Contatto sev 2014 23

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GAA 6500 Bellinzona 1 Mutazioni: SEV casella postale 3000 Berna 6 N. 23 4 dicembre 2014 90.mo anno Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch Dimostrazione di forza lo scorso 19 no- vembre a Ginevra: nessuno dei 428 vei- coli dei TPG è uscito dalle autorimesse. Al centro della rabbia il mandato di pre- stazione 2015-2018. Contiene misure di risparmio che colpiscono direttamen- te i posti di lavoro, tanto che sono pre- visti più di 60 licenziamenti; il mandato inasprisce i meccanismi salariali e met- te in discussione le conquiste per i pen- sionati. Il 4 dicembre nuova astensione dal lavoro. alle pagine 14 e 15 La sezione SEV-TPG ha mostra- to i muscoli dando vita ad uno sciopero memorabile. Sciopero per i diritti Storica astensione dal lavoro a Ginevra Dem Demir Sönmez/photographygeneva Vincent Leggiero, anima carismatica dello sciopero seguito da un personale compatto e coraggioso. La dimostrazione di forza del SEV in occasione dello sciopero dei TPG lo scorso 19 novembre, im- pone rispetto. Perché è un magi- strale esempio di mobilitazione. Perché, soprattutto, esprime la volontà di colleghe e colleghi di lottare per il loro impiego, le loro condizioni di lavoro e la loro di- gnità. Siamo lontani anni luce da uno sciopero fragile. Questa mo- bilitazione è stata legittima, poi- ché il dialogo era diventato impossibile. La lotta ha permes- so di riaprire le discussioni. Non si tratta di un colpo di testa di Ginevra, né di uno sciopero dei francesi, come è stato detto per discreditare il movimento. Queste visioni riduttive palesano lo smantellamento del servizio pubblico che si sta consumando a Ginevra e in altre parti del Pae- se. Gli attacchi contro il pubblico impiego e i settori sovvenzionati, sono moneta corrente. Sono le uniche risposte dei cantoni alle loro casse vuote, risultato di una politica di sgravi fiscali per i più abbienti. Da Ginevra a Lucerna, passando da Neuchâtel – per citare solo alcuni esempi – i/le dipendenti del servizio pubblico scendono ormai in piazza, stan- chi di essere spremuti come li- moni. La lotta del personale dei TPG è la lotta per il servizio pub- blico, uno dei principali cavalli di battaglia del SEV. EDITORIALE « Lo sciopero dei TPG, la lotta per il servizio pubblico » Giorgio Tuti, presidente SEV Pensione sotto la lente alla giornata di formazione delle Donne SEV, che hanno anche discusso sulla riforma in corso. La giornata è stata un vero successo con una partecipazione notevolissima. alle pagine 8 e 9 Donne SEV caricatura Mikaela Maria Drux Il peso della li- beralizzazione si fa sentire come non mai nel traf- fico merci. I mac- chinisti di SBB Cargo International non hanno i peli sulla lingua. Nel corso dell’assemblea sindacale di domenica scorsa hanno, in qualche modo, vuota- to il sacco esprimendo le loro preoccu- pazioni e il loro disagio. I macchinisti si sono espressi su sicurezza, qualità del- la formazione, pianificazione dei turni, medicina del lavoro. Al SEV è stato dato il mandato di negoziare su diversi pun- ti. a pagina 5 Assemblea SBB Cargo International Un settore sotto pressione Jon Pult, appassionata difesa dell’iniziativa delle Alpi. Pagine 6 e 7 Intervista Consuete trattative salariali alle FFS e alla BLS, tra rivendicazioni sindacali e risultati ottenuti. Pagine 2 e 3 Salari Con dinamismo verso il primo secolo di vita. Pagine 10, 11 e 12 Il SEV ha 95 anni

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Page 1: Contatto sev 2014 23

GAA6500 Bellinzona 1

Mutazioni:SEV casella postale 3000 Berna 6

N. 23

4 dicembre201490.mo anno

Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch

Dimostrazione di forza lo scorso 19 no-vembre a Ginevra: nessuno dei 428 vei-

coli dei TPG è uscito dalle autorimesse.Al centro della rabbia il mandato di pre-stazione 2015-2018. Contiene misuredi risparmio che colpiscono direttamen-te i posti di lavoro, tanto che sono pre-visti più di 60 licenziamenti; il mandato

inasprisce i meccanismi salariali e met-te in discussione le conquiste per i pen-sionati. Il 4 dicembre nuova astensionedal lavoro.

alle pagine 14 e 15

La sezione SEV-TPG ha mostra-to i muscoli dando vita ad unosciopero memorabile.

Sciopero per i dirittiStorica astensione dal lavoro a Ginevra

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Vincent Leggiero, anima carismatica dello sciopero seguito da un personale compatto e coraggioso.

La dimostrazione di forza del SEVin occasione dello sciopero deiTPG lo scorso 19 novembre, im-pone rispetto. Perché è un magi-strale esempio di mobilitazione.Perché, soprattutto, esprime lavolontà di colleghe e colleghi dilottare per il loro impiego, le lorocondizioni di lavoro e la loro di-gnità. Siamo lontani anni luce dauno sciopero fragile. Questa mo-

bilitazione è stata legittima, poi-ché il dialogo era diventatoimpossibile. La lotta ha permes-so di riaprire le discussioni.Non si tratta di un colpo di testadi Ginevra, né di uno scioperodei francesi, come è stato dettoper discreditare il movimento.Queste visioni riduttive palesanolo smantellamento del serviziopubblico che si sta consumandoa Ginevra e in altre parti del Pae-se. Gli attacchi contro il pubblicoimpiego e i settori sovvenzionati,sono moneta corrente. Sono leuniche risposte dei cantoni alleloro casse vuote, risultato di unapolitica di sgravi fiscali per i piùabbienti. Da Ginevra a Lucerna,passando da Neuchâtel – percitare solo alcuni esempi – i/ledipendenti del servizio pubblicoscendono ormai in piazza, stan-chi di essere spremuti come li-moni. La lotta del personale deiTPG è la lotta per il servizio pub-blico, uno dei principali cavalli dibattaglia del SEV.

EDITORIALE

«Lo sciopero dei TPG, la lottaper il servizio pubblico»

Giorgio Tuti, presidente SEV

Pensione sottola lente allagiornata diformazione delleDonne SEV, chehanno anchediscusso sulla

riforma in corso. La giornata è stata unvero successo con una partecipazionenotevolissima. alle pagine 8 e 9

DonneSEV

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Dru

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Il peso della li-beralizzazione sifa sentire comenon mai nel traf-fico merci. I mac-

chinisti di SBB Cargo International nonhanno i peli sulla lingua. Nel corsodell’assemblea sindacale di domenicascorsa hanno, in qualche modo, vuota-to il sacco esprimendo le loro preoccu-

pazioni e il loro disagio. I macchinisti sisono espressi su sicurezza, qualità del-la formazione, pianificazione dei turni,medicina del lavoro. Al SEV è stato datoil mandato di negoziare su diversi pun-ti.

a pagina 5

Assemblea SBB Cargo International

Un settore sotto pressione

Jon Pult, appassionatadifesa dell’iniziativadelle Alpi.

Pagine 6 e 7

IntervistaConsuete trattative salariali alle FFS e allaBLS, tra rivendicazioni sindacali e risultatiottenuti.

Pagine 2 e 3

SalariCon dinamismoverso il primo secolodi vita.

Pagine 10, 11 e 12

Il SEV ha 95 anni

Page 2: Contatto sev 2014 23

ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 23/144.12.2014

Posta sui binari■ La Posta Svizzera affiderà neiprossimi quattro anni, conopzione di proroga, i trasporti dipacchi e lettere su rotaia tra icentri regionali e i centri letteredi Härkingen, Eclépens eZurigo-Mülligen e i centripacchi di Härkingen, Daillens eFrauenfel a FFS Cargo.

«Abbiamo ottenuto uno dei piùimportanti mandati nel trafficomerci su rotaia svizzero erafforzato la posizione di FFSCargo nel traffico combinato»,ha commentato soddisfatto ildirettore Nicholas Perrin. Ilservizio comporta la circolazio-ne di circa 60 treni al giorno. Albando pubblico hanno potutoconcorrere tutte le ferroviemerci a livello europeo.

Astag chiededi liberalizzareil trasporto bus■ La «Car Tourisme Suisse,CTS» gruppo dell’associazionedel trasporto pesante ASTAG,intende impegnarsi per unamaggior liberalizzazione delsettore. Lo ha spiegato il suopresidente, il Consiglierenazionale vallesano Christophe

Darbellay, indicando comesecondo loro il settore deltrasporto privato di bus vengapenalizzato rispetto al trasportopubblico dal punto di vistafiscale, delle norme del lavoro edell’infrastruttura. Evidentem-nte, nessuno si è premurato diricordare che anche il trasportopubblico ha le sue costrizioni,derivanti dall’obbligo diprestare un servizio ... pubblico,appunto!

IN BREVE

La comunità sindacale di tratta-tive capitanata dal SEV ha con-dotto con le FFS le trattative sa-lariali per i prossimi due anni.L’accordo raggiunto prevedeche per il 2015 le FFS metteran-no a disposizione lo 0,5 per-cento della massa salariale perl’evoluzione individuale del sa-lario. Un ulteriore 0,25 percen-to sarà versato come contributiunici ai/alle collaboratori/tricicon prestazioni superiori allamedia e le fasce salariali saran-

no innalzate dello 0,5 percento.Per il 2016 sarà erogato lo 0,8percento della massa salarialeper l’evoluzione individuale delsalario e un ulteriore 0,4 per-cento per le prestazioni supe-riori alla media.

Più soldi per la cassa pensioniLe misure salariali del 2015 e2016 sono in stretta relazionecon la stabilizzazione della Cas-sa pensione FFS (CP FFS). Lamancanza di una riserva di flut-tuazione, la compressione deitassi d’interesse e, quindi, de-gli utili da investimento preve-dibili e la crescita dell’aspetta-tiva di vita generano, per tuttele casse pensioni, la necessitàd’intervenire per poterne assi-curare a lungo termine il finan-ziamento.Le FFS e le parti sociali voglionoevitare che le necessarie misu-

re di stabilizzazione della CPFFS comportino riduzioni di ren-dite agli assicurati. Per questaragione, dal 2016 i contributi dirisparmio saranno aumentati.FFS e collaboratrici si assume-ranno la metà di tale aumento,pari all’1 percento del salarioper ogni parte.

Occorrono altre trattativeL’aumento dei contributi di ri-sparmio ha effetti positivi so-prattutto sugli averi degli assi-curati più giovani. Pergarantire il livello delle renditedegli assicurati prossimi alpensionamento sono per con-tro necessarie altre misure dicompensazione che sarannonegoziate dalle FFS con le partisociali, prevedibilmente entrola metà del 2015.

pmo

I sindacati hanno nego-ziato con le FFS i salaridelle e dei dipendentiper il 2015 e il 2016. Ilrisultato delle trattativeè stato condizionato an-che dai provvedimentiper consolidare le ren-dite.

Consolidare le renditeTrattative per i salari 2015 e 2016 del personale FFS

«Menzioneper la CP FFS»■ Dopo il 2010, la CP FFS haricevuto una seconda menzionedalla pubblicazione danese«Investment & Pension Europe»quale miglior cassa svizzera dalpunto di vista della definizionedei processi per gli investimen-ti, che la CP FFS aveva ridefini-to, suddividendo le competenzee responsabilità.

Il SEV prende atto di questadistinzione, rinnovando la suadeterminazione affinché anchegli assicurati possano beneficia-re dei risultati di una solidapolitica di investimento.

IN BREVE

Per anni, la soddisfazione delpersonale FFS è risultata tantobassa da suscitare preoccupa-zione. Negli ultimi anni, i valorisono però migliorati in modotale da risultare in media conquelli del settore. L’ultimo son-daggio, al quale ha risposto il73 percento del personale, ri-porta una soddisfazione gene-rale di 66 punti su 100, 4 inpiù del risultato di due anni fa.Il Sindacato del personale deitrasporti SEV non è sorpresoda questa evoluzione: «i con-tatti frequenti tra azienda esindacato hanno permesso distabilizzare i rapporti, ancheperché la direzione prende og-gi molto sul serio le nostre in-

dicazioni», afferma il vicepresi-dente Manuel Avallone, re-sponsabile delle relazioni conle FFS.

Cattive note alla direzioneSpicca però la pessima valuta-zione dei due livelli gerarchicipiù elevati, che non sono anco-ra riusciti a migliorare la fidu-cia del personale alla base neiloro confronti. Non sorprendeinoltre il calo dei valori pressoinfrastruttura FFS, dove sonoemerse lacune organizzativeche destabilizzano profonda-mente il personale, al qualevengono a mancare valori co-me la stabilità e l’affidabilità.I valori sono per contro sensi-

bilmente migliorati presso FFSCargo, dove la fiducia nella di-rezione è passata da 44 a 56punti, a dimostrazione dell’im-portanza del risultato economi-co anche per il personale. Unrisultato pagato comunque acaro prezzo, con la soppressio-ne di migliaia di posti di lavoroper poter uscire dalle cifre ros-se.Mancano comunque ancora idati dei livelli inferiori e non èquindi possibile valutare la si-

tuazione nelle singole catego-rie.Le FFS non possono quindi ac-contentarsi di questi risultati.«La direzione presa è quellagiusta ma adesso bisogna insi-stere», sottolinea Avallone,che aggiunge: «il nuovo con-tratto collettivo di lavoro èun’altra conferma dei buonirapporti, nell’ambito dei qualisiamo disposti a fare la nostraparte.»

pmo

La soddisfazione del personale presso le FFS è dinuovo aumentata. Ciò fa piacere anche al sindaca-to del personale dei trasporti, perché la soddisfa-zione sul posto di lavoro riflette anche la bontàdelle condizioni di lavoro. A loro volta, queste sonola conseguenza di buoni rapporti tra le parti socia-li. Le FFS non devono però per questo adagiarsisugli allori.

Non riposare sugli allori Solo un partenariato sociale valido può soddisfare il personale

ffs

ATTUALITÀ

...... 3

contatto.sevN. 23/144.12.2014

Con un semplice decreto presidenziale, Barak Oba-ma ha regolarizzato la posizione di circa cinquemilioni di immigrati irregolari (su un totale di oltreundici milioni) che rischiavano la deportazione. Loha fatto nonostante la forte opposizione dei repub-blicani. In effetti, il decreto garantisce loro il sog-giorno negli USA per un minimo di due anni, nelcorso dei quali però potranno chiedere l’amnistiaper il reato di ingresso clandestino e regolarizzarecosì la loro posizione.Il decreto concerne quanti sono entrati negli USAillegalmente quando avevano meno di 16 anni e igenitori di figli con cittadinanza statunitense. Que-sto in quanto negli Stati Uniti vige lo ius solis, os-sia chiunque vi nasca ha diritto al passaporto astelle e strisce. Ora, ha ricordato il presidente aquanti hanno criticato la sua decisione giudicandoinoltre il ricorso al decreto un atto incostituzionaledi stile «monarchico», necessita una nuova leggeche riordini tutta la legislazione in fatto di immi-grazione. Un passo che appare assai problematicovisto che il nuovo Congresso che entrerà in funzio-ne in gennaio sarà dominato dai repubblicani cheda anni, pur essendo in minoranza, sono riusciti abloccare ogni tentativo di Obama in questa dire-zione.Negli ultimi tempi poi, il massiccio afflusso dallefrontiere messicane (nonostante la creazione di unmuro di sbarramento) di minorenni ha provocatoveri e propri tumulti di piazza, con assalti a centridi accoglienza e sassaiole contro i veicoli che vitrasportavano i giovani immigrati. Scene di intolle-ranza e violenza che da tempo si verificano in piùPaesi europei, che pure sono stati terre di immi-grazione e di emigrazione. Basti pensare a quantoaccade quasi quotidianamente in Italia, tanto chea volte mi viene da pensare che la storia dei flussimigratori, quali componenti essenziali delle identi-tà nazionali, dovrebbe far parte dell’insegnamentoscolastico di ogni Paese.Per tornare ad Obama, si può osservare come conquesto decreto confermi ancora una volta la sualeadership in politica interna, campo in cui sarà ri-cordato in settori come l’immigrazione, appunto,la sanità, il lavoro o la protezione dell’ambiente.E questo nonostante le premesse iniziali del suomandato presidenziale in politica estera, che glifruttarono un prematuro e, finora immeritato, pre-mio Nobel per la pace. Non che abbia scatenatoguerre ma, a cominciare da quella libica, ha con-tribuito a provocarle, partecipandovi poi, diretta-mente o indirettamente.

DI GADDO MELANI

DENTRO LA CRONACA

Dall’esterno all’interno

La sera dell’11 novembre, i 17delegati della conferenza CCLBLS del SEV sono stati chiama-ti a prendere una decisione dif-

ficile. Nelle trattative del po-meriggio, la direzione avevapresentato la sua «ultima of-ferta», aumentando il premiounico da 750 a 1000 franchi.Un’offerta comunque ben lon-tana dall’aumento generalizza-to dell’1,1%, che la comunitàsindacale alle trattative, com-posta da SEV, Transfair e VSLF,aveva ben motivato con il ritar-do accumulato dalle retribuzio-ni BLS sul costo della vita, an-che a causa degli aumentidell’assicurazione malattia. LeBLS avevano però rifiutato dientrare in materia di un au-mento generalizzato.

Meglio un uovo oggidi una gallina domaniD’altra parte, alcuni delegatihanno osservato come l’impor-to del premio corrispondesseall’incirca all’1,1% richiesto,almeno per le categorie sala-riali più basse. Respingere laproposta e rivolgersi al tribu-nale arbitrale presentava puredei rischi concreti di ritrovarsicon una soluzione peggiore.Inoltre, la BLS ha da tempo an-nunciato di voler elaborare unnuovo sistema salariale, percui un aumento generalizzatonon avrebbe comunque com-portato maggiori garanzie per

il futuro e la rinuncia all’offertaBLS sarebbe stata difficilmentecapita da colleghe e colleghi.Dopo un’attenta valutazione, idelegati hanno pertanto decisodi accettare il principio del pre-mio unico, incaricando tuttaviail SEV di svolgere ulteriori trat-tative sull’importo, che hanno

in seguito permesso di portarela cifra a 1200 franchi.Da chiarire rimaneva pure l’au-mento della massa salariale dadestinare alla retribuzione de-gli aumenti individuali, che leBLS avevano quantificato in un0,9 %. BLS ha confermatoquesto aumento, riconosciutoanche negli anni scorsi, rifiu-tando però le richieste di det-

tagli sulla composizione diquesta cifra.

