COOLTO MAGAZINE dicembre/gennaio 2010/11

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L'appuntamento cool con l'informazione.

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DICEMBRE/GENNAIO2010/11 42

8.cover storyPanettonetra storia, leggenda e curiosità

14.attualitàMise en placealcuni buoni consigli per preparare la tavola

18.cool peopleLuciana Bigazzipianista compositrice torinese di adozione

20.reportageTre torinesi e una pandaun’avventura benefica in africa occidentale

46.fashion coverBorbonesecollezione inverno 2010

68.montagnaSci & Co.snowboard bardonecchia e attrezzatura

78.sci e wellnessBardonecchiala vacanza formato famiglia sulle piste da sci

82.travelMars Alamcapodanno al mare

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editoriale

trend in the city

extra trend

hi tech

design

arte & cultura

cinema

teatro

libri

comics world

musica

fashion cover

fashion time

fashion time

personal shopper

beauty

life coach

auto

moto

animali

sci & co.

travel

weekend di coolto

in vetrina

astrologia

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In copertina: Il panettone, percorso da un Babbo

Natale divertito in compagnia delle

sue renne. Storia, sacralità, tradizione

e curiosità - come sempre - alla base

del vostro magazine “cool”!

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RUBRICHE

5888.in vetrinaMont Blancla stella a sei punte brilla nella boutique di Torino

92.in vetrinaIl Porticogenerazioni di passione per la moda

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78ta

vola

apo

casco giro

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hanno collaborato a questo numero:Alessandra Luti, Andrea Ceccaroni, Aurora Minardi,Emanuela Bernascone, Federica Merlo, Ferruccio Rivolta, Francesca Simonetti, Fulvio Gatti,Greta Grossi, Luciano Capella, Ludovico de Maistre,Michele Guzzon, Vittorio Pavesio,

Daniele Smaltini“Le grandi idee nascono dai sogni...se c’è la volontà, perchè non sognare!Una continua sfida tra desideri e razionalità,in un mondo in cui cercare di crescere!”

Maria Greco“Per quanto si possa pensare al proprio futuro,capitano delle variabili improvvise che possonodare svolte inaspettate alla nostra vita... disegnando tratti e colori ai quali non avremmomai pensato!”

Barbara Odetto“Credo nei colpi di fulmine: per un’operad’arte, una canzone o un panorama. Vivo di passioni: scrivere, sciare, viaggiare.A otto anni sapevo che sarei diventata giornalista: un amore lungo una vita”.

Paola Gamberutti“Dal Liceo Artistico a laurea in Sociologia. Venticinque anni anagrafici e diciannove dichiarati: la coerenza non è la mia peculiarità, ma la passione sì! E’ in tutto ciò che faccio”.

Mario VillaniLaureato in economia, dirige strutture ricet-tive da molti anni e si occupa di consulenza eformazione nel settore del turismo.Innamorato delle cose “belle” ama condivi-derle, raccontandole ai propri lettori.

Annamaria GaiAmo le persone, i colori, la natura, i profumi,i sapori, la musica e le parole dense di signifi-cato. Percepisco un denominatore comune: lacapacità di emozionare…e credo che la feli-cità si nasconda proprio nel saper “sentire”.

Cinzia Galletto - Giornalista Wellness“mi occupo di “benessere” da quando “spa” era solo l’acronimo per indicare una societàper azioni. Ho fondato il primo studio di giornalismo e comunicazione per il turismo del benessere”.

Tamara Gavina - Personal Coach“...lavoro con le persone, per far loro identificare che cosa ci sia realmente dietro il proprio desiderio di cambiamento”.

Ilio Masprone“Giramondo sin dalla giovane età, dopo nu-merose esperienze in ambito artistico ap-prodo al giornalismo. La passione per la“carta stampata” mi renderà la vita allucinantee affascinante al tempo stesso.”

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direttore responsabile:Ilio [email protected]

direttore editoriale:Daniele [email protected]

coordinamento di redazione:Maria [email protected]

collaboratori di redazione:Annamaria GaiBarbara OdettoCinzia GallettoMario VillaniPaola GamberuttiTamara Gavina

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magazine

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In mancanza di un contratto scritto tra le parti, la pubblicazione di advè da considerarsi a titolo gratuito.

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Nessuna parte di questo giornale comprese le inserzionipubblicitarie può essere riprodotta senza l’autorizzazione scrittadell’Editrice. La Redazione non è responsabile di eventualivariazioni di programmazione.

Aut. Trib.di Torino n.13 del 26/03/2009Iscrizione R.O.C. 17970

PRIMA DELL’EDITORIALE

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FFine anno!Eccoci giunti al secondo appuntamento conquesta ricorrenza che sancisce la fine di unciclo per darne vita ad uno nuovo.Pur mantenendo la linea editoriale che ci ca-ratterizza sin dal primo numero abbiamo vo-luto regalarvi e concederci un po’ dispensierata fanciullezza e, grazie alla colla-borazione con Vittorio Pavesio, abbiamo con-fezionato una copertina espressamentededicata al Natale. Chiediamo perdono a chi pretende sempre e co-munque una linea seria in un giornale come il nostro... sfogliando le pa-gine troverete i personaggi di copertina che “saltellano” tra un titolo el’altro, per dare una piacevole continuità.I prossimi giorni saranno dedicati alla “caccia al regalo”, eternamentecombattuti tra la voglia di originalità e la razionalità del pensiero utile!Passato il Natale, sarà la volta dei buoni propositi; dei progetti e degliobiettivi da raggiungere nel nuovo anno. Tutto piacevolmente comesempre. Augurandovi buon Natale, vorrei congedarmi con una domandaalla quale, di seguito, scriverò la mia risposta: cosa vorresti trovaresotto l’albero?Personalmente... Una ricarica di passionalità, per tener viva la fantasiae l’imprevedibilità dell’amore; il rafforzamento delle amicizie esistentied un lume che mi guidi verso nuove conoscenze; la maturità cheancora mi manca e la possibilità di non maturare a vantaggio delrimanere un po’ bambini... perchè non prendersi troppo sul serio cipuò dare la conferma e la consapevolezza di essere grandi!Un abbraccio a tutti quelli che ci sanno stare vcino. Auguri!

Daniele Smaltini

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EDITORIALE

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H

COVER STORYdi Mario Villani • [email protected]

Ho pensato di scrivere un articolo sul “Pa-

nettone”, forse il più classico dei dolci na-

talizi, un po’ perché questo numero di

CoolTo esce in concomitanza con le festi-

vità natalizie e poi perché mi riporta pia-

cevolmente indietro negli anni, alla mia

infanzia trascorsa a Milano, città che ha

visto le origini di questa prelibata leccor-

nia. Un ricordo tra tanti, impresso in

modo indelebile nel mio cuore: l’attesa,

quasi spasmodica del panettone al termi-

ne della cena della vigilia per due precisi

motivi, il primo perché il panettone

mi piaceva e mi piace letteralmente

da impazzire e il secondo perché con-

temporaneamente alla comparsa sulla ta-

vola di questo straordinario dolce, mio

padre iniziava a distribuire i regali di

Natale. Potete immaginare quanta trepi-

dazione e curiosità…

Qualche nome nella mia memoria per

i tanti produttori meneghini, molti dei

quali sono ormai scomparsi oppure as-

sorbiti dalle tante multinazionali: Motta,

Biffi, Alemagna, Vergani, Cova.

Da ventisette anni vivo a Torino e quindi

il mio cuore è equamente diviso tra que-

ste due città e devo ahimè ammettere,

PANETTONEtra storia, leggenda e curiosità…

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lo è anche nella scelta del panettone per

le feste di Natale. Per non fare torto

a nessuno, salomonicamente non mi fac-

cio mancare il “milanese”, e la scelta rica-

de ormai da diversi anni su quello pro-

dotto dalla pasticceria Cova, e il piemon-

tese Balocco fatto di soffice pasta a lievi-

tazione naturale, con uvetta e canditi, ri-

coperta con una deliziosa glassa alle noc-

ciole lavorata artigianalmente e decorata

con croccanti mandorle intere e fiocchi

di zucchero. Un vero capolavoro d'arte

pasticcera. Oltretutto prodotto a Fossa-

no, molto vicino alla città di Cherasco

dove dirigo uno splendido albergo risto-

rante nel Monastero di Cherasco.

Non posso comunque non citare alcuni

altri grandi produttori di “panettoni” pie-

montesi che si sono affermati in Italia

e nel mondo quali Galup, Maina, Alber-

tengo... Da molti secoli il panettone ca-

ratterizza, con la sua tipica forma, la ta-

vola natalizia dei milanesi, sulle quali tro-

neggia pressoché invariato almeno dal

XV secolo. Questo straordinario dolce

della tradizione natalizia si è diffuso in

tutta Italia ed è facile trovarlo sulle tavole

imbandite in molti paesi del mondo.

Tutti sanno che cos'è, tutti l'hanno assag-

giato e continuano a ripetere lo stesso

rito ogni anno quando si avvicinano le fe-

stività natalizie. Il panettone sembra non

avere segreti: tradizionale con uvetta

e cedro candito, oppure farcito con cre-

ma pasticcera, cioccolato, mascarpone

o gelato, alto o basso, ricoperto di cioc-

colato o aromatizzato con liquori, il pa-

nettone è uno dei simboli indiscussi del

Natale, protagonista assoluto, curato

e coccolato con straordinario impegno

in tutte le fasi della sua preparazione.

È difficile stabilire chi fu realmente l'in-

ventore di tanta bontà. I primi documen-

ti risalgono al 1200 e ci raccontano che

nelle comunità rurali intorno a Milano

il 3 febbraio, giorno di San Biagio, si usa-

va consumare una fetta di "pandolce",

una specie di pan di Spagna con dentro

l’uvetta, per proteggersi dal mal di gola.

Secondo la leggenda, il Santo, secoli pri-

ma, avrebbe salvato miracolosamente

un bambino che si era conficcato una spi-

na in gola. L'episodio avvenne mentre era

portato al martirio, dopo essere stato cat-

turato dai romani. Nel giorno della sua

festa i sacerdoti toccano la gola dei fedeli

con olio benedetto. Nel milanese è rima-

sta l’ usanza di mangiare una fetta del

panettone conservato da Natale. L'usanza

si è poi diffusa in molte altre zone d'Italia

e contribuisce allo "smaltimento" dei pa-

nettoni natalizi.

Molto spesso la storia di certi prodotti

è permeata di leggenda e il mistero serve

poi, di fatto, a renderli ancora più ambiti;

il mistero fa sognare e fa vendere certa-

mente di più e meglio.

Molte sono le leggende legate alla sua

origine, che resta comunque indiscutibil-

mente milanese.

Lo storico Ludovico Antonio Muratori, vis-

suto tra il 1672 e il 1750, data la nascita

del dolce a tempi ancor più remoti rispet-

to al XV secolo, collegandola a un'usanza

di derivazione pagana attestata in Lom-

bardia già nei primi anni dopo il Mille.

La versione più attendibile circa l’origine

del panettone racconta che il dolce veni-

va preparato in casa, sotto il controllo

del pater familias, che al termine della

preparazione doveva inciderci sopra una

croce con il coltello come benedizione

per il nuovo anno. Il dolce doveva essere

consumato durante la cerimonia “del cep-

po” durante la quale si accendeva un

grosso ceppo di quercia, posato nel ca-

mino sopra un letto di ginepro. Il capo fa-

miglia doveva poi versarsi del vino, berne

un sorso e, dopo aver versato un po' di

quello stesso vino sul ceppo acceso, far

passare il bicchiere a tutti i membri della

famiglia che dovevano berne a loro volta.

Al termine di questo rito gli venivano por-

tati tre grossi pani preparati solo con fari-

na bianca di frumento, ingrediente che

ne sottolineava l’eccezionalità. Con un

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COVER STORY

grosso coltello il capo famiglia tagliava

un pezzo di uno dei panettoni che dove-

va essere conservato fino al Natale suc-

cessivo; sembra che il pezzo avesse forti

poteri taumaturgici e dovesse assoluta-

mente essere conservato, pena un anno

di sfortuna. La credenza è tipicamente

pagana, ma stranamente si trova in mez-

zo ad una cerimonia imbevuta di una po-

tente simbologia cristiana, come ad

esempio il ceppo che simboleggia l'albe-

ro del bene e del male, il fuoco che rap-

presenta l'opera di redenzione di Cristo,

mentre i tre panettoni, il mistero della

Trinità. La qualità del pane preparato in

tale occasione era tale che veniva chiama-

to “pan del ton” pane di lusso e da qui

forse panettone.

Una leggenda molto cara ai romanti-

ci vuole che il nome "panettone"

derivi da "pane di Toni", dal nome

di un garzone di cucina della

corte di Ludovico il Moro

che lo inventò. La sug-

gestiva tradizione nar-

ra, infatti, che nel

corso del banchetto

della vigilia di Nata-

le, tra musiche e dan-

ze il momento del dol-

ce suggellava non solo

la serata, ma anche il lavo-

ro eccelso del capo cuoco.

Per quest’occasione il pasticcere

aveva preparato un dolce speciale che

però, malauguratamente, si era bruciato.

Come rimediare a questo disastro? Se il

Duca avesse solo immaginato, avrebbe

punito con una pena tremenda il povero

cuoco. La situazione fu salvata appunto

dal garzone Toni, che aveva preparato un

pane dolce con burro, canditi e pasta

avanzati. Il dolce ebbe un tal successo

che il Duca domandò quale fosse il nome

di questo dolce originale e, quando Toni

disse di non aver ancora pensato come

chiamarlo, il Duca decise per "pan del

Toni”.

Secondo un'altra versione, ancor più per-

meata di romanticismo, invece, il Toni

della leggenda - sempre vissuto alla corte

di Ludovico Sforza detto il Moro – sareb-

be stato un fornaio padre della bella

Adalgisa, amata dal cavalier Ughetto de-

gli Antellari. Per conquistare l'amata,

Ughetto si finse apprendista fornaio e,

una volta entrato nel laboratorio di Toni,

preparò un dolce da offrire ad Adalgisa:

l'impresa fu coronata da un grande suc-

cesso di vendita, e Ughetto riuscì a spo-

sare la sua bella, nientemeno che sotto

la protezione di Ludovico il Moro e della

moglie Beatrice, eccezionali estimatori

del “pan del toni”.

Un'altra leggenda, racconta invece

di suor Ughetta, cuoca di un povero con-

vento, e di come decise di unire i pochi

ingredienti rimasti nella cucina del mona-

stero, per regalare alle sue consorelle un

Natale un po' più felice e ricco. Prese l'im-

pasto del pane e aggiunse uova e zucche-

ro. In una madia trovò anche un po'

di canditi e dell'uvetta. Per benedire quel

pane natalizio vi tracciò sopra, con il col-

tello, una croce. Le suore furono entusia-

ste della sorpresa e presto la notizia del

pane del convento si sparse in tutta Mila-

no. I cittadini cominciarono così a fare of-

ferte al convento, che uscì dalle ristret-

tezze economiche, per portare a casa

un po' di quel pane speciale.

Uno degli artefici del panettone moderno

come lo conosciamo oggi è stato Paolo

Biffi “prestinèe e uffelèe” milanese (panet-

tiere e pasticcere), che curò un grande

dolce per Papa Pio IX al quale lo spedì

con una carrozza speciale nel 1857.

Cultori di questo straordinario dolce na-

talizio sono stati molti personaggi storici,

dal Manzoni al principe austriaco Metter-

nich, quest'ultimo parlando delle "cinque

giornate" disse dei milanesi: "Sono buoni

come i panettoni".

Nascita e sviluppo della forma e della

confezione attuale del panettone sono

databili alla prima metà del '900, quando

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COVER STORY

Angelo Motta, insuperabile pasticcere mi-

lanese, propose la cupola superiore e il

"gonnellino" di carta da forno, quasi a vo-

ler celebrare la regalità del classico dolce.

Proviamo a conoscerlo un po’ più da vici-

no e in modo più tecnico: la pasta è gial-

lo oro, soffice e ricca di uvetta e canditi;

la crosta è più scura e fragrante e in cima

alla cupola il tradizionale taglio a croce;

la sua forma ricorda un battistero.

Farina, zucchero, burro, latte, uova, can-

diti e uvetta, sono essenzialmente questi

gli ingredienti semplici e naturali che fan-

no del panettone il dolce natalizio per ec-

cellenza, a Milano come nel resto d’Italia

e si sta diffondendo rapidamente anche

in altre parti del mondo.

