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ANNO XIX - N° 472 GIUGNO 2014 MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: dott. Franco Adessa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003 www.chiesaviva.com Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I. R. www.chiesaviva.com e-mail: [email protected] «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. Abbonamento annuo: ordinario Euro 40, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3,5, arretrata Euro 4 (inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità Chiesa viva

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ANNO XIX - N° 472GIUGNO 2014

MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: dott. Franco AdessaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003www.chiesaviva.comAutor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS)contiene I. R.www.chiesaviva.com e-mail: [email protected]

«LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)

Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia.Abbonamento annuo:ordinario Euro 40, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3,5, arretrata Euro 4(inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postaleLe richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257

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Chiesa viva

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DICHIARAZIONE DICHIARAZIONE DI UN

ALTO PRELATO

II pocrisia e demagogia nellasatanica filantropia masso-nica.

Due “leaders framassoni”: Ber-goglio e Obama (il primo euroa-mericano, il secondo afroamerica-no) si incontrano nel Palazzo Apo-stolico Vaticano per “RECITARE”la commedia del “FALSO” popu-lismo, dell’ipocrito amore per leperiferie e la povertà “strumen-tale” del mondo.

Attualissima la Lettera Apostolica(1892) di Papa Leone XIII (controGioacchino Pecci di Carpineto Ro-

mano) “INIMICA VIS” dove vienecondannata la “MASSONERIA” etutta la relativa metodologia perINGANNARE i popoli, per render-li sempre più schiavi della finan-za giudaica internazionale, im-mersi nelle “tenebre sataniche”,che hanno portato, dal XVI secolocon il Luteranesimo, i Rosacroce,gli Illuminati di Baviera, il GrandeOriente, la Rivoluzione Franceseed oggi solo LUTTI, GUERRE,CARESTIE E ROVINE, riducendol’uomo creato da Dio, ad un poveroautoma sotto i l marchio dellaDROGA e dei CODICI FISCALI.

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Cristo, N.S. ha affermato che laVerità ci renderà LIBERI ed ha as-sicurato che «porte inferi nonpraevalebunt adversus Eam»,mentre ha invitato, nel S. Vangelo,a vigilare e a non seguire gli ANTI-CRISTI ed i falsi profeti.Nella ricordata Lettera Apostolica diPapa Leone XIII, veniva chiaramen-te indicato come dobbiamo toglie-re la maschera satanica della fal-sa ipocrisia e filantropia ai fra-massoni, adoratori di SATANA!Del resto, chi ha impoverito e conti-nua a impoverire i popoli se non lagiudaica massoneria che con-trolla la finanza internazionale,tutte le fonti energetiche e tuttal’alimentazione mondiale, spin-gendo subdolamente il consumodi droghe per irretire i popoli especialmente i giovani?

I vari “debiti pubblici” sono artifi-ci satanici per impoverire eschiavizzare i popoli, mentre glistessi Paesi produttori di metallipreziosi e strategici, di petrolio, dienormi produzioni agricole, sonocontinuamente alla mercé del FMI(Fondo Monetario Internazionale),dell’OCSE, della “privatissima” Fe-deral Reserve (proprietà di ban-che ebraiche e della Banca Cen-trale tedesca!). Gli USA e l’ONUdanno aiuti ai paesi in via di svilup-po attraverso dollari “non conver-tibili” recanti un timbro indelebileche ne consente l’uso “solo” nelpaese destinatario. I vari popoli dei “duecento” Statisi riprendano tutti la sovranitàmonetaria, liberandosi dalle ca-tene giudaico-massoniche, alservizio di Satana!

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LA “CHIESA” SECONDO I MODERNISTI

Vari pensatori progressisti1 e moder-nisti (ad esempio Ernesto Buonaiu-ti) hanno cercato di presentare unaChiesa “cristiana” primitiva colle-giale o democratica, rivoluziona-ria, sovversiva, anarchica, ostile aqualsiasi potere politico, la qualesarebbe stata snaturata dalla Chiesaromana, petrina, papale e costanti-niana, essenzialmente gerarchica,anzi monarchica. Tale snaturamen-to sarebbe stato il frutto della filoso-fia greca e del diritto romano.In realtà, chi per primo cercò di di-pingere Gesù come un rivoluzionariofu il Sinedrio, ma Ponzio Pilato, do-po aver interrogato Gesù, non diederetta a questa calunnia (Gv., XIX,11; Lc., XIII, 1; Rom., XIII, 1). A partire dal Nuovo Testamento, sievince chiaramente che i farisei, isadducei e gli scribi, ossia il giu-daismo talmudico, mirarono a mo-strare i cristiani come sovversivi erivoltosi per farli condannare da Ro-ma, ma Roma solo con Nerone, perl’influsso nefasto della sua seconda moglie Poppea che erauna giudaizzante, iniziò, nel 64, la persecuzione dei cri-stiani2.

