Letteraria n. 4/2011

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Libreria Le mille e una pagina, C.so Garibaldi 7 27036 Mortara (PV) | 0384.298493 | www.lemilleeunapagina.com ESTATE SIGNIFICA PERIODO DI VACANZE E TEMPO LIBERO DA DEDICARE ANCHE ALLA LETTURA JOYCE CAROL OATES, UNA GRANDE SCRITTRICE DA RISCOPRIRE In quest’ultimo periodo, da diverse case editrici, sono usciti, quasi in contemporanea, alcuni romanzi della grande autrice americana. Un’occasione per scoprire il talento eclettico di questa scrittrice. Continua a pagina 2 I PICCOLI, GRANDI LIBRI DELLA SELLERIO Sellerio, la casa editrice siciliana, è una garanzia di qualità. Il catalogo è vasto e per tutti i gusti e, per chi avesse problemi di spazio nella valigia, il formato è piccolo, ideale da portarsi in vacanza! Continua a pagina 4 I MANDALA, DISEGNI SIMBOLICI CHE CI AIUTANO A RILASSARCI I Mandala, disegni complessi e dal significato altamente simbolico della tradizione buddhista, sono un ottimo modo per eliminare lo stress accumulato durante l’inverno. Continua a pagina 6 LETTERARIA Luglio Agosto 2011 Cari amici ecco la nostra newsletter. Non s o l o n o v i t à e bestseller, ma proposte di libri che, secondo noi, sono meritevoli di essere letti. Nella speranza di aiutarvi nelle vostre scelte e di darvi idee sempre nuove di cultura. Con l’arrivo dell’estate, cresce la voglia di leggere Citazione da indovinare: “...Oh, se fossi un uomo per lui, o se avessi un amico che volesse essere uomo per me! Ma la virilità si è sciolta in inchini, il valore in complimenti, e gli uomini son divenuti solo lingua, e che lingua tagliente...” www.lemilleeunapagina.com NEWLETTER LETTERARIA DI LE MILLE E UNA PAGINA C.so Garibaldi 7 27036 Mortara (PV) TELEFONO 0384.298493 MAIL [email protected] Joyce Carol Oates Anno 1 - Numero 4 INDOVINA LA CITAZIONE In questo numero, per il nostro gioco, vi proponiamo una citazione. A pagina 9 le indicazioni per partecipare e vincere un buono della nostra libreria Un Mandala, disegno della tradizione orientale “Odore di chiuso” di Marco Malvaldi, autore della casa editrice Selleio (pag. 4) e “Le tredici vite e mezzo del Capitano orso Blu” di Walter Moers (pag. 7)

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Rivista letteraria di recensioni libri e consigli di lettura

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Libreria Le mille e una pagina, C.so Garibaldi 7 27036 Mortara (PV) | 0384.298493 | www.lemilleeunapagina.com

ESTATE SIGNIFICA PERIODO DI VACANZE E TEMPO LIBERO

DA DEDICARE ANCHE ALLA LETTURA

JOYCE CAROL OATES, UNA GRANDE SCRITTRICE DA RISCOPRIREIn quest’ultimo periodo, da diverse case editrici, sono usciti, quasi in contemporanea, alcuni romanzi della grande autrice americana. Un’occasione per scoprire il talento eclettico di questa scrittrice.

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I PICCOLI, GRANDI LIBRI DELLA SELLERIOSellerio, la casa editrice siciliana, è una garanzia di qualità. Il catalogo è vasto e per tutti i gusti e, per chi avesse problemi di spazio nella valigia, il formato è piccolo, ideale da portarsi in vacanza!

Continua a pagina 4

I MANDALA, DISEGNI SIMBOLICI CHE CI AIUTANO A RILASSARCII Mandala, disegni complessi e dal significato altamente simbolico della tradizione buddhista, sono un ottimo modo per eliminare lo stress accumulato durante l’inverno.

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LETTERARIALuglio Agosto 2011

Cari amiciecco la nostra newsletter. N o n s o l o n o v i t à e bestseller, ma proposte di libri che, secondo noi, sono meritevoli di essere letti. Nella speranza di aiutarvi nelle vostre scelte e di darvi idee sempre nuove di cultura.

