Chiesa viva 363 LA mensile.pdf · 2019. 8. 11. · 2 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004...

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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi Villa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003 Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I. R. Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. Abbonamento annuo: ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5 (inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Chiesaviva ANNO XXXIV - N° 363 LUGLIO-AGOSTO 2004 Prima del Vaticano II: Il Sacrificio della Messa: rinnovazione del Sacrificio sul Calvario Dopo il Vaticano II: una delle tante presunte Messe post-conciliari!

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  • MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi VillaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 12125123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS)contiene I. R.

    Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia.Abbonamento annuo:ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5(inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postaleLe richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituitiOgni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità

    «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)

    ChiesavivaANNO XXXIV - N° 363LUGLIO-AGOSTO 2004

    Prima del Vaticano II: Il Sacrificio della Messa: rinnovazione del Sacrificio sul Calvario

    Dopo il Vaticano II: una delle tante presunte Messe post-conciliari!

  • 2 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004

    Quando Adel Smith ha posto, nella scuola di Ofena,accanto al Crocifisso, la Sura 112 del Corano cherecita: «Allah è unico, Allah è assoluto”, ha rivendi-cato un presunto diritto a manifestare la sua fede peruna verità affermata, ma non mai dimostrata. Infatti ilCorano afferma la divinità di Allah, ma non la dimo-stra. Il Vangelo, invece, afferma e dimostra la divinitàdi Cristo. Infatti:Quando Cristo sta di fronte a Caifa che gli domanda:«Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se Tu seiil Cristo, Figlio di Dio», risponde affermando, e sog-giunge: «Tu l’hai detto». Allora, il Sommo Sacerdotesi strappò le vesti, accusando Cristo di bestemmia,ed i presenti dissero: «È reo di morte!». (Mt. 26, 63-66).Con i miracoli, Cristo aveva già dimostrato di essereDio, dando la prova di dominare le leggi della natura,e Caifa ben lo sapeva. La sua domanda era mera-mente provocatoria per poter accusare Cristo di fal-sità e farlo condannare a morte.La prova inconfutabile che Cristo ha detto il veroquando si è dichiarato Figio di Dio, è data dalla accet-tazione della passione del Calvario, altrimenti ingiusti-ficabile. Nel Getsemani «si prostrò a terra e prega-va: Padre mio, se è possibile, passi da Me questocalice!.. tuttavia non come Io voglio, ma comevuoi Tu!». Poi, si allontanò una seconda e una terzavolta e pregò dicendo: «Padre mio, se non è possi-

    Cristo è Dio vero!

    bile che si allontani da Me questo calice senzache Io lo beva, sia fatta la Tua volontà!» (Mt. 26,39-44). Quindi, Cristo accetta, in ubbidienza al Pa-dre, la passione del Calvario!A questo punto, due sono le ipotesi: o credere o noncredere. Chi non crede, afferma implicitamente e ne-cessariamente che Cristo avrebbe mentito, non persalvarsi - come fece Pietro (Mt. 26, 69, 75) - ma perandare in Croce. Ecco perché il Crocifisso non è so-lo un simbolo, ma l’inconfutabile messaggio di veritàdella Religione Cristiana e della falsità di tutte le altre!I popoli, anche se sono senza cultura, avvertono legrandi verità. A conferma, basterebbe considerareche i tempi vengono universalmente datati computan-do gli anni dalla nascita di Gesù, a conferma anchedella storicità dei Vangeli.Merita, a questo punto, di essere ricordata la profeziaresa da Caifa al Consiglio dei Sacerdoti e dei Fariseiquando pone l’alternativa di vita o di morte tra il Cri-sto e il popolo ebraico (Gv. 11, 50): «Voi non capitenulla e non riflettete essere preferibile che un uo-mo muoia per il popolo, anziché tutta la nazioneperisca»! Egli disse ciò non da se stesso, ma per-ché, essendo quell’anno Sommo Sacerdote, profetòche Gesù doveva morire per la nazione... «Da quelgiorno, decisero di farlo morire!».

    (Prof. Giacinto Auriti)

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    del sac. dott. Luigi Villa

    S u il “Supplemento” del-l’Osservatore Romanodel 24 aprile 2004, nel-l’Istruzione “Redentionis Sacra-mentum”, già promessa nell’enci-clica “Ecclesia de Eucharistia”,pubblicata dalla Congregazioneper il Culto Divino e la discipli-na dei Sacramenti, circa la San-tissima Eucarestia, finalmente si ètornato a dire, che i “laici” (Uo-mini e donne) non possono leg-gere il Vangelo, né tenere omelie;che non è proibita la confessio-ne durante la Santa Messa, pur-ché sia “nella maniera opportu-na”; che si deve evitare la Co-munione a Calice del vino, “perevitare che la sacra Ostia oqualche suo frammento cada”;che i fedeli non possono pren-dere da sè, e tanto meno pas-sarsi di mano, in mano l’Ostia oil Calice; che va tolta l’abitudinedi distribuirsi reciprocamente laComunione durante la Messanuziale; che i laici non possonosovrapporsi ai sacerdoti; che le“messe-show” vanno assoluta-mente bandite; che non vaoscurato il carattere di “Sacrifi-cio” della Messa e non va con-fusa con una “cena comune”;che è proibita la “inter-comu-nione”, ossia la celebrazione incomune con appartenenti a Chiesenon cristiane e non “in comunione conla Chiesa Cattolica”; che l’omelia ècompito esclusivo dei sacerdoti cele-branti; mai, quindi, ai laici; e poco d’al-tro che Noi di “Chiesa Viva” avevamosempre biasimato e denunciato, per-ché indegno e offensivo del culto eucari-stico e della liturgia in generale.Finalmente, adesso, anche il Papa, nellasua enciclica “Redentionis Sacramen-tum” del 17 aprile 2004, ha sentito an-che Lui la necessità di denunciare e per-sino di elencare gli abusi gravissimi con-tro l’Eucarestia, quali le sottrazioni delleOstie consacrate, dovute proprio a quel-la sacrilega prassi ecclesiale della Co-

    portato la Chiesa a fare non pochipassi avanti verso l’eresia prote-stante, come, ad esempio, quellodell’eretico card. Kasper, il qualeha persino auspicato il riconosci-mento parziale, da parte di Ro-ma, del ministero sacerdotaleanglicano, benché già considera-to invalido dai Pontefici pre-conci-liari. Come anche il permettere,ormai, la preghiera comunitariacon gli “Iman” sui nostri altariconsacrati a Gesù Redentore,nonostante l’inamovibilità dei mu-sulmani dalla loro posizione anti-cristica!..Ora, tutto questo ci potrebbe direche siamo già arrivati al “miste-rium iniquitatis” di “biblica me-moria”!.. Guardate un attimo questo preteche fa l’omelia (?) in sedia asdraio, nella Chiesa parrocchialedi Menzingen (Svizzera); e anchequest’altro “prete pagliaccio”,durante una Messa per ragazzisul Colle don Bosco, con il voltotruccato da clown. E potrei mo-strarvene cento e cento altre,sempre irriverenti, se non sempresacrileghe!Ma, forse, che la Chiesa docen-te non aveva dichiarato che(tranne la Santa Sede e l’Episco-pato) “nessun altro, assoluta-

    mente, anche se sacerdote, osi di suainiziativa aggiungere, togliere o muta-re alcunché in materia liturgica”? (Sa-cr. Conc., 22). Lo stesso l’avevano di-chiarato tutti i Pontefici che avevano pre-ceduto il Vaticano II.Cosa non abbiamo dovuto vedere e tolle-rare in tante chiese!.. Voglio riportare, qui, uno degli episodiche ci ha comunicato una nostra collabo-ratrice laureata, la prf.ssa M. P. M., e fe-dele alla santa Tradizione Apostolicasu tutto l’arco della Fede.Fu in occasione dell’ordinazione dei “dia-coni neo-catecumenali”, tenuta nellacattedrale di San Giovanni in Latera-no, il 30 ottobre del 2003.

    LEGGENDO LA “REDENTIONIS SACRAMENTUM”

    munione sulla mano, durante tutti i 41anni passati dalla fine del Vaticano II; for-se che ignoravano che quella nuovaprassi faceva parte di un disegno dellaMassoneria per arrivare ad annientare ilvalore e la stessa realtà della “PresenzaReale”, viva in Anima e Corpo di CristoRedentore?.. Continuando: proibisce tutte quelle for-me laicali (balli, canti da marciapiedi,chitarre...) che non urtano, forse, la su-scettibilità dei protestanti, ma riafferma-no, però, l’uso sacrilego della Comu-nione sulla mano e l’eliminazione dellepreghiere per la Consacrazione, ben-ché volute dal Concilio di Trento; comepure altri “aggiornamenti” che hanno

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    Quante volte è stato necessario ridurre alminimo le Specie Sacramentali fino arenderLe quasi invisibili, per sfuggire allepersecuzioni, come nel recentissimo ca-so del Cardinale Pham Dinh Tung PaulJoseph che, durante i tredici anni di pri-gionia sotto il regime comunista vietnami-ta, usando come materia del Sacramentoalcune briciole di pane, che nascondevain un pacchetto di sigarette, e trasfor-mando in calice il palmo della mano, incui versava tre gocce di vino e una goc-

    cia d’acqua, è riuscito a celebrare l’Euca-ristia!Forse, per Kiko, che insiste tanto sullavisibilità dei segni, quelle Messe non sonvalide perché appunto manca la visibilitàdei segni?Quando è stato dato lo “Statuto” al“Movimento Neo-catecumenale”, ab-biamo letto che al Vescovo diocesanocompete “vigilare che l’attuazione delCammino Neo-Catecumenale si svolgain conformità a quanto stabilito neipunti 1 e 2 dell’art. 26 e nel rispettodella dottrina e della disciplina dellaChiesa”. E allora?A quali vescovi denunziare le irregolarità,gli abusi liturgici, i sacrilegi di cui soprase, a presiedere la funzione in S. Gio-vanni in Laterano, era proprio un ve-scovo?Sarebbe ora di smetterla di giocare conla Verità e trattare con irriverenza e leg-gerezza l’Eucaristia, per non continuaread offendere Nostro Signore, già abba-stanza offeso da tanti tradimenti che siconsumano all’interno delle sacre muradel Tempio!Siamo sicure che ancora una volta le no-stre parole non saranno ascoltate, ma cisiamo promesse di evidenziare quantoabbiamo visto, perché le nostre coscien-ze, ferite profondamente, chiedevano difar conoscere l’indegno spettacolo che inostri occhi, nostro malgrado, hanno do-vuto tollerare!».

    ***

    Scrive:«Noi siamo state presenti a tale cerimo-nia e siamo rimaste sconcertate nel con-statare che non è stato recitato il Cre-do né il Gloria, ed è stato consacratopane azzimo che, al momento opportuno,è stato dato solo ai neo-catecumenalistando seduti.Evidentemente, trattandosi di un ban-chetto, di una riunione conviviale tra ami-ci e non di Sacrificio Eucaristico, viene ri-tenuto opportuno starsene comodamenteseduti!..Con grande amarezza ab-biamo anche notato chead un anziano signore, chesi reggeva a stento in pie-di, è stata negata la Comu-nione col pane azzimo per-ché sprovvisto del bigliettodi invito, in quanto nonneo-catecumenale. Si èdovuto recare in fondo allachiesa per ricevere Gesùnell’Ostia.I neo-catecumenali, poi, altermine della funzione, sisono messi a danzare, for-mando tre cerchi attornoalla tavola-mensa, per im-pedire ai non aderenti al“Cammino Neo-Catecu-menale” di accostarsi, alritmo di musiche assordan-ti, adatte ad una discoteca;e tutto ciò con l’approva-zione di Mons. Luigi Mo-retti che ha presenziato ilrito.