L’eresia Montanista, condannatadalla Chiesa con papa Zefirino, ave-va invece quelle caratteristiche sov-versive ed antiromane che erano sta-te proprie degli zeloti e del giudai-smo più intransigente e che aveva-no costretto Roma a sedare la rivoltacol ferro e col fuoco (70 e 135 d. C.);perciò l’Imperatore Marco Aurelio,nel 170 circa, scatenò una persecu-zione che aveva di mira il Monta-nismo, ma che toccò anche il Catto-licesimo romano3.Attualmente, specialmente conFrancesco I, gli uomini di Chiesa,dopo la svolta del Vaticano II, hannomutuato dalla “nuova teologia”neo-modernistica alcune idee cheriecheggiano la concezione a-dog-matica e a-gerarchica del cosiddetto“cristianesimo delle origini” sia dalpunto di vista dottrinale che da quel-lo spirituale (v. L.J. Suenens4). I vari“Movimenti” tipo “Comunione e Li-berazione”, il “Cammino Neo-cate-cumenale”, il “Rinnovamento delloSpirito” e il neo “Pentecostalismocattolico” cercano di edificare unaChiesa spirituale o “giovannea”

adogmatica, sentimentalistica, carismatica, liberale, latitu-dinarista, ecumenista, che purtroppo sembra aver prevalsopro tempore su quella petrina o costantiniana5.

FRANCESCO IFRANCESCO I&

LA TRIBALIZZAZIONE DELLA CHIESA

di Don Curzio Nitoglia

Francesco “Vescovo di Roma”.

1 Alcide De Gasperi – il fondatore della Democrazia Cristiana – in un discor-so del 1944, citato dall’allora Segretario della DC, Benigno Zaccagnini, il 15agosto del 1975, paragonò Cristo a Marx in nome della comune origineisraelitica, dell’ispirazione internazionalistica, del messianismo e dellospirito di rivolta contro lo Stato (cfr. Il Borghese, 3 settembre 1975). 2 M. Sordi, “Il Cristianesimo e Roma”, Bologna, Cappelli, 1965, p. 171.

3 U. Benigni, “Storia sociale della Chiesa”, Milano, Vallardi 1906, vol. I, pp. 32-33.4 “Lo Spirito Santo nostra speranza”, Alba, Paoline, 1975.5 Cfr. Cornelio Fabro, voce “Esperienza religiosa”, in Enciclopedia Cattoli-ca, Città del Vaticano, 1950, vol. V, coll. 601-607; P. Parente, voce “Espe-rienza Religiosa”, in Dizionario di Teologia dommatica, Roma, Studium, IVed. 1957, pp. 144-145.

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Questi “movimenti” sono caratterizzati da uno spirito co-munitario che tende al collettivistico, senza istituzioni ogerarchia e dominato dal “profetismo” o carisma di al-cuni leader6.

L’ANNUNCIO DI UNA “NUOVA ERA” CHE DI NUOVO NON HA NULLA

Sopratutto negli ultimi mesi del 2013 (v. l’intervista di Eu-genio Scalfari a papa Bergoglio, Repubblica, 1° ottobre20137), stiamo assistendo alla realizzazione del com-plotto della Massoneria contro la Chiesa, illustrato daPierre Virion in “Mysterium iniquitatis”, tradotto in ita-liano da Effedieffe ([email protected]).Si veda anche quanto ha dichiarato recentemente il card.Oscar Rodriguez Maradriaga, amico intimo e portavoceufficioso di papa Bergoglio: «Sono fermamente convintoche la Chiesa sia all’alba di una nuova èra, come 50 an-ni fa, quando Giovanni XXIII aprì le finestre per far entra-re aria fresca. (…). Quel che serve alla Chiesa oggi è piùpastorale e meno dottrina. Il mondo è cambiato, bisognaaggiornarsi. (…). Presto le strutture della Chiesa cam-bieranno faccia, poiché siamo ad un punto di non-ri-torno» (Il Foglio,15 gennaio 2014)8

