Facebook Magazine NR 1 Maggio 2009

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Facebook Magazine, Mensile sul mondo di Facebook, il social network piu popolare del mondo

Transcript of Facebook Magazine NR 1 Maggio 2009

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AGGIO

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Benvenuti nel nuovo magazine on-line rela-tivo il mondo di Face-book, luogo in cui af-frontiamo un grande fenomeno in crescita che sta rivoluzionando Internet e le nostre vi-te, siamo consapevoli del fatto che alcuni po-tranno essere diso-rientati, il nostro scopo sarà dare supporto e risposte concrete a tutti i vostri dubbi. Trat-teremo mensilmente argomenti quali la si-curezza relativa le pro-prie identità digitali, curiosità dall'italia e dal mondo, articoli tec-nici per sviluppatori e guide per chi vuole uti-lizzare facebook come struemtno di lavoro e collaborazione.

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E’ Nato un mito

Inseguendo mySpace

...da record

Facebook su Black Barry

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Mark Zuckerberg

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Facebook virtuale ?

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Il primo raduno Facebook a Tor di Quinto

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Come difendersi da Facebook

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Caso di menigite

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Febbraio 2004 Apre Facebook, con il nome thefa-cebook.com. Giugno 2004 Facebook riceve il primo finanzia-mento di mezzo miliardo di dollari. Febbraio 2005

Facebook compra facebook.com per duecentomila dollari. Settembre 2005 - apre alle high school americane, prima era solo per le università. Agosto 2006 Facebook introduce con le Notes funzionalità di blog. Settembre 2006 Facebook introduce i feed delle proprie attività sul sito nella home-page di ogni utente, le critiche de-gli utenti portano alla possibilità di decidere cosa mostrare e cosa te-nere per sè. Maggio 2007 Facebook introduce un proprio fra-mework per lo sviluppo delle ama-

te/odiate applicazioni. Settembre 2007 Molte aziende sono interessate ad acquistare Facebook, compresa Google. Aprile 2008 Facebook diventa il social network più visitato con più di centotrenta-duemilioni di visitatori unici. Aprile 2008 Facebook introduce la chat. Agosto 2008 Boom di Facebook in Italia, +961% di utenti su base annua, con oltre 1.369.000 visitatori unici dall’Italia. Oggi: Nel mondo ad oggi si contano altre 140 milioni di utenti

E’ nato un mito...E’ nato un mito...E’ nato un mito...E’ nato un mito...

IIIInseguendo mySpacenseguendo mySpacenseguendo mySpacenseguendo mySpace Per mesi Facebook ha inseguito MySpace alla ricerca del titolo di so-cial network più grande del mondo. E ora ha lanciato la stoccata decisiva: a giugno 132 milioni di persone sono entrate nella rete sociale fondata da Mark Zuckerberg appena quattro anni

fa, 15 milioni in più di quelli che nello stesso mese hanno visitato il principa-le rivale. Il sorpasso, insomma, è av-venuto: a certificarlo è ComScore, un’accreditata società di analisi del traffico su internet. A dare lo sprint finale sarebbero state le nuove versio-ni in lingua locale di Facebook: hanno facilitato l’ingresso di nuovi utenti, soprattutto in Estremo oriente.

......da record..da record..da record..da record

Facebook ha messo a segno anche un altro record: quello della crescita globale più alta su scala mondiale. Se in Nord America l’aumento di utenti arriva al 38%, in Europa si viaggia a una velocità dieci volte superio-re. E nel resto del mondo sono cifre da iperinflazione: 403% in Medio Oriente e Africa, 458% in Asia e perfi-no 10.555% in America Latina. Sullo sfondo della sfida tra Facebook e Myspace, continua la diffusione dei so-cial network in ogni angolo del pianeta. Tanto che qua-si una persona su dieci nel mondo ne fa parte, secon-

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Facebook su BlackBerry

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1/2 Foto al centro con articolo di fondo

