Cuorebio Magazine | Gennaio 2014

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cuorebio magazine GENNAIO/FEBBRAIO 2014 storie del mondo bio dalla terra alla pentola il valore della qualità l’onu boccia gli ogm attualità Franco Mussida. Un percorso attraverso la musica Azienda in Trasparenza Cascine Orsine

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Cuorebio Magazine | Gennaio 2014

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cuorebio magazine

GENNAIO/FEBBRAIO 2014

storie del mondo bio dalla terra alla pentolail valore della qualità

l’onu boccia gli ogmattualità

Franco Mussida.Un percorso attraverso la musica

Azienda in Trasparenza

Cascine Orsine

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3cuorebio magazine2 cuorebio magazine

newssommario editoriale

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cuorebio magazine viva

la terra viva

L’uomo è infi nitamente piccolo di fronte alla Natura, ma infi nitamente grande se accetta di farne parte. Blaise Pascal

Se si osserva una manciata di terra si può avere l’impressione che si tratti di un elemen-to inerte e con qualche sasso. In realtà, si tratta di un organismo vivo, molto vivo.

Accoglie al suo interno non solo esseri vi-venti, come piccoli insetti e lombrichi, ma an-che miliardi di microorganismi tra nematodi, batteri e funghi non visibili a occhio nudo.

Di alcuni non si è ancora capita bene la funzione nell’agro-eco-sistema, pochissimi possono essere nocivi per le piante, ma la stragrande maggioranza ha funzioni benefi -che, migliorando la fertilità chimico-fi sica del terreno.

Per esempio, questi esserini invisibili aggrediscono le foglie morte e gli altri residui vegetali, trasformandoli in materia organica che fornisce sostanze nutritive alle piante, scavano micro tunnel nel suolo, aumentan-do l’areazione e le permeabilità, aggregano minuscole particelle di terreno rendendo più facile ad acqua e aria la penetrazione, proteg-gono le radici dagli organismi nocivi, nutrono insetti più grandi…insomma, non si vedono e non si sentono, ma fanno tanto lavoro.

Da migliaia di anni, sono i componenti di un equilibrato ecosistema “suolo” a nutrire le piante. Non a caso l’uomo, anche un tempo,

praticava la fertilizzazione organica, riciclan-do i sottoprodotti di origine animale e vegeta-le, restituendo al terreno gli elementi nutritivi sottratti alle coltivazioni, salvaguardando e incrementando così la fertilità del terreno e prevenendone l’erosione. Poi il contadino praticava la rotazione agraria, alternando le coltivazioni secondo programmi pluriennali, in grado di contenere la pressione ecologica di piante infestanti e parassiti.

Per far riposare il terreno e mantenere un equilibrio ecologico, l’agricoltura biologica utilizza ancora oggi la fertilizzazione organi-ca, in luogo di quella chimica, e ricorre alla rotazione delle colture.

I disastri dell’agricoltura chimica e intensi-va, che ha come obiettivo alte rese e “tutto subito”, non contribuiscono certo a conserva-re il patrimonio della vita del suolo, che è la più grande ricchezza dell’agricoltura, vita per la Terra e per la vita dell’Uomo.

Perciò, sostenendo l’agricoltura biologica è come dicessimo “NO” al dissennato uso di sostanze chimiche di sintesi” e “SÌ’” al resti-tuire alla terra la forza e la vitalità che questa cede alle piante e poi all’uomo, grazie al cibo che gli dona.

La prossima volta che osserveremo una manciata di terra biologica o biodinamica riusciremo a vedere, oltre l’apparenza, la vita che contiene.

Lo staff di Cuorebio

3 editoriale viva la

terra viva

5 Azienda in Trasparenza Cascine Orsine,

terra biodinamica

9 dall’orto con amore cavoli a merenda!

10 azienda del mese Biolab

11 la qualità risponde

12 il lunario di cuorebio

14 storie del mondo bio dalla terra

alla pentola

16 oggi in cucina foglie d’inverno

18 i quaderni di Valore Alimentare

20 salute e benessere cibo e benessere mentale

23 il valore della qualità l’onu boccia

gli ogm

24 il gesto quotidiano penso in verde

25 terapie naturali shiatsu una grande arte per la salute

26 attualità novità per il vino

biodinamico Di Vaira

27 l’angolo dei più piccoli mettiamo le mani

in pasta… madre!

28 angolo delle buone pratiche

piantiamola!

29 attualità Franco Mussida.

Un percorso at-traverso la musica

32 oggi leggiamo...

33 l’angolo del giardino i preparati biodi-

namici da cumulo

34 un appello specia-le per la terra

Mentre scopre il mondo con i primi giochi e le prime corse, il tuo bambino scopre anche il sapore dei cibi semplici e naturali.BioBimbo e BioJunior diventeranno i suoi migliori amici perché lo prenderanno per mano fin dai primi passi nel mondo dell’alimentazione biologica.

BioBimbo: creme, biscotti per biberonBioJunior: biscotti e cereali per la prima colazione

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Ama Bio,semplicemente

BioconvieneDal 1° gennaio al 30 aprile 2014 torna, nei negozi Cuorebio che aderiscono all’iniziativa, l’operazione Bioconviene. Tanti prodotti di uso essenziale e quotidiano a prezzi scontati. Per una spesa bio alla portata di tutti.

Castello di TassaroloAnche quest’anno, l’azienda agricola Castello di Tassarolo ha ottenuto la chiocciola sulla guida di Slow Food “Slow Wine 2014”. La chiocciola è un simbolo assegnato a una cantina per il modo in cui interpreta valori (organolettici, territoriali e ambientali) in sintonia con Slow Food. I vini della Chiocciola rispondono anche al criterio del buon rapporto tra la qualità e il prezzo, tenuto conto di quando e dove sono stati prodotti.

M’illumino di menoIl 14 febbraio 2014 torna M’illumino di meno, la più grande festa del risparmio energetico in Italia promossa da Caterpillar-Radio2. Dal 2005, anno in cui è nata l’iniziativa, sempre più persone vi hanno aderito con le loro buone pratiche. Partecipiamo tutti, non solo spegnendo le luci, ma anche riducendo gli sprechi, diff erenziando i rifi uti e scegliendo la mobilità sostenibile. Per ulteriori informazioni sull’iniziativa visitate il sito caterpillar.blog.rai.it/milluminodimeno/

convegno mondiale di agricoltura biodinamicaDal 5 all’8 febbraio 2014 al Gotheanum di Dornach, Svizzera, si terrà il Convegno Mondiale di agricoltura biodinamica sul tema “Le api, creatrici di relazioni”. Il Convegno si svolgerà nella falegnameria del Gotheanum, proprio dove Rudolf Steiner 90 anni fa tenne le sue conferenze sulle api, mettendo in guardia sulle conseguenze dell’industrializzazione dell’apicoltura. Per informazioni sul convegno e sulle modalità di partecipazione www. biodinamica.org

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azienda in Trasparenza

le risaie delle

Cascine Orsine,

i preparati biodinamici

e un dettaglio

del corno letame

In copertina

Giulia Maria Crespi

in una foto dell’archivio

di famiglia

A Bereguardo, in provincia di Pavia, all’in-terno del parco del Ticino, c’è un posto spe-ciale dove, nel silenzio della campagna, si possono sentire ancora le rane che can-tano. È le Cascine Orsine, azienda agricola che fi n dall’ormai lontano 1975 ha scelto di praticare l’agricoltura biodinamica, animata dalla passione e dal coraggio della fonda-trice Giulia Maria Crespi che vi si avvicinò dopo un soggiorno di cura in Svizzera, dove conobbe i prodotti a marchio Demeter.

All’epoca erano in pochi a parlare anche di biologico, come racconta il fi glio Aldo Pa-ravicini Crespi che da sempre ha sostenuto e condiviso il progetto della madre: “Abbiamo vissuto gli albori dell’agricoltura biologica in Italia. Era un’epoca pionieristica, molto piena di passione, molto bella. Fare un’attivi-tà del genere era una sfi da, signifi cava anda-re controcorrente”. Dopo l’intera conversione dei terreni, un lungo percorso durato ben 12 anni, le Cascine Orsine sono diventate una vera oasi biodinamica, un rifugio per la biodiversità dove, oltre alla rane, possono vi-vere molti altri animali perché qui sono ban-diti i diserbi e i concimi chimici che altrove ne compromettono la sopravvivenza. Non

a caso, l’azienda ha scelto come logo quello della rana che canta, che si lega ai ricordi di Giulia Maria: da bambina, quando cam-minava lungo le risaie verso la fi ne di mag-gio, non sentiva più il gracidare delle rane perché erano stati spruzzati i diserbanti.

Le Cascine Orsine sono situate lungo il corso del Ticino; questa vicinanza ha cer-tamente un signifi cato particolare perché, come ci spiega Aldo, “l’acqua è il perno dell’agricoltura: senza acqua non si fa agri-coltura”. Si tratta di una zona naturalistica protetta, dove l’agricoltura biologica e biodi-namica rivestono un’importanza particolare: gli inquinanti maggiori dei fi umi sono pro-prio i concimi e gli erbicidi chimici. Grande importanza viene data all’aspetto paesaggi-stico, con la conservazione di siepi e fi lari in grado di preservare l’ambiente dall’inquina-mento circostante, oltre a costituire l’habitat perfetto per molte specie animali. L’azienda, inoltre, preserva ancora 12 ettari di “mar-cite”. Si tratta dei “prati marcitoi” inventati dai frati cistercensi nel 1500: questa pratica riveste un’importante valenza ambientale perché nei mesi freddi, quando il terreno tende a gelare, l’acqua delle marcite, che non

ghiaccia, ospita numerosi uccelli, in parti-colare i preziosi insettivori. Inizialmente l’a-zienda si estendeva per 180 ettari; ora sfi ora i 500 ettari coltivati in tre corpi aziendali. Vi lavorano più di 20 persone: rispetto a quella convenzionale, l’agricoltura biodinamica richiede un impiego di manodopera superio-re di circa il 50%. Il che signifi ca più posti di lavoro, fattore di non poco conto, soprattutto in tempi di crisi e disoccupazione. Quasi tut-ti i dipendenti abitano nelle cascine dislocate nei terreni aziendali, è un modo per prender-si cura dell’ambiente anche dal punto di vista urbanistico: vengono così riqualifi cati vecchi edifi ci altrimenti destinati all’abbandono e alla fatiscenza. Anche questo approccio inci-de sui costi che, in genere, nella biodinamica sono già più alti. Oltre alla maggior richiesta di manodopera, ci spiega Aldo, “la resa delle coltivazioni è inferiore a quella di terreni e ambienti sotto il doping della chimica di sin-tesi”, c’è da gestire una maggior complessità dell’organizzazione aziendale.

Per mantenere la biodiversità e per ga-rantire una maggiore fertilità del terreno, ci si avvale di tecniche come la rotazione delle colture, che può prevedere un ciclo di 7/8 anni. Un terzo della superfi cie viene colti-vata a prato, fatto del tutto inconsueto nelle aziende convenzionali, vengono praticate colture miglioratrici, come la soia o il pisello proteico, e si ricorre alla tecnica del sove-scio, o concimazione verde, che permette di ottenere, come aff erma Aldo, “incredibili risultati in termini di apporto di sostanza organica e miglioramento della struttura del terreno”. Soprattutto se abbinata all’uso dei preparati biodinamici che, utilizzati in piccolissime quantità, incrementano la fertilità del terreno. La ricerca condotta in Svizzera dall’istituto Fibl e pubblicata nel 2006 sulla rivista Science, che confronta 20 anni di gestione di terreni preparati con il metodo biodinamico, con il metodo biologico e con quello convenzionale, ha dimostrato sui primi una maggior fertilità, una maggior ricchezza di microrganismi, di vita e di vi-talità. È il terreno la base per avere prodotti di qualità superiore e in biodinamica, come spiega Fabrizio, che in azienda si occupa dell’orto e dell’allestimento dei preparati, “la terra, se la tratti bene, ti fa bene”. Oltre alle coltivazioni e all’allevamento, qui si presta molta attenzione alla formazione, organiz-zando corsi con l’Associazione per l’agricol-tura biodinamica. Alle domande sul futuro dell’azienda, Aldo risponde: “Immagino un’azienda che faccia sempre più formazione e informazione, creando magari anche un punto di ristoro dove le persone, prima di acquistarli, possano assaggiare i nostri pro-dotti. Solo assaggiando il cibo si può davvero capire qual è la sua qualità”.