Oramai in Vaticano, dal 13 marzo del 2013, lo spirito lati-noamericano della “teologia della liberazione” (senza glieccessi guerriglieri cruenti) ha rimpiazzato il neo-moder-nismo moderato di Ratzinger, che voleva presentarsi sot-to apparenza di “continuità”, mentre in sostanza era “rot-tura”, con la Tradizione.9

Tolto ciò, la “nuova èra” ha ben poco di nuovo.Il modello rivoluzionario cubano ha affascinato molti cri-stiani d’America latina, negli anni Sessanta, i quali si sonschierati esplicitamente con il movimento rivoluzionariosocial-comunista castrista e talvolta si sono uniti ai gruppidei guerriglieri. Si pensi a p. Camillo Torres ucciso in unconflitto a fuoco nel 1965. Di qui, è nata la teologia dellaliberazione.Nel 1968 a Medellin, la “II Conferenza generaledell’Episcopato latino-americano”, che affrontò il pro-blema sociale alla luce dell’Enciclica Populorum pro-gressio di Paolo VI (26 marzo 1967), utilizzò per la primavolta a livello ufficiale il termine “liberazione”. Da allora,ha preso avvio ufficialmente la “teologia della liberazio-ne” (senza gli eccessi di guerriglia armata) alla “luce” del-la “teologia politica” del gesuita Giovanni BattistaMetz, di Ernst Bloch10 e della Scuola di Francoforte.

Nel 1979 a Puebla, Giovanni Paolo II ebbe il torto dimettere in guardia non dalla “teologia della liberazione”in sé, ma dagli eccessi interpretativi di essa, che possonoportare ad una mera riduzione sociologico/rivoluzionaria(anche armata) del cristianesimo, e pertanto l’azione e lariflessione dei teologi a fianco dell’umanità e della comu-nità cristiana, che lotta contro le ingiustizie sociali ed eco-nomiche, rimase intatta e non fu sconfessata11.

LA “RIVOLUZIONE COPERNICANA” IN AMERICA E IN VATICANO

La “teologia della liberazione” latino-americana si è di-staccata dai pensatori europei (Metz, Bloch, Adorno, Mar-cuse) poiché vedeva in loro il primato della teoresi edella dottrina, che denotava ancora una certa subalternitào dipendenza pratica dalle ideologie che in teoria dicevanodi voler combattere. Troppa teoria, astrazione, filosofiaper la “teologia della liberazione”, che non vuole farsiincantare dal fascino della parola, del concetto, della dot-trina, ma vuol passare all’azione, assegnando il primatoalla prassi sociale (non necessariamente militare e cruen-ta, tranne in alcuni casi più radicali).Per la teologia della liberazione latinoamericana e perFrancesco I, non è l’azione che segue la parola e il con-cetto, ma è la dottrina che segue l’azione. Si assiste cosìad un rovesciamento metodologico o ad una sorta di “ri-voluzione copernicana” nella teologia neomodernista,in sud America negli anni Sessanta e, dal 2013 in Vaticanocon papa Bergoglio: al primato dell’azione deve seguireuna teorizzazione di questa azione. La riflessione scatu-risce dalla prassi, dalla prassi si origina un nuovo pen-siero teologico che nella prassi va verificato: se nellaprassi dà dei buoni risultati la sua teorizzazione è valida,altrimenti no. Quindi, si parte dalla prassi di liberazionesociale (non necessariamente bellica) e si giunge alla suasistematizzazione teologica o “teologia che segue la libe-razione”.I rappresentanti più famosi di questa prassi teologica sono:

1. Gustavo Gutiérrez (nato a Lima nel 1928), autore dellibro “Teologia della liberazione” del 1971;

2. Hugo Assmann (gesuita nato in Brasile nel 1933), au-tore di “Teologia a partire dalla prassi di liberazio-ne” del 1973;

