FitMed n°1-10

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La rivista online per i professionisti del settore Anno 2 numero 1 Focus: Diabete e attività fisica Rivoluzione nella postura Zero Impact : risparmiare energia La dolce tentazione Diabete e attività fisica nell’adolescente Diabete e fitness metabolico Fitness : nuove proposte per un mercato che cambia La prevenzione delle lesioni del lca negli sport di squadra Tecnica passivattiva nello scollamento miofasciale

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is a monthly magazine aimed at updating professionals in the field of fitness and health, which produces original articles on methods of training, physiotherapy, nutrition, prevention and wellness, management, marketing and anything that can serve to the efficient and modern health e fitness club.

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La rivista online per i professionisti del settoreAnno 2 numero 1

Focus: Diabete e attività fisica

Rivoluzione nella postura

Zero Impact:risparmiare energia

La dolce tentazione

Diabete e attività fisica nell’adolescente Diabete e fitness

metabolico

Fitness: nuove proposte per un mercato che cambia

La prevenzione dellelesioni del lca negli

sport di squadra

Tecnica passivattivanello scollamento miofasciale

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Anita Lavoce

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Hanno collaborato a questo numeroAntonio Maone, Emiliano Sessa,

Rosario D’Onofrio, Maurizio Ronchi, Marco Ciervo

ANNO2

N°1GENNAIO

2010

LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO

Why Be Normal pag 9Clinical Pilates pag 24

Page 3: FitMed n°1-10

Somm

arioSommario

RUBRICHE

33 CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTOPROFESSIONALE

FOCUS: DIABETE4 FITNESS METABOLICO E DIABETE. Mettere il

rapporto al centrodi Alessandro Lanzani

10 DIABETE ED ESERCIZIO FISICO NEL BAMBINO E NELL’ADOLESCENTEdi Antonio Maone

13 LA DOLCE TENTAZIONEdi Mauro Destino

COMMUNITY BUSINESS

16 FITNESS: NUOVE PROPOSTE PER UN MERCATO CHE CAMBIAdi Alessandro Lanzani

18 ZERO IMPACT: SOLUZIONI ECOLOGICHE ED ECONOMICHE per centri fitness e fisioterapicidi Emiliano Sessa

ALLENAMENTO E REHAB

20 RIVOLUZIONE NELLA POSTURA.Clinical Pilates Tensegritydi Marco Ciervo

24 TECNICA PASSIVATTIVA NELLO SCOLLAMENTO MIOFASCIALEdi Maurizio Ronchi

28 LA PREVENZIONE DELLE LESIONI DEL LCA NEGLI SPORT DI SQUADRA: strategie d’intervento neuromuscolaredi Rosario D’Onofrio

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CHE PIÙ TI INTERESSA Sommario

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fatto, un fenomeno quantitativoche testimonia la capacità del-l'operatore di innescare un cam-biamento nelle motivazioni com-portamentali dell'ex sedentario.La quantità di movimento che ilsoggetto metabolico inserirà nelsuo sistema di vita rappresentauno strumento di misura quanti-tativo di un cambiamento piùvasto e complesso: lo stile di vi-ta. Ed è proprio lo stile di vitache ha un valore preventivo esalutistico: il movimento presoda solo potrebbe essere solo unelemento di rischio in più in un

soggetto disabituato all'attivitàfisica. Se si sposta l'attenzionesull'operatore di fitness metabo-lico, si tende a realizzare con fa-cilità un errore strategico: pen-sare che il successo dell'opera-zione consista nell'aumentarequantitativamente il movimentodel sedentario. Con un approc-cio di questo genere il personaltrainer è tentato di fornire al suocliente un “allenamento con in-tensità adattate”. Quello che de-ve essere compreso subito dal-l'operatore di fitness metabolicoè che il suo cliente non è unosportivo dai risultati mediocri, eche, proprio per questo, non èsufficiente abbassare l'intensitàdi lavoro dei normali protocolli diallenamento sportivo e agonisti-co per agganciare il livello di alle-namento alle reali possibilità del-lo “sportivo di bassissimo livel-lo”. Il soggetto metabolico non èuno sportivo e basta: è un'altracategoria di persona, che nullaha a che fare con la mentalitàdello sportivo. Per giunta, il sog-getto sedentario non deve esse-re trasformato in sportivo: il veroobiettivo è quello di trasformareun soggetto sedentario in unsoggetto motorio. Sarà even-tualmente il soggetto motorio adecidere se praticare uno sportvero e proprio, con tutte le con-seguenze che ne derivano intermini di preparazione atleticaspecifica, di spirito competitivoe agonistico. Il ruolo dell'operatore di fitnessmetabolico si configura quindi

Fitness metabolico e diabeteMettere ilrapporto al centro

Il fitness metabolico ha l’o-biettivo di trasformare i sog-getti sedentari in soggetti“motori” attraverso il graduale

cambiamento dello stile di vita:l'operatore di fitness metabolicosi preoccuperà di aiutarlo ad at-tuare questa trasformazione. Ilsedentarismo è un vero e pro-prio stile di vita, profondamenteradicato nella quotidianità e sicompone di abitudini, scale divalori, emozioni, compensazioniemotive. Per questo, la quantitàdi movimento che si riuscirà aottenere da un sedentario è, di

di Alessandro [email protected]

focus diabete

Il ruolo dell'operatore di fitness metabolico siconfigura come quello di un mediatore culturale,con un approccio globale al sedentarismo e alsoggetto sedentario.

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come quello di un mediatoreculturale, con un approccio glo-bale al sedentarismo e al sog-getto sedentario. Per questonon possono essere trascuratigli aspetti psicologici e motiva-zionali, estremamente importan-ti soprattutto nella prima fase,caratterizzata da una forte com-ponente di “alfabetizzazione” edi “svezzamento” motorio.

FITNESS METABOLICO, FIT-NESS FUNZIONALE E FIT-NESS TERAPIAEsiste ancora un po' di confu-sione rispetto alla definizione di"attività motoria come preven-zione sociale". Essa include al-meno tre categorie di proposteche, pur avendo gli stessi obiet-tivi finali, si differenziano in ma-niera netta e chiara per quantoriguarda le responsabilità e lagestione del servizio: - Fitness metabolico - Fitness funzionale - Fitness terapia

FITNESS METABOLICO EDIABETEIl fitness metabolico ha tre obietti-vi fondamentali in relazione alsoggetto affetto da diabete. Na-turalmente questi obiettivi vannosempre limitati alla funzione del-l'attività motoria come un ele-mento di supporto alla gestionemedica nel caso di fitness terapia.

Per l'operatore motorio il diabe-te va conosciuto non perconfondere il proprio ruolo conquello esclusivo di pertinenzadel medico (inquadramento dia-gnostico e terapia), ma per po-

ter gestire il rapporto motoriocon il diabetico con la dovutaconsapevolezza delle indicazio-ni e dei limiti del proprio inter-vento. Definizione. Sindrome caratte-rizzata dalla presenza di valori diglicemia superiori a quelli fisiolo-gici. Le cause dipendono da unmix di aspetti genetici, ambien-

tali e relativi agli stili di vita. Ilmeccanismo di azione scate-nante è un deficit assoluto o re-lativo della secrezione e/o dell'a-zione dell'insulina. Il mancatocontrollo omeostatico della gli-cemia genera danni metaboliciacuti e danni cronici su diversiorgani e apparati. I due ormoniche gestiscono l'equil ibrioomeostatico della glicemia sonoinsulina e glucagone, entrambiincreti dalle isole del Langhe-rans. Sappiamo comunque cheil sistema endocrino è una retedi nessi di causa effetto: anchealtri ormoni come i corticosteroi-di innalzano la glicemia. Incidenza. Il diabete è una ma-lattia comune: si stimano 150-170 milioni di persone affette dadiabete nel mondo e si calcolache questa cifra possa raddop-piare (circa 300 milioni di perso-ne) nel prossimo decennio, sianei paesi industrializzati che inquelli in via di sviluppo. La per-centuale della popolazionemondiale affetta da diabete è trail 2% e il 5% (10-15 % nell'Occi-dente malnutrito in eccesso emeno del 2% nei Paesi del ver-sante Sud-Orientale del Globo).Si stima che almeno un altro 2%sia affetto da diabete o da alte-

FITNESS METABOLICO LIVELLO DI INGRESSO

PER TUTTI DEMEDICALIZZATO

ESPERIENZIALE GESTIONE IN SICUREZZA

GRADUALITÀ DAL PUNTO ZERO

FITNESS FUNZIONALE EQUILIBRIO FUNZIONALE DELLE QUALITÀ MOTORIE

PARZIALMENTEMEDICALIZZATO

ALLENAMENTOFUNZIONALE

MIRATO A RISOLVERE ASIMMETRIE FUNZIONALI

FITNESS TERAPIA PRESCRIZIONE MEDICADEL FITNESS

MEDICALIZZATO

PRESCRIZIONE DELLEINTENSITÀ DIRETTAMENTE

DAL MEDICO

LA STABILIZZAZIONE METABOLICA DELLA GLICEMIA

ATTIVITÀ FISICA FREQUENTE E REGOLARE

(RIDUZIONE DEL DANNO E DELRISCHIO CRONICO)

L'EDUCAZIONE DEL DIABETICO EVITARE GLI EFFETTI COLLATERALI

E INDESIDERATI DELL'ATTIVITÀFISICA (RIDUZIONE DEL DANNO E

DEL RISCHIO ACUTO)

LA STABILIZZAZIONE PSICOLOGICADEL DIABETICO

ATTRAVERSO L'ATTIVITÀ FISICA ELA RELAZIONE TRA

PROFESSIONISTA E SOGGETTOMETABOLICO DIABETICO

focus diabete

FITNESS METABOLICO E DIABETE - OBIETTIVI

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Diabete Mellito Insulino-Dipen-dente (tipo I) e Diabete MellitoNon Insulino-Dipendente (tipoII). Diabete secondario, si verifi-ca a causa della presenza di al-tre malattie o di altre terapie far-macologiche o chirurgiche o dialcuni processi fisiologici: indot-to da altre patologie (endocrino-patie), indotto da farmaci o dainfezioni. Diabete di 1° tipo. Si verificaprevalentemente in giovane etào addirittura nell'infanzia (unavolta definito diabete giovanile) ein soggetti con costituzione ma-gra. Sintomi di presentazione:poliuria, polidipsia (secondariaalla poliuria), polifagia (il pazientemangia molto ma dimagrisce acausa dell’alterata filtrazione re-nale); spesso il sintomo di esor-dio è costituito dalla chetoaci-dosi diabetica. Il dato più impor-tante è l'insufficiente produzionedi insulina da parte del pan-creas; l'equilibrio omeostaticodella glicemia va mantenuto for-nendo l'insulina dall'esterno. Leterapie più avanzate si evolvonocontinuamente con dei mix diinsuline a diversa durata di azio-ne, in modo da garantire il mas-simo della stabilità e del com-penso con la minor frequenzapossibile di iniezioni di insulina.Generalmente, le insuline sono

razione della regolazione dellaglicemia senza esserne a cono-scenza. Elementi di squilibrio am-bientale:1. obesità, in aumento anchenella popolazione pediatrica(ipernutrizione, dieta sbilanciata,sedentarietà); 2. sedentarismo sociale, la tec-nologia cristallizza gli umani instatue semivegetative con unaresidua attività motoria nei puntidi contatto con gli infiniti teleco-mandi (polpastrelli per mouse esimili, avampiede per accelera-tore, freno e frizione, più un’infi-nità di macchine sostitutive dellavoro umano); l'operatore me-tabolico deve sapere che perandare controcorrente con suc-cesso deve realizzare un'opera-zione di consapevolezza piùampia della semplice conoscen-za tecnica della sindrome meta-bolica e degli esercizi motori chela contrastano;3. dopo 25 anni di obesità il 50%dei soggetti diventa diabetico; 4. aumentano i casi di diabete ti-po II nei bambini e negli adole-scenti. Classificazione. Diabete pri-mario, si verifica indipendente-mente da altre malattie o da te-rapie farmacologiche o chirurgi-che o da processi fisiologici:

classificate in rapide, lente e se-milente secondo la velocità diazione e durata. La stabilizzazio-ne farmacologica è ovviamentedi esclusiva pertinenza del dia-betologo.Diabete di 2° tipo. Il riscontro didiabete di tipo 2 è molto spessocasuale nel corso di esami di la-boratorio a cui il paziente si sot-topone per altri motivi, perché lapatologia si instaura molto lenta-mente e occorre del tempo pri-ma che la sintomatologia si ma-nifesti; in molti pazienti sintomi diiperglicemia e glicosuria noncompaiono mai. Nel caso di dia-bete conclamato, la sintomato-logia delle due forme di DM (tipo1 e tipo 2) è molto simile. Il rap-porto tra i casi di diabete di pri-mo tipo e di secondo tipo è dicirca uno a dieci. Il diabete di se-condo tipo è un vero e propriofenomeno sociale che in Italiacoinvolge 3-5 milioni di personeche aumentano ancora di più seviene classificato insieme agli al-tri componenti della sindromemetabolica. Tra le cause si ipotizzano:1. nei soggetti obesi, una predi-sposizione genetica + incapa-cità ad aumentare la quantità diinsulina rispetto a un bisognoaumentato di glucosio + capa-cità ridotta delle cellule adipose

focus diabete

Il vero valore aggiunto dell'attività fisica è che permette un intervento divera prevenzione primaria, ovvero che si realizza prima che la patologia simanifesti con il suo corredo di danni ed effetti collaterali negativi

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ad assorbire il glucosio (chequindi rimane a livelli più elevatinel sangue = iperglicemia); 2. nei soggetti non obesi, unapredisposizione genetica + in-sensibilità delle cellule degli or-gani all'azione dell'insulina. Diabete in gravidanza. O dia-bete gestazionale, può causaredei problemi anche gravi per ilneonato e per la madre (rappre-senta un importante fattore di ri-schio di sviluppare diabete, dal20 al 50% delle donne che nehanno sofferto sviluppano il dia-bete di tipo 2 nel corso della vita). Lo stato di prediabete. Il dia-bete di secondo tipo ha tra levarie concause modificabili il se-dentarismo e l'aumento di peso.Un prediabete si esprime conun’alterata tolleranza al gluco-sio, che si evidenzia tramite unaglicemia a digiuno con i valorisuperiori 110 mg%, ma inferioria 126 mg%: questi valori sonoindicatori di un’intolleranza alglucosio. Lo stesso avvienequando in un test di tolleranza alglucosio la glicemia dopo 2 oreè compresa tra 140 mg% e 200mg%. Il punto è che se non si in-terviene sulle variabili modifica-bili (moto e alimentazione), èmolto più probabile una derivaverso il diabete vero e proprio.Qui sta il vero valore aggiuntopreventivo dell'attività fisica co-me stile di vita: il prediabete, seda un lato medicalizza il futuropaziente, dall'altro permette unintervento di vera prevenzioneprimaria, ovvero che si realizzaprima che la patologia si manife-sti con il suo corredo di danni edeffetti collaterali negativi (la pre-venzione secondaria è quellache si instaura dopo il primoevento patologico, per evitareaggravamenti e ricadute). Laprevenzione primaria coincidecon gli stili di vita, è facile da rea-lizzare e praticamente non hacontroindicazioni se non quelledel buon senso; la prevenzionesecondaria deve avere basse in-

tensità, o una prescrizione me-dica sulle dosi.

