C'E' CEDAS Mag. n.8 - Set.2013

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Pubblicazione della Sezione Fotografia CEDAS Fiat SETTEMBRE 2013 5 0 M M 1 : 1 . 4 C C E D A S M A G A Z I N E PORTFOLIO VALENTINA ROCCA CONCORSI & MOSTRE «Non accontentarti dell’orizzonte cerca l’infinito» (Jim Morrison) INTERVISTE MAURO RAFFINI REPORTAGE MYANMAR NOTIZIE & APPUNTAMENTI O L T R E ... TECNICA GLI ISTOGRAMMI CONCORSO ScattaUnaStoria (2a puntata)

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Rivista del Gruppo Fotografi Cedas di Torino.

Transcript of C'E' CEDAS Mag. n.8 - Set.2013

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SETTEMBRE 2013

5 0 M M 1: 1. 4

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PORTFOLIOVALENTINA ROCCA

CONCORSI & MOSTRE

«Non accontentarti dell’orizzonte cerca l’infinito» (Jim Morrison)

INTERVISTEMAURO RAFFINI

REPORTAGEMYANMAR

NOTIZIE & APPUNTAMENTI

OLTRE...

TECNICAGLI ISTOGRAMMI

CONCORSOScattaUnaStoria (2a puntata)

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C’E’ Cedas MAGAZINEnr.8 - Settembre 2013

Pubblicazione non periodica della Sezione Fotografia del Cedas.Torino 2013.Pubblicazione condivisa in formato PDF (Portable Document Format) non stampata su carta.

La Sezione Fotografia del Cedas si pro-pone di favorire lo sviluppo tecnico e cre-ativo dei Soci fotoamatori, promuovendo iniziative idonee a raggiungere tali scopi. Impianti e attrezzature sono a disposizio-ne dei soci.Aderisce alla F.I.A.F.

Ritrovo: tutti i martedì sera dalle ore 20,45 alle ore 22,30 c/o Studio Fo-tografico Accademia Torinese della Fotografia - via XXIV Maggio 3/3 a Moncalieri (TO).

Consultare il sito internet per verificare variazioni di orario e/o chiusure program-mate.www.fiatcares.com/cedas

Direttivo della Sezione Fotografia:Delegato: Simone RichelmyVice Delegato: Valentina RoccaConsiglieri: Andrea Morello, Giuliano Qua-ranta e Mauro Faudarole

Ogni autore si assume qualsiasi responsabilità derivante dalle proprie immagini inviate a C’E’ Cedas Magazine per la pubblicazione manlevando la redazione da ogni respon-sabilità che dovesse derivare dall’utilizzo delle immagini stesse.Tutti i diritti relativi alle fotografie ed ai testi presenti in questa pubblicazione sono riservati ai rispettivi autori.

Per il contributo nel redarre questo nume-ro si ringraziano: Barbara Caricchi, Valentina Rocca, Bruno Fontana e Max Cascini.

Responsabile: Renata Busettini

Redazione: Renata Busettini, Elisabetta Lucido, Carlo Ferrari, Aureliano Casale, Max Ferrero, Pierlorenzo Marletto, Gilberto Bot-tasso, Alessandro Rossi Sebastiano, Daniele Dell’Anna

Contatti:

[email protected]

EDITORIALEdi Max Cascini

46 LE VOSTRE FOTOSCATTAunaSTORIA (II tappa)

In questo numero:

UNA FOTO UN PENSIEROdi Barbara Caricchi

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14INTERVISTE Mauro Raffini di Elisabetta Lucido

20REPORTAGE

Myanmardi Bruno Fontana

24PORTFOLIOValentina Rocca

PHOTOPEDIAMargaret Bourke-White

di Elisabetta Lucido

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32OLTRE...Storm Thorgersondi Pierlorenzo Marletto

34FOTOGRAFIA

& INFORMATICA Capire gli Istogrammi

di Max Ferrero

UN LIBRO SULLO SCAFFALE David Lachapelle“Burning Beauty”di Daniele Dell’Anna 38

39AND THE WINNER IS

RASSEGNA FOTOGRAFICEDAS

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41MOSTRE & EVENTI

VISTI PER VOI

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48NOTIZIE EAPPUNTAMENTI

49CONCORSI

FOTOGRAFICI

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EDITORIALEtesto di Max Cascinifoto di Remo Ferrero e Max Cascini

La passione per la fotografia. Come nasce? Come viene coltivata? Qual è il ruolo di una rivista di fotografia, gestita da un gruppo di appassionati fotoamatori?

Sono queste le domande cui proverò a rispondere in questo editoriale, che a due anni di distanza dal primo numero di questa rivista, torna ad affrontare il tema della passione, riprendendo una questione posta da Renata Busettini nell’editoriale del novembre 2011, che introduceva il primo numero della rivista.

mata con il tempo in quella di un padre orgoglioso nel vede-re il figlio ereditare la propria passione sino a trasformarla in professione.

Uno dei principali obiettivi di questo magazine è quello di avvicinare alla fotografia un numero sem-pre maggiore di persone, e di suscitare quella passione che spesso accompagna ogni fotoamatore nel corso della vita, permettendogli di leggere in maniera diversa il mondo intorno a sé.

Ci sono molti modi per avvicinarsi alla fotografia e ciascuno di noi ha seguito strade diverse. Di recente mi ha colpito il racconto dell’amico Max Ferrero che, parlandomi del padre Remo da poco scomparso, ha ricordato il suo rapporto con lui e con la fotografia.

Max è un fotografo professionista, mente e cuo-re del gruppo di fotografia del Cedas e della redazione di questa rivista; egli fin da bambino aveva deciso che avrebbe imparato a fotografa-re, in particolare per sfuggire alle terribili “foto

Quell’immagine di un bam-bino imbronciato davanti a un monumento, con il pa-dre felice che scatta l’enne-sima fotografia si è trasfor-

ricordo” che suo padre, appassionato fotoamatore, scattava ponendolo al centro dell’inquadratura, di fronte a scorci pittoreschi.

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Questo è lo spirito con cui la nostra rivista, curata da fotografi appassionati, si rivolge ai propri lettori con l’intenzione di trasferire un po’ della propria passio-ne per la fotografia, indispensabile a chiunque voglia trovare una via personale per interpretare il mondo attraverso l’obiettivo di una reflex.

Ora quel padre non c’è più, ma la sua funzione di guida, d’incoraggia-mento è stata compiu-ta, e quelle semplici foto ricordo, nell’arco di una generazione, si sono trasformate in reporta-ge professionali.

Anch’io, padre e appassionato di fotografia, porto sempre con me nel mio zaino, due macchi-ne fotografiche reflex, una delle quali è destinata ai miei figli di 5 e 8 anni. Ciascuno di loro può in ogni momento prendere una reflex e scattare delle fotogra-

sguardo fotografico di un bimbo, che naturalmente guarda il mon-do da un’altezza diversa e soprat-tutto da un punto di vista culturale ed emozionale differente, offra del-lo stesso evento e del medesimo luogo un’interpretazione assoluta-mente inusuale.

fie. Questo mi permette da un lato di trasmettere loro la mia passione, e dall’altro di scoprire prospettive affatto diverse dalla mia. E’ sorprendente come lo

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LE VOSTRE FOTO

In una vecchia stazione ferro-viaria in attesa dell’arrivo (o

della partenza) del treno... ... sbuffi di vapore scaturi-

vano dalle fauci metalliche mentre il motore ritmico e

potente della locomotiva ini-ziava ad ansimare. Il suo tre-no era pronto per l’ennesimo viaggio e come sempre il suo sguardo osservava paziente i

passeggeri sulla banchina, ma questa volta il suo pensiero

era rivolto altrove...“…ormai il suo cammino era

segnato. Era quasi giunto al suo obiettivo e guardandosi per l’ultima volta alle spalle

sapeva che non avrebbe più potuto tornare sui suoi

passi…”

Gloria Ghibaudo (si classifica di nuovo al 1° posto)

per continuare questa storia indicare : storia di Gloria

Ed eccoci arrivati alla 2a tappa della nostra storia.

Continuiamo il racconto, partendo dalle due varianti che sono state scelte la scorsa vol-ta, un’avventura a bordo di un treno d’antan propostaci da Gloria Ghibaudo e la spy-story propostaci da Alessandro Rossi Sebastiano. Anche questa volta abbiamo premiato pari merito due autori diversi, in modo da far pro-seguire parellelamente entrambe le storie. Ed ora godiamoci tutte le varie proposte, com-plimentandoci per la bravura e la fantasia di tutti, già impazienti di vedere come prosegui-ranno queste storie nella prossima puntata.

SCATTAunaSTORIA (2a tappa)

(To be continued…)

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Mauro Faudarole (1o posto pari merito - fuori classifica finale)per continuare questa storia indicare : storia di Mauro

(To be continued…)

In una vecchia stazione ferro-viaria in attesa dell’arrivo (o della partenza) del treno... Ovunque è facile sentire parlare di segreti, misteri e mezze verità. Qualcuno deve sapere... Chi? Ma soprattutto... A che prezzo?“Istanbul, unione di continen-ti, crocevia di traffici ambigui … Lontano da occhi indiscreti, quale miglior luogo per il misterioso rendez-vous, sono passati anni, ma i ricordi sono ancora impressi nella memoria … con un pizzico di nostalgia. Le esperienze vissute sono alla base del libro ma molta gente importante potrebbe non gradire, il gioco rischia di diventare molto pericoloso ...”

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Maria Evora Biletta (2a classificata)

In una vecchia stazione ferroviaria in attesa dell’arrivo (o della partenza) del treno...

... sbuffi di vapore scaturivano dalle fauci metalliche mentre il motore ritmico e po-

tente della locomotiva iniziava ad ansima-re. Il suo treno era pronto per l’ennesimo

viaggio e come sempre il suo sguardo osser-vava paziente i passeggeri sulla banchina, ma questa volta il suo pensiero era rivolto

altrove...“Guarda con gli occhi sull’infinito...cam-

pagna sole nuvole...è felice...ma qualcosa lo sveglia dal sogno...il viso sorridente

d’una giovane donna...cammina lungo i binari...anch’essa persa nella contempla-zione della natura...allegra...solare piena

di vita...però...dietro di lei?..chi sono...cosa vogliono?...”attenta!!”....devo agire...”

Gianpaolo Barbieri (3° classificato)

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In una vecchia stazio-ne ferroviaria in attesa dell’arrivo (o della parten-za) del treno... ... sbuffi di vapore scaturivano dalle fauci metalliche mentre il motore ritmico e potente della locomotiva iniziava ad ansimare. Il suo treno era pronto per l’ennesimo viaggio e come sempre il suo sguardo osservava paziente i passeggeri sulla banchina, ma questa volta il suo pensiero era rivolto altrove...“...più si va veloci e meno si invecchia....Ma perchè corriamo tanto?!? Io vo-glio crescere!!!...”

In una vecchia stazione fer-roviaria in attesa dell’arrivo (o della partenza) del treno... Ovunque è facile sentire parlare di segreti, misteri e mezze verità. Qualcuno deve sapere... Chi? Ma soprattut-to... A che prezzo?“Mi rivolsi all’unica persona in grado di aiutarmi, Mrs M. Ci incontrammo in un discreto caffè e lei ascoltò attentamente quanto avevo scoperto. Ma non sospettavo minimamente che…”

Valentina Rocca

Daniele Dell’Anna

In una vecchia stazio-ne ferroviaria in attesa dell’arrivo (o della par-tenza) del treno... Ovunque è facile sentire parlare di segreti, misteri e mezze verità. Qualcu-no deve sapere... Chi? Ma soprattutto... A che prezzo?“Occhi.Una volta lascia-ti i documenti e abban-donati gli strumenti del mestiere non rimaneva che il suo sguardo.Occhi che avevano visto segreti e conosciuto volti , volti che molto probabilmen-te la cercavano, ma adesso non aveva tempo per guardarsi le spalle...”

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In una vecchia stazione ferrovia-ria in attesa dell’arrivo (o della

partenza) del treno... ... sbuffi di vapore scaturivano

dalle fauci metalliche mentre il motore ritmico e potente della

locomotiva iniziava ad ansimare. Il suo treno era pronto per l’en-

nesimo viaggio e come sempre il suo sguardo osservava paziente i passeggeri sulla banchina, ma questa volta il suo pensiero era

rivolto altrove...“ Eh si, questa volta il suo pen-

siero era rivolto altrove, verso un mondo che avrebbe sempre voluto vedere, un mondo dove

l’allegria regnava sovrana e i pro-blemi della vita si dimenticavano.

Via dal nero del carbone che gli avvolgeva il viso, via dal grigio

del vapore che gli riempiva i pol-moni, via verso un mondo colora-to, fatto di sogni, di divertimento,

dove tutto era in movimento e la tristezza non esisteva. Detto fatto, lasciò andare il freno del

suo mezzo e partì a gran velocità laddove lo portava la fantasia !”

Roberto Ricatto(Un mondo “fantastico”)

Danilo Ghibaudo

In una vecchia stazione ferroviaria in atte-sa dell’arrivo (o della partenza) del treno... ... sbuffi di vapore scaturivano dalle fauci

metalliche mentre il motore ritmico e potente della locomotiva iniziava ad ansi-mare. Il suo treno era pronto per l’ennesi-mo viaggio e come sempre il suo sguardo

osservava paziente i passeggeri sulla banchina, ma questa volta il suo pensiero

era rivolto altrove...“a mille miglia di distanza lo sguardo

paziente di un uomo, così diverso e così uguale, scrutava nel nulla … con lo stesso

pensiero fisso in mente.”