Cascine Orsine,terra biodinamica

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produttore

trasporto, immagazzinamento e distribuzione

punto vendita ed eventuali scarti

Azienda in Trasparenza è il nostro modo per raccontarti l’essenza del nostro lavoro, a sostegno dell’agricoltura biologica e biodinamica e a tutela dell’attività dei produttori, vero patrimonio culturale, da rispettare e valorizzare. Il giusto prezzo è quello che garantisce una remunerazione equa, senza costare alla natura e alla salute dell’uomo, in termini di inquinamento e spreco di risorse.

il giusto prezzo azienda in Trasparenza

dal latte ai formaggi

Oltre alle coltivazioni, le Cascine Orsine dispongono di un allevamento, condotto anch’esso con il metodo biodinamico, che prevede stabulazione libera, accesso ai prati nella bella stagione e alimentazione a base di cereali e foraggi prodotti in azienda.

È composto da vacche di razza frisona che sono state incrociate con una razza svedese per renderle più rustiche e resistenti alle malattie. Si tratta di circa 200 capi adulti che producono dai 4000 ai 5000 litri di latte al giorno, all’incirca il 30% in meno rispetto al convenzionale, dato che, per il loro benessere, non li si forza alla massima resa.

Gli animali godono di buona salute (vivono in media 8 anni, circa il doppio di quanto avviene negli allevamenti convenzionali) ed è infrequente la necessità di ricorrere a cure, che comunque sono in gran parte omeopatiche. Fondamentale è anche la prevenzione: la stes-sa decisione di incrociare la razza svedese con la razza frisona rientra nella strategia di rende-re gli animali naturalmente più resistenti.

Inizialmente il latte veniva venduto a imprese esterne, in seguito si è scelto di assecondare la naturale vocazione della zona alla produzione del formaggio costruendo un proprio caseifi cio. Sono nati così il Primosa-lino, la Caciotta pavese, la Crescenza, il Nostrano del guado e la Robiolina.

Il Primosalino è un formaggio freschis-simo e dolce, il cui sapore viene esaltato con del miele di acacia e con un sorso di Prosecco, Gavi o Pignoletto.

La dolcezza contraddistingue anche la Caciotta pavese, caratterizzata dalle note di burro cotto, nocciola, paglia e fi eno; ottima con del miele di acacia o con la marmellata di arancia, si sposa perfettamente con un bicchiere di Merlot o Bonarda.

La Mondina è un formaggio fresco dalle intense note di latte che ricordano il burro crudo, la panna leggermente acida e lo yogurt; con i suoi profumi di fungo, di sottobosco, si presta all’insolito abbinamen-to con la confettura di pomodoro o a quello più tradizionale con miele millefi ori o di tiglio, completando poi la degustazione con un sorso di Sauvignon o Barbera.

Morbida e vellutata è poi la Crescenza, formaggio fresco a pasta bianca, senza crosta, con un aroma che abbina le dolci note della panna fresca e dello yogurt naturale con quelle intense e fruttate di mela, pera, lampo-ne, frutti di bosco e uva bianca; all’assaggio è reso ancora più gradevole da un velo di miele di acacia e da un sorso di Prosecco o di Pignoletto.

Dall’unione della lavorazione tipica dello yogurt con quella della robiola, nasce la Robiolina fresca, un delicato formaggio spalmabile, indicato con il miele di tiglio o di fi ori d’arancio e con una confettura di fi chi.

Il Nostrano del guado è invece un formaggio semistagionato a pasta morbida che rilascia un gradevole bouquet di aromi di funghi porcini e frutti di bosco, e che si sposa perfettamente con il miele millefi ori e con la confettura di cipolle rosse e pere; un buon bic-chiere di Cabernet, Nero d’Avola, Sangiovese o Chianti ne esaltano l’aromaticità.

Tutti i formaggi delle Cascine Orsine sono prodotti con il latte dell’allevamento azienda-le, lavorato quotidianamente, appena munto,

nel proprio caseifi cio, con l’utilizzo di caglio animale e di fermenti selezionati. Anche la sta-gionatura avviene in azienda. Come ci spiega il casaro, la diff erenza fondamentale tra un for-maggio convenzionale e uno biodinamico è la diversa qualità del latte, fortemente legata alla migliore alimentazione delle vacche; inoltre, nel biologico e nel biodinamico sulla superfi cie dei formaggi non vengono utilizzati prodotti che combattano l’insorgenza di muff e, il prin-cipale problema nella loro conservazione.

Tutti i formaggi delle Cascine Orsine sono certifi cati Codex per la conformità al metodo biologico e Demeter per la qualità biodina-mica. Molto apprezzati dai consumatori, per l’azienda sono fonte di grande soddisfazione e sono stati anche insigniti di prestigiosi riconoscimenti. Al concorso internazionale Biocaseus del 2012, la Crescenza, il Primosale e la Mondina hanno ottenuto rispettivamente il primo, il secondo e il terzo premio al salone BioFach di Norimberga.

CASCINE ORSINEVia Cascina Orsine, 527021 Bereguardo PVtel. 0382 [email protected]

la qualità risponde

Sono molto incuriosita dalla Stevia: volevo sapere di cosa si tratta e quali sono le sue caratteristiche. Laura (Ge)

La Stevia (nome botanico Stevia Rebaudiana) è una piccola pianta arbustiva perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Da secoli viene utilizzata in America Centro Meridionale, in Giappone e in molte altre parti del mondo come sostituito dello zucchero: dalle sue foglie si estrae un edulcorante naturale senza calorie che ha

un potere dolcifi cante 200-400 volte superiore al comune zucchero da tavola (saccarosio). Questo spiega perché la Stevia è conosciuta anche come “foglia dolce”, “foglia di miele”, “foglia zuccherina” ed “erba dolce del Paraguay”. Da un certo tempo sono state individuate le molecole responsabili del potere dolcifi cante, ovvero i glicosidi steviolici, tra cui gli steviosidi e il rebauside A. L’estratto di Stevia è solubile in acqua ed è stabile al calore; dunque, può essere utilizzato anche nelle preparazioni che prevedono

la cottura. Nel 2008, il dolcifi cante derivato dalla Stevia è stato approvato dall’FDA (The Food and Drug Administration) statunitense come sicuro per l’impiego in alimenti e bevande. Da noi, l’uso delle foglie è ancora in fase di valutazione da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha comunque già espresso parere favorevole all’uso dei glicosidi steviolici.

Ho sentito dire che, oltre alla celiachia, esiste anche una sensibilità al glutine: come si manifesta? E in cosa differisce dalla celiachia? Silvia (Mo)

La sensibilità al glutine si può manifestare con sintomi intestinali, quali coliche, gonfi ori, vomito, stitichezza o diarrea, ma anche con tanti altri che appaiono dopo qualche ora o in pochi giorni dall’ingestione degli alimenti.

Anche se può dare sintomi simili a quelli della celiachia, la sensibilità al glutine presenta un quadro clinico meno severo (assenza di autoanticorpi e di complicazioni di tipo autoimmune) ed è di solito temporanea, essendo destinata a guarire dopo un periodo più o meno lungo di dieta senza glutine. Per informazioni su allergie e intolleranze alimentari, le consiglio “Allergie e intolleranze alimentari: i consigli, le diete e il cibo di qualità”, il secondo quaderno di Valore Alimentare, redatto dal dott. Matteo Giannattasio autore anche di “Gravidanza e alimentazione: nutrire anima e corpo con cibo di qualità” della stessa collana.

SCRIVETE A:Redazione, via Roma, 5, 27021 Bereguardo (PV)tel. 0382920283 www.cascineorsine.it

Grazie a uno stretto rapporto con gli agricoltori, seguiamo il nostro grano passo dopo passo, per garantirvi tutte le proprietà e il gusto del biologico.

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la ricettadall’orto con amorenotizie dal mondo bio

Protagonisti in cucina della stagione fredda, cavoli e cavolfi ori appartengono alla famiglia botanica delle Brassicacee o Crucifere. Ne esistono tante varietà, alcune molto diverse tra loro per sapore, dimensione, forma e colo-re; di alcune, come il cavolo verza, si mangia-no le foglie, mentre di altre, come il broccolo, si consumano le infi orescenze. Cavoli e cavolfi ori si prestano a molti utilizzi in cucina e possono essere gustati crudi, in insalata, oppure cotti al vapore o saltati in padella; si usano anche per la preparazione di zuppe, ma anche come condimento per la pasta.

In questo periodo, nel reparto ortofrutta dei negozi Cuorebio potete trovare cavolfi ore, broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, ca-volini di Bruxelles e cavolo rapa. Per questo, abbiamo deciso di proporvi una rapida pa-noramica delle diverse varietà, indicandone alcune caratteristiche principali e fornendovi consigli per la conservazione e l’utilizzo.

Qualcuno fa confusione tra cavolfi ore e broccolo, tra loro molto diversi sin dall’a-spetto. Il cavolfi ore, si caratterizza per la sua infi orescenza, che, nella varietà più comune, è bianca, ma può anche essere verde chiaro.

Ortaggio dalle mille proprietà, il cavolfi ore non incontra le simpatie di molti a causa dell’odore che sprigiona durante la cottura. Un buon rimedio per evitare questo eff etto collaterale è mettere nell’acqua di cottura del-la mollica di pane imbevuta d’aceto. Quando si acquista, bisogna accertarsi che la sua testa sia soda, senza macchie scure, e che le foglie siano fresche. Tra i molti utilizzi, vi è la cottu-ra in forno, gratinato con besciamella.

Il broccolo, invece, nella sua varietà più comune appare come un piccolo bouquet di colore verde intenso. È un ortaggio delicato, che deperisce facilmente: per questo si consi-glia di consumarlo appena acquistato. Ottimo come contorno, cotto al vapore e condito con un fi lo d’olio, soff ritto con olio, aglio e acciu-ghe, diventa anche un eccellente condimento per la pasta.

Il cavolo cappuccio si presenta con una struttura completamente diversa rispetto a cavolo e cavolfi ore: è infatti composto da grandi foglie tonde verde chiaro, sovrapposte fi no a formare una sfera di dimensioni piutto-sto grandi. Una volta acquistato si conserva a lungo in frigorifero: l’unica accortezza, a causa del suo sapore intenso, è quella

di tenerlo separato dagli altri alimenti per evitare “contaminazioni”. Questa varietà è ottima a crudo, aff ettata sottilmente e accompagnata a carote grattugiate.

Conosciuto anche come verza, il cavolo verza si contraddistingue per le sue foglie molto grandi, grinzose, croccanti e percorse da venature, che si aprono attorno a un nu-cleo tondo centrale. All’acquisto, il cespo deve presentarsi compatto, con foglie integre di un bel verde intenso.

A diff erenza delle altre crucifere, i cavo-lini di Bruxelles hanno dimensioni molto ridotte: sono delle piccole sfere verdi del diametro di circa 3 cm. Devono il loro nome al fatto che questa coltura sembra essersi sviluppata nel Nord Europa, vicino alla città di Bruxelles. Sceglierli di dimensione unifor-me permette di raggiungere una cottura più omogenea.

Il cavolo rapa è forse il meno noto e il meno utilizzato nella nostra cucina. Come dice il nome stesso la sua forma ricorda quel-la della rapa, alla quale assomiglia anche nel sapore. Se ne mangia il fusto, carnoso e tondo, che può essere consumato crudo in insalata, ma anche cotto.

cavoli a merenda!

PIZZOLATO

prosecco frizzanteTreviso DOC senza solfi ti aggiuntiLa selezione delle migliori uvee l’attenzione per tutte le fasi della fermentazione caratterizzano questoprosecco dal perlage fi ne, con sapore fresco e rustico, ma delicato, con ricordi di mela golden e miele,il cui profumo ricorda i fi ori di acacia.

BIO ALLEVA

würstel suino100%

Questi saporiti würstel sono preparati con carne di suinoproveniente da agricolturabiologica e aromi naturali. Perfetti per le grigliate congli amici e per preparare gli hot-dog, sono ottimi con salse più o meno saporite oper il classico abbinamento con i crauti.

ECOR

Pane baulettodi grano duro

Il pane bauletto di grano duro Ecor è perfetto da tenerein casa perché si presta a molteplici utilizzi: indicatoa tavola, è perfetto a colazionecon un velo di crema cacaoo confettura, ma si prestaanche ad abbinamenti salatiper originali stuzzichini.

BIOLAB

fricò vegetariano

Il piatto tipico della cucinafriulana è la novità di Biolab. Fricòvegetariano è un morbido tortinodi patate e formaggio senza caglioanimale, che si prepara in pocotempo: basta scaldarlo pochi minuti in padella e servirlo come aperitivo, secondo piatto o portata unica.

BIONATURAE

pesto al tartufo e pesto alle nociDue condimenti perfetti per la pasta e per le insalate di cereali, ma che, allungati conqualche cucchiaio d’acqua, diventano la base anche per gustose salse da pinzimonio. Eccellenti per arricchire tanti piatti veloci come pizze, bruschette e panini.