Rivendicazioni e delegazioneper il nuovo CCLI delegati hanno poi definito ilcatalogo delle rivendicazioniper il nuovo CCL, che dovrà es-sere negoziato nel corso del2015. Essi hanno dapprimapuntualizzato che il nuovo si-stema salariale voluto dalleBLS non dovrà risultare fine ase stesso, ma tener conto didiversi punti presentati dal SEV(vedi riquadro). Le rispettiverivendicazioni saranno presen-tate nell’incotro tra le partisociali in agenda il prossimo17 dicembre.La conferenza ha infine desi-gnato la delegazione SEV alletrattative, che sarà compostada Barbara Spalinger, vicepre-sidente SEV, Michael Buletti,segretario sindacale, BalthasarStöcklin, presidente sezionaleVPT BLS, nonché da un rappre-sentante ciascuno dei settoriAdministration & Services, lavo-ri e manutenzione, personaleloc, navigazione, officine e per-sonale treno. Fi

Il premio negoziato, purnon ancora ratificatodal CdA, è apprezzabilee sicuramente meritato.

A denti strettiUn premio di 1200 franchi e 0,9 % per gli aumenti da sistema

bls

Lo scorso 24 novembre, nel suo bollettino «Blitz», la BLS ha tratteggia-to le caratteristiche di un sistema salariale «moderno» in cui, tra l’al-tro, «i dirigenti devono avere maggiori competenze e assumere ulterio-ri responsabilità».

Lo stesso giorno, un «SEV-Info» ha replicato, precisando che :

■ un sistema salariale dovrà anche in futuro risultare trasparente econdivisibile;

■ è sbagliato definire a priori antiquato un sistema che preveda unautomatismo salariale basato sull’età, l’esperienza e la fedeltà all’azienda, come è sbagliato cosiderare «moderno» un altro basato sulmerito.

■ Premi e aumenti salariali individualizzati giovano soprattutto al da-tore di lavoro, soprattutto quando mancano i soldi.

La BLS conosce da tempo il parere del SEV. Ciò nonostante, i prepara-tivi per un nuovo sistema salariale continuano a svolgersi su basi dia-metralmente opposte. Si dovrà però tener conto del fatto che ognicambiamento di sistema presuppone una modifica di CCL e dovrà es-sere negoziata in quanto tale. Senza l’approvazione del SEV e dei suoimembri, il sistema non potrà essere cambiato. SEV

Per un sistema salariale equo e trasparente

Page 3: Contatto sev 2014 23

ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 23/144.12.2014

Posta sui binari■ La Posta Svizzera affiderà neiprossimi quattro anni, conopzione di proroga, i trasporti dipacchi e lettere su rotaia tra icentri regionali e i centri letteredi Härkingen, Eclépens eZurigo-Mülligen e i centripacchi di Härkingen, Daillens eFrauenfel a FFS Cargo.

«Abbiamo ottenuto uno dei piùimportanti mandati nel trafficomerci su rotaia svizzero erafforzato la posizione di FFSCargo nel traffico combinato»,ha commentato soddisfatto ildirettore Nicholas Perrin. Ilservizio comporta la circolazio-ne di circa 60 treni al giorno. Albando pubblico hanno potutoconcorrere tutte le ferroviemerci a livello europeo.

Astag chiededi liberalizzareil trasporto bus■ La «Car Tourisme Suisse,CTS» gruppo dell’associazionedel trasporto pesante ASTAG,intende impegnarsi per unamaggior liberalizzazione delsettore. Lo ha spiegato il suopresidente, il Consiglierenazionale vallesano Christophe

Darbellay, indicando comesecondo loro il settore deltrasporto privato di bus vengapenalizzato rispetto al trasportopubblico dal punto di vistafiscale, delle norme del lavoro edell’infrastruttura. Evidentem-nte, nessuno si è premurato diricordare che anche il trasportopubblico ha le sue costrizioni,derivanti dall’obbligo diprestare un servizio ... pubblico,appunto!

IN BREVE

La comunità sindacale di tratta-tive capitanata dal SEV ha con-dotto con le FFS le trattative sa-lariali per i prossimi due anni.L’accordo raggiunto prevedeche per il 2015 le FFS metteran-no a disposizione lo 0,5 per-cento della massa salariale perl’evoluzione individuale del sa-lario. Un ulteriore 0,25 percen-to sarà versato come contributiunici ai/alle collaboratori/tricicon prestazioni superiori allamedia e le fasce salariali saran-

no innalzate dello 0,5 percento.Per il 2016 sarà erogato lo 0,8percento della massa salarialeper l’evoluzione individuale delsalario e un ulteriore 0,4 per-cento per le prestazioni supe-riori alla media.

Più soldi per la cassa pensioniLe misure salariali del 2015 e2016 sono in stretta relazionecon la stabilizzazione della Cas-sa pensione FFS (CP FFS). Lamancanza di una riserva di flut-tuazione, la compressione deitassi d’interesse e, quindi, de-gli utili da investimento preve-dibili e la crescita dell’aspetta-tiva di vita generano, per tuttele casse pensioni, la necessitàd’intervenire per poterne assi-curare a lungo termine il finan-ziamento.Le FFS e le parti sociali voglionoevitare che le necessarie misu-

re di stabilizzazione della CPFFS comportino riduzioni di ren-dite agli assicurati. Per questaragione, dal 2016 i contributi dirisparmio saranno aumentati.FFS e collaboratrici si assume-ranno la metà di tale aumento,pari all’1 percento del salarioper ogni parte.

Occorrono altre trattativeL’aumento dei contributi di ri-sparmio ha effetti positivi so-prattutto sugli averi degli assi-curati più giovani. Pergarantire il livello delle renditedegli assicurati prossimi alpensionamento sono per con-tro necessarie altre misure dicompensazione che sarannonegoziate dalle FFS con le partisociali, prevedibilmente entrola metà del 2015.

pmo

I sindacati hanno nego-ziato con le FFS i salaridelle e dei dipendentiper il 2015 e il 2016. Ilrisultato delle trattativeè stato condizionato an-che dai provvedimentiper consolidare le ren-dite.

Consolidare le renditeTrattative per i salari 2015 e 2016 del personale FFS

«Menzioneper la CP FFS»■ Dopo il 2010, la CP FFS haricevuto una seconda menzionedalla pubblicazione danese«Investment & Pension Europe»quale miglior cassa svizzera dalpunto di vista della definizionedei processi per gli investimen-ti, che la CP FFS aveva ridefini-to, suddividendo le competenzee responsabilità.

Il SEV prende atto di questadistinzione, rinnovando la suadeterminazione affinché anchegli assicurati possano beneficia-re dei risultati di una solidapolitica di investimento.

IN BREVE

Per anni, la soddisfazione delpersonale FFS è risultata tantobassa da suscitare preoccupa-zione. Negli ultimi anni, i valorisono però migliorati in modotale da risultare in media conquelli del settore. L’ultimo son-daggio, al quale ha risposto il73 percento del personale, ri-porta una soddisfazione gene-rale di 66 punti su 100, 4 inpiù del risultato di due anni fa.Il Sindacato del personale deitrasporti SEV non è sorpresoda questa evoluzione: «i con-tatti frequenti tra azienda esindacato hanno permesso distabilizzare i rapporti, ancheperché la direzione prende og-gi molto sul serio le nostre in-

dicazioni», afferma il vicepresi-dente Manuel Avallone, re-sponsabile delle relazioni conle FFS.

Cattive note alla direzioneSpicca però la pessima valuta-zione dei due livelli gerarchicipiù elevati, che non sono anco-ra riusciti a migliorare la fidu-cia del personale alla base neiloro confronti. Non sorprendeinoltre il calo dei valori pressoinfrastruttura FFS, dove sonoemerse lacune organizzativeche destabilizzano profonda-mente il personale, al qualevengono a mancare valori co-me la stabilità e l’affidabilità.I valori sono per contro sensi-

bilmente migliorati presso FFSCargo, dove la fiducia nella di-rezione è passata da 44 a 56punti, a dimostrazione dell’im-portanza del risultato economi-co anche per il personale. Unrisultato pagato comunque acaro prezzo, con la soppressio-ne di migliaia di posti di lavoroper poter uscire dalle cifre ros-se.Mancano comunque ancora idati dei livelli inferiori e non èquindi possibile valutare la si-

tuazione nelle singole catego-rie.Le FFS non possono quindi ac-contentarsi di questi risultati.«La direzione presa è quellagiusta ma adesso bisogna insi-stere», sottolinea Avallone,che aggiunge: «il nuovo con-tratto collettivo di lavoro èun’altra conferma dei buonirapporti, nell’ambito dei qualisiamo disposti a fare la nostraparte.»

pmo

La soddisfazione del personale presso le FFS è dinuovo aumentata. Ciò fa piacere anche al sindaca-to del personale dei trasporti, perché la soddisfa-zione sul posto di lavoro riflette anche la bontàdelle condizioni di lavoro. A loro volta, queste sonola conseguenza di buoni rapporti tra le parti socia-li. Le FFS non devono però per questo adagiarsisugli allori.

Non riposare sugli allori Solo un partenariato sociale valido può soddisfare il personale

ffs

ATTUALITÀ

...... 3

contatto.sevN. 23/144.12.2014

Con un semplice decreto presidenziale, Barak Oba-ma ha regolarizzato la posizione di circa cinquemilioni di immigrati irregolari (su un totale di oltreundici milioni) che rischiavano la deportazione. Loha fatto nonostante la forte opposizione dei repub-blicani. In effetti, il decreto garantisce loro il sog-giorno negli USA per un minimo di due anni, nelcorso dei quali però potranno chiedere l’amnistiaper il reato di ingresso clandestino e regolarizzarecosì la loro posizione.Il decreto concerne quanti sono entrati negli USAillegalmente quando avevano meno di 16 anni e igenitori di figli con cittadinanza statunitense. Que-sto in quanto negli Stati Uniti vige lo ius solis, os-sia chiunque vi nasca ha diritto al passaporto astelle e strisce. Ora, ha ricordato il presidente aquanti hanno criticato la sua decisione giudicandoinoltre il ricorso al decreto un atto incostituzionaledi stile «monarchico», necessita una nuova leggeche riordini tutta la legislazione in fatto di immi-grazione. Un passo che appare assai problematicovisto che il nuovo Congresso che entrerà in funzio-ne in gennaio sarà dominato dai repubblicani cheda anni, pur essendo in minoranza, sono riusciti abloccare ogni tentativo di Obama in questa dire-zione.Negli ultimi tempi poi, il massiccio afflusso dallefrontiere messicane (nonostante la creazione di unmuro di sbarramento) di minorenni ha provocatoveri e propri tumulti di piazza, con assalti a centridi accoglienza e sassaiole contro i veicoli che vitrasportavano i giovani immigrati. Scene di intolle-ranza e violenza che da tempo si verificano in piùPaesi europei, che pure sono stati terre di immi-grazione e di emigrazione. Basti pensare a quantoaccade quasi quotidianamente in Italia, tanto chea volte mi viene da pensare che la storia dei flussimigratori, quali componenti essenziali delle identi-tà nazionali, dovrebbe far parte dell’insegnamentoscolastico di ogni Paese.Per tornare ad Obama, si può osservare come conquesto decreto confermi ancora una volta la sualeadership in politica interna, campo in cui sarà ri-cordato in settori come l’immigrazione, appunto,la sanità, il lavoro o la protezione dell’ambiente.E questo nonostante le premesse iniziali del suomandato presidenziale in politica estera, che glifruttarono un prematuro e, finora immeritato, pre-mio Nobel per la pace. Non che abbia scatenatoguerre ma, a cominciare da quella libica, ha con-tribuito a provocarle, partecipandovi poi, diretta-mente o indirettamente.

DI GADDO MELANI

DENTRO LA CRONACA

Dall’esterno all’interno

La sera dell’11 novembre, i 17delegati della conferenza CCLBLS del SEV sono stati chiama-ti a prendere una decisione dif-

ficile. Nelle trattative del po-meriggio, la direzione avevapresentato la sua «ultima of-ferta», aumentando il premiounico da 750 a 1000 franchi.Un’offerta comunque ben lon-tana dall’aumento generalizza-to dell’1,1%, che la comunitàsindacale alle trattative, com-posta da SEV, Transfair e VSLF,aveva ben motivato con il ritar-do accumulato dalle retribuzio-ni BLS sul costo della vita, an-che a causa degli aumentidell’assicurazione malattia. LeBLS avevano però rifiutato dientrare in materia di un au-mento generalizzato.

Meglio un uovo oggidi una gallina domaniD’altra parte, alcuni delegatihanno osservato come l’impor-to del premio corrispondesseall’incirca all’1,1% richiesto,almeno per le categorie sala-riali più basse. Respingere laproposta e rivolgersi al tribu-nale arbitrale presentava puredei rischi concreti di ritrovarsicon una soluzione peggiore.Inoltre, la BLS ha da tempo an-nunciato di voler elaborare unnuovo sistema salariale, percui un aumento generalizzatonon avrebbe comunque com-portato maggiori garanzie per

il futuro e la rinuncia all’offertaBLS sarebbe stata difficilmentecapita da colleghe e colleghi.Dopo un’attenta valutazione, idelegati hanno pertanto decisodi accettare il principio del pre-mio unico, incaricando tuttaviail SEV di svolgere ulteriori trat-tative sull’importo, che hanno

in seguito permesso di portarela cifra a 1200 franchi.Da chiarire rimaneva pure l’au-mento della massa salariale dadestinare alla retribuzione de-gli aumenti individuali, che leBLS avevano quantificato in un0,9 %. BLS ha confermatoquesto aumento, riconosciutoanche negli anni scorsi, rifiu-tando però le richieste di det-

tagli sulla composizione diquesta cifra.

Rivendicazioni e delegazioneper il nuovo CCLI delegati hanno poi definito ilcatalogo delle rivendicazioniper il nuovo CCL, che dovrà es-sere negoziato nel corso del2015. Essi hanno dapprimapuntualizzato che il nuovo si-stema salariale voluto dalleBLS non dovrà risultare fine ase stesso, ma tener conto didiversi punti presentati dal SEV(vedi riquadro). Le rispettiverivendicazioni saranno presen-tate nell’incotro tra le partisociali in agenda il prossimo17 dicembre.La conferenza ha infine desi-gnato la delegazione SEV alletrattative, che sarà compostada Barbara Spalinger, vicepre-sidente SEV, Michael Buletti,segretario sindacale, BalthasarStöcklin, presidente sezionaleVPT BLS, nonché da un rappre-sentante ciascuno dei settoriAdministration & Services, lavo-ri e manutenzione, personaleloc, navigazione, officine e per-sonale treno. Fi

Il premio negoziato, purnon ancora ratificatodal CdA, è apprezzabilee sicuramente meritato.

A denti strettiUn premio di 1200 franchi e 0,9 % per gli aumenti da sistema

bls

Lo scorso 24 novembre, nel suo bollettino «Blitz», la BLS ha tratteggia-to le caratteristiche di un sistema salariale «moderno» in cui, tra l’al-tro, «i dirigenti devono avere maggiori competenze e assumere ulterio-ri responsabilità».

Lo stesso giorno, un «SEV-Info» ha replicato, precisando che :

■ un sistema salariale dovrà anche in futuro risultare trasparente econdivisibile;

■ è sbagliato definire a priori antiquato un sistema che preveda unautomatismo salariale basato sull’età, l’esperienza e la fedeltà all’azienda, come è sbagliato cosiderare «moderno» un altro basato sulmerito.

■ Premi e aumenti salariali individualizzati giovano soprattutto al da-tore di lavoro, soprattutto quando mancano i soldi.

La BLS conosce da tempo il parere del SEV. Ciò nonostante, i prepara-tivi per un nuovo sistema salariale continuano a svolgersi su basi dia-metralmente opposte. Si dovrà però tener conto del fatto che ognicambiamento di sistema presuppone una modifica di CCL e dovrà es-sere negoziata in quanto tale. Senza l’approvazione del SEV e dei suoimembri, il sistema non potrà essere cambiato. SEV

Per un sistema salariale equo e trasparente

Page 4: Contatto sev 2014 23

......

4 ATTUALITÀcontatto.sevN. 23/144.12.2014

1.Cl.

Biglietto specialeAderire al SEV

valevole da subito

Il passato ha mostrato comesuddividere la riforma nellesingole componenti non abbiaalcuna possibilità di successoa livello politico. Non ci si puòquindi sottrarre ad entrare inmateria della riforma presenta-ta, che dovrà però essere deci-samente migliorata dal Parla-mento, rimediando al livellooggi insufficiente delle renditee rafforzando l’AVS, anzichéindebolirla (vedi riquadro a de-stra).Il progetto presentato contieneinfatti numerose proposte chepeggiorano le prestazioni AVS:

■ L’USS respinge l’aumentodell’età pensionistica delledonne a 65 anni, poiché nontiene conto delle condizioni divita delle donne oltre i 60 anni.Il mercato del lavoro non offreinfatti loro, ma nemmeno agliuomini, posti di lavoro a suffi-cienza. Per questo non posso-

no essere accettati aumenti ge-neralizzati dell’età pensionisti-ca. L’età pensionistica più bas-sa delle donne è giustificataanche dal fatto che molte di lo-ro hanno cominciato a contri-

buire al secondo pilastro quan-do questo è stato reso obbliga-torio nel 1985 e dai loro salari,che ancora oggi sono spessoinferiori a quelli degli uomini.

■ Non è ammissibile che la re-visione del contributo federaleall’AVS porti ad un parziale riti-ro della Confederazione.

■ Né è accettabile che si bloc-chi automaticamente l’adegua-mento delle rendite AVS al rin-caro e all’evoluzione dei salari,calcolato sulla base di un indi-ce misto, qualora il fondo dicompensazione AVS dovessescendere sotto al 70% dellaspesa di un anno. Questa pro-posta rappresenta un vero fur-to ai danni di pensionati e pen-sionate e va respinta a tutti icosti.

L’USS sostiene per contro l’au-mento dell’IVA in favore del-l’AVS. Il prossimo passaggioalla pensione di annate moltonumerose rende indispensabi-le per il prossimo decennio unaumento degli introiti.L’USS respinge anche l’ulterio-re indebolimento delle renditedella previdenza professionaleobbligatoria. La drastica con-trazione del tasso di conversio-ne da 6,8 al 6 percento è irrea-listica, tanto più che il popoloha già seccamente respintouna riduzione, ben più mode-sta, al 6,4 percento.

Le misure proposte per il man-tenimento delle prestazioni delsecondo pilastro inciderannopesantemente sui redditi dellepersone con un basso salario.

USS

L’USS accoglie con fa-vore l’idea del Consigliofederale di affrontare lariforma di tutto il siste-ma della previdenzavecchiaia in blocco. Es-sa deve però comporta-re un rafforzamento, an-ziché un indebolimentodell’AVS e non può ri-durre le prestazioni del-la previdenza professio-nale obbligatoria.

