FitMed n°12/2011

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Anno 3 numero 12 - dicembre La rivista online per i professionisti del settore Fit medonline Cosa taglierò con la crisi? La palestra! Le capacità motorie coordinative Occhio mano e lateralità nella pratica sportiva Lo sviluppo delle capacità coordinative in età evolutiva Equilibrio e propriocezione Attivita in acqua e prevenzione delle cadute Yoga ed equilibrio: la sinergia del movimento Nuoto. L’allenamento della forza nelle categorie giovanili Equilibrio e coordinazione Speciale

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is a monthly magazine aimed at updating professionals in the field of fitness and health, which produces original articles on methods of training, physiotherapy, nutrition, prevention and wellness, management, marketing and anything that can serve to the efficient and modern health e fitness club.

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Anno 3 numero 12 - dicembre La rivista online per i professionisti del settore

Fitmedo n l i n e

Cosa taglierò con la crisi? La palestra!

Le capacità motorie coordinative

Occhio mano e lateralità nellapratica sportiva

Lo sviluppo delle capacità coordinative in età evolutiva

Equilibrio e propriocezione

Attivita in acqua e prevenzionedelle cadute

Yoga ed equilibrio: la sinergiadel movimento

Nuoto. L’allenamento della forza nelle categorie giovanili

Equilibrio eco

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Speciale

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N°12DICEM

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Fitmed online è una rivista mensile di aggiorna-mento che si rivolge a imprenditori, manager,opinion leader, professionisti che operano nelmondo del fitness, benessere, prevenzione esalute. Propone articoli riguardanti metodiche diallenamento, rieducazione funzionale, alimenta-zione, prevenzione e benessere, marketing emanagement.

EditoreAlea Edizioni di Alessandro Lanzani

via G. Sapeto, 5 - 20123 Milano

Redazione e ufficivia P. Orseolo, 3 - 20144 Milano

tel. 0258112828 - fax [email protected]

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Direttore responsabile Alessandro Lanzani

[email protected]

RedazioneMia Dell’Agnello

[email protected] - int. 212

Progetto graficoStefano FrattalloneImpaginazione

Anita Lavoce

PubblicitàAlessandro Lanzani

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Hanno collaborato a questo numeroEvenzio Alessandrini, Massimiliano Gollin,

Antonio Maone, Davide Traverso, Luigi Vecchio, Alessandra Dozio,

Alessandro Palazzolo

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93.

L’Editore e l’autore non potranno in alcun modo essere respon-sabili per incidenti o danni provocati dall’uso improprio delleinformazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto;inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchianoil pensiero dell’editore. Il materiale (testi, immagini e disegni) per-venuto in redazione non verrà restituito, anche se non pubblica-to e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del mate-riale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasiscopo non è consentita se non dietro richiesta scritta e firmatadal direttore responsabile e dall’editore. Per eventuali controver-sie il Foro di competenza è quello di Milano.

LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO

Tram edizioni pag 7

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CHE PIÙ TI INTERESSA somm

arioRUBRICHE

27 CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

38 NEWS

COMMUNITY BUSINESS

4 COSA TAGLIERÒ CON LA CRISI? La palestra!di Evenzio Alessandrini

SPECIALE EQUILIBRIO E COORDINAZIONE

8 LE CAPACITÀ MOTORIE COORDINATIVEdi Massimiliano Gollin

14 OCCHIO MANO E LATERALITÀ nella pratica sportivaa cura della redazione

17 LO SVILUPPO DELLE CAPACITÀ COORDINATIVE IN ETÀ EVOLUTIVA di Antonio Maone

20 EQUILIBRIO E PROPRIOCEZIONE di Davide Traverso

22 ATTIVITA IN ACQUA E PREVENZIONE DELLE CADUTEdi Luigi Vecchio

24 YOGA ED EQUILIBRIO: la sinergia del movimento di Alessandra Dozio

ALLENAMENTO E REHAB

34 NUOTO. L’ALLENAMENTO DELLA FORZA nelle categorie giovanilidi Alessandro Palazzolo

SommarioSSoommmmaarriioo

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community business

Cosa taglieròcon la crisi?

CCoossaa ttaagglliieerròò ccoonn llaa ccrriissii??

CCoossaa ttaagglliieerròccoonn llaa ccrriissii??

CCoossaa ttaagglliieerròòccoonn llaa ccrriissii??

La palestra!

È’ una risposta ricorrente, un modo per ridurre le uscitequando le entrate diminuiscono o si fanno più incerte. Cosa sipuò fare per evitare questa perdita di utenti e limitare il tasso diabbandono dei centri fitness? C’è chi cerca soluzioniinnovative, chi lo domanda direttamente ai soci attraversosistemi più o meno articolati di feed back, oppure si confrontacon colleghi e concorrenti. Tutto giusto! Tuttavia, vorreicondividere una soluzione alternativa proveniente da undiverso punto di vista; lo farò evidenziando alcunisemplicissimi dati alla portata di tutti e ragionando suprocedure gestionali, con la speranza di attivare processicreativi da parte di tutti i lettori.

di Evenzio Alessandrini [email protected]

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Ritengo necessario condivi-dere, in prima battuta, ciòche avvicina e trattiene lepersone nei centri fitness:

ovvero un bisogno e la soddisfazio-ne, nel tempo, di questo. I bisognidel cliente sono però spesso pre-si in considerazione solo dal buonconsulente commerciale all’attodell’iscrizione e con l’unico scopodi utilizzarli come leva commer-ciale finalizzata alla vendita del-l’abbonamento. Successivamenteall’iscrizione accade che il neo-iscrit-to del club si trova a essere inseritoall’interno del programma che unclub strutturato chiama “iter del so-cio”. Così, in base agli apparati e ailink presenti nella struttura, il socio sitrova a intraprendere un percorsopiuttosto che un altro. Un valore vici-no al 15% degli iscritti ha la possibi-lità e la fortuna di sentir parlare anco-ra del proprio bisogno grazie allascelta del percorso più tecnico lega-to alla scelta del personal trainer chepoi, nel 50% dei casi, si occuperà direndere il bisogno realizzabile. In re-altà meno strutturate, la percentualedi avvicinamento cliente-trainer siabbassa fino allo zero, laddove que-sta figura non è ancora contempla-ta. Ne risulta che un valore tra l’85%e il 95% degli iscritti, di lì a poco, sitroverà solo con i propri bisogni tragli spazi a sua disposizione. Per unprimo periodo alcuni neo soci cer-cheranno uno “sguardo amico”, al-cuni finiranno per trovare la motiva-zione a proseguire solo grazie aiconsigli sbirciati in rete, altri si chiu-deranno in se stessi sperando cheper soddisfare il proprio bisognonon serva nulla più che un po’ di co-stanza. Tuttavia scopriranno presto,a loro e a nostre spese, che non ècosì e perciò si insinuerà in loro ildubbio di aver fatto l’investimentosbagliato iscrivendosi in palestra.Difficilmente continueranno a fre-quentare, difficilmente rinnoverannoil loro abbonamento e sicuramentenon parleranno positivamente dellaloro esperienza.

RETENTION E ATTRITIONA questo concetto si legano i ricer-

catissimi indici di retention e attritionche tanti gestori e proprietari di cen-tri fitness si preoccupano di indaga-re, con l’obiettivo di pianificare unastrategia che permetta di migliorare irisultati. Con il termine “retention” siintende il numero percentuale disoci che al termine dell’abbona-mento decide di rinnovarlo, rinno-vando così la fiducia verso il ser-vizio. Per “attrition” si intende, alcontrario, il numero percentuale disoci che alla scadenza decide dinon rinnovare il proprio abbona-mento: i clienti persi.Attualmente, per supportare la re-tention si strutturano strategie del-l’ultimo minuto, come le classichetelefonate in scadenza abbonamen-to, le promozionali mascherate dachiamate di cortesia o, per i più fan-tasiosi, l’illusione che drink e festepossano incidere positivamente sul-la volontà di rinnovare il proprio ab-bonamento. In alcuni casi si pensaanche che, aumentando le ore diapertura della struttura, si possa ot-tenere il risultato sperato, senza va-lutare l’impatto sul rapporto esisten-te tra utilizzo del personale e perfor-mance. Probabilmente queste azio-ni portano a qualche piccolo risulta-to, almeno a breve termine, ma riflet-tendoci bene ci si accorge che inogni caso si raggiunge solo unapiccolissima fetta di clienti, i co-siddetti “integrati”, perdendo com-pletamente la fetta più rappre-sentativa che possiamo invecechiamare “non integrati”, ovveroquelli a rischio che faranno impen-nare in maniera inversamente pro-porzionale l’attrition.Credo che l’approccio giusto sia re-cuperare un concetto semplice, cherappresenta il presupposto di quelrapporto che ora vogliamo preser-vare (il rapporto cliente/struttura), ilmotivo che ha inizialmente determi-nato la fiducia di quel cliente verso lanostra struttura, guidandone la scel-ta: il bisogno. Se ci si occupa dei bi-sogni del cliente solo all’atto del-l’iscrizione o a quello del rinnovo, èabbastanza probabile che il clientepossa pensare di essere stato presoin giro: una sconfitta che si traduce

in un passaparola negativo. Questavolta di noi se ne parlerà male.

UNA PUNTUALIZZAZIONE IMPOR-TANTEDicendo che dopo la vendita nonc’è più nessuno a occuparsi dei bi-sogni dei clienti non voglio togliere imeriti innegabili di tutti gli istruttoripresenti nelle sale fitness e che in al-cuni casi hanno fatto del servizio edell’attenzione la loro ragione di vita.Al contrario,è anche grazie a loroche riusciamo a sostenere l’attivitàincidendo positivamente sulla reten-tion. Ma se il rapporto numericoesistente tra clienti e staff non èadeguato, una fetta di clienti saràtrascurata, in modo proporziona-le al numero di accessi giornalierie, soprattutto, rispetto alle fasceorarie di frequenza. Mantenere alungo termine il focus sui bisogni deinostri clienti sarebbe uno strumentodi fidelizzazione efficacissimo, eppu-re sono poco efficaci le misure mes-se in atto per realizzare ciò. Per lopiù si cerca di sensibilizzare gli istrut-tori a intrattenere con i soci contattinumericamente maggiori ma di mi-nor durata, in casi estremi introdu-cendo addirittura tempi limite dicontatto o modello di contatto.L’obiettivo è quello di raggiungereuna fetta maggiore di utenti ma il ri-schio, a mio parere, è quello di finireper snaturare le relazioni spontaneee i rapporti costruiti nel tempo con iclienti. Credo che sia necessario for-mare lo staff tecnico indirizzandolo aun contatto di qualità con i nostriclienti, aumentandone anche laquantità, senza costringere a unmodello schematico una relazionenaturale tra persone. Per questo ri-tengo necessaria la ricerca di un si-stema che affianchi quello esistenteerogato dagli istruttori.

RIBALTARE GLI SCHEMISiamo abituati a credere che larelazione debba partire dall’istrut-tore per raggiungere il cliente, mapossiamo affermare con certezzache sarebbe altrettanto virtuosauna relazione che parta dal clien-te per raggiungere l’istruttore.

community business

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Affinchè questo possa accaderedobbiamo:- indurre nel cliente il bisogno delcontatto;- creare dei supporti che alimentinola cultura e la curiosità.Per il cliente sarebbe altrettanto im-portante la possibilità di contare supiccoli strumenti, sempre e comun-que a suo servizio, che possano in-dirizzarlo alla corretta attività, evitan-dogli di pensare di star svolgendo al-lenamenti improvvisati. L’incremen-to della cultura prodotta da unacampagna informativa produr-rebbe potenzialmente la ricercadella relazione da parte del clien-te e potrebbe, anche da sola, rap-presentare la soddisfazione dellaricerca individuale utile a mante-nere alta la motivazione. Da que-sto presupposto si concretizza l’ideadi una Wellness Map, che raccogliegraficamente i passi necessari perraggiungere i differenti obiettivi.

LA MAPPAHo scelto il termine “mappa” per-ché, richiamando facilmente allamente l’idea di “mappa del tesoro”,chiarisce velocemente la struttura el’obiettivo del supporto. La mappasarà strutturata innanzitutto attraver-so le possibilità offerte dai servizipresenti nel centro fitness eviden-ziandone delle macroaree comepunti di partenza: i bisogni.

raggio della frequenza cardiaca du-rante l’allenamento, con informazio-ni sui calcoli relativi. All’interno del-le schede si potrebbero descrive-re e consigliare anche prodotticommercializzati all’interno delcentro fitness utili all’obiettivo ri-cercato, come il cardiofrequenzi-metro a supporto dell’attività duran-te il calo ponderale e così via. I linkpossibili sarebbero moltissimi e, co-struendo in questa direzione, otter-remmo una mappa di opportunità einformazioni.L’obiettivo dunque è quello di resti-tuire a chi si approccia allo stru-mento un’indicazione su servizi,strumenti, metodi e indicazioninecessarie: la risposta al bisognonel momento del bisogno! Esserepresenti con risposte precise ci aiu-terà a stabilire un rapporto di fiduciacon il nostro socio evitando che va-da a cercarle altrove. C’è poi da direche un supporto di questo tipo rap-presenta anche un canale di marke-ting molto utile: il cliente si trasfor-merà, portando via la scheda infor-mativa e poggiandola sulla scrivaniain ufficio o all’ingresso di casa, in vei-colo commerciale. Un nuovo mododi attivare il passaparola.Nel nostro presente, in cui il conteni-mento dei costi riveste più che maiun focus importantissimo per leaziende, è utile creare nuovi stru-menti di retention e diventa più chemai utile cercare punti di fusione trasupporti interni e supporti esterni,strumenti di vendita e strumenti diretention.

Come bisogni propri del cliente po-trebbero essere evidenziati, peresempio:- il dimagrimento;- la preparazione atletica;- il mantenimento fisico in età avan-zata.La mappa dovrà essere creatasotto forma di supporto grafico aparete, arricchita di caselle a ta-sca contenenti schede con l’infor-mazione che si desidera trasferire.Immagino che nella tasca relativa aldimagrimento sarebbe utile trovareuna scheda con una breve descrizio-ne del concetto di dimagrimento,approcciando il concetto di massagrassa e magra. Gli strumenti utili pervalutarle arricchirebbero ulteriormen-te la scheda e, laddove offerti dalcentro fitness, si potrebbe richiamareal servizio di personal trainer per unavalutazione antropometrica. Allo stesso modo, nelle altre schedepotranno essere approfonditi, peresempio:- concetti chiave;- metodiche di allenamento;- contenuti dei corsi.I bisogni saranno quelli che porte-ranno il cliente ad accostarsi al servi-zio; da questi si articoleranno link traargomenti utili: dalla scheda infor-mativa sul dimagrimento partirà unlink verso una seconda tasca conte-nente, per esempio, un approfondi-mento sull’importanza del monito-

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EEVVEENNZZIIOO AALLEESSSSAANNDDRRIINNIILaureato in Scienze Motorie, svolgeattualmente la professione di attualmentePersonal Trainer presso il centro fitnessVirgin Active di Roma

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“I QUADERNI DI ”I QUADERNI DIn° 19 - Allenamento

Sull’apprendimento motoriodegli esercizi di Body-building 3di JIMMY PEDEMONTEImpugnare gli attrezzi tradizionali 13del Prof. ANGELO CASTIGLIONIIl principio dell’adattamento progressivo 17di NUCCIO RUBERAAnalisi di tre aspetti importantidella forza 21del Prof. ARMANDO FUCCIL’allenamento isometrico 26del Prof. ARMANDO FUCCIDeadlift 34di NICOLA CAMERAIl sistema a frequenza multipla 39di FRANCESCO CURRÒBody-building & allungamenti miofasciali 44di NICOLA DACOMO

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I QUADERNI DIn° 20 - AllenamentoWar of delts 3di RAFFAELE MORANDINIIl successo sta sulle spalle 8di JIMMY PEDEMONTEIl muscolo più amato dagli italiani 11di COSTANTINO BERTUCELLI eALESSANDRO PELLACANIAllenamento della schiena 15di MAURO SARNIAllenamento della schiena 17di ENZO FERRARIBicipiti come colline 20di GINO BARZACCHIFast Abs 25di RAFFAELE MORANDINISù le gambe 29di CRISTIANA CASONIIn gamb...issima! 32di FRANCESCO CURRÒCome costruire un quadricipite fantastico senza lo squat 36di JOHNNY BLOISIRocky Calves 41di RAFFAELE MORANDINI

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I QUADERNI DIn° 21 - Biomeccanica

Azione muscolare concentrica 3del Prof. ARMANDO FUCCIParola di Verchoshansky 8di ANGELO GIORNODifetti intrinseci delle presse nell’usoper il potenziamento degli arti inferiori 15del Prof. ANGELO CASTIGLIONIBIOMECCANICA IN PALESTRAPre-allungamento e pre-accorciamento 19di DARIO SORARÙL’angolo di lavoro 23di DARIO SORARÙIl lavoro negli esercizi monoarticolari 28di DARIO SORARÙIl lavoro negli esercizi poliarticolari 33di DARIO SORARÙLe macchine semplici 37di DARIO SORARÙLe macchine isotoniche 42di DARIO SORARÙ

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I QUADERNI DIn° 22 - Dossier

DOSSIER NATURAL“Super sostanze” e“Psyco-Muscle Training” 3del Dott. ALESSANDRO GELLIQuestione di personalità 8del Dott. FRANCESCO TODDEUna preparazione H/P 10del Prof. ROBERTO CALCAGNODOSSIER INVERNOChe la “massa” sia con noi 17di MARCO NERI e MAX MAFFUCCIInverno vs. Termogenesi 28del Dott. ALESSANDRO VIANELLOManualetto su come... perdere le gare 32di CLAUDIO CARELLADOSSIER ESTATESole, mare e ... adipociti 36di VANNI SACCONMuscoli in ferie 39di RAFFAELE MORANDINIL’estate a tavola 44del Dott. ALESSANDRO VIANELLO

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I QUADERNI DIn° 23 - Alimentazione

L’apporto calorico – Strategie & sinergie 3di NICOLA CAMERA7 chili in 7 mesi 16di MARCELLO MORMINOAttenti alla fibra 21di MARCO CERIANIA proposito di zuccheri 25di MARCELLO MORMINOMaster Aminoacid Pattern 29di FILIPPO FORTUNA2 mesi senza carne 36del Dott. ALESSANDRO GELLIAllergie alimentari 40di NICOLA CAMERA