VOELKEL

succo di cranberry

Un succo non fi ltrato ottenutodai frutti del cranberry (mirtillorosso) spremuti con metodo tradizionale e delicato, una volta giunti a piena maturazione. Poiché può presentare unleggero deposito sul fondo, si consiglia di agitarlo prima dell’uso.

cavolo rapa e radicchio con battuto di capperiIngredienti:1 cavolo rapa, 1 radicchio trevigiano3 cucchiai di capperi sotto sale1 spicchio d’aglio, 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva, sale e pepe

Procedimento: Dissalare i capperi in acqua fredda per almeno 30 minuti, cambiandola spesso.Sbucciare il cavolo rapa e tagliarlo a ba-stoncini spessi un dito. Lavare il radicchio e affettarlo fi nemente. Sbucciare l’aglio e tritarlo. Scolare i capperi e tritarli grosso-lanamente, mescolandoli all’aglio. In una padella capiente mettere l’olio e, quand’è caldo, unire capperi e aglio. Soffriggere per un minuto e aggiungere il cavolo rapa. Mescolare bene e proseguire la cottura per una decina di minuti. Aggiungere il radicchio e mescolare continuando la cottura per altri dieci minuti. Aggiustare di sale e pepe e servire. Ricetta tratta da www.disanapianta.net

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azienda del mese

prodotto del mese

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BIOLABvia dei Vegetariani, 234170 Goriziawww.biolab-eu.com

Biolab

sinfonia vegetariana

La scelta Biolab è pensata per i consumatori vegetariani e vegani, attenti e consape-voli, cui propone alimenti bio di qualità con i quali liberare la fantasia in cucina in modo creativo.

1 È il caso del Tofu al naturale: le proteine vegetali della soia biologica ne fanno un alimento principe, ingredien-te fondamentale di molte ricette vegetariane e vegane. Qualche suggerimento? “Alla pizzaiola”, passato al tegame con pomodorini e olio ex-travergine d’oliva o dorato a dadini in padella e servito in insalata con cipollotti, cocco e spezie, oppure lavorato quale ripieno di involtini con foglie di verza o, ancora,

frullato con olive come crema spalmabile da stendere su bruschette e da accompagna-re a verdure crude tagliate a julienne.

2Il Seitan artigianale, alimento ad alto contenuto proteico a base di glutine di frumento bio, è adatto per la prepara-zione di piatti gustosi. La lavorazione artigianale di Biolab ne determina la spiccata morbidezza che lo rende ingrediente adatto per farcire e arricchire ripieni op-pure per preparare pietanze buone da assaporare e belle da vedere come gli spiedini di seitan all’arancia con ro-smarino. La linea gastronomi-ca Biolab presenta un’ampia serie di piatti vegetariani

e vegani, pronti da servire in pochi minuti.

3Ne sono un esempio le Pana-riselle, che, all’interno di una panatura dorata e croccante, mantengono soffi ce il gusto-so ripieno di Mozzarisella, preparato a base di riso in-tegrale germogliato: il piatto vegano si completa facilmen-te con un contorno di verdure fresche oppure cotte.

4 Adatti ai vegani sono anche i Medaglioni di seitan con cipolla, gustosi e saporiti, da provare con una capo-nata leggera, ma anche i Medaglioni di tofu e miglio, deliziosi da servire su un letto di misticanza cruda.

“Nutrire gli altri con amore e cura”. Un obiettivo semplice, ma effi cace, sospinge da ventidue anni la spirale virtuosa del-la Biolab, azienda goriziana che produce alimenti di origine vegetale provenienti da agricoltura biologica. È una storia di tenacia e di riscatto quella di Massimo Santinelli, imprenditore titolare dell’azienda goriziana.

La stretta di mano vigorosa, lo sguardo solare, la battuta pronta, la straordinaria capacità di sdrammatizzare i momenti bui con un carattere scanzonato, il sorriso aper-to dell’uomo che, a cinquant’anni appena compiuti, ha l’entusiasmo del ragazzo. Sulla scrivania dell’uffi cio, dove lavora in mezzo ai suoi collaboratori, stanno in bell’ordine i libri di Adriano Olivetti, “una fonte di ispira-zione costante per quel legame indissolubile che ha saputo creare tra azienda e territorio, tra azienda e individuo”. È determinato San-tinelli: “Credo nell’azienda che genera valore aggiunto di importanza sociale, che crea cultura e valorizza i giovani di capacità, che sviluppa i talenti e mette in circolo energia intorno a sé”. Sulle pareti fuori dall’uffi cio, citazioni di Einstein e di Goethe testimo-niano l’approccio votato a intraprendere, a seguire la passione, ad accettare la sfi da. In una a parola, a fare.

Una spinta continua a migliorare, a valorizzare l’individuo sul posto di lavoro. “Il valore imprenditoriale cresce se l’azienda può liberare la sua forza sul territorio, se è volano generatore di ricadute positive”, non ha dubbi Santinelli. La Biolab, allora, ac-canto all’attività produttiva e commerciale, diventa un incubatore di progetti.

È il caso del Festival vegetariano, nel 2013 alla quarta edizione: ospiti italiani e stra-nieri per stimolare la rifl essione sul vegeta-rianesimo (“senza voler fare proselitismo, ma con la convinzione che contribuire al dibattito sia veicolo di conoscenza per tutti”, spiega pacato Santinelli), espositori da tutta Italia, ristorazione solo vegetariana e vega-na. Un’atmosfera di festa che invade Gorizia per tre giorni, coinvolgendo numerosi vo-

lontari e impegnando studenti universitari a ripensare alcuni spazi del centro città. Come è avvenuto nel caso del mercato ortofrutti-colo, divenuto per l’edizione 2013 del festival il “Super! Mercato”. Parlando dei giovani, il volto di Santinelli si illumina: “Hanno ener-gia, freschezza, curiosità”; l’imprenditore racconta della partecipazione degli studenti del Laboratorio di project management della sede goriziana dell’Università di Udine alla sperimentazione e gestione di progetti su idee lanciate dall’azienda.

Biolab vuol dire progetti a difesa degli animali come “Sidecar Smilla”, che nell’esta-te del 2013 ha portato Paolo Susana, l’uma-no, e Smilla, la sua cagnolina, a compiere un viaggio in sidecar tra rifugi, canili e associa-zioni animaliste in Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’abbandono degli animali. Vuol dire attenzione per l’al-tro. E l’estroversione di Massimo Santinelli si placa per qualche istante, perché predilige la riservatezza quando gli si chiede della presenza consolidata di Biolab accanto alle realtà che operano nel sociale a Gorizia.

Da quel 1991, quando nasceva il minu-scolo laboratorio dove Santinelli, allora ventisettenne, sperimentava in altra moda-lità la scelta che gli aveva cambiato la vita, l’azienda ha fatto strada. Da ragazzo aveva

assorbito con rigore i principi del vegeta-rianesimo e della macrobiotica, dopo i seri motivi di salute che, a sedici anni, l’avevano costretto all’ospedalizzazione, in un momen-to in cui si ritrovava privo della sicurezza familiare. Un ragazzo cresciuto in fretta e diventato adulto con la consapevolezza di chi deve pensare a sé e ai propri cari. Attraverso l’alimentazione, il passaggio dal prendersi cura di sé al prendersi cura degli altri, trova-va uno sbocco naturale. La piccola sede si è trasferita, ampliata ed evoluta.

Alla Biolab, oggi come allora, si lavora-no il tofu e il seitan, ma il settore ricerca e sviluppo ha impresso una forte accelerazione con decine di piatti biologici per vegetaria-ni e vegani, elaborati e prodotti nel rigore dell’approccio bio e con un occhio attento alla tradizione, come nel caso del Fricò vege-tariano, che rievoca la storica consuetudine gastronomica friulana.

Nella foto: Massimo Santinelli nel suo laboratorio

Pionieri nel biologico dal 1974

Wir machen Bio aus Liebe.

Il buon giorno inizia dal mattino

Cereali integrali o frutta secca? Dolci bacche maturate dal sole o nocciole croccanti? Ghiotto cioc colato, croccanti flakes o semplici semi tostati?

L’unica cosa difficile, dei Muesli RAPUNZEL, è quale scegliere nel vasto assortimento. Scopri il tuo preferito per iniziare una perfetta giornata.

www.rapunzel.de

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LUGLIO

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Luna

piena

nuova

In cucina:

il pane

lo yogurt

le conserve

Cura della persona:

taglio ritardante capelli/unghie

massaggi

attività fi sica

giornata di relax

Piante di casa:

rinvaso

potatura

concimazione

IN CUCINA

IN CUCINA

CURA PERSONA

CURA PERSONA

PIANTE DI CASA

PIANTE DI CASA

febbraio gennaio

legenda

il lunarioLa luna, passando davanti alle costella-zioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi.

In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono i tempi di semina, lavorazio-ne e raccolta.

Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo.

notizie dal mondo bio

BIO APPETÌ

vellutate cavolo nero e amaranto-bietola rossa

Nel pratico formato takeaway, le vellutate Bio Appetì sono perfette per la pausa pranzo. La prima ricetta abbina l’amaranto alla bietola rossa, mentrela seconda è caratterizzatadal cavolo nero, ortaggiotipico della cucina toscana.

ECOR

petit di farro congocce di cioccolato

Ecor propone un’ampia gammadi biscotti ottimi per soddisfare tutti i gusti. Come questo squisito petit, fatto con farina di farro e arricchito con gocce di cioccolato. L’idealea colazione con latte, tè o bevande vegetali per iniziare bene la giornata.

LA BUONA TERRA

biotorinesidi farro e di grano

Friabili bastoncini stirati di farro e di grano, prodotti entrambi senza aggiuntadi lievito alla ricetta. Ottimaalternativa al pane durantei pasti, sono l’ideale ancheper una pausa semplice e gustosa, con abbinamentidolci o salati.

CASTELLO DI TASSAROLO

Gavi DOCG senza solfi ti aggiuntiSenza solfi ti aggiunti (contiene solo quelli che si sviluppano naturalmente), viene prodotto con uve cortese di Gavi 100%che fermentano in vasche d’acciaio per due settimane.È un vino fresco e fruttato, che mantiene il gusto e il profumo dell’uva matura.

MULINO DEL BORGO

sfogliata al farro

Fatta con farina integrale di farro, questa sfogliata è perfetta da gustare da sola, come semplice snack, ma anche al posto del paneo farcita con salumi, formaggi o verdure grigliate. È ottima anchecon abbinamenti dolci, comeconfetture o crema di nocciola.

ISOLABIO

soia drink cacaoe vaniglia

Due squisite bevande vegetalida bere calde o fredde.Soia drink cacao è caratterizzata dalla nota decisa del cacao equosolidale certifi catoFairTrade, mentre soia drink vaniglia, con estratto di vaniglia Bourbon, si contraddistingue per le sue sfumature dolci e vellutate.

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storie del mondo bio

TERRE DI STELLEContrada Maroni 1037142 VeronaTel 045 8700447www.terredistelle.it

nelle foto: Fabio e Bernadette nel loro laboratorio.

Oltre alle pentole in gres della foto in assortimento

anche tazze, piatti, oliere e altri oggetti per la tavola

del mondo: feldspato, dolomite (carbonato di magnesio), carbonato di calcio, quarzo, wol-lastonite (un minerale che viene dalla Scandi-navia che ha una base con calcio e magnesio), titanio. “Non facciamo grandi produzioni e il nostro ringraziamento alla Terra è trasfor-marla in oggetti di uso quotidiano duraturo, anche 20/50 anni. A noi piace che la gente usi le cose che abbiamo prodotto: anche se non ci conosciamo personalmente, sono dei segni che parlano di noi”.

Tempi di produzione: l’argilla è preparata, immagazzinata, stagionata, portata in labo-ratorio, impastata una prima volta, impastata una seconda volta, pezzata, lavorata; poi gli oggetti vengono messi ad asciugare sugli scaf-fali, girati, rifi niti e vi si applicano i manici, anch’essi fatti a mano, cotti al forno, messi dentro, tirati fuori, tuff ati nello smalto, rimessi dentro. I passaggi sono talmente tanti che è impossibile dire quanto ci vuole per fare un oggetto. “Quante ore al giorno? Noi lavoriamo tutti i giorni, tutto il giorno” ci rispondono semplicemente.

Consigli per l’uso: le pentole in gres possono stare sul fuoco o sul fornello, con la retinarom-pifi amma; si possono mettere in lavastoviglie e grattare con la paglietta o con un coltello, perché gli smalti sono molto duri. Inoltre l’ar-gilla è vetrifi cata, al contrario della terracotta, e dunque non assorbe ciò che contiene. Evita quindi di mantenere cattivi odori. Nel gres

per 12 ore fi no a raggiungere i 1300 gradi e vetrifi care gli smalti silicati e dare l’aspetto tipico del gres.