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In una vecchia stazione ferroviaria in attesa dell’arrivo (o della parten-za) del treno... ... sbuffi di vapore scaturivano dalle fauci metalliche mentre il motore ritmico e potente della locomotiva iniziava ad ansima-re. Il suo treno era pronto per l’ennesimo viaggio e come sempre il suo sguardo osservava paziente i passeggeri sulla banchina, ma questa volta il suo pensiero era rivolto altrove...“ Il suo pensiero era rivolto a quel locale sulla Broadway che avreb-be cambiato il suo futuro. Era là che il suo destino lo attendeva per quella che sarebbe stata la svolta della sua vita… “

Enrica Deregibus

Gloria Ghibaudo(foto fuori concorso) In una vecchia

stazione ferroviaria in attesa dell’arrivo (o della partenza) del treno... ... sbuffi di vapore scaturivano dalle fauci metalliche mentre il motore ritmico e potente della locomotiva iniziava ad ansima-re. Il suo treno era pronto per l’en-nesimo viaggio e come sempre il suo sguardo osservava paziente i passeg-geri sulla banchina, ma questa volta il suo pensiero era rivolto altrove...“…pensava al luogo del suo ap-puntamento in quel cortile di periferia. Sapeva che quando vi sarebbe giunto la sua scelta si sareb-be compiuta e nul-la sarebbe più stato come prima…“

Le due storie faticosamente prose-guono. Sapevamo che questo con-corso, un pò anomalo, non sarebbe stato facile. Speriamo ancora che, grazie agli spunti dei partecipanti ci arrivi un numero maggiore di foto. Dopotutto il premio in palio “un sta-ge gratuito di fotografia con modella dalla durata di un giorno presso l’Ac-cademia Torinese della Fotografia di Moncalieri (TO), condotta dal foto-grafo professionista Antonio Crisà dovrebbe contribuire a stuzzicare la vostra fantasia. Le vostre foto (Jpeg, 2500 px lato lungo e qualità 8) e il breve testo a corredo (massimo 50 parole) per la terza tappa del con-corso dovranno pervenirci entro il 15 noveembre 2013 all’indirizzo: [email protected] specifi-cando nell’oggetto della mail “SCAT-TAunaSTORIA”Coraggio, stupiteci ...........

In parallelo vi invitiamo a spedirci i vostri migliori scatti (a tema libero): non si vince nulla ma i più belli co-stituiranno le immagini di copertina della nostra rivista, naturalmente con l’indicazione dell’autore. Spediteci i file Jpeg (2500 px lato lungo e qualità 10) entro il 15 novembre 2013 all’in-dirizzo [email protected] specificando nell’oggetto della mail “COPERTINA”. Unica avvertenza è che l’immagine deve essere obbliga-toriamente di formato VERTICALE.

e la storia prosegue

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ALDO è un Amico e Maestro che ci manca …

L’ UOMO forte ed energico, nello stesso tempo fragile e sognatore, che ha insegnato molto a noi tutti …L’ ARTISTA attore e fotografo che materializza i suoi sogni in immagini estetiche di forte impatto visivo…

L’impronta dei suoi lavori è fortemente personale perché per lo più racconta sé stesso nel dramma della propria esperienza di vita ma la ricerca è ad ampio raggio perché indaga nel mondo industriale nel quale opera come in campo letterario leggendo Cesare PAVESE, Italo CALVINO, Guido GOZZANO oppure in campo artistico studiando René MAGRITTE ( con l’uomo senza volto del “Ritratto a nessuno”, 1978 ) o

Giorgio DE CHIRICO con le architetture classiche e i celebri manichini ….

In questa opera “ INTRUSIONE DISARMONICA “ nella cornice armonica di un’architettura lineare e pulita fatta di geometrie quasi perfette c’è l’uomo… vibrante, imperfetto, in equilibrio precario…

DUALISMO tra rigore formale e vitalità , tra equilibrio stabile e precario…LA FORZA DELLA VITA che ti tiene SU’ e che appena molli ti tira GIU’ …

ROMPERE LE RIGHE !!! Uscire dagli schemi prefissati e inserire sempre qlc di originale e personale !!! Il messaggio tra le righe di ALDO !!!

Dare nuovo senso e interpretazione alle cose …

A quante riflessioni apre una semplice immagine !!! IL BELLO è proprio potersi chiedere IL PERCHE’……

INTRUSIONE DISARMONICA, 1983

UNA FOTO, UN PENSIERO

di Barbara Caricchi

Con questo numero si conclude il nostro umile omaggio ad Aldo Manias, anche se di sue foto-

grafie da commentare e condividere con tutti voi ce ne sarebbero ancora una infinità. Speriamo quindi che questa rubrica abbia acceso in voi la curiosità per con-tinuare e approfondire la conoscenza delle fotografie di questo nostro grande amico. Sui prossimi numeri continueremo questa opera di riscoperta, riproponen-do e commententando immagini di altri autorevoli Soci del passato, del Gruppo Fotografico CEDAS.

Manias, nato ad Aosta nel 1937, è scomparso a Tori-no il 24 luglio 2009. Delegato CEDAS per la sezione Fotografia dal 1999 al 2009, Delegato Regionale FIAF per il Piemonte dal 1992 al 2004, primo direttore della Galleria FIAF di Torino, membro del Centro Proposte FIAF, rimarrà fino all’ultimo un infaticabile organiz-zatore e promotore di eventi, mostre, rassegne e corsi di fotografia, contribuendo in maniera determinante all’ottenimento, da parte del CEDAS-FIAT, del titolo di Benemerito della Fotografia Italiana (BFI) nel 2001. Le sue immagini e le sue visioni spesso inquiete e sofferte, specchio di una lotta decennale contro la sua malattia, sono state apprezzate e premiate in numerosi concor-so italiani ed internazionali, tanto da meritargli l’ono-rificenza di Artista della Federazione Internazionale (AFIAP).

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INTERVISTE

MAURO RAFFINIdi Elisabetta Lucido

Mauro Raffini nasce a Cuneo nel 1946, inizia a fotografare nel’68 ed è fotografo professionista dal 1971.Negli anni settanta e ottanta realizza numerosi reportage, sia per riviste che per la documentazione di pro-

getti di cooperazione internazionale., occupandosi nello stesso periodo di critica e tecnica fotografica per note riviste del settore.Dall’inizio degli anni novanta si dedica alla fotografia d’architettura e paesaggio ed in seguito sviluppa una perso-nale ricerca sul colore, che lo porta a collaborare con alcune importanti realtà industriali del Paese.Contemporaneamente continua il suo lavoro relativo a temi sociali come quelli sui nomadi, i senza fissa dimora e la multietnicità. Nel 1998 è nominato coordinatore scientifico per la parte fotografica del progetto CEE, GAL Azione Ossola. Nel febbraio 1999 espone all’Accademia Albertina di Torino nella mostra “Lo Spirito dei Luoghi”, promossa dalla Re-gione Piemonte per rappresentare l’industria e l’artigianato piemontesi. Questa mostra viene esposta alla galleria Stephen Gang a New York e presso l’Istituto Italiano di Cultura di Berlino.Raffini è il primo fotografo italiano ad essere presente al M.A.C.A.M. (Museo di Arte Contemporanea all’Aperto di Maglione) con un’opera permanente, un collage fotografico di metri 3 per 4 sugli artisti italiani.Numerosissime sono le sue pubblicazioni, così come le mostre a cui ha partecipato e le sue fotografie sono pre-senti in musei e fondazioni in Italia e all’estero.

Quando inizia la tua passione per la fotografia?Già da bambino, mia nonna stampava da sè le fotogra-fie e mio zio era uno straordinario fotografo dilettan-te; diciamo che sono cresciuto con un dna favorevole verso questa forma di espressione. A 12 anni costruivo con le scatole delle scarpe e il foro stenopeico piccole camere oscure e a 14 anni mi sono iscritto (contro la volontà dei miei genitori…) all’Istituto Bodoni di Tori-no, allora l’unica scuola di fotografia che rilasciasse il titolo di perito fotografo in Italia.Da li è cominciato tutto, ho imparato a conoscere i grandi fotografi da autodidatta e, appena ho potuto, sono andato a Milano per conoscere professionisti come Berengo Gardin, Ferri, Orsi, Mulas, Oliviero To-scani, Barbieri, Scianna e molti altri. Tra tutti è Ugo Mulas che mi ha influenzato di più, un autore com-pleto che mi ha suggerito di guardare allo strettissimo rapporto che esiste fra il mondo dell’arte e quello della fotografia.

Hai iniziato con il reportage: ritieni che il reportage sia per tutti o richieda doti particolari?Io ho fatto foto di reportage soprattutto negli anni dal ‘68 agli inizi degli anni ’80. Il ritratto non si può defi-nire reportage, la moda non è reportage, la pubblicità ancora meno. La fotografia di reportage è un mondo a parte e costituisce una fetta importante di quella gran-de forma di espressione che è l’immagine fotografica, che sia analogica o digitale. La fotografia si distingue per una serie di generi fra cui il reportage e quando noi fotografi parliamo di repor-tage intendiamo un lavoro “impegnato”, rivolto al so-ciale, e quindi entriamo nel campo della sociologia, dell’antropologia e così via. Di conseguenza chi si

occupa di fotogiornalismo deve avere una fortissima motivazione anche etica e deve sapere raccontare an-che in poche immagini un fatto in maniera personale e avere un minimo di conoscenza delle scienze sociali. Se invece è un “temerario”, nel senso che non ha pau-ra del pericolo, può anche fare la foto del secolo ad esempio in una situazione di guerra o fare fotogior-nalismo, che include tutto, fotografia di strada, scatto casuale, fotografia di guerra. Oggi le foto più interes-santi le fanno i protagonisti che sono sul posto, gente comune che utilizza i cellulari e i social network: su-

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bito dopo arrivano i professionisti delle varie agenzie che scattano immagini straordinarie ma a volte meno autentiche.Purtroppo adesso c’è una caduta nella richiesta di re-portage, un po’ perché interessano meno questi temi e un po’ perché i giornali preferiscono ritratti di per-sonaggi famosi del mondo del cinema, della musica, dell’industria e in generale del business.

Oggi è più difficile fare reportage?All’interno del reportage si sono sviluppati nel corso del tempo generi diversi, che dipendono dalla cultura del paese in cui si fotografa: per esempio in Francia, soprattutto nei primi anni del novecento, si è sviluppato un genere di fotografia di reportage rivolta alla scoperta del mondo in quanto tale, una descrizione delle scene di strada e, quindi, della vita: un esempio per tutti è la fotografia di Henri Cartier-Bresson, un genere di fo-tografia formalmente perfetta, appena sussurrata, mai invasiva. Un po’ il contrario di quella che si vede oggi sfogliando i giornali.Altri come Robert Capa o Werner Bishof o Chim Seymour, anch’essi appartenenti alla mitica agenzia Magnum, hanno documentato la sofferenza e la stupi-dità della guerra e i suoi effetti sula popolazione civile.l Altri ancora hanno sviluppato un altro tipo di fotogra-fia, così detta “umanista”, che vediamo attraverso le immagini di Robert Doisneau, Willy Ronis ed Edouard Boubat.Mi vengono anche in mente le romantiche immagi-ni di Jacques Henry Lartigue che è stato scoperto solo in tarda età non essendo un fotografo di professione e non avendo mai dovuto lavorare perché proveniva da una famiglia ricchissima. Negli ultimi venti anni della sua lunghissima vita è stato scoperto il suo talento, con cui ha raccontato il mondo delle signore dell’alta borghesia, dei cappel-

lini, delle corse dei cavalli, i giochi dei bambini nel parco: insomma la spensierata società parigina degli anni ’20 e ’30.Per tornare alla tua domanda, oggi molto è già stato raccontato ma in ogni caso il reportage è una forma di fotografia adatta a quei fotografi che hanno un’estrema curiosità del mondo e che hanno voglia di raccontarlo e spesso di rischiare situazioni pericolose anche per la propria vita.

Nella tua attività come professionista ti è mai capitato che qualcuno ti commissionasse un lavoro che pro-prio non ti piaceva fare?Si, è successo, anche recentemente. Premetto che io sono assolutamente “free”: quando un cliente mi chiede un lavoro, io gli propongo il mio modo di interpretare ciò che lui mi sta chiedendo.Se non gli piace non insisto né mi adeguo solo per ottenere il lavoro. Ovviamente questa indipendenza si paga … tuttavia io ho anche avuto la fortuna di avere spesso delle committenze di grande qualità. In ogni caso anche quando ho dovuto realizzare la-vori che non mi appassionavano particolarmente ho sempre messo il massimo della professionalità, anche quando si trattava di una singola fotografia. E’ questo atteggiamento che distingue un fotografo qualsiasi da un professionista.

Cosa distingue un professionista da un amatore?Io penso che quando tu hai un’immagine che può es-sere utilizzata e fruita da altre persone, non devi te-nerla nel cassetto e - soprattutto - non devi innamo-rartene perché perdi il senso critico nei confronti del tuo lavoro. Fotografare significa, sostanzialmente per un professionista, fare vedere e condividere con altri le proprie immagini, cercare quindi di ottenere alla fine una pubblicazione, un libro, un DVD o una presenta-

foto Mauro Raffini - Torino Lingotto- La ‘bolla’ di Renzo Piano- 2002

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zione on line.E’ chiaro poi, che per realizzare alcuni lavori, qualche volta, devi accettare dei compromessi nella scelta del-le immagini.Per esempio, nel mio lavoro su “Torino l’ora blu”, ci sono 4 o 5 foto che secondo me sono deboli e non dovrebbero esserci. Avrei potuto realizzarne altre ma, dovendo chiudere il lavoro editoriale entro una certa data e visto che le immagini dovevano essere 54 ho dovuto inserirle…, sono comunque rappresentative di Torino nel periodo delle Olimpiadi invernali, ma in un eventuale riedizione le toglierei.

Quanto la diffusione attuale della fotografia rende dif-ficile oggi poter vivere di fotografia?Secondo me ha sottratto molto il digitale: già all’inizio, quando uscirono le prime macchine, molti professio-nisti non passarono subito al digitale, ci hanno messo un po’ di tempo, mentre i clienti da subito, pur avendo lo stesso prodotto finale che gli serviva, richiedevano solo dei files anche se poi non sapevano lavorarli con la giusta qualità. Da quando ho iniziato ad usare il digitale, intorno al 2003, c’è stato un balzo tecnologico spaventoso che ha permesso a chiunque - anche non professionista - ma con un buon occhio, di portare a casa risultati comunque discreti e questo ha certamente contribuito ad una diminuzione di richiesta di lavoro per i profes-sionisti. Non è poi vero che avere un bel sito o molti contatti web ti permetta di trovare committenti o proposte di lavoro in campo fotografico. La professione si basa sul tuo curriculum e sulla capacità di mantenere relazioni, anche le più diverse.