    CI CHIEDIAMO: perché tanta differenzatra i riti celebrati dai neo-catecumenali equelli che di solito vengono celebrati nel-le chiese quando essi non sono presenti?Non ha, forse, detto il Santo Padre, di re-cente, di smetterla con i canti sciatti econ la Messa “fai da te”? Esistonodunque due chiese parallele? Esisto-no due Verità? Tutto quello che ci è sta-to tramandato è dunque da ripudiare perfar posto a novità, peraltro disgustose esacrileghe?Ma, al di sopra di ogni cosa, a noi premesegnalare, nonostante le ripetute e ina-scoltate denunce fatte in passato che,puntualmente, ogni anno, si commette lostesso sacrilegio!Al termine della celebrazione eucaristica,infatti, nonostante il divieto di avvicinarcialla tavola, siamo riuscite a farlo, per re-cuperare le briciole e i pezzi di pane con-sacrato che stavano a terra, tra i fiori e latavola. Come al solito, devotamente, ab-biamo raccolto le Sacre Specie e Le ab-biamo consegnate ad un sacerdote di no-stra conoscenza che Le ha consumate.Eppure, nel Documento n. 153 del Magi-stero: “La Comunione Eucaristica”,Istruzione della CEI, (Ed. Paoline) - allapagina 8, il Cardinale Ugo Poletti avevascritto: «Ciascuno faccia attenzione anon lasciare cadere nessun frammen-to»; e, a pag. 11, viene riportato un pen-siero di S. Cirillo di Gerusalemme: “Faiattenzione a non perdere nulla; ciòche tu dovessi perdere, infatti, è comese perdessi una delle tue membra”.

    Siamo alla “abominatio desolationis”annunciata nel Vangelo e nell’Apoca-lisse”, e che ora è in atto nella Chiesa diPaolo VI, specie nel culto eucaristico?Un altro nostro collaboratore di “ChiesaViva”, firmato “A. Z.”, documenta:«Anzitutto, è in atto, nella Chiesa di oggi,una profanazione dottrinale nella tenden-za a negare la “Presenza Reale” di Cri-sto nell’Eucaristia, a ridurre il Sacrificio abanchetto comunitario, a banalizzare laComunione, a sminuire il senso sacrale

    della Eucaristia.Gesù si è affidato alla suaChiesa in atteggiamento diprofonda umiltà e confiden-za, ma noi, che siamo por-tati a ridurre Dio alla nostrabassezza, non dobbiamodimenticare che, sotto leapparenze così fragili delPane e del Vino, palpita“Colui che È”, davanti alquale è necessario cheogni ginocchio si pieghi, inCielo, in terra e sotto terra,e ogni lingua proclami cheGesù Cristo è il Signore agloria di Dio Padre (Fp. 2,10s). La degnazione del-l’Altissimo, che sollecita lanostra confidenza, non de-ve farci perdere il sensodella riverenza dovuta allasua divina Maestà. Questo profondo rispetto èl’espressione fondamentaledel vero amore per GesùEucaristia che ci salva dalla

    banalizzazione del culto eucaristico».

    BANALIZZAZIONI DELL’EUCARISTIA

    I rischi della banalizzazione sono provo-cati da innovazioni liturgiche sospette, daesaminare con senso critico; come que-ste:– Emarginazione dei tabernacoli: moti-vata dall’idea di distinguere il “Sacrifi-cio” dalla “Presenza”, ha sminuito ilsenso dell’adorazione e della visita euca-ristica, pratiche tanto care alla pietas cri-stiana, tanto più che questa emargina-zione è stata accompagnata, talvolta, dalcollocare i tabernacoli verso terra, e daaltre irriverenze.– Abolizione degli inginocchiatoi: l’in-ginocchiatoio agevola il gesto dell’adora-zione che è l’atteggiamento fondamenta-le nei confronti di Dio, espresso abitual-mente dai Patriarchi, dai Profeti, dagliApostoli, nelle numerose teofanie bibli-che; la motivazione che l’inginocchiatoioè stato introdotto solo dopo il Medio Evorisponde a un sofisma di archeologismoliturgico.– Comunione sulla mano: introdotta damotivazioni irrisorie, costituisce attual-mente il fattore di banalizzazione eucari-stica peggiore, anche per la facilità cheoffre ai furti di particole consacrate, di-ventati oggi tanto frequenti, come riferi-sce la stampa, da esigere una seria ri-flessione sulla spensieratezza di taleriforma.– Trascuratezza verso i frammenti eu-

    La sacrilega Comunione sulle mani.

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    caristici: l’attenzione ai frammenti è do-verosa di fronte a così alto Mistero. Lecelebrazioni neo-catecumenali sono par-ticolarmente sotto accusa per questopeccato, oltre che per il vulcano di erroriche ne avvelena le radici.– Spensieratezze liturgiche nella cele-brazione eucaristica: il tempo del rin-graziamento, ridotto al minimo, e spessosostituito dagli “avvisi” del celebrante.L’uso della lingua volgare va bene per laliturgia della Parola, ma gradiremmo che,nella preghiera eucaristica, tornassein uso il latino, come lingua universaledi unione della Chiesa e accentuazio-ne del senso del sacro.– Comunioni in peccato mortale: unadiffusa profanazione dell’Eucaristia instato di peccato grave, trascurando laconfessione. La condanna della Scritturaè chiara per tali casi: Chiunque mangiail pane e beve il calice del Signore in-degnamente, si rende colpevole versoil corpo e il sangue del Signore. Cia-scuno, dunque, esamini se stesso, ecosì mangi questo pane e beva questocalice, perché chi mangia e beve sen-za far distinzione di tal corpo, mangiae beve la propria condanna. Perciò, travoi molti sono ammalati e infermicci, ein buon numero sono morti. Che se cigiudicassimo da noi, non saremmopuniti (1 Cor. 11, 28s).

    PROFANAZIONI COMUNITARIE

    Quanto alle profanazioni co-munitarie, sono successe tanteaberrazioni, con la complicitàdei sacerdoti e degli stessi ve-scovi. Ne abbiamo parecchiedescrizioni, documentate anchecon fotografie.– Alcune celebrazioni sonostate profanate addirittura daspettacoli carnevaleschi diclown (Clowns Mass), fotogra-fati con tanto di maschera, aNew York, Rochester, Raven-sburg, Norimberga, Olympia,Wheaton, Londra (presente ilcard. Hume!), in Austria, ecc.Oltre ai celebranti, qua e là vihanno partecipato suore eseminaristi, esibendosi anchein balletti e mimi.– Altre celebrazioni sono sta-te accompagnate da balli diragazze seminude, in calza-maglia (Messa New Look): fo-tografate a Bruges (Francia) colvescovo De Smedt, nella cattedrale diNew York, con mons. Codre, e un’altracon mons. Cooke, a Nizza, a Saint-Merry, e ci dicono anche presso i Cap-puccini di v. Piave, a Milano.– Messe con balli di diverso stile e ac-compagnamenti di rock e altro: sonoavvenute in molte chiese a New York,San Francisco, Marquette, Maastrich,Beauburg, Calvados, Tordouet, Amby,Parigi, Bruges, Mont Royal, S. Adolphe,Reichenau, Augusta, Innsbruck, in India,in Alto Volta, a Yogykcarta, e anche aTerni, alla presenza del vescovo mons.

    volini distinti, come in un bar. L’omelia èstata svolta da una ragazza.– A Dortmunt, in Westfalia, i brani bi-blici in una Messa per bambini sonostati sostituiti da racconti di favole, esi è inscenato il rumore di soffio di ventoa commento della discesa dello SpiritoSanto.– Nella Sarland, una Messa per favori-re l’ecologia, è stata accompagnata dabambini che fecero rotolare con granchiasso una botte piena di immondi-zie, poi sparse ai piedi dell’altare, mentreuna ragazza vi svuotò in sacchetto diavanzi di cucina gridando: “Questo nonva!”; le orazioni alludevano al bosco chemuore, alle piante e agli animali; alla fine,furono distribuiti pane e frutta, tolti da unalbero.– Ad Angers, nella Messa celebratadal Vescovo, la lettura del Vangelo èstata ritmata dal tamburello; l’offertorio,dal suono del flauto; il vino è stato porta-to in un boccale di terracotta e il pane inuna zucca vuota.– A St. Gallen, il celebrante si è pre-sentato vestito di sacco e con cravat-ta. La Comunione fu data passando, dimano in mano, come self-service, cestinicon le Ostie consacrate.– È noto che all’Isolotto di Firenze, peraffermare che la “Presenza Reale” ces-sa con la Messa, le Ostie consacrate

    furono buttate alle galline.– Una Messa parrocchiale èstata celebrata come pic-nic,al Waite Park, su tovaglie ste-se sull’erba.– Nella cattedrale di Char-tres, il Vescovo ha consenti-to la celebrazione di un ritodruidico di festa del solstiziod’estate.– Ad Essen, su iniziativa delgesuita Hengsback, sonostate celebrate le Rhitmix-Messen: una Messa all’inse-gna della “caccia alle stre-ghe”, come protesta della se-verità contro i comunisti, concelebrante gesuita in camiciarossa e berretto rosso, ecc.Un’altra Messa fu celebratacontro la “pena di morte”, conuna forca e fantoccio impicca-to, eretta davanti all’altare.Un’altra Messa, infine, fu cele-brata con un letto davanti all’al-tare, e su di esso un giovane euna ragazza in atto di visitamedica...– Occasioni frequenti di pec-cati contro l’Eucaristia sono

    le concelebrazioni ecumeniche, nellequali il “Sacrificio Eucaristico” uniscesacerdoti cattolici e di altre confessionicristiane, confondendo realtà della divinapresenza e sua negazione, oppure condeplorevoli contaminazioni della forma. AEdmonton, ad esempio, sono stati inseri-ti, nella Messa, testi indù, e i celebrantisi sono scambiati la “sacra pipadell’amicizia” al suono dei tamburi.– Sono di scandalo i funerali religiosiconcessi a pubblici peccatori, comequelli celebrati da p. Turoldo per Pasoli-ni, al Gran maestro massone Ghinazzi,

    Gualdrini, ecc. In tali coreografie si so-no esibite suore femministe, diaco-nesse, chierichette, ecc.– Grave scandalo è dato dalle Messeriservate a gay: a New York (con gaystravestiti da donna), San Francisco, Mia-mi, Chicago, Atalanta, Minneapolis, e an-che in Inghilterra.– A Parigi, nella cappella St. Bernard,la nuova Messa è stata accompagnatadalla famigerata “espressione corpo-rale” (diffusa a suo tempo dal centro ca-techistico parigino) con danzatrici e ritipagani del fuoco...– Le Messe con “espressioni corpora-li”, calzamaglie, balli scomposti, accom-pagnati da rock, ecc., o riservate a gays.Si avvicinano ai riti orgiastici pagani.

    CREATIVITÀ LITURGICHE

    La creatività liturgica contrasta la di-sposizione del Concilio che dice: «As-solutamente nessuno, anche se sacer-dote, osi di sua iniziativa aggiungere,togliere, mutare alcunché in materia li-turgica» (Sc. 22, 3). Dopo il Concilio, tut-tavia, gli arbìtri nell’ambito della liturgia sisono diffusi in modo tale che molti sacer-doti si permettono di manipolare testi, ge-sti e strumenti liturgici, normalmente in

    modo da deteriorare “quanto è statostabilito dalla autorità della Chiesa”(Sc. 22, 1). Eccone alcuni saggi.– Per rendere interessante una Messaper fanciulli, due sacerdoti celebrantihanno usato, in Germania, Austria eSvizzera, una valigia, piena di stru-menti per giochi magici.– In Svizzera, in una Messa matrimo-niale, servita da due chierichetti ma-scherati da spazzacamini, si è data laComunione a cattolici e protestanti;una concelebrazione è stata fatta su ta-

    Un frate domenicano danza per il Papa, in Sud Africa.

  • 6 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004

    al suicida ministro Boulin, ecc.– Maleducazione nelle chiese: sacerdo-ti e fedeli che parlano ad alta voce, senzala dovuta riverenza verso l’Eucaristia.

