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mI. 111 1 1 9,44:ot 51 ly Deus Vos benedicat, dummodo Veritas praecedat, comitetur et sequatur. P. PP. IX. PIO IX agli Scrittori della Croce Pisana. /1BLIo ;N T) s; « Benedico tutti gli associati alla CROCE . e . LEONE XIII al Direttore (M Ottobre i881) ANNO XIX, (Conto corrente con la Posta) risa, 22 Febbraio 1891 (Conto corrente con la Posta) aummull44 Num. 81 DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE Borgo Largo, 2. Le lettere non francate si respingono. — I manoscritti ancorchè non pubblicati non si restituiscono. Si rende conto dei Libri e Giornali spediti all'Ufficio. Si pubblica la Douicuica Un n LI mero Cent. 5 ABBONAMENTI ED INSERZIONI AH' Ufficio: Anno Lire 4, 00 entestre Lire 2, 00 A domicilio: » » 4, 60 » 2, 30 Per l' Estero aUniento .della spesa postale. Annunzi ed inserzioni C. 15 per linea o spazio di linea. arretrato 10. ta )e la o- di LETTERA PASTORALE DI MONS. ARCIVESCOVO DI PISA al Clero e al Popo:o della 3111 Citta e Arobidiami (Continuctz. e fine vedi N. preced.) E - Giuseppe fedele a questo su- blime ed altissimo ministero, princi- pe e capo della santa famiglia, ne s)stiene dignitosame,nte le parti, e la dirige e la guida per le vie se- gnate dal divino Beneplacito. D'al- tra parte il tiglio suo putativo Ge- sii Cristo, come Maria, da lui di- pmde, gli ubbidisce in una 'manie- ra perfetta, e passa trent' anni in questo stato di soggezione, di ser- vitù, di dipendenza; et erat subdi- tus Fratelli e figli carissimi, dinanzi a questo prodigio di sublime esal- tamento da un lato, e di infinita degnazione di Dio dall'altro col di- pendere dai cenni e dalla volontà di un uomo, oli ! come tanti genito- ri e figli dell'età nostra dovrebbe- ro tingersi la fronte di confusio- ne e di vergogna. Dov'è piui nei primi giusta dell'autorità lo- ro conferita da Dio; dove nei se- condi il principio della sudditanza e della venerazione verso chi gli governa fra le domestiche mura? Questa re iprocanza di autorità e di soggezione fra genitori e fi- gliuoli non deve ripetersi che da Dio, il qu ile se ha rivestito i pri- mi del potere di commdare, ha fat- to pei secondi un dovere l'obbedire, perchè così tutti camminino verso quel fine, cui coordinò e subordinò ogni altro fine, l'eterna beatitudine. Che se disgraziatamente l'ultimo fine sia perso di vista, a torto si lamenteranno i genitori della diffi- coltà di governare la famiglia, ed i figli del mal governo dei propri genitori. Si ha oggidì un gran pen- siero di rendere i figli quasi lumi- nari del mondo, rinomati scenziati, bravi letterati e artisti, accorti mer- canti e via dicendo, come se ciò for- misse tutto l'uomo, l'onesto citta- dino, il suddito fedele, il perfetto cristiano. No: il culto delle scienze e delle arti umane, senza il culto del sommo vero e del sommo bene non potrà essere che menzognero : no, con mire basse non si rag- giungerà l'alto fine inteso da Dio nel formar della famiglia una scuola ed un regno, ed anche un piccolo santuario. Imperocchè anche il carattere di santuario e di tempio st addice .al la famiglia cristiana; siccome veramen- te fu tempio e santuario la sacra fa- miglia di Nazaret. Il capo di que- sta, S. Giuseppe, più privilegiato deg . i altri -patriarchi e dei profeti del, vecchio patto potè offrire al- l'Altissimo non già le primizie del- la terra e i primogeniti del gregge, ma la pili pura, e santa di tutte le vittime, il benedetto frutto germi- nato dal seno della gran Vergine, il primogenito ed unigenite stesso di Dio, divenuto quasi sua. proprie- tà, pel nodo maritale stretto con - Maria. Anzi il cuore di questa Ma- dre, giusta la frase di S. Besilio, fu il mistieo altare consacrato dal- loSpirito Santo su cui Giuseppe, compiendo l'ufficio sacerdotale, fin nella grotta di Betelem presentò ed offrì all'Eterno Padre l'ostia im- ma-olata, cioè i vagiti e gli sUnti dell'Infante. divino in un coi sospi- ri e colle lacrime della: intemerata genitrice. Anche i genitori cristiani ha fat- to Iddio l'onore di costituirli quasi Sacerdoti e Pontefici del domestico santuario, perchè predicando colla parola e coll'esempio il timor santo di Dio ai figli e ai sottoposti, invi- tandoli ogni giorno alle orazioni e alle opere di pietà e di carità, pren- dano nelle loro mani e offrano a Dio i voti e sospiri, le preei e i sa- crifici di tanti cari che salendo co- me incenso odoroso al trono della divina misericordia, ne facciano piovere le grazie e le benedizioni piì_t elette sul capo di tutti. E però, o genitori, comprendete la gran dignità che vi distingue e insieme la grande responsabilità che vi incombe quali maestri, prin- cipi e sacerdoti presso il domestico focolare. Gloriatevi che la vostra paternità sia circondata da questa triplice aureola, cui renderete più bella e luminosa specchiandovi nei santi personagsi della casa di Nazaret; ma al tempo stesso teme- te del conto strettissimo che dovre- te rendere a Dio e agli uomini, e dei castighi apparecchiativi , se mancherete ai vostri gravi doveri. Frattanto Noi vi esortiamo, di- lettissimi, ad approfittarvi del mez- zo suggerito all'uopo dal regnante Pontefice LEONE XIII K che ogni famiglia cristiana proponga alla propria venerazione ed esempio la Sacra Famiglia » e ad essa si con- sacri con apposita forrnola, che qui riportiamo assieme alla pr,-Thie- ra da recitarsi quotidianamente di- nanzi alla sua Immagine. Di tal guisa facendo Noi pure come il S. Padre, confidiamo « che tutti i fe- deli, debitamente intendendo nel culto della Sacra Famiglia venerar- si da essi il mistero della vita na- scosta che Gesù Cristo menò con la Vergine Madre e con S. Gius. p- pe, ne ritrarranno forte eccitamento a crescere nel Lirvore della fede e ad imitare le virtù che rifulsero nel Divin Maestro, nella Madre di Dio e nello sposo santissimo di Lei. Le quali virtù oltre a produrre il premio della vita eterna, mirano altresì al benessere della società domestica e civile a' nostri giorni miseramente travagliata Con questo vivo desiderio, e con questa dolce speranza del nostro cuore ognora sollecito della salute spirituale e terrena di tutti voi, o amaússimi dincesani, vi impartiamo la pastorale benedizione. Dato in Pisa dal palazzo Arcivescovile questo di 5 Febbraio 1891 4-4 FERDINANDO ARCIV, DI P% can. RAFFAELLI Segretario. La Dlacionna di Ponte (*) - - Pe r cagione di restauri alla facciata &l'o stabile ove sono le botteghe Bagna- ni è stata provvisoriamente 'rimossa la vetusta imagíne della Madonna che ivi, al principio delle loggie di borgo e davanti la piazza (lei ponte di mezzo, fu collocata in tempi di fede: quando cioè le nostre città si tenevano onorate di avere le vie e le piazze adorne (1' immagini sacre e di altri segni della religione dominante. Allora sulle porte di Pisa si vedeva l' effigie della gran Madre di Dio e di qualche altro santo, ed il Comune era sollecito a stanziare somme di danaro per- ch fossero dipinte dove mancavano. Quella di cui parliamo è scolpita in le- gno, e rappresenta la Vergine assisa con il Bambino alla sinistra, il quale tiene in una mano un piccolo falco e colla destra sta in atto di benedire. Un chiarissimo professore, il canonico Olivier° Jozzi ve- dutala, l'attribuì essere La Madonna del buon viaggio o dei cacciatori. Infatti risulta da antichissime memorie che la detta immagine veniva venerata dai cac- ciatori e viaggianti, e in quei tempi di fede, prima di porsi in cammino vi anda- vano ad ascoltarvi la messa in S. Maria della Spina ove provvisoriamente eravi stata trasferita. Il lavoro non ha certamente pregio ar- tistico, ma l'antichità e la devozione po- polare bastano a renderla cara ai buo- ni pisani. La sua storia, in parte. è accen- nata dalla s guente iscrizione. che dal la-- tino volgiamo nel nostro idioma: Giovanni Andrea Morrona cittadino pisano alate, e i canonici della regola del SS. Salvatore nel cenobio detto Nico- sia, padroni di queste case, per accre- scere la divozione dei fedeli verso la Ma- dre di Dio, questa imagine, ivi trasfe- rita dalla piccola chiesa della Spina, 2iesti1uiron9 _al suo posto dopo avere a spese proprie, con più decoro ed in mi- glitor forma, rifatti dai fondamenti i portici, il 5 Maggio 1659 1 ). Risulta dunque da questa iscrizione che la immagine era venerata in origine nella chiesa della Spina, e che prima dei restauri delle case di borgo eseguite dai Lateranensi di Nicosia l'anno 1659, stava già, sui portici suddetti, ivi trasferita da tempo immemorabile. In quanto poi alla popolare venerazione che ivi sempre ebbe, ecco quel che narra l'altra iscrizione che a stento si legge nella parte posteriore del tabernacolo: in una casa della prossima contrada, essendo nascoso, contro il disposto delle leggi, un gran peso di polvere da archi- buso, una piccola parte di circa sei libbre, il di 14 maggio 1807, prenden- do fuoco con forte strepito , vicino all'ampia massa, poco mancò che tut- ta non si accendesse. Alla Madre di Dio Santissima, che con portentoso mira- colo la città liberò da gravissimo dan- no, il popolo pisano riconoscente, scio- gliendo il volo, offre dedica, prostrato avanti la imagine della Vergine, can- tando ogni sera le litanie, il suo patro- cinio nuovamente implora. Questa popolare divozione verso la Ma- donna di Pante si conservò fino ai tem- pi non lontani da noi; e ben ci ricordia- mo, d'aver veduto il tabernacolo e l' arco tutto splendente di lumi nella sera della vigilia dell'Assunta e sotto di esso eretto un altare con ceri accesi ogni qual volta passasse dal borgo qualche solenne pro- cessione della Madonna. L' Imagine poi era tutta ricoperta di voti d' argento e d'oro, e la voce popolare ripeteva da es- sa alquante grazie di scansati pericoli e preservazioni da disgrazie nella adiacente piazza, luogo di tanto movimento di gente e passaggio di legni.