Quanto usi i programmi di post produzione?Io non interpreto mai in maniera forzata il digitale ma mi limito a mettere a posto il file che nasce in formato RAW. Tocco quelle poche cose che sono i livelli, le curve, la saturazione, la dominante di colore in più o in meno. Per lavori più complessi mi affido ad un pro-fessionista del settore.Secondo me se fai della fotografia che io chiamo “do-cumentale” più che documentaria, nel senso che cerca di essere anche d’autore, deve essere una fotografia

onesta, realista ( gli inizi mi sono relazionato con il bn guardando molto al neorealismo italiano del cinema). Il bn è sicuramente un’astrazione mentre il colore, in teoria, è più rappresentativo della realtà. Dico in teoria perché non si riesce quasi mai a ripro-durre esattamente il colore che si è visto. Oggi poi nessuno rispetta più il colore reale…e si pre-ferisce ogni sorta di manipolazione, ma spesso i risul-tati sono eccessivi, spettacolari ma falsi. La teoria ci dice che devi avere un monitor professionale ben tara-to, i profili di colore della macchina fotografica, degli scanner, della carta e della stampante.Solo quando tutta questa filiera è perfetta forse riesci a restituire in stampa il colore che tu hai visto e che vuoi venga visto anche dagli altri, ma questo succede raramente.

Quindi meglio il digitale o l’analogico?Questa è una questione molto difficile da dirimere: se vai dal mio stampatore lui ti fa vedere delle stampe bellissime fatte con il plotter o con il Lambda.

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foto Mauro Raffini - Torino Lingotto- La ‘bolla’ di Renzo Piano- 2002

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La fotografia analogica, in 160 anni non è mai cambiata, nel senso che cambiavano le tecniche ma sostanzial-mente gli strumenti rimanevano gli stessi.Oggi, al contrario, ogni anno digitale è un’era: da que-sto punto di vista la tecnologia ha trovato la gallina dalle uova d’oro. Personalmente quando vedo una stampa in bianco e nero da pellicola su carta baritata rimango anco-ra dell’idea che sia migliore di una stampa digitale, però potrebbe essere la nostalgia di un fotografo che ha usato per moltissimi anni la pellicola! Devo però riconoscere che dal punto di vista dell’ingrandimento la qualità del digitale supera di gran lunga quello della pellicola.

Come ti definiresti come fotografo?Mi piace pensare a me come ad un fotografo trasver-sale, interessato al linguaggio della fotografia nel suo complesso. Mi interessa esplorare molti temi come il reportage, l’architettura, la lettura del territorio e le sue trasformazioni, il lavoro dell’artigianato di qualità o quello che riguarda le nuove tecnologie. Per l’editoria ho realizzato diverse campagne fotografiche che stan-no a metà tra la fotografia di paesaggio e l’architettura. Nel mio caso, non essendo un esperto della storia dell’architettura, da un certo punto di vista sono certa-mente più libero e quindi ogni volta affronto il lavoro con la libertà di non essere un architetto o un urba-nista, ma solo un fotografo interessato alle forme e ai volumi all’interno di un contesto paesaggistico.

La foto della tua vita la devi ancora scattare o l’hai già scattata?Potrei rispondere come Cartier-Bresson quando dice-va, nel suo stile snob e aristocratico, che quando si fanno due o tre belle foto all’anno c’è da leccarsi i baffi (e lui fotografava tutti i giorni dell’anno!).Molti altri rispondono in modo semplicistico: “quella che devo ancora fare”.Secondo me questa è una risposta che ha, al tempo stesso, un po’ di senso e un po’ no. In altre parole è una risposta ambigua.E’ molto difficile rispondere: se devo pensare alle mie fotografie e individuarne una per dire “ecco questa è la fotografia che mi rappresenta di più”… non saprei farlo. Se penso ai miei diversi lavori e ai miei diversi periodi fotografici posso dire che il mio grande amore è stato il fotogiornalismo. Le mie foto, pur non essendo aggressive come quelle di oggi, sono a mio avviso delle foto significative che ancora oggi riscuotono l’interesse di chi le osserva. Poi è chiaro che ci sono delle foto a cui sono più legato, ma con il tempo e l’età si cambia. Quando hai 66 anni come me e riguardi i tuoi lavori, delle cose che prima ti piacevano ora non ti piacciono più perché è cam-biato lo stile, il modo di vedere e raccontare le cose ed è cambiato lo stesso mondo che ci circonda: situazio-ni che funzionavano allora oggi non funzionano più. Come tutto, anche la fotografia è legata al tempo e allo spazio. Tutto si evolve, anche se io preferirei che si evolvesse un po’ meno la tecnologia e un po’ di più la mente dell’uomo, ma qui entriamo in un argomento

che ci porterebbe troppo lontano. Comunque, per tor-nare alla tua domanda, ultimamente sto stampando dei lavori che ho fatto a Londra quando avevo 22 anni e che sto riscoprendo con occhi diversi, come una bella sorpresa.

La crisi economica che stiamo attraversando ha quin-di toccato e tocca anche il mondo fotografico?La crisi economica ha sicuramente influito sulla pro-fessione del fotografo.Io ho cominciato a lavorare meno già dal 2005, antici-pando quella che era la crisi, perché mi sono accorto, come ti dicevo prima, che quello che facevo io con le foto di architettura lo poteva fare un ingegnere, un tecnico, con una buona macchina fotografica digitale e un po’ di Photoshop o un altro programma di elabo-razione dell’immagine. Magari non proprio un lavoro da professionista, ma al-meno un lavoro di media qualità.Poi certo, se il committente voleva o vuole un lavoro da professionista allora è costretto a chiamarlo. La tecnologia digitale è migliorata, i sensori sono mi-gliorati, i soldi dei committenti sono diminuiti e, a quel punto, il lavoro è calato.

Internet ha contribuito a questo?Se io fossi il direttore di una testata giornalistica ed avessi bisogno di una foto di una spiaggia la compro a un dollaro su internet e non certo da un fotografo: questa possibilità ha massacrato moltissimo anche le agenzie stesse, che si sono molto ridimensionate e al-cune hanno chiuso.

Consiglieresti a un giovane di intraprendere la carrie-ra di fotografo?Sinceramente non lo consiglierei, ma se un giovane è proprio determinato, ha una buona preparazione di base (o sta cercando di farsela) e non ha altre alterna-tive valide… allora potrei dirgli di provarci, sapendo però che le delusioni sono dietro l’angolo. In questo momento il mercato è contratto, lavoro non ce n’è più ed i fotografi si sono convertiti a fare work shop, corsi di Photoshop, matrimoni … E’ un modo per ‘sbarcare il lunario’ ma la professione di fotografo è un’altra cosa. Anche il fotogiornalismo stesso non è più richiesto come prima, però chi lo sa… magari in futuro… La fotografia si evolverà, adesso guarda al video, domani sarà tridimensionale. Non si può prevedere tutto, ma di certo non morirà.

L’intervista con Mauro Raffini termina così ma, per chi volesse sapere di più sul suo lavoro, segnaliamo che è ampiamente documentato nel volume “Il ‘900 in fo-tografia” a cura di Marina Miraglia, edizioni Hopeful-monster (2001).Vi consigliamo inoltre di visitare il suo sito www.mau-roraffini.com, dove potete trovare anche l’indicazione di tutta la sua numerosa produzione, con l’elenco delle pubblicazioni.k

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REPORTAGE

Testo e Foto : Bruno Fontana

MYANMAR

colline, è in terra battuta e molto sconnessa; il paesaggio che si presenta ai nostri occhi è quello della brughiera, con l’alternarsi di zone pianeg-gianti e collinose dove si scorgono delle grandi terrazze a gradinate: sono le coltivazioni di riso.La temperatura incomincia a salire ma, essendo ancora inverno, il clima è secco e il caldo è sop-portabile.Durante il percorso si percepiscono profumi diversi, a noi poco conosciuti; incontriamo dei contadini che su curiosi e “vetusti” mezzi di tra-sporto si recano al lavoro nei campi. Al nostro

Kayah etnia della popolazione Karen; sono anche chiamati Padaung e conosciuti per le “donne dal collo lungo” per l’anti-ca usanza di portare anelli d’ottone intorno al collo (si dice che fosse un sistema per difendersi dagli attacchi di animali feroci). E’ mattino: si parte per l’escur-sione al villaggio di Pan Pae dove vive un gruppo di etnia Padaung.Tutti noi siamo concordi di rag-giungerlo a piedi, il percorso ri-chiede circa 1 ora di cammino. La strada si inoltra tra piccole

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saluto ci rispondono con tanto fervore, sorridendo-ci: nei loro occhi, nei loro sguardi si percepisce una dolcezza e serenità inte-riore. Sarà una giornata faticosa di lavoro nei cam-pi, quasi completamente manuale ma, come da consuetudine, la affronte-ranno con serenità e tran-quillità. Al loro passaggio si alza una nuvola di polvere rossastra che ci lascia in gola un gusto un po’ ama-rognolo: ma non importa, proseguiamo il cammino e davanti a noi si incomin-ciano a scorgere le prime case/capanna del villag-gio Padaung.

L’emozione traspare in tutti noi, non vediamo l’ora di arrivare!

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Dalle prime capanne che incontriamo intra-vediamo dei bambini che, interrompendo i loro giochi, ci guardano con stupore: gli sguardi si incrociano e l’emozio-ne sale, ai loro saluti noi rispondiamo con molto calore; a questo punto tutti gli abitanti del vil-laggio, come una sorta di tam-tam silenzioso, capiscono che la nostra è una pacifica invasione della loro privacy e con grande slancio ci accol-gono con sorrisi e sguar-di che ci lasciano senza parole! Molte donne indossano i loro costumi tradizionali, portando al collo numerosi anelli in ottone.

La tradizione vuole che si inizi sin da bambine mettendo ed aggiungendo anno dopo anno que-sti anelli, sino al termine della crescita, ottenendo così un collo molto allungato.Una famiglia del villaggio ci invita nella loro casa: la nostra mente scorre a ritroso e ci fa rivivere i racconti delle nostre nonne del primo 900 quan-do si cuoceva il cibo con il fuoco accesso sul ter-reno e la fuliggine andava ad impregnare le pareti circostanti.

Purtroppo è ora di rientrare e dopo una foto ri-cordo, a malincuore, lasciamo il villaggio.L’accoglienza, la dolcezza, i sorrisi, gli sguardi e soprattutto la loro dignità è stata per noi una grande lezione di vita.

Grazie etnia Padaung: ti porteremo sempre nel nostro cuore!k

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PORTFOLIO

Precisiamolo subito: non sono una fotografa!

Diciamo che, A VOLTE, mi vengono delle foto interes-santi. Ho iniziato da un paio d’anni ad avvicinarmi alla fo-tografia per capire COME una semplice immagine riuscisse a esprimere emozioni o essere semplicemente “stupefacen-te”. Purtroppo non l’ho ancora imparato, ma ho, pian pia-no, iniziato a scoprire questo mondo pieno di regole, che devono esser seguite a allo stesso tempo ignorate.Ho iniziato quindi ad aggirarmi armata di macchina fotografica alla ricerca di punti di vista insoliti, dettagli, contrasti e

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ValentinaRocca

“colpi di fortuna” per portar a casa “qualco-sa”. Qualcosa che passerò ore a valutare per capire come valorizzarla, perché ho sbaglia-to e come rifarla meglio (tecnica, questa sconosciuta!!). L’unica cosa che per ora ho capito, è che la fotografia ti offre infinite possibilità di imparare, scoprire e sperimen-tare!

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Il commento di Max FerreroLa fotografia è amata perché è possibile ot-tenere dei risultati discreti in breve tempo. E’ una forma di comunicazione che ha saputo stare al passo con la tecnologia, acquisendo-ne tutti i lati positivi e facilitativi. Purtroppo, questa semplicità immediata è fonte di frustrazioni con il passare del tempo. Il passaggio dalla fotografia cosiddetta amato-riale ad una forma più elevata e interpretativa è cosa assai ardua.C’è il rischio di rimanere preda di eccessi-vi tecnicismi o di essere limitati in maniera determinante dalla sua mancanza. C’è il ri-schio di diventare dipendenti dalle tecnologie dimenticando le regole fondamentali della composizione classica e, senza di essa , di-venterebbe arduo poter superare le stesse re-gole che c’impediscono di vedere cose nuove in un modo nuovo.La fotografia è un percorso, un viaggio con-tinuo sempre in divenire. I veri fotografi non dovrebbero mai porsi una meta definitiva ma cercare continue tappe intermedie.

Valentina Rocca ci presenta un lavoro diso-mogeneo, non c’è ancora una vera ricerca ma si nota il gusto per la creazione, un occhio at-tento a scovare il bello selezionandolo, scan-dagliandolo e componendolo.Le immagini sono interessanti, alcune addirit-tura evocative, c’è bisogno di continuare, con la stessa passione e impegno, aggiungendoci un progetto, qualche cosa di definito, di cir-coscritto, in grado di facilitare la lettura agli osservatori e dando una netta direzione crea-tiva all’autrice.

Quando s’inizia, se si vogliono creare degli scatti diversi dal so-lito, basta esprimer-si in modo diverso dalla solita funzione di“ricordo” cui rele-ghiamo le nostre im-magini. Il secondo passo è comprendere che più forte di una singola e meraviglio-sa immagine c’è la possibilità di crearne molte con una unica finalità: raccontare un pensiero, trasmettere una visione, creare at-tenzione. Questo è fo-tografarefare , questa è la fotografia, questo è scrivere con la luce.Buona continuazione del viaggio Valentina.

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PHOTOPEDIA

MARGARET BOURKE - WHITEdi Elisabetta LucidoLa vita e le opere dei grandi del passato, raccontando un poco di noi stessi.