Con l’arrivo dell’estate, cresce la voglia di leggere

Citazione da indovinare:

“...Oh, se fossi un uomo per lui, o se avessi un amico che volesse essere uomo per me! Ma la virilità si è sciolta in

inchini, il valore in complimenti, e gli uomini son divenuti solo lingua, e

che lingua tagliente...”

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N E W L E T T E R L E T T E R A R I A D I

LE MILLE E UNA PAGINAC . s o G a r i b a l d i 7

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T E L E F O N O0384.298493M A I L

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Joyce Carol Oates

Anno 1 - Numero 4

INDOVINA LA CITAZIONEIn questo numero, per il

nostro gioco, vi proponiamo una citazione.A pagina 9 le indicazioni per partecipare e vincere

un buono della nostra libreria

Un Mandala, disegno della tradizione orientale

“Odore di chiuso” di Marco Malvaldi, autore della casa editrice Selleio (pag. 4) e “Le tredici vite e mezzo del Capitano orso Blu” di Walter Moers (pag. 7)

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UNA SCRITTRICE PROLIFICAJoyce Carol Oates nasce il 16 giugno 1938 a Lockport, una cittadina di provincia nello stato di New York da una famiglia della “middle class” americana. Giovanissima, si appassiona alla lettura e inizia a scrivere a 14 anni, quando la nonna paterna le regala una macchina da scrivere. Negli anni universitari, si mette in mostra scrivendo racconti, tanto che pubblica la sua prima raccolta nel 1963, fresca di laurea, mentre nel 1964 pubblica il suo primo romanzo.Nel 1969 esce il romanzo “Quelli”, che vince il National Book Award l’anno successivo. Da qui in avanti, la carriera letteraria della Oates è un continuo crescendo, fino a diventare una delle voci fondamentali della letteratura americana contemporanea. Ma è la sua prolificità il carattere distintivo di questa grande scrittrice, tanto che il New York Time ha scritto, nel 1989, che “il nome della Oates è sinonimo di produttività”. Al suo attivo, infatti, si enumerano centinaia di racconti, decine di romanzi, pubblicati col suo vero nome o con pseudonimi, saggi, testi teatrali, poesie. Lei stessa ha confessato di scrivere più di un romanzo all’anno, lavorando metodicamente per molte ore al giorno. In un’intervista con Fernanda Pivano, la Oates dice: “Nei miei pensieri compare gente strana e si precisa lentamente davanti a me: prima le loro facce, poi la loro personalità e le storie personali, poi il loro rapporto con altra gente, che compare molto lentamente, e poi mi diventa chiaro una specie di intreccio mentre mi immagino come tutta questa gente si riunisce e che

cosa sta facendo. Così divento loro: la mia personalità si immerge nella loro...Quando la storia è più o meno coerente ed è emersa dall’inconscio, allora posso cominciare a scrivere, in fretta, a volte in una specie di trance, esaltata ed esausta, per molte ore di seguito. (intervista di F. Pivano a J.C. Oates sul sito di Giuseppe Genna).

LA VIOLENZA DELLA SOCIETA’ ATTUALEAdolescenti in crisi o in fuga; donne sfruttate, vittime di violenze; famiglie della classe media all’apparenza normali ma che nascondono realtà brutali; lotte e tensioni tra classi sociali differenti.Sono questi i temi più ricorrenti dei lavori di Joyce Carol Oates, che è stata definita anche “scrit tr ice gotica” per i l frequente riferimento a delitti che, come lei stessa dice, non sono altro che un aspetto della nostra società. “Io scrivo sulle vittime della violenza”, e la descrizione del delitto diventa, infatti, il pretesto per una denuncia a favore delle fasce più deboli della società moderna.Donne, come si è detto, adolescenti o già cresciute, nella difficoltà di vivere in un mondo pieno di violenza, che trova il suo massimo sfogo nelle pieghe tranquille della provincia americana, dove, dietro le staccionate imbiancate e le tendine di pizzo, si nascondono delitti inconfessabili. Quello che interessa la scrittrice, infatti, è smascherare la barbarie della società civile, facendola diventare un aspetto fondamentale della sua poetica.

