Confluenze Magazine Anno 1 Numero 5

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1 Confluenze Report Anno 1 - n.5 settembre 2013 www.confluenze.com Confluenze esperienze di pesca a mosca

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Magazine di pesca a mosca, costruzione moche, artifciali mosca e articoli pesca a mosca, flyfishing magazine

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1 Confluenze Report

Anno 1 - n.5 settembre 2013

www.confluenze.com

Confluenzeesperienze di pesca a mosca

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Confluenze 2Contents

Coordinatore Rivista onlineNatalino Costa

Coordinatore Pubblicità per l’ItaliaMarco Feliciani

Coordinatore Pubblicità per l’estero e web masterMassimiliano Lo Faro

Coordinatore Relazioni Italia/esteroPino Messina

Coordinatore ImmagineCorrado Corradini

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3 Confluenze Contents

CONFLUENZEEsperienze di pesca a mosca

Foto di copertina:Tizianodi Corrado corradiniLa mosca ... cieca!

Credo di non aver mai trattato questo argomento, ma sonocerto che tratti di un momento molto importante, un’esperienzairrinunciabile per la maggioranza dei pescatori a mosca. Intantoper chiarire, forse leggendo il titolo, qualcuno ha pensato chevolessi trattare della pesca a ninfa “d’attualità”, quella praticatacon lunghe canne per code leggere e continue passate alla ri-cerca di pesci rintanati sul fondo del fiume. Nulla di ciò sicura-mente leggerete, il mio intento ci porterà a riflettere suicoup de soir, sulle pesche di fine giornata, quelle in cuiaffrontiamo i pesci al buio lanciando a volte senza nes-sun riferimento un po’ per istinto verso “il rumore” pro-dotto dalle bollate. Anche quest’anno, anch’io, mi sono fatto coinvolgere daamici in alcune uscite estemporanee di questo tipo. Conil caldo dei pomeriggi estivi, l’attività della fauna ittica siriduce al minimo; solo qualche sporadico e solitario pesceè mosso da un’eccessiva residua attività che lo induce aghermire ogni sorta d’insetto mentre tutti gli altri suoi si-mili si rifugiano negli anfratti più reconditi, dietro grossisassi o sotto le ombrose fronde degli alberi che si affac-ciano sulle acque. Il fiume sembra deserto se non fosse ani-mato da chiassosi bagnanti alla ricerca di puro refrigerio.Fragorosi tuffi e variopinte nuotate nei luoghi che normal-mente appartengono ad una natura quasi selvaggia, costrin-gono gli abitanti abituali di queste vasche a cercare il modo disuperare e sopravvivere alla temporanea invasione umana.Non oso immaginare in quale stato di paura ed agitazionesiano costretti a vivere cercando di nascondersi non so doveoppure fuggendo da un lato all’altro delle buche. Ore ed ore disicuro stress fino al calare delle prime ombre che inducono anche gli ultimi irriducibiliad abbandonare queste oasi lasciando il fiume alla sua natura. La pace torna, ma oraviene il turno dei pescatori delle ultime ore. Ci si prepara finalmente ad insidiare questinostri pesci avversari scegliendo un luogo o un tratto di fiume che poi sia facilmentepercorribile anche all’ora del ritorno, quando le tenebre nascondono le loro insidie. Finalmente inizia anche la pesca, c’è ancora abbastanza luce, l’attività sull’acqua stentaancora a manifestarsi per cui si va in caccia provando a secca, a ninfa ed a streamer.

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Una cattura, poi un’altra ed un’altra ancora, ma questa euforia non fa testo, questipesci sono i soliti “singol” che mangerebbero ogni cosa e a conferma, sono gli artificialidiversi con cui avvengono le catture. Sull’acqua non si vede nulla, qualche sporadicaeffimera emerge per non deluderci, ma la schiusa non è continua e le perplessità deipescatori diventano più evidenti. Ognuno pesca tra i propri artificiali quelli in cui ha piùfiducia e più riscontri cambiando in continuazione le proposte per cercare di trovare unriscontro. E’ una pesca di attesa, che stressa, una pesca che illude perché le nostreconvinzioni ci inducono a credere di essere vincenti e di avere sicuramente gli artificialivincenti. Intanto il sole cala ancora, l’acqua è perfetta e le prime ombre calano sull’am-biente. Ecco che qualche pesce svela la propria presenza mettendoci in guardia. Unabollata qua, una là, … cinque bollate, dieci, poche vicine, parecchie lontane, ma sucosa? Non si capisce, non si vede nulla o poco, c’è chi dice che mangiano infinitesimimoscerini, chi suggerisce di piccole leuctra fusca, invisibili sull’acqua … Si cambiamosca, si scende di dimensione, poi si cambia finale e si allunga il terminale … Siamoin difficoltà, sono in difficoltà, mosca piccola, occhiello mini, poca luce, il filo che non cipassa o che non riesco ad infilare. Provo e riprovo, estraggo anche gli occhiali dotati diluci a led e finalmente infilo e faccio il nodo. Ma i minuti, anche se pochi consumati perqueste migliorie, a quest’ora sono determinanti: è sempre più buio. Lancio dove an-cora vedo attività, ma la mosca è piccola e sull’acqua non si vede. Ferro sulle possibilimangiate e finalmente catturo un pesce e poi un altro. La luce è ancora più fioca, mal’attività a fior d’acqua continua. Si lancia a caso verso il “rumore” delle bollate, diventauna pesca d’istinto, senza una regola, senza una logica, solo per un bisogno di catturae a questo punto, finalmente ritorna anche un poco di buon senso che ci convince chesia arrivata l’ora della pappa! Con qualche difficoltà si ritrova anche l’automobile e poi,anche una pizzeria. Che dire di un’uscita come questa? Io rimango un poco perplesso specie quando sento parlare coup de soir incredibili, dipescate memorabili al buio completo, con pesci allamati per caso, senza un vero me-rito. Una casualità che non mi convince anche se alcune catture potrebbero ripagare lelunghe attese di questi afosi pomeriggi d’estate. Vi confesso che preferisco la solitapesca, i soliti confronti con pochi sotterfugi, le sfide normali con la luce del giorno. Sedovessi tirare le somme per queste uscite serali, credo che il rapporto tra pesca e cat-ture vedrebbe queste in rosso rispetto le normali uscite diurne. Il più delle volte sonorimasto deluso e l’attesa, non mi ha mai ripagato più di tanto (magari io sono solo uncaso!). L’unico aspetto altamente positivo che invece mi ha sempre confortato, è ed èstato sempre il piacere di gustare una buona cena con gli amici dopo la pesca a mosca… cieca!

Natalino Costa

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Confluenzeesperienze di pesca a mosca

ANNO 01 N.°05 settembre - ottobre

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di Sandro Mandrini pag

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Il triangolo diIl triangolo diSandro GhilardiSandro Ghilardi

PRESENTA:

Di Andrea Gasparini

Il fiume Stella e le risorgive

Di Tiziano Rizzotto

IPOTESI ULTRAVIOLETTE

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46

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68

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7 Confluenze Contents

Di Alberto Volontè

Di Marco Feliciani

DITTERI, FORMICHE, CHIRONOMIDI E PICCOLI

PLECOTTERI: quando trote e temoli fanno il

crash test al nostro sistema nervoso.Prima parte

Di Pino Messina

Le Trote di Maredel Dalälven

A salmoni atlantici inpenisola di Kola

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90

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124

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Confluenze 8Contents

Hanno collaborato per la realizzazione di questo numero:

Confluenzeesperienze di pesca a mosca

Tiziano RizzottoPescatore da sempre, moschista da 40 anni. non disdegna nessunabranca della pesca con la mosca (ma tutti sappiamo che la pesca a ninfa ela pesca a streamer sono le sue carte vincenti). predige la sperimentazione pura di tecniche e materiali. un fanatico di costruzione con i materiali più disparati. Gironalista, scrittore e tour operator per viaggi di pesca gira ilcostantemente il mondo con le sue canne da mosca. E' socio di un lodge dipesca in Messico dove sverna durante i mesi invernali.

Sandro MandriniSandro Mandrini, classe 1970, nato e cresciuto a Cernusco Sul Naviglio,oggi vive con la famiglia a Monza. Di lavoro fa il pedagogista e l’educatoreprofessionale con i ragazzi in difficoltà. Dal 1991 effettua numerose uscitedi pesca in Italia e all’estero: Finlandia, Svezia, Norvegia, alla ricerca delSalmone Atlantico. Austria, Slovenia, Croazia, Francia, Germania, a cacciadi trote e temoli e anche in Mongolia.E’ tra i fondatori e promotori dell’I.F.T.A.(Italian Fly Tyiers Association)

Andrea GaspariniHa 39 anni e da quando ne aveva 14, si dedica con grande passione allapesca con la mosca artificiale. Fu suo padre Valter, anche lui pescatore amosca, a portarlo per primo negli allora meravigliosi ambienti delle risor-give friulane. Nel 2003 è stato tra i promotori della società di pescatori “ElCogol” di Pozzuolo del Friuli, Da alcuni anni partecipa a gare di costruzionecon buoni risultati, ottenendo anche una vittoria al trofeo Bisenzio 2007.Dal 2009 è iscritto all’IFTA.

Marco FelicianiE’ nato nel 1959 a Milano, padre di tre figli, Giulia, Giovanni e Luciano,convive da anni con Antonella. Fin da bambino conobbe la pesca a moscaalla quale si dedicò completamente nel 1977: fu amore a prima vista e daallora praticò solo questa meravigliosa tecnica. Attualmente è presidentedel FLY ANGLING CLUB di Milano, è sicuramente uno dei più quotati flytyers Italiani. Da anni collabora con le migliori riviste di pesca a mosca.

Altri collaboratori:Pino Savino - Osvaldo Gilli - Canepari Albino - Antonio Giancola

Mario Madonini - Silvano Marcon

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Roberto VolontèSono nato Luino (VA) ed ho incominciato a pescare per gioco sul “mio” bel-lissimo lago Maggiore” e sui tre fiumi vicino a casa: il Tresa, il Margorabbiaed il Giona. Dopo aver provato varie tecniche mi sono appassionato allapesca a mosca a metà degli anni novanta grazie all’incontro con l’indimen-ticabile Antonio Castiglioni che mi ha anche convertito al cath & release.Preferisco il fiume al torrente e mi piace pescare a ninfa.

Corrado CorradiniHa fatto il fotografo per passione e come professione per otto anni poi, percaso, è entrato in contatto con il meraviglioso universo della pesca aMosca. È' stato un " colpo di fulmine ". Si sta parlando di una trentina dianni fa, oggi, in maniera certamente più matura ed equilibrata, vive paralle-lamente l'amore per la pesca e per la fotografia in funzione alla sua dupliceesperienza.

Natalino CostaNato a Lodi, nella pianura lombarda delle rogge, delle risorgive, dei canalie dell’Adda, risiede ed è sposato con Grazia dalla quale ha avuto due figli.Passata, spinning e poi mosca, l’escalation, della sua pesca. Dal 1983 lascoperta della pesca a mosca che ha poi cambiato non poco le sue abitu-dini e le sue passioni. Nel 2004 ha formato il gruppo di redazione che perotto anni ha curato la pubblicazione di Fly Fishing.

Max Lo FaroLa pesca a mosca è per lui, più che uno svago o un lavoro, un vero e pro-prio stile di vita. Nato nel Friuli nel “73”, per motivi professionali, vive inAustria da più di 15 anni. Le sue esperienze di pesca, hanno varcato spessoi confini europei, partendo dai grandi fiumi dell’Argentina, fino ai fiumi delNord come il Mörrum in Svezia, passando attraverso le flat delle Bahamas,ma il suo cuore rimane per i fiumi nostrani ricchi di trote e temoli.

Pino MessinaLa pesca a mosca a due mani è per lui una vera e propria religione, unapassione che lo porta ad investire tempo e risparmi in continui corsi di ag-giornamento sul lancio tecnico ed in battute di pesca al salmone atlanticoed alle trote di mare in giro per il nord Europa. Istruttore di lancio ed autoredi diversi articoli pubblicati sia su riviste del settore che on-line, da anni sidedica inoltre alla caccia di trote marmorate nei grandi fiumi del piano.

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17 Confluenze SupportMay fly foto di Natalino Costa

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Testo di Sandro Mandrini

Fotografie di Natalino Costa

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La vita frenetica ai giorni nostri ci impone la“fretta” di capire, di imparare, di riuscire. Ci im-pone di ottimizzare le nostre azioni nel pocotempo a disposizione. Anche nella pesca a mosca non si fanno ecce-zioni, anche noi siamo figli del nostro tempo ecome tali abbiamo sempre più l’esigenza di otti-mizzare le nostre possibilità nelle poche e sem-pre più fugaci uscite di pesca. L’obiettivo diquesto articolo è esattamente quello di proporviuna chiave di lettura semplice e veloce per inter-pretare in modo corretto i segni della natura edel fiume per poter interpretare al meglio la no-stra battuta di pesca. Lo schema interpretativo,la chiave di lettura che propongo, è quello che ungrande pescatore a mosca, un grande maestro,

con molta semplicità propone a tutti quelli chehanno la pazienza e l’umiltà di andare da lui echiedergli un consiglio, una dritta su come fare,dopo aver imparato a costruire delle imitazionipiù o meno ben fatte, a scegliere quella giusta daannodare in punta al nostro finale. Il maestro di cui vi parlo è il mio amico SandroGhilardi; uno dei personaggi più schivi e saggidel panorama della pesca a mosca italiano. Unodei primi italiani ad appassionarsi alla pesca amosca negli anni “eroici” in cui nulla c’era discritto e se uno non sapeva un po’ di inglese o difrancese, poteva solo affidarsi alle proprie capa-cità di analisi, di osservazione e di interpreta-zione dell’ambiente e del comportamento deipesci e degli insetti.

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Confluenze 20SupportSandro Ghilardi, foto di Corrado Corradini

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Sandro è un gran pescatore, appassionato e at-tento; due doti che gli hanno permesso e gli per-mettono tutt’ora, di interrogarsi su quello che glisuccede attorno quando è sul fiume per provarea dare delle risposte sensate. Quello che legge-rete di seguito è il tentativo di spiegare, passodopo passo, “scomponendo” e dettagliando i varipassaggi e ragionamenti contenuti nel “TRIAN-

GOLO DI GHILARDI” che è la rappresentazionegrafica di una chiave interpretativa semplice, im-mediata e abbastanza intuitiva da poter essereutilizzata da tutti senza bisogno di troppe cono-scenze entomologiche. Ovviamente, come ab-biamo detto nel titolo, si tratta di unasemplificazione che non ha alcuna velleità di ri-gore scientifico.