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I QUADERNI DIn° 24 - Medicina dello sport

Dentro le fibre 3del Prof. GIACOMO ZACCONEI sistemi pilota nello sviluppo organico 8di NICOLA CAMERACellule satellite & miogenesi 13di NICOLA CAMERATante contrazioni un solo obiettivo 21del Dott. ALESSANDRO LANZANIIl Principio di Henneman 25di RICCARDO UBALDINIBiogenetica muscolare 31di BRUNO DAVIDE BORDONI e IGOR FERRARINIStimolazione e inibizione degli ormoniin rapporto all’esercizio intenso 35del Prof. MASSIMO GUGLIELMIOrmoni: che cosa realmente sono? 40del Dott. TOMASO LEDERFenomenologia dell’ormone somatotropo 43del Dott. ALDO E. CALOGERO

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I QUADERNI DIn° 13 - Allenamento

The “Heavy-duty” System 3di FRANCESCO CURRO’Heavy Duty 2 6di FAUSTO PORTATeoria dell’allenamento 11di MARCELLO MORMINOIl blocco ipertrofia 21del Prof. ARMANDO FUCCI Il blocco ipertrofia con tecniche intensive 36del Prof. ARMANDO FUCCI Intensità 43di ENZO FERRARI

I QUADERNI DIn° 14 - Allenamento

La scheda di allenamento 3di RICCARDO UBALDINITerminologia chinesiologica 18di MARCELLO MORMINO L’allenamento in pratica 25del Prof. ROBERTO CALCAGNOSettembre andiamo, tempo di “ingrossare”… 40del Prof. MASSIMO GUGLIELMIPeriodizziamo la massa 44del Prof. MASSIMO GUGLIELMI

I QUADERNI DIn° 15 - Allenamento

Gli errori più comuni nelle palestre italiane 3del Prof. MASSIMO GUGLIELMIFacciamo chiarezza 6del Prof. ARMANDO FUCCINoterelle 14di MARCELLO MORMINOLa tecnica dell’esercizio nell’esercizio 20di JIMMY PEDEMONTETecniche di recupero nel body-building 25di ALESSANDRO PELLACANIe del Prof. COSTANTINO BERTUCELLILa ruota del successo 29di VANNI SACCONUn allenamento ciclico 44di PAOLO IANNETTONE

I QUADERNI DIn° 16 - Alimentazione

Comportamento alimentare 3di NICOLA CAMERAConcetti di termochimica alimentare 12del Dott. THEODORE J. BREMBOSe del Dott. MARCO DALLAPICCOLADieta: chiariamoci le idee 19di PIERLUIGI FASSETTAL’integrazione alimentare perl’ottimizzazione del pattern ormonale 25del Dott. MASSIMO MUSUMECIAlta definizione: isegreti di una dieta riuscita 29del Dott. PHILIPPE MORETIntegrazione vincente 33di RICCARDO UBALDINILa dieta pre-gara nel body-building 40del Prof. ROBERTO CALCAGNO

I QUADERNI DIn° 17 - Alimentazione

Body-building & vitamine 3del Prof. MASSIMO GUGLIELMITutti i no delle vitamine e dei minerali 13del Dott. ANDREA MARLIANIL’apporto del potassio per i culturisti 16di PIERLUIGI FASSETTAL’acqua 19del Prof. ROBERTO CALCAGNOLa ricarica dei carboidrati 24del Prof. ROBERTO CALCAGNOLe acque minerali 29di NICOLA CAMERAIl frullato 35di MARCELLO MORMINOCreatine approach 39del Dott. MASSIMO MUSUMECI

I QUADERNI DIn° 18 - Medicina dello sportRisposta adattativa del muscolo all’eserciziofisico: nuovi risultati sperimentali 3 del Prof. GIACOMO ZACCONELa fatica nel body-building:sue basi e significati 8di JIMMY PEDEMONTEL’indolenzimento muscolaread insorgenza ritardata 11di RICCARDO UBALDINILe patologie muscolari (1) Sintomi, diagnosi e terapia 18del Dott. STEFANO TRICARICOLe patologie muscolari (2) Cause e riabilitazione 24del Prof. FRANCESCO TODDELa visualizzazione 30del Dott. GIUSEPPE ROMBOLA’Visualizzazione & “ferro” 34di ENZO FERRARIIl paradosso “mente-corpo” alla basedella performance vincente 37di NICOLA CAMERAMente: la risorsa inestinguibile 41del Dott. VINCENZO CAPRIOLI

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I QUADERNI DIn° 10 - Alimentazione

Proteine: digestione ed assorbimento 3di RAFFAELE MORANDINIIl ruolo degli aminoacidi a catena ramificatanella regolazione del metabolismo umano 13del Dott. FULVIO FIORINIIl ruolo dei carboidrati come necessità energetica nell’attività fisica 20del Prof. GIACOMO ZACCONEIl ruolo delle vitamine più importantiper il body-builder 27di DANIELE RIZZOE la frutta quando? Sempre 31di ANNA BARTOLINIFattori alimentari anti-tumore 38di NICOLA CAMERAIl body-builder in off-season: alimentazione e supplementazione 44del Dott. MASSIMO MUSUMECI

I QUADERNI DIn°11- Medicina dello sport

La “qualità” muscolare 3di VITTORIO SCIALDONELe prove di valutazione fisica: i test 8di ALESSANDRO PELLACANI e COSTA BERTUCELLIGli esami ematochimici 12di PIERLUIGI FASSETTALo stress 15di NICOLA CAMERALa ritenzione idrica 23di PIER ANTONIO DELL’AMICOFunzione e metabolismo dell’Ormonedella crescita 26del Prof. GIACOMO ZACCONEGH-peak 33del Dott. MASSIMO MUSUMECIAspetti attuali dell’iperplasia muscolare:miogenesi e fattori di crescita 38del Dott. MASSIMO SPATTINIe del Prof. GIACOMO ZACCONE

I QUADERNI DIn° 12 - Fitness

FitnesStyle: Body-building & Fitness 3Circuiti Vita 5Estate 8L’allenamento in casa 10La Mountain Bike 12

di CRISTINA TEDESCHIPesi & fitness: il “circuit training” in palestradi LUCIO LANDUZZI 14Schede di allenamento: il seno 17di ANTONELLA LIZZAL’estate addosso 21di ANTONELLA LIZZASudare fa bene 29di MONICA ALBERTILe bevande isotoniche 35di MARCO CERIANI25 modi per ottimizzare la vostra dieta 39di SILVIA ZANETDisintossicarsi a tavola 42a cura di “MEDI INFO”Per imparare un nuovo mododi alimentarsi basta una settimana 45a cura di “MEDI INFO”

I QUADERNI DIn° 7 - AllenamentoLe colonne d’Ercole 3di MARCO NERI e ARMANDO DEFANTAndrea’s biceps 8di TIBERIO FRANCHITricipiti da bovi 9di ANGELO GIORNOPush it! 13di PIERO NOCERINOTom Platz e i suoi pettorali 15di MARCO BECHINIL’allenamento del petto 18di EROS SAMMARTINORock Hard Abdominals 19di ALESSANDRO PELLACANIe COSTANTINO BERTUCELLIAddominali e falsi miti 22di VANNI SACCONCiao deltoide 25di ANGELO GIORNOCome costruire dei deltoidi vincenti 30del Dott. MASSIMO SPATTINIDorsali a volare 32del Dott. MARCO NERII dorsali. Proposta d’allenamento per atleti hard-gainers avanzati 35di MARCO BECHINI

I QUADERNI DIn° 8 - Allenamento

Siamo proprio sicuri di saperci allenare? 3di MARCELLO MORMINOCome e perché ci si allena con le superserie 6di EMILIO THEYViaggio intorno alla forza 11di ARMANDO FUCCIL’allenamento della forza per gli atleti intermedi 14di ANGELO GIORNOCriteri metodologici per lo sviluppo della forza massimale 18di COSTANTINO BERTUCELLI e ALESSANDRO PELLACANICaffé per una lezione intensa 22del Dott. FILIPPO MASSARONICome ottenere l’ipertrofia muscolare 30di ARMANDO FUCCIPeaking 32di PIER ANTONIO DELL’AMICO3+1 35di ANGELO GIORNO“Titan System” 39di NICOLA CAMERA

I QUADERNI DIn° 9 - Allenamento

Come migliorare le aree carenti 3di PIERLUIGI FASSETTADuri a morire 5di ANGELO GIORNOI veri esercizi base 8di JIMMY PEDEMONTERiflessioni su temi di ipertrofia muscolare 12di ALESSANDRO AMMASSARIProcessi di recupero e rigenerazione nell’allenamento 18di PIER ANTONIO DELL’AMICOOcchio al tempo! 25di ARMANDO FUCCIOvertraining 30di RICCARDO UBALDINIDimagrire con dieta e pesi.Facile a dirlo, difficile a farlo 40di ARMANDO FUCCI

I QUADERNI DIn° 1 - Allenamento

Nozioni di base sulla teoriadell’allenamento sportivo 3del Prof. ARMANDO FUCCI

Norme per l’allenamentogiovanile nel body building 7di JIMMY PEDEMONTE

La programmazione del lavoroper i principianti 21del Prof. ARMANDO FUCCI

Fondamenti metodologici dellaperiodizzazione dell’allenamento 26di JIMMY PEDEMONTE

I QUADERNI DIn° 2 - Allenamento

Training program 3di COSIMO ARUTA

Allenamento peri-muscolare 9di MARCELLO MORMINO

Il carico di allenamentonel body building 14di SAMUELE MARCORA

Attenzione al concetto di “serie” 19di MASSIMILIANO MENCHI

Serie: proposte 24del Dott. FILIPPO MASSARONI

Periodizzazione dell’allenamento 32di LUCIO LANDUZZI

Ciclizzazione funzionalenel body building 35di JIMMY PEDEMONTE

I QUADERNI DIn° 3 - Allenamento

High Intensity 3di UGO PERALDO

1a parte: Principi generali 32a parte: Braccia 133a parte: Torace 174a parte: Quadricipite femorale 255a parte: Dorsali 33

High Intensity & Big Wave 42di NICOLA CAMERA

Illustrazioni di VANNI SACCON

I QUADERNI DIn° 4 - Alimentazione

La dieta metabolica 3del Dott. M. BRIGATTI

La dieta su misura 6di PIERLUIGI FASSETTA

Perfect diet 12di RENATO COLOMBO

Dieta e body building 18di NICOLA CAMERA

Questione di metabolismo 31del Dott. MARCO NERIe del Dott. ANTONIO PAOLI

Il metabolismo dei muscoli 35del Dott. ANDREA DEFANTe del Dott. MARCO DALLAPICCOLA

Metabolismo e bioenergetica muscolare 38di NICOLA CAMERA

Massa muscolare: pianificare la dieta 44di PIERLUIGI FASSETTA

I QUADERNI DIn° 5 - Alimentazione

Come realizzare il “rimbalzo glucidico” 3del Dott. PHILIPPE MORET

Il riequilibrio idro-salinico nello sport 8di PIER ANTONIO DELL’AMICO

Diuresi e ricambio idro-elettrolitico 15di NICOLA CAMERA

La ricostruzione del glicogeno nel muscoloscheletrico negli esercizi di potenza 21del Prof. GIACOMO ZACCONE

“Ricaricare” senza problemi 28di PIERLUIGI FASSETTA

Integrare o non integrare? 31di MASSIMO GUASCO

Via degli acidi tricarbossilicio “Ciclo di Krebs” 35di RICCARDO UBALDINI

I QUADERNI DIn° 6 - Medicina dello sport

I muscoli 3

Il sistema muscolare 9del Dott. ANDREA MARLIANI

Morfologia muscolaree sviluppo differenziato 15del Prof. ANGELO CASTIGLIONI

Body building tra morfologia e fisiologia 20di MARCO CERIANI

Biochimica dell’attività muscolarenel body builder 22del Dott. LUIGI BUTTURINI

Analisi approfonditadella contrazione muscolare 29del Prof. ARMANDO FUCCI

Esercizio fisico e risposta ormonale 36del Prof. GIACOMO ZACCONE

La conduzione dell’impulsonervoso ai muscoli 43del Dott. MASSIMO MUSUMECI

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e l’antagonismo• Regolazione dei livelli ormonali

in circolo• Ormoni peptidici e steroidei:

trasporto e metabolismo• Concetti di neuroendocrinologia• Sistema di regolazione

retroattiva (feedback)• Esercizio fisico ed asse

ipotalamo-ipofisi-gonadi

LA BIBLIOTECA DI

BODY-BUILDING DUEMILAUNOdi ANGELO GIORNO

Analisi tecnica dello sport del culturismo

I PROFILI PENALI DEL DOPINGdel dott. EDILIO GRAPPIOLO

VADEMECUM CULTURISTICOdi ANGELO GIORNO

illustrazioni di LUCA LAZZERETTI

RICETTE PER LO SPORTdi MARCO CERIANI

OLTRE 120 RICETTE PER GLI SPORTIVI

ORMONI E ALLENAMENTOdel prof. GIACOMO ZACCONE

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Le capacitamotorie

Focus: equilibrio e coordinazione

Le finalità dell’atto motorio si concretizzano nelraggiungimento di un obiettivo prefissato: auna determinata richiesta di movimento,corrisponde l’estrinsecazione di un’azionemotoria. È definita “nominale”, l’esecuzioneteorica di un gesto motorio e “reale” quellaeffettivamente realizzata sul campo: i duevalori tendono ad avvicinarsi quanto più ilmodello di movimento è stato memorizzato inmodo corretto. In relazione al funzionamentoottimale degli analizzatori del movimento, lecapacità coordinative tendono ad avvicinare ilvalore nominale a quello reale.

di Massimiliano Gollin [email protected]

,coordinative

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notevole differenza tra i due sessi.Le variazioni riscontrabili tra maschie femmine sono praticamente tra-scurabili fino all’età di 11-12 anni.Dopo, si nota una netta separazio-ne che porta nell’età adulta deidue sessi a una differenza di pre-stazioni pari a circa il 40% .L’allenamento delle capacità condi-zionali evidenzia una maggiorepossibilità di intervento che rag-giunge il suo apice tra i 17 e i 18 an-ni e in alcuni fino all’età della com-pleta maturazione dell’individuo,dove le possibilità di allenamentosono massime (Manno 1989).

CAPACITÀ COORDINATIVESono determinate dal controllo edalla regolazione del movimento da

Nell’allenamento sportivo itermini “qualità fisiche” e“capacità motorie” sonospesso usati indistintamen-

te, attribuendo loro lo stesso signifi-cato. In realtà, il termine “qualità”identifica le caratteristiche motoriepossedute dall’individuo: ne sono unesempio la flessibilità, la forza e la re-sistenza. Il termine “capacità” si avvi-cina di più al concetto di “attitudine acontenere”, specificando la “quanti-tà” di quella particolare qualità inda-gata, cioè la sua misurazione e la suavariazione nel tempo (Bellotti,Matteucci 1999). Le capacità mo-torie sono suddivise in: condiziona-li (organico muscolari) e coordinati-ve (percettivo cinetiche). Le prime di-pendono dall’allenamento e dal-l’estrinsecazione metabolica dei si-stemi energetici; le seconde riguar-dano lo sviluppo, per mezzo del-l’esercizio fisico, dei fattori di regola-zione e dell’organizzazione del movi-mento (Manno 1989) e sono tuttecoordinate dal sistema nervoso.

CAPACITÀ CONDIZIONALISono suddivise in tre differenti tipo-logie: forza, resistenza e velocità.1. La forza comprende:- la forza massimale, cioè la mas-sima espressione di reclutamentoneuro-muscolare volontario, effet-tuato per vincere o resistere a uncarico esterno;- la forza resistente, ovvero la ca-pacità di resistere a un’attività diforza muscolare quando si prolun-ga lo sforzo nel tempo;- la forza veloce, cioè il supera-mento di resistenze esterne, e av-viene con la massima velocità dicontrazione muscolare.2. La resistenza, espressa permezzo di un lavoro di durata, mettein moto grosse masse muscolari esollecita in modo notevole l’appara-to cardiocircolatorio e respiratorio,come per esempio nella maratona,nel canottaggio e nello sci di fondo.3. La velocità, espressa attraversola capacità di eseguire azioni moto-rie nel minor tempo possibile.Per quanto riguarda lo sviluppo del-le capacità condizionali, esiste una

parte del sistema nervoso.Permettono di realizzare azioni mo-torie efficaci, dalle più semplici allepiù complesse. La loro azione è fi-nalizza a:- economizzare, tramite una tecni-ca esecutiva ottimale, la richiestaenergetica tesa a migliorare la pos-sibilità di rendimento sportivo, inparticolare nelle specialità dove talepresupposto diventa oggetto di va-lutazione (per esempio ginnasticaartistica);- aumentare il rendimento tatti-co, richiesto nelle discipline dove ènecessario prevedere l’evolversi diuna determinata azione o addirittu-ra anticipare la risposta; in questicasi, è necessaria una continuaelaborazione di risposte e integra-

Focus: equilibrio e coordinazione

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zione da parte del sistema nervoso.Definita come “intelligenza moto-ria”, è la capacità di trovare solu-zioni immediate ed efficaci alla riso-luzione del problema. Può avvenirein tempi talmente ridotti da sfuggireal controllo della volontà e nonsempre è riconducibile all’esperien-za ottenuta con l’allenamento, maè espressione di un vero e propriotalento motorio, verosimilmente de-terminato geneticamente.Le capacità coordinative hanno illoro massimo sviluppo tra i 6 e gli11 e i 13 anni, prima che si attivila pubertà. Sono regolate attraver-so gli organi analizzatori del movi-

mento che, localizzati nelle articola-zioni, nei muscoli e nella cute, per-mettono di realizzare, grazie all’in-tervento del sistema nervoso cen-trale (SNC), movimenti efficaci edeconomici.

CLASSIFICAZIONE DEGLI ANALIZ-ZATORII propriocettori veicolano le in-formazioni provenienti dall’inter-no del corpo, mediate dall’ana-lizzatore cinestetico e dal vesti-bolare. Le senso-percezioni pro-venienti dall’esterno sono rece-pite tramite la vista, l’udito e iltatto e i loro relativi analizzatori.