    ABERRAZIONI NEGLI STRUMENTI LITURGICI

    – Molte cattedrali e chiese sono oggitrasformate in depositi, o vendute perusi profani e perfino per riti pagani. (Fran-cia).– Nuove chiese vengono costruite conarchitetture più che discutibili.– Tabernacoli trasparenti, a forma dilanterna, collocati in basso, sono contrarialle disposizioni liturgiche.– La collocazione dell’altare verso ilpopolo, spesso col Tabernacolo allespalle del celebrante: A Muhlback, inAlto Adige, si è giunti a scegliere, un alta-re fatto a strumento di tortura; alla “Ta-bor Comunity” ha fatto da altare un av-volgitore di fili elettrici; a “San Giacomo diCompostella”, un sacerdote ha celebratosulla sella di un motorino. Mons. KlausGamber, studioso di liturgia della Chiesaprimitiva, scrive che «non è mai esistitauna celebrazione versus populum, nécol popolo intorno all’altare».– Spesso l’abuso riguarda la suppel-lettile dell’altare (bicchierotti, cestini perle particole consacrate, ecc.).– Certe formule di consacrazione, usa-te nella Messa, sono tali da far dubita-re della validità del Sacramento. Anchenella materia si registrano profanazioni:pane in gallette, pane al zenzero (SanPaolo U.S.A.), schiacciate di pane, olio esale, pane impastato con latte e miele,dolci zuccherati, biscotti; vino sostituitoda coca cola e aranciata.– I paramenti sacerdotali sono spessosostituiti da vestiti profani, scamiciati,con cravatte, ecc.– La “musica sacra”, ha il triste meritodi svuotare le chiese!

    MODO DI COMUNICARSI

    Quanto alla “Comunione in ginocchio”,già nel secolo scorso il sacerdote Roca,gran massone del 33° grado massoni-co, e ispiratore del modernismo, scrive-va: «Dobbiamo lavorare attivamenteperché i fedeli cattolici ricevano la Co-munione in piedi: il giorno in cuil’avremo ottenuto, il nostro trionfosarà completo!». E i modernisti d’iniziosecolo chiesero a Pio X di permettere laComunione sulla mano, ma il Santo ri-spose: «I “simboli” si possono riceve-re in piedi, ma la “Realtà” dev’esserericevuta in ginocchio».– La “Comunione sulle mani” ha datoorigine ad abusi anche tra i bambini:uno, ha dato l’Ostia consacrata al gatto;un altro, l’ha incollata sul banco di scuo-la... Non si ha cura delle particole cadutesul pavimento. I ragazzi ricevono la Co-munione con la disinvoltura di chi riceveuna caramella. In un pellegrinaggio diduemila giovani, a Osnabruck, ci furonogiovani che ricevettero la Comunione sul-la mano sinistra, perché nella destra te-nevano la sigaretta accesa, mentre altrifumavano, prima e dopo la Comunione, oassistevano alla Messa sdraiati per terra.Le “macchinette” per distribuire parti-cole consacrate, sono state installate inchiese protestanti americane, con Ostieprelevabili a un dollaro: l’affare fruttavaparecchi miliardi di dollari. E c’è stato an-che un sacerdote cattolico che ha spe-dito l’Ostia per posta!!

    RIDUZIONI DEL SACRIFICIO E CRISI DEL SACERDOZIO

    – Molti Sacerdoti reclamano per la ri-duzione del numero delle Messe (unasola, invece di 22; a Poitiers, ecc.); altri,per accorciare il tempo della celebrazio-ne eucaristica (vescovi francesi, tede-schi, belgi...). Infine, un opuscolo del cen-

    tro di pastorale sacramentale dell’arcive-scovado di Parigi, chiede di dissociare laMessa dalla domenica.– Un movimento diffuso tende aconfondere il “sacerdozio battesimale”dei fedeli col “sacerdozio ministeriale”dei presbiteri, e a sostituire, nella cele-brazione eucaristica, il sacerdote con lacomunità o i semplici laici, contro la vo-lontà di Cristo che ha conferito tale potereai suoi Apostoli e ai presbiteri da loro de-signati. Le Messe senza prete si sono dif-fuse là dove mancano i sacerdoti, comein Francia, in Germania e negli Stati Uniti.

    ***

    «Oh, se squarciassi i cieli e discen-dessi»!.. prega Isaia in un impeto di di-sperazione di fronte allo spettacolo diuna umanità perduta. «Tutti siamo di-ventati cosa impura e tutte le nostreazioni sono come panni sporchi; tuttiavvizzimmo come foglie, e le nostrecolpe ci portarono via qual vento. Nes-suno invocava il Tuo nome, nessuno siscuoteva per stringersi a Te, perché cihai nascosto il suo volto e ci hai abban-donati in balìa delle nostre colpe. EppureTu sei nostro Padre, noi siamo argilla eTu sei nostro artefice e noi tutti siamoopera delle tue mani!». (Is. 64, 1 ss.)Ma Dio non ci ha abbandonati. Egli hamandato a farsi Uomo come noi il Suo Fi-glio, Gesù Cristo, il quale ha fondato laSua Chiesa che unifica tutti noi cristiani,come dice San Paolo: «Un corpo solosiamo noi, quantunque molti, perchénoi tutti partecipiamo di uno stessoPane» (1 Cor. 10, 17).Quindi, noi possiamo dire: «La Chiesa èGesù, presente nell’Eucarestia; laChiesa è l’Eucarestia», l’Emanuele, il“Dio con noi” che sarà presente inmezzo a noi sino alla fine dei tempi(Mt. 28, 20), perché Gesù Cristo è sem-pre lo stesso: oggi, domani e per tutti isecoli»! (Ebr. 13, 8).

    NO ALL’ABORTOIl mio “Processo” al Parlamento Italianosac. dott. Luigi Villa - (pp. 72 - Euro 10)

    Per richieste, rivolgersi a:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

    Esistono guerre giuste e doverose? Certamente, come quella contro l’aborto volon-tario non mai giustificabile, per ogni cristiano, per il Comandamento divino: NONUCCIDERE!E questo fu proprio il motivo della mia denuncia fatta al Tribunale di Romacontro il Parlamento italiano, per la sua volontà di firmare la Legge n. 194, con laquale si legalizzava la “strage” di milioni di nascituri esseri umani.Il tutto è corredato, anche in “Appendice”, in una sintesi-schema di “documenti” chesegnano la colpevolezza di chi doveva non firmare quell’assassina legge n. 194. Ora, domandiamoci: ma fino a quando durerà questo assassinio?..La Storia dice che la pietra che sigillava il sepolcro di Cristo non riuscì a bloc-care la risurrezione di COLUI che era, è e sarà sempre il Padrone assoluto del-la vita di cui è Creatore e, perciò, il Padrone assoluto! Il Signore ci conceda unaFede forte per abbattere ancora quella macabra vittoria del Maligno e così rifondaredi nuovo una società cristiana per il REGNO DI CRISTO!

    NOVITÀ

  • “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 7

    I GRANDI BANCHIERIOSSIA

    I PIRATI E USURAI MONDIALIdi D. E.

    S u queste pagine sono già apparsiilluminanti articoli del dott. G. Ar-menise, del Prof. Giacinto Auri-ti, del dott. Bruno Tarquini, del dott.Franco Adessa, sull’iniquo sistema ban-cario-finanziario nazionale e internaziona-le1.Data l’importanza per tener viva l’atten-zione, ripropongo l’argomento, cercandodi esporlo in modo semplice e comprensi-bile anche ai non specialisti.Il vigente sistema bancario mondiale è ilmezzo attraverso cui i grandi banchieri sifanno proprietari della moneta circolantee si arricchiscono, e dominano semprepiù; e le persone ed i governi nazionalisubiscono questo furto e affogano sem-pre più nell’indebitamento, e nella dipen-denza economica, politica, culturale.Queste le tappe storiche per giungere aimeccanismi di espropriazione del capita-le, di interesse ed usura, e di dipendenza.

    CONTRO UN PO’ DI ORO E ARGENTO: MONTAGNE DI CARTA-MONETA

    Fino al Medioevo, il mezzo di credito e discambio, cioè la valuta, era costituita dametalli preziosi (l’oro e l’argento ) e, perragioni di sicurezza, i proprietari comin-ciarono a depositare le loro ricchezzepresso gli orafi, che disponevano di ca-mere blindate adatte alla loro custodia.Fu loro affidata anche la possibilità di“conio”, ossia di coniare le monete e ilingotti, in modo di accertare la quantitàdel metallo prezioso contenuto, ed il valo-re di ogni moneta e lingotto.

    A fronte di questi depositi di oro e argen-to, gli orafi/banchieri emettevano “ricevu-te” di carta che servivano ai proprietariper i loro pagamenti e acquisti.

    Constatata la praticità del sistema, la“carta/moneta” o “banconota” (che eragarantita dal deposito equivalente dioro/argento nelle banche degli orafi) sidiffuse grandemente e si impose comeil mezzo prevalente di scambio.Già a questo punto iniziò una prima for-ma di furto e usura: gli orafi/banchiericapirono che, in qualsiasi momento, solouna frazione dell’oro e dell’argento venivaritirata dai proprietari; allora, pensarono,«perché non prestiamo delle “ricevu-te”, “carta/moneta” anche ad altre per-sone che non possiedono l’equivalen-te in oro e argento, e inoltre le tassia-mo d’interessi?». Le autorità statali, operché non chiaramente consapevoli del-la gravità dell’insidia, o perché conniventie corrotte dai banchieri, hanno permessoquesto.Di conseguenza, i banchieri hanno pro-dotto “dal nulla” (cioè senza avere uncorrispettivo controvalore di oro o di ar-gento in deposito) grandi capitali di car-ta/moneta, che a loro è costata solo ilminimo costo di stampa, ma che hannoprestato ai privati ed agli Stati, al valornominale, cioè secondo il valore stampa-to sulle banconote.Ad esempio, dietro richiesta di un prestitodi 200 miliardi di lire, hanno stampato2.000.000 di banconote da £ 100.000. Ilcosto della stampa delle banconote è 500milioni. Il valore nominale delle bancono-te è 200.000 milioni. La differenza:199.500 milioni è il guadagno di emis-sione, o “diritto di signoraggio”. “Dirit-to” che, in realtà, è solo un enorme“furto”.

    1

    Banco di cambia monete.

    1 G. Armenise, “Quando Banca fa rima conUsura”, Chiesa viva n. 325; G. Auriti, “Eliminare i debiti o i popoli?L’euro di chi è?”, Chiesa viva n. 3 27; “Note

    di filosofia del valore”, Chiesa viva n. 3 3 0;“Valore indotto, valore creditizio e signorag-gio”, Chiesa viva n. 334; “Giustizia moneta-ria”, Chiesa viva n. 345;

    Bruno Tarquini, “La moneta, la banca eI’usura”, Chiesa viva n. 336, 337, 338;F. Adessa, “Il governo mondiale di A. M.Rothschíld”, Chiesa viva n. 3 3 7, 338.

  • 8 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004

    L’aver ristretto il potere di stampare ban-conote alle sole Banche Centrali emitten-ti, non ha tolto la basilare iniquità di que-sto meccanismo, sia in se stesso, sia perla reale identità e proprietà delle “Ban-che centrali emittenti”.

    MONTAGNE DI BANCONOTE DA RE-STITUIRE CON INTERESSE: IL CHE IN-DEBITA I PRIVATI

    Inoltre, i banchieri centrali, non contenti diessersi appropriati del valore delle banco-note stampate, concedono il prestito, aun privato, richiedendo poi la restituzionedella somma iniziale, aumentata dell’inte-resse del 10% o del 20% all’anno.Da dove viene questo interesse? Dall’atti-vità e dal lavoro di chi ha chiesto il presti-to. Così, il sistema dei banchieri succhiala ricchezza prodotta dal lavoro e, per tu-telarsi di questa restituzione aumentatadall’interesse, chiedono pegni e garanziesu terreni, case, attività agricole, com-merciali, industriali, ecc. Se il prestito nonviene restituito alla scadenza, maggioratodell’interesse, la banca pignora e si ap-propria dei beni in garanzia.

