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I n seno alla pluridecennale coopera- zione fra la massima organizzazione rappresentativa degli Italiani di Croa- zia e Slovenia, l’Unione Italiana e l’en- te morale Università Popolare di Trieste, ogni anno vengono organizzate delle ini- ziative che sono vere e proprie manifesta- zioni culturali. Iniziate negli Anni settan- ta, continuano a tutt’oggi e sono d’impor- tanza decisiva per la conservazione della cultura e dell'identità e per la sopravvi- venza stessa della nostra Comunità. Oltre alle autorità ufficiali come il Pre- sidente Silvio Delbello e il Direttore Ge- nerale Alessandro Rossit, ci sono delle persone che hanno il merito di aver por- tato a termine tanti progetti legati ai se- minari per insegnanti, viaggi d’istruzione dei soci delle nostre Comunità nonché de- gli studenti delle nostre scuole. Abbiamo scelto di intervistare il simpaticissimo Fa- brizio Somma, direttore organizzativo per i suoi settori di competenza dell’UPT, fi- gura molto popolare tra i connazionali e sempre molto disponibile nell’ambito del servizio ala CNI. Dopo le escursioni a Venezia, Raven- na e Mantova, svolte dai ragazzi delle se- conde classi delle Scuole medie superiori italiane slovene e croate, dal 13 maggio, con l’escursione premio per i ragazzi delle scuole italiane vincitori dei concorsi “Ma- gia delle parole” e “Itinerari di bellezza”, ecco l’inizio delle escursioni di studio per le elementari a Firenze e Siena duran- te tutto il mese di maggio. Aggiunte alla prossima sessione autunnale per le scuole di Fiume e poi per le escursioni dei matu- randi le attività non sono poche. Si sa che vengono organizzate in collaborazione tra l'UI di Fiume e dal Settore viaggi culturali in Italia dell'UPT, ma come vengono scel- te, organizzate e poi svolte… passiamo per una volta dietro le quinte di un’attività che da sempre viene svolta a favore delle nostre scuole e delle nostre comunità e co- nosciamo chi la segue da tanti anni. Per tutti gli alunni del mondo, le gite sono di regola il momento più intenso e significativo del percorso scolastico insieme all’esame di maturità, anche se non evocano propriamente la stessa sensazione… Alla fine di ogni escursione di studio o dopo corso, al momento dei saluti uffi- ciali spesso concludo con delle frasi che esprimono un concetto del quale sono fer- mamente convinto: “Il viaggio si vive il giorno dopo il ritorno a casa”. In realtà i contenuti culturali e le nozioni sul posto, le opere d’arte, i monumenti italiani e la storia ad essi collegati, visitati ed acqui- siti memoricamente dai partecipanti, sono talmente tanti che è naturale vengano me- tabolizzati successivamente. Conta molto chi dirige l’escursione? Beh, si chiede all’oste se il suo vino è buono! In una nostra escursione di stu- dio, l’atmosfera che si crea durante le ore di “scuola sul campo”, come le definiamo noi e i momenti di tempo libero e, per i ragazzi anche la condivisione degli spa- zi comuni, rendono comunque “il viaggio di fine anno” indimenticabile per i parte- cipanti. Sta a noi organizzatori e accom- pagnatori, con la grande collaborazione dei docenti capoclasse, misurare e dosare l’euforia e la loro voglia di libertà. Come diceva spesso Sergio Molesi, se resta nel- la memoria il 50% dei contenuti, il gioco è fatto. Qual è secondo te la formula giusta per la buona riuscita delle stesse? Unire le nozioni storiche, geografi- che, storico-artistiche ed ambientali in un percorso interdisciplinare che coinvolga i partecipanti, per schemi e confronti con il mondo attuale. A tuo dire, i ragazzi di oggi sanno apprezzare l’arte? I ragazzi di oggi hanno fonti di ap- prendimento impensabilmente maggiori rispetto a quelli, ad esempio, degli anni ’90. I telefoni cellulari, Internet e face- book hanno sostanzialmente modificato il modo di comunicare tra loro, ma an- che di “apprendere” e informarsi, di as- similare. I ragazzi apprezzano l’arte, apprezza- no la storia, apprezzano l’Italia e hanno un senso estetico sicuramente più accen- tuato rispetto ai monumenti ma anche ri- spetto all’ambiente e alla natura. Percorsi interdisciplinari che coinvolgono w ww . e d it . h r /l a v o c e A n n o V I I n . 5 5 M a rt e dì, 1 0 m a g g i o 2 0 1 1 INCONTRI educa DEL POPOLO DEL POPOLO Fabrizio Somma, direttore organizzativo dell’UPT di Tiziana Dabović Segue a pagg. 4-5

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In seno alla pluridecennale coopera-zione fra la massima organizzazione rappresentativa degli Italiani di Croa-

zia e Slovenia, l’Unione Italiana e l’en-te morale Università Popolare di Trieste, ogni anno vengono organizzate delle ini-ziative che sono vere e proprie manifesta-zioni culturali. Iniziate negli Anni settan-ta, continuano a tutt’oggi e sono d’impor-tanza decisiva per la conservazione della cultura e dell'identità e per la sopravvi-venza stessa della nostra Comunità.

Oltre alle autorità uffi ciali come il Pre-sidente Silvio Delbello e il Direttore Ge-nerale Alessandro Rossit, ci sono delle persone che hanno il merito di aver por-tato a termine tanti progetti legati ai se-minari per insegnanti, viaggi d’istruzione dei soci delle nostre Comunità nonché de-gli studenti delle nostre scuole. Abbiamo scelto di intervistare il simpaticissimo Fa-brizio Somma, direttore organizzativo per i suoi settori di competenza dell’UPT, fi -gura molto popolare tra i connazionali e

sempre molto disponibile nell’ambito del servizio ala CNI.

Dopo le escursioni a Venezia, Raven-na e Mantova, svolte dai ragazzi delle se-conde classi delle Scuole medie superiori italiane slovene e croate, dal 13 maggio, con l’escursione premio per i ragazzi delle scuole italiane vincitori dei concorsi “Ma-gia delle parole” e “Itinerari di bellezza”, ecco l’inizio delle escursioni di studio per le elementari a Firenze e Siena duran-te tutto il mese di maggio. Aggiunte alla prossima sessione autunnale per le scuole di Fiume e poi per le escursioni dei matu-randi le attività non sono poche. Si sa che vengono organizzate in collaborazione tra l'UI di Fiume e dal Settore viaggi culturali in Italia dell'UPT, ma come vengono scel-te, organizzate e poi svolte… passiamo per una volta dietro le quinte di un’attività che da sempre viene svolta a favore delle nostre scuole e delle nostre comunità e co-nosciamo chi la segue da tanti anni.

Per tutti gli alunni del mondo, le gite sono di regola il momento più intenso e signifi cativo del percorso scolastico insieme all’esame di maturità, anche

se non evocano propriamente la stessa sensazione…

Alla fi ne di ogni escursione di studio o dopo corso, al momento dei saluti uffi -ciali spesso concludo con delle frasi che esprimono un concetto del quale sono fer-mamente convinto: “Il viaggio si vive il giorno dopo il ritorno a casa”. In realtà i contenuti culturali e le nozioni sul posto, le opere d’arte, i monumenti italiani e la storia ad essi collegati, visitati ed acqui-siti memoricamente dai partecipanti, sono talmente tanti che è naturale vengano me-tabolizzati successivamente.

Conta molto chi dirige l’escursione?Beh, si chiede all’oste se il suo vino

è buono! In una nostra escursione di stu-dio, l’atmosfera che si crea durante le ore di “scuola sul campo”, come le defi niamo noi e i momenti di tempo libero e, per i ragazzi anche la condivisione degli spa-zi comuni, rendono comunque “il viaggio di fi ne anno” indimenticabile per i parte-cipanti. Sta a noi organizzatori e accom-pagnatori, con la grande collaborazione dei docenti capoclasse, misurare e dosare l’euforia e la loro voglia di libertà. Come

diceva spesso Sergio Molesi, se resta nel-la memoria il 50% dei contenuti, il gioco è fatto.

Qual è secondo te la formula giusta per la buona riuscita delle stesse?

Unire le nozioni storiche, geografi -che, storico-artistiche ed ambientali in un percorso interdisciplinare che coinvolga i partecipanti, per schemi e confronti con il mondo attuale.

A tuo dire, i ragazzi di oggi sanno apprezzare l’arte?

I ragazzi di oggi hanno fonti di ap-prendimento impensabilmente maggiori rispetto a quelli, ad esempio, degli anni ’90. I telefoni cellulari, Internet e face-book hanno sostanzialmente modifi cato il modo di comunicare tra loro, ma an-che di “apprendere” e informarsi, di as-similare.