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Questo articolo è il frutto di un paio d’ore dichiacchierata e di racconto del Maestro. Di se-guito elencherò alcuni punti fermi di questachiave interpretativa:- Partire dalla DIETA DEL PESCE cercando di in-seguire un’idea impressionistica di rappresenta-zione del nutrimento dei pesci, che vivono in unaltro ambiente, immersi in un altro elemento,l’acqua, e dentro un’altra dimensione, quella li-quida.- Rappresentare gli insetti, dieta principale deipesci (trota e temolo). La trota è prevalentemente “effemerofaga” (di-versi studi scientifici e la stessa storia della pescaa mosca lo confermano; basti pensare e magariandare a rileggersi gli scritti di Alford, De Boissete di altri autori del passato)- Il triangolo rappresenta, meglio del cerchio, ilconcetto di “ciclo entomologico” non come ununiforme scorrere del tempo e delle stagioni maun progredire per “alti e bassi” con dei “picchi”

dunque e dei punti di stanca. Questa rappresen-tazione ben descrive il ciclo della vita degli insettiche procede appunto per picchi di attività e vita-lità e periodi di riposo. Tale ritmo è stagionalema, come vedremo, anche giornaliero.

Il ciclo della natura (non solo per quel che riguarda gli insetti), procede per picchi e pause, non in uncontinuum circolare, costante e uniforme.Nell’approccio “MACRO”, la fase crescente “A”, rappresentata dalla primavera (febbraio-maggio), èquella in cui troviamo principalmente gli insetti in “salita dall’acqua” (schiusa).La fase “B”, rappresentata dall’estate (giugno - ottobre), è quella in cui troviamo principalmente gliinsetti “in discesa” sull’acqua, per l’ovodeposizione, la caduta accidentale, la morte.Lo stesso accade in una visione “MICRO”; esaminando cioè l’arco della sola giornata: la fase “A” rap-presenta la mattina e la fase “B”, il pomeriggio-sera.

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La dieta del pesce

La dieta del pesce

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La schiusa

La bollata

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Salita dall’acqua, ovodeposizione, caduta e morte

Salita dall’acqua, ovodeposizione, caduta e morte

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Analizziamo dunque più nel dettaglio le varie fasi.

Prima Parte “A”Siamo a Gennaio - febbraio; la vita è sopita enon ci sono molti colori. Non ci sono né foglie néfiori. I colori degli insetti rispecchiano quelli del-l’ambiente circostante. Il sole e la poca luce nonhanno ancora fatto crescere la vitasubacquea(alghe e fitoplancton); di conseguenzaanche la vita degli insetti, sul fondo del fiume, èincolore, priva di “linfa vitale”.

Seconda Parte “B”Con l’avanzare della stagione, il sole e la luce au-mentano la loro intensità e “colorano” l’ambiente.Anche gli insetti, sul fondo del fiume, nutrendosi,acquisteranno colore.Nel nostro schema interpretativo, passeremodunque da insetti di color grigiastro a quelli dicolore olivastro e poi ad insetti di color giallastroverso la fine della primavera (da maggio in poi).

In estate ci sono poche schiuse ed il sole “tem-pera” i colori degli insetti rendendoli da “gialla-stri” a “rossastri” e “brunastri”.

Il colore neroLa presenza di insetti di colore nero (moscerini, coleotteri, formiche) è un episodio sporadico ma benlocalizzabile nella stagione.Ad Aprile, con l’ingrossamento dei fiumi e dei torrenti a causa di temporali e dello scioglimento dellenevi, si blocca temporaneamente il ciclo delle schiuse e si attivano i primi moscerini che vivono allostadio larvale nelle zone umide perifluviali. È anche il tempo delle mosche casalinghe e delle moschedel biancospino.Ad Agosto, il nero è rappresentato dagli insetti terrestri che sciamano e cadono in acqua; in primis leformiche, ma anche altri insetti terrestri, chironomi, ecc.In generale, se non ci sono in giro altri insetti, il nero è sempre un buon colore da utilizzare nellapesca in caccia.

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Insetto inizio stagione

Insetto inizio stagione

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Insetto stagione avanzata

Insetto stagione avanzata

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Estate, il sole tempera i colori

Estate, il sole tempera i colori

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Estate, il sole tempera i colori

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Il colore nero

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Il colore nero

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Sulla situazione climaticaQuando gli insetti nascono dall’acqua? Quando le condizioni atmosferiche possono permettere a degli animali composti per il 90% di acquadi cambiare elemento (dall’ambiente acquatico a quello atmosferico) senza subire troppi stress. Lecondizioni maggiormente favorevoli ad una schiusa sono dunque quelle di un tempo nuvoloso, co-perto e con bassa pressione atmosferica; meglio se con un alto livello di umidità.La schiusa si connota come un: “pronti - via!” collettivo che chiama a tavola i pesci. I pesci mangianoquando la tavola è imbandita e la tavola si imbandisce quando le condizioni lo consentono: in in-verno, con clima freddo, nelle ore più calde e centrali della giornata ed in estate, con clima caldo esecco, nelle ore più fresche della mattina presto e della sera tardi.Anche nell’ambito giornaliero, il fenomeno segue le stesse regole, in funzione delle condizioni atmo-sferiche quotidiane. Ad esempio, in piena estate, un temporale a mezzogiorno che abbassa la tempe-ratura ed innalza il tasso di umidità, è in grado di scatenare una schiusa con conseguente entrata inattività dei pesci anche a mezzogiorno. Un repentino abbassamento della temperatura a metà gior-nata, in pieno inverno può azzerare il ciclo vitale degli insetti che si accingevano a schiudere e, diconseguenza, fermare l’attività dei pesci.

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Alta pressione

Bassa pressione

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Delle forme e delle dimensioniIl discorso inerente la forma degli insetti, è molto complesso ed articolato.Una chiave di lettura utile, anche se molto semplificata, può essere quello di osservare la silhouettedei punti d’appoggio degli insetti sull’acqua.

L’effimera è un insetto con le code che ha una silhouette TRIANGOLARE

I Ditteri non hanno code e hanno, sull’acqua, una silhouette CIRCOLARE.

I Tricotteri e i Plecotteri hanno una silhouette allungata e quasi RETTANGOLARE

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Dimensioni Le dimensioni degli insetti sono spesso influenzate dall’ambiente in cui vivono, più o meno ricco dinutrienti. In più, insetti “stagionali”, avranno dimensioni maggiori di insetti “effimeri” che vivono cioèpoche ore o pochi giorni.Anche per quel che riguarda le dimensioni delle mosche artificiali, esistono delle regole di logica ebuon senso. ACQUE PICCOLE E RAPIDE (torrenti di montagna) MOSCHE GROSSEPer ovviare al bisogno di galleggiabilità e visibilità nelle forti correnti, e perché il pesce è abituato apredare grossi insetti stagionali con poca selettività.ACQUE GRANDI E LENTE (fiumi del piano o risorgive di fondovalle) MOSCHE PICCOLE Nel fondovalle il pesce “ha la lente di ingrandimento” e tutto il tempo di osservare le nostre imita-zioni.Le ragioni essenzialmente sono :- Maggiore visibilità anche di mosche piccole, vista la minor turbolenza delle acque- Maggior selettività del pesce- Maggior presenza di insetti “effimeri” e quindi piccoli, fatti per durare poco.

In generale potremmo dire che :MOSCHE GROSSE (AMO # 10-12) Finale 0,20 – 0,18MOSCHE MEDIE (AMO #14 - 16) Finale 0,14 - 0,16MOSCHE PICCOLE (AMO # 18 -20) Finale 0,12La scelta è legata all’ambiente e alla situazione favorevole o sfavorevole al pescatore in ordine a VI-SIBILITA’ e GALLEGGIABILITA’ (meccanica dell’acqua) e ADESCABILITA’ in situazioni specifiche.

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Acque rapide

Acque lente

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Di seguito alcuni aneddoti che Sandro Ghilardi ciracconta per chiarire maggiormente i concetti finqui espressi, se ancora ce ne fosse bisogno.

Per scegliere l’esca adattaC’è un gatto nero, in una cantina buia che ha svi-luppato abitudini, occhi e sensi, adatti a cacciarei topi che vivono in quell’ambiente, neri an-ch’essi.Se improvvisamente il gatto di cantina vede untopo bianco, scappa spaventato. Il gatto di casa, invece, accucciato sul divano,aspetta sornione il topolino bianco che il suo pa-drone gli somministra per cena e non sarebbepiù in grado di cacciare topi neri al buio.

Eccitamento Immaginiamo un bel vassoio colmo di bellissimee succulente bistecche di filetto alla brace, cotte

a puntino e profumate con erbe di Provenza.Chi si avventerebbe per divorarla, sull’unica bi-stecca di cartone del vassoio? Più facile restareingannati da una sagoma di un bel galletto alladiavola o di un pomodoro ripieno, che spiccanoper differenza dal resto del vassoio. Così accade ai pesci in frenesia alimentare du-rante una copiosa schiusa … tirate le vostreconclusioni!

Potere ed efficacia di un artificialePescando a mosca secca si può affermare chel’80% dell’efficacia lo si deve all’imitatività delnostro artificiale mentre solo un 20% al suo po-tere di stimolare l’aggressività dei pesci.Pescando a mosca sommersa possiamo inveceaffermare che il 70% dell’efficacia è dato dalpotere di eccitare e stimolare l’aggressività esolo un 30% all’imitatività dell’artificiale.

Foto di Corrado Corradini

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BOX: Una spiegazione “metereologica” alla

“metereopatica” degli insetti

Ho chiesto il permesso al mio caro amico Gianfranco Pelli-cari, di utilizzare la spiegazione che mi diede di questoatavico quesito. Mi è sembrata una spiegazione sufficien-temente semplice e chiara, oltre che di buon rigore logicoe scientifico da potervela proporre a coronamento di que-sto articolo. Quando il cielo è sereno (alta pressione),terso e limpido, la colonna d`aria che grava su tutte lesuperfici terrestri (comprese le nostre teste) è totale, cioètutta la profondità dell’atmosfera (ma nessuno di noipensa mai di portare sulla testa e sulle spalle centinaia dichili di aria, cioè una colonna d`aria alta almeno fino allatroposfera!). Si pensi che un semplice metro cubo di ariapesa 1,3 chilogrammi e che la colonna d`aria, in condi-zioni normali di umidità e temperatura, a livello del marepesa poco più di 1 chilogrammo per centimetro quadrato,peso che si deve sommare all`attrazione gravitazionale.Con il cielo coperto dalle nubi (bassa pressione), con osenza pioggia o neve invece, una parte di tale peso vieneintercettato dalle nubi stesse e questo fa diminuire lapressione specifica sulle varie superfici. Come incide dun-que la pressione atmosferica sull’andamento delleschiuse? In situazione di alta pressione, la tensione su-perficiale, cioè quella “pellicola” superficiale di molecoleconcatenate fra loro che “contiene” ogni massa di qual-siasi liquido, è particolarmente forte ed ostacola o, addi-rittura, impedisce agli insetti emergenti (in fase dischiusa) di “bucare” tale “pellicola” superficiale e di gal-leggiare per poi prendere il volo una volta ultimata la me-tamorfosi. Ecco perché è più facile assistere a schiuse esfarfallamenti con onseguente entrata in attività dei pescicon il cielo coperto. Occorre anche aggiungere che sepiove, il liquido che cade dal cielo è in pratica acqua di-stillata che va ad “allungare”, cioè a disciogliere ulterior-mente, i sali che le acque che scorrono nei greti deitorrenti dilavano dalle superfici terrestri; in questo modola tensione superficiale, più alta nei liquidi più densi e/osaturi o con forte presenza di sali minerali, si abbassa ul-teriormente facilitando in questo modo la possibilità delleninfe emergenti di “bucare” la tensione superficiale. Gli insetti “captano” naturalmente le condizioni più favo-revoli dell’ambiente che li circonda e si affrettano così araggiungere la superficie per “compiere il loro dovere”. Èalquanto plausibile dunque che questa spiegazione scien-tifica dei fenomeni atmosferici, possa chiarire il perchél’attività degli insetti e, conseguentemente dei pesci, siamaggiore con bassa pressione atmosfericaPossiamo anche poi, un po’ romanticamente pensare che,probabilmente, molte delle gocce d`acqua o i fiocchi dineve possono essere confusi con emergenti che si invo-lano aumentando la frenesia alimentare dei pinnuti.

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45 Confluenze FreshAcqua chiara, foto di Natalino Costa

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Confluenze 46Freshil fiume Stella ad Ariis

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Parlare dello Stella e delle risorgive significa parlare di una delle aree più ricche d’acqua d’Europa.Fiumi e rogge prendono vita ovunque dall’incontro di numerosissimi riali che si originano grazie al-l’emersione in superficie della falda freatica. La temperatura dell’acqua, costante tra i 10 e i 16 gradiper tutto l’anno, garantisce lo sviluppo di una notevole vegetazione e di un altrettanto notevole mi-crofauna bentonica, ideali per la vita di trote e temoli.

Un paradiso dunque? Non proprio!Pochi decenni di esagerato sfruttamento delleacque e del territorio hanno enormemente ridi-mensionato la qualità e la bellezza delle risor-give. Decine e decine di impianti di troticolturaoltre all’immissione artificiale delle acque spessotorbide del torrente-canale Corno (da metà deglianni ottanta questa canalizzazione porta nel Ta-glio acqua del Tagliamento), hanno determinatola pressochè totale scomparsa del temolo, primaabbondantissimo, oltre a quella di molti letti difrega dei salmonidi. L’agricoltura intensiva hafatto il resto. I seminati a mais e soia e i piop-peti, hanno preso il posto degli antichi boschiplaniziali cancellando dai nostri occhi e ormaianche dalla nostra memoria, il paesaggio di untempo. Parlare dello Stella e delle risorgive signi-fica parlare di un luogo che Ernest Hemingwey,che pescò nelle sue limpide acque, amava defi-nire “The wonderful Stella river”. Significa parlaredi ciò che è stato e che forse non sarà più.

Testo e fotografie di Andrea Gasparini

mosaico all'ingresso dell'acquario dell'E.T.P. ad Ariis

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I CORSI D’ACQUA

La venuta a giorno delle acque sotterranee, è unfenomeno costante lungo tutto il piede meridio-nale della catena alpina. Si tratta quindi di un fe-nomeno di vaste proporzioni che interessa, informe più o meno accentuate, tutta la PianuraPadana, delimitando il passaggio dalle ghiaie per-meabili dell’alta pianura, ai sedimenti sabbiosi-ghiaiosi della bassa pianura. In Friuli,l’affioramento delle acque di falda prende il nomedi “Linea delle risorgive”. Il fiume Stella è il piùimportante corso di risorgiva del Friuli e si originada un fitto sistema di rami secondari che siaprono a ventaglio tra il fiume Tagliamento e ilfiume Cormor.Tutto il sistema di piccole risorgive forma veloce-mente i tre rami principali del Fiume: Il Taglio, loStella piccolo (così chiamato prima della con-fluenza con il Taglio) e il Torsa. Una rete di corsid’acqua non distanti dal Tagliamento, presso Co-droipo; l’Acqua Reale, l’Acqua Bianca, l’Acqua Lu-sint e l’Acqua Nera, scorrenti nel Parco regionaledelle risorgive formano, confluendo tra loro, laRoggia Gramare che, unendosi alle acque delTorrente Corno prima e successivamente alFiume Ghebo (le cui sorgenti si trovano nei pressidel parco della storica Villa Manin di Passariano),

danno vita al Fiume Taglio ovvero al ramo più im-portante a livello di portata dello Stella.Il ramo dello Stella piccolo è alimentato da al-cune rogge: la Puroja, la Platisce e la Roggia deimulini che confluiscono tra di loro nei pressi delbellissimo e caratteristico abitato di Sterpo, in co-mune di Bertiolo. Prima di unirsi al Taglio, loStella piccolo riceve anche la Roggia Cusana, ali-mentata dalle grandi polle risorgive di Case Zar-nicco presso Flambruzzo.Dalla confluenza dei due fiumi, lo Stella ha ormaiuna notevole portata e, a valle dello storicoborgo di Ariis, assume un andamento tortuosocon numerose anse e tra quest’ultima località ePocenia, riceve la Roggia Miliana e il FiumeTorsa.Il Torsa nasce poco a Monte dell’omonimo paeseda numerosi rami sorgentiferi che in un brevis-simo percorso danno origine ad un fiume di ot-tima portata e dal caratteristico percorso ameandri.L’ultimo affluente dello Stella è il Cragno ,uncorso d’acqua che dalle sorgenti tra i comuni diVarmo e Rivignano, attraversa un lungo tratto dipianura per poi immettersi nel fiume nei pressidel ponte di Palazzolo dello Stella.