3. Leonardo Boff (francescano, nato in Brasile nel 1928),autore di “Cristo liberatore” del 1972.

piuto, ossia di fare il “Vaticano III” senza neppure indirlo, dibatterlo e pro-mulgarlo: è il primato della prassi sulla teoresi e il superamento non solodell’immutabilità del dogma, ma anche della pastorale ridotta ad azione,incontro, dialogo e “camminare insieme”.8 Cfr. mons. Enrico dal Covolo: “Papa Francesco figura di discontinuità ri-spetto ai predecessori”, www.corrispondenzaromana.it 8 gennaio 2014.9 Cfr. F. Spadafora, “La Tradizione contro il Concilio”, Roma, Volpe, 1989.Attenzione! Non “Concilio alla luce della Tradizione”, ma “Tradizione controConcilio”, ossia la Tradizione condanna il Concilio Vaticano II poiché pasto-ralmente è in rottura con essa.10 Filosofo tedesco di origine ebraica, morto nel 1977, ha studiato a fondo ladimensione dell’utopia nella coscienza umana specialmente nella sua ope-ra: “Il principio speranza” del 1954-59.11 F. Ardusso, La teologia contemporanea, Torino, Marietti, 1980, p. 572.

6 G. Ebeling, “Teologia e Annuncio”, Roma, Città Nuova, 1972; W. Smet,“Pentecostalismo cattolico”, Brescia, Queriniana, 1975; R. Laurentin, “Ilmovimento carismatico nella Chiesa cattolica”, Brescia, Queriniana, 1976;F. Spadafora, “Pentecostali & Testimoni di Geova”, Rovigo, IPAG, V ed.,1980; E. Zoffoli, “Verità sul Cammino Neocatecumenale”, Udine, Il Segno,1996; A. Castro Mayer, “Carta pastoral sobre Cursillos de Cristiandad”,San Paolo del Brasile, Vera Cruz, 1972. 7 Francesco I risponde a Eugenio Scalfari: “Il Vaticano II, ispirato da papaGiovanni e da Paolo VI, decise di guardare al futuro con spirito moderno e diaprire alla cultura moderna. I padri conciliari sapevano che aprire alla culturamoderna significava ecumenismo religioso e dialogo con i non credenti.Dopo di allora fu fatto molto poco in quella direzione. Io ho l’umiltà e l’am-bizione di volerlo fare” (Repubblica, 1° ottobre 2013, pag. 3). Egli esprimechiaramente la volontà di compiere il Vaticano II, che sarebbe restato incom-

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Grazia attuale divina, a verità oDogmi oggettivi e reali.Dal punto di vista naturale svalutala ragione e rende l’uomo un ani-male selvaggio, istintivo ed emo-zionale. Abbassa perciò la retta ra-gione naturale ad un livello inferio-re a quello raggiunto dalla metafi-sica classica greca e dal diritto odalla morale naturale romana, ri-porta la civiltà europea, che ha lesue origini nella metafisica classi-ca, nel diritto romano e nella sco-lastica, al livello primitivo, sel-vaggio o tribale. È per questo chesi può parlare di (tentata) tribaliz-zazione della Chiesa, nel senso incui il Sessantotto, con la Scuola diFrancoforte (Adorno e Marcuse) elo Strutturalismo francese (conLévy-Strauss, Ricoeur, Lacan, Sar-tre) ha reso l’uomo un selvaggio,tribale o cavernicolo.Occorre, naturalmente, distinguerenettamente la falsa religiosità po-polare greco/romana antica, chesi ritrova nei Poemi di Omero e diEsiodo (IX-VIII secolo a. C.), laquale è fatta di vane credenze e su-perstizioni, dalla teologia naturale

della metafisica classica (Platone e Aristotele), che giun-ge all’Ente per essenza distinto e trascendente gli enti perpartecipazione, all’Atto puro distinto e trascendente gli attimisti, come pure bisogna distinguerla dalla filosofia mo-rale di Seneca, Cicerone13, Varrone che è un’applicazio-ne pratica della filosofia speculativa ellenica. Mentre so-prattutto gli dèi greci, più simili ai peccatori viziosi che aifilosofi saggi, non avevano saputo dare risposte degne aiproblemi che agitano l’intelletto e la volontà degli uomini,la metafisica greca e l’etica romana hanno dato risposte ra-zionalmente soddisfacenti, anche se manchevoli della Ri-velazione divina.