DANNI CAUSATI DAL DIABETEComplicanze acute- Coma chetoacidosico (diabetetipo I), formazione di corpi che-tonici. Il mancato utilizzo del glu-cosio, che si fa molto elevato,attiva la via metabolica di ossi-dazione degli acidi grassi,estratti dai trigliceridi nei deposi-ti di grasso corporeo. Le cellule,non potendo utilizzare il glucosioa fini energetici, iniziano a bru-ciare gli acidi grassi. Il processosi svolge in maniera alterata e siformano dei cataboliti di scarto: icorpi chetonici (acido acetaceti-co, acido beta-idrossibutirrico,acetone), che provocano il qua-dro di acidosi (ovvero una dimi-nuzione del pH). I corpi chetoni-ci portano allo stato di “comachetoacidosico”: la chetoacido-si è un’emergenza clinica tipicadel diabetico di tipo 1. - Coma iperosmolare non cheto-sico (diabete tipo II). Si tratta diuno stato di coma causato daun’iperglicemia incontrollata enon compensata, che determinaun grave aumento dell'osmola-rità del sangue (sangue denso) euna marcata disidratazione.- Ipoglicemia grave (diabete tipoI e tipo II) e coma ipoglicemico.È lo stato di coma causato dallamancanza di un sufficiente livel-lo di glucosio nel sangue, chepossa consentire il rifornimentoenergetico del cervello. Il mante-nimento della glicemia al di so-pra di un valore soglia è indi-spensabile per una normale atti-vità cerebrale. Il coma ipoglice-mico si può verificare sia nei dia-betici di tipo 1 che nei diabeticidi tipo 2 e dipende da un inap-propriato regime terapeutico inpresenza di un limitato o ritarda-to introito energetico, o di un’ec-cessiva attività fisica. Sintomi. Generalmente i sinto-mi che accompagnano un ini-ziale scompenso della glicemia

sono, nel caso dell'ipoglicemia:pallore sudorazione vertigini finoallo svenimento. Nel caso dell'i-perglicemia scompensata: nau-sea, dolori gastrointestinali, agi-tazione. La formazione di corpichetonici genera un alito e unsudore dall'odore di frutta ava-riata. Nei casi di disagio iniziale,a prescindere dalle procedure disoccorso che si possono intra-prendere secondo la gravità delcaso, c'è comunque una regolaassoluta: la persona non deveessere lasciata da sola fino allarisoluzione dell'episodio. Complicanze croniche- microangiopatia - retinopatia - perdita visus- edema maculare, perdita visus- neuropatia sensitiva e motoria- nefropatia - macroangiopatia - patologia coronarica- patologia vascolare periferica- patologia cerebrovascolare - sindrome metabolica

ATTIVITÀ MOTORIA E DIABETEDiabete di primo tipo: - accertarsi che il diabete siastato compensato dal diabeto-logo e che il diabetico assumal'insulina con consapevolezza eregolarità; - attività di counseling, ovvero disupporto informativo sulla vali-dità di stili di vita motori (disponi-bilità all'ascolto, gestione del-l'ansia quando è presente). Diabete di secondo tipo: - puntare sulla gestione del peso- peso assoluto (calo in percen-tuale circa il 5-7% nei primi seimesi)- attività motorie prevalentemen-te cardiovascolari- attività di counseling.Diabete e gravidanza: general-mente una donna in gravidanza,soprattutto nei mesi centrali, hacome obiettivo motorio quello dimantenersi in movimento conintensità molto basse, ovveroche prevedano uno scostamen-to fino al 20-25% in più della fre-

focus diabete

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quenza basale a riposo; qualsia-si altra indicazione deve essereuna prescrizione medica, amaggior ragione se subentrauna diagnosi di diabete in gravi-danza. Prediabete (Sindrome metabo-lica): come il diabetico di secon-do tipo.

FREQUENZA, DURATA, IN-TENSITÀ- Insistere su un coinvolgimentoquotidiano, anche esterno alcentro fitness, studiando insie-me al diabetico percorsi inseri-ti nel contesto della vita di tut-ti giorni. - Durata relativamente brevedella seduta (20 minuti), in mo-do che possa essere inserita an-che due volte nella giornata: unapiù intensa e monitorata in pale-stra e una più leggera, come ilcammino veloce (brisk walking)da praticare all'aperto o comeginnastica domestica a preva-lente contenuto aerobico (fles-sioni, piegamenti, esercizi a di-screzione). - In assenza di indicazioni medi-che relative alla frequenza car-diaca, rispettare limite di 110.Eventualmente, praticare fre-quenze più basse se c'è riscon-tro all'anamnesi di altri elementidella sindrome metabolica.Attenzione: stiamo parlando difitness metabolico che può es-sere praticato in sicurezza pur-ché le intensità siano basse enon sia erogato un rischio acuto(alte frequenza cardiaca) in no-me della riduzione di un rischiocronico. L'effetto positivo sullastabilizzazione del diabete e sulcalo ponderale è comunque do-cumentato nella letteraturascientifica. Intensità più alte pos-sono essere direttamente indi-cate dal medico responsabile(fitness terapia).

ASPETTI PSICOLOGICI Il diabete è uno shock emotivodi prima grandezza, in particola-re al momento della diagnosi e

al momento della fine della “lunadi miele”, ovvero del manifestar-si di qualcuna delle complicanzeche necessitano intensificazionidiagnostiche e aumento dell'im-pegno terapeutico. Il prediabe-te, invece, lascia il soggetto ab-bastanza indifferente, perché èuna condizione asintomatica: lamotivazione all'attività fisica de-ve essere sollecitata non pun-tando solo sul rischio futuro, maanche sul piacere presente im-mediato di rimettersi in movi-mento. La relazione deve essereimperniata su un ruolo di modu-latore, che compensi due atteg-giamenti diversi:1. eccesso di ansia di attenzionee di emotività (fase della diagno-si e di qualche scompenso suc-cessivo); 2. depressione con disinteresseal trattamento e al regime tera-peutico, spesso accompagnatoda un deterioramento delle con-dizioni generali.Ovviamente, l'operatore meta-bolico non è uno psicologo chesi possa far carico della gestionedi questo aspetto: l’importante èche l'operatore metabolico neabbia quanto meno consapevo-lezza. La pratica dell'attività mo-toria è universalmente ricono-sciuta dal mondo medico comepositiva per una stabilizzazioneclinica e per una stabilizzazionepsicologica. L'operatore metabolico può se-guire una serie di criteri guida: - ascoltare - limitare i consigli alle modalitàdi esecuzione dell’attività fisica; - evitare pareri sulla terapia o su-gli esami; - confermare che una praticamotoria regolare è fondamenta-le per raggiungere il massimodel compenso psicofisico e checomunque può offrire momentidi tranquillità e piacere; - gestire la relazione affrontandoargomenti anche esterni all'uni-verso “diabete-terapia-monito-raggi“; molto più semplicemente,tentare la strada della distrazione.

focus diabete Insistere su un coinvolgimentoquotidiano, anche esterno al

centro fitness, studiando insiemeal diabetico percorsi inseriti nel

contesto della vita di tutti giorni

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rapporto con il giovane atletadovrà continuare con controlliperiodici per valutare gli adatta-menti dell’organismo all’eserci-zio fisico.

IL DIABETE MELLITO È una sindrome caratterizzatada un eccesso di glucosio nelsangue (iperglicemia) che au-menta oltre i limiti superiori dinormalità. Questo succedeperché le cellule dei vari tessutinon sono in grado di utilizzarloper il loro metabolismo. Quan-do l’eccesso di glucosio nelsangue va oltre un certo limite,il surplus viene filtrato attraver-so i reni ed eliminato con le uri-ne. Avremo quindi le urine co-siddette “dolci” (si parla, in que-sto caso, di “glicosuria”) e poi-ché assieme all’eccesso di glu-cosio sarà eliminata anche unamaggior quantità di acqua, al-tro sintomo caratteristico deldiabete mellito è la “poliuria”

cioè l’emissione abbondante diurine, oltre i normali limiti fisiolo-gici, nel corso della giornata. Alivello metabolico, nei tessutidell’organismo, la relativa inca-pacità da parte delle cellule autilizzare glucosio come fonteenergetica determinerà unospostamento del metabolismoverso l’utilizzo dei lipidi, situa-zione questa che porterà allaformazione di metaboliti acidi: icorpi chetonici. Un loro accu-mulo avrà come risultato unostato di acidosi metabolica chenei gradi estremi può sfociare alcoma diabetico. Il diabete melli-to può diventare in età adultauna malattia molto devastanteper le complicanze che determi-na in numerosi organi e appara-ti; come neuropatie, retinopatie,disturbi renali e cardiaci, mag-gior rischio di infezioni, possibi-lità di ulcere cutanee ecc. Sono stati classificati due tipi didiabete mellito. Il diabete di I

Avolte la pratica di unesercizio fisico, quan-do è associato a unaterapia farmacologia,

può aiutare a risolvere o ridurreuno stato patologico. In questicasi si parla di Sport-terapia ecioè l’utilizzo dello sport, piùin generale dell’esercizio fisi-co, come trattamento tera-peutico. È molto importante lacollaborazione tra il medicodello sport, o altri medici spe-cialisti, con gli operatori sporti-vi. Al medico dello sport spettail compito di valutare, dopo unesame clinico e accertamentidiagnostici, se il tipo di patolo-gia di cui è affetto il giovanepuò avere controindicazioni as-solute o relative alla pratica diun’attività sportiva, quindi do-vrà stabilire quale tipo di attivitàsportiva è più adatto e definirnei limiti di intensità e di durata, in-fine dovrà dare le giuste indica-zioni agli operatori sportivi. Il

focus diabete

Diabete ed esercizio fisico

nel bambino e nell’adolescente nel bambino e nell’adolescente

g

di Antonio Maone

con link di approfondimento

Link

Link

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I l ragazzo diabetico, permantenere lo stesso com-penso glicemico dell’attivitàsedentaria anche durante unesercizio fisico, dovrà ridurrela dose di unità di insulinaesogena. Quando il diabetenon è ben compensato con ladose di insulina esogena, i dia-betici anche a riposo avrannoiperglicemia. Nel corso dell’e-sercizio fisico per l’esaltata atti-vità degli ormoni controregola-tori dell’insulina, ci sarà un ulte-riore aumento nella produzionedi glucosio e mobilizzazionedegli acidi grassi in quantità ta-li da superare le capacità di uti-lizzazione periferica da partedei muscoli e dei tessuti. Il tuttodeterminerà un peggioramentodella glicemia e acidosi meta-bolica per la formazione di cor-pi chetonici.

ATTIVITÀ FISICA DA PRO-PORREL’intensità e la durata dell’at-tività fisica possono influen-zare la glicemia in modo di-verso. Un esercizio breve mamolto intenso di tipo anaerobi-co lattacido può provocare unbreve rialzo glicemico. Un eser-cizio continuo e protratto di tipoaerobico a intensità del 60%del VO2 MAX può determinareun lieve abbassamento dellaglicemia, che nel giovane dia-betico insulino-dipendente puòsconfinare in crisi ipoglicemica

tipo definito anche “Insulino-Dipendente” dove l’iperglice-mia è legata a una incapacitàda parte delle cellule del pan-creas a produrre Insulina, l’or-mone che permette al glucosiodi entrare nelle cellule ed esse-re utilizzato ai fini energetici.Questo è il tipo di diabeteche si manifesta in età giova-nile, si chiama “Insulino-Di-pendente” perché per mante-nere costante la glicemia, pre-venire l’acidosi metabolica egarantire la sopravvivenza deigiovani pazienti c’è bisogno diiniezioni di Insulina da effettuareanche più volte durante il gior-no. Il diabete di II tipo com-pare in età matura ed è cono-sciuto come Insulino-Indi-pendente perché non è legatoalla mancanza di Insulina ma sitratta di una diminuita sensibi-lità delle cellule all’Insulina equindi al passaggio del gluco-sio. I pazienti affetti dal diabetedi tipo II sono la maggioranzadei diabetici dell’età adulta.Per i giovani affetti da diabe-te di tipo I non esistono con-troindicazioni all’esercizio fi-sico, né alla pratica sportiva,purché la malattia sia bencompensata dalla terapia in-sulinica. I pazienti sono istruitia tenere sotto controllo la pro-pria glicemia e l’istruttore puòrichiedere dalla struttura pub-blica o privata che ha in cura ilragazzo una copia del certifica-

to di “diabete compensato”.

EFFETTI DELL’ESERCIZIOFISICO SUL SOGGETTODIABETICOL’esercizio fisico quotidiano ri-duce significativamente il fabbi-sogno totale di insulina, sia neisoggetti sani che nei diabetici,in quanto permette un mag-gior consumo di glucosio e diacidi grassi liberi (FFA) favo-rendone la captazione e l’uti-lizzo da parte delle cellulemuscolari. Pertanto basteran-no livelli molto bassi di insulinaper assicurare sotto sforzo unmaggior utilizzo di glucosio. Nel corso di una prestazionesportiva, in un soggetto norma-le avremo, una riduzione nellaproduzione di insulina e l’attiva-zione degli ormoni controrego-latori (glucagone, epinefrina,cortisolo, ormone GH della cre-scita) responsabili della gluco-neogenesi e del maggior utiliz-zo del glucosio e degli acidigrassi nei tessuti. Nel ragazzodiabetico insulino-dipendente,la stessa dose di unità di insuli-na prevista normalmente per ilmantenimento di un’attività se-dentaria dovrà essere più bas-sa in quanto potrebbe ostaco-lare durante la prestazionesportiva l’attivazione degli or-moni controregolatori, l’incre-mento della gluconeogenesi el’utilizzo degli acidi grassi, con ilrischio di “crisi ipoglicemiche”.

focus diabete

te te

Per i giovani affetti da diabete di tipo I nonesistono controindicazioni all’esercizio fisico,né alla pratica sportiva, purché la malattiasia ben compensata dalla terapia insulinica.

