CHIESA VIVA n. 410-novembre 2008

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8/14/2019 CHIESA VIVA n. 410-novembre 2008 http://slidepdf.com/reader/full/chiesa-viva-n-410-novembre-2008 1/24 MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi Villa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax 030 3700003 www.chiesaviva.com Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I.R. «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Chiesa viva  ANNO XXXVIII - N° 410 NOVEMBRE 2008 Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. Abbonamento annuo: ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5 (inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità

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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi Villa

Direzione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax 030 3700003www.chiesaviva.comAutor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS)contiene I. R.

«LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32) 

Chiesaviva  ANNO XXXVIII - N° 410

NOVEMBRE 2008

Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia.

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2 “Chiesa viva” *** Novembre 2008 

23 settembre 2008 

“Chiesa viva”

prega e onora

S . P IOS . P IO

da PietrelcinaTestimone di Cristo

In questo quarantesimo anniversario della morte del Santo Padre Pio da Pietrelci-na, nel giorno in cui la Liturgia ha dedicato a Lui,

Noi di “Chiesa vivNoi di “Chiesa viva” contina” continueremo a gridare al sacrilegio,ueremo a gridare al sacrilegio,

fintanto cfintanto che le Ahe le Autorità Eccutorità Ecclesiasticlesiastichehepermetteranno alla Massoneriapermetteranno alla Massoneriadi insultare sacrilegamente la SS. Tdi insultare sacrilegamente la SS. Trinità,rinità,

eseguendo cerimonie religiose nel Teseguendo cerimonie religiose nel Tempio Satanico.empio Satanico.

Quel Santo cappuccino che ha portato per una vita intera il “giogo di Cristo”, oggi,invece, Lo si stima come un “Santone” che dispensa favori e guarigioni; Lo sistima come un taumaturgo che si invoca chiedendogli miracoli, solo per il

proprio benessere. È un fenomeno ormai preoccupante, al limite della superstizio-ne. Da “vino forte” che era, adesso, lo si cerca di annacquare, immemori che Pa-dre Pio, da confessore, spesso negava l’assoluzione, perché i peccatori prendesse-ro coscienza della gravità dei loro peccati.Qui, insomma, i semplici visitatori volevano che sorgesse una chiesa e non untempio massonico, per cui Noi continuiamo a pregare perché Cristo Gesù Re-dentore intervenga Lui stesso a far cessare l’uso di quel Tempio massonico esatanico, come lo desidererebbero certamente moltissimi devoti di tutto il mondo!

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O gni giorno, ormai, nonpassa che la TV nonci sforni omicidi e sui-

cidi. Siamo nell’èra di Satana!La più segnata è l’America, chesforna il 75% dei crimini satani-ci. Nell’ultimo decennio sonoaumentati del 500%. Sono datisconvolgenti segnalati dallaFBI, che certifica che ben 3.500omicidi, su 20.000, sono com-piuti dai “serial killer”, verimostri dell’inferno!La misura di questi orrori lapossiamo trovare dalla lista che ci dà Piero Scaruffi,che, qui, voglio riassumere.Nella nostra epoca, il primo di questi killer fu Ed Gein,che li compì nel Winsconsin, nella metà degli anni50. Poi, venne Charles Manson che fece la strage diBel Air, nel 1969, in cui morì sua moglie ed altre settepersone. Seguì David Berkowtz che, tra il 1976 e il1977, ne uccise sei, a New York, e nel 1976 uccise,orrendamente, ancora sette bambini.Una strage di centinaia di persone l’attuò Henry LeeLuca compresa sua madre. Un record di morti lo feceil texano Donald Evan. Un altro fu Ted Bundy chetrucidò una trentina di donne. Nel 1980, a Chicago,John Wayne Gacy uccise 33 uomini. Una prostituta,Allen Wuornos, ammazzò sette uomini. Tra il 1978 eil 1991, Jeffrey Dahmer fece a pezzi 12 persone…

del sac. dott. Luigi Villa

I NFESTAZ IONEINFESTAZ IONE

d iabo l i ca  d i abo l i ca  

L’FBI, nel 1993, fece sapereche, in circolazione, ci sonocirca 500 di questi “serialkiller”.Una Casa Editrice americanaosò persino pubblicare le foto diquesti killer, come quelle deicalciatori; una mostruosità,questa, che impantana la socie-tà di colpe abominevoli, cheportano all’inferno.È certo che questi satanisti ap-partengono a oscure Con-greghe demoniache, dove si

compiono culti tremendi che prescrivono anche omici-di. Nella sola America, nel 1946, c’erano già 10.000Congreghe sataniche, e nel 1976, queste erano salitea 48.000, e nel 1985 arrivarono a 135.000!I satanismi, oggi, operanti negli USA sono più di1.135.000.1Michele del Re, avvocato e professore universitario didiritto penale, dal “liber legis” di Aleister Crowley, unmago nero, riporta questo brano che fa rabbrividire:«Il rito supremo dovrebbe creare un’atmosfera parti-colare attraverso la morte della vittima. Con questo ri-to, si potrebbe raggiungere il vertice dell’Arte Magica.La cosa migliore sarebbe sacrificare una fanciulla,possibilmente vittima volontaria, perché, se fossemalvista al sacrificio, potrebbe introdurre una correnteostile. La fanciulla dovrebbe venir violentata, poi taglia-

1 Cfr. U.B. Bourre, “Les sectes luciférienne aujourd’hui” Paris, 1978.

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4 “Chiesa viva” *** Novembre 2008 

ta in nove pezzi. La testa, le braccia e le gambedovrebbero venire amputate e il tronco tagliato inquattro parti. Sulla pelle andrebbero scritti i nomi di al-trettanti dèi; poi, le braccia andrebbero scuoiate e bru-ciate in onore di Pan o di Vesta; le gambe, dopo unprocedimento uguale, andrebbero offerte a Priapo,Ermes o Giunone; la spalla destra è sacra a Giove;la sinistra a Saturno; la metà inferiore destra del tron-

co, a Marte; quella sinistra, a Venere. La testa nonandrebbe scuoiata, ma semplicemente bruciata, inonore a Giunone o a Minerva. Questo rito nondovrebbe essere usato in occasioni ordinarie, mararamente, e soltanto per scopi importantissimi, e nondovrebbe venire mai rivelato aiprofani».Questi delitti tremendi si con-sumano nel delirio che adoraSatana!Il professore, valutando i crimi-ni satanisti, scrive: «Se i crimi-ni portati a conoscenza del

pubblico, di natura satanica,sono all’incirca 1.500… Ladensità maggiore sarebbe inEuropa, nel triangolo Torino,Praga e Lione. La concen-trazione degli adoratori di Sa-tana, in Italia, sono veri».Michele del Re scrive: «Per lecampagne della Toscanameridionale, si parla di 4.000sacerdoti satanici con 40.000seguaci. Nel le Marche visarebbero cinque Congreghesataniste, di cui due nel “fer-mano”, due nel “pescarese”,una ad Ancona. A Torino, capi-tale del satanismo, vi sareb-bero oltre 40.000 satanisti!2Più ci si addentra in questomondo satanista, e più si sco-pre che sono tante le coinci-denze che collegano efferatidelitti, connessi alla magìa sessuale, ai “serial killer”.Il giornalista Giorgio Medail ha scritto: «Esiste unatradizione… secondo cui il sacrificio migliore perevocare i demoni è quello degli esseri umani».Anche Aleister Crowley afferma che la morte più fa-vorevole è quella che avviene durante l’orgasmo…».Gli innumerevoli e misteriosi delitti del “mostro diFirenze” fanno parte di una terribile sètta satanica,praticati da affiliati. È evidente, ormai, che l’assassinioe i tormenti da infliggere sono praticati da affiliati adoscure Congreghe. L’orrore di certi rituali segreti, prati-cati da Congreghe nere, non ha limiti. Fanno veniresolo i brividi per le vittime vere!

***

È ovvio che, dopo questo quadro di scene raccapric-cianti, sataniche, si pensi all’esistenza dell’Inferno,nonostante che, oggi, non si parla più dei quattro “No-vissimi”, neppure nel Catechismo. Nella passatedichiarazioni papali si diceva chiaramente che “lasalvezza non è automatica e non arriverà per tut-

ti!”, se gli uomini non si pentiranno dei loro peccati enon chiederanno il perdono a Dio. La Fede cristiana èun annuncio, un’offerta all’uomo, mai una imposizione.L’inferno, quindi, è la prova che l’uomo è libero, per cuineppure Dio può costringerlo a scegliere l’amore divi-

no.È ovvio che molti si chiedano:ma quanti vanno all’Inferno?Rifacciamoci al Vangelo.

Dopo aver concluso la parabo-la del “convitato senzal’abito nuziale”, Gesù affer-

ma che quel convitato fu getta-to “nelle tenebre esteriori,dove sarà pianto e stridoredi denti”. Poi, Gesù aggiungeuna misteriosa rivelazione:«perché molti sono i chia-mati, ma pochi gli eletti».Questa “rivelazione” vieneripetuta da S. Matteo, con im-magini: «Entrate per la portastretta, perché larga è laporta e spaziosa la via cheporta a perdizione e moltisono quelli che entrano inessa; mentre stretta è laporta e angusta la via checonduce alla vita, e pochisono quelli che la trovano».Per S. Agostino, queste pa-role di Gesù: “molti i chia-mati, ma pochi gli eletti”,“non sono parole, ma un

tuono”; e le interpreta: “certamente quelli che sisalvano sono un piccolo numero”.S. Giovanni Crisostomo si chiedeva: «quante per-sone si salveranno delle nostra città?», e rispondeva:«tra tante migliaia di persone, nemmeno cento arrive-ranno alla salvezza».S. Tommaso d’Aquino cerca di spiegare questa se-lezione: «un bene proporzionato alla comune con-dizione della natura umana si trova in molti… ma ilbene che è al di sopra della comune condizione dellanatura, è un numero ristretto… E siccome la beatitu-dine eterna, consistente nella visione di Dio, supera lacomune condizione della natura, sono pochi quelli chesi salvano. E questo dimostra la misericordia di Dioche innalza alcuni a quella salvezza che la maggio-ranza degli uomini non raggiunge».2 Cfr. “La Stampa” del 25 aprile 1988.

L’Inferno. Miniatura di Jean de Limbourg - sec. XV.

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S. Leonardo da Porto Maurizio ripeteva spesso, nellesue prediche, la storia del Prelato di Lione che “perzelo della sua anima, si era ritirato nel deserto afar penitenza, ed era morto nella stessa ora in cuiera morto S. Bernardo. Comparendo, dopo morte, alsuo Vescovo, gli disse: «nella stessa ora in cui morii io,spirarono tremila persone. Di queste, l’abate S.Bernardo ed io salimmo subito al cielo; altri tre, an-

darono in purgatorio; tutte le atre duemila novecentonovantacinque anime, precipitarono all’inferno!».Certo, non è di fede questo contare, perché la Chiesanon ha mai tradotto in numeri i “molti chiamati” e i“pochi eletti”, ma ci ricorda che nella profezia dell’ul-timo giudizio, Gesù ha ripetuto: «Io ve lo dico: inquella notte, due saranno in un letto; l’uno, saràpreso, e l’altro lasciato; due donne macinerannoassieme: una, sarà presa, l’altra, lasciata; duesaranno al campo: uno, sarà preso, e l’altro lasci-ato». Mistero di Dio!..Comunque, non va dimenticato l’insegnamento della“Misericordia” di Dio.