“Trovare qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno avrebbe potuto immaginare prima, qualcosa che solo tu puoi trovare, perché oltre ad essere un fotografo sei un essere umano un po’ speciale, capace di guardare in profondità dove altri tirerebbero dritto: questo era il nostro modo di lavorare a Life. Altri fotografi forse avrebbero realizzato foto altrettanto buone, ma sarebbero state diverse. Solo noi avevamo la capacità di cogliere dei particolari rivelatori di una particolare storia da raccontare, e solo noi potevamo fissarla su una pellicola impressionabile”

PHOTOPEDIA

Margaret Bourke-White nasce nel 1904 a New York. Intorno ai vent’anni, capisce

che scattare e duplicare scorci pittoreschi del Campus universitario può essere oltre che di-vertante anche redditizio, anche se in realtà ciò che predilige fotografare è la tecnologia indu-striale dalla quale è particolarmente attratta, pas-sione questa trasmessale dal padre ingegnere.Riuscirà in quegli anni a realizzare splendide fo-tografie industriali destinate a fare scuola. Le sue fotografie degli altiforni, le astrazioni geometriche che le permettono le architetture industriali, ne fanno una delle fotografe più apprezzate anche nell’ambito della ricerca artistica. Non si ferma davanti a nulla, per scattare sale sui cornicio-ni dei grattacieli più alti, sorvola città, si spin-ge nelle zone più pericolose degli stabilimenti. Nei primi anni ‘ 20 Margaret, unica donna in un mondo di uomini, apre il suo primo studio fotografico, ma è nel 1929 che arriva la svolta: Henry Luce, le chiede di partecipare a un nuovo progetto, la nascita della rivista Fortune.Grazie a Fortune, Margaret con i suoi eleganti coordinati, cappello, gonna, guanti e panno della macchina fotografica in tinta, che diventano leg-gendari, alternerà il suo lavoro di fotografa pub-blicitaria ai reportage sul modo del lavoro negli USA e all’estero.

New Deal, Montana: Fort Peck Dam Diversion Tunnel, 1936

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Nella composizione delle sue prime immagini, si può notare una stretta relazione con la pittura cubista, la sovrapposizio-ne dei piani, le geometrie astratte, la riduzione da tridimen-sionale a bidimensionale, ma anchel’influenza del cinema espressionista russo e tedesco, da cui derivano la dramma-ticità degli effetti di luce, e la suggestione per l’astratto co-struendo immagini senza alto né basso, senza punto focale, così che l’occhio è costretto a vagare sull’intera superficie; immagini che sono una successione di oggetti senza fine, e un’inquadratura puramente arbitraria di un mondo che si estende ben oltre di essa. Attraverso il suo lavoro con la rivista Fortune, ha fotografato paesaggi, edifici, macchine e forme complesse all’interno di vita industriale. Accanto all’aspetto teatrale, e a volte retorico, della sua fotografia industriale, ha sicuramente contribuito alla sua fortuna anche un certo aspetto romantico: la sua fotografia ha mostrato al popolo dell’America in un tempo in cui la televisione e la comuni-cazione istantanea non esisteva, paesaggi, edifici, macchine e forme complesse all’interno della vita industriale. La nazio-ne aveva bisogno di credere nella tecnologia e sognare, una delle poche speranze per controbattere l’insorgere della Grande Depressione, ma per Margaret andare in giro per l’America in quegli anni significa scoprire un fatto nuovo, nella vita e nella fotografia: il valore del fattore umano e sociale..Di quegli anni è la celebre fotografia della fila di persone di colore, vittime dell’inondazione di Loui-sville, in attesa delladistribuzione di un pasto, sovrastati dalla pubblicità di una automobile con a bordo la tipica famiglia americana bianca e la frase “World’s highest standard of living” (“il più alto standard di vita al mondo”).

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Già nel 1930 parte per fotografare le industrie tedesche che si stavano risollevando dalle macerie nella Prima Guerra Mondiale, e sarà la prima fra i fotografi occidentali a recarsi in URSS per realizzare un reportage sull’industria sovietica, dove ritornerà a documentare le fasi del piano quinquennale stali-niano. Nel 1935 è nuovamente chiamata da Henry Luce per far parte della redazione fotografica della rivista LIFE, che più di ogni altra deciderà il gusto e lo stile fotografico degli Stati Uniti, e che grazie a Margaret segnò un punto di svolta della professione del fotografo nell’universo femminile.Per «Life» è inviata in Europa: in Germania, Austria e Cecoslovacchia per documentare l’avanzata del nazismo e la guerra incombente e poi a Mosca, in occasione dello scoppio delle ostilità tra Unione Sovietica e Germania, realizzerà anche un sorprendente ritratto di Stalin sorridente e bonario. A Mosca fotografa soprattutto la vita cittadina, inviando alla redazione un servizio fotografico di 12 pagine che mostrano chiese ortodosse e protestanti e che fu pubblicato con il titolo “In Unione Sovietica non vige l’ateismo” e che servì a «Life» per presentare l’URSS non più come il pericolo rosso, ma come possibile

alleato antinazista.Rientrata negli USA Margaret impone la sua vo-lontà di diventare reporter di guerra sulla prima linea del fronte. Mai nessuna donna era stata accreditata dall'esercito americano sui teatri di guerra, ma la determinazione della fotografa, in-sieme alla forza di persuasione che poteva avere una rivista come «Life», ormai la più diffusa sul territorio statunitense, hanno la meglio.Sicuramente Margaret Bourke-White in guerra ha dato il meglio di sé, sia come donna sia come fotografa. Il suo obiettivo si ferma sui campi di battaglia, sui momenti di riposo, sugli ospedali da campo, sui bombardamenti. Fotografa il nord Africa, la lenta risalita dell'Italia diventata un fron-te secondario dopo lo sbarco in Normandia.Soprattutto, con la sua pellicola, ferma i tragici momenti dell'arrivo degli americani guidati dal generale Patton a Buchenwald. Le immagini dei volti increduli oltre il filo spinato, dei forni crema-tori, delle baracche dei lager non sono semplice-mente fotografia, ma documenti storici di enorme valore.Le sue foto erano così convincenti che Life con la loro pubblicazione, rompe la tradizione delle riviste del tempo, ossia quella di evitare gli aspetti

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terribili della guerra. Al termine del-la guerra è in India per documentare la divisione con il Pakistan, conosce Gandhi e fotografa i suoi ultimi istan-ti di vita. Poi in Sud Africa dove de-scrive l'apartheid e scende due miglia sottoterra per ritrarre il lavoro dei mi-natori d'oro, in Corea subito dopo la firma dell'armistizio, a documentare la guerriglia e la popolazione civile e per ultimo la sfida più dura, quella contro il morbo di Parkinson. Gli ultimi anni della sua vita li passerà nella sua casa in Connecticut, con i pochi soldi mes-si da parte spesi per le cure mediche. Morirà sola, ma non dimenticata, nel 1971, a 67 anni.k

Fonti, risorse bibliografiche, siti: Vicky Goldberg, Mar-garet Bourke-White, a bio-graphy, 1986Alessandra Mauro e Sara An-tonelli (a cura di), Margaret Bourke White, il mio ritratto, 2003http://it.wikipedia.org/wiki/Margaret_Bourke-White

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OLTRE...

Quando la fotografia non è fine a se stessa, ma va oltre… la fotografia nel campo della moda e della pubblicità per veicolare desideri e passioni, la fotografia in stretto connubio con le altre arti (la pittu-ra, la grafica, la musica, il cinema, …), la fotografia in ambito scientifico ed industriale …, iniziamo questa nuova rubrica parlando di uno dei protagonisti del binomio perfetto musica / immagini.

STORM THORGERSON, IL SESTO PINK FLOYDdi Pierlorenzo Marletto

Attualmente il modo di fruire la musica è fatto per lo più di video in tv e su internet e di mp3 scaricabili

con un semplice click sul proprio pc/tablet/smartphone. Parole come stereo, vinile, 45 giri, LP, musicassette, su cui magari si registravano le canzoni passate alla radio, disc jockey (DJ è il suo acronimo più moderno) sono ormai relegate nei ricordi dei meno giovani e degli ap-passionati di vintage, gli stessi CD, che all’epoca della loro nascita erano considerati come un balzo nel fu-turo, stanno pian piano scomparendo. Probabilmente è comune, invecchiando, avere nostalgia del periodo di quando si era più giovani e quindi mi consolo pen-sando che non sono l’unico a struggersi al ricordo di alcune semplici sensazioni. Una di queste, forse quel-la che mi suscita l’emozione più forte, musicalmente parlando, era quando, dopo aver racimolato con pa-zienza, grazie soprattutto al buon cuore di mamma e papà, dei nonni e parenti vari, le 10’000 £, o poco più, necessarie, si andava nel negozio di dischi di fiducia per scegliere il nuovo LP da acquistare, magari con i suggerimenti dell’amico commesso. Le prime sensa-zioni, ancor prima dell’ascolto della musica, erano derivate dal contatto visivo e tattile con la confezione, si spalancava dinanzi a noi una vera e propria galleria di opere d’arte, alcune copertine erano sorprendenti per genialità, altre per provocazione e stranezza e altre ancora per la bellezza delle immagini. Non posso ne-gare che alcuni LP li ho scelti esclusivamente grazie a questo primo impatto.Sicuramente questo non vale per gli album dei Pink Floyd, li avrei presi anche se fossero stati dentro a buste della spesa, però è innegabile che la bellezza delle immagini e della grafica delle loro copertine fos-se pienamente all’altezza del contenuto.E qui entra in ballo Storm Thorgerson, nato il 28 feb-braio del 1944 a Potters Bar nel Hertfordshire in Inghil-terra e recentemente scomparso, autore insieme con Aubrey “Po” Powell, con cui fondò nel 1968 lo studio grafico HIPGNOSIS (nel 1974 si aggregò anche Peter Christopherson), di molte delle più celebri copertine di dischi della storia del rock. Thorgerson trascorse l’infanzia e l’adolescenza a Cambridge, frequentando lo stesso liceo e diventan-do amico di Syd Barrett e Roger Waters prima di stu-diare letteratura e filosofia all’Università di Leicenster e iscriversi poi a un corso di laurea in cinematogra-fia e televisione al Royal College of Art di Londra. Li conobbe Powell, con cui nel 1968 diede vita a Hipgnosis (inizialmente conosciuta come Consciousness Incorpo-rated). Il nome fu ispirato da un’incisione sulla porta del suo appartamento fatto da ingegnosi “sballati” e fu scelto perché suonava come “ipnosi” (“disegnare immagini ipnotiche, all’epoca del massimo splendore del periodo psichedelico, sarebbe stata una gran cosa” affermò lo stesso Thorgerson anni dopo), e inoltre

era composto da un piacevole e contradditorio dop-pio senso essendo formato da Hip, cioè nuovo e alla moda, e da Gnostic, che ha a che fare con l’antica conoscenza.

Thorgerson e Po si trovarono coinvolti nel campo della grafica delle copertine rock grazie alla loro amicizia con i membri fondatori dei Pink Floyd.Fino al 1968, generalmente, erano state le case di-scografiche a occuparsi delle copertine e soltanto ai Beatles, nel 1966, era riuscito di imporre ai responsa-bili della EMI un loro amico grafico, Klaus Voorman, per la copertina di REVOLVER. Dopo la pubblicazione del primo album dei Pink Floyd “The piper at the gates of dawn” in perfetto stile flower power del 1967 (la copertina è una serie di scatti sovrapposti dei quattro Floyd realizzati da Vic Sigh, un amico del produttore Norman Smith) i “nuovi” Pink Floyd sentivano il biso-gno di qualcosa di diverso, qualcosa che, svincolandoli dalla stereotipo di “gruppo psichedelico” proponesse un’immagine più misteriosa ed intrigante. Per far que-sto vennero quindi ingaggiati gli amici della Hipgnosis, con i risultati che tutti noi oggi conosciamo. I Pink Floyd, forse, furono la prima band che compre-se l’importanza delle immagini e dell’elemento visivo per la loro musica (come non ricordare, ad esempio, gli avveniristici light show delle loro prime esibizioni dal vivo). I loro album dovevano essere degli oggetti d’arte indipendentemente dalla musica che conteneva-no, con copertine che diventassero delle vere e proprie icone artistiche.L’approccio di Hipgnosis al design degli album era fortemente orientato alla fotografia, e furono pionieri nell’uso di molte tecniche innovative dal punto di vi-sta visuale e del packaging. In particolare, le surreali ed elaborate manipolazioni fotografiche di Thorgerson e Powell (che comprendevano tecniche da camera oscura, ritocco con l’aerografo e collage) furono anti-cipatrici di ciò che, molto tempo dopo, sarebbe stato definito “photoshopping”. Hipgnosis utilizzava preva-lentemente apparecchi Hasselblad di medio formato per il proprio lavoro, dal momento che la pellicola quadrata è particolarmente adatta alla produzione di immagini destinate alle copertine degli album. Un al-tro tratto distintivo di Hipgnosis consiste nel fatto che molte delle loro immagini di copertina raccontano “storie” direttamente correlate ai testi contenuti nell’al-bum. Dal momento che sia Powell che Thorgerson erano studenti di cinema, utilizzarono spesso i modelli come “attori” e impostarono le fotografie in maniera spiccatamente teatrale. Molte copertine di Hipgnosis presentano inoltre loghi ed illustrazioni in stile tipica-mente “high tech” (spesso ad opera del grafico George Hardie), adesivi, fantasiose copertine interne, ed altre chicche in termini di packaging.

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Vediamo quindi come sono nate alcune copertine del sodalizio Pink Floyd – Hipgnosis, ormai entrate nella storia, soffermandoci magari su quelle più fotografiche, sviscerando curiosità e cose poco note a proposito della loro realizzazione.