    ... E INDEBITA ANCHE GLI STATI

    Difficile a credersi, ma purtroppo vero:anche gli Stati, dietro pressione dei politi-ci fiancheggiatori (fatti eleggere dai ban-chieri, con laute sovvenzioni durante lecampagne elettorali!), si sono prestati aquesto furto e usura.Cioè, anche gli Stati hanno chiesto grandiprestiti ai banchieri centrali, per le spesedel bilancio statale, per costruire opere,per fronteggiare guerre, ecc., e hanno da-to in garanzia ai banchieri, a pari valornominale delle banconote ricevute, dei“Titoli di Stato” o a lunga scadenza (es.CCT), i quali, oltre al dovere della restitu-zione del capitale, sono gravati di interes-si.E da qui è iniziato il crescente indebita-mento anche degli Stati nei confronti deibanchieri. E la necessità di aumentare leimposte ai cittadini per poter pagare gliinteressi della massa dei titoli di Stato da-ti in “garanzia” ai banchieri.

    DUE COLPI GROSSI: DIVENTARE BANCA EMITTENTE, E DARE I PRESTITI DI GUERRA

    Due settori si sono dimostrati eccezional-mente redditizi per i banchieri: essere au-torizzati quale “Banca Centrale emitten-te”; ed i “prestiti di guerra”.

    LA “BANCA CENTRALE EMITTENTE”

    Prospettando l’utilità della moneta unicanazionale, e alimentando ad arte il pubbli-co sospetto e diffidenza che, se fosse ilsingolo governo ad emettere banconote,lo farebbe secondo i propri particolari in-teressi politici, i banchieri più potenti, coll’appoggio dei loro soliti fiancheggiatoripolitici, sono riusciti ad ottenere dallo Sta-

    to il diritto di fondare la “Banca Cen-trale emittente”.Il che significa che lo Stato, per il fabbiso-gno di moneta circolante, delega allaBanca Centrale di stamparla. La BancaCentrale la stampa (con spesa che è una% infima rispetto al valor nominale) e ladà alle Casse dello Stato, facendosi darein cambio un pari valor nominale di “Tito-li di Stato”, fruttiferi di interessi.Cioè, la Banca Centrale, dietro ad un mi-nimo costo di stampa, con un furto all’in-tera nazione, si fa proprietaria di tuttala moneta nazionale, che addebita allacomunità tramite lo Stato, richiedendoin garanzia dei “Titoli di Stato”, che,inoltre, sono caricati di interessi annui,che sono complessivamente enormi, dato

    che è elevatissima la massa di carta-mo-neta circolante.Quando la massa di moneta circolante èinsufficiente, o quando la Casse delloStato sono vuote, e lo Stato non può pa-gare gli stipendi dei pubblici dipendenti, enon può fare opere pubbliche, ecc., o sirivolge direttamente ai cittadini chiedendodenaro in prestito e offrendo loro diretta-mente “Titoli di Stato” (es. BOT o CCT)(il che è legittimo, perché corrisponde ad

    un prestito reale ed effettivo), oppurechiede nuova carta-moneta alla BancaCentrale, la quale la stampa, se ne faproprietaria, e l’addebita (cioè la ruba) al-la Nazione e, inoltre, chiede a garanzia, apari valor nominale, dei “Titoli di Stato”fruttiferi di continui interessi annuali.Ulteriormente incredibile, ma vero, oltre aldiritto di “signoraggio” di stampa e ap-propriazione del denaro nazionale, anchemaggiorato degli interessi annui dei“Titoli di Stato” corrispettivi; i grandibanchieri sono riusciti, poi, ad otteneredallo Stato (tramite i soliti rappresentantipolitici loro compiacenti) il potere di rego-lare (secondo il loro interesse) la quantitàe la circolazione del denaro e del credito,come pure il potere di decidere il “tassodi sconto”.

    I PRESTITI DI GUERRA

    I grandi banchieri si sono accorti che conoculati “prestiti di guerra” si fanno i piùeccellenti affari.Infatti, per avere a disposizione abbon-danti finanze e speranza di vincere laguerra, ogni Stato è disposto a fare gran-di sacrifici, a cedere le riserve auree e lacomproprietà della attività minerarie, agri-cole, commerciali, industriali nazionali, ea pagare alti interessi.I grandi banchieri, inoltre, si sono resimultinazionali, per cui le diverse filialidella stessa banca hanno prestatocontemporaneamente agli opposticontendenti e guerreggianti. Spesso,facendosi persino riconoscere dal futuro“vincitore” (per questo più lautamente fi-nanziato e armato), il diritto privilegia-to di ottenere la garanzia del paga-mento di tutto il prestito concesso al-la parte “vinta” (ovviamente medianteespropriazione dei beni della Nazionevinta).Un solo esempio tipico, quello deiRothschild nella Seconda Guerra mon-diale. I rami americano, inglese, russo,ecc. hanno prestato denaro ai loro gover-nanti e hanno fatto ottimi affari.Ma ha fatto ottimi affari anche il ramo te-desco. I Rothschild tedeschi si sono of-ferti di procurare al Reich nazista i riforni-menti desiderati, richiedendo di esserepagati in oro e valute pregiate che hannotrasferito in Svizzera. Alla fine della guer-ra, la Germania era semidistrutta, la cas-se dello Stato totalmente vuote, i grandiindustriali: ad es. i Krupp (produttore diacciaio e armi): ridotti al lastrico, mentre iRothschild, anche tedeschi, erano di-venuti ancora più ricchi e più potentidi prima!Ne consegue che, ricevendo enormi be-nefici dalle guerre (quali concessori deiprestiti bancari e quali proprietari dell’in-dustria bellica che vende armi), i grandibanchieri sono i principali interessati asoffiare sui contrasti nazionali ed inter-et-nici ed a fare scoppiare ovunque le guer-re.Come diceva A. M. Rothschild: «laguerra è la nostra attività e industriapiù redditizia»!

    (continua)

    Sopra: Ducato d’oro coniato a Genova tra il1466 e il 1476. Sotto: Zecchino d’oro del do-ge Marco Barbarigo (1485-1486).

  • “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 9

    Una “EDUCAZIONE”di gran moda: la cosiddetta

    “Educazione sessuale”

    P oiché, purtroppo, “mala tem-pora currunt” e i nostri giova-ni, fin dalla prima infanzia, vivo-no immersi in una società sfrenata-mente impudica, nonché viziosa, è ne-cessario che anche la scuola li mettain guardia dai pericoli di un irresponsa-bile cedimento alla moda del giorno,anche perché non tutte le famigliesanno o vogliono adempiere al loropreciso dovere in questo campo. In tempi meno oscuri, questo era com-pito del docente di scienze delle mediesuperiori, il quale, abbordando l’argo-mento dal lato scientifico, dava agliadolescenti le informazioni necessarieper un corretto orientamento.Adesso, invece, il tema dell’educazío-ne sessuale è degenerato in una spe-cie di manìa collettiva e, già da unadecina d’anni o più, capita che ragaz-zette delle USL (generalmente assi-stenti sociali, spesso giovanissime),vengano chiamate da presidi ultra-progressisti ad indottrinare sul ses-so i ragazzini di turno. Naturalmente,l’insegnante della classe viene, per lopiù, defenestrato con la scusa di nonmettere a disagio gli alunni, ai qualinon è raro, stando a precise testimo-nianze, che venga dalla neo arrivataraccomandato “di non parlare asso-lutamente con nessuno, nemmenocon i vostri genitori, delle cose chediremo”. Così, le sedicenti “esperte”,montate in cattedra, si dilettano a intrattenere la scolaresca congiochetti indecenti o quanto meno imbarazzanti1, in modo che la

    scuola concorra all’imbarbarimentocollettivo, per non dire di peggio.Oltre a ciò, zelanti quanto interessatecase editrici, come per esempio “LaNuova italia”, si sono affrettate a faruscire libri di “educazione alla salu-te” come quello che, per caso, mi ècapitato di avere tra le mani2 , adottatoin una prima media di una borgata delcentro Italia. Un libro davvero istruttivoper capire il degrado nel quale staprecipitando la nostra scuola. Esemplare, soprattutto la “Parte se-conda: Per una educazione allasessualità e all’affettività”. A partela considerazione che di “affettività”se ne trovi ben poca, perché le autriciintendono l’“amore” essenzialmen-te come appagamento, più o menoimmediato, di stimoli fisici, mi hasbalordito il fatto che un testo similefosse messo nelle mani di ragazzinidi 10-11 anni in classi miste, senzatenere conto dei tempi diversi dell’evo-luzione adolescenziale. Alle spiega-zioni teoriche, sempre appiattite sui“mutamenti fisici”3, seguono tabelleper eser-citazioni sul “sesso” . Il ragazzino undicenne, al quale è sta-to chiesto (p.75) se abbia “comincia-to a vivere i cambiamenti legati al-l’adolescenza” “nel corpo e nel ca-rattere”, viene invitato a verificare se“i cambiamenti che hai osservato inte, coincidano con quelli dei tuoi

    compagni”, secondo un modello relazionale che vuole sianomessi in piazza, senza pudori, i propri problemi intimi.

    della Prof.ssa Rita Calderini

    1 Sul tipo dei seguenti: “chiamate alla lavagna una ragazzina di 12anni, affinché disegni ciò che ha in mezzo alle gambe davanti atutti i suoi compagni; e per spiegare l’uso del profilattico, fatenesrotolare uno sul dito di un ragazzino di 15 anni invitandolo poiad infilarlo tra le mani di una compagna che simula la vagina”.2 Mara Cerofolini, Ester Cesari, Gilda Imbergamo: “Io mi voglio bene.

    Percorsi di educazione alla salute”. La Nuova Italia, 2000 ResScuola S.p.A. Milano. Terza ristampa. Sett. 2000. (Euro 10,66).3 Cfr. p.74 “mentre i ragazzi scoprono la sessualità e l’amore e sento-no pulsioni nuove, la loro identità è ancora legata all’infanzia, a quelmondo sicuro di affetti dal quale molti sentono di dover uscire, per an-dare incontro alla vita”.

  • 10 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004

    Quanto all’ “homo sapiens”, la sua derivazione dallo scimmio-ne è un dogma per le autrici, tanto è vero che la presenza deidue genitori è richiesta solo dalla necessità (p.98) di “garantiree cementare l’unione tra il maschio e la femmina” per il pe-riodo indispensabile “all’allevamento dei figli”.Naturalmente, l’intera sequenza, dall’accoppiamento alla na-scita del malcapitato infante, sono illustrate mediante i soliti ri-pugnanti disegnini. Dopo di che, il manuale passa a trattare

    (p.104) degli espedienti per il“controllo delle nascite”, unasorta di vademecum per goderesenza conseguenze indesidera-bili, cui seguono istruzioni per“l’interruzione della gravidan-za” (p.105), con tanto di “con-traccettivi”, “consultorio fami-liare” (!?), “aborto”, ecc. ecc..Insomma, una vera e propriapianificazione per la corruzionedei minorenni!Sull’AIDS, invece di chiarire cheil miglior deterrente resta sem-pre il debito rispetto per il corpoproprio e altrui, le autrici sugge-riscono semplicemente di starlontani da esperienze avventate.La preoccupazione unica è nonammalarsi, non quella di viverein modo pulito, evitando abitudi-ni viziose. Il penoso manuale si chiude conun excursus sul matrimonio,che, stando alle autrici, solodall’800 in poi si contrarrebbe“per amore” - una schematiz-zazione pseudostorica inesattae parziale, fatta apposta perfuorviare gli adolescenti indifesi. Naturalmente il discorso conti-nua con il “matrimonio civile”e con il “divorzio”. Viene spon-taneo il confronto con il vigorosoappello del Santo Padre in dife-sa del “valore della castità”, inoccasione dell’anniversario delmartirio di S.Maria Goretti.L’auspicio è che la Ministro Mo-

    ratti, spronata anche da tale autorevole intervento, prenda inconsiderazione una seria inchiesta sulla cosiddetta “educazio-ne sessuale nelle scuole statali”, soprattutto su vari testi checircolano e che sono indegni di un Paese civile!