Alchimia dei colori: vengono usati minerali macinati, assolutamente naturali, mescolati tra di loro secondo una precisa formula. “La tavolozza di colori è infi nita perché i minerali sono “infi niti”. Mescolandoli insieme” dice Fa-bio “in proporzioni e in numero diversi, sem-pre su uno schema base, si ottiene una vasta gamma cromatica. Io come ceramista metto tutta la creatività, i materiali e la conoscenza, ma l’oggetto che creo alla fi ne, metà l’ho fatto io e metà il fuoco”. Fabio e Bernadette, infatti, possono modifi care i colori intervenendo nella fase di cottura, togliendo per esempio ossigeno dalla camera del forno, ottenendo una fi amma tecnicamente detta “sporca”.

Ci racconta Fabio: “Ci sono certi smalti che, cotti in una maniera risultano bianchi, in un’altra dello stesso rosso delle ceramiche cinesi. È questo aspetto aff ascinante che ci ha spinti a lavorare con il gres, circa nel 1992, dopo aver iniziato con la maiolica. Per 8 mesi abbiamo chiuso il laboratorio e ci siamo con-centrati solamente nel fare prove, nel mescola-re materie prime, discutere, fare ancora prove, smaltare, cuocere per fare la nostra base di smalti”. Aggiunge Bernadette che lo smalto è una miscela di minerali che si acquistano singolarmente in sacchi. I minerali sono rocce eterogenee che provengono da diverse parti

puoi cucinare tutto, dalla carne ai legumi , alla polenta; va bene anche per bollire l’acqua per la pasta, anche se è un po’ uno spreco. Il calore si diff onde su tutta la superfi cie, per cui i cibi acquisiscono sapori sottili. Il vantaggio delle pentole in gres inoltre è che, non essendo metallo, non rilasciano alcun tipo di sostanza: ottimo per gli allergici al nichel, per esempio. Per le cotture dei cereali o del cous-cous, il consiglio è di far bollire per 5 minuti, poi spegnere il fuoco e coprire la pentola con un coperchio o un cuscino; la cottura va avanti lo stesso. Ma nel foglio che accompagna l’acqui-sto ci sono le istruzioni!

Il nome Terre di Stelle: “Terre” perché lavoriamo le terra, “di stelle” perché questa frazione si chiama Santa Maria in Stelle” ri-sponde subito Bernadette. “Nella zona tutti la chiamano “Stelle”! Quando ci siamo trasferiti qui, sentivamo tanto la voglia di appartenere a questo posto e abbiamo dato al laborato-rio un nome che in qualche maniera facesse emergere la provenienza. Ma “stelle” sta anche a signifi care il luogo dove la trasformazione dei minerali ti eleva: può essere l’arte o la spiritua-lità (ognuno, poi, sente dove ti porta la voglia di andare oltre, di evolvere). Ogni giorno i colori entrano dalla fi nestra e ti guidano nella scelta per le decorazioni; come le verdure, seguono il calendario delle stagioni”.

Futuro: “abbiamo due fi gli, Elias di 16 anni e Lea di 12, e forse c’è qualche speranza che possano portare avanti l’attività” continua Bernadette “d’estate ci aiutano con entusiasmo e ci accompagnano ai mercatini.

Inoltre l’artigianato è un po’ un mestiere solitario, a un certo punto ho sentito il bisogno di condividere questa arte o questo mestiere con altra gente. Poi è arrivata l’opportunità di lavorare in ambienti di disagio, come la riabilitazione psichiatrica con l’arte-terapia. Con l’antroposofi a ho compreso il valore dell’arte nell’educazione perché è un elemento fondamentale nel percorso pedagogico. Chissà, magari in futuro potrei lavorarci di più…”

Lo spazio di questa rubrica è troppo piccolo per farci stare tutto il loro mondo. Non ci resta che cucinare riso e lenticchie nella loro pentola di gres per ritrovare il loro lavoro e la loro storia.

Quella che vi raccontiamo in questo numero è un’altra storia di terra.

Questa volta mescolata ad acqua e, grazie all’aria, al fuoco e al lavoro dell’uomo, trasfor-mata in oggetti artistici di uso quotidiano. Ancora una volta la natura e l’uomo lavorano insieme per creare bellezza.

Il laboratorio di ceramiche in “gres” Terre di Stelle, da visitare per vedere all’opera Fabio Dalla Rosa e Bernadette Hoppe, è in Valpan-tena, a circa 20 minuti dal centro di Verona. In mezzo agli ulivi e circondata da natura e silenzio, c’è la loro casa in pietra dalle fi nestre color malva, che è anche laboratorio e punto vendita. Ci accolgono sulla porta con i loro grembiuli da lavoro, le mani grigie di argilla e un sorriso sincero di benvenuto. Nonostante il grande lavoro per il periodo natalizio, ci han-no regalato qualche ora della loro mattinata, con la disponibilità tipica dei veri artisti, per niente gelosi del loro sapere, anzi felici di far conoscere la loro storia.

Cominciamo la nostra intervista mentre Fabio lavora al tornio un pezzo di argilla e Bernadette decora una serie di piccole caraff e. L’atmosfera è d’altri tempi, nei loro gesti si possono leggere la tradizione di antichi mastri vasai e gli anni di ricerca per trovare il materiale più naturale e durevole nel tempo, perché “quello che creiamo va nelle case della gente, viene usato per cucinare o per conte-nere cibo, e non vogliamo che faccia male alla salute! Noi, da sempre, escludiamo dai nostri smalti sostanze che diano cessioni tossiche ai cibi, per esempio il piombo” ci dicono Fabio e Bernadette.

La materia prima, quindi, è semplice argilla in polvere che acquistano direttamente da alcuni giacimenti tedeschi. “Dalla Germania, perché quella italiana, ricca di calcare e ma-gnesio, ma povera di silicio, è adatta alla ter-racotta o alla maiolica, ma non resiste alle alte temperature necessarie per produrre il gres, materiale vetrifi cato che permette di creare oggetti che faranno parte della tua cucina tutta la vita e che non si rovinano con l’uso. Certo se ti cade per terra, si rompe!” racconta Fabio, ridendo. Bernadette, interrompendo per un attimo il suo lavoro, aggiunge: “E poi io sono tedesca, vengo da Brema. Lavorare un’argilla che viene dalla mia terra mi fa sentire un po’ il calore delle mie radici; ho un pezzo di “casa” nel mio lavoro”.

Ciclo di lavorazione: la polvere di argilla viene mescolata assieme ad acqua in un’im-pastatrice da fornai, secondo una loro ricetta. Quando è pronta viene lavorata manualmente al tornio. Gli oggetti creati devono asciugare all’aria per una decina di giorni. La prima cottura dura 8 ore e raggiunge una temperatu-ra di 1000 gradi. Successivamente gli oggetti creati vengono tuff ati negli smalti, decorati a mano e rimessi in forno una seconda volta

dalla terraalla pentola

foto di Anna Mainenti

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oggi in cucina

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foglie d’inverno con bevanda di riso, albicocche e zenzero

RAPUNZEL

albicocche secche morbide Rapunzel propone un ampio assortimento di frutta secca, ideale a colazione, a meren-da e per tante ricette. Le albicocche si ca-ratterizzano per la loro morbidezza dovuta alla pastorizzazione cui vengono sottoposte dopo l’essicazione.

ECOR

zenzero candito La dolcezza dello zucchero a velo si fonde con il sapore pungente della radice. Gradevole a fi ne pasto, è un ingrediente versatile in cucina per aromatizzare focacce, dolci e biscotti. Nella pratica confezione richiudibile e riciclabile. Nuovamente disponibile da gennaio.

ISOLABIO

rice natural premium Una bevanda di riso, dal gusto gradevole e vellutato, naturalmente dolce. Si può gustare calda o fredda ed è l’ideale per la prima colazione con i cereali oppure con il caffè; si può inoltre utilizzare per prepara-re deliziosi frullati, squisiti dessert e piatti a base vegetale.

AMICUCINA

pasta sfoglia frescaUna pasta sfoglia facile da utilizzare, già arrotolata nella carta da forno. Basta srotolarla nella teglia, tagliare l’eccesso della carta da forno, bucherellare la pasta per evitare che gonfi in cottura, farcirla a piacere e cuocere secondo i tempi previsti dalla ricetta.

• 5 pezzetti di zenzero candito • un limone con buccia

Occorrentecarta da forno, pennello, coltello a lama liscia Accendete il forno in modalità ventilata a 190°, srotolate la pasta sfoglia e disegna-te con la punta del coltello e mano sicura le foglie, che lascerete sulla carta da forno. Con attenzione, sfi late i ritagli (con i quali

potrete fare i salatini), sbattete l’uovo con un paio di gocce di limone e spennellate delicatamente le foglie, infornate nella metà del forno e lasciate cuocere per circa 10 minuti fi nché non appariranno gonfi e e dorate. Nel frattempo, tagliate a pezzettini la frutta e preparate la crema: mescolate la farina con lo zucchero, aggiungete l’uovo, la bevanda e la scorza di limone che toglie-rete una volta pronta la crema. Portate a ebollizione, continuando a mescolare per evitare che si formino grumi. Ora trasferite le foglie in un piatto di por-tata, giratele con la decorazione in basso

e tenete le sorelle per coprire. Mescolate la frutta alla crema ancora calda e lasciate raffreddare; poi delicatamente, con un cucchiaino, spalmate la crema sulle foglie e appoggiate sopra a ognuna la foglia sorella.Queste foglie d’inverno sono deliziose e raffi nate, da ammirare e gustare dopo cena; ottime come pasticcini per la colazio-ne o un tè.

Potete preparare la crema e le sfoglie in anticipo, ma vi consiglio di assemblarle all’ultimo momento per non perdere la friabilità della sfoglia.

Ingredienti per 4/6 persone

• 2 confezioni di pasta sfoglia• 2 uova• 2 bicchieri di bevanda di riso• 1 cucchiaio e mezzo di farina tipo 00• 1 cucchiaio di zucchero di canna chiaro• 10 albicocche candite

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Presentato in anteprima durante il Sana di Bologna, arriva fi nalmente nei negozi il secondo quaderno di Valore Alimentare intitolato “Allergie e intolleranze alimentari: i consigli, le diete e il cibo di qualità”, seconda uscita della collana inaugurata dal volume “Gravidanza e alimentazione: nutrire anima e corpo con cibo di qualità”. Anche questo volume è opera di Matteo Giannattasio, direttore scientifi co di Valore Alimentare, docente del corso di “Alimenti e salute del consumatore” presso l’Università di Padova, che da anni collabora con il servizio di allergologia dell’Istituto dermatologico “San Gallicano” (IRCCS) di Roma di cui è stato anche consulente scientifi co. Come da tradizione della rivista on line www.valorealimentare.it, si presenta come una guida agile e documentata che aff ronta il tema delle allergie e delle intolleranze alimentari proponendosi l’obiettivo di far luce sulle diff erenze tra le due manifestazioni, dando consigli a tutti coloro che magari hanno da poco scoperto di soff rire di questi disturbi.

Spesso i sintomi legati alle allergie e alle intolleranze alimentari sono di diversa natura, diffi cilmente “inquadrabili”, e compromettono la qualità della vita delle persone che li accusano. Il capitolo introduttivo viene dedicato all’analisi delle cause di questo fenomeno in aumento, che Giannattasio attribuisce a un rapporto

distorto che abbiamo instaurato con il cibo rovinando, attraverso l’agricoltura intensiva e i processi di trasformazione, il rapporto sacro e millenario tra l’uomo e la terra. Dal secondo dopoguerra, infatti, abbiamo cominciato a nutrirci di un cibo che il nostro organismo non riconosce più, provocando reazioni di natura allergica o di intolleranza. Queste reazioni, in qualche modo, sono segnali che vanno interpretati in maniera corretta, soprattutto per non confondere la momentanea intolleranza dalla vera e propria reazione allergica, che impone un’attenzione all’alimentazione per tutta la vita.

Viene dedicato un intero capitolo alla celiachia, per la particolare rilevanza che sta assumendo negli ultimi anni, con diverse casistiche cliniche e un’analisi dettagliata della sintomatologia. La seconda parte del libro è invece interamente dedicata ai consigli dietetici, riportando per ciascun tipo di allergia o intolleranza, comprese quelle al nichel e al lievito, uno schema dietetico con gli alimenti consentiti e quelli da evitare. Il lettore troverà interessante e molto utile anche il capitolo dedicato ai test allergologici, in particolare a quelli alternativi, come il test citotossico e quello chinesiologico, selezionati e analizzati per off rire una guida utile e pratica a chi dovesse accingersi ad aff rontarli. Infi ne, il testo aff ronta il tema della prevenzione, spesso trascurato. Si tratta, invece, di un argomento importante se

si pensa che fi n dalla vita prenatale le scelte alimentari della madre possono proteggere il nascituro dal rischio di incorrere in questi disturbi.In occasione dell’uscita del libro, abbiamo rivolto qualche domanda all’autore.

