C'E' Photo Magazine - nr.9 - Dic.2013

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Pubblicazione della Sezione Fotografia CEDAS Fiat DICEMBRE 2013 5 0 M M 1 : 1 . 4 C C E D A S M A G A Z I N E PORTFOLIO GLI ALLIEVI DEL CORSO DI FOTOGRAFIA CONCORSI & MOSTRE «Con il bianco e nero puoi fotografare tutti i colori del mondo» (Dr.Trigo) INTERVISTE CESARE QUINTO REPORTAGE L’ESTATE POVERA NOTIZIE & APPUNTAMENTI Tracce TECNICA perchè Bianco e Nero

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Rivista del Gruppo Fotografico Cedas di Torino

Transcript of C'E' Photo Magazine - nr.9 - Dic.2013

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PORTFOLIOGLI ALLIEVI DEL CORSO DI FOTOGRAFIA

CONCORSI & MOSTRE

«Con il bianco e nero puoi fotografare tutti i colori del mondo» (Dr.Trigo)

INTERVISTECESARE QUINTO

REPORTAGEL’ESTATE POVERA

NOTIZIE & APPUNTAMENTI

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C’E’ Cedas MAGAZINEnr.9 - Dicembre 2013

Pubblicazione non periodica della Sezione Fotografia del Cedas.Torino 2013.Pubblicazione condivisa in formato PDF (Portable Document Format) non stampata su carta.

La Sezione Fotografia del Cedas si pro-pone di favorire lo sviluppo tecnico e cre-ativo dei Soci fotoamatori, promuovendo iniziative idonee a raggiungere tali scopi. Impianti e attrezzature sono a disposizio-ne dei soci.Aderisce alla F.I.A.F.

Ritrovo: tutti i martedì sera dalle ore 20,45 alle ore 22,30 c/o Studio Fo-tografico Accademia Torinese della Fotografia - via XXIV Maggio 3/3 a Moncalieri (TO).

Consultare il sito internet per verificare variazioni di orario e/o chiusure program-mate.www.fiatcares.com/cedas

Direttivo della Sezione Fotografia:Delegato: Simone RichelmyVice Delegato: Valentina RoccaConsiglieri: Andrea Morello, Giuliano Qua-ranta e Mauro Faudarole

Ogni autore si assume qualsiasi responsabilità derivante dalle proprie immagini inviate a C’E’ Cedas Magazine per la pubblicazione manlevando la redazione da ogni respon-sabilità che dovesse derivare dall’utilizzo delle immagini stesse.Tutti i diritti relativi alle fotografie ed ai testi presenti in questa pubblicazione sono riservati ai rispettivi autori.

Per il contributo nel redarre questo nume-ro si ringraziano: gli Amici del Sito FotoZona e gl Allievi del Corso di Fotografia Avanzato di Max Ferrero.

Responsabile: Renata Busettini

Redazione: Renata Busettini, Elisabetta Lucido, Carlo Ferrari, Aureliano Casale, Max Ferrero, Pierlorenzo Marletto, Gilberto Bot-tasso, Alessandro Rossi Sebastiano, Daniele Dell’Anna

Contatti:

[email protected]

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EDITORIALEdi Pierlorenzo Marletto

46 REPORTAGEL’Estate Povera 2013

In questo numero:

UNA FOTO UN PENSIEROdi Renata Busettini

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14INTERVISTE Cesare Quinto di Elisabetta Lucido

22PORTFOLIO

Gli Allievi del Corso di Fotografia

PHOTOPEDIAWerner Bishof

di Alessandro Rossi Sebastiano

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28OLTRE...Storm Thorgerson (2a parte)di Pierlorenzo Marletto

30TECNICA FOTOGRAFICA

Perchè Bianco e Nero di Max Ferrero

UN LIBRO SULLO SCAFFALE Haje Jan Kamps“Shooting Yourself”di Daniele Dell’Anna

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33CONCORSO FOTOGRAFICO C’E’

NOTIZIE E APPUNTAMENTI

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36MOSTRE & EVENTI

42CONCORSI FOTOGRAFICI

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EDITORIALEtesto di Pierlorenzo Marlettofoto di Max Ferrero

...TRACCE...

Cos’è la fotografia oggi? E’ una do-manda forse banale e sicuramente inflazionata, a cui molti hanno dato una risposta anche profonda ed in-telligente, affrontando la questione su più livelli, e scendendo in dotte disquisizioni socio-culturali.

Anche noi di C’è, in alcuni degli scorsi numeri, ci siamo inte-ressati all’argomento, parlando più semplicemente di alcuni aspetti dell’evoluzione (meglio sarebbe dire della rivoluzione) del mondo della fotografia a partire soprattutto dai primi anni del nuovo secolo e tutto-ra in corso.

Vi domanderete quindi se conti-nuare a parlarne abbia ancora senso oppure se sia solo un chiodo fisso per alcuni di noi della redazione. Probabilmente entrambe le cose sono vere! Penso che chiunque si occupi, sia a livello professionale, sia, come noi, a livello amatoriale, di fotografia debba costantemente porsi questa domanda.

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Questa nostra piccola rivista, realizzata “artigianalmente” durante il tempo libero, ha un senso in questo mondo dove tutti, grazie ad In-ternet, possono avere il loro quarto d’ora di fama e successo? Peccato però che questa cosa sia talmente evanescente che quasi nessuno se ne accorga: è la velocità del mezzo stesso, associata alla frenesia della vita moderna, a rendere sorpassate, obsolete e presto dimenticate cose viste solo poche ore prima.Ecco la bellezza e allo stesso tempo il grande handicap della fotografia, soprattutto amatoriale, di oggi: immagini bellissime, scattate da chiun-que, magari senza grandi mezzi e conoscenze tecniche, che si perdono quasi immediatamente nel web, soffocate da tonnellate di immagini spazzatura.E’ la legge che governa tutte le web community di appassionati di fo-tografia, per poter essere conosciuti occorre essere molto presenti sia nei commenti, sia nella produzione di immagini. Si ricerca quindi una produzione massiva e questo molto spesso a scapito della qualità. La foto ha una vita breve, anzi brevissima, e occorre che venga rimpiazzata da un’altra, sempre più velocemente. Si entra quindi in un vortice dove è sempre meno il tempo per programmare e capire cosa si stia effetti-vamente facendo.Nei tempi, ormai preistorici, datati 20 o più anni fa, una bella foto girava magari un anno intero all’interno dei concorsi nazionali e non, regalan-do un pizzico di notorietà all’autore, probabilmente solo all’interno di un gruppo ristretto di appassionati, mentre oggi puoi, sempre teorica-mente, raggiungere il mondo intero con un semplice click del mouse.Cos’è meglio non so. Oggi tutti sono in grado di realizzare foto di gran-de impatto anche con un cellulare. La copertura degli eventi storici e di cronaca viene fatta da tantissime persone, quasi tutte che non c’entrano nulla con il mondo della fotografia professionale, ma che hanno creato una concorrenza spietata con il fotografo professionista (d’altronde per uno che non lo fa di mestiere, vedere la propria foto pubblicata su un famoso giornale o rivista, è di per se già una ricompensa). Gli editori ne approfittano per pagare sempre meno una foto, andando spesso e volentieri a pescare immagini quasi gratuite dal database di Facebook o di Twitter.Forse rallentare un po’ i ritmi frenetici di oggi potrebbe apportare qual-che giovamento? E’ quello che hanno fatto, ad esempio, i nostri amici della community fotografica di FotoZona: si sono assegnati un proget-to, un lasso di tempo ragionevole per realizzarlo (un’intera estate) ed hanno ottenuto un risultato sicuramente più duraturo rispetto a foto su pagine web in continuo aggiornamento, qualcosa che hanno voluto condividere con noi in questo numero, e che volendo può essere scari-cato dal loro sito e stampato.Analogamente la nostra rivista, pensata principalmente per una fruizio-ne on line, può essere scaricata e stampata. Ma non è bello poter toc-care, riporre in bella vista e consultare quando si ha più voglia, qualcosa di reale con dentro le nostre foto, piuttosto che lasciarle tutte sul Cloud dove forse un giorno scompariranno per sempre?

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REPORTAGE

PERSONAGGI CON SPETTATO-RE:

Le guardi a una a una e non sem-brano istanti. Questi scatti sembrano anni. Non sono istantanee, ma una sentina del tempo, di un lungo lun-go tempo che qui si raccoglie e cola, gocciola estenuato. Sono fotografie che vengono da lontano. Vengono da mesi prima, da anni prima, ri-spetto a quando sono state scattate. Rappresentano l’inverno del nostro scontento. L’impressione è che, in esse, si raggrumino le rabbie sfumate e tutta la consunzione prodotta dal disamore. Puoi sentirci l’eco dei do-lori perduti e sfiniti. Ci vedi la stan-chezza e la disillusione di quasi tutti i sogni. Puoi scoprire il disincanto e l’abbandono, qualcosa di molto si-mile alla desolazione. È come quan-do una festa finisce: che cosa rimane quando una festa finisce?Tutto questo insieme è nelle imma-gini che vediamo, anche l’impal-pabile. E le immagini che vediamo sono il volto della Città italiana. Sono i suoi lineamenti. È il ritratto che si forma componendo uno ac-canto all’altro frammenti di Torino, Milano, Roma, Firenze, Cagliari, Mantova, Modena, Parma, Reggio Emilia, Eraclea, Amantea, Paestum, Diamante, Eboli…Due frasi vengono in mente di fronte a questa parata fotografica. La prima è personaggi con figure. Queste immagini sono un cata-logo di personaggi con figure. Di solito l’espressione -che suonereb-be come un titolo accattivante- è un’altra. Di solito si dice paesaggio con figure. Ma queste visioni di re-altà non sono paesaggi, sono perso-naggi. Perché qui i muri, le vetrine, l’asfalto sono i veri personaggi. Lo sono i cartelli, i marciapiedi, i porti-ci, le scale mobili, i tralicci dell’alta tensione. Persino le statue e i can-celli, le saracinesche e le scritte. È personaggio la sensazione di vuoto

L’ESTATE POVERA 2013 Testo di Gian Luca Favetto Foto: Fotografi Community Fotozona

Mauro Trolli, Reggio Emilia 17.08.13

Renata Busettini, Torino 22.06.13

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attraversata da figure che hanno sembianze di fantasmi e consistenza tragica di uomini, donne, vecchi, bambini. La seconda frase che viene in mente è naufragio con spettato-re, che è il titolo di un folgorante saggio del filosofo tedesco Hans Blumenberg. Pubbli-cato nel 1985, sembra scritto per oggi. Lavora attorno alla metafora di chi assiste a un naufragio da un punto sicuro sulla terraferma: è in salvo, la tragedia non lo colpisce, si dispera per il destino altrui, ma alla fine può tornare a casa e continuare a vivere come prima. Ma davanti a queste immagini la frase naufragio con spettatore cambia di senso: è come se il naufragio con lo spettatore avvenisse con dentro lo spettatore, e anche dentro lo spettatore. Lo spettatore siamo noi che guardiamo e il naufragio è quello immortalato nelle imma-gini, d’accordo. E tuttavia non c’è salvezza per gli osservatori, perché gli osservatori non sono all’asciutto in un posto sicuro. Noi non siamo fuori. Sembriamo fuori dalla fotografia, ma siamo protagonisti del naufragio. Siamo quelle figure che passano nel vuoto delle nostre città. Ciò che vediamo è la nostra immagine. Queste fotografie sono il ritratto di noi stessi. Siamo quelli riflessi nei vetri. E nel vuoto.k

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Un ringraziamento a Gian Luca Favetto che ha completato con le sue illustri parole la nostra “parata fotografica”

Bio : Gian Luca Favetto collabora con La Repubblica e RadioRai. Gli ultimi suoi libri sono i romanzi La vita non fa rumore e Le stanze di Mogador, le poesie Mappamondi e corsari, il racconto Diventare pioggia e l’audiolibro I nomi fan-no il mondo. Nel 2011 per Laterza ha pubblicato Se dico radici dico storie e nel 2012 per Add ha tradotto Elogio delle frontiere di Régis Debray.