I ragazzi apprezzano l’arte, apprezza-no la storia, apprezzano l’Italia e hanno un senso estetico sicuramente più accen-tuato rispetto ai monumenti ma anche ri-spetto all’ambiente e alla natura.

Percorsi interdisciplinari che coinvolgono

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w.ed

it.hr/lavoce Anno VII • n. 55 • Martedì, 10 maggio 2011

INCONTRI

educa

DEL POPOLODEL POPOLO

Fabrizio Somma, direttore organizzativo dell’UPT

di Tiziana Dabović

Segue a pagg. 4-5

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Ormai l'estate è alle porte e gli alun-ni delle ottave classi hanno già de-ciso, o stanno ancora valutando, a

quale scuola media superiore iscriveresi. Di solito vige il pregiudizio che gli alun-ni più bravi e capaci, iscrivano per forza un indirizzo ginnasiale, mentre quelli che non riescono ad iscriversi nelle scuole più rinomate si accontentino degli indirizzi tecnici e professionali. La Scuola media superiore alberghiera di Abbazia ha volu-to dimostrare il contrario, presentando a tutti gli alunni interessati la propria quali-tà, le possibilità che apre per quanto con-cerne il mondo del lavoro, e l'altro grado di professionalità e serietà dei professori, che hanno fatto della scuola il campione nazionale di quasi tutti i concorsi gastro-nomici.

Il preside, prof. Damjan Miletić, ha pensato di organizzare una vera e propria presentazione della scuola, in modo da di-mostrare in pratica come viene applicato il sapere conseguito durante l'educazione scolastica.

Perché ha sentito il bisogno di dimo-strare agli alunni delle elementari come si lavora nella vostra scuola?

Purtroppo, spesso si tende a sottova-lutare le scuole professionali, soprattutto quelle alberghiere, che vengono consi-derate l'approdo per coloro che non sono riusciti a iscriversi nei ginnasi. Noi abbia-mo voluto dimostrare ai ragazzi che per essere un bravo cuoco, cameriere, pastic-cere, direttore di un'agenzia turistica o di un ristorante, bisogna avere delle basi, bi-sogna conoscere il modo di approcciare correttamente il cliente, farlo sentire a suo agio, saper prevedere ogni sua esigenza o desiderio. Secondo me questo mestiere è una vocazione, lo si deve fare col cuore se si vuole avere successo. L'albergatore la-vora a stretto contatto con la gente, deve avere un dato portamento, deve essere se-rio, servizievole, deve avere tatto, deve conoscere il galateo e esprimersi corretta-mente. Personalmente, ho voluto spiegare ai nostri futuri alunni che per fare il cuo-co o il cameriere non basta memorizza-re le ordinazioni o fare automaticamente sempre le stesse cose, ma bisogna essere creativi. La creatività è la componente es-senziale e ciò che distingue un buon ope-ratore turistico da uno scadente.

Quali sono le novità che verranno presentate ai ragazzi quest'anno?

Sono molto fi ero di poter annunciare che quest'anno, grazie ai fondi stanziati dal ministero del Turismo, siamo riusciti a creare un breve fi lm nel quale raccontia-mo la storia della nostra scuola e ciò che siamo adesso. Credo che siamo la prima scuola in Croazia ad avere la propria ban-diera, il proprio fi lm e il proprio inno.

Persino un inno?Beh, sì, non è un inno tradizionale e solen-

ne, è piuttosto una canzone cantata da alcuni nostri ex alunni che raccontano la loro espe-rienza presso la nostra scuola. Mauro Staraj, del gruppo "Koktelsi" ci ha aiutato a compor-re la musica, il resto è farina del nostro sacco.

Sembra che la Scuola media supe-riore alberghiera sia molto sostenuta, in ogni senso, dal ministero del Turismo.

Certamente, sono molto riconoscente al ministro Bajs perché ci ha aiutato svariate volte, e grazie a lui abbiamo realizzato nu-merosi progetti, abbiamo potuto dare bor-se di studio agli alunni più bravi e abbiamo rimesso a nuovo i laboratori scolastici, un intervento del valore di 30mila kune. An-che adesso, dopo aver presentato agli inte-

ressati la nostra scuola, il consigliere del ministro del Turismo, Ivo Bašić, ci ha fatto i complimenti.

Può dirci brevemente quali sono i quattro indirizzi a disposizione dei ra-gazzi?

Abbiamo tre indirizzi triennali: cuoco, pasticcere e cameriere e un indirizzo qua-driennale: commercialista. Puntiamo mol-to sulla qualità e sulla creatività dei nostri alunni, abbiamo un laboratorio nel quale possono esercitarsi e creare delle vere e proprie opere d'arte. Non a caso, dal 1992 a questa parte, abbiamo sempre vinto i pri-mi premi nelle varie categorie del concor-so "Gastro" e l'anno scorso abbiamo vinto la medaglia d'oro al concorso gastronomi-co in Ungheria, a Nagykanizsi.

Per quanto riguarda i commercialisti, cerchiamo di dare loro una solida base lin-guistica ed economica e credo che fi nora tutti i ragazzi siano riusciti a realizzarsi nel loro campo.

Pensa che la scuola in futuro riuscirà ad incrementare il numero degli iscritti?

Penso proprio di sì. Il turismo è un settore molto importante per la Croazia

ed è un settore ancor sempre redditizio, a differenza degli altri rami dell'econo-mia. Gli alunni che escono dalla nostra scuola non fanno fatica a trovare lavoro, è un dato che mi confermano tutti i miei ex alunni.

Penso sia importante anche il fatto che noi offriamo ai ragazzi la possibilità di fare pratica nel campo che hanno scelto e quin-di sono già dei professionisti all'uscita da scuola.

Martedì, 10 maggio 20112 educa

Alberghiera e turismo: il segreto del successo è la creatività

L’INTERVISTA Damjan Miletić, direttore dell’istituto scolastico di Abbazia

di Stella Defranza

Il prof. Krešimir Brnin con i suoi allievi

Delizie gastronomiche preparate dagli alunni della scuola alberghiera

Il prof. Damjan Miletić, preside della scuola di Abbazia

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Sono in tanti gli psicologi che offrono consigli su come rapportarsi con i bambini, quali valori tra-smettere loro, come risolvere i problemi comporta-

mentali, ma i consigli sono veramente diffi cili da segui-re. Entrando in classe bisogna tener conto dello sviluppo intellettivo dei bambini, del loro background familiare, del loro carattere, delle loro differenze individuali, e, purtroppo anche gli insegnanti commettono errori. Ecco alcune delle teorie dello sviluppo più famose:

Bandura e l'apprendimento sociale

La teoria dell'apprendimento sociale di Bandura è uno dei fondamenti della psicologia dello sviluppo e risulta poi una delle più rilevanti per la sua estesa analisi dei fat-tori individuali e contestuali che determinano il funzio-namento della personalità. Bandura evidenziò come l'ap-prendimento non implicasse esclusivamente il contatto diretto con gli oggetti, ma che avvenisse anche attraverso esperienze indirette, sviluppate attraverso l'osservazione di altre persone. Un insegnante che punisce un alunno di-sobbediente o sboccato insegnerà agli altri alunni a non comportarsi nella stessa maniera, anche se non sono loro che hanno subito le conseguenze del comportamento ri-provevole. L'alunno che ha trasgredito alle regole e viene punito diventa modello per gli altri bambini, che a loro volta imparano la lezione. Bandura ha adoperato il ter-mine modellamento (modeling) per identifi care un pro-cesso di apprendimento che si attiva quando il compor-tamento di un individuo che osserva si modifi ca in fun-zione del comportamento di un altro individuo che ha la funzione di modello. Signifi cativi sono gli studi condotti sul comportamento aggressivo dei bambini dopo aver os-servato un modello televisivo. Tutti i bambini, indipen-dentemente dal sesso, hanno ripetuto i gesti aggressivi veduti nel fi lmato presentato dagli psicologi. La teoria del modellamento di Bandura spiega anche il fenomeno della violenza domestica, che sembra trasmettersi da pa-dre in fi glio (ruolo del molestatore) e da madre in fi glia (ruolo della vittima), ma in realtà viene "imparata" ve-dendo il comportamento dei modelli/genitori.

Vygotskij e i contestualistiLa teoria dello sviluppo di Vygotskij è legata a quella

dell'apprendimento sociale di Bandura. Per Vygotskij e i contestualisti l'individuo è parte integrante della società in cui vive d è inscindibile dal "contesto" in cui è cresciu-to. Il bambino viene plasmato dal contesto socio-storico-culturale, ma a sua volta esercita una certa infl uenza sul-l'ambiente circostante. Vygotskij ha coniato l'espressione "zona di sviluppo prossimale" per designare il potenziale di apprendimento di un individuo che ha ottenuto un ap-poggio esterno. In parole povere, il bambino autonoma-mente potrebbe risolvere un esercizio di una data diffi -coltà, ma con l'aiuto di un adulto le sue capacità intellet-tive vengono sfruttate meglio e i risultati sono maggiori. La zona di sviluppo prossimale è la distanza fra un pro-blem-solving autonomo e uno sviluppo potenziale con l'aiuto dell'insegnante. Il ruolo dell'educatore è quello di presentare attività che richiedono un livello leggermente

superiore rispetto alle capacità del bambino. Le esigen-ze non devono essere troppo basse o il bambino non per-cepirà il compito come una sfi da, ma non devono essere nemmeno troppo alte, perché il bambino potrebbe sco-raggiarsi.