IL PAN-ECUMENISMO IN ATTO

Dal sentimentalismo immanentistico deriva il pan-ecu-menismo. Infatti, l’essenziale è “sentire soggettivamen-te” qualcosa di vagamente e astrattamente “spirituale”,che non è contenuto nella dottrina di nessuna Chiesa o Re-ligione positiva, ma si trova nel subconscio di ogni uomoche sente il bisogno del “miracolistico”, come insegnanoKANT (Critica della Ragion pura) e il Modernismo filosofi-

Per costoro, libertà e liberazioneequivalgono a rivoluzione sociale,azione politica, edificazione diuna società egualitaria da partedell’uomo, che porta ad una speciedi utopia o di regno millenaristicoin questo mondo, cui può far se-guito la fede e l’aldilà, ossia la li-berazione dal peccato. Ma, secon-do i teologi latinoamericani dellaliberazione, non è Dio che salval’uomo, bensì l’uomo salva e libe-ra se stesso con le sue proprieforze – qui, sono espliciti i riferi-menti alla “convergenza di uma-no e divino” di Teilhard de Char-din – con l’azione sociale e poi po-trà pensare alla liberazione dal pec-cato nell’eternità. Senza liberazio-ne economica non sussiste la libe-razione dal peccato, senza libera-zione politica non sussiste la fede.La svalutazione dell’intelletto edella volontà dal punto di vista na-turale è accompagnata nell’ordinesoprannaturale dalla prassi della“esperienza religiosa”12 e quindidal ridimensionamento delle Virtùinfuse di Fede e Carità per dareil primato all’esperienza religiosao al sentimento, giungendo ad un falso misticismo giàcondannato dalla Chiesa sotto il nome di “Quietismo”,nel XVIII secolo, perché pretende che non si debbanoesercitare le Virtù né la vita ascetica, ma occorra solo se-guire l’impulso dello Spirito, senza lottare contro il pecca-to o le cattive inclinazioni. Si cade, così, in uno stato di esaltazione religiosa o su-perstiziosa, che è la contraffazione della vera Religione.Infatti, l’irrazionalismo, il sentimentalismo, l’emozionali-smo, l’anti-intellettualismo, la svalutazione della libera vo-lontà sono il comun denominatore di tutti i movimentipseudo-spirituali nati durante e dopo il Vaticano II.

LA TENTATA “TRIBALIZZAZIONE” DELLA CHIESA

Il sentimentalismo religioso è uno dei pericoli più graviche minaccia l’ambiente cattolico e specialmente ecclesia-le. Esso infatti distrugge la Fede rendendola puramentesoggettiva e non, qual è, un atto soprannaturale di ade-sione dell’intelletto, mosso dalla volontà con l’aiuto della

Il francescano Leonardo Boff, uno dei rapresentanti più famosi della “teologia della liberazione” latino-americana.

12 Cfr. C. Fabro e P. Parente, “Esperienza religiosa”, citati sopra.13 Cicerone, nella sua opera De natura Deorum, 1°) prova con la ragionel’esistenza degli Dèi; 2°) discorre sulla loro natura e i loro Attributi; 3°) spiegache essi governano il mondo; 4°) che desiderano la felicità degli uomini. Infi-ne, conclude sulla natura stretta dei rapporti tra Impero e Religione per cuiesiste la religione di Stato, sulla quale lo Stato si fonda e che rafforza lo Sta-to. Come si vede la filosofia e la religione naturale romana antica sono su-

periori alle filosofie moderne ateistiche ed agnostiche confluite nel Moderni-smo religioso, al Deismo che nega la Provvidenza divina, ad ogni forma dignosticismo o manicheismo che nega la bontà divina e persino al cattolicesi-mo liberale che propugna per principio la separazione tra Stato e Religione.Quest’ultimo principio è penetrato anche in ambiente catto-modernista con laDichiarazione sulla “libertà religiosa” del Concilio Vaticano II (Dignitatishumanae personae, 7 dicembre 1965).