E' buono, soffice, ricco di virtù nutrienti

e di straordinario sapore. Il più tradizio-

nale è quello basso, tuttavia le variazioni

fantasiose e tutte golose sono tante: con

le noci, il gianduia, la glassa di nocciole,

ripieno di crema, con le gocce di ciocco-

lato fondente o al latte. Nuove variazioni

ma sempre nell’assoluto rispetto della

tradizione anche se poi la stragrande

maggioranza degli italiani preferisce

il panettone classico. Una fetta di panet-

tone e un calice di Moscato: il modo più

semplice , più "italiano" e diffuso per

scambiarsi gli auguri

natalizi. Un gesto

rituale e affettuo-

so a casa, alla

fine del cenone o

del pranzo ma an-

che in ufficio, per

scambiarsi gli augu-

ri con i colleghi pri-

ma delle feste. Un gesto carico di tradi-

zione e di storia: perché il panettone,

dolce tipico di Milano da decenni "adotta-

to" da tutti gli italiani e non solo, è un

dolce che fonde in sé, negli ingredienti,

nella forma e nel gusto, riti e gesti anti-

chi. Il panettone è ormai talmente radica-

to nel costume italiano che ha assunto

anche un valore simbolico, fino a diventa-

re una metafora delle vicissitudini della

vita. Quante volte avete detto o sentito

dire di un allenatore di una squadra di

calcio che a Natale non mangerà il panet-

tone? Addirittura nelle recenti passate le-

gislatura c’era chi scommetteva che

Romano Prodi non avrebbe mangiato

il panettone a Natale. Un modo di dire

per pronosticare che prima di Natale sa-

rebbe stato licenziato…

Sono assolutamente certo che non solo

a Milano ma ormai in tutta Italia è difficile

pensare alle festività natalizie e di fine

anno senza un panettone a tavola;

a pranzo o per cena, accompagnato da

un ottimo Asti Spumante o da un Mosca-

to. Chi di voi poi non l’ha provato la mat-

tina “pucciato” nel caffelatte? Un consi-

glio: niente Champagne o spumante

brut, nel vostro stomaco farebbe a pugni.

Concedetemi una nota personale: ho

scelto di ”raccontare il panettone” an-

che per augurare a tutti i lettori miei

e di questa splendida rivista

un anno pieno di se-

renità…

e mi augu-

ro davvero di es-

serci riuscito anche

parlando di un sempli-

ce e antichissimo dolce

da pasticceria!!!!!12

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ATTUALITÀdi Mario Villani • [email protected] di Ferruccio Rivolta

MISE ENPLACEIIl termine francese “mise en place” sta

a indicare la preparazione di tutto ciò che

serve per apparecchiare la tavola e rende-

re il servizio scorrevole ed elegante.

La mise en place si effettua prima dell’ar-

rivo dei Clienti in ristorante o degli Ospiti

a casa. La corretta preparazione della ta-

vola e il rispetto delle regole di servizio

sono alla base per una perfetta riuscita

di un incontro conviviale.

La preparazione della tavola varia ovvia-

mente dal tipo di menù e dal grado d’im-

portanza che s’intende dare al convivio.

Buona regola è comunque quella di pre-

parare prima su un tavolo di servizio tut-

to il materiale che sarà utilizzato durante

il pranzo o la cena. L’elenco prevede: to-

vaglia, tovaglioli e salviette di servizio

avendo buona cura di averne qualcuno di

riserva; posate di servizio e per i cambi di

portate; bicchieri per l’acqua, i vini bian-

chi e rossi, il vino da dessert e per i liquo-

ri, in alcuni casi è opportuno preparare

anche dei bicchieri tipo balon per servire

vini molto importanti; ménages da tavola

(sale, pepe, olio, aceto); formaggiera,

zuccheriera e porta stuzzicadenti (poco

elegante), piatti e vassoi necessari.

Le fasi da seguire per una corretta

mise en place tradizionale sono le se-

…alcuni buoni consigli per preparare la tavolaa regola d’arte; alcuni comportamenti da adottare

e altri assolutamente da evitare

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guenti: stendere un mollettone sul tavolo

per rendere più morbido l’appoggio degli

avambracci (i gomiti non si appoggiano

mai!), posizionarci sopra la tovaglia scel-

ta, perfettamente pulita e stirata e nel

farlo è necessario porre particolare atten-

zione alla pulizia delle mani per garantire

igiene e freschezza. Si procede quindi

a posizionare i piatti segnaposto, secon-

do il numero dei commensali, facendo at-

tenzione che essi siano posti all’interno

del bordo del tavolo di almeno un centi-

metro, se non sono previsti tali piatti,

si terrà conto di posizionare il tovagliolo

sempre a 1 cm dal bordo del tavolo, pri-

vilegiando la scelta di una piegatura mol-

to semplice per garantire anche qui fre-

schezza e igiene. Il coltello grande sarà

posto a destra del tovagliolo con la lama

rivolta verso l’interno e la forchetta gran-

de a sinistra, la distanza tra queste due

posate deve essere tale da consentire

la sistemazione del piatto di diametro più

grande previsto dal servizio. Il bicchiere,

normalmente quello per il vino rosso,

sarà posto subito dopo la punta del col-

tello, il bicchiere per l’acqua in diagonale

un po’ più in alto di quello da vino rosso,

quello da vino bianco sempre in diagona-

le ma un pochino più basso, è buona nor-

ma non mettere a tavola più di 3/4 bic-

chieri alla volta: se servono più di quattro

bicchieri, si provvederà a sostituire quelli

già utilizzati con i nuovi. Il piattino da

pane con coltellino (lama verso l’interno

del piattino) per spalmare il burro, a lato

della forchetta ma un po’ più in alto ri-

spetto al bordo del tavolo. La successio-

ne delle portate determina quella delle

posate che saranno sempre utilizzate

prendendole dall’esterno: per il primo an-

tipasto si utilizzeranno le posate poste

all’estrema destra e all’estrema sinistra.

Se il menù prevede l’uso di un cucchiaio,

questo sarà posto sulla destra, all’ester-

no oppure in mezzo ai coltelli. Le posate

per il dessert: il coltellino con l’impugna-

tura a destra e la forchettina a sinistra,

devono essere disposte al di sopra del

piatto segnaposto o del tovagliolo.

Per creme o gelati è sufficiente un cuc-

chiaio da dessert posto nella stessa posi-

zione e con impugnatura a destra.

Per il servizio del formaggio e della frutta

fresca disporre un coltellino e una for-

chettina. Per il servizio del formaggio

è opportuno servire pane, burro, miele

e confetture. Per la frutta è necessario

preparare uno sciacquadita riempito con

acqua rigorosamente senza fettina di li-

mone che invece è rigorosamente neces-

sario per le portate di pesce e crostacei.

Le portate calde dovrebbero essere servi-

te in piatti tiepidi e quelle fredde in piatti

a temperatura ambiente.

Una tavola importante non può prescin-

dere da un centrotavola di fiori che devo-

no essere delicati e con profumo appena

accennato per evitare di alterare gli odori

delle portate. Le candele poste in apposi-

ti candelabri (cristallo o argento con tre

o cinque braccia), che vanno accese solo

al momento in cui gli Ospiti si siedono

e prima di iniziare il servizio, non devono

avere particolari profumazioni e conferi-

scono eleganza e importanza alla tavola.

Le sedie saranno poste in modo tale

da sfiorare appena il bordo della tovaglia.

Viviamo in un una società fatta di perso-

ne, è quindi opportuno rispettare alcune

norme relazionali esplicite e implicite che

si sono sviluppate nel corso dei secoli per

il “buon vivere” collettivo. Trascorriamo

molto tempo a tavola; con la famiglia,

con gli amici. Mentre si mangia, si con-

cludono affari e vengono prese decisioni

importanti, per questo ritengo sia utile

conoscere alcune basilari norme del

“Bon Ton”.

Comportamenti da adottare: prima che

inizi il servizio, preoccuparsi di togliere

il tovagliolo dal piatto e appoggiarlo sulle

gambe. I piatti di portata vanno serviti da

sinistra, iniziando dalla persona seduta

alla destra della padrona di casa; la stes-

sa sarà servita per ultima. Si servono pri-

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ma le signore poi i signori, l’ospite più

anziano o di maggior riguardo dovrà se-

dere alla destra della padrona di casa e il

secondo ospite d’onore alla sua sinistra.

I posti tra uomini e donne devono essere

disposti in maniera alternata. Si devono

utilizzare le posate da quelle più esterne

e quando si è terminato di mangiare,

le posate vanno sistemate nel piatto alle

“quattro e venti”. Il pane deve essere ripo-

sto nell’ap-

posito piatti-

no, avendo cura

di servirlo da un

cestino con appo-

site pinze. Il vino

va versato dopo

aver servito il pri-

mo antipasto,

versandolo da

destra; il bic-

chiere a calice

si regge alla

base o al massi-

mo dallo stelo, man-

tenendolo con due sole

dita (indice e pollice).

Nel brindisi in onore di qual-

cuno non è ammessa l’asten-

sione, gli astemi posso-

no limitarsi a sfiora-

re il bicchiere con

le labbra. I bicchieri non si toccano; nei

pranzi con un numero di commensali li-

mitato, si può restare seduti, mentre nei

pranzi ufficiali ci si deve alzare in piedi.

E’ buona norma soffiare il naso con di-

screzione e senza fare troppo rumore,

magari allontanandosi dalla tavola chie-

dendo permesso. I noccioli della frutta

vanno raccolti in una mano chiusa, per

poi essere depositati nel piatto. Se il nu-

mero degli invitati è limitato, è possibile

un’assegnazione dei posti casuale, altri-

menti è opportuno utilizzare dei segna-

posto. Il padrone di casa deve fornire in-

dicazione sui vini serviti. Prima di servire

il dessert vanno tolti tutti i bicchieri,

escluso quello dell’acqua e quello previ-

sto per il vino da dessert, le posate inutili

e il pane. I liquori vanno serviti diretta-

mente dal padrone di casa, mentre la pa-

drona di casa serve il caffè e i dolci.

Il sale, il pepe, l’olio e l’aceto sono portati

a tavola solo se richiesti dai commensali.

Comportamenti da evitare: evitare di ri-

farsi il trucco o aggiustarsi i capelli, tene-

re il cellulare acceso (mai posizionato sul

tavolo) e se è proprio indispensabile ren-

dersi reperibili, attivare la vibrazione

e prima di rispondere, scusarsi e allonta-

narsi per parlare quel tanto che serve a

non disturbare gli altri ospiti. Giocare con

i bicchieri o con le posate, appoggiare

i gomiti sul tavolo, fare le palline di pane,

usare gli stuzzicadenti (se è necessario

pulirsi i denti, è opportuno alzarsi, scu-

sandosi, e recarsi in bagno per provvede-

re). Servirsi da un piatto di portata con le

posate personali, iniziare a mangiare pri-

ma della padrona di casa, mischiare il

vino con l’acqua, bere prima di aver puli-

to la bocca con il tovagliolo, bere facendo

rumore, fare dei bocconi troppo grandi,

mangiare con ingordigia, fare la “scarpet-

ta” (abitudine tanto cara agli italiani…

a casa propria e in situazioni d’intimità ci

si può lasciare andare a questa pratica).

Masticare con la bocca aperta o facendo

rumore, lasciare del cibo nel piatto, (oltre

che una scortesia nei confronti della pa-

drona di casa, è anche un insulto verso

chi fatica a procurarselo); basterebbe

prenderne meno. Ridere sguaiatamente

e parlare con tono di voce troppo eleva-

to, evitare di fare commenti o emettere

giudizi su persone non presenti al tavolo.

Mi auguro che questo piccolo promemo-

ria di regole e consuetudini possano con-

tribuire a farvi fare bella figura con i vo-

stri ospiti e soprattutto vi facciano senti-

re a vostro agio in qualunque situazione

conviviale. Un comportamento elegante e

disinvolto a tavola è espressione di edu-

cazione e…classe!

PortacandelaNataledi Henrietteby Desart

ATTUALITÀ

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COOL PEOPLEdi Daniele Smaltini

LucianaBIGAZZILLuciana Bigazzi, pianista e compositrice, ha inizia-

to a suonare il pianoforte a cinque anni.

Conseguito il Diploma di Pianoforte (Conservatorio

di Torino), il Diploma di Clavicembalo (Conservato-

rio di Milano), la Specializzazione biennale universi-

taria sul tema Le culture musicali presso l’ Universi-

tà “Tor Vergata” di Roma, ha approfondito gli studi

musicali del repertorio tastieristico, compreso tra

il ‘700 e il ‘900, con Jörg Demus, Paul Badura Sko-

da, Emilia Fadini e Lazar Berman. Parallelamente ha

sviluppato il suo interesse anche per il mondo musi-

cale del Jazz-Rock e della Fusion, producendo pro-

getti discografici atipici, tra i quali i cd e i video

del duo Maurizio Colonna (chitarra classica)

e Frank Gambale (chitarra elettrico-acustica), spinta

dalla convinzione che la musica è “una”, senza bar-

riere culturali.

Oggi quella naturalezza nel vivere la musica, emer-

sa sin dall’infanzia, ha assunto un valore fondamen-

tale nel suo mondo artistico. L’emozione traspare

nelle sfumature interpretative presenti nelle sue

esecuzioni e viaggia in spazi compositivi larghi,

con episodi lenti ed evocativi, alternati ad altri con

ritmi coinvolgenti in cui il pianoforte è alimentato

da un motore incandescente che non vorrebbe fer-

marsi mai. La sua particolarità di “pianista-composi-

trice”, ruolo poco frequente nel panorama musicale

contemporaneo, delinea una personalità artistica

eclettica e nuova. Le piace viaggiare e ha una pas-

sione per il mondo animale e la natura.

Le arti la incuriosiscono da sempre: la pittura l’ha

accompagnata fin da bambina e la macchina foto-

Pianista compositrice torinesedi adozione. Musicista classicache ha sviluppato il suo interesseverso il Jazz-Rock e la Fusion.In uscita il suo terzo album“Magical Places”.

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grafica è stata, ed è tuttora, un taccuino d’appunti

di vita. Oggi il suo terzo album realizzato come pia-

nista-compositrice, Magical Places (NCM New Clas-

sic Music - EGEA Distribution - 2010), costituisce

un momento importante della sua attività artistica

ed entra di diritto a far parte della “nuova musica

strumentale internazionale”, grazie ad un linguag-

gio riconoscibile, supportato da una notevole capa-

cità interpretativa.

Cosa vuol dire per te fare musica? Semplicemente

dare vita al gioco delle emozioni. La tecnica che si

impara dallo studio deve essere a servizio della tua

capacità e desiderio di esprimere una emozione.

Ovviamente anche l’ascoltatore deve essere predi-

sposto all’emozione. Si viene così a creare una si-

nergia bilanciata di forze che si incrociano tra chi

suona e chi ascolta. Tutta la musica viaggia attraver-

so l’emozione; se così non fosse si parlerebbe solo

di suoni e silenzi.

Qual è stato l’input che ti ha fatto sentire l’esi-

genza di scrivere questo lavoro? La voglia di fissa-

re alcune idee, perché non rimangano a casa mia…

il momento in cui comincio a suonare voglio vedere

se c’è qualche aspetto della fantasia che si libera.

Se quello che si materializza non è poi condiviso,

rimane imprigionato ed è energia sprecata!

La mia ricerca non si limita solo all’interpretazione

dell’idea ma si spinge verso nuovi orizzonti per

la voglia di scoprire se c’è ancora qualcosa da dire.

Leggendo anche le tue note biografiche si evince

che sei una attenta osservatrice. Come nascono

le tue creazioni? I brani nascono ispirati. Ad esem-

pio ti posso dire che “ A Torre de Belèm” è nata

dall’emozione del momento, per viaggiare oltre il ri-

cordo. Magical places è stata scritta per la festa

del papà; ma ora la vivo come una dedica a mio

padre che non è più tra noi. Ho voluto tramutare

e combattere una emozione negativa facendola pas-

sare da una tristezza muta e sorda a divagazioni

emotive di suono nell’aria.

La tua personalità artistica ti fa sentire diversa

dalla “gente comune”? Assolutamente no!

Siamo tutti esseri umani. Ed ognuno a modo suo

può usare al meglio le proprie capacità e far provare

emozioni. Io queste capacità le vivo attraverso i suo-

ni, ma non amo la lontananza. Chi mi ascolta deve

percepire il mio battito cardiaco. Per far questo cer-

cherò in futuro un nuovo modo di rapportarmi

al pubblico durante i concerti. Non mi piacciono

le persone che si mettono su un piedistallo.

Io sono come un panettiere, un meccanico che met-

te passione in quello che fa.

Chi è Luciana Bigazzi quando si muove fra la

gente invece che tra il bianco e nero di una ta-

stiera? Luciana quando non è con le mani sul piano-

forte… ama cucinare, fotografare. Devo comunque

perdermi in qualcosa di creativo. Non amo i luoghi

troppo affollati. Mi incuriosiscono ma mi impauri-

scono al tempo stesso. Mi piace stare in compagnia

di persone interessanti; le cerco. Ma non amo esse-

re spersonalizzata e distratta da noi stessi.