Focus: equilibrio e coordinazione

L’analizzatore del movimento è de-putato alla ricezione, memorizza-zione ed elaborazione delle infor-mazioni sensoriali. Grazie alla suaattività, potrà elaborare risposte ef-ficaci. Vediamoli in dettaglio.L’analizzatore ottico. L’occhio èl’organo che maggiormente ci for-nisce stimoli per l’apprendimentodei movimenti. Le informazioni visi-ve sono fondamentali per il control-lo e la regolazione delle distanze,delle traiettorie e delle direzioni.Esso permette:- la memorizzazione e l’apprendi-mento della tecnica degli esercizi;- la visione periferica;- l’analisi parziale e il controllo deigesti biomeccanici all’interno di uninsieme di movimenti facenti parte diun unico compito motorio, come ilcolpo di testa in una partita di calcio.L’Analizzatore tattile. Percepiscele informazioni per mezzo di termi-nazioni nervose specializzate che sitrovano sulla cute. Gli organi chepermettono la ricezione di tali infor-mazioni sono:- i pressocettori, che informanosulle varie pressioni esercitate sulnostro corpo, da quelle leggerissi-me dell’aria sul volto, alla pressionedell’acqua quando si nuota, o allapresa del lottatore;- i termocettori, che informano sulcambiamento della temperatura in-terna ed esterna del corpo e ne re-golano la termoregolazione;- i nocicettori, che informano sullesensazioni di dolore, interne ed ester-ne, svolgendo un’importante attivitàpreventiva sull’intero organismo.L’analizzatore acustico, grazie alquale percepiamo suoni e rumori,differenziati per tono, intensità eprovenienza.L’analizzatore vestibolare o del-l’equilibrio statico-dinamico.Collocato nella parte più profondadell’orecchio, è l’elemento fonda-mentale del controllo e della regola-zione dell’equilibrio; si avvale di unaserie di aggiustamenti compensa-tori, che si oppongono alla perditadell’equilibrio stesso.Si possono distinguere tre diffe-renti forme di equilibrio:

Fig. n°1 - Gli analizzatori del movimento

Fig. n° 2 - Gli analizzatori e la percezione del tempo

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Focus: equilibrio e coordinazione

- personale statico, determinatodalla possibilità di mantenere unaposizione in relazione alle differentisuperfici di appoggio;- personale dinamico, grazie alquale si realizza la capacità di mante-nere un determinato equilibrio duran-te un movimento e alla fine di esso;- statico e dinamico, riferito ad at-trezzi mantenuti in equilibrio dall’atle-ta durante un movimento dinamico.L’analizzatore cinestetico o cine-stesico. Formato da un insieme dipiccoli organi posti nelle articolazio-ni, nei muscoli e nei tendini (fusineuromuscolari e organi del Golgi),segnala costantemente la posizio-ne del nostro corpo nello spazio, iltempo e l’intensità dell’applicazionedel movimento e della contrazionemuscolare. Permette una regola-zione costante dei movimenti se-condo le necessità motorie.Nell’ambito delle attività sportive in-forma il sistema nervoso riguardo:- la velocità delle contrazioni mu-scolari;- la differente intensità delle contra-zioni muscolari;- il cambiamento di posizione delcorpo nello spazio;- il cambiamento di posizione delcorpo degli avversari;- il cambiamento di posizioni dieventuali attrezzi in utilizzo.Non esiste un analizzatore per la per-cezione del tempo: il dato è fornitoda tutti gli analizzatori nel loro insie-me. La valutazione del tempo è inol-tre influenzata dallo stato emotivo.

CLASSIFICAZIONE DELLECAPACITÀ COORDINATIVELe finalità dell’atto motorio si concre-tizzano nel raggiungimento di unobiettivo prefissato: a una determi-nata richiesta di movimento, corri-sponde l’estrinsecazione di un’azio-ne motoria. È definita “nominale”,l’esecuzione teorica di un gesto mo-torio e “reale” quella effettivamenterealizzata sul campo: i due valori ten-dono ad avvicinarsi quanto più il mo-dello di movimento, provato prece-dentemente dall’atleta, è stato me-morizzato in modo corretto, sia in re-lazione alle attrezzature utilizzate, sia

alle possibili variazioni ambientali(temperatura esterna, natura del ter-reno ecc.). In relazione al funzionamento ottima-le degli analizzatori del movimento,le capacità coordinative tendonoad avvicinare il valore nominale aquello reale. Grazie allo sviluppo ot-timale delle capacità coordinative, sipuò pervenire a un adeguato rendi-mento nell’espressione delle capaci-tà condizionali quali forza, resistenzae velocità. L’insieme delle informa-zioni elaborate dagli analizzatoridel movimento permette lo svilup-po delle capacità coordinative.Dal nostro punto di vista è fonda-mentale, per l’apprendimento moto-rio più raffinato, che avvenga inun’età sensibile compresa tra i 6 e i12-13 anni; dopo tale periodo, lapossibilità di intervento sulle capacitàsuddette sarà solo di tipo altamentespecifico nei soggetti allenati, mentresi evidenzierà una stabilizzazione oun regresso nei non allenati.Capacità di orientamento spazio-temporale. Consiste nel muovere il

corpo con riferimento allo spazio cir-costante e al tempo a disposizione.Si tratta di trovare sempre nuove so-luzioni in condizioni di movimento incui la situazione cambi molto veloce-mente in rapporto a un determinatospazio. Pensiamo ai giochi di squa-dra, in cui le azioni di gioco varianonon solo in base alle differenti ge-stualità effettuate, ma anche in rap-porto alle dimensioni dello spazio digioco. Tipiche esercitazioni per al-lenare la capacità spazio-tempo-rale sono: - allenarsi su superfici di gioco di dif-ferenti dimensioni e forma; - aumentare il numero delle porte odei canestri a disposizione; - giocare con più palloni contempo-raneamente; - utilizzare differenti colori delle ma-gliette per aumentare o diminuire ilriconoscimento dei propri compagnidi squadra; - attivare azioni improvvise in riferimen-to a un comando predeterminato; - eseguire movimenti precisi, primain senso rettilineo, poi cambiando le

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traiettorie in circolari e curvilinee.Capacità di accoppiamento ecombinazione dei movimenti.Permette il collegamento di differen-ti movimenti precedentemente me-morizzati, rendendo armonica la co-ordinazione tra il tratto superiore einferiore del corpo. Un esempio èrappresentato dal terzo tempo nelgioco del basket, dove è inserito, al-la fine dei passi di rincorsa, il tiro pre-ciso del pallone nel canestro. Talecapacità coordinativa si sviluppa tra-mite l’allenamento parziale delle sin-gole parti di un movimento com-plesso: l’obiettivo finale è di raggiun-gere il movimento, nel suo insieme,con la migliore tecnica ed efficienzafisica possibile. Si prova prima lenta-mente e poi sempre più velocemen-te, fino all’assimilazione completa. Capacità di differenziazione cine-stetica. È caratterizzata dal saperesprimere una differente espressio-ne di forza e velocità, modulandolain funzione delle richieste differenti dimovimento. Per esempio, il ciclistache passa da un tratto di percorso inpianura a uno in salita, esprime diffe-renti capacità di forza, attraverso undifferente impegno nel reclutamentoneuro-muscolare delle unità moto-rie, con conseguente variazione del-l’impegno metabolico. Per lo svilup-po della capacità cinestetica risulta-no essere utili le differenti modula-zioni di forza e velocità degli esercizi,effettuate sia nella disciplina specifi-ca, o su parti di essa, sia in condizio-ni standardizzate che impreviste.Capacità di equilibrio statico e di-namico. Tutti i movimenti sportivi ri-chiedono per la loro attuazione unospiccato grado di equilibrio, che puòessere statico, come avviene nellaverticale del ginnasta, oppure dina-mico, come nel controllo dell’anda-tura del podista o del ciclista. Sonol’analizzatore vestibolare e cinesteti-co che inviano in real-time al sistemanervoso centrale le informazioni sul-le posizioni del corpo e sui movi-menti nello spazio. Le esercitazioniginniche consigliate allo sviluppodi tale capacità sono: - gli esercizi svolti su differenti pianiinstabili che permettono il ritorno a

una posizione di equilibrio staticodopo l’esecuzione di un esercizio di-namico; - l’utilizzo di una posizione di equili-brio statico improvvisa durante unesercizio dinamico; - l’utilizzo di quantità di carico ester-no in grado di far variare la gestionedell’equilibrio, come avviene peresempio quando si passa dal saltodella corda dalla modalità bi-podali-ca a quella mono-podalica. Infine,possiamo citare gli esercizi che inibi-scono l’analizzatore ottico, comel’esecuzione di una serie di balzi conun occhio bendato.Capacità di reazione. È la capaci-ta di eseguire azioni motorie effica-ci, nel minor tempo possibile, comerisposta a uno stimolo esterno. Unesempio può essere rappresentatodalla reazione allo sparo del giudicedi gara all’inizio della corsa dei cen-to metri. Si parla di reazione moto-ria semplice, quando il segnale èconosciuto, mentre è una reazionemotoria complessa quando si hauna risposta a uno stimolo scono-sciuto. Gli esercizi tipici per l’alle-namento della capacità di rea-zione sono rappresentati essen-zialmente dalla costruzione di gestimotori, a partire dai semplici fino adarrivare a quelli complessi, intesicome risposta a stimoli esterni acu-stici, visivi e tattili, siano essi cono-sciuti e codificati, o improvvisi e nonpadroneggiati dall’atleta.Capacità di trasformazione delmovimento. È in stretto rapportocon la capacità di reazione motoria equella di orientamento. Permette divariare il comportamento motoriocome risposta alle variabili di situa-zione derivate dall’ambiente esterno.Ne è un esempio la risposta aun’azione offensiva da parte dell’av-versario: chi ha il compito della difesadeve riorganizzare il più velocementepossibile un’azione efficace, propo-nendo una situazione di attacco. Leesercitazioni per l’allenamentodella capacità di trasformazionesono essenzialmente di due tipi:1. l’inserimento di improvvisi ele-menti di variazione motoria duran-te l’esecuzione di un esercizio finaliz-

zati al tentativo di ritorno alla situa-zione iniziale, nel modo più efficacee nel minore tempo possibile;2. l’esecuzione di una gestualitàtecnica in stato di affaticamento,per consolidare la stabilità esecutivain condizioni svantaggiose, modalitàpiù adatta ad atleti evoluti. Capacità di ritmizzazione.Organizzare l’azione motoria in spa-zi e tempi specifici. Si realizza sumovimenti fluidi e armonici in rap-porto a una determinata intensità dilavoro. Si adegua alla variazione diun r itmo esterno e costruisceun’azione motoria efficace. Le esercitazioni tipiche per lo svi-luppo di tale capacità sono:- l’utilizzo contemporaneo di rit-mi differenti per la parte superioree inferiore del corpo;- le esercitazioni dove due o piùsoggetti eseguono azioni moto-rie uguali o diverse imponendo ilproprio ritmo esecutivo;- l’esecuzione di un gesto moto-rio con velocità angolari differen-ti, con il fine di padroneggiare ilmaggior numero di variazioni ritmi-che possibili;- l’utilizzo di velocità di esecuzio-ne differenti in un esercizio dove viè un rapporto diretto in merito allavariazione ritmica esterna impostaper mezzo di un ritmo musicale.

BIBLIOGRAFIABellotti P., Matteucci E., Allenamento Sportivo,UTET Torino, 1999 Torino: 37Manno R., Fondamenti dell’allenamento sporti-vo, Ed. Zanichelli, Bologna 1989: 63-64Weineck J., L’allenamento ottimale, Ed. Calzettie Mariucci, Perugia 2001: 202 - 206Beraldo S., Polletti C., Il libro della preparazionefisica, Ed. Mediterranee, Roma 1988: 102

MMAASSSSIIMMIILLIIAANNOO GGOOLLLLIINNLaureato in Scienze e Tecniche dell’allena-mento Sportivo, docente presso l’Universitàin Scienze Motorie dell’Università di Torino inMetodologia della Prestazione, allenatore diIV Livello CONI. È esperto in Metodologiadell’allenamento e svolge attività di consu-lente per la preparazione fisica nel Riatle-tismo e Fitness, Triathlon, Sollevamento Pesi,Sci, Ciclismo, Maratona, Scherma. Ha pub-blicato con Alea edizioni “L’allenamento dellamobilità dell’apparato locomotore” (2009).

Focus: equilibrio e coordinazione

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IL DOLORE CERVICALE

Il manuale offre un’ampia panoramicadelle patologie più comuni nell’individuoadulto: la cervicalgia. Il volume è diviso intre parti: la prima, dedicata all’anatomia,alla fisiologia articolare e alla biomeccani-ca del tratto cervicale. La seconda, dedi-cata alle sindromi dolorose più comuni.Infine la terza parte che comprende alcu-ne schede pratiche di utilizzo in palestracontenenti gli esercizi più idonei in rela-zione alla sintomatologia dolorosa.

Claudio Corno Alea Edizioni 2003 pag. 128 Euro 21

CASI CLINICI IN PALESTRA In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali patologie del-l’apparato locomotore. Per ognuna di esse sono de-scritti anam-nesi ed esame obiettivo motorio, sono individuati i traguardi daraggiungere, sono tracciate le linee gui-da del protocollo di lavo-ro attraverso gli esercizi consigliati e quelli da evitareVOLUME 1: Sindrome della schiena dritta e scoliosi – Spondilolisi conlistesi – Agenesia del pettorale – Lussazione acromion claveare – Cifosi epetto carenato – Petto scavato – Paralisi ostetrica – Poliomielite – Fratturadi calcagno – Frattura di gomito – schiacciamento di un disco interverte-

brale – Artrosi d’anca – Lussazione di spalla –Rottura del retto femoraleAlessandro Lanzani - 1994 VOLUME 2: Calcificazione del tendine delsovraspinato - Correzione di varismo tibiale -Grave artrosi vertebrale - Strabismo di rotula -Ernia del disco in un culturista - Periartrite scapo-lo omerale - Artrosi di spalla grave -Lombarizzazione della 1° vertebra sacrale -Rifrattura di gamba - Dismetria degli arti inferiori- Rettificazione del tratto cervicale - Ginocchiorecurvato - Ernia discale intraspongiosa - Piede

cavo - Artrosi d’anca - PseudoartrosiAlessandro Lanzani - 1997 VOLUME 3: Rottura del menisco del ginocchio- Weight lifters syndrome - Condropatia di rotula -Lombalgia in discopatia L5-S1 - Rottura del lega-mento crociato anteriore del ginocchio - Recidiva didistorsione della caviglia - Pubalgia - Instabilità dispalla - Postumi di frattura di gomito - Distorsione

della colonna cervicale - Frattura di omero in unbody builder - Piede piatto - Lombarizzazionedella 1° vertebra sacrale - Rottura del tendined’Achille - Calcificazioni della tibiotarsicaRiccardo Gambaretti - 1998 VOLUME 4: Doppia frattura vertebrale daschiacciamento - Frattura con deformazione acuneo di L1 - Rachi-schisi cervicale -Emilombarizzazione subtotale di S1- Rottura esintesi del tendine rotuleo - Doppia spondilolistesicon artrosi vertebrale - Grave artrosi di ginocchio- Ipertrofia reattiva delle spine tibiali -

Rettificazione cervicale con grave artrosi - Lacera-zione del tendine distale del bicipite brachiale -Frattura di clavicola - Conflitto subacromiale indonna anziana - Rifrattura di ulna - Osteotomia dibacino in artrosi d’anca - Lesione dei legamentidella cavigliaEdoardo Lanzani - 1998VOLUME 5: Concussione coxofemorale epostumi da trauma - Calcificazione sottodeltoideain periartrite scapolo omerale - Degenerazionedel sovraspinato -Frattura tipo colles di radio -Protrusione discale L5 - S1 - Rettificazione deltratto lombare in soggetto giovane - Ernia espul-sa L3 - L4 - Frattura comminuta di tibia -Polifrattura costale e frattura clavicolare -Sindrome cervicale del manager stressato -Frattura del malleolo esterno - Spalla del tennista- Modificazione a cuneo del passaggio lombosa-crale - Frattura esposta di gamba - Os acetaboli- Pinzatura del tendine del sovraspinato

Davide Fogliadini, Alessandro Lanzani - 2005

Pag. 128 Euro 21 ogni volumeOfferta: tutta la seria (5 volumi) a 84 Euro

MAL DI SCHIENA

Il volume affronta il tema del mal dischiena in modo davvero esaustivo.Nella prima sezione guida il lettore alcorretto utilizzo della colonna nella vitaquotidiana e nella pratica sportiva. Laseconda parte raccoglie invece appro-fondimenti sulle patologie e sui mecca-nismi del dolore lombare.

Claudio Corno Alea Edizioni 2001pag. 256 - Euro 26

IL CORPO INDIVISIBILE

La vecchiaia non è una malattia. La gin-nastica per anziani non è uno sport.L’autore psicomotricista Giovanni Ghidiniillustra come strutturare un corso diginnastica per la terza età muovendosifra fisiologia ed emotività, anatomia epsicologia motivazionale, rieducazionefunzionale e programmazione dell’attivi-tà.

Giovanni Ghidini e Alessandro Lanzani Alea Edizioni pag. 112 – Euro 21

CRESCERE CON LO SPORT

Le attività fisiche praticate in età giova-nile contribuiscono allo sviluppo armoni-co dell’organismo, a patto che l’attivitàmo-toria sia corretta e adeguata allecaratteristiche psicofisiche del ragazzoe alla sua particolare fase evolutiva. Ilvolume vuole essere un supporto acompletamento del bagaglio tecnico eprofessionale di ciascun operatore spor-tivo che si trova a contatto con la realtàdell’allenamento giovanile.