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BAMBOLE METAFISICHE, 1966

UNA FOTO, UN PENSIERO

di Renata Busettini

Dopo la visione e condivisione di alcune significa-tive immagini di Aldo Manias continua il nostro

viaggio alla riscoperta (se mai ce ne fosse bisogno) dei grandi fotografi che hanno dato lustro alla nostra se-zione nel passato, tramite il commento delle loro im-magini.

Rinaldo Prieri fu un personaggio di primissimo piano nel panorama della fotografia torinese ed italiana, nel trentennio che va dal 1965 al 1995: fu grande foto-grafo, eccellente organizzatore e critico profondo ed attento. Fu responsabile e delegato della sezione Fotografia dell’allora Centro Culturale FIAT (l’attuale Cedas), sopraintendente della Commissione Culturale della FIAF e collaboratore alla Biennale Torino Foto-grafia. Fu insignito dell’onorificenza EFIAP motu pro-prio della Presidenza della Fédération International de l’Art Photographique. Fu maestro indiscusso nel cam-po della fotografia creativa e concettuale, costruita in studio, o più probabilmente sul tavolo di casa. Certe sue foto, del genere natura morta, hanno la dignità di un Casorati e di altri maestri della pittura contempora-nea. Foto in cui l’armonia della composizione, il gio-co delle luci, l’atmosfera dell’insieme coinvolgono lo spettatore, trasportandolo in quel regno della fantasia, dell’onirico e della poesia, al di sopra della realtà, in cui Prieri è sempre parso essere di casa.

Seguendolo comunque si saliva” .... leggendo queste semplici parole di Aldo e conoscendo le sue foto, già irrangiungibili

per me, potete capire con che senso di inferiorità mi accingo a lasciare il mio primo commento/pensiero ad una foto di Prieri. Non conoscendo Prieri e le sue fotografie, ho letto e raccolto informazioni sul web. Oltre ad essere stato, prima di Aldo, la persona che maggiormente ha dato prestigio alla nostra sezione è sicuramente uno dei fotografi “amatoriali” che si è saputo distinguere per la varietà e qualità della sua fotografia e che con la sua arte ha elevato il livello della fotografia torinese di quegli anni. Tra le molte fotografie viste in questi giorni, ho voluto scegliere una “natura morta”, un genere che non è tra i miei favoriti. Ma questa foto di Rinaldo mi ha colpito per la perfezione della composizione curata nei minimi particolari. Niente è lasciato al caso. Più che una fotografia, sembra un quadro con il quale il pittore ha voluto ridare vita ad oggetti inermi come bambole e foglie studiando con attenzione luci / ombre e composizione. Il risultato è un opera elegante, senza tempo.

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INTERVISTE

CESARE QUINTOdi Elisabetta Lucido

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lliI l fotoreporter potrebbe essere definito un giornalista

che racconta i fatti attraverso le immagini fotografiche.Ma come si diventa fotoreporter e com’è davvero il lavoro di un fotoreporter?

Ce lo facciamo raccontare da Cesare Quinto, che ha da poco intrapreso questa professione ma che ha già al suo attivo importanti reportage.

Ciao Cesare, quando e perché hai scelto di fare il fo-toreporter?La mia scelta risale a due anni fa. Ho coltivato la pas-sione per la fotografia sin da ragazzino ma non avevo mai preso in considerazione l’idea che potesse diven-tare il mio lavoro. Ho studiato filosofia e ho fatto un Master in “Immigrazione, rifugiati politici e le politiche di integrazione” e per dieci anni sono stato ricercatore per l’Osservatorio Provinciale Immigrazione a Lecce. Questo percorso di studi mi ha portato a fare il lavo-ro di ricerca sul campo in Albania e Kossovo subi-to dopo la guerra. Prima di partire ho comprato per 50.000 Lire, al mercato delle pulci di Lecce, una Zenit totalmente manuale: l’idea era quella di integrare con immagini la mia ricerca. Il limite di un saggio di ricer-ca è rappresentato a mio avviso dal fatto che rimane limitato agli addetti ai lavori, alla sfera universitaria. Le immagini invece possono essere viste e comprese da un pubblico più ampio. Da allora ho sviluppato un in-teresse per la fotografia di reportage, ma ho continuato ad occuparmi d’altro. Lasciata l’Università ho coordi-nato – in Calabria - un progetto UE per l’integrazione degli immigrati sul territorio Calabrese dopo di che, trasferitomi a Roma per 5 anni ho lavorato con con-tratti a termine in libreria, fino a che, nel maggio 2010, di fronte all’ennesimo contratto a termine, ho deciso di mollare quel lavoro per dedicarmi alla fotografia. Se proprio dovevo vivere senza una stabilità econo-mica che almeno fosse per un lavoro che mi appas-sionasse!

Quindi il tuo interesse per il reportage nasce in Al-bania?La frase “un’immagine vale più di mille parole” è pro-prio vera ed in Albania ho sentito forte l’esigenza di documentare ciò che vedevo. Mi sembrava assurdo

che si parlasse tanto sui giornali di un paese come l’Al-bania, alimentando luoghi comuni e stereotipi dell’im-maginario collettivo, mentre non venivano mai mo-strate immagini che documentassero come realmente si viveva in quel paese.

Nel 2010 decidi quindi di cambiare mestiere: come hai affrontato la scelta e quali sono le difficoltà che hai incontrato?Io sono proprio agli inizi, ho iniziato questo mestiere da poco ed in tarda età, avevo 45 -46 anni (in Siria per esempio ero il più vecchio del gruppo perché gli altri fotografi erano tutti sui 30 - 35 anni al massimo) per cui devo ancora imparare e capire molti dei meccani-smi in questo lavoro. Sicuramente i contatti personali in quest’ambiente contano molto. Una buona percen-tuale del lavoro del fotografo professionista è quello di procacciarsi clienti e mantenere i contatti con chi è già nell’ambiente e che, a sua volta, può diventare un committente. L’incognita più grossa è sempre rap-presentata dal non sapere se guadagnerai o meno. Per esempio l’anno scorso ad ottobre sono stato per un mese in Siria ad Aleppo per seguire la guerra civile e per documentare le tragiche conseguenze per il po-polo siriano. In questa occasione sono partito con un amico che aveva già accordi con testate giornalistiche quali “ Il fatto quotidiano” e “La Stampa”: partire così è la situazione migliore perché sai già che parte delle spese che anticipi sarà coperta e tutto il resto sarà tra virgolette guadagno. Le difficoltà certo sono molte ma personalmente mi sono imposto di raggiungere tutta una serie di obiettivi e lo voglio fare soprattutto per me.

Quali sono i costi che deve affrontare un fotorepor-ter?

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una discreta somma che so già come investire.

Ma tu pensi davvero che oggi, con il digitale (che ha reso tutti un po’ fotografi…) e con i media che spesso e volentieri utilizzano immagini reperite in rete o da fotoamatori, vivere di fotografia sia un obiettivo rag-giungibile?Questo è un discorso molto ampio: partiamo col dire che per me, se la foto è fatta da un professionista o da un amatore poco cambia, nel senso che, se l’immagi-ne trasmette qualcosa, se ha un messaggio, se è una buona fotografia che rimarrà impressa a chi la guarda, poco importa chi l’abbia fatta e con che mezzo. Un discorso a parte va invece fatto su chi utilizza queste immagini per abbattere i costi, dimenticando - soprat-tutto per quanto riguarda i reportage - la differenza tra un professionista e un amatore. Il primo ti garantisce la certezza della fonte, con il secondo questo è più diffi-cile, si tratta anche di una questione di serietà profes-sionale e questo vale sia per la carta stampata che per i giornali online. In Italia poi non c’è la stessa cultura iconografica che hanno altri Paesi. Se proviamo ad accostare i maggiori quotidiani italiani con i maggiori quotidiani francesi, tedeschi o statunitensi ci rendiamo conto dell’abisso che ci separa. In Italia lo “scritto” è ancora la cosa più importante mentre la fotografia è un contorno con scopi descrittivi. A fronte di tutto questo diciamo che è sempre più diffi-cile vivere con la fotografia, ma penso - o almeno spe-ro - che questa tendenza a non valorizzare le fotografie pian piano si invertirà anche in Italia. Qualcosa comin-cia a muoversi, per esempio Mario Calabresi (Direttore de “La Stampa”) sta cercando di dare spazio a fotografi molto bravi come ad esempio Fabio Bucciarelli (vinci-tore della Robert Capa Gold Medal 2013), con cui tra l’altro sono stato in Siria, o come Laura Silvia Battaglia, di cui ho letto in questi giorni il reportage sullo Yemen. Diciamo che c’è qualcuno che ci prova.

Oltre ad anticipare i costi relativi al viaggio e al sog-giorno, quando vai in un paese dove c’è un conflitto, come per la Siria, devi mettere in conto anche le spese relative alla tua sicurezza personale. Ogni giorno devi pagare qualcuno che ti faccia da guida, da interme-diario e che abbia gli agganci giusti: questa persona costa circa 100 dollari al giorno, quindi se sei con altri fotografi puoi dividere le spese ma, ovviamente, non avrai l’esclusiva delle foto. Questi, oltre al mangiare, al trovare una connessione internet ed un riparo dove dormire, sono i costi diretti. Tuttavia sono stato fortu-nato, nel primo periodo passato ad Aleppo ho dormito e mangiato, insieme a un gruppo di amici giornalisti e fotografi, in una casa abbandonata a poche vie dalla front-line; dopo un paio di settimane, adottato da una katiba (brigata) di ribelli, ho potuto godere della loro infinita ospitalità. Un discorso a parte va poi fatto an-che sull’ammortamento dell’attrezzatura e tutta un’al-tra serie di cose.

Prima dicevi che ti sei posto degli obbiettivi, si tratta di nuovi viaggi di nuovi progetti?Allora, indubbiamente il primo obbiettivo è quello di arrivare a vivere decentemente di questo lavoro, cosa che in questo momento assolutamente non riesco a fare. Non ho problemi ad ammettere che in questo momento è difficile anche perché lavorando in modo indipendente, devo sempre anticipare i costi del mio lavoro. Ho in mente delle idee che mi piacerebbe rea-lizzare, delle cose che vorrei raccontare e ovviamente per poterle rendere concrete, ogni mezzo lecito di fi-nanziamento va bene. Mi può quindi capitare di do-ver fare dei lavori con la macchina fotografica diversi da quello che è normalmente il mio lavoro principe, come ad esempio documentare convegni o altre cose simili, ma anche lavori completamente diversi, per esempio poco tempo fa, per due settimane, ho fatto anche l’imbianchino. Con questo lavoro ho messo su

(segue...)

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Aleppo 2012

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Hai accennato ad’Albania e Siria: in quali altri posti sei stato?Nel giugno del 2011 ero ad Atene per lo sciopero gene-rale contro le misure adottate dalla Comunità Europea e i conseguenti tagli per ripristinare il debito pubblico. Sempre nel 2011 (a novembre) ero al Cairo per docu-mentare gli scontri in piazza Tahrir e le prime elezioni del regime post-Mubarak. Nel maggio 2012 sono stato a Francoforte, sede della BCE, per l’evento di 4 giorni in Europa “ Blockupy Bce “, nel giugno 2012 ero nel Borneo (Malesia) per un reportage sulla vita degli ulti-mi nomadi del mare, i Bajau Laut.Ma non vorrei che si pensasse che il fotoreporter deb-ba necessariamente recarsi in luoghi lontani, le storie da raccontare ci sono anche qui, in Italia ho seguito alcuni problemi sociali, in particolare l’emergenza abitativa, gli sfratti forzati e la situazione dei rifugiati dalla Libia o (come fatto quest’estate) la situazione dei raccoglitori di pesche nel saluzzese. Mi piace raccontare quelle che sono le manifestazioni del vivere umano, belle o brutte che siano.