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111 1 1 9,44:ot 51 ly

Deus Vos benedicat, dummodo Veritas praecedat, comitetur et sequatur. P. PP. IX.PIO IX agli Scrittori della Croce Pisana.

/1BLIo ;NT) s;

„« Benedico tutti gli associati alla CROCE . • • e.

LEONE XIII al Direttore (M Ottobre i881)

ANNO XIX, (Conto corrente con la Posta) risa, 22 Febbraio 1891 (Conto corrente con la Posta)aummull44

Num. 81

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONEBorgo Largo, 2.

Le lettere non francate si respingono. — I manoscritti ancorchè non pubblicati non

si restituiscono. — Si rende conto dei Libri e Giornali spediti all'Ufficio.

Si pubblica la DouicuicaUn n LI mero Cent. 5

ABBONAMENTI ED INSERZIONI

AH' Ufficio: Anno Lire 4, 00 — entestre Lire 2, 00A domicilio: » » 4, 60 — » 2, 30

Per l' Estero aUniento .della spesa postale.Annunzi ed inserzioni C. 15 per linea o spazio di linea. arretrato 10.

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LETTERA PASTORALEDI MONS. ARCIVESCOVO DI PISA

al Clero e al Popo:o della 3111 Citta e Arobidiami

(Continuctz. e fine vedi N. preced.)

E - Giuseppe fedele a questo su-blime ed altissimo ministero, princi-pe e capo della santa famiglia, nes)stiene dignitosame,nte le parti, ela dirige e la guida per le vie se-gnate dal divino Beneplacito. D'al-tra parte il tiglio suo putativo Ge-sii Cristo, come Maria, da lui di-pmde, gli ubbidisce in una 'manie-ra perfetta, e passa trent' anni inquesto stato di soggezione, di ser-vitù, di dipendenza; et erat subdi-tus

Fratelli e figli carissimi, dinanzia questo prodigio di sublime esal-tamento da un lato, e di infinitadegnazione di Dio dall'altro col di-pendere dai cenni e dalla volontàdi un uomo, oli ! come tanti genito-ri e figli dell'età nostra dovrebbe-ro tingersi la fronte di confusio-ne e di vergogna. Dov'è piui neiprimi giusta dell'autorità lo-ro conferita da Dio; dove nei se-condi il principio della sudditanzae della venerazione verso chi gligoverna fra le domestiche mura?

Questa re iprocanza di autoritàe di soggezione fra genitori e fi-gliuoli non deve ripetersi che daDio, il qu ile se ha rivestito i pri-mi del potere di commdare, ha fat-to pei secondi un dovere l'obbedire,perchè così tutti camminino versoquel fine, cui coordinò e subordinòogni altro fine, l'eterna beatitudine.

