Con il„- sempre in tasca a ciascuno il suo giusto pasto

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Con il „- sempre in tasca , a ciascuno il suo giusto pasto La genetica è alla base delle nuove ricerche. Anche di quella sul ' c f che ci farà vivere di più e meglio di Eliana Liotta Affi 3 hi saranno i protagonisti di Hu- man Technopole? La scelta è nel- le mani del comitato guida, costi- il ' , tuito a dicembre con un accordo tra governo, Regione Lombardia e Comune di Milano: coordina Roberto Cingolani, di- rettore scientifico dell'lit di Genova, siedo- no al tavolo di lavoro i rettori milanesi di Statale, Politecnico e Bicocca. A loro quattro spetta tessere sinergie, co- optare enti, stilare il programma definitivo. Tutto all'insegna dell'eccellenza, perché il progetto esecutivo dovrà essere sottoposto alla valutazione di advisor internazionali

Transcript of Con il„- sempre in tasca a ciascuno il suo giusto pasto

Con il„- semprein tasca , a ciascunoil suo giusto pastoLa genetica è allabase delle nuovericerche. Anchedi quella sul 'c fche ci farà viveredi più e meglio

di Eliana Liotta

Affi 3 hi saranno i protagonisti di Hu-man Technopole? La scelta è nel-le mani del comitato guida, costi-

il ' ,tuito a dicembre con un accordo

tra governo, Regione Lombardia e Comunedi Milano: coordina Roberto Cingolani, di-rettore scientifico dell'lit di Genova, siedo-no al tavolo di lavoro i rettori milanesi diStatale, Politecnico e Bicocca.A loro quattro spetta tessere sinergie, co-optare enti, stilare il programma definitivo.Tutto all'insegna dell'eccellenza, perché ilprogetto esecutivo dovrà essere sottopostoalla valutazione di advisor internazionali

indipendenti, come si legge nel documentodi accordo. Tutto all'insegna della rapidità,perché il premier attende il piano entro il

25 febbraio.

ú) ,m .. gin La diffidenza

iniziale nei confronti del progetto tirato fuo-ri a sorpresa da Renzi appare superata. «Cre-do che Human Technopole sia una grandis-sima occasione per la città», dice GianlucaVago, rettore della Statale di Milano. «Lo èper i ricercatori, per gli studenti, per il po-tenziale di attrazione internazionale. Ora èdecisiva la definizione della governance, mail consenso ormai è ampio e consolidato. Ilnostro ateneo potrebbe contribuire, primadi tutto, con la creazione di un campus peroltre 15 mila studenti, sempre che l'ipotesisia confermata e sostenuta».Una parte della superficie occupata dall'e-sposizione universale potrebbe accoglierele facoltà di Fisica, Agraria, Chimica, Biolo-gia e Informatica della Statale, oggi in Cittàstudi.«Sarebbe un vivaio formidabile», dice Cin-golani. E Vago: «Non si tratta solo di un

trasferimento fisico. È un modello di in-novazione urbanistica ed è un modello diformazione per i nostri giovani e per chidall'estero decide di venire a studiare qui:consentirebbe di unire il mondo delle uni-versità, degli enti di ricerca, delle imprese,delle professioni. Stia-mo collaborando final-mente a uno studio difattibilità sul progettodel campus, con la col-laborazione di CassaDepositi e Prestiti». Tral'altro, lì ci sono metro-politana, treno e par-cheggi che vale la penasfruttare.L'interazione con le

In cabina di regiaGianluca Vago,55 anni, rettoredell'Università

Statale di Milano.

aziende è fondamentale anche per Giovan-ni Azzone, rettore del Politecnico: «Siamodinanzi a uno dei primissimi casi di un

investimento della ricerca in Italia, un'oc-casione che va colta al volo». Le menti delPolitecnico si impegneranno, per esempio,

nel distretto dedicato all'im-patto sociale. Si fa il nome diMario Calderini, ordinario di

economia al dipartimento diIngegneria gestionale.La squadra di lavoro sviluppe-rà analisi all'avanguardia suisistemi sanitari o sugli effettidell'invecchiamento sulla fi-nanza pubblica. D'altra parte,

