AT Magazine nr. 1

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1 1 AT MAGAZINE Edizione IT/UK - Mensile - Anno I - Nr. 1 - Novembre 2012 * Essere un turista attivo ovvero un “viaggiatore” * Screen shot * L’Aquila rinascerà grazie alla sua montagna * Percorsi di CORSA... a Cagliari * Cagliari-Palermo... A/R in 36 ore * Turismo in Sardegna: tradizione e modernità * Torrentismo: sport e senso civico Versione Italiana

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AT MAGAZINE Edizione IT - Mensile - Anno I - Nr. 1 - Novembre 2012

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* Essere un turista attivo ovvero un “viaggiatore”

* Screen shot

* L’Aquila rinascerà grazie alla sua montagna

* Percorsi di CORSA... a Cagliari

* Cagliari-Palermo... A/R in 36 ore

* Turismo in Sardegna: tradizione e modernità

* Torrentismo: sport e senso civico

Versione Italiana

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AT Magazine #1 | 1novembre 2012

web: http://www.atmagazine.item@il: [email protected] [email protected]

A sinistra:Torre dell’Elefante, finestra lato EST (Cagliari)Qui sotto:Porticciolo, via Roma (Cagliari) ph. B.Valuto © AT Photographer

Sommario

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Essere un turista attivo, un “viaggiatore”

Screen shot

L’Aquila rinascerà grazie alla sua montagna

Percorsi di CORSA... a Cagliari

Cagliari-Palermo... A/R in 36 ore

Turismo in Sardegna: tradizione e modernità

Torrentismo: sport e senso civico

matita, gomma e mouse...

Editoriale

Obiettivo AT

Perchè non vai a...

Outdoor activity

AT Decameron

a cura di Giampaolo Mocci

a cura della Redazione

a cura di Massimo Lavena

a cura di Patrizia Giancola

a cura di Francesca Columbu

a cura di Denise Lai

a cura di Gianluca Piras

a cura di Barbara Valuto

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Staff Editor

Da sempre rincorro l’idea di poter diventare parte inte-grante di quel che i cinque sensi attribuiti mi per-mettono, attraverso tele, argille e metalli. Non esito a misurarmi ed esprimermi con diverse passioni, come la fotografia e l’arrampicata sportiva, che mi consen-tono di essere a contatto con le molteplici bellezze della natura...anch’essa come l’arte, infinita ed imprevedibile. Colpevole di un’inesauribile sete di co-noscenza per me, sarebbe difficile scegliere tra tante meraviglie che mi attirano, mi circondano e che vivo!

Barbara Valuto

Sono Gianluca Piras quasi trenta anni che pratico as-siduamente tutto quello che l’outdoor in Sardegna e nel mondo, dalla speleologia al torrentismo, dal trekking alla mountai bike, in primis l’arrampicata in tutte lesue salse, grandi numeri non li ho mai fatti ma mi sento in sintonia con la mia filosofia: “siamo tutti liberi di confrontarci come vogliamo con la parete, nel rispetto del prossimo” .

Gianluca Piras

Giornalista professionista, scrittore, laureato in Scienze della Comunicazione, ha collaborato con diversi periodici (“Il Tempo”, ecc.), agenzie di stampa (Unione Sarda, ecc.) e tv. Editor per network editoriali (Mondado-ri). Attualmente dirige “Dia-rio24Notizie”,”2012 Maga-zine” e “Sardinia Network”. È consulente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna e della Associazione della Stampa Sarda (FNSI). Dal 2008 è il responsabile del C.R.E. (Centro Ricerche di Esopolitica) e dell’Associa-zione intitolata al giornalista “José De Larra”. Dal 2011 è il presidente del GUS sardo, il Gruppo di specializzazione della FNSI relativo ai giorna-listi degli Uffici Stampa.

Andrea ConcasChe cos’è un’erbaccia?Una pianta le cui virtù non sono state ancora scoperte [R.W. Emerson].Esistono migliaia di metafo-re e aforismi che concettua-lizzano il mondo e la vita. Forse definire “erbaccia” la vita è irriverente, eppu-re, quanti innanzi ad una pianta officinale, dalle virtù note, sarebbero in grado di riconoscerla? Le esperienze, gli uomini e la vita stessa sono erbacce a cui guarda-re con curiosità e atten-zione, senza fermarsi alla prima impressione e scevri da ogni condizionamento impegnarsi a scoprine le virtù nascoste.

Giampaolo Mocci

Sabina Contu classe 1973 Segno zodiacale Vergine.Vivo e lavoro prevalente-mente a Cagliari. Attual-mente Delegata alla Sport della Provincia di Cagliari. Tra i vari incarichi ricoperti nel 1996 consigliere comu-nale del mio paese natio Jerzu e nel 2004 consigliere di amministrazione dell’ente regionale per il diritto allo studio.Amo la letterattura, la politica ed il diritto, in par-ticolare quello ambientale, sanitario e sui temi della nocività lavorativa sto con-centrando la mia attenzione negli ultimi anni.Film preferito : C’era una volta l’America.Attori: Cleant Eastwood e Meryl Streep. Il mio libro preferito è “L’ar-te della guerra” di Sun TZu.Le mie passioni sono la cucina e l’agricoltura.

Sabina ContuDa turista occasionale e di-stratta, sono diventata una vera appassionata di viaggi dopo il battesimo del clas-sico viaggio zaino+Interrail dopo la maturità. La laurea in Lingue e il tesserino da giornalista sono stati un pretesto per conosce-re a fondo altri mondi, altre culture e soprattutto stringere amicizie durature con anime gemelle erranti in ogni angolo del pianeta. Costretta dal lavoro a fissa dimora e ferie limitate, ho scelto una professione che, dopo l’esperienza in un tour operator e un albergo, mi consentisse di vivere in un ambiente dove il viaggio è insieme fine e mezzo: l’aeroporto. Di appendere la valigia al chiodo, natural-mente, non se ne parla proprio.

Flavia Attardi

Vivo a Oristano, dove sono nato il 20 maggio del 1961. Sono iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti e lavoro come responsa-bile dell’ufficio stampa e Comunicazione istituzionale della Provincia di Oristano, curando anche la redazione e la pubblicazione dei con-tenuti del sito istituzionale.Appassionato sportivo, ho praticato innumerevoli sport ma in modo significa-tivo scherma, calcio, tenni-stavolo, tennis. Ora pratico con impegno agonistico lo sport delle bocce. Sono presidente del Comitato provinciale di Oristano della Federazione Bocce e atleta della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Ori-stano. Di questa gloriosa società, fondata nel 1866, sono stato presidente dal 1999 al 2005 e faccio parte del Consiglio di ammini-strazione dal 1996.

Oscar MiglioriniHo 23 anni e vivo a Carbo-nia, mi sono diplomato al Liceo Scentifico Tecnologico di Carbonia e attualmen-te sto completando il mio percorso formativo come studente in Scienze della Comunicazione a Cagliari.Entrare a far parte della redazione di questa rivista turistica on line mi entu-siasma e spero di dare un importante contributo.

Shawn Serra

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“Porta itineris dicitur longis-sima esse”.I latini dicevano “La porta è la parte più lunga del viaggio”: per iniziare una nuova vita bisogna trovare il coraggio di fare il primo passo, per cambiare biso-gna avere le forze di farlo. Per crescere bisogna volare via dal nido e cogliere al volo tutte le occasioni.Viaggi, musica e la potenza delle immagini per evadere e costruire una chiave che apra tutte le porte che si presentano lungo la strada.