Alex sul Ghebo

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caratteristica olla di risorgiva

il fiume Ghebo

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il Torsa alle sorgenti

il fiume Torsa

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51 Confluenze FreshL'alto Stella a Sterpo

la roggia Cusana

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LA PESCA A MOSCALa pesca a mosca nel corso principale delloStella, a valle della confluenza con il Taglio enello stesso corso del suo principale affluente, èmolto condizionata dalla portata e dal coloredell’acqua del torrente-canale Corno che ha inparte sconvolto quelle che sono le caratteristichetipiche di un corso di risorgiva: la costanza di li-vello e di temperatura. Questa canalizzazione ar-tificiale, scolmatore del canale Ledra(derivazione del medio Tagliamento) porta nelbacino dello Stella le acque fredde del disgelo etorbide delle piogge primaverili del medio-altoFriuli. In estate, quando le acque del Corno sonodeviate nelle varie irrigazioni, è possibile vedere ilTaglio e lo Stella nel le condizioni di livello e lim-pidezza normali. Gli insetti tuttavia sono i primi arisentire di questi cambiamenti, per cui le schiusesono molto limitate e la pesca a mosca secca èdifficilmente praticabile. La pesca con artificialisommersi e con lo streamer, invece, può riser-vare delle soddisfazioni, anche se non sono moltii tratti agibili, vista la fittissima vegetazione dellerive e la profondità dell’acqua che rende impossi-bile la pesca in wading. Tuttavia è proprio nellaparte alta del Taglio e nei suoi due rami secon-dari, la Roggia Strangulin e la Roggia Stalla, cheavvengono le catture degli ultimi temoli presenti,come detto, un tempo abbondanti ovunque. Sitratta perlopiù di esemplari provenienti dal Ta-gliamento proprio attraverso il Corno. La partealta dello Stella (Stella piccolo) presenta un corsopiù ristretto, con livello costante e abbondantevegetazione acquatica. Anche qui la profonditàdell’acqua e le rive molto infrascate con tratti pa-ludosi rendono la pesca difficoltosa, tuttavia tragli abitati di Sterpo e Flambruzzo vi sono alcunitratti interessanti per la mosca. Sono presenti

numerosi cavedani e, nelle serate estive, si puòsperare in qualche grossa fario e iridea vista lapresenza di tricotteri.Il Ghebo è senza dubbio, tra gli affluenti dello

Andrea a pesca sul Ghebo

Luca a pesca in risorgiva

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Grossa iridea catturata sul Ghebo

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Stella, il fiume più inte-ressante per la pesca amosca. Questo corsod’acqua, nei pressi dellabellissima Villa Manin diPassariano a Codroipo,presenta un trattolungo alcune centinaiadi metri a ”regolamen-tazione particolare”.Sono infatti ammesse lesole esche artificiali e li-mitati sono gli esem-plari trattenibili. Inquesto tratto il Gheboassume l’aspetto di unclassico “chalk stream”,un canalone con buonaprofondità, correntelenta e uniforme e ab-bondante vegetazioneacquatica. Le schiuse sono spesso abbondanti ele trote (fario, marmorate e iridee) si cibano fre-quentemente in superficie e mettono spesso adura prova, con la loro diffidenza, l’abilità e lapazienza del pescatore.Un altro corso interessante è sicuramente ilTorsa, fiume che attraversa l’omonima localitàdopo aver alimentato un paio di grosse troticol-ture. E’ proprio quello scorrente in paese il trattomigliore, non fosse altro perché è quello in cuivengono effettuate più frequentemente le se-mine di trote da parte dell’E.T.P. In ogni caso lapresenza di numerosissimi e grossi cavedani assi-curano il divertimento con la mosca secca. Ad ini-zio stagione è possibile assistere a delle schiusedi baetis davvero notevoli. In questo fiume in

passato venivano frequentemente catturati gliesemplari più grossi di trota fario.L’unico tratto NO-KILL riservato alla pesca amosca, è quello del Cragno, una risorgiva cana-lizzata, tra i paesini di Sella e Campomolle nel co-mune di Rivignano. La fauna ittica è composta dafario e cavedani e le frequenti schiuse assicuranospesso una buona attività in superficie. Pur-troppo, visto il posto isolato e la latitante sorve-glianza il regolamento non viene semprerispettato. Altre risorgive da segnalare sono la Roggia Gra-mare nei pressi di S.Martino di Codroipo (a duepassi del Ghebo) e la roggia Miliana nei pressi diAriis di Rivignano che di tanto in tanto regalanodiscrete schiuse e buone catture.

Fario del Torsa

Iridea dello Stella

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Luca con una bella fario

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GLI INSETTI E GLI ARTIFICIALILe mutate condizioni ambientali, come detto inprecedenza, hanno ridotto notevolmente la mi-crofauna delle risorgive. Di conseguenza sono di-minuite non solo le specie, ma soprattutto lafrequenza e la quantità delle schiuse. Le effimerepiù comuni nel bacino dello Stella sono principal-mente quattro: Baetis rhodani (frequente ad ini-zio stagione), Cleon cognatum, Serratella ignita(nei mesi estivi), e Centroptilum luteolum. Sonopresenti anche le Caenis, mentre la mosca dimaggio (Ephemera danica) è scomparsa dallaquasi totalità dei corsi d’acqua. E’ ancora pre-sente, anche se in modesta quantità, in partico-lar modo nel fiume Ghebo, nella roggia Miliana e

nel canale Cragno. Per quanto riguarda i tricotteriinvece sono ancora presenti un buon numero dispecie, soprattutto nei tratti risparmiati dagli sca-richi delle peschiere, tuttavia gli intensi sfarfalla-menti di un tempo sono solo un ricordo. Tra lefamiglie dei tricotteri sono da segnalare in parti-colare le Hydropsychidae, le Rhyacophilidae e leLimnephilidae. Lo Stella piccolo, il Ghebo, il Torsanella sua parte alta e il Cragno sono i corsi d’ac-qua dove vi sono maggiori probabilità di imbat-tersi nelle schiuse di questi insetti. I plecotteri,un tempo presenti in buone quantità, sono ormaiquasi scomparsi dalle risorgive proprio perchésono i più sensibili alle mutate condizioni delle

mosca di maggio del Ghebo

mosca di maggio dello Stella

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acque e non rivestono pertanto nessun interesse ai fini della pesca con le relative imitazioni. Viste lecaratteristiche dei corsi d’acqua di risorgiva, gli artificiali da preferire saranno sicuramente quelli chepresentano una maggiore similitudine agli insetti presenti, per taglia, forma e colore. Durante leschiuse più intense le trote danno spesso la preferenza alle ninfe emergenti, pertanto le relative imi-tazioni sono di gran lunga le più efficaci. Le sedge di buone dimensioni sono altre mosche da tenerein grossa considerazione, soprattutto nelle calde serate estive. Anche la pesca a ninfa, in particolare avista sul pesce, è una tecnica molto efficace, laddove la limpidezza dell’acqua consenta di scorgere letrote in caccia tra gli erbai. Le foto di queste pagine ritraggono gli artificiali da me più utilizzati inqueste acque.

Larva di tricottero Larva di tricottero

Pupa di tricottero Larva di tricottero

Polifemo Gamberetto

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Silver sedge

si taglia del pelo di cervo si forma il dubbing ad asola si avvolge sull’amo per formare il corpo

si ritaglia una piuma di petto digermano incollata su calza

si sagoma e si monta sopra il dubbing

con altro pelo di cervo montato ad asola

si forma la hackle perle zampe

nodo e colla e la mosca è terminata

si fissa l’amo e si lega il filo di montaggio

Amo tipo TMC 100 12/14corpo in pelo di cervo

ala in piuma di germanoincollata su calza

zampe in pelo di cervo

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Cinnamon sedge Effimera subimago

Effimera spent Ninfa di superficie con esuvia

Ninfa di superficie in schiusa Pheasant tail

Marmorata del Corno

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DA VEDEREPARCO REGIONALE DELLE RISORGIVEIl parco regionale delle risorgive, nell’immediata zona sud di Codroipo, è un’oasi naturale ricca di fon-tanili (zampillanti cavità dal contorno irregolare), lame (acquitrini paludosi), polle (pozze artesiane) enaturalmente le rogge, i Ghebi, piccoli canali stretti e sinuosi d’acqua limpidissima. Il parco, creatonel 1983 comprende circa 45 ettari sottratti alle bonifiche. Caratteristici in questa zona sono i muliniche, tra i ventidue originari del codroipese, è da segnalare il mulino Di Bert, in funzione dal 1400 eattualmente l’unico in Italia ad eseguire la battitura dello stoccafisso con l’antichissimo sistema delpestello del lino.

VILLA MANIN

Villa Manin di Passa-riano (Codroipo) è unastraordinaria villa ve-neta fatta costruire dainobili Manin tra la finedel 1600 e l’inizio del1700. Fu dimora del-l’ultimo Doge di Vene-zia, Ludovico Manin.Per due mesi vi abitòanche Napoleone Bo-naparte. Qui vi furonomolti colloqui per lastipula del contratto traFrancia ed Austria noto

il vecchio mulino di Sterpo

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come “trattato di Campoformido”. Attualmente di proprietà della regione ospita importanti mostred’arte internazionali. Le sue 350 stanze sono arredate con meravigliosi mobili d’epoca e dipinti delmuseo di Udine. Presente inoltre un’esposizione fissa di carrozze antiche ed una ricca armeria. Bellis-simo infine il parco retrostante l’edificio principale.

ingresso e fossato a Villa Manin

il fiume Stella e sullo sfondo Villa Ottellio ad Ariis

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BIOTOPO DELLE RISORGIVE DI FLAMBRO

Il biotopo delle risorgive di Flambro, in comune di Talmassons,occupa circa 75 ettari ed è in continua espansione. Istituito nel1998 dalla regione è un‘area che presenta le caratteristiche ori-ginarie della zona delle risorgive: torbiere, olle, prati umidi, acquitrini e piccole rogge di risorgiva. Vi èuna ricchissima flora di notevole pregio con varietà rarissime. Anche la fauna comprende un elevatonumero di specie, alcune in via di estinzione. Nel cuore del biotopo è possibile osservare un sistemaambientale veramente ben salvaguardato. Da alcuni anni sono effettuate opere di ripristino di ex-col-tivi mirate all’ampliamento dell’area naturale oggi dotata di un percorso attrezzato che presto saràanche completato con un centro visite.

LICENZE E PERMESSIE.T.P. Ufficio licenze Udine, via Colugna 7/A tel. 0432551222ERREPI UDINE, via S.Caterina 58, Pasian di Prato UD tel. 0432699675

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Confluenze 66Tying

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67 Confluenze Tying Colori, foto di Natalino Costa

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Tying Confluenze 68

IPOTESI ULTRAVIOLETTEDi Tiziano Rizzotto

Ipotesi poiché in realtà non sappiamo cosa ecome vede un pesce. Ipotesi perché non sap-piamo se un pesce sia in grado di percepire le to-nalità dei colori con la stessa intensità (ossia sele vede come noi). Sappiamo solo che in qualchemodo i pesci distinguono i colori anche in profon-dità ma non ne conosciamo il meccanismo. Ilsolo campo aperto è quello della ricerca e perora delle ipotesi. Però alcuni studi rivelano che ineffetti alcuni pesci (e anche molti altri animali)sono in gradi di vedere i raggi ultravioletti, raggiinvisibili all’uomo e, … udite udite, tra questipesci spiccano trote e salmoni. Questo fattoreapre nuove possibilità e amplia non poco le appli-

cazioni di alcuni materiale nel campo della pesca.Questi materiali si chiamano UV o fluo e sono re-attivi ai raggi ultravioletti. Ora se i pesci sono ingrado di vedere i raggi ultravioletti, rimane peròda stabilire fino a che profondità questi raggipossono penetrare sotto alla superficie dell’ac-qua. In realtà avevo iniziato a scrivere questo ar-ticolo un paio di anni or sono, ma poi, lo avevoabbandonato per mancanza di precise informa-zioni sulla reale penetrazione dei raggi ultravio-letti in acqua. Anche consultando siti internet allaricerca di fonti concrete, avevo finito con l’are-narmi nel nulla. Alcuni siti spergiuravano che gliultravioletti non penetrano più di un paio di metri

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sotto la superficie d’acqua. Altri ancora, in decisacontraddizione con questi, lanciavano allarmi pla-netari sul fatto che l’effetto degli ultravioletti erala causa principale della moria di molte barrierecoralline anche a trenta metri di fondo. Il tuttopero senza una fonte sicura che dimostrasse percerto l’effettiva penetrazione degli ultravioletti inprofondità. Poi balzando di sito in sito sono riu-scito finalmente a capitare su un paio di studi dinote università e centri di ricerca che dimostranocome gli ultravioletti penetrino eccome numerosimetri sotto alla superficie (tenendo conto di fat-tori variabili come trasparenza, orari, stagioni elatitudini). Ora non sto a tediarvi con la ripresa ditali scritti abbastanza complicati (lunghezzed’onda e nanometri) o con grafici dalle geometrieincomprensibili che tengono conto dello zenit edella posizione in relazione all’equatore. Ma la

grande soddisfazione è stata quando sono capi-tato in un sito di foto di un’associazione di sub. Ilfotografo mostrava come a 20 metri di profonditàuna maglietta color rosso vivo in superficie, dive-nisse poi blu scuro. E dimostrava anche come lebretelle dell’imbragatura delle bombole color rosafluorescente, sempre a venti metri di profondità,rimanessero dello stesso colore. Ecco la prova in-confutabile che cercavo. Ora, quanto segue saràsicuramente utile a chi come me ama pescare astreamer con code affondanti e super affondantisia in acque dolci che in mare. Cosi macchina fo-tografica alla mano e con qualche faretto agli ul-travioletti ho iniziato a fare qualche scatto aimateriali di costruzione normali e di materiali dacostruzione fluorescenti o cosiddetti UV. Le fotoche seguono vi daranno una chiara visuale delcomportamento di questi.