Mark Zuckerberg Mark Zuckerberg, 23, ha fondato Facebook mentre studiava psicologia presso la Har-vard University. Un appassionato program-matore, signor Zuckerberg aveva già svi-luppato un certo numero di siti di networ-king sociale per gli altri studenti, tra cui Coursematch, che ha permesso agli utenti di visualizzare le persone che prendono il loro grado, e Facemash, dove si poteva vo-tare persone attrattiva. Nel febbraio 2004 il sig Zuckerberg ha lan-ciato "L'facebook", come era stato origina-riamente noto, il nome assunto da fogli di carta distribuita ai freshmen, la profilazione degli studenti e del personale. Entro 24 ore, 1200 gli studenti di Harvard avevano firma-to, e dopo un mese, oltre la metà della po-polazione ha avuto un corso di profilo. La rete è stata estesa ad altri prontamente università di Boston, la Ivy League e, infine, tutte le università americane. E 'diventato Facebook.com nel mese di agosto 2005, dopo l'indirizzo è stato acquistato per $ 20-0.000. Le scuole superiori degli Stati Uniti potrebbe registrarsi a partire da settembre 2005, poi ha cominciato a diffondersi in tut-to il mondo, raggiungendo le università del Regno Unito il mese successivo. Nel settembre 2006, la rete è stata estesa al di là delle istituzioni educative a chiunque

con un indirizzo email registrato. Il sito re-sta libero di aderire, e rende un profitto at-traverso gli introiti pubblicitari. Yahoo e Go-ogle sono tra le società che hanno manife-stato il loro interesse in un buy-out, dice con cifre di circa $ 2BN (£ 975m) in fase di discussione.Signor Zuckerberg ha finora rifiutato di vendere. Le caratteristiche del sito hanno continuato a sviluppare nel corso del 2007. Gli utenti possono ora fare regali ad amici, pubblicare gratuitamente annunci classificati e persino sviluppare le proprie applicazioni - Scrabble graffiti e sono particolarmente popolari. Questo mese l'azienda ha annunciato che il numero di utenti registrati hanno raggiunto 30 milioni di euro, il che la rende la più grande sito di social-networking con una formazione messa a fuoco. All'inizio dell'anno c'erano voci che Prince William aveva registrato, ma è stato poi ri-velato essere un semplice impostore. Il de-putato David Miliband, la radio DJ Jo Whi-ley, l'attore Orlando Bloom, l'artista Tracey Emin e il fondatore di Wikipedia, Jimmy Wales, si conferma tra i membri di alto pro-filo. Questo mese funzionari bandito un flash-mob stile acqua lotta di Hyde Park, orga-nizzato attraverso Facebook, a causa timo-ri per la sicurezza pubblica. E ci è stato ul-teriormente controversia a Oxford, come gli studenti universitari è diventato consapevo-le del fatto che le autorità di controllo sono stati loro profili Facebook. Il caso legale contro Facebook risale al set-tembre 2004, quando Divya Narendra, i fratelli e Cameron e Tyler Winklevoss, che ha fondato il sito di social-networking Con-nectU, signor Zuckerberg accusato di co-piare le loro idee e di codificazione delle merci. Signor Zuckerberg ha lavorato come programmatore di computer, quando essi sono stati tutti a Harvard, Facebook è stato creato prima. Il caso è stato respinto a causa di una tec-nicità nel marzo 2007, ma senza una sen-tenza.

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Sono i giorni in cui Facebook diventa ancora più "nomade". Dopo l'offerta dati dedicata di Vodafone e il telefonino di 3 Italia, entrambi dedicati al più famoso social network del Web, è ora il turno di Rim. L'azienda canadese ha infatti ag-giornato l'applicazione Facebook per il BlackBerry, che a tutt'oggi conta quasi 5 milioni di utenti attivi. La nuova relea-se 1.5 è a disposizione di un numero ancora maggiore di utenti perché, oltre all'inglese, ora supporta diverse altre lingue, tra cui l'italiano. Il software permette di accedere agli strumenti fondamentali del proprio account, tra cui la lista degli amici ora integrabile con la rubrica del BlackBerry. I contatti provvisti di foto saranno mostrati con le relative im-magini insieme con le informazioni personali, come comple-anno ed eventi vari (inseriti in automatico nel calendario del telefonino). Sul BlackBerry si ricevono così i messaggi e gli aggiornamenti dello stato, mentre le conversazioni appaiono sotto forma di chat. e si possono trovare riprodotte anche nella lista dei messaggi del dispositivo. Senza dimenticare che la funzione di ricerca messa a disposizione da Rim ora opera anche sui contenuti provenienti da Facebook. Tra le altre funzioni messe a disposizioni dalla release1.5 dell'ap-plicazione, va segnalata la possibilità di caricare le foto scat-tate con il cellulare e una perfetta integrazione con il sito Facebook ottimizzato per BlackBerry. Si ricevono anche gli avvisi su messaggi, tocchi, commenti sul muro e inviti rice-vuti. Facebook for BlackBerry è scaricabile gratuitamente da www.facebook.com/blackberry owww.blackberry.com/go/facebook o direttamente dagli smartphone BlackBerry da m.facebook.com o mobile.blackberry.com.