In campo professionale ti definisci una persona

puntigliosa? Sono una persona estremamente pre-

cisa nella ricerca del suono. Non cerco la qualità

per fare bella figura; ma se è mia intenzione avvici-

nare l’ascoltatore, devo farlo sentire in prima fila.

In modo da creare un’amicizia, virtuale se vuoi, ma

pur sempre sinonimo di un legame forte.

La musica è una. Ci sono svariate tecniche interpre-

tative… ma il tema è lo stesso: l’emozione.

Un artista di estrazione classica come sei tu, che

rapporto ha con i new-media e con la tecnologia?

In studio usi computer. In qualche modo la tecnolo-

gia devi amarla. A me piace l’infinita possibilità

di scoprire qualcosa di nuovo in tempi brevi.

Uso la tecnologia e l’informatica per soddisfare

parte della mia curiosità; per preparare la struttura

di un nuovo cd; per la ricerca dell’acustica ottimale.

Posso lavorare al computer per ore e ore, ininterrot-

tamente, senza sentire alcuna stanchezza.

Anche social network come Facebook fanno parte

del mio quotidiano. Del mio modo di stare a contat-

to con la gente.

Nell’eterna diatriba tra uomo e donna, per te l’in-

telligenza è femmina? L’intelligenza non ha sesso.

Quando c’è una bella idea, sarebbe importante ri-

flettere sul messaggio che deve dare; non sulla ses-

sualità di chi l’ha espressa. Noi siamo maschere,

che fanno da confezione alla nostra intelligenza.

Non credo nelle razze ma nella razza umana. Siamo

tutti uguali e tutti, partendo dalle piccole cose, ab-

biamo un lato positivo e uno negativo dentro di noi.

Far prevalere un comportamento sull’altro dipende

solo da come vogliamo usare la nostra intelligenza

e quali sono le emozioni di cui vogliamo vivere!

[email protected] • www.lucianabigazzi.com

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TRE TORINESIE UNAPANDA

UUn giorno di marzo 2009 è stato specia-

le. Aleggiava nell’aria il desiderio di un

viaggio di quelli come si deve, in cui im-

parare qualcosa di nuovo, senza spende-

re troppo, ma riportando a casa tanto.

Negli stessi giorni erano aperte le iscri-

zioni per l’Africa Rally, una spedizione

benefica con partenza da Londra e arrivo

a Limbe, in Camerun, organizzata da

The Adventurists, conosciuta società in-

glese che si occupa di viaggi no-limits.

Per l’ambitissima gara arrivano auto da

ogni parte del mondo con team cinesi,

scozzesi, canadesi, australiani, neo ze-

landosi, inglesi e italiani.

Così quel giorno con due amici, Carlo

Alberto Biscaretti di Ruffia e Paolo Ri-

gnon, ho iniziato a realizzare un sogno:

ci siamo iscritti!

Sulla carta sembrava una bazzecola:

io e i miei due compagni di viaggio dove-

vamo solamente guidare da Londra fino

al Camerun con un vecchio catorcio

di latta. Una delle regole principali per

partecipare alla spedizione, infatti, era

usare un’auto con cilindrata massima

pari a 1000cc.

Ci siamo subito lanciati nella ricerca del

mezzo che doveva farci attraversare il de-

serto, il Sahel, le foreste, le savane ed im-

mense distese di polvere e sabbia.

Da fieri torinesi abbiamo trovato, dopo

settimane di ricerche assidue, una Fiat

Panda 4x4 del 1987, modello Sisley.

E nata così la Taurinorum Travel Team

(www.taurinorumtravelteam.com), squa-

dra di viaggio sponsorizzata e sostenuta

dal Taurinorum Club (www.taurinorum-

club.com) per esplorare e conoscere

il mondo con l'obiettivo di unire grandi

un’avventura beneficadi 9000 km in africa occidentale

REPORTAGEtesto e foto di Ludovico de Maistre

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progetti avventurosi a scopi umanitari

e giornalistici.

Il viaggio non sarebbe stato solo l’apo-

teosi di un’avventura unica nel suo gene-

re, ma aveva anche degli scopi molto più

nobili e importanti, al di là del puro diver-

timento. Ciò che ha differenziato il no-

stro viaggio da tutti gli altri è stato,

appunto, l’obiettivo finale.

Per non essere squalificati e per poter

partire alla volta del Camerun, dovevamo

raccogliere una somma minima da devol-

vere a favore di un progetto umanitario;

ogni squadra poteva scegliere quale

ed impegnarsi a sostenerlo.

Tra tutti quelli proposti abbiamo scelto

Send a Cow (www.sendacow.org.uk), che

promuove programmi di agricoltura so-

stenibile e insegna ai piccoli allevatori del

nord del Camerun come gestire al meglio

il bestiame e le risorse alimentari.

Oltre a raccogliere almeno 1.000 sterline

prima della partenza, tutte le macchine

che ce l’avrebbero fatta ad arrivar a desti-

nazione, sarebbero state vendute ad

un’asta pubblica ed il ricavato devoluto

a sostegno di altri progetti benefici

del luogo. La nostra fan page su Facebo-

ok ci è stata molto di aiuto per ricevere

contributi e donazioni.

Grazie all’impegno di tutte le squadre

partecipanti, 35 iscritte, ma solo 17 giun-

te a Limbe, sono stati raccolti oltre

70.000 euro a sostegno di numerosi pro-

getti camerunesi: Send a Cow, The Ape

Action Africa, The Rainforest Founda-

tion, Limbe Wildlife Centre e Global

Music Exchange.

Prima di partire dovevamo sistemare la

macchina! Due tagliandi completi, ripara-

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zione e sostituzione di qualche giunto, in-

stallazione di un placca d’acciaio protetti-

va, qualche pezzo di ricambio e tre gom-

me di scorta e il nostro mezzo era pronto.

L’itinerario è stato incerto fino allultimo

a causa della situazione politicamente in-

stabile in numerosi Paesi dell’Africa Saha-

riana e Occidentale.

Il 10 dicembre, ormai pronti ad andare

a Londra da dove era prevista la partenza

ufficiale del rally con tutti gli altri equipag-

gi, abbiamo ricevuto una comunicazione

urgente dell’organizzazione: ci diceva che

la spedizione era stata cancellata su ordine

dell'Head Office of Counter Terrorism in

Inghilterra. Il pericolo che i militanti di

Al-Qaeda in Mauritania colpissero le vettu-

re partecipanti, era reale e ritenuto troppo

elevato.

Dopo una giornata di attesa snervante,

ci è stata comunicata la possibilità di evita-

re le zone più a rischio spedendo la mac-

china via mare.

Per fortuna in quel momento eravamo in

strettissimo contatto con l’altra squadra

italiana, il team NoBrain, con cui ci siamo

sentiti al telefono almeno quattrocento

volte per decidere se partire o no, se vale-

va la pena o no, se costava troppo o no,

se ce l’avremmo fatta o no…

La prima telefonata, dopo l’annullamento

del viaggio, è stata chiara e concisa:

“Ma li mortacci di sti terroristi,

e mò chesse fà??!!”.

Anche i romani erano tre: Luigi, Filippo e

Pietro. Dopo un paio di giorni di titubanza,

ci siamo guardati negli occhi e abbiamo

detto: Basta! Partiamo! Non ci sarà mai

un’altra occasione simile!. E siamo partiti...

La spedizione in Africa sarà raccontata

in un libro scritto da Ludovico de Mai-

stre, che uscirà prima di Natale: “Tre uo-

mini in Panda, storie d’Africa”, edizioni

Campi Magnetici, in cui sono raccontati

aneddoti e consigli per vivere un’avven-

ture come quella della TTTeam.

REPORTAGE

www.taurinorumclub.com - www.taurinorumtravelteam.com

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Definirlo un concept store o una boutique è riduttivo perché Floris è davvero una House, la

casa ideale dove rifugiarsi per vivere un momento di relax tra profumi inebrianti, fiori e oggetti

di lusso da regalare, un luogo di grande charm dove degustare cibi raffinati e brindare con bol-

licine di alto livello. Situato in un edificio storico nel cuore di Torino, Floris House è stato inau-

gurato il 7 febbraio del 2006 e da allora ha conosciuto un successo inarrestabile. Nei trecento

metri quadrati articolati in più stanze, proprio come una casa, e comprensivi di un angolo gar-

den è possibile trovare tutto ciò che simboleggia il lusso. Make up e profumi haute de gamme

difficili da trovare in città, prodotti di barberia specializzata, accessori e bijoux super chic e an-

cora complementi e oggettistica di design, fiori freschi e di

seta, candele e profumazioni d’ambiente per regalare, o re-

galarsi, l’eleganza allo stato puro. Lo stile è il leit motiv di

questo luogo nel quale nulla è lasciato al caso, come dimo-

strano gli arredi: l’area bar, nei toni tortora e marrone, trae

ispirazione dai locali americani di un tempo mentre le sale da

pranzo si rifanno allo stile Biedermeier e l’area boutique, di

colore grigio e con i grandi tavoli che ricordano quelli delle

sartorie di un tempo, strizzano l’occhio all’architettura

del Nord della Francia. La costante attenzione ai parti-

colari e alla qualità è la firma inconfondibile di Terri Si-

monetta, la titolare che segue con cura ogni dettaglio

della “sua home”. Il gusto per il bello mai banale e la

scelta di collaborare solo con brand rinomati e di nic-

chia rende la location un punto di riferimento per chi

ricerca raffinatezza e qualità. Energica e ricca di idee,

la “padrona di casa” stupisce i suoi ospiti con un evento

unico per Torino: les macarons, i celebri dolci fran-

cesi di forma rotonda e dai simpatici colori pastello,

sono protagonisti da Floris House. Prodotti dalla rino-

mata Ladurée, la pasticceria fondata a Parigi nel 1862

alla quale si deve l’invenzione dei gâteaux composti

da due gusci di pasta di mandorle e ripieni di creme golose, les macarons svettano con le loro

nuances divertenti e con tanti gusti raffinati: vaniglia, pistacchio, frutti rossi e molti altri ancora,

alcuni dei quali in edizioni limitata in esclusiva per le feste come quelli alla liquirizia con lamina

d’argento commestibile e al cioccolato con lamina d’oro commestibile. Una coccola in più che

Terri Simonetta dedica alla clientela in occasione del Natale.

TREND IN THE CITYdi Barbara Odetto

Nella maison più lussuosa di Torinosi degustano i celebri macarons

Floris Housee Ladurée

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EXTRA TRENDdi Alessandra Luti

A Vienna un appuntamento fisso e imperdibile del fine anno

IL CONCERTO di CAPODANNO

Il Concerto di Capodanno di Vienna è nato dal matrimonio artistico del 1873 tra Jo-

hann Strauss e i Filarmonici di Vienna ma solo nel 1939 l'evento conquista la sua

ufficialità. Nel 1946 la manifestazione viene battezzata “Concerto dell'anno nuovo”

e nel 1959 hanno inizio le riprese televisive austriache che segnano l'inizio di una po-

polarità di fama mondiale. Il tradizionale concerto della Filarmonica di Vienna si tiene

nella Sala d'Oro del Musikverein, per l'occasione addobbata con opere floreali di ma-

trice sanremese. Il programma, suddiviso in due parti, si basa prevalentemente su

musiche della famiglia Strauss eseguite dai Wiener Philharmoniker e, tradizional-

mente, viene concluso con l'esecuzione di tre brani fuori programma, due dei quali

fissi: il primo è una polka veloce (o galopp), il secondo è An der schönen blauen

Donau (Sul bel Danubio blu) e il terzo è la Radetzky-Marsch (Marcia di Radetzky); du-

rante quest'ultimo brano, è prassi consolidata che il pubblico in sala batta le mani,

seguendo il tempo scandito dal direttore, assieme all'incalzare dell'orchestra. Alla

musica, si aggiunge la danza, eseguita dai ballerini dell'Opera di Stato e che ha come

ambientazione i prestigiosi interni ed esterni dei palazzi storici di Vienna. La popo-

larità del Concerto ne fa uno degli avvenimenti musicali più seguiti al mondo, diffuso

dalle emittenti di almeno quaranta paesi, con un pubblico stimato in almeno un miliardo di spet-

tatori in ogni parte del mondo. I concerti che verranno eseguiti sono tre, il primo il 30 dicem-

bre riservato alle forze armate austriache, il secondo viene eseguito il 31 dicembre e prende il

nome di Silvesterkonzert (Concerto di San Silvestro) e infine quello del 1 gennaio. In tutti e tre

i casi, si tratta del medesimo programma, eseguito nel medesimo luogo e con lo stesso diret-

tore d'orchestra. Mancando, nei primi due casi, la diretta televisiva, questi concerti non sono ac-

compagnati dai balletti; unica differenza. I biglietti sono ordinabili attraverso il sito dei Filarmonici

di Vienna ma solo nel periodo compreso tra il 2 e il 23 gennaio. Al termine del periodo di pre-

notazione (23 gennaio) verranno comunicati i nominativi dei fortunati che potranno partecipare

al concerto. Sorge spontaneo il desiderio di vivere quell'emozione in un'atmosfera ancora più

unica di quella filtrata da un video al plasma; prenotatevi per il prossimo anno e assisterete al

concerto direttamente dalla grande sala del Musikverein! www.wienerphilharmoniker.at

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HI TECHdi Aurora Minardi

CristalBubble sostituisce la canadeseArriva dalla Francia un bizzarro sistema che si propone di

proliferare nei campeggi del futuro. Un’autentica bolla che

si monta in 15 minuti, di materiale trasparente riciclabile

e anti ultravioletti. Cristal Bubble può trasformarsi in una

canadese del futuro oppure essere piazzata nel giardino

di casa, in spiaggia d’estate... La sfera misura quattro metri

di diametro, comprende un sistema di controllo per

l’umidità e di ricircolo tiene lontane muffe, intrusioni

di insetti e condensa. Insomma il comfort è assicurato.

All’interno c’è un letto king-size, comodini, lampade,

bagno e ne esistono diverse versioni. Da quella totalmente

trasparente alla più intima, in cui il soffitto lascia passare

fette di cielo. www.bubbletree.fr

In arrivo la seconda versione dell’iPadLa nuova versione dell’iPad potrebbe uscire

a febbraio 2011, a sostenerlo è la redazione di

DigiTimes. La produzione di massa del tablet

sarebbe dovuta iniziare nel mese di gennaio ma

alcuni problemi nei test del firmware avrebbe

convinto a posticipare il programma di qualche

settimana. Il nuovo dispositivo sarà dotato di moduli

fotocamera in grado di supportare la funzionalità di

videochiamata FaceTime. Altre novità ptrebbero

riguardare il campo delle comunicazioni radio, con

l’introduzione di un modulo di Cdma (Code Division

Multiple Access) che consentirebbe al tablet di

connettersi a un’ampia varietà di network. Non ci

resta che aspettare! www.digitimes.com

H2O Audio: auricolari impermeabiliSe siete tra quelli che quando fanno sport sudano

copiosamente oppure semplicemente amate ascoltare

musica mentre siete distesi in vasca da bagno, i nuovi Flex All

Sport Buds sono gli auricolari che fanno per voi. H2O Audio

li ha presentati infatti come completamente impermeabili e quindi utilizzabili anche in acqua, fino a un metro

di profondità. Certo gli auricolari impermeabili vanno bene, ma se il dispositivo collegato non lo è, si rischiano

danni…a meno che non si parli di lettori mp3 indossabili. I nuovi auricolari Flex All Sport Buds sono disponibili

in quattro colori, nero, verde, rosa e blu. www.h2oaudio.com

DiasporaÈ la nuova piattaforma open source che può fare cambiare idea a chi

è stufo dei network e cerca privacy. Qui decidi la visibilità non solo

deltuo profilo, ma di tutti i post, e puoi addirittura criptare il traffico.

Il flusso di info, poi, non viene immagazzinato in un server centrale

come negli altri network: se ti cancelli, del tuo profilo non rimarrà

traccia. www.joindiaspora.com

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DESIGNdi Aurora Minardi

Aquaviva Dinosaur GoldÉ la più recente creatività di Stuart Hughes,

che spesso ha conquistato l’utenza con

computer e cellulari di lusso. Questa volta il

maestro di Liverpool si è impegnato in

qualcosa di diverso e unico, su commis-

sione di Aquavista UK, con sede a Londra.

Il progetto ha richiesto quattro mesi di

lavoro, ma il risultato premia gli sforzi.

L’acquario fa uso di 68 kg di oro 24 carati, che

disegnano il telaio, con 2 faccette laterali in zanna di mammut.