A Saucerful of Secrets (1968): nella precaria camera oscura creata nel bagno dell’appartamento di Powell in South Kensington a Londra (solo nel ’72 l’Hipgnosis si trasferì in uno studio vero e proprio a Denmark Street nella zona di Soho), il duo Thorgenson-Powell riuscì a “partorire” questo piccolo “gioiello”, ritagliando, incollando, fotografando: ne uscì una sorta di collage di tredici immagini sovrapposte. Alcuni fumetti della Marvel Comics (Dr. Strange, Universal Tribune...), una vecchia fotografia di un alchimista, immagini di ampolline e bottigliette, una ruota zodiacale, il sole, alcuni pianeti, una piccola foto del gruppo sulle rive di un fiume fuori Londra. “... Il fatto è che le cose nascevano dal cuore” ha detto Storm durante un’intervista nel 1986 “perché non eravamo realmente coinvolti nel business dell’industria discografica. Eravamo semplicemente amici che lavoravamo per amici... La casa discografica, in pratica, ci lasciava fare perché non capiva granché della musica dei Pink Floyd e non poteva imporre delle scelte alla band che si fidava di me. Per questo motivo, alla fine dei conti la EMI mi aiutò molto dato che, anche se non capiva il nostro lavoro, il suo scopo era quello di vendere... E le copertine funzionavano...” Per ottenere l’immagine desiderata, Thorgerson disse che grazie alle esalazioni emanate dal bagno di fissaggio delle pellicole in camera oscura, visse alcune delle sue visioni oniriche che lo avrebbero aiutato nella realizzazione dell’opera finale. Guardando bene la co-pertina, possiamo notare due lettere, una “y” e una “d” prima del nome “pinkfloyd”, e una “p” subito dopo. Secondo alcuni le tre lettere dovrebbero essere la ripetizione di “pinkfloyd” che avrebbe dovuto essere ripetuto più volte e quindi “(p i n k f l o) y d pinkfloyd p (i n k f l o y d)”. Secondo altri le prime due lettere sono riferite a Syd Barrett, che lasciò la band in quell’anno e l’interpretazione potrebbe essere “(S) y d pinkfloyd p (inkfloyd)”.

UMMAGUMMA (1969): il front della coper-tina è costituito da una serie di scatti effettuati dalla stessa posizione (nella stanza fronte giar-dino della casa di un amico di Cambridge) montati successivamente come un collage, facendo ruotare i membri della band nel-le varie postazioni, a giro, per dare proprio l’illusione di più spazi e di più realtà, appa-rentemente simili, per invitare gli ascoltatori a cercare più dimensioni nella musica con-tenuta nel supporto vinilico. “…è un gioco visuale sull’impossibile. Le foto dell’intera sce-na sono state stampate progressivamente più piccole e montate sul posto. Le posizioni dei membri del gruppo cambiarono a rotazione per divertimento. Eravamo anche interessati a proporre un raffronto tra una prospettiva mentale (l’immagine sulla parete) e una fisica (quella della gente in giardino).” (Thorger-son, 1978 cit.). Le copertine delle edizioni originali in LP di Ummagumma pubblicate

in Gran Bretagna, America/Canada, e Au-stralia differiscono per qualche particolare. La versione britannica contiene la copertina dell’album della colonna sonora del musical Gigi visibile appoggiata contro la parete im-mediatamente sopra la scritta “Pink Floyd”. In molte copie statunitensi e canadesi inve-ce, la copertina di Gigi venne cancellata con l’aerografo per motivi di copyright; tuttavia le prime copie circolate sul mercato americano non erano ancora censurate e la copertina di Gigi apparve. Sull’edizione australiana la copertina di Gigi venne completamente cancellata, non lasciando solo un quadrato bianco, ma eliminata del tutto.Gigi è un film del 1958 diretto da Vincen-te Minnelli, tratto dall’omonimo romanzo di Colette, vincitore di 9 Premi Oscar, fra cui quello per il miglior film. La colonna sonora raggiunse la prima posizione nella Billboard 200 per tre settimane.

ATOM HEART MOTHER (1970): L’idea della band era quella di inserire in copertina un’immagi-ne semplice in modo da potersi sbarazzare dall’etichetta di gruppo rock psichedelico. Thorgeson, ispirato dalla carta da parati con le mucche di Andy Warhol, si recò nella campagna attorno a Londra e immortalò la prima mucca che incontrò. La mucca aveva un nome, “Lulubelle III” secondo quanto detto dal proprietario signor Arthur Chalke. Quando Storm Thorgerson mostrò la copertina a un funzionario della EMI, ricevette questa risposta: “Ma sei matto? Vuoi rovinare questa casa discografica?”. Nick Mason spigava il significato in questo modo “... Le mucche non significano niente, sono soltanto un pretesto. Tutti stanno cercando di realizzare copertine com-plicate, alla moda. Noi volevamo soltanto qualcosa di semplice” (N. Mason in Pink Floyd di R. Sanders, 1974) Storm, invece, ha chiarito così l’apparente concettualità della scelta del soggetto: “La relazione tra la musica e la copertina è che la prima è indubbiamente avanguardistica, asso-lutamente non pop. La copertina fu uno scherzo, in sostanza, e una provocazione. Era una non-cover, in un certo senso, perché nei negozi a quell’epoca, era il 1970, non ce n’erano altre fatte così. Per questo funzionò, e funziona ancora oggi, proprio per il fatto di essere completamente diversa, proprio come la musica del disco. L’idea delle mucche al pascolo era venuta a John Blake. Scattai le foto da solo, sulla costa del sud. Appena vidi le vacche nel campo presi la macchina fotografica, una Mamimya a lenti normali, e scattai. Il fattore mi disse che avevano un bell’aspetto perché erano state appena munte” (S. Thorgerson, Londra 1986).

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

E questo è solo l’inizio di una collaborazione molto lunga, come vedremo nei prossimi numeri. Quindi non man-cate con le storie (e anche le leggende) nascoste dietro a mitiche copertine (The Dark Side of the Moon, I Wish you Were here, e molte altre).

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FOTOGRAFIA & INFORMATICA

CAPIRE ED UTILIZZARE GLI ISTOGRAMMIdi Max FerreroUna delle funzioni più interessanti delle nostre macchine fotografiche è la possibilità di vedere in tempo reale l’istogramma della foto appena scat-tata.

Purtroppo la maggior parte dei fotografi non sa cosa farsene di quell’astruso gra-

fico e, quindi, preferisce affidarsi al monitor della macchina per capire e determinare se le esposizioni che si stanno ottenendo sono adeguate.Quando guardiamo un istogramma di un’im-magine, stiamo osservando la rappresen-tazione grafica dei toni della foto prodotta. Saper interpretare quel grafico significa capi-re immediatamente se l’esposizione dell’im-magine che abbiamo realizzato è consona a quello che volevamo.L’istogramma pre-senta sull’ascissa (l’asse orizzontale) le 256 tonalità che compongono la nostra immagi-ne dove il valore 0 (l’estremità alla sinistra) è il nero, mentre il valore 255 (l’estremità a destra) rappresenta il bianco. Sull’ordinata (l’asse verticale) è rappresentata la quantità di pixel che utilizzano quel preciso livello di luminosità. E’ in sostanza un grafico a barre. Gli istogrammi che presentiamo nella foto di apertura sono rappresentativi di un’immagine equilibrata perché tutti i 256 livelli sono sta-ti utilizzati. Il livello 0 (nero) e il livello 255 (bianco) sono presenti e quindi ci garantisco-no il giusto contrasto, non solo, osservando i grafici dell’RGB (rosso/giallo/blu) possiamo notare che sono praticamente identici e quin-di l’immagine finale non presenta alcun tipo di dominante.Ma adesso proviamo a verifi-care le diversità degli istogrammi attraverso la medesima immagine ma con esposizioni diverse.

Questa foto è stata scattata con le giuste impostazioni. I toni sono corretti e dall’i-stogramma si può notare che tutti i 256 livelli sono utilizzati. Sono presenti i neri e i bianchi ma non vi sono “tagli” di toni ecces-sivi.

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La seconda foto presenta una sovraesposizione di 2 stop. Tutta la gamma tonale si è spo-stata verso la parte destra del grafico. Non sono presenti i neri e la maggior parte dei toni si ammassa nelle alte luci. Si-curamente avremo dei “tagli” nelle parti chiare perché non più riproducibili causa sovrae-sposizione.

Nell’ultimo scatto presentia-mo la stessa foto con 2 stop di sottoesposizione. La situa-zione è uguale e speculare a quella precedentemente descritta. I toni si addensano in una porzione minima del grafico. Non abbiamo più i bianchi, recupereremo quasi sicuramente i toni scuri ma incrementando notevolmen-te il rumore digitale della foto finale.

Al momento ci stiamo dedicando solo all’a-spetto esposimetrico che gli istogrammi sono in grado di offrirci. Altro fattore molto impor-tante è anche la valutazione del contrasto della scena. Intanto dobbiamo descrivere che c’è maggior contrasto quanto più estesa è la differenza luminosa tra il punto di bianco e quello di nero.

Teniamo presente che un bianco in ombra sarà meno luminoso di un bianco alla luce del sole eppure sempre di bianchi si sta par-

lando quindi le situazioni di contrasto in sce-ne reali possono essere svariate e difficili. I nostri sensori hanno limitate capacità di regi-strazione dai 5/6 stop per le macchine com-patte fino agli 8/10 stop per le macchine re-flex professionali. Sono valori incredibili rispetto alle possibi-lità offerte dalle vecchie sorelle analogiche eppure non sufficienti, a volte, per registrare correttamente l’intera scena. Come fare per capire se tutti i toni saranno ottenuti? Facile, guardando gli istogrammi.

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Questa è un’immagine a basso contrasto. Pur avendo ottenuto l’esposizione migliore possibile, i toni presenti sulla scena erano meno di quelli registrabili dagli 8bit del formato jpeg. Ovviamente si stava fotografando nella nebbia e la mancanza di contrasto era scontata. L’istogramma presenta un picco con limitata espansione orizzontale. Facciamo in modo di mantenere tale picco più al centro possibile. Aumentare il contrasto in fotoritocco sarà cosa facile.

In quest’immagine le difficoltà s’impennano. Osservate come ci sia una mancanza di toni centrali mentre la maggior parte dei pixel della nostra immagine si distribuiscono sulle luci e sulle ombre. L’istogramma ci indica che ci sono zone tagliate sia a sinistra sia a destra del grafico ma scattando con l’impostazione file su RAW si potranno recuperare parecchi toni ottenendo cieli saturi e azzurri e palazzi con migliore saturazione. Dovremo prestare massima attenzione alla più accurata esposizione possibile. Qui il minimo errore, anche solo di mazzo stop, potrebbe farci perdere irrimediabilmente dei toni molto importanti per la composizione finale.

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Ultimi consigli pratici

Impostate il monitor della vostra macchina con la visualizzazione degli istogrammi.E’ vero che l’immagine della foto appena scattata sarà molto rimpicciolita, noi, attraverso un monitor da 3 pollici, non dobbiamo controllare ciò che abbiamo visto pochi istanti prima attraverso il mirino, ma dobbiamo valutare se abbiamo fatto del nostro meglio per catturare i toni dell’immagine nel modo più corretto possibile. Ricordate che meno errori si fanno in ripresa e minor lavoro di recupero avremo in seguito. Imparate a valutare gli istogrammi e a leggerli e interpretarli.

In questa foto, ad esempio, il grafico è completamente spostato verso sinistra eppure la foto è corretta per il tipo di servizio che avevo intenzione di eseguire. Uno scatto in “Low key” di nero su nero non può che produrre un grafico come quello riportato che, con le semplici spiegazioni generiche di prima, sarebbe apparso come anteprima di un errore.

Con la conoscenza degli istogrammi potremo introdurre due potenti mezzi di correzione at-traverso gli strumenti di Photoshop.

Ma questo lo vedremo nei prossimi numeri della rivista.k

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A cura di Daniele Dell’Anna

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

UN LIBRO SULLO SCAFFALE UN LIBRO SULLO

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E con le parole di Michelangelo Buonarroti che il volume “BURNING Beuty” si apre, in

quelle poche parole il celebre pittore ci de-scrive la potenza della bellezza, capace di bruciare l’anima e se stessa. Ma cosa c’entra Michelangelo con David Lachapelle? Basta sfogliare il volume e gli elementi in comune salteranno subito all’occhio. Nato nel 1963 David Lachapelle ebbe il suo primo incarico da fotografo professionista da Andy Warhol. Dagli inizi degli anni 80 la sua carriera è sem-pre stata in ascesa. Caraterizzato da uno stile spesso definito “Barocco”, in ogni immagine Lachapelle stupisce il fruitore con forte dina-micità nella composizione e colori iper saturi. La celebrità, il sesso, i beni di consumo e i vizi dell’essere umano sono i suoi campi di studio. Il volume “Burning Beauty” presenta una sele-zione della produzione del fotografo che parte dagli anni 80 con la serie “ Angels & Saints & Martyrs “ passando per i ritratti delle celebrità degli anni 90 e 2000 arrivando alla fenomena-le serie ispirata al diluvio universale di chiara

BURN

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BEAUTY

ispirazione michelangelesca.Le foto appartenenti alla serie “Angels & Saints & Martyrs“ potrebbero non sembra-re tipiche opere di Lachapelle, il bianco e nero, lo sfocato e le ombre marcate rie-scono a ricreare l’ estasi e la misticità dei santi. Nel 2006 produce la serie chiamata “Recollections in America“ dove utilizza vecchie foto amatoriali di feste casalinghe e vi aggiunge modelli che vanno ad esa-sperare gli atteggiamenti dell’americano medio ed ecco così che l’alcool scorre a fiumi e i fucili diventano l’accessorio per-fetto per un party. La serie più recente è quella chiamata chiamata “Still Life “ dove Lachapelle fotografa volti e busti di personaggi famosi fatti in cera e rin-chiusi in una scatola di cartone. Il valore del volume è molto alto, l’unica pecca, per chi non conosce l’inglese, è che non si può godere l’intervista all’ar-tista e l’analisi critica presente nei due saggi presentati .

DAVID

LACHA

PELLE

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Concorso Fotografico “UNO SCATTO PER LO SPORT”

CATEGORIA OPEN:1° classificato

TRA UNA PREGHIERA E L’ALTRA MAX FERRERO

PREMIO SPECIALE “FONDAZIONE SANDRETTO

RE REBAUDENGO”:Categoria OPEN:

TRA UNA PREGHIERA E L’ALTRA MAX FERRERO

Concorso Fotografico “Mistral Viaggi”

“BIRMANIA”1° premio BRUNO FONTANA

Concorso Fotografica Internazionale “URBAN 2013”

10° CLASSIFICATA THEME GEOMETRICSELISABETTA LUCIDO“SINUOSITA”

Complimenti e congratulazioni

a tutti i Soci premiati!

Concorso Fotografico Compagnia di San Paolo “450 scatti per 450 anni. Una città che si rac-

conta”

MAX CASCINI“UNO SCATTO ALLA BOHEME”

1° premio vincitore assoluto inaugurazione della mostra il 12 ottobre alla

stazione di Porta Susa.