+ quando il tema è la vita che siallunga non si può non inter-rogarsi sulle pensioni. «Siamoin un mondo più rapido, non èpossibile arrivare a certi risul-tati solo con i dati amministra-tivi», continua Azzone. «Percapire come evolverà la società,c'è bisogno del flusso di infor-mazioni ottenute da telefonini

o social network. Se parliamo di qualitàdella vita, dobbiamo riflettere per esempiosull'uso che gli anziani fanno delle tecno-logie digitali, sul rapporto con banche chechiudono le filiali e invitano a gestire onlineIl conto corrente».Al welfare degli over 65 pensa di poter con-tribuire con Il suo ateneo anche Il rettoredella Bicocca, Cristina Messa, che del pro-getto apprezza le modalità flessibili di re-clutamento: «La gestione da parte deWlit diGenova permette di non seguire i processidella pubblica amministrazione».

La campagnainternazionale di arruolamento dei i.6ooscienziati e dottorandi si farà secondo crite-ri di valutazione internazionali, ma intantosi chiederà la collaborazione dei big che la-vorano in Italia.Tra i nomi che circolano c'è quello di PierGiuseppe Pelicci, lo scienziato acclamatosulla rivista Nature per aver scoperto unodei geni dell'invecchiamento, nonché at-tuale direttore della ricerca all'Istituto eu-ropeo di oncologia (leo). Scontato Il coin-volgimento di Alberto Mantovani, direttorescientifico di un altro ospedale milanese,Humanitas, e immunologo di fama mon-diale, così come dell'economista esperto disanità Fabio Pammolli, professore ordinarioall'Imt Alti Studi di Lucca.Andando alla genomica e alla sua faccia nelbusiness, le società biotech, ci sono duerealtà milanesi legate al San Raffaele: Mol-Med, presieduta da Claudio Bordignon, cheall'ospedale ha diretto la prima esperienzaal mondo di terapia genica su cellule stami-nali per una malattia ereditaria, e GenentaScience, nata per sviluppare le intuizionidi Luigi Naldini, il medico capo del Tiget

(Istituto Telethon San Raffaele per la terapiagenica) che ha sperimentato con successocome sostituire un gene "difettoso" con unocorretto attraverso virus modificati.Con la consulenza di scienziati dello leocome Pelicci e Pier Paolo Di Fiore, espertoall'Ifom di oncologia molecolare e biologiacellulare, si muove Genextra, la holding diinvestimenti nelle life sciences cofondatadal finanziere Francesco Micheli nel 2004,

Se parliamo di qualitàdella vita, dobbiamoriflettere sul rapportotra iì

con la benedizione di Umberto Veronesi.Senza nulla togliere alle eccellenze in casa,c'è più di un genio che si vorrebbe far rien-trare: Riccardo Dalla Favera, pioniere nellagenetica dei tumori, in forze alla ColumbiaUniversity di New York, o Emilio Bizzi, pro-

fessore di neurofisiologia al Mit di Boston,convinto che «solo attraverso la conoscenzacompleta del genoma dei neuroni si potran-no mettere a punto terapie efficaci contro lemalattie neurologiche e psichiatriche».Pelicci e lo leo appaiono imprescindibiliper il centro di ricerca sull'oncogenomica.Lo scienziato non si sbilancia, ma i rumorsraccontano che sia stata una sua relazionea Cernobbio, al Forum Ambrosetti, ad avereacceso una lampadina nella testa di Renzi.Dinanzi alla platea di politici e top manager,a settembre scorso, il direttore della ricercaallo leo ha spiegato con tanto di slide che ilPaese deve mettersi, e in fretta, al passo con

I rettoriA sinistra, CristinaMessa, rettoredell'Universitàdegli StudiBicocca.A fianco, GiovanniAzzoni, rettoredel Politecnicodi Milano.