Come decide un fotoreporter dove andare, cosa rac-contare?Fino ad oggi la scelta di cosa fotografare e dove an-dare l’ho fatta quasi sempre in autonomia perché non avevo nessun committente. Ovviamente dietro ad ogni scelta c’è sempre uno studio attento dell’attualità, uni-to all’intuito che affini facendo questo mestiere e che dovrebbe aiutarti a capire se quello che interessa a te

può interessare ad altri e se può avere un mercato. Ciò non toglie che, partito con un’idea, una volta arrivato sul posto il tuo progetto possa cambiare o si possano trovare altri spunti, altre storie. Per fare un esempio, al Cairo (come già detto ero lì per documentare gli scontri in piazza Tahrir e le prime ele-zioni del regime post Mubarak) mi sono trovato anche a fotografare quella che è chiamata “la città dei morti” , l’immenso cimitero della capitale egiziana che è stato occupato da una moltitudine impressionante di poveri che hanno trovato rifugio negli antichi monumenti fu-nerari, ma ho anche documentato una messa nel quar-tiere copto di Mokattam, dove ho assistito ad un esor-cismo di massa. Prima di partire per Aleppo avevo letto di un bando di concorso internazionale per calligrafi di lingua araba per riscrivere il Corano e che uno degli ultimi due contendenti era di Aleppo. Sono quindi par-tito con l’idea di individuare questo tizio, fotografarlo, intervistarlo ecc,. Poi non ce l’ho fatta perché in una città bombardata e divisa com’è Aleppo non sono riu-scito a trovarlo, sempre che fosse ancora li.

Con che attrezzatura viaggi?All’inizio del mio percorso ho avuto la fortuna di co-noscere Bucciarelli che mi ha dato tutta una serie di dritte, tra cui quella di abbandonare lo zoom e di usare una focale fissa da 35 mm e la full frame. In tutti i viag-gi che ho fatto, ho sempre portato con me anche un se-condo corpo macchina su cui montavo uno zoom. Ri-vedendo le immagini scattate mi sono reso conto della

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differenza: le immagini scattate con il 35mm avevano un impatto profondamente diverso nell’economia del-la storia. Con una focale fissa hai sicuramente una defi-nizione migliore rispetto agli zoom e poi, ho riscoperto il gusto di essere fotografo, di spostarmi, di ricercare l’inquadratura migliore, di essere dentro ciò che acca-de. A fronte di questa esperienza, adesso porto con me solo più il 35 mm e un secondo corpo macchina per ogni evenienza. Intendiamoci, per ogni lavoro esiste l’ottica più appropriata e gli zoom non sono da disde-gnare, si tratta solo del mio personale punto di vista.

Durante un reportage scatterai migliaia di foto: come avviene la selezione?Il lavoro di selezione è un lavoro che inizi a fare già sul posto, giorno per giorno, a maggior ragione se collabo-ri con qualche Agenzia. Rivedere le immagini quoti-dianamente ti espone però ad una serie di rischi: quan-do fotografi sei “protetto” dalla macchina fotografica che in qualche modo ti fa da filtro. Mentre scatti non hai il tempo di pensare a quello che ti sta succedendo intorno, sei li, ti trovi in mezzo alle cose e pensi a fo-tografare. Quando rivedi le immagini, invece, cominci anche a ricordare tutto quello che il tuo cervello ha im-magazzinato senza che tu te ne rendessi conto: ciò che hai visto, gli odori percepiti, i suoni e le voci sentite.Se ci si trova nel mezzo di uno scontro a fuoco, dove ci sono persone che si sparano, puoi trovarci una logica, quella di uccidere il nemico… anche se è un gioco abominevole. Questa logica vien a mancare davanti agli ospedali, quando arrivano civili colpiti dalle bom-be o dai cecchini, quando vedi la sofferenza delle per-

sone inermi o dei bambini. Questo è il momento più difficile, anche perchè nelle guerre “post-moderne” il 90% dei morti e dei feriti sono civili.

Quando ti trovi in situazioni come quelle che hai de-scritto, non hai paura?La paura ci deve essere, se no sei morto. Soprattutto, devi sempre valutare se ha senso quello che stai per fare: attraversare una strada che sai essere sotto il tiro dei cecchini, può valerne la pena se dall’altra parte sta accadendo qualcosa d’importante; in caso contrario, stai rischiando inutilmente la tua vita e quella di chi ti scorta e accompagna. E’ anche una questione etica.Io non credo a chi dice di non aver paura. Una vol-ta che sei li, con la paura ci convivi e diventa quasi naturale cambiare le tue abitudini, come camminare rasentando i muri, attraversare correndo, ecc. Tornato a casa, rifletti su quanto sia diverso camminare in una città dove i palazzi sono integri, attraversare la strada normalmente oppure sapere che, mentre vai a pren-dere un caffè, non corri il rischio che ti cada un colpo di mortaio addosso. E’ veramente come passare da un mondo ad un altro.

Come ci si protegge materialmente?Anche in questo caso molto dipende da quanto puoi spendere. L’ideale, se si ha la possibilità economica è di comprare un giubbotto anti proiettile con le placche, che fermano i colpi di kalashnikov. Io per la Siria sono partito con un giubbotto in kevlar (una fibra resistente più dell’acciaio, che normalmente ferma le schegge e i proiettili fino a 9mm) già scaduto e che arrivava dalla

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tarla, anche perchè non possiamo girarci dall’altra e fare finta che sia sparita. Per essere intellettualmente onesti, però, bisognerebbe sedersi intorno ad un tavolo e parlare di cosa intendiamo per violenza e smetterla di fare del falso moralismo, continuando a scambiare le cause con gli effetti e viceversa. La tua più grande delusione e la tua più grande soddi-sfazione per questo lavoro?Mi prendi in contropiede, non saprei dire nè l’una nè l’altra. Tento di essere il più possibile equilibrato, cercando di non essere facile preda di entusiasmi o delusioni. Certo le difficoltà ci sono, non tanto nel tro-vare cose interessanti da raccontare, ma piuttosto nel trovare a chi interessano: fare collimare queste due cose è una vera fatica quotidiana. In ogni caso, anche nei momenti di maggior difficoltà, non riesco a vedere questa esperienza in senso negativo: è comunque una sfida con me stesso e prendo tutto quello che arriva, il bello e il brutto. Sicuramente, sono contento di essere ancora vivo e penso spesso a chi non ha avuto la mia

randosi sempre più: in Italia, siamo rimasti colpiti dalla vicenda di Domenico Quirico, corrispondente de La Stampa, ma i giornalisti/fotografi rapiti e di cui non si hanno notizie è, purtroppo, ben più lunga.

Razionalmente la passione per questo mestiere vale questo rischio?.Si, indubbiamente si, ma non perché, come ho letto da qualche parte, spesso i fotografi di situazioni di violenza come guerriglia urbana, o zone di conflitto siano drogati di adrenalina o amino la violenza. Forse sarà anche così per qualcuno…, non per me o per le persone che ho conosciuto. Io preferisco pensare che ogni foto di una zona di guerra, o comunque di conflit-to sociale, sia una foto contro la violenza in generale, da qualunque parte sia messa in atto e che abbia una funzione di denuncia delle dinamiche che la portano a manifestarsi, che faccia riflettere chi osserva, soprattut-to oggi che viviamo in una società intrisa di violenza a tutti i livelli. Il mio/nostro ruolo è quello di documen-

Libia. Non so bene cosa significasse il fatto che fosse già scaduto, per fortuna non ho dovuto metterlo alla prova, è ancora lì, integro. Dopo di che, oltre ad una questione economica è anche una questione di scelta.Intendo dire che, in certe situazioni, un giubbotto mol-to pesante come quello in grado di proteggerti dai ka-lashnikov può esserti di ostacolo quando devi correre molto velocemente sotto il tiro dei cecchini. Il giubbot-to non ti protegge integralmente, ma psicologicamente aiuta. Un grande aiuto ti arriva poi dai consigli dei col-leghi che trovi sul posto. Sempre ad Aleppo, ad esem-pio, la prima cosa che mi hanno detto è stata quella di togliere la scritta TV dall’elmetto e qualora fosse sta-to mimetico era meglio colorarlo di nero per evitare eventuale fuoco amico. Poi certo, qualunque accor-gimento non è mai abbastanza, perché in certi luoghi il pericolo è, o inizia ad essere, ovunque. Per esem-pio nel tragitto che porta dal confine della Turchia ad Aleppo rischi di essere rapito ad ogni checkpoint che trovi. Da un anno a questa parte, la situazione dei gior-nalisti e dei fotografi in Siria è andata via via deterio-

stessa fortuna.

Consiglieresti ad altri questo mestiere?Se lo si fa con passione perché no? La passione è qual-cosa che ti permette di andare avanti anche quando le cose non girano al meglio. Se invece è un modo come un altro per sbarcare il lunario assolutamente no! L’a-lienazione è dietro l’angolo e diventi come l’operaio fordista alla catena di montaggio: produci foto a raffi-ca, ma in quelle c’è poco o nulla di te, ti è stato espro-priato e la qualità rischia di essere dozzinale.Oltre ai sacrifici che devi affrontare deve esserci anche un discorso di qualità e rispetto verso le persone a cui proponi il tuo lavoro.

Ringraziamo Cesare che ci ha raccontato un mondo tanto difficile quanto affascinante e a chi vuole apprez-zare i lavori del nostro ospite consigliamo di visitare il suo sito al seguente indirizzo: cesarequinto.photoshelter.com.

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PORTFOLIOGLI ALLIEVI DEL CORSO DI FOTOGRAFIA(introduzione di Renata Busettini)

L’ultima serata dei corsi di Max Ferrero è da sempre la serata dedicata alle foto degli “allievi”. E’ un momento di condivisione dei risultati, un momento di confronto e per i molti, non abituati ad “esibire”

le proprie foto in pubblico, è un momento pieno di pathos. Ho avuto il piacere di partecipare come spettatrice alla serata conclusiva del corso FOTOGRAFIA AVANZATA appena conclusosi e vista la varietà e qualità delle foto proposte, ho pensato fosse bello dedicare a loro il nostro portoflio proponendovi una breve selezione.

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comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

PHOTOPEDIAPHOTOPEDIA

WERNER BISCHOFdi Alessandro Rossi SebastianoLa vita e le opere dei grandi del passato, raccontando un poco di noi stessi.

“Ormai il lavoro qui non mi dà più la gioia della sco-perta; qui quello che conta più di qualunque cosa è il valore materiale, il fare soldi, fabbricare storie per ren-dere le cose interessanti.Detesto questo genere di commercio di sensazioni… E’ stato come prostituirsi, ma ora basta. Dentro di me io sono ancora – e sarò sempre – un artista.”

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Werner Bischof nasce a Zurigo nel 1916 e inizia a lavo-rare come fotografo pubblicitario e di moda (mostran-do anche molto interesse e attitudine per la fotografia di architettura), a soli vent’anni. In breve tempo iniziò a fotografare per conto della rivista Du e pubblicò il suo primo reportage: Profughi, sugli italiani internati in Svizzera a cui si aggiunsero altri servizi riguardanti la Germania e l’Olanda nel dopoguerra, poi in Italia e in Grecia. In Inghilterra, dove si era stabilito, si sposò e fu uno dei primi componenti dell’agenzia Magnum, fon-data pochi anni prima.Collaborando con la prestigiosa agenzia, visitò paesi duramente colpiti da svariate guerre, come Giappone, Cina e Argentina, dove morì nel 1954 in un incidente stradale.