Il Parlamento migliori la propostaL’Unione sindacale svizzera critica la riforma «Previdenza vecchiaia 2020»

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La riforma deve tener conto delle attuali lacune nel livello dellerendite del 1° e 2° pilastro.

L’attuale livello delle rendite ri-sulta insufficiente per moltepersone con redditi bassi emedi e per molte donne.Il mandato costituzionale a pri-mo e secondo pilastro, di per-mettere di mantenere il mede-simo tenore di vita è ben lungidall’essere concretizzato.Inoltre, le rendite AVS conti-nuano ad accumulare ritardinei confronti dei salari reali.Per questo, l’AVS deve essererafforzata, in quanto essa, gra-zie al suo sistema di finanzia-mento molto sociale, va a be-neficio soprattutto dellepersone con redditi bassi emedi.

Per l’USS, il rifiuto da partedel Consiglio federale del-l’Iniziativa AVSplus chechiede un aumento del10 percento delle renditeAVS è inconcepibile, come èincomprensibile che la riforma«previdenza vecchiaia 2020»non riprenda la richiesta di au-mentare le rendite di vecchiaiainsufficienti.

Le attuali renditeAVS sonoinsufficienti

Per certi versi, è stato unfine settimana denso dicifre che si sono svilup-pate in modo molto di-verso da quanto previstoe atteso. Così, la votazio-ne sulle tre iniziative hadato un responso moltochiaro, respingendole inmisura che varia tra i dueterzi e i tre quarti. Se èvero che questa volta isondaggi sono almenoriusciti a prevedere il ri-

sultato (avevano però ilcinquanta per cento dipossibilità di centrarlo),le percentuali indicavanoun margine molto più ri-dotto, tanto da creare an-che una certa suspense inattesa del verdetto.Un’altra cifra emersa nelweekend è quella dellascarsità di macchinistialle FFS. Anche qui, allabase vi è una realtà chele FFS hanno perfetta-

mente inquadrato: perogni treno, ci vuole unmacchinista.

Le cose si complicanoquando i treni sono piùdi uno e quando si tratta

di pianificare l’evoluzio-ne del fabbisogno conqualche anno di antici-po. Considerati i risultati,vien da pensare che imetodi utilizzati per isondaggi preelettorali eper la pianificazionedebbano avere qualcosain comune, che con lascienza esatta ha benpoco da spartire.

COMMENTO

«Sondaggi elettoralie pianificazione delpersonale FFSsembrano averemolto in comune.»

Pietro Gianolli

Page 5: Contatto sev 2014 23

SINDACATO ......

5contatto.sevN. 23/144.12.2014

Gli effetti perversi della libera-lizzazione sono sotto gli occhidi tutti: la continua richiesta diproduttività si ripercuote inevi-tabilmente sul lavoro dei mac-chinisti in termini di pressionea livello di turni e di condizionidi lavoro. Un dato di fatto chepuò avere conseguenze davve-ro logoranti sulla salute. La li-beralizzazione - giova ricordar-lo - è figlia di scelte politicheche il Sindacato del personaledei trasporti ha sempre contra-stato. Sono ancora e sempre leforze politiche che sostengonola liberalizzazione ad aver in-caricato il Consiglio federale dipresentare al Parlamento unprogetto in base al quale l’at-tuale divisione per il trafficomerci delle FFS (FFS Cargo SA)sia trasformata in un’aziendaautonoma separata dalle Ferro-vie federali svizzere; progettoavversato dai Verdi e della sini-stra.

La liberalizzazionee le sue conseguenzeIn un contesto caratterizzatodalla volontà di accrescere laconcorrenza, è necessario di-sporre di chiare regolamenta-zioni. Lo ha detto in modoesplicito il segretario sindacaledel SEV Angelo Stroppini, sot-tolineando l’importanza deiCCL: «Credere di difendere i di-ritti delle lavoratrici e dei lavo-ratori solo sul piano nazionale- ha esordito il sindacalista -non è più pensabile e sarebbe

poco saggio. Sull’asse del Got-tardo, una decina di aziende sicontendono il trasporto dellemerci. Queste aziende collabo-rano con altre società alla fron-

tiera. Non conosciamo tuttequeste aziende. Il lavoro sinda-cale di prossimità resta dun-que di primaria importanza».Stroppini ha ricordato che in

Svizzera, il settore del traspor-to ferroviario è ben regolamen-tato attraverso CCL che defini-scono le condizioni di lavoronella maggior parte delleaziende. «Il nostro scopo ulti-mo - ha aggiunto - è creare uncontratto collettivo di settoreper il traffico merci che vengapoi decretato di obbligatorietàgenerale. A questo punto, tuttele aziende con sede in Svizzerasarebbero così obbligate a ri-spettarlo». A cominciare daCrossrail, assurta agli onoridella cronaca per la sua spre-giudicatezza e per le pratichedi dumping salariale. Infatti lecondizioni retributive offerte aimacchinisti per l’impiego inSvizzera sono ben al di sottodei minimi salariali in uso nelsettore.

L’importanza dei CCLe di regole chiare nel settore«Vi posso dire - ha annunciatoStroppini - che ora le principaliaziende svizzere attive nel traf-fico merci in Svizzera hannodeciso di ragionare con noi perla negoziazione di un contrattocollettivo di settore». Ma non ètutto. Il segretario sindacaledel SEV ha fatto presente cheoccorre lavorare bene insieme,poiché dalla politica - a partequalche eccezione - non abbia-mo un grandissimo aiuto: «Lapolitica sembra più interessataa creare liberalizzazioni, possi-bilmente senza troppe regole e

tutele per i lavoratori. La Sviz-zera non è parte dell’UE, ma inEuropa è uno dei paesi più so-lerti ad applicare le direttiveeuropee sulla liberalizzazio-ne». Sul crescente clima di de-regolamentazione gli ha fattoeco Thomas Giedemann, vice-presidente della LPV Ticino emembro della CoPe. «Chi ci go-verna spinge anche sulla libe-ralizzazione degli orari di aper-tura dei negozi. E come se nonbastasse, per quanto concerneil settore del granito in Ticino,nei bandi di concorso si apro-no le porte anche alle aziendeche non hanno un CCL». Un’os-servazione che conferma pun-tualmente come oggi la poli-tica non voglia tutelare ilavoratori. Mancanza di tutelee senso di insicurezza checreano sempre più tensioni nelmercato del lavoro, peraltrochiaramente palesate anchenel corso dell’assemblea. «Fac-ciamo attenzione - ha com-mentato Giedemann - a non in-nescare una guerra tra poveri.Perché in questo modo, faccia-mo solo la felicità dei padro-ni».I datori di lavoro dovrebberopiuttosto prestare attenzioneal crescente disagio espressodai macchinisti, che la loroprofessione la amano e che de-siderano continuare ad eserci-tare con la consueta professio-nalità. Ciò implica anche unaformazione degna di questonome per tutti i macchinisti ditutte le aziende ferroviarie.Insomma i macchinisti non vo-gliono lavorare in un clima daFar West e rivendicano a granvoce la loro dignità.

Françoise Gehring

I macchinisti si sono espressi su sicurezza, qualità della formazione, pianificazione dei turni, medicina del lavoro

Il peso della liberalizza-zione si fa sentire comenon mai nel trafficomerci. I macchinisti diSBB Cargo Internationalnon hanno i peli sullalingua. Nel corso del-l’assemblea sindacaledi domenica scorsahanno, in qualche mo-do, vuotato il saccoesprimendo le loro pre-occupazioni e il lorodisagio. Al SEV è statodato il mandato di ne-goziare su diversi punti.

Dignità invece del Far Westfrg

Una sala come sempre strapiena.

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Thomas Giedemann, Angelo Stroppini e Barbara Spalinger.

«Alla vigilia dell’assemblea - hanno fatto presente Thomas Giede-mann e Angelo Stroppini, SBB Cargo International si è sentita indovere di comunicarvi personalmente alcune informazioni sull’accordodi reciprocità firmato con noi. Come pure dare rassicurazioni sull’impie-go (a termine) dei colleghi italiani impiegati a fare vostri turni aBellinzona. Noi non mancheremo di incontrare i vertici dell’azienda perchiarire ulteriormente alcuni aspetti».

L’assemblea dei macchinisti ha dato il mandato al sindacato e alrappresentante della CoPe Thomas Giedemann, di negoziare suiseguenti punti:

■ Indennità giornaliera per il pasto in sostituzione delle agevolazioniper mense aziendali: la proposta aziendale di aumento di 1 franco ègiudicata inaccettabile.

■ Pause ad Arth Goldau tra le 23.00 e le 05.00: richiesta di un forfait ditempo per la parte retroattiva e soluzione per il futuro.

■ Pianificazione dei turni: chiedere l’organizzazione di un workshopcome suggerito dalla CoPe. Pianificazione dei turni con un occhio diriguardo e rispettando canoni e criteri della medicina del lavoro.

I NODI AL PETTINE

Page 6: Contatto sev 2014 23

■ contatto.sev: Jon Pult, dadove viene questo tuo inte-resse per la politica?

Ho sempre avuto molto inte-resse per tutto quanto riguardala storia, la società e la politi-ca. Quando avevo 20 anni, dueamici hanno fondato la gioven-tù socialista del cantone deiGrigioni, alla quale ho aderito,inizialmente più per simpatia esolidarietà nei loro confronti.Poi la cosa mi ha preso e sono

dapprima stato eletto nel con-siglio comunale di Coira, poipresidente del partito sociali-sta cantonale, infine in GranConsiglio e da quest’annopresidente dell’Iniziativa delleAlpi.

■ Una carriera rapidissima...Non mi sento però di avere me-riti particolari. A Coira, la sini-stra è una componente minori-taria, ma comunque moltoforte e nel nostro partito edelettorato vi è sempre moltabenevolenza nei confronti diun giovane. Ciò mi ha senzadubbio facilitato. L’impegnopiù grande e più stimolante èstato invece guadagnarmi sti-ma ed autorevolezza nelle isti-tuzioni in cui sono stato eletto.

■ E come sei giunto all’Inizia-tiva delle Alpi?

È un tema che mi ha sempre in-teressato: uno dei miei primi

ricordi della politica svizzerariguarda l’edizione della tra-smissione «Arena» della televi-sione svizzera tedesca sull’ini-ziativa, che era stata sostenutada Andrea Hämmerle e dalLandamano di Uri HansruediStadler contro il Consigliere fe-derale Adolf Ogi. Avevo diecianni, ma questo dibattito miha appassionato e da alloraseguo tutta la politica legata aitrasporti e alle infrastrutture.

Ho quindi aderito anche all’Ini-ziativa delle Alpi e sono entra-to in comitato.

■ Ora ne sei persino il presi-dente...

È stato Fabio Pedrina a chie-dermi se volevo succedergli. Ilfatto di avere un presidenteproveniente da un cantone al-pino giova alla credibilità del-l’associazione e questa sfidami ha attirato.

■ Come Grigionese potrestiavere un’ottica particolaredel traffico di transito.

Va detto che, pur in misura mi-nore rispetto al Ticino e a Uri, iltraffico di transito è un proble-ma anche per i Grigioni. Loconstato quando parlo con gliabitanti dei comuni lungo l’as-se del San Bernardino. È veroche il dibattito sul raddoppiodel San Gottardo ci pone inuna situazione complicata, per

la paura che, durante la chiu-sura del Gottardo per i lavori dirisanamento, il traffico vengadeviato sulla A 13. Ma proprioper questo è importante bat-tersi, anche da Grigionesi.Dobbiamo ricordare alla popo-lazione l’idea fondamentaledell’articolo costituzionale sul-la protezione delle Alpi: ridurreil traffico pesante di transito sututti gli assi alpini, quindi an-che sul San Bernardino. Sono

anche convinto che l’iniziativadelle Alpi dovrebbe essere unprodotto da esportare nellealtre nazioni alpine, che sonoconfrontate con i medesimiproblemi.

■ Questo tema è di stretta at-tualità. Come va la raccoltadelle firme contro il raddop-pio del Gottardo?

Molto bene. Abbiamo superatole 40 000 firme e sono fiducio-so che entro le feste avremo le60 000 che ci occorrono perdepositare con tranquillità ilnostro referendum .

■ I fautori del raddoppio pun-tano molto sul tema dellasicurezza, rilanciato anchedallo scontro frontale del16 novembre tra un autobuse un camper. Cosa rispondi?

La seconda canna non aumen-terà la sicurezza dell’asse delGottardo. Non bisogna farsiillusioni. Una volta completatele due gallerie, vi sarannopressioni tali che verrannoaperte le quattro corsie, con unconseguente aumento del traf-fico, in particolare di quello pe-sante e quindi dei pericoli sututto l’asse. La vera soluzioneper rendere l’asse del San Got-tardo più sicuro è il trasferi-mento del traffico pesante suferrovia. Ma anche sulla galle-ria stessa si possono fare altreconsiderazioni.

■ Quali?A prima vista, il raddoppio e laseparazione fisica delle corsie

di marcia appaiono una solu-zione tranquillizzante. Dobbia-mo però considerare che verràrealizzata solo verso il 2030,quando ormai quasi tutti i vei-coli saranno dotati degli stru-menti che permettono di evita-re le collisioni frontali, chevengono montati già oggi sulleauto nuove. Risanare la galle-ria attuale senza attendere larealizzazione dell’altra permet-terebbe invece di dotarla diaccorgimenti tecnici, come lebarriere abbassabili, in gradodi garantire maggior sicurezzain tempi più stretti. Per me èveramente una questione fon-damentale: invece di aumenta-re le capacità, dobbiamo mi-gliorare la sicurezza delleinfrastrutture esistenti.

■ Risanare la galleria auto-stradale senza raddoppiopresuppone però di disporredella capacità necessariaper trasferire il traffico,compresi i terminali di tra-sbordo e ciò pone alcuniproblemi.

Sono certo della possibilità ditrovare soluzioni praticabiliper i terminali. Del resto, laConfederazione ha deciso an-che di sostenere la realizza-zione di un terminal a nord diMilano. Questa è la via giustada percorrere, poiché rappre-senta una soluzione a lungotermine al problema dei tra-sporti. Il risanamento della gal-leria del Gottardo deve essereutilizzato anche in questosenso.

contatto.sev ha incontrato il nuovo presidente dell’Iniziativa delle Alpi

Dobbiamo esportarel’iniziativa delle AlpiDallo scorso maggio, l’associazione dell’iniziativa delle Alpi ha un nuovo presidente, il grigioneseJon Pult. A soli 30 anni, ha già una brillante carriera politica e idee molto chiare.

«La seconda canna non aumenterà la sicurezzadell’asse del Gottardo.»Jon Pult, presidente dell’Iniziativa delle Alpi

gi

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6contatto.sevN. 23/144.12.2014

Jon Pult è nato nel 1984 aScuol, da papà engadinese emamma italiana. Da bambino,ha trascorso alcuni anni aMilano, dove suo padreinsegnava e, rientrato neiGrigioni, ha conseguito lamaturità bilingue tedesco/italia-no. Parla comunque corrente-mente anche romancio. Hastudiato storia economica esociale a Zurigo, conseguendo lalaurea con una tesi sulla storiadelle ferrovie retiche. La suacarriera politica è iniziata nel2005 con l’elezione nel consigliocomunale di Coira, città dovevive tutt’ora. Nel 2009 è statoeletto presidente del partitosocialista cantonale e nel 2010nel Gran Consiglio. Adesso faparte della commissione dellagestione. Gli piace occupare ilpoco tempo libero nella lettura,nel cinema o guardando qualchepartita di calcio.

BIO■ Puoi spiegarti meglio?Questo periodo di chiusuradella galleria deve servire perimporre la politica di trasferi-mento, che potrà beneficiare,con AlpTransit, anche della li-nea di base del Gottardo.

■ Ma non pensi che la mag-gior produttività delle ferro-vie, realizzata anche graziead AlpTransit, potrebbe ba-stare per implementare lapolitica di trasferimento?

In questa valutazione, dobbia-mo considerare le difficoltàche questa politica ha cono-sciuto, derivanti dall’espansio-ne del trasporto stradale. In-vertire la rotta, sulla base di

considerazioni di sostenibilità,resta dunque difficile. Una de-cisione di ampliare le infra-strutture autostradali al SanGottardo verrebbe quindi ine-vitabilmente interpretato comeun allentamento della politica

svizzera di trasferimento, che ilpopolo ha sempre voluto. A li-vello internazionale sarebbeun segnale molto negativo ed èper questo che l’Iniziativa delleAlpi e tutti i suoi alleati si bat-tono contro il raddoppio.

■ Cambiando argomento, qua-li sono le tue ambizioni poli-tiche?

Sono stato candidato al Consi-glio nazionale e siamo arrivativicini ad un secondo seggiosocialista grigionese, che sa-rebbe spettato a me. Penso diricandidarmi l’anno prossimo,ma la situazione rimane diffi-cile. Anche se mi piacerebbeessere un giorno al Parlamento

nazionale, sono soddisfattodegli incarichi che ho attual-mente in cantone, come presi-dente di partito e dell’Iniziativadelle Alpi. La priorità diquest’ultima è certamente ilreferendum, ma in seguito si

tratterà di riflettere sulle possi-bilità di portare avanti la no-stra visione della politica deitrasporti a livello nazionale einternazionale.

■ Proprio a livello internazio-nale, sembrerebbe che il ri-lancio del trasporto ferrovia-rio debba passare dalla sualiberalizzazione e deregola-mentazione. Una tendenzache ci preoccupa, se consi-deriamo poi quanto è avve-nuto su strada.

È una preoccupazione reale egiustificata. La prossima batta-glia politica, che si preannun-cia durissima, è quella sullalegge sul trasporto merci, chevuole andare in questa direzio-ne, che giudico pericolosa peruna concezione globale e so-stenibile dei trasporti, oltreche per le condizioni di lavoro.L’Iniziativa delle Alpi ha sem-pre sostenuto una politica deitrasporti che, oltre a coniugarel’efficienza economica a quellaaziendale, sia corretta anchedal punto di vista delle condi-

zioni di lavoro, evitando ognisituazione di dumping.

■ Come opporsi a questa spi-rale al ribasso dei prezzi ditrasporto?

Vi sono tendenze che devonopreoccuparci, anche nel tra-sporto viaggiatori in Europa:l’aereo diventa sempre piùeconomico e si sta affermandoil trasporto per bus, a scapitodella mobilità in treno che dalpunto di vista ambientale, eprobabilmente anche da quel-lo sociale, è quella migliore. Inpolitica, si deve sempre tenta-re di indirizzare le cose nellagiusta direzione e penso chetutte le forze ambientaliste esociali dovrebbero congiunge-re i loro sforzi per riorientarenei prossimi anni la mobilitàsecondo altri parametri. E ciòal di là dei confini del nostropaese.