Antonio Maone Alea Edizioni 2000 Pag. 160 - Euro 26

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Occhio mano e lateralita

nella pratica sportiva

Focus: equilibrio e coordinazione

Gli esseri umani sono dotati di un minorgrado di bilateralità rispetto agli altri animalie ben presto sviluppano una preferenzalaterale che riguarda l’utilizzo della mano, delpiede/gamba e dell’occhio. Nello sport questoha un impatto significativo da molti punti divista: basti pensare a come la tattica di giocoin uno sport di squadra come il calcio vieneinfluenzata dal fatto di avere a disposizionegiocatori con un buon piede destro piuttostoche sinistro. Eppure, sarebbe possibilesviluppare la coordinazione bilaterale? Erisulterebbe vantaggioso per uno sportivo?

a cura della redazione

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gioso avere un rapporto unilateralee in altri è meglio averlo a croce. Lacorrispondenza occhio-mano èassociata a una migliore perfor-mance negli sport di racchetta:quando l'occhio e la mano domi-nanti sono sullo stesso lato, il cam-po visivo più ampio copre l'area do-ve la maggior parte dell'azione siverifica. Gli individui con domi-nanza mano-occhio incrociatasembrano essere più bravi insport come la ginnastica, la cor-sa e la pallacanestro. Quando lamano dominante e l'occhio domi-nante sono sullo stesso lato delcorpo, il centro di gravità si spostaverso il lato dominante e questo èpenalizzante in sport come la gin-nastica, dove l’equilibrio e la sim-metria dei gesti sono fondamentali:uno spostamento di peso verso illato dominante stimolerà una ten-denza alla torsione, rendendo piùdifficile ottenere un perfetto allinea-mento. Generalmente, le personecon la dominanza mano-occhioincrociata hanno il baricentro piùvicino alla linea mediana del cor-po, e questo conferisce loro un mi-gliore equilibrio e quindi una miglio-re prestazione negli sport in cui èfondamentale mantenere un buonequilibrio e una buona centralità delcorpo. Nei corridori con il lato do-minante simmetrico, per esempio, ilpeso si concentra maggiormenteverso il lato dominante del corpo,producendo una tendenza a devia-re leggermente dalla linea di corsa;questa deviazione deve esserecompensata, costringendo a unosforzo maggiore o aumentando ilnumero di passi per correggere laderiva. Questo può fare la differen-za nelle gare sulla breve distanza.

COORDINAZIONE OCCHIO-MANOLa coordinazione occhio-mano èuna funzione fondamentale dell'uo-mo; è la capacità di coordinare leinformazioni ricevute dagli occhicon i movimenti delle mani al fine direalizzare un compito. È una com-petenza che comincia a svilup-parsi naturalmente fin dal primoanno di vita, quando il bambino si

Studi sviluppati sulla com-petenza musicale hannoconfermato che chi suonastrumenti a tastiera è dota-

to di una coordinazione manualepraticamente simmetrica, soprat-tutto se ha cominciato a studiare lostrumento in giovane età: evidente-mente l’esercizio ha interagitocon il normale processo di svi-luppo della lateralità dominantemigliorando le prestazioni del la-to non dominante.Quindi si può ipotizzare che conl’esercizio il coordinamento bilate-rale sia sicuramente realizzabile an-che nello sport. In realtà la maggiorparte degli allenatori sottovalutal’importanza della relazione fra pre-ferenza laterale e prestazione spor-tiva. Nel complesso, sviluppare lacoordinazione bilaterale può es-sere utile in sport come il baskete l’hockey, che richiedono una ca-pacità prestativa bilaterale: il gioca-tore di basket può palleggiare, rice-vere, passare e tirare la palla conentrambe le mani, così come il gio-catore di hockey può spostare lapresa sul bastone rapidamente pertirare da destra o sinistra, secondonecessità. Al contrario, in sport diracchetta come il tennis e losquash, è importante svilupparetutte le potenzialità del lato do-minante; lo stesso, riferito agli oc-chi, è per gli sport di tiro, in cui l’oc-chio dominante è utilizzato perprendere la mira.

DOMINANZA UNILATERALE O IN-CROCIATAAllo stesso modo è importante veri-ficare anche il rapporto tra i diver-si aspetti di unilateralità, ovverose la parte dominante rispetto amani (handedness), piedi (footed-ness) e occhi (eyedness), sia unila-terale destra o sinistra, oppure siauna combinazione mista.Le persone destrimane con occhiodominante destro hanno una domi-nanza “occhio-mano unilaterale”,mentre quelle la cui dominanza ma-no e occhio è sui lati opposti sono adominanza “occhio-mano incro-ciata”: in alcuni sport è più vantag-

esercita a raggiungere e afferrare glioggetti, portarsi alla bocca il cibo,battere le mani, e arriva a perfezio-narsi intorno al settimo anno di età.La coordinazione occhio-mano èessenziale per lo sviluppo di com-petenze di base come la scrittura,così come per le abilità fisiche piùavanzate legate allo sport. Nella na-turale evoluzione, si sviluppa ancheuna preferenza a essere destri omancini. Le persone che appren-dono una buona coordinazioneocchio-mano in gioventù, man-tengono quelle competenze nel-la loro vita adulta. In ogni caso,anche da adulti è possibile mi-gliorare la coordinazione occhio-mano, esercitandosi in alcune atti-vità particolari, come: - tutti i giochi con la palla e gliesercizi di lancio e presa; posso-no essere svolti anche individual-mente, utilizzando un muro per ilrimbalzo e anche come bersaglio,con una mano alternando o conentrambe le mani;- videogiochi che associano se-gnali visivi con movimenti dellamano; molto indicati i videogiochi“movement-oriented”; - la pratica di uno sport con rac-chetta, come il ping-pong e il ten-nis; ci si può anche esercitare dasoli, facendo rimbalzare ripetuta-mente la pallina sulla racchetta, siacon il palmo della mano rivolto ver-so l'alto, sia verso il basso, che infi-ne alternando un rimbalzo con ilpalmo verso l'alto e uno con il pal-mo verso il basso.Problemi di vista, tra cui miopia eipermetropia, o la perdita di campovisivo, possono impedire una per-fetta coordinazione occhio-mano,come la perdita di campo visivo, incui non si dispone di una gammacompleta di visione. In alcuni sportle capacità visive sono importantitanto quanto lo sono capacità mo-torie come la velocità o la forza esono allo stesso modo addestrabi-li: analizziamole nello specifico.Acuità visiva dinamica: è la capa-cità di vedere chiaramente gli og-getti mentre l’atleta e/o gli oggetti simuovono velocemente (squash,

Focus: equilibrio e coordinazione

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tennis, calcio, hockey).Concentrazione visiva: i nostri oc-chi normalmente reagiscono a tuttociò che accade nel nostro campovisivo (spettatori, altri giocatori, unaereo che passa nel cielo…); laconcentrazione visiva è la capacitàdi schermare queste distrazioni e ri-manere concentrati sulla palla o ilbersaglio.Eye tracking: quando si gioca unosport di palla o con un avversario inrapido movimento, è importanteessere in grado di seguire l’azioneriducendo al minimo il movimentodella testa. In questo modo si man-tiene un migliore equilibrio e si può

reagire alla situazione in modo piùrapido.Memoria visiva: la capacità di ela-borare e ricordare un movimentorapido, o di fissare un momento digioco. L'atleta con una buona me-moria visiva sembra sempre esserenel posto giusto al momento giu-sto.Visualizzazione: è l'abilità checonsente di vedere mentalmentel’esecuzione perfetta del movimen-to che stiamo realizzando, mentregli occhi stanno vedendo e con-centrandosi su qualcosa di diverso(di solito la palla). Visione periferica: gran parte di

Focus: equilibrio e coordinazione

ciò che accade nello sport non av-viene direttamente davanti ai propriocchi, per questo è importante au-mentare la capacità di vederel'azione di lato, senza dover girarela testa.Tempo di reazione visiva: la velo-cità con cui il cervello interpreta ereagisce alle azioni di gioco.Percezione di profondità: con-sente di valutare rapidamente econ precisione la distanza tra il gio-catore, la palla, gli avversari, i com-pagni di squadra, le linee di confinee altri oggetti.

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Lo sviluppodelle capacita

coordinativein eta evolutiva

Focus: equilibrio e coordinazione

L’espressione più tangibile delle capacitàcoordinative è l’apprendimento delle abilitàtecnico-motorie di una disciplina sportiva. Èdifficile misurare quanto possa essere inpercentuale il loro reale intervento all’interno diuna prestazione sportiva, ma è certo che nelgiovane un buon comportamento motorio si basasu una buona esperienza di capacità coordinative.Per questo devono essere allenate il piùprecocemente possibile, fin dall’età prescolare.

di Antonio Maone

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quindi permette il controllo o di an-ticipare un movimento. L’impor-tanza di questa capacità è notevolenei giochi sportivi dove il movimen-to si aggiusta continuamente in ba-se alle situazioni di gara.3. Capacità di differenziazione: èla capacità che permette di diffe-renziare i parametri dinamici, tem-porali e spaziali del movimento. Èimportante in tutti gli sport dove ènecessario “saper dosare” il movi-mento o il gesto tecnico. Per esem-pio le spinte sui pedali nel ciclismoin percorsi in salita o in pianura o alvariare dei diversi rapporti. Lo stes-so rilassamento muscolare può es-sere considerato un’espressione diquesta capacità. È determinantenell’apprendimento e nell’esecuzio-ne di qualunque esercizio, per lagiusta tensione muscolare e modifi-cazione angolare dei segmenti cor-porei che è in grado di determinare.La differenziazione è inoltre impor-tante in tutti gli sport in cui si devo-no assumere posture e comunqueimitare figure; in questo caso è laresponsabile della precisione e del-l’eleganza della figura. 4. Capacità di equilibrio: è la ca-pacità che permette di mantenere oristabilire il corpo in equilibrio du-rante e dopo la realizzazione di mo-vimenti. È coinvolta nei gesti atleticiche richiedono spostamenti rapidi

Le capacità coordinative so-no una serie di capacità fon-date sulle esperienze moto-rie, in grado di determinare

processi di organizzazione, control-lo e regolazione del movimento inmodo specifico e adeguato alle si-tuazioni. I presupposti anatomiciper le richieste coordinative sisviluppano sulla base dei mecca-nismi funzionali del sistema ner-voso e degli organi di senso (ana-lizzatori visivo, acustico, vestibola-re). L’espressione più tangibile dellecapacità coordinative è l’apprendi-mento delle abilità tecnico-motoriedi una disciplina sportiva e la capa-cità di renderle disponibili nelle variesituazioni di prestazioni sportive. Èdifficile misurare quanto possa es-sere in percentuale il loro reale inter-vento all’interno di una prestazionesportiva. È certo che nel giovane unbuon comportamento motorio,adeguato alle situazioni, si basa suuna buona esperienza di capacitàcoordinative. LE COMPONENTI DELLA COORDI-NAZIONEBlume suddivide la coordinazionein 7 capacità.1. Capacità di abbinamento: è lacapacità di coordinare movimenti disegmenti del corpo, singoli o multi-pli, in un movimento globale direttoa uno scopo. Per esempio combi-nare i movimenti della corsa con ilsalto, pedalare da seduto o in piedi,combinare elementi della ginnasti-ca artistica o di altri sport tecnici inuna continua successione standar-dizzata. La coordinazione segmen-taria del corpo serve a coordinarel’azione di diversi segmenti corpo-rei. Per esempio: tronco-gambe-braccia nell’atletica leggera, nelnuoto, nel canottaggio o negli sportdi squadra come basket, pallavolo,calcio dove, oltre a coordinare isegmenti corporei, è necessarioamalgamare anche le sequenzetecniche dei fondamentali.2. Capacità di orientamento spa-zio-tempo: è la capacità che per-mette di modificare la posizione e ilmovimento del corpo in riferimentoa uno spazio d’azione ben definito,

o acrobatici, variazioni improvvisedi appoggi, brusche accelerazioni.5. Capacità di reazione: è la capa-cità di reagire a stimoli, eseguendoin risposta un segnale motorio op-portuno con una velocità adeguataallo stimolo. Le capacità di reazionepossono essere semplici quando sitratta di reagire a segnali previsti econosciuti con movimenti già predi-sposti e univoci, complessi quandosi reagisce a stimoli non conosciutie non previsti con un’ampia gam-ma di risposte possibili.6. Capacità di trasformazione: èla capacità che permette di adatta-re l’attività motoria della propriaazione in base a mutamenti improv-visi o del tutto inattesi di situazioni,tali da richiedere un’interruzione delmovimento. È ciò che avviene peresempio nelle finte.7. Capacità di ritmizzazione: è lacapacità che permette di adattare imovimenti del corpo a un ritmoesterno o interno. Il ritmo nell’ap-prendimento di molti gesti sportivipermette di variare la sequenza delgesto atletico senza sopportareparticolari costi energetici.

QUANDO SVILUPPARE LECAPACITÀ COORDINATIVEIl periodo più sensibile allo svi-luppo delle capacità coordinati-ve va dai 7 anni di età fino ai 10-

Fig. n°1 - La fascia chiara indica il generale periodo della fase sensibile, mentrequella scura mostra il momento in cui, attraverso un allenamento finalizzato, si puòottenere un accentuato sviluppo della capacità in questione.

Focus: equilibrio e coordinazione

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11 anni per le femmine e 12 anniper i maschi, tuttavia è importan-te iniziare a stimolare le capacitàcoordinative già prima dei 6 anni,in età prescolare, con giochisportivi contenenti gli schemimotori di base. Questa esigenza èdettata dal fatto che lo sviluppo delsistema nervoso è molto attivo nel-la prima decade di vita. Circa il 75%della destrezza (intesa come l’insie-me delle capacità coordinative) vie-ne raggiunto a 10 anni nel sessofemminile, e a 12 anni nel sessomaschile. Dopo i 12 anni la dinami-ca dello sviluppo della coordinazio-ne è minore. In età prepubere cisono tutti i presupposti anato-mo-fisiologici per lo sviluppodelle capacità coordinative, poi-ché i bambini hanno un baricen-tro basso e sono sciolti nelle arti-colazioni con rapporti favorevolifra forza e leve.Per quanto riguarda l’acquisizionedelle abilità motorie intesa cometecnica dei vari sport, una primafase sensibile è situabile tra gli 8-11 anni per le femmine e i 12-13anni per i maschi. Un esempio civiene dalla ginnastica artistica dovenon è raro vedere bambine o bam-bini di 9-10 anni svolgere esercizimolto complessi anche come tec-

nica di esecuzione. Una secondafase sensibile è nel periodo ado-lescenziale, e cioè tra i 13-14 anninei soggetti di sesso femminile e in-torno ai 15 anni tra i soggetti di ses-so maschile. L’apprendimento dellatecnica sportiva in questo caso èperò vincolata dallo sviluppo dellecapacità di forza. Negli adolescentiquesta seconda fase favorevole al-l’apprendimento motorio può nonverificarsi se ci sono state carenzenella precedente formazione dellecapacità coordinative. L’apprendi-mento in questo periodo sarà piùdifficoltoso anche per il prevalere dialtri interessi che rende l’adole-scente poco disponibile ad appren-dere i movimenti (fig.1).

BIBLIOGRAFIA Blume D.D., “Posizioni tecniche essenziali perlo sviluppo delle capacità coordinative”; SdS,1982.Winter R.: Le fasi sensibili. SDS 122-129n.28/29 1993Baur J.: Allenamento e fasi sensibili. SDS 130-134 n.28/29 1993Starosta W., Hirtz P.: L’esistenza di periodisensibili e critici nello sviluppo dellacoordinazione motoria. SDS 138-142 n.28/291993Martin D., Klaus K., Klaus L.: Manuale di teoriadell’allenamento- Società Stampa Sportiva1997Manno R.: Fondamenti dell’allenamento

Focus: equilibrio e coordinazione

sportivo- Ed. Zanichelli 1993Bosco C.: La forza muscolare - SocietàStampa Sportiva 1997Donati F.,Lai G., Marcello F., Masia P.: Lavalutazione nell’avviamento allo sport -Società Stampa Sportiva 1994.Carbonaro G, Madella A., Manno F., Merni F.,Mussino: La valutazione nello sport dei giovani- Società stampa Sportiva 1988.Harre D.: Teoria dell’Allenamento - SocietàStampa Sportiva 1972.

AANNTTOONNIIOO MMAAOONNEEMedico specialista in Medicina dello Sporte in alimentazione applicata alle attivitàsportive, ha collaborato con la Sez. Medicadella FIGC presso il Centro TecnicoFederale di Coverciano (FI), e con il Dip. diFisiologia e Biomeccanica dell’Istituto diScienze dello Sport CONI di Roma,occupandosi di valutazione funzionaledell’atleta. Esperto in Metodologiadell’allenamento e studioso delmetabolismo energetico è Direttore delCentro di Medicina dello presso ProsperiusDiagnostic Center Firenze. Svolge inoltreattività di consulenza con aziende disettore impegnate nello studio eprogettazione di nuovi dispostivi,tecnologie e ambienti per il benessere e lacura della persona.Con Alea edizioni ha pubblicato il libro“Crescere con lo sport”, manuale diapprofondimento per l’attività fisica in etàevolutiva dedicato ad allenatori, istruttori einsegnanti di educazione fisica che sioccupano in prima persona del “ragazzosportivo”.

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lesso miotatico fasico, il riflessomiotatico tonico e il riflesso in-verso da stiramento. Il significatofunzionale di questi riflessi è quellodi mantenere la postura, control-lare la lunghezza e la forza mus-colari e facilitare la locomozione.Cosa succede, per esempio, in se-guito a una distorsione di caviglia?Il comparto legamentoso, ricco direcettori propriocettivi, subisce unostiramento. L’articolazione rag-giunge una posizione che non eraprecedentemente compresa tra glischemi motori immagazzinati nellamemoria del Sistema Nervoso

Esiste un continuo scambiodi messaggi tra l'ambienteesterno e quello interno: ilsistema nervoso periferico

smista le informazioni tra muscoli,tendini e sistema nervoso centrale.Questo particolare sistema dà vitaa una sensibilità particolare dettapropriocettività. La propriocettiv-ità è la capacità del sistema ner-voso di gestire la posizione deidiversi segmenti corporei nellospazio. A livello neurologico questacapacità è gestita dai riflessi spinali,indipendenti dalla volontà. Fannoparte dei riflessi propriocettivi il rif-

Centrale. Da questo momento leinformazioni inviate dai recettoripropriocettivi legamentosi al mi-dollo spinale comprenderannoanche la posizione di lussazionearticolare che, in seguito all’es-perienza distorsiva, sarà entrataa far parte della memoria cen-trale. Senza una corretta riedu-cazione l’articolazione presa inconsiderazione sarà soggetta a re-cidive distorsive. E i muscoli? Nonsono in grado di gestire la situ-azione? A parte il fatto che la com-ponente muscolare a livello dellacaviglia non è sufficiente a gestire,

Focus: equilibrio e coordinazione

La propriocettività è la capacità del si-stema nervoso di gestire la posizionedei diversi segmenti corporei nellospazio. Nel campo del fitness il train-ing propriocettivo è spesso erronea-mente trascurato: l’inserimento disemplici e-sercizi che richiedonopochi minuti potrà regalarci diversibenefici. Migliorare il nostro equilibrioottimizzerà l’esecuzione tecnica deigrandi esercizi, soprattutto squat epanca piana, migliorerà il nostro stiledi corsa e, fatto più importante, pre-verrà eventuali infortuni.