Grazia Solinas

Ho cinquantasei anni e amo definirmi “diversamente giovane”.Ho vissuto buona parte del-la mia vita aldilà del mare, ma con radici ben salde sulla nostra terra.Sono sentimentalmente legato a una ragazza ben più giovane di me, che non so bene come riesca a sop-portarmi.Dopo trentacinque anni di lavoro, in area commerciale nel settore della comunica-zione pubblicitaria, faccio ora parte della categoria degli esodati.Coltivo molte passioni fra cui l’elettronica, i motori, il volo, la pesca, il modelli-smo, i viaggi e la musica.Nei rapporti umani conside-ro imprescindibile il rispetto reciproco e il mio stile di vita è imperniato sull’osser-vanza di quelle che chiamo “le regole del gioco”.

Ignazio Perniciano

Stefania 38 anni, vivo e lavoro nella bella Cagliari, dividendomi tra gli impe-gni della quotidianità e la ricerca di una dimensione temporale da dedicare alle mie passioni: l’arte con-temporanea, la poesia, il buon vino, le giornate di sole e i viaggi. Da 15 anni mi occupo di comunicazione e marketing. Ho collabo-rato con le più affermate agenzie pubblicitarie di Cagliari curando i progetti web per clienti come Tisca-li. Dal 2001 ho accettato di dedicarmi totalmente all’utility Energit con il ruolo di Marketing & Commu-nication Specialist. “Ora mi sento come se stessi aspettando qualcosa che so non arriverà mai... Perché adoro illudermi e sperare, ti senti più vivo mentre lo fai [C. Bukowski].

Stefania Spiga

Regnum: AnimaliaPhylum: ChordataDivisio: VertebrataClassis: MammaliaOrdo: PrimatesFamilia: HominidaeGenus: HomoSpecies: sapiensSubspecies: sapiensSub-subspecies: sardoaAetas XLIIISexus: aliquando…Mater lengua: Italica, Sar-da campidanensisAliis: Anglica (C1), Hispani-ca Castellana(B2), Batava vel Belgica et Hollandica (B1)Facultas: ars pingendi Aliis: ars de computatris programmandis , histo-ria artium et antiquitatis, astronomia et astrologia, occulta philosophia, my-thologia, hodierni litterae, ars herbaria (botanica et mycologia), photographia.

Paola Angelotti

Maggio 1985, Perito infor-matico (ABACUS), laurean-do in Scienze della comu-nicazione, appasionato di assemblaggio, programma-zione su Personal Computer e la musica rock. Il mio hobby della mountain bike mi ha portato a cono-scere luoghi ed a riscoprire il contatto con gli spazi verdi che la nostra terra ci offre. Le nuove esperienze se rivestite di un sano velo di sfida mi coinvolgono e motivano a cimentarmi con passione in queste nuove avventure.

Marco Lasio

Amo paragonarmi ad un diamante: le sue preziose e molteplici sfaccettature sono come le mie tante sfumature di personalità e di carattere. Anche il mio percorso personale e professionale è piuttosto bizzarro: ho due figli di 28 e 26 anni, un cane di 15, un nuovo compagno, adoro gli studi umanistici, ma ho un incarico di mana-ger presso una società di engineering, un brevetto di sub e amo il nuoto, un amore incondizionato per i libri, per i viaggi e per tutto ciò che è innovazione e tecnologia applicata alla tradizione. In tutto questo cerco il particolare che fa la differenza. Son un ariete e mi butto a capofitto in tutto ciò che faccio, ma tutto ciò che faccio deve divertirmi, deve farmi ridere.Il mio motto è: la vida es un carnaval!

Rosalia Carta

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Marco Mura

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Patrizia Giancola

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Roberta Puddu

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Vincenzo Mario Boi, studen-te in Scienze della comuni-cazione a Cagliari. Amante della musica e delle arti in generale, musicista da diversi anni e attualmente arrangiatore in collaborazio-ne con diversi artisti locali. Curioso e aperto a nuove esperienze formative di carattere culturale.

Vincenzo BoiLorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisi-cing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ul-lamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo consequat.

Elisabetta Gungui

Staff Editor

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Lucia Meloni

Il mio nome è Angelo e, sono nato 55 anni fa nella zona più bella della Sar-degna, la Barbagia. Porto sempre con me, ovunque vada la sua natura, i suoi profumi, i suoi sapori, la visione e l’amore della mia gente che sono uniche. Sono ragioniere, divorziato e padre di una splendida figlia. Adoro il cinema e la musica in tutte le loro forme. Amo la poesia e la magia delle parole: quelle ben cantate, quelle ben re-citate e quelle ben parlate. Dalla mia gente ho impara-to l’importanza dei rapporti umani, a costo di deludere, a costo di deludersi perché come qualcuno ha detto: non si è mai soli quando qualcuno ti ha lasciato, si è soli quando qualcuno non è mai venuto.

Angelo Mulas

Cagliaritana di 35 anni, socievole, estroversa, crea-tiva e simpatica (dicono!).Lavoro nel mondo della sicurezza per le aziende, studioScienze della comuni-cazione e gestisco un Bed&Breakfast da circa due anni.Aspettative per il futuro? Esprimere sempre più la mia parte creativa nel mondo del lavoro (e non solo!).Sono appassionata di cine-ma, teatro, arte, musica, viaggi al fine di un arric-chimento culturale/sociale, poco sport ma primo tra tutti il tennis.Le poche righe a disposi-zione son finite per cui con-cludo qui la mia brevissima presentazione!

Denise LaiClasse 1974; Sarda di na-scita e di sangue; Attual-mente impegnata professio-nalmente presso l’aeroporto di Cagliari.Amante della natura, del buon cibo e dei viaggi; riesce ad emozionarmi un tramonto d’estate e allo stezzo modo un gratacielo di una grande metropoli.Faccio mia la frase:...[]”Ac-cettare le sfide della vita significa porsi di fronte ai nostri limiti e ammettere di poterli o meno superare”..e ad oggi credo di avere, an-cora, tante sfide da vincere!

Francesca Columbu

Quattro righe su di me... Giuseppe Giuliani. Giornalista, 45 anni, ama la vita di società e gli appun-tamenti mondani tanto che vorrebbe abitare in Lappo-nia. Invece, vive ad Asse-mini dove, peraltro, pare non abbia mai incontrato una renna. Siamo tutti appesi a un filo. E io sono anche sovrappeso (Franco Zuin)

Giuseppe Giuliani

29 anni, studia nella facoltà di Beni Culturali (curriculum archeologico) dell’Università degli Studi di Cagliari. Giornalista dal 2010, scrive per blog, quotidiani e rivi-ste, anche online.

Marco CabitzaLorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisi-cing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ul-lamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo consequat.

Margherita Sanna

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Masua (Iglesias CI) Scoglio di Pan di Zucchero

ph. G.Mocci © AT Photographer

Obiettivo AT

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tel. +43-5242-62399fax +43-5242-62777

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Giampaolo Mocci - Bouldering in Sardinia (ph. © B.Valuto)

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EditorialeGiampaolo Mocci

Essere un turista attivo ovvero un “viaggiatore”

Bisogna partire dal significante della parola “viaggiatore” per arrivare a coglierne il vero significato. Nel 1959 Charles Wright Mills definisce l’immaginazione sociologica questa “capacità di riflettere su se stessi

liberi dalle abitudini familiari della vita quotidiana, al fine di guardare la realtà con occhi diversi”. Questo significa sospendere le proprie credenze personali e considerare i costumi e i comportamenti di altre culture dai significati

che le sono propri.Questa citazione presa in prestito dalla sociologia, definisce quale dovrebbe essere la caratteristica fondamen-

tale di un viaggiatore. Per capire il mondo non si può rimanere ancorati alle proprie credenze, è necessario liberarsi dai condiziona-

menti personali, per consentire che i fatti osservati possano collocarsi in un contesto più vasto, scevro da quella tendenza a giudicare le altre culture confrontandole con la propria.

