale intende suggerire metodi-che semplici e di basso costo per la valu-tazione della composizione corporea.

Sergio Rocco Alea Edizioni 2000 Pag. 128 - Euro 21

IL BENESSERE POSSIBILE

L'autore analizza aspetti fondamentalidella nostra esistenza: consapevolezzacome fondamento del benessere, alimen-tazione funzionale per la salute, attivitàfisica per la migliore condizione di forma.Il testo approfondisce temi importanti dialimentazione (come impostare i pasti,allergie e intolleranze alimentari ) e alle-namento (attività fisica per uno stile divita sano e come modello educativo,corsa e tonificazione).

Corrado Ceschinelli, Alea Edizioni 2008 pag 200 Euro 25

L’ALIMENTAZIONE DELL’ATLETA1 - GUIDA PRATICA

Partendo dai fondamentali aspetti teori-ci della fisiologia e della scienza ali-mentare, sono fornite indicazioni perstabilire il fabbisogno calorico quotidia-no dell’individuo e programmarne l’ali-mentazione. Immancabile una sezionesull’integrazione e una serie di consiglisul comportamento da adottare inoccasione di una gara.

Ubaldo Garagiola Alea Edizioni 1998 pag. 128 - Euro 23,24L’ALIMENTAZIONE DELL’ATLETA2 - TABELLE

Il secondo volume è l’applicazione prati-ca dei principi teorici delineati nelprimo. Vengono trattati dettagliatamentealcuni esempi di alimentazione perso-nalizzata per atleti agonisti e amatoriali,frequentatori di palestre, soggetti insovrappeso, giovani sportivi e over 60.

Ubaldo Garagiola Alea Edizioni 1998 pag. 96 - Euro 16

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LIBRI ALLENAMENTO IN ACQUA E NUTRIZIONE - LIBRI ALLENAMENTO IN ACQUA E NUTRIZIONE

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L’ESERCIZIO ISOCINETICO

Il manuale dopo alcuni cenni di anato-mia e fisiologia muscolare, analizza ivari tipi di contrazione e tutti gli aspettidell’esercizio isocinetico con i relativiprotocolli di test e allenamento nel sog-getto sano, nell’atleta e nel soggettopatologico, sia a scopo valutativo cherieducativo, con esemplificazioni ripor-tate in appendice.

G. S. Roi, S. Respizzi, P. Buselli Alea Edizioni 2a edizione 1998 - Pag. 160 - Euro 26

TRATTAMENO MIOFASCIALEPER LO SPORTIVOIl manuale espone in maniera chiara edesaustiva le tecniche manuali per ildetensionamento miofasciale a indirizzosportivo. L’ampia documentazione ico-nografica chiarisce ogni dettaglio diposizionamento e intensità del massag-gio.

Roberto Dagani Alea Edizioni 2005 pag. 128 - Euro 21

FISIOLOGIA APPLICATA AL FIT-NESSIl manuale affronta in maniera concisama esaustiva la fisiologia del corpoumano, con particolare riferimentoall’influenza dell’esercizio fisico suorgani e apparati. Il manuale è ancheuno strumento didattico e di autovalu-tazione per il professionista del fitnesse costituisce strumento fondamentaleper la programmazione del training.

Davide Girola Alea Edizioni 2003 pag. 160 - Euro 23

FITNESS TERAPIA - 2 VOLUMI

Il movimento è un farmaco naturalecontro molte patologie cronico-dege-nerative. Partendo da questa convin-zione i volumi propongono protocollidi lavoro e metodi di allenamentoadeguati ai soggetti affetti dalle piùcomuni patologie.

VOLUME 1Ipertensione - Patologie respiratorieostruttive croniche - Low back pain -Obesità - Patologie cardiache infantili

VOLUME 2:Coronaropatie - Artrite reumatoide -Patologie renali - Gravidanza - FibrosicisticaAlea Edizioni 1999/2000 - pag. 144 Ogni volume Euro 24

OFFERTA: 2 VOLUMI A 36 EURO

CARDIOLOGIA E FITNESS

Partendo dai fondamenti della fisiologiacardiovascolare, l’autore accompagna illettore dalla pratica clinica alla valuta-zione funzionale e psicosomatica delcardiopatico e alla periodizzazione del-l’allenamento, spiegando con precisio-ne gli effetti della terapia farmacologicasulla performance.

Davide Girola Alea Edizioni pag. 248 - Euro 31

MASSAGGIO SPORTIVO

Il testo propone tecniche manuali per iltrattamento efficace della micro-trauma-tologia dei tessuti molli nello sportivo. Icapitoli a carattere puramente praticodescrivono la conformazione dei tessuticonnettivi, le interazioni tra il danno tes-sutale, l’infiammazione e gli eventi ripara-tivi.