Equilibrio epropriocezionedi Davide Traverso [email protected]

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Focus: equilibrio e coordinazione

DAVIDE TRAVERSOOsteopata D.O. presso la IEMO di Genova,laureato in Scienze Motorie pressol’Università di Torino, Master Europeo inOsteopatia presso Università di Bruxelles.Personal trainer presso centri fitness diGenova dal 2001, specializzato in bodybuilding, fitness e rieducazione fun-zionale. Docente presso laFormaMentisOlistica Academy. È stato do-cente di corsi di massaggio Tradizionale.Pratica la libera professione di osteopataa Genova. www.chinesiologiaglobale.it.Con Alea edizioni ha pubblicato il libro“Cross Fitness Training”.

in posizioni articolari estreme, lesollecitazioni date dal peso cor-poreo, la velocità di reazionemuscolare volontaria è più lentadella reazione comandata dal-l’arco riflesso spinale. In altre pa-role, la contrazione arriverebbetroppo tardi. Questa situazione siripete non solo per quel che riguar-da i traumi della caviglia, ma in tut-ti gli eventi traumatici articolari(spalla, ginocchio, anca ecc.)che creano una lussazione o unasublussazione.

TRAINING PROPRIOCETTIVOLa ginnastica propriocettiva è utiliz-zata soprattutto in fase di recuperoda infortuni; tuttavia molti sportivi dilivello la utilizzano per migliorare leloro prestazioni e prevenire gli infor-tuni. Nel campo del fitness il trai-ning propriocettivo è spesso er-roneamente trascurato: l’inseri-mento di semplici esercizi cherichiedono pochi minuti potrà re-galarci diversi benefici. Migliorareil nostro equilibrio ottimizzerà l’ese-cuzione tecnica dei grandi esercizi,soprattutto squat e panca piana,migliorerà il nostro stile di corsa e,fatto più importante, preverrà even-tuali infortuni. Come possiamo allenare la nos-tra capacità propriocettiva?Esistono strumenti specifici, tavo-lette e dischi a diversa stabilità, checi permettono di allestire un vero eproprio percorso cognitivo. Questistrumenti ci permettono di eseguireun training di alto livello e di ot-tenere velocemente buoni risultati.Tuttavia possiamo organizzare unallenamento propriocettivo sen-

za particolari attrezzi. Per iniziareè sufficiente mantenere l’equilibriosu un piede solo, meglio senzascarpe, a occhi chiusi (chiudendogli occhi si elimina l’afferenza dellavista, importantissima per l’equilib-rio, chiedendo una prestazionemaggiore a tutte le altre strutturedeputate a questa funzione). Perprogredire di livello possiamo starein equilibrio su un asciugamano ar-rotolato, aumentando il grado di in-stabilità. Se esiste la necessità o larichiesta di sviluppare questo as-petto del fitness in modo più impor-tante, possiamo utilizzare unoskateboard come strumento dilavoro, un attrezzo che richiedeun certo impegno, soprattuttomentale. Propongo tre esercizi periniziare a utilizzare lo skateboard,che stimoleranno lo sviluppo dell’e-quilibrio in modo eccezionale.GO AND STOP. Il soggetto è in po-sizione eretta, con un piede sulloskate e uno a terra. Il piede a terraimprime la spinta e si solleva facen-do un passo, per poi riappoggiarsie bloccare la pattinata (fig. 1 e 2). PASSO PATTINATO. Stessa posizionedi partenza dell’esercizio prece-dente. In questo caso il piede dispinta non atterrerà nel tempo di unpasso, ma lascerà proseguire lapattinata per un tempo più lungo,senza stopparla completamentequando tocca terra.L’EQUILIBRISTA. Nel momento in cuila persona ha acquisito dimes-tichezza con i due esercizi prece-denti ed è in grado di eseguirli sen-za difficoltà, possiamo proporrequalcosa di più impegnativo.Quest’esercizio consiste nel man-

tenersi in equilibrio con un piedesolo sullo skate, dopo aver impres-so la spinta, mentre questo è inmovimento. La gamba non in ap-poggio sulla tavola rimarrà legger-mente piegata e pronta a tornare aterra in ogni momento. Le bracciasaranno divaricate per aiutare ilmantenimento dell’equilibrio (fig. 3).Utilizziamo quest’ultimo eserciziosolo quando il cliente è sicuro e hapreso confidenza con l’attrezzo, inquanto comporta un rischio, sep-pur minimo, di caduta.Nell’esecuzione di tutti e tre gli e-sercizi chiediamo di tenere il bustoleggermente sbilanciato in avanti,come nella posizione che si usa perpattinare, in modo da evitare lecadute all’indietro. Sempre nell’otti-ca dello sviluppo dell’equilibrio,possiamo organizzare uscite conpattini a rotelle o sul ghiaccio.Queste attività, oltre che stimolarelo sviluppo dell’equilibrio, sono ot-time per potenziare gli arti inferiori ela muscolatura addominale.

Figura 1 Figura 2 Figura 3

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Focus: equilibrio e coordinazione

e prevenzionedelle cadute

In un ambiente così “diverso” dal nostroquotidiano, la prevenzione delle caduteavviene soprattutto grazie alla grandestimolazione sensoriale: i suoni sono

percepiti in modo diverso; la luce e i colori siriflettono sull’acqua mai ferma; gli oggetti

immersi sembrano muoversi; i nostripropriocettori sono parzialmente inibiti. La

percezione del nostro corpo cambia così alvariare della velocità di esecuzione, con un

accentuarsi della pressione esterna e con leinterferenze date da riverbero e dalla

turbolenza del fluido.

Attivita in acqua

di Luigi Vecchio [email protected]

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In Italia sempre più persone prati-cano ginnastica in acqua.Secondo fonti autorevoli abbia-mo quasi 1.400.000 frequenta-

tori, di cui circa otto per cento ol-tre i sessant’anni, su un totale di“acquatici” italiani di quasi seimilioni, con undici per cento ol-tre i sessant’anni (Fonte:European Acquatic Association).La mia personale esperienza legataalla realizzazione e alla gestione didue impianti natatori coperti di pic-cole dimensioni parte nel 1995, an-no in cui la ginnastica in acqua ini-zia la sua forte crescita.La ginnastica in acqua viene propo-sta in numerose varianti dai nomidiversi. In sostanza le differenze piùevidenti riguardano: l’utilizzo di pic-coli e grandi attrezzi, l’uso della mu-sica e le scelte coreografiche. Levariabili più importanti riguardanoinvece la profondità dell’acqua, latemperatura dell’acqua e dell’aria,la filtrazione e la disinfezione del-l’acqua, alcune scelte strutturali,come per esempio la forma dellavasca e il rivestimento della stessa. La piscina può essere ritenuta illuogo ideale per l’attività fisica dipersone in età avanzata? Per ri-spondere occorre tener conto di al-cuni fattori. Innanzitutto, è neces-sario ricordare che un corpo im-merso in un fluido è soggetto adalcuni fenomeni di tipo fisico, pri-mo fra tutti quello descritto daArchimede, secondo il quale il cor-po immerso in un fluido riceve unaspinta dal basso verso l’alto pari alpeso del fluido spostato. Per esem-pio il peso di un uomo immerso inposizione verticale fino allo sterno siriduce al 40%. Secondo la Leggedi Pascal, inoltre, il corpo subisceuna pressione idrostatica crescentecon il crescere della profondità.Così, con un solo metro di altez-za dell’acqua abbiamo un incre-mento di pressione di circa il10%. Oltre a ciò questo corpo ruo-ta su se stesso fino a quando il vet-tore della forza peso si trova sullastessa linea del vettore della spintadi galleggiamento. Se poi a immergersi è una persona,

Focus: equilibrio e coordinazione

abbiamo anche una serie di modi-ficazioni fisiologiche. Per quantoriguarda la circolazione sangui-gna si riscontra un aumento dellastessa a parità di frequenza cardia-ca, con un aumento della gittatasistolica e del ritorno venoso. Aquesto aggiungiamo la centralizza-zione del volume ematico, l’aumen-to della diuresi e della natriuresi.Anche la circolazione linfatica au-menta. Per quanto riguarda l’ap-parato respiratorio, a causa del-l’aumento di pressione sulla gabbiatoracica aumenta il lavoro dei mu-scoli respiratori. Grazie all’effettomiorilassante dell’acqua abbiamoanche una maggiore flessibilitàmuscolare a vantaggio di unamaggior mobilità articolare .Diminuisce il carico sulle articola-zioni ed è possibile incrementareil tono muscolare anche in pre-senza di ipotonia. Questo perchél’acqua può essere utilizzata co-me se fosse una macchina isoci-netica perfetta, dove la resistenzaesterna di un movimento varia alvariare della velocità di esecuzione,istantaneamente e in proporzionequadrata. Il tutto con inerzia ridot-tissima. Grazie al movimento in ac-qua abbiamo inoltre un maggiorassorbimento dell’acido lattico,una migliore calcificazione os-sea, una migliore cicatrizzazionedei tessuti e la produzione di be-ta-endorfine. Da non trascurare,infine, lo scambio termico con l’am-biente che cambia con il variaredelle temperature.

RIORGNIZZARE LE INFORMAZIONIIn un ambiente così “diverso” dalnostro quotidiano, la prevenzionedelle cadute avviene soprattuttograzie alla grande stimolazionesensoriale: i suoni sono percepitiin modo diverso; la luce e i colori siriflettono sull’acqua mai ferma; glioggetti immersi sembrano muover-si; i nostri propriocettori sono par-zialmente inibiti. La percezione delnostro corpo cambia così al variaredella velocità di esecuzione, con unaccentuarsi della pressione esternae con le interferenze date da river-

bero e dalla turbolenza del fluido. Occorre a questo punto introdurre ilconcetto di “metacentro”. Per laspinta di galleggiamento il bari-centro terrestre perde importan-za e il corpo tende a ruotare at-torno a un nuovo punto: questo èil metacentro, che cambia posi-zione con il cambiamento di po-stura della persona. Così la per-sona si trova a dover continuamen-te riorganizzare le informazionisensoriali, comparando la suaesperienza acquisita a nuove varia-bili. Ricordiamo che in acqua sipossono assumere posizioni cheassunte fuori farebbero cadere lapersona. Chi ha problemi di equi-librio, o chi ha subito traumi, puòmuoversi sostenuto e frenatodall’acqua senza temere caduteimprovvise.Le sole controindicazioni all’atti-vità in acqua sono: - ferite aperte e piaghe- infezioni interne- otiti- insufficienza respiratoria grave.Tengo a sottolineare che l’attivitàin acqua è per tutti, non è esclu-siva di chi ha sempre nuotato.Infatti anche le maggiori paurepossono essere superate grazieal supporto di un mediatore: unprofessionista con adeguata co-noscenza tecnica, competenzaeducativa, preparazione meto-dologica. Molte persone non abi-tuate a frequentare piscine scopro-no in età avanzata il piacere dimuoversi in acqua, e ritrovano vita-lità e benessere.

LLUUIIGGII VVEECCCCHHIIOODocente di ”Attività motoria adattata”,Corso di Laurea in Educazione MotoriaPreventiva e Adattata, Università degliStudi di Pavia, è gestore del nuovoCentro IDEA BLU di via Solferino 70 aPaviawww.ideablu.com

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Focus: equilibrio e coordinazione

la sinergia delmovimento

Una “macchina” meravigliosa in cui ognisingolo ingranaggio è correlato alsuccessivo e al precedente in modo daottenere la massima efficacia con il minordispendio energetico; sebbene questasembri la recensione di un’automobile aridotto impatto ambientale, è invece ilriassunto di ciò che avviene nel corpoumano dove i diversi sistemi sonostrettamente correlati garantendonel’integrità e l’equilibrio: l’omeostasi.

Yoga ed equilibrio:

di Alessandra Dozio (medico e insegnante della scuola Kriya Yoga Maha Sadhana)

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Ogni movimento è resopossibile dall’attivazione diuna complessa rete costi-tuita da muscoli, vie ner-

vose e recettori che, grazie al con-trollo di sistemi integrati, consente ilfine controllo della posizione del cor-po e dei suoi segmenti in fase staticae dinamica, ovvero l’equilibrio.Risulta importante sottolineare comenella stazione eretta si abbia l’inter-vento di diverse forze che hanno loscopo di mantenere il controllo po-sturale. Questo deve provvedere a:- controbilanciare la forza di gra-vità impedendo al tronco e agli artidi flettersi e cadere a terra grazie allacontrazione tonica della muscolatu-ra antigravitaria (fase importante sianell’immobilità che durante il movi-mento);- correggere ogni spostamentodel baricentro in modo da mante-nerlo nel poligono d’appoggio;- recuperare la stazione erettaqualora sia stata persa;- fornire un punto fisso rispetto alquale si possano articolare i movi-menti dei singoli segmenti.

UN ESERCIZIO PER COMPRENDEREDopo questa breve introduzione,proponiamo un esercizio: posizio-narsi in stazione eretta, piedi uniti,cercando di allineare la colonna ver-tebrale e portando lo sguardo al-l’orizzonte; in questa posizione ini-ziamo a spostare l’attenzione sul no-stro corpo, sull’appoggio e sulleoscillazioni che compiamo. Dopoaver analizzato ogni distretto ripetia-mo a occhi chiusi e ascoltiamo ciòche succede: le oscillazioni diventa-no più ampie e la contrazione mu-scolare è maggiormente percepibile;grazie a questi adattamenti il nostroappoggio non cambia.Questo semplice esercizio ci con-sente di comprendere quanti sistemiintervengono nel controllo dell’equili-brio statico e durante il movimento:- sistemi sensoriali, che forniscono

Focus: equilibrio e coordinazione

informazioni sulla posizione del sog-getto relativa all’ambiente circostan-te tramite il sistema somatoestesico(propriocezione) e quello visivo, e in-dicazione relative alla posizione as-soluta rispetto allo spazio inerzialesistema vestibolare;- sistemi d’integrazione del se-gnale quali cervelletto, encefalo emidollo spinale;- sistemi di segnali che, tramite vieafferenti, efferenti, giunzioni neuro-muscolari e i riflessi spinali, consen-tono l’azione diretta dei centri d’inte-grazione sull’apparato muscolare;- sistema muscolo-scheletrico,che rappresenta l’effettore macro-scopico del movimento.Sebbene in qualsiasi semplice movi-mento vi sia equilibrio, questo puòessere sviluppato portando a unmaggior controllo sulle risorse delproprio corpo.

ASANALo Yoga è un’antica disciplina fon-data sullo studio dell’equilibrio del-l’uomo inteso come unità corpo-mente-spirito. Grazie ai suoi stru-menti, Asana (postura), Pranayama(respirazione) e meditazione (kriya),consente di acquisire una maggiorconsapevolezza dei propri mezzi epossibilità. Lo strumento principeche lo Yoga ci offre sono gli ?sana,che non sono semplici posizioni delcorpo, ma conquiste sempre più finidel nostro essere e della nostra con-sapevolezza: riusciamo a scoprire ilnostro corpo, le nostre potenzialità,a superare le difficoltà grazie all’ap-plicazione di tecniche di respirazionee di concentrazione che innescanocon il tempo degli automatismi natu-rali. L’applicazione del metodoKYMS, Kriya Yoga Maha (Grande)Sadhana (Pratica), con i suoi pro-tocolli di allenamento, consente diacquisire una più fine capacità dimovimento e di mantenimento diposture dell’equilibrio, portandoquindi a una maggior consapevolez-

za delle grandi risorse motorie chesi hanno a disposizione. Questoaspetto dell’equilibrio, inteso co-me risorsa, può essere sottova-lutato, nonostante sia di grandeimportanza: basti pensare a coloroche hanno difficoltà motorie dovutea problemi sia banali, quali algiecorrelate a vizi posturali, sia più gra-vi, da deficit funzionali causati dalesioni ischemiche cerebrali o pato-logie articolari che riducono la ca-pacità motoria. Il significato diAsana è “postura stabile e con-fortevole”: eseguire la posizionevuol dire esprimere uno stato diequilibro perfetto in cui il nostro es-sere è completamente presente,consapevole e attivo, senza peròvivere lo stress del fare. Un esempio di lavoro di preparazio-ne si può avere studiando la postu-ra di Vrksasana (il classico albero).Si tratta di una postura relativamen-te facile, che però richiede alcunielementi chiave:1. lo studio della propria linea me-diana e dell’appoggio plantare;2. fissare lo sguardo all’orizzonte;3. la capacità di rilevare le variesensazioni e attivare i meccanismidi stabilizzazione e di compensa-zione;4. rilevare e fortificare il baricentro;5. attivare il tono addominale;6. contrarre glutei e quadricipitedell’arto di sostegno;7. mantenere la consapevolezzadel respiro e possibilmente seguir-ne il flusso nella fasi di inspiro - pau-sa – espiro.

ASANA DI EQUILIBRIODal libro “Praticare 21 Asana -metodo KYMS” riportiamo alcuniestratti relativi ad Asana di equilibrio.POSTURA DELL’ALBERO CON IL GINOC-CHIO RIVOLTO VERSO IL BASSO (fig. 1).L’Asana favorisce:- il miglior controllo del corpo nellasua totalità, con attivazione dei mec-canismi di aggiustamento posturale;

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- Il miglioramento del controllo po-sturale, equilibrio e orientamentonello spazio;- la stimolazione propriocettiva e lamigliore stabilità e distribuzione delpeso;- l’appoggio monopodalico rafforzale strutture articolari del ginochhio edella caviglia;- la coordinazione neuromotoria.Fase 1. Tadasana posizione orto-staticaFase 2. In equilibrio si afferra il dorsodel piede con la mano opposta, tra-zionandolo in direzione della crestailiaca controlateraleFase 3. Contrapposizione del dorsodel piede alla linea inguinale, addu-cendo il ginocchio in direzione dellalinea mediale del corpoFase 4. Spinta del ginocchio verso ilbasso e in direzione della linea me-diale del corpo con contemporaneaflessione a 180° degli arti superiori eposizionamento in Anjali Mudra:Adro Janu Vrksasana.DA TADASANA IN SIRSASANA (fig. 2).Questo Asana favorisce:- il miglioramento e il controllo po-sturale, l’equilibrio e l’orientamentonello spazio;- la coordinazione neuromotoria;- il miglioramento del tono, della for-za e della resistenza;- la diminuzione della tensione mu-scolare;- la stimolazione dell’attività cardio-circolatoria;- la stimolazione della muscolaturaprofonda;- la riduzione della pressione intradi-scale.