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zio o assumere un supple-mento alimentare di carboi-drati prima dell’esercizio fisi-co. Tra le due soluzioni quellada preferire è la seconda, spe-cie se l’impegno sportivo si do-vrà protrarre per più di due ore(Tab. I). Per attività sportive piùprolungate è bene consultare ilmedico curante in quanto po-trebbe essere opportuno ridur-re di almeno un terzo la doseinsulinica prima dell’attività fisi-ca se si utilizza insulina a mediae lunga durata d’azione o nonsomministrare insulina se sitratta di insulina a rapida azio-ne. L’intensità dell’esercizio fisi-co può essere controllata conl’uso del cardiofrequenzimetroe qualsiasi disciplina sportivanon deve essere praticata dasoli. È importante che l’istrutto-re sappia riconoscere i sintomidi ipoglicemia da esercizio fisi-co (cefalea, astenia, disturbi vi-sivi, sudorazione, tremore, ta-

o dare ipoglicemie ritardate adistanza di 24/48 ore dalla av-venuta attività fisica. Uno sfor-zo molto intenso e prolunga-to oltre a non essere di nes-sun giovamento nel periodoevolutivo può innescare crisiipoglicemiche tardive da ren-dere necessario ridurre la dosedi insulina. Se il diabete è bencompensato un’attività fisica didiscreto impegno, di duratanon superiore a un’ora, conuna frequenza cardiaca massi-male di 150 b/min non provocaconseguenze metaboliche eormonali nei giovani diabetici.Nel diabete scompensato, o incarenza assoluta o relativa diinsulina, lo stesso esercizioavrà come risposta un peggio-ramento di tutti i parametri me-tabolici. Sono da sconsigliareper i giovani diabetici insulino-dipendenti esercizi o un’attivitàfisica a impegno aerobico-anaerobico alternato quandol’entità e la durata dello sforzofisico non possono essere pre-ventivati a priori, perché ciò po-trebbe scatenare l’insorgenzadi crisi ipoglicemiche. Per pre-venire situazioni di ipoglice-mia da esercizio fisico è ne-cessario diminuire la dose diinsulina esogena pre-eserci-

chicardia). Una buona precau-zione per i giovani diabetici ècontrollare la glicemia primae alla fine dell’esercizio perstabilire gli effetti dell’eserci-zio fisico sui livelli glicemici.In genere i diabetici possiedonoun apposito apparecchio por-tatile che consente di effettuarel’analisi della glicemia rapida-mente su sangue capillare sen-za bisogno quindi di ricorreread analisi di laboratorio. Riguar-do alle maggiori sollecitazioni acui vanno incontro gli apparaticardiovascolare e renale deigiovani diabetici sottoposti aesercizio fisico, ci sono parericontrastanti, tuttavia si puòconvenire che, oltre a esseredeterminante per il reinseri-mento psicosociale, i vantaggiconseguenti a una praticasportiva controllata nei giovanidiabetici superano i possibilifattori rischio cardiovascolare erenale.

focus diabete

ATTIVITÀ SPORTIVA

PASSEGGIATAa vel. 4.5 Km/hCORSAa vel. 9 Km/hBICICLETTAvel. 15 Km/hCALCIOTENNISNUOTOSCI

Tab. 1: Zuccheri (e relative calorie) da assumere oltre all’apporto caloricogiornaliero abituale nel Diabete Insulino dipendente. Da “Conoscere il diabeteper combatterolo meglio” di R.Klinger, P.M. Vita. Vert Edit., Treviso

GRAMMI DI ZUCCHERO DAAGGIUNGERE OGNI 1/4 D’ORA

DI ATTIVITÀ FISICA

10

22

12

1581818

FABB. CAL. PER 1/4 D’ORA

75

180

98

12065150150

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In una dieta la presenza adeguatadi carboidrati è fondamentale,tanto che in genere il nutrizionistaassegna almeno la metà della

quota energetica ai carboidrati,persino per quei soggetti che han-no difficoltà a regolare la quantità dizuccheri nel sangue. Tuttavia, i car-boidrati non sono tutti uguali e laScienza dell’Alimentazione li classi-fica in tre grandi famiglie: zucchericomplessi (amidi), composti (di-saccaridi) e semplici (monosac-caridi). I primi derivano da alimentiquali pasta, pane, riso, tuberi e le-gumi, gli altri due gruppi da zuc-cheri da tavola, frutta, sciroppi, be-vande alcoliche, dolci, bevandedolcificate, ma anche da latte e de-rivati. I monosaccaridi più comunisono il fruttosio, il glucosio e il ga-lattosio, che possono essere pre-senti nella nostra alimentazione inquanto tali o derivare dalla rapidascissione dei disaccaridi nei costi-tuenti monosaccaridici base. Nesono un esempio il lattosio (galatto-sio + glucosio), il saccarosio (gluco-sio + fruttosio) e il maltosio (gluco-sio + glucosio).I carboidrati complessi devono il lo-ro nome alla struttura molecolareche li caratterizza, con polimeri di

abbassa bruscamente il glucosionel sangue con possibile ipoglice-mia. È facile comprendere come inqueste condizioni possa esserci undeficit energetico proprio nel mo-mento del massimo impegno del-l’organismo nell’attività sportiva.Questo tipo di effetto è stato am-piamente studiato non solo in rela-zione alle molecole di carboidrati inquanto tali, ma su una serie di ali-menti, in special modo quelli checontengono una certa prevalenzadi glucidi, per capire l’impatto glice-mico derivante dalla loro introdu-zione. A questo fine è stato l’elabo-rato l’indice glicemico.

ZUCCHERI COMPOSTI E SEMPLICIIn Wikipedia l’indice glicemico diun alimento è definito come “lavelocità con cui aumenta la gli-cemia in seguito all’assunzionedi 50 g dell’alimento. L’indice gli-cemico è espresso in termini per-centuali, rapportandolo alla velocitàdi aumento con la stessa quantitàdi glucosio (indice pari a 100): unindice glicemico di 50 significa chel’alimento innalza la glicemia conuna velocità che è la metà di quelladel glucosio. In molte tabelle che si

varia lunghezza e diversi tipi di ra-mificazione. L’aspetto centrale èche la loro demolizione e il relati-vo assorbimento sono processigraduali, pertanto l’insulina, l’or-mone che insieme al glucagoneregola la quantità di zuccheri nelsangue, può lavorare in manieracostante senza dover affrontareimpennate glicemiche. Al contra-rio, disaccaridi e zuccheri semplici,per effetto del rapido assorbimen-to, innalzano bruscamente la quan-tità di glucosio nel sangue con con-seguente effetto compensativo daparte dell’insulina: questo ormone,in presenza di un’elevata concen-trazione di zuccheri nel sangue,cercherà di immagazzinare gluco-sio all’interno delle cellule, con pos-sibile prevalenza dei metabolismi dideposito (sintesi di glicogeno e lipi-di) rispetto all’utilizzo energetico ti-pico dei carboidrati. Questo aspet-to è particolarmente importante du-rante l’impegno fisico in cui è richie-sta la presenza di substrati prontiper essere utilizzati a fini energetici.Infatti, nel caso di assunzione im-propria di zuccheri a facile assorbi-mento, la performance fisica puòessere compromessa a causa del-l’azione repentina dell’insulina, che

di Mauro [email protected]

tentazioneLa dolce

alimentazionecon link di

approfondimento

Link

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alimentazione

trovano nella letteratura scientifica,soprattutto italiana, l’alimento di ri-ferimento non è il glucosio, ma ilpane bianco. Per calcolare l’indiceglicemico italiano basta moltiplica-re per 1,37 quello riferito al gluco-sio, che è invece lo standard inter-nazionale. L’indice glicemico,quindi, dipende dalla rispostaglicemica (livello di glucosio nelsangue) data dal corpo all’as-sunzione di un determinato ali-mento, questa risposta dipendedalla natura dello zucchero assun-to, ad esempio l’assunzione di glu-cosio comporta un innalzamentodell’indice glicemico immediatomentre l’assunzione di amido (ami-losio + amilopectina ) molto ricco diamilosio corrisponderà ad un innal-zamento più lento dell’indice glice-mico, dovuto ad una maggiore dif-

ficoltà dell’alfa-amilosio a scinderel’amilosio (che a differenza del-l’amilopectina fa legami idrogenoche lo stabilizzano). La risposta gli-cemica quindi è data dall’innalza-mento del livello di glucosio nelsangue in funzione del tempo, rag-giunto il livello massimo verrà rila-sciata l’insulina che ne abbasserà ilivelli formando una curva a cam-pana. Pur essendo un parametrodi riferimento piuttosto utile, specieper le persone diabetiche, l’indice

dotti ricchi di questi zuccheri sonotantissimi e presenti praticamenteovunque; sono presentati quasisempre con confezioni colorate eaccattivanti, hanno una funzione di“pausa”, minipasti o drink disse-tanti per le giornate più calde. Nonè facile sottrarsi a questi nutrientianche per via di alcune credenzeche attribuiscono alla tradizionale equasi scomparsa zolletta di zuc-chero “una marcia in più” per lagiornata. C’è da dire che la divul-gazione scientifica in tema di ali-menti e nutrizione ha ridimensiona-to parecchi miti e credenze alimen-tari, anche in riferimento agli zuc-cheri, tanto che l’industria alimen-tare propone sempre più frequen-temente prodotti “sugar free”. In al-tri casi, viene messa in risalto la so-stituzione del glucosio aggiuntocon il fruttosio, per via della diversamodalità di assorbimento di que-st’ultimo, che determina un impat-to glicemico più modesto. Per viadi questa caratteristica, l’uso delfruttosio è aumentato a dismisura acausa della sua aggiunta in moltis-simi prodotti, in particolare nelle

glicemico non è ritenuto oggi un in-dice infallibile in quanto può variarein funzione di innumerevoli fattoriquali la preparazione dei cibi, il mo-do in cui vengono masticati, l’as-sunzione di altri cibi ecc.”. Per for-mulare una dieta adeguata alproprio impegno fisico, insiemeall’indice glicemico va conside-rata soprattutto la quota dei car-boidrati più semplici. La quotamaggiore di glucidi dovrebbe pro-venire da alimenti ricchi di carboi-drati complessi (polisaccaridi) e so-lo una piccola parte (intorno a 10%delle calorie giornaliere) da zucche-ri composti (disaccaridi) e semplici(monosaccaridi). In base a questeconsiderazioni, gli zuccheri a rapi-do assorbimento posso essereconsiderati “il brutto dei carboidra-ti”, ma come sempre accade in

Nutrizione, a determinare un effettoreale e misurabile è la quantità.Infatti, questi zuccheri, se contenu-ti entro certi limiti e distribuiti nel-l’arco della giornata, posso ancheavere degli effetti positivi sia percompensare piccoli cali glicemiciche per ristabilire un certo tonodell’umore. Tuttavia, di zucchericomposti e semplici si continua adabusare, soprattutto perché la loromodalità di assunzione è sempli-cissima e gratificante. Infatti, i pro-

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bevande dolcificate vendute anchesottoforma di integratori idrico-sali-ni. Le ricerche, tuttavia, avvisanoche elevate dosi di fruttosio por-tano a un innalzamento dei livel-li di trigliceridi e un’assunzione alungo termine determina co-munque obesità, stress ossida-tivo, danni microvascolari, ipe-ruricemia, e, naturalmente, iper-trigliceridemia (con conseguen-te steatosi epatica) e ipertensio-ne . Per quest i motiv i , l ’AADDAA((AAmmeerriiccaann DDiiaabbeetteess AAssssoocciiaattiioonn))sconsiglia vivamente l’uso di frutto-sio come dolcificante nei soggettidiabetici e suggerisce ai non dia-betici di moderare il più possibilel’assunzione di fruttosio nella dieta.

ZUCCHERI COMPLESSISe per gli zuccheri semplici e com-posti sono necessarie, come si è vi-sto, cautele nell’assunzione giorna-liera, per i carboidrati complessi ilproblema della quantità si pone so-lo in caso di diete palesemente mo-notone e sbilanciate verso l’assun-zione prevalente di alimenti glucidi-ci (per esempio derivati dei cereali).Supponendo una dieta di 3000Kcal per un atleta sottoposto a unintenso allenamento, la quota calo-rica riservata ai carboidrati può arri-vare fino a 1800 Kcal (60% dellaquota calorica) pari a una quantitàassoluta di circa 450 gr di glucidi.Per superare questo valore si do-vrebbero assumere più di 600 gr tra

MAURO DESTINOBiologo e Nutrizionista,Specialista in Scienzadell’Alimentazione e inChimica e TecnologieAlimentari. Responsabiledell’ambulatorio di Scienzadell’Alimentazione - CRN(Centro Ricerche Nutrizionali)- Mesagne (Brindisi), sioccupa di dietetica enutrizione clinica. I principalicampi d’interesse sono iltrattamento dell’obesità, idisturbi dell’alimentazione ela nutrizione dello sport. Nel1988 è stato nella nazionaleitaliana di Taekwondo - Fitak(Federazione ItalianaTaekwondo e Karate). Fino al1993 istruttore e responsabiletecnico dell’Emilia Romagnaper il Taekwondo. Nel 1995ufficiale-istruttore di DifesaPersonale nell’EsercitoItaliano. Attualmente,promuove con l’associazioneCicloamiciil progetto “Slim City”(http://cicloamicisalute.word-press.com/) per ilcambiamento del “life style”in bicicletta. Sito webwww.maurodestino.it

pane e pasta nell’arco della giorna-ta, oltre tutto il resto per raggiunge-re la quota calorica prevista; opera-zione non certo agevole per gli ap-petiti più comuni!In conclusione, si può dire che ilvero problema dei carboidrati,semplici o complessi che siano,è l’assunzione nelle giuste quan-tità. È un principio dominante nellaScienza dell’Alimentazio-ne, chenon prevede una classificazione dialimenti e nutrienti in buoni e cattivi,ma solo l’analisi degli effetti, in basealle quantità e le diverse combina-zioni, sulla fisiologia umana.

alimentazione

Link

Link

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Per queste ragioni il fenomenodelle nuove aperture di centrimotori è emergente. Per que-ste ragioni la Scuola di Profes-sione Fitness ha organizzatoun workshop tecnico, che sisvolgerà il 13 di febbraio aMilano, all'Hotel Marriot: co-sa occorre fare con la partitaIva e gli aspetti commerciali,

come vanno ta-gliati gli spazi,su quali servizitecnici puntare,

qual i st rument itecnici acquistareper r ientrare neibudget. Il program-

ma è dedicatoanche alle pale-

stre che si stanno ri-convertendo al servizio evogliono sapere come in-

serire i servizi alla persona nelproprio centro. Su questa proposta le adesio-ni aumentano di giorno in gior-no. Oltre al programma ufficia-le, s i stanno aggiungendonuove iniziative portate daipartner che stanno aderendoa questo pro-getto. Unprogetto chepiace perché,molto sempli-cemente, ècredibi le e serio.Stay tuned!

con link video diapprofondimento

vai al video

Prevenzione e salute

Fitness:nuove proposte per un mercato

che sta cambiando

Li chiamano “minicentri”perchè hanno una su-perficie contenuta, main realtà potrebbero es-

sere chiamati “supercentri diqualità”. Sono i piccoli centridi attività motoria, ginnasticaposturale, fitness metabolico,abilitazione funzionale: 100/300 metri quadrati che pun-tano tutto sulla qualità del ser-vizio. In genere sono un paiodi personal trainer che deci-dono di partire in proprio, affit-tano degli spazi che gli con-sentano di avere un paio diambienti per le valutazioni po-sturali, una sala con qualchemacchina cardio e per qual-che esercizio isotonico, unasala per la ginnastica di grup-po e stop. Poche macchine emolto servizio: semmai, gli ac-quisti degli strumenti sono in-dirizzati verso quelle macchinedi monitoraggio per persona-

lizzare ulteriormente il serviziorivolto a clienti spesso diversitra di loro per età, sesso, biso-gni. Il servizio è professionale,con le migliori competenze:personal trainer, personal me-tabolico, trattamenti posturali,abilitazione funzionale, mas-saggi, in alcuni casi tratta-menti paramedicali o ancheestetici, laureati in scienzemotorie riposizionati con unprof i lo p iù aggiornato d iquello offerto nei percorsiufficiali. Il servizio al-la persona deve es-sere la priorità:se è la priorità,curiosamen-te, funzionae ha suc-cesso.Questo fe-nomeno ènato spontaneamente, manon per caso. Molti personaltrainer e molti centri fitnesshanno capito che la svenditadi abbonamenti nella palestreporta inevitabilmente a unaperdita dei servizi offerti: solole palestre che riescono a in-serire un valido servizio di per-sonal riescono a soddisfare iclienti. Spesso, tuttavia, si trat-ta solo un’operazione dimarketing che, per un motivo oper l'altro, non regge alla provadei fatti: la fidelizzazione.

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COME INSERIRE L’ATTIVITÀMOTORIA PREVENTIVAALL’INTERNO DEL PROPRIO CLUBRiservato a imprenditori del settore fitness

PROGRAMMA15,00 Apertura lavori. 15,15 L’evoluzione del mercato delFitness e i nuovi segmenti di merca-to. Luca Mazzotti15,30 Che cosa è il Fitness Metabo-lico e come inserire un Cen-tro Mo-torio di Fitness Metabolico, preven-zione, ginnastica posturale e abilita-zione funzionale. Alessandro Lanzani16,00 Lo start up. L’apertura, i per-messi necessari e l’inquadramentosocietario. Luca Mazzotti16.15 break16,30 Lay-out operativo il settaggiodei personal trainer, i metodi di lavo-ro, le visite mediche interne, i rap-porti con i medici esterni. Alessandro Lanzani17,00 Gli strumenti e le macchine dilavoro: i criteri di selezione, la funzio-ne. Indicazioni, limiti, e controindica-zioni. La scelta degli strumenti Ilbudget. Michele Pitti, FrancescoCapobianco 17,30 La promozione dei servizi: co-me gestire i rapporti con medici spe-cialisti, medici di base e istituzioni lo-cali associazioni.