pesca in mare, Francia

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alcuni materiali fotografati a luce bianca

alcuni materiali fotografati con luce ultravioletta

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luce uv, da notarecome lo streamerverde in alto sia quasiscomparso si intrav-vede solo la seta dimontaggio fluo

luce bianca tutti gli artificiali sono ben visisbili

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I colori naturaliin profondità:Per colori naturali, si intendono i colori che ve-diamo alla luce solare o artificiale normale(bianca o blu). Della scala di colori primari BGMN(bianco giallo magenta e nero) se togliamo ilnero che rimane pressoché invariato, dei rima-nenti colori quello che rimane più visibile in pro-fondità è il giallo, il rosso già a pochi metridiventa bluastro. Degli altri colori composti (ossiacreati dalla miscelazione dei primari) il verde, ilviola e il blu sono i più persistenti in profondità.Ora tutti sappiamo con quanta meticolosa curaun pescatore a mosca e costruttore di artificialiscelga i materiali da costruzione in base al luogodi impiego dell’artificiale stesso. Ma ciò nonbasta. A che scopo scegliere le più belle piume,le ciniglie o i tinsel colorati più sgargianti e i dub-bing più in voga se poi già a qualche metro diprofondità il tutto si impasta in una marmellatabluastra??? Un bello streamer rosso vivo e aran-cione che pensiamo sia ben visibile ai pesci in re-altà lo è solo in acque relativamente basse. E Allora??? Allora dovremo ripiegare sulla scelta

di materiali da costruzione in tinte Fluorescenti(reattive agli ultravioletti) e a quelli marcati ap-punto UV (ultra violet – che indica appunto laparticolare reazione agli ultravioletti). Per quantomi riguarda, da quando uso codesti materiali pe-scando in mare o nelle fonde buche di fiumi o neilaghi ho decisamente aumentato il numero dellecatture. Già, perchè bisogna considerare anche ilfatto che in una buca di fiume con acqua legger-mente velata la luce solare è ulteriormente fil-trata e penetra meno dei raggi UV, conconseguenza che già a qualche metro di profon-dità un artificiale UV sarà decisamente più visibiledi un artificiale realizzato con materiali standard.Ma attenzione: se i pesci possiedono una visioneanche agli ultravioletti ne scaturisce che sono ingrado di visualizzare anche delle minime imperfe-zioni a noi quasi invisibili, dato che esse sarannoamplificate dell’effetto UV, L’esempio banale èuna mosca da salmone tutta nera con ciuffo dor-sale in pelo di cervo nero e con solo 2 fibre dipelo di cervo rosa o verde. Ebbene queste due

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fibre saranno più vistose di tutto l’artificiale meinsieme. Quindi in fase di costruzione di un artifi-ciale anche una fibra fuoriposto o una seta dimontaggio male annodata sarà visibilissima alpesce. Un altro esempio è il fatto di come unpesce riesca a distinguere in una forte correnteun piccolo artificiale. L’esempio classico è l’im-

piego di piccole mosche da salmone su amo del14 usate in vorticose e fonde correnti dei fiuminorvegesi e islandesi. L’idea comune che una pic-cola mosca sia poco visibile in tali condizioni ci hasempre dirottato sulla scelta di grossi artificialiche in realtà, a parte condizioni particolari, benpoche volte interessano ai pesci.

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Le fotoHo fotografato alcuni materiali da costruzione con luce solare o artificialebianca e poi con una torcia agli ultravioletti per visualizzare le differenze.Deicolli di gallo spacciati per fluo si sono poi dimostrati del tutto estranei a que-sta particolarità, cosi come ciniglie e bubbing.

Si noti come nelleimmagine 1 i colli digallo fotografati aluce bianca (fuxiafluo, chartreuse fluoe arancio fluo sianoin effetti ben visibilie dai colori sgar-gianti.

Ma nella immagine2 si noti come lastessa foto con solaluce ultravioletta cimostra come il colloarancio spacciatoper fluo si veda solocome una massablu-violastra, men-tre il fuxia e il char-treuse rimangonoben visibili e dai co-lori quasi invariati.

colli con colori sgargianti acquistati come fluo fotografati a luce bianca

colli fotogratati a luce ultravioletta si noti come il collo arancione non reattivoagloi ultravioletti sia divenuto nero

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Nelle immagini 3 e 4 si può invece notare l’effetto degli ultravioletti su 2 pelli di coniglio, una char-treuse e una fuxia fluo.

Nella prima immagine alla luce del flash i colori sono ben nitidi mentre alla lampada ultravioletta lapelle chartreuse si offusca in una tonalità violacea.

pelli di coniglio in luce bianca, i due colori si vedono bene

pelli di coniglio in luce uv la pellicciaverde non reattiva ai raggi uv è diventata nera.

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Le immagini 5 e 6 mostrano invece dei dubbing di colore diverso in versione UV (tranne i gialli).

Nell’immagine 5 a luce bianca tutti i colori sono ben visibili, mentre a luce ultravioletta i colori nonUV reattivi si offuscano.

dubbing uv (tranne i gialli) fotografati a luce bianca

dubbing uv (tranne i gialli) fotograti agi UV. il colore giallo si è scurito in bruno opaco

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Occorre quindi tenere conto dei luoghi di pesca e delle profondità nelle quali dovremo necessaria-mente far lavorare i nostri artificiali. Usare materiali UV potrebbe già essere vincente in un’ansa fondadel fiume o in una fonda pool da salmone o ancora pescando in laghi in profondità (3 o 4 metri) o inassenza di sole pieno o in condizioni di acque velate.

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Ma le meraviglie della tecnologia UV non fini-scono qua. Oltre alla realizzazione di tinte reat-tive (fluo) da qualche tempo si trovano anchedelle resine che induriscono (catalizzano) seesposte ai raggi UV. In commercio troviamo dei piccoli blister con una piletta a led ultravioletto e unflaconcino di plastica nero con della resina UV, venduti, per gli usi più disparati. Boat repair, Wadersrepair, knot slider, ecc. ecc. In effetti gli usi di queste resine sono molteplici. (La tecnologia spiccia èsimilare al lavoro del vostro dentista quando vi ottura un dente e poi vi applica della resina che indu-risce con una strana lampada professionale a luce blu). Il problema delle resine catalizzate con le pic-cole torce a led è che l’indurimento non è mai sufficiente a rendere la resina effettivamente solida e,soprattutto, se usata per fare le testine di streamer o di mosche voluminose (o altre applicazioni chenormalmente si effettuano con le resine epossidiche a due componenti) difficilmente si avrà unaforte resistenza fisica. Ho travato solo una soluzione che effettivamente tiene il confronto con le re-sine epoxi, anzi è meglio in qualità di durezza e di minor spreco.

testa di mosca da tarpon in resina uv

torcia uv e kit ub in vendita boatrepair - waders repair ecc

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mosca da bones in resina uv

tricolor coho abbinamento di resine e materiali uv

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Già, perchè il problemadell’epoxi e che vi è ungrande spreco di materiale.Mentre con le resine UV si usa soloquel che serve e poi si catalizza e ilgioco è fatto. Nessuno spreco. Ad ognimodo l’unica soluzione valida almeno per ora èl’utilizzo degli stessi fornetti a lampade UV cheusano le estetiste per la creazione di unghie artificiali. Queste lampade sviluppano una radiazione de-cisamente più forte (possiedono infatti ben 4 o 6 lapade a incandescenza UV) e le resine UV cataliz-zano al punto da divenire dure come vetro. Una volta catalizzate si possono carteggiare, forare,verniciare ecc. In rete vi sono diversi siti che vendono le lampade da manicure e le resine sia traspa-renti (con diversi gradi di durezza e spessore) e resine colorate con una miscellanea di colori davveroincredibile tra cui molte tonalità fluorescenti.

forno uv e resine in diverso colore

applicazione di resinaprima della cataliza-zione in fornetto uv.si uso solo cio cheserve senza spreco

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I prezzi variano da 40 a 60 euro per un completo di lampada e una base di resine. Personalmenteuso molto queste resine per costruire artificiali soggetti a grande usura di pesca (mosche da mare, dasalmone e streamer vari, pesciolini, granchietti, gamberetti ecc.) e i risultati sono davvero soddisfa-centi. Il peso di queste resine è superiore a quello dell’epoxi e aiuta l’affondamento degli artificiali.L’unico accorgimento sarà quello di fare attenzione a non lasciare i vasetti aperti quando la lampadaa ultravioletti è accesa, l’importante è che la luce della lampada non arrivi alle resine che altrimenti fi-nirebbero col catalizzare.

moche in forno. solo 30 secondi ela resina sarà dura come vetro

alcuni realizzazioni nresina uv con colori uv

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da salmone da notare come nella moscatutta nera si vedano solo le fibre in flashuv e la seta di montaggio uv

il cheppia bomber in resina e colori uv

testina per mosca dabonefish in resina uvcon volore uv arancio

glitter da poter mischiare alle resine

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un'altra appli-cazione delleresine uv

le resine uvsono ideali perla realizza-zione di sacche alari odi dorsi agamberetti,granchiettiecc.

alevin dacheppia etrota realizzatoin resina uv

pesciolino rea-lizzato con te-stina in resinauv al postodella epoxi econ fibre dor-sali UV

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fly box per le cheppia con artificiali in resina e tinte fluo

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89 Confluenze FreshUna cattura strepitosa, foto di Alberto Volontè

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CHAVAN’GA

KOLA peninsula

Vista panoramica del fiume Chavanga

Di Alberto Volontè

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La penisola di Kola è unadelle mete più ambiteper i pescatori a moscainteressati ad una espe-rienza nella cattura disalmoni atlantici. Umba,Varzuga, Ponoi, Kola,Kharlovka, Rinda: sonosolo alcuni degli oltre 40fiumi che vi scorrono.Il Chavanga è uno diquesti anche se menoconosciuto; posto nellaparte sud orientale dellapenisola sfocia nel MarBianco ed è lungo circa60 Km dei quali solo gliultimi 20, i più prossimialla foce, sono pescabili.Esso è stato la metadella mia avventura dipesca al salmone atlan-tico, la prima della miavita, accompagnato, dal20 al 29 agosto 2012,dagli amici Maurizio, Sil-vano e Tiziano cui si èpoi aggiunta la guida lo-cale Vasyl.

Una veduta panoramica del corso del fiume Chavanga

Da sinistra a destra: Tiziano, Maurizio, Vasyl,Alberto e Silvano davantialla casetta della sauna

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Io l’ho vissuta così:

1° GIORNO – 20 AGOSTO 2012, lunedìRitrovo alle 9,00 all’ingresso dell’aeroporto diMalpensa. Tiziano ci raggiunge dopo pochi mi-nuti. Colazione e impacchettamento dei baga-gli. Fuori ci sono 32 gradi. Prima di fare ilcheck-in pesiamo preventivamente i bagagli:la borsa di Silvano pesa circa 29 chili, molto dipiù dei 23 consentiti. Decidiamo di spacchet-tare la borsa di Silvano per togliere qualcosada distribuire nei bagagli a mano del gruppo.Decollo alle 12,50 e arrivo a Mosca alle 18,30locali (le 16,30 italiane). Piove e le operazionidoganali sono un po’ lunghe. Ritiriamo il ba-gaglio e facciamo il check-in per Murmanskche raggiungiamo a mezzanotte dopo circadue ore e mezza di volo. A Murmansk dovetroviamo ad aspettarci Vasyl. Ci sono 3 gradi eandiamo subito a dormire.

2° GIORNO – 21 AGOSTO 2012, martedìSveglia alle 7,00 e nell’intensa luce delle lun-ghe giornate estive del nord partiamo allavolta di Kandalaksha che raggiungiamo versole 11,45 dopo circa 250 km; lì facciamo un po’di spesa presso il locale supermercato, l’ultimolungo il nostro tragitto. Riprendiamo il viaggioalla volta di Umba, 110 Km di distanza dovearriviamo verso le 14,00 e cambiamo mezzo:lasciamo il Transit e saliamo su un pulminocon tanto di carrello dove abbiamo caricatotutte le nostre valige e un po’ di provviste.Partiamo quindi alla volta della foce del fiumeVarzuga che dista circa 150 km. La strada di-venta uno sterrato per poi trasformarsi in unavera e propria pista tracciata in terreno sab-bioso che attraversa la taiga nel cui sottobo-sco svettano migliaia di funghi Gli ultimikilometri sono davvero impegnativi. Raggiun-giamo l’immensa foce del Varzuga alle 17,15;tira vento e pioviggina. Trasbordiamo personee bagagli su una piccola barca a motore con laquale, in due riprese, raggiungiamo la spondaopposta dove ci attende il nostro nuovo mezzodi trasporto: un camion militare nel cui cas-sone è stato ricavato un piccolo vano dovetrovano spazio due panchine per i passeggeried una stufa.

In volo verso Mosca

Compriamo birre, qualche bottiglia di vino di pro-duzione Ucraina, tre pacchi di pasta e una bottigliadi cognac

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L’immensa foto del fiume Varzuga. Gli ultimi contatti con casa: di lì in poi i cellulari non prenderanno più

Le rive del Mar Bianco sono costellate di casupole usate saltuariamente dai pescatori

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Il viaggio riprende alla voltadi Chavanga. Ci mancanosolo 40 km, ma sono i più im-pegnativi perché dobbiamopercorrere, costeggiando lerive del Mar Bianco, una pistafatta di pietre enormi, guadi,tratti fangosi e disconnessi etratti di spiaggia ricoperti datrochi enormi: ci impieghe-remo quasi 4 ore compresauna piccola sosta per qualchefoto e una cena frugale: pa-nini the e birra. Compare perla prima volta una bottiglia divodka. Capiamo che le sosteservono non solo a noi perscaricare un po’ d’acqua, maanche all’autista del camionper mettere acqua nel radia-tore.Alle 21,30, dopo 13 oree mezzo di viaggio raggiun-giamo il fiume Chavanga cheguadiamo con una manovraabbastanza spericolata che citiene un po’ in apprensione:siamo molto stanchi ed in-freddoliti e gli scossoni delleultime tre ore di viaggio cihanno provati. Ma mentreguadiamo il fiume scorgiamodal piccolo finestrino del no-stro alloggiamento, due bel-lissimi salmoni che saltanonell’acqua: la stanchezzascompare subito e qualcuno(io) chiede se è possibile an-dare subito a pescare … !!Sulla riva opposta del fiumec’è il villaggio composto dauna quarantina di case e unachiesa; ai margini del paesec’è il nostro lodge. Scari-chiamo i bagagli e ci beviamoun po’ di caffè e the a lumedi candela perché non c’ècorrente elettrica a causa diun guasto sulla linea cheverrà riparato due giornidopo. Disfiamo le valigie epoi ci mettiamo tutti a letto:è quasi mezzanotte ma il celoè ancora molto chiaro comesi fosse al tramonto.