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la rivoluzione che sta attraversando Europae Stati Uniti: la medicina di precisione o per-sonalizzata. «Non posso negare che i temidi cui ho parlato siano tra i cardini di Hu-man Technopole», dice Pelicci, che collabo-ra con Cingolani da anni, visto che è un pooldell'Iit a sequenziare i genomi delle celluletumorali allo leo. «Dobbiamo immaginareun approccio che parte dalle caratteristicheindividuali, perché ogni patologia è diversada individuo a individuo. Le applicazionidella precision medicine hanno ottenutorisultati straordinari. Un caso eclatante ri-guarda la leucemia acuta promielocitica: laprobabilità di sopravvivenza a cinque annidei pazienti oggi supera il gosì, e il meritoè di un farmaco molecolare capace di bloc-care il gene responsabile della patologia.Ecco, si tratta di individuare il bersaglio:quando si trovano i geni alterati si punta aquelli, con farmaci specifici e meno tossicidi una chemioterapia, perché agiscono solosulla cellula malata». Si calcola che la medi-cina di precisione ridurrebbe fino al 20% icosti del Sistema sanitario nazionale nell'ar-co di un decennio.Un altro filone d'interesse di Pelicci è lacosiddetta nutrigenomica, il rapporto traalimentazione e Dna dell'uomo. Anche inquesto ambito si indagherà, nel centro diricerca dedicato al cibo. «Il ruolo della die-ta nell'aspettativa di vita assume un ruolosempre più centrale», si legge nella bozzastilata da Cingolani. «L'invecchiamento el'incidenza delle malattie associate sonocontrollate da vie genetiche, che possonoessere regolate anche attraverso la dieta peraumentare la longevità e ridurre le patolo-gie associate all'invecchiamento».11 cibo è stata una delle parole chiave di

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Expo. «Nel futuro si parlerà sempre piùdi cibo funzionale, di cibo che migliora ilnostro stato di salute, e qui in Italia, patriadella dieta mediterranea, abbiamo il me-glio», dice Mantovani. «Ma quello che assu-miamo interagisce anche con le migliaia dimiliardi di microbi che ci accompagnano.Siamo dei mela-organismi, ospitiamo unvero universo di microbi, detto microbio-ma, nell'intestino, nella pelle, nell'alberorespiratorio. 11 cibo influenza i microbi e imicrobi influenzano noi. Per esempio, co-stituiscono una palestra del nostro sistemaimmunitario, che impara a riconoscere ibuoni e a combattere i cattivi. E un mondoche conosciamo ancora poco e abbiamobisogno di tecnologia per scavare in questaminiera. La mia collaborazione e quella diHumanitas per Il dopo Expo si concentre-rebbero intanto sul sistema immunitario,in particolare sulla sua genomica. Vuoldire identificare quei geni che ci rendonosuscettibili a una patologia o refrattari a unvaccino, ma anche studiare immunoterapieper la lotta contro H cancro. Ecco, Humani-tas si muoverebbe sul terreno dell'immuno-genomica, che si declina in area oncologica,nelle malattie infiammatorie, nel rapportotra cibo e microbioma».L'altra collaborazione si avvierà con il centrodi neurogenomica. «Il nostro programmadi neuroscienze, guidato da Michela Matte-

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Imprenditore e finanziereFrancesco Micheli, cofondatore

di Genextra, società di biotecnologieimpegnata nello studio del genoma.

Uomo di ricercaAlberto Mantovani,

presidente dellaFondazione

Humanitas perlaricerca.

oli in collaborazione con H Consiglio nazio-nale delle ricerche (Cnr), promette grandiprogressi», dice Mantovani.Proprio Il presidente del Cm, Luigi Nico-lais, ex ministro per le Riforme nel secon-do governo Prodi, proporrà idee per unacollaborazione: «Progetti del genere», hascandito, «hanno successo se sanno met-tere a sistema e valorizzare le competenzee le eccellenze già presenti». Come dire, la

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competizione non paga.Le fondazioni di Genova, Torino e Trentopartner della prima ora dell'Iit ligure per ilprogetto post Expo sono altre due fondazio-ni di diritto privato: l'Istituto di interscam-bio scientifico (Isi) di Torino, specializza-to nella scienza dei dati, e la FondazioneEdmund Mach (FEM) di Trento, votata an-che alla sperimentazione in agricoltura.Il fisico Mario Rasetti, presidente dell'istitu-