Bischof è stato un “fotografo impegnato”, al pari di Ro-bert Capa e David Seymour, anch’essi morti mentre si dedicavano completamente alla loro passione. Sì, pas-

sione, infatti uno degli aspetti che più mi hanno colpito della vita di questo fotografo è il disprezzo che provava nei confronti di tutti coloro che facevano della foto-grafia, della guerra, della fame semplice merce, puro commercio di sensazioni.

L’autore cerca costantemente di rappresentare una so-cietà che guarda avanti e si sforza per ricominciare. Nei paesi orientali la semplicità dei gesti quotidiani non

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(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

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viene scalfita nemmeno dal trauma della guerra, che si riduce ad essere un’ombra troppo scura impressa nello sfondo di ogni anima.

La consapevolezza dei sog-getti fotografati è presente in ogni scatto, ma la speranza, secondo me, è il tema fo-tografico più ricorrente nel portfolio del fotografo, o al-meno è il messaggio che Bi-schof vuole lasciare, anche quando fotografa le situazio-ni più drammatiche.

La scelta dell’inquadratura è il segreto che rende tecnicamente perfetto ogni scatto, il bianco e nero conferisce ad ogni fotografia un significato morale ed una riflessione spirituale sul dramma dell’esistenza rapportato alle cose sem-plici, come un bambino che gioca tra le macerie, un altro che suona, una madre che urla al cielo o, ancora, persone che vanno al lavoro tutti i giorni, perché nel dramma umano della guerra, anche se si ha la consapevolezza di aver perso tut-to, la vita continua.

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OLTRE...

Quando la fotografia non è fine a se stessa, ma va oltre… la fotografia nel campo della moda e della pubblicità per veicolare desideri e passioni, la fotografia in stretto connubio con le altre arti (la pit-tura, la grafica, la musica, il cinema, …), la fotografia in ambito scientifico ed industriale …Continua il nostro viaggio attraverso la storia della Hipgnosis e di Storm Thorgerson: vedremo la completa evoluzione del loro stile attraverso leggendarie copertine di alcuni album dei Pink Floyd.

STORM THORGERSON, IL SESTO PINK FLOYD (2a parte)di Pierlorenzo Marletto

MEDDLE (1971): Per quest’album l’Hipgnosis si limitò a decidere sol-tanto la fotografia interna della cover (l’ultima che ritrarrà i quattro Pink Floyd!), dato che era stata la band ad avere l’idea di correlare in un concept fotografico l’immagine alla musica. Si optò per l’utilizzo della foto ingrandita di un orecchio (che a giudicare dalle proporzioni non si direbbe umano...) che sembrasse intento a captare le onde sonore provocate dalla caduta di un sasso nell’acqua.

OBSCURED BY CLOUDS (1972): Thorgerson e Powell convinsero il

gruppo a far pubblicare una foto ottenuta con alcuni giochetti di luce

sovrapposti all’immagine di un uomo in blue-jeans che si tuffava nel vuoto.

THE DARK SIDE OF THE MOON (1973): nonostante il lavoro sia molto più grafico che fotografico non è possibile non citarlo visto l’enorme successo dell’album e della sua copertina. L’immagine è molto semplice: un prisma su sfondo nero che scompone un raggio di luce nello spettro di raggi colorati. I raggi proseguivano anche nella copertina interna: quando le copertine erano aperte e messe una vicino all’altra formavano infatti un unico disegno. L’idea venne a Rick Wright anche in relazione all’uso del light show che i Pink Floyd erano soliti fare durante i loro concerti. L’associazione al prisma di luce spinse lo staff della Hipgnosis a programmare un viaggio in Egitto per scattare alcune foto delle piramidi. Due foto selezionate, trattate in studio a tinte blu e rosa molto vivaci, divennero il soggetto dei poster inclusi nella cover, assieme a due adesivi a colori, riproducenti il logo delle piramidi.

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

A NICE PAIR (1973): la copertina di questo doppio album contenente la ristampa dei primi due dischi della band in realtà è una collezione di 36 copertine sistemate 3x3 sul fronte, sul retro e sulle pagine interne, compren-denti una serie di scatti bizzarri, para-dossali e ridicoli. Thorgerson disse a tal proposito “i Pink Floyd hanno un buon senso dell’umorismo, cosicché molte delle idee che venivano fuori erano semplicemente una sorta di scherzi, giochi di parole e aforismi, come ‘morso all’aria’, ‘ridendo come matti in una banca’, ‘forchetta in strada’ e ‘rana in gola’. C’erano altre foto che ci piacevano, come ad esempio il foyer del cinema (uno dei nostri luoghi preferiti), e altre un po’ contorte, tipo quella del paranoico spioncino sulla porta di una famiglia di nome Paura, … quella con il freak ‘stonato’ con il suo caftano e gli occhialini psichedelici è invece un riferimento ai trascorsi psichedelici dei Floyd”. Le primissime copie del disco che uscirono in circolazione ebbero delle noie legali, dovute proprio ad una di queste immagini in copertina, e furono ritirate (inutile dire che sono diventate oggetto della ricerca sfrenata dei collezionisti). In alto a destra compariva la foto della vetrina di un negozio con la dicitura “W.R.Phang, Dental Surgeon”, che Storm aveva catturato con la sua macchina fotografica a Kingston-upon-Thames. Il signor Phang citò in giudizio la EMI e vinse la causa (pare non avesse gradito questo genere di pubblicità gratuita).

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(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

WISH YOU WERE HERE (1975): probabilmente il punto più alto raggiunto nella collaborazione fra Thorgerson e i Pink Floyd fu la realizzazione delle

immagini e del packaging per questo disco. Occorreva qualcosa che si cor-relasse con i complessi riferimenti della musica e soprattutto dei testi scritti

da Waters che evocavano il suo sentimento nel momento in cui la fraternità fra i membri della band, sempre presente in precedenza, stava venendo a

mancare. Disse Richard Wright: “ne parlammo per ore. Fu proprio un’espe-rienza strana realizzare quella copertina. L’idea base era quella di non essere da nessuna parte. Tutte le foto incluse cercano di suggerire questo concetto;

si tratta di situazioni surreali, irreali, come quella dell’uomo che brucia, o dell’uomo senza piedi nella sabbia… Wish you were here è una specie di

gioco di parole sul fatto di non desirare che tu sia qui. Mentre stavamo regi-strando il disco ci rendemmo conto a un certo punto di non essere veramente

lì a lavorare. Non ci stavamo minimamente concentrando…”. La foto di copertina fu realizzata da Storm che aveva accompagnato la band in tour nel 1974, presso i Warner Bros Studios A Burbank in California. Il concetto dietro

le canzoni “Welcome to the Machine” e “Have a Cigar” gli suggerì l’uso di una stretta di mano (un gesto spesso vuoto) e l’idea che le persone tendono a nascondere i loro veri sentimenti per paura di “bruciarsi”. Quindi due uomini

d’affari, uno in fiamme, sono stati raffigurati che si stringono la mano. Gli stuntmen Ronnie Rondell e Danny Rogers furono i protagonisti della foto:

Rondell indossava una tuta ignifuga coperta da un vestito d’affari. La sua testa era protetta da un cappuccio, sotto la parrucca. Inizialmente il vento soffiava

nella direzione sbagliata, e le fiamme arrivavano sulla faccia a Rondell, bruciandogli i baffi, così i due stuntmen si dovettero cambiare di posto. L’uomo che brucia, fra i

quattro elementi, rappresenta naturalmente il fuoco. La terra è rappresentata dal deserto della foto sul retro copertina, dove un uomo d’affari, senza faccia ne corpo, è un non-uomo in pratica, offre una copia del disco al pubblico. Le restanti altre due fotografie completano il quadro: l’uomo che

si tuffa utilizza una posizione yoga per restare immobile su una piattaforma immersa nel lago e simboleggia, ovviamente, l’acqua. Mentre l’ultimo elemento, l’aria, muove il velo rosso e le foglie

degli alberi raffigurati nella foto sulla busta interna dell’album dietro cui si intravede la figura di una donna misteriosa. Il disco uscì confezionato in una busta di plastica completamente nera su cui un adesivo a colori disegnato da George Hardie segnalava al pubblico il nome del

gruppo e il titolo del lavoro. “… L’idea base è che la busta di plastica nera è una copertina per i negozi, mentre quella vera e propria è per il pubblico” ha sostenuto Storm. “Infatti la cosa presuppone un approccio psicologico differente; vederla a qualche metro di distanza

in un negozio di dischi non è lo stesso che poter stringere l’album fra le mani e osservarlo attentamente riflettendo sui suoi significati. La busta di cellophane nero prevista per la coper-

tina si rivelò difficilissima da produrre e costò un sacco di soldi. Inoltre, la casa discografica americana non riusciva proprio a capire per quale motivo avessimo deciso di coprire un ‘così

ANIMALS (1977): inizialmente Hipgnosis propose alcune idee alla band, fra cui l’immagine di un bambino piccolo che entra nella camera dei genitori mentre questi fanno sesso ‘come animali’, però il concetto che alla fine fu sviluppato nacque da un’idea di Waters. A quel tempo viveva a Londra vicino a Clapham Common, e ogni giorno passava in macchina vicino alla centrale di Battersea. La Battersea Power Station era a quell’epoca una vecchia centrale a carbone (costruita negli anni ’30), comunque già uno dei più conosciuti e carat-teristici monumenti industriali di Londra (ad esempio compare nel film “Help!” dei Beatles del 1965). L’edificio, che è la più grande costruzione in mattoni d’Europa, con notevoli decorazioni interne in Art Déco, è tuttora esistente ed è soggetto ad un gigantesco progetto di ristrutturazione e riconversione in centro residenziale. Una vista dell’edificio fu scelta come immagine di copertina e venne commissionato alla compagnia tedesca Ballon Fabrik (la stessa dei dirigibili Zeppelin) e all’artista asutraliano Jeffrey Show la realizzazione di un maiale gonfiabile (chiamato Algie) alto 9 metri. Il pallone era gonfiato ad elio e fu messo in posizione il 2 dicembre ’76 con un manovratore pronto a tirarlo a terra in caso di necessità. Purtroppo le pessime condizioni meteo ritardarono i lavori di ripresa, e il manager della band Steve O’Rourke trascurò di richiamare il manovratore per il secondo giorno, con la conseguenza che il pallone si liberò dai suoi ormeggi e, fra lo stupore dei piloti degli aerei in avvicinamento al vicino aeroporto di Heathrow, scomparve dalla vista. Alla fine atterrò nella campagna del Kent dove venne recuperato da un agricoltore locale, apparentemente furioso perché aveva spaventato le sue mucche. Le riprese continuarono anche per un terzo giorno, però la luce e il cielo non erano come quelli del giorno delle riprese senza maiale, quindi “cosa avremmo potuto fare se non creare un fotomontaggio incollando il maiale sulla foto del primo giorno e poi ritoccare il tutto?” (S.Thorgerson, 1978).