WINNER IS... AND THE WINNER IS... AND THE

DAVID

LACHA

PELLE

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E ORA TOCCA A VOI! Non perdete l’occasione di partecipare alla nuova

RASSEGNA FOTOGRAFI FIAT 2013

TEMA LIBERO (solo sezione BIANCO E NERO)Le fotografie candidate alla selezione dovranno essere inviate preferibilmente via email in formato jpeg con risoluzione mini-

ma di 2000 pixel sul lato lungo al seguente indirizzo: [email protected] entro e non oltre il 31 ottobre 2013. Il nome del file dovrà riportare il cognome e nome dell’autore e il titolo dell’opera. Es: rossi carlo_titolo.jpg.

Nel caso non sia possibile inviare le fotografie via email, potrete consegnare le immagini stampate 30x40 agli uffici Cedas di Via Olivero 40 - Ogni autore può presentare al massimo 4 immagini. Gli autori selezionati saranno informati via email.

Le immagini selezionate dovranno essere stampate con i seguenti parametri: Formato massimo 30x40. Si possono presentare immagini più piccole ma montate su passe partout bianco, nero o grigio.

Si possono presentare immagini più piccole con bordaturaLe stampe dovranno recare sul retro: Cognome e Nome dell’Autore, email e/o n° di telefono, n° tessera Cedas 2013, oltre

al titolo, se previsto dall’Autore.

LE FOTO SELEZIONATE SARANNO ESPOSTE

ALLA GALLERIA FIAF TorinoVia Pietro Santarosa 7

10122 Torino INAUGURAZIONE6 DICEMBRE 2013

RASSEGNA FOTOGRAFI CEDAS RASSEGNA

Foto di Max Ferrero

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MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI ANTOINE D’AGATA “ANTICORPI”Dal 27/06 al 1/09/13 presso la Fondazione Forma per la Fotografia, piazza Tito Lucrezio Caro 1 a Milano - www.formafoto.it/_com/asp/page.asp?g=m&s=c&l=ita&id_pag={F23E188D-BEB6-457C-9522-A1A3B65FDA27}

D’Agata è sicuramente uno dei personaggi più controversi nella panorama della fotografia contemporanea, allievo di Nan Goldin e Larry Clark, non ha mai fatto segreto del suo approccio viscerale e diretto nei confronti della fotografia. Antoine D’Agata, membro dell’Agenzia Magnum dal 2002, è in fuga da sempre. Da quando, giovane punk ha lasciato la sua città, Marsiglia, non si è mai fermato, spinto nella sua ricerca da un misto di desiderio e incoscienza che lo porta da sempre a cercare di superare barriere fisiche e psicologi-che del suo stesso essere, oltre ogni possibile pregiudizio o assennato limite.

UWE OMMER retrospettiva “50 years and more to come…”Dal 20/07 al 01/09/13 presso il Palazzo Tadea, Spilimbergo (PN) - www.craf-fvg.it/mostra-2013-923-50-years-and-mo-re-to-come-retrospettiva-di-uwe-ommer.phpUwe Ommer (Colonia, 1943) nel 1963 si è trasferito a Parigi, inizialmente assistente di Jean Pierre Ronzel, poi professionista autonomo. Negli anni Sessanta e Settanta ha lavorato al fianco di rinomati stilisti, curando servizi per linee di moda femminili e per l’infanzia. Negli anni Ottanta e Novanta Uwe Ommer raggiunge la celebrità con nudi esotici, realizzati in Asia e Africa, apparsi in libri e magazine di settore. Ommer ha curato inoltre un’edizione del Calendario Pirelli nel 1984. Dal 1995 in sei anni ha fo-tografato i membri di oltre 1000 nuclei familiari, conosciuti durante una serie di viaggi attraverso i cinque continenti. I servizi, raccolti nel volume 1000 families, sono completati da interviste ai soggetti ritratti, realizzate dallo stesso Ommer. A Uwe Ommer viene assegnato l’International Award of Photography 2013.

BOLSENA PHOTO FESTIVAL – I edizioneDal 23/08 al 01/09/13 presso la città di Bolsena (VT) - www.bolsenaphotofestival.sitiwebs.com/

Circuito espositivo dedicato al medium fotografico che per dieci giorni, 23 Agosto – 1 Settembre, coinvolgerà lo-cali e spazi espositivi di Bolsena attraverso un percorso di mostre fotografiche inerenti diversi temi e caratterizzato da un iniziativa culturale ricca di incontri, seminari, wor-kshop, musica e molto altro.

T.R.I.P. – TRAVEL ROUTES IN PHOTOGRAPHYDal 9/07 al 8/09/13 presso Mercati di Traiano, Museo dei Fori Imperiali, via 4 Novembre 94 a Roma - www.mercatiditraiano.it/mostre_ed_eventi/mostre/t_r_i_p_travel_routes_in_photography - www.tripexhib.it/

I lavori qui presentati, sotto l’affascinante ed enigmatico acronimo T.R.I.P., non sono semplici travel routes in photo-graphy. Sono pensieri in movimento, esplorazioni sfuggenti, scoperte reali e percorsi nella psiche dell’uomo contempo-raneo. Molto differenti tra loro per stile e tema, i lavori dei quattro autori in mostra, Simon Norfolk, Elaine Ling, Gian-carlo Ceraudo e Cristina De Middel, sono accomunati da un intersecarsi di sogno e realtà, di storia e utopia, di umanità e natura.

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

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(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

FRANCESCO ZIZOLA. Uno sguardo inadeguatoDal 15/06 al 08/09/13 presso CIFA Centro Italiano del-la Fotografia d’Autore, via delle Monache 2 a Bibbiena (AR) - www.centrofotografia.org/mostre/introduzio-ne/16

«La mia visione personale del fotogiornalismo – sostiene Francesco Zizola – è inizialmente etica. Il fotogiornalismo è un linguaggio che ha a che fare con gli uomini e il mondo in cui vivono; racconta gli uomini e il loro agire e può essere legittimato come racconto solo se il fotografo ne rispetta l’esistenza e la dignità. La fotografia oltre ad essere uno specchio della realtà è anche uno specchio dell’interio-rità del fotografo stesso; nell’immagine fotografata vediamo la realtà rappresentata e leggiamo allo stesso tempo la scelta interpretativa del fotografo, e con essa il suo proprio universo culturale ed etico. Una buona fotografia giornalistica ha a che fare molto con il rispetto che il fotogiornalista ha del mondo e dei suoi abitanti».

PHIL STERN, SICILY 1943Dal 11/07 al 8/09/13 presso la Galleria Credito Sicilia-no, Piazza Duomo 12 ad Acireale (CT) - www.creval.it/gallerie/acireale/PhilStern.html

Giusto settant’anni dopo l’avvio dell’Operazione Hu-sky che portò le truppe alleate a conquistare la Sicilia, la Galleria Credito Siciliano, ad Acireale, propone una grande mostra in cui lo Sbarco rivive nelle immagini del celebre fotografo statunitense Phil Stern.

SEBASTIAO SALGADO “GENESI”Dal 15/05 al 15/09/13 presso il Museo dell’Ara Pacis di Roma - www.arapacis.it/mostre_ed_eventi/mostre/genesi_fotografie_di_sebastiao_salgado

Al Museo dell’Ara Pacis di Roma oltre 200 fotografie in bianco e nero di Sebastião Salgado: i luoghi incon-taminati, i paesaggi, gli animali e le popolazioni indi-gene di tutto il mondo. Un grande progetto di sensibi-lizzazione per la tutela dell’ambiente.

GIANNI BERENGO GARDIN. Storie di un fotografoDal 14/06 al 08/09/13 presso il Palazzo Reale, piazza Duo-mo 12 a Milano - www.mostraberengogardin.it/

L’edizione milanese ripropone l’ampia raccolta selezionata dalla produzione del grande documentarista, ulteriormente arricchita: oltre alle 130 stampe presentate alla Casa dei Tre Oci, c’è una nuova sezione dedicata a Milano, città che lo ha adottato e gli ha assegnato nel 2012 l’Ambrogino d’Oro; è la serie Gente di Milano: in 40 foto i volti, i cortili, la storia della città.

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MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTIEVENTIRENE’ BURRI. RETROSPETTIVADal 17/05 al 22/09/13 presso il Centro Internaziona-le di Fotografia Scavi Scaligeri, Cortile del Tribunale a Verona - www.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=38083&CFID=8759486&CFTOKEN=73306427

Con le sue fotografie Burri ha testimoniato le guerre di Corea e del Vietnam, la crisi di Cuba con gli Stati Uniti e ritratto alcune delle personalità più influenti del XX secolo: straordinari i suoi reportage su Picasso al lavoro, Le Corbusier e Giacometti. Burri è considerato un grande fotoreporter, soprattutto per la particolarità del suo sguar-do: nonostante sia stato a contatto con la violenza della guerra e la disperazione delle vittime, ha sempre evitato le immagini crude e tragiche e, come ha scritto Peter Killer ”... non esiste una sola foto che non suggerisca l’esistenza possibile di un mondo più umano”. Ciò che lo ha sempre interessato è di riuscire a cogliere il momento nel quale nascono le idee o muoiono le utopie, le vite vissute.

CASCINAFARSETTIART 2013Dal 14/09 al 22/09/13 presso Cascina Farsetti, Villa Pamphilj Via Leone XIII, 75 ROMA - www.cascinafar-settiart.it/

Per la quinta edizione di Cascina Farsetti Art- Fotografia e non solo, il CSF adams continua la sua attenzione verso tematiche legate all’identità autoriale con l’evento THE MEMORY RE-MAINS. La ricostruzione della nostra memoria è una conferma della nostra identità, e la ricostruzione di un nostro ricordo non è altro che il desiderio di ricongiungerci con quel tempo che è passato. La fotografia è, il più delle volte, considerata testi-monianza di memorie e momenti trascorsi. Gli artisti presenti sono stati invitati a riflettere sulla tematica della memoria inte-sa come “traduzione”: il ricordo rivivrà e non solo nel riflesso di se stesso.

SI PUO’ BUTTAREDal 25/06 al 25/09/13 presso ILEX Exhibition Space, via in Piscinula 21 (Trastevere) a Roma – http://ilexphoto.com/gallery/it/2013/06/08/si-puo-but-tare/

ILEX presenta la storia ritrovata in tre album rilegati in pelle recuperati accanto a un cassonetto dell’immondi-zia nel quartiere di Trastevere. In copertina, una striscia di carta scritta a mano da una donna avvisa che que-ste immagini possono essere gettate – Si può buttare. All’interno dell’album una vita in fotografie istantanee. La storia di una contessa che vive a Roma…

PASSAGGIDal 17/05 al 28/09/13 presso la Galleria del Cembalo, largo della Fontanella di Borghese 19 a Roma - www.galleriadelcembalo.it/ita/passaggi/

La mostra attraverso le opere di dodici fotografi suddivise in cinque grandi sale, si propone di indagare il tema della di-scontinuità, della necessità di cambiamento di linguaggio o di visione, distintivo del lavoro di ognuno di loro. In questa chiave, per ciascuno degli autori – Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Antonio Biasiucci, Luca Campigotto, Silvia Campo-resi, Mario Cresci, Ugo Mulas, Alice Pavesi, Paolo Pellegrin, Francesco Radino, Moira Ricci, Paolo Ventura – la mostra presenta due diverse serie di lavori, in modo che il ‘passag-gio’ dall’una all’altra racconti l’attitudine della fotografia di ricerca a porsi in modo sempre differente rispetto a se stessa e ai suoi soggetti

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

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MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTI MOSTRE EVENTIEVENTI

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GABRIELE BASILICO. Un omaggio in 110 fotoDal 22/05 al 06/10/13 presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (MI) - www.mu-foco.org/

La mostra non vuole essere un’antologica dell’autore, ma una selezione rappresentativa delle quasi 1000 opere conservate dal Museo, alcune delle quali donate dallo stesso fotografo al Museo e appartenenti a diversi fondi fotografici.

PAOLO VENTURA – MAGO FUTURISTADal 22/06 al 13/10/13 presso il MART, Casa Depero, via dei Portici 38 a Rovereto (TN) - www.mart.tn.it/mo-stre.jsp?ID_LINK=682&area=137&id_context=4178

Seppur impalpabili come sogni, le immagini nate dalla poetica di Ventura hanno la forza popolare ed evoca-tiva delle tavole utilizzate dai cantastorie. Fotografie frutto di una meticolosa messa in scena, rappresentano dei “ricordi possibili” in bilico tra memoria e immagi-nazione.

SANDRO BECCHETTI. Volti dall’Umbria e dall’EuropaDal 28/06 al 20/10/13 presso la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia - http://sistemamuseo.it/home.php?id=3&idDettaglio=447#.UfbQJ6z_-Ju

La mostra propone un viaggio fotografico nella storia della cultura del nostro Paese, scandito dai volti di per-sonaggi, noti e meno noti, della politica, dello spetta-colo, dello sport, etc., ritratti in oltre quaranta anni di attività del fotoreporter romano per quotidiani, perio-dici, agenzie di stampa nazionali e per riviste interna-zionali e televisioni.

LUIGI GHIRRI “PENSARE PER IMMAGINI”Dal 24/04 al 27/10/13 presso la Fondazione MAXXI, via Guido Reni 4A ROMA - www.fondazionemaxxi.it/2012/12/14/luigi-ghirri-pensare-per-immagini/

Il MAXXI dedica all’opera di Luigi Ghirri, tra i maestri indiscussi della fotografia in Italia, una grande mostra antologica, nata dalla collaborazione tra il Museo e il Comune di Reggio Emilia, la città dove il fotografo ha vissuto e alla quale ha lasciato il suo archivio.

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LEONARD GIANADDA – Fotoreporter degli anni ‘50Dal 3/06 al 31/10/13 presso Museo Palazzo San Fran-cesco, piazza Convenzione 11 a Domodossola (VB) - www.comune.domodossola.vb.it/Hpm01.asp?CgiAction=Display&IdCanale=33&IdNotizia=829

Gianadda, di origini italiane, è nato nel 1935 a Marti-gny, in Svizzera. A soli 18 anni, ancora studente, era già al servizio di importanti giornali e riviste illustrate per raggiungere personaggi e situazioni tra i più diversi e complessi, per l’epoca. Con grande spirito d’inizia-tiva e curiosità, ha avvicinato con lo stesso approccio le star di Cinecittà come i contrabbandieri di Palermo.