COME CREARE UN NUOVO CENTRO MOTORIORiservato a personal trainer

PROGRAMMA10,00 Apertura lavori. 10,15 L’evoluzione del mercato delFitness e i nuovi segmenti di merca-to. Luca Mazzotti10,30 Che cosa è il Fitness Meta-bolico e come funziona un CentroMotorio di Fitness Metabolico; pre-venzione, ginnastica posturale e abi-litazione funzionale. Alessandro Lanzani11,00 Lo start up. L’apertura, i per-messi necessari e l’inquadramentosocietario. Luca Mazzotti11,15 break11,30 Lay-out di un Centro di FitnessMetabolico: ripartizione degli spazi edegli ambienti in relazione ai servizi.Architetto Alessio Cuzzolin12,00 Gli strumenti e le macchine dilavoro: i criteri di selezione, la funzio-ne. Indicazioni, limiti, e controindica-zioni. Il budget. Michele Pitti 12,30 La scelta degli strumenti: il kitdi macchine cardio di valutazione, glistrumenti di monitoraggio appro-priati, gli strumenti di misura appro-priati. Francesco Capobianco 12,45 La promozione dei servizi: co-me gestire i rapporti con medici spe-cialisti, medici di base e istituzioni lo-cali associazioni.

COME CREARE UN NUOVO CENTRO MOTORIO

Nuovi segmenti per il mercato delfitness e dell’attività motoria per tutti

Il fitness metabolico:- come creare un Centro ex novo - come integrarlo all’interno del proprio Club

WORKSHOP TECNICO

Milano, sabato 13 febbraio 2010

www.profess ionef i tness .com [email protected] te l 02/58112828

COSTI DI ISCRIZIONE Sessione singola (mattino o pome-riggio): iscrizione entro il 31 dicem-bre 80 euro; entro il 31 gennaio100 euro; fino al 12 febbraio 120euro. Direttamente il giorno delworkshop 150 euro. I prezzi indica-ti sono Iva inclusa.Entrambe le sessioni (mattino epomeriggio): iscrizione entro il 31dicembre 100 euro; entro il 31gennaio 120 euro; fino al 12 feb-braio 160 euro. Direttamente ilgiorno del workshop 200 euro. I prezzi indicati sono Iva inclusa.

DOVE : HOTEL MARRIOTTVIA WASHINGTON, 66 MILANO

COME CREARE UN NUOVO CENTRO MOTORIO

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Made in Italy

CON LA PARTECIPAZIONE DI:

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VECCHIE RISORSE PER NUOVEENERGIE E GRANDI RISPARMISe chiedete a un qualunque pro-prietario di una qualsiasi strutturacommerciale quale sia la voce dicosto più rilevante, vi troverete a ri-cevere sempre la medesima rispo-sta: l’energia.L’energia, intesa sia come correnteelettrica che come gas metano ogasolio per il riscaldamento, rivesteinfatti una quota molto importantedel bilancio e diventa poi predomi-nante se si tratta di un bilancio di uncentro dotato di ambienti acqua(piscine, idromassaggi…) dove lanecessità di mantenere un quanti-tativo rilevante di acqua ad altatemperatura porta a elevati consu-mi energetici. Nell’ottica di un cen-tro “Zero Impact” risulta predomi-nante la costante attenzione tesa alimitare l’utilizzo di energia e a dimi-nuire drasticamente la dispersionedi quella utilizzata; tuttavia, unavolta ridotto al massimo il fabbi-sogno energetico, si può ancoraintervenire consistentemente suun punto focale: il combustibileutilizzato come fonte energetica.Da questo aspetto prende il vial’analisi sulla possibilità di impiego esui benefici, sia a livello economico

Il progetto Zero Impact, ovverola creazione di centri sportivie fisioterapici a basso costodi gestione e a basso impatto

ambientale, nasce da un sogno,che affonda le sue radici nella vo-lontà di guardare oltre a ciò che èpresente e pensare a un futuromigliore. Il principio fondamen-tale è la necessità di usare unquantitativo di risorse ed ener-gia inferiori rispetto agli stan-dard attuali di consumo e, pos-sibilmente, creare tale energiacon fonti meno inquinanti e aun costo inferiore. Attualmente, icentri fitness, wellness e fisiotera-pici di una certa importanza, han-no costi di gestione particolar-mente elevati, dovuti principal-mente all'esigenza di mantenerevalori di comfort ambientali alti,con tecnologie ormai sorpassate:i l r iscaldamento invernale,quanto la climatizzazione esti-va, si rivelano spesso voci dicosto importanti, a cui vannopoi addizionati i costi derivantidall'illuminazione degli ambienti,dal funzionamento di sauna, ba-gno turco, macchinari in genere,e non trascurabile, il consumocomplessivo di acqua.

di Emiliano [email protected]

che di inquinamento, garantiti dal-l’utilizzo di una caldaia a biomasse,e in particolar modo vedremo i datirelativi all’utilizzo del mais. Tale fon-te energetica porta due vantaggisostanziali: - basso costo della materia prima; - un valore calorifico di poco in-feriore al gas metano.In relazione a quanto sopra vedia-mo nella tabella qui di seguito ripor-tata il rapporto costo-potere calori-fico. Come si può facilmente osser-vare, a parità di potere calorificoabbiamo un risparmio tra gas me-tano e mais pari al circa il 60%, che,date le dovute approssimazioni ne-cessarie a compensare il differentegrado tecnologico tra una caldaia amais e una a metano, possiamo sti-mare in un più realistico 45-50%.Traduciamo questo dato, per co-modità, in valore economico appli-cabile a una centro Wellness dota-to di Spa. Ipotizziamo un centromedio/piccolo (fino a 700 mq) e po-niamo una spesa media di 1000euro al mese di gas metano, il cuicosto maggiore è, come premes-so, da imputare all’utilizzo di acquacalda per il termarium; calcolando11 mesi di funzionamento, abbia-mo un costo complessivo annuo

Soluzioni ecologiche ed economiche per centri fitness e fisioterapici

community business Impact

Impact

Zero Zero

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pari a 11.000 euro. Poniamo ora disostituire la caldaia a gas con una amais: data la differenza di costo tramais e gas avremo un costo mediomensile stimabile in circa 450-500euro che, moltiplicato per 11 mesidi funzionamento, ci porta a 4.950-5.500 euro di spesa complessiva,con un risparmio calcolabile in6.050-5.500 euro annui, che po-tremo destinare ad altre voci di co-sto a nostra scelta. Analizzando ilcosto dell’investimento, vediamocome la voce principale riguardafondamentalmente la caldaia e leopere relative alla sostituzione dellastessa e si aggira mediamente tragli 8.000 e i 15.000 euro. Tenendoconto che per tale importo, peropere eseguite entro il 31-12-

2010, ci si può avvalere dellosgravio fiscale del 55% previstonella finanziaria 2008, la cifra chedovremo effettivamente ammortarerisulta compresa tra i 4.000 e i7.500 euro che, dato il risparmioannuo medio, andrà a riassorbirsi incirca 2-4 anni. I dati sopra riportatisono comunque dati medi, pertan-to sarà necessario valutare ogni in-tervento singolarmente di volta involta, per evidenziare l’effettivo ri-sparmio ottenibile e il relativo tem-po di ammortamento. Ricordiamo,inoltre, che le biomasse in vita as-sorbono una quantità di CO2 so-stanzialmente pari a quella emessain fase di combustione, ottenendocosì un bilancio praticamente in pa-reggio e non producendo emissioniinquinanti da zolfo che invece si ri-

trovano nei combustibili fossili.In linea di massima possiamo per-tanto ritenere l’utilizzo di caldaie amais (più correttamente a biomas-se ovvero mais-pellet-noccioli-gu-sci) un valido aiuto al raggiungi-mento di un centro a basso impat-to ambientale, un’ottima occasioneper dirigersi sempre di più versostrutture ecosostenibili e ancor dipiù a basso costo di gestione.

FONTEENERGETICA

COSTO PERUNITÀ DIMISURA

UNITÀ DIMISURA

POTERECALORIFICO PER

UNITÀ DIMISURA

QUANTITÀNECESSARIA PER

8500KCALCOSTO IN ? PER

8500 KCAL

METANO 0.46 euro m3 1 m3 8500 Kca 1 m3 0.46

GASOLIO 0.83 euro L 1 litro 8250 Kcal 1,03 litri 0.88

MAIS 0.13 euro kg 1 Kg 6180 Kcal 1,37 Kg 0.18

GPL 0.54 euro L 1 litro 6070 Kcal 1,40 litri 0.76

PELLETS 0.19 euro Kg 1 Kg 4000 Kcal 2,12 Kg 0.4

LEGNA 0.12 euro Kg 1 Kg 3200 Kcal 2,66 Kg 0.32

community business

EMILIANO SESSA

Laureato in Ingegneria Gestionale presso il Politecnicodi Milano, entra a far parte del mondo dell'industria la-vorando per diverse aziende, tra le qual iAgustaWestland, in qualità di buyer. Attualmente lavorain proprio come consulente per la realizzazione, gestio-ne e promozione di centri Fitness & Wellness.

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rieducazione funzionale con link di approfondimento

Rivo

luzion

e

a) disequilibrio organizzato con so-spensione apicaleb) sblocco dei setti orizzontalic) respirazioned) autocorrezionee) interiorizzazione posturale corticalef) esercizi di rilasciamento medianteposizionamentog) lavoro manuale di contatto.

Il sistema di lavoro del ClinicalPilates Tensegrity tende quindi ariequilibrare attraverso una seriedi manovre sistematiche delle fa-sce muscolari, del tessuto con-nettivo e delle meningi, il sistemacorpo, partendo dalla sospen-sione apicale. I l lavoro che i lClinical Pilates e Tensegrità propo-ne è di tipo neuromuscoloscheletri-co, con una presa in carico del si-stema nervoso, del sistema schele-trico e del sistema muscolare inogni protocollo operativo. La so-spensione apicale ha un rapportodiretto con diversi sistemi e appara-ti tra cui:- il sistema respiratorio

Il protocollo del Clinical PilatesTensegrity ha come obiettivoquello di occuparsi principalmen-te di chi soffre di patologie legate

al rachide. Prevede un approccioterapeutico al paziente che si basasu alcune osservazioni di carattereanatomico di relazioni meccanichecombinato con protocolli di lavoroper i vari distretti corporei. Il pro-gramma verte principalmente sullasospensione apicale, un partico-lare decubito supino con il capo inappoggio su due tensori e sul rie-quilibrio della mandibola, clavi-cola, scapola e bacino, inserito inun contesto operativo di sbloccodei setti orizzontali con:- protocollo bacino- protocollo diaframma- protocollo stretto toracico supe-riore.La maggior parte dei tessuti fa-sciali del corpo è orientata più insenso cranio caudale e in sensodi spirale piuttosto che in sensoorizzontale. Quando le strutturefascio muscolari disposte in sensoorizzontale sono in tensione ano-

mala, possono creare degli impedi-menti di scorrimento alle fibre di-sposte in senso verticale. Il lavoro in“disequilibrio organizzato” del capoparte da una posizione di decubi-to supino con un momento diAppoggio Trazione Sospensione(ATS, come nelle immagini), mentrel’operatore prende contatto con ilpaziente in parti precise del corpo,per poi orientarsi sulla valutazionedei setti orizzontali con il loro even-tuale sblocco. L’intento del metodoè liberare alcuni centri di blocco fa-sciale-muscolare, per ottenereuna riprogrammazione neuromuscolare del tronco in generalee del rachide in particolare, nontanto per godere di un nuovo po-tenziale tono e trofismo della mu-scolatura antigravitaria, quanto permigliorarne la propriocettività e il ri-lasciamento muscolo fasciale me-diante alcuni passaggi propri del si-stema neuromuscolare, del siste-ma sensitivo dell’autocontrollo le-gato all’azione del nervo acces-sorio, il tutto attraverso l’uso di fat-tori prestazionali quali:

nella postura Clinical Pilates Tensegrity

di Marco [email protected]

Link

Link

Link20

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- il sistema locomotore- il sistema nervoso - il sistema circolatorioPer sua stessa natura la posizioneche il paziente assume durante lafase iniziale della seduta, interagi-sce con tutte le strutture del siste-ma craniosacrale: le membranemeningee e le sue strutture ossee,il tessuto connettivo e indiretta-mente il liquido encefalo rachidianoe le strutture connesse.Il metodo operativo, grazie ancheall’utilizzo dell’apposito macchina-rio, si presta a molteplici possibilitàdi lavoro, dando grande spazio allaprofessionalità dell’operatore. Nonci troviamo quindi di fronte a un la-voro stereotipato e chiuso nel suoessere, ma a una gabbia operativaaperta alla ragione dei più. Buon lavoro a tutti.

MARCO CIERVO

Classe '64, dopo il diplomaall'Istituto Superiore di Educa-zione Fisica di Torino, si laurea inScience et Technique des Activi-tès Pysiques e Sportives pressol'università Claude Bernard LyonI in Francia. Nel 1995 si specia-lizza in posturologia, con masterannuale a Zurigo presso laScuola Svizzero Francese diposturologia. Nel 2002 si diplo-ma in Massofisioterapia aPerugia. Negli anni si occupa diginnastica correttiva, ma anchedi progetti legati alle attività musi-cali in palestra. È stato assistenteall'Isef di Torino, occupandosi diginnastica educativa. Per anni ha frequentato l'Istitutodi Medicina dello Sport di Torino,lavorando nell'ambito dellaginnastica Medica.

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ching, torsione o contrazione muscola-re durante le manualità di massaggioper il rilascio delle aderenze mio-fascia-li, e risulta essere più efficace rispetto alclassico scollamento statico.