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co (v. SAN PIO X, Enciclica “Pascendi”, 8 settembre 1907).Perciò, non vi sono più eresie, eretici, vera Religione efalse religioni, Chiesa di Dio e sette, ma solo “fratelliapparentemente separati, ma sostanzialmente uniti”.Questo tipo di super-ecumenismo ha avuto il suo apice –praticato e non più solo teorizzato – in Assisi (27 ottobre1986 - 2011).Il “Nuovo Tempio Universale” nascerà dall’unione o mi-scuglio di tutte le pratiche “religiose” e spirituali, compre-sa “l’esperienza della Tradizione”, che si amalgama contutte le altre “esperienze, ‘tradizioni’ e sentimenti religio-si”. Questo sarà l’ultimo colpo damaestro di satana, dopo il quale nonresta che il castigo divino, come av-venne a Babele, ai tempi di Noè, a So-doma e Gomorra, a Gerusalemme dei-cida. Il castigo sarà anche fisico. Infatti,l’uomo non è un angelo o puro spirito eDio ha previsto per lui un castigo e unpremio del senso e dello spirito (v.pena del senso e del danno nell’Infer-no). L’angelismo cartesiano e ontologi-sta rosminiano vorrebbe ridurre l’uomoa puro spirito e perciò non vuol accet-tare la pena fisica sia su questa terrache nell’aldilà e chi asserisce che il ca-stigo è già insito e presente nella solacrisi religiosa e spirituale che travaglial’ambiente cattolico è influenzato daquesta erronea filosofia esageratamentespiritualistica e da un falso misticismoteologico. L’edificazione del tribalismo selvag-gio e democratico del “Nuovo Tem-pio Universale” si potrà raggiungeresolo dopo avere quasi eclissatol’aspetto gerarchico, giuridico, filoso-fico e teologico scolastico della Chie-sa romana, della S. Scrittura e dellaTradizione apostolica, definite dog-maticamente dal Magistero ecclesia-stico.Coloro che, per ottenere un piatto dilenticchie (“sistemazione giuridica” nelcaos anarchico e tribalista del super-ecumenismo), si prestarono a sfigura-re il volto della Sposa di Cristo, come fecero i carneficidi Gesù dal Giovedì al Venerdì Santo, avranno un postonell’arena delle varie esperienze e “tradizioni” religiose,ma avranno implicitamente rinnegato Gesù e il suoCorpo Mistico come Cristo lo ha voluto e fondato: mo-narchicamente su Pietro e non tribalisticamente sulsentimentalismo.

IL “COLPO” DA MAESTRO DI SATANA

Il punto più grave e angosciante del neo-modernismo con-ciliare e post-conciliare è quello di aver invaso il verticedella Chiesa e di aver reso vago se non il concetto almeno

l’esercizio del Magistero, di modo che, essendo oramainella maggior parte dei documenti soltanto “pastorale”(‘approssimativo’ e ‘simbolico’, come dicevano i moder-nisti) e non più definitorio, lascia il fedele nell’incer-tezza e, data la sua oggettiva non corrispondenza col Ma-gistero tradizionale dogmatico e definitivo, lo mette incondizione di dover paragonare i due insegnamenticorrendo il rischio di scivolare in un soggettivismo in cuiè il singolo a giudicare se si trova in accordo con l’auto-rità esterna.S. Pio X non definì il modernismo un’eresia ma “com-

pendio di tutte le eresie” perché essoè l’eresia essenziale, in quanto negala garanzia stessa dell’ortodossia,cioè il supremo Magistero. Il “colpo da maestro di satana” èstato quello che, a partire da GiovanniXXIII, i detentori del Magistero han-no insegnato in maniera talmente ap-prossimativa, simbolica, pastorale, daconfondere le idee anche a chi ha cer-cato di non soccombere all’antropola-tria o al culto dell’uomo di Teilhardde Chardin (†1955) che, dal 1959, hainvaso l’ambiente cattolico ed ha por-tato confusione e tenebre dappertutto.Solo Dio nella sua Onniscienza ed On-nipotenza può mettervi riparo. Noi po-veri uomini non possiamo che conti-nuare a credere a quello che è statosempre insegnato prima di tale perio-do di confusione, come insegna S.VINCENZO DA LERINO (Commonito-rium, III), e a fare ciò che i cristianihanno sempre fatto. Pretendere di ri-solvere noi, con una teoria o un’altra,un tale “mysteriun iniquitatis” è an-tropolatria narcisistica.