A renderlo ancora più speciale provvede un osso di un vero dinosauro T-rex posto

all’interno. Dal punto di vista pratico richiede poca manutenzione, grazie alla tecnologia adottata.

Bastano infatti 15 minuti di “lavoro” al mese, grazie all’alimentatore automatico incorporato, alla

facile messa a punto e al dispositivo di programmazione touchscreen. Disponibile in soli tre pezzi,

viene venduto a 3 milioni di sterline. www.stuarthughes.com

Effetto mix-patchKelly Swallow recupera vecchie poltrone e le

riveste con pezzi di tessuto. Il suo segreto:

mescolare ad arte colori ed epoche (dal

Liberty all’ultracontemporaneo).

www.kellyswallow.co.uk

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ARTE & CULTURAdi Emanuela Bernascone

«La fotografia ha un ruolo strumentale. Essa è un mezzo effi-cace e fedele per visualizzare le mie domande sull’esistenzaumana. È un reportage della mia rivolta personale. La foto-

grafia mi permette di manifestare i miei desideri di libertà».Michele Zaza

APPARIZIONECOSMICA

Fino al 15 gennaio 2011 le sale di Palazzo Bertalazone di San Fermo ospiteranno la personale di Michele

Zaza Apparizione cosmica, una ventina di opere tra installazioni, immagini e video.

Attraverso l’utilizzo di una fotografia intesa come mezzo per fissare le proprie riflessioni esistenziali, Zaza

si concentra sul corpo – in particolare sul volto, suo e dei suoi famigliari – per elaborare una speculazione

intellettuale e dunque attivare un percorso emozionale per immagini che arriva a trascendere la dimensione

del soggetto rappresentato, comunicando così un messaggio universale.

All’interno della ricerca dell’artista, il corpo e il volto diventano il fulcro, l’interfaccia con il mondo, lo schermo

su cui proiettare il risultato della propria astrazione. Per questa ragione, il corpo ma soprattutto il volto si

trasfigura. È dipinto di blu per indicare un’idea di trascendenza, di bianco per focalizzare un punto di ener-

gia vitale, di marrone per manifestare un legame con la terra, di nero per segnare una zona di silenzio. Nel-

l’universo dei simboli che Zaza viene man mano elaborando, esiste dunque un codice cromatico: tanto che

i volti presenti nelle sue opere sono assimilabili a vere e proprie icone, ritratti sospesi nel tempo e nello

spazio, autentiche proiezioni di una spiritualità. Attraverso un utilizzo della luce mirato ad una teatralità

estrema, Zaza fa dunque emergere i volti da uno sfondo scuro e misterioso, come nell’opera Cielo abitato,

1985, lavoro incentrato sui volti di Michele e di sua moglie Teresa il-

luminati da una luce caravaggesca.

I corpi e i volti ritratti nella mostra Apparizione cosmica si nutrono

di forme plastiche, spesso in legno, di elementi cosmici archetipici,

all’interno di una libera creatività che tutto reinventa e al tempo

stesso tutto promuove. È nella rappresentazione di un nuovo antro

misterioso del vivente che si trova la possibilità di un universo im-

maginario, fatto di volti dorati, a volte con parti dipinte di azzurro,

che appaiono e scompaiono nell’oscurità segreta dello spazio, volti

animati dall’intrecciarsi di mani dipinte, sicuri di voler abitare con as-

solutezza una propria dimora cosmologica materiale e psichica. Un

cosmo dove si sedimentano segni e simboli - le molliche di pane e

il colore del cielo, le forme, le sculture e i gesti del corpo nei video

o nelle foto. Un processo di visione onirica sviluppato nelle sembianze

di un habitat umano trasformabile, capace di rigenerare l’invisibile

quanto il potenziale visibile. Una rappresentazione che mette insieme

terra, cielo, uomo, coscienza. Una sorta di paradiso perduto dell’in-

fanzia e della bellezza che permette una favola antropologica ritro-

vata, dove l’essere va oltre se stesso. www.palazzobertalazone.com

mic

hele

zaza, c

orp

us

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CINEMAdi Paola Gamberutti

Anche nella vita dei più “cattivi” arriva il momento in cui si presenta il desiderio di essere “buoni”. Si av-

verte una sorta di predisposizione alla positività, un bisogno di amare ed essere amati, una voglia di fa-

miglia e affetti veri. Spesso tutto ciò arriva perché spinto da un evento particolare. Spinto anche nelle sale

cinematografiche nei mesi di Dicembre e Gennaio, questo bisogno di “bonificare” la propria anima, si ma-

nifasta con le cause più diverse.

“Un altro mondo” è la storia di Andrea. Ventotto anni, un padre assente e una madre anaffettiva. Una fi-

danzata con cui trascina una relazione senza progetti. Lo assistono costantemente superficialità, e man-

canza di entusiasmo ed emozioni. Una depressione causata dalla noia tipicamente moderna di chi nasce

con tutto, e non dovendo fare fatica per conquistarselo, trova molto più gusto nel perderlo. La condizione

del ragazzo cambia con l’arrivo di una lettera. Il padre, ormai da anni in Kenya, sta per morire. Andrea non

La Bonificadelle Anime

Alcuni possibili autori?La famiglia, innamorarsi e il Natale!

Tornando a casa per Natale

Un altro mondo

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WE WANT SEX Anno 1968: il mondo stacambiando, ma non pertutti. Sarà un gruppo dicoraggiose donne a prodi-garsi perché cambi ancheper loro. Tra le 187 operaiedello stabilimento scattaun’agitazione sindacale. Si batteranno per avere iltitolo di operaie qualificate e un salario pari a quellodei colleghi uomini. Una donna con il coraggio dirischiare per cambiare il mondo. Perché le donnesanno sempre come cavarsela!

TAMARA DREWETRADIMENTIALL’INGLESETamara Drewe deve fareritorno nel piccolo paesedella campagna inglese incui è cresciuta. Non è più ilbrutto anatroccolo che tuttiricordano, ma un’avvenen-te e disinibita femmefatale. Ora ha una rubrica su un quotidiano inglese,un naso nuovo, e due gambe decisamenteappariscenti. La nuova Tamara non passa inosservata,e il suo arrivo farà nascere passioni, invidie epettegolezzi, sconvolgendo la tranquillità del luogo.

FEBBRE DA FIENOIl galeotto Ponentino, ventocustode dell’amore e fontedi ispirazione per i corteg-giatori. Un giovane roman-tico con il cuore in pezzi.Un’ex-fidanzata che non sipuò dimenticare.Una ragazza innamorata e determinata nel farsicorrispondere. Questi gli ingredienti di una commediaromantica e nostalgica, dove tra amore ed eventiinattesi, si muovono personaggi stravaganti. E datala loro giovane età, un film che sarà la loro personalelezione di vita.

UN GIORNO DELLA VITA “Tutte le passioni esage-rano, e sono passioniappunto perché esage-rano.” Questo film è lastoria di una passione cheporta ad esagerare. NellaBasilicata del 1964, vive ildodicenne Salvatore. Una vera passione per il cinemache trova scontri quotidiani con il padre, e lo porteràa mettersi in guai seri. “Si declama tanto contro lepassioni, causa di tutti gli affanni umani, e sidimentica che sono anche la causa di tutte le nostregioie”.

COOLTO

CONSIGLIA

lo vede da più di vent’anni, e decide di partire per recarsi al suo capezzale. Sarà

proprio lì che il ragazzo riceverà un’eredità in grado di cambiargli la vita. Gli viene

presentato un bambino di otto anni, figlio di suo padre e di una donna del luogo.

Dopo un rifiuto iniziale, Andrea si affeziona al bambino, decidendo di portarlo

con sè in Italia. E proprio chi non era capace di assumersi le proprie responsa-

bilità, scopre dov’è capace di portare l’amore. “Le cose non cambiano mai. Cam-

biamo noi”.

“Cyrus” è la storia di uno Shrek metropolitano. John è un uomo solo e depresso,

divorziato da sette anni. Ormai è isolato da tutti e da tutto, e il suo desiderio è

parlare con qualcuno. Nonostante la sua depressione riesce a conservare una

sorta di ottimismo, e infantilismo, e a sentirsi comunque eccezionale. La sua si-

tuazione peggiora nel momento in cui l’ex moglie gli annuncia che sta per spo-

sarsi. La depressione si accentua ma poi, all’improvviso, scompare: amore a prima

vista per la bella Molly. La donna, che lui considera una meraviglia, gli farà tor-

nare la voglia di amare e la grinta per impegnarsi in una relazione seria. Unico

neo in questo idillio: Cyrus. Figlio ventunenne di Molly, non si arrende all’idea

di dividere la propria madre con un altro uomo. Conflitti, litigi, minacce e duelli,

si muovono tra la commozione e il divertimento.

Dunque, in questi casi, ciò che può bonificare un’anima può essere avvertire un

legame familare, oppure innamorarsi. Ma altro evento, meno personale e più tra-

dizionale, è il Natale. Che si sia credenti o no, non conta, ciò che conta è l’at-

mosfera che diffonde. E’ come se le luci che ci sono per le strade e illuminano

le vie, illuminassero anche il nostro cuore. Film che incarna questo mood è “Tor-

nando a casa per Natale”. Lo si può paragonare a un libro di moderne favole

natalizie. Ambientato in una piccola città immaginaria, vede gli abitanti vivere vite

travagliate che si intrecciano tra loro. Un padre “esiliato” decide di travestirsi da

Babbo Natale per riuscire a rivedere i figli e l’ex moglie. Una donna che ha una

relazione con un uomo sposato, spera che lui, proprio dopo Natale, lasci la mo-

glie. Un ragazzino protestante si innamora di una compagna di classe musul-

mana, e capendo che non festeggerà il Natale, finge che anche la sua famiglia

non lo farà per stare con lei. Un retrogusto di tragedia, ma un gusto decisamente

di speranza e perdono, come la tradizione natalizia vuole. E per chi teme che tutta

questa improvvisa dolcezza non gli si addica, non c’è problema: dopo Capo-

danno, tutto tornerà come prima!

Cyrus

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38

TEATROdi Francesca Simonetti

Teatro Stabile di TorinoTeatro Carignanopiazza Carignano 6, Torino tel. 011.51.76.246

Teatro Agnellivia Sarpi 111, Torino Tel: 011-612136

Alfa Teatrovia Casalborgone 16/I, Torino tel. 011.81.95.803

Teatro Alfieri Torino Spettacolipiazza Solferino 4, Torino tel. 011.56.23.800

Teatro Araldovia Chiomonte 3, Torino tel. 011.33.17.64

Teatro Cardinal Massaiavia Cardinal Massaia 104, Torinotel. 011.25.78.81

Teatro Colosseovia Madama Cristina 71, Torino tel. 011.66.98.034 - 65.05.195

Teatro Erba Torino Spettacolicorso Moncalieri 241, Torinotel. 011.66.15.447

Garybaldi Teatrovia Garibaldi 4, Settimo Torinesetel. 011.89.70.831

Teatro GioielloTorino Spettacolivia C. Colombo 31, Torino tel. 011.58.05.768 - 011 66.15.447

Teatro Juvarravia Juvarra 15, Torino tel. 011.54.06.75

Teatro Matteottivia Matteotti 1, Moncalieri tel. 011.64.03.700

Teatro Monterosavia Brandizzo 65, Torino tel. 011.28.40.28

Teatro Nuovocorso Massimo d'Azeglio 17, Torinotel. 011.65.00.200

Piccolo Teatro Peremprunerpiazza Matteotti 39, Grugliasco tel. 011.78.08.717

Teatro Regiopiazza Castello 215, Torino tel. 011.88.151

Conosciuta e apprezzata oltre i confini nazionali per

i suoi spettacoli di incredibile abilità fisica e sofisticata

inventiva, Kataklò è una compagnia stabile e indi-

pendente fondata a Milano nel 1995 da Giulia Stac-

cioli. È una risposta alle grandi produzioni che di-

mostra come in Italia esista una realtà legata al

physical theatre che con produzioni proprie riempie

i teatri di tutto il mondo. Il nome deriva dal greco an-

tico e significa “Io ballo piegandomi e contorcen-

domi”. La ricercatezza della scrittura coreografica e

teatrale di Kataklò ha l’emozionante potere di com-

porre scenari surreali, di creare illusionismi e abbat-

tere le barriere dell’immaginazione superando ogni

confine culturale, linguistico e generazionale. E que-

sto grazie all’inconfondibile e spettacolare miscela di

movimenti corporei, passi di danza, atletismo acro-

batico, mimica, humor, suoni, luci e costumi. Dopo

l'entusiasmante successo riscosso in tutta Europa –

tra cui il Fringe Festival di Edimburgo - la danza dei

Kataklò arriva al Colosseo con Love Machines. Physi-

cal theatre, danza, musica e acrobazie si fondono in

una performance spettacolare e coinvolgente. Nel-

l'elaborazione delle coreografie, Giulia Staccioli ha at-

tinto dagli studi di Leonardo Da Vinci sul corpo

umano e sulle macchine: i danzatori si muovono tra

paesaggi surreali e strutture dai piani inclinati speri-

mentando movimenti che sfuggono alle leggi naturali.

Una terra misteriosa, un paesaggio che affascina...in

una dimensione atemporale. Due esploratori in cerca

di nuove scoperte e nuove realtà perlustrano lo spa-

zio circostante. Scoprono che nell'oscurità si celano

oggetti inconsueti: strutture con il piano superiore in-

clinato, involucri inerti, strani spuntoni. Affrontano la

pendenza delle strutture e si accorgono che in

ognuna di esse vive un corpo in carne e ossa che cammina, pensa, lotta, ama. Un corpo-mac-

china che rappresenta il motore della materia, la sua anima, che ha voglia di vivere, di aprirsi

al desiderio d'amore...A poco a poco i viaggiatori si lasciano coinvolgere dalla giocosa vi-

talità e dalla contagiosa follia d'amore di questo popolo. Come agli occhi di Leonardo Da

Vinci il non conosciuto genera esperienza, così gli esploratori imparano a vedere ciò che li

circonda da un altro punto di vista. Kataklò è un work in progress, un progetto dinamico

e in continua evoluzione. Una filosofia di vita. www.teatrocolosseo.it - www.kataklo.com

Il 28 e il 29 gennaio a Torino con Love Machines

KATAKLÒ

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LIBRIdi Greta Grossi

DIMENTICATO SUONO di Valentina Colonna - Manni Editore

Valentina Colonna è nata a Torino nel 1990. Con le sue poesie ha

conseguito, dal 2004 ad oggi, numerosi riconoscimenti in concorsi

letterali. Dimenticato suono è la sua prima raccolta di poesie.

“L’anima lirica di Valentina vive sospesa tra la maturità e un’anima

fanciullesca che le consente di posare sul mondo uno sguardo vivace

e guizzante, ricco di curiosità e meraviglia, ed al contempo cogliere

tutta la vibrante bellezza dell’universo. Parole che scivolano ed ac-

carezzano il lettore come seta, ma i cui intensi colori ne segnano

e ne impressionano profondamente l’anima” Paola Roggero.

NOTTE BUIA, NIENTE STELLE di Stephen King – Sperling & Kupfer

Raccolti in questo libro quattro nerissimi romanzi che parlano di

donne uccise, seviziate o comunque "rimesse al loro posto". È in

corso, nel nostro Occidente, una guerra contro "l'altra metà del

cielo". La combattono maschi frustrati, impauriti, resi folli dalla per-

dita del loro potere. Stephen King esplora la psiche di donne forti

che non accettano i soprusi e, quasi sempre, trovano la propria ri-

valsa. Che non coincide per forza con un "lieto fine”. Un King ai mas-

simi livelli, per la prima volta tradotto da Wu Ming 1, che ce lo

restituisce in una forma nitida e folgorante.

TRE UOMINI IN PANDA di Ludovico de Maistre – Campi Magnetici

Senegal, Mali, Burkina Faso, Benin, Nigeria e Camerun con una vec-

chia Fiat Panda del 1987. Oltre 9000 km con scopi umanitari, per

divertirsi e per scoprire il mondo. Un viaggio mozzafiato in cui

siamo entrati in contatto con centinaia di persone tra deserti, fore-

ste, falesie, savane e distese di sabbia. Vi raccontiamo le nostre av-

venture giorno per giorno, quelle che ci hanno trasformato da

semplici cittadini a veri viaggiatori e vi spieghiamo l’organizzazione

necessaria per partire. La nostra frase preferita è stata detta da Yvon

Chouinard: “Non è un’avventura finchè qualcosa non va storto”.