Consideriamo il semplice gesto del bere un caffè. Sappiamo essere una delle abitudini quotidiane più consolidate. Sappiamo che essa riveste un profondo valore simbolico ben più importante della bevanda in sé. Infatti bere un caffè insieme significa incontrarsi, chiacchiera-

re, scambiare informazioni, risolvere problemi, rinsaldare legami sociali. Eppure anche un’abitudine così banale a un occhio poco attento, potrebbe riservare delle sorprese.

Una città qualsiasi, il signor Mario entra in un Bar prende un cornetto, un caffè e un bicchiere d’acqua. Il signor Mario consuma, com’è solito fare, il cornetto mentre sorseggia il caffè e alla fine beve il bicchiere d’acqua.

Fino a qui niente di rilevante.Il signor Mario durante un viaggio si trova a Napoli ed entra in un Bar. Ora le sue abitudini (quelle che in socio-

logia si chiamano “credenze”) lo porterebbero a comportarsi come appena descritto, ma il signor Mario che è un vero viaggiatore sa bene di trovarsi in un contesto diverso dal suo quotidiano e in una città, anzi, nella città dove

bere il caffè oltre ad essere un abitudine è un vero e proprio rito. Un piccolo rito con delle fasi ben definite. Prima di tutto il cornetto, deve essere consumato prima, nonostante il barista abbia già ricevuto l’ordine per un caffè, il signor Mario non lo riceverà fino a quando non lo avrà finito. Il barista osserva il signor Mario e finito di mangiare il dolcetto porgerà lui un bicchiere d’acqua, che questi dovrà bere non solo per dissetarsi ma soprat-tutto per ripulire il palato dai sapori del cibo appena consumato, per favorire la perfetta degustazione del caffè. A già il caffè! A questo punto il barista passa l’ordine al macchinista, cioè l’addetto alla preparazione dei caffè. Costui è una specie di figura mitologica, colui che ha l’unica funzione e il potere di muovere quel macchinario

complicato, da cui sgorga quella bevanda così ricca di cultura e tradizione. La miscela è in macchina e la pres-sione sale, con delle pinzette in acciaio viene tirata fuori da una vasca d’acqua bollente una tazzina che dovrà contenere il prezioso liquido, e questa non può essere fredda perché lo shock termico ne guasterebbe il gusto.

Fatto! Ora la tazzina contenente il caffè viene consegnata al barista che la porterà sul bancone da dove il signor Mario potrà prenderne possesso e con lo stomaco pieno e il palato preparato dall’acqua, potrà assaporarne

l’aroma fino in fondo.Certo il signor Mario avrebbe potuto seguire le sue abitudini e consumare quella tazzina com’era suo solito, ma

probabilmente si sarebbe sentito chiedere dal barista se avesse o meno gradito il caffè. Perché a Napoli bere l’acqua dopo il caffè è dimostrazione di non averne gradito il gusto.

I sapori non sono tali solo perché possiedono quel particolare gusto, ma anche per il modo in cui vengono consumati. E così tutto il resto deve essere vissuto secondo le credenze della cultura che le ha generate. Un

vero viaggiatore sa bene che il viaggio è costituito non solo dai chilometri che lo conducono a destinazione, ma anche per il modo in cui vive il contesto che caratterizza quel luogo.

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Obiettivo AT

Cagliari - Piazza Deffenu, fronte Porticciolo

ph. G.Mocci © AT Photographer

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Obiettivo AT

Cagliari - Piazza Deffenu, fronte Porticciolo

ph. G.Mocci © AT Photographer

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Obiettivo AT

Pranu Sartu (Buggerru - CI) Arco sulla Scogliera

ph. G.Mocci © AT Photographer

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Perchè non vai a ...

L’Aquila rinascerà grazie alla sua montagnaTre giornate molto intense, sotto l’ombra degli Appennini

Abruzzesi, andando su e giù per le strade provinciali che tagliano il Parco Nazionale del Gran Sasso e della Laga. Strade che si inerpicano fin sul Campo Imperatore, con il suo albergo famoso per la presenza mussoliniana e gli alianti di Otto Skorzeny. Ma sarebbe sminuente rendere omaggio alla più alta cima degli Appennini ricordando solo memorie del nostro passato di guerra. Gran Sasso è soprattutto clima e ambiente incontaminato, è possibilità di aspirare ad un futuro di turismo intelligente, e, soprattutto, di speranza per L’Aquila, città ferita dal terremoto, distrutta nei suoi tessuti umani ed architettonici e nella sua memoria medioevale.

Le tre giornate vissute in famiglia nei giorni a cavallo del Ferragosto scorso hanno visto intrecciarsi a ritmo frenetico esperienze le più diverse: sensoriali, enogastronomiche ed emozionali. Alloggiati presso casa di amici a Fonte Cerreto, la frazione della cittadina di Assergi dalla quale parte la funivia del Gran Sasso, subito si sono percepiti intensi gli odori e gli stimoli di una natura selvaggia e aspra, fatta di roccia nuda e prati con intense macchie di tassi, agrifogli, abeti bianchi e tante betulle. Profumi di erba tagliata e i colori dei papaveri e degli anemoni rendono la zona appagante sia dal punto

di vista olfattivo sia visivo. I cambi di tonalità del verde si susseguono mentre sulla provinciale 37 dell’Abruzzo e sulla Statale 80 ci si inerpica godendo di panorami i più vari: la corona del massiccio del gran Sasso, il Corno Grande, monte Corvo, monte Portella, il monte Aquilano ed il Pizzo Camarda, la Sella di Patroriscio e giù verso l’altopiano di Castel del Monte. Dove le esperienze enogastronomiche hanno trovato la loro sublimazione. Usufruendo delle carni di altissima qualità suina e bovina, dei salumi e dei formaggi, oltre che dei numerosissimi grandi barbecue del Ristoro Mucciante in località Madonnina di Castel del Monte, ci siamo uniti a qualche migliaio di altri gaudenti intenti a cuocere sulle braci ed a mangiare in allegria ed a sazietà, glorificando la terra d’Abruzzo e le sue leccornie. Un lungo momento di pace e di allegria, saziati da arrosticini di castrato, salsicce di fegato di maiale, prosciutto pepato e pancette croccanti, oltre che da ricotta stagionata salata e caciocavallo di Castel del Monte sapido, di pasta soda e compatta, di media stagionatura.

Un Montepulciano d’Abruzzo di proprietà che macchiava il bicchiere per la corposità e, forse, l’eccessiva traccia

testo e foto di Massimo Lavena

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tanninica, accompagnava degnamente dei bocconi altrimenti troppo soli. Ecco. Questi aspetti così solari e questi tributi alla natura ed ai sapori dell’Aquilano più alto introducono, smorzati dal dolore, quelle esperienze emozionali provate nel rivedere L’Aquila a tre anni dal terremoto, dopo che per tanti anni era stata una meta preferenziale di gite profondamente arricchenti. L’impatto con la città ferita è stato duro, oppressivo soprattutto a fronte dei silenzi che coprono la non ricostruzione di ampie aree della città, ancora sottoposte alla chiusura integrale, alla zona rossa, al controllo armato dell’esercito e delle forze dell’ordine.