Focus: equilibrio e coordinazione

Fase 1. Tadasana, posizione orto-statica.Fase 2. Flessione del busto con ap-poggio delle mani sovrapposte acoppa.Fase 3. Appoggio degli avambraccicon allineamento dei gomiti allespalle.Fase 4. L’inserimento del capo tra lemani, l’appoggio della zona parieto-frontale (sommità della fronte) e lapressione degli avambracci e deigomiti a terra evitano il sovraccaricodel tratto cervicale favorendone ilsuo allungamento;Fase 5: estensione degli arti supe-riori con attivazione della muscolatu-ra addominale e glutea;Fase 6: estensione completa conraggiungimento della verticalità,Sirsasana

Figura 1

Figura 1

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CORSI CORSI MASTER

STAGE

OPERATORE DI FITNESS METABOLICO (a distanza)

FITNESS TRAINER

PERSONAL TRAINER

MASSAGGIO SPORTIVO

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CORSI 1° livello

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IscrizioniQuanto costa: 534 euro entro il 31dicembre; 564 euro entro il 31 gennaio;600 euro per iscrizioni successive. Prezzi Iva inclusa.La quota è comprensiva di:- 30 euro di iscrizione alla scuola (validitàannuale)- accesso alle lezioni- materiale didattico, dispense ad ognilezione- esame per il conseguimento della cer-tificazione di Istruttore di Fitness Trainer- nel caso la certificazione non vengaconseguita al primo esame è previsto unsecondo esame gratuito alla sessionesuccessiva.Modalità di pagamento- Versamento postale: Conto correntepostale n° 26993204 Intestato ad AleaEdizioni, via Sapeto, 5 20123 Milano- Bonifico bancario: CC 48054 intestatoa: Alea Edizioni Banca Popolare diMilano Ag. 7Codice IBAN: IT 43 Q 05584 01607000000048054Inviare via fax al n°0258111116, o viamail a [email protected], la fotocopia della ricevuta delversamento con il nome dell´iniziativascelta e i dati personali completi di un re-capito telefonico e un'e-mail (codice fis-cale e/o partita IVA obbligatori).Prossima edizione di questo corso: apartire da sabato 12 maggio (formula es-tiva, concentrata su 5 fine settimana)

56esima edizione del corso che più ditutti ha consolidato negli anni l’immagi-ne della Scuola di Professione Fitness.Su una base di conoscenza completa epolivalente, costruisce gli strumenti peraffrontare la realtà diversificata delle at-tività in palestra.

A chi è rivolto?A tutti gli appassionati di fitness.Sempre più numerosi i diplomati ISEF ei laureati in scienze motorie scelgonoquesto corso per il completamento del-la loro preparazione specifica in ambitofitness.

PROGRAMMAParte teorico-scientifica - Anatomia umana dell’apparato loco-motore - Anatomia funzionale- Fisiologia della contrazione muscolaree metabolismo energetico - Biomeccanica del movimento - Biomeccanica irrazionale - Studio degli attrezzi e delle loro moda-lità di utilizzo - Analisi dei frequentatori del club- Tecniche e metodologie d’allenamento- I paramorfismi- Alimentazione- Doping- Anamnesi motoria - Il recupero funzionale dell’atleta infor-tunato

Laboratori di anatomia e seminaritecnici con la visione di supportivideo.Come lavorare su:- addominali e paravertebrali- cingolo scapolare - pettorali e dorsali- arti superiori- arti inferiori- Cenni di ginnastica correttiva, antalgi-ca e stretching- Come costruire un programma d’alle-namento- Allenamento cardiovascolare - Esame obiettivo motorio

FITNESS TRAINERFITNESS TRAINER

Durata del corsoIl corso è articolato in 13 incontri di unagiornata ciascuno, con lezioni teoriche,laboratori di anatomia e seminari tecni-ci con l'utilizzo di supporti multimediali.Le lezioni si svolgono sempre di saba-to, a partire da sabato 18 febbraio,con cadenza settimanale. È necessariofrequentarne almeno l'80% per poteraccedere all'esame di fine corso perconseguire la certificazione di Istruttoredi Fitness Trainer. Orari- inizio lezioni ore 10- break di dieci minuti ore 11,30- pausa pranzo di 30 minuti ore 13- fine lezione ore 17.Dove: Milano, Sala De Amicis Via DeAmicis, 17 .Via de Amicis 17 è in zona centrale a600 m. da piazza del Duomo. Si consi-glia di venire con i mezzi pubblici, even-tualmente parcheggiando l'auto pressouna fermata qualsiasi del metro.linea metro 2 verde : fermata Sant'Am-brogio.Esami: quiz a risposta multipla, collo-quio orale e prova pratica.

Page 29: FitMed n°12/2011

Il personal trainer come operatore mo-torio, referente psicologico e imprendi-tore. Il corso affronta argomenti tecnici,comunicativi, gestionali e di marketing.L’obiettivo è ottimizzare le risorse per-sonali per gestire con successo unamoderna libera professione.

A chi è rivolto?A tutti i diplomati ISEF, i laureati inscienze motorie o fisioterapia conesperienza di istruttori e a tutti gli istrut-tori e preparatori atletici con un diplomavalido rilasciato da una federazione.

PROGRAMMADefinizione e ambito di lavoroCaratteristiche personali, target di riferi-mento, qualificazione professionale,gestione del tempo. Come operare neiclub e nelle abitazioni private. Le attrez-zature necessarie.Aspetti chinesiologici e posturaliBasi scientifiche della chinesiologia e del-l’analisi posturale. Valutazione dell’elasti-cità muscolare, della mobilità articolare edel trofismo muscolare. Impostazione diun protocollo di lavoro tipo.Composizione corporea e antropo-plicometriaCos’è l’antropoplicometria. Perché la pli-cometria. Procedura delle misurazioni pli-cometriche. Rilevazioni e descrizione deipunti di repere per le pliche. Rilevazioni edescrizione delle circonferenze.Body Mass Index (BMI). Body Fat Index(BFI) Indice Globale di Rischio (GRI)Basic Life Support (BLS)Modalità di primo soccorso, manovredi salvataggio e prove pratiche con ma-nichino.Educazione alimentareL’educazione alimentare comincia dallaconsapevolezza. Il principio biologicodella regolazione: l’omeostasi comelegge del vivente. Condizioni da rispet-tare e necessità da soddisfare. La viadel dimagrimento fisiologico, stabile eduraturo Un’alimentazione a basso in-dice e carico glicemico. Malattie meta-boliche e malatt ie inf iammatorie.L’attività fisica quale ausilio del dimagri-mento e come interazione per la funzio-nalità generale. Alimentazione e fabbi-sogni specifici: criteri e meccanismi dicalcolo. L’educazione alimentare e le li-nee guida generali: la didattica e gli stru-

menti semplici per sé e per il cliente.Test di valutazione funzionale: i nuo-vi FIX metabolici.Controindicazioni e limiti dell’attivitàfisica in presenza di patologie metabo-liche e da sedentarismo: protocolli diintervento in presenza di ipertensione,cardiologia, diabete, asma.Strategie di marketingProposte pratiche per mettere sul mer-cato il servizio di personal training.Strumenti di fitness marketing di base,passaparola organizzati, analisi delmercato, ricerca della clientela, comu-nicazione e rapporto cliente-trainer, ca-pacità di autopromozione.Aspetti fiscali e legaliIl libero professionista, apertura dellapartita IVA, tenuta dei libri contabili, pa-gamento delle tasse. Responsabi-litàprofessionale e legale, responsabilitàdel cliente e del centro fitness, comestendere un contratto, assicurazione.

Durata del corsoIl corso è articolato in 6 incontri di unagiornata ciascuno, con lezioni teorichee pratiche, ragruppati in tre fine setti-mana, a partire da sabato 18 febbra-io. È necessario frequentare almenol'85% delle lezioni per poter accedereagli esami di fine corso per la qualificadi Personal trainer. Orari- inizio lezioni ore 10- break di dieci minuti ore 11,30- pausa pranzo di 30 minuti ore 13- fine lezione ore 17.Dove: Milano, Sala De Amicis Via DeAmicis, 17 .Via de Amicis 17 è in zona centrale a600 m. da piazza del Duomo. Si consi-glia di venire con i mezzi pubblici, even-tualmente parcheggiando l'auto pres-so una fermata qualsiasi del metro.linea metro 2 verde : fermata Sant'Am-brogio.Esami: quiz a risposta multipla e di-scussione della tesi. La prova scritta(quiz) prevede 50 domande a rispostamultipla. Superata la prima fase deiquiz, si accede alla seconda fase che èprettamente orale. Solo dopo aver su-perato le due fasi dell'esame viene rila-sciato il diploma di Personal Trainercon una valutazione in centesimi.

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CORSI 1° livello

IscrizioniQuanto costa: 504 euro entro il 31dicembre; 534 euro entro il 31 gennaio;570 euro per iscrizioni successive. Prezzi Iva inclusa.La quota è comprensiva di:- 30 euro di iscrizione alla scuola(validità annuale)- accesso alle lezioni- materiale didattico, dispense ad ognilezione- esame per il conseguimento della cer-tificazione di Personal Trainer- nel caso la certificazione non vengaconseguita al primo esame è previstoun secondo esame gratuito alla ses-sione successiva.Modalità di pagamento- Versamento postale: Conto correntepostale n° 26993204 Intestato ad AleaEdizioni, via Sapeto, 5 20123 Milano- Bonifico bancario: CC 48054 intesta-to a: Alea Edizioni Banca Popolare diMilano Ag. 7Codice IBAN: IT 43 Q 05584 01607000000048054Inviare via fax al n°0258111116, o viamail a [email protected], la fotocopia della ricevuta delversamento con il nome dell´iniziativascelta e i dati personali completi di un re-capito telefonico e un'e-mail (codice fis-cale e/o partita IVA obbligatori).

guarda il video

PERSONAL TRAINERPERSONAL TRAINER

Page 30: FitMed n°12/2011

- Indicazioni e controindicazioni.- Periodizzazione e finalità del mas-saggio sportivo.- Esame del paziente- Tecniche del massaggio- Trattamento del rachide cervicale,del tronco, del bacino e degli arti.

Durata del corsoIl corso è articolato in 3 incontri di unagiornata ciascuno, con lezioni teorichee pratiche. Le lezioni si svolgono sem-pre di sabato, nelle date:25 febbraio, 10 e 24 marzoOrari- inizio lezioni ore 10- break di dieci minuti ore 11,30- pausa pranzo di 30 minuti ore 13- fine lezione ore 17.

MASSAGGIO SPORTIVO Master di tre giorni, accessibile preferi-bilmente a personal trainer, diplomatiIsef e laureati in Scienze Motorie, fisiote-rapisti e medici. Questo master forniscetutte le conoscenze necessarie per otti-mizzare la prestazione attraverso il mas-saggio e per guidare l’atleta verso il pie-no recupero funzionale da eventi trau-matici acuti e cronici.

A chi è rivolto?Accessibile preferibilmente a personaltrainer, diplomati Isef e laureati in scien-ze motorie, fisioterapisti e medici.

PROGRAMMA- Aspetti fisiologici e meccanismod’azione del massaggio.

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master e stage PER MAGGIORI INFORMAZIONI CLICCA SU OGNI SINGOLA INIZIATIVA

VALUTAZIONE POSTURALESaper analizzare e comprendere la po-stura di un soggetto è la tappa obbliga-ta per elaborare un programma di alle-namento davvero “personal”. Con que-sto stage vi impadronirete di uno stru-mento pratico di grande accuratezza,con uno sguardo alla psicologia.

A chi è rivolto?A tutti gli operatori del settore fitness.Personal Trainer, Laureati in scienzemotorie, diplomati ISEF, Massofisiote-rapisti e istruttori di Fitness.

PROGRAMMA- Dal neonato all’anziano: la formazionee l’evoluzione delle curve rachidee.- La postura fisiologica del soggetto- Appoggio plantare ed effetti posturali.- Gli effetti del sistema muscolo-connet-tivale sull’apparato scheletrico.- Individuare le asimmetrie mediante lavalutazione posturale.- Contrazione, contrattura e retrazionemuscolare. I test.- Muscoli agonisti, antagonisti e sinergici.- Esercitazioni pratiche di gruppo.Dove e quando: Milano, sabato 19febbraioOrario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00

IscrizioniQuanto costa: 139 euro entro il 31dicembre; 159 euro entro il 31 gennaio;189 euro dopo tale data. Prezzi Iva inclusa.La quota è comprensiva di:- 30 euro di iscrizione alla scuola (validitàannuale)- attestato di partecipazione

IscrizioniQuanto costa: 349 euro entro il 31dicembre; 369 euro entro il 31 gennaio;399 euro dopo tale data. Prezzi Ivainclusa.La quota è comprensiva di:- 30 euro di iscrizione alla scuola (validitàannuale)- materiale didattico- attestato di partecipazione

MASSAGGIO MIOFASCIALEQuesto stage di una giornata forniscetutte le conoscenze necessarie per ot-timizzare la prestazione attraverso ilmassaggio e per guidare l'atleta verso ilpieno recupero funzionale da eventitraumatici acuti e cronici.

A chi è rivolto?Accessibile preferibilmente a personaltrainer, diplomati Isef e laureati in scien-ze motorie, fisioterapisti e medici.

PROGRAMMA- Anatomia e topografia della fascia.- Fisiologia, patologia e sintomatolo-gia della fascia.- Tecniche di base, trattamentopreliminare, globale, segmentario.- Tecniche avanzate di detensiona-mento miofasciale, i punti trigger,tecniche profonde e traverse, tec-niche combinate.Dove e quando: Milano, sabato 3marzoOrario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00

COMPOSIZIONE CORPOREA eANTROPOPLICOMETRIAObiettivo della giornata di formazione èdi fornire i contenuti pratici e teorici dellamisurazione corporea. La valutazionedella composizione corporea è uno stru-mento utile per programmare e monito-rare il lavoro fisico e gli obiettivi. È ancheuno strumento di fidelizzazione perchéaiuta il personal trainer a instaurare unarelazione professionale di credibilità edefficienza con i propri assistiti.

A chi è rivolto?A tutti gli operatori del settore fitness.Personal Trainer, Laureati in scienzemotorie, diplomati ISEF, Massofisiote-rapisti e istruttori di Fitness.

PROGRAMMA- Cos’è l’antropoplicometria. - Procedura delle misurazioni plicome-triche; rilevazioni e descrizione dei puntidi repere per le pliche. - Rilevazioni e descrizione delle circonfe-renze. - Body Mass Index (BMI). Dove e quando: Milano, sabato 17marzoOrario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00

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Il corso a distanza per operatore difitness metabolico permette di rag-giungere obiettivi operativi alta-mente specialistici, fornendo le ba-

si necessarie teoriche e pratiche perrealizzare percorsi motori personaliz-zati in sicurezza per la sindrome meta-bolica:- ipertensione e malattie cardiovascolari;- soprappeso e obesità;- diabete;- artrosi e osteoporosi.Il corso si sviluppa in un'opera com-posta da un volume + 8 DVD multime-diali con contributi tecnici:- audio mp3 con registrazioni e approfondimenti verbali;- video con filmati didattici e tecnici; - immagini a supporto dei testi;- testi con documenti interi o recensiti;- presentazioni con grafici e tabelle.ATTENZIONE: I DVD SONO FRUIBI-LI SOLO SU PERSONAL COMPU-TER E NON SU MACINTOSH

CONTENUTI

Strumenti tecnici• Accreditamento istituzionale: “attività motoria come prevenzione so-ciale”. • I soggetti metabolici: definizione delle principali parole chia-ve; sedentarismo e malnutrizione daeccesso, stili di vita. • Alfabetizzazione motoria, Fitnessmetabolico e Fitness terapia: tre livelliper un nuovo stile di vita.• Equilibrio funzionale, allenamentofunzionale: la grande gara della vitaquotidiana.• Fitness metabolico e diabete.• Fitness metabolico e obesità, so-vrappeso, anoressia e bulimia (strate-gie integrative nel centro fitness).• Fitness metabolico e ipertensione,malattie cardiovascolari.

• Fitness metabolico e apparato loco-motore: artrosi e osteoporosi.• Classificazione, approccio psicologi-co e fidelizzazione del soggetto meta-bolico.• Classificazione e approccio dei sog-getti sedentari, motori, sportivi, e ago-nisti.• Selezione e abstract della più recen-te bibliografia scientifica internazionalesul fitness metabolico. • Aspetti di marketing e gestionali: co-me si vende il fitness metabolico e conquali “pacchetti servizio”.• Formazione per lo staff di vendita: in-quadramento generale.

Step operativi • Inquadramento del soggetto eanamnesi metabolica: un metodo disicurezza per l'operatore e il soggettometabolico;• gli strumenti di misura: dai test tradi-zionali dello sport ai Fix metabolicispecifici; il tempo zero; • le misure sicure per la gestione deimetabolici;• strumenti di lavoro e unità motoriemetaboliche;• programmazione dell'attività motoria;• insegnamento dell'attività motoria;• strumenti di fidelizzazione: il passa-porto metabolico;

Esempi pratici Come strutturare le prime ore di lavorocon i soggetti metabolici;• monitoraggio e verifica dei risultati• Codice deontologico;• Manifesto del fitness metabolico.

L'apprendimento sarà supportatoda un servizio di assistenza on linee completato da una giornata diWorkshop tecnico, a scelta dellostudente, fra quelli proposti dallanostra Scuola di Forma-zione. Il ca-lendario delle giornate è consulta-

bile nelle pagine a seguire, sezioneSTAGE, oppure sul sito internet www.professionefitness.comChi volesse frequentare il CORSOPER OPERATORE DI FITNESS ME-TABOLICO CON LEZIONI FRONTA-LI, può consultare le pagine prece-denti, nella sezione CORSI.

Docente: Alessandro LanzaniQuanto costa: 720 euro Iva inclusa.La quota comprende: l'iscrizione allascuola, l'opera completa + 1Workshop tecnico + l'esame finale (aMilano) per conseguire la certificazio-ne. È possibile ottenere più certificazio-ni con la stessa opera: per qualsiasi ul-teriore informazione contattare la se-greteria corsi al numero 02.58112828o consultare il sito internet:www.professionefitness.comEsami: colloquio orale.