Spesso si fa confusione tra allergia e intolleranza alimentare: può spiegare la differenza? La diff erenza è molto semplice. Le allergie alimentari vedono il coinvolgimento del sistema immunitario, le intolleranze no. Le allergie alimentari sono causate da proteine presenti negli alimenti, nel caso delle intolleranze non si tratta di proteine, possono essere sostanze di natura diversa. Nelle allergie alimentari, le proteine (per esempio la caseina o le lattoglobuline nel latte) stimolano il sistema immunitario in modo tale che questo produca degli anticorpi che, attraverso una cascata di eventi, possono portare ai sintomi tipici dell’allergia.

Nel caso dell’intolleranza alimentare, invece, il sistema immunitario non è coinvolto, ma sono coinvolte altre parti dell’organismo. Nel caso del latte, l’allergia è dovuta prevalentemente alla caseina. Pure legata all’assunzione di latte, ma diversa, è l’intolleranza al lattosio, dovuta alla diffi coltà di digerire questa sostanza. Il lattosio è digerito dalla lattasi, un enzima presente a livello dell’intestino tenue: la

persona intollerante non ha abbastanza lattasi intestinale per digerire questo zucchero. Esso, quindi, non viene assorbito nell’intestino tenue, ma passa nel colon, dove è digerito dai microbi presenti nel microbioma intestinale, con fermentazioni e sviluppo di una serie di gas, come il metano e come l’idrogeno, che danno problemi di gonfi ore, mal di pancia e, a volte, anche diarrea. È molto importante che il medico stabilisca chiaramente se si tratta di un’allergia o di un’intolleranza.

Questo vale per il latte, ma anche per il grano e per molti altri cibi, perché il comportamento alimentare della persona dipende dal tipo di reazione avversa. Per esempio, nel caso del latte, l’allergico non può assumere il latte delattosato ad alta digeribilità, mentre l’intollerante al lattosio può consumarlo liberamente.

L’allergico al latte può, di solito, consumare formaggio molto stagionato, come può essere un parmigiano stagionato 24 mesi o più, e lo può consumare anche un intollerante al lattosio, perché il processo di maturazione ha degradato sia la proteina che dà l’allergia sia il lattosio che dà l’intolleranza al lattosio. La diagnosi di allergia si fa con determinati test, una

diagnosi di intolleranza si fa con altri test, completamente diversi. Test e dieta diversi, non si deve fare confusione.

Parliamo dell’importanza della prevenzione con una sana e buona alimentazioneLa prevenzione dell’allergia è piuttosto diffi cile perché non conosciamo tutti i fattori. Alcuni, però, sono noti. In Europa e in Italia l’intolleranza, di norma, è più legata alla cattiva qualità del cibo e alla sua quantità. Per esempio, molti intolleranti al lattosio possono consumarne una quantità moderata perché l’intolleranza non è esagerata, ma medio-bassa. Se bevo poco latte o mangio poco formaggio fresco, che pure contengono lattosio, posso non accusare fastidi. Il caso delle allergie, invece, è diverso: per le allergie bastano quantità piccolissime di proteina allergizzante per avere la reazione. Quale prevenzione? Gli studi recenti stanno dimostrando che la prevenzione non si fa quando il bambino è già nato, cresciuto e pasciuto, ma durante la gravidanza, quando quello che mangia la mamma può arrivare al bambino in fase di sviluppo intrauterino: lì è possibile che si crei una situazione nel sistema immunitario per cui il bambino

diventa allergico. Stando alla ricerca, la donna in gravidanza potrebbe mangiare tutti gli alimenti conosciuti come allergizzanti, ma deve evitare di fumare perché il fumo può comportare un aumento di 4 o 5 volte l’insorgenza di allergia alimentare. Addirittura il parto cesareo, stando a certi dati scientifi ci, potrebbe essere un fattore predisponente delle allergie, perché manca la colonizzazione da parte della fl ora intestinale della madre, importantissima per prevenire le allergie. Infatti, la fl ora intestinale modula l’attività della parte del sistema immunitario localizzata intorno all’intestino.Il motivo è questo: il parto normale comporta che l’intestino del bambino sia colonizzato dalla fl ora vaginale durante il passaggio. Con il parto cesareo questo non avviene.

i fruttiperl’inverno

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Puoi trovare nei negozi Cuorebio anche “Gravidanza e Alimentazione: nutrire anima e corpo con cibo di qualità”, il primo quaderno di Valore Alimentare.

i quaderni di Valore Alimentare

allergie e intolleranzealimentari

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salute e benessere i nostri consigli

Diventare consapevoli di ciò che mangiamo e che diamo da mangiare ai nostri fi gli signifi ca favorire anche la salute del nostro cervello; esiste infatti un’importante relazione tra le abitudini e le scelte alimentari e il benessere di quello che è uno degli organi più importan-ti del corpo umano, particolarmente sensi-bile alla carenza di vitamine, minerali, acidi grassi e minerali essenziali.

Il cervello ha il principale compito di rego-lare tutte le funzioni che il nostro organismo deve quotidianamente assolvere. È formato da innumerevoli cellule che comunicano tra loro attraverso connessioni denominate “sinapsi”, utilizzando speciali messaggeri chimici, i neurotrasmettitori. Come ogni altro organo, deve essere mantenuto in buona salute per poter svolgere al meglio le proprie

cibo e benessere mentale

1 Valverbe Tisana Vivi Leggero Indicato da sorseggiare dopo i pasti, è un gra-devole infuso a base di fi nocchio, anice, carvi e coriandolo. Grazie alla combinazione di queste piante offi cinali, contribuisce a ridurre i disagi della digestione e a contrastare il fastidioso senso di gonfi ore addominale, permettendo così di ritrovare un piacevole senso di benesse-re dopo pranzi e cene.

2 Valverbe Tisana BalsamicaPerfetta per contribuire a dare sollievo alle vie respiratorie durante la stagione invernale, la ti-sana balsamica combina le caratteristiche di di-verse piante offi cinali: timo, eucalipto, issopo, malva, menta piperita, lavanda, salvia e pino mugo. Un infuso gradevole che si consiglia di sorseggiare la sera, prima di addormentarsi, o nel pomeriggio.

3 Weleda Melato di licheniDal sapore piacevolmente aromatico, il melato di licheni Weleda aiuta a migliorare la funzio-nalità delle vie respiratorie, favorisce la fl uidità

delle secrezioni bronchiali e allevia il fastidio causato dagli attacchi di tosse. Data la sua formulazione molto concentrata, si consiglia di assumerlo diluendolo in una bevanda calda.

4-5 Norland Linfa di abete gusto delicato (4) e gusto forte (5)Le popolazioni del Nord che vivono vicino alle foreste di abete ne utilizzano da secoli i germogli primaverili da cui ricavano un pre-zioso succo da consumare in famiglia durante il rigido inverno artico. Da questa antica tradi-zione, arriva la linfa di abete Norland. Il diverso dosaggio degli estratti di timo e dell’olio essenziale di eucalipto hanno permesso di ot-tenere due prodotti: uno dal gusto più deciso e uno dal gusto più delicato adatto anche ai più piccoli. Perfetta d’inverno, la linfa di abete può essere utilizzata in qualsiasi momento della giornata e può essere consumata da sola, nel quantitativo di uno o due cucchiaini, op-pure in aggiunta a una tazza di tè o latte caldo per ottenere una bevanda dal gusto dolce e delicatamente aromatico.

diventa energia, ma anche pensieri. Il cibo è strettamente legato al cervello e ne in-fl uenza l’umore, il comportamento e gli stati depressivi. Composti come gli amminoacidi sono direttamente coinvolti nella formazione dei neurotrasmettitori e degli ormoni che regolano la fi siologia e le funzioni cerebrali. Il triptofano, per esempio, è un amminoacido precursore delle serotonina, che infl uenza il nostro benessere e la nostra felicità.

Una cattiva alimentazione può disturbare alcuni neuroni al punto da danneggiarli: la ri-cerca scientifi ca ha approfondito molto bene, in particolare, le conseguenze negative di un’alimentazione di cattiva qualità protratta nel tempo, basata per esempio sul consumo di zuccheri semplici e di farine raffi nate, o gli eff etti di alcuni cibi stimolanti, come l’alcol o il caff è, se assunti in dosi massicce. D’altro canto, è stato riscontrato che adeguati apporti di vitamina C, vitamina E e carotenoidi ritardano il decadimento delle facoltà mentali associato all’età: agendo in sinergia tra loro, infatti, contrastano l’eccesso di radicali liberi che sembrano essere la causa dei danni ai neuroni e alle strutture cerebrali. Una dieta sbilanciata condiziona le nostre capacità di apprendimento e le nostre performance in-tellettive e può causare mancanza di concen-trazione, soprattutto in alcuni momenti della

funzioni. Al giorno d’oggi, nelle maggior par-te dei Paesi “ricchi”, l’alimentazione si basa su cibi devitalizzati o che contengono grandi quantità di additivi.

La manipolazione delle sostanze indispen-sabili al corpo umano (per esempio le vitami-ne o gli oligoelementi, oppure gli acidi grassi polinsaturi EFA o Omega 3 e Omega 6), o la loro distruzione durante i processi industriali di lavorazione, così come l’uso di sostanze chimiche (concimi, diserbanti, ormoni, anti-biotici), lasciano un residuo tossico nei tessuti e nelle cellule del nostro corpo e nel cervello. Si ritiene, inoltre, che anche l’aumento delle intolleranze alimentari sia in relazione con queste distorsioni, anche perché, prendendo in prestito un’idea della saggezza popola-re, noi siamo quello che mangiamo: il cibo

giornata. È un’ottima abitudine iniziare la giornata con una colazione ricca di nutrienti e vitamine, che assicuri un apporto adeguato di elementi che ci permettano di sfruttare al meglio le nostre capacità intellettuali.

Alcuni studi hanno confermato che i bambini che fanno colazione, rispetto a quelli che non la fanno, ottengono migliori risultati a scuola. Ciò è dovuto all’aumento di glucosio nel sangue, che determina l’aumento nel cervello della acetilcolina, che aumenta anche per eff etto della vitamina B12 contenu-ta nei cereali integrali: secondo David Benton dell’Università del Galles, le sostanze che bloccano la produzione di questo neurotra-smettitore distruggono la memoria, rendendo quindi più diffi cile la memorizzazione di nuove informazioni.

Anche le carenze di ferro possono ridurre la capacità di concentrazione e di memorizza-zione, mentre sembra che le capacità decisio-nali e lo spirito di iniziativa siano infl uenzati dalla carenza di iodio, peraltro abbastanza rara grazie al consumo di pesce, molluschi, carne, latte e uova. D’altra parte, invece, la caff eina può infl uenzare positivamente i nostri livelli di attenzione e le nostre presta-zioni, a patto però di non esagerare e di non andare oltre le due o tre tazzine di caff è al giorno. Un ruolo importante, anche in questo caso, è giocato dall’acqua: è infatti dimo-strato che uno stato di disidratazione, anche lieve, implica una riduzione delle prestazioni mentali. Per questo, è importante assumere spesso piccole quantità di acqua tenendo ben presente che quando si ha sete si è già in stato di disidratazione.

Esiste poi un’altra importantissima rela-zione che lega le nostre abitudini alimentari non solo alla salute del cervello, ma anche a quella del sistema immunitario: molte ricer-che hanno infatti rivelato che alcuni fattori dietetici incidono sulla reazione immunitaria.

Il sistema immunitario ha il compito di proteggerci dalle malattie e per svolgere al meglio questo compito ha bisogno di un apporto regolare di vitamine e sali minerali. Regimi ipocalorici, come le diete selvagge, ma anche un eccessivo apporto di energia posso-no indebolirlo nella sua funzione: ridurre la quantità di grassi nelle propria alimentazione è importante per tenere sotto controllo il peso, ma pare anche che possa raff orzare le cellule immunitarie che combattono le cellule tumorali.

Di Leonardo MilaniIstituto di Psicologia del Benessere di Ferrarawww.psicologiadelbenessere.it

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il valore della qualità di Roberto Pintonnotizie dal mondo bio

prosecco SpumanteSuperiore diValdobbiadene Animae Brut DOCG senza solfi ti aggiuntiUn vino di colore giallopaglierino intenso edall’eccezionale persistenza.Ottimo come aperitivo, è indicato anche a tutto pasto per accompagnarerisotti, pesce e dessert.Si consiglia di servirloa una temperatura di 8-10°C.

CTM

biodeka

Un caffè 100% arabica in cuiil profumato aroma degli altipiani etiopi si fonde con quello corposo delle varietà latino-americane coltivate in altura. La decaffeinizzazione avviene con metodo naturale, l’unico consentito nel bio, utilizzando solo acqua potabilee anidride carbonica.

BIOVEGAN

scorzettedi limone e di arancia grattugiateArricchite le vostre ricette con una gradevole nota agli agrumi. Le scorze di arance e limoni accuratamenteselezionati vengonograttugiate, liofi lizzate e confezionate in atmosfera protettiva per preservarneal meglio sapore e aromi.