I GATTOPARDI di Raffaele Cantone e Gianluca Di Feo – Mondadori

Che le mafie abbiano connessioni e collusioni con parti del sistema

economico, politico, giudiziario del Paese lo leggiamo da anni. Non

sappiamo però quali sono concretamente i ruoli dei diversi prota-

gonisti, chi davvero fa cosa. Cantone ce lo spiega in questa con-

versazione con Gianluca di Feo, mettendo in evidenza il nodo

cruciale dell'intreccio, il circuito vizioso in cui le organizzazioni cri-

minali, gli imprenditori, la società fanno "sistema" e traggono van-

taggio gli uni dagli altri. Cantone ricostruisce gli ultimi vent'anni,

racconta nei dettagli quali sono i business, le regioni, gli enti coin-

volti e qual’è il ruolo dai diversi protagonisti: i gattopardi, appunto.

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COMICS WORLDA cura di Vittorio Pavesio • Testi di Fulvio Gatti

Paperino, Lupo Alberto, Ratman. Cosa hanno in comune

questi tre personaggi? Sono animali “antropomorfi”,

cioè umanizzati nel comportamento, nell'abbigliamento

e nel linguaggio sebbene conservino le caratteristiche

inconfondibili dei loro equivalenti reali a quattro o due

zampe. Su questo trucchetto di immaginazione si basano

molti dei più celebri eroi visti negli albi a fumetto

e nei film di animazione, fin dai tempi dei car-

toon targati Disney e Warner. Poi, con il pas-

sare del tempo, qualcuno deve essersi ac-

corto che si poteva rendere gli stessi

personaggi... ancora più umani.

In che senso? Enfatizzando da un lato

la componente fisica, in muscolature maschili (o

curve femminili) inconfondibilmente riconducibili

all'homo sapiens, quando sull'altro fronte erano

le psicologie e la natura delle storie a crescere in

maturità e complessità. Un esempio per tutti:

le mitiche Tartarughe Ninja. La leggenda rac-

conta di un buffo bozzetto

di Kevin Eastman con una

tartaruga in inattese vesti da

ninja; poi ci furono i fumetti

con Peter Laird, i giocat-

toli, la serie di animazione,

i videogame, i film con at-

tori e in generale il successo

internazionale. Da notare come la

serie animata, veste in cui le Ninja

Turtles sono più conosciute, era

parecchio edulcorata nei toni

rispetto ai comics originali,

Animalea chi?

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più dark e violenti. Inoltre i nostri eroi non

erano animali antropomorfi di un mondo

fittizio di loro simili, bensì, grazie al-

l'espediente del liquido mutageno, face-

vano parte di una realtà analoga alla no-

stra. L'ambientazione nel nostro universo

è quindi indispensabile? Non è detto.

La serie francese Blacksad di Juan Diaz

Canales e Juanjo Guarnido, edita da Dar-

gaud, racconta le vicende di un gatto nero

detective immerso in atmosfere urbane

e violente. Ha giocato invece con la storia

il torinese Marco Natale, che con Bacon,

di uscita imminente per la Pavesio,

ci porta in una Chicago degli anni '30 in

cui l'ultimo baluardo contro la criminalità

e la corruzione è l'investigatore Joe

Bacon, maiale per aspetto e per gli irre-

sistibili difetti.

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MUSICAdi Daniele Smaltini

Modà è il nome del progetto di Francesco “Kekko” Silvestre (voce), Enrico Zapparoli (chitarra acustica), Diego

Arrigoni (chitarra elettrica), Stefano Forcella (basso) e Claudio Dirani (batteria). Tutti provengono da diffe-

renti esperienze musicali ma con la stessa passione per il pop-rock, un sogno comune e la ferma convin-

zione di poterlo raggiungere. I Modà si concentrano fortemente sul live, che diventa immediatamente il loro

vero punto di forza. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Kekko in vista della loro tappa torinese di do-

menica 19 dicembre presso il Pala Olimpico Isozaky.

Nonostante il 2010 rappresenti per voi un anno d’oro, in realtà siete presenti sul panorama musicale

da diverso tempo. Potete perciò vantare una notevole gavetta. Quanto è diversa la notorietà raggiunta

dopo un percorso fatto di tanti live alle spalle rispetto a questo modo molto veloce di creare “miti”

o presunti tali? Avere un background fatto di molti concerti nei più svariati palchi e situazioni permette

di crearti una personalità ben definita. Il nostro è stato un percorso particolare, se vuoi. La scelta di pro-

porre da subito una band che presenta brani propri rispetto alla classica cover band rende tutto molto dif-

ficile. Sono convinto che la “gavetta” faccia parte di quei percorsi fondamentali che incidono a livello umano

e mentale. Arrivare alla notorietà con i giusti passi ti permette di affrontare il cambiamento di vita in modo

preparato. Hai una sensazione di sicurezza professionale per cui, ad esempio, ti sembra che i palchi su cui

suoni adesso siano esattamente uguali a quelli dove hai sempre suonato… solo più grandi! E soprattutto,

essendo passato dai bassifondi, rifletti molto prima di fare delle cose che possono ritorcerti contro.

Pensi che l’epoca che stiamo vivendo dia più spazio alla musica live? Questo aiuta ad attirare l’at-

MODA’LA NOTTE

TOURdomenica 19 dicembre, PalaOlimpico Isozaky

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DALLA-DE GREGORIWORK IN PROGRESSIl 22 gennaio del 2010Dalla e De Gregori si sonoesibiti presso il Vox diNonantola (Modena).La serata viene intitolata“Work in progress”. Ora èanche il titolo di un album, un doppio CD livecomposto da ben ventinove episodi, tra cui i dueinediti “Gran turismo” e “Non basta saper cantare”(incisa in studio), la versione (sempre in studio) di“Generale”, cantata da entrambi e mai eseguita neilive, e la versione italiana di “Just a gigolò”.

MINAPICCOLA STRENNAIn vista delle prossimefestività natalizie eccouna nuova doppiapubblicazione di Minaadatta per l'occasione.Una nuova edizione delsuo ultimo album in studio “Caramella”, conl'aggiunta di una piccola strenna. Sul secondo CDsono infatti presenti quattro brani inclusi nellacolonna sonora del film natalizio di Aldo, Giovannie Giacomo “La banda dei Babbi Natali”, in uscita il 17dicembre nelle sale cinematografiche.

NELLY FURTADOTHE BEST OF...Il primo album di NellyFurtado vide la lucenell'ormai lontano 2000,quando la cantantecanadese di originiportoghesi venne lanciatanel mondo della musica pop dal singolo “I'm like abird” e dall'album “Whoa, Nelly!”. Ora per Nelly è oradi fare il punto della situazione con il primo greatesthits “The best of Nelly Furtado”. La pubblicazione èdisponibile anche in versione deluxe con unsecondo CD con importanti collaborazioni.

DJ DAVID GUETTAONE MORE LOVEIn attesa del nuovo albumche – secondo quantodichiarato dallo stessoDavid Guetta – dovrebbevedere la luce nell'estatedel 2011 e saràinfluenzato da gruppi rock come Kings Of Leon eColdplay, il DJ francese decide di dare alle stampeun'edizione speciale del suo precedente disco “Onelove” e di chiamarla “One more love”. Il tutto in unpackaging comprensivo di un libretto di 16 pagine.

COOLTO

CONSIGLIAtenzione dei talent scout delle case discografiche? Ci sono tanti ragazzi che si

avvicinano alla musica. Suonano nelle cantine o nelle sale prova. Ma il passo suc-

cessivo, dato dall’approccio con il pubblico suonando nei locali, purtroppo è ca-

ratterizzato da spazi molto limitati dove potersi esibire. Purtroppo il sistema ita-

liano non aiuta chi cerca di far della propria passione una professione. I locali dove

si fa musica live non sono propensi a dare spazio a chi non fa cover. Troppe spese

da affrontare per far suonare portano i gestori a cercare solo gruppi che abbiano

un forte seguito, perdendo quel ruolo di “vetrina” di nuovi talenti.

Dalla scorsa estate avete raggiunto un pubblico molto trasversale. Attirando

l’attenzione di un pubblico più adulto rispetto al passato. A cosa è dovuta que-

sta apertura? E’ cambiato qualcosa nei Modà? Fondamentalmente non ritengo

di aver stravolto il mio approccio alla scrittura. Crescendo, guardo al mondo che

mi circonda con occhi diversi; questo porta naturalmente a vivere la vita e le emo-

zioni in modo diverso.

Trai sempre ispirazione da emozioni vissute direttamente per scrivere i tuoi

pezzi? Spesso si. Altre volte mi lascio trasportare da emozioni vissute indiretta-

mente; prendendo spunto da percorsi di vita di persone vicine a me. Non scrivo di

situazioni inventate. E’ un modo che non mi appartiene. Per arrivare ad emozio-

nare devo prima di tutto emozionarmi; e quindi… devo raccontare la realtà!

Come ami definire la vostra musica? Romantica.

Quali sono i musicisti che hanno segnato la tua crescita? Battisti e mogol.

Tre brani che ti hanno dato una forte emozione? Difficile dirne solo tre. Sareb-

bero molti di più. Ma direi “Fiori rosa fiori di pesco” di Battisti; “Senza parole” di Va-

sco Rossi; “One” degli U2.

Tornando al gruppo che rappresenti: i Modà che rapporto hanno con i social

network? Noi siamo nati col web. Internet rappresenta un palco virtuale dove ti

mischi alle persone, diventi uno di loro. Il pubblico, il cantate e la sua band diven-

tano una cosa unica. I Modà continuano ancora ad avere un forte attaccamento

al web. Attraverso il loro sito www.rockmoda.com, facebook, ecc.

Cosa si deve aspettare chi viene a sentire un concerto del vostro tour?

Un palco con una band che suona! Non è una battuta, ma la realtà! Noi non cer-

chiamo di “stupire con effetti speciali”. Crediamo molto nelle emozioni della musica

e nel contatto ravvicinato che si crea con il pubblico. Grandi musicisti come Vasco,

Antonacci e tanti altri sono precursori da tempo nei loro tour di questa filosofia.

Un concerto deve rimanere un concerto. Un musical è un’altra cosa! Non voglio dire

che non amo la parte scenografica; ma che preferisco che questa sia al servizio della

band e non il contrario. A tal proposito siamo contentissimi di fare questo tour nei

palazzetti. Riteniamo che sia la giusta dimensione per creare un forte impatto emo-

zionale sia per chi suona che per chi ascolta.

Un aneddoto che vi lega alla città di Torino? Purtroppo non ho un aneddoto da

raccontarti perché è la prima volta che veniamo a suonare a Torino… anzi… in Pie-

monte! Speriamo che sia la prima di una lunga serie.

Siamo arrivati alla fine di questa piacevole chiacchierata. Mi congratulo per la

tua semplicità e umiltà di pensiero. Qualità più uniche che rare. Un claim da

dedicare ai vostri fan? Viva la vita.

Evento organizzato da:

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FASHION COVERphotoshoot dedicato a...

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FASHION COVER

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Via Amendola, 4 bis/b - 10121 TorinoTel. 011.5629933

[email protected]

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FASHION TIMEdi Maria Greco

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OROVsPIZZO

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COLL

EZIO

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1101_Balmain02_Blugirl

03_Emilio Pucci04_Gianfranco Ferré

05_Max Mara06_Michael Kors

07_Valentino08_Dolce&Gabbana09_Gucci10_Donna Karan11_Roccobarocco12_Blugirl

PERFETTI PER LE FESTE.Moda scintillante per queste feste nataliziecon abiti luccicanti color lingotto!Trasparenze quasi spudorate con uno deimateriali più sexy di stagione, il pizzo!

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FASHION TIME

Cosa ti passa per la testa?

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Alcuni suggerimenti per creareun look diverso in vista delle feste!Sempre più creatività per definirela nostra personalità.

in collaborazione con:

www.officinadellostile.net

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PERSONAL SHOPPERdi Paola Gamberutti • scriveta a: [email protected]

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Cara Paola, finalmente

si avvicina la serata che

aspetto da tanto: la Notte

di Capodanno! Mi attende una bella festa in abito

da sera. Ma quale abito? Non so da dove iniziare.

Vorrei trovare un vestito particolare. Mi puoi aiu-

tare con qualche consiglio? - Valentina

Cara Valentina, non devi indossare un vestito particolare, ma adot-

tare un look che faccia la differenza! Per scegliere quello più adatto

a te, pensa a cosa vuoi che quella serata rappresenti. La aspetti da

tempo, dunque penso che tu abbia alte aspettative. Dunque, la Notte

di Capodanno cosa significherà per te? Riflettici, datti una risposta, e scegli il look che più ti si addice! Sarai

una romantica in cerca del suo principe azzurro? Ti “accontenterai” dei migliori amici delle donne, i dia-

manti, e stupirai per la tua eleganza? Indosserai mille colori per una serata all’insegna del divertimento e

delle risate tra amici? Sarai vestita di luce per scintillare, sperando che quel bagliore ti accompagni per tutto

l’anno? Qualsiasi cosa sceglierai, ti auguro che nella notte più notte dell’anno, i tuoi desideri si avverino!

DREAMNIGHT 2

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Ok by CoolTo!Romantic

1_Goldcase: Abito in tulle e jersey di viscosa.

2_Valentino: Pochette in raso ricoperta di piume rosa

con applicazioni di cristalli e canarini.

3_Valentino: Spuntata in raso nero e tulle con ricami

di paillettes e strass.

Diamonds

04_René Caovilla: Spuntata in raso nero con applicazioni

di cristalli.

05_Blumarine: Pochette in pelle nera con motivo di frange

e applicazioni di cristalli.

06_Blugirl: Abito in seta nera con applicazioni di cristalli.

Coloured

07_Manoush: Abito bustier con macro-fiocco in lapin.

08_Bulgari: Pochette in satin rosso con chiusura logata

e charm a forma di monetina.

09_Giorgio Armani: Décolletée in raso e velluto

con tacco a spillo e plateau.

Shiny

10_Ernesto Esposito: Décolletée in suède con maxi

stella di Swarovski Elements.

11_Versace: Borsa in pelle blu metallizzata con

tracolla a catena.

12_Patrizia Pepe: Mini-abito full paillettes blu.

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BEAUTYdi Aurora Minardi

7_Vibra Perfection di Maybelline NY: mascaravibrante dotato di un piccolo motore cheriproduce fino a 7000 vibrazioni al secondo perun'applicazione ad alta definizione, facile e veloce.

8_Touche Eclat Collector di Yves Saint Laurent:un illuminatore universale che cancella le zoned’ombra del viso illuminandolo.

9_Face Fabric Second Skin di Giorgio Armani:linea di fondotinta che crea un perfetto incarnato.

10_Ds Magic di Opi: dettagli di luce con lo smaltoimpreziosito con polvere di diamante.

11_Blush Accord Parfait di L'Oreal Paris: il fardsu misura che si adatta a tinte dorate, rosate escure. Disponibili diverse nuances.

12_Ombre Magnétique di Lancome: un ombrettoche amplifica la brillantezza delle madreperlecontenute. Perfetto per creare sfumature.

MAKE UP

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DIO

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Tante proposte per brillare a Natale e a Capo-danno. Glitter, paillettes, ombretti dorati, colorimetallizzati come il bronzo, l’argento e l’azzurroche riflettono la luce e creano un viso luminoso!

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1_Trousse Cuore Bagliori Dorati di Collistar:una polvere proposta in due diverse sfumaturedorate e racchiusa in un cuore di paillettes.

2_Rouge Prodige di Clarins: una formulainnovativa a lunga tenuta che assicura alle labbracolore intenso per ore e ultra brillantezza.

3_Transparent Paillettes, Lasting Color di Pupa:una pioggia di paillettes colorate sulle unghie. La formula hi-tech migliora la durata del coloree l’applicatore permette una stesura più precisa.

4_KissKiss Pearl Gloss Pink di Guerlain:gloss rosato ricco di paillettes che non appiccica.Contiene microsfere di vetro traslucide cheaumentano la diffusione della luce.

5_Wet&Dry di Collistar: ombretto per palpebrescintillanti una polvere dal finish perlatoe luminoso in quattro nuances: oro, bianco,bronzo e rosa.

6_Mascara pailleté di Yves Rocher: trasparentecon paillettes che illumina le ciglia facendolescintillare da usare da solo o sopra il mascara.

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LIFE COACHdi Tamara Gavina • [email protected] • tamaragavina.com

Oggi si parla molto di qualità: qualità dei prodotti, qualità dei servizi, qualità dei sistemi.

Se pensiamo alla filosofia che spinge un’azienda ad introdurre un sistema di qualità, ci vengono

in mente motivazioni del tipo: la soddisfazione del cliente, l'attuazione di un fattore competi-

tivo, un’identità aziendale ed infine, ma non meno importante, l'ottenimento di maggiori utili.

Lo stesso paragone possiamo farlo con la qualità umana, la qualità della vita.