Anche una ripresa (in realtà molto limitata) di attività commerciali nelle vie del centro che mostrano i segni inequivocabili della tragedia, tra palazzi imbracati da tubi innocenti e finestre ancora rotte, tra negozi e abitazioni abbandonate e serrate, non lenisce il senso di straniante malinconia del passato che risuona con i passi, troppo rumorosi in una città silente e svuotata. L’Aquila città universitaria, centro culturale, centro artistico sembra chiedersi ancora il perché non ci sia stato un impegno complessivo delle amministrazioni pubbliche per ripartire da lei stessa. Passeggiare lungo le strade che conducono alla monumentale piazza del Duomo con la cattedrale dei Santi Giorgio e Massimo e la Chiesa di Santa Maria del Suffragio o delle Anime Sante vuole dire confrontarsi da una lato mestamente con i segni del disastro evidenti ed angoscianti; ma dall’altro leggere nelle botteghe a cielo aperto e nei segni di restauro pochi ma visibili una speranza che la città si rialzi. Potrà farlo da sola, senza l’aiuto di nessuno, usando dei doni che la natura le ha dato: ecco il legame nativo con il Gran Sasso, con la sua gastronomia, i suoi vini che sono poesia e cultura di una città fiera, come il suo castello spagnolo, sede di un Museo Nazionale dell’Abruzzo che dovrebbe rinascere in una struttura, nel mentre che proseguono i restauri post terremoto.

Ma resta forte l’immagine del corso Umberto I vuoto e silenzioso, un tempo chiassoso e movimentato per gli studenti del prestigioso Ateneo Aquilano. Ed a monito degli uomini ma al contempo sfida agli stessi per la rinascita, le medievali via Sallustio e via Tre Marie chiuse da cancellate attendon solo di essere liberate per ripartire e riscoprire il valore e la forza di una città, della sua montagna, della sua natura.

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tanninica, accompagnava degnamente dei bocconi altrimenti troppo soli. Ecco. Questi aspetti così solari e questi tributi alla natura ed ai sapori dell’Aquilano più alto introducono, smorzati dal dolore, quelle esperienze emozionali provate nel rivedere L’Aquila a tre anni dal terremoto, dopo che per tanti anni era stata una meta preferenziale di gite profondamente arricchenti. L’impatto con la città ferita è stato duro, oppressivo soprattutto a fronte dei silenzi che coprono la non ricostruzione di ampie aree della città, ancora sottoposte alla chiusura integrale, alla zona rossa, al controllo armato dell’esercito e delle forze dell’ordine.

Anche una ripresa (in realtà molto limitata) di attività commerciali nelle vie del centro che mostrano i segni inequivocabili della tragedia, tra palazzi imbracati da tubi innocenti e finestre ancora rotte, tra negozi e abitazioni abbandonate e serrate, non lenisce il senso di straniante malinconia del passato che risuona con i passi, troppo rumorosi in una città silente e svuotata. L’Aquila città universitaria, centro culturale, centro artistico sembra chiedersi ancora il perché non ci sia stato un impegno complessivo delle amministrazioni pubbliche per ripartire da lei stessa. Passeggiare lungo le strade che conducono alla monumentale piazza del Duomo con la cattedrale dei Santi Giorgio e Massimo e la Chiesa di Santa Maria del Suffragio o delle Anime Sante vuole dire confrontarsi da una lato mestamente con i segni del disastro evidenti ed angoscianti; ma dall’altro leggere nelle botteghe a cielo aperto e nei segni di restauro pochi ma visibili una speranza che la città si rialzi. Potrà farlo da sola, senza l’aiuto di nessuno, usando dei doni che la natura le ha dato: ecco il legame nativo con il Gran Sasso, con la sua gastronomia, i suoi vini che sono poesia e cultura di una città fiera, come il suo castello spagnolo, sede di un Museo Nazionale dell’Abruzzo che dovrebbe rinascere in una struttura, nel mentre che proseguono i restauri post terremoto.

Ma resta forte l’immagine del corso Umberto I vuoto e silenzioso, un tempo chiassoso e movimentato per gli studenti del prestigioso Ateneo Aquilano. Ed a monito degli uomini ma al contempo sfida agli stessi per la rinascita, le medievali via Sallustio e via Tre Marie chiuse da cancellate attendon solo di essere liberate per ripartire e riscoprire il valore e la forza di una città, della sua montagna, della sua natura.

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Perchè non vai a ...

Percorsi di CORSA... a CagliariQualcuno dice che il modo migliore per visitare una città è

attraversarla di corsa1. In questo modo è possibile ammirare uno dei paesaggi

più affascinanti e intensi di Cagliari, compreso tra il sito naturalistico Parco e Saline di Molentargius e il suggestivo lungomare del Poetto.

Correre qui tra canali e argini, ponticelli in legno, specchi d’acqua, piante, cumuli di sale, spiaggia, circondati dal silenzio interrotto da qualche voce umana, dai richiami dei volatili, da qualche cane che abbaia in lontananza, dai passi lievi di altri amanti della corsa, ha un effetto quasi taumaturgico. Significa abbracciare con lo sguardo la pianura sulla quale si staglia il profilo della Sella del Diavolo, godersi lo spettacolo pirotecnico dei fenicotteri rosa che hanno colonizzato il parco, farsi rapire dai caleidoscopici giochi di colore del

paesaggio riflesso sulle acque dello stagno e delle saline, respirare l’aria salmastra proveniente dai canali immersi nel patrimonio architettonico di un’area archeologica industriale destinata originariamente alla produzione del sale.

Il Parco Naturale Regionale Molentargius Saline, istituito nel 1999, zona umida tra le più interessanti d’Europa, raro esempio di ecosistema in aree fortemente antropizzate, è l’habitat ideale del fenicottero rosa.

Compreso tra Monte Urpinu e Quartiere del Sole, il Parco ha diverse vie d’accesso: asse mediano, in via La Palma, all’altezza del Teatro delle Saline, in viale Poetto, prima dell’Ospedale Marino e viale Colombo, all’ingresso di Quartu Sant’Elena2.

Patrizia Giancola

Stazione Guardia Forestale - ph. G.Mocci © AT Photographer

1. Uno dei problemi degli appassionati della corsa è trovare i luoghi adatti per allenarsi su percorsi di circa 10 km. Per non annoiarsi con i soliti, si può ricorrere a tragitti già provati da altri.2. Per chi volesse sperimentare altri itinerari.Le entrate principali al Parco Molentargius Saline sono due:

a. Cagliari - via La Palma in cui ha sede l’Ente Parco Molentargius Saline, ospitato nell’Edificio “Sali Scelti”b. Quartu Sant’Elena - Via don Giordi angolo Viale della Musica

Per arrivare al Parco si possono utilizzare gli autobus pubblici CTM. I mezzi della linea 3 o delle linee PQ e PF arrivano rispettivamente sino alla fermata di via Tramontana e di viale Poetto angolo via Tramontana.

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Chiesa del Ss. Nome di Maria ph. G.Mocci © AT Photographer

1. Uno dei problemi degli appassionati della corsa è trovare i luoghi adatti per allenarsi su percorsi di circa 10 km. Per non annoiarsi con i soliti, si può ricorrere a tragitti già provati da altri.2. Per chi volesse sperimentare altri itinerari.Le entrate principali al Parco Molentargius Saline sono due:

a. Cagliari - via La Palma in cui ha sede l’Ente Parco Molentargius Saline, ospitato nell’Edificio “Sali Scelti”b. Quartu Sant’Elena - Via don Giordi angolo Viale della Musica

Per arrivare al Parco si possono utilizzare gli autobus pubblici CTM. I mezzi della linea 3 o delle linee PQ e PF arrivano rispettivamente sino alla fermata di via Tramontana e di viale Poetto angolo via Tramontana.