LA LEZIONEDELL’ORA PRESENTE

La frammentazione che regna oramainell’ambiente ecclesiale ed anche inquello “tradizionale” è un segno deitempi: “Questa è l’ora del poteredelle tenebre” (Lc., XXII, 53). Non

c’è da meravigliarsene: “Hanno colpito il pastore e ilgregge si è disperso” (Zacc., XIII, 7). Sino a che Dionon farà tabula rasa degli errori dogmatici e delle depra-vazioni morali (“pars destruens”), l’ordine non potrà re-gnare nel mondo e nell’ambiente ecclesiale. Inoltre, sitocca con mano la necessità del “centralismo romano”(“pars construens”) senza il quale tutto va a catafascio.Infatti, Gesù è la “Pietra d’angolo” (Mt., XXI, 42) dellaReligione cristiana e Pietro è “la Pietra” su cui Cristoha fondato la sua Chiesa militante: “Tu sei Pietro e suquesta Pietra Io fonderò la mia Chiesa” (Mt., XVI,18). Senza Cristo in Cielo e senza Pietro che fa da Pietravisibile in terra non c’è né può esserci ordine, unità e fer-mezza nel mondo.

La Nuova Torre di Babele.

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8 “Chiesa viva” *** Giugno 2014

R iporto l’articolo dal titolo“Follia e ridicolo” a firmadi L.P.

Il cardinale Timothy Dolan, arcive-scovo di Nuova York, ha rilasciato,tempo fa, un’intervista alla NBC suldeprimente e scandaloso tema delleunioni omosessuali, annunciandoche papa Bergoglio “studia le unio-ni gay, cercando di capirne le ra-gioni”.L’intera intervista è l’esempio diquel nefasto linguaggio che RomanoAmerio definiva, con dotto termine,“circiterista” poggiante sul “circi-ter” latino, equivalente all’italico“circa”: dire/non dire, negare/am-mettere, sì/no, no/però, mai/tutta-via.Noi, senza togliere valore semanticoall’attribuzione ameriana, definiamotale discorsività come vera, smaccata e propria ipocrisìanon priva di dissacrante e supponente superbia intellettua-le. Il Papa, insomma, ancora non sa perché in taluniStati del mondo si stia imponendo il tristo costume del-le unioni omosessuali e vuol vederci chiaro. Vuole “stu-diare per capirne le ragioni”.Ora, noi che da decenni fatichiamo su noi stessi, sulle car-te e sulla storia, in continua ricerca dei perché, sappiamoper esperienza che ci son argomenti di cui è necessariotentare lo scavo per cavarne le ragioni interne che spessonon appaiono, ed argomenti che si qualificano da sé mede-simi per quanto lineari, chiari e indeclinabili sono.

Ma voler studiare i motivi costitu-tivi di un fenomeno immorale,quale è l’infame unione sodomiti-ca, e la sua giustificazione “de ju-re”, tema che già Qualcuno ha defi-nito dall’eternità bollandolo comesacrilegio, atto contro natura e degnodella perdizione eterna, pare debbaessere inteso come:

1. ignoranza dottrinario/teologica;2. superbia intellettuale;3. condiscendenza alle voglie del

mondo.

Prima di ricordare all’ipocrito prela-to, e allo smemorato pontefice, iluoghi della Scrittura in cui la vocestessa di Dio stabilisce il Suo Giudi-zio, riportiamo, quale esempio dicontorsionismo logico il testodell’intervista tratto da – “Il Mes-

saggero on line” – 09 marzo 2014.

«Papa Francesco vuole studiare le unioni gay (!) percapire come mai alcuni Stati hanno scelto di legalizzarele unioni civili delle coppie omosessuali. Lo ha detto allaNBC il cardinale di New York Timothy Dolan precisandoche il papa non ha espresso nessun tipo di approvazionenei confronti di tali unioni. Il papa “non è arrivato a direche è a favore” – ha precisato il cardinale Dolan, aggiun-gendo che ciò che Francesco ha affermato è che “la Chie-sa deve cercare e vedere “le ragioni” che hanno indottoalcuni Stati a legalizzare le unioni civili delle coppie

Francesco “Vescovo di Roma”.

PAPA BERGOGLIOPAPA BERGOGLIO– Umiltà, oppure... “Obbedienza”? –

a cura del dott. Franco Adessa

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gay, “piuttosto che condannare prontamente… ponia-mo domande sul perché questo ha fatto presa su alcunepersone”. Il cardinale ha quindi affermato di ritenere cheil matrimonio tra un uomo e una donna “non è qualcosache riguarda solo la religione, i sacramenti… è anche unelemento della costruzione e della cultura. Pertanto, ap-partiene alla cultura. E se in qualche modo annacquia-mo il significato sacro del matrimonio, temo che non sof-fra solo la Chiesa, temo che ne soffrano anche la cultura ela società».