STEVE MC CURRY “VIAGGIO INTORNO ALL’UOMO”Dal 15/06 al 3/11/13 presso il Complesso Museale Santa Maria della Scala, piazza del Duomo 1 a Siena - www.stevemccurrysiena.it/

La mostra di Steve McCurry arriva a Siena dopo aver raggiunto 400.000 visitatori in 4 città italiane, rinnovandosi ogni volta nell’allestimento, studiato appositamente per dialogare con ambienti di grande sugge-stione come quelli del Santa Maria della Scala, e nella selezione delle immagini esposte. Anche la mostra senese comprenderà una antologia di tutta la produzione di McCurry, con numerose delle sue immagini più famose, scattate nel corso degli oltre 30 anni della sua straordinaria carriera di fotografo e di reporter, insieme ad una selezione molto am-pia dei suoi lavori più recenti: il progetto The last roll con le immagini scattate utilizzando l’ultimo rullino prodotto dalla Kodak, gli ultimi viaggi a Cuba, in Thailandia e in Birmania, con una spettacolare serie di immagini dedicate al Buddismo, il viaggio in Africa tra Tanzania ed Etiopia e una selezione delle fotografie scattate nei recenti e numerosi soggiorni italiani.

MAGNUM CONTACT SHEETSDal 21/06 al 10/11/13 presso il Forte di Bart (AO) - www.fortedibard.it/mostre/mostre/magnum-contact-sheets-forte-di-bard

Magnum Contact Sheets presenterà circa 80 provini a contatto, insieme all’immagine finale data alle stam-pe, in formati vintage e modern prints, rappresentativi dell’intero gruppo di fotografi Magnum, inclusi i pio-nieri come Henri Cartier-Bresson, Eve Arnold, René Burri, Philippe Halsman e Elliott Erwitt, sino ai grandi di oggi come Jim Goldberg, Alec Soth, Paolo Pellegrin e Trent Parke.

WALTER CHAPPELL Eternal ImpermanenceDal 13/09/13 al 2/02/14 presso Fondazione Fotografia Modena via Emilia Centro, 283 a Modena - www.fon-dazionefotografia.it/it/exhibition/walter-chappell/

Una retrospettiva prodotta da Fondazione Cassa di Ri-sparmio di Modena e da Fondazione Fotografia Mode-na dedicata al fotografo americano Walter Chappell, fra i protagonisti più controversi della fotografia ameri-cana del XX secolo, la cui opera, intensamente provo-catoria così come la sua vita, è rimasta celata a lungo.

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

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ELLIOTT ERWITT - Retrospettiva

VISTI PER VOI VISTI PER VOI VISTI PER VOI VISTI PER VOI VISTI PER VOI VISTI PER VOI VISTI PER VOI

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

A cura di Pierlorenzo Marletto

Nell’effervescente scorsa primavera torinese, un altro appunta-mento a cui non potevamo mancare è quello con la mostra

fotografica di Elliott Erwitt, tenutasi nelle sale di Palazzo Madama in piazza Castello a Torino, in contemporanea e nelle vicinanze all’altra grande retrospettiva dedicata a Robert Capa di cui abbia-mo parlato nello scorso numero.Fu lo stesso Capa, uno dei soci fondatori, a proporre ad Erwitt l’in-gresso nell’allora da poco nata Magnum, oggi l’agenzia fotografica per antonomasia.E’ interessante notare che, sebbene entrambi siano due dei più grandi e osannati fotografi di ogni tempo, i loro stili siano fonda-mentalmente diversi: se Capa verrà ricordato per sempre per le sue foto che documentano gli avvenimenti turbolenti del suo tempo, foto spesso drammatiche dove la sofferenza, il dolore e gli orrori vengono proposti allo spettatore nella loro cruenta realtà, invece le foto più famose di Erwitt, scattate a partire dal dopoguerra, ci mostrano una realtà ben diversa. Lo sguardo ironico e dissacrante di Erwitt ci coglie spesso di sor-presa, le sue foto si guardano frequentemente con il sorriso sulle labbra nonostante che spesso le situazioni rappresentate non siano per nulla leggere. Una foto simbolica di questo modo di interpreta-re la realtà è quella del piccolo bambino di colore, contento di farsi ritrarre con la sua pistola giocattolo in una posa che rimanda ad un tentativo di suicidio, foto scattata in un periodo dove il razzismo del Ku Klux Klan sfociava spesso in atti di estrema violenza contro le persone di colore.Sicuramente una cosa che rimane all’uscita di questa esposizione è la consapevolezza dell’occhio del grande fotografo, capace di cogliere sia il particolare e sia l’attimo giusto per realizzare que-ste opere, basti pensare alla famosissima serie dei ritratti dei cani, dove il connubio con i loro proprietari rappresentata attraverso in-quadrature poco convenzionali, serve per mostrarci, con ironia ed intelligenza, le piccole manie e stranezze che noi umani riversia-mo nei confronti dei nostri amici a quattro zampe.k

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VISTI PER VOI VISTI PER VOI VISTI PER VOI VISTI PER VOI VISTI PER VOI VISTI PER VOI VISTI PER VOI

(Le fotografie presenti in questa pagina, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis, 101 comma 1 legge 633/1941)

FRANCESCO ZIZOLABORN SOMEWHERE

Questa interessante mostra fotografica svoltasi lo scorso maggio presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino ha proposto una serie di immagini di Francesco Zizola, uno

dei migliori fotoreporter contemporanei, che con le sue foto in bianco e nero ripercorre e ri-propone in chiave moderna la tradizione dei grandi fotografi del passato come Robert Capa e Henri Cartier Bresson.Fu lo stesso Bresson a regalare notorietà internazionale a Zizola, includendo nel 2003, una delle immagini di Francesco nelle 100 da lui preferite.La mostra BORN SOMEWHERE (nato da qualche parte) racconta con immagini spesso crude e drammatiche la condizione dell’infanzia nel mondo, con le contraddizioni che scaturiscono dall’accostamento di immagini scattate nell’estrema decadenza dovuta alla povertà, alle fame e alla guerra nel terzo mondo, con immagini che documentano lo sfruttamento della bellezza nei concorsi dedicati ai più piccoli nei paesi, si fa per dire, in questo caso, sviluppati.k

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NOTIZIE APPUNTAMENTI NOTIZIE APPUNTAMENTI NOTIZIE APPUNTAMENTI

TURIN PHOTO FESTIVALcon il reportage a quattro mani sulle Paralimpiadi di Londra (di cui trovate un assaggio in queste pagine) Renata Busettini e Pierlorenzo Marletto hanno ot-tenuto un ottimo riscontro (secondo posto del Pre-mio URANI) durante il Turin Photo Festival svoltosi in svariati appuntamenti nel mese di novembre. In particolare le fotografie di Renata e Pierlorenzo sono state esposte dal 7 all’11 novembre nella prestigiosa cornice del Museo di Scenze Naturali di Torino.

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TURIN PHOTO FESTIVALcon il reportage a quattro mani sulle Paralimpiadi di Londra (di cui trovate un assaggio in queste pagine) Renata Busettini e Pierlorenzo Marletto hanno ot-tenuto un ottimo riscontro (secondo posto del Pre-mio URANI) durante il Turin Photo Festival svoltosi in svariati appuntamenti nel mese di novembre. In particolare le fotografie di Renata e Pierlorenzo sono state esposte dal 7 all’11 novembre nella prestigiosa cornice del Museo di Scenze Naturali di Torino.

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Il Gruppo fotografico CEDAS, dopo una breve pausa estiva, riprende a partire dal 10 settembre, le consuete

riunioni, ogni martedì sera a partire dalle 8.45 presso lo studio fotografico Accademia Torinese della Fotografia in via XXIV Maggio 3/3 a Moncalieri (TO).

Di seguito riportiamo il calendario degli appuntamenti speciali dei prossimi mesi. Per aggiornamenti e modi-fiche dei programmi vi invitiamo a consultare il sito: www.fiatcares.com/Cedas/Gruppi/sezioni/foto/Pa-ges/home.aspx oppure inviate una mail all’indirizzo: [email protected] indicando sull’oggetto: “appuntamenti” e sarete informati direttamente dalla redazione sui programmi del gruppo.

- dal 14 agosto al 7 settembre, nei locali della ex ban-ca a fianco del municipio di Crissolo (CN) è in corso la mostra fotografica “Israele nelle Alpi” con fotografie dei nostri soci Renata Busettini, Elisabetta Lucido, Au-reliano Casale, Carlo Ferrari, Max Ferrero, Pierlorenzo Marletto e Andrea Morello;- 29 settembre, dalle ore 9.00, raduno dei fotoamatori piemontesi a Guardabosone (VC). La partecipazione è gratuita ma deve essere prenotata entro il 09/09/13. In tale occasione si svolgerà il Convegno Regionale FIAF, la premiazione “Foto Digit 2013” “Trofeo Aldo Ma-

Il Gruppo Fotografico CEDAS è lieto di pubblicizzare un’iniziativa degli amici del-la Sezione Fotografica C.R.D.C.: Venerdì 13 settembre prossimo alle ore 21.00, presso il Salone del Circolo Ricreati-vo dei Dipendenti Comunali in c.so Sicilia 12 a Torino, verrà inaugurata la mostra fo-tografica “dal PENSIERO allo SGUARDO”, con l’esposizione di una serie di foto ine-dite del nostro grande ex delegato ALDO MANIAS.

In tale occasione verranno anche presentati il libro a lui dedicato di Dario Reteuna con introduzione e appendici di Gina Macario Manias e un’interessante audiovisivo, e il nostro Max Ferrero lo ricorderà raccontando alcuni momenti della loro collaborazione ed amicizia.

nias” organizzato dalla FIAF Piemonte e la consegna del Premio “Noveis” 2013 a Gianni Berengo Gardin - e-mail: [email protected];- 3 ottobre, inizio corso sul programma Lightroom a cura di Max Ferrero, 5 lezioni con cadenza settimanale di 2 ore ciascuna dalle 20.45 alle 22.45 presso la LT Consul di via Canelli 59bis a Torino;- 16 ottobre, inizio corso di “fotografia avanzata” a cura di Max Ferrero, 6 lezioni con cadenza settimanale di 2 ore ciascuna dalle 20.45 alle 22.45 presso la Sala Fornero in c.so Siracusa 213 a Torino;- dal 6 al 10 novembre, evento PIX 9a edizione di Paratissima presso l’ex-MOI in Borgo Filadelfia a To-rino, in cui il Gruppo Fotografico CEDAS esporrà una serie di fotografie sul tema “gli stati e le forme dell’ani-ma” - http://paratissima.it/_/

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CONCORSI FOTOGRAFICI CONCORSI FOTOGRAFICI

Le date indicate sono quelle dell’ultimo giorno per la consegna delle opere.

02/09/2013 – TITO (PZ)Concorso Nazionale “Anno della Fede 2013” - Tema Obbligato “La Fede” - https://www.facebook.com/donne.novantanove

04/09/2013Concorso fotografico “Lacrime di pietra 2013” - Tema Obbligato “Fuoriuso” - http://lacrime2013.wordpress.com/

05/09/2013 – BARIConcorso fotografico “I luoghi della legalità” - Tema Obbligato “I luoghi della legalità” - www.motoredel-learti.it/

05/09/2013 – AREZZOConcorso fotografico “FAI una Foto! Svela un Patri-monio” - Tema Obbligato “Patrimonio culturale del-la Provincia di Arezzo” – Partecipanti dai 18 ai 40 anni - www.fondoambiente.it/Cosa-facciamo/Index.aspx?q=fai-giovani

06/09/2013 – USMATE VELATE (MB)Concorso fotografico “Il lavoro, oggi” - Tema Obbli-gato “Il lavoro, oggi” - www.lamongolfiera.mb.it/

07/09/2013 - MONTEVARCHI (AR)26° Città di Montevarchi - Patr. FIAF 2013M18 - Tema Libero - [email protected] - www.fotoamato-rimochi.it

09/09/2013 – TIVOLI (RM)II Edizione “L’Arte Secondo Me” - Tema Obbligato “Reinterpretazione di opere d’arte attraverso le tecni-che dell’artista contemporaneo” - https://www.facebo-ok.com/pages/LArte-Secondo-Me-Concorso-di-Arti-Visive/343649375745886?ref=ts&fref=ts

10/09/2013 – VILLAFRANCA PIEMONTE (TO)14° Concorso fotografico “Fotografia creativa: un punto di vista particolare” - Tema Obbligato “Fotogra-fia creativa” - www.comune.villafrancapiemonte.to.it/

10/09/2013 – GINOSA (TA)Concorso fotografico “Espressioni di donna” - Tema Obbligato “Espressioni di donna, progetto contro la violenza sulle donne” - http://og2001.blogspot.it/

10/09/2013 – PADERNO DUGNANO (MI)Concorso fotografico “L’emozione in un paesaggio” - Tema Obbligato “Il paesaggio” - www.cafdue.it/caf/Concorso_fotografico_files/Regolamento%20concor-so%20fotografico.pdf

11/09/2013 – BORGOSESIA (VC)Concorso fotografico “Borgosesia 2013” - Tema Libe-ro e Tema Obbligato “Alta Valsesia” - www.fotobor-gosesia.it/

13/09/2013 - BRUGNERA (PN)4° Città di Brugnera - Tema Obbligato “L’Acqua”- [email protected] - www.photo-grafando.com

14/09/2013 – AREZZOConcorso fotografico “L’Arte e i giovani” - Tema Ob-

bligato “I giovani e l’arte” - www.imagoarezzo.com/

15/09/2013Concorso fotografico “Fotomistero” - Tema Obbligato “Il mistero” - www.masedomani.com/fotoconcorso/

15/09/2013 – ROMAConcorso fotografico Festival Horror Indipendente “INTERIORA” - Tema Obbligato “L’horror, la paura, il terrore” - www.interiora.it/