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Il tragitto proposto, uno dei tanti che si possono costruire all’interno del Parco, parte dalla chiesetta del Ss. Nome di Maria, situata tra via Tramontana e viale la Palma, eretta nel 1934 per ospitare le messe degli abitanti del villaggio del sale. Poco distanti, si incontrano: a destra, circondato da un giardino alberato, l’Edificio Sali Scelti, vecchia sede della direzione delle Saline, dove si possono anche noleggiare le bici o prenotare l’escursione in battello lungo i canali vicini; a sinistra, il Teatro delle Saline.

Continuando la corsa sulla strada asfaltata si arriva a uno dei cancelli, in ferro, d’accesso al Parco. Ci si trova di fronte a due possibilità: entrare nella strada all’interno del parco oppure, si suggerisce, girare a sinistra, attraversare il Ponte Secchi e prendere lo sterrato che si trova sulla destra che costeggia uno dei canali del parco, non di rado navigato da gruppi di canoe.

Il percorso è fiancheggiato sulla sinistra da case, con orti coltivati dove alloggiano anche cani e cavalli.

Dopo circa un chilometro, lungo il canale che collega le saline di Quartu S.Elena al Molentargius, si arriva all’altezza della fabbrica del bromo, formata da due edifici che si notano per l’alta ciminiera in cotto e il silos cilindrico.

Le due strade si ricongiungono vicino al complesso del Rollone, costituito da una centralina elettrica, cabina di distribuzione e sala pompe e facilmente individuabile

dalla torretta e dalla vicina idrovora. Qui, superato un altro ponticello in legno sulla destra, si percorre un altro tratto di strada sterrata sul margine orientale della fascia di Is Arenas che porta verso il lungomare del Poetto.

Usciti dal cancello, ci sono due possibilità: a destra si va verso Marina Piccola e da lì, lungo il viale Poetto, sino al Ponte Vittorio. Nel percorso si incontrano diversi attraversamenti stradali, due con semaforo e due senza, abbastanza pericolosi.

Scegliamo di andare a sinistra, verso l’Ospedale Marino, costeggiando il mare. Dopo qualche centinaio di metri, si arriva a una pista ciclopedonale che si percorre sino ad arrivare al complesso della Bussola. Qui bisogna attraversare al semaforo il lungomare di viale Poetto sino all’ingresso con viale Colombo, la strada che conduce a Quartu sant’Elena. A questo punto i km percorsi sono circa 5. Da qui si procede lungo il marciapiede pedonale al livello dello stagno sempre dritti sino a quando, sulla sinistra, si incontra un cancello che conduce in una stradina sterrata fiancheggiata da un canneto. Percorretelo tutto sino a quando, sulla sinistra, troverete un piccolo ponte di legno che vi riporta al complesso del Rollone e da qui al punto di partenza.

Il tracciato descritto, lungo circa 10 km, è molto allenante perché permette di combinare dei tratti su strada ad altri su sterrato. Non è fattibile quando piove.

Veduta sulla città - ph. G.Mocci © AT Photographer

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dalla torretta e dalla vicina idrovora. Qui, superato un altro ponticello in legno sulla destra, si percorre un altro tratto di strada sterrata sul margine orientale della fascia di Is Arenas che porta verso il lungomare del Poetto.

Usciti dal cancello, ci sono due possibilità: a destra si va verso Marina Piccola e da lì, lungo il viale Poetto, sino al Ponte Vittorio. Nel percorso si incontrano diversi attraversamenti stradali, due con semaforo e due senza, abbastanza pericolosi.

Scegliamo di andare a sinistra, verso l’Ospedale Marino, costeggiando il mare. Dopo qualche centinaio di metri, si arriva a una pista ciclopedonale che si percorre sino ad arrivare al complesso della Bussola. Qui bisogna attraversare al semaforo il lungomare di viale Poetto sino all’ingresso con viale Colombo, la strada che conduce a Quartu sant’Elena. A questo punto i km percorsi sono circa 5. Da qui si procede lungo il marciapiede pedonale al livello dello stagno sempre dritti sino a quando, sulla sinistra, si incontra un cancello che conduce in una stradina sterrata fiancheggiata da un canneto. Percorretelo tutto sino a quando, sulla sinistra, troverete un piccolo ponte di legno che vi riporta al complesso del Rollone e da qui al punto di partenza.

Il tracciato descritto, lungo circa 10 km, è molto allenante perché permette di combinare dei tratti su strada ad altri su sterrato. Non è fattibile quando piove.

Ingresso Area Saline - ph. G.Mocci © AT Photographer

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MOMa Sardinia B&BVia J. S. Bach, 62Quartu S. Elena (Ca)

Cell. +39 347 0594340www.momasardinia.it

MOMa

ph. G.Mocci © AT Photographer

Sardinia B&B

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RedazionaleSan Sperate

Correva il 1968, nessuna particolarità distingueva San Sperate dagli altri paesi. I muri di fango documentavano la miseria e la povertà

di un paese. Questi muri avevano assorbito tutta la storia di un villaggio rimasto immobile per

decenni, quei muri conosciuti e vissuti erano il supporto ideale per raccontare altra storia, la

storia della gente che lavora, vera protagonista della cultura sarda.

La rivoluzione che in Europa si faceva con i pugni chiusi a San Sperate si fece con il pennello

in mano. Pinuccio Sciola, con l’appoggio dei suoi amici di sempre, iniziò a dare la calce

sui muri delle strade, quel bianco accecante diede nuova luce alla quotidianità di un paese

vissuto dal duro lavoro nei campi. così ricco di una cultura millenaria eppure all’ombra della storia come gran parte dei piccoli paesi della

Sardegna. La volontà di comunicare nuovi messaggi attraverso l’immagine era molto forte e quei muri bianchi rappresentavano uno spazio

invitante.La formula inventata da Sciola con il pieno appoggio di interlocutori dotti e popolari,

rappresentò un piano di valorizzazione sia economica che culturale. San Sperate è divenuto

un simbolo funzionale di un’ evoluzione culturale e politica, inizialmente locale, ma di lì a poco la pratica muralistica si estese in altre parti

della SardegnaIn breve tempo San Sperate divenne centro di

interesse per tanti personaggi del mondo dello spettacolo, dell’arte e della cultura italiana e

straniera.

Via Roma, 20 - San Sperate (CA)Tel. +39 070 960 01 62Fax +39 070 960 32 77

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Perchè non vai a...

Cagliari - Palermo ... andata e ritorno in 36 ore

testo e foto di Francesca Columbu

Può succedere un giorno di settembre, che tre amiche legate dalla passione per i viaggi decidano di organizzare una fuga per il loro fine settimana. Controllano i collegamenti disponibili, orari e tariffe e finalmente si trova la meta: Palermo!

Sabato ore 9:15 del mattino, siamo in aeroporto, con la nostra valigia in mano. Ci imbarchiamo e dopo appena 50 minuti di volo si presenta ai nostri occhi, in tutto il suo splendore, la magica terra di Sicilia. Il golfo di Palermo, cinto da un lato da un gruppo di montagne e dall’altro bagnato dalle tinte turchesi del mar Tirreno, lascia tutte senza parole.