AADDEERREENNZZEE,, CCOOLLLLAAGGEENNEE,, FFAASSCCIIAALe cellule delle fasce connettivali sonodisperse in una sostanza gelatinosa de-nominata MEC, matrice extracellulare,costituita da una porzione fibrosa pro-teica inclusa in un gel acquoso di poli-saccaridi. La parte fibrosa è formata dafibre collagene, fibre reticolari e fibre ela-stiche. Le fibre collagene e reticolari so-no costituite essenzialmente da mole-cole di collagene, ma differiscono tra lo-ro per una diversa struttura molecolare;le fibre elastiche sono invece costituiteda due catene proteiche di diversa na-tura: la fibrillina e l’elastina. Le fibre dicollagene hanno la funzione di sup-porto meccanico per quelle parti delnostro corpo più soggette a forti sol-lecitazioni, sia interne che esterne: ilcollagene si trova infatti sottoforma di fi-bre di vario spessore, come legamenti etendini, forti strutture che possono resi-stere a notevoli carichi dinamici e statici.Questi tenaci fasci fibrosi di collagene,dato lo scarso e irregolare orientamentofibrillare lungo la linea di sviluppo dellaforza muscolare, possiedono comun-que un certo grado di estendibilità, masenz’altro inferiore al confronto con le fi-bre muscolari. Queste ultime sono ca-ratteristiche per la loro elasticità e resi-stenza, ma quasi esclusivamente nelsenso della forza espressa nelle fasi dimovimento (contrazione e allungamen-to muscolare bidirezionale), ovvero lun-go la direzione dell’orientamento delle fi-bre e dei loro fasci muscolari. Invece, lefibre di collagene del tessuto connettivo(la fascia) hanno decisamente minor for-za ed elasticità, però possono garantireuna protettiva funzione meccanica ela-stica, agente in modo tridimensionale,in qualunque senso la forza sia svilup-pata e applicata, sia dal muscolo (forzainterna), che da quella assorbita (forzaesterna). Dal punto di vista meccanico,le fibre di collagene della fascia, per farfronte a importanti eventi traumatici o ri-

mento delle viscosità esistenti. Questiinterventi di manualità “liberatoria” pos-sono anche influire positivamente sul si-stema circolatorio, sia sui grossi vasiche sui capillari, aiutandoli a svolgere almeglio la loro duplice funzione di appor-tare ossigeno e di asportare i prodotti dirifiuto. La tecnica passivattiva, applicatain ambito sportivo, risulta essere un me-todo molto efficace per il rilascio delleaderenze mio-fasciali che, con lo scopodi migliorare una legata condizione bio-meccanica poco fisiologica nell’atleta,ne ottimizza la prestazione sportiva. Èuna tecnica cinetica, basata sull’aiutodell’atleta nel sostenere un’azione dina-mica in condizione di leggero stret-

Nel mondo sportivo il massag-gio è sempre stato uno deicapisaldi della preparazionedell’atleta, da praticarsi prima

e dopo gli allenamenti e le gare, al fine dimigliorare la capacità prestativa umana.Nella tecnica passivattiva di scolla-mento mio-fasciale si prendono inconsiderazione i diversi elementimuscolari, tendinei, tessuti di rivesti-mento ecc. con lo scopo di liberare iconfini tra i vari componenti, in modoche ciascuno abbia la massima libertàdi movimento, minori attriti e il dissolvi-

PPRRIINNCCIIPPII GGEENNEERRAALLII

Tecnica passivattiva nello scollamento mio-fasciale

di Maurizio Ronchi [email protected]

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vuta a sovraccarico di lavoro o alla fi-brosità della guaina che lo avvolge, inquanto stimola la riproduzione di colla-gene che sostituisce quello degradatodisponendosi ordinatamente. Per cui ilmassaggio con le sue tecniche specifi-che manuali per lo scollamento di ade-renze fibrose (muscolo / fascia / guaina/ tendine) resta sempre più un’ottimapratica per la prevenzione da infortuni,nonché di gran beneficio per lo sporti-vo” (W.W. Lowe - Terapista del mas-saggio). I muscoli appartenenti a ungruppo miofasciale preciso (per esem-pio quelli della coscia) si devono poterliberamente contrarre/decontrarre conindipendenza fra loro, pur rimanendo

manualità per scollare tali aderenze. Latecnica è definita “passivattiva” per ilcontributo minimo, ma indispensa-bile, che viene richiesto all’atleta perottenere la condizione necessaria affin-chè possa iniziare il cambiamento vi-scoelastico del tessuto mio-fasciale(collagene). Ciò, non solo dovuto al-l’azione fisica meccanica della manuali-tà, ma anche per gli effetti conseguentialla risposta della stimolazione eseguitasui meccanocettori dell’atleta: corpu-scoli e organi di Golgi, Ruffini e Pacini. Icorpuscoli meccanocettori, infatti, senon stimolati direttamente su ordine delloro proprietario (l’atleta in questione),non riescono a influenzare il sistemasimpatico con la conseguente variazio-ne del tono muscolare, rendendo vanoil lavoro di rilascio. Inserire la tecnicapassivattiva con manualità di scolla-mento e separazione per muscoli adia-centi durante le sedute di massaggio-sport, risulta essere di ottimo aiuto aglisportivi per conseguire una buona per-formance atletica. Allo stesso modo,l’operatore avrà molto meno difficoltànello scollare le aderenze, data la minorincisività richiesta dalla tecnica, a tuttovantaggio dell’atleta trattato. La tecni-ca passivattiva è molto efficace perquei tipi di muscoli fusiformi o na-striformi con poco ventre e lunghitendini, che spesso subiscono, a cau-sa della restrizione fasciale, delle torsio-ni intorno alla struttura ossea correlata,o una rotazione-trazione lungo il loroasse a causa delle aderenze con i mu-scoli adiacenti o con la fascia stessa.Oltre al lavoro sulla parte muscolare, èindispensabile trattare anche i tendi-ni e le loro guaine di rivestimento,mobilizzati e frizionati per evitare, rom-pere o rilasciare le aderenze (cro-sslinks), così da permettere un’ottimalee reciproca scorrevolezza, grazie an-che alla lubrificazione indotta dagli ef-fetti del massaggio localizzato: “Già pri-ma della comparsa dei sintomi fastidio-si per una tendinite, il collagene tende adegenerare dando inizio all’infiamma-zione. Il massaggio di frizione sul tendi-ne-guaina svolge un lavoro preventivosulla comparsa dell’infiammazione do-

petuti nel tempo come urti, torsioni,schiacciamenti e costrizioni varie, ten-dono a modificare la loro proprietàviscoelastica in modo quasi perma-nente, per adattarsi alle forze anomaleche agiscono sulla fascia facendone su-perare il limite di deformazione struttu-rale. Per contenere il possibile dannoprovocato alla fascia, le fibre di colla-gene si dispongono in modo moltopiù disordinato, rendendo difficile un ri-torno allo stato fisiologico iniziale. Alcunistudi hanno confermato che la fasciaconnettivale tiene in memoria il traumadeterminando in quel punto, a sorta diprotezione, una modificazione nella loromobilità, sia elastica che di scorrimento:sono le aderenze che limitano il grado dilibertà del movimento muscolo-articola-re durante il gesto o l’attività sportiva.Le aderenze, specie quelle profondeo importanti, sono aree di contattonon fisiologico dove si concentranole tensioni da trazione dei tessutiadiacenti e, col tempo, anche le forzeespresse dal conseguente adattamentoposturale.

TTRRAATTTTAAMMEENNTTOO PPEERR MMUUSSCCOOLLIIAADDIIAACCEENNTTII NNEELL MMAASSSSAAGGGGIIOOSSPPOORRTTIIVVOOLa tecnica passivattiva di scollamentomio-fasciale nel massaggio sportivo ri-sulta di aiuto per il ripristino della corret-ta scorrevolezza tra i vari tessuti e, diconseguenza, della mobilità articolare,perché va a trattare i muscoli in contat-to tra di loro: i muscoli adiacenti o pa-ralleli, per l’appunto. Quando le fibre dicollagene della fascia, già di natura po-co allineate fra loro, a causa di traumi,di stress da sovraccarico o tensivo/ner-voso, tendono ad addensarsi e a di-sporsi ancor più in maniera casuale edisordinata, è possibile che diano inizioa una marcata adesività e conseguenteretrazione mio-fasciale, che lega la nor-male dinamica muscolo/articolare(Range of Motion). Questo attrito non èaltro che la sensazione che proviamoquando un’aderenza mio-fasciale im-pedisce di eseguire una normale escur-sione muscolo-articolare: da qui la ne-cessità di intervenire con tecniche e

MMaauurriizziioo RRoonncchhiiDDaall 11997799 èè iissttrruuttttoorree FFIIDDAALL((FFeeddeerraazziioonnee IIttaalliiaannaa ddii AAttlleettiiccaaLLeeggggeerraa)) ee ccoollllaabboorraa ccoonn iill““GGrruuppppoo SSppoorrttiivvoo 55 CCEERRCCHHII”” ddiiSSeerreeggnnoo ccoommee iissttrruuttttoorree,,mmaassssaaggggiiaattoorree ssppoorrttiivvoo nnoonntteerraappiissttaa ee pprreeppaarraattoorree aattlleettiiccoo..HHaa pprraattiiccaattoo ddiivveerrssii ssppoorrtt aa lliivveellllooaaggoonniissttiiccoo ee aammaattoorriiaallee:: bbaasskkeett,,aattlleettiiccaa lleeggggeerraa,, jjuuddoo,, ppooddiissmmoo,,aallppiinniissmmoo ee ddaall 11999911 èè iissttrruuttttoorreenneell CCAAII ((CClluubb AAllppiinnoo IIttaalliiaannoo)) ddiiCCaarraattee BBrriiaannzzaa,, ““SSccuuoollaa ddiiAAllppiinniissmmoo MM.. DDeellll’’OOrroo””.. CCoollllaabboorraaccoonn ppaalleessttrree ee ssoocciieettàà ssppoorrttiivvee,,sseegguueennddoo ddiivveerrssii aattlleettii iinn qquuaalliittàà ddiimmaassssaaggggiiaattoorree ssppoorrttiivvoo nnoonntteerraappiissttaa ee pprreeppaarraattoorree aattlleettiiccoo..IIssttrruuttttoorree ddii ppoossttuurraa MMBBTT,, TTuuttoorr iinnMMaassssaaggggiioo WWeellllnneessss TTIIBB ee ccoo--ddoocceennttee ppeerr ii ccoorrssii ddii PPrraaccttiittiioonneerriinn MMaassssaaggggiioo SSppoorrtt TTIIBB,, pprreessssooAAssssooTTIIBB ddii AArrccoorree,, aattttuuaallmmeennttee,,ccoonn iill ccoolllleeggaa ee aammiiccoo FFeeddeerriiccooPPoolliimmeennee,, èè mmaassssaaggggiiaattoorreessppoorrttiivvoo ddeell VVeeddaannoo CCaallcciioo ee ddeellSSeerreeggnnoo RRuuggbbyy..BBlloogg hhttttpp::////mmaassssaaggggiioossppoorrtt--bbooddyywwoorrkkss..ssppaacceess..lliivvee..ccoomm

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muscoli, fascia e articolazioni correlate,sono causa di impedimenti e dolori du-rante l’esercizio fisico. Il mancato scor-rimento tra muscoli adiacenti (una dellecause sono gli essudati, acido lattico escorie metaboliche che aumentano ilgrip interstiziale fascia-muscolo-fascia),ha come effetto una perdita di indipen-denza durante la fase di escursione al-

lungamento-accorciamento e, di rifles-so, nell’erogazione della forza muscola-re. Questo risulta essere un vero gapper la fisiologica escursione mioten-dinea (ROM) nella fase di contrazio-ne/decontrazione, specialmente du-rante una prestazione sportiva. Ne con-segue che, con sovraccarichi di lavoroo con la ripetizione di specifiche ge-stualità tipico di allenamenti intensivi asenso unico, si incrementa il processonaturale di retrazione miofasciale, conle ben note noie a livello muscolo-arti-colare che, se non trattate precoce-mente, possono portare l’atleta a forza-ti compensi posturali, incidendo signifi-cativamente sul la performace.Sappiamo bene che i muscoli sottopo-sti a superlavoro possono oltrepassareil loro range of motion, ma nel casoquesta azione sia particolarmente ripe-tuta, provocherà un rigonfiamento(ipertono) e una rigidità muscolare (stiff-ness), con possibile conseguente in-fiammazione. Questo ipertono riducelo spazio interstiziale muscolo-fa-scia-muscolo, limitando la circola-zione sanguigna per il nutrimentodei tessuti e quella linfatica per lapulizia dalle scorie. Il disagio rilevatoda vari corpuscoli recettori presenti(propriocettori, meccanocettori, che-miocettori), è trasmesso al SistemaNervoso Centrale, che trasforma l’infor-mazione ricevuta in dolore mio-fasciale.

Le aderenze mio-fasciali possono por-tare a uno squilibrio delle forze che agi-scono in tensegrità su un comparti-mento articolare. Questo sbilanciamen-to generalmente causa adattamentiposturali, infiammazioni e dolore, con-dizioni che vanno a scapito della per-formance sportiva e, nei casi più gravi,impedisce all’atleta di allenarsi. Un

sinergici, antagonisti o reclutati durantela biomeccanica di un gesto atletico. Loscollamento e la separazione per mu-scoli adiacenti risulta inoltre efficace nelcontrastare la retrazione miofasciale,abbassando il rischio di infortuni.Restrizioni e aderenze sono una tra leprincipali cause di disfunzioni in quan-to, esercitando trazioni e torsioni su

fig. 1 Illustration by Floyd Hosmer www.aafp.org

fig. 2 a fig. 2 b fig. 3 a fig. 3 b

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esempio è l’incollamento del muscoloTensore della Fascia Lata (TFL), trattoIleotibiale, con il Vasto Laterale (fig. 1):quest’ultimo, sottoposto all’azione ditrazione laterale esercitata dal TFL, puòessere causa di un risentimento al gi-nocchio e, come dimostrano alcuni stu-di, essere responsabile o concausa didolori compartimentali come per la sin-drome Femoro-rotulea. Lo stesso TFL èin grado di trazionare per incollaggio l’in-serzione miotendinea del BicipiteFemorale, soprattutto durante la fase diaccosciata (squat), che può contribuireall’insorgere di dolori nell’area del ginoc-chio per mancata stabilità. Sappiamobene come anche minime trazioni do-vute a contratture, trigger points, ci-catrici ecc., siano in grado di sbilan-ciare non solo un’articolazione, ma latensegrità del corpo, modificandonela postura. Altra utilità riscontrata nel-l’uso della tecnica passivattiva di scolla-mento a scopo preventivo, specie per imuscoli delle gambe, è quella di contra-stare l’insorgenza del crampo muscola-re: “Indipendentemente dalla vera causache induce il crampo muscolare (sono invoga diverse teorie), sembra accertatoche il dolore sia dovuto all’intensa stimo-lazione dei meccanocettori dovuta al-l’eccessiva contrazione muscolare”(Egidio Sproviero, “I diversi tipi di doloremuscolare nel calciatore - Cause, signifi-cato e prevenzione”). Ne deriva che, eli-

minando le aderenze mio-fasciali, si ot-terrà una miglior tonicità muscolare, cheè una delle condizioni ottimali per evitarel’insorgere del crampo. Pertanto, inter-venire con un’azione preventiva di scol-lamento per separare tra di loro i muscoliadiacenti, diviene una necessità per gliatleti agonisti e per chi si dedica al fit-ness con un’alta frequenza settimanale.