Come nella parabola dei “convitati indegni”, doveDio risponde invitando tutti: poveri, storpi, ciechi, zop-pi, mendicanti… mandando il servo non solo a cercar-li ma anche a “forzarli a venire”, perché vuole che ilconvito – il “Regno dei cieli” – sia pieno.Né va dimenticata la visione di S. Giovanni nell’Apo-calisse: «Dopo di ciò, vidi una folla numerosa chenessuno poteva contare».Ma dopo questa bella visione apocalittica, viene la vi-sione dell’inferno che ebbero i tre pastorelli di Fatima;in cui la Madonna disse a Giacinta: «Sacrificateviper i peccatori: dite spesso (il Rosario) special-mente quando compite qualche sacrificio».«Dopo queste parole, la Signora aprì le mani. La luceproveniente da essa sembrò penetrare la terra e

vedemmo un mare di fuoco. Immersi in questo fuocovi erano demoni ed anime che sembravano tizzonitrasparenti, alcuni nero o bronzei, in forme umane,portate intorno dalle fiamme che uscivano da essi,assieme a nuvole di fumo. Essi cadevano da tutte leparti, proprio come le scintille cadono dai grandifuochi, leggere, oscillanti, tra grida di dolore e dispe-razione, che ci atterrirono sino a farci tremare di pau-

ra. I demoni potevano essere distinti dalla lorosomiglianza a orribili, ripugnanti e sconosciuti animali,incandescenti come carboni accesi» (Parole di Lucia).Atterriti e come per supplicare aiuto, alzammo gli oc-chi verso Nostra Signora, la quale ci disse con gen-tilezza, ma anche con tanta tristezza: «Avete vistol’inferno, dove vanno le anime dei poveri pecca-tori…».Che terribile quadro!..

Ora, la Madonna si trova in mezzo a due situazioni:da una parte, Ella vede l’umanità indifferente, o peg-gio, ostinata, di fronte ai castighi annunciati; dall’altra,

Ella vede chi sorride dei castighi che si avvicinano,restano increduli, materialisti, sensuali. Eppure, laMadonna ha chiaramente espresso che ci stiamoavvicinando agli ultimi tempi. Ella ha pure affermatoche questa, in atto, è la lotta decisiva, finale, d’unabattaglia da cui si uscirà vincitori o vinti, ossia: o conDio o col Diavolo.Per questo, Ella ci ha ripetuto varie volte che irimedi dati al mondo sono il Santo Rosario e ladevozione al suo Cuore Immacolato.Riflettiamo anche su quello che pure Ella dissechiaramente: Noi ci stiamo avvicinando agli ultimitempi! Ora, la parola “ultimi”, vuol dire che non cene saranno più altri!Pensiamoci!

Appunti critici sul Vaticano IIsac. dott. Luigi Villa(pp. 108 - Euro 16)

Lo scopo di questi “Appunti critici sul Vaticano II” è di mettere sotto ac-cusa gli stessi documenti della sua esecuzione, già riconosciuti dallo stes-so Paolo VI nella sua confessione del suo discorso del 15 luglio 1970:“L’ora presente è ora di tempesta. Il Concilio non ci ha dato tranquil-lità... ma piuttosto turbamento”, e non certo di modesta portata, bensìdi dimensioni di “tempesta” e di “turbine”, invece di portare alla sua“optatam totius ecclesia renovationem”.Saranno queste le prove di questi “Appunti” alla luce del Magistero Solen-ne della Chiesa!

Per richieste, rivolgersi a:

Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

 N  O V   I T   À 

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6 “Chiesa viva” *** Novembre 2008 

Il

teologo

LA DEMOLIZIONE

MODERNISTA DI PAOLO VIDa filo-modernista che era, PaoloVI non poteva che demolire laChiesa, applicando le nuove dot-trine del Vaticano II. Infatti, sman-tellò tutte le difese della Chiesa,come la riforma del Sant’Uffizio;come la diffusione della “nouvelletheologie” nei Seminari e nelleUniversità cattoliche; diede il “via”all ’aggiornamento catastrofico

delle Regole e Costituzioni, ob-bligandoli a mettersi anche loronello “spirito” del Vaticano II(con il risultato dello svuotamentodei Seminari e Istituti religiosi!);obbligò tutto il clero all’apertura almondo (fancendo, così, una pau-rosa defezione di centinaia e centi-naia di sacerdoti!) anche nel vesti-to; proibì di punire anche i diffu-sori di eresie.Da Papa impose gli orienta-

mente liberali e filo-modernisti;intrapprese la sperimentazionedei princìpi modernisti.Mentre il Santo Pio X aveva erettole barriere contro il moderni-smo,Paolo VI, invece, le abbatté tutte auna a una. Così, abolì il “Motu

avesse più il potere coercitvo. E

così è nata la “Congregazioneper la Dottrina della Fede” chesegnala solo qualche errore piùevidente, ma non più l’alta mareadi eresie che circolano, ormai, intutta la Chiesa.Inoltre, S. Pio X aveva fatto sten-dere un “Catechismo fondamen-tale”, utile per tutta la Chiesa. MaPaolo VI lo demolì, volendo il plu-ralismo anche nella catechesi,mostrandosi e tollerante e difen-

sore dell’eretico catechismo olan-dese, che fece da guida a tutti glialtri scandalosi catechismi, spun-tati come funghi.La “Pascendi” di S. Pio X avevasvelato il volto del modernismo, ar-restandone la corsa e la vittoria;

proprio Sacrorum Antistitum”,

(Settembre 1960) e il giuramentoantimodernista (1967)1. Nonvolle che si parlasse più di sco-muniche, specialmente del decre-to “Lamentabili” e dell’enciclica“Pascendi” del 18 novembre1907.Mentre S. Pio X riorganizzò ilSant’Uffizio con la Costituzione“Sapienti Consilii” del 29 giugno1908, Paolo VI, con estrema insip-ienza, lo abbatté, dichiarando ad-

dirittura che di “eresie”, grazie aDio, non ne esistevano più nelseno della Chiesa2, e che “alladifesa della fede, ora, si prov-vede meglio promuovendo laDottrina” che non condannando(1965), quasi che la Chiesa non

1 Cfr. Ench. Vat., vol. 2, N° 1771. 2 Cfr. enciclica “Ecclesiam suam”.

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Roma, il 7 maggio 1909, il “Pon-tificio Istituto Biblico”, per assi-

curare dal modernismo i giovanispiranti a una soda e seria spe-cializzazione biblica. Ma Paolo VIne fece un covo di modernisti,dopo aver richiamato al Biblico igesuiti Zarujck  e Lyonnet, cheerano stati già espulsi dall’inseg-namento e condannat i dalSant’Uffizio.Inoltre, S. Pio X, per assicurareuna formazione del Clero dottrinal-mente ortodossa, volle la fon-

dazione di Seminari Regionali.Paolo VI, al contrario, affidò la“Congregazione per l’Educa-zione cattolica” al card. Gar-rone, il quale, in Concilio, avevasferrato un feroce attacco propriocontro i Seminari Regionali.E per consolidare la comagine ec-clesiatica, S. Pio X fece iniziarel’unificazione delle leggi ecclesias-tiche in un unico Codice di Diritto

ma Paolo VI non si diede per vin-to, svelandosi, mediante i mass-media vaticani3... che definirono“storicamente non del tuttorispettoso” l’attacco di S. Pio X,quasi fosse stato un disonesto o

un superficiale. Di quella “stranacommemorazione” svelava, in-vece, la ruggine che era da tantotempo nell’animo di Montini!Ancora: per contrastare l’esegesimodernista in corso, S. Pio Xdiede maggiore stabilità alla “Pon-tificia Commissione Biblica”, vo-luta da Leone XIII, e scrisse che“tutti sono tenuti, in coscienza,alle decisioni passate e futuredella ‘Pontificia Comissione

Biblica’, non altrimenti che aiDecreti Dottrinali delle SacreCongregazioni approvati dalPontefice”.Anche qui, Paolo VI, nel 1972,ridusse la Commissione Bibblicaa una sezione della mediocre einerme “Congregazione per laDottrina della Fede”, che non hamai emesso alcun Decreto.S. Pio X aveva fatto erigere, in

Canonico; ma Paolo VI, a brevedistanza, volle un altro Codice,

che ha aperto a tutti i principiimodernisti.Paolo VI, sempre contro S. Pio Xche aveva condannato l’anti-con-fessionalismo, nocivo alla Fede, in-iziò quello scriteriato ecumenismoche S. Pio X aveva definito: «car-ità senza fede, tenera assai per imiscredenti, la quale apre a tut-ti, purtroppo, la via all’eternarovina».Ma già Montini, Arcivescovo di Mi-

lano, aveva dichiarato: «i confinidell’ortodossia non coincidonocon quelli della carità pasto-rale».

(continua) 

3 Cfr. “Radio Vaticana” del 4 e 6 settem-bre 1977 e l’“Osservatore Romano”dell’8 settembre 1977.

Paolo VI.

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Documenta-Facta

Non possiamo risparmiare, questa volta, la nostra cri-tica alla Rivista “Il Segno del soprannaturale” che,nel Numero 243 del settembre 2008, riporta in coper-tina, in titolo a caratteri cubitali, la frase: “IL DEMO-

NIO LAVORA PER INFANGARE MEDJUGORJE”.

Ora, siccome a pag. 3 della pubblicazione “Medju-gorje – Torino”, dello stesso mese, si dice che laChiesa non ha mai ufficialmente bocciato Medju-gorje, e che «è certo che non vi è stato ancora un“sì” ma neppure un “no”», affinché la verità si im-ponga sull’inganno, riportiamo (ripetendo), qui, il sun-to degl i “Atti della Conferenza EpiscopaleToscana”, dopo l’incontro che ebbe col Segretariodella “Sacra Congregazione per la Dottrina dellaFede”, Sua Ecc.za Mons. Angelo Amato, subitodopo la visita “Ad limina Apostolorum” col Santo

Padre, nei giorni 16-20 aprile, dove furono invitati arendere pubblica l’Omelia del Vescovo di Mostar sui “fatti” di Medjugorje, per fare chiarezza sulfenomeno.In conformità a questo invito, rendiamo ancora noto,per trarne le debite conseguenze, i principali punti darimarcare:

1.1. non dire: «io mi sono confessato, misento bene; ora sono convertito;dunque la Madonna appare a Medju-gorje»;

2.2. un gruppo di francescani sacerdoti,dimessi dall’Ordine, operano illegal-mente in chiese parrocchiali ed uffici;

3.3. essi amministrano i sacramenti sacri-legamente, ed alcuni anche illegal-

mente, come la Confessione e la Cresi-ma; inoltre, assistono a matrimoni in-validi;

4.4. nessuno è autorizzato ad attribuire iltitolo ufficiale di “Santuario” a questoluogo;

5.5. in base alle indagini ecclesiastichesugli avvenimenti di Medjugorje, non sipuò affermare che si tratti di ap-parizioni o rivelazioni soprannaturali. Ilche significa che la Chiesa non ha maiaccettato alcuna apparizione né come

soprannaturale né come mariana;

6.6. non sono permessi pellegrinaggi eccle-siastici, né ufficiali né privati, né per-sonali, né comuni, se presuppongonol’autenticità delle apparizioni.

GERARCHIA – CLERO – FEDELIGERARCHIA – CLERO – FEDELI

UBBIDITE!UBBIDITE!

La Madonna Immacolata

Vi benedirà dal Cielo!