Non appena scese dall’aereo ci dirigiamo verso gli autonoleggi. Ritiriamo la nostra macchina e con l’aiuto del nostro inseparabile navigatore satellitare arriviamo agilmente al nostro albergo. Per l’occasione è stato scelto il Grand Hotel Villa Igiea. Costruito alla fine dell’Ottocento come villa privata

e posizionato a picco sul mare, l’albergo cinque stelle proietta i suoi ospiti in piena epoca Belle Èpoque e si dimostra la scelta perfetta per la nostra notte palermitana. Il tempo di sistemare le valigia e subito si risale in macchina per dirigersi verso il centro città e più precisamente verso lo storico mercato di Ballarò. Troviamo bancarelle adibite alla vendita di frutta, verdure, carne e pesce. Immerse in quello sterminato mare di primizie ci lasciamo cadere in tentazione e proseguiamo il nostro cammino tenendo tra le mani una pesca e un panino con le “panelle” (frittelle di farina di ceci). Pura delizia!

Ore 13:30. La nostra prossima tappa è l’ “Antica Focacceria San Francesco”, nel quartiere La Kalsa. Il satellitare indica una camminata di circa 30 minuti. Il sole è alto e c’è parecchio

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e posizionato a picco sul mare, l’albergo cinque stelle proietta i suoi ospiti in piena epoca Belle Èpoque e si dimostra la scelta perfetta per la nostra notte palermitana. Il tempo di sistemare le valigia e subito si risale in macchina per dirigersi verso il centro città e più precisamente verso lo storico mercato di Ballarò. Troviamo bancarelle adibite alla vendita di frutta, verdure, carne e pesce. Immerse in quello sterminato mare di primizie ci lasciamo cadere in tentazione e proseguiamo il nostro cammino tenendo tra le mani una pesca e un panino con le “panelle” (frittelle di farina di ceci). Pura delizia!

Ore 13:30. La nostra prossima tappa è l’ “Antica Focacceria San Francesco”, nel quartiere La Kalsa. Il satellitare indica una camminata di circa 30 minuti. Il sole è alto e c’è parecchio

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caldo. Intanto che seguiamo la mappa, non lontano da noi adocchiamo un calessino della Piaggio di colore blu, parcheggiato sopra un marciapiede. Che fortuna! Si tratta di un servizio di “taxi” privato. L’autista, un giovane palermitano di soli 22 anni, ci accompagna a destinazione e ci propone, per il dopo pranzo, un breve tour turistico per le vie di Palermo. Accettiamo! Oltre al simpatico intrattenimento del giovane autista il nostro pomeriggio procede con la visita ai monumenti più noti del centro storico: la Cattedrale, il Palazzo Reale, la Chiesa del Gesù, Piazza Pretoria, il teatro Politeama e il maestoso Teatro Massimo. Un viaggio percorso all’interno di antiche mura che ancora oggi raccontano dei lontani popoli (romani, arabi, normanni e spagnoli) che hanno fatto la storia di questa città.

Sono le 16:30, entusiaste del nostro breve tour, risaliamo in macchina e ci dirigiamo verso la tappa successiva: Monreale. In circa 30 minuti, di traffico cittadino, giungiamo a destinazione. Dopo la visita alla meravigliosa Cattedrale è arrivato, finalmente, il momento di assaggiare il nostro primo cannolo siciliano.

Le ore scorrono inesorabili. Sono le 18:30 ed è ora di rientrare in albergo. Il tempo di un aperitivo nel giardino dell’hotel e già iniziano i preparativi per la cena. Abbiamo deciso di non rinunciare ad alcun vizio, quindi, prenotiamo la cena “Alle Terrazze”, noto ristorante situato nella spiaggia di Mondello. In una terrazza sospesa sull’acqua ceniamo con sapori di mare: cruditè di pesce e crostacei e un primo piatto a base, anch’esso, di crostacei; il tutto accompagnato da un gentile vino bianco locale; di cui purtroppo non ricordo il nome.

Rapite da una lucente luna piena, proseguiamo il nostro dopocena nel lungomare. Nella nostra passeggiata ci fanno compagnia gruppi di adolescenti divertiti, feste tra i casotti sulla spiaggia e la musica dei locali. Uno sguardo all’orologio, che segna le due di notte, ci avvisa che la nostra serata è giunta al termine. Si riprende la guida della macchina e rientriamo in albergo.

Domenica ore 10:00, dopo una ricca colazione lasciamo l’hotel e riprendiamo il nostro 36 ore no stop! La giornata è tipicamente estiva e decidiamo, quindi, di tornare a Mondello per trascorrere qualche ora nella colorita spiaggia palermitana. Un insalata per pranzo e siamo di nuovo in pista per l’ultimo giro turistico. Palazzina Cinese, parco della Favorita, Stadio di calcio Renzo Barbera, visita all’albero piantato in ricordo del Giudice Falcone e tappa finale all’antico “Caffè Spinnato”. Un cannolo e un caffè sedute nei tavolini all’aperto e una busta tra le mani per un gustoso souvenir.

Ore 18:30, siamo arrivate al momento dei saluti. Prima, però, di imboccare la A29, che ci porterà verso l’aeroporto, dedichiamo un ultimo stop all’isola delle femmine. Il fascino di un tramonto romantico in riva al mare è il miglior lieto fine che potevamo immaginare.

Il volo che ci riporta a casa ha il gusto amaro dei monumenti non visitati, dei cibi non assaporati e dei panorami non ammirati. Ed è proprio questa dolce malinconia a farci desiderare e sperare che, presto o tardi, ritorneremo a viaggiare nella dolce e assolata terra di Sicilia.

A prestu!

TemptationBar Ristorante

Via Cagliari, 254 (Domusnova, CI) *** [email protected]

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caldo. Intanto che seguiamo la mappa, non lontano da noi adocchiamo un calessino della Piaggio di colore blu, parcheggiato sopra un marciapiede. Che fortuna! Si tratta di un servizio di “taxi” privato. L’autista, un giovane palermitano di soli 22 anni, ci accompagna a destinazione e ci propone, per il dopo pranzo, un breve tour turistico per le vie di Palermo. Accettiamo! Oltre al simpatico intrattenimento del giovane autista il nostro pomeriggio procede con la visita ai monumenti più noti del centro storico: la Cattedrale, il Palazzo Reale, la Chiesa del Gesù, Piazza Pretoria, il teatro Politeama e il maestoso Teatro Massimo. Un viaggio percorso all’interno di antiche mura che ancora oggi raccontano dei lontani popoli (romani, arabi, normanni e spagnoli) che hanno fatto la storia di questa città.

Sono le 16:30, entusiaste del nostro breve tour, risaliamo in macchina e ci dirigiamo verso la tappa successiva: Monreale. In circa 30 minuti, di traffico cittadino, giungiamo a destinazione. Dopo la visita alla meravigliosa Cattedrale è arrivato, finalmente, il momento di assaggiare il nostro primo cannolo siciliano.

Le ore scorrono inesorabili. Sono le 18:30 ed è ora di rientrare in albergo. Il tempo di un aperitivo nel giardino dell’hotel e già iniziano i preparativi per la cena. Abbiamo deciso di non rinunciare ad alcun vizio, quindi, prenotiamo la cena “Alle Terrazze”, noto ristorante situato nella spiaggia di Mondello. In una terrazza sospesa sull’acqua ceniamo con sapori di mare: cruditè di pesce e crostacei e un primo piatto a base, anch’esso, di crostacei; il tutto accompagnato da un gentile vino bianco locale; di cui purtroppo non ricordo il nome.