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Facebook virtuale ? Quanto virtuale e quanto reale...

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Quando Mark Zuckerberg, stu-dente 19enne della Harvard University, con qualche vocazio-ne informatica, inventò il sistema di “social network” Facebook, l’intenzione era quella di “mettere in rete” gli amici e stu-denti della sua Università. “Facebook “ era infatti il tradizio-nale diario annuale dei College con i nomi e le facce dei singoli studenti che componevano le diverse classi.

Partì il 4 febbraio 2004; in poco più di un anno altre Università si collegarono, una dopo l’altra in rete; in due anni tutte le Univer-sità degli USA. Poi iniziarono a collegarsi anche aziende e so-cietà….. A fine anno 2008 erano in rete su FBK più di 175 milioni di per-sone in ogni angolo del mondo. In questo momento siamo sopra i 200 milioni, ( 8,5 milioni solo in Italia, 1ogni 7 italiani). Sono pre-visti i 300 milioni prima di fine anno. Secondo una mega inchiesta

svolta in USA le cose più “amate “ dai giovani americani sono nell’ordine: Primo: l’IPOD , secondo: a pari merito, il Sesso, la Birra e FBK. L’85% degli studenti americani hanno un profilo su FBK ed il 60% vi accedono tutti i giorni. Il sito ha, fra gli utenti, una certa prevalenza di donne, probabil-mente per la possibilità di espri-mersi e comunicare con una certa libertà senza subire consi-

stenti aggressioni o violenze. Recentemente anche Famiglia Cristiana è entrata, con il quiz: ”scegli il più bello del vangelo”… Naturalmente FBK è oggi un ini-ziativa imprenditoriale, gestita da privati che, attraverso pubbli-cità e banner, fanno un sacco di soldi. La sfida del momento è quella della connessione totale (connect) cioè di chi riuscirà a imporre il proprio social network come portale unico per entrare in tutti gli angoli del web. FBK ha un sacco di difetti e può

essere criticato da molti punti di vista: tutto quanto viene immes-so di fatto diventa proprietà di FBK. E’ quasi impossibile comu-nicare con i gestori: la società, le attività, il foro competente per questioni giudiziarie sono con-centrate nello stato americano del Delaware, con una limitata appendice europea a Londra. Nulla in Italia se non il sito infor-mativo www.facebookitalia.com. I gestori del network possono esercitare, e lo fanno, qualsiasi censura (o mancata censura) in base a criteri da loro stessi sta-biliti. Su FBK può circolare, e circola, magari anche solo per brevi periodi, la peggiore im-mondizia, a volte attentamente mascherata (dagli amici dei ma-fiosi, ai nazistoidi). Sono frequenti i falsi clamorosi: dai profili di Del Piero e di Ber-sani ai falsi gruppi antinucleari, fino ai gruppi di cacciatori che si spacciano per anti caccia. Fre-quenti le bufale fatte per fini pubblicitari o stupido divertimen-to (ad es. quella dei cani usati come esche per gli squali sem-bra essere una di queste). Ovvio l’utilizzo del network per far circolare opinioni politiche. Praticamente appena iniziato, esploderà, in Italia, entro 2-3 settimane. Il dilagare di FBK, che sta rapi-damente abbandonando il solo mondo dei giovani e giovanissi-mi, anche un po’ disorientati dal-la novità (e dal ritrovarsi i genito-ri…) e sta dilagando coinvolgen-do persone di tutte le generazio-ni e strati sociali, pone ovvia-mente all’ordine del giorno il pro-blema di quale regolazione dare, se va data, all’insieme delle for-me di uso di Internet ed in parti-colare dei social network. La questione di una “carta dei diritti