SOJADE

dessert di soia al limone, alla ciliegia e lampone/maracujaGustosi dessert di soia in vasetto da 125 g, disponibili in tre golose varianti: limone, ciliegia e lampone/maracuja. Cremosi e delicati, sono l’ideale a colazione, per un piacevole risveglio o per una merenda 100% vegetale.

ECONATURE

olio di germe di mais pressatoa freddo

Ottenuto per pressione a freddo e fi ltrazione, l’olio di germe di mais ha un gradevole sapore di cereale e pane fresco. È ottimo a crudo, ma si presta anche a esaltare il gusto dei piatti caldi ed è indicato per la preparazione di salse.

MULINI REALI

pane azzimodi farro

All’origine del marchio MuliniReali c’è un piccolo laboratorioartigianale della provincia di Caserta, specializzato nella produzione di alimentidella cucina mediterranea.Come l’azzimo, il tipico panesenza lievito, qui proposto nella versione di farro.

l’onu boccia gli ogmA settembre l’UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development, non serve tradurre) ha presentato il rapporto “Wake up before it is too late” (“Svegliarsi, prima che sia troppo tardi”).

La pubblicazione (340 pagine in inglese, si scarica gratis su http://unctad.org), re-datta da una cinquantina di scienziati di tutto il mondo, sostiene che lo sviluppo agricolo è giunto al limite e che è necessario un cam-biamento rapido e signifi cativo degli attuali sistemi di produzione basati su monocolture fortemente dipendenti dagli input chimici.

Le soglie di contaminazione del suolo e dell’acqua, dichiara, sono già state superate,

la biodiversità è a rischio e la crisi è ormai evidente sotto molto aspetti: tra il 2011 e il 2013 i prezzi delle materie prime alimentari sono stati di circa l’80% più alti rispetto a quelli registrati nel periodo 2003-2008; negli ultimi 40 anni l’uso dei fertilizzanti è aumentato di 8 volte, ma i tassi di crescita della produttività agricola sono diminuiti dal 2% all’1% annuo.

Il rapporto ribadisce che la fame nel mon-do è un problema con molte sfaccettature, che non può essere risolto solo da cambiamenti tecnici e dichiara con assoluta chiarezza che gli OGM non costituiscono una soluzione so-stenibile, anzi: nei fatti, hanno dimostrato di

rendere più diffi cile l’innovazione dal basso, la conservazione in situ e l’accesso ai semi: “L’agricoltura industriale è insostenibile e gli adeguamenti tecnologici basati sull’in-gegneria genetica non sono stati in grado di raggiungere gli importanti obiettivi di sviluppo per il millennio; al contrario, hanno introdotto prodotti che limitano l’innovazio-ne a livello delle aziende agricole, la conser-vazione delle risorse e l’accesso al miglior germoplasma adatto alle condizioni locali”.

Piuttosto, sono i modelli agricoli alterna-tivi e agro-ecologici a mostrare “il potenziale di ridurre la povertà, aumentare la sicurezza alimentare e ridurre l’impatto ambientale del settore agricolo, perché aumentano la re-silienza degli agroecosistemi, riducono la ne-cessità di input esterni, aumentano il reddito degli agricoltori e si basano su tecnologie che possono essere comprese, attuate e ulterior-mente sviluppate dai contadini poveri”.

Il rapporto, poi, mette in fi la gli studi da cui risulta come gli OGM abbiano portato allo sviluppo di erbe infestanti resistenti al diserbo, di cui serve aumentare dosi e tipi, ma anche allo sviluppo di parassiti secondari che in precedenza non costituivano un problema.

Un’analisi impietosa dopo la quale le tesi dei propugnatori nostrani degli OGM puzza-no sempre di più.

L’off erta di prodotti con farina di avena La Città del Sole, si integra oggi con i nuovi biscotti Avenafarciti al mirtillo. La farina di avena dona al biscotto un sapore gradevole, in leggero contrasto con le sfumature robuste e decise della farcitura al mirtillo.

NOVITÀ

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il gesto quotidiano di Marco Geronimi Stoll

terapie naturali

penso in verde

Quando un oggetto è davvero tuo? Quando l’hai pagato? Quando lo usi? Psicologi e antropologi rispondono: “quando lo aggiusti”, quando sopravvive all’usura a lungo nel tempo grazie a te, assieme a te e per servire a te.

Se butto via l’oggetto rotto e ne compro uno nuovo, solo apparentemente ne sono pa-drone. Nella famiglia A, virtuosa, e in quella B, consumista, come nella mia e nella vostra, c’è sempre qualcosa da sistemare: si scuce una stecca dell’ombrello, si brucia la guarni-zione della moka, la vernice di quel mobile si stacca, a quell’abito andrebbe rettifi cata la taglia.

Il sig. B sa tutti i posti dove la roba costa meno. Non è mica un pezzente, lui: non si veste con abiti ricuciti, specialmente quando

li trova in giro che costano così poco. Quanta materia e quanta energia sperpera lo si vede dalla pattumiera: scarpe messe tre volte, gin-gilli elettronici usati due volte, abiti indossati una volta e tantissimi imballaggi.

La famiglia A pensa che riparare le cose sia una questione di intelligenza; non solo perché si pensa al pianeta, ma anche perché è una sfi da per l’ingegno: un oggetto diventa non banale e da capire proprio quando si rompe. Dagli albori dell’evoluzione umana le mani e la mente sono collegate.

Se manipolo gli oggetti concreti, li penso; se li penso, imparo anche a manipolare gli og-getti astratti. Il pianeta è un oggetto astratto?

Mica tanto, però occorre pensarlo: se si rompe lui, non sapremo né aggiustarlo né comprarlo nuovo.

narono dal Teatè, letteralmente “mani sopra” in seguito evoluto e contaminato in Anma (trattamento di origine sinica ora denominato tui-na), e in seguito all’inizio del 20° secolo nasce lo Shiatsu in forma pressoché defi niti-va. Pur derivando da un insieme di approcci e tecniche di natura eterogenea, alla fi ne del suo percorso evolutivo lo shiatsu ha sviluppa-to caratteristiche uniche nel suo genere.

Il principale elemento distintivo è dato dall’uso continuo e costante della pressione (shi=dito atsu=pressione), utilizzando prin-cipalmente il pollice e il palmo. La caratte-ristica peculiare della pressione shiatsu é di essere eseguita senza sforzo muscolare, portata per mezzo del peso del corpo in modo progressivo, mantenuto e costante, sempre perpendicolarmente rispetto alla zona

o al punto trattato. L’effi cacia dell’azione de-riva dalla centratura dell’operatore in Hara, un’importante zona situata sotto l’ombelico, tenuta in grande considerazione dagli orien-tali, che costituisce il vero baricentro fi sico ed energetico del corpo e dei suoi movimenti. La capacità di eseguire la tecnica, in maniera corretta e impeccabile, richiede anni di prati-ca e di studio da parte dell’operatore.

La pressione rappresenta il linguaggio del-lo shiatsu ed è all’origine dell’esperienza vita-le. Fin da quando la vita è ancora un insieme di poche cellule e nei successivi mesi trascorsi nell’utero, la pressione del liquido amniotico rappresenta un’informazione costantemente presente, indispensabile per lo sviluppo del nuovo essere vivente. Alla nascita il passag-gio attraverso il canale del parto trasferisce un ultimo imprinting pressorio denso di signifi cati.

Il vocabolario dello Shiatsu si esprime attraverso la capacità di comunicare la giusta pressione adatta al singolo individuo, ricor-dando alla parte più profonda del proprio nucleo vitale l’esperienza dell’origine unitaria, per mezzo della quale è possibile ottenere una progressiva rigenerazione del sistema corpo mente. L’interfaccia di questo processo è rap-presentata dal sistema nervoso autonomo.

La pressione progressiva mantenuta e costante esercita una funzione regolatrice dell’interazione tra simpatico e parasimpati-co, attivando una cascata di eff etti positivi.

Lo Shiatsu, è una disciplina bionaturale che si occupa delle condizioni di benessere e disagio della persona in termini concettuali e relazionali diff erenti e autonomi da quelli utilizzati dalla cultura medica occidentale. Non è un massaggio, con il quale non ha niente a che vedere, né una terapia; anche se il ricevente portatore di eventuali patologie può trarne benefi cio.

Lo Shiatsu sostiene il fl usso vitale della persona coinvolta, promuovendo un naturale processo di auto-consapevolezza, favorendo la possibilità di adottare comportamenti vir-tuosi, una maggiore resilienza e un migliora-mento della qualità della vita.

Nel lontano 1948 l’ O.M.S defi nì la salute come “Uno stato di completo benessere fi sico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”: è in questo contesto che si può defi nire lo Shiatsu “Una grande arte per la salute”.

La prima cosa che istintivamente facciamo quando una parte del corpo duole o attira l’attenzione è di porre le mani sopra di essa per sopprimere il dolore. L’inizio della storia dello shiatsu probabilmente nasce da questo semplice gesto. Del resto, l’idea di “curare”a mani nude attraversa un po’ tutte le culture umane. Lo shiatsu ha origini composite, non nasce come forma pura, è piuttosto il frutto di un’integrazione di pratiche autoctone molto antiche, già in uso nell’isola nipponica e suc-cessive contaminazioni culturali provenienti dalla vicina Cina. I primi contatti tra i due paesi risalgono all’incirca al 220 a.C. e già nel 4°e 5° secolo, in Giappone furono introdotte le prime importanti opere medico/fi losofi che di origine cinese. Le prime manifestazioni di trattamento manuale probabilmente origi-

shiatsu una grande arte per la salute

PER INFORMAZIONIMassimo Policardi, Operatore ShiatsuIscritto al Registro Italiano Operatori Shiatsu (R.I.O.S) al [email protected]

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attualità

l’angolo dei più piccoli

Nelle lunghe domeniche inver-nali, quando fuori fa freddo e si ha poca voglia di uscire, cosa c’è di meglio che tirarsi su le maniche e mettersi a impasta-re con la mamma, il papà o i nonni? Ecco perché, cari bambini, in questo numero di Cuorebio Magazine, abbiamo deciso di proporvi una ricetta perfetta per la merenda e per la colazio-ne, da spalmare con crema di frutta: il pan brioche fatto con la pasta madre. Prendete car-ta e penna e segnatevi questa lista della spesa, nella variante tradizionale o vegana.

Ingredienti• 1kg di farina tipo 00 o manitoba• 50 g di malto di cereali• 2 uova (oppure 100 g di seitan frullato fi nissimo)• 200 g di burro (oppure 180 g di soia & fantasia)• 150 g di zucchero di canna • la buccia grattugiata di un limone• un pizzico di sale • un cucchiaio di miele• acqua quanto basta

Vi serviranno poi 150 g di pasta madre, che avrete preparato in precedenza, e 450 g di farina di tipo 00 o manitoba per i rinfre-schi. Se volete impastare il pan brioche la domenica, si consiglia di iniziare il venerdì sera con il primo rinfresco.

Primo rinfresco, venerdì, ore 21.00Mettere la pasta madre in una terrina, ag-giungere 150 g di farina, 150 g di acqua e 7 g

di malto di cereali; mescolare in senso antio-rario fi no a ottenere un composto omogeneo semi liquido, con una consistenza simile a quella dello yogurt. Far riposare il composto a temperatura ambiente per almeno 10 ore.

Secondo rinfresco, sabato, ore 8.00Aggiungere nuovamente nella terrina 150 g di farina, 150 g di acqua e 7 g di malto di cereali, mescolando il tutto fi no a ottenere nuovamente un composto semi liquido. Far riposare per altre 6 ore.

Terzo rinfresco, sabato, ore 14.00 Aggiungere nuovamente 150 g di farina, 150 g di acqua e 7 g di malto di cereali, mescolando il tutto. Dopo aver ottenuto un impasto omo-geneo, separare la pasta madre tenendone da parte 150g per gli impasti futuri e lavorando il resto con gli altri ingredienti. Procedere quindi con l’impasto del pan brioche.

PreparazioneAggiungere alla pasta madre il burro (o soia & fantasia) precedentemente sciolto, un pizzico di sale, un cucchiaio di miele, lo zucchero, le due uova intere (oppure il seitan tritato fi nemente) e il limone grattugiato, mesco-lando il tutto con cura. Aggiungere la farina fi no a ottenere un impasto solido ed elastico e lavorarlo con le mani per almeno 5 minuti. Mettere il composto in una casseruola per pane in cassetta (forma da un kg) e lasciare lievitare per 2 ore. Cuocere per 40 minuti a 230 gradi. Per mantenere più morbido il pane, si consiglia di inserire un pentolino con dell’acqua nel forno durante la cottura.Con lo stesso impasto, arricchito nella fase fi -nale con uvetta, mandorle e altra frutta secca a piacere si può ottenere un goloso panfrutto ideale per la colazione.

Si ringraziano Angela Danzi per la ricetta ed Elena Cesaro con David Grossi per la variante vegana.