Che se disgraziatamente l'ultimofine sia perso di vista, a torto silamenteranno i genitori della diffi-coltà di governare la famiglia, edi figli del mal governo dei proprigenitori. Si ha oggidì un gran pen-siero di rendere i figli quasi lumi-nari del mondo, rinomati scenziati,bravi letterati e artisti, accorti mer-canti e via dicendo, come se ciò for-misse tutto l'uomo, l'onesto citta-dino, il suddito fedele, il perfettocristiano. No: il culto delle scienzee delle arti umane, senza il cultodel sommo vero e del sommo benenon potrà essere che menzognero :no, con mire sì basse non si rag-giungerà l'alto fine inteso da Dio

nel formar della famiglia una scuolaed un regno, ed anche un piccolosantuario.

Imperocchè anche il carattere disantuario e di tempio st addice .al lafamiglia cristiana; siccome veramen-te fu tempio e santuario la sacra fa-miglia di Nazaret. Il capo di que-sta, S. Giuseppe, più privilegiatodeg . i altri -patriarchi e dei profetidel, vecchio patto potè offrire al-l'Altissimo non già le primizie del-la terra e i primogeniti del gregge,ma la pili pura, e santa di tutte levittime, il benedetto frutto germi-nato dal seno della gran Vergine,il primogenito ed unigenite stessodi Dio, divenuto quasi sua. proprie-tà, pel nodo maritale stretto con

- Maria. Anzi il cuore di questa Ma-dre, giusta la frase di S. Besilio,fu il mistieo altare consacrato dal-loSpirito Santo su cui Giuseppe,compiendo l'ufficio sacerdotale, finnella grotta di Betelem presentòed offrì all'Eterno Padre l'ostia im-ma-olata, cioè i vagiti e gli sUntidell'Infante. divino in un coi sospi-ri e colle lacrime della: intemeratagenitrice.

Anche i genitori cristiani ha fat-to Iddio l'onore di costituirli quasiSacerdoti e Pontefici del domesticosantuario, perchè predicando collaparola e coll'esempio il timor santodi Dio ai figli e ai sottoposti, invi-tandoli ogni giorno alle orazioni ealle opere di pietà e di carità, pren-dano nelle loro mani e offrano aDio i voti e sospiri, le preei e i sa-crifici di tanti cari che salendo co-me incenso odoroso al trono delladivina misericordia, ne faccianopiovere le grazie e le benedizionipiì_t elette sul capo di tutti.

E però, o genitori, comprendetela gran dignità che vi distingue einsieme la grande responsabilitàche vi incombe quali maestri, prin-cipi e sacerdoti presso il domesticofocolare. Gloriatevi che la vostrapaternità sia circondata da questatriplice aureola, cui renderete piùbella e luminosa specchiandovinei santi personagsi della casa diNazaret; ma al tempo stesso teme-te del conto strettissimo che dovre-te rendere a Dio e agli uomini, edei castighi apparecchiativi , semancherete ai vostri gravi doveri.

Frattanto Noi vi esortiamo, di-

lettissimi, ad approfittarvi del mez-zo suggerito all'uopo dal regnantePontefice LEONE XIII K che ognifamiglia cristiana proponga allapropria venerazione ed esempio laSacra Famiglia » e ad essa si con-sacri con apposita forrnola, chequi riportiamo assieme alla pr,-Thie-ra da recitarsi quotidianamente di-nanzi alla sua Immagine. Di talguisa facendo Noi pure come il S.Padre, confidiamo « che tutti i fe-deli, debitamente intendendo nelculto della Sacra Famiglia venerar-si da essi il mistero della vita na-scosta che Gesù Cristo menò conla Vergine Madre e con S. Gius.� p-pe, ne ritrarranno forte eccitamentoa crescere nel Lirvore della fede ead imitare le virtù che rifulseronel Divin Maestro, nella Madre diDio e nello sposo santissimo di Lei.Le quali virtù oltre a produrre ilpremio della vita eterna, miranoaltresì al benessere della societàdomestica e civile a' nostri giornisì miseramente travagliata

Con questo vivo desiderio, e conquesta dolce speranza del nostrocuore ognora sollecito della salutespirituale e terrena di tutti voi, oamaússimi dincesani, vi impartiamola pastorale benedizione.

Dato in Pisa dal palazzo Arcivescovilequesto di 5 Febbraio 1891

4-4 FERDINANDO ARCIV, DI P%can. RAFFAELLI Segretario.

La Dlacionna di Ponte(*)- -

Pe r cagione di restauri alla facciata&l'o stabile ove sono le botteghe Bagna-ni è stata provvisoriamente 'rimossa lavetusta imagíne della Madonna che ivi, alprincipio delle loggie di borgo e davantila piazza (lei ponte di mezzo, fu collocatain tempi di fede: quando cioè le nostrecittà si tenevano onorate di avere le viee le piazze adorne (1' immagini sacre edi altri segni della religione dominante.Allora sulle porte di Pisa si vedeval' effigie della gran Madre di Dio e diqualche altro santo, ed il Comune erasollecito a stanziare somme di danaro per-ch fossero dipinte dove mancavano.

Quella di cui parliamo è scolpita in le-gno, e rappresenta la Vergine assisa conil Bambino alla sinistra, il quale tiene inuna mano un piccolo falco e colla destrasta in atto di benedire. Un chiarissimoprofessore, il canonico Olivier° Jozzi ve-dutala, l'attribuì essere La Madonna del

buon viaggio o dei cacciatori. Infattirisulta da antichissime memorie che ladetta immagine veniva venerata dai cac-ciatori e viaggianti, e in quei tempi difede, prima di porsi in cammino vi anda-vano ad ascoltarvi la messa in S. Mariadella Spina ove provvisoriamente eravistata trasferita.

Il lavoro non ha certamente pregio ar-tistico, ma l'antichità e la devozione po-polare bastano a renderla cara ai buo-ni pisani. La sua storia, in parte. è accen-nata dalla s guente iscrizione. che dal la--tino volgiamo nel nostro idioma:

Giovanni Andrea Morrona cittadinopisano alate, e i canonici della regoladel SS. Salvatore nel cenobio detto Nico-sia, padroni di queste case, per accre-scere la divozione dei fedeli verso la Ma-dre di Dio, questa imagine, ivi trasfe-rita dalla piccola chiesa della Spina,2iesti1uiron9 _al suo posto dopo avere aspese proprie, con più decoro ed in mi-glitor forma, rifatti dai fondamenti iportici, il 5 Maggio 1659 1 ).

Risulta dunque da questa iscrizione chela immagine era venerata in originenella chiesa della Spina, e che prima deirestauri delle case di borgo eseguite daiLateranensi di Nicosia l'anno 1659, stavagià, sui portici suddetti, ivi trasferita datempo immemorabile. In quanto poi allapopolare venerazione che ivi sempre ebbe,ecco quel che narra l'altra iscrizione chea stento si legge nella parte posterioredel tabernacolo:

in una casa della prossima contrada,essendo nascoso, contro il disposto delleleggi, un gran peso di polvere da archi-buso, una piccola parte di circa seilibbre, il di 14 maggio 1807, prenden-do fuoco con forte strepito , vicinoall'ampia massa, poco mancò che tut-ta non si accendesse. Alla Madre di DioSantissima, che con portentoso mira-colo la città liberò da gravissimo dan-no, il popolo pisano riconoscente, scio-gliendo il volo, offre dedica, prostratoavanti la imagine della Vergine, can-tando ogni sera le litanie, il suo patro-cinio nuovamente implora.