Continua a pagina 3

Le copertine di alcuni libri di J.C. Oates pubblicati recentemente

Dov’era morta non era dove sarebbe stata trovata. Questo era

uno dei pochi fatti che avrebbero accertato.

In una palude costiera vicino al litorale

meridionale del jersey, ai margini dei Pine Barrens. Dove la marea crescente

solleva il corpo, lo porta a galla e poi lo

riconsegna gradualmente alla

palude. Come dormire deve sembrare. Alla ragazza morta. Quel

lento, ritmico sollevarsi e abbassarsi, sollevarsi

e abbassarsi della marea. Come

respirare.

“Doppio nodo” di Joyce Carol Oates

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Oates osserva, lavora di fantasia sulle persone che incontra, sui fatti di cronaca, e trasferisce il tutto nelle sue opere letterarie: la realtà si trasforma così in arte.

JOYCE CAROL OATES IN ITALIADei suoi numerosissimi lavori, in Italia ne è disponibile, purtroppo, solo una parte. Ve ne proponiamo qui alcuni, che sono anche tra i suoi più famosi e di maggior successo.Molti dei romanzi di J.C. Oates si rifanno a casi realmente accaduti, come in “Sorella, mio unico amore” (Mondadori). Skyler, primogenito di una famiglia a prima vista esemplare, è la voce narrante di questa trasfigurazione letteraria di un noto caso di cronaca nera. Dopo un incidente che lo rende claudicante, Skyler non è più in grado di realizzare i sogni di gloria dei suoi genitori. Le speranze si riversano allora su Edna Louise, precoce talento del pattinaggio sul ghiaccio. La smodata ambizione e la corsa alla notorietà a tutti i costi porterà un’ordinaria famiglia americana a pagare un prezzo altissimo, la vita della propria figlia.In “Doppio nodo”, uscito nel 2001 sotto lo pseudonimo di Rosamond Smith e ora riproposto da Bompiani, l’intreccio serrato e l’aspetto psicologico dei protagonisti conferiscono al romanzo una trama da thriller. Matt è un adolescente quando viene scoperto il cadavere mutilato di una ragazza che frequenta il suo stesso liceo. Venti anni dopo, un’altra giovane donna, che Matt conosce, scompare. Matt viene sopraffatto da un senso di colpa, per non aver potuto impedire le due scomparse, che si trasforma in ossessione e il suo comportamento lo

rendono colpevole agli occhi di tutti, anche della sua famiglia. Indagando per conto suo, Matt è l’unico che intuisce la connessione tra l’omicidio della compagna di liceo e questa nuova scomparsa, seguendo le tracce del serial killer, i cui pensieri vengono svelati a poco a poco dall’autrice.Mondadori propone “Uccellino del paradiso”, dove un omicidio (anche qui, la tragicità della vita) avvicina due ragazzi, che accomunati dalla perdita dei genitori (la madre di Aaron è stata assassinata e il padre di Krista viene ritenuto colpevole di questa morte), passano dolorosamente dall’infanzia all’età adulta.Il dramma della storia irrompe invece nel romanzo “La figlia dello straniero” (Mondadori). Rebecca è la figlia di due reduci dell’Europa travolta dagli orrori del nazismo. Dopo essere stata testimone del declino dei propri genitori, costretti ai lavori più degradanti perché profughi, tanto da far impazzire la madre e portare il padre a un omicidio-suicidio ai danni propri e della moglie, si ritrova in fuga, col figlio piccolo, da un marito che trova sfogo alla durezza della sua esistenza nella violenza su di lei. E nelle vastità di un paese immenso e violento qual è l’America, Rebecca troverà il coraggio di andare avanti e trovare un nuovo futuro per lei e il figlio, fino al ritrovamento di una cugina che lei credeva perduta nella tragedia dell’Olocausto. Un finale che dà speranza, quindi, in mezzo al barbarie della natura umana che J.C. Oates ha tanto sapientemente ritratto con la sua sensibilità di donna e artista.