Senza di questa, tutto il resto è semplice apparenza e non sostanza.

Parlare di qualità umana, significa prenderci cura del nostro rapporto con gli altri (l’equivalente

dei nostri clienti), trovare e provare ogni giorno una nuova sfida (il nostro fattore competitivo),

essere noi stessi ed in linea coi nostri

valori (la nostra identità), ri-al-

lacciare le relazioni tra di noi

è il miglior ritorno di utili che

possiamo avere come essere

umani. Perché lavorare tanto

se ci sentiamo soli e non ab-

biamo relazioni sociali soddisfa-

centi? Cosa serve “possedere” se

non con-dividiamo? Il valore delle

cose materiali sta nel loro utilizzo.

Il lottare per la ricchezza trova

la sua ragione nel vedere sorridere

qualcuno a cui quello che guada-

gniamo è utile. Qual ‘è la qualità per

una persona? La conoscenza, la con-di-

visione, la collaborazione, l’aiuto,

il dono. Conoscere se stessi per imple-

mentare il personale sistema di qualità.

A volte abbiamo paura di non riuscire

a fare qualcosa o di quello che gli altri pen-

sano di noi. Ci facciamo sopraffare dalle paure così

non incoraggiamo i nostri sogni.

Usiamo il “no” in luogo del “sì”, e viceversa. Ogni volta che rinunciamo a qualcosa, qualcosa che

potrebbe rendere la nostra vita migliore, abbiamo perso un’occasione. Si vive una volta sola,

quindi non c’è tempo per avere paura.

Lasciamoci trascinare da una nuova prova, da qualcosa di nuovo che non abbiamo mai fatto

prima. Affrontiamo da vincitori le difficoltà quotidiane. E poi, sforziamoci di fare quel sorriso che

tratteniamo, non soffochiamo la risata e scriviamo quella lettera che non abbiamo mai voluto

scrivere. Buone feste di “qualità” a tutti.

cosa serve “possedere” se non condividiamo?

LA QUALITÀ DELLA VITA

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AUTOdi Michele Guzzon

il nuovo Sportage è esteticamente molto più riuscito di tanti concorrenti più blasonati. Il

genio del responsabile del design, Peter Schreyer, è una carta in più che la KIA può gio-

care con il suo nuovo SUV. L'estetica è innovativa e si esprime in forme moderne, ele-

ganti, muscolose, in armonia con lo spirito della “street art” di KIA. La linea è molto

sfilata, compatta e slanciata ed incontrerà senz'altro il favore dei clienti. I fari, anteriori

e posteriori, sottolineano la linea di cintura e, insieme ai grandi cerchi (17 pollici nella

versione Active, 18 nella Class), alle nervature , le barre sul tetto ed i grandi retrovisori

accentuano la sensazione di solidità e dinamismo. E' migliorata anche l'aerodinamica, il

Cx raggiunge adesso il valore di 0,37 che per un SUV non è affatto male.

Tre sono i fattori sui quali punta la KIA: design, tecnologia e qualità. Del design abbiamo

già parlato. Per quanto riguarda la tecnologia vale la pena di spendere qualche parola

sulla nuova trasmissione AWD: viene utilizzato per la prima volta il sistema Dynamax, svi-

luppato con la Magna Powertrain, che controlla trazione e giunto/ripartitore. Si ha, par-

liamo della versione a 4 ruote motrici, una regolazione intelligente della frizione

multidisco, collocata in corrispondenza del differenziale posteriore: la ripartizione della

coppia e della trazione viene gestita grazie ad un software che raccoglie ed elabora in-

formazioni da numerosi parametri che riguardano la dinamica del veicolo e la differenza

di velocità fra i due assali. Questo garantisce allo Sportage una maggiore capacità di tra-

zione in tutte le circostanze ed un migliore utilizzo della trazione integrale.

Lo Sportage è disponibile nella versione a 2 ed a 4 ruote motrici e dispone di serie di tutta

la serie del controllo elettronico della stabilità, della trazione, per le partenze in salita e

la trazione integrale diventa Dynamax

Kia Sportage

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per il controllo di velocità nelle discese ripide.

La KIA, che insieme alla Hyundai ha prodotto nel 2009 più

di 5 milioni di veicoli e si è saldamente installata la quarto

posto tra i produttori mondiali di automobili, presenta per

lo Sportage una gamma rinnovata e ampliata di motori,

adeguati all'evoluzione delle normative e adatti alle mol-

teplici esigenze dei clienti. Tutti i motori, sia a benzina

che a gasolio , rispettano le normative Euro 5.

Al lancio lo Sportage è disponibile con un potente 2 litri

benzina da 163 CV con sistema di fasatura variabile e con

un rinnovato 2 litri turbodiesel da 136 CV ( 323 Nm). A

breve saranno disponibili un 1600 benzina con 136 CV ed

un 1700 turbodiesel da 115 CV e 255 di coppia.

Ad eccezione del 2 litri benzina che ha un cambio manuale

a 5 marce, tutti i motori sono abbinati a cambi manuali a

6 marce: i motori 2 litri, sia diesel che benzina, possono

essere forniti anche con un nuovo cambio automatico a

sei rapporti.

Intendiamoci, lo Sportage, come tutti i SUV, non è un fuo-

ristrada, ma un veicolo offre ottime prestazione anche la,

dove l'asfalto non c'è. Ma potrà levarvi da pasticci in caso

di neve o fondo viscido. Non a caso la prova si è svolta

tutta su strade asfaltate e la guida è stata molto piacevole

non solo grazie alle buone sospensioni, McPherson con

molle disassate sull'anteriore e multilink con molle sepa-

rate dagli ammortizzatori sul posteriore, ma grazie anche

all'accogliente abitacolo.

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64

MOTOdi Michele Guzzon

Ti avvicini. Sembra proprio lei, la Honda VFR1200F. Poi ti metti in sella e ritrovi la solita,

buona posizione di guida: sella ampia e comoda, pedane un po’ alte ma ben centrate, ma-

nubrio alla giusta distanza, così il busto è inclinato in avanti, ma non affatica mai gli avam-

bracci. Un tocco al pulsante dell’avviamento e il V4 da 173 cavalli si avvia con un borbottio

sommesso. E poi…un momento, ma qui mancano la leva della frizione e il pedale del

cambio! Già, perché questa è la VFR1200F DCT, la prima moto al mondo equipaggiata

con il cambio robotizzato a doppia frizione. Una primizia tecnologica che rivoluziona

l’esperienza alla guida di questa moto: basta un tocco al selettore grigio sul semimanu-

brio destro per attivare la modalità Drive, che inserisce (con un clangore che non ci si

aspetterebbe…) la prima. Poi basta dare gas perché Honda VFR1200F DCT parta con

grande fluidità, ottima spinta e impegno zero. Ci pensa l’elettronica a cambiare le marce

una dietro l’altra, in modo veloce e dolcissimo, praticamente senza un sussulto. Consumi

e fluidità di marcia ringraziano, mentre chi è alla guida si gode l’elasticità del motore

e la comodità di non doversi occupare di frizione e cambio anche nel traffico più caotico.

In più, se si vuole fare un sorpasso, basta ruotare con decisione il gas perché il cambio

scali da solo una o due marce garantendo una ripresa fulminea. E quando la strada si li-

bera e arrivano le curve? Un altro tocco al selettore e si attiva la modalità Sport, in base

alla quale la centralina opera cambi di marcia anche in zona rossa, scala con puntualità

in frenata prima delle curve e soprattutto mantiene il rapporto innestato anche quando

si chiude il gas. Così ci si può concentrare solo sulla linea da seguire, certi che in uscita

di curva ci sarà sempre la marcia giusta innestata e la VFR1200F DCT uscirà dalle curve

come una schioppettata. E se in qualche frangente il computer non si comporta come si

vorrebbe, si può sempre correggere il tiro con i tasti "+ e –" sulla sinistra del manubrio,

che permettono al pilota di scegliere manualmente il rapporto desiderato. Un mondo

nuovo insomma, che richiede un po’ di assuefazione, certo, ma che ripaga con una co-

modità di cui poi sarà difficile fare a meno. La Honda VFR1200F DCT è già in vendita

a 17.000 euro, 1.300 euro in più della versione base.

addio leva frizione e pedale del cambio

Honda VFR1200F DCT

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66

ANIMALIdi Maria Greco

AmicoPets, l’innovativo portale per gli amanti degli animali, propone la tessera sanitaria

individuale per cani e gatti correlata ad un sistema di gestione dei dati clinici all’avan-

guardia, indicato per tutti quelli che amano il proprio animale e la sua sicurezza.

Anche gli amici a quattro zampe avranno quindi una loro tessera sanitaria digitale: l’Ami-

coPetsCard. Il progetto è stato presentato il 1° dicembre al Ministero della Salute: i pro-

prietari potranno registrare il proprio cane o gatto e avere sempre a portata di mano la

sua cartella clinica. Per usufruire di questo servizio gli interessati dovranno pagare una

quota pari a 28 euro l’anno: registrandosi sul sito www.amicopets.it sarà possibile creare

un proprio account e ordinare la tessera.

Una volta registrato il proprio animale, si dovrà far riferimento al veterinario di fiducia

per il caricamento dei dati sanitari dell’amico a quattro zampe, che in questo modo sa-

ranno immagazzinati in una banca dati online sempre disponibile, accessibile anche da

altri veterinari in caso di necessità.

Gli ideatori dell’innovativo strumento sono soddisfatti dei risultati ottenuti: “la tessera sa-

nitaria individuale AmicoPetsCard permette al proprietario l’archiviazione online dell’in-

tera cartella clinica, catalogando tutti i documenti sanitari quali l’anamnesi, le

vaccinazioni eseguite, le

profilassi effettuate ed i

referti”. Ogni cliente del

servizio avrà quindi la

possibilità di consultare

la cartella clinica del pro-

prio animale, che sarà

aggiornata e modificata

esclusivamente dal me-

dico veterinario, evitando

così qualsiasi rischio di

errore o compromissione

del profilo dell’animale.

Per i dettagli sul servizio:

www.amicopets.it

un nuovo strumento perla tutela degli amici a quattro

zampe, la AmicoPetsCard.

TesserasanitariaPER GLIANIMALI

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Sci &68

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& Co.IN QUESTO

NUMERO:

SNOWBOARD BARDONECCHIAil comprensorio sciistico festeggia 25 anni

LE NOVITÀ IN PISTAbarton progression park

EVENTI CLOU E PROMOZIONI

COME SCEGLIERE LA TAVOLA

SCI & WELLNESS

in foto: Caroline Beliard

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70

SCI & CO.di Bardonecchia Snowpark

Con l’apertura della stagione invernale Bar-

donecchia ha festeggiato un traguardo impor-

tante per il comprensorio sciistico: 25 anni

di snowboard. I festeggiamenti iniziati dall’apertura

della stagione, proseguiranno fino ad aprile 2012,

comprendendo quindi 2 stagioni invernali.

La località infatti è una delle destinazioni clou del-

l’arco alpino per gli appassionati di snowboard.

A Bardonecchia si è disputata la prima gara Olimpica di boardercross della storia.

Protagonista delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006 ospitando le gare di snowboard e uno dei villaggi

olimpici, Bardonecchia ha accolto le Universiadi invernali di Torino 2007 e da più di 10 anni è tappa

della Coppa del Mondo di Snowboard. Tra le più recenti, a febbraio 2009 presso lo Snowpark a Mele-

zet si è disputata la gara di Half-pipe e a marzo 2011 i migliori snowboarder del mondo tornano a sfi-

darsi sull’ Half-pipe Olimpico di Melezet, unico in Europa e paragonabile, nel mondo, solo a quello

i Nagano in Giappone e di Salt Lake City negli USA e Vancouver in Canada.

Dal 10 al 13 marzo 2011 il Bardonecchia Snowpark infatti ospiterà la FIS WORLD CUP di Half-pipe e slo-

pestyle: le strutture che verranno utilizzate per la Coppa del mondo saranno costruite ad inizio stagione,

in modo da dare la possibilità a tutti i riders di allenarsi nella pro line.

VANS OFF THE WALLAndreas Wiig III

Pro model di Andreas Wiig,uno dei rider più potenti estilosi di tutto il panoramamondiale, per questa sta-

gione sono stati alleggeritied ammorbiditi, per offrire

quel feeling skate che ti per-metterà di demolire il ferro

con la stessa facilità deijump (FLEX INTERMEDIO).

DC CeptorOttime performance per un

riding veramente preciso suipendii più difficili. Lo scafo

ha una struttura reattiva cheassicura una rapida trasmis-

sione dell’energia alla ta-vola. Il sistema di

ventilazione garantisce unatraspirazione ottimale la-

sciando il piede sempreasciutto (FLEX RIGIDO).

UOMO

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Bardonecchia, in collaborazione con Burton e Doors, ha creato il Barton Progression Park, il luogo perfetto per

consentire ai principianti di progredire al livello successivo nel freestyle snowboarding. I riders si cimenteranno e al-

leneranno su versioni più piccole delle strutture del park, tra cui small tables, boxes, rails e spine, così da avere l'op-

portunità di partire in piccolo e progredire gradualmente verso il

livello successivo.

La segnaletica in ogni zona offre una guida con un trick tips, un

messaggio Smart Style ed una foto della struttura. Il tutto è dise-

gnato per dimostrare come lo snowboarding freestyle sia pratica-

bile al meglio, con sicurezza e stile.

Inoltre, prima di ogni struttura, sono state collocate delle rilassanti

zone di attesa denominate Stop and Drop Zones.

Altra novità di questa stagione sarà l’Area Lounge, dislocata in-

torno alla casetta ai piedi dell’Half-pipe e gestita da YouRide, com-

pletamente rinnovata, con connessione internet Wi-Fi gratuita, area relax, videogame e video zone, party settimanali

sulla neve e tanto altro ancora.

NORTHWAVE DimeIl flex intermedio garantisceun ottimo comfort di calzatae la giusta mobilità per sur-fare con tranquillità in pistaed imparare i primi trick. Allmountain con una struttura

leggera ed una scarpettaconfortevole che vi farà pas-

sare divertenti giornatesulla neve!

(FLEX INTERMEDIO).

BURTON MintUno dei modelli più amati

delle rider dei tutto il mondoperchpè assicura tutti i com-

fort e le qualità che unoscarpone dovrebbe avere. Ilflex morbido e permissivo tioffrirà tutta la mobilità cheti serve per un riding estre-

mamente naturale.(FLEX MORBIDO).

DONNA

Le novità in pista!

Informazioni al pubblico:UFFICIO SKIPASS BARDONECCHIA

Tel 0122 99137email: [email protected]

www.bardonecchiaski.com

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SCI & CO.

I successi e i traguardi conseguiti a Bardonecchia in questi 25 anni si fondano sulla passione e la de-

dizione di alcuni ragazzi diventati poi noti personaggi legati al mondo dello Snowboard come Andrea

Grisa detto “Lisko”, che ha iniziato a muovere i primi passi con dei rudimentali snowboard proprio a

Bardonecchia. Il più longevo commissario della Nazionale Italiana di snowboard e direttore della scuola

di snowboard “Superfly” posizionata ai piedi dell' Half-pipe Olimpico, nell’inverno del 1985 ha dato il

via alla pratica dello snowboard a Bardonecchia e ad oggi ricorda che questo importante passo è stato

preceduto da alcune messe a punto negli anni precedenti “Era l'inverno del 1982 quando, con la prima

rudimentale tavola da snowboard, costruita con l'amico Dino, falegname nonché compagno di rock&roll,

prendevo le prime facciate nel tentativo di domarla.” Tale dedizione si è concretizzata nell’organizza-

zione di più di 10 edizioni della coppa del mondo di snowboard ed è stata premiata con l’assegna-

zione di tutte le gare delle Olimpiadi di Torino 2006. L'Half-pipe del Melezet ha infatti accolto per primo

tutti i migliori riders del mondo, capitanati dal dominatore Shaun White, probabilmente il più forte

snowboarder di sempre. E ancora Manuel Pietropoli, il più giovane partecipante in assoluto di Torino

2006, che nel 2008 è diventato il primo italiano di sempre a trionfare in una gara di Coppa del Mondo

di snowboard proprio nell'impianto di Bardonecchia.

RUDY PROJECT - KLONYX™ è l’espressione intelligente di un prodot-to tecnico innovativo: doppia lente intercambiabile antigraffio e antifog peruna perfetta visione della pista, esclusivo Nose Protector™ removibile pergarantire una protezione assoluta anche in condizioni di gara impegnative,Clip-on opzionale per lenti correttive. Una maschera superiore ad ogniaspettativa, in risposta a qualsiasi esigenza.