Questa popolare divozione verso la Ma-donna di Pante si conservò fino ai tem-pi non lontani da noi; e ben ci ricordia-mo, d'aver veduto il tabernacolo e l' arcotutto splendente di lumi nella sera dellavigilia dell'Assunta e sotto di esso erettoun altare con ceri accesi ogni qual voltapassasse dal borgo qualche solenne pro-cessione della Madonna. L' Imagine poiera tutta ricoperta di voti d' argento ed'oro, e la voce popolare ripeteva da es-sa alquante grazie di scansati pericoli epreservazioni da disgrazie nella adiacentepiazza, luogo di tanto movimento di gentee passaggio di legni.

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Ma l'odierna civiltà non si cura di ciòe col pretesto che l' Immagiue non haverun pregio artistico, che col suo taber-nacolo toglie molta parte di luce alle log-ge del Borgo, e perfino ( guardate chezelo religioso! ) vi sta esposta al turpilo-quio ed agli oltraggi contro la Divinità;la si vorrebbe tolta affatto da quell' an-tichissima sua sede. Il popolo però, il ve-ro popolo fedele alle patrie tradizioni .sapendo di esser sempre cristiano vuol ri-vedere quanto prima rimessa al suo po-sto la Madonna di Ponte, la qaale re-staurata ed arricchita di nuovi voti, viritornerà senza dubbio, e sotto di lei iposteri leggeranno questa memoria, dallapenna dettata del chiarissimo professorecan. Oliviero Jozzi:

Aedibus . instauralis ."1"- -

E1 . novis . suffullis . columnisVirgo . Dei . Parens

Urbi . decus . et prcesNium.Exornatce . ex . nere . conato

An . MDCCOLXX..X-XL(1) Senza dubbio è stata restaurata altra volta do-

po il 1659 poiché leggesi al di dietro della tavola deltabernacolo: Lucia Marini e Lor.!nzo Ceccherini fe-cero restaurare.

Chi prova il Sapol genuino non ne smet-te più l' uso.

..:.-.__._1- 9-, O TIZI @ -ts

1 al- /11--è37-'. 7r,.‘ oLeone XIII discendente di S. Teresa.

Un catalogo spagnolo degli antenati diLeone XIII, reca tra essi il Beato PedroPecci Vescovo di Jaen, che abbandonò lasua sede nel 1567. Donna MayorRodrigaezPecci fu. Favola di Santa Teresa confor-memente a ciò che si vede nell'albero .

genealogico della sua famig:ia. Secondouno 'atudio, fatto da un discendente delladetta Santa, il quale è molto perito ingenealogia, risulta che la sullodata si-gnora donna Mayor Rodriguez Pecci„ a-vela; di Santa Teresa, fu la zia del BeatoPedit Pecci e che tutti e tre furori ) an-tenati dell'attuale Pontefice.

Il monumenta al Card. Massaia

Fra le offerte che da varie partiha e dall'estero sono pervenute e si an-nunziano al Comitato, notevole è questadell'illustre scienziato ed esploratore f an-cose, il Comm. d'Abbadie. Egli inviandoal Comitato L. 500 in oro poi suddettoscopo, accompagnava la sua offerta conuna nobilissima lettera, nella quale d:mo-stra quanta profonda ammirazione nutri-Va per il compianto Porporat e L' insigneCristoforo Negri di Torino inviava purela sua offerta con parole affettuosissimeverso la 7nemoria di colui, che per lu-stri espose in Etiopia la vila sull'altarede/I' umanità; pregando inoltre il presi-dente del Comitato stesso di far cennodella ?-iverenza sua, che, sorta quandoil Cardinale era a Kaffa, crebbe coglianni e divenne di caldissimo affetto, co?trovare‘sempre più raccale e -splendentiin lui le fulgide Mi di relig ione, scien-za e bontà.

Anche S. A. R. la Principessa FedericoCarlo di Prussia, rimettendo la sua offerta,si esprimeva con nobili parole; come pureMons. Taurin, vicario Apostolico nei Galla.

Un aneddoto su Pio IX

Il Freeman's Journal di New-York ac-colmando alla voce che il Santo Padrevoglia accordare la medaglia d'oro a tuttigli zuavi pontifici che difesero Roma coa-tro i rivoluzionari, osserva che a New-

York c' è una dozzina di questi veteranidella Santa Sede.

E narra a proposito questo aneddotoPochi anni dopo il triste avvenimento

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( il 20 settembre ) , un gentleman ameni -cario, un Yankee puro sangue, andò a vi-sitare Pio IX, e gli disse:

Noi abbiamo il denaro necessario perequipaggiare 500,000 uomini irlandesi edamericani, e i mezzi sufficienti 'per fa lisbarcar qui Dite una parola, e noi pos-siamo scopar via i Sardi da Koma, e sebisogna, sottomettere l'Italia.

a Il Papa guardò sorridendo l' ameri-cali° e rispose: Figliuolo, tornate a'ca-sa e recitate le vostre preghieee. Dite aivostri amici di far lo stesso. Dio riordieera le cose a suo tempo. »

Per Il riAiamo della suore negli ospedalidi Parigi

Nella Metropoli della Francia circolanocoperte di molte migliaia di firme uume-rose petiziOei chiedenti il ritorno dellesuore negli ospedali deila Cap.tale.petizione incontra grande favore pee~liberali.

La festa di S. Gisapp Ui pie:ciaoQuaatio prima, così seri vesi da Reina,

saranno emanati i decreti di estieesiouedella festa di precetto del giorno 19 in4rzeS. Giuseppe, tanto per le proviacie italiane,Lombardia, Piemonte, Liguria e l'isolaSardegna come pure per tutto l'imperoaustro•ungarico.

Notizie politiche

--L' on. Saint-Bon è stato e.etto mini-stro della marina e così teriniea inle-Viin, assunto dall'on. Rudini.

— Nelle sedute di Sabato del Senato edella Camera l' on. Di Rudini, lesse il pro-gramma del nuovo ministere che si rias-sume nella promessa di raggiungere ilpareggio senza nuove imposte, di riccare tutte le possibili economie anchenelle spese per l'Affrica, di fare una po-litica leale, semplice e fraaca, di serbarfede salda alle alleanze..

Alla Camera Fon Nicotera ritirò le leggisulla riforma della circoscrizione terri-toriale, e sul riordinamento delle pre-fetture, l'on Colombo quello sulla tassadegli olii , e sulla fabbricazione deglispiriti, e finalmente si prorogò fino al 2III arzo.

L'ultima collera dell'on. CrispiSotto questo titolo leggiamo nella Gaz-

zAti, di Tapino questo dispaccio da Ro-ma 8:Vi mando con un pe' di ritardo una no

tizia che mi è stata riferita appena oggida un servitore licenziato dall'on. ()vispi.