Erikson e la ricerca dell'identità Erikson considera la ricerca della propria identità il

tema principale della vita. Ogni periodo nella vita del-l'uomo è contrassegnato da un conflitto tra un ideale da raggiungere e il rischio di fallire. Ogni stadio dà una ri-sposta diversa alla domanda "Chi sono io?". L'identità viene trasformata di stadio in stadio e le precedenti for-me di identità influenzano le forme successive.

Gli stadi che riguardano lo sviluppo del bambino in età scolare sono quello che va dai 6 anni all'adolescen-za e che è contrassegnato dal conflitto industriosità e inferiorità e da quello che riguarda lo sviluppo pube-rale e che è contrassegnato dal conflitto identità e ri-fiuto. Il ruolo dell'insegnante nella scuola elementare è quello di stimolare i bambini a sentirsi competenti, a prendere l'iniziativa, senza alzare la voce se sbagliano o non fanno bene qualcosa. Gli insegnanti delle classi superiori della scuola elementare e delle scuole medie superiori dovrebbero tener conto del processo di "ri-cerca di sé" , che avviene nella psiche degli alunni e

dovrebbero indirizzarli verso modelli positivi cui fare riferimento.

Modelli scolasticiQuello dell'insegnante è un mestiere spesso invidiato,

per il numero elevato di ferie. La responsabilità che com-porta essere l'educatore di piccole persone che un gior-no rifl etteranno quello che noi abbiamo trasmesso loro è a dir poco enorme. Nel momento in cui mette piede a scuola il bambino si lascia alle spalle un mondo che co-nosceva bene, del quale rappresentava il centro rotatore. Entrando a scuola, le cose cambiano. Non si è più a con-tatto con i genitori, nonni, tate o maestre dell'asilo con le quali giocare. A scuola c'è una sola maestra e ci sono tanti compagni, si deve stare seduti composti per lunghe ore, in silenzio. Il processo di assimilazione del sapere non avviene più tramite il contatto diretto con le persone, ma in modo artifi ciale, tramite la trasmissione delle in-formazioni da uno a venti-trenta (dipendentemente dalla grandezza delle classi). Il ruolo dell'insegnante è fonda-mentale, soprattutto nei primi anni della scuola elemen-tare, perché ha la funzione di valutare il comportamento del bambino. Nell'età prescolare i bambini non vengono mai valutati dai genitori. Viene detto loro se quello che fanno è giusto o è sbagliato, ma non sono in competizio-ne con nessuno e non confrontano le proprie competen-ze con quelle degli altri. Dovendo imparare a scrivere o a fare i conti. Notando di essere un po' più lento dei pro-pri compagni il bambino potrebbe scoraggiarsi. Il ruolo dell'insegnante è di stimolare l'alunno a impegnarsi di più. Quegli insegnanti che si limitano a valutare l'opera-to degli alunni tramite i voti, senza incoraggiarli e sen-za lodare il loro impegno, indipendentemente dal risul-tato, creeranno individui dall'autostima bassa e che non ameranno la scuola. L'insegnante è quello che defi nisce il tipo di rapporto con gli alunni (rapporto di tipo asim-metrico) e il tipo di rapporto che gli alunni avranno tra di loro (di tipo

simmetrico). Se il docente è esigente, ma non incita i ragazzi a competere tra di loro, l'atmosfera in classe non sarà competitiva ma piuttosto solidale. Un altro fattore molto importante è non dare

troppo peso ai voti, che non devono venire vissuti come un'evaluazione del valore complessivo di una per-sona, bensì esclusivamente della quantità di sapere ac-quisito. Spesso i bimbi tendono a discreditare i compagni che prendono voti più bassi, minando la loro autostima. Il rapporto che il docente ha nei confronti dello studio e dei voti viene internalizzato anche dai bimbi, dato che per loro la maestra o il maestro sono un modello da imi-tare. Se il docente umilia o offende uno degli alunni, lan-cia automaticamente un messaggio al resto della classe "L'ho fatto io, potete farlo anche voi“. Questo è il motivo principale perché l'insegnante deve stare attento a come si comporta in presenza dei ragazzi e deve rendersi con-to che il suo lavoro non consiste soltanto nel trasmettere sapere e norme di comportamento. Queste stesse norme devono venire dimostrate. Esiste un unico consiglio che racchiude in sé tutte le teorie esistenti sullo sviluppo del bambino e che è il consiglio più importante per genitori, insegnanti e psicologi: accettare incondizionatamente il bambino, accettarne i difetti e i pregi, tollerare gli insuc-cessi, quando non sono dovuti al poco impegno e dimo-strare al bambino di volergli bene.

Martedì, 10 maggio 2011 educa 3

Insegnamento, un mestiere faticosoL’ANALISI Psicologia dello sviluppo e metodi di apprendimento

di Stella Defranza

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lavorative e anche extralavorative dei com-ponenti delle Comunità e alle loro peculiarità tradizionali e territoriali.

Gite turistiche di alto livello?Ecco… desidero con forza precisare che

le escursioni di studio in Italia a tutti i livel-li, come le escursioni dopo corso delle Co-munità degli Italiani, non sono assolutamen-te escursioni turistiche: sono a tutti gli effetti corsi culturali sul campo. Di questo ne siamo convinti e con impegno operiamo per con-seguirne i risultati. E i riconoscimenti arri-vano.

Ma in totale quanti connazionali vengo-no in Italia ogni anno?

Facendo una media annuale, si parla di circa 1.800 - 2.000 partecipanti con una “media” di soggiorno in Italia di 3 - 4 gior-ni.

A questi si devono aggiungere gli alun-ni che partecipano alle giornate di studio a Trieste al LIS -Immaginario scientifi co di Grignano e al Life Learner Center del Di-partimento di scienze della vita dell’ateneo triestino, con visite al Castello di Mirama-re, all’Acquario marino dei Musei civici di Trieste, al Museo dell’Antartide come alla Grotta gigante. Senza contare i ragazzi delle scuole elementari che partecipano alle colo-nie estive nel Tarvisiano, circa 250 alunni, che a turni di 10 giorni svolgono attività ri-creativa, seguiti dalla collega Susanna Iser-nia del Settore Cultura

A contatto diretto con la gente: quali i pregi e quali invece i difetti?

Sia per me che per le mie colleghe, pen-so e trovo conferma spesso che, se dopo tan-ti anni seguiamo ancora questo Settore con passione ed entusiasmo… difetti non ne ve-diamo.

È innegabile però che in certi periodi “caldi”, giungiamo a momenti di grande stress organizzativo e questo tante volte lo-gora. Ma passato il momento e appena par-tita l’iniziativa, si recupera e si dimentica. È naturale.

Formazione scuola - Università

Parliamo dell’attività di settore per la formazione scuola - Università. Come mai anche questi campi d’azione?

Dal 1983 lavoro all’Università degli Studi di Trieste. Ora seguo la divulgazione scienti-fi ca al Dipartimento di scienze della vita, di-retto da Piero Paolo Battaglini, ma per più di 25 anni ho lavorato sotto le direttive di Lu-ciano Lago, in stretto contatto anche con do-centi “umanisti”, impegnati in ricerca sulla formazione e la didattica e sulla scuola in generale. Nell’ormai cessato Dipartimento di scienze geografi che e storiche, da sempre è stata ospitata la Sezione regionale dell’Asso-ciazione insegnanti di geografi a, con quel che ne consegue per gli impegni nelle organizza-zioni di seminari e congressi d’aggiornamen-to in ambito universitario coordinati da Gian-franco Battisti.

I seminari di aggiornamento coinvolgo-no gli insegnanti delle istituzioni scolasti-che della CNI. Quanti vi partecipano?

Considerando tutti i seminari d’aggior-namento organizzati in un anno, vi parteci-pano non meno di 150 - 200 docenti. Solo nell’invernale all’Università di Trieste e a quello itinerante regionale estivo quest’an-no si raggiungeranno gli ottanta partecipan-ti complessivi.