Laura Fedigatti

Altre copertine di romanzi di J.C.Oates e un’immagine di Lockport, nello stato di New York, città di nascita dell’autrice

BIBLIOGRAFIA RECENTE DELLE OPERE TRADOTTE IN ITALIANO:

La mad r e ch e m i man ca , Mondadori 2008Le cascate, Mondadori 2009Tu non mi conosci, Mondadori 2009L’età di mezzo, Mondadori 2009L a fi g l i a d e l l o s t r a n i e r o , Mondadori 2009Sore l l a , m io un i c o amore , Mondadori 2009U n a f a m i g l i a a m e r i c a n a , Saggiatore 2010Una brava ragazza, Bompiani 2010La ballata di John Reddy Heart, Saggiatore 2011U c c e l l i n o d e l p a r a d i s o , Mondadori 2011Mistrial. Senza verdetto, Leconte 2011Doppio nodo, Bompiani 2011

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NASCITA DI UNO STILEE’ il 1969 e, a Palermo, nasce una nuova impresa culturale. ne sono protagonisti Elvira ed Enzo Sellerio, celebre fotografo, insieme a due amici, l’antropologo Antonino Buttitta e un grande scrittore siciliano, Leonardo Sciascia.Siamo in un momento di grande impegno ideologico e politico del mondo culturale italiano e l’idea iniziale è quella di creare una casa editrice di periferia, non di nicchia, ma una sorta di “anima culturale” per Palermo e provincia. Il programma di origine era il ritorno ad una cultura “amena”, come la definì Sciascia, cioè una cultura il cui impegno “è implicito e non esplicito una cultura della leggerezza che non rinuncia all’eleganza, una cultura delle idee, sì, ma in forma di cose belle”.Una ricerca dei testi, quindi, attenta e impegnata, con uno sguardo sia alla narrativa, non solo siciliana ma anche a quella europea colta e raffinata e meno nota in Italia, che alla saggistica. Inoltre, un’attenzione particolare è rivolta ai particolari della stampa, rivelando già una predilezione per la carta pregiata, o per le note ai testi, di cui si occupano grandi autori come lo stesso Sciascia, per esempio, o Italo Calvino.L’intenzione iniziale, quella di restare una piccola casa editrice ai margini del panorama culturale italiano, con dimensione minima e riservata, quasi amatoriale, viene dibattuta per alcuni anni, fino a quando tre eventi editoriali spostano l’ago della bilancia a favore di chi, all’interno di Sellerio, vorrebbe fare il grande salto verso il mercato nazionale. Il primo di questi eventi è l’uscita, nel 1978, di un libro di Sciascia, “L’affaire Moro”. Si tratta di un libello di denuncia, coraggioso, scritto nello stile magnifico tipico dell’autore siciliano. Il successo è enorme, il numero di copie vendute supera le centomila. E’ nato uno stile editoriale che ha conquistato il suo spazio a livello nazionale. Il secondo episodio è di natura grafica. La casa editrice dà una sua svolta importante, quando nel 1979 vede la luce la collana Memoria. Fu una rivoluzione: in un momento in cui le scelte cromatiche erano praticamente inesistenti, con un adeguamento pressoché di tutte le case editrici al bianco o grigio, Sellerio introdusse l’uso del colore, quel blu che ormai la rende riconoscibile, e il formato, piccolo, quasi quadrato, da adattarsi alle tasche di una giacca. E poi, ancora, un’immagine pittorica posta al centro della copertina, bordata di colori sempre diversi, che richiamano il colore stesso del titolo. All’interno, la carta è ricercata, ma non solo. Le pagine sono uniche anche per i contenuti, scelti per

comunicare con il lettore tramite un’intelligenza curiosa, anche leggera.Il terzo caso fu la pubblicazione, nel 1981, del romanzo

“Diceria dell’untore” di Gesualdo Bufalino, coltissimo, quanto schivo, professore di liceo, che a 61 trova la fama letteraria grazie alle insistenze di Sciascia ed Elvira Sellerio. Il romanzo diventa un caso editoriale, vince il Campiello e dà a Sellerio la consacrazione nazionale.