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e dei doveri nell’uso di Internet” è stata affrontata forse per la prima volta a livello mondiale nel s u m m i t O N U - S o c i e t à dell’Informazione del novembre 2004 a Tunisi ed è proseguita in vari incontri mondiali (presenti Stati, ONG, utenti, addetti ed esperti del settore) fino all’ultimo Internet Governance Forum di Hyderabad (India) in dicembre. In quella sede fra l’altro, Berlu-sconi ha annunciato l’interesse e l’intenzione dell’Italia (cioè sua) a dare contributi sul tema. Al momento in Italia i “contributi” più note sono i numerosi tentati-vi legislativi, superati o in corso, da parte di esponenti del PDL e del PD, tutti a vario titolo aventi l’obiettivo di fondo di contenere e controllare la eccessiva “libertà d’opinione” che circola sui Network .Tentativi finora falli-ti, anche per le reazioni interne ai due partiti, nei quali aleggia una certa consapevolezza che “chi tocca la rete resta fulmina-to”. Tuttavia, elencati tutti i principali punti neri, va aperta una diversa riflessione. Meno di una decina d’anni fa in Italia la politica sco-prì il web ed i partiti aprirono i loro “portali”. All’epoca il sito dei Verdi venne considerato il mi-gliore e più interessante esem-pio di questa novità. A distanza di meno di 10 anni il sito verde, scarsamente riaggiornato e in-capace di scambiare opinioni e notizie naviga, come il relitto ar-rugginito della Exxon Valdez in W ate rwor d , a l l a d e r i va nell’oceano del Web. Qualche anno dopo Beppe Grillo e la so-cietà Casorati inventarono il blog di Grillo che da anni si posiziona fra i primi 10 siti cliccati nel mon-do e si mantiene, pur con cre-scenti ed evidenti difficoltà, al primo posto in Italia. Dal blog stanno nascendo alcu-ne liste civiche, (oltre alla quoti-diana cascata di notizie e com-menti quasi sempre utili e di buona qualità, oltre che, spesso, condivisibili). Le attività delle na-scenti liste e le loro intenzioni

passano in gran parte attraverso la rete, di cui Grillo è stato senza dubbio il primo e principale so-stenitore. Malgrado ciò l’intelaiatura dell’esperienza del blog di Grillo si sta mostrando troppo rigida e c h i u s a , i n c h i a v a r d a t a nell’adesione ai meet-up ed i buona parte misteriosa nei suoi obiettivi di fondo. Ad esempio dopo mesi e mesi di dibattito (?) interno, i frequentatori del blog e

dei meet-up hanno scoperto e finalmente capito che Grillo so-sterrà alle elezioni europee le liste di Di Pietro in particolare nelle figure di De Magistris e So-nia Alfano. Se si dovesse dar credito alle dichiarazioni ( belle ) di De Magistris sulla assoluta p r i o r i t à d e l l a d i f e s a dell’ambiente oltre che della le-galità, si dovrebbe pensare che, una volta eletto, (questione ac-quisita) De Magistris e Sonia Al-fano aderiranno al gruppo euro-peo dei Verdi. Al momento inve-ce, essendo la politica in Italia questione contorta, nessuno ha conoscenza di dove andranno, così come non è noto per molti candidati e gruppi nelle liste che tenteranno il salto del 4% ed an-che nel PD. Questi ritardi nel co-municare, chiarire, aggiornare il proprio linguaggio ed insieme i propri progetti, sta rapidamente facendo perdere terreno (e qual-che simpatia) all’esperienza di Grillo. FBK, invece, sta trionfando: pa-radossalmente il trionfo è dovuto alla perdita rapida che sta avve-nendo in FBK, della sua “virtualità”. Su FBK crescono tu-multuosamente gruppi che si aggregano e si contano in modo

meticoloso (partecipo-forse-no..) su culture, esigenze, preoccupa-zioni comuni; crescono anche scambi su prodotti artistici (dalla foto alla musica, dalle poesie ai libri..). Crescono anche senti-menti, conoscenze, affetti, amo-ri; si organizzano iniziative, in-contri, riunioni, cortei e manife-stazioni (esempi recenti il sit-in sul randagismo a Roma, alcune uscite sul nucleare, alcune parti della manifestazione nazionale