MedjugorjeMedjugorje– Una risposta alla Rivista “Il Segno del soprannaturale” –

di L. V.

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Il Papa ha iniziato un giro di vite con-tro il più vasto e illecito Movimentocattolico, sospendendo il sacerdote alcentro delle presunte (più di 40.000)“apparizioni” della Vergine Maria, aMedjugorje.Benedetto XVI ha autorizzato “se-vere misure precauzionali e disci-plinari” contro P. Tomislav Vlasic,ex “direttore sprituale” dei 6 ragazziche hanno detto di aver visto apparirela Madonna a Medjugorje (Bosnia).Il prete francescano è stato sospeso,dopo il suo rifiuto di cooperazione, inseguito alle accuse di scandalosaimmoralità sessuale “aggravata damotivazioni mistiche”.Tomislav è anche accusato di “dif-fusione di dubbia dottrina, ma-nipolazione delle coscienze, misti-cismo sospetto e disobbedienzanei confronti di ordini legittimiemessi” e, inoltre, sospetto di ere-sia e di scisma.Padre Vlasic è stato una figura cen-trale nel promuovere le presunte

“apparizioni” che iniziarono nel1981 e che continuano tuttora.Nel 1984, egli si vantò con GiovanniPaolo II di essere la persona che “per divina Provvidenza, guida i veggentidi Medjugorje” e che gli stessi ave-vano affermato che la Vergine avevadetto loro che egli era un vero santo.Ma, in seguito, P. Vlasic fu messo difronte alla realtà, quando il Clero del-la Bosnia espose il fatto che egli erapadre di un figlio avuto con una suo-ra, Suor Ruffina, e che, oltre ad es-sersi rifiutato di lasciare l’Ordine, per sposarla, egli supplicò perché il fattonon fosse reso noto.P. Vlasic, poi, andò a Parma (Italia)dove fondò una Comunità religiosamista di maschi e femmine, chiamata“Regina della Pace”, che fu dedica-ta alle “apparizioni” di Medjugorje.Medjugorje divenne il luogo più fre-quentato del mondo, ma i Vescovi lo-cali, convinti della falsità delle “ap-parizioni”, nel 2006, si lamentaronodirettamente col Papa Benedetto XVI.

Questo portò ad un’inchiesta che

mise a fuoco il ruolo di P. Vlasic.P. Vlasic è stato sospeso dalla Con-gregazione per la Dottrina della Fede,dopo essersi rifiutato di cooperarecon l’inchiesta sulla sua condotta,mentre “si giustificava citando la suazelante attività” e per aver fondatoComunità religiose e di aver costruitochiese nei dintorni di Medjugorje.Il decreto che conferma la suasospensione è stato firmato, conl’approvazione del Papa, dal Card.William Levada, capo della Con-gregazione della Fede, e da PadreJose Carballo, il Ministro generaledell’Ordine dei Frati Minori.Il decreto confina P. Vlasic in unMonastero francescano in Italia e gliproibisce di avere contatti con laComunità “Regina della Pace”, econ i suoi avvocati, senza il permes-so del suo superiore.Inoltre, gli proibisce di fare apparizionipubbliche, predicare e fare confes-sioni e gli richiede di fare una solenneprofessione di fede cattolica.

Il Vaticano ha ammonito P. Vlasic chesarà scomunicato se violerà ancheuna sola di queste proibizioni.L’azione è stata presa all’inizio diquest’anno, ma è stata resa notaquesta settimana (metà di settembre)dal Vescovo di Mostar, Ratko Peric,su richiesta del Vaticano, per far sa-pere alla gente locale lo stato sacer-dotale del frate.P. Vlasic è il secondo consiglierespirituale dei “veggenti” ad esseresospeso dal suo ministero. L’altro èstato P. Jozo Zovko, sospeso dalVescovo Peric, nel 2004.Questo rappresenta un colpo fatale aimilioni di seguaci di Medjugorje a livel-lo mondiale, i quali speravano che ilVaticano riconoscesse le apparizioni.  Agli inizi di quest’anno, il VescovoMons. Andrea Gemma, denunciò lepresunte apparizioni di Medjugorjecome “opera del Diavolo” e pre-disse: “tra breve, il Vaticano inter-verrà con qualcosa di esplosivo per smascherare una volta per tutte chi

si nasconde dietro quest’inganno”.Il fenomeno ebbe inizio il 24 giugno1981 quando 6 bambini, dissero adun prete di aver visto la Madonna sul-la collina nei pressi del paese.Tre Commissioni Teologiche dichia-rarono l’inesistenza del soprannatu-rale nelle presunte “apparizioni”; nel1985, il card. Ratzinger vietò i pel-legrinaggi a Medjugorje, ma questodivieto fu ignorato.

I veggenti, intanto, a seguito delle lorodichiarazioni sulle presunte “ap-parizioni”, hanno portato la ricchezzaalle loro case e al paese di Medjugor- je; alcuni di loro possiedono case bel-lissime con giardini immacolati, dop-pio garage e cancelli di sicurezza; ec’è anche chi si è costruito un campoda tennis.Essi hanno anche automobili lussuo-se e hanno messo su famiglia; uno diloro, Ivan Dragicevic, si è persinoscelto come moglie Miss Massa-chussetts!

MedjugorjeMedjugorje– Giro di vite: Papa Benedetto XVI ha autorizzato

“severe misure precauzionali e disciplinari”

contro Padre Tomislav Vlasic –

P. Tomislav Vlasic.

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10 “Chiesa viva” *** Novembre 2008 

U NU N

TEMPIO SATANICOTEMPIO SATANICO

PERPER SAN PADRE PIO?SAN PADRE PIO?

19.19. “Da questi pochi documen-ti… risulta chiaro che chi co-

manda in Vaticano è la Mas-soneria…”.“Chiesa viva” N° 388, novembre2006.Su questo numero, sempre sotto iltitolo: “Lo scandalo del tempio sa-tanico dedicato a San Padre Pio -Una lettera di risposta”, apparivala seconda parte della lettera di ri-sposta dell’Ing. Adessa al giornali-sta e scrittore Angelo Maria Mi-schitelli.Dopo aver risposto alle domande

dello scrittore, la lettera accenna al-la “Lista Pecorelli”, una lista di più di un centinaio diPrelati massoni, nella quale si riporta, per ciascunPrelato, il giorno, mese, anno di iscrizione allaMassoneria, il N° di Matricola e la Sigla. I pochinomi citati sono: mons. A. Ablondi, mons. F. Biffi,card. S. Baggio, sac. E. Balducci, mons. L. Bet-tazzi, mons. A. Bugnini, s.j. G. Caprile, card. A.Casaroli, mons. A. Gottardi, mons. P. Laghi, il se-gretario personale di Paolo VI, mons. P. Macchi,l’abate M. Salvatore, mons. F. Marchisano, mons.P. Marcinkus, mons. V. Noè, card. S. Pappalardo,

card. M. Pellegrino, card. U. Po-letti, card. L. Suenens, p. M. Tu-

roldo, card. Villot. A questi sonoaggiunti: il card. Achille Lienart eil card. Arcivescovo di ViennaFranz Köenig. La risposta, poi, ri-porta integralmente tre lettere scrit-te da mons. F. Marchisano, oggiCardinale, in cui si parla della“grande gioia” del monsignore peraver ricevuto dal Gran Maestro del-la Massoneria italiana “il delicatoincarico di disgregare i Seminaricattolici italiani”. Nella risposta viè anche una lettera del card. Seba-

stiano Baggio indirizzata al GranMaestro della Massoneria italiana in cui il Prelato af-fronta due problemi importanti: il primo, la consegnadell’archivio segreto di Paolo VI alla Massoneria; ar-chivio “Pasquale Macchi, la stessa notte (dellamorte di Paolo VI), partì da Castelgandolfo e fecela urgente e segreta operazione. Tali documentiVi verranno presto consegnati”; il secondo “lasuccessione a Paolo VI, per la quale mi avetepromesso tutta la Vostra opera, mobilitando tuttele Vostre forze affinché sia ricompensata la miafedele opera”.

44

 La “Nuova Chiesa” dedicata a San Padre Pio è un “Tempio Massonico”, o meglio un“Tempio Satanico”. Questa sconvolgente realtà è stata dimostrata dall’  Ing. Franco Adessa, nel febbraio 2006, con uno studio serio, meticoloso, stringente e documentatoche, sino ad oggi, non è stato ancora confutato da nessuno!

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“Chiesa viva” *** Novembre 2008  11

La risposta continua dicendo: “il cardinale VirgilioNoè (della “Lista Pecorelli” e sostituito, nel 2002,da Mons. Francesco Marchisano – anch’egli della“Lista Pecorelli”) è stato il diretto superiore diMons. Crispino Valenziano che dava ordini all’ar-chitetto Renzo Piano”…”, e continua: “Da questipochi documenti… risulta evidente che chi co-manda in Vaticano è la Massoneria, alla quale ilcard. Sebastiano Baggio si rivolge quando desi-dera essere eletto al Soglio Pontificio!”.

20.20. Eine „Neue Kirke“ für den Heiligen Pater Pio- Ein Freimaurerischer Temple? A “NewChurch” dedicated to St. Padre Pio - Maso-nic Temple? Une “nouvelle Église” à SaintPadre Pio - Temple Maçonnique?

Primi mesi 2007: escono le edizioni tedesca, ingle-se e francese del Numero Speciale “Chiesa viva”N° 381 sul Tempio massonico a San Giovanni Ro-tondo.

21.21. “Eppure, in questo Tempio Satanico si conti-nua a celebrare la S. Messa. Ma questo èuna sfida aperta a Dio!”

“Chiesa viva” N° 393, aprile 2007.Questo numero riporta le copertine delle edizioni inlingua straniera del Numero Speciale “Chiesa viva”381 con le scritte, a lettere cubitali:«La “Nuova chiesa” a San Padre Pio non è una

“chiesa cattolica”, ma un “tempio satanico” cheglorifica la massoneria e il suo dio Lucifero! E do-ve la simbologia massonica celebra:– L’ecumenismo massonico come arma letale

per la distruzione della Chiesa cattolica!– Lucifero che sostituisce Cristo come “Reden-

tore dell’Uomo”!– Lucifero che sostituisce Cristo come “Re

dell’Universo”!– La sostituzione della SS. Trinità con la blasfe-

ma e satanica “Triplice Trinità” massonica!– Il “Culto di Lucifero” sostituisce il “Culto di

Dio”!

Eppure, in questo “Tempio Satanico” si continuaa celebrare la “Santa Messa”!... Ma questo è una sfida aperta a Dio!».

22.22. “Perché una chiesa fatta a spirale? Il Cattoli-cesimo è basato sulla croce”

“Libero”, 10 aprile 2007.Il giornalista Daniele Mizzau scrive un articolo: “DaFoligno a San Giovanni Rotondo: Le brutture del-le chiese moderne, senza croce né icone”. Dopoaver dissertato di architettura religiosa, scrive: “Le ar-chitetture nella storia riflettono specialmente societàe costumi. Dal gotico a oggi… alla discussa aula li-

turgica di Renzo Piano dedicata a Padre Pio, l’ico-nica devozione si affievolisce miseramente… L’operaavrebbe riferimenti massonici. Lo sostiene la rivi-sta cattolica “Chiesa viva”. Perché, si chiede il di-rettore don Luigi Villa, una chiesa fatta a spirale?Il Cattolicesimo è basato sulla Croce...”.