Il fiume Varzuga.

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95 Confluenze FreshChavanga è un piccolo villaggio abitato stabilmente da una ventina di persone che d’estate diventano 40

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3° GIORNO – 22 AGOSTO 2012, mercoledìMi sveglio alle 6: l’emozione e l’attesa per la miaprima battuta di pesca al salmone è troppo forte;Maurizio dorme ancora della quarta e russicchia(!?!), dalla stanza di Silvano e Tiziano non giungealcun rumore e allora decido di uscire per fare unpiccolo giro in paese a scattare qualche foto delfiume; in prossimità del ponte posto a circa 500metri a monte della foce incontro Silvano cheevidentemente aveva avuto la mia stessa idea esi era alzato prima di me.Rientriamo al lodge e diamo la sveglia. Caffè ecolazione poi ci raggiunge Vasyl e con lui fac-ciamo una prima selezione delle mosche che ab-biamo portato. Prima brutta notizia: di tutti gliartificiali che hanno appesantito il nostro baga-glio pochissimi sono utilizzabili a causa degli al-tissimi livelli del fiume e del colore delle acqueche assomiglia al the nero per effetto delle ab-bondantissime piogge che negli ultimi giornihanno intriso il bacino imbrifero del Chavangaformato in gran parte da terreni costituiti datorba. Di fatto useremo (così almeno è stato perme) solo le mosche forniteci da Vasyl e qualcunacostruita da Tiziano durante i dopo cena. Seconda brutta notizia: sempre a causa delle

grandi piogge dei giorni scorsi (praticamente unamezza alluvione) le piste di accesso al fiume nonsono percorribili dai mezzi, nemmeno dal cater-pillar. Per questa ragione non solo potremo pe-scare unicamente le pools del tratto inferiore delfiume raggiungibili a piedi, ma non potremonemmeno andare sul vicino Strelna (altro bellis-simo fiume che dista circa 20 km verso est) checomunque risulta impescabile.Alle 9,30 siamo pronti e vestiti di tutto punto:piove e tira vento. Risaliamo il fiume per circa unkilometro e mezzo e Vasyl ci indica una primapool sopra una piccola cascata: sono il primo ascendere nel fiume che ha una corrente moltosostenuta ed un fondale accidentato reso ancorapiù infido dal colore dell’acqua che impedisce divedere il benché minimo ostacolo. Vasyl, prima dilasciarmi per proseguire verso monte con gli altricompagni ordina: “pesca la pool per 45 minuti,poi raggiungici seguendo il fiume”.Ho portato la mia 9 piedi per la 8 e mi devo ci-mentare per la prima volta con la pesca in de-riva. Cerco di andare il più possibile verso ilcentro del fiume come mi ha indicato la guida edincomincio a pescare. Dopo aver sentito un paiodi tocchi leggeri alla mia mosca, probabilmente

Il momento della selezione delle mosche

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Il ponte che attraversa il Chavanga in prossimità della foce

Vasyl ci illustra la prima pool di pesca

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99 Confluenze FreshIl Chavanga gonfio di acque color tè

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qualche temolotto, sento una abboccata, lasciomangiare e poi ferro con le pulsazioni a mille:sento la resistenza sulla lenza, ma non può es-sere un salmone … troppo lieve il suo combatti-mento; è infatti una trotella sui 30 cm. Beh, senon altro ho preso il primo pesce sul Chavanga.Dopo un’oretta mi incontro con Tiziano e insiemeraggiungiamo gli altri che sono un kilometro piùsu, alla Cable Pool. Breve consulto sulle catture:Silvano ha ferrato due salmoni, uno piccolospiaggiato e rilasciato, l’altro perso. Maurizio haagganciato un salmone che si è slamato quasisubito ed ha preso un piccolo temolo. Rientriamo al lodge per il pranzo, ma nei giornisuccessivi non lo faremo più per evitare i nonagevoli sentieri che, attraversando la taiga e al-cuni tratti di tundra consentono di risalire ilfiume. Ripartiamo verso le 16. Silvano ed io risa-liamo ancora la sponda sinistra, mentre Maurizioe Tiziano, accompagnati da Vasyl e da Nose, at-traversano il ponte e risalgono la sponda destra.Io ho deciso di cambiare canna e userò per laprima volta in vita la due mani. Con Silvano rag-giungiamo la Cable Pool ed iniziamo a pescare.

Per me è la prima volta con la canna a due manie faccio un po’ di fatica ad abituarmi al lancio,ma alla fine mi arrangio. Dopo circa un’ora dipesca sento uno strattone deciso alla mosca,ferro immediatamente … niente: l’ho sbagliato!Subito dopo ne sbaglio un altro ed incomincio amaledirmi. Passata circa un’ora da quando ho ini-ziato a pescare, sento ancora un’abboccata; la-scio mangiare e poi ferro con decisione e sentola lenza tendersi con forza: è il mio primo sal-mone atlantico che si difende con un paio di saltie lunghe fughe nella corrente. Riesco a spiag-giarlo al colmo della felicità! Ovviamente verrà ri-messo in acqua a nuotare felicemente.Arriva la sera senza altre catture per me anchese ne ho persi ben 4 che si sono slamati duranteil combattimento; Silvano ha preso un altro belsalmone. Rientriamo al lodge dove sono già arri-vati gli altri. Una bella doccia alla russa (con ma-stello e tazza per versarsi l’acqua addosso) e poicena a base di salmone crudo e a lume di can-dela. Immancabili i brindisi a base di vodka perfesteggiare le catture e il primo giorno di pescasul Chavanga. Si va a nanna verso mezzanotte.

Nose è un cane del villaggio: ci accompagnerà in qualche battuta di pesca

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Silvano è il primo del gruppo a catturare un salmone

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Il mio primo salmone atlantico: non è molto grande, ma la felicità è immensa

Le lunghe camminate nei fangosi sentieri nella taiga caratterizzeranno tutte le nostre battute di pesca

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4° GIORNO – 23 AGOSTO 2012, giovedìSveglia alle 7: piove molto forte. Facciamo cola-zione tutti insieme e poi, dopo una vestizionemolto accurata, partiamo per il fiume. Raggiun-giamo la Cable Pool che ormai è diventata la no-stra base di approccio al fiume Incominciamo apescare. I pesci sono poco attivi e non si segna-lano catture di rilievo. Solo Vasyl prende un sal-mone proprio sopra di me con una piccola tubefly. La pioggia adesso si è fatta più sottile e menofastidiosa. Verso le 12 prendo una bella trota cheVasyl decide di tenere per la cena. Passa un’altramezzora ed ecco un bell’attacco cui segue la miaferrata decisa; il salmone è agganciato e spiag-giato dopo una bella lotta: è un bellissimo ma-schio (foto 19 – Did “un bellissimo maschiocatturato con una piccola tube fly). Camminiamoper circa un’ora seguendo il corso del fiume.Raggiungiamo una bella pool dove un piccolo ru-scello dall’acqua scurissima entra nel fiume: è laWater Stream Pool. Proprio in prossimità del ru-

scello si posiziona Maurizio, Silvano e Tizianolungo le correnti a valle. Io vengo posizionato piùa monte in un correntone molto forte dove èdavvero difficile mantenere l’equilibrio anche acausa del fondo costituito da grandi pietre spigo-lose. Appena entro in pesca sento un attacco for-midabile e prendo un altro bel salmone. Nel girodell’ora successiva ne spiaggio altri due: grande!!Raggiungo gli altri: Maurizio ha fatto strage edha preso 4 splendidi salmoni di cui uno davveromolto molto bello. E Tiziano non è stato dameno. Siamo tutti molto stanchi ed affamati e ciincamminiamo sulla strada del ritorno e raggiun-giamo il lodge verso le 21. Cena a base di sal-mone crudo ed ovviamente grandi brindisi convodka. Dopo cena Tiziano si esibisce al morsetto e pre-para una dozzina di mosche che vengono imme-diatamente razziate.Io ho la schiena a pezzi e per fortuna ho portatoqualche bustina di Oki.

Lungo i sentieri si vedono centinaia di funghi e non è raro trovarne di ottimi. Tiziano ne trova uno splendidoche andrà a condire un’ottima spaghettata cucinata da Maurizio.

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Spettacolare difesa del salmone allamato da Maurizio presso il water stream.

Un bellissimo maschio catturato con una piccola tube fly

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Maurizio con la sua cattura più bella della giornata.

Tiziano con un altro meraviglioso salmone del Chavanga.

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5° GIORNO – 24 AGOSTO 2012, venerdìLa pioggia ci accoglie anche stamattina, e c’èanche un po’ di vento. Come al solito sveglia verso le 7,30 e colazione aseguire con il caffè fatto con la mitica macchi-netta portata da Maurizio. Per le 9 siamo pronti eci incamminiamo.Oggi risaliamo la sponda destra che raggiun-giamo dopo aver attraversato il ponte in legno.Camminiamo per circa un’ora e quarantacinqueimmersi nello splendore della tundra con pano-rami mozzafiato e raggiungiamo la zona di Po-kosy camp. Tiziano e Maurizio rimangono sullasponda destra mentre Silvano ed io, accompa-gnati da Vasyl, ci avventuriamo nella difficile av-ventura di guadare il fiume che in quella zona èabbastanza profondo e presenta una forte cor-rente oltre che un fondo particolarmente acci-dentato. Silvano si ferma in una prima poolproprio sotto Pokosy camp mentre io e Vasyl ri-saliamo fino al campo vero e proprio che è si-tuato su un bellissimo pianoro con un bel prato etante betulle di contorno leggermente rialzato ri-spetto al letto del fiume. Vasyl mi accompagna inuna bella pool molto difficile: devi stare in mezzoalla corrente principale ed il fondale che non vediè disseminato di grossi massi spigolosi che ren-dono la camminata e lo stesso stare fermi inpesca decisamente complicato.Aggancio un primo salmone che tira come un os-sesso sfruttando anche la forte corrente. Cerco diguadagnare la riva per spiaggiarlo, ma l’equilibrio

precario e la difficoltà di camminare su quelfondo irregolare non mi consentono di governareal meglio il pesce che si slama quando ero quasiriuscito a guadagnare la riva: accidenti! Rag-giungo nuovamente la mia postazione di pesca edopo la cattura di un paio di temolotti sento unaltro attacco deciso: ferro un bel salmone che in-comincia a saltare ripetutamente e rischia con isuoi strattoni farmi cadere in acqua. All’ennesimosalto si slama anche questo. Decido di cambiarezona di pesca e ridiscendo il fiume raggiungendoSilvano che ha preso due salmoni. Insieme a luidecidiamo di non pranzare e continuare a pe-scare ed io vado a farmi la Sand Pool proprio difronte a Tiziano che è sulla riva opposta. Dopopoco aggancio un bel salmone che riesco aspiaggiare.Un caffè veloce fatto con l’acqua delfiume e poi incominciamo a ridiscendere la rivaalternandoci nella pesca lungo le correnti impe-tuose. Tiziano prende due bei salmoni. Raggiun-giamo la Cable pool ed insieme a Silano, sempreguidati da Vasyl, guadiamo nuovamente il fiumeche qui è meno impetuoso e la nostra attraver-sata è decisamente meno complicata. Tiziano eMaurizio rimangono in sponda destra e conti-nuano a pescare scendendo verso il campo. Sil-vano ed io peschiamo con insistenza la CablePool ma senza catture. Io mi accorgo di averperso il manettino del mulinello: per fortunaMaurizio mi presterà il suo di scorta.Ritorniamo al campo dove sono appena arrivatianche gli altri. Siamo tutti stanchi ed affamati.

L’acqua del fiume è una risorsa, tè e caffè si fanno con quella

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I panorami mozzafiato della tundra.

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109 Confluenze FreshIl Chavanga dalla sponda destra.

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Confluenze 110FreshMaurizio ingaggiato nella parte mediana della Cable Pool

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6° GIORNO – 25 AGOSTO 2012, sabatoMi alzo alle 7: tutti gli altri dormono. C’è un belsole, ma tira un vento teso e gelido… forse erameglio la pioggia.Raggiungiamo la Cable Pool ed io mi piazzo nellasolita corrente nella zona superiore dell’ampiaansa del fiume. I pesci non sembrano molto at-tivi. Prendo due temoli e sento un paio di attac-chi ma senza risultato. Decido allora di andarepiù in basso, proprio a valle della zona dovestanno pescando Maurizio e Tiziano. Cercando diraggiungere i due enormi massi che si staglianoin mezzo al fiume, perdo l’equilibrio e cado nel-l’acqua proprio sotto gli occhi di Maurizio.Mi sono riempito i waders di acqua ma continuo

a pescare. Non sento attacchi e incomincio ad in-nervosirmi; Vasyl mi dice che sto pescando maleed ha sicuramente ragione, ma il freddo che miha assalito per il bagno imprevisto, l’arrivo di ungran numero di fastidiosissime zanzare che tipungono ogni centimetro quadro di epidermidescoperta e il timore del cappotto mi hanno messoin agitazione. Decido allora di rientrare anzi-tempo al lodge per farmi una bella sauna e to-gliermi il freddo di dosso. La sera vengo giustamente preso in giro per ilmio ennesimo bagno nei fiumi di tutto il mondo eper il mio cappotto, ma anche queste sono occa-sioni per Vasyl di lanciare i suoi brindisi a base divodka!