Dopo il voto di sabato 31 gennaio, l'expresidente del Consiglio, rientrato a casadette libero sfogo alla collera. I servito-ri e la famiglia non lo avevano mai ve-duto in simile stato. La prima cosa chefece fu di cacciare tutta le persone Chelo attendevano nell'anticamera. Quindi 'sela pigliò coi servitovi licenziandoli tuttiper il 15 di febbraio e licenziò su d o ttepiedi il proprio maestro) di casa.

Nella collera l' ex presidente fracassbuna quantità, di oggetti di valore; tra iquali un superbo vaso del Giappone, toc-catogli nell'ultima estrazione di Nataleal Quirinale, ed altro.

La moglie e la figl:a non osavano at-frontare la collera deli'on Crispi Solo do-po parecchie ore la sigoorina GiuseppinaCrispi riuscì a calmarlo, e per tutto il re-sto della sera egli fu di buonissimo umore.

Si dice che S. M. il Re avesse offertoa Crispi in compenso dei suoi seevigi, unti to:o di nobiltà, ma che l' ex presidentedel Consiglio l'abbia rifiutato.

Il segreto della confessione.

Era il 14 novembre del 1861, e in unavilla presso Autun furon trovati, uccisi,

Luigi Vion e sua moglie, che avean fama

d' ottimi, ed eran doviziosi. Il magistrato,da indagini che gli parean sicure, imputòdell'assassinio un Roberto Dubois, valen-tuomo di quel paese; e questi fu fattoprigione e, pel seguito verdetto dei giu-rati, condannato a perpetua reclusione.

Durante il dibattimento alle Assise, ilsacerdote Dubois, fratel germano dell'im-putato, ebbe una strana visita. Un uomoch'ei non avea veduto innanzi mai, e checerto ignorava esser egli legato da sistretti vincoli al creduto uccisore deiVion, il richiese d'ascoltar le sue con-fessioni. Il buon prete s' arrendé sollecitoall' invito, e quegli s' accusa, pria d' ognialtro, d'un gran fallo, d'un delitto orren-do.— l'assassinio delta coppia Vion.

— àle infelice! proruppe il sacerdote,e non sapete voi che un innocente giacssotto l' imputazione dell:: vostra colpanon sapete che l'onore d' un' illibata fa-miglia è perduto, per cagion vostra; cheuna povera madre piange lacrim di san-gue, poiché il mondo le addita un assas-sino nel suo proprio figliolo, caro igemelo,•nnocente, figliuolo?

.E il pio levita siughiozzava, mentre losconosciuto affissavalo come idiota, congli occhi vitrei immobili.

Non bastarono le preghiere del sacer-dote per indurre il disg, aziato a conf -ssarla sua colpa alla Giustizia ; e RobertoDubois fu condannato.

Il giorno in cui Cu scritta la sentenza,la madre infelice cadde fulminata; il cer-tificato del medico dichiarava esser ellamorta per aneorisma: il dolore le aveaspezzato il cuore. Il padre ed il fratelloaccompagnarono il condalmato al suo per-petuo cai cere seeza lacrime, senza gridii,muti, impietriti dall' angoscia ineffabile.E quel fratello prete avrebbe petuto conuna sola parola salvar l' innocente.... mail suo dovere gl'imponea di tacere ed eglitacque.

Segue: ventisette anni dopo.

Il sacerdote Dubois, chiamato instaa te-mente ad assistere un moilbondo, i ompegi'indugi e corre al grande, ufThio e pio.

Giunto sull'uscio della carne' a ove l'in-fermo giaceva, s'arresta d'un tratto, quasicolpito da un' orrenda visione.

— v1i riconoscete, padre? interroga coafioca voce ii moreute.

— Oh! se vi riconosco—.— E Roberto Dubois ?— Langue in cupa prigione, imputato

d'un dei' tto che non commise mai.— Perdonami, Angelo del Sigaore; io,

io sono il reo, e vorrei aver qui tutto ilmondo a udir la mia confessione, comel'udisti tu, tu solo, Apostolo della C, oce;tu, fratello dell'innocente vittima che po-tevi salvare, se non fossi stato un eroe...

— Io non fui né sono un eroe, sono sa-cerdote cattolico, e feci soltanto il miodovere

— Dovere ch'è per sè stesso rei oicitàpiù gloriosa.

sE l'infermo dichiarò il suo delitto, giu-rando e provando d'esserne stato autore,con pubblico atto, redatto legalmente e dalui soscritto, merce cui Roberto Duboisdopo ventisette anni d' immeritata pri-gionia, rivide il dolce loco natio, rivide lacasa paterna, e il padre vecchio e i fra-tello santo ..... ma non rivide ia madreeh' era morta, quarta vittima .d' un solmisfatto e d' un reo solo.

Il prete, intanto, al capezzale di quelmorente, propiziavagli il Dio delle mise-ricordie, ed apriva a quel p mtito le portedel Cielo.

Oh! fossero stati molti presenti di quel

gentame stolido e malvagio che impreca

al chiericato, e ne deride il divino ca-rattere, seguac ed emulo della orda dei -cida che le sue brutture o la sua codar-dia affogava nelle bestemmie e nel fango.

Strano caso di contagio della febbre giallaUno stranissimi -) avvenimento si è peo-

dotto di questi giorni in un piccolo villaggio presso Lione.

Due giovani sposi arrivarono lunedi daMarsiglia nel villaggio presso una lorovecchia zia, che teneva pure una serva.

Essi avevano portat()seco due pappagalliche avevano comprati da due marinai.sbarcati a Marsiglia e provenienti dal-l'America del Sud.

Due giorni dopo il loro arrivo, lavecchia zia la serva e gli stessi spesi sisentirono presi ad un tratto e contempo-l'eticamente da terribili crisi, ed in capo'a poche ore morirono tutti fra atroci sof-ferenz

I medici, chiamati in fretta, costata-rono su i cadaveri tutti i sintomi dellafebbre gialla

Fatte ricerche, fu riconosciuto ch'erani due uccelli che avevano apportati dal-'l'America i germi del terribile male elo avevano comunicato) a quegli

In fascio— Si assicura che il Ministro Guar-

dasigilli sopprimerà per ora oltre 303preture.

— A. Bologna fu p )sta con gran solenni-ta dal Card. Arcivescovo la prima pietradella cappella votiva per la pace del po-polo cristiano nell'abside di S. Francesco.

— Si afferma che il Cardinale Lavige.rie abbia eredi tato dalla maech. di Buries,morta. a 98 anni, 16 mllioai per l'operaantischia vista.

— A Tebe sono stato scoperte moltetoinly-3 dei sacerdoti di Ammone.

Ciaoll..OZ130

— A Torino é morto il Cav. Robertiinsigae cultoe e celebre critico di artemusicale.