(continua) 

La Croce di pietra, alta 40,40 m, rappresenta la “Chiesa di Lucifero” formata dalle 4 Massonerie: Rito Scozzese di Perfezione, Rito Scozze- se Antico e Accettato, Nuovo Rito Palladico Riformato e Alta Massone- ria ebraica dei B’nai B’rith. In cima alla Croce, la simbologia massonica rappresenta Lucifero come Re di un Universo  divinizzato nella sua creazione e nella sua umanità, e rappresenta l’ “Occhio” di Lucifero 

con un disco di raggio 108 cm.Il numero 108 = 6 volte 18, rappresenta il numero dei Marchi della Be- stia, 666, contenuti nelle 70 pietre che compongono la Croce.

Si osservino i due gruppi di cipressi all’ingresso della “nuova chiesa”: entrando, prima, vi sono  18  cipressi in fila indiana; poi, 6  cipressi di- sposti a cerchio. Il loro prodotto: 18 x 6 = 108. Proprio il raggio del di- sco che rappresenta l’ “Occhio” di Lucifero! Solo una coincidenza? 

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12 “Chiesa viva” *** Novembre 2008 

ÈÈ venuta recentemente allaluce una notizia clamo-rosa che, con tutta proba-

 bilità, potrebbe essere il miracolo più spettacolare attribuito al nuo-vo canonizzato San Padre Pio (P.Pio fu canonizzato il 16 giugno

2002. Il giorno della sua festa è il23 settembre).A quanto viene riferito, su ordinedel Vaticano, fu condotta unariesumazione preparatoria allasua Beatificazione, avvenuta aRoma il 2 maggio 1999, e aventecome supervisore il card. Oddi(morto il 29 giugno 2001) ed al-tri necessari testimoni canonici.La tomba di Padre Pio è fatta conmarmo italiano ed ha un peso di tre tonnellate,

originariamente calata con una gru sull’urna delSanto, e poi cementata al pavimento di cementodella cripta, nella chiesa dei Cappuccini di SantaMaria delle Grazie, facente parte del Monasterodove Padre Pio ha vissuto per oltre cinquant’anni,e dove vi morì, nella sua cella.Quando la bara, nella quale era stato posto dopoil periodo di esposizione al pubblico nel santuariodella chiesa, fu aperta, alla presenza dei testi-moni, fu trovata completamente vuota, ad ec-cezione di tre oggetti.

di Anne McGinn Cillis

SAN PADRE PIOSAN PADRE PIO

– una tomba vuota? –

Questi oggetti erano: la suaveste, la sua cintura bianca e isuoi sandali francescani.  Non vi era né polvere né residuidi resti deteriorati. Nulla. Solo glioggetti menzionati.John McCaffery (R.I.P.), l’au-

tore di “The Friar of San Gio-vanni: Tales of Padre Pio” (Ilfrate di San Giovanni: racconti diPadre Pio), era un amico moltovicino a Padre Pio. John, inoltre,era un caro amico dell’Autrice.Una volta, mi raccontò una storiaaffascinante: “Io sono solo unpovero frate che prega”, solevadire Padre Pio a John, e la vistadi gruppi enormi di persone che

affollavano l’area adiacente al monastero, vera-

mente lo costernavano e lo rendevano perplesso,tanto grande era la sua umiltà.“Oh Padre – disse John – oggi, sono migliaia avenire, ma dopo la tua morte, i pellegrini verrannoqui a milioni!”.Padre Pio, allora lo guardò con una strana espres-sione. “John – gli disse lentamente, enfatizzandoogni sua parola –  lascia che vengano! Io nonsarò qua!”.Molti anni dovevano trascorrere per avere un’oc-casione per ponderare e chiedermi cosa significas-

Anne McGinn Cillis,Direttrice dell’ Istituto Padre Pio del Canada,è stata adottata da Padre Pio come sua figlia spirituale il 28 dicembre 1962 e, successiva- mente, su richiesta di Padre Pio, è entrata nel Terzo Ordine Francescano, prendendo il nome di Suor Giuseppina Maria Pia, il 15 novembre 1964, a Ottawa (Canada), nella chiesa di S. Francesco d’Assisi.

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“Chiesa viva” *** Novembre 2008  13

sero queste strane parole di Padre Pio dette al mioamico, John McCaffery.L’Autrice ha intervistato tre prominenti e credibilitradizionalisti sull’origine di questa sbalorditivastoria della tomba vuota nella cripta di Padre Pio,a San Giovanni Rotondo, Italia.Tutti e tre concordavano che, al tempo dellariesumazione “Nulla fu detto, eccetto che essichiusero la bara e non dissero nulla a nessuno”.

Padre Carl Pulvermacher, OFM, Cap., moltonoto negli Stati Uniti e in Canada, e che ha cele- brato il suo Giubileo d’oro dei cinquant’anni disacerdozio il 3 settembre di quest’anno, ha avval-orato questa storia e mi ha fatto rivolgere aRobert e Cristina di Cecco, in Connecticut.Ho parlato con entrambe queste persone, ed ho sa-  puto che l’anziano card. Oddi aveva rivelato ifatti a un prete di nome Chamoine de Portadella Francia, che era un amico stretto del Car-dinale.

Chomoine de Porta, un amico stretto anche dellafamiglia di Cristina e di Cecco, raccontò loroquesta storia.I testimoni furono evidentemente invitati amantenere il silenzio, poiché sembra che i frati,che si trovano oggi nel monastero di Padre Pio,non volessero che questo fatto fosse conosciuto.Se vero, uno si domanda il perché.San Giovanni Rotondo è oggi totalmente “Novus

Ordo” (contro tutto ciò che Padre Pio avevasostenuto). San Padre Pio è un eroe della restau-razione del vero Cattolicesimo. Egli non volevaavere nulla a che fare con la rivoluzione liturgica post-conciliare e celebrò la Messa Tridentina finoall’ultimo giorno della sua vita.

I lettori sono incoraggiati a trasmettere a“Catholic Family News” qualsiasi informazioneche metta in dubbio, oppure confermi questa storiastraordinaria.

L’articolo di Anne Cillis, sulla tomba vuota di Padre Pio, apparso sul periodico cattolico americano  “Catholic Family News”, del settembre 2002.

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14 “Chiesa viva” *** Novembre 2008 

N O !N O !alla

Croce di DozuléCroce di DozuléQuesta Croce apparve in Francia, a Dozulé tra il 1972 e il 1978.

Il Vescovo del luogo, Mons. Badré di Bayeuv-Lisieux, dopo aver fatto esaminarequell’evento da una Commissione, il 17 aprile 1984, espresse un PARERE NEGA-TIVO, dichiarando, inoltre, che i partigiani della tesi di Dozulé e i suoi diffusorinon sono in comunione con la Chiesa.

“CHIESA“CHIESA VIVVIVA”, perA”, perciò, supplica tutti i Vciò, supplica tutti i Vescoescovi cattolicivi cattolici

di impediredi impedire, in tutte le lor, in tutte le loro loro loro Diocesi,o Diocesi,cche venga innalzata quella “Crhe venga innalzata quella “Croce massonica”,oce massonica”,e prega tutti i Sacere prega tutti i Sacerdoti di non dare né di permetteredoti di non dare né di permettere

di ordi organizzare gruppi di fganizzare gruppi di fedeli in pellegrinaedeli in pellegrinagggi a queste crgi a queste crociocicche sono senza il Crhe sono senza il Crocifisso Gesù Redentoreocifisso Gesù Redentore,,

unico verunico vero simbolo della nostra Fede e della nostra Civiltà Cristiana!o simbolo della nostra Fede e della nostra Civiltà Cristiana!

In questa epoca di secolarizzazione, il satanismo massonico, che lavora per elimi-nare ogni segno sacro del Cristianesimo, dopo aver fatto sparire dall’altare Gesù-

Eucarestico, ora sta eliminando il Crocifisso da tutti i luoghi pubblici (scuole, ospe-dali, sale di Tribuanli, cimiteri, ecc..), per diffondere, in sua vece, croci senza Croci-fisso, come ad esempio la Croce di Dozulé, al fine di diluire sempre di più la Fedein Gesù Cristo, in modo particolare nelle coscienze delle nuove generazioni.E questo viene fatto per oscurare persino il ricordo del Crocifisso, quale Lo si vede-va nelle tante Cappelline di montagna e di pianura, dove i nostri montanari e conta-dini si fermavano spesso, per devozione, fissando lo sguardo su quella Croce delGolgota su cui spiccava il Cristo Redentore!

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“Chiesa viva” *** Novembre 2008  15

La verità sull’evoluzionee l’origine dell’uomo

di Pier Carlo Landucci 

Occh i su l la Po l i t i ca  

“CHIESA VIVA”

È UNA “BOMBA”!

“Chiesa viva” - mensile dove scrivoDa vari lustri, in versi meditati -È una “bomba”! Evangelico esplosivo,Per scuotere i cristiani addormentati,

Dal Concilio Ecumenico infettivo,E i tanti Sacerdoti, ipnotizzati,Dal nuovo documento, suggestivo,Dei “fratelli maggiori” idolatrati!

Appena ricevuto il mio sonetto,Ovvero questo cencio di poesìa,Abbònati al mensile, Benedetto,

Che parla chiaro, senza ipocrisìa!Poi chiama padre Villa, poveretto,

Per fargli i complimenti, e così sia!

Prof. Arturo Sardini

Chiusa

Poiché non sono avezzo fare inchini,In uso negli ambienti sampietrini,Senza salamelecchi o baciamano,Salve, Vale, Pontefice Romano!

16

PALEONTOLOGIA

La progressiva comparsa delle specie viventi

Un esempio molto istruttivo è dato dalla scoperta del più antico genere diuccelli fossili, l’Archaeopteryx (da archaios, antico e ptéryx, ala), trovatonel 1861 nel calcare litografico di Solenhofen, in Baviera. La finissima

grana di questo calcare ha permesso di conservare preziosi particolaristrutturali.Un altro esemplare fu trovato nel 1877. Lo strato geologico è del Giurra-sico superiore, sicché risale a circa 120 milioni di anni.Grande come un piccione, aveva una lunga coda e due grandi ali l’una ele altre largamente pennute, una testa con molti denti e spiccate affinitàscheletriche con i rettili per riguardo al cranio e alla colonna vertebrale.Viene perciò comunemente presentato come “evidente prova” di deri-vazione dai rettili e conseguentemente come “prova decisiva” a favoredell’evoluzione.Ma è una affermazione arbitraria che nasce dal gratuito presuppo-sto che quando una certa forma vivente possiede alcune caratteri-stiche di un’altra precedente deve averle derivate da quella.In realtà, da questo ritrovamento si può dedurre solo l’esistenza, in quei

tempi, di questo speciale ordine di uccelli (chiamati Saururi) che univa-no, insieme alle caratteristiche nettissime di uccello, alcune caratteristi-che di rettile. Si chiamino pure, se si vuole, forme di transizione, manon di derivazione; né si ritengano incomplete e imperfette.Una tale combinazione di disparate caratteristiche rientra nella grandio-sa varietà, talora bizzarra, delle forme viventi.Che dire, per esempio (passando a tutt’altra classe animale) di quell’uni-co strano mammifero volante che è il Pipistrello, diffusissimo (se necontano oltre 1000 specie), mezzo topo e mezzo uccello (a volerlo

chiamare così, benché mammifero, per il volo)?Né si tratta di una forma male strutturata, rudimen-tale, transitoria. È invece perfezionatissima e ma-gnificamente dotata per il suo modo di vita. Si èperfino scoperto che, per evitare gli ostacoli nelsuo notturno volo saltellante (dovuto alle ali mem-branacce e particolarmente idoneo per catturaregli insetti), emette degli ultrasuoni di cui percepi-sce l’eco, riflesso da quei corpi: un radar acustico.Un capolavoro!È forse “derivato” dal topo? O, viceversa?