15/09/2013Concorso fotografico “Matrimonio romantico.it” - Tema Obbligato “Reportage di matrimonio” - http://concorsi.matrimonioromantico.it/

15/09/2013 – MONTEROTONDO (RM)Concorso fotografico “Bring the Action” - Tema Ob-bligato ““Portare l´azione” all´interno della propria vita o del proprio gruppo di amici” - www.arti-cultura-mestieri.it/

15/09/2013Concorso fotografico “Sorrisi di madri s’incontrano” - Tema Obbligato “Essere madre in Italia” - www.ccm-italia.org/ita/

16/09/2013II Concorso fotografico itinerante “L’acqua e le sue forme” - Tema Obbligato “L’acqua e le sue forme” - www.assterramare.altervista.org/

19/09/2013 - MORTARA (PV)18° Città di Mortara - Tema Libero e Temi Obbligati “Motori che passione!!”, “Ritratto” e “Il lavoro in tutte le sue forme” - www.circoloculturalelomellino.it

20/09/2013 - FIGLINE VALDARNO (FI)Obiettivo Agricoltura 2013 - Patr. FIAF 2013M16 - Temi Obbligati “Agricoltura” e “Paesaggio”- [email protected] - www.arnofoto.it

20/09/2013 – BELLIZZI (SA)III Concorso fotografico “ExArea2013” - Tema Ob-bligato “Archeologia industriale e le aree dismesse” - www.exarea.it/bando%20di%20concorso.pdf

24/09/2013 - ALZANO LOMBARDO (BG)33° Città di Alzano Lombardo - Tema Libero: - [email protected] - wwwproloco-alzano.it

25/09/2013 - CASCINA (PI)45° Truciolo d’Oro - Patr. FIAF 2013M19 - Tema Libe-ro - Tema Obbligato “Natura”- [email protected] - www.3ccascina.com

25/09/2013 - MERANO (BZ)8° Digital Slide Show - Patr. FIAF 13AVF16 - Tema Libero: Sezione Audiovisivi. - [email protected] - www.fotoclubimmagine.net

27/09/2013 – BOVISIO MASCIAGO (MI)III edizione Concorso fotografico “Sport e movimen-to” - Tema Obbligato “Sport e movimento” - www.bovisiomasciagonews.net/notizie/attualita/38/terza-edizione-del-concorso-fotografico-sport-e-movimento

28/09/2013 – CONTROGUERRA (TE)Concorso fotografico “Scattiamo Controguerra” - Tema

NOTIZIE APPUNTAMENTI NOTIZIE APPUNTAMENTI NOTIZIE APPUNTAMENTI

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CONCORSI FOTOGRAFICI CONCORSI FOTOGRAFICI CONCORSI FOTOGRAFICI CONCORSI FOTOGRAFICI

Obbligato “Controguerra nei suoi molteplici aspetti” - www.controguerra.info/j/index.php?option=com_content&view=article&id=72%3Aconcorso-fotografico-qscattiamo-controguerraq

28/09/2013Concorso fotografico UrbanaMente 2013 “Fuori Campo” - Tema Obbligato “La crisi nel nostro tempo” - www.urbanamente.org/

29/09/2013 – CONTURSI TERME (SA)Concorso fotografico “Obiettivo Natura” - Tema Ob-bligato “l´area delle Riserve Naturali Foce Sele Tanagro Monti Eremita e Marzano” - www.riservaseletanagroe-remitamarzano.com/web/index.php?option=com_content&view=article&id=14&Itemid=182

30/09/2013Concorso fotografico NIKON Talents 2013 - Temi Obbligati “1. Paesaggi ed Architettura 2. Naturalistica 3. Street e Reportage 4. Fashion & Glamour 5. Ritratto” – Partecipanti donne o uomini sotto i 30 anni - http://talents.nikonclub.it/gallery/index.php?module=nikonTalents&method=home

30/09/2013Award 2013 by Canon “Power to your next step” - Tema Obbligato “Nutrire il pianeta. Energia per la vita” - www.nextstepaward.it/

30/09/2013Concorso fotografico NATIONAL GEOGRAPHIC ITALIA 2013 - Temi Obbligati “Natura e Paesaggi” “Mondo Animale” “Gente e Popoli” “Ritratti” - www.national-geographic.it/speciali/2013/06/28/news/concorso_di_fotografia_national_geographic_2013-1703237/

30/09/2013 – GHEDI (BS)4° Concorso Biennale di Fotografia – Tema: Natura, paesaggio e flora della Pianura Padana - www.cf-lam-bda.it/

30/09/2013 - PESCARA12° “La Genziana” - Patr. FIAF 2013P6 - Tema Libero- Tema Obbligato “Fotografia Naturalistica” - [email protected] - www.lagenziana.net

30/09/2013 - PECCIOLI (PI)10° Fotografando la Musica - Racc. FIAF 2013M01 - Tema Obbligato “Fotografando la Musica” - [email protected] . www.scatto-matto.it

30/09/201310° Concorso fotografico “I fiori nella rete” - Tema Obbligato “I fiori di montagna” - www.fioridimonta-gna.it/it/default.htm

30/09/2013III edizione Concorso fotografico “#africa – un mon-do di mondi” - Tema Obbligato “Le diverse tonalità di colore che si incontrano dal Sudafrica all’Egitto, dal Marocco al Madagascar” - www.missionaridafrica.org/

30/09/2013 – VELLETRI (RM)Concorso fotografico “Uno scatto un diritto” - Tema Obbligato “Diritti: dignità, libertà, uguaglianza, soli-darietà cittadinanza e giustizia” - http://tiassociazio-ne.org/wp-content/uploads/2012/09/BANDO-UNO-SCATTO-UN-DIRITTO.pdf

30/09/2013 – ROMAPremio nazionale Alberoandronico - Tema Libero - www.alberoandronico.net/

30/09/2013 – FIRENZEConcorso fotografico “Firenze Terrazza con Vista” - Tema Obbligato “Firenze vista dalle terrazze degli alberghi.” - www.firenzeturismo.it/images/stories/ter-razze-con-vista/2013/regolamento_concorso_fotogra-fico.pdf

30/09/2013 – TRAPANII Concorso fotografico “Siciliaterradamuri” - Tema Obbligato “Sicilia,un altro punto di vista” - www.sici-liaterradamuri.it/

01/10/2013 – FIRENZEDante in the World Today - Tema Obbligato “il lega-me tra la Divina Commedia ed il luogo in cui viene scattata la foto” - www.lifebeyondtourism.org/photo-blog/contest/6/Dante-in-the-World-Today

04/10/2013 - VILLASANTA (MB)12° La Montagna e i suoi molteplici aspetti - Racc. FIAF 2013D02 - Tema Obbligato “La montagna nei suoi molteplici aspetti” - [email protected] - www.circoloamicidellarte.it

06/10/2013 - GARBAGNATE MILANESE (MI)31° Città di Garbagnate - Patr. FIAF 2013D3 - Tema Libero; Tema Obbligato “Ritratto” - Indirizzo:G.F. Gar-bagnatese - Via Canova, 45 - 20024 Garbagnate Mila-nese (MI)

10/10/2013 – REPUBBLICA DI SAN MARINO8° Concorso Fotografico Internazionele ”Lo Sport” - Tema Obbligato “Lo Sport” - e-mail: [email protected]

10/10/2013 – VEVERI (NO)Concorso Fotografico”Cinin in corto” - Tema Obbli-gato “4 stagioni: estate, autunno, inverno e primavera” - http://digilander.libero.it/cininincorto/

10/10/2013 - MORCONE (BN)23° Immagini del Sannio Rurale - Tema Obbligato “Immagini del Sannio Rurale” - www.cfsannita.com

10/10/2013I Premio Internazionale di Fotografia “EXTRO” - Tema Libero - www.premioextro.it/ 11/10/2013Concorso fotografico “La Sagra più bella che c’è” - Tema Obbligato “Le sagre” - www.unpliproloco.it/home/archivio-manifestazioni/467-la-sagra-piu-bella-che-ce.html

12/10/2013 - PONTEDERA (PI)26° C.R.e.C. Piaggio - Patr. FIAF 2013M20 - Tema Li-bero e Tema Obbligato “Natura” - www.cfcrecpiaggio.it

12/10/2013 - LATINA8° Latina Digital Foto Festival - Patr. FIAF 2013Q4 - Tema Libero: - [email protected] - www.fotoclublatina.it

12/10/2013 - MALLARE (SV)12° Circuito Ponente Ligure - 27° Premio Mallare -

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CONCORSI FOTOGRAFICI CONCORSI FOTOGRAFICI CONCORSI FOTOGRAFICI CONCORSI FOTOGRAFICI

Patr. FIAF 2013C1 - Tema Libero - [email protected]

12/10/2013 - SANREMO (IM)12° Circuito Ponente Ligure - 12° Città di Sanremo - Patr. FIAF 2013C2 - Tema Libero - [email protected]

12/10/2013 - TORRIA (IM)12° Circuito Ponente Ligure - 29° Premio Torria - Patr. FIAF 2013C3 - Tema Libero - [email protected]

12/10/2013 - RANZI DI PIETRA LIGURE (SV)12° Circuito Ponente Ligure - 16° Premio Ranzi - Patr. FIAF 2013C4 - Tema Libero - [email protected] 12/10/2013 - CERVO (IM)12° Circuito Ponente Ligure - 3° Città di Cervo - Patr. FIAF 2013C5 - Tema Libero - [email protected]

15/10/2013 – MEZZANA MORTIGLIENGO (BI)3° CONCORSO FOTOGRAFICO PARROCCHIA DI MEZZANA – Tema libero - www.mezzanafotoconcor-so.it/

16/10/2013 - CERNOBBIO (CO)35° Conc. Fot. Naz. Italia e Svizzera - Racc. FIAF 2013D03 - Tema Libero e diversi Temi Obbligati - [email protected] - www.fotocineclubcernobbio.it

20/10/2013 - ALTINO (CH)2° Trofeo Sangro Aventino - Patr. FIAF 2013P5 - Tema Libero; Tema Obbligato “Geologia” - [email protected] - www.fotoamatorisangroa-ventino.it

28/10/2013 - PONTEDELLOLIO (PC)10° “Ponte Immagine” - Racc. FIAF 2013H02 - Tema Libero e Tema Obbligato “L’amore che vedo” - [email protected]

30/10/2013Photo contest “My favorite tree (and I)” - Tema Ob-bligato “il mio albero favorito (ed io)” - https://www.facebook.com/treenation/app_451684954848385

31/10/2013 – PUTIGNANO (BA)16° Concorso fotografico “La goccia” - Tema Obbli-gato “fiori di campo nel mirino” - www.putignanonel-mondo.it/pnmwp/index.php/2013/06/16-concorso-fo-tografico-la-goccia-fiori-di-campo-nel-mirino/

31/10/2013Concorso Fotografico – Tema: L’acqua in foresta - www.rivistasherwood.it/concorso-fotografico-sherwo-od-2013.html

31/10/2013 Concorso fotografico “Italian Liberty” - Tema Obbli-gato “Il Liberty: Architettura, Mobili, Arte e Libero” - www.italialiberty.it/concorsofotografico/

31/10/2013 – DESENZANO DEL GARDA (BS)Concorso Fotografico Oltre lo Scatto – Temi: 1) Luo-ghi visti ma mai guardati, 2) natura, opere dell´uomo e tradizioni 3) Esprimi i tuoi pensieri - www.oltreloscat-to.org/

31/10/2013 – CABIATE (MI)Concorso fotografico “E’ sempre l’attimo giusto” - Tema Obbligato “E’ sempre l’attimo giusto” - www.

amicidimarcello.org/concorso.asp

31/10/2013 – ANDRIA (BT)Concorso fotografico “Con gli occhi di Federico, in-torno e oltre Castel del Monte” - Tema Obbligato “rappresentare Castel del Monte, “Mistero” e le Mur-ge, “Cuore di pietra”” - www.enogastronomiedipuglia.com/index-concorso.asp

31/10/2013Concorso di fotografia subacquea “My Shot 2013” - Tema Obbligato “La fotografia subacquea” - www.scu-baportal.it/concorso-fotosub-myshot-2013.html

04/11/2013 – OZZANO DELL’EMILIA (BO)12° Concorso fotografico nazionale 2013 - Tema Ob-bligato “I fiori: colori e forme” - www.amozzano.it/

30/11/2013 - PAVIAConcorso fotografico 2013 “PLANET OASI” - Tema Obbligato “Foto scattate nell’oasi di Sant’Alessio” - www.oasisantalessio.org/concorso-fotografico.html

01/12/2013Concorso fotografico “Fotografi di Versi” - Tema Ob-bligato “accostamento foto/testi” - www.fotografidiver-si.it/

01/12/2013 – REFRONTOLO (TV)Maratona fotografica “Villa Battaglia Spada” - Tema Obbligato “La Villa Battaglia Spada e il paesaggio cir-costante” - www.villabattagliaspada.eu/

01/12/2013 – BITONTO (BA)Progetto Culturale 10x10 - Tema Obbligato “10 artisti per 10 mesi” - www.officineculturali.it/

15/12/2013 – MILANOCollettiva itinerante “micro 2” - Tema Libero – Forma-to Obbligato 5x5 cm - www.microbo.net/micro2/

31/12/2013 – FERRARAIII edizione “Ferrara Foto” - Temi Obbligati “Una pri-mavera all’insegna del turismo slow”, “Personaggi che raccontano un territorio”, “Particolari…” - www.ferra-rafoto.it/

31/12/2013IV edizione Concorso fotografico “100% Veri Cam-peggiatori” - Tema Obbligato “Il turismo all’aria aper-ta” - www.vericampeggiatori.it/

06/01/2014Sony World Photography Awards 2014 - Temi Obbli-gati “Architettura”, “Arte e Cultura”, “Avanzato”, “Fra-zione di secondo”, “Scarsa illuminazione”, “Natura e animali”, “Panorama”, “Gente”, “Sorrisi”, “Viaggi” - http://it.worldphoto.org/competitions/

02/02/2014 - ALTINO (CH)3° Donna è.... - Patr. FIAF 2014P1 - Tema Libero e Tema Obbligato “Donna è” - [email protected] - www.fotoamatorisangroaventino.it

Sezione Fotografia CEDAS Fiat