— A Roma è morto il Contrammira-glio Actoe ex ministro della marina: eb-be tutti i conforti religiosi.

— A. Trento è merto il P. Zaenoni dellaC. di G. Direttore di quel Ginnasio Ve-scovile.

— A Napoli è morto il Can. Parascan-dolo illustre scrittore di opere areheolo-che polemiche e storiche.

— È morto il Card. Giuseppe Mihalo-vitz Arcivescovo di Zagabria e consiglie-re intimo della Corte imperiale. Era natonel 1814 e fu elevato alla sacra porporane, 1877.

— A Firenze è morto il Comm. Vegnigià Economo generale dei Benetizi Va-canti.

OSE L '6 eaLI•5 &--9 79

_Cosiglio Comunale — Il nostro Cons.

Comunale dopo una seduta segreta, tenneil 14 c. adunanza pubblica nella quale dopoavere ratificate alcune deliberazioni dellaGiunta, prese atto di una raccomanda-zione del Cons. Federighi circa la vuo-tatura dei pozzi neri; tornò a rieleggeread assessore il Cons. 'Feroci che avevadate le sue dimissioni ; elesse ad assessoresupplente in sostituzione del Cons. Cerraiex consigliere, il Cons. Federighi, trattòalcune proposte del Cons. Cuppari rela-tive alla illuminazione elettrica; completòil Consiglio d' amministrazione della PiaCasa di Misericordia eleggendo a Presi-

y e,s 1:14:0 Ie.r.tie.t.reisireieoie,tp.re,irei .a. e'emee;e. e; • '1• 1 •• •eet t l'iYes 10 -e-rie'er" . ) 'II , :›400:41: 1:41:44:41531b:» eit;e4t!ge„ ,e „

ei

o..r-

)e•tiarte

Jons.ennedopoIellaLnda-vuo-gerevevaso re:rrai:•attò

rela-pletò

Pia'resi-

o

dente l'Avv. Rondoni, ad elemosiniere il

conte avv. Curini Galletti, a consigliereil not. Foianesi; e finalmente discusse laproposta Gherardi relativa a . vani prov •vedimenti igienici da prendersi special -niente per le acque potabili.

Onorificenza - L' illustre Prof. IYAn -

cona tì stato promosso al grado di Com-

m ndatore della Corona d' Italia.

Riconoscimento di titolo nobiliare -

Siamo lieti di annunziare che, con decreto

21 ottobre 1890, dal Presidente del Consi-

glio dei Ministri, dietro favorevole parere

della Giunta della R. Consulta Araldica,

sono stati legalmente riconosciuti al Cav.

Alfredo Agostini Fantini Venérosi Della -

Seta di 'Pisa i titoli di conte e di nobile'

pabrizio pisano per sè e discendenti, non

che l'uso degli stemmi ed ornamenti aral-

dici della famiglia Agostini e delle altre

che rappresenta, ed è stato di conformità

legalmente inscritto nel Libro d'oro dellaNobiltà Italiana.

Presentiamo quindi all' egregio pArizio

le nostre congratulazioni sincere per il

riconoscimento di un titolo che il sulletto

decreto conferma essere stato sempre da

lui e dai suoi antenati legittimamente por-

tato.

Tra risa e Boccadarno - Si assicnra

che è ormai certa la tanto desiderata

costruzione di una linea tramviaria. fraPisa e Boccadarno. Parecchie sono ancorale difficoltà da sormontare fra le quali

difficilissima quella del permesso da ot-tenere presso la Ferrovia per attraver-sare i binarii delle linee Pisa-Lucca-Geno-va. Pare poi che la Società del tram voglia

prolungare la linea lungo il mare fino aLivorno, e. che alcuni signori Fiorentiniquando si costruisca davvero la linea

fra Pisa e Boccadarno vogliano costruireper quella qui !ta e ridente spiaggia moltivillini per chiamare Colà un numeromaggiore di bagda.n ti.

È certo che a Boccadarno è ris.Tbatoun brillante avvenire, e ci auguriamo cheil Municipio vorrà favorire per quanto

può 10 sviluppo di quel nascente e briosopaesino, provvedendo anche con opportuniaccordi coli Autorità ecclesiastica perchèvenga colà eretta una chiesa anchemodesta e vi si trova reperibile un me-dico. Questa osservazione oltreché in altrigiornali la troviamo espressa in unacorrispondenza alla Nazione della qualemolto saviamente scrivesi:

« La mancanza di un tempio è stata lacausa unica per la quale molte signorepie rinunciarono a recarsi a a Boccadar-110 nella stagione dei bagni, come permolti malati ai quali è necessaria l'assi-stenza del medico fu unica causa di re-nunzia la mancanza di un ospedale .. . »

Consta a noi pure che un grave osta-colo a che molte famiglie finora si siandecise a venire a Boccadarno è stata lamancanza del modo onde poter soddisfareai doveri del culto.

Speriamo adunque che il Municipio cipenserà seriamente, perché alla stagionedei-bagni presto si avvicina.

Un Concerto - Riuscì veramente splen-

dido il Concerto che in onore del maestrosig.Sodi venne dato domenica sera in una saladel palazzo Finocchietti affollata di unpubblico scettissimo; nè poteva essere altri-menti quando si dica che vi presero parte,eseguendo splendidamente alcuni pezzi, ilbaritono Franceschi, il tenore Marconi, il

Per finire - Ecco la Sciaracla da spie-

gare.

È industre il secondo fedele il primiero

Per vestire ed impiccare

Serve ben solo l'intero.

La sciarada antecedente era.

tfrOsservatorio Donati

nel Snin3rio Colledo Arcivescovile di S. Catarina in Pisa4,C},

Medie diurne delle Osservazionidal dì 14 al dì 20 Febbraio

Il Barometro è ridotto a O.

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Termometro- a Nord 9. 9

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Stato del Cielo - dal dì 14, al dì 20 sereno.

CR a trAcit itarAGAO,SA,i31A.ICI() SACIZ,C)

FEBBRAIO23 Lun Vigilia. s. Pier Damiani V. e D. Le Qt4a-

rantore in s. Marta.-i. 21 Mart. s. MAtia Ap. Iii s. Michele in Borgo no-

veni del ss. Crocifisso.25 Merc. s. Felice III P.26 Giov. 13. Bartolomeo Aiutarnicristo conf. pisano.

Fest:t in s..Frediano dove j venera il di lui sacrocorpo. Le Quarantore in s. Vito. In s. RanierinoNovena del ss Crocifisso.

27 Ven. Uffizi() della sacra Sindone del N. S. G. C.S. Isidoro M. Al Duomo se ne venera una reliquia.Sa'). s. Marglier:ta da Cortona penit.