(continua) 

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16 “Chiesa viva” *** Novembre 2008 

MemorieMemorieper la storia delper la storia del

giacobinismogiacobinismo

«AI VIVI DOBBIAMO RISPETTO, DEI MORTI DOBBIAMO DIRE LA VERITÀ».

(Voltaire)

33

Capitolo VIII

Ma non tutte le teste coronate e protettricidi Voltaire erano congiurati, ma se tuttine avevano bevuto il veleno dell’incredu-lità, non per questo volevano farlo bere ailoro popoli. Di queste una era Caterina diRussia che pur essendo seguace della sèt-

ta, il che emerge da una fitta corrispon-denza con Voltaire, volle comunque Alembert come istruttore dell’erede dellasua corona (Probabilmente una fatto “dimoda” n.d.r.)La tanto ingiustamente deprecata e calun-niata Maria Antonietta esclamò alle Tul-leries, dopo essere lei stessa stata irretita:“Ah, come siamo stati ingannati! Ora ve-diamo bene quanto i preti si distinguanotra i sudditi fedeli del Re”.Il fascino perverso di Voltaire, fece presasui giovani Principi impreparati cultural-mente a tenergli testa, ma tutti questi nonsapevano che i loro cattivi maestri erano“filosofi repubblicani”   portatori di gra-vi di conseguenze. (Gustavo III di Sve-

zia fu pugnalato a morte da un settario as-sassino, uscito dalla scuola di Voltaire.La Regina di Svezia Ulrica di Branden-burgo sua madre, e temporanea amante diV., gli aveva istillato col suo latte l’odioanti cristiano appreso dal “filosofo”). Alembert dal canto suo, aveva infettatoCondorcet, il quale a sua volta infettò Ankastroem. Ironia del destino volle cheGustavo doveva comandare le armate riu-nite, contro la rivoluzione francese e cad-de sotto i colpi di  Ankastroem, socio delClub che predicava la mala pianta il cuiveleno aveva ricevuto con il latte mater-no: la distruzione dei Troni.

Luigi XVI, re di Francia.

I Giacobini che avevano celebrato l’apo-teosi di Voltaire, ora celebrarono quelladi  Ankastroem e gli dedicarono un bustoche misero accanto a quello di Bruto. An-che  Poniatowsky Re di Polonia, poi de-tronizzato, fu sulla lista delle vittime diquella rivoluzione ispiratasi alle “lezionivolterriane” insieme a Gustavo di Sve- zia, Luigi XV, Luigi XVI.I congiurati, figli di  Alembert e della sua

scuola, videro come egli stesso avrebberiso dei Re del nord, i quali proteggendoi congiurati e la congiura dell’empio con-tro l’altare, non avevano saputo prevederela congiura dei figli dell’empio contro iltrono.Unica eccezione fu Giorgio III d’Inghil-terra che, insieme ai Re del sud, rimase

alieno alle lezioni dei sofisti. È stata unadelle lezioni più importanti che la storiaabbia mai dato ai potenti (ma non è servi-ta n.d.r.).In una lettera del 26 sett.1766 al Conted’Argental, Voltaire scrive: “Non vi è al  presente un Principe alemanno che nonsia filosofo”.Lo divennero il Landgravio di Assia-Cassel; il duca di Brunswich; Luigi di Wuertemberg, che chiese a V. di fornirgliil libro più osceno ed empio della sua  produzione “La pulzella di Orlèans”;Carlo Teodoro Elettore Palatino; Princi- pessa Anhalt-Zerbst; Guglielmina Mar- gravia di Bareith.

Capitolo IX

Ministri - Signori - Magistrati.

Il filosofismo aveva preso in Francia tuttol’aspetto di una vera congiura anche senon potè sedere sul “trono” come nel Nord.   Luigi XV ,   pur non appartenendoalla Sètta, ne aveva favorito il progresso. Nonostante non avesse perso la fede, anziera un amante della religione, negli ultimitrentacinque anni della sua vita, questafede rimase attiva nel suo cuore ma se- polta, e la dissolutezza dei suoi costumi,

a cura di Claudia Marus

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“Chiesa viva” *** Novembre 2008  17

la pubblicità dei suoi scandali, il trionfodei suoi cortigiani e delle cortigiane, cor-risposero male al titolo di “Re cristianis-simo”. Tra i pochi ministri degni, ne ebbetanti empi. Mr. Amelot, Ministro degli Esteri, il Con-te di Argensson (stesso ministero) i Du-chi di Choiseul , Malesherbes, di Praslin,la Marchesa di Pompadour, tutti aveva-no rapporti intimi con Voltaire e la suacongiura. Il duca di Malesherbes fu quel-

lo a cui la rivoluzione giacobina è mag-giormente debitrice. Egli fu comunque te-stimone di tutti gli orrori della stessa e ilmeno sorpreso di divenirne la vittima.Traditore del Re, preparò il palco per  Ro-bespierre.Luigi XVI ebbe come Ministro devoto,compagno e amico, il Maresciallo Con-te de Muy, che assomigliava molto algiovane Delfino per le sue virtù. Unadelle più grandi disgrazie fu per lui la perdita prematura di questo virtuosoMinistro. Gli successe  Maurepas, fintofilantropo, che dette una vera spinta ver-so il successo ormai vicino del “filosofi-smo”.A questo seguì Turgot , empio, ricco, in-

trigante, spergiuro e traditore. Per quan-to potè, fece del giovane Re un giacobi-no. Il suo apporto al “trono” furono tuttii vaneggiamenti dei Clubbi  sul popolosovrano, abusando dello spirito del mo-narca troppo giovane e fu il primo a in-trodurre nel Ministero il doppio spiritodella rivoluzione anti-cristiana e anti-monarchica. Durante la rivoluzione, iflagelli si abbatterono sulla Francia, ma prima si succedettero nei Ministeri.A Turgot , succedette Brienne e a questi Necker il quale si distinse subito, dagiovane figlio di banchiere, per unatruffa, che lo rese ricco di tre milioni.Divenne, grazie ai suoi innumerevoli in-trighi e quelli dei suoi amici congiurati,

Ministro delle finanze di Luigi XVI.Per conto dei congiurati e per affrettarela rivoluzione, rovinò l’erario pubblico,in modo da provocare la sollevazione  popolare. Individuo tra lo scellerato el’imbecille (tipologia sempre abbondan-temente reperibile in ogni epoca! n.d.r.) Necker  fu in combutta con  Filippod’Orlèans quando si trattò di affamare il  popolo, negandogli il grano che avevainfrattato in gran quantità e che facevagirare stivato sulle barche tra Rouen, LeHavre e Parigi senza farlo sbarcare. Necker fu dimesso e il Procuratore gene-rale scrisse a tutti i Sostituti nelle provin-ce di mettere in vendita immediatamenteil grano. Il “popolo sovrano” stupido, cor-

se alle armi ridomandando  Necker l’affa-matore, portando il suo busto e quello did’Orlèans sulle strade.Una volta tornato, egli li affamò una se-conda volta (forse aveva ragione lui!!!n.d.r.) e per vendicarsi del Procuratoregenerale gli fece saccheggiare la casa emise una taglia sulla sua testa.Tali furono le virtù del Ministro  Necker seguace della congiura che arricchì diCalvinisti. Era deista, sofista, teologo (ocredeva di esserlo), in realtà, era un pallo-ne gonfiato, ma un grande acquisto per icongiurati, sempre all’opera per distrug-gere il clero parigino e conseguentemente

la fede nella gente.A furia dei soliti intrighi e dei soliti con-niventi, riescono a far insediare come Ar-civescovo di Parigi il laido  Brienne chesuccede al defunto  Mons. de Beaumont,un uomo pieno di zelo e ardore per la re-ligione. L’apostasia della capitale avrebbeinquinato anche la diocesi più importante.Così, senza violenza e senza urti, la reli-gione si sarebbe trovata distrutta, perlo-meno a Parigi, se il colpo fosse riuscito

grazie all’ambizione sfrenata di  Brienne,alla sua scelleratezza e tutto il giudaismodel suo animo, ingannando il Re e la Re-gina. E ciò stava per aver luogo, ma per-sone cristiane alla corte si opposero, sup- plicando il Re che si vide obbligato a riti-rare la nomina. Fu invece nominato un

uomo degno. Brienne si nascose sino alla burrasca chelo avrebbe fatto uscire Primo Ministro;elezione uscita dai torbidi della prima As-semblea dei Notabili.Per affrettare i servigi che in cambio ave-

va promesso ai congiurati, iniziò dal fa-moso editto sollecitato da Voltaire  per venti anni, in favore degli Ugonotti che peraltro giudicava pazzi da legare. (Lett.a Marmontel del 21 agosto 1767). Anche Alembert  lo attendeva per ingannare i  protestanti e distruggere il cattolicesimo,senza che nessuno se ne accorgesse.La tempesta che ne seguì, fece tornare Necker!.. e  Brienne finì con l’abbando-nare la nobiltà, il clero e il Re all’empietàdei sofisti e a tutti i furori dei demagoghi.Morì per la noia di non poter più nuocere,coperto d’infamia, ma senza rimorsi.Vi erano, tra la nobiltà e alla stessa corte,

 persone di grande virtù e sentimenti reli-giosi profondi. Tra gli stessi ministri uo-mini validi come Vergennes o il  Signor di Germano i quali erano tutt’altro cheempi. Disgraziatamente, Voltaire era riu-scito a fare notevoli progressi tra i grandidel mondo col suo filosofismo, così sispiegano le sciagurate scelte di  Luigi  XVI , attorniato da ministri empi e scelle-rati come i Turgot, i Brienne, i Necker ,senza parlare dei ministri subalterni,

agenti importantissimi al servizio dei so-fisti. Con questi appoggi, le leggi control’empietà erano ridotte al silenzio. Il cleroinvocava invano l’autorità, che inveceoperava in connivenza con l’empietà.  Nelle lettere di Voltaire troviamo, tra ivari “servi per la causa”, un discendente

del  Duca di Crillon, un  Principe di  Salm, un  Principe di Ligne e un  Ducadi Braganza .Pur avendo fatto molti proseliti nella politica, nella nobiltà e anche nel clero, purtroppo, è ragionevole pensare chenon tutti fossero disonesti o empi, ma piuttosto attratti più da Ferney (residen-za di Voltaire) che dal suo proprietario.Tra i suoi protettori più accaniti trovia-

mo il Conte di Argental e moglie, comeil duca della Rochefocault . Anche nellecorti straniere i “signori” immaginavanodi distinguersi dagli uomini comuni conlo zelo per il filosofismo (una moda in-somma per essere à la page. n.d.r.). Co-sì, abbiamo le scimmie in Russia con il Principe Galitzine, in Svezia il Conte di Creutz, in Spagna, (tanto aborrito daVoltaire),  Aranda, da lui chiamato “ilfavorito della filosofia”, il Duca de Mo-ra, quello di Villahermosa e il famoso Duca de Alba. Tutto ciò spinge Voltairea scrivere nella lettere a  Damilaville:“La vittoria si dichiara per noi da tuttele parti, vi assicuro che tra poco non cisarà che la canaglia sotto gli stendardi

nemici”.Voltaire conquista anche molti tribunalidel Regno, ma non tutti, e si lamentadell’esistenza di molti magistrati attac-cati alla religione. Trovò come al solitoi suoi sodali, facendo personalmente no-minare alcuni magistrati.Questo portò ad evitare condanne per gli scritti empi. Molto zelante si mostrò Mr. de Chalotais del Parlamento di Bre-tagna, nella sua lotta per la distruzione

dei Gesuiti e degli altri Corpi religiosi, per arrivare a quella dell’autorità eccle-siastica. La gran Camera del Parlamentodi Parigi rimase comunque profondamen-te avversa a Voltaire, che le fece l’onoredi porla al medesimo livello di “quella

plebaglia e di quelle assemblee del cle-ro” che non riusciva a trascinare nella suaempietà. (Lett. di V. ad  Alembert  del 13dic.1763). Nelle sue lettere a Elvezio, Voltaire siespresse così: “Io credo che i francesidiscendano dai centauri, metà uomini,metà cavalli da tiro. Queste due metà sisono separate, restano gli uomini comevoi e restano dei cavalli che hanno com- perato le cariche di consigliere e si sonofatti dottori alla Sorbona” (come lui ches’era fatto filosofo. n.d.r.)