Tanti servizi nel campo della scuola dunque…

Non solo. Ci siamo soffermati sull’attivi-tà specifi ca del settore Formazione/Scuola/Università, in realtà, vengono seguite le bor-se di studio universitarie in Italia, per gli stu-denti connazionali meritevoli. Coordiniamo il servizio dei docenti che dall’Italia spplenti per le materie d’insegnamento specifi co, in-dicate dai direttori e Presidi delle Scuole Ita-liane dell’Istria e di Fiume. Nel campo del-l’editoria non bisogna dimenticare le collane del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno e senza dimenticare l’Antologia di Istria Nobi-lissima che con l’edizione 2010 raggiungerà la 43° edizione. Da ultimo, ma non per im-portanza, il coordinamento della Giornata dello Sportivo, che ogni anno ospita un cam-pione immagine dello sport italiano. Scusate se è poco…

Un po’ di storia. Come ricordi il tuo primo incontro con gli italiani dell’Istria e di Fiume?

Sono passati tanti anni ahimè… ma più che di primo incontro posso parlare di una lenta, costante, costruttiva ed appagante co-noscenza.

In che occasione?Si dice che “Nulla è al caso…” e oltre al

titolo di un libro di Richard Bach, uno dei miei autori preferiti, ho sempre pensato che il mio rapporto con gli italiani in Slovenia e Croazia fosse predestinato. Pur non avendo discendenze istriane o fi umane, il mio rap-porto con la CNI è un qualcosa che ritengo naturale. Forse sono “istriano” e non lo so.

Scherzi a parte, già nella metà degli anni ’80, lavorando all’Istituto di geografi a del-l’Università degli Studi di Trieste con il pro-fessor Valussi, mi sono ritrovato a conosce-re la realtà del GNI. E proprio nell’ambien-te universitario di quegli anni, anche l’ami-

cizia con Maurizio Tremul, allora studente, mi portò a conoscere “la realtà” della CNI, in una visione che defi nisco ancor oggi “molto attuale e non retorica”. Lo stesso vale per la conoscenza con Silvio Forza, in un periodo immediatamente successivo e poi con il mio “storico” amico e compagno di studi Corra-do Dussich.

Formazione scuola Università editoria viaggi: da quanto tempo te ne occupi?

Il settore che conduco, in collaborazio-ne con le mie due colleghe Fabiana Toffetti ed Elisabetta Lago è per me il piacevole “ri-sultato” dell’unione delle mie esperienze la-vorative precedenti alla professione attuale e anche delle mie passioni personali: l’editoria e i viaggi storico-artistici in Italia, la forma-zione e la scuola.

Competenze specifi che quindi.Competenze formate e poi approfondite

con corsi di specializzazione, aggiornamen-to e master che mi hanno portato alle attua-li mansioni e servizi svolti nel “mio” Settore all’UPT, ma conta ed è contata molto, nella formazione professionale, l’esperienza sul campo con le scuole e le Comunità degli Ita-liani.

E questo, in realtà vale per tutto l’orga-nico dell’UPT, dalla direzione generale “in giù”. Siamo un gruppo con delle peculiarità professionali uniche.

Soddisfatto del tuo lavoro?Poterlo svolgere nel mio ente ultracente-

nario, in maniera professionale, organica e complementare, a favore della Comunità e della scuola italiana in Slovenia e Croazia, oltretutto per conto del Governo Italiano, è una bella soddisfazione. E non è un caso che il tema della mia tesi di laurea, conseguita in età più che matura, sia stato: “La politica culturale dell’Università Popolare dal ’54 al 2000 (..).”

Ma l’entrata uffi ciale all’UPT? All’Università Popolare di Trieste, dopo

un periodo di collaborazione esterna entrai defi nitivamente nel gennaio del 1997. Mi chiamò il professor Luciano per una situa-zione straordinaria di necessità lavorativa nel settore editoriale.

Quindi da collaboratore esterno a di-rettore organizzativo dei tuoi settori?

Da collaboratore esterno all’UPT iniziai a seguire le Collane del CRS di Rovigno e ad avere un contatto operativo quasi gior-naliero con il professor Giovanni Radossi, che “resiste” ancora oggi. Intanto nel 1990 il vecchio Istituto di geografi a diventava Di-partimento di scienze geografi che e con Lu-ciano Lago, Claudio Rossit e Claudio Dega-speri, come con Roberto Ambrosi, Carlo Do-nato, Giuseppe Cuscito e tanti altri docenti e accademici, entrai a far parte del gruppo di collaboratori che in varie vesti operavano per l’UPT a favore dell’UI di Fiume.

Dai primi anni’90, mi ritrovai quasi per caso a collaborare alle escursioni di studio in Italia organizzate dall’UPT, soprattut-to nei viaggi di fi ne corso per gli studenti iscritti alla Sezione di pedagogia a Pola, or-ganizzati da Luciano Lago. Proprio in quel periodo mi iscrissi al primo corso per ac-compagnatore turistico per ottenere il pa-tentino di accompagnatore turistico inter-nazionale. In seguito, proprio per la condu-zione del “mio” Settore all’UPT, ho seguito e svolto un master per Direttore tecnico di Agenzie turistiche.

E per concludere, c'è da complimen-tarsi per l'aggiornata visibilità per tutta l'attività dell'UPT in questi ultimi tempi.

Il merito va alla sostanziale nuova at-tenzione della Presidenza di Silvio Delbel-lo e della Direzione Generale di Alessandro Rossit, alla comunicazione e ai media.

Noti delle differenze tra lo studente di qua e di là dal confi ne?

Dal punto di vista comportamentale, i nostri ragazzi formavano anni fa dei gruppi d’élite, rispetto ai classici gruppi scolastici italiani, soprattutto per lo stretto rapporto che avevano con i loro docenti, che terri-torialmente corrispondevano all’ambiente sociale comunitario di residenza. Ormai, in questi ultimi anni, l’omologazione do-vuta ai grandi mezzi di comunicazione ha un po’ standardizzato lo studente tipo del-le nostre scuole in Istria e a Fiume a livello “europeo” anche nei rapporti con i docen-ti. Spesso alla fi ne delle escursioni, gli al-bergatori, come le guide o gli stessi auti-sti dei pullman, evidenziano che le nostre scolaresche “si comportano con maggior decoro”.

E dal punto di vista formativo?Dal punto di vista formativo posso dire

che i ragazzi delle scuole con lingua inse-gnamento italiana in Croazia e Slovenia non hanno nulla da invidiare ai ragazzi delle scuole italiane per annualità scolasti-che corrispondenti. In ultima analisi forse i nostri ragazzi hanno un punto in più per la padronanza delle lingue straniere come l’inglese e il valore aggiunto naturalmente acquisito dell’uso ambivalente delle L1 e L2. Ma questo è un argomento troppo spe-cifi co e necessiterebbe di molte rifl essioni.

Quanto sono disposti ad ascoltare e a porre domande pertinenti?

Devo ammettere che scopro tantissimi alunni, sempre più preparati che pongono domande pertinenti anche alle guide turi-stiche locali, con cognizione di causa e co-noscenza della storia italiana in generale. Come per ogni cosa però, se manca il cata-lizzatore all’interesse del singolo come di tutto il gruppo, l’impresa è diffi cile se non impossibile.

Quali sono i luoghi storici d'Italia più apprezzati dai ragazzi?

I ragazzi hanno delle mete “istituziona-li” stabilite e tradizionali. Devo dire che ad ogni appuntamento il livello di gradi-mento appare molto elevato rispetto anche alle classi d’appartenenza. Durante i primi anni delle classi elementari svolgono del-le escursioni a Venezia. Dopo l’esperien-za delle colonie estive nel Tarvisiano, vi-vono le escursioni con le visite alle città di Firenze, Siena, Pisa. Dal prossimo anno scolastico 2011/12 anche con una giornata a Genova.

Nelle seconde classi delle medie supe-riori, ritornano con escursioni di due giorni ad approfondire la “Serenissima”, Raven-na e Mantova. Si conclude il percorso sco-lastico con l’escursione dei “maturandi” a Roma, vaticana ed archeologica.

Qualche aneddoto?Aneddoti ovviamente tanti, simpatici

e per fortuna mai gravi. Ricordo che in una delle ultime escursioni a Roma, con i professori Millotti e il compianto ami-co Miculian, alcuni ragazzi, inizialmente non identificati, commisero una goliar-

data in albergo. Ebbene, fino alla visione del filmato a circuito chiuso dell’albergo, ognuno dei due docenti dava per sconta-to che gli autori “non potevano” che esse-re gli alunni dell’altra scuola. Dopo circa due giorni di mugugni, scoprimmo che la “banda” era composta da tre ragazzi di una e tre ragazzi dell’altra scuola. Tutto termi-nò con una stretta di mano simbolica tra i due docenti e una colletta per pagare il danno all’albergo.

Le escursioni di studioEntriamo nel particolare del Settore

che dirigi e che organizza da anni escur-sioni di studio in Italia per i ragazzi delle nostre scuole. In che cosa consistono?