Human Technopole punta a colmare la lacuna della medicina di precisione, che parte dalle

caratteristiche individuali (genoma, ambiente e stili di vita) per proporre piani personalizzatidi prevenzione e di cure. Insomma, le terapie del futuro. L'Italia in questo campo è a zero, non

facciamo neanche parte della Global Alliance for Genomics & Health, che raggruppa istituzioni

di ricerca, ospedali e aziende farmaceutiche di 34 Paesi per catalizzare la condivisione di dati

genomici e clinici. La rivoluzione interessa talmente tanto il pubblico e il privato che Google ha

creato un comparto, Google Genomics, per fornire le infrastrutture informatiche in modo da

archiviare, processare, esaminare e condividere dati di genomica utilizzando il cloud del motore

di ricerca. Ecco quattro esempi dal mondo di programmi nazionali sulla medicina genomica.

iBarack Obama ha annunciato che nel 2016 stanzierà 215 milioni di dollari per cominciare a

finanziare "Precision medicine Initiative". «Voglio che gli Stati Uniti diventino pionieri di una

nuova era nel campo della salute», ha detto. «II progetto sulla medicina di precisione avrà lo

scopo di trovare le migliori cure possibili per malattie come il cancro e il diabete». L'obiettivo

è che almeno un milione di volontari donino alla scienza il proprio Dna da sequenziare. Saràuno dei mattoni di una piattaforma virtuale che riunirà anche le migliaia di genomi di cellule

tumorali già raccolti dal National Institute of Health, grazie alla "Cancer Genome nitiative".

A fine 2012 è stato lanciato "100,000 Genomes Project", la cui realizzazione è stata affidata

a Genomics England, società finanziata dal ministero della Salute per portare a termine il

sequenziamento dell'intero genoma di 100 mila pazienti entro il 2017.

2Sono stati raccolti dalla company deCODE Genetics dati genotipici e medici da più della metàdella popolazione adulta islandese, identificando i fattori di rischio per numerose patologie.

I &I CAGenome Canada spende ogni anno tra i 50 e 100 milioni di dollari in tutti i settori pubblici e

privali per individuare nuovi utilizzi per la genomica. E. L.

SETTE 101-08.01.2016 33

II direttorePier Giuseppe Pelicci,

direttore dipartimento oncologiasperimentale dello leo.

to torinese, è un super esperto di big data,rientrato in Italia dopo una carriera a stellee strisce. Con lui lavorano ricercatori comeAlessandro Vespignani, professore alla Nor-theastern University di Boston, in prima fi-

nea nello studio dei modelli di previsionedell'epidemia di Ebola in Africa.

La gestione e l'archiviazione delle informa-zioni sugli italiani, dalla salute all'intratteni-mento, dallo sport al lavoro, sarà la base peril centro di ricerca sull'impatto sociale, incui verrà impegnata la FEM trentina. Spie-ga il presidente, l'economista Andrea Segrè,docente ed ex preside di Agraria all'Univer-sità di Bologna: «lo in particolare farò partedella squadra interdisciplinare che si occu-perà di valutare gli effetti socio-economicidelle attività svolte da Human Technopole edi sviluppare analisi innovative sui sistemisanitari, sull'impatto dell'invecchiamentosulla finanza pubblica, sulla percezione daparte dei consumatori di super food e abi-tudini alimentari sane e sostenibili. Ma laFEM ha anche un'altra eccellenza nella ri-cerca, utile per lo sviluppo del centro Exposul cibo: la genetica delle piante. Mappareil Dna degli alberi da frutto è essenziale peril loro miglioramento genetico, acceleran-do processi di incroci in maniera naturale.Dobbiamo pensare a cultivar che resistanomeglio alla siccità, dinanzi alla minaccia delriscaldamento globale, o a piante che nonabbiano bisogno di troppi pesticidi». InCina, per saperlo, il Bejing Genome Insti-tute ha istituito il programma «1,ooo PlantGenomes Initiative», invitando le istituzionimondiali all'avanguardia a collaborare nelladecodificazione delle più importanti speciecoltivate, per migliorare le tecniche di incro-cio.Dalla natura all'intelligenza artificiale. InHuman Technopole confluirà l'esperienzache si è fatto Ilit nel campo della robotica. AGenova, Giorgio Metta ha guidato lo svilup-po dell'umanoide iCub. Alto 104 centime-tri e pesante 22 chili, ricorda un bambinodi tre anni e rimanda a un futuro non cosìlontano, in cui le macchine popoleranno lenostre case.