SPY - La maschera da snowboard Trevor di Spy riunisce l’alta qualitàche caratterizza il marchio con uno stile vintage e colori forti nelle monta-ture e nelle straps. Schiuma in tripla densità, lenti doppie cilindriche contrattamento anti-appannamento e un sistema di strap con silicone facileda regolare. Abbinamento tra angoli grintosi e curve morbide con le qualinon passerai inosservato. Prodotti in vendita da Rikar’s Ottica (TO).

La storia e i personaggi

foto

: D

avid

e Bo

nai

ti

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SCI & CO.

15-16 Gennaio 2011 – Ride the 80’s:

Il sabato si apre con un'inedita gara a squadre nella

quale team di snowboard e sciatori dovranno trovare

una serie di checkpoint sparsi in giro per il com-

prensorio, in una vera e propria caccia al tesoro sulla

neve. La sera si continuerà poi con un party dalle at-

mosfere 80's presso la discoteca Olimpique, per sca-

tenarsi e vincere i gadget messi a disposizione da

Bardonecchia Snowpark e dagli sponsor.

La domenica la pista Olimpica di Melezet sarà teatro

di uno Slalom HardBoot (tavole da slalom) Old Style

(sia pre attrezzatura che abbigliamento) con parte-

cipanti da tutta Italia, al seguito del veterano Andrea

"Lisko" Grisa. A margine della competizione i parte-

cipanti alla gara a squadre del sabato si cimente-

ranno anche loro nello slalom che decreterà il team

vincitore della Ride The 80's Race.

29-30 Gennaio 2011

Apertura Notturna HalfPipe

12-13 Febbraio 2011

Burton Demo Tour Special Edition

26-27 Febbraio 2011

Busted Party & Apertura Notturna HalfPipe

12-13 Marzo 2011

Coppa del Mondo HalfPipe e Slope Style

19-20 Marzo 2011

Let’s go Boardcore Tour

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Gli eventi cloudella stagione

Pacchetto weekend

BORN TO RIDE 1.1 WEEKEND.

Valido nei seguenti weekend

(15-16.01.11) – (29-30.01.11) – (12-13.02.11)

(26-27.02.11) – (12-13.03.11) – (19-20.03.11)

Pernottamento in formula mezza pensione presso

il Villaggio Olimpico di Bardonecchia

Arrivo sabato • Gratuità di 2 skipass

A 89,00 euro a persona

Pacchetto settimanale

YOURIDE SNOWBOARD CAMP

Valido dal 23.01.11 fino a fine stagione

un pacchetto settimanale all-inclusive che com-

prende dall'appartamento (presso il residence

La Tana del Ghiro a Bardonecchia) allo skipass,

le lezioni, le foto in pista, la tshirt, i party e tanto

altro ancora.

A 520,00 euro a persona

promozioni

foto

: D

avid

e Bo

nai

ti

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Adagiata in una conca soleggiata a oltre 1.300 m di quota, attorniata da splen-

dide montagne, con cime che superano i 3.500 m, Bardonecchia può essere

considerata uno degli angoli più suggestivi dell’arco alpino occidentale. Nota

località sciistica piemontese, è stata protagonista delle Olimpiadi 2006 ospi-

tando le gare di snowboard e uno dei villaggi olimpici previsti per Torino 2006.

Quest’ultimo è stata realizzato grazie al recupero della colonia Medail, edificio

storico degli anni ‘30 progettato dall’architetto Gino Levi Montalcini. La citta-

dina ha ospitato Universiadi invernali di Torino 2007 e ogni anno è tappa della

Coppa del mondo di snowboard. Bardonecchia è riuscita a preservare il proprio

territorio e la propria estetica, pur aprendosi alla modernità più tipica delle

città. Tale connubio, la rende una località di charme in continua evoluzione so-

prattutto qualitativa in termini di impianti, strutture e servizi.

Grazie alla sue molteplici iniziative sportive, culturali e musicali, i locali trendy

e i ristoranti tipici, l’ampia offerta di attività sportive si rivela la meta ideale per

un pubblico giovane e per le famiglie.

SALEWA Kompire PTXGiacca ultraleggera in PTX a2,5 strati resistente all’acquae al vento. Due lunghe tascheanteriori con zip, cappucciofisso con elastico integrato.

COLMAR DiagoFashion tecnico, una giaccada uomo contraddistinta dacontrasti di colori accesi. Rea-lizzata con filati lucidi dall’ef-fetto tridimensionale e lami-nato a rovescio.

SALEWA Y-Chute DryMaglia donna, in una combi-nazione di leggero DrytonMesh e materiale X-Static nelsottomanica e sul retro, concomodo collo con zip lunga.

Biografia della Città!

Snow Fashion

giacca volcomtavola salomon

maschera spy

casc

o r

ed

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SCI & CO.di Luciano Capella

Come scegliere la tavola da

SNOWBOARDPer scegliere la giusta tavola dovete domandarvi: Quanto siete alti? Quanto pe-

sate? La vostra tavola dovrà essere dimensionata alla vostra corporatura. Quale

disciplina vi interessa? freestyle, freeride alpine o race? Ogni disciplina ha una

tavola specifica! La scelta della tavola è influenzata da molteplici fattori, perchè

essa deve corrispondere a che tipo di snowboard farai, al tuo peso e alla tua lun-

ghezza. Le tavole da snowboard possiamo sostanzialmente raggrupparle in

base al tipo di snowboard a cui sono destinate:

•Freerider (l'anima di questo sport e la scelta più comune).

•Freestyler (tavola destinata a salti e snowpark).

•Alpiner (cioè velocità, da gara).

Nella scelta di una tavola a parte quella iniziale, a che uso sarà destinata la

stessa, ci sono altri fattori da tenere conto per trovare quella più adatta a voi e

facilitarvi nei trick in modo da non stare a imprecare contro tutto o tutti dopo

l'ennesima caduta. Da tenere conto sono:

Lunghezza: In genere la lunghezza giusta della tavola dipende dalla tua al-

tezza, una vecchia regola dice che dovrebbe arrivarti alla punta del naso. Co-

munque snowboard più corti sono più manovrabili e viceversa uno snowboard

più lungo ha bisogno di più forza per surfare. Per la lunghezza le variabili da

tener conto sono la statura (tavola tra mento e naso), il peso (più pesante è la

persona più è larga la tavola e viceversa) e il fondo (nella neve più soffice è con-

sigliato l’utilizzo della tavola più larga per poter galleggiare e se fai della pista

si consiglia la tavola più stretta per maggiore velocità).

Larghezza: La larghezza della tavola nello snowboard ne determina la galleg-

giabilità della stessa soprattutto se vai alla ricerca di neve fresca. Da tenere pre-

sente è che gli attacchi non sporgano dalla tavola, sia la punta che il tallone,

altrimenti in curva potresti toccare il terreno causando anche inevitabili cadute.

Per far ciò si deve aumentare l'angolo degli attacchi, sempre considerando la sta-

bilità generale. Quindi in definitiva, per l'acquisto di una tavola da snow pos-

siamo affermare che il tutto è deciso, a parte il fattore economico ovviamente,

dai seguenti fattori:

•capacità dello snowboarder;

•disciplina praticata;

•peso corporeo; altezza.

Tavole Burtonglobal.burton.com

Tavola SpeedsterSL Equipe

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A soli 90 km di Torino, comodamente raggiungibile dall’autostrada esiste in

Piemonte una località sciistica a misura di bambino. Stiamo parlando della cit-

tadina di Bardonecchia che per la sua conformazione e per l’attenzione che offre

nei servizi rivolti alle famiglie è la meta ideale per chi cerca il divertimento in

quota con prole al seguito e non solo in estate. Infatti durante il periodo inver-

nale sono le diverse scuole di sci a proporre attività e corsi pensati per i più pic-

coli. Situata vicino allo skilift Baby del Campo Smith, è in funzione la zona

giochi e primo sci per i bimbi da 1 a 5 anni. Un’area sulla neve per fare giocare

i più piccoli e farli familiarizzare con i loro primi sci e racchette. Per chi non

vuole ancora arrischiarsi sulle piste presso il Villaggio Campo Smith c’è anche

un simpatico kindergarten. Se poi i bimbi hanno più di sei anni allora l’avven-

tura è assicurata

dal tapis roulant che serve la pista di snow tubing e la pista principianti: grandi

e piccoli potranno così provare l’emozione di scivolare su una percorso realiz-

zato appositamente. L'area è dotata di illuminazione artificiale per permettere

di sciare fino a sera. Per le mamme e i papa’ che non vogliono rinunciare alla

loro vacanza sulla neve c’è un hotel che pensa a tutto. Si trova immerso nello

scenario alpino e domina la città di Bardonecchia è l’Hotel Jafferau. Situato di-

rettamente sulle piste da sci è la sistemazione ideale per le famiglie. Infatti gra-

zie ad un miny club i bambini dai tre ai 12 anni possono trovare spazio per i loro

giochi e dalle 9,30 alle 18 e persino nell’intervallo di pranzo, infatti alle 13,30

ogni giorno nella sala cinema a loro dedicata c’è una proiezione di un cartone

animato, mentre ogni sera alle 21,30 la baby dance prepara i piccoli ad un sonno

profondo. Così mentre papà scia e la mamma si regala un attimo di puro relax

nella’accogliente spa, i bimbi si divertono seguiti sempre da personale specia-

lizzato e con giochi esclusivamente made in Italy. Ma non è tutto, infatti allo Jaf-

ferau, con un costo extra si può trovare personale selezionato per accudire i più

piccoli (baby sitter), camere con piccoli angoli cottura per le mamme che vo-

gliono preparare personalmente la pappa, scalda biberon, mini bagnetto e un

zona fasciatoio nelle aeree comuni, e, per le famiglie più numerose, unendo

due camere si arriva fino a sette posti letto. Nella spa interna all’hotel oltre alla

piscina c’è una cabina termale di ultima generazione in grado di regalare i be-

nefici del mare anche in alta quota. Infatti dai fanghi ai benefici del vapore ma-

rino la cabina è in grado di offrire un autentico ciclo di talassoterapia indicato

anche per risolvere i piccoli problemi delle vie respiratorie o le forti sinusiti. Se

avete bimbi segnatevi queste date: dal 12 marzo al 3 aprile i bambini saranno

ospitati gratuitamente e un offerta speciale dedicata ad un single più un bimbo

è prevista durante la primavera per informazioni www.hoteljafferau.it

SCI & WELLNESSdi Cinzia Galletto • [email protected] • blu-communication.com

BARDONECCHIA:la vacanza formato famigliasulle piste da sci!

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TRAVELdi Federica Merlo

MARSAALAM

“Dopo l’istante magicoin cui i miei occhi si sono aperti nel mare,

non mi è stato più possibile vedere,pensare, vivere come prima”.

J.Y. Cousteau82

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È così che appare il mare cristallino del Mar Rosso,

con le sue moltitudini di razze di pesci, mammiferi e

coralli. E poi ancora, dove il Mar Rosso incontra il de-

serto del Sahara da Hurgada verso il Sudan, dove si co-

steggia il Mar Rosso e l’antica strada proveniente da

Edfu sul Nilo, dove i tramonti assumono i colori più

caldi dell’arcobaleno, ecco, li, sorge Marsa Alam.

Meta turistica recente, a poche ore di volo dall’Italia,

questo meraviglioso luogo è riuscito a conquistare mi-

gliaia di sub alla ricerca di nuovi paradisi e specie in

via di estinzione.

Proprio qui in queste acque cristalline che si può an-

cora vedere il Dugongo, un buffo mammifero di color

grigio e di una grandezza di 3 metri per 400 chili.

Ma Marsa Alam non è solamente spiaggia e fondali,

pesci e colori: è anche cultura e folklore, usanze e

gente allegra e disponibile ad accogliere il turista.

Marsa Alam, in arabo significa “la baia delle bandiere”.

Veniva chiamata così perché era consuetudine della

piccola popolazione alzare delle bandiere per consen-

tire alle barche in mare di trovare facilmente la via

dello sconosciuto paese. Non più di seimila persone

tra pescatori e pastori e anche minatori erano gli abi-

tanti di qui, fino agli anni 2000.

Nonostante siano stati aperti numerosi hotel proprio

negli ultimi anni, Marsa Alam non ha perso tutti i suoi

vecchi connotati di paese arabo abitato da beduini e

pescatori e, a differenza delle altre località, chi co-

struisce pone molta attenzione allo stile architettonico

del posto. Cosi in questa destinazione è possibile tra-

scorrere diverse tipologie di vacanza.

Per chi ama il mare e la spiaggia non c’è che l’imba-

razzo della scelta, mentre chi vuole alternare tutto

questo alle escursioni culturali e di svago ha a propria

disposizione tante altre escursioni.

Luxor, Sharm el Loli, Assuan, El Quseir, Shalateen

e tante altre meravigliose mete da scoprire in giornata,

tornando poi a dormire in hotel.

Lungo la costa si affacciano diversi hotel: dai più sem-

plici ai più lussuosi, da quelli locali a quelli dei grandi

tour operator internazionali.

Ogni catena ha le proprie caratteristiche, animazione,

cucina e servizi. Sicuramente i tour operator italiani

sono più vicini alle nostre esigenze, conoscono meglio

in collaborazione con:

Page 86: COOLTO MAGAZINE dicembre/gennaio 2010/11

la clientela del nostro paese e sono in

grado si soddisfare, se non a volte anche

prevenire, ogni minima richiesta.

Tra i principali e leader del mercato egi-

ziano Settemari, con i suoi Settemari-

Club ha un’offerta di prodotti veramente

di alta qualità. Un Resort, nel vero senso

del termine, che si affaccia direttamente

sulla laguna con tre meravigliose strut-

ture della catena Floriana è sicuramente

tra le strutture più ricercate e conosciute

della zona.

Il Floriana Dream Lagoon è un 5 stelle

che si affaccia direttamente sulla laguna.

Le stanze sono dislocate in villette a due

piani immerse in giardini fioriti che si

stendono fino alla fine e corallina spiag-

gia dorata. Piscine riscaldate, per questo

periodo invernale, mini club per i bam-

bini, gruppi di snorkeling per osservare

la fauna e la flora sottomarina, sport e di-

vertimenti per tutte le età.

Il Floriana Emerald Lagoon, l’ultimo nato

dei tre. Di medie dimensioni anche qui

le camere sono dislocate in villette dallo

stile locale. La spiaggia di sabbia coral-

lina permette di entrare in acqua grada-

tamente e comodamente, anche a chi

non ha una grande confidenza con il

mare.

E poi il terzo della bella e prestigiosa ca-

tena Floriana Resort: il Blue Lagoon.

Anche questa struttura è composta da vil-

lette immerse nei giardini fioriti e ricchi

di palme che, dolcemente degradano

verso la spiaggia. Qui le camere sono

solo 200 e sono costruite in completo

stile nubiano, le due piscine sono dedi-

cate sia ai grandi che ai piu piccini e sono

riscaldate per i mesi invernali.

La formula All Inclusive è comune a tutte

e tre le strutture e in ogni periodo del-

l’anno sono presenti numerose offerte

da catalogo e promozioni in agenzia.

www.settemari.it

TRAVEL

84

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86

WEEKEND DI COOLTOdi Paola Gamberutti

LOSANNA

Nell’arte ordinata, lasciati ispiraredalla quiete del libero pensiero

Losanna rappresenta il perfetto connubio tra rigore e libertà. Orologio svizzero nel-

l’organizzazione, libertà d’espressione per le strade. La precisione sfocia nei mezzi

di trasporto. Lo Swiss Travel System è il marchio di riferimento per l’intera offerta

dei trasporti pubblici svizzeri per gli ospiti stranieri in visita. Uno speciale pass può

essere richiesto dai turisti per avere a disposizione i mezzi di trasporto gratuita-

mente per la durata del soggiorno. La precisone incontra la creatività in metropoli-

tana, dove ogni fermata viene annunciata con il suono che richiama quella zona.

Dunque se si vuole scendere nei pressi della scuola di danza Rudra Béjart, si sarà

avvisati dal ticchettio delle punte delle ballerine. È possibile fare altro per agevolare

i turisti? La risposta è City Guide Lausanne. Applicazione gratuita per iPhone, met-

terà la città nelle vostre mani: informazioni su mezzi di trasporto, luoghi da visitare,

eventi. Proprio gli eventi sono il valore aggiunto che rende Losanna la meta ideale

per una piacevole vacanza. Dai Mercatini di Natale, alla Notte delle Stelle (17, 21

e 23 dicembre) per pernottare nei migliori hotel a prezzi ridotti. Imperdibili anche

gli spettacoli del Béjart Ballet Lausanne. In tema di danza, alla Clinique de La

Source, la mostra fotografica “Chorégraphismes”: il Béjart Ballet Lausanne secondo

François Paolini. Dunque, se la precisione è nei trasporti, l’arte è tutto intorno! Tra

questa arte svetta la Cattedrale di Losanna, capolavoro dell’arte gotica con una

forte traccia di italianità. L’organo, che sembra un angelo, è stato progettato dal de-

signer Giugiaro. Un gioco di luci lo rende imponente e apparentemente leggero, a

seconda dei punti di vista. “L’arte non viene a coricarsi nei letti preparati apposta

Page 89: COOLTO MAGAZINE dicembre/gennaio 2010/11

per lei; fugge non appena si pronuncia il suo nome:

ciò che ama è l’incognito. I suoi momenti migliori

sono quando si dimentica come si chiama.” Questa è

l’idea di Jean Dubuffet alla base della Collection de

l’Art Brut. Protagoniste sono le opere di autori au-

todidatti, ospiti di ospedali psichiatrici o detenuti.