Dal punto di vista tecnico è un’attivi-tà impegnativa ma appagante, che occupa mesi di lavoro mio e della mia collega Tof-fetti. In realtà, già al momento della parten-za, il grosso dell’impegno orga-nizzativo e logistico è già svolto, con mail, telefonate, fax e contatti di coordinamento con l’omologo settore del-l’UI e, suc-c e s s i v a -

mente con le strutture ospitanti in Italia. Dal momento dell’effettiva partenza, l’impegno si traduce in grande responsabilità verso i ra-gazzi e l’immagine istituzionale, rappresen-tata dai direttori di viaggio dell’UPT, nel ri-spetto del governo italiano e dell’istituzione fruitrice, l’Unione Italiana.

In generale, in che cosa consiste il lavo-ro dell’UPT?

Il nostro la-voro nel set-tore "For-m a z i o n e , scuola, uni-versità, edi-toria, viag-gi", sostan-zialmente c o n s i s t e n e l l ’ o r -ganizza-

zione delle attività culturali in Italia a favore delle scuole e delle Comunità degli Italiani. Le scadenze dell’anno scolastico e delle Co-munità degli Italiani “contemplate” nel pia-no permanente di collaborazione UPT-UI di Fiume impegnano i nostri uffi ci praticamen-te tutto l’anno. Molto impegno viene profuso nell’organizzazione dei seminari di forma-zione ed aggiornamento per i docenti delle scuole italiane in Istria e a Fiume, in stretta collaborazione con i consulenti pedagogici dei tre Stati ed il Consolato generale d’Italia a Capodistria. Assieme alla collega Elisabet-ta Lago, curiamo anche la “direzione” du-rante lo svolgimento dei seminari a Trieste, in altre regioni italiane e in Slovenia.

Anche i due Corsi in lingua italiana al-l’Università di Pola?

Ogni anno viene rinnovata la Conven-zione tra l’Università degli Studi di Trieste e l’Università degli Studi di Pola “Juraj Do-brila”. I promotori di questa realtà interna-zionale sono l’UPT e l’Unione Italiana di Fiume, sotto gli auspici del MAE italiano. I due corsi sono intesi come risultato d’ec-cellenza nella collaborazione internaziona-le.

Per le Comunità degli Italiani stesso impegno?

Per le escursioni di studio a favore delle Comunità degli Italiani organizziamo il sog-giorno e le visite dei connazionali divise per sessioni: primaverile e autunnale.

Tanto lavoro?Si tratta dello stesso impegno organizza-

tivo svolto per le scuole, aumentato e molti-

plicato per numero di partecipanti. Lo stes-so lavoro quindi, ovviamente con più di cin-quanta offerte per destinazioni e tematiche culturali e una grande attenzione alla calen-darizzazione delle date di svolgimento, an-che secondo le singole esigenze e le attività

54 educa

Lo conobbi agli inizi degli anni ’80 nell’ambito di manifestazioni artistico-culturali per il Comune di Trieste. Da al-lora Sergio Molesi è stato per me, come per molti, una fi gura importantissima. Con lui ho svolto le prime Direzioni di viaggio con le scuole e le Comunità. Al-l’epoca, prima di ogni escursione veniva-no svolte anche lezioni di storia dell’arte. Posso dire di ritenermi fortunato per que-sto, perché visitare più volte i Musei degli Uffi zi a Firenze e le Gallerie Vaticane con le sue spiegazioni è stata un’esperienza impagabile. Lui amava l’Istria, Fiume la Dalmazia ed era orgoglioso di essere stato uno dei primi collaboratori cultu-rali dell’Università Popolare di Trieste, a partire dagli anni ‘60. Con lui poi ho seguito tutte le pubblicazioni dell’Anto-logia “Istria Nobilissima” e dei “Premi promozione”, nonché gli allestimenti del-le personali in Italia, Slovenia e Croazia. Conosceva tutti gli artisti connazionali, compresi i più giovani. Da sempre, anche dopo la malattia, affrontata da cuor di leone, come lui stesso si defi niva, ha vo-luto essere aggiornato su quello che av-veniva in Istria, a Fiume e in Dalmazia.

L’ultimo suo grande impegno edito-riale è stato la monografi a su Romolo Ve-nucci. Fino agli ultimi giorni ne ha cu-rato la distribuzione e divulgazione. Nel rapporto personale è stata la persona che mi ha formato dal punto di vista artisti-co-professionale, aiutandomi anche nella redazione della mia tesi di maturità (l’ar-gomento era Romolo Venucci).

Aneddoti ne avrei tanti sul “grande elefante”, così gli piaceva farsi chiama-re. Mi ricordo che nel gennaio del 2007, dopo il brutto incidente occorsogli, lo trovai in ospedale a leggere la “Voce del Popolo” come ogni giorno: volle far-si fare una foto con il giornale in mano e un cappello-maschera raffi gurante la te-sta di un elefante e mi disse di mandare al vostro giornale la foto, per far sapere a tutti che si informava sempre sulla Co-munità Nazionale. Lui era così.

Un’esperienza importante fu quan-do Vittorio Sgarbi volle ritornare a fare un giro in Istria con lui. Dopo la visita alla Danza macabra di Hrastolje rag-giungemmo S. Lorenzo e Valle, ferman-doci alla Basilica Eufrasiana di Parenzo. Sgarbi rimase affascinato dalle spiega-zioni di Sergio.

Mi piace ricordare che lui si faceva chiamare “grande elefante” e “leovir-go”, perché era leone ascendente ver-gine. A me aveva dato il soprannome di “grifolibra” e con lui ho iniziato a fuma-re il sigaro… trent’anni fa.

Vorrei concludere ricordando che Ser-gio ha sempre asserito che “l’Arte libe-ra la mente, apre e scalda il cuore e to-glie tutti i confi ni”. Le sue parole e la sua simpatia hanno “scaldato il cuore di tanti connazionali e di tutti coloro che lo han-no conosciuto. Ricordandolo ora sento le stesse emozioni.

Sergio Molesi nei ricordi di Fabrizio Somma

«L’arte libera la mente apre e scalda il cuore»

Martedì, 10 maggio 2011 Martedì, 10 maggio 2011

Sopra: Fabrizio Somma. Sotto: escursione delle elementari a Firenze, anno 2000

Dalla prima pagina

Fabiana Toffetti, Fabrizio Somma, Susanna Isernia (Settore Cultura) e Elisabetta Lago

Virgilio Giuricin, Alessandro Rossit, Fabrizio Sommae Sergio Molesi

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6 educa

Le università telematiche ita-liane sono undici ma non fanno squadra: ciascuna

“gioca per sé” e cerca di massi-mizzare gli iscritti a spese delle al-tre. Una lotta senza esclusione di colpi che viene combattuta attra-verso due strumenti: le convenzio-ni e il riconoscimento dei crediti formativi. Protocolli d’intesa ven-gono siglati con una molteplicità di soggetti eterogenei: sindacati, enti, comuni, ordini professiona-li, banche, assicurazioni; ciascun ateneo intesse relazioni e propone pacchetti ad hoc per offrire sconti sulla retta d’iscrizione a un’utenza di iscritti potenziali - lavoratori di-plomati desiderosi di fregiarsi del titolo di dottore per fare carriera ma con un occhio attento al por-tafoglio - inclusa la possibilità di riconoscere “fi no a un massimo” di 60 crediti formativi (l’equiva-lente di un anno accademico), gra-zie a esami sostenuti in passato o a esperienza “buona per la laurea” acquisita lavorando.

Il podio delle convenzioniNella speciale classifi ca del-

le convenzioni un ateneo in par-ticolare svetta su tutti gli altri:

l’Unisu - Università telematica della scienze umane “Niccolò Cu-sano”. Ha stretto ben 103 accor-di, principalmente con Ordini dei consulenti del lavoro sparsi in tut-ta Italia e sindacati di ogni colore. Molto attive sul fronte convenzio-ni sono anche la napoletana Uni-pegaso; sul suo sito istituzionale risultano 25 accordi attivi e l’Uni-versitas Mercatorum, la telema-tica delle Camere di commercio italiane, che si attesta a quota 20 e precisa che “le agevolazioni in-dicate in convenzione sono estese anche ai familiari”. Un po’ come se si trattasse di un abbonamento alla palestra o della carta punti fe-deltà del supermercato.

Iscritti col lanternino

Nonostante questa frenetica attività di promozione e di vendi-ta con lo sconto della retta annua-le, oggi gli atenei telematici met-tono insieme complessivamente soltanto l’1% della popolazione studentesca universitaria italiana. Questa scarsa attrattività, consoli-datasi negli ultimi anni, è derivata

principalmente dal “tetto dei cre-diti” voluto nel 2006 dall’ex mi-nistro Fabio Mussi: un “atto do-vuto”, visto che nei primi anni di attività - in assenza di paletti e con assoluta discrezionalità - le telematiche hanno sfornato cen-tinaia di laureati “precoci”, che erano riusciti a strappare in pochi mesi una triennale, grazie a un ri-conoscimento di crediti formativi molto “generoso”. Il massimo ri-sultato con il minimo sforzo, visto che il titolo “conseguito” ha pieno valore legale.