■ Intanto però, come hai det-to, i collegamenti con i busdilagano e fanno concorren-za proprio alle ferrovie.

A prima vista sembrerebbeun’evoluzione favorevole aiconsumatori, ma basta analiz-zare un momento il fenomenoper capire che è basato su diuna concorrenza al ribasso e,alla lunga, sul dumping e chequindi è un problema.

■ Vi è però chi vorrebbe servi-zi simili anche in Svizzera.

Non penso che avrebbero mol-to successo. Gli investimentinelle infrastrutture e la qualitàdei servizi ci mettono a dispo-sizione una rete efficiente mol-to sviluppata. Vi è poi unaspetto culturale importante:la maggior parte delle Svizzeree degli Svizzeri preferisce viag-giare in treno.È una situazione che dobbiamodifendere, sviluppando incen-tivi che aiutino la ferrovia enon questi sistemi di bus. Iltrasporto pubblico è un servi-zio pubblico e tale deve rima-nere.

Pietro Gianolli

«Il trasporto pubblico è un serviziopubblico e tale deve rimanere.»

gi

La politica dei trasporti è un tema di scottante attualità: Jon Pult al falò nelle Alpi del 2012 al castello di Mesocco.

INTERVISTA

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contatto.sevN. 23/144.12.2014

Page 7: Contatto sev 2014 23

■ contatto.sev: Jon Pult, dadove viene questo tuo inte-resse per la politica?

Ho sempre avuto molto inte-resse per tutto quanto riguardala storia, la società e la politi-ca. Quando avevo 20 anni, dueamici hanno fondato la gioven-tù socialista del cantone deiGrigioni, alla quale ho aderito,inizialmente più per simpatia esolidarietà nei loro confronti.Poi la cosa mi ha preso e sono

dapprima stato eletto nel con-siglio comunale di Coira, poipresidente del partito sociali-sta cantonale, infine in GranConsiglio e da quest’annopresidente dell’Iniziativa delleAlpi.

■ Una carriera rapidissima...Non mi sento però di avere me-riti particolari. A Coira, la sini-stra è una componente minori-taria, ma comunque moltoforte e nel nostro partito edelettorato vi è sempre moltabenevolenza nei confronti diun giovane. Ciò mi ha senzadubbio facilitato. L’impegnopiù grande e più stimolante èstato invece guadagnarmi sti-ma ed autorevolezza nelle isti-tuzioni in cui sono stato eletto.

■ E come sei giunto all’Inizia-tiva delle Alpi?

È un tema che mi ha sempre in-teressato: uno dei miei primi

ricordi della politica svizzerariguarda l’edizione della tra-smissione «Arena» della televi-sione svizzera tedesca sull’ini-ziativa, che era stata sostenutada Andrea Hämmerle e dalLandamano di Uri HansruediStadler contro il Consigliere fe-derale Adolf Ogi. Avevo diecianni, ma questo dibattito miha appassionato e da alloraseguo tutta la politica legata aitrasporti e alle infrastrutture.

Ho quindi aderito anche all’Ini-ziativa delle Alpi e sono entra-to in comitato.

■ Ora ne sei persino il presi-dente...

È stato Fabio Pedrina a chie-dermi se volevo succedergli. Ilfatto di avere un presidenteproveniente da un cantone al-pino giova alla credibilità del-l’associazione e questa sfidami ha attirato.

■ Come Grigionese potrestiavere un’ottica particolaredel traffico di transito.

Va detto che, pur in misura mi-nore rispetto al Ticino e a Uri, iltraffico di transito è un proble-ma anche per i Grigioni. Loconstato quando parlo con gliabitanti dei comuni lungo l’as-se del San Bernardino. È veroche il dibattito sul raddoppiodel San Gottardo ci pone inuna situazione complicata, per

la paura che, durante la chiu-sura del Gottardo per i lavori dirisanamento, il traffico vengadeviato sulla A 13. Ma proprioper questo è importante bat-tersi, anche da Grigionesi.Dobbiamo ricordare alla popo-lazione l’idea fondamentaledell’articolo costituzionale sul-la protezione delle Alpi: ridurreil traffico pesante di transito sututti gli assi alpini, quindi an-che sul San Bernardino. Sono

anche convinto che l’iniziativadelle Alpi dovrebbe essere unprodotto da esportare nellealtre nazioni alpine, che sonoconfrontate con i medesimiproblemi.

■ Questo tema è di stretta at-tualità. Come va la raccoltadelle firme contro il raddop-pio del Gottardo?

Molto bene. Abbiamo superatole 40 000 firme e sono fiducio-so che entro le feste avremo le60 000 che ci occorrono perdepositare con tranquillità ilnostro referendum .

■ I fautori del raddoppio pun-tano molto sul tema dellasicurezza, rilanciato anchedallo scontro frontale del16 novembre tra un autobuse un camper. Cosa rispondi?

La seconda canna non aumen-terà la sicurezza dell’asse delGottardo. Non bisogna farsiillusioni. Una volta completatele due gallerie, vi sarannopressioni tali che verrannoaperte le quattro corsie, con unconseguente aumento del traf-fico, in particolare di quello pe-sante e quindi dei pericoli sututto l’asse. La vera soluzioneper rendere l’asse del San Got-tardo più sicuro è il trasferi-mento del traffico pesante suferrovia. Ma anche sulla galle-ria stessa si possono fare altreconsiderazioni.

■ Quali?A prima vista, il raddoppio e laseparazione fisica delle corsie

di marcia appaiono una solu-zione tranquillizzante. Dobbia-mo però considerare che verràrealizzata solo verso il 2030,quando ormai quasi tutti i vei-coli saranno dotati degli stru-menti che permettono di evita-re le collisioni frontali, chevengono montati già oggi sulleauto nuove. Risanare la galle-ria attuale senza attendere larealizzazione dell’altra permet-terebbe invece di dotarla diaccorgimenti tecnici, come lebarriere abbassabili, in gradodi garantire maggior sicurezzain tempi più stretti. Per me èveramente una questione fon-damentale: invece di aumenta-re le capacità, dobbiamo mi-gliorare la sicurezza delleinfrastrutture esistenti.

■ Risanare la galleria auto-stradale senza raddoppiopresuppone però di disporredella capacità necessariaper trasferire il traffico,compresi i terminali di tra-sbordo e ciò pone alcuniproblemi.

Sono certo della possibilità ditrovare soluzioni praticabiliper i terminali. Del resto, laConfederazione ha deciso an-che di sostenere la realizza-zione di un terminal a nord diMilano. Questa è la via giustada percorrere, poiché rappre-senta una soluzione a lungotermine al problema dei tra-sporti. Il risanamento della gal-leria del Gottardo deve essereutilizzato anche in questosenso.

contatto.sev ha incontrato il nuovo presidente dell’Iniziativa delle Alpi

Dobbiamo esportarel’iniziativa delle AlpiDallo scorso maggio, l’associazione dell’iniziativa delle Alpi ha un nuovo presidente, il grigioneseJon Pult. A soli 30 anni, ha già una brillante carriera politica e idee molto chiare.

«La seconda canna non aumenterà la sicurezzadell’asse del Gottardo.»Jon Pult, presidente dell’Iniziativa delle Alpi

gi

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6contatto.sevN. 23/144.12.2014

Jon Pult è nato nel 1984 aScuol, da papà engadinese emamma italiana. Da bambino,ha trascorso alcuni anni aMilano, dove suo padreinsegnava e, rientrato neiGrigioni, ha conseguito lamaturità bilingue tedesco/italia-no. Parla comunque corrente-mente anche romancio. Hastudiato storia economica esociale a Zurigo, conseguendo lalaurea con una tesi sulla storiadelle ferrovie retiche. La suacarriera politica è iniziata nel2005 con l’elezione nel consigliocomunale di Coira, città dovevive tutt’ora. Nel 2009 è statoeletto presidente del partitosocialista cantonale e nel 2010nel Gran Consiglio. Adesso faparte della commissione dellagestione. Gli piace occupare ilpoco tempo libero nella lettura,nel cinema o guardando qualchepartita di calcio.

BIO■ Puoi spiegarti meglio?Questo periodo di chiusuradella galleria deve servire perimporre la politica di trasferi-mento, che potrà beneficiare,con AlpTransit, anche della li-nea di base del Gottardo.

■ Ma non pensi che la mag-gior produttività delle ferro-vie, realizzata anche graziead AlpTransit, potrebbe ba-stare per implementare lapolitica di trasferimento?

In questa valutazione, dobbia-mo considerare le difficoltàche questa politica ha cono-sciuto, derivanti dall’espansio-ne del trasporto stradale. In-vertire la rotta, sulla base di

considerazioni di sostenibilità,resta dunque difficile. Una de-cisione di ampliare le infra-strutture autostradali al SanGottardo verrebbe quindi ine-vitabilmente interpretato comeun allentamento della politica

svizzera di trasferimento, che ilpopolo ha sempre voluto. A li-vello internazionale sarebbeun segnale molto negativo ed èper questo che l’Iniziativa delleAlpi e tutti i suoi alleati si bat-tono contro il raddoppio.

■ Cambiando argomento, qua-li sono le tue ambizioni poli-tiche?

Sono stato candidato al Consi-glio nazionale e siamo arrivativicini ad un secondo seggiosocialista grigionese, che sa-rebbe spettato a me. Penso diricandidarmi l’anno prossimo,ma la situazione rimane diffi-cile. Anche se mi piacerebbeessere un giorno al Parlamento

nazionale, sono soddisfattodegli incarichi che ho attual-mente in cantone, come presi-dente di partito e dell’Iniziativadelle Alpi. La priorità diquest’ultima è certamente ilreferendum, ma in seguito si

tratterà di riflettere sulle possi-bilità di portare avanti la no-stra visione della politica deitrasporti a livello nazionale einternazionale.

■ Proprio a livello internazio-nale, sembrerebbe che il ri-lancio del trasporto ferrovia-rio debba passare dalla sualiberalizzazione e deregola-mentazione. Una tendenzache ci preoccupa, se consi-deriamo poi quanto è avve-nuto su strada.

È una preoccupazione reale egiustificata. La prossima batta-glia politica, che si preannun-cia durissima, è quella sullalegge sul trasporto merci, chevuole andare in questa direzio-ne, che giudico pericolosa peruna concezione globale e so-stenibile dei trasporti, oltreche per le condizioni di lavoro.L’Iniziativa delle Alpi ha sem-pre sostenuto una politica deitrasporti che, oltre a coniugarel’efficienza economica a quellaaziendale, sia corretta anchedal punto di vista delle condi-

zioni di lavoro, evitando ognisituazione di dumping.

■ Come opporsi a questa spi-rale al ribasso dei prezzi ditrasporto?

Vi sono tendenze che devonopreoccuparci, anche nel tra-sporto viaggiatori in Europa:l’aereo diventa sempre piùeconomico e si sta affermandoil trasporto per bus, a scapitodella mobilità in treno che dalpunto di vista ambientale, eprobabilmente anche da quel-lo sociale, è quella migliore. Inpolitica, si deve sempre tenta-re di indirizzare le cose nellagiusta direzione e penso chetutte le forze ambientaliste esociali dovrebbero congiunge-re i loro sforzi per riorientarenei prossimi anni la mobilitàsecondo altri parametri. E ciòal di là dei confini del nostropaese.

■ Intanto però, come hai det-to, i collegamenti con i busdilagano e fanno concorren-za proprio alle ferrovie.

A prima vista sembrerebbeun’evoluzione favorevole aiconsumatori, ma basta analiz-zare un momento il fenomenoper capire che è basato su diuna concorrenza al ribasso e,alla lunga, sul dumping e chequindi è un problema.

■ Vi è però chi vorrebbe servi-zi simili anche in Svizzera.

Non penso che avrebbero mol-to successo. Gli investimentinelle infrastrutture e la qualitàdei servizi ci mettono a dispo-sizione una rete efficiente mol-to sviluppata. Vi è poi unaspetto culturale importante:la maggior parte delle Svizzeree degli Svizzeri preferisce viag-giare in treno.È una situazione che dobbiamodifendere, sviluppando incen-tivi che aiutino la ferrovia enon questi sistemi di bus. Iltrasporto pubblico è un servi-zio pubblico e tale deve rima-nere.

Pietro Gianolli

«Il trasporto pubblico è un serviziopubblico e tale deve rimanere.»

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La politica dei trasporti è un tema di scottante attualità: Jon Pult al falò nelle Alpi del 2012 al castello di Mesocco.

INTERVISTA

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contatto.sevN. 23/144.12.2014

Page 8: Contatto sev 2014 23

SINDACATO ......

8contatto.sevN. 23/144.12.2014

Piglio deciso, voce chiara, tem-peramento focoso, entusias-mo: Lucie Waser, per la suaprima volta alla giornata di for-mazione delle donne SEV (loscorso 21 novembre a Berna),ha sfoderato grinta e buon um-ore. Per nulla intimidita daquesto esordio, insieme allasua assistente Jris Piazzoli hadiretto e gestito l’intera giorna-ta con grande sicurezza, por-tando un bel vento di novitàapprezzato da un numero im-pressionante di partecipanti(circa 140).Pensione, aumento dell’etàpensionabile, flessibilità, ren-dite. Sono tante, tantissime lecose da conoscere quando siparla di previdenza vecchia. Enon sono sempre concetti facilida cogliere. Come muoversi inquesto preciso campo delleassicurazioni sociali? Cometrovare le informazioni giuste?Come funziona l’AVS? Quali so-no i rischi per le donne (il titolodella giornata era infatti «Il ri-schio di essere donne»)?A queste domande ha rispostocon estrema chiarezza Christi-ne Goll, già consigliera nazio-nale e responsabile della for-mazione presso Movendo. Nonpoteva esserci argomento piùattuale, dal momento che sin-dacati e partiti si sono espressisulla riforma del Consiglio fe-derale «Previdenza vecchiaia2020» (cfr. pagina 4). E nonpoteva essere lanciato un ap-pello più appropriato: «Carecolleghe - ha esordito Waser -il Consiglio federale vuole au-mentare l’età pensionabile del-le donne. Il prossimo 7 marzo2015 dobbiamo essere tantis-

sime in piazza a Berna non so-lo per dire no a questo aumen-to, ma per esigere reali control-li sulla parità salariale esanzioni per chi continua a vio-lare la legge. Parità salarialesignifica anche garantire mag-giori risorse alle assicurazioni

sociali». Le fa eco Andrea-Ursula Leuzinger: «Il 7 marzo2015 sono solo possibili dueopzioni: o si è a Berna, o si la-vora».È spettato alla vicepresidentedel SEV Barbara Spalinger por-tare i saluti dei vertici sindacali

e insistere sulla dimensionepolitica e sindacale: «Questagiornata si tiene una volta al-l’anno e sono felice, perché èun’occasione per incontraretante donne in una volta sola.Di solito ho l’abitudine di rivol-germi solo a uomini, poiché

tutte voi siete attive in un set-tore ancora prevalentementemaschile. Vi assicuro che nevedo ancora di tutti i colori. Cisono donne che non conosco-no molto bene i loro diritti equesta mancanza di informa-zione può essere problematicae trasformarsi, nei casi più es-tremi, in un incubo. Tanto piùse il datore di lavoro - che ha ildovere di conoscere le prescri-zioni legali - omette di seguir-le. Di fronte a questi abusi pos-so solo essere scioccata. Perquesto all’interno dei sindacatile donne hanno una grande im-portanza: per promuovere i di-ritti delle donne e farli cono-scere. Ciò è importante ancheper la previdenza vecchiaia.Solo ben informate, possiamofare valere i nostri diritti. Gli al-tri non lo faranno per noi».Un accorato appello a cui ledonne del SEV hanno risposto

«Il rischio di essere donna». È stato questo il titolo della giornata di formazione, al centro della quale èstata posta la previdenza vecchiaia. Un argomento di scottante attualità dal momento che sulla strategiadel Consiglio federale «Previdenza vecchiaia 2020» i partiti si sono posizionati.

Le donne SEV, un’unica voce

La prima giornata di formazione firmata da Lucie Waser è stata un vero successo

frg

Una sala stracolma di militanti molto attente e motivate.

Già oggi le rendite di vecchiaia delle donne sononettamente inferiori rispetto a quelle degli uomini.Non percepiscono lo stesso salario per lo stessolavoro, si devono accontentare di salari generalmen-te più bassi nei lavori tipicamente femminili,lavorano spesso a tempo parziale e interrompono lapropria carriera professionale a causa degli impegnifamiliari. La disparità salariale delle donne siripercuote dunque anche al momento di andare inpensione. Lo ha ricordato a chiare lettere ChristineGoll. Con la riforma 2020 il Consiglio federalerisparmia sulle spalle delle donne: l’innalzamentodell’età pensionabile a 65 anni riduce le loro

prestazioni divecchiaia di 1,1miliardi di franchiall’anno. L’abolizio-ne della rendita pervedove senza figli,inoltre, costituisceun’ulterioreriduzione di 400miliardi di franchi. Ilfuturo è tutt’altro che roseo, per cui essere beneinformate è il modo migliore per difendere i propridiritti.

Un futuro tutt’altro che roseo frg

Christine Goll

SINDACATO

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contatto.sevN. 23/144.12.2014

con un lungo applauso. E nonsono mancate le risate quandoSpalinger ha ricordato che ilprimo responsabile delle don-

ne al SEV era un uomo. MentreLucie Waser è la quinta segre-taria sindacale incaricata deldossier pari opportunità. E distrada da fare sul camminodella parità di genere - al cen-tro di ostilità da parte di moltepersone - ce n’è ancora molta.Lo si è visto chiaramente a Ber-na quando qualcuno ha pastic-ciato i manifesti della campag-na contro la violenza. Allascritta italiana «Basta» è statoaggiunto a mano «rd» per arri-vare a «bastarde» mentre sulmanifesto tedesco al posto di

«öffentlicher Verkehr» è statoscritto «geschlechter Verkehr».Un atto di violenza, ha giusta-mente comunicato a tutti Lucie

Waser, che lascia davvero distucco e che fa riflettere.Con Christine Goll si è poi ent-rati nel vivo della giornata,iniziando ovviamente da unaspina nel fianco: l’aumentodell’età pensionabile delledonne (da 64 a 65 anni) previs-ta dalla riforma di Alain Berset.La reazione è stata corale: fin-tanto che le donne non avran-no la parità salariale (la leggerisale al 1996!), l’età della pen-sione resta dove è. Un princi-pio che sostiene anche il presi-dente del SEV Giorgio Tuti,

preoccupato per il clima discarsa solidarietà nei confrontidelle donne che sul mercatodel lavoro e nella vita di tutti igiorni sono molto più discrimi-nate degli uomini. Si tratta diuna constatazione che sottoli-nea come l’«air du temps» sulpiano politico e sociale sia im-prontata al conservatorismo.Non è casuale l’appello diChristine Goll: «Nell’autunnodell’anno prossimo ci sarannole elezioni federali. Il nuovoparlamento dovrà prenderedecisioni importanti anche ri-guardo il futuro dell’AVS.Quando andrete a votare, ricor-datevi delle forze politiche cheda sempre sostengono la so-cialità, i diritti delle donne, idiritti di tutti lavoratori e lavor-atrici».