LLAA TTEECCNNIICCAA PPAASSSSIIVVAATTTTIIVVAAConsiste nello scollare tra di loro i mu-scoli esercitando contemporaneamentecon l’altra mano uno strecth passivo o,nel caso essa sia impegnata nella ma-nualità, tramite specifiche posizioni, iltutto con un piccolo aiuto dinamico daparte dell’atleta: grazie anche alla cineti-ca a sostegno delle manualità, la tecni-ca passivattiva riduce il tempo necessa-rio per risolvere le aderenze e mantienepiù a lungo questo nuovo stato di liber-tà. (fig. 2 e 3). Eseguito un primo parzia-le scollamento, ogni muscolo viene trat-tato con manualità twist&roll per un’ul-teriore separazione muscolo-fascia-muscolo, mettendo in risalto il grado dirilascio da aderenze (fig. 4). Una volta ri-scontrate particolari aderenze in un mu-scolo, tali da non consentire un correttoROM, per una maggior efficacia del trat-tamento sarà bene testare anche lacondizione dei muscoli della catenamio-fasciale di appartenenza: sarà co-munque un lavoro esclusivo sul musco-lo, ma tenendo sempre presente l’inte-razione che esso esercita e/o subisce,in relazione alla fascia e alla sua catenacinetica. Avvolgendo/riempiendo tutti isettori muscolari, sia in fasci fibrillari chein larghi fogli, la fascia ha la tendenza adaccorciarsi proprio in questi hotspots(punti critici), causando i ben noti pro-blemi di mobilità mio-fasciale-articolare.Dunque, per eseguire una funzionale

manualità di scollamento, è necessariorilassare il più possibile il muscolo teso,contratto o accorciato, affinché l’ade-renza fasciale possa essere rimossa oallentata efficacemente. In caso di ten-sione eccessiva della parte da trattare,è bene cercare di scaricare questo sta-to trattando l’intera catena mio-fascialeriferita, con l’intento di allontanare, di

spalmare questo eccesso di contrazio-ne su di una più larga superficie, por-tando il muscolo dolente dell’atleta inuna condizione di maggior relax. Fondamentale è ottenere la collabo-razione da parte dell’atleta, metten-dolo al corrente delle tecniche, e illu-strando il fine e gli effetti voluti e le sen-sazioni che proverà. Tutte le manualitàdi scollamento, di definizione e distretch muscolare vanno eseguite mol-to lentamente, per avere sempre laprontezza di interrompere l’azione: la-vorando profondamente su contrat-ture, aderenze e fibrosità mio-fa-sciali, e necessario avere sempre ilcontrollo della situazione. In base aquesta considerazione, e a motivi lega-ti puramente all’esecuzione tecnicadelle manualità, è meglio non lubrificaretroppo la zona da trattare, per mante-nere sempre una discreta capacità dipresa/controllo. L’operatore che passi-vamente supporta il movimento conl’attivazione muscolare dell’atleta, puòlavorare il muscolo e la fascia adiacen-te quasi per 360°, mentre questi si al-lungano, si rilassano e si contraggono,così da poterli avere a disposizione du-rante tutti i vari cambi dimensionali enelle diverse posizioni che la struttura fi-siomorfologica concede. Il tutto saràancor più efficace sfruttando il mecca-nismo dell’innervazione reciproca tramuscoli agonisti-antagonisti, specie

quando il lavoro di scollamento deveessere eseguito su muscoli ipertonici,duri o tesi. L’obiettivo finale della tec-nica passivattiva sarà quello di ave-re un muscolo più in dettaglio dallosfondo, più libero biomeccanica-mente nel suo ROM e aver riequili-brato le forze di stabilizzazione del-l’articolazione correlata.

fig. 3 c fig. 3 d fig. 4

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inferiore, durante i movimentigestuali cestitici, esprime in rapi-da successione momenti ge-stuali tecnici precisi e ripetitivi,ovvero: valgo+rotazione esternatibiale (e varo+rotazione internatibiale (figura 3). Durante questocontinuo gioco gestuale dettatodalle diverse situazioni di giocoche ne influenzano l’esecuzionee l’intensità, la co-contrazionedei muscoli quadricipite, ischiocrurali, gastrocnemio, rappre-sentano l’unico vero ruolo fun-zionale/biomeccanico a caricodel ginocchio.L’attuale letteratura scientificainternazionale mette in evidenzaun incremento delle lesioni dellegamento crociato anteriore intutti gli sport di squadra. L’inci-denza percentuale rimane altasoprattutto nel calcio (21%) enella pallacanestro (20%) [2] conmaggiore incidenza nelle donne(da 4 a 6 volte rispetto agli uomi-ni). In questi sport i momenti ge-stuali lesivi possono essereesprimibili o fotografabili in de-celerazioni rapide, cambi di dire-zione o ricadute dopo un salto,quando il ginocchio va in unaposizione di leggera flessionevalgo rotazione esterna tibiale [3,

4, 5, 6, 7]. Approfondimenti statisti-ci mettono in risalto come le le-sioni al lca dopo un salto rappre-sentano per i giocatori di palla-canestro il 60% dei casi, mentrenei calciatori lo stesso meccani-smo lesivo riguarda il 25% di tut-te le lesioni del legamento cro-ciato anteriore [8]. Simulazionifatte in laboratorio rivelano chemomenti in valgo (anche di po-chi gradi) dell'arto inferiore,adattativi dopo un salto, sonosufficienti per lesionare il lega-mento crociato anteriore. L’en-tità della velocità esecutiva e delcarico e la mancanza di alcuneabilità tecnico/atletiche specifi-che, possono influenzare il gra-do di lesione e/o incrementare ifattori di rischio. La deformazio-ne e la consequenziale lesione

Nel basket vengonoespresse, sia nella fasedifensiva che offensiva,situazioni gestuali e

coordinative diversificate ripetiti-ve che sottopongono l’arto infe-riore, e in particolar modo il gi-nocchio, a stress a carico dellearticolazioni del ginocchio:a) femoro rotulea (forze com-pressive) b) femoro tibiale (in termini dianterior shear force c) forze di compressione femo-ro-tibiali. L’intensità di questi stress è ri-collegabile al livello di attivitàmuscolare e all’integrità dell’am-biente articolare. Gestualità co-me salti e atterraggi, manovre dicutting, movimenti torsionali e dilateralità richiedono un maggiorcontrollo coordinativo/neuromu-scolare associato a un elevatoimpegno dal punto di vista bio-meccanico. Queste gestualità, acausa dei movimenti in varo/val-go, combinati a rotazione inter-na/esterna, sfoceranno versoun incremento dei fattori di ri-schio di lesioni, con particolar ri-ferimento (come evidenziato daAgel [1] alle lesioni da non con-tatto del lca (figure 1, 2). L’arto

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La prevenzionedelle lesioni del lca

negli sport di squadra Strategie d’intervento

neuromuscolare

Fig. 3. Movimento divalgo+rotazione esterna tibiale

di Rosario D’Onofrio [email protected]

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zionale afferenziale, dall’altro pe-nalizzq i livelli di forza eccentricadegli ischio crurali [16].Crociato anteriore dominante.Un atleta presenta un “crociatoanteriore dominate” quando so-no gli stessi legamenti del ginoc-chio, piuttosto che l’apparatomuscolare dell'arto inferiore, adassorbire strutturalmente, du-rante situazioni gestuali semplicie complesse di gioco, la mag-gior parte dello stress meccani-co a carico dell’arto inferiore.Andrews ed Axe [17] furono i pri-mi a introdurre il concetto di do-minanza del legamento crociatoanteriore. Nella loro analisi, l'in-

isolata del lca, può verificarsi nelcalciatore durante situazioni danon contatto, quando il ginoc-chio è posto in valgo flessionerotazione esterna, con il piedeche, spesso, “non accompagnail movimento” [9, 10]. L'ammonta-re del valgismo del ginocchio,osservato durante un movimen-to gestuale specifico, suggeri-sce un'inabilità del gruppo qua-dricipite /flessori, o meglio, dellelinee di difesa anatomiche, attivein particolare nei muscoli sarto-rio, semitendinoso, gracile, peropporsi al movimento in valgo[11]. Un decremento nel controllodel valgo durante una manovradi cutting, da attribuirsi a infortu-ni pregressi, eleva il rischio di le-sione dell’apparto capsulo-lega-mentoso del ginocchio durantegestualità sportive semplici ecomplesse. In associazione, ag-giustamenti posturali anomalidurante esercitazioni tecnico-atletiche, la mancanza di uncoordinato controllo dell'arto in-feriore o asimmetrie di forza/flessibilità “side to side” posso-no condurre a un ulteriore incre-mento delle forze di taglio sul-l’articolazione del ginocchio. In-dividui con una maggiore addu-zione dell'anca e riduzione dei li-velli di forza del medio gluteo, di-mostrano un aumento del valgodel ginocchio. Queste evidenzedimostrano come esista una im-portante correlazione tra l’arti-colazione dell’anca nella suacomplessità e il valgo del ginoc-chio [31]. In pratica, l'aumento

del valgismo fisiologico (figura 5)si associa con un’ulteriore ano-mala funzionalità compensativapiede-anca con altri correlativiascendenti. Giocatori di pallaca-nestro e di volley possono esse-re “stimolati” attraverso trainingdi tipo pliometrico per aumenta-re l’angolo di “flessione del gi-nocchio” e il controllo del valgonelle fasi di atterraggio dopo unsalto [11]. I calciatori, invece,possono “allenarsi” nel ridurre ilrischio di lesioni attraverso unamigliore esecuzione della mano-vra di cutting [6].

SQUILIBRI NEUROMUSCO-LARIUn atleta con un “crociato ante-riore dominante” (lassità lega-mentosa, recurvato, eccessivovalgo del ginocchio ecc), pre-senta un’alterata funzionalitàbiomeccanica e una deafferen-tazione recettoriale afferenziale.Uno squilibrio nel rapporto diforza H/Q a vantaggio del qua-dricipite, depone per un “quadri-cipite dominante” con un con-sequenziale incremento delle“anterior shear force” o forze ditraslazione anteriori femoro-ti-biali [13, 14]. Quindi si può affer-mare che squilibri neuromusco-lari di forza e flessibilità “side toside” possono essere importan-ti sottoscrittori delle lesioni delLCA [15]. C’è da sottolineare ul-teriormente come la fatica mu-scolare da un lato compromettala risposta neuromuscolare, de-crementando l’attività informa-

focus diabete

Fig. 1. Meccanismi sport relativi di lesione durante le gare nel basket femminileFig. 2. Meccanismi di lesione del legamento corciato anteriore durante le gare nel basket femminile (daJulie Agel, J Athl Train; Apr–Jun 2007)

Fig. 4. L’angolo “Q” è formatotra la linea che unisce la spinailiaca anteriore superiore e ilcentro della rotula e la linea checongiunge il centro della rotula e la tuberosità tibiale

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pre-esistente del rapporto di for-za flessori/estensori del ginoc-chio. Di fatto, atleti che presen-tano un quadricipite dominatesono a rischio di lesioni del lega-mento crociato anteriore, quan-do effettuano movimenti di cut-ting e di atterraggio ad angoli vi-cini alla completa estensione delginocchio. Squilibri “side to si-de” nelle espressioni di forzamuscolare, di flessibilità, e dicoordinazione sono chiari fattoripredittivi di un incremento dei ri-schi di lesione [19, 20]. Questosquilibrio può decrementare lacoordinazione intramuscolare e ipattern di reclutamento durantelavori dinamici [21].Gli atleti possono essere testati,attraverso valutazioni isocineti-che, per identificare un “quadri-cipite dominante”. A questopossono associarsi valutazionifunzionali riferite all’abilità nell’e-seguire esercizi come “Single-leg hop and hold”. Un’alteratapercentuale di forza nel rapportoischiocrurali/quadricipite, puòfar classificare un atleta come“quadricipite dominante”. Eser-cizi che enfatizzino la co-contra-zione dei flessori /estensori del

stabilità di ginocchio, un “genurecurvatum” o “genu flexum”esprimono, nelle dinamica bio-meccanica, un atleta con un“crociato anteriore dominante”.Hewett [3, 13, 14] allargò il concet-to di “dominanza legamentosadurante le attività di gioco”: unlegamento dominante durantel’attività sportiva si esprime conun incremento del range artico-lare passivo, e del valgo del gi-nocchio durante manovre dicutting e di atterraggio. Risultaevidente come questo incre-mento afisiologico del valgismopossa essere influenzato da re-strizioni di mobilità dell’articola-zione tibio tarsica e dell’articola-zione dell’anca, che favorisconomovimenti analitici e/o gestualitàcompensative.Quadricipite dominante. Unaltro squilibrio frequentementeosservato, maggiormente nelleatlete, è la dominanza o predo-minanza del quadricipite suiflessori del ginocchio. Atlete conun quadricipite dominante ten-dono a decrementare, di fatto,l’attività degli ischio crurali e il lo-ro consequenziale ruolo stabiliz-zatore dell’articolazione. La pre-valenza dell’attività del quadrici-pite genera forze non omoge-nee sul ginocchio, incrementan-do le “anterior shear force”, for-ze che creano overstress a cari-co del lca. Chappell [18] eviden-ziò come l’incremento dei fattoridi rischio negli sportivi fosse ri-collegabile, sostanzialmente, auna triade di fattori:a) quadricipite dominate;b) decremento dell’attività dicontrollo neuro muscolare deiflessori del ginocchio;c) angolo di flessione del ginoc-chio dopo un atterraggio da unsalto.In range articolari di flessione delginocchio fra 0° e 30°/40°, l’atti-vità degli ischio crurali è minimasul controllo delle forze di trasla-zione dirette anteriormente.Questo può essere ulteriormen-te amplificato da uno squilibrio

ginocchio decrementeranno ladominanza del quadricipite, en-fatizzando una maggiore stabi-lità articolare, con una riduzionedegli stress sul pivot centraledell’articolazione [22]. A tal uopoè importante usare angoli di fles-sione profondi per permettereagli ischiocrurali di svolgere unruolo protettivo sul legamentocrociato anteriore.

CONSIDERAZIONI ATTUALI EAPPROCCIO GLOBALEI meccanismi eziopatogeneticidelle lesioni del legamento cro-ciato anteriore sono riferiti a un“valgus collapse”, in un rangetra 0° e 30°, associato a una ro-tazione tibiale esterna col piede“piantato” durante una manovradi cutting o di decelerazione (fi-gura 5). L’Analisi video in studieffettuati da Olsen [27] e Kros-shaug [28], ha evidenziato comeil “valgus collapse” (figura 6) sia ilmeccanismo traumatico di riferi-mento più comune nella pallama-no e nella pallacanestro femminile(50% vs 20% degli uomini).Atleti che incorrono in lesioni dellegamento crociato anterioredurante attività sportive eviden-

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ziano un incremento dell’angolodi valgismo del ginocchio mag-giore di 8° rispetto ad atleti chenon subiscono infortuni. CosìMcLean riporta che una diffe-renza di solamente 2° in un val-go del ginocchio, può condurrea un incremento dell’overstresspari 40 Nm durante momenti divalgo sport relativi [23]. Withrowet al [24] dimostrarono che inatleti con un valgo di ginocchio,dopo una ricaduta da un salto,incrementa del 30% lo stira-mento sul lca se comparato allostesso momento gestuale, macon ginocchia in allineamentoneutrale o normale. Training te-rapeutici atti a prevenire le lesio-ni del legamento crociato ante-riore negli sportivi sono stati evi-denziati e riportati, anche se inmaniera diversificata, da un’am-pia letteratura scientifica interna-zionale. La maggior parte diquesti lavori sono indirizzati almondo sportivo femminile, doveè espressa una maggior inci-denza percentuale delle lesioni.Dalla letteratura internazionaleemergono prescrizioni relative avariegati esercizi da proporreper il trattamento delle attualievidenze legate ai fattori di ri-schio delle lesioni capsulo lega-mentose del ginocchio. Questesono sintetizzabili in:

a) crociato anteriore dominanteb) quadricipite dominantec) arto inferiore dominante.Esercitazioni atte a migliorare letecniche di salto e di atterraggiotrovano indicazioni e prescrizionisia nella fase valutativa che inquella più sostanziale terapeuti-ca. Modelli di salto come “Wall-jump exercise”, “Tuck exercise”,“Broad Jump and Hold” esegui-ti a bassa intensità permettonoai clinici di effettuare un orienta-mento valutativo biomeccanicoatto a valutare il livello di un atle-ta con un crociato anteriore do-minante o movimenti di varo-valgo dinamici afisiologici com-pensativi [25]. Durante questiesercizi, atti a migliorare la stabi-lizzazione del ginocchio, l’atletaimpara ad affinare e armonizza-re la propria espressività gestua-le relativa al controllo posturale,nei o sui tre piani dello spazio.Sprint con salti con rotazioni di180° possono essere incorpo-rati in training di apprendimentodelle dinamiche di controllo po-sturale, torsionali e di stabilizza-zione dell'arto inferiore in rangearticolari di atterraggio, diversifi-cati, enfatizzando così le abilitàkinestetiche propriocettive diogni singolo atleta. Questa tipo-logia di salto, (rotazioni di 45°-90°-180°) crea una forza torsio-

nale sul piano trasverso tale darichiedere un controllo e un’ese-cuzione posturale modulabile,adattativa, compensativa attra-verso un’abilità neuromuscolarerecettoriale complessa, che po-tremmo definire “a partecipazio-ne recettoriale totale”. Procede-re in una rigorosa, progressiva ecorretta didattica del “the single-leg hop and hold” è fondamen-tale per garantire la sicurezzaesecutiva dell’atleta durante itraining proposti, in quanto que-sto esercizio ricalca, riproducese vogliamo, un possibile mec-canismo di lesione del lca du-rante la gara/allenamento. Nel“Single-leg hop-and-hold” l’atle-ta dovrebbe essere istruito a sal-tare solamente alcuni centimetrie atterrare con una flessioneprofonda delle ginocchia, ovve-ro incrementando l’angolo diflessione del ginocchio nella fa-se di contatto al suolo: questopunto è basilare per i clinici e iterapeutici. Protocolli di preven-zione specifici devono incorpo-rare necessariamente manovree gestualità sport relative comemanovre di side step o di cut-ting, offrendo livelli torsionali e ro-tazionali elevati, con momenti divaro e valgo stress simili a quellieffettuati durante reali manovredi cutting. Al contrario, program-

Fig. 5: Momento di valgo del ginocchio durante una manovra di cutting Fig. 6: Momenti di “valgus collapse” , dopo un salto nel basket femminile

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mi di training che non incorpora-no livelli di stress in varo-valgopossono stimolare negativa-mente, durante queste mano-vre, sia un’impropria attività mu-scolare, che un black-out recet-toriale, consequenziale sul con-trollo neuromuscolare [26].