FITNESS METABOLICOOPERATORE DI

formazione a distanza

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Page 32: FitMed n°12/2011

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Page 33: FitMed n°12/2011

DIPLOMI E ATTESTATIOgni corso prevede un esame finale alquale potrai accedere frequentando al-meno l’80% delle lezioni teoriche. Il votoche otterrai sarà espresso in centesimi:60/100 è la votazione minima necessariaper ottenere il diploma rilasciato daProfessione Fitness e riconosciuto daUisp sport per tutti, comitato di Milano,ente di promozione sportiva riconosciutodal CONI. A ogni master, frequentando al-meno l’80% delle lezioni, otterrai un at-testato di partecipazione rilasciato daProfessione Fitness e riconosciuto daUisp sport per tutti, comitato di Milano,ente di promozione sportiva riconosciutodal CONI. Ogni stage è un’iniziativamonotematica di una giornata al terminedella quale otterrai un attestato di parte-cipazione rilasciato da ProfessioneFitness e riconosciuto da Uisp sport pertutti, comitato di Milano, ente di pro-mozione sportiva riconosciuto dal CONI.

Alessandro LanzaniDirettore scuolaFrancesco CapobiancoResponsabile scuolaDavide FogliadiniMassofisioterapista, personal trainerEdoardo LanzaniMedico ortopedico, esperto in rieducazione funzionaleDavide GirolaMedico, esperto in riabilitazionecardiologicaRoberto DaganiLaureato in scienze motorie,massofisioterapistaAndrea ScalaLaureato in scienze motorie, personal trainer,

MODALITÀ DI ISCRIZIONELa quota di partecipazione ai corsi comprende il materiale didattico, l’accesso alle

lezioni e il diploma o attestato di partecipazione. Per iscriverti puoi venire di persona

presso la nostra sede amministrativa in via Orseolo n°3 a Milano, oppure puoi scegliere

una tra le seguenti modalità:

• Versamento sul conto corrente postale n°26993204 intestato ad Alea Edizioni - via

Sapeto 5, 20123 Milano

• Bonifico bancario sul conto corrente n°48054 intestato ad

Alea Edizioni- Banca Popolare di Milano Ag. 7 –IBAN IT 43 Q 05584 01607 00000

0048054; in entrambi i casi è necessario inviare via fax la fotocopia del versamento

postale o del bonifico bancario segnalando il nome dell’iniziativa scelta, i dati personali,

il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-mail al fax n° 02.58111116.

• Assegno bancario non trasferibile intestato ad Alea Edizioni, da inviare, unitamente al

nome dell’iniziativa scelta, i dati personali, il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-

mail, tramite posta prioritaria a Professione Fitness via Orseolo 3 - 20144 Milano.

SEGRETERIA ORGANIZZATIVAPer ogni informazione la nostra segreteria organizzativa è sempre a tua disposizione. Ci

trovi presso Professione Fitness in via Orseolo, 3 Milano. Il nostro numero di telefono è

0258112828, fax 0258111116, e-mail [email protected]. La fermata

più vicina della metropolitana è MM S. Agostino sulla linea verde. Ci trovi dal lunedì al

venerdì, dalle 9.00 alle 18.00

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Serenella LattanzioAvvocato, esperta in normative tributarieLuca MazzottiDottore commercialistaAndrea MediciPreparatore atletico, esperto in osteopatiaGianni MontagnaTrainer, esperto in alimentazione eintegrazioneAndrea GianesellaLaureato in scienze motorie,Presenter di discipline musicaliFrancesca DegasperiPresenter di disciplinemusicaliCorrado CeschinellliSociologo, naturopata, preparatoreatletico ed esperto in comportamentialimentari

I NOSTRI DOCENTI

ANNULLAMENTI E RINUNCELa Scuola di Professione Fitness si riserva il diritto di annullare le iniziative in programma

qualora non si raggiunga il numero minimo di iscritti, provvedendo in tal caso al rimborso

totale delle quote già corrisposte. In caso di rinuncia, la Scuola di Professione Fitness

provvederà al rimborso parziale della quota corrisposta secondo le modalità indicate nel sito

www.professionefitness.com

LA SCUOLA DI PROFESSIONE FITNESS

Page 34: FitMed n°12/2011

NUOTO

L’allenamentodella forza

nelle categoriegiovanili

Allenamento e rehab

Il giovane nuotatore, che sia in fase pre puberale opuberale, non è da considerarsi un uomo adulto adimensioni ridotte, bensì un’unità funzionaledelicata, non ancora in grado di tollerare stresspsicofisici elevati, ma stimolabile con notevolevariabilità. Come con l’atleta evoluto, sarebbe saggioporre le basi di una periodizzazione preparatoria sulconcetto di armonizzazione ed equilibrio, quindicaratterizzata da un insieme di stimoli che portinoallo sviluppo di forza, mobilità e percezione.

di Alessandro Palazzolo [email protected]

Page 35: FitMed n°12/2011

livello del capo, sono da evitare,così come imporre i carichi pretta-mente statici; le azioni dinamichegarantiscono irrorazione sanguignacostante alle strutture articolari.

PROGRAMMAZIONE IN RELAZIO-NE ALL’ETÀDurante il periodo pre-puberale sicerca di condizionare, con allena-menti specifici, innanzitutto il livel-lo coordinativo, mentre gli annisuccessivi (pubertà) prevedonoun vero e proprio stimolo delleprestazioni, con utilizzo di even-tuali sovraccarichi sub massima-li, sollecitazioni multi articolari epoco selettive, costantementeabbinati alla precisa sincronizza-zione e alla corretta esecuzionetecnica. Con i più piccoli (fino a do-

Così come per i nuotatorievoluti, anche per gliatleti agonisti di giova-ne età la carta vincente

non è altro che l’armonizzazionedi tanti fattori, tutti strettamentecorrelati fra loro: un’adeguata tecni-ca, percezione, coordinazione mu-scolare, metodologia di allenamen-to, alimentazione, motivazione, ri-poso e mirata periodizzazione alungo termine.Un giovane individuo non è assolu-tamente da considerare un adultoin miniatura, ma un soggetto nonancora evoluto dal punto di vistasia neuromuscolare che motorio,che vanta personali caratteristichedel suo insieme funzionale. Il con-trollo della muscolatura e dellamaturazione biologica, nonchédella precisa esecuzione del mo-vimento di un determinato mo-dello tecnico, sono indispensa-bili al fine di un’evoluzione spor-tiva senza modificazioni funzio-nali patologiche. Una tecnica ese-cutiva errata, impostazione di cari-chi eccessivi o la mancanza di ade-guato recupero, predispongono ilgiovane nuotatore a problematichee asimmetrie che potrebbero esse-re perpetrate nel lungo periodo finoal loro consolidamento. Le compo-nenti prioritarie a cui riservare atten-zione saranno quindi il riscalda-mento, l’elaborazione del carico(sempre proporzionato alla matura-zione biologica) e un allenamentoche preveda movimenti multila-terali e il più completi possibile,per limitare eventuali squilibrimuscolari. Le conseguenze di ca-richi e tecniche esecutive inade-guati, risiedono soprattutto a caricodi distretti articolari quali le ginoc-chia (sindrome di Osgood-Schlatter, tendinite rotulea, algia fe-moro-rotulea ecc), la schiena in to-to (algie dovute ad alterazioni fun-zionali, asimmetrie e contratture) el’articolazione scapolo omerale(cuffia dei rotatori, borsa subacro-miale e tendine del capo lungo delbicipite). I carichi diretti sulla colon-na vertebrale, come bilancieri o al-tre tipologie di pesi portati sopra il

dici anni), le migliori proposte sonorappresentate da un insieme diazioni versatili, utili come attivitàpropedeutica alla successiva spe-cializzazione. La tendenza attuale èquella di adottare criteri di “costru-zione” impostando, per atleti in-torno ai dodici/tredici anni di età,programmi che stimolino i pre-supposti psicofisici più vicini allecaratteristiche specifiche di unnuotatore fatto e finito. Dopo iquattordici anni (in base allo svilup-po e all’anzianità sportiva del sog-getto) si rendono le sedute promi-scue, programmando un mix di la-vori di base e di costruzione, men-tre alcuni cominceranno a essereminimamente individualizzati. Glianni a seguire vedranno allenamen-ti sempre più adeguati alle caratte-

Allenamento e rehab

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ristiche atletiche del soggetto.Generalmente si procede sempremolto cauti in quanto l’insieme lo-comotorio, in fase di completa-mento della crescita, non è ovvia-mente in grado di resistere aglistessi carichi e volumi di lavoro del-l’età adulta. Il rispetto delle fasidedicate al recupero riveste ruo-lo determinante soprattutto inetà adolescenziale.

ALLENAMENTO COME PREVENZIONEUn buon livello di allenamento con-siste anche in una buona preven-zione, sviluppata sulla base di pro-grammi che includano esercizi distabilizzazione del tronco, del-l’articolazione scapolo-omerale,e di tutte le regioni anatomiche arischio infortuni e patologie. Ilmiglioramento della coordinazionee l’incidenza di un’attività multilate-rale portano il giovane atleta, in fa-se di maturazione fisica, allo svilup-po di prestazioni specifiche di unadisciplina. Sfruttare appieno la pre-disposizione della giovane età al-

l’apprendimento psicofisico, aiutaa ottenere le basi sulle quali edifi-care quel insieme di movimenti ecoordinazione che perfezioneran-no l’atleta evoluto.Negli anni, l’affinamento delle qua-lità motorie predispone a un’otti-male capacità di reclutamento del-le fibre muscolari con maggioreprecisione ed economia del gestoatletico specifico. L’atleta maturonasce da un attento processo dicrescita biologica e atletica, svi-luppato attraverso l’applicazio-ne di sollecitazioni controllate, ingrado di portare l’apparato loco-motore alla sopportazione di im-portanti volumi di lavoro quotidiani,comprendenti intensità di contra-zione notevoli, abbinamenti di forzeeccentriche e concentriche e de-celerazioni, causa di impulsi passi-vi a livello articolare (per esempio levirate). Il preparatore fisico devesempre tenere in considerazioneun insieme di co-fattori tra i qualispicca il soggettivo apprendimentomotorio. La precisione esecutiva

Allenamento e rehab

del gesto atletico può essere viratadalla temporanea riduzione di ca-pacità coordinativa indotta dallacrescita ponderale e staturale.Nonostante questo, il miglior pe-riodo in termini di assimilazionedi numerosi schemi motori èproprio durante la fase puberale.L’attenzione nell’eradicare l’auto-mazione di principi tecnici erratipreviene la complicata necessità diun cambiamento dell’esecuzionedel gesto in corso d’opera. I livellipiù evoluti pongono solide basi sullivello dei lavori precedenti.Durante il periodo di accresci-mento le attività a carico natura-le o con l’applicazione in sicu-rezza di leggeri sovraccarichi,contribuiscono allo sviluppodell’autopercezione delle pro-prie abilità motorie. È necessarioporre attenzione allo stimolo e svi-luppo delle componenti adibite alcontrollo neuromuscolare, per ot-tenere una maggiore stabilità delcorpo una volta immerso. La ricer-ca di una migliore propriocezio-

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Allenamento e rehab

ne, ovvero la consapevolezza in-conscia delle variazioni di equili-brio, posizione e sensibilità alla re-sistenza dell’acqua relazionata alcorpo, dona un preciso e precocemiglioramento tecnico di cui il pro-tagonista è l’atleta stesso. Le mini-me variazioni durante l’attività, oc-chi chiusi o aperti, sbilanciati suuna fitball, in ortostatismo mono-podalico, su una tavoletta proprio-cettiva ecc. portano alla richiestadi equilibrio attraverso una sta-bilizzazione muscolare riflessa.La postura, intesa come adatta-mento soggettivo all’ambiente fisi-co, varia da individuo a individuoed è proprio il punto sul quale ci sidovrebbe basare prima di proporreinutili, e potenzialmente dannosi,allenamenti stereotipati. La ridotta incisività del caricogravitazionale durante gli allena-menti in acqua è cosa da nonsottovalutare all’interno di uncontesto preparatorio a secco.Da un lato è un aspetto positivo intermini preventivi, grazie allo sti-molo muscolare dinamicamentecostante e libero da effetti colla-terali correlati al peso corporeo;dall’altro però ha un’influenza ne-gativa in termini di debolezza dialcuni distretti articolari e questoaspetto deve essere tenuto in seriaconsiderazione in sede di pianifica-zione. Le esperienze atletiche asecco donano la capacità di unacontinua e progressiva rivisitazionedelle proprie peculiarità sportive,portando a migliorare e riconosce-re le abilità motorie che lo caratte-rizzeranno da atleta maturo, incre-mentando passo passo le capacitàdi controllo del proprio insieme fun-zionale.

SOVRACCARICHI: Sì O NO?È uso comune pensare che non sidebbano utilizzare sovraccarichi inetà molto giovane andando a sfrut-tare sempre e solo il carico natura-le. Fino a che punto è corretto?È possibile discriminare razio-nalmente l’utilizzo del peso cor-poreo da quello di sovraccarichimolto leggeri?

Un esempio potrebbe semplice-mente essere quello di non utilizza-re un bilanciere o un paio di manu-bri durante un allenamento su pan-ca piana, ma di svolgere piega-menti sulle braccia a terra. In en-trambi i casi la qualità esecutivadovrebbe essere già assimilata almeglio se non vogliamo incontrareproblematiche. Ma se il piccoloatleta non fosse ancora in grado disollevare il peso del suo corpo oandasse a sovraccaricare trattolombare e l’articolazione scapolo-omerale, perché non proporre unadistensione su panca piana con unpeso che sia decisamente inferiorea quello corporeo e con il trattolombare in scarico? Questa è unadelle possibili alternative; un’altrapotrebbe essere proporre piega-menti sulle braccia con ginocchia acontatto con il pavimento, oppuredi posizionare le mani su una pan-ca con i piedi a terra, in modo da ri-durre in buona parte il carico. I re-cuperi dovrebbero essere indicatial fine di garantire il massimo ecompleto ripristino delle capaci-tà fisiche, soprattutto in virtù dellagaranzia di una tecnica esecutivaaltrimenti corrotta dall’affaticamen-to anche dal punto di vista nervo-so. Le pause sono da indicare sul-la base del sovraccarico, del nu-mero di ripetizioni per serie e dal li-vello soggettivo dell’atleta.Il tutto deve nascere dall’esperien-za di lavoro con ragazzi di giovaneetà che porti a una prioritaria valu-tazione funzionale del soggetto.

CONCLUSIONIIl giovane nuotatore, che sia in fasepre puberale o puberale, non è daconsiderarsi un uomo adulto a di-mensioni ridotte, bensì un’unitàfunzionale delicata, non ancorain grado di tollerare stress psi-cofisici elevati, ma stimolabilecon notevole variabilità. Comecon l’atleta evoluto, sarebbe sag-gio porre le basi di una periodizza-zione preparatoria sul concetto diarmonizzazione ed equilibrio, quin-di caratterizzata da un insieme distimoli che portino allo sviluppo di

forza, mobilità e percezione. Lamaturazione biologica, da ri-spettare in tutto e per tutto, èovviamente soggettiva e quindinon valutabile con indicazionigeneriche. È necessario adeguarei carichi di lavoro (sempre submassimali) e il recupero al livellotecnico e di evoluzione fisica, neltentativo di non incorrere in erroridifficilmente estirpabili se protrattinel tempo e, spesso, causa di pre-stazioni limitate e patologie. Il pri-mo compito di un preparatore fisi-co che opera con ragazzi di giova-ne età è quello di salvaguardaregli atleti nel loro insieme, per-mettendo loro di evolvere dalpunto di vista sia fisico che psi-cofisico e di arrivare progressiva-mente a riconoscere i propri movi-menti e ad adattarsi efficacemente,in modo ergonomico e performan-te, ai continui stimoli proposti dalladisciplina natatoria. Perseguire unalinea progressiva a lungo terminenella tipologia di stimoli neuromu-scolari e muscolari proposti, ga-rantisce all’atleta in crescita la pos-sibilità di giungere alla consapevo-lezza del proprio corpo e lo prepa-ra alle proposte di lavoro richiesteda un’attività altamente impegnati-va quale il nuoto agonistico.

ALESSANDRO PALAZZOLOMassofisioterapista, istruttore, personaltrainer ed esperto di preparazione fisicaCONI, ha un passato di atleta agonistaprima nel nuoto e poi nella pallacanestro.Attualmente lavora comemassofisioterapista e preparatore atleticodi squadre di calcio e società natatorienella provincia di Varese. In particolare, èpreparatore atletico personale Paolo Villa(Nazionale maggiore FIN, GS Esercito) epreparatore atletico personale di NicolòOssola (Nazionale maggiore FIN, GSGuardia Forestale). Docente al corsonazionale itinerante di altaspecializzazione nuoto di fondo in acquelibere "La preparazione fisica nel nuoto difondo", è titolare dello studioprofessionale "Punto Salute - Recuperofisico e attività motorie" di Gallarate (VA).