UN PICCOLO FORMATO PER GRANDE LETTERATURASellerio, negli anni successivi, si è imposta all’attenzione del pubblico per scelte editoriali di altissima qualità. Ma, come dicevamo, anche la grafica particolare, il formato, piccolo e comodo da portare con sé, ha decretato il successo di questa casa editrice che vanta, ormai, una trentina di collane e un catalogo molto vasto, che spazia dalla narrativa italiana, a quella internazionale, dalla saggistica al giallo. Per tutti i palati, insomma, ma sempre con raffinatezza.I nomi degli scrittori che hanno pubblicato e pubblicato tuttora con Sellerio sono numerosi. Alcuni sono famosissimi e non hanno certo bisogno di presentazione, come Andrea Camilleri, che con il suo commissario Montalbano è ormai un “cavallo di battaglia” della casa editrice palermitana (ricordiamo il libro più recente pubblicato: “Il gioco degli specchi”).

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SELLERIO, LA CASA EDITRICE CHE HA SCELTO QUALITA’ ED ELEGANZA

Due autori di Sellerio: Antonio Tabucchi e Esmahan Aykol

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O p p u r e i l p i s a n o A n t o n i o Tabucchi, già in odore di Nobel, di cui è appena uscito “Racconti con figure”, piccole perle ispirate da figure di artisti importanti e, soprattutto, dalla pittura. Di Tabucchi vogliamo anche ricordare “Notturno indiano”, un reportage di viaggio nell’India più nascosta, in quanto scritto fa parte di una collana, La rosa dei venti, inaugurata per il quarantesimo compleanno della casa editrice, p a r t i c o l a r i s s i m a p e r l e s u e caratteristiche dimensionali (10,5 centimetri di larghezza per 14,5 di altezza), così adatti da portarsi sempre con sé. Di questa collana, sempre dalla copertina blu con un incisione diversa per ogni libro, sempre la carta avorio di Fabriano, fanno parte venti romanzi, venti preziosi libri, tra cui, per citarne solo alcuni, “testimone inconsapevole” di Gianrico Carofiglio (un altro dei nomi importanti di Sellerio, “Carta bianca” di Carlo Lucarelli, “Riti di morte” della famosa scrittrice spagnola Alicia Gimenéz-Bartlett, oltre ai già citati “L’Affaire Moro” e “Diceria dell’untore”.Un catalogo ricco, dicevamo, per gusti raffinati, ma anche per chi ha

voglia di leggerezza e, come direbbe Sciascia, letture amene.Come i l del izioso “I l Par naso ambulante” di Christopher Morley, scrittore statunitense vissuto nella prima metà del secolo scorso, che scrisse romanzi caratterizzati da grande ironia ed eleganza. Questo suo Parnaso è una versione tenera del mi to amer i cano, de l v i ag g io intrapreso attraverso le terre di quel grande paese, da parte di una c a s a l i n g a e d i un ven d i t o re ambulante di libri. Una sorta di dichiarazione d’amore per la cultura e i libri.Oppure “Un filo d’olio”, ultima fatica della scrittrice siciliana, ormai trasferita in Inghilterra, Simonetta Angello Hornby, che in questo libro ricorda, insieme alla sorella, le ricette della nonna, creando un racconto dove riaffiorano memorie, profumi, sapori e personaggi della metà del Novecento.E per chi volesse distrarsi con un bel giallo, da leggersi sotto l’ombrellone, perché non scegliere uno dei brillanti romanzi di un altro pisano Marco Malvaldi, che nell’ultimo “Odore di chiuso” ha abbandonato i vecchietti del Bar Lume per trasformare in

detective il grande gastronomo dell’Ottocento Pellegrino Artusi.Si richiama al periodo della Seconda Guerra Mondiale Ben Pastor, scrittrice italo-americana il cui personaggio, l’investigatore Martin Bora, è stato ispirato dalla figura di Claus von Stauffenberg, l’attentatore di Hitler, in polizieschi originali dalle atmosfere tipiche delle spy-story. Mentre ha scelto l’affascinante Istanbul come sfondo dei suoi gialli la scrittrice turca Esmahan Aykol, di cui Sellerio ha appena pubblicato “Appartemento a Istanbul”.Non dimentichiamo, quindi, di lasciare un piccolo posto in valigia per i libri che decideremo di portarci in vacanza, che sia un giallo o un saggio o un romanzo più impegnato, non importa. La qualità, e la praticità, sono garantite.Auguriamo una buona estate a tutti, piena di buone letture!