CONCLUSIONI Un ginocchio valgo, quadricipitedominante, un crociato anterio-re dominate, un arto dominantesono, oggi, tra i fattori di rischiodi lesione del legamento crocia-to anteriore maggiormente evi-denziati dalla letteratura interna-zionale. Protocolli consequen-ziali terapeutici dovranno asso-lutamente tener conto anchedegli screening funzionali, po-stuali, osteopatici e delle singoleabilità dell’atleta durante ge-stualità semplici e complessesport relative. Accertamenti fun-zionali definiti “Jump-landing ri-sk” possono essere amministra-ti rapidamente e facilmente daclinici. Queste forme valutativedovrebbero essere incoraggiatenel loro utilizzo nella fase di pre-season a “protezione” soprat-tutto delle atlete che, come daevidenze scientifiche, esprimo-no elevati livelli di rischio di lesio-ni rispetto ai colleghi maschi.

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ROSARIO D’ONOFRIODottore fisioterapista, diplomato ISEF, Ma-ster in Posturologia presso l’Università LaSapienza di Roma, è stato fisioterapistadella Nazionale Italiana di Pallamano Se-nior A maschile e della Nazionale Italiana diBasket Femminile senior A. Preparatoreatletico e allenatore, ha pubblicato a oggioltre 102 lavori scientifici, su riviste nazio-nali di interesse specifico nel campo dellarieducazione e riabilitazione dello sport edella preparazione atletica. Su questi stes-si temi ha relazionato a oltre 34 CongressiNazionali e a 13 Congressi Regionali, co-me “Invited Lecture”.

athletic injuries in female collegiate athle-tes. Am J Sports Med. 199120. Baumhauer JF, Alosa DM, RenstromAR, Trevino S, Beynnon B. A prospectivestudy of ankle injury risk factors. Am JSport Med. 199521. Gregory D Myer, Kevin R Ford,Rationale and Clinical Techniques for An-terior Cruciate Ligament Injury PreventionAmong Female Athletes J Athl Train. 2004 22. Fitzgerald GK, Axe MJ, SnyderMackler L. Proposed practice guidelinesfor nonoperative anterior cruciate ligamentrehabilitation of physically active indivi-duals. J Orthop Sports Phys Ther. 200023. McLean SG, Lipfert SW, van denBogert AJ. Effect of gender and defensiveopponent on the biomechanics of side-step cutting. Med Sci Sports Exerc. 200424. Withrow TJ, Huston LJ, Wojtys EM, etal.. The effect of an impulsive knee valgusmoment on in vitro relative ACL strainduring a simulated jump landing. ClinBiomech (Bristol, Avon) 200625. Markolf KL, Burchfield DM, ShapiroMM, Shepard MF, Finerman GA,Slauterbeck JL. Combined knee loadingstates that generate high anterior cruciateligament forces. J Orthop Res. 199526. Lloyd DG. Rationale for trainingprograms to reduce anterior cruciateligament injuries in Australian football. JOrthop Sports Phys Ther. 200127. Olsen OE, Myklebust G, EngebretsenL, et al.. Injury mechanisms for anterior cru-ciate ligament injuries in team handball: asystematic video analysis. Am J SportsMed 200428. Krosshaug T, Nakamae A, Boden BP,et al.. Mechanisms of anterior cruciateligament injury in basketball: video analysisof 39 cases. Am J Sports Med 2007

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MASSAGGIO SPORTIVO Master di tre giorni, accessibile preferi-bilmente a personal trainer, diplomatiIsef e laureati in Scienze Motorie, fisiote-rapisti e medici. Questo master forniscetutte le conoscenze necessarie per otti-mizzare la prestazione attraverso il mas-saggio e per guidare l’atleta verso il pie-no recupero funzionale da eventi trau-matici acuti e cronici.- Aspetti fisiologici e meccanismod’azione del massaggio.- Indicazioni e controindicazioni.- Periodizzazione e finalità del mas-saggio sportivo.- Esame del paziente: ispezione, esa-me della cute e della sottocute, palpa-zione.- Tecniche del massaggio: manovreclassiche e fondamentali, sfioramenti,frizioni, impastamenti, percussioni, vi-

brazioni, battiture.- Trattamento del rachide cervicale,del tronco, del bacino e degli arti supe-riori e inferiori.Dove e quando: Milano, 27 febbraio -13, 27 marzo.Quanto dura: 3 giornateOrario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 217 euro (Iva inclusa) +30 euro di iscrizione alla scuola (se do-vuta) entro il 31 dicembre; 270 euro(Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione allascuola (se dovuta) entro il 30 gennaio;320 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscri-zione alla scuola (se dovuta) per iscrizio-ni successive.

EDUCAZIONE ALIMENTARE Il master si propone di fornire gli stru-menti e la competenza necessari per af-frontare, in modo nuovo ed efficace, unargomento così fondamentale per l’eco-nomia della salute, del benessere e dellaprestazione, con un approccio che pun-ta principalmente all’educazione, con re-sponsabilità, motivazione e consapevo-lezza. Le indicazioni e lo specifico nutri-zionale consentono di correggere gli er-rori più grossolani, gli atteggiamenti più

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Docente: Corrado CeschinelliDove e quando: Milano, 13 -14 marzoOrario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 190 euro (Iva inclusa) +30 euro di iscrizione alla scuola (se do-vuta) entro il 31 dicembre; 260 euro (Ivainclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuo-la (se dovuta) entro il 30 gennaio; 320euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizionealla scuola (se dovuta) per iscrizioni suc-cessive.

VALUTAZIONE POSTURALESaper analizzare e comprendere lapostura di un soggetto è la tappa ob-bligata per elaborare un programmadi allenamento davvero “personal”.Con questo stage vi impadronirete diuno strumento pratico di grande ac-curatezza, con uno sguardo alla psi-cologia.- Dal neonato all’anziano: la formazio-ne e l’evoluzione delle curve rachidee.- La postura fisiologica in relazione al-l’età del soggetto e alle sue caratteristi-che emotive.- L’appoggio plantare e i suoi effettiposturali.- Gli effetti del sistema muscolo-con-nettivale sull’apparato scheletrico.- Individuare le asimmetrie mediantela valutazione posturale: spiegazioneteorica e dimostrazione pratica del test. - Esercitazione pratica di gruppo.- Contrazione, contrattura e retrazio-ne muscolare.- Muscoli agonisti, antagonisti e siner-gici in una logica di allenamento perso-nalizzato ed equilibrato.- Spiegazione teorica e dimostrazionepratica del test per individuare e quan-tificare le retrazioni muscolari.- Esercitazione pratica di gruppo.Docente: Davide FogliadiniDove e quando: Milano, domenica 21febbraioOrario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) +30 euro di iscrizione alla scuola (se do-vuta) entro il 31 dicembre; 120 euro(Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione allascuola (se dovuta) entro il 30 gennaio;160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscri-zione alla scuola (se dovuta) per iscrizio-ni successive.

DIABETE EFITNESS METABOLICOLa giornata ha la finalità di chiarire ai pro-fessionisti del settore le ultime novità e inuovi protocolli esecutivi di valutazione etrattamento per i soggetti affetti da dia-bete di I e II tipo che intraprendono l’at-tività fisica. Questo workshop rientranel percorso formativo per operatoredi fitness metabolico.- Sindrome metabolica e diabete: le li-nee guida dell’OMS.- Dalla diagnosi medica alla classifi-cazione motoria per età, sesso e impe-gno funzionale.- Strumenti operativi per il personalmetabolico.- Body Fat Index e Global Risk Index(indice globale di rischio).- I Fix funzionali: come misurare la ri-serva funzionale in assenza di rischi.- Le unità motorie. Procedure e proto-colli di attività motoria e controllo dei ri-sultati.- Gestione dei rapporti con il medicocurante.- Discussione di casi clinici.- Gli strumenti di misura e monitorag-gio: valutazione dell’appropriatezza emodalità d’uso.

Alla fine di ogni master saràrilasciato un attestato dipartecipazione accreditatodall’U.S. Acli, ente di promozionesportiva riconosciuto dal CONI

distorti che sono le cause principali delmalessere, del sovrappeso e dell’ingene-rarsi di molte patologie. Un’impostazioneforte della conoscenza scientifica neces-saria che punta non a “fare o dare la die-ta”, ma a sviluppare strategie e compor-tamenti alimentari duraturi e vincenti.- L’educazione alimentare e il wel-lness olistico.- L’educazione alimentare cominciadalla consapevolezza.- Il principio biologico della regolazio-ne: l’omeostasi come legge del vivente.- Condizioni da rispettare e necessitàda soddisfare.- Radicali liberi e lo stress ossidativo.- L’equilibrio acido/basico e lo stressacidosico.- Il meccanismo perverso dell’insulina.- La via del dimagrimento fisiologico,stabile e duraturo- Un’alimentazione a basso indice ecarico glicemico.- I polifenoli e l’attività dei vitageni. Ilpotenziamento delle difese immunolo-giche.- L’autoregolazione: gli omega-3 e l’at-tività biologica.- Malattie metaboliche e malattie in-fiammatorie.- L’implicazione psicosomatica e le in-terferenze nei comportamenti, nel meta-bolismo e sull’organismo.- L’attività fisica quale ausilio del dima-grimento e come interazione per la fun-zionalità generale.- Alimentazione e fabbisogni specifi-ci: criteri e meccanismi di calcolo.- L’educazione alimentare e le lineeguida generali: la didattica e gli stru-menti semplici per sé e per il cliente. - Gli alimenti, le proprietà, i pasti e le inte-grazioni da conoscere e da considerare.

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Team didattico: Alessandro Lanzani,Francesco Capobianco, Michele Pitti.Dove e quando: Milano, sabato 3aprile Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) +30 euro di iscrizione alla scuola (se do-vuta) entro il 30 gennaio; 120 euro (Ivainclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuo-la (se dovuta) entro il 28 febbraio; 160euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizionealla scuola (se dovuta) per iscrizioni suc-cessive.

IL GINOCCHIO INFORTUNATOParticolarmente indicato per fisiotera-pisti, istruttori di fitness e body buildinge personal trainer, questo stage forni-sce le conoscenze necessarie per af-frontare il recupero funzionale dell’arti-colazione del ginocchio colpita dalleprincipali patologie di natura traumati-ca e cronica.- Anatomia funzionale e topograficadel ginocchio.- Lesioni meniscali.- Lesione del legamento crociatoanteriore- Lesione del tendine rotuleo.- Condropatia femoro-rotulea.- Valgismo di rotula.- Artrosi grave del ginocchio.

Docente: Davide FogliadiniDove e quando: Milano, sabato 10aprileOrario: 10.00-13.00,14.00-17.00Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) +30 euro di iscrizione alla scuola (se do-vuta) entro il 30 gennaio; 120 euro(Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione allascuola (se dovuta) entro il 28 febbra-io; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro diiscrizione alla scuola (se dovuta) periscrizioni successive.

COMPOSIZIONE CORPOREA E ANTROPOPLICOMETRIAObiettivo della giornata di formazione èfornire i contenuti pratici e teorici dellamisurazione corporea dei soggetti,uno strumento di valutazione utile perprogrammare e monitorare il lavoro fisi-co e gli obiettivi. È anche uno strumen-to di fidelizzazione, perché aiuta il per-sonal trainer a instaurare una relazioneprofessionale di credibilità ed efficienzacon i propri assistiti.- Cos’è l’antropoplicometria.- Perché la plicometria.- Procedura delle misurazioni plico-metriche.- Rilevazioni e descrizione dei puntidi repere per le pliche.- Rilevazioni e descrizione delle cir-conferenze.- Body Mass Index (BMI).Docente: Francesco CapobiancoDove e quando: Milano, sabato 30marzoOrario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) +30 euro di iscrizione alla scuola (se do-vuta) entro il 30 gennaio; 120 euro(Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione allascuola (se dovuta) entro il 28 febbra-io; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro diiscrizione alla scuola (se dovuta) periscrizioni successive.

STRETCHING EVOLUTOLo stretching è in continua evoluzione.Non è più semplice allungamento mu-scolare, ma mobilità fine e globale, conparticolare accento sugli aspetti neuro-fisiologici. - Neurofisiologia: approfondimento - Tessuto connettivale e rigidità arti-colari.

- Definizione di contrazione isome-trica di tipo eccentrico.- Ruolo della respirazione nello stret-ching olistico.- Influenza dell’alllungamento sullapostura.- Individuare e trattare i trigger points.- Valutazione e miglioramento dellamobilità cervicale.- Valutazione e miglioramento dellamobilità lombare.Docente: Davide FogliadiniDove e quando: Milano, sabato 13marzoOrario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) +30 euro di iscrizione alla scuola (se do-vuta) entro il 30 gennaio; 120 euro(Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione allascuola (se dovuta) entro il 28 febbra-io; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro diiscrizione alla scuola (se dovuta) periscrizioni successive.

MASSAGGIO MIOFASCIALE Una grande varietà di tecniche chespaziano dalla manipolazione dei tes-suti molli all’allungamento muscolareprolungato. Struttura anatomica,omeostasi dei vari sistemi, psicoemoti-vità, campo vitale: tutto si compenetrain una presa di coscienza globale delsé fisico e mentale.Parte teorica- Anatomia e topografia della fascia.- Fisiologia della fascia.- Patologia e sintomatologia della fa-scia.Parte tecnico/pratica- Tecniche di base, trattamento preli-minare, globale, segmentario.- Tecniche avanzate di detensiona-mento miofasciale, i punti trigger, tec-niche profonde e traverse, tecnichecombinate.Dove e quando: Milano, sabato 20marzoOrario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) +30 euro di iscrizione alla scuola (se do-vuta) entro il 30 gennaio; 120 euro(Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione allascuola (se dovuta) entro il 28 febbra-io; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro diiscrizione alla scuola (se dovuta) periscrizioni successive.

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ANNULLAMENTI E RINUNCE

La Scuola di ProfessioneFitness si riserva il diritto diannullare le iniziative inprogramma qualora non siraggiunga il numero minimo diiscritti, provvedendo in talcaso al rimborso totale dellequote già corrisposte. In casodi rinuncia, la Scuola diProfessione Fitnessprovvederà al rimborso dellaquota corrisposta secondo leseguenti modalità:• 80%, se la rinuncia vienecomunicata entro 15 giornidalla data di iniziodell'iniziativa;• 40%, se la rinuncia vienecomunicata entro 5 giorni.Oltre i suddetti termini,non sarà possibile ottenerealcun rimborso.