CGIL.) E tutto avviene “in tempo reale”. Chi scrive questo post, mentre lavorava al blog dopo le 3 di not-te, ha avuto conoscenza a 700 km di distanza della prima scos-sa di terremoto in Abruzzo da un “amico” che la sentiva, dopo 30 secondi dalla sua fine. E FBK, per la prima volta, è stato di gran lunga il più rapido ed il più efficiente strumento di scambio di informazioni nelle prime ore della tragedia. La novità in definitiva, che sca-valca le altre forme di informa-zione (giornali, tv ) e di comuni-cazione (non solo i “vecchi” par-titi ma lo stesso blog di Grillo) è che c’è sempre meno di virtuale in tutto questo ma semplicemen-te si sta accelerando rapidamen-te il funerale di parecchie cose della vecchia società: i giornali, le TV tradizionaliste, i rituali dei partiti, come minimo. Semplice-mente si usa FBK e simili come uno strumento e con obiettivi che, né i suoi fondatori, né i suoi gestori di oggi erano in grado fino a ieri di prevedere. Le rea-zioni ci saranno, sarà bene te-nerlo presente e mantenere viva l’attenzione…

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Martina stringe tra le mani un fiam-miferino impolverato. L'ha tenuto nel cassetto della scrivania per anni. Quel pupazzetto glielo regalò Davi-de. Era il suo compagno di banco alle elementari. «Quell'amore – rac-conta – che provi per la prima volta, quando, a 10 anni, sfiorarsi la mano significava emozionarsi». Aspetta con ansia il suo arrivo. Cellulare ac-ceso e bluetooth attivo. Martina a-spetta il segnale: «Un messaggio con la scritta "Dado è dietro di te"».

E così è stato. A mezzanotte, come una Cenerentola al contrario, Marti-na ieri ha incontrato dopo anni il suo primo amore. «E tutto grazie - spie-ga - a Facebook!». Il social network che ieri è stato festeggiato allo Spa-zio Zero Village di Tor di Quinto da migliaia di appassionati nel primo I Love Facebook Party romano. Un raduno che sa di nostalgia, tra foto ricordo con i compagni delle ele-mentari ritrovati grazie al miracolo-soSearch, vecchi amori accettati tra

“gli amici” e altri rifiutati. Il raduno è partito dall'idea di Giovanni Simone, 27 anni, responsabile informatico. E il tam tam sui pixel non ha deluso.Meglio di Chi l'ha visto?. Per qual-cuno Facebook, creato nel 2004 da Mark Zuckerberg, all'epoca dician-novenne e studente presso l'univer-sità di Harvard (oggi 23 anni e 785° nella lista Forbes degli uomini più ricchi), «è meglio di Chi l'ha visto!». Per altri il social network senza più rivali dopo aver battuto MySpace è una vera droga.Come una droga. Giordana Grossi, 27 anni, studen-tessa di Scienze Motorie ammette: «è come una droga, sei ore al lavo-ro e sei ore su Facebook». E per condividere il suo status di appas-

sionata si è iscritta al gruppo Pri-ma di Facebook avevo una vita. Droga sì, ma a buon fine. Grazie al social network ha ritrovato i compagni del liceo Annibale Maria

di Francia nel quartiere San Gio-vanni. Prima il contatto sul web, poi la cena per rivedersi. «C'è una rin-corsa all'amicizia su Facebook - spiega - è una catena che ti porta a riscoprire i volti di quando eri bam-bina e a condividere con loro le e-sperienze di oggi».Umani, troppo umani cercano contatti sul web. Af-famati del quel ricordo che stringo-no dai tempi dell'infanzia. Tra i primi baci dati dietro una lavagna, le pri-me amicizie «vere» e la voglia di tornare un po' bambini. Il popolo di Facebook alla romana tra sorprese e qualche delusione, mentra la mu-sica deiQueen inonda i tremila metri quadrati dello Spazio Zero Village, tra quadri a forma di cuore della pit-trice Monica Palermo, sguardi che si impigliano per riconoscere le foto sui profili on line che diventano reali e bluetooth sempre acceso per par-tecipare alla lotteria che mette in palio magliette ricordo della serata. E poi sul palco la band di Perugia This Harmony, selezionata proprio sul Facebook per scaldare le note del raduno. «Siamo cresciuti grazie alla Rete - spiega Massimo - prima con MySpace, poi con Facebook, un modo per farsi conoscere e co-noscere persone interessate alla tua musica».Emozione, ma anche un po' di delusione. Come