Laura Fedigatti

Le copertine di alcuni libri Sellerio e Elvira Giorgianni Sellerio, scomparsa nel 2010

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In questo numero, abbiamo già ripetuto più volte che l’estate, con la sua dose di vacanze e con le giornate più lunghe che mettono a disposizione più ore di luce, è la stagione ideale per dedicarsi a quelle att ività che vengono trascurate, solitamente, durante il resto dell’anno. La lettura può essere uno di questi svaghi, ma noi vogliamo proporvi anche un altro modo per trascorrere le vostre ore di ozio in modo rilassante.Il “Mandala”, parola che deriva dal sanscrito e che significa “contenere l’essenza” e viene anche tradotto come “cerchio, ciclo”, per i buddhisti rappresenta il processo mediante il quale “il cosmo si è formato dal suo centro e consente un vero e proprio viaggio iniziatico che permette di crescere interiormente.” (da “Mandala” di Gisella Melluso, Giunti Demetra).I Mandala sono, in pratica, dei d i a g r a m m i g e o m e t r i c i “fondamentalmente organizzati attorno alle figure del cerchio, del quadrato o di entrambe, cui viene attribuita la capacità di delimitare e nello stesso tempo configurare uno spazio sacro e uno profano” (da “I Mandala” di Maria Angelillo, Xenia edizioni).

La creazione dei Mandala è un’arte estremamente complessa, piena di significati simbolici riconducibili al cosmo, all’astrologia, al significato dei colori, al labirinto, in una serie di combinazioni praticamente infinite.I Manda la vantano una s tor ia antichissima e sono approdati anche nel mondo occidentale in tempi abbastanza recenti, ma grazie a illustri ammiratori. Un esempio è quello fornito dal grande psichiatra e psicoanalista Carl Gustav Jung, che nel secolo scorso ha lungamente studiato i Mandala, dedicando loro ben quattro saggi. Jung affermava che, durante periodi di tensione psichica, forme mandaliche possono apparire in sogno per indicare un modo di raggiungere un ordine interiore. I Mandala possono quindi tenere lontane le preoccupazioni esterne e permettono di guarire dalle instabilità psicologicheIn un momento ricco di stimoli esterni, ma anche di grandi dubbi e incertezze, è naturale che i Mandala abbiano riscosso un così grande successo. Naturalmente, la creazione ex novo di un disegno mandala è un procedimento complicato, cui si dedicano i monaci buddhisti con

grande pazienza. Così come, la conoscenza di ogni linea o figura richiede uno studio approfondito.Basta, però, anche avere a disposizione un libro di Mandala, munirsi di una scatola di pastelli colorati e lasciare libero sfogo alla fantasia, colorando gli spazi delimitati dalle linee come più ci piace e come ci sentiamo ispirati. Mentre coloriamo un Mandala, senza rendercene conto, si applica una potente tecnica meditativa, volta a respingere e ge s t i re l o s t re s s , r i s t ab i l i re l a concentrazione, riacquistare il nostro equilibrio interiore.In commercio, ci sono Mandala per ogni esigenza, anche per i bambini, in quanto vengono considerati un gioco divertente e creativo che ha acquisito folte schiere di estimatori anche in Occidente.