Nonostante Hipgnosis e Thorgerson continuarono a lavorare per i Pink Floyd e per gli album solisti dei suoi componenti negli anni a seguire, non raggiunsero mai più le vette stilistiche, creative ed innovative dei lavori finora descritti. Naturalmente negli anni d’oro la Hipgnosis non lavorò solo con i Floyd, ma produsse grandi realizzazioni con altri artisti di prima grandezza (Led Zeppelin, i Genesis, Peter Gabriel, Black Sabbath, Scorpions, solo per citarne alcuni). Conclusasi l’esperienza con l’Hipgnosis verso la fine degli anni ’70, Thorgerson decise di dedicarsi alla sua passione originaria, cioè quella di fare film. Dopo il collasso economico della sua casa di produzione di videoclip, e anche a seguito all’infarto che lo colpì nel 2003 e che lo la-

sciò parzialmente paralizzato, Thorgerson ritornò a collaborare nella re-alizzazione di copertine sia per David Gilmour e per i Pink Floyd, sia per conto di artisti di generazioni successive come i Cranberries e i Muse. Thorgerson è morto il 18 aprile 2013 all’età di 69 anni. Dopo la sua morte, David Gilmour ha rilasciato una dichiarazione che lo descrive come “una forza costante nella mia vita, sia nel lavoro che nel privato, una spalla su cui piangere, e un grande amico”. Un post sul sito ufficiale dei Pink Floyd lo ha definito come un “genio della grafica” e il batterista Nick Mason ha detto che era “un lavoratore instancabile fino alla fine”.E’ molto probabile che se prossimamente continueremo a parlare ancora di belle fotografie diventate copertine di album musicali, ritroveremo fre-quentemente il nome di Thorgerson e i lavori della Hipgnosis.

grande’ lavoro grafico. In Inghilterra, i negozianti la detestarono perché avrebbero voluto mostra-re la copertina, ma quando tolsero la busta si accorsero di non poterla rimettere, e fu ancora più

frustrante per loro scoprire che la copertina di cartone non aveva titoli. Uno dei momenti più belli dell’esperienza fu quando, avendo proposto ai Floyd soltanto un abbozzo dell’idea poi realizzata, la

accettarono entusiasti e la approvarono calorosamente” (S.Thorgerson, 1978 cit.).

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TECNICA FOTOGRAFICA

PERCHE’ BIANCO E NERO (1a parte)di Max FerreroMettetevi seduti, stiamo per incominciare un percorso filosofeggiante. Come ogni teoria, non supportata da dati oggettivi, tutto può essere opina-bile e facilmente confutato.

E’ sempre stato mio desiderio ricevere, da un osservatore, la fati-dica domanda: “perché?”. Essa implica un interessamento al mio

pensiero, al mio modo di concepire ed interpretare la fotografia, la vita, la realtà. Pone un quesito di natura artistica e pretende risposte profonde con cui introdurre discussioni, dibattiti o semplici scambi d’opinione. Purtroppo la domanda ricorrente che ricevo è “come?” assai più scontata e relegata a mere scelte tecniche. Da artista poten-ziale discendo inesorabilmente, con una semplice parola, al rango d’artigiano. Professione ugualmente degna ma con più flebili vellei-

tà. Quelle poche volte che tale desi-derio si è avverato, ricordo che era determinato dalla mia scelta tecnica di utilizzare il bianco e nero.

Perché scattare foto in bianco e nero?Per i fotoreporter, il bianco e nero è una scelta che incrementa il senso drammatico, si concentra sulle pas-sioni sfruttando i chiaro scuri. In un bombardamento continuo d’immagini a colori una bella foto in bianco e nero spicca differenzian-dosi. Ne approfitta largamente la pubblicità che, già da diversi anni, associa il bianco e nero a prodotti elitari desiderosi di elevarsi al di so-pra degli altri tramite forme, marchi o contenuti escludendo a priori la “scontatezza” del colore.

Parliamo del bianco e neroCon il bianco e nero ci si sofferma incessantemente sulla tecnica (so-prattutto noi riviste di settore), sulle

metodologie più utilizzate per convertire i file RGB in monocroma-tici o altre amenità. Si scrivono interi articoli per elencare le varie tecniche che il digitale ci mette a disposizione, dimenticando che il bianco e nero si discosta dalla fotografia tradizionale (quella a colori intendiamo) perché fondamentalmente è un’astrazione, come tale non necessita di risposte tecniche specifiche ma esistenziali. Non serve tentare di riprodurre il vero, perché il reale non è in bianco e nero e quindi non sarà riproducibile ma sempre e solo interpretabile.

Possiamo paragonare la fotografia a colori al cinema, mentre quella in bianco e nero al teatro. La prima ci vuole stupire con effetti speciali, colonne sonore in quadrifonia, esal-tazione della spettacolarizzazione. La seconda, per superare la minore potenzialità tecnica, deve obbliga-toriamente puntare sul contenuto e sulla semplificazione.Un paragone più calzante potrebbe essere paragonare la fotografia a co-lori alla pittura. L’artista mette colori su di una tela e il suo stile determi-na se essere realista, impressionista, surrealista o astratto.La fotografia in bianco e nero, inve-ce, è più scultura, una forma d’arte che toglie alla materia originale per plasmare nuove forme. Il fotografo deve arrivare alla sintesi dell’imma-gine, togliendo fronzoli inutili che complicherebbero la lettura della foto, facilitando l’interlocutore al raggiungimento dell’essenza. Essere fotografi di bianco e nero non

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s’improvvisa, il vero artista vede la foto nella sua forma originale escludendo le frequenze cromatiche dal cervello già nelle fasi di ripresa.Il bianco e nero, essendo più povero d’informazioni visive, ha biso-gno di maggiore attenzione al contenuto, alla forma e alla direzione della luce. Persino le ombre assumono maggiore peso compositivo nella sua forma più vera cioè d’assenza di luce. Le silhouettes diven-tano anch’esse parte della creazione ma hanno bisogno di essere colte in un momento preciso, forte, catartico e non casuale. Il fo-tografo non può più barricarsi dietro lo scudo difensivo della ripro-duzione del reale, deve invece immergersi nella propria creatività e cercare esattamente ciò che vuole esprimere, l’alternativa a questa procedura, è un fallimento assicurato o una necessità impellente di fortuna.Ci rendiamo conto che ciò che abbiamo scritto non è la legge im-pressa su tavole di pietra. Spesso a me e a voi lettori, capita di con-vertire un file a colori in b/n ed ottenere ugualmente buone foto, ma è un caso, una semplice combinazione fortunosa d’elementi che concorrono insieme ad un risultato soddisfacente. La frustrazione, però, è dietro l’angolo, se pretenderemo in seguito di continuare ad avere risultati costanti e di buona qualità.

E adesso, come ogni buona filosofia dovrebbe fare, vi diamo qualche applicazione pratica a tutto ciò di cui abbiamo disquisito.

CONSIGLI METODOLOGICI Non possiamo sicuramente consigliare Voi lettori su che cosa foto-grafare o con che stile. Possiamo però indicarvi alcuni pratici sugge-rimenti di facile applicazione atti a migliorare sensibilmente il risul-tato dei vostri bianco e nero:1. E’ fondamentale imparare a vedere in bianco e nero. Già nel mirino, saper escludere mentalmente le informazioni cromati-che aiuta sensibilmente nel concentrarsi sugli aspetti legati all’illu-minazione, al contrasto o alle forme. Per tutti i fotografi digitali che lavorano con reflex di nuova concezione o con compatte, consiglia-mo di sfruttare il mirino digitale o la tecnologia live view. Con tale metologia, impostando la digicamera per le riprese in b/n, avremo una pari risposta in bianco e nero sul monitor della nostra macchina fotografica. 2. Chi ha reflex digitali senza live view continui a scattare a colori. E’ vero che un file digitale nato in bianco e nero ha (potenzialmente) una nitidezza leggermente superiore ad un file

RGB convertito in seguito, ma è anche vero che dal bianco e nero non si può ottenere una foto a colori mentre viceversa sì. Un piccolo miglioramento tecnico non vale la possibilità di reversibilità.3. Tutti i fotografi che possono sfruttare il punto 1, appena si sentiranno in grado di vedere (o meglio interpretare) in bianco e nero la composizione passino alla modalità elencata al punto 2. E’ possibile, con esercizio ed applicazione, ottenere file che soddisfano le esigenze sia del colore sia del bianco e nero. Sfruttiamo quindi l’e-norme potenzialità del digitale scattando in rgb e relegando il bianco e nero in una successiva lavorazione in postproduzione.4. Lasciate tutti i settaggi della macchina impostati a 0. Concentratevi sulla composizione e su ciò che volete comunicare. Sganciatevi il più possibile dai tecnicismi che saranno importanti nella fase di “camera oscura”, quando con photoshop andremo ad applicare i ritocchi necessari. Poniamo attenzione e cura solo all’e-sposizione, ci faciliterà nelle future elaborazioni in fotoritocco.5. Ricordatevi che non ci sono tinte che possono salvarvi, un bel fiore potrà essere un soggetto interessante solo se la luce e i contrasti saranno adatti. Pertanto non accontentatevi della prima luce disponibile, plasmatela alla vostra creatività.6. Poniamo maggiore attenzione a tutti i minimi particolari possibili. Ogni oggetto discordante visibile nell’inquadratura avrà un “peso” maggiore rispetto ad una pari inquadratura a colori. La com-posizione deve essere essenziale, senza fronzoli, senza distrazioni. L’osservatore non ha colori da guardare, si accorgerà più in fretta degli errori.7. Nel caso di fotografie a soggetti animati ponete maggiore cura alla loro postura o alle loro espressioni. Il bianco e nero, con la sua povertà cromatica porta, l’osservatore a cercare l’essenza e l’espressione. 8. Il bianco e nero ci libera maggiormente dalle imperfezioni dovute a grana eccessiva, pertanto non abbiate paura di sperimenta-re scatti ad elevata sensibilità. Trasformeremo un errore in una preci-sa impostazione tecnica.

Questi sono solo alcuni dei consigli che si potrebbero elencare, ma sono i più importanti. Forse anche voi, che siete giunti a leggere fino a qui, un giorno vorrete che alle vostre foto sia posta la fatidica do-manda “perché?”. Vi auguro di trovare presto tali interlocutori, forse il bianco e nero potrà accelerare l’evento.E dal prossimo articolo si ritornerà alla tecnica e si affronteranno i vari modi su come trasformare file a colori in bianco e nero.

Anche dal punto di vista compositivo le cose potreb-bero cambiare. Nella foto di sinistra il campo di lavanda fa a gara con il cielo per donare colore e armoniosità croma-tica alla scena. Nella foto di destra la lavanda deve essere necessariamente tagliata per-ché difficilmente distinguibile dal resto dei colori. Un taglio deciso e le nuvole del cielo assumono lo scettro di primo attore.I toni della foto in bianco e nero potrebbero essere migliorati ma questo è un argomento che affronteremo nei prossimi articoli.

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A cura di Daniele Dell’Anna

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

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Il libro “Shooting yourself - L’autoritratto ai tempi dei social network” (Edizioni Contrasto) di Haje Jan Kamps è un divertente manuale che con la semplicità che contraddistingue i blog guida i lettori nel vasto universo dell’autoritratto fotografico.Con il nascere e l’espandersi dei social network , il campo dell’autoritratto ha conosciuto una rapida espansione. Che sia un semplice scatto del viso oppure un ritratto più elaborato con effetti di luce ricercati o fotoritocchi esasperati , l’autoritratto è un tema che ogni fotoamatore ha affrontato almeno una volta nella propria vita fotografica (non so voi, ma personalmente la prima foto fatta con la reflex nuova , per vedere come funzionava , è stata un mio primo piano!). Se l’uomo primitivo lasciava l’impronta della propria mano sulle pareti delle caverne per affermare la propria esistenza , oggi noi ci fotografiamo per far sapere agli altri come siamo e soprattutto chi siamo.Il volume presenta oltre cento autoritratti di altrettanti autori da cui trarre ispirazione , sia per quanto riguarda la tecnica utilizzata, sia per le location o per eventuali costumi o gadget da utilizzare. Vivendo nell’era del digitale e del fotoritocco a portata di un semplice click , vengono proposte anche alcune semplici nozioni di post produzione per creare effetti surreali e dare nuova vita a vecchi autoritratti. Il prezzo assolutamente accessibile del volume lo rende un simpatico ed economico regalo da fare ad un parente o ad un amico , ovviamente accompagnato da un biglietto con su scritto : COME TI VEDI?