Organizza un evento Facebook

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Il primo raduno facebook

a Tor di Quinto

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Inviaci una email dove ci comunica l'evento

che vuoi realizzare, con tutti i riferimenti Data, Luogo, prezzo di ingresso,

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e dopo ? bhe dopo non finisce qui, inviaci le tue foto con una descrizione di come e andato l'e-

vento, il mese successivo pubblicheremo tut-to il materiale da te inviato.

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quando Massimo, 29 anni, inge-gnere informatico, ha scoperto che la sua lei, lasciata solo da tre mesi non è più single. «Non ho resistito - racconta - ho cer-cato il suo nome e nel profilo è apparso “in a relationship”, è stato un trauma....». O come quando Martina, 32 anni, ha stampato i profili dei suoi ex compagni del liceo e ha scoper-to che «quasi tutti sono sposati e con prole, mentre tu resti in-chiodata alla tua vita da single». Ma i principi azzurri dove sono finiti?. Martina l'ha chiesto a Fa-cebook e ha trovato «un gruppo che ha proprio questo titolo, ov-vio, mi sono subito iscritta...». Amizia. Per Alessandra Sacchi, 23 anni, studentessa, Facebook è stata l'occasione per incontra-re gli amici di quartiere lasciati

quando era piccola. «Mi sono trasferita ad Acilia e la prima co-sa che ho fatto quando mi sono iscritta è stata cercare i miei compagni di giochi». Poi ci sono quelli che scoprono di avere a-mici in comune con persone ina-spettate. Come Alessio Granelli, 20 anni, che ha scoperto che i suoi amici della Sardegna cono-scono i suoi amici di sempre.Capitolo ex. Belle sorprese gra-zie a Facebook, ma anche qual-che imbarazzo scatenato da ri-chieste di amicizie inaspettate.

Come quella ricevuta giorni fa da Federica Di Mario, 29 anni, impiegata in una società di inve-stimenti. «Un ragazzo - racconta un po' imbarazzata - continuava a inviarmi e-mail chiedendo di diventare mio amico, non ricor-davo chi fosse e alla fine mi ha svelato che era stato il mio ra-gazzo a 14 anni». Federica si d e f i n i s c e « F a c e b o o k -dipendente», ricorda a memoria i nomi di suoi 142 amici on line e dopo ore connessa a lavoro tor-na a casa e accende dui nuovo il pc.Stati d'animo. Per Sabrina Mirabile, 30 anni, è una questio-ne di stati d'animo. L'emozione

più grande è stata ritrovare Francesca, «la mia compagna di banco delle scuole medie quan-do vivevo a Napoli, si inizia dalla stessa città e si finisce in ogni parte del mondo, ed è bello scri-vere "oggi ho il mal di testa" e farsi rincuorare da una vecchia amica che non vedi da anni che ti risponde "vedrai che passe-rà"».L'hit parade dei "gruppi". All'1 di notte la fila per entrare nello spazio dei ricordi è ancora lunghissima. Ci si scambia il nu-mero di telefono e parte la gara per chi è iscritto a più gruppi. Tra i più nominati Detesto quelli di RomaNord che considerano Piazza Euclide il centro di Ro-ma, Lotta spietata al gambaletto, Quant'è bello esse romani, e Se facevo la parrucchiera a quest'o-ra ero una signora. Tra sogni, ricordi e voglia di essere sempre e comunque on line.