Françoise Gehring

Caric

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a M

ikae

la M

aria

Dru

x

Le donne del SEV pronte a lottare per rafforzare l’emancipazione.

«Solo ben informate, possiamo fare valere i nostridiritti. Gli altri non lo faranno per noi.»

Barbara Spalinger, vicepresidente SEV

Nome: Mikaela Maria Drux.Segni particolari: caricaturistae cabarettista. Effetti collate-rali: le donne del SEV piegate indue dal ridere sulla sedia.

Arriva discreta nella sala, sisiede in un angolo, in fondo. Conmatite, pennelli e acquarelli nonsmette di disegnare. Agile eveloce, coglie gli attimi dellagiornata. Poi, a fine mattinata,l’esplosione: Mikaela MariaDrux indossa i panni dellacabarettista, sale e scende daitavoli e fa piegare dal rideretutta la sala. Molte donne, conle lacrime agli occhi e il sorrisoampio, si lasciano trasportare etravolgere dal buon umore. Unsuccesso.

CARICATURE

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Mikaela Maria Drux

frg

Nel corsodellagiornata diformazione,Andrea-UrsulaLeuzingerha presen-tato ilcapitolodellenominestatutarie,cheprevedonopartenze enuovi volti. Ecco la nuovacommissione donne:

■ Confermate: Irène Avan-thay; Stéphanie Bähler; LeaBoner; Esther Geiser; Marie-Thérèse Godel; Andrea-UrsulaLeuzinger; Nani Moras; JrisPiazzoli; Giuditta Purtschert;Janine Truttmann; VioletteWicky.

■ Nuove: Lucie Waser,delegata alle pari opportunitàdel SEV; Nadia Brunner; PetraHegi; Branka Vukicevic; MirjamEnsner.

■ Dimissioni: Barbara Amsler;Madeleine Wüthrich; SusanneHeld, Tanja Elrawashdy-Bättig.

NOMINE

Caric

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la M

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x

Andrea-Ursulacon penna e co-lori di MikaelaMaria Drux.

21 novembre, ore 13.40: partela campagna internazionalecontro la violenza e leaggressioni nel mondo deitrasporti pubblici avviatadall’ITF (International Trans-port Workers’ Federation).Scrivendo sul palmo dellamano NO, Lucie Waser e il

presidente del SEV GiorgioTuti hanno dato avvioall’azione di sensibilizzazio-ne, supportata anche da unapagina Facebook. Tuttipossono inviare una foto conla scritta NO. L’obiettivo è dicoinvolgere il massimonumero di persone.

NO - Basta con le aggressioni!

AZIONE INTERNAZIONALE

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SINDACATO ......

8contatto.sevN. 23/144.12.2014

Piglio deciso, voce chiara, tem-peramento focoso, entusias-mo: Lucie Waser, per la suaprima volta alla giornata di for-mazione delle donne SEV (loscorso 21 novembre a Berna),ha sfoderato grinta e buon um-ore. Per nulla intimidita daquesto esordio, insieme allasua assistente Jris Piazzoli hadiretto e gestito l’intera giorna-ta con grande sicurezza, por-tando un bel vento di novitàapprezzato da un numero im-pressionante di partecipanti(circa 140).Pensione, aumento dell’etàpensionabile, flessibilità, ren-dite. Sono tante, tantissime lecose da conoscere quando siparla di previdenza vecchia. Enon sono sempre concetti facilida cogliere. Come muoversi inquesto preciso campo delleassicurazioni sociali? Cometrovare le informazioni giuste?Come funziona l’AVS? Quali so-no i rischi per le donne (il titolodella giornata era infatti «Il ri-schio di essere donne»)?A queste domande ha rispostocon estrema chiarezza Christi-ne Goll, già consigliera nazio-nale e responsabile della for-mazione presso Movendo. Nonpoteva esserci argomento piùattuale, dal momento che sin-dacati e partiti si sono espressisulla riforma del Consiglio fe-derale «Previdenza vecchiaia2020» (cfr. pagina 4). E nonpoteva essere lanciato un ap-pello più appropriato: «Carecolleghe - ha esordito Waser -il Consiglio federale vuole au-mentare l’età pensionabile del-le donne. Il prossimo 7 marzo2015 dobbiamo essere tantis-

sime in piazza a Berna non so-lo per dire no a questo aumen-to, ma per esigere reali control-li sulla parità salariale esanzioni per chi continua a vio-lare la legge. Parità salarialesignifica anche garantire mag-giori risorse alle assicurazioni

sociali». Le fa eco Andrea-Ursula Leuzinger: «Il 7 marzo2015 sono solo possibili dueopzioni: o si è a Berna, o si la-vora».È spettato alla vicepresidentedel SEV Barbara Spalinger por-tare i saluti dei vertici sindacali

e insistere sulla dimensionepolitica e sindacale: «Questagiornata si tiene una volta al-l’anno e sono felice, perché èun’occasione per incontraretante donne in una volta sola.Di solito ho l’abitudine di rivol-germi solo a uomini, poiché

tutte voi siete attive in un set-tore ancora prevalentementemaschile. Vi assicuro che nevedo ancora di tutti i colori. Cisono donne che non conosco-no molto bene i loro diritti equesta mancanza di informa-zione può essere problematicae trasformarsi, nei casi più es-tremi, in un incubo. Tanto piùse il datore di lavoro - che ha ildovere di conoscere le prescri-zioni legali - omette di seguir-le. Di fronte a questi abusi pos-so solo essere scioccata. Perquesto all’interno dei sindacatile donne hanno una grande im-portanza: per promuovere i di-ritti delle donne e farli cono-scere. Ciò è importante ancheper la previdenza vecchiaia.Solo ben informate, possiamofare valere i nostri diritti. Gli al-tri non lo faranno per noi».Un accorato appello a cui ledonne del SEV hanno risposto

«Il rischio di essere donna». È stato questo il titolo della giornata di formazione, al centro della quale èstata posta la previdenza vecchiaia. Un argomento di scottante attualità dal momento che sulla strategiadel Consiglio federale «Previdenza vecchiaia 2020» i partiti si sono posizionati.

Le donne SEV, un’unica voce

La prima giornata di formazione firmata da Lucie Waser è stata un vero successo

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Una sala stracolma di militanti molto attente e motivate.

Già oggi le rendite di vecchiaia delle donne sononettamente inferiori rispetto a quelle degli uomini.Non percepiscono lo stesso salario per lo stessolavoro, si devono accontentare di salari generalmen-te più bassi nei lavori tipicamente femminili,lavorano spesso a tempo parziale e interrompono lapropria carriera professionale a causa degli impegnifamiliari. La disparità salariale delle donne siripercuote dunque anche al momento di andare inpensione. Lo ha ricordato a chiare lettere ChristineGoll. Con la riforma 2020 il Consiglio federalerisparmia sulle spalle delle donne: l’innalzamentodell’età pensionabile a 65 anni riduce le loro

prestazioni divecchiaia di 1,1miliardi di franchiall’anno. L’abolizio-ne della rendita pervedove senza figli,inoltre, costituisceun’ulterioreriduzione di 400miliardi di franchi. Ilfuturo è tutt’altro che roseo, per cui essere beneinformate è il modo migliore per difendere i propridiritti.

Un futuro tutt’altro che roseo frg

Christine Goll

SINDACATO

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contatto.sevN. 23/144.12.2014

con un lungo applauso. E nonsono mancate le risate quandoSpalinger ha ricordato che ilprimo responsabile delle don-

ne al SEV era un uomo. MentreLucie Waser è la quinta segre-taria sindacale incaricata deldossier pari opportunità. E distrada da fare sul camminodella parità di genere - al cen-tro di ostilità da parte di moltepersone - ce n’è ancora molta.Lo si è visto chiaramente a Ber-na quando qualcuno ha pastic-ciato i manifesti della campag-na contro la violenza. Allascritta italiana «Basta» è statoaggiunto a mano «rd» per arri-vare a «bastarde» mentre sulmanifesto tedesco al posto di

«öffentlicher Verkehr» è statoscritto «geschlechter Verkehr».Un atto di violenza, ha giusta-mente comunicato a tutti Lucie

Waser, che lascia davvero distucco e che fa riflettere.Con Christine Goll si è poi ent-rati nel vivo della giornata,iniziando ovviamente da unaspina nel fianco: l’aumentodell’età pensionabile delledonne (da 64 a 65 anni) previs-ta dalla riforma di Alain Berset.La reazione è stata corale: fin-tanto che le donne non avran-no la parità salariale (la leggerisale al 1996!), l’età della pen-sione resta dove è. Un princi-pio che sostiene anche il presi-dente del SEV Giorgio Tuti,

preoccupato per il clima discarsa solidarietà nei confrontidelle donne che sul mercatodel lavoro e nella vita di tutti igiorni sono molto più discrimi-nate degli uomini. Si tratta diuna constatazione che sottoli-nea come l’«air du temps» sulpiano politico e sociale sia im-prontata al conservatorismo.Non è casuale l’appello diChristine Goll: «Nell’autunnodell’anno prossimo ci sarannole elezioni federali. Il nuovoparlamento dovrà prenderedecisioni importanti anche ri-guardo il futuro dell’AVS.Quando andrete a votare, ricor-datevi delle forze politiche cheda sempre sostengono la so-cialità, i diritti delle donne, idiritti di tutti lavoratori e lavor-atrici».

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Le donne del SEV pronte a lottare per rafforzare l’emancipazione.

«Solo ben informate, possiamo fare valere i nostridiritti. Gli altri non lo faranno per noi.»

Barbara Spalinger, vicepresidente SEV

Nome: Mikaela Maria Drux.Segni particolari: caricaturistae cabarettista. Effetti collate-rali: le donne del SEV piegate indue dal ridere sulla sedia.

Arriva discreta nella sala, sisiede in un angolo, in fondo. Conmatite, pennelli e acquarelli nonsmette di disegnare. Agile eveloce, coglie gli attimi dellagiornata. Poi, a fine mattinata,l’esplosione: Mikaela MariaDrux indossa i panni dellacabarettista, sale e scende daitavoli e fa piegare dal rideretutta la sala. Molte donne, conle lacrime agli occhi e il sorrisoampio, si lasciano trasportare etravolgere dal buon umore. Unsuccesso.

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Mikaela Maria Drux

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Nel corsodellagiornata diformazione,Andrea-UrsulaLeuzingerha presen-tato ilcapitolodellenominestatutarie,cheprevedonopartenze enuovi volti. Ecco la nuovacommissione donne:

■ Confermate: Irène Avan-thay; Stéphanie Bähler; LeaBoner; Esther Geiser; Marie-Thérèse Godel; Andrea-UrsulaLeuzinger; Nani Moras; JrisPiazzoli; Giuditta Purtschert;Janine Truttmann; VioletteWicky.

■ Nuove: Lucie Waser,delegata alle pari opportunitàdel SEV; Nadia Brunner; PetraHegi; Branka Vukicevic; MirjamEnsner.

■ Dimissioni: Barbara Amsler;Madeleine Wüthrich; SusanneHeld, Tanja Elrawashdy-Bättig.

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Andrea-Ursulacon penna e co-lori di MikaelaMaria Drux.

21 novembre, ore 13.40: partela campagna internazionalecontro la violenza e leaggressioni nel mondo deitrasporti pubblici avviatadall’ITF (International Trans-port Workers’ Federation).Scrivendo sul palmo dellamano NO, Lucie Waser e il

presidente del SEV GiorgioTuti hanno dato avvioall’azione di sensibilizzazio-ne, supportata anche da unapagina Facebook. Tuttipossono inviare una foto conla scritta NO. L’obiettivo è dicoinvolgere il massimonumero di persone.

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Page 10: Contatto sev 2014 23

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10contatto.sevN. 23/144.12.2014

inque anni fa, il SEVaveva steso un «grandebuco» sulla piazza fede-

rale, a simboleggiare la situa-zione delle casse pensioni eper richiamare l’attenzione delParlamento sulla richiesta diun contributo federale alla cas-sa pensioni FFS. La richiesta èpoi stata accolta, ma le cassepensioni sono rimaste un pro-blema per il SEV, tanto che il21 settembre 2013 è tornato

C sul tema con la manifestazionesindacale svoltasi a Berna percombattere le rendite variabili,finalmente rinviate al mittente.Nessuno si illude che il temadella previdenza di vecchiaiaperda la sua attualità anchenei cinque anni a venire. Sare-mo chiamati a votare sull’ini-ziativa AVSplus: il Parlamentoha appena ricevuto il progettodi riforma «Previdenza 2020»del Consigliere federale Berset

e tornerà certamente anche iltema della stabilità finanziariadelle casse pensioni. Il SEVmantiene comunque il suo net-to rifiuto di ogni riduzione direndite.Per il SEV, anche la politicacontrattuale rimarrà una que-stione centrale. Negli ultimicinque anni, è stato chiamato arinnovare due volte i CCL FFS eFFS Cargo. Il risultato del 2011è stato accolto con grande

scetticismo, soprattutto per ilnuovo sistema salarialeToco, che vede ancora alcuniprocedimenti aperti. Quello diquest’anno, per contro, è statomolto ben accolto dalla base,in particolare per l’aumentodell’indennità domenicale, ilmiglioramento degli avanza-menti salariali e, soprattutto,l’introduzione dei modelli sala-riali. Tre punti che soddisfanole rivendicazioni espresse dal-

la base nell’ambito di un son-daggio svolto da professionistidel settore su incarico del SEVproprio per verificare le aspet-tative.L’inventario dei CCL del SEV èin continua crescita. Dal 2010vi si sono aggiunti, tra gli altri,il CCL quadro per le imprese dimontagna del canton Berna e ilCCL per i bus urbani di Coira e ibus dell’Engadina. All’appellomanca ancora un CCL molto im-

Il 30 novembre il SEV ha discretamente festeggiato il suo 95° compleanno. È infatti stato fondato 95 an-ni fa, con la fusione delle associazioni professionali dei ferrovieri. Tra cinque anni festeggerà i 100 annicon maggior enfasi. La ricorrenza si presta comunque ad una riflessione retro- e prospettiva.

Pieni d’energia verso il primo se

Il SEV compie 95 anni

«Dobbiamo rafforzarci ed essere nel contempoaperti a possibili e auspicabili collaborazioni con gli

altri sindacati a noi vicini per promuovere econsolidare la qualità dei servizi pubblici.»

Giorgio Tuti

2010: giovani in azione2010: Marche mondiale

Flor

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Aich

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Il movimento della «Marche mondiale des femmes» ha indetto il 13 marzo 2010 una manifestazionenazionale a Berna che ha visto una folta partecipazione, anche di donne e uomini del SEV. La manife-stazione ha espresso la sua protesta contro la dilagante povertà e la violenza nei confronti delle donne.

Jörg

Mat

ter

Il SEV ha organizzato il suo primo congresso di un solo giorno. Ciò non e schierarsi, in uniforme da disco su ghiaccio, in favore di un CCL per glsist e firmare la relativa petizione.

DOSSIER

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contatto.sevN. 23/144.12.2014

portante: quello del settore deltrasporto merci. Una lacunache dovrà essere colmata neiprossimi anni, anche in consi-derazione della messa in eser-cizio della linea di pianura conle gallerie di base del Gottardoe del Ceneri. Il SEV dovrà impe-gnarsi per regolare le conse-guenze sull’impiego del per-sonale, in particolare deimacchinisti dei treni merci suquesta linea.

La politica svizzera dei tra-sporti continua a sostenere iltrasporto pubblico, come haconfermato la votazione delloscorso febbraio sul progettoFAIF. D’altra parte, il cambia-mento alla testa del DATEC traMoritz Leuenberger e DorisLeuthard, avvenuto nell’autun-no del 2010, non è stato privodi conseguenze: da allora sonoaumentati gli obiettivi di libe-ralizzazione ed è cresciuta la

sensibilità nei confronti la lobby della strada. Ilcambiamento di opinione personale sul secondotubo al Gottardo ha spianato la strada alla deci-sione di realizzarlo, contro la quale è in corso laraccolta firme per il referendum (leggete anchel’intervista con Jon Pult alle pagine 6 e 7). Questavotazione sarà fondamentale per confermare lavolontà popolare di tutelare l’arco alpino dalleconseguenze del traffico di transito.Molto più fosche sono le prospettive nella politi-ca sociale, dove la crescita della popolazione,l’immigrazione e l’aumento dell’età media regi-strati negli ultimi anni hanno favorito l’adozionedi un approccio puramente economico, che ante-pone le questioni legate al finanziamento albenessere e alle esigenze della popolazione.L’iniziativa sui salari minimi e il terzo tentativo diavere una cassa malati unica sono così stati sec-camente respinti. I sindacati hanno prodotto unaltro sforzo per consolidare il terreno della previ-denza di vecchiaia con l’iniziativa AVSplus, allacui riuscita il SEV ha dato un grande contributo,raccogliendo oltre 20 000 firme.Tutti questi problemi sono comunque stati messiin secondo piano dall’attuale politica di esclu-sione promossa dalla maggioranza di destra,culminata con l’approvazione dell’iniziativa con-tro l’immigrazione di massa.Ciò alimenta anche i dubbi sul futuro della politi-ca europea. Il SEV ne è toccato in modo partico-lare per i diversi pacchetti ferroviari, contraddi-stinti da una spinta liberalizzatrice ancora piùmarcata di quella della politica svizzera.

Peter Moor

Intervista con Giorgio Tuti a pagina 12

ecolo di vita

CCL 2011: «La ferrovia siamo noi!»