Nasce un nuovo vino in casa Di Vaira, a marchio Terre di Ecor. È Trasparente, un vino frizzante realizzato principalmente con uve Falanghina: da consumo quotidiano, è prodotto senza l’utilizzo di coadiuvanti enolo-gici e durante il periodo di riposo in cantina fermenta spontaneamente con i propri lieviti.

Il suo lancio coincide con l’adozione, dalla vendemmia 2013, del nuovo discipli-nare Demeter approvato lo scorso agosto, che riorganizza secondo standard europei i criteri di certifi cazione del vino da agricoltura biodinamica.

“Lo standard italiano per il vino da agri-coltura biodinamica è oggi il più rigoroso d’Europa” spiega Michele Lorenzetti

di Demeter, che ha coordinato i lunghi lavori di stesura del nuovo disciplinare.

“Il principio che ispira le norme di certifi -cazione del vino da agricoltura biodinamica – sottolinea ancora Michele – è il rispetto dell’integrità dell’uva. La qualità del vino De-meter si esprime infatti nella vitalità del pro-dotto e lo scopo principale della vinifi cazione è mantenere nel vino la qualità biodinamica presente nell’uva. Nell’agricoltura convenzio-nale, che impoverisce la capacità vitale delle uve, si deve spesso colmare questa debolezza con aggiunte esterne”.

In concreto, questo signifi ca che il vino Demeter deve avere qualità in termini senso-riali. Vuol dire anche preferire la raccolta a

mano dell’uva e i metodi fi sici di lavorazione rispetto a quelli chimici, così come usare l’anidride solforosa al minimo dosaggio possibile. Per preservare la vitalità dell’uva sono poi vietati l’uso di OGM e tutta una serie di sostanze permesse in altri disciplinari, fra i quali lieviti e loro nutrienti, tannini, enzimi, stabilizzanti e quasi tutti i chiarifi canti, così come non sono consentite procedure come la pressatura continua, l’osmosi inversa, la pastorizzazione e l’ultrafi ltrazione.

Fare vino Demeter signifi ca anche evitare i processi che necessitano di grandi quan-tità di energia o di materia prima esterna all’organismo agricolo, così come coadiuvanti e additivi che incidono su ambiente e salute. Inoltre tutti i sottoprodotti della lavorazione delle uve vanno gestiti minimizzando gli eff etti negativi sull’ambiente.

“Un vino Demeter – aggiunge Michele – non è mai un vino sterile, perché consente di ritrovare in bottiglia una componente vitale di lieviti e batteri creati naturalmente dal vino. Gli unici coaudiovanti permessi sono l’anidride solforosa e la bentonite, un’argilla utile a chiarifi care il vino.

I solfi ti sono una sostanza sempre presente nel vino, perché prodotti naturalmente dalla fermentazione alcolica. Il biologico consente di aggiungerne purché non si superino 150 milligrammi al litro per i bianchi secchi e 100 per i rossi. Nel disciplinare Demeter il tetto è contenuto in 90 per il vino bianco e di 70 per quello rosso”.

novità per il vino biodinamico Di Vaira

FATTORIA DI VAIRAContrada Colle Calcioni s.n.c.Comune di Petacciato (Campobasso) Italiawww.fattoriadivaira.it

mettiamo le mani in pasta… madre!

i vigneti della Fattoria Di Vaira

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angolo delle buone pratiche attualità

Tra le buone abitudini che possiamo intro-durre nelle nostre case e nelle nostre vite, c’è probabilmente anche quella di prenderci cura di piante e fi ori, una pratica che può far bene al nostro stato d’animo, ma anche alla salute dell’ambiente che ci circonda.

Introdurre del verde nelle nostre abitazio-ni signifi ca renderle più accoglienti, ma an-che purifi care l’aria arricchendola di ossige-no e regolare l’umidità degli interni; inoltre, semplicemente vaporizzando dell’acqua sulle foglie delle piante, si favorisce il processo di ionizzazione dell’aria e ciò porta alla preci-pitazione delle particelle in sospensione che si rimuovono durante le pulizie domestiche.

Stando però ad alcuni studi eff ettuati dalla Nasa negli anni ’80, alcune piante ornamen-tali avrebbero anche proprietà depurative e sarebbero in grado di assorbire ed eliminare parte dei gas inquinanti e delle sostanze organiche volatili presenti negli ambienti chiusi in cui viviamo e che, quindi, circolano liberi nelle nostre vie respiratorie.

Le loro foglie, infatti, sarebbero in grado di assorbire tali particelle e di convogliarle dal fusto alle radici, dove i microrganismi le metabolizzano e le eliminano. È stata in-dividuata una cinquantina di piante, alcune delle quali sono facilmente reperibili o addi-rittura già presenti nelle nostre case.

Come il fi cus (Ficus benjamina), pianta pe-renne sempreverde originaria dell’Asia.

Tra le sue funzioni vi è quella di fi ltrare la formaldeide, sostanza contenuta nella carta da parati, nei tessuti, nei prodotti per la pulizia, nella carta igienica e nei tessuti utilizzati per la cura personale.

Un’altra nemica della formaldeide è la lingua di suocera (Sansevieria trifasciata Laurentii), pianta succulenta proveniente dall’America Centrale che deve il suo nome ai lunghi fusti irti di spine; ha grandi fi ori, in genere di color rosso fuoco, caratterizzati da un aroma per nulla gradevole.

Particolarmente utile in uffi cio è, invece, la Dracena (Dracena Marginata), simile a una palma: è ideale per combattere il tricloroetilene dei toner delle stampanti, ma anche lo xilene e la formaldeide presente in lacche e vernici.

I veleni contenuti in vernici, adesivi e sacchetti di plastica vengono invece “man-giati” dalla Dieff enbachia maculata, pianta originaria del Brasile, nota anche come dieff enbachia comune.

Noto in Italia come fi ore dei morti, il cristantemo (crhysantheium morifolium) è in realtà una pianta perenne dai bellissimi fi ori che aiuta a fi ltrare il benzene normal-mente presente in collanti, vernici, plastiche e detersivi.

La gerbera (Gerbera Jamesonii), origina-ria della regione sudafricana del Transvaal, è invece utile per rimuovere la trielina con-tenuta di frequente nei capi d’abbigliamento lavati a secco, mentre l’edera comune (Hede-ra helix), rampicante sempreverde, è molto effi cace sia per eliminare la formaldeide che le particelle inquinanti contenute nelle feci degli animali domestici.

L’aglaonema (Aglaonema Crispum Debo-rah) è una pianta erbacea perenne con un fi ore simile alla calla ed è in grado di fi ltrare diversi inquinanti atmosferici, mentre il falangio (Chlorophytum comosum), carat-terizzato da lunghe foglie lanceolate striate di bianco, neutralizza benzene, ossido di carbonio, formaldeide e xilene.

L’aloe (Aloe Vera), pianta succulenta usata nelle medicine tradizionali, è ottima per combattere formaldeide e benzene, mentre l’azalea (Rhododendron simsii), pianta dai fi ori rosa originaria della Cina, è partico-larmente effi cace contro la formaldeide del compensato e delle schiume isolanti.

Concludiamo infi ne questa rassegna con lo spatifi llo (Spathipyllum Mauna Loa), che si contraddistingue per l’elegante fi ore bian-co e per le foglie verdi lanceolate e lucenti: pare sia in grado di eliminare buona parte delle tossine dell’acetone e dei trucioli di legno.

piantiamola! Franco Mussida un percorso attraverso la musica

mento ed esibizione, non dovrebbe servire a nutrire l’esasperata ricerca di emozioni pro-pria del nostro tempo, ma piuttosto a nutrire intellettualmente ed emotivamente giova-ni e adulti. Nell’analisi della relazione tra uomo e musica, egli pone al centro della sua rifl essione ciò che accade quando le persone ascoltano la musica. A questo ha dedicato anche il suo libro “La musica ignorata” in cui aff ronta proprio il tema dei poteri della realtà vibrante, ovvero degli eff etti emozionali della musica sull’uomo, focalizzandosi sul preciso momento in cui la musica, fenomeno udibile, si trasforma in emozione, da suono udibile di-venta calore, sentimento inudibile. La musica è in grado di cambiare il nostro stato emotivo: bastano suoni di altezze diverse per infl uen-zare la nostra emotività modifi cando le nostre disposizioni interiori e generando i senti-menti più disparati. Questo libro si concentra proprio su quello che avviene in ciascuno di noi quando ascoltiamo un brano musicale, chiarendo come il suono possa trasformarsi in emozioni molto diverse tra loro a secon-da di chi lo ascolta. Una stessa musica può essere infatti amata, oppure odiata, destare sentimenti di gioia immensa o di profonda tristezza, a seconda dei temperamenti indi-viduali degli ascoltatori. Nel libro vengono citati molti musicisti che appartengono a tutti i generi musicali.

“La Musica non esiste solo per il piacere dei musicisti, ma per il benessere di tutti. Il suo lavoro lo fa eccitando e rinnovando, modi-fi cando la quiete nel mare dei sentimenti, accendendo le luci di pensieri e immagina-zioni”. Franco Mussida

Da sempre la musica ha attratto irresistibil-mente a sé Franco Mussida, autore di alcune tra le più belle canzoni della musica italiana che suona assieme alla PFM che ha contribu-ito a fondare. Fin da quando, molto piccolo, imparò a suonare da solo, da autodidatta, la chitarra del padre. In seguito lo studio

della chitarra classica, fondamentale per la sua vita artistica. L’incontro con la PFM, ma anche con Fabrizio De Andrè, segnano tappe fondamentali, ma non le uniche, della sua esperienza artistica. Accanto all’esigenza di fare musica, vi è in lui anche il desiderio di avvicinare i giovani musicisti. Nascono così il “CPM Music Institute” e i laboratori all’in-terno del carcere di San Vittore. Per lui la musica non è soltanto la seconda arte, ma uno speciale elemento di comunicazione.

La musica ignorataLa musica per Mussida non è solo intratteni-

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notizie dal mondo bio

novità

Fette biscottate all’avenaLinea benessereSono prodotte con fi occhi e crusca di avena, senza l’impiego di olioo zucchero; sono dedicate a chi desidera fette biscottate fragrantie gustose, ma a basso contenuto digrassi. Le pratiche confezioni da tre fette le rendono ideali a colazione, ma anche come merenda.

CASTELLO DI ARCANO

Merlot “Non SO”IGT senza solfi tiaggiunti

Di colore rosso rubino intenso, è un vino dal bouquet pieno efragrante e dal delicato profumoche ricorda i frutti di bosco. Con il suo sapore asciutto, è perfetto per accompagnare carne e formaggi stagionati e semi stagionati.

SOJADE

soia & fantasia

Cremosa e irresistibile, non solo per la consistenza, ma anche per il gusto naturale, Soia &Fantasia è l’ideale per una cucina100% vegetale. Può esseresemplicemente spalmata sulpane oppure utilizzata per tante gustose ricette, dolci o salate.

FATTORIA DI ROMIGNANO

Chianti DOCG senza solfi ti aggiunti NatureUn Chianti di colore rosso rubino molto intenso, tendente al nero, con profumi che richiamano la frutta rossa, inparticolare il ribes e il mirtillo. Senza solfi ti aggiunti; non c’è stata alcuna aggiunta di anidridesolforosa al mosto.

HOLLE

pappa di migliointegrale e pappa di maise tapioca

Da Holle, specialista neglialimenti per l’infanzia, arrivano questi due prodotti indicati dal quarto mese, salvo diversa indicazione del pediatra. Facili da preparare, si possono usare per preparare pappe con e senza latte.

ECOR

ravioli aifunghi porcini

Una squisita sfogliaracchiude al suo internoun morbido e profumatoripieno a base di funghiporcini. Questi ravioli sono facili e veloci dapreparare e, una volta cotti, potrete arricchirli con un condimento a vostra scelta,anche semplicemente conun fi lo d’olio.

a creare un’atmosfera ricca d’incanto. C’è poi il “Teatro-Balera”, contenente 132 fi gure tridimensionali trasparenti. Si tratta di un modellino che rappresenta il rito del concer-to, l’incontro sul piano invisibile tra pubblico e musicista. Raffi gura quelle persone che, come l’autore stesso ha aff ermato in un’inter-vista, “ai concerti, arrivavano e si piazzavano in prima fi la, si fondevano con la musica”. In-fi ne nel quadro “l’Emozione della scala Lidia” si raffi gura emotivamente questa scala. Con questo lavoro Mussida propone quegli aspetti della Musica capaci di unire e non di dividere. Forse proprio per questo “Ignorati”. In questa luce va interpretato il signifi cato di questa sua aff ermazione: “non c’è alcuna diff erenza tra la malinconia di un metallaro e quella di una signora di buona famiglia che stravede per Chopin, ciò che eccita l’uno e l’altra è un pote-re comune, oggettivo, racchiuso in entrambi i generi ”.Per informazioni su nuovi luoghi della mostra e lavori di musica: [email protected]

Segnaliamo inoltre che di recente è uscito “Il lavoro del musicista immaginativo” saggio con CD di 15 brani solo per chitarra da “Scene da un matrimonio” di Bergman con tiratura limitata di 999 copie, richiedibile all’[email protected]

L’altro mondo Il libro “La musica ignorata” è anche il volu-me-catalogo della mostra “L’altro mondo”, al-lestita l’estate scorsa presso la Pinacoteca San Francesco di San Marino. Si è trattato di un’e-sibizione multisensoriale in grado di combi-nare suono e forma, udito e vista, rifacendosi dunque al concetto di multi-dimensione di cui si era fatto promotore Rudolf Steiner all’i-nizio del Novecento. È l’esigenza di parlare di ciò che si nasconde dietro e dentro la musica che ha spinto Mussida a varcare il confi ne dell’udibile e a servirsi del linguaggio visivo, approdando così anche alla scultura.