    L’“amore” è tutto inteso come istinto animale che si risve-glia a tempo debito e chiede soddisfazione. A 18 anni (p.78),poi, si “rende più realizzabile la vita di coppia e... una reale eprofonda comunicazione tra due persone”.Si tratta, in sostanza, con buona pace delle esimie autrici, di unvero e proprio invito al libertinaggio, aggravato da una palesediffidenza nei riguardi dei genitori, a favore della figuradell’“esperto” tutto fare (p.78), “in grado non solo di infor-mare, ma anche di capire iproblemi dei ragazzi, in gradodi aiutarli ad affrontare qual-siasi (!) problema, dalla vitasentimentale a quella sessua-le, dalla conoscenza di sé alrapporto con gli altri”.In tale prospettiva, non c’è dameravigliarsi che (p. 80) ragazziundicenni siano spinti a cercare“esperienze” per trovarel’“amore”, passando subito avie di fatto, proprio come tra glianimali. Se poi le cose non van-no per il verso giusto, allora èmeglio “rompere una relazio-ne” (p.80), perché “non tutte leesperienze amorose sonoesperienze d’amore”, ma “vi-verle è necessario, poiché au-mentano le capacità di discer-nimento”.Sullo stesso piano le esercitazio-ni (p.83), non si sa se più idioteo squilibrate4 intese a disancora-re le giovani generazioni dalla vi-sione tradizionale del ruolo delladonna nella società, e le affer-mazioni, perfettamente in lineacon la moda imperante, sulla“omosessualità”5. A sua volta, nel capitolo 5, sulla“sessualità”, corredato di sgra-ziati disegnini, che non lascianospazio alla fantasia, e da illustra-zioni, a buon mercato, di anato-mia femminile e maschile, nonmanca - e come potrebbe? -l’aperta approvazione della“masturbazione”, ormai esente da colpa, da praticare, tutta-via, badando soprattutto (p.97) ad evitare “di trovarsi soli esempre più timidi, e di rischiare di perdere progressiva-mente il coraggio di andare verso gli altri”.

    4 Si va da un esercizio sul “linguaggio dei sentimenti” con parole da“cercare sul dizionario”, ad un elenco di giocattoli e passatempi per ibambini e le bambine (distinguere, per esempio, tra una “bambola” eun “mitragliatore”), agli “stereotipi sessuali della pubblicità”, alla “cacciaalla pubblicità controcorrente” e via di questo passo.

    5 Cfr. p.82: “Certo, vivere la condizione di omosessuale non è facile,perché la nostra società, pur liberale e democratica, come dichiara, fafatica ad accettare la “diversità” in tutti i campi ed ancor più nel camposessuale dove i divieti sociali e religiosi sono più forti e i tabù “so-no più lenti a morire”.

    «L’eccitamento sessuale rende i bambini non più atti ad essere educati; esso conduce all’odio; e all’odio con-tro i genitori e contro gli adulti e, perfino, contro se stessi. (...). La perdita del pudore è il primo sintomodi imbecillità».

    (Sigmund Freud, “3 svolgimenti”, Vienna, 1905. Freud era iscritto alla Massoneria ebraica del B’nai B’rith).

    ***

    «(E siccome) quanto più si è casti prima del matrimonio, tanto più si è fedeli nel matrimonio; e siccome la prepa-razione sessuale, ossia il dominio sugli impulsi, rende capace di matrimonio la gioventù, con la “libertà sessua-le” della gioventù, invece, si arriva allo sfacelo del matrimonio e della famiglia»!

    (Wilhelm Reich , allievo di S. Freud, in “Sessualità e lotta culturale”, Copenagen, 1936).

  • “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 11

    LA DOTTRINA SOCIALE CATTOLICA

    (da: La Dottrina sociale cattolica: sfida per il terzo millennio - Rimini)

    Da: “RERUM NOVARUM” (15. Maggio 1891)

    Lettera Enciclica di S.S. Leone XIII sulla questione sociale

    c. L’opera delle AssociazioniNecessiatà della collaborazione di tutti

    Finalmente, a dirimere la questione operaiapossono contribuire molto i capitalisti e glioperai medesimi con istituzioni ordinate aporgere opportuni soccorsi ai bisognosi e adavvicinare e unire le due classi tra loro.Tali sono le “società di mutuo soccorso”;le molteplici assicurazioni private, destinate aprendersi cura dell’operaio, della vedova, deifigli orfani, nei casi d’improvvisi infortuni, d’in-fermità o di altro umano accidente, i patronatiper fanciulli d’ambo i sessi, per la gioventù egli adulti.Tengono, però, il primo posto le “corpora-zioni di arti e mestieri” che, nel loro com-plesso, contengono quasi tutte le altre isti-tuzioni.Evidentissimi furono, presso i nostri antenati,i vantaggi di tali corporazioni, e non solo apro degli artieri, come attestano documenti ingran numero, ad onere e perfezionamentodelle arti medesime.I progressi della cultura, le nuove abitudini e icresciuti bisogni della vita esigono che questecorporazioni si adattino alle condizioni attuali.Vediamo con piacere formarsi ovunque asso-cizioni di questo genere, sia di soli operai siamiste di operai e padroni, ed è desiderabileche crescano in numero e in operosità.Sebbene ne abbiamo parlato più volte, ci pia-ce ritornarvi sopra per mostrare l’opportunità,la legittimità, la forma del loro ordinamento ela loro azione.

    (fine)

    LE ORIGINI CRISTIANE DELL’EUROPA

    Cristiane, sì! Giudeo-cristiane, no!Sarebbe un farisaico qui pro quo,Di chi l’Europa vuol giudaizzare,Al fin di poter meglio dominare!

    La Chiesa, se cristiana, deve imporsi,E, con l’Europa, fermamente, opporsiAi figli della “perfida genìa”,Da cui il marxismo e frammassoneria!

    Se la Chiesa non s’è prostituita,Con il Concilio oscuro, al sinedrita,Sa che l’Europa ha origini cristiane,Cattoliche, Apostoliche, Romane!

    ***

    L’Europa vanta origini cristiane,Ed influenze varie, articolate,A civiltà diverse collegate,Sorte e scomparse, in epoche lontane.

    Vanta ascendenze greche e poi romane,Accolte dai cristiani e assimilate,Indi cristicamente trasformate,Al par di feste e liturgie pagane.

    Origini cristiane, certamenteFino all’Impero d’Austria e d’Ungheria,Distrutto, con l’Europa, oscuramente,

    In due conflitti! Il resto è ipocrisìa,Di chi lavora, farisaicamente,Per il Sinedrio e la Massoneria!

    Prof. Arturo Sardini

    Chiosa

    Cristo, quantunque nato in Palestina,Ucciso, poi, dal “perfido giudeo”,Essendo Dio da Dio, non era ebreo,Secondo la Cattolica Dottrina!

    E il Vecchio Testamento sanguinario,Del Dèmone Jhawè, crudo e perverso,Altro è dal Nuovo, nell’amore immenso,Dell’Uomo-Dio, finito sul Calvario!

    Occhi sulla Politica

  • 12 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004

    «Cristiani, Ebrei e Musulmani hanno lo stesso Dio!».

    Questa frase eretica fu coniata dall’ex prete spretato Giacinto Loysone, oggi, viene ripetuta anche da Giovanni Paolo II

    e dal Clero del Vaticano II!

  • “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 13

    «Vi è prescritto la guerra, anche se non vi piace» (Corano, 2, 216).«La ricompensa di coloro che si oppongono ad Allah: verrannomassacrati, o crocifissi, o amputati delle mani e dei piedi, o ban-diti dalla terra, a loro infamia in questo mondo»! (Corano, 5, 33).«Fate la guerra ad ebrei e cristiani!» (Corano: Sura II).

    «Allah è grande! Allah è grande!». Fu l’urlo di vittoria del guerriero che mostra la testa di Nick Berg!

    «Uccidete gli idolatri ovunque li troviate; fateli prigionieri, assediateli e combatteteli con ogni genere di tranello» (Corano 9, 5).

    «Allah, sei il nostro padrone: rendici vittoriosisul popolo degli infedeli» (Corano: Sura 2, 286).

    ... abbiamo lo stessoDio?

    Questo È l’islam!

  • 14 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004

    L ’ inizio del ConcilioVaticano II ha vi-sto nascere a Ro-ma un centro d’informazioneper i vescovi e i teologi olan-desi, il “DOC” (DOCumenta-tion)). Ben presto, allo scopo diimpadronirsi dell’opinione pub-blica, questo centro inizia adiffondere bollettini di infor-ma-zione in tutte le lingue eorganizza conferenze stampa)tenute non solo da esperti o daPadri Conciliari ma anche dateologi e da laici spesso moltoaperti a idee avanzate. A taliconferenze sono presenti i re-sponsabili di agenzie stampa in-ternazionali e informatori digrandi quotidiani.Gli elaborati dei Padri Conciliarivengono commentati, analizza-ti, giudicati. Si spiega ai Ve-scovi in quale senso devonointervenire per non deluderel’“opinione”. Non sono appar-se nella stampa e nei testi con-cil iari espressioni come “Ilmondo attende, il mondo de-sidera...”? Quanti interventi so-no stati fatti, anche inconscia-mente, sotto simile insegna! Quanti Pa-dri hanno voluto farsi portavoce di questaopinione pubblica, quanti altri hanno ap-provato o disapprovato degli interventiper paura di non essere in linea col nuo-vo magistero!..Qualche Vescovo ha potuto affermare:«Fin dai primi giorni il Concilio è statoinvestito dai progressisti!».A Concilio concluso, questi informatorireligiosi vollero mantenere le relazionistabilite nel periodo conciliare. Terminatoil Vaticano II, si parlava già di preparare ilVaticano III. E il “DOC” è diventato il “I.DOC” (Information - DOCumentationsur l’Eglise Conciliaire).Un osservatore attento, L. Salleron, con-

    stata: «Siamo in presenza di un veropotere parallelo in seno al cattolicesi-mo, perché chi detiene l’informazione,controlla la pubblica opinione - la qua-le è condizionata dall’informazione - ed èin grado di mettere in scacco il Magi-stero e di imporgli le proprie vedute»(“Carrefour”, 9 ottobre 1968).La rivista “Permanences” (n. 52, agosto1968), analizzando le informazioni datedalla rivista inglese “Approaches” delgennaio 1968, giudica che l’I.DOC «èun’organizzazione internazionale cheha il quartiere generale a Roma e cheestende le sue reti nel mondo intero.Essa è indipendente da ogni religionee istituzione politica».

    Questo organismo ha la fun-zione di “laboratorio” cheraccoglie e distribuisce la do-cumentazione sulle conse-guenze e lo spirito del Vatica-no II. Non agisce a livello divul-gativo, quanto piuttosto su spe-cialisti incaricati di plasmarel’opinione. Tra gli abbonati di“I.DOC” ci sono Vescovi, pro-fessori di teologia, seminari-sti, direttori di giornali.E. Delamare scrive: «L’I.DOCdà le sue consegne, impone isuoi tempi di propaganda, volaal soccorso dei suoi teologi edei suoi sacerdoti quando que-sti oltrepassano i limiti. Quandoun Vescovo osa levarsi con-tro uno dei suoi obiettivi, co-me capitò al card. Spellmannell’affare del Vietnam, diven-ta la vittima di un vero assas-sinio morale nella stampa delmondo intero» (“Rivarol”, 26settembre 1968).Nel suo studio su l’“I.DOC” la ri-vista inglese “Approaches”non esita ad affermare: «Non èesagerato dire che la sezionebritannica dell’“I.DOC” è

    composta interamente di “progressi-sti”, e che il gruppo è controllatoall’interno da un nucleo marxista, es-so stesso condotto da uno dei capicomunisti tra i più esperti di Gran Bre-tagna».Effettivamente, nello stato maggiore dellasezione inglese dell’“I.DOC” occupa unposto di primo piano Jack Dunman, unapersonalità in vista del Partito Comunistail cui influsso è cresciuto con la sua ele-zione a deputato. In Inghilterra è lo spe-cialista del dialogo tra comunisti e cri-stiani. Fa parte di un’équipe comunistadi quindici ecumenisti che dialogano coicristiani sotto gli auspici del periodicocomunista “Marxism Today” e della

    IL CAVALLO DI TROIA– Il Gruppo I.DOC –

    di A. Z.