Laureati «virtuali», chi li ha visti?

Gli ultimi dati certifi cati di-sponibili sui laureati a distanza, presenti nell’Anagrafe italiana degli studenti e relativi all’anno 2008/2009, denotano l’assolu-ta marginalità delle telematiche nell’offerta formativa accademi-ca del Belpaese: “Giustino For-tunato” 64, “Guglielmo Marco-ni” 62, “Leonardo Da Vinci” 41, “Italian University Line” 23, Uni-versitas Mercatorum addirittura soltanto dieci. Sono solo alcuni esempi eclatanti: numeri davve-ro modesti, soprattutto in relazio-ne al fatto che gli atenei telemati-

ci rappresentano ben il 10% delle istituzioni accademiche italiane autorizzate a rilasciare titoli. Per l’immediato futuro, inoltre, non è previsto un netto cambio di passo: nonostante le iscrizioni alle tele-matiche siano aperte tutto l’anno, il trend dei nuovi ingressi nell’ul-timo triennio è nella maggior par-te dei casi negativo.

Uninettuno, l’eccezione positiva

L’Università Telematica In-ternazionale “Uninettuno” è l’unica ad aver ottenuto un ri-sultato largamente positivo e senza riserve per due volte con-secutive - a tre e a cinque anni dall’inizio dell’attività - alle visite ispettive del Cnvsu (Co-mitato nazionale di valutazione del sistema universitario) e ci tiene a non “confondersi” con le altre, precisando questa sua peculiarità in maniera ben evi-dente sull’homepage del pro-prio sito istituzionale. “Valuta-ta per la seconda volta positiva-mente e senza riserve” è scritto sulla web-bacheca. Un “bollino

blu” di qualità che un’istituzio-ne come l’e-Campus di France-sco Polidori - pur molto “spon-sorizzata” dal governo in carica - guarda da lontano, avendo il Cnvsu riscontrato nel quartier generale di Novedrate molte-plici criticità da sanare.

Il pallino passa all’Anvur

Il ministro Mariastella Gel-mini, fi n dal suo insediamento al Miur, ha sempre tenuto un atteggiamento ambivalente nei confronti degli atenei telema-tici: pubblicamente ha dichia-rato a più riprese la necessità di mettere un freno al fenome-no, usando espressioni ad effet-

to come “tolleranza zero”. Nella pratica però si è limitata a circo-scriverne il raggio d’azione e la portata, riducendo ad esempio al massimo a 12 la quota di credi-ti formativi riconoscibili con la formula “laureare l’esperienza”. Il ruolo di “watchdog” svolto in questi anni dal Cnvsu passerà al-l’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione), che proprio in que-sti giorni - dopo una lunghissi-ma e diffi cile gestazione - sta en-trando a regime. Il ministro dal canto suo promette che “è in ar-rivo un nuovo regolamento che fi nalmente metterà ordine anche in questo settore” perché “sono necessarie regole certe, affi da-bili e improntate al massimo ri-gore”.

UNIVERSITÀ

Atenei telematici, la laurea è «scontata»

In Italia ce ne sono 11 e raccolgono l’1 per cento degli studenti

Martedì, 10 maggio 2011

Sogni di diventare il prossimo Marck Zucker-berg, il geniale fondatore di Facebook? Scoprire i segreti degli imprenditori digitali di successo e imparare a raccogliere investimenti per lanciare una tua iniziativa?

Per dare una risposta concreta a tutti gli aspi-ranti neo-imprenditori digitali che sognano di emulare le gesta dei grandi guru del web, capa-ci di creare in questi anni successi planetari come YouTube o Google nasce anche in Italia la prima vera “Startup School”.

La scuola avrà sede a Milano e il cast di ospiti e docenti non ha precedenti in Italia, potendo con-tare sulla partecipazione dei Big del mondo digi-tale quali ad esempio: Steve Chen, cofondatore di YouTube; Naveen Selvadurai, cofondatore di Foursquare; Nathan Blecharczy, cofondatore Air-bnb; Rand Fishkin, fondatore SeoMOZ; Dina Ka-plan, cofondatore Blip.tv; Elisabeth Varley, co-fondatore Techhub; Robin Wauters, Techcrunch; Will Mills, Director Shazam oltre a nomi italia-ni del calibro di Marco Corradino, fondatore di Bravofl y; Paolo Ainio, fondatore di Banzai; Luca Ascani, cofondatore di Populis; Riccardo Do-nadon, fondatore di H-farm Ventures; Stefano Quintarelli, fondatore di i.NET; Paolo Barberis, cofondatore di Dada e molti altri.

Anche l’approccio didattico cambia radical-mente le regole dei master tradizionali in quanto basato sui principi imprenditoriali più innovativi in voga nella Silicon Valley (tra le metodologie usate quelle della “lean startup”, del “customer development” di Stanford e il “business model canvas” di Osterwalder) e fi nalizzato a insegnare in modo pratico, l’ideazione di una startup digita-le in soli due mesi.

Al termine del percorso formativo gli allievi avranno la possibilità di vivere un’intera settima-na da protagonisti durante l’e-festival (Festival della Rete/Social Media Week), che si svolgerà dal 19 al 23 settembre 2011 a Milano, in cui i mi-gliori progetti della scuola avranno la possibilità

di essere presentati di fronte a un pubblico com-posto dai principali player del mercato, esperti, imprenditori e potenziali investitori. La prima edizione della Startup School partirà a Milano il mese prossimo.

La Startup School prevede una partecipazio-ne a numero programmato, limitata a 25 allievi (la priorità sarà assegnata sulla base della regola del “First In First Serve”), secondo le modalità e il pricing descritti online.

Tra gli ospiti anche il fondatore di YouTube

Arriva in Italia la «StartUp School» a scuola con i «guru del web»

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educa 7

Da giugno a settembre, cambia il modo di trascor-rere le vacanze estive. Dopo il successo dell’anno scorso con oltre mille iscritti, la Milano Summer

School arriva alla terza edizione, un’imperdibile occasio-ne formativa per passare il tempo libero in modo diver-tente e professionalizzante.

Dal 14 giugno al 9 agosto, infatti, il Comune di Mi-lano promuoverà corsi speciali per italiani e stranieri, or-ganizzati dalle principali scuole e università della città. Si potrà scegliere tra 12 ambiti tematici tra i quali: moda, design, teatro, musica, cinema, arte, cultura e lingua ita-liana, artigianato, turismo e relazioni internazionali, me-dicina e chirurgia. Sono 26 le scuole e le università coin-volte per offrire più di 130 corsi di diversi livelli, come pure due business games rivolti a tutti coloro che inten-dono lanciare un nuovo business, e un community per di-plomati, universitari e neolaureati provenienti da tutto il mondo.

Ma Milano Summer School, non offre solo formazio-ne. Per gli iscritti ai corsi, ci sarà anche un ricco program-ma di attività ricreative e culturali. Tra gli appuntamenti: “Welcome party” ogni settimana per dare il benvenuto ai nuovi arrivati e incontrare tutti i partecipanti della Com-munity; settimanalmente visite guidate ai maggiori capo-lavori cittadini e alle principali raccolte artistiche della città tra le quali il Cenacolo di Leonardo da Vinci, il Tea-tro alla Scala, la Pinacoteca di Brera, il Codice Atlanti-co di Leonardo da Vinci; i concerti a San Siro, gli ine-guagliabili spettacoli musicali al Teatro alla Scala, opere, balletti, concerti e recital di canto ma anche musica dal vivo nei numerosi locali presenti in città; happy hour e serate ad ingresso agevolato in ambienti suggestivi e alla moda, dove apprezzare musica, teatro, arte e assaggiare qualche tipica specialità meneghina.

“Il Comune di Milano – spiega Alessandro Morelli, assessore al turismo, marketing territoriale e identità – da sempre riconosce un ruolo importante alla conoscenza, alla formazione e alla creatività. Con Milano Summer School, Milano vuole diventare, ancora di più, una città che piace ai giovani, soprattutto in estate. Un centro di at-trazione culturale per i giovani talenti provenienti da tutta Italia e soprattutto dall’estero, che attraverso un soggior-no in città possono cogliere l’opportunità per accrescere

la propria esperienza formativa in un contesto cultural-mente creativo”.

Non rimane, quindi, che diventare fan della com-munity milanosummerschool.ning.com, per tenersi in contatto prima, durante e dopo l’esperienza estiva, e trovare informazioni utili su www.milanosummerschool.com , il nuovo portale interamente dedicato ai gio-vani di tutto il mondo che vogliono passare le vacan-ze estive a Milano, per scoprire la città e specializzarsi professionalmente.