Rapite da una lucente luna piena, proseguiamo il nostro dopocena nel lungomare. Nella nostra passeggiata ci fanno compagnia gruppi di adolescenti divertiti, feste tra i casotti sulla spiaggia e la musica dei locali. Uno sguardo all’orologio, che segna le due di notte, ci avvisa che la nostra serata è giunta al termine. Si riprende la guida della macchina e rientriamo in albergo.

Domenica ore 10:00, dopo una ricca colazione lasciamo l’hotel e riprendiamo il nostro 36 ore no stop! La giornata è tipicamente estiva e decidiamo, quindi, di tornare a Mondello per trascorrere qualche ora nella colorita spiaggia palermitana. Un insalata per pranzo e siamo di nuovo in pista per l’ultimo giro turistico. Palazzina Cinese, parco della Favorita, Stadio di calcio Renzo Barbera, visita all’albero piantato in ricordo del Giudice Falcone e tappa finale all’antico “Caffè Spinnato”. Un cannolo e un caffè sedute nei tavolini all’aperto e una busta tra le mani per un gustoso souvenir.

Ore 18:30, siamo arrivate al momento dei saluti. Prima, però, di imboccare la A29, che ci porterà verso l’aeroporto, dedichiamo un ultimo stop all’isola delle femmine. Il fascino di un tramonto romantico in riva al mare è il miglior lieto fine che potevamo immaginare.

Il volo che ci riporta a casa ha il gusto amaro dei monumenti non visitati, dei cibi non assaporati e dei panorami non ammirati. Ed è proprio questa dolce malinconia a farci desiderare e sperare che, presto o tardi, ritorneremo a viaggiare nella dolce e assolata terra di Sicilia.

A prestu!

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Perchè non vai a...

Turismo in Sardegna: tradizione nella modernità

Denise Lai

Il turismo di oggi si è profondamente modificato rispetto al passato, orientandosi sempre più verso una tipologia di soggiorno breve e itinerante, caratterizzato da un maggior legame con il territorio e la comunità ospitante.

Sono vari i fattori che hanno contribuito a questa nuova modalità di ‘fare vacanza’, come la crisi economica mondiale, la nascita delle compagnie e delle strutture ricettive low cost, ma anche e soprattutto i nuovi bisogni emersi, in questi ultimi anni, da parte dei turisti-viaggiatori. Se è vero infatti che la crisi economica ha contribuito in maniera significativa ad una modifica del tempo di soggiorno dedicato alle vacanze, è vero altresì che le popolazioni di tutto il mondo non hanno rinunciato drasticamente a godersi le proprie ferie in altri paesi, dedicandogli un minor tempo che prevalentemente coincide con il weekend. E’ grazie allora allo sviluppo delle compagnie aeree a basso costo che si sono venuti a creare collegamenti importanti tra le varie città, tali da consentire un breve soggiorno a prezzi davvero vantaggiosi. Così come vantaggiosi risultano oggi i pernottamenti presso le strutture ricettive extra-alberghiere, quelle che solitamente si identificano nella tipologia del Bed&Breakfast.

E’ da questa evoluzione allora che si può parlare del nuovo turista: un viaggiatore sempre più attento alla spesa totale della vacanza, e che dunque si avvale del connubio viaggio-soggiorno low cost al fine di concedersi qualche giorno di pausa. Non solo, è un turista più rispettoso dell’ambiente e delle persone che vivono e abitano il territorio di arrivo, con i quali desidera stringere un legame profondo al fine di realizzare così quel vero scambio culturale e esperienziale che caratterizza un turismo più sostenibile e responsabile.

Oggi, questa nuova forma di esperienza si sta consolidando anche in Italia, sia nelle città monumentali e sia in quelle in cui i soggiorni sono dedicati prevalentemente al contatto con la natura. In queste ultime, infatti, è possibile praticare escursioni e sport immersi in paesaggi pittoreschi, come trekking, climbing, cycling, ma anche immersioni, canottaggio e vela, per esempio, nelle zone più vicine al mare.

La Sardegna è il territorio ideale per praticare queste tipologie di attività: ospita paesaggi mozzafiato adatti alla

Veduta di Cagliari - ph. G.Mocci © AT Photographer

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Via Cagliari, 96Domusnovas (CI)

Tel. 0781 72305Cell. 347 8620541

Caffetteri

a

Gelateria

pratica del turismo attivo nelle sue svariate forme, a seconda delle preferenze dei turisti che scelgono una regione accogliente come questa. E’ un’ospitalità che si è evoluta negli anni, modificandosi dal turismo tradizionale che ha connotato per decenni la regione: non è più soltanto un’isola adatta e limitata al soggiorno balneare, ma un territorio che utilizza in maniera responsabile l’ambiente per offrire ai suoi ospiti una vacanza alternativa e indimenticabile. Ed è proprio in questa modalità di vacanza che le popolazioni locali hanno contribuito in maniera significativa alla creazione di posti letto, tour itineranti, eventi, e tutte quelle attività che possono consentire la realizzazione di un viaggio dai sapori e dai colori tradizionali dell’isola.

Un esempio significativo è stato il contributo dei sardi nell’ambito extra-ricettivo: ciò ha permesso di vedere la nascita dei già citati Bed&Breakfast, strutture extra-alberghiere di pernottamento a basso costo, in cui è possibile non soltanto dormire e fruire della prima colazione, ma adottare uno stile di viaggio che pone al primo posto quello scambio culturale di cui si è parlato, e che rende la vacanza qualcosa di molto meno astratto e formale rispetto ad un alloggio tradizionale. E’ infatti il gestore/padrone di casa del Bed&Breakfast che per primo si rapporterà ai suoi ospiti, fornendogli tutte quelle informazioni e consigli che soltanto un abitante del luogo potrebbe fare, grazie all’esperienza del vissuto nella propria terra. Ma lo scambio è per sua natura reciproco: la cultura dell’ospite sarà a sua volta una ricca testimonianza per il gestore, sia a livello personale sia per quanto concerne l’attività professionale.

I turisti potranno dunque fruire di una accoglienza cortese e familiare, frutto di una gestione meno formale e fredda che caratterizza invece altre tipologie ricettive.

La Sardegna non è soltanto ‘terra di mare’, è un’isola da vivere in tutte le sue sfumature naturali e tradizionali, le stesse che per secoli hanno affascinato le popolazioni che, per svariate ragioni, sono venute a contatto con questa appassionante cultura. Un’isola che, per citare David Herbert Lawrence, “non è mai appartenuta a nessun luogo, come se non avesse mai avuto veramente un destino, nessun fato, lasciata fuori dal tempo e dalla storia”.

Fenicotteri nel Parco di Molentargius - ph. B.Valuto © AT Photographer

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Perchè non vai a...

Torrentismo: sport e senso civico

testo e foto di Gianluca Piras

La Sardegna è, nell’immaginario collettivo, sinonimo di mare spettacolare e spiagge incontaminate. Negli ultimi anni, anche, la montagna sta trainando un sempre crescente turismo destagionalizzato con margini di crescita importanti.

Immerso tra i caratteristici odori di mirto, cisto e rosmarino e ornato da splendidi boschi e magnifici scorci, tra cui Perda ‘e Liana, scorre un fiume chiamato Riu Sarcerei. Sconosciuto ai più, ma rinomato per gli amanti del canyoning o torrentismo, disciplina che permettere di percorrere gli anfratti delle gole e fiumi più inaccessibili, discendendo meravigliosi salti di roccia e cascate spettacolari. Ma come tutte le medaglie, a questo spettacolare ambiente si contrappone l’ignoranza, la maleducazione e l’abitudine di fare dei bordi delle strade meno frequentate delle discariche a cielo aperto. Lo scarso senso civico e la quantità d’immondezza che persone incuranti, hanno gettato lungo il greto del fiume, che per un tratto corre la tortuosa strada provinciale.