Tiziano con un’altra splendida cattura

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7° GIORNO – 26 AGOSTO 2012, domenicai svegliamo con un bel sole pieno, ma la tempe-ratura si è abbassata di parecchio. Al lodge vienea farci visita un branco di cavalli selvatici chesembrano mettersi in posa quando li fotogra-fiamo. Fatta colazione prendiamo la via del fiumee raggiungiamo la Cable Pool e stiamo lì a pe-scare per un paio d’ore. Solo Silvano prende unsalmone mentre tutti gli altri nulla. Decidiamo al-lora di risalire fino alla Water Stream Pool, maanche qui nessun attacco e nessuna cattura: cifermiamo allora per il pranzo al sacco. Dopopranzo decido di rifare la pool proprio dove entrail torrentello laterale. Appena arrivo in postazioneincomincio a lanciare ed al terzo lancio aggancioun bellissimo salmone: è molto grosso ed ha lavocazione del saltatore: uno, due , tre salti spet-tacolari, al quinto salto si slama. Una rabbia !Rientro in pesca e dopo poco riattacco un sal-mone che riesco per fortuna a spiaggiare: il cap-potto è salvo. Riscendiamo alla Cable Pool,durante il tragitto Vasyl ci dice che se prendiamoun silver dobbiamo tenerlo per poterci garantirela cena. Riprendiamo la pesca ma senza risultati:solo piccoli temoli ed un paio di trotelle. Allesette ci ritroviamo tutti sulla riva e si parla di ri-tornare al lodge vista la scarsissima attività deipesci, ma dopo un breve consulto decidiamo direstare a pescare aspettando che il sole scendadietro agli alberi ed incominci a lasciare in ombrale postazioni di pesca migliori. Io risalgo alla miasolita zona all’inizio dell’ansa e Tiziano mi segueper mettersi poco più a monte di me. Al quintolancio aggancio un bel salmone che tiro a riva: èun “resident” e quindi lo rilasciamo. Il tempo dirientrare in pesca e, fatti due lanci, ancora un at-tacco. Ferro ed incomincia una bella lotta perché

il salmone dall’altra parte del filo non ha nessunaintenzione di farsi spiaggiare. Sotto gli occhi diTiziano raggiungo la riva e riesco a spiaggiare ilpesce: è un bellissimo silver: la cena è salva! Ti-ziano pulisce per bene il pesce. Faccio per ripren-dere la canna per tornare a pescare ed allasemplice tensione della lenza rompo il ciminodella mia due mani: probabilmente l’ho inavverti-tamente sbattuta su un sasso nelle fasi concitatedella precedente cattura. Pesca finita! Decido al-lora di raggiungere Maurizio che sta pescandocirca trecento metri più in basso per fargli vedereil bellissimo silver catturato. Proprio quando ar-rivo alla sua altezza Maurizio aggancia una predaed inizia il suo combattimento: tiro fuori la tele-camera e cerco di filmarlo. La lotta è piuttostolunga, il pesce è sicuramente di taglia ed oltre-tutto è stato catturato proprio a ridosso dellasponda opposta. Alla fine, e non senza difficoltà,riesce a raggiungere la riva ed a spiaggiare ilpesce: anche questo è uno splendido silver, an-cora più grosso del mio. Ovviamente facciamo lefoto di rito e poi cerchiamo di rimettere in acquail salmone, ma il pesce è particolarmente stres-sato e nonostante tutti i nostri tentativi di riossi-genarlo rimane a pancia all’aria quando lorilasciamo. Decidiamo allora di killare anche que-sto: vorrà dire che avremo un po’ più da man-giare. Dopo un’altra mezzoretta priva di ulterioricatture facciamo rientro al lodge: a me l’onere diportarmi i due pesanti trofei durante il tragitto edarrivo al lodge decisamente affaticato, ma lagiornata è stata talmente bella ed entusiasmanteche non me ne accordo.Cena a base di ottimo e abbondante salmonecrudo bagnato ovviamente da innumerevoli bic-chieri di vodka.

Un momento di relax lungo il fiume

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Se le condizioni sono buone la risalita dei silver è davvero copiosa e le catture si susseguono con un ritmoentusiasmante

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8° GIORNO – 27 AGOSTO 2012, lunedìSveglia alla solita ora: è il nostro ultimo giorno dipesca. Io devo approfittare della canna a duemani di Maurizio perché la mia è inutilizzabile: luicontinuerà ad usare la sua switch.La meta è la solita Cable Pool che battiamo iltutta la sua lunghezza. Io incomincio dalla miasolita zona che sondo con particolare attenzione.Continuo a catturare piccoli temoli ed un’infinitàdi avannotti di salmoni che attaccano la miamosca anche se è più grande di loro. Aggancioun bel pescione ma questo si slama passati pochiminuti di lotta. Dopo tanto insistere, poco primadi pranzo, aggancio un altro bel salmone propriosotto la confluenza del ramo secondario delfiume: anche questo è un bel silver fresco di risa-lita perché è ancora pieno di pulci di mare.Ci fermiamo per il pranzo proprio in prossimitàdella stazioncina da cui parto i cavi che danno ilnome alla pool. È una specie di stazione idrogra-

fica che consente di rilevare profondità e portatadel fiume attraverso una sonda arrugginita cheassomiglia ad un piccolo siluro e che viene por-tata al centro del fiume appunto utilizzando i caviin acciaio.Pranzo a base di tranci di salmone cotti al cartoc-cio sotto la brace: buonissimi.Il pomeriggio non riserva altre catture, ma aspet-tiamo speranzosi il calare del sole per approfit-tare, come il giorno precedente, delle primeombre degli alberi sull’acqua. La nostra attesaviene però delusa ed il fiume non ci regala ulte-riori belle sorprese. Peccato. Rientriamo al lodgee, parcheggiato proprio in prossimità della nostracasetta, c’è già il mezzo militare che ci dovrà por-tare, domattina, nel primo tratto del nostro viag-gio di ritorno: la sua vista mi mette un po’ dimalinconia. A cena, ovviamente, salmone e poi salmone concontorno di ... salmone e vodka a fiumi!

Un bel silver fresco di risalita

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9° GIORNO – 28 AGOSTO 2012, martedìCi svegliamo tutti alle 7: ci sono da preparare levalige perché la partenza è prevista per le 9.Cerco di fare la mia alla bell’è meglio, racco-gliendo gli indumenti che avevo steso ad asciu-gare perché fradici del bagno nel fiume, eraccattando tutto quello che avevo sparso in giro

per la camera. Alla fine mi manca il mulinello chemi si era rotto e non lo trovo da nessuna parte …va beh, vorrà dire che qualcuno lo ha messonella sua di valigia e prima o poi salterà fuori. La-sciamo a Vasyl la lattina d’olio che abbiamoavanzato e le tante cialde di caffè inutilizzate.Alle 9 e quindici partenza. C’è bassa marea e

Un silver fresco di risalita e pieno di pulci di mare

Un piccolo caribù ci saluta proprio la mattina della partenza

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tenderci l’ultima bellissima immagine che ci re-gala la penisola di Kola: un piccolo gruppo di ca-ribù è lì nel parco dell’hotel intento a mangiare letenere foglie delle betulle. Sono le mie ultimefoto del viaggio. Andiamo in aeroporto e ci im-barchiamo sull’aereo. Arriviamo a Mosca sottoun’acqua torrenziale. Facciamo qualche acquistoal duty free dell’area internazionale: i pochi sou-venir che portiamo a casa fatti salvi gli splendidiricordi e le immagini di questa avventura per meindimenticabile. Atterriamo a Malpensa alle 14, inperfetto orario e, a giusto corollario di un viaggiomeraviglioso, i bagagli arrivano tutti e senzatroppi ritardi. Viaggio meraviglioso, compagniasplendida, peccato sia finito.Un infinito grazie a Vasyl, ottima guida e pro-fondo conoscitore del fiume per informazioni: [email protected] grande ringraziamento a Tiziano, perfetto or-ganizzatore ed accompagnatoreper informazioni:[email protected]

quindi, al contrario di quando siamo venuti, pos-siamo fare alcuni tratti lungo la spiaggia anzichésulla costa, ma nonostante questo gli scossonisono sempre tanti e vigorosi. Partiamo con ilsole, ma arrivati a Varzuga si è già tutto rannuvo-lato e cade anche qualche goccia di pioggia. At-traversato il fiume con la solita barchetta, ciattende lo stesso mezzo con cui eravamo venuti.Questa volta è senza carrello ed è cambiato l’au-tista. Il tragitto ormai lo conosciamo. Arriviamo aMurmansk verso le 20,30 ed andiamo tutti ad unristorante vicino all’albergo. E’ l’occasione per rin-graziare Vasyl della sua attenzione e disponibilitàed anche di festeggiare Maurizio che domanicompie gli anni. Chissà perché, per cena, ordi-niamo tutti piatti a base di carne … Il tutto fini-sce con l’immancabile, e purtroppo ultimo,brindisi con la vodka. Alle undici siamo già tutti ananna: domattina si parte presto

10° GIORNO – 29 AGOSTO 2012, mercoledìSveglia alle cinque; in pochi minuti siamo tuttipronti e scendiamo nel piazzale dell’hotel. Ad at-

I brindisi a base di vodka si sono sprecati nel corso della nostra permanenza sul Chavanga, ma questo è pro-prio l’ultimo. Si brinda ad un prossimo ritorno su questo splendido fiume

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Confluenze 122Tying

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123 Confluenze Tying ... bracconiere? foto di Corrado Corradini

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Tying Confluenze 124

Le interminabili calde e soleggiate giornate di luglio ed agosto sono ormai un ricordo, l’aria è più fre-sca ed in essa si espandono nuovi profumi ed odori, il verde brillante dei precedenti mesi estivi ora èmeno deciso e qua è la viene interrotto dalle prime macchie dorate: l’autunno è ormai arrivato e no-nostante nelle ore centrali della giornata si percepiscano ancora temperature quasi estive, il cielo èpiù terso e la luce è più tenue, meno abbagliante, con maggiori sfumature tra luci ed ombre, do-nando piacevoli e rilassanti contrasti di luce.A settembre ed inizi ottobre si vive un particolare momento d’oro, tutto è in fermento e sembra chela natura, dopo l’opprimente calura estiva, quasi presagendo i lunghi e duri mesi invernali, voglia rivi-vere una seconda primavera; tutto ciò lo si riscontra anche nel comportamento dei pesci, ora mag-giormente attivi durante l’arco dell’intera giornata, mentre in estate riducono la loro attività alle primeore del mattina e alle ore serali. Questo periodo dell’anno è particolarmente favorevole per noi pesca-tori, che assistiamo ad attività dei pesci in superficie insolite e spesso di lunga durata. In America leultime due settimane di settembre ed inizi ottobre vengono denominati “indian summer”, l’estatedegli indiani, proprio perché la natura riscopre una vitalità che si era assopita nei mesi estivi. A ren-dere il tutto ancora maggiormente favorevole sono le condizioni delle acque, solitamente stabili nei li-

Testo di Marco Feliciani - Fotografie di Marco Feliciani e Natalino Costa

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velli e più fresche e tutto ciò permette di assi-stere ad un numero maggiore di insetti presentiin acqua.Nei mesi di inizio autunno è molto comune tro-varci ad affrontare acque con la presenza con-temporaneamente di più specie di insetti, alcunidei quali presenti in gran numero: trovareschiuse miste di effimere, tricotteri, plecotteri editteri è tutt’altro che insolito, permettendospesso una attività intensa in superficie di trote etemoli. Ovviamente tutto ciò comporta ancheuna selettività estrema nei pesci, specie quandodecidono di cibarsi di uno specifico insetto in unben determinato stadio: il pescatore a mosca inquesti casi può rischiare un esaurimento nervosotrovandosi a pescare su decine di bollate, magariad un metro dai propri stivali, senza ottenere al-cuna cattura. Per affrontare queste difficili situa-zioni il pescatore deve mettere il massimoimpegno nella precisione dei propri lanci, conparticolare cura nella presentazione degli artifi-ciali, e disporre nelle proprie scatole di una nu-trita gamma di mosche, possibilmente realizzatein diverse taglie. Il pesce che affronteremo adinizio autunno sarà si molto più attivo rispetto aiprecedenti mesi estivi, ma sarà anche un pesceche ha affrontato le inside di noi pescatori ormaida molti mesi, quindi sarà smaliziato e molto se-

lettivo nel salire a ghermire gli insetti in schiusa.Considerando tutto ciò, per sperare di avere suc-cesso dovremo quindi utilizzare finali il più lunghipossibile in base alle proprie capacità di lancio,con punte dai diametri sottili e riuscire ad intuire,quando vi sono schiuse miste, di quale precisoinsetto e di quale stadio si sta cibando il pesce inattività.Oltre alle classiche effimere, troveremo abbon-danti schiuse di ditteri, piccoli plecotteri e gli im-mancabili chironomidi; se non fosse giàabbastanza difficile il tutto, a complicare ulterior-mente la situazione vi è che spesso ci ritrove-remo ad imitare insetti dalle dimensionimicroscopiche, al limite della loro imitabilità no-nostante esistano sul mercato ormai da anni amiche arrivano fino alla incredibile misure del nr.32. Ricapitolando, stiamo per affrontare il pe-riodo probabilmente più favorevole per la nostrapesca, ma anche quello più difficile come approc-cio, con pesci che conoscono a memoria i nostriartificiali, molto sospettosi e con livelli media-mente bassi e con acque molto limpide. In que-sto mio scritto cercherò di dare alcuni sempliciconsigli sulle attrezzature maggiormente indicatee, cosa quanto mai importante, una selezione diartificiali particolarmente utile per questo periododell’anno.

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ATTREZZATURECon la fine di settembre/inizi ottobre le acqueclassiche da salmonidi, ovvero i torrenti ed i laghidi montagna subiscono la chiusura della pesca equindi le nostre attenzioni si concentrano sulleacque pedemontane o di fondo valle, ambientiche oltre ad ospitare le trote hanno tra i loro abi-tanti anche temoli e cavedani e questo permetteil proseguo della stagione di pesca. Si trattaquindi di acque di una certa ampiezza, per que-sto consiglierei l’impiego di canne con una lun-ghezza compresa tra i 8’1/2 ed i 10’ piedi (9’ è laclassica all round), mentre per le code optereiper le WF del 3, 4 e 5 (specie per questi corsid’acqua vicini a grandi laghi con forte presenza divento) e DT del nr 3 e 4. Preferisco canne conazione medio-progressiva, comunque non tropporigide, dato che saremo costretti sempre ad uti-lizzare finali con punte dai diametri sottili e in al-cuni casi sottilissimi (0,10 – 0,08).

Il finale lo ritengo importante nell’azione dipesca, deve essere lungo possibilmente almenocm 3,60 – 4,20, con punte molto sottili, in ognicaso mai superiori al 0.14 (5X), spesso in condi-zioni difficili non è raro dover ricorrere allo 0.10(7X). Il filo deve essere di tipo morbido, ottimiquelli a bassa rifrazione nei colori marrone, verdeoliva scuro o il sempre più diffuso fluoro carbon,migliorato negli ultimi 2/3 anni, meno rigido econ una migliore tenuta sui nodi, qualità limitatenei primi fluoro carbon comparsi anni fa sul mer-cato. Ritengo validi, purchè siano ben realizzati,sia i finali di tipo conico che quelli a nodi; gene-ralmente i conici risultano più “morbidi” nellaposa, per contro soffrono di più la presenza divento; con acque lente tendo a preferire quelliconici, scegliendo invece quelli a nodi nei coricon maggiore corrente e pesci meno smaliziati epescati.