Alla Milano Summer School la rivista internaziona-le Néo dedica un numero speciale, una vera e propria miniguida per le capitali del divertimento giovanile, con approfondimenti su: i festival musicali che inva-dono l’Europa; gli artisti emergenti e le nuove forme d’arte; la hit parade dei quartieri piú amati dai ragazzi europei; la rete Erasmus ESN; le tendenze dell’estate 2011.Per ricevere il numero di Néo (in lingua, inglese, tedesca, spagnola, italiana o russa) iscriversi gratuita-mente su www.neoenews.com.

Martedì, 10 maggio 2011

Come disegna il mondo un bambino? Lui al centro, intorno strade, case e alberi, il mondo che gli è familia-

re. Così lui si pensa e ha, in qualche modo istintivo, ragione, anche se gli insegnanti poi demoliranno la sua percezione. Alcuni con ottime intenzioni: anche Jean Piaget so-steneva che così si conferma una concezio-ne troppo autocentrata. Ma non era Leonar-do a dire, cito a memoria, che “ogni uomo si trova al centro del mondo, ed è esso stes-so mondo”? Rimettiamo noi stessi allora al centro del mondo, la forma sferica del pia-neta lo consente a tutti.

A lanciare quattro giorni di “Liberazio-ne dei mappamondi dai loro supporti” è il progetto “Globo local”. Particolarmente interessati i Paesi del sud del mondo. Già, perché “mettere il mappamondo sotto i no-stri piedi” è un’azione che abolisce il “su” e il “giù” con cui si defi niscono nord e sud, eredità delle antiche mappe appese al muro. Diciamo “salgo a Milano, scendo a Paler-mo”: sbagliato. Il nord è giù, come suggeri-sce il titolo di un arguto fi lm francese, “Giù al nord”. Quelle mappe bisognerebbe sten-derle in terra, prima di assumerne la verti-calità fasulla.

Si parte dai solstizi e dagli equinozi. Ogni scuola, ogni laboratorio, ogni singo-lo che aderisce a Globolocal esporrà il suo mappamondo locale al sole durante gli equi-nozi (il 20 marzo e il 23 settembre 2011) e i solstizi (21 giugno e 22 dicembre 2011), orientandolo e fotografandolo. Poi invierà foto e testi raccolti a www.globolocal.net.

A Roma il luogo del primo degli incontri è stato, e non è un caso, in piazza Vittorio Emanuele: nonostante qualche nuvola, mol-tissimi si sono fermati a discutere e a “libe-rare” il loro mappamondo.

Molti insegnanti o famiglie, molti d’ori-gine straniera, e i loro omini sono stati for-tunosamente attaccati nelle posizioni più di-verse: ognuno ha diritto alla sua latitudine. A Milano appuntamento al Parco Trotter, ma anche a Sesto san Giovanni e a Cinisel-lo, in una struttura dell’Università Bicoc-ca. Festa dell’equinozio anche in Argenti-na, nella italofrancese Base Concordia in Antartide, in vari Paesi europei. “La luna e le stelle non sono sopra di noi. È la terra a stare sotto i nostri piedi”, dice un proverbio del Marocco. E dunque liberiamo i mappa-mondi dai loro sostegni, mettiamo al verti-ce di ogni sfera terrestre la nostra città. Sia-mo in piedi sul mondo, esattamente come è in realtà. E se poi si orienta la sfera met-tendola in asse con quella reale, parallela a quella che abbiamo sotto i piedi, potremmo osservare notte e giorno, stagioni e solstizi, fusi orari.

Il sole fa sulla terra esattamente quello che fa sulla nostra sfera. Il logo è questo, un mappamondo che sembra un pianeta del Piccolo principe su cui tanti omini osser-vano tanti mappamondi, tutti con la stessa luce-ombra del sole. Facile costruirlo. Ba-sta smontare il mappamondo dal supporto e sistemarlo su una tazza o su un rotolo di scotch. Non resta che orientarlo. In alto la città in cui ci si trova (segnata da un omino

in piedi), il Polo nord rivolto a nord, il Polo sud al sud, magari leggermente inclinati sull’asse di rotazione con lo stesso angolo che propone il mappamondo fi sso. Non c’è che da guardare: il sole illumina le zone do-v’è giorno, l’ombra è la notte. Se si inizia a guardare a mezzogiorno, a New York è l’al-ba, a Calcutta il tramonto. E il movimento continua, fi nché c’è luce e sole. Come fossi-mo su una navicella spaziale a piombo sulla nostra città, sullo zenit. Ma si vede anche il polo nord sempre in ombra e il sud illumi-nato, d’inverno; e d’estate il contrario.

Si ragiona sulle stagioni e sul sole, sul-l’equatore e sui tropici. Intanto, dice Fran-co Lorenzoni - insegnante elementare ma anche animatore della Casa-laboratorio di Cenci - si imparano continenti e città, e non è poco. L’osservazione ovviamente non ba-sta. Perché non metterle in rete, queste os-servazioni, e costruire un data base racco-gliendo immagini da tutto il mondo, aperto allo scambio e alla rifl essione? È una propo-sta di crowdsourcing democratico, da utiliz-zare poi anche nelle scuole. Il mappamondo non è che l’inizio.

Se la notte è l’ombra della terra, Loren-zoni mostra un lavoro della sua classe ele-mentare sulle fasi della luna, ma anche sul-l’effetto delle ombre sul viso umano. Come sulla luna, le ombre disegnano il volto: da qui alla storia dell’arte pittorica, da Giotto al Caravaggio e ai suoi volti tagliati come una falce di luna. È questa la “didattica” vissuta, non quella subita, dice Simonetta Salaco-ne, direttrice dell’elementare Iqbal Masih,

scuola all’avanguardia del movimento con-tro le pessime riforme della scuola.

Il progetto è stato lanciato dall’Universi-tà di Roma, Dipartimento di matematica: un modo di resistere lavorando perché - dice Alberto Alberti, docente e dirigente scola-stico - il recente taglio dei tempi di appren-dimento li rende più diffi cili e superfi ciali: “Spesso produciamo, in fretta, saperi non saputi, pacchetti di nozioni codifi cate che non comprendiamo davvero. Ma per capire ci vuole tempo”. Come quello necessario a guardare cosa fa il sole su un “mappamon-do liberato”.

SCUOLA

La geografi a democratica libera i mappamondi

Progetto «Globo local» lanciato dall’Università di Roma

Milano, corsi organizzati dalle principali scuole e università della città

Summer School all’insegna della formazione

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8 educa

contro in piazza S. Giulia con Gianluigi Ricuperati il 14 mag-gio, Umberto Negri l’11 mag-gio e Luca Rinarelli il 12 mag-gio, al Café Liber, e un dibattito sul conflitto israeliano-palesti-nese alle Officine Corsare l’11 maggio.

Seconda edizione per il “Boo-krunning”, partito dal Teatro Colosseo. Porteranno i loro “li-bri del cuore” Andrea Bajani e 8 candidati sindaco, e fi no al 16 maggio con uno scambio collet-tivo nei 130 esercizi commercia-li di via Madama Cristina e del-la Circoscrizione 4. Fra gli ospiti l’idea di una colazione con Dacia Maraini al Diwan Café il 15 mag-

gio, l’incontro con l’opinionista economico Bill Emmott al Bor-go Medievale il 12 maggio, e con

la scrittrice israeliana Orly Castel Bloom il 15 maggio alla Comu-nità Ebraica.

“Il futuro del Salone del Libro è sulla città. Non c’è altra visione, la

manifestazione più di tanto al Lingotto non ha possibilità di espandersi”. Dunque un Salo-ne che si apre naturalmente alle strade e ai luoghi più diversi, così lo immagina Marco Pautas-so, l’artefi ce del “Salone Off”. Il programma prevede 100 appun-tamenti distribuiti in 50 luoghi: tutti raccolti sotto lo slogan “il Salone fuori dal Salone”. Niente di più vero per l’iniziativa urba-na quest’anno decisamente dal carattere “off” per ospiti, eventi letterari-musicali-teatrali e per-formance, allargata ai territori delle già rodate circoscrizioni 3, 7 e 8 a cui si è aggiunta la 4. Un cartellone impegnativo per il pubblico in quanto a densità di proposte che proseguirà sino al 16 maggio, completamente gratuito.

Uno degli incontri più attesi è con il procuratore nazionale antimafi a Pietro Grasso, ospite del Gruppo Abele alla Fabbrica

delle “e” il 13 maggio, mentre tra le performance, due in as-soluto: il concerto del pianista Andrea Lucchesini e del gran-de clarinettista Gabriele Mira-bassi alle Ogr il 15 maggio e la coreografi a teatralizzata “Dan-ceHall 2.011” dell’associazione Tedacà: sette minuti sulla scia di un fl ash-mob, sull’immagine onirica del libro e di una coreo-grafata “festa della cultura” che vedrà comparire 200 performers nell’isola pedonale dell’ex-grat-tacielo Lancia.