MARZO>14 I Dom. III di Qnar. s. Cirillo Alessandrino V. e

D. In s. Paolo a Ripadarno festa in suffragio deidefunti. Le Quarantore in s. Giovannino Comin-cia il mese di s. Giuseppe in s. Pierino a o. 7 ant.e in s. Giuseppe a ore 24 e mezzo.

pre nella fede in Dio e negli eterni prin-cipi della cristiana religione il colib to

I' aiuto la pace. Pia affabile, generosa. sin-cera fu sempre il vero modello della te-nera madre, e della savia sposa.

Alle figlie inconsolabili Luisa Rigoli eRosimi Bardelli lascia un ricco tesoro disanti affetti e di sublima virtù.

O anima gentile candida e bella dallagloriosa sede celeste ove ti sei riunitaai figli e Al° sposo ed ove godi la visio-ne di Dio e della Vergine immacolatache tanto amasti qui in terra ci volgi unsorriso che ci consoli della tua perdita, eprega per noi P. R.

Nelle ore pomeridiane della decorsa do-menica, 15, in chiesa di S. Ranierino,Parrocchia della Primaziale, fa celebratanna .solenne .Esposizione a suffragio del.l'anima della non mai abbastanza compian-ta Sig. Contessa Donna Margherita Al-nata vedova Adorni-Braccesi. di et tricezelantissima del Comitato parrocchialePOI. l' insegnemento del Catechisme.

Assisterono alla funzione i parenti, il Pro-tettore del comitato nobil uomo Sig. Cav.Gaetano Poggesi, gli alunni, il corpo in-segnante del catechismo e i sigg. com-ponenti il comitato medesimo.

Il Sac. Onorato Speroni, Parroco dellaPrimaziale, annunziava al suo popolo lafunebre cerimonia colle seguenti parole:

« La contessa Margherita Alliata-Ador-iii fu vero modello di carità e di rasse-gnazione ai voleri di Dio. Da fanciullascansò i pericoli del secolo ritirandosi inin un Istituto religioso, dove dette esem-pi di virtù e di amore verso Dio tantopalesemente Che destava l'ammirazionedelle sue superiore, delle alunae sue com-pagne e di quanti ebbero l'onore di avvi-cinarla.

Usci ta dall' Istituto e ritornata in fa-miglia ebbe a sperimentare immensi do-lori inerenti alla vita sociale. Informatoil suo bel cuore a virtù, ad amore versodi Dio seppe sopportare con eroica rasse-gnazione la lunga malattia del conserteseguita poi dalla perdita irreparab:le; ecolla, stessa rassegnazione ai voleri (lelcielo seppe pure sottomettersi nella per-dita dolorosissima di tutti i suoi amati fi-gli in età non matura.

Rimasta vedova e priva di tutti i suoifigli, forte nella fede, non si scOraggiò,ma rimettendosi in tutto e per tutto allavolontà del Signore, al quale sacrificò tut-ti i suoi dolori libera dalle domestichecure con maggiore attività fece ritornoalla sua vita primitiva nel coltivare levirtù, nell'amare Iddio con tutto il suocuore, con tutta l'anima con tutte le sueforze, e nel beneficare il prossimo conuna carità eccezionale. genitori, i fan-ciulli e le fanciulle di questa Parrocchiapossono farne ampia testimonianza.

Quest'anima grande, questa perla, cuiveramente si addice il nome di Margherita, nel di 8 del corrente, munita di tuttii conforti religiosi da Lei tanti agog:iati,abbandonò questa valle di pianto per unir-si ..coi vincoli dell' amore perfetto a Dio,il quale fu sempre l'unico obbietto dellesue aspirazioni

Quest'anima e:etta forse non abbisogneràde'nostri suffragi; ebbene allora le. nostrepreghiere, per intercessione d' un animasanta, ci gioveranno a farci progredirenell'adempimento dei nostri doveri, adabbandonare le vie del peccato, e a per-correre quelle della penitenza e dellaVirtù, perché possiamo avere anche noila ,bella fortuna di fare la morte del giu-sto che è preziosa al cospetto del Signore.« eretiosa in conspectu Domini morsSanclorum Etus. »

I solenni funerali celebrati a cura deiSigg. Giovanni e Zaira Lazzeri ebberoluogo nella mattina del di 10 con inter-vento delle più illustri famiglie della città.

Itecen tiss i mestata pubblicata una Lettera

pastorale collettiva degli Arcive-scovi e Vescovi della Toscana. alClero e al popolo.

Ri prod urremo presto questo im-i■ortante documento.

Una fanciulla vegeta. e piena di vita all'epocadella pubertà. senza causa apparente soventeperde e colore e brio, scomparisce la funzionemuliebre, in fine diviene clorotica. I rimediiproposti. specialmente in ferro. nen corrispo-sero perctuì pesantissimi e pochissimo assor-bibili. Morichiiii nelle sue polveri ricostituen-ti, e Polli nelle suo polveri zootrofiche alferro unirono fosfiti calcarci insolubili essistessi è pere ò poco efficaci a renderlo piùassimilante. Il Dott. chimico Mazzolini fu ilprimo che compose sua Acqua ferruginosaricostituente unendo ai fosfati solubili di calcee ferro un acido che per esser ottimo digesti-vo facilita mirabilmente la funzione dellostomaco, nella digestione del suo rimedio, econ ciò l'assorbimento del ferro senza il mi-nimo iflCOfllOdO É wirnbite l' effetto dell' Ac-qua ferragginesa ricostituente nel s,nar su-bito tutte. le malattie di languore fra le calicome si sa, primeagia la clorosi. Si vendein bottiglie d t L. 1.50 confezionate come loSciroppo di l'ariglina.

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costituita con atto 17 luglio 1886• AI

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Coni3pondente d,ila Banca Nazionale nel Segno d'Italiae della 81noa Nazionale b3cana,

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a scadenza fissa.A sei. mesi, inter.!ese 4,60 per cento.A un .anno, interesse 4,75 per cento.Non si emettono buoni per somma infe-

riore a L. 2000.

L'EMULSLONE SCOTT è una scoperta scien-tifica universalmente riconosciuta dalle Fa-coltà Mediche.(GUARDARSI DALLE FALSIFICAZIONI O SOSTITUZIONI)

Le esperienze fatte, quantunque sinora non moltonumerose, credo mi possano autorizzare ad attestarle

che l'Emulsione Scott risponde allo scopo pel quale

fu fatta.La ordino volentieri nei bambini, che la prendono

assai più facilmente e volontieri del comune olio difegato di merluzzo.

Genova, 10 Dicembre 1884.Dott. DOMENICO DI NEGRO.

F. BURCHI Gerente Responsabile gratuitoPisa, Tip. ualileiana 191.

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basso Serfogli, il violoncellista barúne Bei-

leau, il filodrammatico ..kndreotti che recitò

a meraviglia una Conferenza umoristica e

le distinU pianista signorine Saviozzi Musi-

telli. nn he i bravi maestri Colombi e

Bargb in i .