Eine Information von BAV, VöV und den Gewerkschaften des Verkehrspersonals

Une informationde l´OFT, de l´UTP et dessyndicats du personnel des transports

Un´informazione dell´UFT, dell´UTP e dei sindacati del personale dei trasporti

Strafbare Handlungen (Beschimpfungen, Drohungen und Tätlichkeiten) gegen das Fahrpersonal werden von Amtes wegen durch die Polizei verfolgt. (Personenbeförderungsgesetz Art. 59)

Tout individu auteur d agressions verbalesou physiques à l encontre du personnel de conduite fera l objet de poursuites judiciaires. (Art. 59 de la Loi sur le transport des voyageurs)

I reati (ingiurie, minacce e vie di fatto) commessi nei confronti del personale conducente sono perseguiti d ufficio dalla polizia.(in base all art. 59 della Legge sul trasporto viaggiatori)

2010: contro le aggressioni

2011: per l’integrazione

Tre campagne

e al CongressoALCUNI MOMENTI SALIENTI DEL SEV TRA IL 2010 E IL 2014

2012: il limone BLS è spremuto

ha però impedito alla gioventù SEV di allestire un’azione spettacolarei apprendisti presso Login, incoraggiando i delegati a raccogliere l’as-

Albe

rto C

heru

bini

«Il limone è ormai spremuto» hanno gridato i membri SEV che lavorano alla BLS, alle prese con provve-dimenti indotti da misure di risparmio del canton Berna. Il SEV ha quindi distribuito limoni davanti alParlamento cantonale, consegnando anche uno spremiagrumi alla Consigliera di Stato Barbara Egger.

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10contatto.sevN. 23/144.12.2014

inque anni fa, il SEVaveva steso un «grandebuco» sulla piazza fede-

rale, a simboleggiare la situa-zione delle casse pensioni eper richiamare l’attenzione delParlamento sulla richiesta diun contributo federale alla cas-sa pensioni FFS. La richiesta èpoi stata accolta, ma le cassepensioni sono rimaste un pro-blema per il SEV, tanto che il21 settembre 2013 è tornato

C sul tema con la manifestazionesindacale svoltasi a Berna percombattere le rendite variabili,finalmente rinviate al mittente.Nessuno si illude che il temadella previdenza di vecchiaiaperda la sua attualità anchenei cinque anni a venire. Sare-mo chiamati a votare sull’ini-ziativa AVSplus: il Parlamentoha appena ricevuto il progettodi riforma «Previdenza 2020»del Consigliere federale Berset

e tornerà certamente anche iltema della stabilità finanziariadelle casse pensioni. Il SEVmantiene comunque il suo net-to rifiuto di ogni riduzione direndite.Per il SEV, anche la politicacontrattuale rimarrà una que-stione centrale. Negli ultimicinque anni, è stato chiamato arinnovare due volte i CCL FFS eFFS Cargo. Il risultato del 2011è stato accolto con grande

scetticismo, soprattutto per ilnuovo sistema salarialeToco, che vede ancora alcuniprocedimenti aperti. Quello diquest’anno, per contro, è statomolto ben accolto dalla base,in particolare per l’aumentodell’indennità domenicale, ilmiglioramento degli avanza-menti salariali e, soprattutto,l’introduzione dei modelli sala-riali. Tre punti che soddisfanole rivendicazioni espresse dal-

la base nell’ambito di un son-daggio svolto da professionistidel settore su incarico del SEVproprio per verificare le aspet-tative.L’inventario dei CCL del SEV èin continua crescita. Dal 2010vi si sono aggiunti, tra gli altri,il CCL quadro per le imprese dimontagna del canton Berna e ilCCL per i bus urbani di Coira e ibus dell’Engadina. All’appellomanca ancora un CCL molto im-

Il 30 novembre il SEV ha discretamente festeggiato il suo 95° compleanno. È infatti stato fondato 95 an-ni fa, con la fusione delle associazioni professionali dei ferrovieri. Tra cinque anni festeggerà i 100 annicon maggior enfasi. La ricorrenza si presta comunque ad una riflessione retro- e prospettiva.

Pieni d’energia verso il primo se

Il SEV compie 95 anni

«Dobbiamo rafforzarci ed essere nel contempoaperti a possibili e auspicabili collaborazioni con gli

altri sindacati a noi vicini per promuovere econsolidare la qualità dei servizi pubblici.»

Giorgio Tuti

2010: giovani in azione2010: Marche mondiale

Flor

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Aich

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Il movimento della «Marche mondiale des femmes» ha indetto il 13 marzo 2010 una manifestazionenazionale a Berna che ha visto una folta partecipazione, anche di donne e uomini del SEV. La manife-stazione ha espresso la sua protesta contro la dilagante povertà e la violenza nei confronti delle donne.

Jörg

Mat

ter

Il SEV ha organizzato il suo primo congresso di un solo giorno. Ciò non e schierarsi, in uniforme da disco su ghiaccio, in favore di un CCL per glsist e firmare la relativa petizione.

DOSSIER

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contatto.sevN. 23/144.12.2014

portante: quello del settore deltrasporto merci. Una lacunache dovrà essere colmata neiprossimi anni, anche in consi-derazione della messa in eser-cizio della linea di pianura conle gallerie di base del Gottardoe del Ceneri. Il SEV dovrà impe-gnarsi per regolare le conse-guenze sull’impiego del per-sonale, in particolare deimacchinisti dei treni merci suquesta linea.

La politica svizzera dei tra-sporti continua a sostenere iltrasporto pubblico, come haconfermato la votazione delloscorso febbraio sul progettoFAIF. D’altra parte, il cambia-mento alla testa del DATEC traMoritz Leuenberger e DorisLeuthard, avvenuto nell’autun-no del 2010, non è stato privodi conseguenze: da allora sonoaumentati gli obiettivi di libe-ralizzazione ed è cresciuta la

sensibilità nei confronti la lobby della strada. Ilcambiamento di opinione personale sul secondotubo al Gottardo ha spianato la strada alla deci-sione di realizzarlo, contro la quale è in corso laraccolta firme per il referendum (leggete anchel’intervista con Jon Pult alle pagine 6 e 7). Questavotazione sarà fondamentale per confermare lavolontà popolare di tutelare l’arco alpino dalleconseguenze del traffico di transito.Molto più fosche sono le prospettive nella politi-ca sociale, dove la crescita della popolazione,l’immigrazione e l’aumento dell’età media regi-strati negli ultimi anni hanno favorito l’adozionedi un approccio puramente economico, che ante-pone le questioni legate al finanziamento albenessere e alle esigenze della popolazione.L’iniziativa sui salari minimi e il terzo tentativo diavere una cassa malati unica sono così stati sec-camente respinti. I sindacati hanno prodotto unaltro sforzo per consolidare il terreno della previ-denza di vecchiaia con l’iniziativa AVSplus, allacui riuscita il SEV ha dato un grande contributo,raccogliendo oltre 20 000 firme.Tutti questi problemi sono comunque stati messiin secondo piano dall’attuale politica di esclu-sione promossa dalla maggioranza di destra,culminata con l’approvazione dell’iniziativa con-tro l’immigrazione di massa.Ciò alimenta anche i dubbi sul futuro della politi-ca europea. Il SEV ne è toccato in modo partico-lare per i diversi pacchetti ferroviari, contraddi-stinti da una spinta liberalizzatrice ancora piùmarcata di quella della politica svizzera.

Peter Moor

Intervista con Giorgio Tuti a pagina 12

ecolo di vita

CCL 2011: «La ferrovia siamo noi!»

Eine Information von BAV, VöV und den Gewerkschaften des Verkehrspersonals

Une informationde l´OFT, de l´UTP et dessyndicats du personnel des transports

Un´informazione dell´UFT, dell´UTP e dei sindacati del personale dei trasporti

Strafbare Handlungen (Beschimpfungen, Drohungen und Tätlichkeiten) gegen das Fahrpersonal werden von Amtes wegen durch die Polizei verfolgt. (Personenbeförderungsgesetz Art. 59)

Tout individu auteur d agressions verbalesou physiques à l encontre du personnel de conduite fera l objet de poursuites judiciaires. (Art. 59 de la Loi sur le transport des voyageurs)

I reati (ingiurie, minacce e vie di fatto) commessi nei confronti del personale conducente sono perseguiti d ufficio dalla polizia.(in base all art. 59 della Legge sul trasporto viaggiatori)

2010: contro le aggressioni

2011: per l’integrazione

Tre campagne

e al CongressoALCUNI MOMENTI SALIENTI DEL SEV TRA IL 2010 E IL 2014

2012: il limone BLS è spremuto

ha però impedito alla gioventù SEV di allestire un’azione spettacolarei apprendisti presso Login, incoraggiando i delegati a raccogliere l’as-

Albe

rto C

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bini

«Il limone è ormai spremuto» hanno gridato i membri SEV che lavorano alla BLS, alle prese con provve-dimenti indotti da misure di risparmio del canton Berna. Il SEV ha quindi distribuito limoni davanti alParlamento cantonale, consegnando anche uno spremiagrumi alla Consigliera di Stato Barbara Egger.

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12 DOSSIERcontatto.sevN. 23/144.12.2014

2014: SI a FAIF2013: cassa pensioniALCUNI MOMENTI SALIENTI DEL SEV TRA IL 2010 E IL 2014

Jörg

Mat

ter

«No alle rendite variabili» era il motto del SEV alla grande manifestazione del set-tembre 2013. Qualche mese prima, la direzione della cassa pensioni FFS aveva an-nunciato la sua intenzione di introdurre un modello di rendite flessibili. Nel frattem-po, grazie alla pressione esercitata dal SEV, questa idea è stata accantonata.

Pete

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Il popolo svizzero ha di nuovo confermato il suo attaccamento al trasporto pubblico,approvando il progetto di finanziamento e di ampliamento dell’infrastruttura ferro-viaria che assicura uno sviluppo durevole alle ferrovie. Il progetto è nato a seguitodi un’iniziativa popolare per i trasporti pubblici promossa da ATA, SEV, PS e Verdi.

Se le retrospettive sonoimportanti, le prospettivelo sono ancora di più. Neabbiamo parlato conGiorgio Tuti.

■ contatto.sev: mancano5 anni al centenario del SEV.Quali sono le principalisfide che lo attendono?

Giorgio Tuti: anche se sononumerose, non mi sembraopportuno esporre in questasede il programma di lavorodei prossimi cinque anni. Vo-glio concentrarmi sui puntiessenziali: dobbiamo consoli-dare la posizione del SEV nelmondo sindacale, imprimendoun’evoluzione positiva all’ef-fettivo dei membri, aumentan-do il grado di organizzazione,elaborando contratti collettivi

di lavoro di qualità e offrendoprestazioni individuali e collet-tive di ottimo livello ai nostrimembri. Dobbiamo rafforzarcied essere nel contempo apertia possibili e auspicabili colla-borazioni con gli altri sindacatia noi vicini per promuovere econsolidare la qualità dei ser-vizi pubblici.

■ Il 2019 sarà anche un annospeciale per la politica deitrasporti, in quanto dovrebbevedere l’apertura delle galle-rie di base dell’asse del SanGottardo. Cosa cambierà dalpunto di vista sindacale?

Dovremmo assistere ad un im-portante aumento del trafficoe, spero, del trasferimento diquello merci su ferrovia. Il sin-dacato dovrà operare in favoredi maggiori controlli delle di-

sposizioni tecniche di sicurez-za e dell’adozione di regola-mentazioni chiare delle condi-zioni salariali e di impiego delpersonale che opera nel traffi-co transfrontaliero, per preve-nire ogni forma di dumpingsociale e salariale.

■ Nemmeno le prospettive dipolitica sociale appaionomolto positive. Il Consiglierefederale Alain Berset ha ap-pena presentato il suo pro-getto di riforma «previdenza2020» al Parlamento. Per isindacati si prospetta unadura battaglia a difesa deidiritti acquisiti?

Io condivido l’approccio diBerset di riunire primo e se-condo pilastro nelle sue pro-poste, che però comprendonopunti molto delicati per i sin-

dacati e che faremo di tuttoper correggere. Abbiamo inol-tre in corso un’iniziativa, allaquale il SEV aveva contribuitocon oltre 20 000 firme e chevogliamo portare a buon fine,l’AVSplus! Essa chiede un au-mento delle rendite del 10percento, che porterebbe 200franchi in più alle personesole e 350 alle coppie. Bastaconsiderare che l’ultimo au-mento reale delle rendite risa-le a metà degli anni settantaper realizzare come questoadeguamento sia fondamen-tale.

■ Il 2019 sarà l’anno del cente-nario: hai già pensato a co-me il SEV potrebbe festeg-giarlo?

(ride) No, non ne ho avuto iltempo. Siamo troppo assorbiti

dall’attualità e cinque annisono lunghi. Ho però qualcheidea. Vorrei evitare di concen-trarci sul secolo trascorso, perorientarci a quanto ci aspetta,a quanto aspetta i nostrimembri. E sono sicuro che civerrà in mente qualcosa di in-teressante.

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«Rafforzare il ruolo del SEV nel mondo sindacale»

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REGIONE ......

13contatto.sevN. 23/144.12.2014

C’era, come si dice, il pubblicodelle grandi occasioni, merco-ledì 26 novembre a Mendrisio.Anche se la festa, come ha sot-tolineato il consigliere di StatoClaudio Zali, è stata «una festaa metà». Eh si, perché la Ferro-via Mendrisio-Varese (FMV) èun’incompiuta: se la partesvizzera è stata ultimata neitempi, sul lato italiano ora ilcantiere è chiuso. Si ricominciadaccapo con una nuova garad’appalto per i lavori. Gli italia-ni assicurano che nel giro dipoco più di 2 anni - dall’asse-gnazione del nuovo appalto -saranno pronti anche loro. Main attesa dell’attivazione dellalinea sul lato italiano versoVarese-Malpensa, come haspiegato il direttore di TILORoberto Tulipani, «il nuovocollegamento transfrontalieroTILO S40 unirà a partire dal15 dicembre 2014 Albate-Camerlata, via Mendrisio allanuova stazione di Stabio,fermandosi alle stazioni diComo S. Giovanni, Chiasso eBalerna. Il collegamento saràattivo durante gli orari di puntala mattina e la sera, esclusa ladomenica». Saranno inoltre at-tivati anche collegamenti na-vetta tra Stabio e Mendrisio,denominati S50, che consenti-ranno la coincidenza con i treniregionali TILO a Mendrisio.Con questa nuova linea, forte-mente difesa da Zali, il Canto-

ne potenzia l’offerta di traspor-to pubblico nel Mendrisiotto,un fazzoletto di terra dove iltraffico privato ha assunto unadimensione di esodo quotidia-no, con un impatto decisamen-te problematico non solo sullamobilità, ma anche sulla quali-tà dell’aria. Ne sa qualcosa an-che il sindaco di MendrisioCarlo Croci presente all’inau-gurazione. «Con l’apertura del-la nuova linea S40/S50, com-pletiamo la prima tappafondamentale in attesa del-l’apertura completa ed integra-ta della Ferrovia Mendrisio-Varese», ha aggiunto AnnaBarbara Remund, direttrice deltrasporto regionale FFS, secon-do cui «il trasporto regionale

contribuisce allo sviluppo deiservizi interni e transfrontalie-ri, agevolando il passaggio dal-la strada alla ferrovia». Con lanuova offerta, che verrà finan-ziata anche con contributi fe-derali, verranno ripristinati icollegamenti transfrontalierida/per Como–Albate Camerla-ta; sarà così di nuovo possibileservire i viaggiatori della zonadi Como, considerati da TILOun importante bacino di uten-za. E per i macchinisti di TILOche hanno conseguito la pa-tente italiana diventando cosìmacchinisti interoperabili, lalinea italiana fino ad Albatepermette loro di mantenere leconoscenze e le competenzeacquisite dopo una formazione

molto impegnativa. Il successodi TILO è dovuto anche al per-sonale motivato, preparato esempre più sollecitato, comeaccade nel traffico regionale.

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In Ticino l’ultima inau-gurazione di una nuovalinea ferroviaria risalealla galleria del SanGottardo nel 1882. Ilbattesimo della nuovalinea S40/S50 in terri-torio ticinese ha scrittoin qualche modo un’al-tra pagina di storia, an-che se la Ferrovia Men-drisio-Varese (FMV) èpurtroppo tuttora un’in-compiuta, a causa delleormai note vicissitudinisul lato italiano del can-tiere.

L’incompiuta a battesimoLa nuova linea ferroviaria FMV Mendrisio–Stabio in territorio ticinese è stata ufficialmente inaugurata

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Madrina e padrini al battesimo ufficiale della nuova linea: Claudio Zali, Anna Barbara Remund, Carlo Croci, Roberto Tulipani.

frg

Tutti in carrozza, si parte.

frg

Stabio: capolinea... per ora... 0 in attesa della vera FMV.

frg

La festa è finita.

La linea tra Mendrisio e Stabio,ha ricordato Philippe Gauderon,Direttore di FFS Infrastruttura emembro della direzione delGruppo FFS, è stata ultimatadalle FFS nei tempi e nei costiprevisti, anche se si attendeancora l’indispensabile comple-tamento sul lato italiano. «Inalcuni casi abbiamo utilizzatosistemi innovativi; ad esempioper montare i 500 pali dellalinea per la trazione elettricasono stati utilizzati deglielicotteri; ciò ha permesso diridurre i tempi di lavoro da unmese a una settimana circarisparmiando 700 000 franchi»,ha sottolineato Gauderon.

Durante la realizzazione dellaFMV è stata pure dedicataparticolare attenzione alterritorio. «Abbiamo cercato dicostruire la linea generando unimpatto ambientale il piùcontenuto possibile; ad esempioprogettando la nuova linea sugran parte del vecchio tracciatogià esistente e adottando tuttauna serie di programmi dicompensazione».

INFO

Page 14: Contatto sev 2014 23

SINDACATO ......

14contatto.sevN. 23/144.12.2014

«Nessuno dei 428 veicoli deiTPG è uscito dalle rimesse. An-che nei miei sogni più pazzinon avrei mai potuto immagi-nare una cosa simile». Questeparole di Michel Viret, membrodel comitato della sezioneSEV-TPG, esprimono bene isentimenti vissuti dai colleghidei TPG, alla fine della giornatadel 19 novembre. Parole pro-nunciate davanti ad altri 300colleghi e colleghe alla Jon-ction e, via telefono, indirizza-te a un centinaio dei colleghidella sede di Bachet. Afferma-zioni che illustrano a meravi-glia l’importanza dell’azionecompiuta con determinazioneda donne e uomini. Il consi-gliere di Stato e la direzionedei TPG avevano comunquetentato di assicurare un servi-zio minimo, ossia un terzo del-le abituali prestazioni nelle oredi punta. Ma non c’è stato ver-so. Un personale compatto, ditutte le forze sindacali attivenei TPG e compresi i dipenden-ti non sindacalizzati, hannoaderito massicciamente al mo-vimento di protesta. Il presi-dente della sezione, VincentLeggiero ha fatto tuttavia nota-re che «le hanno provate tutte,ma più ci provocavano, più cisentivamo più forti. Abbiamofatto vedere a tutti che unitisiamo forti». Gilbert Alessan-dro, presidente centrale dellasottofederazione VPT, ha dalcanto suo posto l’accento sull’«umanità e la fratellanza co-struita in questa azione».