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  • banca internazionale del Consiglio delleChiese di Gran Bretagna, il cui segretarioè il R. P. Oestreicher, che, guarda caso,è membro della sezione inglesedell’“I.DOC”.Ma il Dunman gode pure l’appoggiodel gruppo “Slant”, che pure fa partedello stato maggiore dell’“I.DOC” in In-ghilterra. Questo movimento, sostenutodalla Sheed & Ward (editrice assai im-portante, il cui direttore N. Middleton, èmembro del Comitato Internazionaledell’“I.DOC”), anima la “Nuova Chiesadi Sinistra”.A sua volta, lo “Slant” è collegatostrettamente all’organizzazione comu-nista “Pax”, e ha il compito di «elabora-re una sottostruttura intellettuale delsocialismo radicale, rivoluzionario e“cristiano” che, in opposizione completaall’insegnamento della Chiesa, portaavanti una campagna in favore diun unico fronte unito di cristiani ecomunisti per liquidare, nel mon-do intero, il capitalismo, ossia l’in-tera società contraria al comuni-smo».Anche in Francia i responsabilipiù influenti dell’“I.DOC” sono icampioni del dialogo coi comuni-sti e hanno contatti col movimentocomunista “Pax”, e col loro gran-de influsso nella stampa sono re-sponsabili della diffusione di tuttele tendenze post-conciliari con-dannate da Roma.È in questo giro di amici che p.Chenu, uno dei consiglieri piùinfluenti della rivista “Conci-lium” (una delle riviste collegateall’“I.DOC”), membro del Comi-tato della rivista comunista“Politique” e in stretta relazio-ne con l’organizzazione comu-nista “Pax”, scrive su un organodi stampa controllato dai comuni-sti: «La grande analisi di Marxsi arricchisce di una corrente dipensiero per oggi e domani. IlConcilio Vaticano II va conside-rato come una tappa nuova nel-la vita della Chiesa. Dopo unperiodo in cui il problema deldialogo è stato bloccato, noiosserviamo attualmente il feno-meno del “dialogo sul dialogo”,fenomeno che svuota il proble-ma della sostanza. Ma almenonoi ne siamo coscienti, in Fran-cia e in Italia, e ci proponiamodi porre termine a questo ma-neggio. Potrà servirci allo sco-po un giornale che io penso dipubblicare, basato sul princìpiodi una parità tra cristiani (e nonsolo cattolici) e comunisti. Laredazione comprenderebbe inparticolare Garaudy, i pastoriCazalis e Ascaris, insieme conme».Tra i membri di “Politique” c’èanche p. Blanquart, che al Con-gresso dell’Avana affermava: «Malgradole divergenze esistenti tra il cristiane-simo e il marxismo sull’interpretazio-ne dell’uomo e del mondo, è il marxi-smo che offre l’analisi scientifica più

    esatta della realtà imperialistica e glistimoli più efficaci per l’azione rivolu-zionaria delle masse». Egli addita qualeesempio più convincente dell’azione rivo-luzionaria cristiana il prete rivoluziona-rio Camillo Torres (agosto 1967).Questo gemellaggio cristiano-marxistaprende corpo in una costellazione di rivi-ste che assumono coralmente l’idea deldialogo coi comunisti e attizzano il climadegli anni caldi dell’egemonia culturalemarxista. Non si trattava tanto di promuovere«una rivoluzione tra gli altri, ma all’in-terno della stessa Chiesa» (p. Mail-lard), «mettendo in discussione il cri-stianesimo nelle sue forme di pensie-ro, di espressione e di azione», e coin-volgendo tutte le classi nel processo rivo-luzionario, anche armato, per la costru-zione del Regno di Dio.

    Il 26 aprile 1969, “La Croix” annunzia lanascita di “Concentration”, un nuovogruppo di preti e laici che criticanoaspramente l’autorità e le istituzioniecclesiastiche con l’accusa di non ade-

    guarsi alle esigenze della nuova epoca, esi fa paladino della rivoluzione perma-nente all’interno della Chiesa. Tuttoviene rimesso in discussione: liturgia,vita parrocchiale, lo stesso modo diessere cristiani oggi.Altre iniziative si aggregano sotto l’egidadell’“I.DOC” (Trust Hourdin, La BonnePresse, Editions du Centurion), vienediffuso il Catechismo Olandese, il card.Gut accusa le pesanti manipolazionidella liturgia, nella quale i preti “fannoquello che loro pare” (Doc. Cath. 17novembre 1969), si parla di “para-Con-cilio”, ossia di un Concilio riveduto e cor-retto da teologi giornalisti (Laurentin in“Le Figaro”, Fresquet in “Le Monde”,ecc.).L’influsso di questi gruppi di pressioneideologica si estende in Italia, Spagna,America e, naturalmente, in tutta l’Euro-

    pa. Anche la Radio Vaticana hauna sua rappresentanza al Consi-glio internazionale dell’“I.DOC”, eL. Salleron commenta: «Che av-viene alla Radio Vaticana? Daqualche tempo questa vocesembra aver preso un’autono-mia completa nei confronti delPapa. Velata da grande pruden-za, vi si fa una politica progres-sista» (C.I.C.E.S. 7 gennaio1970).Il ventennio che segue queste vi-cende è noto. Il progressismoimperversa in tutta la Chiesa,penetra nei seminari, investeuniversità, editrici cattoliche,istituti religiosi, centri culturali.Snerva insegnamento e liturgie,alimenta contestazioni al Magiste-ro, ribellioni alla “Humanae Vi-tae”, crisi impressionante tra ilclero, tendenze separatiste delleConferenze episcopali. Diffondenella Chiesa quel clima di confu-sione e di insicurezza che, nono-stante il vigore dell’evangelizza-zione di Giovanni Paolo II, perdu-ra fino ad oggi, provocando il di-simpegno nella pratica cristiana,la crisi delle vocazioni, la disper-sione nelle sètte.Quale istituzione cattolica, qualeeditrice, quale rivista ha resistito aquesta ondata di progressismo di-sgregatore? Quanti teologi, bibli-sti, pubblicisti cattolici escono im-muni dalla sudditanza agli influssiultramontani?Frugando nelle proprie tasche,quelle trenta monete con le qualiCristo in questo post-Concilio èstato venduto al nebuloso laici-smo marxista e massonico, si fan-no roventi. Un cristianesimo dimezze verità, in cui molti si dannoda fare a segare il ramo su cui so-no seduti, non è più respirabile. È bene che la consapevolezzadel tradimento affiori nelle co-scienze di molti, e riporti so-

    prattutto i responsabili al senso di di-gnità e di libertà di spirito che distin-gue i veri ricercatori della verità!

    (fine)

    “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 15

  • 16 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004

    L e recensionioffrono valuta-zioni sui film;questa, però, non èuna recensione, per-ché il film “La Pas-sione del Cristo” diMel Gibson non èun “film”; è unagrande opera d’arteCattolica ed unasvolta nella storiaumana.Chi avrebbe mai det-to, nell’anno 2.000,nel passaggio da unmillennio al successi-vo che, nel breve ar-co di pochi anni, ilpiù grande incassonella storia del cine-ma dei primi cinquegiorni di prima rap-presentazione di unfilm avrebbe avuto,come soggetto, lacronaca della “Pas-sione di Nostro Si-gnore Gesù Cristo”nei suoi dettagli più crudi e strazianti?In un mondo secolarizzato e impregnatodi menzogne, mosso da un odio demo-niaco per la verità, in particolar modo la“Verità di Dio”; in un mondo che naviganel peccato e che trabocca di orgogliosebrame umane e diretto dall’odio del Be-ne, in particolare del “Bene di Dio”; inun mondo sfigurato dalla corruzione eche gozzoviglia nelle turpitudini, governa-to dall’odio per la Bellezza, specialmentela “Bellezza della Creazione di Dio”; inun mondo simile, chi avrebbe potuto im-maginare il trionfo di un successo di cas-setta e l’entusiasta e profonda rispostadel pubblico ad una vera, valida e mera-vigliosa opera d’arte, specialmente quan-

    Mel Gibson ha affer-mato che il vero arte-fice di quest’opera èstato lo Spirito Santo,e per questo suo direè stato deriso e bef-feggiato!Sotto l’aspetto stori-co, Gibson non hadetto nulla di ecce-zionale. Tutti gli arti-sti, i poeti e i musici-sti, sin dagli albori deitempi, hanno saputoche essi dipendonoda una forza esternache lavora attraversodi essi per produrrel’opera d’arte finale.Solo alcuni artisti ar-roganti hanno assun-to che essi stessierano la fonte del lo-ro genio, ma, in mas-sima parte, si trattavasolo di aberrazioni.La maggioranza deigrandi artisti si sonosempre appellati alle“muse”, oppure

    all’“ispirazione divina”, o a Dio in Per-sona, per ottenere il Suo aiuto. A compi-mento della loro opera d’arte, essi hannosempre ringraziato la fonte, come adesempio Bach, che scriveva: “S. D. G.”(Soli Deo Gloria!). Mel Gibson, registade “La Passione del Cristo” si ponesemplicemente nella categoria di questigrandi artisti. Le vociferanti critiche della stampa vo-gliono negare a Mel Gibson lo stato diartista. Un vero artista, secondo il loroperverso giudizio, deve schernire NostroSignore, come fanno molti, nel film che sifanno beffe al passaggio di Nostro Si-gnore durante una processione della Via

    ““TTHHEE PPAASSSSIIOONN OOFF TTHHEE CCHHRRIISSTT””– Riflessioni –

    di David Allen White

    (dal bisettimanale americano: “The Remnant” 15 Marzo 2004 - www.RemnantNewspaper.com)– Traduzione del dott. Franco Adessa –

    do essa richiede così tanto allo spettato-re?Le profonde e commosse reazioni, pro-vocate da questo film, forniscono la pro-va semplice e diretta di un giudizio spiri-tuale. Andrai a vedere questo film, oppu-re no? Crederai a questo film, oppureno? Obbedirai ai Comandamenti di Dio,oppure no?Vi è mai stata un’opera d’arte così mira-colosamente ingegnata per separare le“pecore” dai “caproni”, o per vedere sele Sue “pecore” seguiranno i Pastori,oppure se ne rimarranno da sole? Il film,necessariamente, deve essere stato divi-namente ispirato!

    Una scena del film: Gesù morente in Croce.