In questo esordio all’”Off” hanno un ruolo importante gli spazi giovanili Bell’arte e il Centro Cartiera, che il 16 mag-gio ospiterà il dialogo dai toni musicali fra Niccolò Fabi, En-rico Ruggeri e Max Gazzè. In collaborazione con la Circoscri-zione 7 è stata invece ideata la pedalata storico-letteraria “Bi-cinDora”, dalla Pellerina.

Presenteranno il loro ultimo disco al Cubo Libre gli Yo Yo Mundi, in concerto il 13 mag-gio, mentre fra gli autori l’in-

“LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol SuperinaIN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat edizione: EDUCA e-mail: [email protected] esecutivo: Viviana Ban / Impaginazione: Tiziana Raspor

Collaboratori: Tiziana Dabović, Stella Defranza Foto: Stella Defranza e archivioIl supplemento esce con il sostegno fi nanziario della Regione Istriana, Assessorato alla Comunità nazionale italiana e altri gruppi etnici.

Anno VII / n. 55 del 10 maggio 2011

EVENTI

Martedì, 10 maggio 2011

Il Salone del Libro conquista la cittàTorino, quest’anno appuntamenti in quattro circoscrizioni

La pubblicazione del presente supplemento, sostenuta dall’Unione Italiana di Fiume / Capodistri a e dall’Università Popolare di Trieste, viene supportata dal Governo italiano

all’interno del progetto EDITPIÙ in esecuzione della Convenzione MAE-UPT N° 1868 del 22 dicembre 8, Contratto 248a del 18/10/2006 con Novazione oggettiva del 7 luglio 2009

Una delle principali Case editrici di scolastica

Tutte le novitàLe novità non mancano. La 24esima edizione del Salone In-

ternazionale del Libro, in programma al Lingotto Fiere di Torino, da giovedì 12 a lunedì 16 maggio, sarà ricca di chicche, a iniziare dalla new entry dell’Oval. Nei 20.000 metri quadri a campata uni-ca sarà allestita la mostra “1861-2011. l’Italia dei Libri”, ideata da Rolando Picchioni e curata da Gian Arturo Ferrari, racconta cen-tocinquant’anni di storia letti attraverso la lente del libro. Cinque i percorsi di visita che si intrecciano: 150 Grandi Libri, i 15 Super-Libri, i 15 Personaggi, gli Editori e i Fenomeni Editoriali.

Nello stesso spazio il Bookstock Village, l’area per i giovani lettori sostenuta dalla Compagnia San Paolo; il Padiglione Italia con gli stand di 16 Regioni italiane per la prima volta riunite in un’unica area; gli stand delle Istituzioni nazionali; l’area Lingua madre; lo spazio “Libro e cioccolato, tentazione e meditazione”; l’area dedicata alla Russia e una nuova Sala Convegni. Tema con-duttore del Salone: “Memoria. Il Seme del Futuro”. La rifl essione sulla Memoria, avviata già nella precedente edizione, prosegue an-che quest’anno investendo temi e problemi dell’Unifi cazione ita-liana. E dal passato si passerà al futuro prossimo, alle sfi de che ci attendono, in un contesto globale sempre più complesso e diffi ci-le.

L’edizione 2011 inizia già con dei numeri da record: quasi 1.500 gli espositori, di cui 123 per la prima volta al Salone. Sa-ranno presenti case editrici e istituzioni di Grecia, Palestina, Perù, Romania e Russia, il Paese ospite d’onore. Una partecipazione che rientra in un anno di intensi scambi culturali con l’Italia. Attesi al Lingotto una cinquantina di editori. Con loro traduttori, critici, saggisti, narratori e poeti. Fra tutti Ljudmila Ulitskaja, premiata da poco in Francia con il Simone De Beauvoir. Special Guest sarà la Palestina, che in fi era porterà Sari Nusseibeh che con il suo “C’era una volta un Paese” diffonde le ragioni della pace e della democra-zia, proponendo una soluzione non violenta del confl itto. Sono al-cuni degli ospiti di incontri, dibattiti e presentazioni che compon-gono il fi tto programma.

A cominciare da Parag Khanna, consigliere per la politica inter-nazionale del presidente americano Barak Obama, e poi il Premio Pulitzer Paul Harting, James Redfi eld, suo il cult “La profezia di Celestino”, Martin Cruz Smith, autore del fortunato “Gorkij park”, il cinese Qiu Xialong, che racconta le contraddizioni del suo Paese attraverso il genere giallo, il dissidente cubano Leonardo Padura Fuentes e Marc Lévy, uno degli scrittori francesi più tradotti. Fra gli italiani Dario Fo, che darà una sua lettura del Boccaccio, Um-berto Eco con una lectio magistralis su “Libertà e costrizione del-lo scrittore”, i due maestri del romanzo storico Alessandro Barbe-ro e Valerio M.Manfredi. Per gli spettacoli i monologhi di Gioele Dix e Teo Teocoli, la serata dedicata a Giorgio Gaber, il reading di Ascanio Celestini, la lettura dei diari segreti di Thomas Barnhard fatta da due grandi attori come Giuseppe Battiston e Toni Servillo e quella che Lella Costa farà di “La vita segreta delle ragazze” di Eve Ensler, autrice dei fortunati “Monologhi della vagina”.

Nel cuore del salone torna “Lingua Madre”, format dedicato agli incroci linguistici ed espressivi che stanno ridisegnando la mappa delle culture mondiali: ospiti scrittori iraniani, siriani, li-banesi, brasiliani. Per il secondo anno verrà consegnato il Premio Salone Internazionale del libro a uno dei tre fi nalisti selezionati dal Consiglio di indirizzo della Fondazione: Javier Carcas, Assia Dje-bar e Anita Desiai. Le loro opere saranno sottoposte al voto dei vi-sitatori e degli editori in apposite postazioni elettroniche istallate nei padiglioni.

Loescher editore: 150 anni di scuolaLa storia di Loescher Editore, una delle principali Case editrici di scolastica, è lunga quanto la storia

dell’Italia unita ed è indissolubilmente legata a Torino, dove fu fondata dal tedesco Hermann Loescher che la scelse perché centro di grandi fermenti intellettuali e culturali. Come l’Italia, Loescher celebra que-st’anno i suoi primi 150 anni, un cammino parallelo all’evoluzione della scuola. Per questo la sua presen-za alle OGR (Offi cine grandi riparazioni) di corso Castelfi dardo è stata parte integrante del calendario di Esperienza Italia, unica casa editrice scolastica a partecipare al programma.

“Nello Spazio Scuole - spiega l’amministratore delegato Marco Griffa -, Loescher racconta la sua sto-ria e quella della didattica del Paese con la mostra permanente di volumi storici e recenti e con laborato-ri per gli studenti su scienza, storia geografi a, arte e sport”. In autunno è previsto un convegno naziona-le sull’evoluzione della didattica in Italia, delle strategie e del mercato: dal libro tradizionale alla lettura interattiva, ai nuovi strumenti digitali (alternativi o complementari). Specializzata nella pubblicazione di classici latini e greci, la casa editrice ampliò i suoi interessi ad opere di consultazione e testi universita-ri sia umanistici sia scientifi ci, avvalendosi della collaborazione di nomi eccellenti della cultura italiana, come Sella, Lombroso, De Amicis, Graf, Galileo Ferraris, l’egittologo Schiaparelli, Maria Montessori, Terracini, in anni recenti, Sapegno, Bobbio, gli storici Salvadori, Castronovo, Tranfaglia, gli scienziati sociali Massimo Livi Bacci e Gian Luigi Vaccarino. Oggi la produzione è concentrata sulla scuola media e superiore. Sono pubblicati da Loescher i famosi dizionari IL italiano-latino e GI, della lingua greca.

Forte della tradizione, al momento opportuno la casa editrice ha saputo aprirsi ai nuovi mercati e alle nuove tecnologie. Oltre a cd-rom, mp3, dvd, libri digitali e all’aggiornamento continuo del portale www.imparosulweb.eu (dove sono consultabili le risorse multimediali relative ai nuovi libri “misti”), la casa editrice è la prima in Italia ad aver introdotto il TAG multicromatico: per studenti e insegnanti sarà la chiave di accesso a contenuti digitali aggiornati che completano il testo stampato. “Speriamo di esserci anche per i prossimi 150 anni - dice sorridendo Griffa -. Ci sono stati tanti momenti diffi cili per l’editoria scolastica. E anche quello che viviamo è diffi cile. Il problema è soprattutto l’assetto culturale italiano: si dovrebbe avere presente che il futuro del Paese si gioca sull’educazione dei giovani”.