Da un’idea dell’Associazione Italiana Canyon e da varie Associazioni Sarde che si occupano di canyoning/torrentismo, è nata una bella iniziativa chiamata “Puliamo le forre”, che viene proposta e replicata in tutto il territorio italiano .

Una domenica dello scorso ottobre, con la partecipazione attiva della municipalità del paese di Gairo, Associazioni di

Volontari, Associazioni di torrentismo, Arrampicatori, speleo di tutta la Sardegna e tanti appassionati escursionisti, si sono ritrovati per pulire il fondo del torrente invaso da rottami e immondizia .

Entusiasmo e voglia di fare è palpabile nell’aria tra gli aderenti all’iniziativa, unica nota stonata assenze importanti, che però non hanno precluso la riuscita dei lavori di pulizia.

Sono state costituite diverse squadre di raccolta che si sono occupate di accumulare i rifiuti, un’altra squadra ha predisposto una teleferica, un lungo cavo su cui far scorrere una carrucola, che dal greto del fiume collegava alla strada 100 metri più a monte da dove si caricava il raccolto sui mezzi di trasporto.

La temperatura mite e una scarsa portata d’acqua nel torrente, ha permesso ai volontari un buon ritmo di raccolta. I problemi si sono fatti più concreti quando, grazie a un generoso contribuente che ha gettato centinaia e centinaia di cassette di polistirolo per il conferimento del pesce, in parte integre e in parte in mille pezzi, che hanno rivestito una parte di torrente di un bianco poco naturale.

Si è lavorato di gran lena e nel pomeriggio si è reso necessario fare il punto della situazione per il trasporto con

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Torrentismo: sport e senso civico

Volontari, Associazioni di torrentismo, Arrampicatori, speleo di tutta la Sardegna e tanti appassionati escursionisti, si sono ritrovati per pulire il fondo del torrente invaso da rottami e immondizia .

Entusiasmo e voglia di fare è palpabile nell’aria tra gli aderenti all’iniziativa, unica nota stonata assenze importanti, che però non hanno precluso la riuscita dei lavori di pulizia.

Sono state costituite diverse squadre di raccolta che si sono occupate di accumulare i rifiuti, un’altra squadra ha predisposto una teleferica, un lungo cavo su cui far scorrere una carrucola, che dal greto del fiume collegava alla strada 100 metri più a monte da dove si caricava il raccolto sui mezzi di trasporto.

La temperatura mite e una scarsa portata d’acqua nel torrente, ha permesso ai volontari un buon ritmo di raccolta. I problemi si sono fatti più concreti quando, grazie a un generoso contribuente che ha gettato centinaia e centinaia di cassette di polistirolo per il conferimento del pesce, in parte integre e in parte in mille pezzi, che hanno rivestito una parte di torrente di un bianco poco naturale.

Si è lavorato di gran lena e nel pomeriggio si è reso necessario fare il punto della situazione per il trasporto con

Il Castello di Gioiosa Guardia è il primo B&B

nato in Sardegna, si trova a Villamassargia (CI), al centro di un incantevole oliveto, da dove ammirare uno splendido panorama

e godere un’assoluta tranquillità.

Punto di riferimento per molte associazioni

botaniche che condividono con noi la stessa passione.

... a 5 min dalle Falesie di Domusnovas ed è un’ottima base logistica per corsi di arrampicata.

di Betty MasciaVia XXV Aprile09010 Villamassargia (CI)Sardegna - Italy

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Perd’e CerbuGusta un angolo di Sardegna

RistorantePizzeria

Tel. 0781 [email protected]

Domusnovas (CI)fronte Grotte San Giovanni

l’ausilio della teleferica.Materiale ferroso, carcasse di vetture smembrate dalla forza dell’acqua, pneumatici,

pentole, sportelli e vari pezzi di carrozzeria d’auto e pezzi di recinzione trascinati dalla furia delle piene. Bustoni di tutto prendono la strada in salita della teleferica che a forza di braccia porta lentamente ma inesorabilmente il suo carico sin sulla strada, dove i rifiuti accumulati vengono smistati per un minimo di riciclo. Una macchina compattatrice messa a disposizione dal Comune porta via gran parte dell’immondizia non riciclabile. Una scena quasi surreale, decine di persone che passano buste e cassette di polistirolo, qualcuno sale sulla macchina compattatrice introducendo i rifiuti direttamente nelle fauci dell’ingordo elefante meccanico. Ci vorrà ancora un’altra giornata per portare via tutti i rifiuti raccolti.

La parte più impervia della forra ha impegnato non poco i volontari, che sono stati costretti a inventarsi un’altra complicata teleferica, per portar fuori gran parte del materiale ferroso pesante.

Per rispettare il copione della tipica giornata dell’escursionista, il finale si è svolto davanti al fuoco, in una zona pic-nic attrezzata della forestale, dove ci si divideva il cibo e un buon bicchiere di vino, raccontandosi le impressioni a caldo del lavoro appena concluso.

E’ stata una giornata stancante ma soddisfacente, soprattutto per l’anima. Si è cercato di porre rimedio a errori dei nostri padri che incuranti o forse guidati da un antico retaggio, avevano lordato l’ennesimo angolo di natura un tempo immacolato.

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Legenda P - ParcheggioS - Start canyonE - End canyonCx - Calata in doppia + altezza (mt)Tx - Toboga + (nr) scivoliMC - Mancorrente

Scheda Tecnica / Technical information

Riu Sarcerei SS 198 (Lanusei - Gairo S.E.), Km 81,700 Partenza/Start - alt. 856 mtArrivo/End - alt. 571 mt

Tempo/Time - h 2,30’/h 4,00’

C1 - 12 mtC2 - 6 mtC3 - 25 mtC4 - 60 mtC5 - 10 mtC6 - 15 mtC7 - 30 mtC8 - 6 mtT4 - 4 tobogaT6 - 6 toboga

Navetta: 7/8 km a tratta (possibilità di risa-lire seguendo la striscia frangifuoco alla DX idrografica, h 1,30’ con 300 mt di dislivello).

Salti: 10 totali, alcuni evitabili.

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GAIRO S. ELENA

SS198

SS198

SS198

SS198Km 81,700

<--- Gairo Taquisara

<---

Osin

i /U

lassa

i / Je

rzu

Lanusei --->

SS198Km 81,700

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CALZATURIFICIO ZAMBERLAN S.r.l. Sede: Via Marconi, 1

36036 Pievebelvicino di Torrebelvicino (VI)

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AT Decameronmatita, gomma e mouse... a cura di Barbara Valuto

Page 44: AT Magazine nr. 1

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Obiettivo AT

ph. G.Mocci © AT Photographer

Page 45: AT Magazine nr. 1

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AT MAGAZINECultura, Sport, Turismo, ecc.

TESTATA GIORNALISTICA REGISTRATA PRESSO IL TRIB. DI CAGLIARI nr. 24/12 del 10/10/2012

Luogo e anno della pubblicazione: Cagliari, 2012ANNO I

Dati della società:AT di Giampaolo Mocci

Via Tagliamento, 190932 - Assemini (CA)

PI 03442500926

EditoreGiampaolo Mocci

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Andrea Concas

Per contattare il giornale:Cell. +39 3287289926

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Mensile - Anno I Nr. 1 - Novembre 2012

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