(continua)

Nel 1771, il Duca d’Orleans, cugino del re,diventa Gran Maestro dell’Ordine di Francia.

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18 “Chiesa viva” *** Novembre 2008 

HHo avuto per le mani unlibro: “Memorie diuno zolfataro”, di

Leonardo Speziale, di Seradifalco(1903-1979), da lui dettato, e re-gistrato e trascritto da altri. È unabiografia i cui passi salienti sonoquelli relativi alla sua attività dipartigiano comunista, in provin-

cia di Brescia, dopo l’8 settembre1943, quando era fuggito dallaFrancia occupata dalle truppe ger-maniche.In Sicilia era vissuto fino all’età di27 anni. Si era poi recato in Fran-cia da fuoruscito, dato che il sog-giorno al suo paese era divenutodifficile per il frequente coinvolgi-mento in scontri di piazza e sinda-cali. Era di carattere aggressivo,come dimostrato dai precedentipenali (v. pag. 68), da cui risultanocondanne o procedimenti perdelitti di sangue, come lesionivolontarie, e persino per un omi-cidio volontario, derubricato, questo,in grado d’appello, non si sa bene inqual modo, in quello di lesionivolontarie.Lavorando nelle miniere di zolfo, siera abbondantemente nutrito di odiodi c lasse. In Francia, a l l ’età ditrent’anni, si era iscritto al Partito co-munista. Dopo l’avvento del fascis-mo, un poco per ignoranza e unpoco per odio e fanatismo contro il

medesimo, aveva finito col con-fonderlo con la mafia, identificandoloin essa, ma fingendo di dimenticare,o, forse, addirittura ignorando, chesoltanto il Fascismo era riuscito adebellare il fenomeno mafioso. Solche fosse durato ancora qualche an-no, la mafia sarebbe definitivamentescomparsa. Essa, purtroppo, ri-nacque, così come avviene per unamala pianta velenosa e infestante,ad opera degli invasori americani,che la reimportarono in Italia con

I MONTINII MONTINIAIUTARONO IL TERRORISTAAIUTARONO IL TERRORISTA

COMUNISTA SPEZIALECOMUNISTA SPEZIALE

A UCCIDERE LA GENTEA UCCIDERE LA GENTE

CON LE BOMBECON LE BOMBE

personaggi di quella che era di-venuta la loro mafia, emigratanegli U.S.A. proprio dalla Sicilia,dopo che il fascismo le aveva resola vita impossibile da noi.Lo Speziale, dopo l’8 settembre,approfittando della confusione diquei momenti, dalla Francia, oveera in carcere come anti-fascista

comunista, riuscì ad evadere e agiungere in Italia. A Brescia trovòil terreno adatto alla sua vo-cazione, grazie alla solidarietà dicerto anti-fascismo locale. Si in-contrò, così, con altri comunisti,già fuorusciti in Francia, di originebresciana, come Italo Nicoletto eLuigi Guitti (alias Tito), due guer-riglieri feroci e sanguinari, checostellarono di vittime il loro cam-mino, coi quali si rese responsabiledi agguati e uccisioni in danno dimilitari germanici e della R.S.I., e

anche di semplici civili, ade-renti alPartito fascista o simpatizzanti per es-so. Sfruttando la conoscenza degliesplosivi, acquisita nelle miniere dizolfo, pensò dunque di dare l’avvioa una vera e propria attività terror-istica, a mezzo di ordigni da luicostruiti.La sua prima “eroica impresa” con-sistette nella collocazione, il 21 otto-bre 1943, di un ordigno, in via SpaltiSan Marco, che cagionò la mortedel direttore del Carcere giudizia-

Giudice Salvatore MaccaPresid. em. della Corte d’Appello di Brescia

Presid. on. Aggiunto della Corte di CassazioneCavaliere di Gran Croce

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“Chiesa viva” *** Novembre 2008  19

rio, dott. Ciro Miraglia, calabrese,padre di quattro o cinque figli, unodei quali da me conosciuto, che, in bi-cicletta, stava rincasando, accompag-nato da un milite diciannovenne, An-drea Lanfredi, di Ghedi, pure in bici-cletta. Entrambi furono dilaniatidall’esplosione.Quanto segue in questa nota, ripro-

dotto in corsivo, è la fedele trascri-zione delle memorie dello Speziale,il quale si guarda bene dal riferire chela sua prima criminosa iniziativa ave-va cagionato, direttamente, due vit-time innocenti, e, indirettamente, altretre vittime. Cinque in totale.A pag. 117-118 egli scrive: «Quellasera avevo fatto esplodere un or-digno ad alto potenziale, con-fezionato con molta cura, contro lacaserma della milizia antiaerea invia Spalti San Marco (n.d.e.; in dan-no di quegli uomini, dunque, che, neilimiti del possibile, difendevano lapopolazione civile bresciana dai con-tinui attacchi aerei terroristici degli an-glo-americani. Tale caserma non eralontana dal carcere). La notizia del-l’attentato suscitò scalpore. Sul tram,che avevo preso per fare ritorno allaStocchetta, ad azione ultimata, lagente già parlava di bomba ad orolo-geria, mostrando una certa soddis-fazione».Tace, però, accuratamente, non solosulle citate due vittime e sul lutto e ildolore delle loro famiglie, ma anchesul lutto e il dolore che, meno di un

mese dopo, avrebbe portato purenelle famiglie di tre suoi compagni difede, quando una sera, in piazzaRovetta di Brescia, vennero fucilatiper rappresaglia all’attentato. Erano:Arnaldo Dall’Angelo, operaio alla“Radiatori”, Gaetano Perinelli, ope-raio alla “OM”, e Rolando Pezzagno,anarchico, sospettati di connivenzacol dinamitardo.Si ignora, peraltro, da che cosa abbiatratto la convinzione, mentre sul tramtornava alla Stocchetta per con-sumare tranquil lamente la cena,

preparatagli dai Montini che l’ospi-tavano, che la gente avesse di-mostrato soddisfazione, né spiega inqual modo.Ma, in una lettera al popolo brescia-no, pubblicata da “L’Italia” del 4 no-vembre 1943 (vedi nota 7, a pag. 141del terzo capitolo), il Vescovo Mons.Giacinto Tredici, certo di interpretareproprio il sentimento della gente, stig-matizzò senza mezzi termini la crimi-nale iniziativa con le se-guentiespressioni:

«L’attentato terroristico che ha fatto due vittime innocenti, e tutti ci ha in- dignato, mi dà l’occasione di rivolgervi ancora la parola di Vescovo e di Padre. Già troppi lutti hanno funestato le famiglie; troppe distruzioni e vittime ha portato la guerra, perché si possa pensare ad accrescerle con attentati proditorii. Carità di Patria e dovere di 

cittadini e di cristiani, ci chiedono che,mentre l’Italia è divisa e dilaniata, non abbiano ad aumentare le sofferenze e le sue sventure. Ci possono essere divergenze politiche, ma queste non devono portare all’odio e alla vendet- ta. L’atto inconsulto, che tutti deplori- amo, resti come la brutta manifes- 

tazione di una mente esaltata; non deve trovare imitatori, né acuire i ran- cori fra i cittadini. A tutti rinnovo la mia raccomandazione, di ordine, di mutua 

comprensione e tolleranza, nella car- ità di Cristo, nell’amore della Patria comune, l’Italia. Dio ci benedica tutti.Brescia, 2 novembre 1943.Giacinto Vescovo».

Erano, quelli, tempi in cui la maggiorparte dei cittadini bresciani, non an-cora incattivita dal terrorismo parti-giano comunista, che mirava adacuire la tensione, a suscitare sempredi più l’odio fra gli Italiani, e quello dicostoro contro gli alleati tedeschi, e

che inevitabilmente scatenava sem-pre sanguinose e prevedibili reazionie rappresaglie, condannava spon-taneamente i gesti come quello com-piuto dallo Speziale.La stessa strategia, tipica del comu-nismo, sarebbe stata adottata pochimesi dopo, a Roma, con l’attentatodi via Rasella, col quale i comunisti

conseguirono il duplice risultato discatenare l’odio degli Italiani contro itedeschi per effetto della rappresagliada essi operata, e di liberarsi dellepersone rimaste vittime della rappre-saglia che, come era noto, erano cer-tamente anticomunisti.Lo Speziale ebbe la singolare im-pudenza, nella logica tipica del co-munismo, per il quale il fine giustifica imezzi, di definire la nota del vesco-vo una “campagna diffamatoriadella Curia”, aggiungendo che talecampagna non lo interessava. Gliinteressava, da lui ritenuta, la solida-rietà della base cattolica, tutta peròda dimostrare. E credette di averlascoperta e dimostrata addirittura inseno alla famiglia Montini dellaStocchetta (vedi pag. 113, ult. cpv),secondo lui, imparentata col futuroPapa Paolo VI.Ecco che cosa afferma a pag. 114:«La stessa ospitalità offertami daiMontini, tutti cattolici, mi parealquanto significativa. Non co-nosco quali legami esistessero traloro e la famiglia di Paolo VI,(n.d.e.: il libro fu finito di stampare

nell’aprile 1980 a Brescia, da LuigiMicheletti editore, con l’utilizzazione,come precisato all’inizio, delle note edelle dichiarazioni dell’autore regis-trate su nastro), ma sono certo chetra loro intercorressero rapporti diparentela. Mamma e papà Montinisapevano che io ero uno di quelliche mettevano le bombe nellecaserme dei nazifascisti – io stes-so ne confezionai parecchie pro-prio a casa loro! – eppure, nono-stante la “bolla” del Vescovo, mitennero con loro continuando ad

offrirmi ospitalità, ma soprattuttosolidarietà ed affetto.Cattolici erano anche i componentidella famiglia, nella cui officina,come ho già ricordato, si con-fezionavano gli ordigni che usava-mo negli attentati. Lo facevano per-ché convinti di quella scelta, con-sapevoli del rischio che correvano.Altro che esaltati!».

(continua) 

Paolo VI.