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AVVERTENZE IN AZIONE DI PESCADare consigli dettagliati su come pescare in que-sta stagione non mi sembra il caso, rischierei didare indicazioni troppo generiche e banali o, percontro, troppo dettagliate ma per singole situa-zioni, non coprendo invece le numerose condi-zioni che si potrebbero incontrare sui fiumi.Mi permetto solo di consigliare molta cura nellapresentazione dell’artificiale, specie in presenzadi attività in superfice. Se vi è possibile, evitate diaffrontare da valle a monte il pesce in bollata,cercate sempre di pescarlo lanciando a monte inmodo diagonale o affrontandolo in parallelo. Ilnon far passare prima la coda di topo, specie conlivelli bassi ed acque trasparenti, permette di nonallarmare ulteriormente pesci peraltro già moltotimidi e sospettosi. In alcuni casi per avere suc-cesso bisogna persino lanciare da monte a vallefacendo compiere all’artificiale una passata soprala bollata; questo permette spesso di far salirepesci che sembravano imprendibili, ma per con-tro aumenta il numero di ferrate inconcludenti inmodo esponenziale.Altra avvertenza che spesso risulta vincente, èsgrassare la parte terminale del finale, permet-tendo così allo stesso di “lavorare” sotto la pelli-cola superficiale e diminuendo o facendo spariredel tutto la rifrazione superficiale. In commercio

esistono liquidi che permettono l’affondamento,se usati in modo corretto (con un fazzolettino dicarta imbevuto fate passare la punta del finale)possono risultare utili in situazioni difficili comepiane con correnti lentissime ed uniformi (le fa-mose “piatte”). In passato si portava un pez-zetto di patata, il liquido di essa risultavasgrassante, ma credo che nessuno oggi ricorra aquesto “materiale”.Infine consiglio di portare sempre con sé un gua-dino con le maglie tipo no kill o tipo ghost in ma-teriale siliconico. Perché portarsi un attrezzo inpiù sulle spalle? Pescando con finali molto sottilifacilita la slamatura del pesce rendendo l’opera-zione più veloce ed agevole ed evitando rotturedel finale nella fase finale del combattimento.Inoltre abbrevia la lotta del pesce permettendoallo stesso un rilascio meno devastante rispettoad un tira e molla infinito come purtroppo spessomi tocca assistere, liberando magari in modomaldestro il malcapitato pesce, che il più dellevolte morirà dopo lunga agonia. Purtroppo il guadino è visto ancora da molti mo-schisti non come uno strumento utile al rilascio diun pesce sano e non sofferente, ma come unvecchio strumento per prendere più pesci e que-sto ne limita la diffusione e l’impiego.

Foto di Corrado Corradini

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ARTIFICIALIHo lasciato per ultimi questo argomento, ben sa-pendo però che risulta essere il più importante ditutto ciò che lo ha preceduto. Ed è la riprova dicome il mondo della pesca a mosca sia affasci-nante e praticamente aperto a tutte le più diffe-renti esperienze, senza limiti di opinioni. Mispiego meglio: nelle numerose scuole di pesca amosca esistenti in Italia si da la maggiore atten-zione al lancio, spesso riducendo l’attenzioneverso gli artificiali o, dando ad essi comunqueuna relativa importanza. Una frase che spessoviene citata è che “LA MOSCA LA PUOI COM-PRARE IL LANCIO NO” e rappresenta in sintesiquesto concetto che ho appena evidenziato. Maproprio per le infinite esperienze che la pesca amosca offre, potrei facilmente ribaltare il con-cetto affermando che con un corso di lancio (2, 3e più) puoi comunque acquisire una buona /ot-tima tecnica, mentre le mosche che catturanofatte dal tal pescatore, che magari pesca da de-cenni determinati corsi d’acqua e conosce tuttosugli insetti presenti, se non sei un suo amico,MAI LE AVRAI!!!Tutto ciò di fatto diventerebbe una discussioneda bar tanto cara a noi Italiani, ma una verità in-

confutabile è che in certe situazioni ed in certeacque, se non hai la mosca “giusta” pur lan-ciando alla perfezione non si prenderebbe alcun-chè. Il caro Sandrino Ghilardi, uno dei padri dellapesca a mosca in Italia, aveva capito tutto giàmolti anni addietro affermando con il suo stile damilanese schietto: “lancia come un Dio, ciapauna Madona”.Si, dobbiamo accettare il fatto che l’artificiale puòfare selezione tra pescatore e pescatore in deter-minate situazioni.Qui di seguito Vi proporrò una rassegna di artifi-ciali imitanti piccoli chironomidi, ditteri con parti-colare attenzione dedicata alle formiche,tralasciando volutamente le effimere, probabileoggetto per un futuro articolo; nella secondaparte dell’articolo che verrà in seguito pubblicatacompariranno anche delle imitazioni di piccoliplecotteri, anch’essi presenti in buon numero inquesto periodo dell’anno, e non solo. Alcuni modelli sono realizzazioni personali, fruttodi oltre 35 anni di osservazione e costruzione,altri sono artificiali altrettanto validi realizzati dafly tyers internazionali spesso molto conosciuti.

BIANCHINAAutore e fly tyer: Marco FelicianiAmo: Tmc 921, Tmc 531 della Tiemco o similarinelle misure nr 20, 18, 16Filo di montaggio: molto sottile nei colori grigiomedio scuro, giallo pallido; personalmente utilizzoda molti anni con successo ultra fine thread XXFdella Giorgio Benecchi, ora distribuito da “Berta chefilava”Corpo: sottile, realizzata con dubbing sintetico dicolore grigio medioAli: piccolo ciuffo all’indietro realizzato con AirThrue Wing della Tiemco di colore biancoHackles: 2 giri di piuma di gallina coloro grigiomedio

Note: artificiale che impiego ormai da 20 anniche intende imitare generici ditteri, offre un’ot-tima resa in condizioni difficili come livelli bassi,acque trasparenti e correnti moderate. Catturaindifferentemente trote e temoli.

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PERNICETTAAutore e fly tyer: Marco FelicianiAmo: Tmc 921, Tmc 531, Tmc 100 della Tiemcoo similari nelle misure nr 22, 20, 18, 16Filo di montaggio: molto sottile nei colori gri-gio medio scuro, giallo pallido, nocciola, mar-rone; personalmente utilizzo da molti anni consuccesso ultra fine thread XXF della Giorgio Be-necchi, ora distribuito da “Berta che filava”Code: realizzata con alcune fibre di perniceCorpo: realizzato in dubbing di pelo di lepreAli: assentiHackles: 2 giri di piuma di pernice

Note: artificiale generico che imita sia piccole ef-fimere che ditteri, anch’esso offre un’ottima resain condizioni difficili come livelli bassi, acque tra-sparenti e correnti moderate. Cattura indifferen-temente trote e temoli.

CHIRO CON EXUVIAAutore: sconosciutoFly Tyer: Marco FelicianiAmo: Tmc 921, Tmc 531, Tmc 100 dellaTiemco o similari nelle misure nr 20, 18, 16Filo di montaggio: molto sottile nei colorigrigio medio scuro, giallo pallido, arancio eburgundy; personalmente utilizzo da moltianni con successo ultra fine thread XXFdella Giorgio Benecchi, ora distribuito da“Berta che filava”Code/Exuvia: realizzata con una piuma digallina di colore grigio medio scuro con lefibre ribaltate in avantieCorpo: realizzato in filo di montaggio

Rib: in filo di montaggio di colore più scuro(marrone scuro, nero)Ali: assentiHackles: 2 giri di piuma di gallina di coloregrigio medio Note: artificiale imitante ditteri in schiusa chestanno uscendo dalla spoglia dell’exuvia;molto catturante su lame con corrente quasiassente o comunque molto lenta, cattura in-differentemente trote, temoli e cavedani.

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PALOMINO MIDGE(vedere note bibliografiche)Autore: Brett Smithfly tyer: Marco FelicianiAmo: Tmc 2487, Tmc 2488 della Tiemco o simi-lari nelle misure nr 20, 18, 16Filo di montaggio: molto sottile nei colori gri-gio medio scuro, giallo pallido, nocciola, mar-rone, burgundy; personalmente utilizzo da moltianni con successo ultra fine thread XXF dellaGiorgio Benecchi, ora distribuito da “Berta che fi-lava”Code: assentiCorpo: realizzato in microchenille o, se lo tro-vate ancora, in NEW DUB prodotto sino ad alcunianni fa dalla Giorgio Benecchi con la collabora-zione di Gigi Goldoni.Torace: realizzato in dubbing di cul de canard dicolore grigio scuro, caki o grigio medio chiaro

Ali: piccolo ciuffo di antron o yarn di colorebianco o grigio chiaro ribaltato in avanti in mododa realizzare la sacca alareHackles: assenti Note: artificiale inventato in USA ad inizi anni ’90con il materiale (NEW DUB) prodotto e distribuitoallora dalla Giorgio Benecchi; credo sia l’unico oduno dei pochissimi casi di artificiali nati negli USAimpiegando materiali prodotto in Italia. Intendeimitare chironomidi e piccoli ditteri, anch’essooffre un’ottima resa in condizioni difficili come li-velli bassi, acque trasparenti e correnti moderate.Cattura indifferentemente trote e temoli.

MEDALLION MIDGE PUPA (vedere note bibliografiche) Autore: Pat Dorseyfly tyer: Marco FelicianiAmo: Tmc 101, Tmc 100 della Tiemco o simi-lari nelle misure nr 24, 22, 20, 18Filo di montaggio: molto sottile color mar-roneCode: assenti Corpo: realizzato in filo di montaggioRib: in filo di montaggio di misura maggiore edi colore biancoTorace: il dressing originale richiede la realizzazione in dubbingcolor rust-brown superfine; personalmente lo realizzo con dubbingcoloro dark dun o caki di cul de canard Ali: realizzate con il medallion sheeting color medium dunHackles: 2 giri di piuma di pernice

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Note: artificiale imitante piccoli ditteri in schiusa, ideato dalbravo fly tyers americano Shane Stalcup, costruttore che haideato diversi materiali per la costruzione, tra i quali spicca ipiccoli fogli di Medallion sheeting. Anche questo artificialeoffre il megio di sé in situazioni con livelli bassi, acque tra-sparenti e correnti moderate ed in presenza di pesci motopescati. Cattura indifferentemente trote e temoli.

TOP SECRET MIDGE(vedere note bibliografiche)Autore: Pat Dorseyfly tyer: Marco FelicianiAmo: Tmc 2488 della Tiemco o similari nelle misure nr 24, 22, 20, 18Filo di montaggio: molto sottile di color marrone; personal-mente utilizzo da molti anni con successo ultra fine thread XXFdella Giorgio Benecchi, ora distribuito da “Berta che filava”Corpo: sottile, realizzata con lo stesso filo di montaggiocolor marrone scuroRib: in filo di montaggio di maggiore diametro colorbianco; in alternativa nelle misure maggiori si può impie-gare il flexi floss sempre di color biancoTorace: il dressing originale prevede l’utilizzo del rustbrown Superfine; personalmente utilizzo dubbing cdc colorcaki o dark dunAli: si possono impiegare diversi materiali: yarn, antron,crystal flash, cdc, tutti comunque di colore bianco o ma-dreperlaceo. Personalmente utilizzo Air Thrue Wing dellaTiemco di color biancoHackles: assentiNote: artificiale anch’esso di origine nord americana,adatto ad acque quasi ferme e con schiuse di ditteri, parti-colarmente indicate nelle misure piccole per temoli e troteparticolarmente selettivi.

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Foto di Corrado Corradini

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SEGMENTINA FLYAutore e fly tyer: Marco FelicianiAmo: Tmc 100 O Tmc 101 della Tiemco o similarinelle misure nr 22, 20, 18, 16Filo di montaggio: molto sottile nei colori grigiomedio scuro, giallo pallido, nocciola, marrone; perso-nalmente utilizzo da molti anni con successo ultra finethread XXF della Giorgio Benecchi, ora distribuito da“Berta che filava”Code: assentiCorpo: realizzato con 3 fibre di criniera di alce, 2scure ed 1 chiara, così si ottiene un corpo molto seg-mentato; da ciò origina il suo nomignolo che gli ho“appioppato” quando la realizzai per la prima voltaTorace: realizzato in dubbing di cdc color caki o darkdun

Ali: realizzate sia con cul de canard che con materiale sinte-tico (air thrue wing Tiemco) nei colori bianco, grigio mediochiaro o crema; sono ribaltate in avanti coprendo io torace espinte con il filo di montaggio ai lati della sacca alareHackles: assentiNote: artificiale generico che imita piccoli ditteri, anch’essooffre un’ottima resa in condizioni difficili come livelli bassi,acque trasparenti e correnti moderate. Cattura indifferente-mente trote e temoli.

HIGH POST MIDGE(vedere note bibliografiche)Autore: Rick Takahashifly tyer: Marco FelicianiAmo: Tmc 2488, Tmc 2487 della Tiemco o similarinelle misure nr 28, 26, 24, 22, 20, 18Filo di montaggio: molto sottile nei colori bianco,grigio chiaro, crema, oliva chiaro; personalmente uti-lizzo da molti anni con successo ultra fine thread XXFdella Giorgio Benecchi, ora distribuito da “Berta che fi-lava”Code: realizzate con black Krystal FlashCorpo: realizzato in filo di montaggioRib: in filo di montaggio più scuro rispetto al corpoAli: piccolo ciuffo di fibre di antro neroHackles: 2 giri di piuma di gallo color grizzly Note: artificiale imitante diverse specie di midge

è stato ideato dall’americano di origine giappo-nese Rick Takahashi, autore insieme a JerryHubka di uno dei migliori libri di costruzione ri-guardanti appunto le Midge reperibile sul mer-cato, il cui titolo è “MODERN MIDGES”. Questoartificiale rispetto ai precedenti è dotato di mag-giore galleggiabilità e quindi può essere impie-gato anche in acque più veloci: In ogni caso èaltrettanto valido su lame ed acque lente in ge-nere. Cattura indifferentemente trote e temoli.

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BIOT MIDGE ADULT (vedere note bibliografiche)Autore: Rick Takahashi fly tyer: Marco FelicianiAmo: Tmc 2488, Tmc 2487 della Tiemco o simi-lari nelle misure nr 24, 22, 20, 18Filo di montaggio: molto sottile di colore nero;personalmente utilizzo da molti anni con suc-cesso ultra fine thread XXF della Giorgio Benec-chi, ora distribuito da “Berta che filava”Code: assentiCorpo: realizzato in filo di montaggio neroRib: in tinsel ovale sottile di colore argentoAli: 2 piccole sezioni di biot di oca o tacchinocolor bianco o grigio chiaro

Hackles: 2 giri di piuma digallo color grizzly rasate nellaparte inferioreNote: anche questo artificiale imita diverse specie dimidge e anch’esso è stato ideato dall’americano di originegiapponese Rick Takahashi. Anche questo artificiale è do-tato di buona galleggiabilità e pertanto può essere impie-gato anche in acque più veloci. In ogni caso è altrettantovalido su lame ed acque lente in genere. Cattura indiffe-rentemente trote e temoli.

EXTENDED BODY ADULT (vedere note bibliografiche) Autore: Rick Takahashifly tyer: Marco FelicianiAmo: Tmc 2488, Tmc 2487, Tmc 921 della Tiemco osimilari nelle misure nr 24, 22, 20, 18Filo di montaggio: molto sottile di colore nero; per-sonalmente utilizzo da molti anni con successo ultrafine thread XXF della Giorgio Benecchi, ora distribuitoda “Berta che filava”Code: assenteCorpo: realizzato in extended con micro ciniglia enew dubAli: 2 piccole sezioni di biot di tacchino o oca di co-lore bianco o grigio chiaro

Hackles: 2 giri di piuma di gallo nero; in alterna-tiva per un modello meno galleggiante si può impie-gare una piuma di stornello Note: artificiale generico che imita ditteri e anchepiccole formiche, anch’esso offre un’ottima resa incondizioni difficili come livelli bassi, acque traspa-renti e correnti moderate. Cattura indifferentementetrote e temoli.