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Come difendersi da Facebook

Un bel mondo. Virtuale, sempli-ce, complicato, divertente, peri-coloso. Che tiene attaccati 110 milioni di utenti, oltre due milioni in Italia. Che ci fa tornare a casa la sera davanti al computer, solo per spiare le vite altrui. È Face-book, il social network fondato nel 2004 dallo studente di Har-vard Mark Zuckerberg che in ori-gine lo concepì come circolo e-sclusivo per tenersi in contatto con i compagni di college, scambiarsi dispense e appunti. Poi Zuckerberg ha capito: il “fenomeno” doveva divenire bu-siness. Ed eccolo Fb (acronimo per gli aficionados), una mega-lopoli da 300 milioni di dollari, aperto a tutti, gratis. Ma il prez-zo da pagare è un altro. La pro-pria privacy. Iscriversi è un atti-mo: mail, password, nome (vero o finto che sia), sesso (è obbli-gatorio). A scelta: il numero di cellulare, la data di nascita, le scuole frequentate, le preferen-ze musicali, politiche e religiose. Il numero di carta di credito. Poi si caricano le istantanee del ma-trimonio, delle vacanze, si “taggano” (nominano) gli amici sulle foto altrui, si commenta. E, non da ultimo, su Facebook c’è anche chi aggiunge le immagini di figli e di nipoti. Una vignetta dedicata a Facebo-ok dal blogRisodegliangeli Un piatto troppo ricco anche per truffatori, ladri di identità, pedofili alla ricerca di immagini da scari-care e teenager da adescare. Incominciamo dai pedofili: «Certo, è possibile che un ma-lintenzionato possa scaricare materiale, ma è difficile poiché il rapporto è mediato dal genitore, dal fratello, dallo zio che hanno caricato la foto. La pedofilia su Facebook è un fenomeno spora-dico», tranquillizza Umberto Ra-

petto, colonnello del Gat, il nu-cleo anti frodi telematiche della Guardia di Finanza. Tuttavia i minori possono iscriversi senza problema. «Il furto di identità è invece molto più facile: nei so-cial network come Facebook, MySpace, Linkedin milioni di persone consegnano a un uni-verso di interlocutori sconosciuti la propria radiografia anagrafica. Chiunque può appropriarsi della

vita di chiunque ». Casi ce ne sono già stati, con relative de-nunce (è successo in Gran Bre-tagna). È la teoria della finestra rotta, formulata dal giallista ame-ricano Jeffrey Deaver, secondo il quale sarebbero state create società con il solo scopo di im-magazzinare i dati di milioni di persone per poi rivenderli. Leg-gende metropolitane? Come o-gni mondo che si rispetti Face-book ha le sue. Spiega Rapetto: «Secondo i complottisti sarebbe un programma della Cia. Una maschera dietro la quale si cela

l’Information Awareness Office (Iao), varato a ridosso dell’11 settembre». Una volta creato il profilo vanno impostati i livelli di sicurezza. L’utente deve scegliere chi può vedere le sue foto (solo gli ami-ci, o tutto il resto del “mondo”?), chi può leggere il suo status (solo chi è in connessione o an-che gli amici degli amici?). Non è abbastanza per mettersi al ri-

paro. «A leggere l’homepage di Facebook si scoprono due cose terribili», dice Rapetto. «“Non possiamo garantirti che i conte-nuti che invii al sito non siano visualizzati da persone non au-torizzate” e poi un comodo (e altrettanto illegale) “non siamo responsabili di elusioni delle mi-sure di sicurezza del sito o delle impostazioni della privacy”». E se il Garante sta tentando di di-sciplinare i siti di social network «controllare un mondo anarchi-co è impossibile, i server ricado-no sotto legislazioni straniere

La privacy? Sul sito più trendy del momento è impossibile ga-rantirla. Non resta che seguire alcune regole...