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20 “Chiesa viva” *** Novembre 2008 

sugli intrecci politica-affari-camorranell’area torrese. Uno dei grossi affari, al-lora, era rappresentato da un’area, ilquadrilatero delle carceri. E lui stava met-tendo il naso in quei rapporti, sia sui refe-renti locali, che su quelli più in su, di imp-rese e camorristi».A corroborare la tesi di Lamberti, un do-cente universitario, Alfonso Di Maio,padre di uno dei pm più in vista, oggi, allaProcura di Salerno. La “Voce” lo intervistòdieci anni fa. «Avevo incontrato diverse

volte Giancarlo in quegli ultimi mesi - affer-mava Di Maio - stava lavorando, mi rac-contava, a una grossa inchiesta sugli ap-palti nell’area stabiese. In particolare, vol-eva capire se dietro al paravento di un’im-presa ci fosse lo zampino di qualche politi-co eccellente e operazioni di riciclaggiodella camorra».Il nome dell’impresa era Imec (del Grup-po Apreda, poi acquirente addirittura dellaBuontempo Costruzioni Generali), quel-lo del politico Francesco Patriarca, rasgavianeo della zona, ex sottosegretario al-la Marina mercantile. Di Maio cercò di rac-contare quei fatti alla Magistratura. Senza

riuscirci. «Mi presentai in Procura. Parlaicol dottor Arcibaldo Miller. Mi disse chene avrebbe riferito al dottor GuglielmoPalmeri che seguiva di persona

l’indagine. Sono andato due volte in Procura, dietro appuntamen-to, ma non sono stato mai ricevuto. Allora, non mi fu data lapossibilità di verbalizzare quel che sapevo sulle ultime setti-mane di Siani».Parole dure come pietre! Mentre decine e decine di testi hannofatto passerella davanti alla mezza dozzina e passa di toghe chesi sono alternate al capezzale di un processo quasi impossibile.Del resto, é lo stesso fratello del cronista, Paolo, pediatra, a rive-lare qualche ombra nell’inchiesta, un “buco nero” rimane anco-ra oggi lì a lasciare spazio ai dubbi.

CASO SIANI A SENSO UNICO

Caso Giancarlo Siani. Chiuso per sen-tenza. La Cassazione ha ormai inchiodatoi colpevoli dei clan Torresi che - secondola ricostruzione del pm Armando D’Alte-rio - decisero ed eseguirono quell’omi-cidio. Una volta tanto, la parola fine.Tutto chiaro, allora? Molti dubbi restano inpiedi. Vediamo quali.Il movente. Debole. Debolissimo. Un arti-colo scritto mesi prima. “Per punire lo

sgarro”, hanno spiegato gli inquirenti. “Inquell’articolo, Siani faceva capire che i Nu-voletta avrebbero tradito i Gionta. Per met-tere le cose a posto e recuperare l’onore,la cosa andava lavata col sangue”. Credi-bile? Possibile che una camorra allora piùche mai rampante avesse deciso di tirarsiaddosso riflettori, inquirenti, forze dell’or-dine? Un articolo non (ancora) scritto èmolto più pericoloso di uno già scritto. Nonci vuole la maga per intuirlo, solo un mini-no di fiuto e buon senso. Quello che nonsembra aver smarrito Amato Lamberti,presidente della Provincia di Napoli e aquel tempo (siamo nel 1985) responsabile

dell’Osservatorio sulla camorra, avam-posto, in quegli anni, per scrutare, capire eradiografare i movimenti, le mutazioni e leinfiltrazioni della Camorra spa. Lamberti ful’ultima persona a sentire Giancarlo Siani; avevano appunta-mento per la mattina dopo, ma “lontani dal Mattino”, come rac-comandava Giancarlo.Un appuntamento andato a vuoto, perché la sera prima l’abusivoe ormai prossimo praticante giornalista veniva freddato a bordodella sua Mehari, in piazza San Leonardo al Vomero, a un passoda casa.«Non era particolarmente preoccupato - ricorda Lamberti - peròdoveva dirmi una cosa che gli premeva. Ed era urgente. Stavalavorando ad un’inchiesta per la Rivista dell’Osservatorio

MORMORTITI

IN VIN VAATICANOTICANO

3

di Andrea Cinquegrani

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“Chiesa viva” *** Novembre 2008  21

«Giancarlo lascia la redazione di Castellammare - ricorda - va incronaca di Napoli, scrive sempre meno di Torre ma si interessasempre più della ricostruzione post terremoto e dei rapporticamorra-appalti. Stava preparando un libro e i materiali,dopo la sua morte, sono spariti».Una ricostruzione che lega perfettamente con quelle di Lambertie Di Maio. Altri, però, ancora oggi in Procura storcono il naso.«C’era un’altra pista, battuta soltanto in fase iniziale. E soloparzialmente. È la pista di via Palizzi, la casa di appuntamen-ti, i suoi segreti forse inconfessabili. Tanti anni fa ne parlò es-

plicitamente Corrado Augias nel suo Telefono Giallo, poi ilsilenzio più totale».Chissà se il regista Marco Risi, arrivato un paio di volte a set-tembre a Napoli per completare il copione del film su Giancarlo(ispirato in parte a “L’abusivo”, il libro di Antonio Franchini,sceneggiatura dell’esperto di misteri Andrea Purgatori, exCorsera), riuscirà a vedere oltre i muri di gomma che ancora cir-condano quella tragica morte. «Emerge - dice Risi alla “Voce” -un delitto tuttora carico di misteri e interrogativi rimasti senzarisposta, nonostante i processi e le sentenze. Questa sarà lachiave del mio film su Giancarlo».

GUARDIE E KILLER

Primavera vaticana ‘98. Tre morti avvolte nel mistero. Sono lenove di sera e una suora - sulla cui identità verrà sempre man-tenuto il più stretto riserbo - entra nell’alloggio di servizio del neocomandante delle Guardie Svizzere, Alois Estermann. Da-vanti ai suoi occhi una scena raccapricciante: tre corpi, in unmare di sangue, massacrati da revolverate. Quello di Ester-mann, di sua moglie Gladys Meza Romero e del vice caporaleCedric Tornay.Ecco come ricostruisce i primi momenti dopo la scoperta SandroProvvisionato, scrittore e giornalista, nel suo sito “Misterid’Italia”: «Tra i primi ad arrivare sul luogo sono il portavoce delpapa, Joaquin Navarro ValIs, laico di origine spagnola, mem-bro numerario dell’Opus Dei, monsignor Giovanni Battista Re,sostituto della segreteria vaticana; e monsignor Pedro LopezQuintana, assessore per gli Affari generali della Segreteria diStato vaticana.

La scena del delitto non viene sigillata, anzi, già alle 21 e 30sono decine le persone che si aggirano tra i cadaveri. Elementi

di prova importanti vengono rimossi o spostati. A differenza di al-tri episodi avvenuti all’intemo del perimetro vaticano, come l’at-tentato al Papa, nessuna richiesta di collaborazione viene inoltra-ta alle autorità italiane. Delle indagini si occupa il Corpo di Vigi-lanza VaticanaPrima ancora dell’arrivo del magistrato, il Giudice Unico Gian-luigi Marrone, che arriva sul posto un’ora dopo, mani ignotehanno già provveduto a perquisire non solo l’ufficio, ma anchel’appartamento di Estermann e l’alloggio di Tornay.Quando i corpi verranno rimossi, non sarà adottata alcuna pre-

cauzione utile alle indagini. Anche l’autopsia sui tre cadaveri sisvolgerà all’interno delle mura vaticane».

Detto fatto, non passano nemmeno tre ore - siamo a mezza-notte - e l’infaticabile Navarro Valls può sentenziare: «I dati fino-ra emersi permettono di ipotizzare un raptus di follia delvice-caporale Tornay. È tutto molto chiaro, non c’è spazioper altre ipotesi».Caso dunque chiuso in 180 minuti, per ValIs. Uno 007 perfetto,capace anche di estrarre dal magico cilindro la prova delleprove: una lettera, nientemeno che una lettera d’addio, affidataqualche ora prima (le 19 e 30, precisa Navarro) a un commili-tone dal folle vice-caporale con una lacrima e queste parole:«Se mi succede qualcosa, consegnala ai miei genitori».Spiega il portavoce-detective nella rapidissima Conferenzastampa, che risolve a tempi di Guinness una matassa altrimentidestinata a intrecciarsi negli anni: la missiva - precisa - è stataconsegnata al Giudice Marrone, il quale la darà ai parenti diTornay in arrivo a Roma.«Spetterà ai familiari del vice caporale - aggiunge Valls - de-cidere se rendere noto il contenuto della lettera oppure no».Commenta Sandro Provvisionato: «Nella fretta, l’astuto por-tavoce della Santa Sede non si rende conto di aver commessoun errore macroscopico. Come si può conciliare un raptusdi follia con una lettera scritta almeno un’ora e mezza primadello stesso raptus? Spesso la fretta è cattiva consigliera».Intanto, circola già qualche indiscrezione sull’imminente uscitadel nuovo libro-choc di Ferdinando Imposimato (autore, conProvvisionato, del volume d’inchiesta sullo scandalo Tav). Alcentro, rivelazioni sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, figliadi una guardia vaticana che, secondo l’ex magistrato, sarebbe

ancora viva. (fine) 

La Massoneria e la Chiesa Cattolicasac. dott. Luigi Villa(pp. 123 - Euro 16)

Ho scritto questo nuovo libro per dare una diagnosi dell’auto-demolizione interna del-la Chiesa d’oggi, dovuta, soprattutto all’opera sotterranea della Massoneria, che

ben pochi conoscono o della quale hanno delle idee poco chiare.Confido con queste pagine di illuminare le ragioni delle ripetute condanne papali neiconfronti di questa sètta massonica che oggi, purtroppo, ha infettato del suo pensieroanche molta Gerarchia e Clero cattolico, affinché si ravvedano dagli errori in cui sonocaduti con questo improvviso “dialogo” con il mondo moderno e con le forze oscureche l’hanno prodotto, rischiando non poco della propria estinzione.

Per richieste, rivolgersi a:

Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

 N  O V   I T   À 

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22 “Chiesa viva” *** Novembre 2008 

del dott. Franco Adessa

Conoscere la Massoneria

1 Cfr. Associazione Mazziniana Italiana, “Mazzini e Marx - L’attua-lità dell’uno e il tramonto dell’altro”, Brescia 2001, pp. 25-26.

– Crediamo nella Santa Alleanza dei popoli, come quellache è la più vasta formula d’associazione possibile nell’Epo-

ca nostra.

– Crediamo nella libertà e nell’eguaglianza dei popoli,senza le quali non ha vita associazione vera.

– Crediamo nella nazionalità, che è la coscienza dei po-poli e che assegnando ad essi la loro parte di lavoro nell’as-sociazione, il loro ufficio nell’Umanità, costituisce la loromissione sulla terra, cioè la loro individualità, senza la qualenon è possibile libertà, né eguaglianza;

– Crediamo nella santa Patria, culla della nazionalità, alta-re e lavoreria per gli individui che compongono ciascun po-polo.

E dacché la Legge è una, poiché essa regola egualmente idue aspetti, interno ed esterno, della vita d’ogni ente, i duemodi, proprio e di relazione, soggettivo e oggettivo, chespettano ad ogni esistenza, noi

– crediamo per ciascun popolo e per gli individui che locompongono le stesse cose che noi crediamo per l’Umanitàe per i popoli che la compongono.

Come noi crediamo nell’associazione dei popoli,– crediamo nell’associazione tra gli individui che com-pongono ogni nazione e nel suo essere mezzo unico del loroprogresso, princìpio destinato a predominare su tutte le isti-tuzioni e pegno di concordia nelle opere.