Pressioni sui giovaniUna compattezza, quella dimo-strata, che tuttavia non erascontata. Le associazioni sin-dacali ASIP e transfair si erano

infatti opposte allo sciopero ehanno cercato, con i vertici deiTPG, di convincere i colleghi aprendere servizio. Attraverso lapersuasione, il SEV è riuscito adimostrare l’importanza dellosciopero: «Il servizio minimocorrisponde ad una visionedella mente tesa a rompere ilmovimento» ha esclamato Vin-cent Leggiero al deposito diBachet. Aggiungendo che «nonc’è un momento giusto o sba-gliato per scioperare quandoin ballo ci sono 131 posti di la-voro e che i pensionati vengo-no presi di mira».

Un centinaio di nuovi membriper il SEVAl centro della rabbia il manda-to di prestazione 2015-2018.Approvato dalla commissionedei trasporti del Gran Consi-glio, il testo passerà davanti alplenum giovedì 4 dicembre.Contiene risparmi che colpi-scono direttamente i posti dilavoro, tanto che sono previstipiù di 60 licenziamenti; il man-dato inasprisce i meccanismisalariali e mette in discussionele conquiste per i pensionati,che ricevono un’assistenza fi-nanziaria per il pagamento deipremi delle casse malati e l’ab-

bonamento per la rete di TPG.Alla fine, a parte qualche portaaperta che si è schiusa lascian-do presagire un’imminentepartenza di un tram, non unsolo dipendente si è messo alvolante, malgrado le pressioniesercitate sui giovani. Un ten-tativo qualificato di inaccetta-bile - «non si sono infatti az-zardati a rivolgersi ai piùanziani» - che ha finalmentespinto ASIP e transfair ad ade-rire allo sciopero a metà matti-na.Fin dalle prime ore, l’astensio-ne dal lavoro era a conoscenzadel ministro dei trasporti LucBarthassat e lo sciopero chemolti si sono affrettati a dire«minore» si è ben presto rive-lato un successo. Prova di ciò èl’assenza di tensione tra i lavo-ratori. Eccetto qualche piccoladiscussione: «Io sono un mem-bro di ASIP perché sono con-trollore, aderisco al movimen-to, perché l’attacco contro ipensionati è inaccettabile», hadetto Serge Lambert. CarmeloGatto, membro del SEV, ha fat-to notare che ora «tutti devonotener conto della portata diquesto sciopero».I colleghi di Ginevra non eranoevidentemente soli. Oltre all’

organizzazione di Ginevra, altrimembri del SEV - compresi icolleghi di Losanna - sono ve-nuti a dare man forte. Presenteanche una delegazione del co-mitato SEV. «Siamo venuti datutto il paese per sottolineareche la vostra lotta è legittima,perché sono sempre i servizipubblici a pagare lo scotto»,ha dichiarato Pascal Fiscalini,vicepresidente centrale ZPV,accompagnato dal presidentedel Comitato SEV Andreas Me-net (presidente centrale ZPV) eda Peter Käppler (presidentecentrale AS).Alla fine la dimostrazione di for-za si è conclusa con un saldo di100 nuovi adesioni al SEV. «So-no fiera di questa sezione», haesclamato la segretaria sinda-cale Valérie. Verso le 20 è statapoi votata una risoluzione chechiede a Luc Barthassat il ritirodel mandato di prestazioni,l’avvio di negoziati entro il 28novembre e la rinuncia a san-zioni finanziarie contro gli scio-peranti. Dopo questo primosciopero, il SEV è tornato inpiazza il 25 per mantenere lapressione sul ministro PPD, in-debolito da questo sciopero acausa del suo atteggiamento.

Vivian Bologna

Dimostrazione di forza lo scorso 19 novembre a Ginevra: nessuno dei 428 veicoli dei TPG è uscito dalle autorimesse

«Più ci provocavano e più noi Momento storico per ilSEV: mercoledì 19 no-vembre la sezione SEV-TPG ha mostrato i mu-scoli dando vita ad unosciopero che rimarràscritto negli annali.Nessun mezzo è circola-to sulla rete dei traspor-ti pubblici.

Gli scioperanti votano una risoluzione che chiede al ministro Luc Barthassat il ritiro del mandato di prestazione.

■ Mentre venerdì era previstoun incontro tra i sindacati SEV,ASIP e Transfair e il ministro deitrasporti Luc Barthassat,all’ultimo minuto il consiglieredi Stato ha fatto sapere aipartner sociali che sarebberostati informati dei passicompiuti dalla direzione deiTPG... E che passi! Il consigliodi amministrazione dei TPG e ladirezione si sono rivolti alla«Chambre des relationscollectives de travail (CRCT)»(camera dei rapporti collettividel lavoro) per regolare ilservizio minimo. Di fronte ad unsimile voltafaccia e alla sceltadi esasperare la situazione daparte dei TPG e del Consiglio diStato, il fronte sindacale hadeciso di rispondere con unaltro sciopero, giovedì4 dicembre.

SECONDOSCIOPERO

SINDACATO

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contatto.sevN. 23/144.12.2014

ci sentivamo più forti»

Eric

Rose

t

Lo sciopero, come pensa qualche detrattore, non è affatto una passeggiata. Lo si legge nello sguardo dei colleghi.

Eric

Rose

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Un momento di complicità nel deposito di Bachet.

Dem

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Gene

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Alla Jonction l’accesso è sbarrato.

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SINDACATO ......

14contatto.sevN. 23/144.12.2014

«Nessuno dei 428 veicoli deiTPG è uscito dalle rimesse. An-che nei miei sogni più pazzinon avrei mai potuto immagi-nare una cosa simile». Questeparole di Michel Viret, membrodel comitato della sezioneSEV-TPG, esprimono bene isentimenti vissuti dai colleghidei TPG, alla fine della giornatadel 19 novembre. Parole pro-nunciate davanti ad altri 300colleghi e colleghe alla Jon-ction e, via telefono, indirizza-te a un centinaio dei colleghidella sede di Bachet. Afferma-zioni che illustrano a meravi-glia l’importanza dell’azionecompiuta con determinazioneda donne e uomini. Il consi-gliere di Stato e la direzionedei TPG avevano comunquetentato di assicurare un servi-zio minimo, ossia un terzo del-le abituali prestazioni nelle oredi punta. Ma non c’è stato ver-so. Un personale compatto, ditutte le forze sindacali attivenei TPG e compresi i dipenden-ti non sindacalizzati, hannoaderito massicciamente al mo-vimento di protesta. Il presi-dente della sezione, VincentLeggiero ha fatto tuttavia nota-re che «le hanno provate tutte,ma più ci provocavano, più cisentivamo più forti. Abbiamofatto vedere a tutti che unitisiamo forti». Gilbert Alessan-dro, presidente centrale dellasottofederazione VPT, ha dalcanto suo posto l’accento sull’«umanità e la fratellanza co-struita in questa azione».

Pressioni sui giovaniUna compattezza, quella dimo-strata, che tuttavia non erascontata. Le associazioni sin-dacali ASIP e transfair si erano

infatti opposte allo sciopero ehanno cercato, con i vertici deiTPG, di convincere i colleghi aprendere servizio. Attraverso lapersuasione, il SEV è riuscito adimostrare l’importanza dellosciopero: «Il servizio minimocorrisponde ad una visionedella mente tesa a rompere ilmovimento» ha esclamato Vin-cent Leggiero al deposito diBachet. Aggiungendo che «nonc’è un momento giusto o sba-gliato per scioperare quandoin ballo ci sono 131 posti di la-voro e che i pensionati vengo-no presi di mira».

Un centinaio di nuovi membriper il SEVAl centro della rabbia il manda-to di prestazione 2015-2018.Approvato dalla commissionedei trasporti del Gran Consi-glio, il testo passerà davanti alplenum giovedì 4 dicembre.Contiene risparmi che colpi-scono direttamente i posti dilavoro, tanto che sono previstipiù di 60 licenziamenti; il man-dato inasprisce i meccanismisalariali e mette in discussionele conquiste per i pensionati,che ricevono un’assistenza fi-nanziaria per il pagamento deipremi delle casse malati e l’ab-

bonamento per la rete di TPG.Alla fine, a parte qualche portaaperta che si è schiusa lascian-do presagire un’imminentepartenza di un tram, non unsolo dipendente si è messo alvolante, malgrado le pressioniesercitate sui giovani. Un ten-tativo qualificato di inaccetta-bile - «non si sono infatti az-zardati a rivolgersi ai piùanziani» - che ha finalmentespinto ASIP e transfair ad ade-rire allo sciopero a metà matti-na.Fin dalle prime ore, l’astensio-ne dal lavoro era a conoscenzadel ministro dei trasporti LucBarthassat e lo sciopero chemolti si sono affrettati a dire«minore» si è ben presto rive-lato un successo. Prova di ciò èl’assenza di tensione tra i lavo-ratori. Eccetto qualche piccoladiscussione: «Io sono un mem-bro di ASIP perché sono con-trollore, aderisco al movimen-to, perché l’attacco contro ipensionati è inaccettabile», hadetto Serge Lambert. CarmeloGatto, membro del SEV, ha fat-to notare che ora «tutti devonotener conto della portata diquesto sciopero».I colleghi di Ginevra non eranoevidentemente soli. Oltre all’

organizzazione di Ginevra, altrimembri del SEV - compresi icolleghi di Losanna - sono ve-nuti a dare man forte. Presenteanche una delegazione del co-mitato SEV. «Siamo venuti datutto il paese per sottolineareche la vostra lotta è legittima,perché sono sempre i servizipubblici a pagare lo scotto»,ha dichiarato Pascal Fiscalini,vicepresidente centrale ZPV,accompagnato dal presidentedel Comitato SEV Andreas Me-net (presidente centrale ZPV) eda Peter Käppler (presidentecentrale AS).Alla fine la dimostrazione di for-za si è conclusa con un saldo di100 nuovi adesioni al SEV. «So-no fiera di questa sezione», haesclamato la segretaria sinda-cale Valérie. Verso le 20 è statapoi votata una risoluzione chechiede a Luc Barthassat il ritirodel mandato di prestazioni,l’avvio di negoziati entro il 28novembre e la rinuncia a san-zioni finanziarie contro gli scio-peranti. Dopo questo primosciopero, il SEV è tornato inpiazza il 25 per mantenere lapressione sul ministro PPD, in-debolito da questo sciopero acausa del suo atteggiamento.

Vivian Bologna

Dimostrazione di forza lo scorso 19 novembre a Ginevra: nessuno dei 428 veicoli dei TPG è uscito dalle autorimesse

«Più ci provocavano e più noi Momento storico per ilSEV: mercoledì 19 no-vembre la sezione SEV-TPG ha mostrato i mu-scoli dando vita ad unosciopero che rimarràscritto negli annali.Nessun mezzo è circola-to sulla rete dei traspor-ti pubblici.

Gli scioperanti votano una risoluzione che chiede al ministro Luc Barthassat il ritiro del mandato di prestazione.

■ Mentre venerdì era previstoun incontro tra i sindacati SEV,ASIP e Transfair e il ministro deitrasporti Luc Barthassat,all’ultimo minuto il consiglieredi Stato ha fatto sapere aipartner sociali che sarebberostati informati dei passicompiuti dalla direzione deiTPG... E che passi! Il consigliodi amministrazione dei TPG e ladirezione si sono rivolti alla«Chambre des relationscollectives de travail (CRCT)»(camera dei rapporti collettividel lavoro) per regolare ilservizio minimo. Di fronte ad unsimile voltafaccia e alla sceltadi esasperare la situazione daparte dei TPG e del Consiglio diStato, il fronte sindacale hadeciso di rispondere con unaltro sciopero, giovedì4 dicembre.

SECONDOSCIOPERO

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ci sentivamo più forti»

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Lo sciopero, come pensa qualche detrattore, non è affatto una passeggiata. Lo si legge nello sguardo dei colleghi.

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Un momento di complicità nel deposito di Bachet.

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Alla Jonction l’accesso è sbarrato.

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16 POLITICAcontatto.sevN. 23/144.12.2014

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I commenti dei partiti non sisono fatti attendere e tutti -UDC compresa - salutano il ver-detto delle urne. Ecco le reazio-ni dei partiti e della stampa na-zionale:■ Per l’Unione democratica dicentro l’esito della votazionesta a significare che il popolosvizzero non vuole «soluzioniestreme». Il voto mostra pureche il problema dei flussi mi-gratori non può essere risoltosenza il sostegno dell’UDC.Bisogna ora attuare l’iniziativadel 9 febbraio rapidamente ein modo coerente.■ Il popolo si è mostrato lungi-mirante e ha lanciato un se-gnale forte in favore della piaz-za economica svizzera e degliaccordi bilaterali con l’UE, hafatto sapere il PLR. L’immigra-zione va regolata, «in mododuro, ma corretto».■ Per il Partito socialista il vo-to respinge l’idea di «una radi-cale limitazione dell’immigra-zione attraverso quote fisse».Dimostra inoltre che in Svizze-ra «non vi è una maggioranzafavorevole a un attacco fronta-le contro i Bilaterali e la liberacircolazione delle persone». Laqualità di vita, secondo il PS,non dipende dal numero deiresidenti: «oggi, con 8 milionidi abitanti, viviamo meglio di50 anni fa, con 4 milioni».■ L’elettore, stando alle di-chiarazioni del presidente delPPD Christophe Darbellay, vuo-le che il governo riduca l’immi-grazione, senza però che ven-gano messi in discussione irapporti con l’UE, che sono in-dispensabili per la sopravvi-venza della Svizzera.■ Sollevata l’Unione sindacalesvizzera, che per accrescere lafiducia della popolazione neiconfronti degli immigrati chie-de più contratti collettivi e piùprotezione dei lavoratori e del-le lavoratrici.

I commenti della stampa na-zionale esprimono soddisfa-zione per l’esito del voto.■ Un testo «pericoloso e in-conseguente» è stato spedito«alla sola destinazione possi-bile, il cestino», afferma il quo-tidiano romando 24 heures. Ilmassiccio rifiuto potrebbe darea Berna «alcune benvenute li-bertà per trovare a Bruxellesmodalità accettabili» per appli-care l’iniziativa contro l’immi-grazione di massa.■ Secondo La Tribune de Ge-nève «il popolo non tollerereb-be una rimessa in questionedei nuovi tetti dell’immigrazio-ne», espressi in occasionedell’iniziativa sull’immigrazio-ne di massa lo scorso 9 feb-braio.■ Per Le Temps il netto risulta-to del voto «non dovrebbe farcambiare la strategia» del go-verno. Sarebbe grave ritenereche si tratta «di un ritorno in-dietro degli elettori, di un votodi correzione». Se il popolo harifiutato questo testo è perchéil governo «ha potuto convin-cerlo della sua determinazionead agire nel senso della volon-tà popolare», afferma.■ Sollievo viene espresso an-che dai giornali della Svizzeratedesca. Il quotidiano NeueZürcher Zeitung ritiene peròche la portata del voto «restaancora aperta», poiché le di-scussioni con l’UE non sonoancora cominciate.■ Per il Tages-Anzeiger, biso-gna ormai aspettarsi che il go-verno precisi il modo in cuivuole applicare l’iniziativa con-tro l’immigrazione di massa.Finora le affermazioni eranovolontariamente «vaghe e am-bigue» per non fornire pretestiper dei «sì» supplementari aEcopop, conclude.

red/comunicati stampa/agenzie

L’iniziativa Ecopop, che chiedeva di limitare allo0,2% la crescita della popolazione residente dovu-ta all’immigrazione, è stata spazzata via con il74,1% dei voti. Tutti i cantoni si sono detti contrari,anche il Ticino. Le reazioni dei partiti e della stam-pa nazionale.

No a EcopopVotazioni federali

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SINDACATO ......

17contatto.sevN. 23/144.12.2014

È diventato membro del SEV«per difendere i nostri valori eavere diritto alla parola. In Afri-ca dubito che sia il caso. Qui sispera in un cambiamento, ci sipuò esprimere, ci sono discus-sioni, si avviano negoziati» .Dalla sua partenza, la situazio-ne in Angola non è cambiatamolto: «Il dittatore è salda-mente al potere da ormai 34anni. La democrazia non è ap-plicata. Luanda è una delle ca-pitali più costose del mondo,le condizioni di vita sono mi-gliorate dopo la fine dellaguerra, ma c’è un grande diva-rio tra i più ricchi e i più pove-ri».«La ricchezza è concentratanelle mani della figlia del pre-sidente della Repubblica, che èla donna più ricca d’Africa.L’opposizione c’è, ma non èabbastanza forte. La corruzio-ne è alle stelle, le elezioni so-no truccate, con risultati noti inanticipo. Intanto il resto delmondo non muove un dito,probabilmente perché la situa-zione arrangia tutti. Va dettoche il paese è ricco di petrolioe minerali. Il dittatore ha accet-tato di voltare le spalle al suopopolo». Anche se la situazio-

ne non è per ora cambiata, Ma-nuel spera un giorno di potertornare a vivere nel suo paese.Prima del pensionamento?«Forse ... ma chi lo può sape-re».Il suo lavoro presso i Trasportipubblici di Losanna gli piace egli lascia tempo per scrivere.La sua integrazione in Svizzeraè esemplare e il suo francese èperfetto. In Svizzera non è atti-vo politicamente, ma trasmettele proprie idee attraverso i suoilibri. Manuel è qualcuno dimolto determinato, che va finoin fondo alle proprie convinzio-ni.

Henriette Schaffter

Dopo aver studiato al-l’«Università della vita»- e che vita - lo scrittoreManuel João SebastiãoPaca diventa conducentedi autobus presso i TL.Incontro a Losanna.

Una storia di integrazioneDa richiedente l’asilo a conducente presso i trasporti pubblici di Losanna (TL)

Hes.

Da colleghi e amici è chiamato semplicemente Manu.

■ Manuel Sebastião João Paca è nato nel1971 nel nord dell’Angola durante la Guerrad’indipendenza. In Svizzera il suo passaportoindica il 1975 come anno di nascita; il cherappresenta un problema, in particolare quandosarà il momento di andare in pensione. Hacercato, invano, di fare cambiare la data.

■ Manuel ha sposato prima una donna svizzero-tedesca di Berna, con la quale ha avuto un figlio;ora ha 16 anni e vive ancora a Berna. Dopo unaseparazione, si è risposato con la sua attualemoglie, originaria del Congo, con la quale haavuto tre figli, che oggi hanno 11, 10 e 4 anni.

■ Vive e lavora a Losanna presso i Trasportipubblici di Losanna e da quasi dieci anni comeautista di autobus. Ora ha la cittadinanza svizzera.

■ Manuel ha ancora sua madre e i suoi fratelli inAngola, dove in passato è già tornato due volte,prima di scrivere i suoi libri.