Laura Fedigatti

MANDALA: COME RAGGIUNGERE L’EQUILIBRIO GIOCANDO

Due esempi di mandala

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SOTTO IL TIGLIO* PICCOLA RUBRICA DI CULTURA TEDESCA A CURA DI FRANCESCA PROTTI

Walter Moers

Impari davvero una lingua se trascorri un po' di tempo nel paese in cui la si parla. Più risiedi in quello stato più, ovviamente, migliori le tue conoscenze linguistiche. Da brava soldatina, come mi soprannomina mia sorella, durante gli anni universitari non è trascorsa un'estate senza che io non frequentassi una vacanza studio in Germania. Il centro migliore è senz'ombra di dubbio il Goethe Institut che, come ogni centro di divulgazione, ha i suoi gadgets. Quaderni, borse, magliette. Vuoi non averli? Un anno mi sono comprata una maglietta blu pavone con una scritta sul p e t t o , D e u t s c h - ov v i a m e n t e - tratteggiato in caratteri gommosi, colorati di un bel verde brillante. Quella maglietta cerca di convincere le persone che il tedesco sia una cosa divertente?, mi domandò un'amica quando me la vide addosso. Perché, non pensi che sia così?, ribattei io. Mica tanto!Con non poca fatica dovetti ammettere, almeno a me stessa, che il tedesco, ma soprattutto la sua letteratura, non sono proprio godibili. Parliamoci chiaro, trasuda filosofia un po' dappertutto, sono la prima a sostenerlo, non sempre sono libri di svago ma ... chi cerca trova. Un paio di anni fa, ricevetti in regalo un libro, Le tredici vite e mezzo del Capitano Orso Blu (edito in Italia da Salani) di Walter Moers, e per la prima volta in più di 15 anni che frequento il tedesco e la sua cultura, mi sono trovata di fronte a qualcosa di demenziale. E vai, anche l o ro s i s va g a n o ! L ' i ro n i a ch e contraddistingue il testo, insieme ad un'immaginazione straripante si fonde con profondità e raffinatezza di stile creando un libro divertente e di compagnia, finalmente!

La storia non si può riassumere, in tredici vite e mezza Capitano Orso Blu vive tante di quelle avventure che non si sa da dove cominciare. Nato (forse) dalla schiuma di un'onda, percorre in lungo e in largo il continente di Zamonia, dove tutto è possibile (le tempeste di sabbia sono quadrate) e l'intelligenza è contagiosa, vivendo le più incredibili avventure: all'interno di un tornado, nei meandri del le montagne oscure, nella grande foresta, incontrando le creature più disparate, Onde Ciacoline, Minipirati, Spiriti Coboldi, Sauri da Salvataggio, il Prof. Abdul Noctambulotti. Solo per citare qualche nome e indicare qualche posto. Walter Moers, classe 1957, prima di d i v e n t a r e s c r i t t o r e e r a s t a t o sceneggiatore e creatore di fumetti (è illustratore dei suoi stessi romanzi). Ciò che più lo contraddistingue è il suo vivere avvolto nel più completo mistero, gelosissimo dei suoi romanzi, al punto da non rivelare mai nulla sui periodi di lavorazione. Pur avendo creato un intero continente, quello di Zamonia, per ambientarvi le sue storie - oltre alle avventure di Capitano Orso Blu, si svolgono a Zamonia anche La Città dei Libri Sognanti, un'immensa biblioteca abitata da mostri e libri viventi, L'Accalappiasteghe e Rumo e i Prodigi dell'Oscurità, in Folle Viaggio nella Notte - Moers abbandona il “suo” continente, per confrontars i con i l genere b iografico. I l v iaggio è quel lo immaginario di Gustave Doré che si imbatte nella Morte e in sua sorella Dementia (follia) e nei compiti che gli affidano. Il successo in patria e all'estero è ben riassunto in alcuni commenti della stampa di lingua tedesca. “Sarà difficile trovare un libro più divertente nei prossimi

tempi” scrive il “Frankfurter Allgemeine Zeitung”. “Da secoli non leggevamo niente di più pazzo. Un coup letterario assolutamente riuscito” è la recensione di ”Der Spiegel”. Per finire con “Die Zeit”, dove Moers è paragonato niente meno che a Tolkien (anche se a Moers manca la dicotomia bene/male) e al connazionale Michael Ende. I salvifici messaggi esoterici di quest'ultimo non si trovano in Moers, ma indubbiamente ritengo che anche per il creatore di Zamonia la fantasia sia la matrice di tutte le storie possibili. Proprio come in Michael Ende, autore di Momo e de La Storia Infinita, romanzi abitati da altrettanti ... uhm ... ma di questo autore vi parlerò un'altra volta. Per adesso, vi lascio alle porte di Zamonia e dei suoi territori da esplorare.