  • “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 17

    Crucis. Si potrebbe porre un crocifisso inun vaso di urina, o creare un “ritratto” del-la “Beata Vergine” con sterco di elefan-te; si potrebbe insinuare che Nostro Si-gnore aveva delle passioni malsane ver-so Maria Maddalena, o relazioni contronatura con i suoi Discepoli, e questa ver-rebbe considerata come una profondaspiritualità artistica! Così gli accademiciliberali e perversi commentatori di famamondiale!Sì, spiritualità, ma quella demoniaca! Sì,profondità, ma quella degli abissi!Mostrare la verità del dolore, delle soffe-renze e il sacrificio di Nostro Signore lifa smaniare in modo così violento da far-ci venire in mente quello di un vampiroche si trovi faccia a faccia con un Croci-fisso!Le élite “intellettuali”, in America, sonodavvero dei “morti viventi”!Le stesse voci che hanno osannato lestragi cruente e gli eccessi di sangue diPeckinap, Spielberg e Tarantino, adesso,hanno annusato la violenza e l’orrore nelcapolavoro di Gibson!Ma è una pietosa presa di posizione chesi commenta da sè!Vi sono stati davvero tempi in cui la vio-lenza era considerata inopportuna peressere rappresentata al pubblico. I grecidel V° secolo avanti Cristo consentiva-no la violenza sul palcoscenico solo in ra-re eccezioni, perché essi la considerava-no “oscena”, letteralmente “fuori dallascena”. Queste azioni, non essendo rite-nute adatte per spettatori civili, accade-vano solo fuori dal palcoscenico. Perquesto, Edipo si acceca fuori scena, co-me pure Medea quando uccide i propri fi-gli.I Greci erano anche così sensibili allapietà religiosa che quando Eschilo misein scena la Dea femminile della vendetta,Le Furie, ambientandola al Tempio diApollo, il solo pensiero di un tale sacrile-gio disturbò talmen-te gli spettatori chealcune personeadulte svennero, ealcune donne incin-te abortirono.In questi nostri tem-pi, noi, più che aiGreci, siamo moltopiù simili ai Roma-ni: siamo una so-cietà che gravita in-torno alla politica,alla legge, all’inge-gneria; ricerche ecampi legittimi, mache troppo facil-mente degeneranoin manipolazione,legalismo e orgo-glio. E, come i Ro-mani, noi siamo as-setati di sangue!Per decenni, gl ischermi cinemato-grafici ci hannoinondato di sangue! Noi non abbiamoprovato alcuna nausea nel permettere ainostri figli di crescere guardando films,televisione e video-giochi con migliaia emigliaia di omicidi di stupri e rappresenta-

    zioni dei più orribili e crudeli delitti! E que-sto l’abbiamo sempre chiamato: “libertàartistica”! Tale “libertà”, però, cessaquando entra in scena Nostro SignoreGesù Cristo. La Sua Passione non de-ve essere rappresentata!E perché no?Sebbene le voci, rauche di odio, nonavrebbero mai il coraggio di ammetterlo,il fatto semplice è che essi sanno moltobene che cosa rappresenti il Sangue diGesù, in contrapposizione a tutto quelsangue che ci è stato propinato per annisugli schermi.E il regista Mel Gibson mette bene inchiaro questo fatto.Questo è il Suo Sangue Prezioso; resoprezioso perché è il Sangue sacrificatoal Padre in espiazione e riparazione ditutti i peccati del mondo. Il Suo SanguePrezioso doveva essere versato, tra mi-gliaia di altre cause, anche perché i geni-tori del giorno d’oggi amano i loro figli tal-mente poco da ucciderli nel grembo dellaloro stessa madre o, se questi sono fortu-nati di venire alla luce, facendoli crescerenutrendoli di orrori e di sangue, e di tantealtre oscenità rivoltanti che marchiano laloro giovane anima per l’eternità!La preziosità di questo Sangue di Ge-sù è sottolineata, nel film, dalla scenastupenda in cui la moglie di Pilato,Claudia, offre a Maria e a Maddalenadei panni bianchi. Impossibilitate a cu-rare le ferite di Gesù, essendo Egli porta-to via, Maria e Maddalena si inginoc-chiano sul pavimento del cortile in cui èstato flagellato Gesù, raccogliendo il SuoSangue impregnandone i panni bianchi.Esse non puliscono il pavimento; essestanno preservando il Suo Sangue Pre-zioso; quel Sangue Prezioso versato an-che per i critici, per gli accademici, e perquella categoria di persone auto-nomina-tasi “intellighentia”!Queste persone sanno bene che questa

    è la verità, e questo li fa impazzire! Equesto fa impazzire anche la Gerarchiadi questa Chiesa del “Novus Ordo”!Dio, nella sua infinita saggezza, hapermesso che la più grande opera

    d’arte Cattolica, e quindi la più grandeopera d’arte di tutti i tempi, fosse crea-ta da un Cattolico Tradizionalista.Nella Chiesa del Post Vaticano II, cheha distolto i suoi occhi dalla Passione diGesù, Mel Gibson ha mostrato questadura Verità davanti agli occhi di tutto ilmondo! Ha fatto più lavoro apostolicolui, in una sola settimana, che l’interaGerarchia di questa “Nuova Chiesa”negli ultimi quarant’anni!Nel loro “nuovo ordine sentimentale”,nei loro templi, pieni di striscioni, di ali diaquile, di danze liturgiche, di chierichette,di spettacoli; con i loro baci della pace ela loro giustizia sociale, in tutto questodov’è finito il Sangue Prezioso di Gesù?Non certo sul tavolo della cena, o persinonel Calice della Consacrazione, conside-rato l’arrogante sentimentalismo di questiriformatori che ha permesso loro di alte-rare persino le parole che Nostro Si-gnore ha pronunciato, al momentodella Consacrazione, del vino nel SuoPrezioso Sangue!Il Grande Sacrificio, però, è tornato!Ma non nei templi del “Novus Ordo”,no! È tornato sullo schermo! Messo làcon fede, con amore e con devozione, daun grande artista, per essere testimonia-to da milioni di spettatori che hanno di-menticato questo grande dono, o di cuiessi non erano mai stati neppure a cono-scenza, prima!Che Mel Gibson usi le parole correttepronunciate da Nostro Signore nella suatraduzione “pro multis”, cioè “per mol-ti”, (e non “per tutti”, come si recita nel“Novus Ordo”), mostra come questaprecisione sia stata solo un semplice do-vere di testimonianza della Verità. Non sideve essere degli studiosi o dei linguisti,e neppure dei geni per avere la traduzio-ne corretta. Si deve semplicemente ama-re Nostro Signore più di quanto si aminogli applausi del mondo. La scorretta tra-

    duzione: “per tut-ti”, fatta per il “No-vus Ordo”, mostra,invece, che la“Nuova Chiesa”del Post VaticanoII ama la sua “ecu-menìa” più di quan-to essa ami le paro-le di Nostro SignoreGesù Cristo!Cosa dire anchedella falsità secon-do la quale la “gen-te” non rispondepiù alla Messa inLatino? E cosa dire,allora, di un film po-polare in Latino e inAramaico? Le vocicritiche di “quelliche sanno” hannoinsistito nel dire chela “gente” nonavrebbe mostratoalcun interesse per

    un film girato e parlato in simili lingue.Il film di Gibson, invece, in un solo istan-te, ha messo a nudo questa menzognache per anni è stata diffusa, come falsi-tà deliberata, anche dai responsabili di

    Una scena del film: Gesù nell’orto degli ulivi.

  • 18 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004

    questa “Nuova Chiesa” del Post Vati-cano II!Vi sono momenti meravigliosi nel film checolpiscono l’occhio, deliziano il cuore esollevano le anime dei Cattolici Tradizio-nalisti. La lingua latina e la corretta tradu-zione delle parole della Consacrazione:“per molti”, durante l’ultima Cena, sonosolo l’inizio. Un altro momento glorioso èquello quando, non appena la Croce vie-ne issata e cade in posizione verticalecon un tremendo contraccolpo, dando ini-zio al Grande Sacrificio, Maria Madda-lena copre il suo capo con un velo,mentre tutti quelli presenti che amanoNostro Signore, contemporaneamentesi inginocchiano. E ancora quando laVergine Maria che, dopo la morte di suoFiglio, si avvicina per baciare i piedi diGesù che pende dalla Croce; un atto,questo, ripetuto, poi, per secoli, da milionidi cattolici il giorno del Venerdì Santo. E cos’è quel curioso pezzo di stoffa mar-rone che pende dalle spalle del buon la-drone sulla sua croce, quando chiede aGesù di ricordarsi di lui quando Egli sarànel Suo Regno?Non ho dubbi che vi siano altri e innume-revoli momenti sublimi, voluti da Gibson,devoto alla Fede Cattolica Tradizionali-sta. Io ho visto il film solo due volte. Laseconda volta, però, questo film mi hadato un’esperienza completamente nuo-va. Non più quella dell’impatto visceraledella profonda sofferenza di Nostro Si-gnore, ma quella di notare cose nuove esperimentare emozioni diverse. La prima volta, non ero riuscito a vederela colomba che volava sopra il capo diGesù quando, con il Suoocchio livido e gonfio,Egli viene ricondotto difronte a Pilato per la pri-ma volta; un chiaro pa-rallelo con l’altro uccello,che appare più tardi nelfilm, portando tutt’altroche consolazione al la-dro impenitente, cavan-dogli l ’occhio sinistrocon un colpo di becco.Questo film è un’operad’arte che richiede di es-sere vista più volte perpoter ripagare lo spetta-tore con nuove e sublimiintuizioni. Lo storicod’arte deve mettersi allavoro. Il numero dellereminiscenze di grandidipinti del passato daGrunewald a Caravag-gio e Raffaello ed altriancora, sono straordina-rie.Come per i non cattoliciche hanno visto il film oche ne hanno parlatomale, noi abbiamo l’ob-bligo della carità. Questaè un’occasione idealeper spiegare al poveriProtestanti le relazioni tra la Crocifis-sione e la Presenza Reale. Attraverso lesue brillanti scene incrociate, Mel Gib-son ci ha dato tutto il materiale di cui ab-biamo bisogno per comprendere questo

    punto. Dobbiamo anche spiegare il ruolocentrale della Santa Madre nella storiadella salvezza, e, ancora, questo grandeartista di Gibson ha fatto il lavoro per noi.Noi abbiamo, inoltre, l’obbligo di metterein chiaro che il film non ha nulla di anti-semitico ma, allo stesso tempo, dobbia-mo comprendere il ruolo centrale dei giu-dei nel piano provvidenziale di Dio. Comeessi, involontariamente, duemila anni fa,hanno attuato il piano provvidenziale diDio, essi hanno avuto un ruolo centraleanche oggi nel trasformare questo film inun fenomeno mondiale che verrà guarda-to da milioni di persone. Ancora una vol-ta, Dio usa questa gente; dalla loro folgo-razione e dal loro odio e dalla loro rabbia,Dio ne ha fatto scaturire un gran bene.Noi dobbiamo cercare di convertirli allaVerità, ad accettare, finalmente, il Messiache è morto per loro!E che pensare della Chiesa cattolicadel “Novus Ordo” che, con l’eccezionedi alcuni bravi e devoti preti, è rimastaimmobile nel suo silenzio senza darealcun sostegno o incoraggiamento innessuna delle fasi della produzione edi diffusione di questa grande operad’arte Cattolica? Non ho potuto far altro che rimanere im-pressionato, in entrambe le rappresenta-zioni del film, alle quali ho assistito, dallapomposa arroganza degli Alti Prelatipresenti che sono rimasti freddi, impas-sibili e impenitenti, e con accenni ditronfio compiacimento quando NostroSignore veniva ingiuriato e torturato.Ci poteva forse essere un migliore paral-lelo tra l’atteggiamento della nostra Ge-

    rarchia che ha tradito il Corpo Mistico diNostro Signore Gesù Cristo e quello dicoloro che sono rimasti, lì, silenziosi,ostentando un’espressione di pomposasicurezza di sè quando il Suo Corpo è

    stato ingiuriato, umiliato, coperto di sputi,torturato e crocifisso? Si ha proprio ra-gione a credere che, anche al giornod’oggi, noi stiamo assistendo alla Pas-sione della Chiesa di Cristo!Ai Cattolici credenti, lo sdegno e l’indiffe-renza mostrata dagli esponenti di questa“Nuova Chiesa” verso questo film, su-scita un dolore immenso. Dal silenziodell’episcopato americano (con l’ecce-zione del Vescovo McGrath di San Jo-se che ha fatto udire la sua voce conla sua dichiarazione eretica, afferman-do che i Vangeli non sono “raccontistorici di eventi storici”) e dalle farse-sche goffaggini dei responsabili del Vati-cano sulle ormai famose “quattro parole”(solo quattro parole?) “apparentemente”pronunciate da questo Papa, la Gerar-chia cattolica ancora non ha persoun’altra occasione per coprirsi di ver-gogna! Non ci rimane che pregare Dioperché Egli ponga fine al più presto aquesto insostenibile castigo spirituale!