La scelta ricade su di loro perché creatori inconsa-

pevoli di arte, sfuggiti al condizionamento culturale

e al conformismo sociale. Suggestivo vedere queste

opere, e venire a conoscenza delle storie che dietro

si celano. Per “allentare” il pathos che lascia in noi

questa mostra, perché non dedicarsi alla Losanna

cool? Il Flon è il quartiere alla moda nel centro della

città, noto per locali e ristoranti. Molta attenzione al

design, si concentra anche sull’antiquariato, con i

suoi negozi di seconda e terza mano. Un quartiere

sempre vivo, di giorno e di notte, tra artigianato e

locali alla moda. C’è poi Rue du Bourg, la via dello

shopping. Un tempo era proprio lì che si affaccia-

vano i saloni dell’aristocrazia, acquistando prestigio.

Oggi quel prestigio è nelle boutiques: da Hermès a

Louis Vuitton, passando per quei negozi simbolo

della città, come il Tabacs Besson, dove lo scrittore

Simenon acquistava le sue leggendarie pipe. Coco

Chanel, Charlie Chaplin, Victor Hugo e altri, scelsero

l’hotel Beau-Rivage Palace. Inaugurato nel 1861, in-

carna la filosofia della tradizione in movimento. Ne è

testimonianza l’ascensore contemporanea che si

sposa con un ambiente decisamente più classico.

Protagonista è la luce, sia per l’imponenza e bellezza

dei lampadari, sia per le vetrate che la lasciano pro-

venire dall’esterno. Molta attenzione viene prestata

ai clienti più piccoli, e proprio per loro, nel periodo

natalizio, una pista di pattinaggio su ghiaccio, pas-

seggiate su pony, face painting, e un Babbo Natale

che porta i doni. Vera fonte di doni per i più grandi,

la Spa Cinq Mondes. I prodotti, le piscine e la vasta

gamma di trattamenti, sono dedicati al benessere e

all’armonia del corpo e dello spirito. Da gennaio

anche una Hair Spa. Fiore all’occhiello dell’hotel è

l’aspetto gastronomico. Bar e ristoranti, di cui uno

giapponese, e la presenza della chef Anne-Sophie

Pic. Per le sue caratteristiche, Losanna è stata scelta

da personalità come Hugo Pratt, Wolfgang Goethe,

Charles Dickens, Voltaire. Di questi miti, e molti altri,

custodisce le tracce, con la discrezione che fa di lei

la sede del libero pensiero.

www.lausanne.ch

metropolitana

Beau-Rivage Palace

Cattedrale di Losanna

Organo Cattedrale

Beau-Rivage Palace

Page 90: COOLTO MAGAZINE dicembre/gennaio 2010/11

88A

Al numero 104 di via Roma,

nel cuore della moda cittadina,

sorge la raffinata boutique

Montblanc, la più grande

d’Italia e di proprietà esclusi-

va della griffe per il Piemonte

e la Valle d’Aosta. Vero tempio

del lusso dedicato a chi ama

coniugare stile e raffinatezza,

eleganza e attenzione ai par-

ticolari, l’atélier è un raro

esempio di cura del detta-

glio. Dall’esposizione degli

oggetti in vetrina – veri must

have di culto – all’allestimen-

to interno, dall’accoglienza

da parte del personale alla qua-

lità indiscussa dei prodotti, tut-

to è studiato per rafforzare

l’immagine dell’azienda tede-

sca che da sempre nel mondo

è sinonimo di charm. Merito di

Fabio, Serena, Clarissa e na-

turalmente di Salvatore Pag-

gio, direttore della boutique to-

rinese che tiene a sottolinea-

re che senza il resto dello

staff nulla sarebbe perfetto. Il

rispetto reciproco e la splen-

dida collaborazione tra tutti

loro è il delta che fa la diffe-

renza e che rende il punto ven-

dita un vero “salotto del lusso”.

L’atmosfera piacevole e rilas-

sata si evince da subito ed è un

elemento basilare per la clien-

tela, che sa di interagire con

professionisti preparati e di-

screti, attenti ai particolari e ca-

VIA ROMA, 104 – TORINO • TEL. 011.5187109

IN VETRINAdi Barbara Odettofoto: Andrea Ceccaroni

La stella a sei punte brilla nella boutique di Torino

Page 91: COOLTO MAGAZINE dicembre/gennaio 2010/11

paci di consigliare solo il me-

glio. Spesso infatti, al piano su-

periore della boutique, ven-

gono condotte trattative pri-

vate che meritano discrezione

e accurata conoscenza del

prodotto. Questi plus fanno sì

che nel capoluogo piemonte-

se vengano venduti oggetti cult

di altissima gamma normal-

mente distribuiti negli show

room di Parigi, Londra, Shan-

gai e New York. Un traguardo

importante per il punto vendita

e naturalmente per la casa ma-

dre. Inaugurato alla fine del

2005, l’atélier non propone

solo le intramontabili stilo-

grafiche che tutti noi cono-

sciamo e amiamo; nei 140 me-

tri quadrati disposti su due pia-

ni si trovano accessori di pel-

letteria di lusso per lui e per lei,

gioielli di grande valore, oc-

chiali da sole, profumi pour

homme e pour femme ma

anche ricambi per le penne.

Perché, come sottolinea Sal-

vatore Paggio, Montblanc è

promotrice di un sogno che

può essere grande e raggiun-

gibile da pochi, ma anche pic-

colo e accessibile. Qualunque

esso sia, lo staff della boutique

di via Roma è pronto ad asse-

condarlo con sensibilità e at-

tenzione in modo che la clien-

tela possa portarsi a casa il

proprio personalissimo desi-

derio. Per coccolare ulterior-

mente i propri clienti affezio-

nati, il punto vendita sabaudo

ha organizzato un evento raf-

finato e di grande allure. Si trat-

ta di un “limited edition party”

per brindare con gli ospiti in

occasione del Natale, gustare

gli ottimi panettoni prodotti da

inv

etri

na

Salvatore Paggio

Page 92: COOLTO MAGAZINE dicembre/gennaio 2010/11

una nota pasticceria cit-

tadina e rigorosamente

logati con la stella a sei

punte che da sempre ca-

ratterizza Montblanc e,

last but not least, ascolta-

re i canti gospel di un ce-

lebre coro. Un modo di-

verso per rendere omaggio

a chi vive con stile e raffi-

natezza proprio come Mon-

tblanc, che non ama gli ec-

cessi, ma i dettagli unici e raf-

finati. Dal 1906, infatti, la

griffe tedesca è emblema di

qualità superiore e artigiana-

lità di lusso, plus che da Am-

burgo hanno conquistato il re-

sto del mondo. Non a caso il

brand ha un nome francese:

agli inizi del 1900, infatti, nei

salotti più esclusivi i protago-

nisti della finanza e dell’indu-

stria, così come i nobili, par-

lavano questa lingua. Un’altra

curiosità che sicuramente i

clienti più affezionati cono-

scono è che l’impresa ha scel-

to questo nome e la stella a sei

punte come logo perché ri-

cordano il Monte Bianco, sim-

bolo di centralità, sicurezza e

con una posizione dominante

in Europa. Aspetti e qualità che

si auspicavano di raggiungere

August Eberstein, Alfred Ne-

hemias, Claus-Johannes Voss

e Max Koch, fondatori dell’il-

lustre azienda che dagli esor-

di ad oggi si è distinta so-

prattutto per le rinomate pen-

ne stilografiche dalla mecca-

nica di precisione e dal suono

impeccabile. Nel tempo la

gamma di prodotti si è sempre

90

Page 93: COOLTO MAGAZINE dicembre/gennaio 2010/11

inv

etri

na

più ampliata e nel 1992 sono

nate due versioni limited edi-

tion: quella dedicata agli scrit-

tori e quella pensata per i

mecenati dell’arte. Da allora al-

cuni nomi illustri quali Loren-

zo De Medici, Federico II il

grande, Francesco I, la Regina

Elisabetta I di Inghilterra, il Ma-

hatma Gandhi, Ernest Hemin-

gway, Alexandre Dumas, Tho-

mas Mann e John Lennon sono

stati ispiratori di creazioni

uniche e raffinate, rari esem-

pi che coniugano maestria ar-

tigianale e preziosità dei ma-

teriali. Non solo le edizioni li-

mitate sono però oggetto di

culto. Da sempre, infatti, pos-

sedere una Montblanc signifi-

ca detenere uno status symbol,

possedere un’icona che unisce

raffinatezza ed eleganza di-

screta. Perché il vero lusso è un

particolare trascurabile che

non necessita di essere urlato.

christmas party 9 dicembre

christmas party 9 dicembre

ELIZABETH I - limited edition 888

Page 94: COOLTO MAGAZINE dicembre/gennaio 2010/11

92LLa storia di questo rinomato

negozio di abbigliamento na-

sce nel 1949 dall’evoluzione di

una piccola sartoria che, in se-

guito ad una prestigiosa cre-

scita aveva saputo destare

l’interesse per il proprio nome

dalla (all’epoca) non così vici-

na Rivoli sino ai salotti della To-

rino bene. Rappresentando a

tutti gli effetti una delle prime

realtà di commercio sartoriale

in grado di svolgere produ-

zione e vendita al dettaglio.

Aldo Lequio e Lucia Trivellin

identificano la seconda gene-

razione di questo percorso

imprenditoriale. A loro si deve

l’implementazione e l’allarga-

mento del punto vendita così

come lo vediamo oggi. E, na-

turalmente, il battesimo de Il

Portico, abbigliamento uomo

e donna.

Ma la storia, la tradizione e

l’evoluzione non si vogliono ar-

restare. Da qualche anno il ti-

mone viene abilmente condi-

viso dalla terza generazione di

questa famiglia: Simone e

Alessandra hanno saputo in-

fondere un’ulteriore spinta in

avanti per far sì che Il Portico

continui a rappresentare un

punto di riferimento per gli

amanti del vestire bene.

Senza rinnegare il passato,

ovviamente, perchè “il futuro

ha radici antiche!” come ten-

gono a sottolineare all’uniso-

no Simone ed Alessandra.

Prendendo spunto da questa

affermazione ho approfittato

dell’atmosfera “da salotto” che

si respira in questa boutique

per fare una chiacchierata;

spinto dalla curiosità di voler

scoprire il carattere e la per-

sonalità che si nasconde die-

tro queste vetrine.

Cosa vi da emozione sul lavo-

ro? Riuscire a capire la perso-

nalità di chi ho davanti - mi ri-

sponde Lucia - per capire ciò

che desidera veramente il

cliente; se ha le idee chiare e

determinate da subito o se ha

bisogno di un consulente d’im-

magine che metta ordine tra le

mille idee che ha nella testa”.

IN VETRINAdi Daniele Smaltini

Page 95: COOLTO MAGAZINE dicembre/gennaio 2010/11

Da queste parole si evince

chiaramente che Il Portico ri-

cerca la fidelizzazione del

cliente.

“Il tuo modo di vestire, per tro-

vare la tua reale essenza” è il

leit motiv di Simone, che ag-

giunge: “cerchiamo di tra-

smettere uno stile di vita ca-

ratterizzato da una esclusivi-

tà di rapporto con ogni singo-

lo cliente. Trattiamo i brand più

rinomati del panorama Spor-

tswear, ma ci emozioniamo

quando un cliente ci chiede un

abito confezionato su misura”.

Segnaliamo Barba Camicie,

Loro Piana Tessuti, etc.

“Tutto è stato concepito per

dare una forte caratterizza-

zione all’insieme delle cose.

L’architettura della boutique,

la selezione musicale... tutto è

stato ed è scelto con cura per

dare un costante equilibrio

con il prodotto proposto”.

Pur mantenendo uno stesso

denominatore comune, la par-

te “donna” della boutique ha

un’anima a sè! E non potreb-

be essere che così, visto che “la

donna quando fa shopping

vive una favola. Vuole creati-

vità, fantasia e talvolta colori

forti” - come sottolinea Ales-

sandra - “per questo motivo ab-

biamo voluto che le parti

uomo e donna fossero unite

ma distinte”.

La moda passa, lo stile... mai!

inv

etri

na

PIAZZA 66 MARTIRI, 31 • PIAZZA MATTEOTTI, 310095 GRUGLIASCO (TO) • CENTRO STORICO

TEL. [email protected]

Aldo Lequio

Page 96: COOLTO MAGAZINE dicembre/gennaio 2010/11

94

ariete dal 21/3 al 20/4Il 2010 non è stato un anno proprio facile. Nel primo periodo del nuovo anno sarete in gradodi recuperare quell'ottimismo e quelle marce in più che forse vi sono mancate. Nel 2011prevarrà l’ottimismo.

toro dal 21/4 al 20/5Il vostro oroscopo 2011 è caratterizzato dal cambiamento. Dovrete sapervi adattare allemutevoli situazioni che vi si faranno presenti. Cambiare il luogo di lavoro potrà essere noncosì tragico, nemmeno per chi avesse famiglia.

gemelli dal 21/5 al 21/6Un inizio 2011 traballante: qualche situazione in ambito sentimentale da chiarire, qualcherapporto familiare da definire e il vostro costante rifugiarvi nel lavoro potrebbe essereeccessivo.

cancro dal 22/6 al 22/7Siete stati titubanti in passato, e questo 2011 è la vostra opportunità per riacquisiresicurezza in voi stessi: di certo ne avrete le opportunità. Il vostro oroscopo 2011 è senz'altropositivo per quanto attiene il lavoro. Vita sentimentale movimentata.

leone dal 23/7 al 23/8Tanti progetti nuovi in cantiere e tante realizzazioni che nemmeno vi aspettavate. La fiduciariposta in voi stessi non è stata certo tradita, e i primi mesi di questo 2011 saranno pronti lìa dimostrarvelo. Il vostro oroscopo 2011 si concluderà con un fine dell'anno in bellezza.

vergine dal 24/8 al 22/9Il 2011 sarà per voi un anno davvero in discesa: i frutti dell'anno 2010 sono davvero tanti edovrete raccoglierli e farne tesoro. Cercate di non trascurare mai la vostra salute. ll vostrooroscopo 2011 è particolarmente favorevole per quanto riguarda i sentimenti.

bilancia dal 23/9 al 22/10Cercate di cogliere le tante occasioni che si vi presenteranno: si parla di lavoro, che nelnuovo anno potrebbe subire una svolta davvero positiva. L’amore per il vostro segno èfavorevole, periodi di grande stabilità e intesa col vostro partner.

scorpione dal 23/10 al 22/11Un anno il vostro 2011 all'insegna della novità. Periodi di grande positività, vi sentiretedavvero circondati dagli affetti, ma dovrete sapere non adagiarvi sugli allori. Un oroscopo2011 davvero positivo per quanto riguarda il lavoro.

sagittario dal 23/11 al 21/12Il periodo del 2011 più favorevole in ambito lavorativo sarà il secondo semestre dell'anno.Un'estate all'insegna del divertimento, in cui non mancheranno nuove occasioni e nuoveconoscenze che potrebbero rivelarsi preziose in ambito sentimentale.

capricorno dal 22/12 al 20/1Il vostro oroscopo 2011 è sicuramente molto più favorevole di quello dello scorso anno. Uninverno davvero movimentato, ma sotto un aspetto positivo. Un umore che nel corsodell'anno sarà davvero alle stelle.

acquario dal 21/1 al 19/2Il 2011 è ormai arrivato, e siete pronti per affrontarlo. Cercate di non immergervi troppo nelvostro lavoro, che amate tanto e non smette mai di soddisfarvi: qualcuno in famigliapotrebbe risentire del vostro troppo impegno.

pesci dal 20/2 al 20/3Quest'anno, il 2011 sarà l'ideale per lasciarvi guidare un po' meno dalla vostra razionalità,che vi ha sempre spinti ad agire in modo spesso macchinoso. Un anno davvero positivo.

ASTROLOGIAa cura di Desirèe

oro

sco

po

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