■ Vorrebbe tornare nel suo paese di origine ilprossimo anno, anche se si interroga sulla propriasicurezza, perché i suoi libri sono pubblicati inportoghese e vengono venduti anche in Angola.Scrive in portoghese ma parla perfettamente ilfrancese.

■ Nel suo tempo libero ama praticare karate(è cintura nera), fare allenamento in palestra,muoversi sui pattini a rotelle. E, naturalmente,ama dedicarsi alla lettura. Del resto approfittadelle pause sul lavoro per leggere libri.

BIO

LA CACCIA AI PREMI 2014 È APERTA

Convinca colleghe e colleghi ad aderire al SEV e vinca premi attraenti!

1.Cl.

Biglietto specialeAderire al SEV

valevole da subito

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18 SERVIZIOcontatto.sevN. 23/144.12.2014

Colpi di diritto

Ad inizio anno, il team di as-sistenza giuridica del SEV èstato molto più sollecitatodegli altri anni per assisterecollaboratrici e collaboratoriFFS e FFS Cargo alle presecon le loro valutazioni per-sonali. Alle circostanze soli-te, come «l’espressione dicritiche poco specifiche echiare al comportamento ealle prestazioni» oppure la«generalizzazione di casiparticolari», si aggiungeva-no spesso l’irritazione, lafrustrazione e le inquietudi-ni generate dall’adozione diobiettivi di team.Anche le CoPe hanno confer-mato come l’adozione diquesti obiettivi susciti spes-so discussioni e il problemaè stato posto anche al corsodi formazione impartito dalSEV su come porsi in questicolloqui di valutazione.La valutazione del persona-le, rispettivamente il collo-quio personale dovrebberodare un’immagine chiara emotivata del modo in cuivengono svolti i propri com-piti e del comportamento

Dopo che numerosi collaboratori si erano lamentati di aver ricevuto obiettivi irragionevoli,le trattative per il CCL 2015 hanno definito, nella decisione no 6 a verbale, i criteri per gliobiettivi di team.

Obiettivi di team:un problema

sul lavoro. Possono quindiessere contemplati soloobiettivi in relazione con lafunzione e la prestazione.Siccome la valutazione per-sonale costituisce un mezzodi prova per la determina-zione della componente sa-lariale alla prestazione, perla stesura del certificato dilavoro e per l’adozione diprovvedimenti del diritto dellavoro che possono giunge-re sino al licenziamento, bi-sogna insistere che essavenga svolta a livello perso-nale e basata su fatti docu-mentati.

La contraddizionedegli obiettivi di teamGli obiettivi di team sono inchiara contraddizione conquesto principio. Lo ha riba-dito in una sua sentenza del2007 anche il tribunale am-ministrativo del canton Zuri-go, in cui ha precisato chegli obiettivi di team possonocostituire uno strumento diconduzione ma che, per lamancanza di possibilità divalutazione individuale, non

possono influire su compo-nenti come il salario.Nelle trattative per il nuovoCCL, il SEV ha tentato di in-durre le FFS a rinunciare infuturo all’adozione di obiet-tivi di team ma, nonostante ibuoni argomenti sollevati el’esistenza della sentenzamenzionata, non ha rag-giunto il suo scopo. Ha peròottenuto di poter regolare laquestione in modo più chia-ro (vedi riquadro).

Esempi come quelli che se-guono non dovrebbero quin-di più ripresentarsi:

■ Obiettivi che possono uni-camente essere «raggiunti»o «non raggiunti», senzapermettere una valutazionedifferenziata in gradi da Aa E;■ Ripresa 1:1 di obiettivi dicifra d’affari del rapporto diattività a livello di team disuperficie;■ Ripresa 1:1 di obiettivi dipuntualità del gruppo a li-vello di team di regolatoridella circolazione treni;■ Ripresa di obiettivi di sod-disfazione della clientelache vengono influenzati dauna moltitudine di fattoriesterni.Considerata la portata lega-le della valutazione perso-nale, rispettivamente delcolloquio di qualifica, in ca-so di un cattivo risultato nonmotivato, raccomandiamo dinon ingoiare semplicementeil rospo, ma di rivolgersi al-l’istanza superiore chieden-do un secondo colloquio,come del resto previsto dal-la procedura di FFS e FFSCargo.

Team di assistenza giuridica SEV

Gli obiettivi di team vengonomantenuti. Per la loro formula-zione, bisogna tener conto deiseguenti criteri:

■ La ponderazione massimadegli obiettivi di team è del40%, quelli individuali del 60%.■ Gli obiettivi di team devonoessere riferiti all’unità organiz-zativa del livello più bassopossibile.

■ La possibilità di influire daparte del team deve essereaccertata e comprensibile.■ Nessuna ripresa 1:1 diobiettivi di gruppo.■ Tener conto della forzamaggiore.■ Applicare il principio SMART(Obiettivi Specifici; Misurabili;Accettabili; Realistici e aTermine)

INFOCCL FFS e FFS Cargo 2015:decisione a verbale no 6 del 23.6.2014sugli obiettivi di team

La sezione PV Ticino e Moesano (pensionati) ha il mesto

compito di annunciare l’avvenuto decesso dei propri

soci:

Ivo Bertini, 70 anni, Purasca

Franca Bizzozzero, 86 anni, Gravesano

Costante Garbani, 100 anni, Arbedo

Diego Ghirlanda, 90 anni, Novazzano

Urbano Gianini, 81 anni, Sementina

Gemma Magginetti, 94 anni, Biasca

Renzo Nessi, 95 anni, Riva San Vitale

A tutti va un pensiero di sentita riconoscenza per la fe-

deltà dimostrata al nostro movimento sindacale. Ricor-

dando questi cari colleghi e colleghe, rinnoviamo ai loro

congiunti le nostre sincere condoglianze e ci scusiamo

per eventuali involontarie dimenticanze.

Il comitato PV Ticino e Moesano

I nostri morti

contatto.sev è il giornale del sindacato del personale dei trasporti SEV.Pubblicazione quindicinale.Editore: SEV, www.sev-online.ch.Redazione: Peter Moor (caporedattore), Peter Anliker, Vivian Bologna,Anita Engimann, Beatrice Fankhauser, Markus Fischer, FrançoiseGehring, Pietro Gianolli, Patrizia Pellandini Minotti, Henriette Schaffter.Indirizzo della redazione: contatto.sev, CP, 6501 Bellinzona, e-mail:[email protected], telefono 091 825 01 15, fax 091 826 19 45.Tiratura: edizione italiana: 3687 copie; totale: 44 656; certificata il31.10.2013.Abbonamenti e cambiamenti di indirizzo:SEV, divisione amministrativa, casella postale, 3000 Berna 6,e-mail: [email protected], tel. 031 357 57 57, fax 031 357 57 58.Abbonamento annuale per i non affiliati: 40 franchi.

Pubblicità: Zürichsee Werbe AG, Seestrasse 86, 8712 Stäfa,tel. 044 928 56 11, fax 044 928 56 00, e-mail: [email protected],www.zs-werbeag.ch.

Prestampa: AZ Medien, Aarau, www.azmedien.ch.

Stampa: Mittelland Zeitungsdruck AG, Solprint, Subingen;www.solprint.ch (azienda del gruppo AZ Medien AG).ISSN 1662-8470

Prossima edizione: il 17 dicembre. Chiusuraredazionale: giovedì 10 dicembre, ore 10.

IMPRESSUM

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SOTTOFEDERAZIONI ......

19contatto.sevN. 23/144.12.2014

“Bandiere sulle montagne non ne porto: in vettaio non lascio mai niente, se non, per brevissimotempo, le mie orme che il vento ben presto cancel-la …”. Così dice Reinhold Messner, uno dei piùgrandi avventurieri d’alta quota, colui che per pri-mo è riuscito a scalare tutte le quattordici cimepiù alte della Terra. Sul suo primo 8000, il NangaParbat, nel 1970 perse tragicamente l’inseparabi-le fratello, Gunther, travolto da una slavina e luistesso si salvò per miracolo quando ormai tutti lodavano per spacciato. Dopodiché, sfidando l’im-possibile, divenne il primo uomo a salire in cimaall’Everest senza ossigeno e poi ripeté l’ascensio-ne persino in solitaria! Adesso ha settant’anni eha scritto un nuovo libro: “La vita secondo me”(edito da Corbacchio), in cui parla della sua ricer-ca di avventure sempre al limite e del suo rappor-to con la morte: “So che un giorno morirò, fin daquando ho preso coscienza del mio essere vivo.Ma allora sarà troppo tardi per tutto quello chenon ho ancora compiuto”. Fin da piccolo ha capitoche “non gli piaceva camminare in fila indiana” eche “se tutti vanno in una direzione, non significache quello sia il verso giusto”. Spiega Messner:“Ci sforziamo di fare gioco di squadra; ma rimar-remo sempre anche degli individualisti, perchésiamo altruisti ed egoisti allo stesso tempo. È ladivisione fra l’interesse comune e l’interesse per-sonale che ci definisce in quanto uomini, perchéla natura umana, da sempre, è un misto di colla-borazione e di competizione”. E parla anche dellasua avventura più deludente, quella politica,quando nel ’99 venne eletto al Parlamento euro-peo come rappresentante dei Verdi: “Un grossocambiamento per me, poiché scoprii presto che lerelazioni con gli altri politici non erano così direttee intense come tra le cordate di una spedizione al-pinistica”. Naturalmente un personaggio indipen-dente e solitario come lui, fece molta fatica adadeguarsi ai lunghi processi e compromessi deci-sionali della politica europea. Tant’è che, alla finedel mandato, invece di candidarsi un’altra volta,tagliò la corda e partì per il Deserto del Gobi, mar-ciando da solo per oltre duemila chilometri inmezzo al nulla! Comunque il libro di Messner sichiude con queste parole: “Non sono mai stato unselvaggio: piuttosto un disadattato, un uomo allaricerca del senso, degli ideali, dell’estetica, un uo-mo curioso. E vado ancora nella natura selvaggiaper sfuggire ad un mondo addomesticato, sulletracce della vera natura dell’uomo”.

ROBERTO DE ROBERTIS

A SPROPOSITO DI …

... MessnerPer una volta, il Ticino e il Parkhotel Brenscinohanno accolto i loro ospiti, nella fattispecie unnutrita delegazione di funzionari e di membridella LPV venuta per seguire il corso di formazio-ne 2014, con favolose giornate autunnali.Il tema della sicurezza è costantemente in cimaalla lista delle nostre priorità e l’incidente diGranges-Marnand gli ha conferito se possibileancora maggior importanza. In queste giornate,abbiamo tentato di affrontare il tema dal puntodi vista dell’ essere umano, dapprima con l’ad-detto alla sicurezza delle RhB Carlo Custer, checi ha illustrato con quanta rapidità si può in-correre in un errore e quali conseguenze essopuò avere.Nei due giorni seguenti, la Prof. Dr. GudelaGrote del politecnico di Zurigo ci ha illustratoin modo molto interessante il «contratto psi-cologico per la sicurezza». L’attività dei mac-chinista è fondamentale per l’esercizio ferro-viario, ma è nel contempo contraddistinta

dall’isolamento, per cui essi hanno la tenden-za a sentirsi marginalizzati. Ne derivano situa-zioni conflittuali che possono ripercuotersi an-che sulla sicurezza. Questa situazionepotrebbe essere modificata grazie ad un’anali-si approfondita dei rapporti dei macchinistisul posto di lavoro. Le condizioni dipendonoinfatti in gran misura dalla motivazione chel’attività lavorativa è in grado di trasmettere,dalla dinamicità e dalla possibilità di influiresulle prestazioni effettuate.Il corso si è concluso con la raccolta tra i par-tecipanti delle richieste per migliorare la sod-disfazione sul posto di lavoro, che ora la com-missione centrale sarà chiamata a trasmetterein forma adeguata alle aziende.Queste giornate hanno suscitato un ampio in-teresse tra i partecipanti, che hanno benefi-ciato anche della parte conviviale, a sua voltafavorita dalle splendide condizioni meteo.

Marcel Maurer

Corso di formazione: sicurezza garantitadall’uomo?

■ Sottofederazione LPV

Migrazione a tappeLe misure di ottimizzazione dei nuovi processiintrodotti nell’ambito di Jura continuano adessere seguiti da vicino.I diversi cambiamenti di personale presso I-ESP nel settore del management della manu-tenzione hanno influito solo in misura minimasulla disponibilità dei veicoli, grazie all’impeg-no di tutte le persone interessate. La nuova or-ganizzazione ha dimostrato la sua efficaciadurante le ore di punta in estate quando l’atti-vità è stata più intensa.Nella regione Est, il progetto è stato introdottocome previsto il 01.09.2014. Le prime setti-mane sono state positive, anche se il settoreOperating e la divisione infrastruttura sono co-scienti del fatto che, come avvenuto inizial-mente nelle regioni Mitte/Ouest in cui il pro-getto era stato applicato in gennaio 2014, neiprimi mesi occorra una comprensione recipro-ca qualora tutto non dovesse funzionare subi-to al 100 %.

Situazione attuale e prossime tappe progettoparziale personale JURARegione Mitte/OuestPer rinforzare le squadre mobili di Bienne(MEQ), le messe a concorso sono state fatte.La formazione di base nella manutenzione leg-gera (LIH) di Bienne e Lonay è terminata. Lespecializzazioni e il trasferimento delle com-

petenze saranno seguite da vicino.Regione EstIl reclutamento del personale a Zurigo si èconcluso con successo.La formazione dei collaboratori del deposito diZurigo si è svolta con il sostegno dell’impiantoindustriale di Bienne parallelamente alle man-sioni abituali.Regione TicinoL’organizzazione per l’estensione della regio-ne Ticino non è ancora definitiva. Questa orga-nizzazione dipende direttamente dall’aperturadel tunnel di base del Gottardo e dall’organiz-zazione del centro di manutenzione ed inter-vento del Gottardo.I collaboratori toccati di FFS CargoA seguito della ripresa della manutenzione dei2500 veicoli di infrastruttura da parte dell’im-pianto industriale di Bienne, 45 collaboratoridi FFS Cargo sono stati toccati dalla soppres-sione del posto. I responsabili del progettostanno attuando tutto quanto possibile affin-ché venga trovata un’occupazione per tutti. Si-nora, una persona è entrata nell’ AMC. Con ilprogetto «Jura» 30 nuovi posti saranno creatia P-ZZI e il centro di manutenzione di Bienne,verrà ulteriormente rinforzato.

La prossima seduta della commissione centra-le si terrà il 5 dicembre 2014.

Servizio stampa TS

Progetto Jura: situazione dall’applicazione■ TS Commissione centrale

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20 FOCUS.SEVcontatto.sevN. 23/144.12.2014

La domanda di questa edizione è:dov’è stata scattata questa foto?(È l’unica stazione con latteriaintegrata).

Si può partecipare al concorsoentro mercoledì 10 dicembre2014, inviando una cartolinapostale con nome, cognome,indirizzo e soluzione a: SEV,Photomystère, casella postale,3000 Berna 6;per e-mail: inviando le stesseindicazioni della cartolina [email protected]; per internet: sul nostro sitowww.sev-online.ch cliccare sulbox «Photomystere» a destra sottol’agenda e riempire il formulariocon le indicazioni richieste.

Il nome della vincitrice o delvincitore sarà pubblicato sulnumero successivo.

Sono in palio 40 franchi in buoniReka, sorteggiati tra coloro cheavranno dato la risposta esatta.

Non verrà tenuta alcuna corri-spondenza sul concorso. Le vielegali sono escluse.

La foto dell’ultima edizione delconcorso illustrava la stazione diBasilea.

Troverete una foto esplicativa sulnostro sito internet.

Il fortunato vincitore dei 40 franchiin buoni Reka è:

Mirco Maiolatesi, di Zurigo,sezione AS Ost

Photomystère: «Dov’è stata scattata questa foto?»

pan.

I vagoni merci vengono rego-larmente controllati dal puntodi vista tecnico. Dopo che sonostati spostati, per esempio perun movimento di manovra, unverificatore deve controllareche vagone e carico siano an-cora idonei alla circolazione. Èquella che FFS Cargo chiama«ispezione dei treni orientataal rischio», introdotta in que-sta forma un anno fa.

Questione di secondiSino a quel momento, per icontrolli completi venivanoconteggiati 30 secondi per5 metri. L’introduzione delleITR giustificava una riduzione.Di propria iniziativa e senzaconsultazione dei partner so-ciali, FFS Cargo ha però ridottoquesto tempo a 18 secondi percinque metri. Un tempo chiara-mente insufficiente per svolge-

re i controlli con la cura neces-saria e che obbligava il perso-nale ad un’ispezione frettolosae pertanto sommaria del treno.I rappresentanti della sottofe-derazione coinvolta del perso-nale tecnico di servizio (TS) sisono pertanto rivolti al respon-sabile Cargo del segretariato

centrale. «A queste condizioni,non è possibile svolgere il con-trollo richiesto», ha affermatocategoricamente il vicepresi-dente TS Gjon Kqira, anche luiattivo nel settore.

L’ostinazione di FFS CargoDopo alcune discussioni, SEV e

FFS Cargo hanno concordato losvolgimento di rilievi paritetici,il cui risultato sarebbe statoutilizzato per la stesura delledistribuzioni. I rilievi hannopermesso di accertare che oc-corrono 21,5 secondi per 5metri. FFS Cargo si è però dap-prima opposta all’applicazione

del risultato dei rilievi concor-dati.

Chi la dura, la vince«Il SEV ha quindi dovuto inter-venire più volte per ottenereun’applicazione adeguata del-l’accordo», precisa il segretariosindacale Philipp Hadorn, re-sponsabile per Cargo. Dal cam-bio d’orario del dicembre 2014verranno applicati i tempi rile-vati e i circa 75 collaboratori in-teressati riceveranno un «pre-mio» di 100 franchi.

Maggior sicurezza per tuttiQuesto risultato permette agliincaricati delle ITR di svolgerecorrettamente il loro compito edi dare così un contributo deci-sivo alla sicurezza del traspor-to merci per ferrovia. «La stret-ta collaborazione tra SEV eSEV-TS e la tenacia degli inter-venti nei confronti di FFS Cargohanno così permesso di giun-gere ad una soluzione condivi-sa», è il bilancio di Hadorn, cheaggiunge: «una soluzione cheva a vantaggio di tutti: colla-boratori, azienda e ente disorveglianza». pan.

La sicurezza è importan-te, specie nel campoferroviario. Per garan-tirla, occorre però tem-po, anche se questo, co-me si sa, è denaro.

Ispezionati passo a passoImpegno e tenacia hanno permesso di ottenere un significativo successo

pan.

Il vicepresidente di TS Gjon Kqira al lavoro alla stazione di smistamento Limmattal (RBL).