* Unter den Linden (Sotto il Tiglio) è uno dei più bei viali di Berlino, che prende il proprio nome dall'incipit di un canto d'amore di Walter von der Vogelweide, poeta medievale (1170 ca. – 1230 ca.).

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CULTURA E’... ANCHE UNA BUONA TAVOLA!RUBRICA DI CUCINA E DINTORNI

A CURA DI ALBERTA MAFFI

Estate: voglia di lettura, come abbiamo detto nel nostro titolo, ma anche voglia di piatti leggeri e freschi, che ci permettano di soddisfare il nostro appetito senza appesantirci.

Vi proponiamo, per il nostro numero di luglio e agosto, due ricette di verdure in agrodolce, che possono essere servite sia come antipasti sia come

contorni per accompagnare i vostri pranzi estivi. Naturalmente, sempre tenendo d’occhio l’ago della bilancia, per una prova costume perfetta!

Buon appetito!

CETRIOLI E PEPERONI IN AGRODOLCE

Ingredienti2 cetrioli1 peperone giallo1 manciata di capperi1 spicchio d’aglio1/2 bicchiere d’aceto1 cucchiaino di zucchero3 cucchiaini d’acquaprezzemoloTempo di realizzazione 20 min.

In una padella con olio, mettete i cetrioli tagliati a dadini e cuoceteli per 5 minuti. Aggiungete il peperone tagliato a pezzetti e fate cuocere per altri 5 minuti. Unite i capperi e lo spicchio d’aglio. Bagnate con aceto, poi aggiungete lo zucchero e l’acqua.

Fate assorbite un poco la parte eccedente di liquido, spegnete il fuoco e aggiungete il prezzemolo tritato.

Variante: si possono aggiungere a metà cottura mandorle tostate e tritate

CIPOLLE IN AGRODOLCEIngredienti3 cipolle rossesalvia1/2 bicchiere d’aceto2 cucchiai di zuccheroacqua, sale e pepe quanto bastaTempo di realizzazione 20 min.

Tagliate le cipolle a pezzetti un po’ grossi. Mettete in una padella antiaderente un goccio d’olio e fate rosolare le cipolle a fuoco vivo fino a farle diventare croccanti.

Aggiungete la salvia e dopo 7-8 minuti bagnate con l’aceto. Aggiungete lo zucchero e qualche cucchiaio d’acqua.

Salate e pepate e fate assorbire il liquido in eccesso.

Le cipolle così preparate si possono servire sia calde che fredde.

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LETTERARIA

Indovina la citazione:

Chi vuole partecipare, può inviare una mail oppure

passare in libreria e lasciare la risposta.

Il primo lettore che ci invierà o porterà la risposta giusta vincerà un buono da

spendere nella nostra libreria.

Soluzione del numero

precedente:“Cattive letture” racconto di

“La sognatrice di Ostenda” di Eric-Emmanuel Schmitt (edizioni E/O - pag. 208)

Luglio - Agosto 2011

DA:L I B R E R I A L E M I L L E E U N A P A G I N AC . s o G a r i b a l d i 72 7 0 3 6 M o r t a r a ( P V )0 3 8 4 . 2 9 8 4 9 3i n f o @ l e m i l l e e u n a p a g i n a . c o m

A CURA DI:Laura FedigattiAlberta MaffiFrancesca Protti

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Anno 1 - Numero 4

Sabato 24 settembre, alle ore 17,30, presentiamo il l ibro “La merla” del la scrittrice Caterina Cavina. Nella Bassa Padana emiliana, i delitti che hanno come vittime le donne sembrano essere frequenti. Un giorno accade che il corpo di una ragazzina, uccisa durante i “Giorni della Merla”, riaffiori dalla palude e rimane lì, fino a quando la ragazza riprende la sua vita da dove era stata interrotta e diventa, da adulta, cronista di nera. Con un vantaggio sui suoi colleghi giornalisti: i morti le raccontano le loro storie...