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Cambiare stile di vita dopo la diagnosi di diabete di secon-do tipo potrebbe migliorare gli esiti della malattia, ma non cisono ampi studi che mettono a confronto i risultati ottenutidai diversi interventi. Questo studio multicentrico, a gruppiparalleli, randomizzato, svolto nel Regno Unito, indaga eparagona gli effetti ottenuti dall’introduzione di una dieta edi attività fisica sulla pressione sanguigna e sulle concentra-zioni di glucosio su un gruppo di 600 adulti fra i 30 e gli 80anni di età, nei quali il diabete di tipo 2 era stato diagnosti-cato 5-8 mesi prima. I partecipanti sono stati divisi in tregruppi: 1. cura standard (iniziali consigli alimentari e follow-up ogni6 mesi), gruppo di controllo; 2. dieta intensiva (consulto dietologico ogni 3 mesi, consupporto specialistico mensile); 3. dieta intensiva più un programma di attività fisica mi-surata con podometro.Lo standard di cura per pazienti con nuova diagnosi di dia-bete di 2° tipo nel Regno Unito prevede una iniziale sommi-nistrazione di consigli dietetici individuali o con la partecipa-zione a una giornata educativa. Nel programma di dieta intensiva obiettivo era consentire aipazienti di perdere il 5-10% del loro peso corporeo inizialee di mantenere questo risultato durante tutto lo studio. Ladieta non era prescrittiva, ma l’obiettivo era di volta in voltanegoziato con ogni singolo partecipante in una seduta indi-

viduale con la dietista. I partecipanti hanno visto la dietista ogni 3 mesi, ma i consigli dietetici e la definizione de-gli obiettivi è stata rafforzata con altri appuntamenti con personale infermieristico specializzato. I pazienti del terzo gruppo (dieta + attività fisica) hanno ricevuto lo stesso intervento dietetico del secondo grup-po e, inoltre, è stato loro chiesto di fare almeno 30 minuti di camminata di buon passo almeno 5 giorni asettimana, in linea con le linee guida nazionali per la attività fisica. Ogni paziente è stato dotato di un contapas-si e di una cartella contenente letteratura motivante e pagine per la registrazione quotidiana di attività fisica (let-ture contapassi). Dopo 6 mesi, l’indice glicemico era peggiorato nel gruppo di controllo, mentre era miglioratosia nel gruppo dieta che in quello dieta + attività fisica. Queste differenze persistevano anche a 12 mesi, nono-stante il minor uso di farmaci per il diabete. I miglioramenti sono stati osservati anche nel peso corporeo e nel-la resistenza all'insulina; la pressione sanguigna è risultata simile in tutti i gruppi e si è evidenziata una ridotta ne-cessità di trattamento farmacologico rispetto al trattamento convenzionale.Mentre l’intervento con una dieta intensiva subito dopo la diagnosi si è dimostrato in grado di migliorare il con-trollo glicemico, l'aggiunta di attività fisica non ha portato ulteriori benefici. Questo può essere spiegatocon il fatto che, mentre esiste personale specializzato in nutrizione e alimentazione (vedi dietologo), pochi me-dici sono addestrati per dare consigli appropriati riferiti all’attività motoria e quindi l'informazione è spesso ge-nerale, piuttosto che su misura per le esigenze di ogni singolo paziente. Inoltre, la somministrazione di eserci-zio fisico è stata comunque leggera e di breve durata e la misurazione “self-report” manca chiaramente di og-gettività. Per aumentare i livelli di esercizio fisico nei pazienti con diabete di tipo 2, i servizi clinici do-vrebbero essere ristrutturati includendo operatori sanitari riqualificati, ma dal momento che la forma-zione sanitaria richiede un costo aggiuntivo, si suggerisce che l’intervento nella fase iniziale dovrebbe-ro concentrarsi sul miglioramento dieta.

Diet or diet plus physical activity versus usual care in patients with newly diagnosed type 2 diabetes: the Early ACTID randomi-sed controlled trial R C Andrews, A R Cooper, A A Montgomery, A J Norcross, T J Peters, D J Sharp, N Jackson, K Fitzsimons,J Bright, K Coulman, C Y England, J Gorton, A McLenaghan, E Paxton, A Polet, C Thompson, C M Dayan

www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(11)60442-X/fulltext

DIABETE DI SECONDO TIPO, DIETA E ATTIVITÀ FISICA

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Sulla rivista medico-scientifica The Lancet, è stato recentemente pub-blicato uno studio osservazionale di grandi dimensioni di Chi PangWen e colleagues, che dimostra come anche una piccola quantità ditempo libero dedicata all'attività fisica riduce la mortalità totale, lamortalità per malattia cardiovascolare e per cancro. In realtà, ci so-no molti altri studi che hanno già documentato come la pratica costan-te di moderata attività fisica sia in grado di ridurre la mortalità di moltepatologie; tuttavia, le raccomandazioni della sanità pubblica inmolti paesi sono di fare l'equivalente di almeno 30 minuti al gior-no a piedi, quasi tutti i giorni della settimana, cioè 150 minuti persettimana. Wen e colleghi con questo nuovo studio dimostrano cheanche la metà di questa quantità di attività fisica (15 minuti al giornoper 6 giorni alla settimana) è sufficiente a ridurre la mortalità per qual-siasi causa del 14%, la mortalità per cancro del 10%, e la mortalità permalattie cardiovascolari del 20%.Questo è il primo studio osservazionale di grandi dimensioni che docu-menta in modo preciso e inequivocabile l’importante relazione fra be-nefici globali per la salute e una ridotta dose di attività fisica. La statisti-ca dei benefici ricavati dall’attività fisica segue una curva dose-risposta

(figura 1), che mostra chiaramente come, anche se una piccola quantità di attività fisica è sufficiente per ottene-re dei miglioramenti, più se ne fa e meglio è. La “quota” ideale dovrebbe essere di circa 300 minuti di modera-ta attività fisica a settimana, ma i dati della maggior parte dei paesi mostrano che tale quantità di attivitàfisica si ottiene solo da una piccola parte di popolazione. La ragione di questa realtà è multifattoriale e com-plessa, oltre che individuale, legata a fattori psicosociali, ambientali e culturali. Wen e colleghi suggeriscono cheun intervento sicuramente efficace per contribuire all’ef-fettivo aumento dell'attività fisica nella popolazione po-trebbe essere messo in atto dai medici, che dovrebbe-ro consigliare ripetutamente ai loro pazienti di intro-durre nelle loro giornate l’abitudine al movimento. Acausa della natura osservazionale dello studio, Wen ecolleghi non possono stabilire il nesso causale fra attivitàfisica e malattia, ma i risultati ottenuti sono pienamentecoerenti con le scoperte di altri studi prospettici rando-mizzati per la prevenzione secondaria cardiovascolare,che mostrano un chiaro, diretto e inconfutabile beneficioper la salute dalla pratica di esercizio fisico. L'esercizio fi-sico può ridurre il rischio di mortalità cardiovascolare e,in particolare, di mortalità coronarica, per molti meccanismi, tra cui il miglioramento del tono, e quindi della fun-zione endoteliale, che porta alla prevenzione e alla stabilizzazione dell’aterosclerosi coronarica, in modo da ri-durre il rischio di sindromi coronariche acute. Il cancro condivide diversi fattori di rischio con la malattia corona-rica, come la cattiva alimentazione, l'obesità, e l’inattività fisica. Pertanto, la riduzione di alcuni di questi fattori dirischio ottenuta con un regolare esercizio fisico potrebbe plausibilmente spiegare i benefici registrati da Wen ecolleghi rispetto alla mortalità per cancro. Gli effetti oncoprotettivi dell’esercizio fisico sono certamente un argo-mento di ricerca in espansione e oggetto di futuri studi. Sapere che sono sufficienti 15 minuti al giorno diesercizio fisico per ridurre sostanzialmente il rischio di un individuo di morire potrebbe incoraggiaremolti più individui a inserire una piccola quantità di attività motoria nelle proprie abitudini quotidiane. Igoverni e i professionisti della salute hanno un ruolo importante da svolgere per diffondere questa informazionee convincere le persone dell'importanza di essere almeno minimamente attiva.

Wen CP, Wai JPM, Tsai MK, et al. Minimum amount of physical activity for reduced mortality and extended life expectancy: aprospective cohort study. Lancet 2011; published online Aug 16. DOI:10.1016/S0140-6736(11)60749-6

http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(11)60749-6/fulltext

15 MINUTI AL GIORNO

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Il convegno “I valori dellosport oltre la disabilità” chesi è tenuto domenica 16 ot-tobre nella splendida AulaMagna del Collegio Ghislieridi Pavia ha offerto l’opportu-nità di conoscere diretta-mente l’esperienza e la per-sona, la disabilità e la lottaquotidiana, il successo e lafatica di persone semplice-mente eccezionali. Salvatore Cimmino, senzaun arto inferiore dall’età di13 anni, nuota per i mari delmondo per richiamare atten-zione sociale sui problemidelle persone portatrici dihandicap. Ultima impresa diottobre 2011: attraversa-mento a nuoto dello Strettodi Cook in Nuova Zelanda, 30 chilometri nell’acqua a sette gradi. Sempre pacato, sensibile e riflessivo ha gri-dato ai presenti con disabilità: ”Fatevi vedere!”Beatrice Vio, meglio conosciuta come Bebe è un’esile ragazzina dagli occhi verdi profondi. Promessa della scher-ma da piccolissima, in seguito a meningite fulminante ha subito a undici anni l’amputazione dei quattro arti.Impossibile per una persona che si ritiene “normale” immaginare la profondità del suo dolore. Ma Beatrice non guar-da indietro. Non gioca in difesa ma in attacco. Sempre. Non solo combatte in carrozzina, ma addirittura con prote-si agli arti superiori. Punta alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, e ci si può scommettere.Pia Pullici, insegnante di educazione fisica e fisioterapista, è una sorta di memoria lunga di disabilità e sport, dipatologia e attività fisica, di grandi progetti e piccoli passi. Cinquant’anni nel settore, storie infinite da racconta-re e un entusiasmo da ragazzina. Ha mostrato a tutti il campione italiano di dressage, cavalcare in modo inec-cepibile malgrado la sua tetraparesi spastica. Quando Pia parla anche le situazioni più complesse sembrano fa-cili da gestire, e le sue non sono teorie, ma esperienza diretta e continuata.Monique Van Der Vorst, olandese, dopo lunghi allenamenti e numerosi incidenti ha vinto un argento a Pechinosu handybike, ciclismo per persone con paraplegia. I suoi progetti da atleta paralimpica professionista sono statiinterrotti da un evento straordinario: in seguito a un ennesimo incidente ora puo’ recuperare il completo utilizzo del-le gambe. Ora cammina, lavora sempre con tenacia impressionante e sorride. La sua storia è affascinante e uni-ca, anche lei ha vissuto e vive la sua disabilità in modo “normale” e ha portato “fardelli come fuscelli”. L’emozione ha più volte invaso la platea, le testimonianze hanno accarezzato i cuori di chi era in sala. I fortuna-ti partecipanti, soddisfatti dell’incontro, rappresentavano un pubblico particolarmente qualificato: persone condisabilità e coraggio pari ai relatori, amici autorevoli gestori di piscine da Perugia, Vicenza, Padova, Bologna,Porto Torres, Milano, Como, Paullo, Mantova e imprenditori a capo di aziende leader nel loro settore; un grup-po di studenti di scienze motorie. Unico rappresentante per le istituzioni il Prof. Franco Osculati, assessore albilancio dell’Amministrazione Provinciale di Pavia; unica associazione rappresentata UILDM. La regia diClaudio Arrigoni, giornalista della Gazzetta dello Sport, ha permesso di sottolineare almeno alcuni degli inte-ressantissimi spunti di riflessione scaturiti dagli interventi degli ospiti. Il consenso dell’evento è stato notevole:nessuna polemica, qualche grande assente, troppo silenzio stampa per un’opportunità di tale valore. Nessuncompatimento e solida dignità.Nel pomeriggio si è svolto un workshop sulle “relazioni efficaci” il cui ricavato è stato devoluto in beneficenza:così coinvolgente che i partecipanti hanno tardato ad abbandonare la sala.

http://www.ideablu.com/

I VALORI DELLO SPORT OLTRE LA DISABILITÀ

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ALLENAMENTO ESTETICO

Rivolto a quanti vogliono program-mare un’attività finalizzata al miglio-ramento dell’aspetto, fornisce metodid’allenamento, suggerimenti alimen-tari e di postura, consigli estetici.Ogni nozione è basata su uno studioapprofondito e sul continuo confrontocon l’applicazione pratica.

Roberto TarulloAlea Edizioni 2001pag. 160 Euro 24

MANUALE DI CARDIOFITNESSIl volume tratta in modo approfonditoil cardiofitness nei suoi diversi aspet-ti: dall’anatomia e fisiologia, ai meta-bolismi energetici e alla biomeccani-ca muscolare, per poi addentrarsinello specifico del training cardiova-scolare. Abbraccia l’attività indoor eoutdoor, l’utilizzo dei simulatori aero-bici e il monitoraggio della frequenzacardiaca.

Giulio Sergio Roi Alea Edizioni 2004 pag. 238 - Euro 35

STRETCHING

Non più allungamento muscolare, mamiglioramento della mobilità di tuttele componenti dell’apparato locomo-tore. Partendo da questa convinzionegli autori riprendono i principi teoricidello stretching, propongono test divalutazione e una lunga serie di eser-cizi suddivisi per attività sportiva.

Francesco Capobianco Alessandro Lanzani,Alea Edizioni - pag. 224 Euro 21

FITNESS & BODY BUILDING

La terza edizione, completamenteaggiornata, del libro che ha formatointere generazioni di professionisti delfitness. Dall’anatomia funzionale del-l’apparato locomotore alla fisiologiamuscolare, fino alla biomeccanica degliesercizi; in questo volume il futuroistruttore troverà tutte le nozioni indi-spensabili, arricchite di 120 disegni eoltre 400 foto a colori.

Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2004 pag. 360 - Euro 45

CROSS FITNESS TRAINING

I “grandi classici” del training (allena-mento con i pesi, corsa, bicicletta enuoto), integrati a esercizi specifici dellachinesiologia rieducativa, costituisconoun unico programma articolato, che sti-mola tutte le qualità motorie. Un pro-gramma di allenamento incrociato, fina-lizzato al fitness e adattabile a qualsiasisoggetto. Completo di tabelle e immagi-ni esplicative degli esercizi proposti.

Davide TraversoAlea Edizioni 2010 pag. 144 - Euro 21

99 ESERCIZI ADDOMINALI

Il volume è utile per comprendere afondo l’anatomia, la funzione e la cine-siologia dei muscoli addominali e perimparare a valutare la loro forza. In più,un’interessante classificazione degliesercizi e un intero capitolo dedicatoagli errori di esecuzione.

Giulio Sergio Roi e Rachele Groppi Alea Edizioni 2001 pag. 128 - Euro 21

LIPOCARDIOFITNESS

Perdere peso è il diktat della maggiorparte dei frequentatori dei centri fitness.L’autore fornisce gli strumenti perrispondere a questa richiesta: analisi deltessuto adiposo e del metabolismomuscolare, metodologia dell’allenamen-to con attrezzature cardiovascolari e iso-toniche, test di controllo.

Massimiliano Ferrero Alea Edizioni pag. 144 - Euro 24

L'ALLENAMENTO DELLA MOBILITÀDELL'APPARATO LOCOMOTORE.RICERCHE E APPLICAZIONI PRATICHE

Un valido sussidio per chi si occupa dimobilità articolare e di flessibilitàmuscolo-tendinea. Un utile strumentooperativo per la creazione di tabelle diallenamento personalizzate. I capitolidedicati alla ricerca applicata all'allena-mento permettono di approfondire lavalutazione funzionale dell'individuo.

Massimiliano Gollin Alea Edizioni 2009 pag. 148 - Euro 25

IPERTROFIA MUSCOLARE

Come si costruisce una tabella d’alle-namento personalizzata? Il libro forni-sce un’esauriente risposta a questadomanda analizzando i principi dellaprogrammazione e periodizzazione, lefasi dell’allenamento e le caratteristichebiomeccaniche di numerosi esercizitipici dell’allenamento in palestra.

Claudio Suardi Alea Edizioni 2000 pag. 208 Euro 26

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FREE METHOD BIKE

Il free method bike è una metodicadi allenamento su bicicletta staziona-ria che ha come obiettivo principale ilvoler dare strumenti e mezzi per pro-grammare e arricchire nel tempoun’attività motoria clinica. L’intento èquello di guidare i lettori ad un usorazionale dell’attività, adattandola atutte le età, per il raggiungimento delbenessere psico-fisico.

Roberto Carminucci , MariaLuisa QuinciAlea Edizioni 2001 Pag. 144 - Euro 20,66 -

PERSONAL TRAINING BUSNESSQuesto lavoro pone una lente d’in-grandimento sulla professione delpersonal trainer. Dall’analisi dellepotenzialità di mercato al manage-ment e alla comunicazione fino adarrivare all’organizzazione gestionaledell’impresa PT, il testo si propone diavviare trainer esperti e non a unpercorso di successo.

Daria IllyAlea Edizioni 2002Pag. 128 - Euro 21

PREPARAZIONE ATLETICA INPALESTRA

Come effettuare all’interno del centrofitness una preparazione atletica chemiri non soltanto al benessere fisico,ma che proponga esercizi con isovraccarichi per la muscolatura spe-cifica dello sport, con un occhio parti-colare all’esecuzione e alla richiestaenergetica il più possibile simili algesto sportivo.

Maurizio FanchiniAlea Edizioni 1999 Pag. 192 - Euro 25,82

PERSONAL TRAINER

Cosa serve per diventare personal trai-ner? Partendo da un’analisi storicadella professione, il libro risponde aquesta domanda illustrando le compe-tenze tecniche, psicologiche, commer-ciali e manageriali che il professionistadeve possedere.

Francesco Capobianco (Cap.4 ‘Personal trainer come libero profes-sionista’ a cura di Paola Bruni Zani )Alea Edizioni 2001 - pag. 240 Euro 26

ELETTROSTIMOLAZIONE

Il manuale richiama le nozioni teoricheper affrontare l’utilizzo dell’elettrostimo-lazione in allenamento sportivo, riabili-tazione ed estetica. In appendice sonofornite tavole di posizionamento elettro-di ed esempi di schedepersonalizzate.e.

Fabio Aprile e Fabio PerissinottiAlea Edizioni 1998 - Pag. 128E 20,66

PUNTI MOTORI DI ELETTROSTI-MOLAZIONE

Per la corretta applicazione dell’elettro-stimolazione è fondamentale conoscerecon precisione e accuratezza i puntimotori. Avere una mappa precisa per-mette un allenamento senza effetti col-laterali non solo nei distretti più cono-sciuti, ma anche a livello di tibiali, pero-nei, trapezi, obliqui e cuffia dei rotatori..

Alessandro LanzaniAlea Edizioni 1999 Pag. 128 - E 20,66

ELETTROSTIMOLAZIONE NUOVEFRONTIERE

Il volume mette in risalto le metodichedi allenamento con l’utilizzo dell’elettro-stimolazione, facendo riferimento allevariazioni metaboliche, agli indici di fati-ca ed alla modulazione dei parametriche condizionano l’allenamento. Sonoinserite un’ampia parentesi sulla riabil-tazione associata all’elettrostimolazionee una valutazione sulle possibili utilizza-zioni nell’immediato futuro.

Fabio Aprile - Fabio PerissinottiAlea Edizioni 2001 Pag 144 - E 20,66

CROSS TRAINING

L’analisi del cross training, degli effettie delle sue potenzialità, potrebbe costi-tuire la nuova frontiera dello sport divertice e dello sport sociale. La sfida èlanciata, l’avventura comincia, speran-do di ritrovarci numerosi su questo per-corso.Cos’è il cross training? I diversitipi di allenamento incrociato e gli adat-tamenti.

Simone DiamantiniAlea Edizioni 1999pag. 128 Euro 16

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