    Nelle prime scene del film, il regista mo-stra Pietro che rinnega Nostro Signoreper ben tre volte. Dopo che lo sguardodoloroso, ma pieno di amorevole incorag-giamento di Nostro Signore s’incontracon quello di Pietro, che fissa il volto delsuo Maestro e Salvatore, egli è sopraffat-to dal dolore e dal senso di colpa. La suarisposta immediata è quella di correreverso la Santa Madre e, cadendo ai suoipiedi, piangendo, grida: «Io L’ho rinne-gato, Madre!».Possa, un giorno, ad un altro Detentoredelle Chiavi Apostoliche essere accor-

    dato un tale momento di rive-lazione e di seguire le ormedi quel primo Pontefice, per-ché solo attraverso una taleammissione di colpa, e soloai piedi della Vergine Mariapossiamo sperare che que-sto ripudio di Nostro SignoreGesù Cristo abbia finalmenteun termine! Al trionfo delCuore Immacolato di Mariaseguirà un periodo di paceper il mondo con la piena re-staurazione della Chiesa,Una, Santa, Apostolica e Ro-mana.

    ***

    Io ringrazio Mel Gibson peravere donato alle nostre ani-me una così grande speran-za, e necessaria in questitempi di logoramento, di do-lore e di prova. Tu ci hai fattoricordare ciò che anche noipossiamo aspettarci dalmondo. «Se hanno odiatoMe - Nostro Signore dice aisuoi Discepoli nel film - essiodieranno anche voi»!Grazie, per aver fatto la no-stra Quaresima più ricca nel

    suo vero significato e per averci aiutato,nei giorni a venire, a rendere la nostracroce un po’ più leggera. Noi la portiamoin buona compagnia, in amicizia con te econ Gesù Cristo sofferente!

    Una scena del film: la salita di Gesù al Calvario.

  • “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 19

    Predizione di S. Francesco d’Assisi

    sulla Chiesa

    P oco prima di morire, avendoconvocato i suoi fratelli, li av-vertì delle tribolazioni dicendo:«Miei fratelli, agite virilmente, abbiatefermezza nel restare nell’attesa del Si-gnore: una grande epoca di tribolazio-ni e di afflizioni è imminente, nellaquale dei grandi pericoli e discriminazio-ni, sia temporali che spirituali, incombe-ranno su di voi. La Carità di un grandenumero si raffredderà e l’iniquità deimalvagi sovrabbonderà.Il potere dei demoni sarà più grande ched’ordinario; la purezza del nostro Ordinereligioso, e degli altri, sarà deformata.Al momento decisivo di questa tribola-zione, qualcuno, non canonicamenteeletto, elevato al sommo pontificato, sisforzerà con ogni mezzo di comunicarea molti il veleno mortale del suo errore.Allora, gli scandali si moltiplicheranno; ilnostro Ordine sarà diviso; qualcuno, tragli altri, sarà completamente distrutto,perché il loro membri non si opporranno,ma acconsentiranno all’errore.Ci saranno tante e tali opinioni e divi-sioni nel popolo e presso il religiosied i chierici, che, se questi giorni cat-tivi non fossero abbreviati, come an-nuncia il Vangelo, addirittura gli Eletticadrebbero nell’errore se in questouragano non fossero protetti dall’im-mensa misericordia di DIO.Allora, la nostra Regola e la nostra ma-niera di vita saranno attaccate da certuni,molto violentemente.Delle tremende tentazioni ne seguiranno.Coloro che saranno stati molto provati, ri-ceveranno la corona della vita.Guai a coloro che si intiepidiranno, met-tendo l’unica loro speranza nella loro vitareligiosa, perché non resisteranno ferma-mente alle tentazioni permesse per laprova degli Eletti.Coloro, invece, che, nel fervore dello spi-rito, si attaccheranno alla pietà, con Ca-rità e zelo della Verità, riceveranno per-secuzioni ed ingiurie come disobbedientie scismatici.Perché i loro persecutori, mossi daglispiriti maligni, affermeranno che ucci-derli e fare sparire dalla faccia dellaterra simili uomini cattivi sarà fare ungrande omaggio a DIO!

    Allora, il Signore sarà rifugio degli afflitti eli salverà, perché avranno posto la spe-ranza in Lui, e quindi, per conformarsi alloro Capo, agiranno secondo la Fede esceglieranno di obbedire a DIO piutto-sto che agli uomini, guadagnando, conla morte, la vita eterna. Non volendo ac-consentire all’errore ed alla perfidia, nonavranno paura della morte.La Verità sarà tenuta nel silenzio da certipredicatori ed alcuni altri la negheranno,gettandola a terra.La santità della vita sarà derisa proprioda coloro che la professeranno soloESTERIORMENTE; perciò, Nostro Si-gnore Gesù Cristo invierà loro non un de-gno pastore ma uno sterminatore»!..1

    BREVE COMMENTO

    Cosa pensare di questo testo?Quando, nel 1880, fu pubblicato nel-l’“Opera Omnia” del Serafico Patriar-ca, gli interpreti si divisero. Taluni pensa-

    rono che gli avvenimenti di cui si parla sifossero realizzati al tempo dello scismad’Occidente (XIV secolo). Altri, però, ar-gomentarono che tale interpretazione èquanto meno molto discutibile, perché,anche se in quel periodo ci furono fino atre papi contemporaneamente, nessunodi loro insegnò eresie e, se è per que-sto, non solo la Chiesa non ha stabilitochi era il papa vero e chi il falso, anzi,papa Borgia, scegliendo di chiamarsiAlessandro VI, indirettamente riconob-be il papa pisano Alessandro V (al con-trario di ciò che fece Roncalli, che pre-se nome “Giovanni XXIII”, come un al-tro pisano!). In effetti, secondo analisi del testo com-piute da Fra Giovanni OFM. Cap. sullarivista domenicana “Sel de la Terre”, iltesto è di origine sospetta. Sarebbeopera di scismatici della sètta di originefrancescana dei cosiddetti “Spritiuali”.Non bisogna, comunque, dimenticareche i “fatti” stanno sotto gli occhi di tut-ti!Situazione, questa, che è adombrataanche da una “profezia” del Santo Pa-dre Pio da Pietrelcina, presa dalla viva

    voce di chi la ascoltò, e che fu, poi, con-fermata sotto giuramento.Era il mese di agosto del 1953. Un giova-ne francescano, molto ammalato, si recòa San Giovanni Rotondo. Dopo il Coro,ebbe un’udienza privata con Padre Pio dioltre venti minuti. Nel corso di tale collo-quio, il giovane frate si lamentò di come iconfratelli del suo convento si comporta-vano, in particolare, riguardo la SeraficaPovertà.Padre Pio, a questo punto, distolse losguardo dal frate e, guardando l’orizzon-te, impallidì e, dopo alcuni istanti, disse:«Figlio mio, non me ne parlare! Sapes-si cosa vedo io da lontano!.. Il PadreSan Francesco ha già alzato la manosinistra sopra l’Ordine».Si era nel lontano 1953!

    1 Cfr. “OPERA OMNIA” del Serafico Patriar-ca dell’Ordine dei Minori, San Francescod’Assisi. Col 429-430, Edizioni “Imprimerie dela Bibliotheque Ecclesiastique”. Parigi 1880.

    Pubblichiamo il testo della “predizione” attribuita a San Francesco d’Assisi sulla attuale tribolazione della Chiesa.

    La morte di S. Francesco d’Assisi - Giotto.

  • 20 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004

    2

    CRISTIANESIMO E

    GIUDAISMO

    del Prof. Mons. Francesco Spadafora

    «I l libro (di Jules Isaac)fu tradotto in italianodalla signora Ebe Fin-zi Castelfranchi: “Gesù e Israele”, ed.Nardini, Firenze, 1976, pp. 461; dallanuova edizione francese del 1970.«Il grosso volume, dopo la Premessa deL’Amicizia ebraico-cristiana di Firenze(p. 5), reca la Presentazione dell’edizio-ne italiana (pp. 7-10), ad opera del dome-nicano P. Pierre-M. De Contenson, se-gretario della Commissione per le relazio-ni religiose con l’ebraismo; e la Introdu-zione (pp. 11-16) del prof. Albert Sog-gin della Facoltà Valdese di Teologia. IlPadre domenicano tesse l’elogio di “que-sta opera... un vero e proprio ‘classi-co’ fra quelle opere che hanno contri-buito all’instaurazione del dialogoebraico-cristiano”. E ne fa espressa-mente la fonte “degli insegnamenti diNostra Aetate e degli Orientamenti deldicembre 1974 da parte delle autoritàcentrali della Chiesa Cattolica”.«La fonte comune al Baum e al Card.Bea è appunto questo libro di JulesIsaac.«Il prof. Soggin, invece, fa anche cenno,nella sua Introduzione, ad “elementimeno positivi” presenti nel libro: “Laproblematica, deIl’Autore - scrive, ad es.,a p. 13 ss. - è quella della guerra e parte,quindi, dalla spinta traumatica, sul pianogenerale come su quello personale, pro-dotta dai campi di sterminio”; nei quali “sitrovavano anche migliaia di cristiani”.«Per comodità dei lettori, riportiamo, qui,brani significativi del lungo accurato esa-

    me critico fatto dal ben noto esegeta il P.Pierre Benoit nella recensione al librodell’Isaac, nella prestigiosa “Revue Bibli-que”, 56 (1949), pp. 610-613.P. Benoit sintetizza in breve la tesi del li-bro: «Israele non ha rigettato Gesù;Gesù non ha riprovato Israele; l’idea diun “deicidio” commesso dalla massadel popolo giudaico e che l’avrebbevotato al castigo di una vita errante trai popoli, è un mito inventato dalla teo-logia cristiana e che non è conformealla realtà della storia; disgraziatamen-te, essa è all’origine di un antisemiti-smo secolare e sarebbe tempo che laChiesa reprimesse queste affermazio-ni che han causato e causano le per-secuzioni di giudei innocenti. Questa èla tesi difesa in questo libro da JulesIsaac. Egli la sviluppa in 21 proposizionidistribuite in quattro parti».Quindi, passa aIl’analisi dei punti più si-gnificativi. Le prime proposizioni “sfonda-no una porta aperta”; tutti sono d’accor-do: Gesù è nato giudeo, da una madregiudea... La nona proposizione (o nonoargomento della ed. it., pp. 68-89), invece,afferma che Gesù non ha mai sognato diabrogare la legge mosaica. “Col sacrifi-cio della Croce - conclude la sua rispo-sta P. Benoit - Gesù ha soppresso laLegge, come insegna magnificamenteSan Paolo (particolarmente cfr. Gal. eRom.), e, quando la Chiesa primitivaha sancito tale affermazione per la suauniversalità, l’ha fatto sotto l’azionedello Spirito Santo, che non è altro chelo Spirito di Gesù: “que M. Isaac veuil-

    Riportiamo qualche passo del libro di mons. Francesco Spadafora, “Cristianesimo e Giudaismo”,ed. Krinon, Caltanissetta, 1987. (Partendo dal documento conciliare Nostra Aetate, mons. Spadaforafa notare come esso sia stato concepito sulla base delle pressioni esercitate dagli ambienti ebraici).

  • “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 21

    le bien accepter cette vue ‘theologi-que’, essentielle à la foi chrétienne”(che il sig. Isaac accetti di buon gradoquesta veduta ‘teologica’, essenziale perla Fede cristiana!.«Ancora: non è vero che “la massa delpopolo giudeo” ha rigettato Gesù, per labuona ragione che la maggioranza diquesto popolo si trovava fuori della Pale-stina e che quelli che si trovavano in Pa-lestina, nella maggior parte, sentironoparlare di Gesù in maniera indiretta emolto vaga (undicesimo argomento, pp.107-111). Furono i capi, i componenti delSinedrio, che vollero la morte di Gesù adispetto della simpatia delle folle per Lui(pp. 112 e ss.). Cfr. l’art. del Card. Bea ela Dichiarazione Conciliare.«Ma questi capi - chied