AppLusi ed elogi non mancarano agli ese-

cutori i quali non pezzi pochi dovettero ri-petere l'esucuzione,

Domenica scorsa, prima di Quaresima,ebbe luogo nella prioria di S. Biagio aCisanello l'esposizione solenne del SS. Sacramento, g,ià da noi annunziata, a van-taggio di tutti gli oblatori che, hannocoadiuvato Io zelo e le cure del M. R.Priore Sac. Angiolo Ga'li, concorrendoalle spese della nuova sagrestia, apertaappunto in detto giorno.

La mattina di buon'ora dopo la messaparrocchiale venne esposto il SS. Sacra-mento alla pubblica adorazione. A ore 10vi fu messa cantata e la sera vespro ebenedizione. In tutte le ore non mancaronopersone a fare l'adorazione, ed il concorsodel popolo fu assai numeroso, nonostanteche in Pisa fossero in quel giorno i di-vertimenti carnevaleschi, protratti anchein quaresima dalla moderna civiltà si pocoossequente alla religione de' nostri avi.

4111~111~111111~111,Il di 15 corrente ad ore 7 antimeridiane

spirava placidamente dopo breve malattiala distinta signora

EUGENIA BAGNOLI ved. RICCInell' età (li 68 anni.

Fu donna di alti sentimenti e in mezzoalle doiorose vicende della vita trovò sem-

(Vedi Appendice in 4° pagina.

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ADOPERATE IL !INNATO PHIFEZIONATO ED ORAdal I maggio 1890 reso

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di dirle che «esso costituisce una ottima preparazione per la cura delle di -verse cloronemie, quando non esistano caus malvagiP, o anatomiche irre-sulubili ». L' ho trovato sopra tutto molto utile nella crorosi negli esaurimentinervosi cronici, postumi dalla infeziolie palustre, ecc.

La sua tolleranza da parte dello stomaco, rimpptto alle altre preparazionidi Ferro-China, dà al suo elisir una indiscutibile preferenza e supe,iorità.

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13 APPENDICE

GABRIELLA D'ETHAMPES

ANA MAN— G-

(Dal Francese).

Guglielmo promise intanto di mettersi col

padre Ambrogio in cerca del detto sedile,d'assidervisi e rappresentarlo elle sue so-relle. .

— E tu vedrai, Margherita, disse ridendo,

che correrà la voce in paese che la pelle-grina sia apparsa.

— Oggimai, fratel mio, tu soeligli• più adun pellegrino che a una pellegriaa, disse lafanciulla ridendo anch'essa.

— Da lontano, Margherita, si par.45 pren-

dere abbaglio, sovratutto quando vi sia di-

sposizione allo spavento.

— Vostro fratello, mia carissima, Mar-

gherita, vi vuoi mostrare come la credulitàè irragionevole, disse Odierna sorridendo.

Margherita sorrise, e un po' impacciata

rispose:

- V'assicuro, Odierna, che non ho- puntovoglia di - credere al racconto (Ti G-ait.

Le fanciulle, tornate al castello, non

Margherita. Esse pranzarono sole, colla lor)governante, e subito entrarono con lei neiloro appartamenti. Guglielmo poi si recò dalsuo maestro d'armi, e peco dopo dal padreAmbrogio. Finite le sue lezioni, andò finoall'ora di cena a conversare colle sorellealle quali assiso sopra uno sgabello, con unaBibbia sui ginocchi, insegnava la sacra Serit-tura, a Giovanna, ad Isabella, a Margheritae alla piccola. Beatrice, che con molta gra-vità ascoltava.

Alle lezioni succedevano i giuochi e vi-ceversa, e così occupavano il più bel gior-no quelle amabili fanciulle. Quasi dimenti-che dalla loro famiglia, trovano nella lorounione fraterna come obliare anch' esse ilmondo intero. L'amicizia fraterna non , so-miglia ella al dolce raggio del sole che se -:•ca la tempestosa pioggia, al balsamo chesana la ferita, alla rugiada che innaffia icampi ?

Fra le tenere consolazioni di M,-,rgherite.,di Giovanna e d'Isabella, Guglielmo sirimproverava le sue melinconie e i suoispaventi. Così alla fine di quel g:orno, egliera più che mai fermo nella confidenzaDio e nel leseiargli la cura del suo avvenire.

VIII.La festa d' Avaugour.

La gioiosa cavakata entr5 tardi nel ea-gtello, e la Signora Margherita vegliava an-

cora, e, benchè male in salute, erasi datacura di rispondere a tutti i messaggi rice-vuti nella giornata.

Al calpestio dei cavalli al felgor delletorce, chiuse le sue carte nello scrittoio,si avviò alla finestra, ma non l' aperse, sor-ridendo soltanto alle entusiastiche gridache sentiva. Chiamò le sue cameriere, sife leggere alcune orazioni, e recitò conesse la preghiera della sera prima di co-ricarsi.

Intanto la rutnorosa compagnia dei signoridelle dame, dei valletti e dei paggi entravanel castello, e poco dopo non si sentivapià un zitto. Ma da lungo tempo l' insonniaquest' ospite terribile, veniva ad assidersial capezzale di Margherita; i pensieri am-biziosi che la perseguitavano il giorno, nonle davano requie neppur nel sonno.

La dimane tuttavia ella comparve innanzia' suoi figli serena e sorridente. Appenaun lieve pallore sul suo viso, un lieve cer-chio azzurrognolo intorno a' suoi grandi oc-chi espressivi indicavano il patimento dellanotte scorsa, come d' ordinario, tutta a me-ditare sulla rovina di casa Móntfort e l* i-nalzamento di casa Blois.

Nei giorni seguenti Margherita fu forte-mente distratta da' suoi abituali affanni,giacchè il castello d' Avangour era semprepieno di nobili invitati. Alle rumorose cac-

cie succedevano lunghe passeggiate e alle-ari banchetti. Margherita era sì vaga di dis-tatinguersi in mezzo ad una corte, per ristrett-,che fosse, che con gioia prese parte allefeste date da suo figlio, per gettar sullanobiltà bretena le scintille del suo spiritovivace.

Le pompose radunate del castello furonseguite da feste pià senaplici, ma non menoallegre. Erano gozzoviglie. feste cOntadine-sche, ma gli ospiti di Avaugour non isde-e- navano di mescolarsi ai loro vassalli.

La pià bella festa fu senza dubbio quellad' Avaugour, che ebbe luogo nen' ottavadella natività della SS. Vergine. Fin dallamattina tutte le parrocchie vicine collacroce e bandiere inalberate giunsero perprendervi parte. La vaga cappella d'Avau-gour, splendidamenle ornata il giorno primadalle dame di Penthièvre, non era abba-stanza vasta da contenere i fedeli, de' qualii più stavano inginocchiati sotto la voltaridente e azzurra del cielo anzi che sotto learcate di pietra della ricca cappe,la. E que-sti non erano i meno ferventi, nè gli ultimia rispendere quando i cantori intuonaronocon grave voce, nel solenne momento dellacomunione. un pio cantico in lingua bretona.

(Continuai'.Cre■-e,

derono, come il mattino, della compagnia di

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