Come noi crediamo nella libertà e nell’eguaglianza dei po-poli, così– crediamo nella libertà e nell’eguaglianza tra gli uominidi ciascuna Patria e– crediamo nell’inviolabilità dell’io che è la coscienzadegli individui e assegna loro una parte di lavoro nell’asso-ciazione secondaria, un ufficio nella Nazione, una missio-ne speciale di cittadini nella sfera della Patria.

E come noi crediamo nell’Umanità come sola interprete del-la Legge di Dio, così, per ogni Stato:

– crediamo nel Popolo solo padrone, solo sovrano, solointerprete della Legge dell’Umanità regolatrice delle mis-sioni Nazionali; nel Popolo uno e indivisibile, che non co-nosce caste o privilegi se non quelli del Genio e della Virtù,

né proletariato né aristocrazia di terre o finanza, ma sola-mente facoltà e forze attive consacrate per utile di tuttiall’amministrazione del fondo comune che è il globo terre-stre:

– crediamo nel popolo libero e indipendente, con ordiniche pongano in armonia le facoltà individuali e il pensiero so-ciale, vivente del proprio lavoro e dei suoi frutti, concorde nelprocacciare la più grande utilità possibile comune nondime-no nel rispetto dei diritti dell’io;

– crediamo nel popolo affratellato in una sola fede, inuna sola tradizione, in un solo pensiero d’amore, e avviato alcompimento successivo della propria missione;

– crediamo nel popolo progressivo, sacro a un apostola-to di doveri, non dimentico mai d’una verità conquistata,ma né tendente a diventare inerte per quella conquista, rive-rente alla parola delle generazioni, ma deliberato di giovarsidel presente come di ponte gettato tra il passato e il futuro,adoratore della rivelazione e non dei rivelatori, capaced’accostarsi gradualmente alla risoluzione dei problemidei suoi fati, qui sulla terra»1.

LA “FEDE” DI GIUSEPPE MAZZINILA “FEDE” DI GIUSEPPE MAZZINI

Giuseppe Mazzini.

Page 23: CHIESA VIVA n. 410-novembre 2008

8/14/2019 CHIESA VIVA n. 410-novembre 2008

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“Chiesa viva” *** Novembre 2008  23

Letterealla Direzione

SEGNALIAMO:

«Guardati dall’uomo cheha letto un solo libro».

(S. Tommaso d’Aquino)

In Libreria

Caro Sig. Adessa,ho quasi finito la lettera che mi ha in-

viato ed ho salvato le fotografie delle co-pertine di “Chiesa viva”. Sono contentache Lei mi abbia inviato questa letteraperché ha risposto a molte mie domandesu Mons. Villa e sulla fondazione dellavostra organizzazione.

Per me è una vera consolazione ilsapere che vi è un’organizzaione che esi-

ste per combattere la malvagità dellaMassoneria e tutto ciò che è ad essa as-sociato - ad esempio la sua infiltrazionedella Chiesa cattolica. Io non nutro alcundubbio su qualsiasi parte della Sua lette-ra!

Finirò la mia lettera domani. Le spia-ce se userò le informazioni contenute inquesta lettera? Poiché il mio articolo avràcome soggetto Padre Pio e la chiesamassonica che gli hanno dedicato - ed iouserò molte delle sue parole - io desiderospiegare le ragioni della fondazione dellavostra organizzazione. Io sento come unimperativo l’informare la gente su questofatto.

Io mi domando: Don Villa è ancoravivo? E Lei lo deve conoscere molto be-ne... Per favore, gli rivolga le mie congra-tulazioni per la sua fermezza alla Verità eil suo coraggio per la difesa della ChiesaCattolica.

Posso pregarla di chiedergli se puòpregare per me? Vi sono molti propositi,qui da noi, che hano bisogno di aiuto. Sa-rebbe troppo se Don Villa potesse rivol-gere una preghiera a Padre Pio perchémi aiutasse in alcune delle mie cose... Ione sarei onorata!

Sono certa che avrò altro da scriverlesu questo argomento!In Gesù e Maria.

(K.H. - USA)

RAGAZZE e SIGNORINE

in cerca vocazionale, se desiderate diventare Religiose-Missionarie”– sia in terra di missione, sia restando in Italia –

per opere apostoliche, con la preghiera e il sacrificio, potete mettervi in contatto, scrivendo o telefonando a:

“ISTITUTO RELIGIOSO MISSIONARIO”

Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia - Tel. e Fax: 030 3700003

Introduzioneallo spirito della liturgiadi Joseph Ratzinger

Con 4 edizioni in un anno, Introduzioneallo spirito della liturgia del cardinalRatzinger è già un fenomeno editoriale inGermania.Il titolo ricorda la famosa opera con laquale Romano Guardini, nei primi decen-

ni del 1900, dava inizio al Movimento Li-turgico. Sulla scia del predecessore, Rat-zinger vuole aiutare i fedeli, resi insicurida decenni di sperimentazioni postconci-liari, a guardare alla fonte nascosta dellavita ecclesiale.Qui si svolge l’azione liturgica che nei Sa-cramenti, in particolare nell’Eucarstia, do-na di prendere parte all’azione salvifica diCristo. Questa ha dimensione universale,per cui i fedeli possono dare voce alla li-turgia del cosmo, unire la loro voce ai giu-sti dell’Antico Testamento e innalzare, in-sieme con i redenti, il cantico di lodedell’Agnello (Ap. 15).Nello stile proprio dell’Autore, l’operaapre al lettore squarci di contemplazione,ma non manca di spunti di polemica, pro-posti con l’abituale franchezza. Per la li-nearità della scrittura e la profondità delpensiero, Introdzione allo spirito dellaliturgia si presenta come una delle operepiù interessanti non solo del cardinal Rat-zinger ma di tutta la produzione religiosadegli ultimi anni.

Per richieste:

Edizioni San Paolo s.r.l. 2001Piazza Soncino, 520092 Cinisello Balsamo (Milano)www.edizionisanpaolo.it

Reverendissimo Don Villa,desidero farle giungere anche a no-

me di mia moglie, di mia figlia e di miofratello i più fervidi auguri per il Suo 90°compleanno.

E, insieme, tutta la nostra più viva ri-conoscenza per la vigorosa battaglia daLei così tanto coraggiosamente combat-tutta contro gli errori, sempre più diffusi apiene mani dal cripto-giudaismo in parti-

colar modo con l’infausto Vaticano II.Non si rattristi se intorno alla Suapersona è stata eretta la cortina del “si-lenzio stampa”, ma anzi ne sia fiero,perché questa è la chiara diostrazionedell’impossibilità di confutare quanto haformato oggetto dei Suoi numerosissimiscritti in difesa della Verità.

Nostro Signore, e Lui solo, sa comeservirsi della passione con la quale Lei hasempre testimoniato la Sua Fede.

Non si perda d’animo, dunque, macontinui ancora strenuamente, così comeha sempre fatto.

Ad multos annos! caro Don Luigi,con tutto il nostro devoto, filiale affetto.

Sempre in comunione di preghiera.

(G.G. - Roma)

***

Caro Ing. Adessa,ho ricevuto tutto quanto mi ha spedi-

to... È strano come “ufficialmente” nonsucceda nulla, non ci sono comunicati orisposte o precisazioni. Sotto questoaspetto, tutto è pace e silenzio!Eppure le argomentazioni e i perentoriappelli di “Chiesa viva” sono inequivo-cabili...Ancora grazie e ossequi.

(G.S. - S. Giovanni Rotondo)

***

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8/14/2019 CHIESA VIVA n. 410-novembre 2008

http://slidepdf.com/reader/full/chiesa-viva-n-410-novembre-2008 24/24

2 Chiesa viva prega e onora S. PIO

3 Infestazione diabolicadel sac. dott. Luigi Villa

6 Il Teologo

8 DOCUMENTA FACTA

10 Un Tempio Satanicoper San Padre Pio? (4)

12 San Padre Pio: una tomba vuota?di Anne McGinn Cillis

14 No! alla Croce di Dozulé

15 Occhi sulla Politica

16 Memorie per la storiadel giacobinismo (3)a cura di Claudia Marus

18 I Montini aiutarono il terroristacomunista Speziale a ucciderela gente con le bombe (1)del Giudice Salvatore Macca

20 Morti in Vaticano (3)di A. Cinquegrani

22 Conoscere la Massoneria

23 Lettere alla DirezioneIn Libreria

24 Conoscere il Comunismo

NOVEMBRE 2008  

SOMMARIO N. 410

InfestazioneInfestazionediabolicadiabolica

SCHEMI DI PREDICAZIONE

Epistole e VangeliAnno B

di mons. Nicolino Sarale

(Dalla I Domenica di Avventoalla IV Domenica di Avvento)

MARTIRI

nella Provincia di Liaoning

Conoscere il Comunismo

Martiri in Cina

contro Dio...

di Giancarlo Politi

... contro l’uomo

Zhang PingiungLaico, di circa 70 anni, originario diPakow (Jehol). Era molto ricco e dedito aopere di carità. Fratello di due martiri.

Venne giustiziato nel 1952, a Pakow.Zhang PingtanLaico, tra i 50 e i 60 anni. Insegnante.Giustiziato nel 1952, a Pakow.

Ullings EnricoSacerdote, Cicm. Nato il 10 maggio 1910ed entrato tra i missionari di Scheut nel1930, era stato ordinato prete il 18 agosto1935. È morto in una prigione di Tianjin, il3 febbraio 1953.

Xia GiuseppeSacerdote, diocesano. Di 46 anni. È statoucciso in prigione nell’aprile 1953.

Sheu AloysiusSacerdote, diocesano. Vicario generaledella diocesi. Aveva 55 anni. È morto, oè stato ucciso in prigione, il 2 febbraio1954.

Han IgnazioSacerdote, diocesano. Di anni 56. È mor-to, o è stato ucciso in prigione, il 2 feb-braio 1954.

Han LorenzoSacerdote, diocesano. Di anni 55. È mor-to o è stato ucciso in prigione il 2 febbraio1954.

Chang LudovicoSacerdote, diocesano. Di anni 45. È mor-to o è stato ucciso in prigione il 2 febbraio1954.

Chang BenedettoSacerdote, diocesano. Di anni 50. È mor-to o è stato ucciso in prigione il 2 febbraio1954.

Shi Zhenduo Luigi G.Sacerdote, delegato episcepale. Nato nel1899, era stato ordinato prete il 16 mag-gio 1929. È morto in prigione nel 1961-62.

Zhang Minwang BenedettoSacerdote. Nato il 20 marzo 1904, era di-venuto sacerdote il 31 luglio 1932. È mor-to in prigione nel 1961-62.

Zhang Shuren LuigiSacerdote. Nato il 7 luglio 1905, era statoordinato prete il 21 luglio 1935. È morto inprigione nel 1961-62.

Diocesi di Yingkou (Yingkow)La missione fu eretta a diocesi il 14 luglio 1949, staccandola dall’Arcidiocesi di Shenyang.

Li AnastasiaMissionaria, Vergine. Originaria della pe-nisola di Liaodong, era nata intorno al1895. Venne fatta sparire dalla città e uc-cisa nel 1948-49.

Zhao Qingshan GiuseppeElettricista, non sposato, della penisola diLiaodong. Nato nel 1916 o 1917, morìnella prigione della città di Yingkou nel1950.

Chang Wei-ho GiacomoSacerdote, diocesano. Durante la rivolu-zione culturale venne arrestato e condan-nato dalle Guardie rosse per non aver vo-luto gridare slogan contro il Papa e la Fe-

de. Fu gettato nel fuoco e arso vivo. È ve-nerato come un martire.

(continua)