MODALITÀ DI ISCRIZIONELa quota di partecipazione aicorsi comprende la T-shirt diProfessione Fitness, ilmateriale didattico, l’accessoalle lezioni e il diploma oattestato di partecipazione. Periscriverti puoi venire dipersona presso la nostra sedeamministrativa in via Orseolon°3 a Milano, oppure puoiscegliere una tra le seguentimodalità:• Versamento sul contocorrente postale n°26993204intestato ad Alea Edizioni - viaSapeto 5, 20123 Milano• Bonifico bancario sul contocorrente n°48054 intestato ad Alea Edizioni- Banca Popolare di Milano Ag. 7 –IBAN IT 43 Q05584 01607 00000 0048054;

Alla fine di ogni stage saràrilasciato un attestato dipartecipazione accreditatodall’U.S. Acli, ente di promozionesportiva riconosciuto dal CONI

in entrambi i casi è necessarioinviare via fax la fotocopia delversamento postale o delbonifico bancario segnalando ilnome dell’iniziativa scelta, i datipersonali, il codice fiscale, unrecapito telefonico ed e-mail alfax n° 02.58111116.• Assegno bancario nontrasferibile intestato ad Alea Edizioni, da inviare,unitamente al nomedell’iniziativa scelta, i datipersonali, il codice fiscale,un recapito telefonico ed e-mail,tramite posta prioritaria a Professione Fitness via Orseolo 3 - 20144 Milano.

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TRATTAMENO MIOFASCIALE PER LO SPORTIVOIl manuale espone in maniera chiara ed esaustiva letecniche manuali per il detensionamento miofasciale aindirizzo sportivo. L’ampia documentazione iconograficachiarisce ogni dettaglio di posizionamento e intensità delmassaggio.Roberto DaganiAlea Edizioni 2005 pag. 128 Euro 21

FITNESS TERAPIA - 2 VOLUMI Il movimento è un farmaco naturale contro moltepatologie cronico-degenerative. Partendo da questaconvinzione i volumi propongono protocolli di lavoroper ipertensione, patologie respiratorie, cardiacheinfantili e della colonna, obesità (vol. 1) patologiecoronariche e renali, artrite reumatoide, gravidanza,fibrosi cistica (vol. 2). Autori VariAlea Edizioni 1999/2000 - pag. 144 Ogni volume Euro 24 Offerta: i 2 volumi a 36 Euro

Prevenzione SaluteSalute

MAL DI SCHIENAIl volume affronta il tema del mal di schiena in modo

davvero esaustivo. Nella prima sezione guida il lettoreal corretto utilizzo della colonna nella vita quotidiana e

nella pratica sportiva. La seconda parte raccoglieinvece approfondimenti sulle patologie e sui

meccanismi del dolore lombare.Claudio Corno

Alea Edizioni 2001pag. 256 Euro 26

IL DOLORE CERVICALEIl manuale offre un’ampia panoramica delle patologie

più comuni nell’individuo adulto: la cervicalgia. Ilvolume è diviso in tre parti: la prima, dedicata

all’anatomia, alla fisiologia articolare e allabiomeccanica del tratto cervicale. La seconda,

dedicata alle sindromi dolorose più comuni. Infine laterza parte che comprende alcune schede pratiche diutilizzo in palestra contenenti gli esercizi più idonei in

relazione alla sintomatologia dolorosa. Claudio CornoAlea Edizioni 2003 pag. 128 Euro 21

FISIOLOGIA APPLICATA AL FITNESSIl manuale affronta in maniera concisa ma esaustivala fisiologia del corpo umano, con particolareriferimento all’influenza dell’esercizio fisico suorgani e apparati. Il manuale è anche uno strumentodidattico e di autovalutazione per il professionistadel fitness e costituisce strumento fondamentaleper la programmazione del training.Davide GirolaAlea Edizioni 2003 pag. 160 Euro 23

COMPOSIZIONE CORPOREAA partire dalla definizione di sovrappeso e

obesità il volume suggerisce al lettore metodicherigorose e scientifiche per un’analisi quantitativae qualitativa della composizione corporea, punto

di partenza indispensabile per una correttaprogrammazione nutrizionale e dell’allenamento.

Sergio RoccoAlea Edizioni 2000

pag. 128 Euro 21

CARDIOLOGIA E FITNESSPartendo dai fondamenti della fisiologia

cardiovascolare, l’autore accompagna il lettoredalla pratica clinica alla valutazione funzionale e

psicosomatica del cardiopatico e allaperiodizzazione dell’allenamento, spiegando conprecisione gli effetti della terapia farmacologica

sulla performance.Davide GirolaAlea Edizioni

pag. 248 Euro 31

MASSAGGIO SPORTIVOIl testo propone tecniche manuali per il trattamentoefficace della micro-traumatologia dei tessuti mollinello sportivo. I capitoli a carattere puramente praticodescrivono la conformazione dei tessuti connettivi, leinterazioni tra il danno tessutale, l’infiammazione e glieventi riparativi.Roberto DaganiAlea Edizioni 2002pag. 128 Euro 21

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Prevenzione

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RehabRehabRehabCASI CLINICI IN PALESTRA - LA SERIE In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali pato-logie dell’apparato locomotore. Per ognuna di esse so-no descritti anamnesi ed esame obiettivo motorio, so-no individuati i traguardi0 da raggiungere, sono trac-ciate le linee guida del protocollo di lavoro attraversogli esercizi consigliati e quelli da evitare.Autori VariAlea Edizioni - pag. 128Ogni volume Euro 21Offerta: tutta la seria (5 volumi) a 84 Euro

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LIPOCARDIOFITNESSPerdere peso è il diktat della maggior partedei frequentatori dei centri fitness. L’autorefornisce gli strumenti per rispondere a que-sta richiesta: analisi del tessuto adiposo edel metabolismo muscolare, metodologiadell’allenamento con attrezzature cardiova-scolari e isotoniche, test di controllo.Massimiliano Ferrero Alea Edizioni pag. 144 Euro 24

IPERTROFIA MUSCOLARECome si costruisce una tabella d’allenamentopersonalizzata? Il libro fornisce un’esauriente

risposta a questa domanda analizzando iprincipi della programmazione e periodizza-zione, le fasi dell’allenamento e le caratteri-

stiche biomeccaniche di numerosi esercizitipici dell’allenamento in palestra.

Claudio Suardi Alea Edizioni 2000 pag. 208 Euro 26

ALLENAMENTO ESTETICORivolto a quanti vogliono programmare un’at-tività finalizzata al miglioramento dell’aspetto,fornisce metodi d’allenamento, suggerimentialimentari e di postura, consigli estetici. Ogninozione è basata su uno studio approfonditoe sul continuo confronto con l’applicazionepratica.Roberto TarulloAlea Edizioni 2001pag. 160 Euro 24

FITNESS IN ACQUAPartendo dagli esercizi di base per tutti idistretti muscolari, il libro affronta le diversemetodiche d’allenamento in acqua, tra cuil’aerobica, le arti marziali, lo step e la kickboxe. Grazie a numerose fotografie e schemidi lezione, il volume si caratterizza per unforte taglio pratico. La parte finale è dedicataalle competenze dell’istruttore di fitness inacqua. Paolo Michieletto e Giada TessariAlea Edizioni 2004 - pag. 224 Euro 26

TOTAL FITNESS IN ACQUARoberto Conti, professionista affermato delfitness, trasferisce in questo volume tutti i

segreti per realizzare lezioni di fitness inacqua: protocolli, metodi, differenziazionidelle classi. Un manuale efficace, serio e

completo per gestire tutte le opportunità delfitness in acqua.

Roberto ContiAlea Edizioni 2004 pag. 128 Euro 21

PERSONAL TRAINERCosa serve per diventare personal trainer?Partendo da un’analisi storica della profes-sione, il libro risponde a questa domandaillustrando le competenze tecniche, psicologi-che, commerciali e manageriali che il profes-sionista deve possedere.Francesco Capobianco - Cap.4 ‘Personaltrainer come libero professionista’ a curadella Dott.ssa Paola Bruni Zani Alea Edizioni 2001 - pag. 240 Euro 26

L'ALLENAMENTO DELLA MOBILITÀDELL'APPARATO LOCOMOTORERicerche e applicazioni praticheUn valido sussidio per chi si occupa di mobilitàarticolare e di flessibilità muscolo-tendinea. Unutile strumento operativo per la creazione ditabelle di allenamento personalizzate. I capitolidedicati alla ricerca applicata all'allenamentopermettono di approfondire la valutazione fun-zionale dell'individuo.Massimiliano Gollin Alea Edizioni 2009 pag. 148 Euro 25

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TRAINING IN ACQUAIl libro affronta in prima analisi i principi del movimen-to in acqua, spiegando dettagliatamente i fattori checondizionano la prestazione. Nella seconda parteesplora le diverse possibilità di allenamento dellequalità motorie con e senza attrezzi, facendo riferi-mento a più discipline sportive.Paolo MichielettoAlea Edizioni 2000 pag. 192 Euro 26

L I B R I L I B R I L I B R I L I B R I L I B R I L I B R I L I B R I L I B R I Allenamento

AllenamentoAllenamento

MANUALE DI CARDIOFITNESSIl volume tratta in modo approfondito il car-

diofitness nei suoi diversi aspetti: dall’anato-mia e fisiologia, ai metabolismi energetici e

alla biomeccanica muscolare, per poi adden-trarsi nello specifico del training cardiovasco-

lare. Abbraccia l’attività indoor e outdoor,l’utilizzo dei simulatori aerobici e il monito-

raggio della frequenza cardiaca.Giulio Sergio Roi

Alea Edizioni 2004 - pag. 238 Euro 35

STRETCHINGNon più allungamento muscolare, ma miglio-ramento della mobilità di tutte le componenti

dell’apparato locomotore. Partendo da questaconvinzione gli autori riprendono i principiteorici dello stretching, propongono test di

valutazione e una lunga serie di esercizi sud-divisi per attività sportiva. Francesco

CapobiancoAlessandro Lanzani,

Alea Edizioni - pag. 224 Euro 21

99 ESERCIZI ADDOMINALIIl volume è utile per comprendere a fondo

l’anatomia, la funzione e la cinesiologia deimuscoli addominali e per imparare a valutare

la loro forza. In più, un’interessante classifi-cazione degli esercizi e un intero capitolo

dedicato agli errori di esecuzione.Giulio Sergio Roi e Rachele Groppi

Alea Edizioni 2001pag. 128 Euro 21

FITNESS & BODY BUILDINGLa terza edizione, completamente aggiornata,del libro che ha formato intere generazioni diprofessionisti del fitness. Dall’anatomia fun-zionale dell’apparato locomotore alla fisiolo-gia muscolare, fino alla biomeccanica degli

esercizi; in questo volume il futuro istruttoretroverà tutte le nozioni indispensabili, arric-

chite di 120 disegni e oltre 400 foto a colori.Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2004

pag. 360 Euro 45

Page 43: FitMed n°1-10

BUSINESS FITNESSInvestire le proprie risorse mentali ed economiche inuna nuova impresa nel fitness rappresenta oggi una

sfida difficile e stimolante allo stesso tempo che,condotta con i mezzi adeguati e con un buon grado di

buon senso, può garantire piena soddisfazionepersonale ed economica. Il manuale illustra in forma

semplice ed efficace metodi e procedure per avviare egestire con successo l’impresa fitness, fornendo

suggerimenti diretti e immediati, relativi a ogni area eogni fase della vita di un Fitness Club. Luca Mazzotti

Alea Edizioni 2008 - pag. 128 Euro 20

PSICOLOGIA E TECNICADEI COLLOQUI DI VENDITAIl volume affronta il tema centrale della preparazione econduzione dei colloqui di vendita, sia sotto il profilotecnico organizzativo che psicologico, dando unavisione completa e realistica dei problemi da affrontaree dei metodi di approccio attraverso i quali risolverli. Difacile lettura, propone i temi esaminati con ricchezza diesempi pratici e rappresentazioni grafiche.Jan L. WageFranco Angeli 2000 pag. 240 Euro 20

MISURARE LA SODDISFAZIONE DEI CLIENTIUno strumento di lavoro per quanti, consapevolidell’importanza del customer satisfaction per realizzarei propri obiettivi di crescita, vogliono misurare la bontàdei singoli processi aziendali, interpellando direttamentei destinatari prioritari (i clienti). Il libro conduce passopasso, con ricchezza di grafici ed esempi tratti da unagran varietà di settori, a scoprire come realizzarequesto non facile obiettivo. Bob E. HayesFranco Angeli 2003 pag. 256 Euro 23

ANATOMIA DELL'APPARATOLOCOMOTORE

Anatomia in 3D con animazioni, filmati. Lostrumento per visualizzare, imparare e

approfondire l'anatomia funzionale in modosemplice, facile e intuitivo. È indirizzato a

medici, fisiokinesiterapisti, studenti elaureati in Scienze Motorie, istruttori di

fitness, personal trainer eoperatori sanitari in genere.Un'opera che si compone

di tre CD, acquistabiliseparatamente

(compatibile con i sistemiMacintosh e Microsoft

Windows):1 arto superiore

2 arto inferiore3 tronco e testaFrancesco BettinzoliGhedinimedia Editore

Euro 45,45 per ogni CD

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FITNESS COACHINGIl coaching è un nuovo modello per la gestione e la cura

di ciascun cliente. Il volume propone strategie etecniche di acquisizione e fidelizzazione del cliente,

suggerendo basi tecniche, metodologiche e operativecon un nuovo modo di concepire ed erogare il fitness.

IL DVDPermette di integrare con efficacia e immediatezza i

contenuti del libro, partecipando a lezioni frontalidell’autore. Domenico Nigro Alea edizioni anno 2008

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100 QUIZ - 2 VOLUMIUn metodo complementare per lo studio, che consentedi appropriarsi della materia trattata in modo veloce eduttile, attraverso domande, piccoli trabocchetti logici,immagini con didascalie incomplete. Un efficientemezzo di verifica che permette subito di colmareeventuali lacune, grazie alle informazioni mirate eaccurate che corredano le risposte. In ogni volumeinclude 100 quiz di anatomia e biomeccanica, 400risposte e 400 commenti alle risposte.Alessandro Lanzani e Laura Boggero Alea Edizioni 2005 - pag. 112 Euro 21

IL BENESSERE POSSIBILEIl libro vuole essere un contributo per vivere meglio e perchi si occupa della salute e del benessere altrui. L'autore

analizza aspetti fondamentali della nostra esistenza:consapevolezza come fondamento del benessere,

alimentazione funzionale per la salute, attività fisica per lamigliore condizione di forma. Il testo approfondisce temiimportanti quali alimentazione (come impostare i pasti,

allergie e intolleranze alimentari ) e allenamento (attivitàfisica per uno stile di vita sano e come modello educativo,

corsa e tonificazione). Corrado Ceschinelli,Alea Edizioni 2008 - pag 200 Euro 25

FITNESS METABOLICOL'opera, su cui è strutturato il corso di formazione a distanzaper operatore di fitness metabolico, fornisce le basi necessarieper organizzare percorsi motori personalizzati per la sindrome

metabolica: ipertensione e malattiecardiovascolari, soprappeso e obesità,

diabete, artrosi e osteoporosi.Step operativi:- inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica;- gli strumenti di misura, i Fix metabolici; - le unità motorie metaboliche

come strumenti di lavoro;- la programmazione e l'insegnamento

dell'attività motoria;- gli strumenti di fidelizzazione;

- come strutturare le prime ore di lavoro con i soggetti metabolici;- monitoraggio e verifica dei risultati;- codice deontologico.Si compone di un volume + 8 DVD multimediali con contributi audio, video, immagini, testi e presentazionicon grafici e tabelle. I DVD sono fruibili solo su personal

computer, non su Macintosh.Alessandro LanzaniAlea Edizioni 2008 Euro 480

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