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MIDGE ADULT (vedere note bibliografiche)Autore: sconosciutofly tyer: Marco FelicianiAmo: Tmc 100, Tmc 101 della Tiemco o similarinelle misure nr 24, 22, 20, 18Filo di montaggio: molto sottile di colore nero ocrema; personalmente utilizzo da molti anni consuccesso ultra fine thread XXF della Giorgio Be-necchi, ora distribuito da “Berta che filava”Code: assentiCorpo: realizzato con il filo di montaggioAli: realizzate in fibre di antron, yarn o Air ThrueWing della Tiemco di colore bianco fissate inprossimità dell’occhiello dell’amo e ribaltate all’in-dietro formando così, oltre alle ali vere e proprie,anche la sacca alare

Hackles: 2 giri di piuma di gallo dark dun o,nella versione più chiara, color miele o gingerchiaro Note: artificiale generico che imita ditteri, èpresente da anni nel fornitissimo catalogo del-l’americana UMQUA FEATHER MERCHANTS offreun’ottima resa in condizioni difficili come livellibassi, acque trasparenti e correnti moderate.Cattura indifferentemente trote e temoli.

CDC MIDGE (vedere note bibliografiche) Autore: Russel Ellisfly tyer: Marco FelicianiAmo: Tmc 2488, Tmc 2487, Tmc 921 della Tiemco osimilari nelle misure nr 24, 22, 20, 18Filo di montaggio: molto sottile di colore nero;personalmente utilizzo da molti anni con successoultra fine thread XXF della Giorgio Benecchi, ora di-stribuito da “Berta che filava”Code: assentiCorpo: realizzato in filo di montaggio neroAli: in fibre di cul de canard biancoHackles: assentiTesta: in filo di montaggio nero molto pronunciata Note: artificiale generico che imita ditteri e anchepiccole formiche, nonostante l’estrema semplicità direalizzazione risulta anch’esso dotato di una ottimaresa in condizioni difficili come livelli bassi, acque tra-sparenti e correnti moderate. Cattura indifferente-mente trote e temoli. Su alcuni testi si indica lapaternità a Russel Ellis, ma sinceramente data la

semplicità costruttiva e la sua istintiva imita-tività dei ditteri generici mi fa riterenere chemolti fly tyers siano giunti alla realizzazionedi artificiali simili od uguali. Alcuni miei amicied io stesso li realizzavamo già fine anni ’80per pescare nei mesi appunto autunnali i dif-fidenti temoli (allora erano molto numerosi)del fiume Sesia.

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FOAM ANTCostruttore e fly tyer: Marco FelicianiAmo: Tmc 2488, Tmc 2487, Tmc 921, Tmc 921,Tmc 531 della Tiemco o similari nelle misure nr22, 20, 18Filo di montaggio: molto sottile di colore nero;personalmente utilizzo da molti anni con suc-cesso ultra fine thread XXF della Giorgio Benec-chi, ora distribuito da “Berta che filava”Code: assentiCorpo: realizzato con sotile strisciolina di foamnero di tipo a cellula apertaAli: si possono realizzare con molteplici materiali,precisamente: rafia, yarn, antron, Air Thrue Wingdella Tiemco, di colore bianco o grigio chiaro. Sipossono anche realizzare con piattine riflettentitipo flshabou

Hackles: facoltative,in gallo grizzly o neredi gallo o gallina; va-lida alternativa unapiuma di stornelloNote: artificiale cheimita ditteri, in particolare piccole formiche,nonostante l’estrema semplicità di realizza-zione risulta anch’esso dotato di una ottimaresa in condizioni difficili come livelli bassi,acque trasparenti e correnti moderate. Gra-zie al corpo in foam dispone di una discretagalleggiabilità, cattura indifferentementetrote e temoli.

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PARA ANT (vedere note bibliografiche)Autore: sconosciutocostruttore : Marco FelicianiAmo: Tmc 921, Tmc 921, Tmc 531 della Tiemcoo similari nelle misure nr 22, 20, 18Filo di montaggio: molto sottile di colore nero;personalmente utilizzo da molti anni con suc-cesso ultra fine thread XXF della Giorgio Benec-chi, ora distribuito da “Berta che filava”Code: assenteCorpo: realizzato in dubbing con pelo sinteticodi colore neroAli: si possono realizzare con molteplici materiali,precisamente: rafia, yarn, antron, Air Thrue Wingdella Tiemco, di colore bianco o grigio chiaro.

Hackles: in piuma di gallo color grizzly o neromontata a parachuteNote: artificiale che imita ditteri, in particolarepiccole formiche, risulta dotato di una ottimafgalleggiabilità e nonostante le piccole dimensioniè facilmente visibile grazie al montaggio a para-chute. Ottimo per correntine e acque più veloci,funziona comunque anche in presenza di lamecon corrente moderata ed uniforme, cattura in-differentemente trote e temoli.

WET ANTAutore e costruttore: Marco FelicianiAmo: Tmc 921, Tmc 921, Tmc 531, Tmc 100della Tiemco o similari nelle misure nr 22, 20, 18Filo di montaggio: molto sottile di colore nero;personalmente utilizzo da molti anni con suc-cesso ultra fine thread XXF della Giorgio Benec-chi, ora distribuito da “Berta che filava”Code: assenteCorpo: realizzato in seta di montaggio nera

Ali: realizzate con 2 punte di hackles di coloregrizzly, grigio chiaro, bianco o crema. Hackles: in piuma di gallina color grizzly o nero;in alternativa una piuma di stornelloNote: artificiale che imita ditteri, in particolarepiccole formiche, micidiale in acque quasi fermedata la scarsa galleggiabilità, ottimo in presenzadi pesci particolarmente sospettosi e selettivisiano quest i temoli o trote

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141 Confluenze Tying

BIBLIOGRAFIAPer rendere maggiormente completo l’articolo mi sono avvalso della consultazione di diversi testi dicostruzione, testi che evidenzio qui di seguito per chi fosse interessato o semplicemente incuriosito.

- TYING & FISHING TAILWATER FLIESAUTORE: PAT DORSEY - CASA EDITRICE: STACKPOLE BOOKS – USA - ANNO PUBBLICAZIONE: 2010

- THE WORLD’S BEST TROUT FLIESAUTORE: JOHN ROBERTS - CASA EDITRICE: TIGER BOOKS INTERNATIONAL – LONDON - ANNO PUBBLICA-ZIONE: 1995

- MICRO PATTERNS: TYING & FISHING THE SMALL FLYAUTORE: DARREL MARTIN - CASA EDITRICE: LYONS & BURFORD - USA - ANNO PUBBLICAZIONE: 1994

- MODERN MIDGE: TYING & FISHING THE WORLD’S MOST EFFECTIVE PATTERNSAUTORI: RICK TAKAHASHI & JERRY HUBKA - CASA EDITRICE HEADWATER BOOKS / STACKPOLE BOOKS -USA - ANNO PUBBLICAZIONE: 2009

- TYING FLIES WITH CDC: THE FISHERMAN’S MIRACLE FEATHERAUTORE: LEON LINKS - CASA EDITRICE: MERLIN UNWIN BOOK - U.K. - ANNO PUBBLICAZIONE: 2002

- TYING SMALL FLIES AUTORE: ED ENGLE - CASA EDITRICE: STACKPOLE BOOKS – USA - ANNO PUBBLICAZIONE: 2004

- A.K’S FLY BOX A.K.BEST AUTORE: A.K.BEST - CASA EDITRICE: LYONS & BURFORD - USA - ANNO PUBBLICAZIONE: 1996

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Confluenze 144Report

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145 Confluenze ReportL’atmosfera quasi magica degli ambienti del Dalälven, foto di Pino Messina

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Confluenze 146Report

Roberto Pedrazzini, una dei massimi esperti di tecnica Skagit mentre mostra una bellissima trota dimare ingannata da una tube fly di color giallo intenso.

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147 Confluenze Report

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Confluenze 148Report

Durante i giorni dei mesi estivi

più caldi trascorsi a casa,

quando l’attività piscatoria

diventa poco sensata a causa

delle elevate temperature,

magari mentre faccio un po’ di

manutenzione ai mulinelli a me

più cari, oppure mentre controllo

e ricontrollo le esche preferite,

riguardo gli album fotografici di-

gitali delle esperienze piscatorie

pregresse, rivivendo così parte

delle emozioni di quei momenti

… la contemplazione dei luoghi,

la concentrazione durante

l’azione di pesca, la tensione

durante il combattimento, la

gioia della cattura e le

onversazioni appassionate tra

amici.

Tra gli album delle vacanze

“alieutiche” che mi fanno

rivivere maggiormente quelle

sensazioni ci sono quelli delle

battute di pesca alle trote di

mare nelle acque del nord

Europa. Una pesca tanto tecnica

quanto affascinante, che, se

perseverata con metodo, regala

grandi emozioni e ricordi.

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149 Confluenze ReportIl cielo azzurrissimo sopra il Dalälven.

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Confluenze 150Report

Le trote di mare possonoessere insidiate sostanzialmente in tretipologie di acque: - in fiumi aventi importantirisalite, caratteristica questa di diversi fiumi scandinavi,- in alcuni laghi connessi almare da brevi tratti di fiumedove questi pesci stazionanoin periodi specifici dell’anno,situazione riscontrabile inlochs della Scozia ed alcunibacini dell’Irlanda,- lungo le coste alcuni trattidi mare, come ad esempio inDanimarca.Gli esemplari più grossi sonoperò tendenzialmente presenti negli stessi corsi d’acqua che in periodi suc-cessivi vengono attraversatidai salmoni atlantici cherisalgono per le fasi riproduttive, eppure, nontutti i fiumi opiosamente risaliti dai salmoni sono caratterizzati da importantiquantitativi di trote di mare;in alcuni di questi corsid’acqua la loro presenza ètalmente esigua da scoraggiare anche i pescatori locali più accaniti.Se l’obiettivo è insidiaregrosse e combattive trote dimare, vista anche la necessaria pianificazione logistica e le distanze in essere per raggiungere glispot migliori, è importantefocalizzare le proprie attenzioni sui corsi d’acquapiù redditizi.

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Bell’esemplare catturato dall’autore la mattina presto, prima che la pool fosse stataaffrontata da altri pescatori. Da notare la perfezione delle pinne di questo pesce.

Splendido esemplare catturato in acque profonde.

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Da qualche anno frequento con unacerta regolarità sia fiumi irlandesiche svedesi, ma è della Svezia cheho fatto il mio luogo prediletto perla cattura delle splendide trote dimare primaverili.Uno degli hot spot europei per lacattura di questi salmonidi è ilfiume Dalälven, all’altezza del co-mune di Älvkarleby.

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Tratto del fiume Dalälven a monte di un’importante diga bandito alla pesca; si tratta del luogodove sia i salmoni atlantici che le trote di mare si riproducono dopo aver risalito le scale di monta.

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Il tratto di fiume più proficuo ègestito dall’“Älvkarleby Fiske-camp”, un campeggio votato allapesca delle trote di mare nellaprimissima primavera e allapesca dei salmoni a partire dalmese di giugno.

Per pescare questi energici salmonidi nelle vorticose acquedel fiume Dalälven l’uso dellatecnica spey diventa di fatto unanecessità; in pool specifichequesta necessità diventa obbligo, per consentire infattidi poter passeggiare lungo lesponde del fiume senza rischiare di essere sventurosamente colpiti da fluttuanti code di topo o, peggioancora, essere “bucati” dagliami delle esche impiegate, illancio overhead risulta vietato.

Questi sono gli scenari che il Dalälven può talvolta regalare, affrontare la pool dopo un forte temporale con un ben due arcobaleni all’orizzonte.

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Il caro amico Margon Johansen mentre “lavora” la parte finale della pool pescata. Margon è uno deimaggior esperti di pesca alle trote di mare e salmoni sia del Dalälven che di altri corsi d’acqua svedesi. I suoi consigli, applicati di anno in anno, hanno consentito all’autore di migliorare sempre più la propria tecnica, fondamentale per la finalizzazione di diverse catture.

Roberto “lavora” un tratto di pool caratterizzato da acque molto tumultuose.

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Questo esemplare è stato trattenuto; si tratta di un capo che è stato successivamente sapientementecucinato e mangiato in compagnia le carni delle trote di mare sono estremamente prelibate.

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“Discreta” selezione di dressing specifici per le trote di mare: tube flies, doubles, ma anche dressingclassici su amo singolo, quali piccole blue charm, thunder & lightning, silver doctor, artic runner.

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E’ dalla fine di marzo aiprimi di maggio che le argentee trote di mare risalgono il Dalälven dalMar Baltico per le successive fasi riproduttive. Nelle stagionimigliori le risalite si protraggono fino alla metàdi maggio. E’ importante precisare che si tratta dipesci anadromi; sono troteche stazionano in mare permolto tempo, insidiate infiume durante le fasi di risalita, le cosiddette“run”, analogamente aisalmoni atlantici.Le trote di mare continuanoad alimentarsi anche durante le migrazioni inacqua dolce; la loro “mangiata” è solitamentemolto vigorosa, una voltaallamate, innescheranno uncombattimento potenteche, alquanto spesso, consente loro di guadagnare la libertàdurante le veloci fughe esalti “acrobatici”. La tube fly di color giallo intenso che piace alle trote

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Tramonto sul Dalälven.

Scene di pesca e socializzazione lungo le rive del fiume.

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Ossigenazione e rilascio di un’esemplare di buona taglia. Si tratta di pesce “freschissimo”, conlivrea estremamente argentea.

Tonino mostra felice la sua splendida cattura, una bellissima trota di mare rilasciata poco dopo.

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Rilascio finale di bel pesce

Rabbia ed un po’ di delusione per la perdita di un bel pesce durante il combattimento.

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Pescare questi combat-tivi pesci nelle vorti-cose acque del Dalälvenpuò regalare emozioniindimenticabili. In questo fiume catture diesemplari dai due aicinque chilogrammisono piuttosto frequenti, ma è fondamentale non lasciare nulla al caso. Vanno studiati i livellied i giri di corrente impiegando i giusti “assetti” di pesca, utilizzando code e polyleader che conferiranno il migliorassetto in funzionedelle condizioni diacqua, luce etemperatura del momento.Una buona conoscenza

Giovane trota catturata dall’amico Mario, altrohabitué del Dalälven. Questo pesce era proba-bilmente presente nel fiume già da un po’, ne èun segno piuttosto evidente la livrea scura.

Ultimi sguardi al pesce catturato prima diridargli la libertà.

Due gustosi tranci di salmone atlantico gustati presso l’ “Alvkarleby Fiskecamp”.

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delle pool pescate potràagevolare l’azione dipesca, così come il met-tere in pratica i consiglie le indicazioni dei localio di chi, in generale,meglio di noi conosce lecaratteristiche dei luoghi pescati.La pesca lungo il Dalälven è a mio avvisomolto “psicologica”, delresto, si tratta di untipo di pesca che puòessere paragonata allapesca del salmone atlantico, dove pochecatture giornaliere diverranno le “CATTURE” che ricorderemo e riguarderemo durante imesi a venire.Per contattare l’autore:[email protected] [email protected]

Discreto esemplare rilasciato dall’amico Geo cheriprende velocemente la libertà.

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