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CONCORSO C’E’ CONCORSO C’E’ CONCOR

Il nostro concorso “SCATTAunaSTORIA” fa una pausa, sperando che per il prossimo numero ci sia sufficiente ma-teriale per proseguire l’avventura. Naturalmente le foto che sono pervenute verranno tenute valide per la prossima volta (a meno che gli Autori non vogliano sostituirle con altre nuove, entro i nuovi termini di spedizione).

Quindi coraggio, perchè i premi sono molto interessanti (uno stage gratuito di fotografia con modella dalla durata di un giorno presso l’Accademia Torinese della Fotografia di Moncalieri (TO), condotta dal fotografo professionista Antonio Crisà).

Ricordiamo come si sono evolute le nostre due strorie parallele a cui dovrete, scegliendone una delle due, dare una continuazione.

In una vecchia stazione ferro-

viaria in attesa dell’arrivo (o della partenza) del treno... Ovunque è facile sentire parlare di segreti, misteri e mezze verità. Qualcuno deve sapere... Chi? Ma soprattutto... A che prezzo?“Istanbul, unione di continenti, crocevia di traffici ambigui … Lontano da occhi indiscreti, quale miglior luogo per il misterioso rendez-vous, sono passati anni, ma i ricordi sono ancora impressi nella memoria … con un pizzico di nostalgia. Le esperienze vissute sono alla base del libro ma molta gente importante potrebbe non gradire, il gioco ri-schia di diventare molto pericoloso ...”

In una vecchia stazione ferro-

viaria in attesa dell’arrivo (o della partenza) del treno... ... sbuffi di vapore scaturivano dalle fauci metalliche mentre il motore ritmico e potente della locomotiva iniziava ad ansi-mare. Il suo treno era pronto per l’ennesimo viaggio e come sempre il suo sguardo osservava pazien-te i passeggeri sulla banchina, ma questa volta il suo pensiero era rivolto altrove...“…ormai il suo cammino era segnato. Era quasi giunto al suo obiet-tivo e guardandosi per l’ultima volta alle spalle sapeva che non avrebbe più potuto tornare sui suoi passi…”

(to be continued...)per continuare questa storia indicare : storia di Gloria

(to be continued...)per continuare questa storia indicare : storia di Mauro

Le vostre foto (Jpeg, 2500 px lato lungo e qualità 8) e il breve testo a corredo (massimo 50 parole) per la terza tappa del con-corso dovranno pervenirci entro il 15 febbraio 2014 all’indirizzo:

[email protected] specificando nell’oggetto della mail “SCATTAunaSTORIA”In parallelo vi invitiamo a spedirci i vostri migliori scatti (a tema libero): non si vince nulla ma i più belli costituiranno le im-magini di copertina della nostra rivista, naturalmente con l’indicazione dell’autore. Spediteci i file Jpeg (2500 px lato lungo e qualità 10) entro il 15 febbraio 2014 all’indirizzo [email protected] specificando nell’oggetto della mail “COPER-TINA”. Unica avvertenza è che l’immagine deve essere obbligatoriamente di formato VERTICALE.

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Cosa abbiamo fatto:

PARATISSIMA PIX 2013

Foto di Sonia Barranca

NOTIZIE APPUNTAMENTI NOTIZIE APPUNTAMENTI NOTIZIE APPUNTAMENTI NOTIZIE APPUNTAMENTI NOTIZIE APPUNTAMENTI

RASSEGNA FOTOGRAFI CEDAS 2013

Dal 6 al 10 novembre il Gruppo è stato protagonista per la seconda volta all’interno dell’esposizione arti-stica Paratissima . Per l’occasione è stato presentato il progetto dal titolo “l’anima: le sue forme, i suoi stati, le sue tenebre”. Un tema difficile da affrontare, ma che ogni autore ha saputo presentare in modo personale e originale, ot-tenendo il consenso dei numerosi visitatori richiamati dall’importante manifestazione. (E.Lucido)

Dal 6 al 20 dicembre si è svolta, presso la Galleria Fiaf di Torino in via Pietro Santarosa 7/a, l’annuale Rasse-gna Fotografi Cedas. Quest’anno i partecipanti poteva-no presentare le loro opere a tema libero, ma rigoro-samente in bianco e nero. L’allestimento della mostra con 60 fotografie esposte ha comportato un importante lavoro si selezione vista la grande partecipazione all’i-niziativa. Hanno infatti partecipato complessivamente 79 autori con ben 275 fotografie. La mostra ha riscosso un notevole successo di pubblico che ha dimostrato di apprezzare la creatività dei nostri fotografi. (E.Lucido)

Foto di Giuliano Quaranta

Foto di Carlo Ferrari

Foto di Aureliano Casale

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NOTIZIE APPUNTAMENTI NOTIZIE APPUNTAMENTI NOTIZIE APPUNTAMENTI NOTIZIE APPUNTAMENTI NOTIZIE APPUNTAMENTI

LA SYRIA NON E’ UN PAESE PER GIORNALISTIIl 13 dicembre all’interno della Rassegna Fotografi Cedas presso la Galleria Fiaf di Torino in via Pietro Santarosa 7/a, è stata organizzata una serata dedi-cata al reportage attraverso l’incontro con due fotografi professionisti: Cesare Quinto e Paolo Siccardi. I due autori hanno presentato il loro lavoro “La Syria non è un paese per giornalisti“. Le immagini, che raccontano la difficile vita di quei luoghi costantemente in situazione di guerra, hanno emozionato e in-curiosito il pubblico accorso numeroso. Alla proiezione è seguito un dibattito che ha permesso ai presenti di conoscere meglio sia gli autori che le difficoltà che gli stessi hanno dovuto affrontare per raccontare, con la forza delle imma-gini, ciò che succede in luoghi che spesso ci sembrano distanti ma in realtà non lo sono. (E.Lucido)

Foto di Aureliano Casale

ARSENALE 24 ore su 24Il progetto fotografico che per un anno ha impegnato al-cuni fotografi della sezione Fotografi Cedas ha prodotto centinaia di scatti, tra i quali sono stati selezionati 49 scatti che formano la mostra “ARSENALE 24 ore su 24” ospitata presso il cortile dell’Arsenale della Pace. Le 49 foto raccontano momenti di vita, di accoglienza, di preghiera, una passeggiata tra le tante attività che impe-gnano gli abitanti e passanti di questa fabbrica d’armi trasformata in luogo di pace, accoglienza e spiritualità.Il 12 dicembre la mostra è stata inaugurata alla presen-za di Ernesto Olivero (creatore e cuore del Sermig), di Maria Teresa Fissore Presidente della Sezione Culturale Cedas e di tutti i fotografi della sezione Fotografi Cedas.La mostra è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 22 presso il SERMIG all’Arsenale della Pace in piazza Borgo Dora 61 a Torino. (R.Busettini)

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Foto di Renata Busettini

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MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTIEVENTI

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

ROBERT CAPA. In Italia 1943-1944Dal 9/12/13 al 6/01/14 presso il Palazzo Braschi a Roma - h t t p s : / / w w w . c o m u n e . r o m a . i t / w p s / p o r -t a l / p c r ? c o n t e n t I d = N E W 5 1 3 0 8 5 & j p _pagecode=newsview.wp&ahew=contentId:jp_page-code

Una selezione di 78 immagini del grande fotoreporter di guerra e padre del fotogiornalismo è in mostra a Pa-lazzo Braschi fino al 6 gennaio 2014, in occasione del settantesimo anniversario dello sbarco degli Alleati.

SUZANNE HELD. Spirito del GiapponeDal 29/10/13 al 12/01/14 presso il MAO Museo d’Arte Orientale in via San Domenico, 11 a Torino - www.maotorino.it/mostra.php?id=94

Negli scatti giapponesi Suzanne Held sceglie di restitu-ire, lontano dagli eccessi e dalle tragedie della moder-nità, un Paese abitato dalla tradizione nel quale ogni istante si veste del silenzio del rituale, un Paese po-polato tanto dagli uomini quanto dagli “spiriti” dello Shinto e dalle grandi figure del Buddhismo.

BERENICE ABBOTTDal 9/11/13 al 6/01/14 presso la Galleria Carla Sozzani, corso Como, 10 a Milano - www.galleriacarlasozzani.org/#/exhibitions/311/

Berenice Abbott (1898-1991) è una delle figure più influenti della fotografia americana del ventesimo secolo. Ha dedi-cato la sua lunga carriera alla fotografia, esplorando nozio-ni di fotografia documentaria e di realismo fotografico. In opposizione al pittorialismo di Alfred Stieglitz, le immagini di Berenice Abbott sono precise rappresentazioni del mon-do reale – visibile ed invisibile – realizzate con esattezza e precisione scientifica.

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WORD PRESS PHOTO 2013Dal 7/12/13 al 6/01/14 presso il Forte di Bard (AO) - www.fortedibard.it/mostre/mostre/world-press-photo-forte-di-bard

L’esposizione presenta le immagini più rappresentative che per un anno intero hanno accompagnato, docu-mentato e illustrato gli avvenimenti del nostro tempo sui giornali di tutto il mondo. In questa edizione hanno partecipato 5.666 fotografi provenienti da 124 paesi, per un totale di 103.481 immagini selezionate.

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MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTIEVENTILEE JEFFRIES. HomelessDal 13/12/13 al 12/01/14 presso il Museo di Roma in Trastevere – www.museodiromaintrastevere.it/mostre_ed_eventi/mostre/lee_jeffries_homeless

La mostra presenta lo straordinario lavoro di Lee Jeffri-es, fotografo quarantunenne di Manchester. In esposi-zione cinquanta scatti in bianco e nero, senza didasca-lie o date, come senza tempo è la sofferenza rivelata dai volti fotografati, il disagio diventato stile di vita. Immagini che Jeffries ha colto vagando per le vie di Londra, Parigi, Roma, New York, Miami, Los Angeles o Las Vegas, spesso ritraendo persone che quelle stesse strade hanno come dimora.

JODICE - CANOVADal 15/09/13 al 19/01/2014 presso il Museo Civico di Bassano del Grappa (VI) - www.museibassano.it

Dal 15 settembre il Museo Civico accoglie nell’ala nuova la mostra Jodice Canova, un omaggio dell’artista napo-letano Mimmo Jodice al grande scultore veneto Antonio Canova. L’obiettivo della macchina fotografica coglie le sfumature, le luci, le ombre e restituisce alle immortali opere canoviane un’emozionante interpretazione e una straordinaria contemporaneità.

ROBERT CAPA. La Realtà Di FronteDal 20/10/13 al 19/01/14 presso Villa Manin a Passa-riano di Codroipo (UD) – www.villamanin-eventi.it/mostra_capa.php

Saranno presenti in mostra tutte le principali esperienze che caratte-rizzano il lavoro del fotografo ungherese, naturalizzato statunitense: gli anni parigini, la Guerra civile spagnola, quella fra Cina e Giap-pone, la Seconda guerra mondiale con lo sbarco in Normandia, la Russia del secondo dopoguerra, la nascita dello stato di Israele e, infine, il conflitto in Indocina, dove Capa morirà prematuramente nel 1954. Un panorama completo che sarà accompagnato, durante tutto il periodo della mostra, da incontri con studiosi, fotografi e registi che presenteranno i libri e i documentari più recenti dedicati alla vita e all’opera di Robert Capa.