La mostra, che girerà in altri spazi istitu-zionali in Italia e non solo, si articola in “17 Stazioni di Ascolto con vista sulla Musica”, ovvero 17 grandi quadri dotati di sensori di prossimità che all’avvicinarsi del visitatore emettono suoni intervallari trasformando l’osservatore in ascoltatore. Al loro inter-no infatti ci sono 17 sculture in ceramica rivestite di metalli preziosi, e su ognuna di queste è stampata una specifi ca simbologia che richiama le forze emozionali evocatrici insite nel singolo intervallo musicale. Com-pletano la mostra alcune opere concettuali. Una, l’installazione con 60 uomini suono di bronzo, è una composizione di suoni cerami-ci di 33 minuti, ad anello, che contribuisce

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oggi leggiamo...

Cavoli e zucche in cucina

DI ROSANNA PASSIONE

Terra Nuova Edizioni

Oltre 100 ricette della tradizione, ma anche ricette nuove e innovative, che hanno per protagonisti cavoli e zuc-che: due ortaggi comuni, facilmente reperibili e recentemente rivalutati. Un ricettario a colori, corredato da splendidi immagini, che affi anca le preparazioni tipicamente italiane e regionali con incursioni nelle cucine di altri paesi, suggerendo anche insoliti e gustosi abbinamenti.

Sidecar Smilla

PAOLO SUSANA

Associazione Eventgreen di Gorizia

Diario a due voci di un tour a sei zampe e tre ruote, con la prefazione di Massimo Cirri, “Sidecar Smilla. Viaggio nell’Italia dei cani abban-donati” di Paolo Susana racconta la straordinaria avventura di un uomo e della sua cagnolina che hanno percorso 4.000 km in sidecar per visitare una ventina di rifugi e canili italiani. Per informazioni:[email protected]

Calendario biodinamico delle semine e delle lavora-zioni 2014

PAOLO PISTIS

Edizioni La Biolca

Un calendario che, come aff erma l’autore nell’introduzione, oltre a dare supporto pratico nell’organizza-zione dei lavori agricoli, off re la pos-sibilità di entrare in una dimensione nuova. Il suo scopo è infatti quello di far vivere a chi lavora la terra la sen-sazione che ogni essere vivente è in relazione con il Tutto. Pubblicazione in vendita normalmente riservata ai soci della La Biolca (www.labiolca.it)

Coltivare in casa

DI LUCY HALSALL

Tecniche Nuove

Un libro rivolto a tutti coloro che dispongono di un po’ di spazio sul balcone oppure di un giardino e lo vogliono destinare alla coltivazione di frutta e verdura. Ricco di consigli e di istruzioni per ottenere i risultati migliori, riporta le schede complete per i 60 ortaggi più comuni e per 15 diverse colture di frutta e aiuta a scegliere cosa coltivare in base allo spazio che si ha a disposizione.

l’angolo del giardino

i preparati biodinamici da cumulo

I preparati biodinamici si suddi-vidono in quelli da cumulo e da spruzzo. Secondo il casellario delle particelle di sperimenta-zione degli anni ’20, quelli da cumulo vanno dal 502 al 507: i primi cinque vengono inoculati in alcune palline di terra umida poi inserite nel cumulo, mentre il 507 viene spruzzato diretta-mente sul cumulo.

I preparati sono piante elabo-rate secondo specifi ci processi naturali: ciascuno di essi ha una funzione precisa che può assolve-re solo su un terreno ricco di sostanza organica.

Preparato 502: fatto con i fi ori di Achillea Millefolium, serve a equilibrare lo zolfo e il potassio presenti nel terreno; aiuta, inoltre, la fi oritura e mi-

reno e rende la pianta resistente agli squilibri nutrizionali.

Preparato 507: si prepara con il succo estratto dai fi ori di Valeriana Offi cinalis, regola i processi del fosforo nel terreno

gliora la qualità dei frutti. Preparato 503: a base di

fi ori di Matricaria Camomilla, equilibra calcio e zolfo, rivitaliz-zando il calcare nel terreno e raf-forzando la vitalità della pianta.

Preparato 504: realizzato con piante di Urtica Dioica, serve a equilibrare il ferro e il magnesio nel terreno, aiuta le piante nella fotosintesi e rinforza il verde delle foglie.

Preparato 505: viene alle-stito utilizzando la corteccia di Quercus Robur tritata. Serve a equilibrare le forze vitali, evi-tando, per esempio, che marcisca nella terra. Agisce sul calcio presente nel suolo.

Preparato 506: a base di fi ori di Taraxacum Offi cinalis, regola il silicio e lo zolfo nel ter-

e rende le piante resistenti allo sbalzo termico. Viene usato per il compost, ma si può anche spruzzare sulla pianta.Nella foto: preparati biodinamici alle Cascine Orsine.

I nostri pesci sono lavorati dal fresco per garantire il miglior sapore, pescati senza compromettere la vita I.M.C.

COMPAGNIA DELLA PESCA TRADIZIONALE BIO SANREMO S.P.AVIA P. CIOUSSE , 1 - 18038 SANREMO (IM) - ITALY - TEL. +39 0184/516016

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Valore Alimentare

fornendo una guida sempli-ce, ma nello stesso tempo approfondita, a chi si avvici-na per la prima volta a questa tematica e in particolare alla persona che scopre di avere questi disturbi. Partendo dalle cause all’origine del fenomeno, si parla poi di celiachia, cui viene dedicato un intero capitolo; di test allergologici, in particolare quelli alternativi; di preven-zione perché fi n dalla vita prenatale le scelte alimentari della madre possono proteg-gere il nascituro da questi disturbi. La seconda parte del quaderno off re numerosi consigli alimentari, riportan-do per ciascun tipo di allergia o intolleranza uno schema dietetico, con gli alimenti consentiti e quelli da evitare. Cerca il nuovo quaderno nei negozi Cuorebio.

È arrivato il secondo dei Quaderni di Valore Alimen-tare: “Allergie e intolleranze alimentari. I consigli, le diete e il cibo di qualità”. Redatto da Matteo Giannat-tasio, direttore scientifi co della rivista online www.valorealimentare.it, si pone l’obiettivo di far luce sulla diff erenza tra allergie e intolleranze alimentari,

ro concentrato e a strappi, spesso al di fuori della legalità, perché non è possibile un lavoro diff uso e stabile a protezione ecologica del territorio e delle popolazioni? Non ci sono fondi per prevenire frane e alluvioni, ma ci sono tanti soldi per cemento e asfalto! Oggi oltre alla redistribuzione del reddito dobbiamo realizzare anche la redistribuzione del lavoro. Per questo il mio è un “appello speciale” prima di tutto a quan-ti hanno la responsabilità delle scelte politiche, imprenditoriali, sociali, culturali, ecclesiali e a tutti noi, perché l’emergenza Terra e l’emergenza territorio regionale pongono con urgenza non dilazio-nabile la necessità di sospendere tutte le opere programmate, che prevedono cementifi cazione e spreco di suolo e la necessità cul-turale di condurre una vita sobria nel quotidiano. In questi giorni abbiamo denun-ciato e preso posizione contro la violenza alle donne, unifi chiamo l’impegno anche contro la violenza che viene fatta alla Terra, nostra madre Terra. Come, dopo una guerra devastan-te, siamo arrivati alla “Dichia-razione universale dei diritti dell’uomo”, così, dopo la stagione aggressiva dell’impero del mercato neoliberista, dobbiamo arrivare a sottoscrivere la “Dichiarazione universale dei diritti della madre Terra”.

di don Albino Bizzotto Fondatore dei Beati i costruttori di pace Via Antonio da Tempo, 2 35131 Padovatel. 049 807 0699

www.beati.eu

Tratto da La Nuova Venezia Il Mattino di Padova e La Tribuna di Trevisodel 30 novembre 2013

«Popolo mio, che male ti ho fatto, in che ti ho contristato? Rispondimi!” Sono le parole degli “improperi” del venerdì santo, potrebbero esse-re le parole di lamento della Terra rivolte all’umanità. Chi è la Terra? Non è la nostra proprietà privata di cui disporre come vogliamo, né una miniera, né una discarica. È l’organismo che fornisce gli elementi necessari alla vita di tutti gli altri esseri. E come tale ha una sua natura, un suo linguaggio e una sua grammatica. La sua missione: sostenere e ga-

rantire vita e futuro. Per noi signi-fi ca respirare, bere acqua, mangia-re, lavorare. Siamo nati per vivere assieme, non per diventare ricchi. La Terra va amata e coltivata per la vita, non sfruttata e violentata per i soldi. Molti non se ne rendono conto e non vogliono saperne: per loro la Terra è lo strumento per le grandi speculazioni fi nanziarie e per mettere in sicurezza i soldi. E così la Terra non ce la fa più a rinnovarsi per sostenere i nostri consumi, i nostri rifi uti, le nostre produzioni; infatti il 20 agosto ha esaurito tutte le energie che aveva a disposizione per arrivare al 31 dicembre. Intanto «i ghiacci bat-tono in ritirata quasi ovunque… la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera è ai limiti di guardia: tra dieci anni saremo fuori dell’area di sicurezza».

(5° Rapporto Ipcc Onu 2013). È una emergenza che dovrebbe trovare in ciascuno di noi la priori-tà assoluta per una immediata inversione di tendenza. Non è que-stione di soldi, è questione di vita. Il Veneto è la regione più cementi-fi cata d’Italia; negli ultimi vent’an-ni sono andati persi 38 ettari al giorno di terreno coltivabile. Attualmente, per sostenere i con-sumi e assorbire l’inquinamento di ogni abitante del Veneto, sono necessari 6,43 ettari pro capite/anno. La “bio-capacità” del Veneto è pari a 1,62 ettari/abitante. Un defi cit ecologico di 4,81 ettari pro capite/anno. E davanti abbiamo una colata di cemento e asfalto che non ha eguali per le cosiddette grandi opere in project fi nancing. Spreco di suolo senza precedenti, corruzione e infi ltrazioni mafi ose (attualmente almeno 16 organizza-zioni mafi ose operano in Veneto) e indebitamento della popola-zione per 30–40 anni per pagare interessi privati, sono il contorno obbligato di questa scelta. Ogni metro quadro coltivabile tolto alla Terra è un furto ai bam-bini che nasceranno, una perdita secca di autonomia alimentare e un incentivo all’inquinamento e al maggior aff aticamento e soff eren-za della Terra. Per aff rontare correttamente la crisi in cui ci troviamo prima di tutto vanno messe in sicurezza le persone che non ce la fanno, poi il territorio in cui viviamo, quindi si fa la programmazione dei servizi pubblici necessari e adeguati per tutta la popolazione, in partico-lare il piano trasporti e il piano energetico. Non possono essere gli interessi di gruppi privati a guidare le scelte pubbliche, come sta avvenendo in questo momento. Molti insistono sulla necessità delle opere per garantire posti di lavoro. È vero, il lavoro è il nodo centrale. La crisi dell’occupazione avviene proprio con tutte le grandi opere in corso. A fronte di un lavo-

appuntamenti

un appello speciale per la terra

Il 2 Ottobre 2013 è stata lanciata la Dichiarazione Europea del Seme che chiede ai cittadini di RIFIUTARE la NUOVA PROPOSTA EUROPEA LEGISLATIVA SUI SEMI. Chiediamo, a chi non l’avesse ancora fatto, di fi rmare la dichiarazione: www.seedfreedom.euA tutte le organizzazioni coinvolte nella battaglia per fermare il se-questro dei diritti degli agricoltori e contro la crescente monopoliz-zazione dei nostri semi e del nostro cibo, invitiamo ad unirsi in una piattaforma per chiedere un cambiamento radicale della Legislazio-ne Europea sui Semi per assicurare la protezione del diritto degli agricoltori di conservare i semi, la difesa della biodiversità e della democrazia alimentare.

aderisci alla campagna per la libertà delle sementiper info: www.seedfreedom.eu

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