Roberto Dagani Alea Edizioni 2002pag. 128 - Euro 21

100 QUIZ – 2 VOLUMI

Un metodo che consente di appropriarsidella materia trattata in modo veloce,coerente e duttile allo stesso tempo,attraverso domande diversificate, pic-coli trabocchetti logici, immagini condidascalie incomplete. Un efficientemezzo di verifica che, dove evidenzialacune di conoscenza, permette subi-to di colmarle, grazie alle informazionimirate e accurate che corredano lerisposte. In ogni volume: 100 quiz dianatomia e biomeccanica dell’appa-rato locomotore, 400 risposte e 400commenti alle risposte.

Alessandro Lanzani e Laura Boggero Alea Edizioni 2005pag. 112 – Euro 21

LIBRI SALUTE E REHAB - LIBRI SALUTE E REHAB - LIBRI SALUTE E REHAB - LIBRI SALUTE

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ANATOMIA DELL'APPARATOLOCOMOTOREAnatomia in 3D con animazioni,filmati. Lo strumento per visualiz-zare, imparare e approfondirel'anatomia funzionale in modosemplice, facile e intuitivo. È indi-rizzato a medici, fisiokinesiterapi-sti, studenti e laureati in ScienzeMotorie, istruttori di fitness, per-sonal trainer e operatori sanitari ingenere.Un'opera che si compone di treCD, acquistabili separatamente (compatibile con i sistemiMacintosh e Microsoft Windows):

Francesco BettinzoliGhedinimedia EditoreEuro 45,45 per ogni CD

FITNESS METABOLICO

L'opera, su cui è strutturato ilcorso di formazione a distanza peroperatore di fitness metabolico,fornisce le basi necessarie perorganizzare percorsi motori perso-nalizzati per la sindrome metaboli-ca: ipertensione e malattie cardio-vascolari, soprappeso e obesità,diabete, artrosi e osteoporosi.

Step operativi:- inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica;- gli strumenti di misura, i Fixmetabolici;

- le unità motorie metaboliche come strumenti di lavoro;

- la programmazione e l'insegnamen-to dell'attività motoria;

- gli strumenti di fidelizzazione; - come strutturare le prime ore di lavoro

con i soggetti metabolici;- monitoraggio e verifica dei risultati;- codice deontologico.Si compone di un volume + 8 DVD multimediali con contributi audio, video, immagini, testi e presentazionicon grafici e tabelle. I DVD sono fruibili solo su personal compu-

ter, non su Macintosh.

Alessandro LanzaniAlea Edizioni 2008 Euro 480

FITNESS COACHING

Il coaching è un nuovo modello per lagestione e la cura di ciascun cliente. Ilvolume propone strategie e tecniche diacquisizione e fidelizzazione del cliente,suggerendo basi tecniche, metodologichee operative con un nuovo modo di conce-pire ed erogare il fitness.

IL DVDPermette di integrare con efficacia eimmediatezza i contenuti del libro, parte-

cipando a lezioni frontali dell’autore. Domenico Nigro Alea edizionianno 2008pag. 176 libro Euro 35 - Libro + dvd Euro 70

Domenico Nigro Alea edizioni anno 2008pag. 176 libro Euro 35 - Libro + dvd Euro 70

BUSINESS FITNESS

Investire le proprie risorse mentali edeconomiche in una nuova impresa nelfitness rappresenta oggi una sfida diffi-cile e stimolante allo stesso tempo che,condotta con i mezzi adeguati e con unbuon grado di buon senso, può garanti-re piena soddisfazione personale edeconomica. Il manuale illustra in formasemplice ed efficace metodi e procedu-re per avviare e gestire con successol’impresa fitness, fornendo suggerimen-

ti diretti e immediati, relativi a ogni area e ogni fase della vita diun Fitness Club.

Luca Mazzotti Alea Edizioni 2008 - pag. 128 Euro 20

FITNESS MARKETING

Libro di riferimento per gli imprenditoridi centri fitness, propone gli studi, lestrategie e le metodologie più aggiorna-te per la fidelizzazione e l’acquisizionedei clienti, la gestione dell’offerta, ilmanagement del personale, le strategiedi comunicazione.

Alain Ferrand e Marco Nardi Alea Edizioni 2005 pag. 264 Euro 36

EDITORIA MULTIMEDIALE E MARKETING - EDITORIA MULTIMEDIALE E MARKETING

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RIUSCIREMOA PORTARELA ZIA PINAIN PALESTRA ?

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