BEYOND SCIENCE. La scienza in uno scattoDal 6/12/13 al 19/01/14 presso il Palazzo Ducale, Log-gia degli Abati a Genova - www.palazzoducale.geno-va.it/

Oltre cinquanta scatti di oggetti e realtà invisibili a oc-chio nudo, strumenti e robot, che svelano l’esistenza di mondi non ordinari, stimolano l’immaginario e la conoscenza, e suggeriscono possibili futuri.

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

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MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTIEVENTI

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

LET’S SPORT. Le infinite emozioni dello sport e delle Olimpiadi 2012, celebrate negli scatti ReutersDal 30/11/13 al 23/01/14 presso il Palazzo San Libo-rio in via Santa Chiara, 1 a Torino - www.bitculturali.it/2013/11/fotografia/lets-sport-mostra-fotografica-a-palazzo-san-liborio-di-torino/

L’esposizione presenta oltre 50 fotografie a colori che raccontano il cuore pulsante dello sport. Dalle Olim-piadi di Londra con le sue stelle agli sport estremi, dal-le imprese impossibili allo “sportivo della domenica”, dal gioco di squadra al tifo del pubblico.

GOHAR DASHTI. Inside OutDal 24/10/13 al 24/01/14 presso le Officine dell’Imma-gine in Via Atto Vannucci 13 a Milano - www.officine-dellimmagine.it/forum/viewtopic.php?f=14&t=1989&sid=4a98cd0940f8edaa4af32cc017c99c5eINSIDE OUT, questo il titolo della mostra curata da Silvia Cirelli, propone un percorso culturale prima ancora che artistico, in cui si articolano le contraddizioni di una contemporaneità condizionata continuamente dallo spettro di conflitti sociali, politici, pubblici (l’outside), che hanno immancabilmente risonanze sulla vita privata degli iraniani, sulla loro sfera intima (l’inside). L’arte di Gohar Dashti sorprende per una raffinatezza tagliente, che mostra sofferenze atro-ci, ma con metafore sottili che solo svalicando la barriera dell’appa-rente oggettività si possono comprendere. Nulla è esplicito, al con-trario, la verità viene rivelata da un puzzle di elementi nascosti, che scoprono suggestioni fino a quel momento inconfessate.

ROBERT DOISNEAU. Paris en liberté Dal 3/10/13 al 26/01/14 presso il Palazzo Ducale Sot-toporticato a Genova - www.doisneaugenova.it/

La mostra raccoglie più di 200 fotografie originali di Doisneau tra il 1934 e il 1991. Gli scatti sono raggrup-pati tematicamente ripercorrendo i soggetti a lui più cari e componendo una grande rassegna antologica che accompagna il visitatore in una suggestiva pas-seggiata nei giardini di Parigi, lungo la Senna, per le strade del centro e della periferia, e poi nei bistrot, ne-gli atelier di moda e nelle gallerie d’arte della capitale francese.

GABRIELE BASILICODal 23/11/13 al 26/01/14 presso la Galleria Civica di Modena – www.comune.modena.it/galleria/mostre/gabriele-basilico-nella-collezione-della-galleria-civi-ca-di-modena

Fra piste da ballo e periferie urbane, scorci di architet-ture e aree industriali dismesse, si distende un racconto per immagini – circa una novantina – di luoghi indaga-ti dal celebre fotografo milanese, uno dei più noti in-terpreti della fotografia di paesaggio del nostro Paese.

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MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTIEVENTI YURI DOJC. Last Folio

Dal 29/10/13 al 27/01/14 presso la Biblioteca Nazio-nale Centrale di Roma - www.bncrm.librari.benicul-turali.it/index.php?it/790/eventi/388/last-folio-un-viag-gio-fotografico-insieme-a-yuri-dojcNel 2006, l’affermato fotografo slovacco-canadese Yuri Dojc capitò

in una scuola abbandonata a Bardejov, in Slovacchia, dove il tempo

si era fermato nel 1942, nel giorno in cui gli studenti furono depor-

tati nei campi di concentramento. Quando Dojc vi entrò, c’erano

ancora i libri sui banchi, così com’erano stati lasciati. Trovò qua-

derni corretti, pagelle e persino, in un secondo momento, un libro

che era appartenuto a suo nonno. Li vide come sopravvissuti, ultimi

testimoni di quel che restava di una vitale comunità, e li ritrasse in

immagini di rara bellezza.

NIRVANA: punk to the peopleDal 13/12/13 al 31/0114 presso ONO Arte Contempora-nea in via Santa Margherita, 10 a Bologna - www.onoar-te.com/exhibitions.html

Prima mostra italiana dedicata ai Nirvana in occasione dei vent’anni dall’uscita del loro storico album “In Ute-ro” (del 1993) e dalla morte di Kurt Cobain (1994). In mostra le immagini di Charles Peterson, Kevin Mazur e Kirk Weddle, illustrano questo periodo fervido e creativo che influenzerà la musica e lo stile fino ai giorni nostri. Con una forza disarmante ci mostrano quel mondo libe-ro dai condizionamenti dell’industria, che dal punk ere-dita forse tutta la sua carica sovversiva ma che, mitigato dalla tradizione musicale americana, raggiunge derive più melodiche e pop.

WALTER CHAPPELL. Eternal ImpermanenceDal 13/09/13 al 2/02/14 presso la Fondazione Fotogra-fia Modena via Emilia Centro, 283 a Modena - www.fondazionefotografia.it/it/exhibition/walter-chappell/

Una retrospettiva prodotta da Fondazione Cassa di Ri-sparmio di Modena e da Fondazione Fotografia Mode-na dedicata al fotografo americano Walter Chappell, fra i protagonisti più controversi della fotografia americana del XX secolo, la cui opera, intensamente provocatoria così come la sua vita, è rimasta celata a lungo.

WERNER BISCHOF. RetrospettivaDal 31/10/13 al 16/02/14 presso il Palazzo Reale, piazzetta Reale, 1 a Torino - www.piemonte.benicul-turali.it/index.php/it/108-mostre/381-werner-bischof-in-mostra-a-palazzo-realeL’esposizione, organizzata dalla casa editrice d’arte Silvana Editoriale in collaborazione con l’agenzia fo-tografica Magnum Photos e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, è l’occa-sione per far conoscere a un vasto pubblico un artista della fotografia – come lo stesso Bischof amava definir-si – che, per la profonda empatia con i soggetti ritratti e la repulsione per il sensazionalismo, fu definito dalla critica mondiale “il fotoreporter umanista”.

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

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MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTIEVENTI

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

GORDON PARKS. Una Storia AmericanaDal 5/12/13 al 16/02/14 presso il Palazzo Incon-tro a Roma - www.formafoto.it/_com/asp/page.asp?g=m&s=c&l=ita&id_pag={A7F5A9BF-0211-44A9-B56D-693F3AFE5D0E}Gordon Parks è un narratore unico dell’America, in grado con il suo apparecchio fotografico e la sua capacità di comprendere e scavare dentro le pieghe della società, rivelare le ingiustizie e i soprusi, por-tare alla luce la storia di chi non aveva voce per gridare la propria storia. Tra i fotografi più importanti del ventesimo secolo, dagli anni Quaranta fino alla sua morte, nel 2006, Parks ha raccontato al mon-do, soprattutto attraverso le pagine della rivista Life, la difficoltà di esser nero in un mondo di bianchi, la segregazione, la povertà, i pre-giudizi, ma anche i grandi interpreti del ventesimo secolo, il mondo della moda e perfino le grandi personalità del mondo in pieno cam-biamento, come Malcom X, Muhammed Ali e Martin Luther King.

NATIONAL GEOGRAPHIC. La Grande AvventuraDal 28/09/13 al 02/03/14 presso il Palazzo della Espo-sizioni, via Nazionale, 194 a Roma - www.palazzoe-sposizioni.it/categorie/mostra-national-geographic-la-grande-avventura

La mostra non è soltanto di immagini: è più un’esposizione fotografi-co-storica, che farà partecipare i visitatori a un “viaggio” iniziato 125 anni fa a Washington, e continuato in tanti paesi di ogni continente. Seguendo un percorso narrativo semplice e chiaro (125 scatti, pan-nelli espositivi, cover della rivista, schermi televisivi, touch screen), potrete verificare perché quando parliamo di NG ci riferiamo a una “grande avventura”. Affiancata da un’avventura più breve, comun-que significativa: i 15 anni dell’edizione italiana della rivista.

PAOLO VENTURA. L’archivio ritrovato di V.P.Dal 14/12/13 al 02/03/14 presso il Palazzo dei Pio, Loggia di 1° ordine, piazza Martiri 68 a Carpi (MO) - www.archivioritrovato-vp.it/

Ventura immagina di aver ritrovato in una camera se-greta del palazzo dei Pio diversi oggetti, abiti, libri, una fotocamera e soprattutto le lastre fotografiche della se-conda metà dell’Ottocento, appartenute al misterioso fotografo V.P. Il tutto catalogato e presentato in bell’or-dine per ricostruire la storia del personaggio, ma an-che, attraverso le lastre fotografiche, le immagini e la storia della Carpi antica.

GABRIELE BASILICO. Fotografie dalle Collezioni del MAXXIDal 28/11/13 al 30/03/14 presso il MAXXI (Museo Na-zionale della Arti del XXI Secolo), via Guido Reni 4A a Roma - www.fondazionemaxxi.it/2013/07/22/gabrie-le-basilico-fotografie-dalle-collezioni-del-maxxi/#Oltre 70 fotografie provenienti dalle collezioni del MAXXI Arte e del MAXXI Architettura per raccontare la lunga e felice collaborazione tra il museo e uno dei massimi interpreti della fotografia di architettura in Ita-lia: il MAXXI rende così omaggio a Gabriele Basilico, un grande maestro che attraverso le sue fotografie ha saputo offrire suggestioni, riflessioni, visioni proprie di un grande artista.

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MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTIEVENTI HERB RITTS. In piena luce

Dal 11/12/13 al 30/03/14 presso l’AuditoriumExpo, Parco della Musica a Roma - www.formafoto.it/_com/asp/page.asp?g=m&s=c&l=ita&id_pag={E8AFB22E-FC9D-4993-AB5C-5C35A44B036C}Creatore delle immagini più incisive, sognanti e per-fette dello star system hollywoodiano, Herb Ritts è stato un grande interprete della fotografia internazio-nale. Suoi sono molti dei ritratti che hanno costruito, è proprio il caso di dirlo, celebrities come Madonna, Michael Jackson o Richard Gere. Sue sono le fotografie patinate e oniriche della moda, dove gli abiti lucenti di Versace, i corpi perfetti delle modelle, sono immersi in una luce piena e vaporosa.

ROBERTO SALBITANI. Storia di un ViaggiatoreDal 11/11/13 al 04/05/14 presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (MI) - www.mufo-co.org/roberto-salbitani-storia-di-un-viaggiatore/

Per la prima volta in mostra il percorso artistico qua-rantennale di Roberto Salbitani, uno dei maestri della fotografia italiana contemporanea. Il tema costante del suo lavoro è il rapporto difficile, anche drammatico, tra l’uomo contemporaneo e l’ambiente, distrutto e perdu-to, in cui vive.

KAZUYOSHI NOMACHI. Le Vie del SacroDal 14/12/13 al 4/05/14 presso La Pelandra, Centro di Produzione Culturale in piazza Orazio Giustiniani, 4 a Roma – www.mostranomachi.it/

Con circa 200 scatti il percorso espositivo articolato in 7 sezioni ricostruisce il viaggio di una vita attraverso la sacralità dell’esistenza quotidiana, un’esperienza vissu-ta dall’artista in terre tra loro lontanissime, ma accumu-nate da quella spiritualità che dà un ritmo e un senso alle condizioni di vita più dure.