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fuori dall’orbita giurisdizionale italiana. Sarebbe possibile con-trollare il network solo se fosse “cittadino” italiano a tutti gli effet-ti», afferma il colonnello. Per di-fendersi la regola è: «Stare fermi il più possibile e non proporre più di quanto ci viene chiesto». Ma spesso i filtri saltano: il moto-re non regge. Così, pure chi non è amico può mettere il naso nei tuoi affari. Un dilemma, esserci o non es-serci? Sociologi, psicologi ed economisti si sono già espressi. «Facebook rende soli», ha detto Paola Vinciguerra, presidente di

Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico). «Facebook non disturba il lavo-ro», tranquillizza una ricerca in-glese. «Facebook ha bisogno di fondi perché spende oltre un mi-lione di dollari al mese solo in energia elettrica», dice Te-chCrunch, il blog creato da Mi-chael Arrington e dedicato alle segnalazioni sul Web 2.0. «E Facebook, non essendo una compagnia fondata con lo scopo di fare soldi, morirà». Già, mori-rà. Ma uscirne è difficile. In ger-go si dice suicidarsi. Si compila un modulo spiegandone le ra-

gioni. Le opzioni vanno da “Facebook sta creando problemi alla mia vita sociale”, fino a “si tratta di uno stato temporaneo. Tornerò”. Il profilo resta ad me-moriam, coperto di grigio come una tomba, e i dati, attenzione, rimangono nel sistema. Negli Usa molti utenti hanno già smesso. Così, proprio nel mo-mento in cui Facebook raggiun-geva l’apice, ha iniziato a soffri-re. Come una bolla speculativa da subprime. Gli iscritti hanno capito. E si sono suicidati in massa.

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Caso di meningite ...su Facebook e nel liceo scoppia la psicosi

Un annuncio comparso su Face-book scatena l' allarme meningi-te al Carducci. Tutto comincia quando uno studente di quarta ginnasio viene ricoverato per

una cefalea sospetta, poi dia-gnosticata come caso di menin-gite non contagiosa. La notizia viene comunicata in modo con-fuso attraverso il social network più diffuso al mondo, diventa co-sì di dominio pubblico, e in po-che ore fra gli studenti e i pro-fessori del liceo classico di via Beroldo si crea il panico: alcuni docenti si sottopongono di pro-pria iniziativa a cure antibiotiche e avviano una richiesta ufficiale di chiarimenti alla preside, i ge-nitori si affannano per avere in-formazioni, fra i ragazzi si diffon-dono voci incontrollate sulla vera

natura della malattia. Secondo l' Asl a mettere per primo la noti-zia in rete sarebbe stato il fratel-lo maggiore del ragazzino mala-to. Il ricovero dello studente alla

clinica pediatrica De Marchi risa-le a prima di Pasqua. Si è accer-tato che si tratta di meningite, e il paziente è ancora sotto osser-vazione. Ma si esclude che si tratti di un' infezione da menin-gococco, il batterio più pericolo-so. Quella che ha colpito il quat-tordicenne può essere quindi una forma batterica di altro ge-nere, o forse virale. In ogni caso, questo è certo, a scuola non serve alcuna profilassi. E gli stu-denti allarmati dal passaparola su Facebook possono stare tranquilli. La preside Mirella De Carolis nei giorni scorsi ha co-

municato che «non c' è nessuna emergenza sanitaria e ogni pau-ra è ingiustificata». E per tran-quillizzare le famiglie ha incon-trato i ragazzi della classe dello studente ricoverato in ospedale. Per il funzionario della Asl che si è occupato del caso, «l' episodio invita a ragionare sulla pericolo-sità di Internet, quando viene usato in modo improprio. La no-tizia comparsa in rete ha messo tutti in agitazione senza che ce ne fosse motivo». Anche Vittorio Carnelli, clinico pediatra alla De Marchi, riflette su quanto acca-duto: «Il sistema sanitario è chiamato al rispetto della privacy - dice - ma il web può creare gravi falle nel sistema. Il fatto che la notizia fuori controllo sia girata è stato un grave dan-no sia per il paziente sia per la scuola. E ora che l' allarme è rientrato si deve ragionare sulla possibilità di mettere delle rego-le alla circolazione di informazio-ni sanitarie su quel sito, frequen-tato da milioni di persone». La raccolta di firme fra i professori per chiedere alla preside di dare informazioni ufficiali è partita con il ritorno a scuola dopo le vacan-ze pasquali. Il documento sarà consegnato alla dirigente scola-stica in questi giorni. «Ci siamo trovati nella paradossale situa-zione di sapere da Internet quel-lo che la scuola non ci aveva ancora comunicato», dice un' insegnante. - FRANCO VANNI

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