ALESSANDRO PASSERINI. Little Human ArtworksDal 21/09/13 al 21/09/14 presso la M27 Gallery, via G.Marconi, 27 a San Giovanni in Persiceto (BO) - http://m27gallery.wordpress.com/2013/09/06/little_human_artworks/

Il corpo è segreto e continua e inevitabile rivelazione contempora-neamente; il nudo sui libri faceva palpitare, faceva discutere poi è arrivato il momento della fotografia, dello schermo poi dell’esibi-zione reale e palpabile del corpo. Si è imparato quindi a sfidare il corpo, a celebrarlo, ad usarlo per creare scompiglio e distruggere le regole finché la nuova legge è diventata il corpo stesso. Il suo potere immenso, una volta svelato, lo ha reso una merce di scambio ma è una moneta che vale poco quando chiunque la esibisce, la tratta e lo mostra. Il corpo appartiene all’Uomo e lo possiede, il corpo è l’opera più maestosa.

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

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CONCORSI FOTOGRAFICI CONCORSI FOTOGRAFICI CONCORSI FOTOGRAFICI CONCORSI FOTOGRAFICI

Le date indicate sono quelle dell’ultimo giorno per la consegna delle opere.

25/12/2013Photo Contest OASIS Premio Internazionale di fotografia naturalistica - www.oasisphotocontest.com

31/12/2013 – FERRARAIII edizione “Ferrara Foto”Temi Obbligati “Una primavera all’insegna del turismo slow”, “Personaggi che raccontano un territorio”, “Par-ticolari…” - www.ferrarafoto.it/

31/12/2013IV edizione Concorso fotografico “100% Veri Cam-peggiatori”Tema Obbligato “Il turismo all’aria aperta” - www.ve-ricampeggiatori.it/

31/12/2013Concorso Fotografico Nazionale “Ricerca Scientifica e Sicurezza sul Lavoro”www.ifc.cnr.it/ricercaesicurezza/

31/12/2013 – MASSA LOMBARDA (RA)Concorso fotografico “Città plurale”Tema Obbligato “Le similitudini che ci uniscono no-nostante l’appartenenza a culture diverse” - www.comune.massalombarda.ra.it/Notizie/Un-concorso-fotografico-per-interpretare-la-multiculturalita-nella-vita-quotidiana

04/01/2014Concorso Fotografico “Mangiare in tempo di crisi”http://concorsofotografico.pauranka.it/

06/01/2014Sony World Photography Awards 2014Temi Obbligati “Architettura”, “Arte e Cultura”, “Avan-zato”, “Frazione di secondo”, “Scarsa illuminazione”, “Natura e animali”, “Panorama”, “Gente”, “Sorrisi”, “Viaggi” - http://it.worldphoto.org/competitions/

06/01/2014 – TRIESTE4° Concorso Fotografico “Trieste 2013 e le province del Friuli Venezia Giulia”Temi Obbligati: «Street Photography a Trieste», «Co-lore a Trieste», «Il territorio del Friuli Venezia Giulia» - www.trieste.dotart.it/

08/01/2014 - FIRENZE49° Trofeo Cupolone - Patr. FIAF 2014M1Tema Libero e Tema Obbligato “Natura” - [email protected] - http://www.gfcupolone.net

08/01/2014Concorso Fotografico “Obiettivo Italia 2013”Temi Obbligati: 1) Gente italiana; 2) Notturni italiani; 3) Il Belpaese sull’acqua; 4) Sagre e folklore 5) Italia che cambia 6) Italia dinamica - http://corrieredelmez-zogiorno.corriere.it/obiettivo-italia/regolamento.shtml

15/01/2014 - LUGO (RA)Concorso Fotografico “Il tempo delle donne” www.labassaromagna.it/Unione-dei-Comuni/Politi-che-di-genere/Concorso-fotografico-nazionale-Il-tem-

po-delle-donne

15/01/2014 – GINOSA (TA)Concorso FotograficoTema Obbligato: “lasciati ispirare dalla traccia audio che trovi sul sito” - www.associazionelocomotiva.it/concorso-fotografico-gratis-inquinamento-artistico.html

15/01/2014 – BERGAMOConcorso Fotografico “Bergamo. Una e mille sorpre-se…”Tema Obbligato: Il territorio bergamasco con scatti di paesaggi, monumenti, borghi e momenti di vita quo-tidiana - www.comune.bergamo.it/servizi/notizie/noti-zie_fase02.aspx?ID=14573

15/01/2014 – MILANODAM Prize Contemporary Art ContestTema Libero - www.damarte.eu/damprize/

15/01/2014 – PADOVAConcorso Fotografico Tema Obbligato: “Padova” - www.discoverpadova.com/

27/01/2014 - MONTEVARCHI (AR)2° “8 Marzo Fotografia” - Patr. FIAF 2014M3Tema Libero e Tema Obbligato “La donna nella socie-tà - [email protected] - http://www.fotoamato-rimochi.it

30/01/2014 – SPELLO (PG)Concorso Fotografico “Fotografia e Cinema” Tema Obbligato: “La vita del Festival del Cinema Città di Spello durante i 4 giorni della manifestazio-ne” - www.festivalcinemaspello.com/fcs/bandi-e-concorsi/8-concorso-fotografico-2014

31/01/2014Concorso Fotografico “Carpe Diem, Cogli l’Attimo”Tema Obbligato: “I momenti irripetibili che rendono unica l’esperienza del vivere” - www.moby-dick.info/wp-content/uploads/2013/07/bando-foto20131.pdf

31/01/2014 – LONDRA (UK)Concorso Fotografico Food Photographer of the Year 2014Temi vari legati al cibo - www.pinkladyfoodphoto-grapheroftheyear.com/2014/

02/02/2014 - ALTINO (CH)3° Donna è.... - Patr. FIAF 2014P1Tema Libero e Tema Obbligato “Donna è” - [email protected] - www.fotoamatori-sangroaventino.it

15/02/2014 – BRIGNANO GERA D’ADDA (BG)Concorso FotograficoTema Obbligato: “RIBELLE. Io dico no!” - www.atipi-cateatrale.org/wordpress/concorso-fotografico-14/

22/02/2014 - PISTOIA10° “Giuliano Carrara” - Patr. FIAF 2014M2Tema Libero e Tema Obbligato “Carta e cartone, un mondo da scoprire” - [email protected] - http://www.concorsofotograficogiulia-

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CONCORSI FOTOGRAFICI CONCORSI FOTOGRAFICI CONCORSI FOTOGRAFICI CONCORSI FOTOGRAFICI

nocarrara.org

24/02/2014 – SAN VITO DEI NORMANNI (BR)3°edizione Concorso Fotografico “24 scatti bike”Tema Obbligato: “La bici” - http://mobili-ta . reg ione.pugl ia . i t / index.php?opt ion=com_k2&v iew= i t em&id=11324%3A24- sca t t i - b i -ke- terza-ediz ione-del -concorso- fo togra f ico-internazionale&Itemid=127

24/02/2014 – MONTEGABBIONE (TR)Concorso Fotografico “CLANIS”Tema Obbligato “Occhio alla terra” - www.comune.montegabbione.tr.it/

27/02/2014 – LONDRA (UK)50° Concorso Fotografico WILDLIFE PHOTO-GRAPHER OF THE YEAR 2014Vari Temi Obbligatori su animali e natura selvaggia - www.nhm.ac.uk/visit-us/wpy/index.html

28/02/2014 - TORINOConcorso Video-Fotografico “Il mio CEDAS”Tema Obbligatorio: “video e/o fotografie che mettano in risalto l’attività, la partecipazione dei Soci e le carat-teristiche dei Gruppi e delle Sezioni” - partecipazione aperta solo ai soci CEDAS - https://www.fiatcares.com/CEDAS/Il%20Cedas/Pages/Concorsovideofotografico.aspx

28/02/2014 - COTIGNOLA (RA)10° Trofeo Segavecchia - Patr. FIAF 2014H1Tema Libero: SEzione I.P. - [email protected] - http://www.fotoamatoricotignola.it

28/02/2014Premio Celeste 2014Tema Obbligato: “You see me. Personal Identities in the Digital Age” - www.premioceleste.it/bandoyouse-emevisiblewhiteopere2014/

28/02/2014 – MILANOConcorso Fotografico riservato agli studenti di III, IV e V delle scuole superiori Tema Obbligato: “Impara a risparmiare oggi per co-struire il tuo futuro domani” - www.salonedelrispar-mio.com/concorso-studenti-2014#

02/03/2014 – ORBASSANO (TO)1°edizione Concorso Fotografico “Hellen Keller”Tema Obbligato: “Emozioni di Colore” - www.lionsor-bassano.org/concorso/

17/03/2014Concorso FotograficoTema Obbligato: “Tradizioni, feste e sagre italiane” - www.costaphoto01.it/

22/03/2014 – ROMAConcorso Fotografico Acqua Tema Obbligatorio: “Acqua” - www.sbsociale.org/Ac-qua2014/

22/03/2014 – LONATE POZZOLO (VA)12°edizione Concorso Fotografico “Il fontanile”Tema Libero e Obbligato: “i cortili” - www.eventiesa-gre.it/images/upload/image/2013/concorsi/novembre/

lombardia/bando_2014.pdf

07/04/2014 – REGGIO CALABRIA3°edizione Concorso Fotografico “Paesaggi d’Istanti” Temi vari in prevalenza sull’area Grecanica - www.borghisolidali.it/index.php?option=com_content&view=article&id=661:paesaggi-distanti-al-via-la-terza-edizione-dedicata-a-pieroni&catid=66:fotografia&Itemid=154

20/04/2014 - FIGLINE VALDARNO (FI)18° Gran Tour delle Colline - Patr. FIAF 2014M8Tema Libero - [email protected] - http://www.arnofoto.it

25/04/20142° Concorso Fotografico Purple Middle Way Tema Obbligato: “Spiritualità e simboli-smo specchio della storia dell’uomo” - www.purplemiddleway.org/index.php?option=com_content&view=article&id=334:2-concorso-fo-tografico-nazionale-della-purple-middle-way-onlus&catid=2:non-categorizzato

30/04/2014 – SESTRIERE (TO)4°edizione Concorso Fotografico Sestriere Photo Fe-stival Tema Obbligato: “La montagna, il paesaggio e la natu-ra” - www.montagnaitalia.com/SESTRIERE%2014.html

01/05/2014 – MODENAPremio per la Fotografia Davide VignaliTema Libero - www.isaventuri.it/TEDDOC/DOCDI-DA/13-14/VIGNALI-PREMIAZIONE12-13-CON-CORSO13-14/Premio%20Davide%20Vignali%20bando%20Regionale.pdf

10/05/2014 – CORTINA D’AMPEZZO (BL)7° Concorso Fotografico GuideDolomitiTema Obbligato: “Cielo e nuvole in montagna” - www.guidedolomiti.com/concorso_fotografico.html

10/05/2014 - MORCIANO DI ROMAGNA (RN)19° Città di Morciano di Romagna - Patr. FIAF 2014H2Tema Libero e Tema Obbligato “Vita degli animali” - [email protected] - http://www.circolofotografi-comorcianodiromagna.it

15/06/2014 - MANFREDONIA (FG)Trofeo Stele Dauna 2013 - Patr. FIAF 2014S1Tema Libero e Tema Obbligato “Streets of city” - [email protected] - http://www.ilgolfo.net

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La redazione di C’E’ Cedas Magazine insieme con

la Sezione Fotografica Cedasaugura a tutti Voi

un Gioioso Natale eun Meraviglioso Anno Nuovo!

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Sezione Fotografia CEDAS Fiat