Capolavoro di dolo intellettuale e di manipolazione lo-gica! Il Papa studierà le unioni gay perscoprirne le ragioni, perché mai (!) ta-luni Stati le legalizzino. Bene: e quan-do le avrà trovate, che se ne farà?Perché, è facilissimo trovarle: basta ri-flettere sul ruolo di Satana, sul suodisegno e sullo scopo delle sue azioni,perché le ragioni sue e quelle delmondo appaiano evidenti: sfasciarela famiglia naturale a vantaggio diuna promiscuità che nemmeno le be-stie praticano, nella creazione di unasocietà corrotta e degradata, e tuttoin nome del diritto individuale.La disonesta strategia, che si mette inmoto con queste folli dichiarazioni, faforza sul manipolato concetto di mi-sericordia e su quell’infausto “Chi so-no io per giudicare un gay?” da cuine deriva la accattivante, untuosa eslombata e codarda ritrosìa a condanna-re. C’è, quindi, un nuovo stile: noncondannare ma porre domande, cosìcome non convertire ma camminareinsieme; uno stile che sarà l’emblemanel prossimo Sinodo.

Amici lettori, attenzione: il Papa “stacercando di capire”: siffatta dichiara-zione, con l’uso del verbo “cercare”,dice che, in questa fase di studio, il Pa-pa trova difficoltà a scorgere, nelquadro, i motivi e i presupposti chelo giustificano.Eh, sì! perché il verbo “cercare” sta asignificare l’opera di chi non ha an-cora trovato il bandolo della matas-sa, in questo caso, papa Bergoglio che non ha ancoraben compreso il sesto Comandamento, quello che proi-bisce l’atto impuro – e tale è la sodomia – perciò studia, ecerca, nell’intento di capire perché mai il Signore abbiavoluto inserire tale ordine nel Decalogo e perché mai gliuomini tentino di scardinarlo.Ci si dirà che non è questa la visione di Sua Santità. Certo,ma “cercando” di capire perché mai alcune nazioni vo-gliono inserire nelle proprie norme giuridiche la sodomia ècome se egli dubitasse dei Comandamenti.

Il cardinale, poi, “ritiene”, bontà sua, il matrimonio trauomo e donna qualcosa di positivo che, disturbato, incidesulla cultura e sulla società.Bravo! “Ritenere”, è verbo che aggetta nell’area delsoggettivismo, del relativismo con tutte le debolezze e leinsidie che, nei confronti del dogma, si generano. Suldogma – cioè, sulla blasfema unione omosessuale e sul-la santità del matrimonio sacramentale – non si eserci-ta il predicato verbale del “ritenere” ma prevale il pre-dicato nominale, la copula “è”: il matrimonio tra uomoe donna “è” l’unica forma di unione, così come la sodo-mia “è” peccato gravissimo contro Dio e contro la na-

tura. Punto e basta. C’è niente da studia-re.Poiché sembra evidente che tanto ilprelato che il pontefice difettino di buo-ne basi dottrinarie, e di poca fede inColui che è VIA/VERITÀ/VITA, ciassumiamo, con umiltà e modestia oltreche con rispetto ma con franchezza,l’incarico di rammentare loro alcunipassi della Scrittura in cui la voce cheparla non è la nostra o quella di Scalfa-ri o quella di De Bortoli o quella diMaradiaga, MA QUELLA DEL SI-GNORE DEGLI ESERCITI, del LE-GISLATORE che ha, senza circiteri-smi o perifrasi buoniste, ipocrite e un-tuose, scolpito sulla roccia delle mon-tagne e nel cuore dell’uomo i suoiComandamenti.Ecco alcuni esempi:

1. «Disse dunque il Signore: – Il cla-more delle colpe che giunge a Me daSodoma e da Gomorra è grande, e illoro peccato è molto grave» (Gen. 18,20);

2. «Fa’ uscire da questo luogo generi,figli e figlie e chiunque de’ tuoi si tro-vi in questa città (Sodoma) perchénoi siamo qui per distruggere questoluogo: grande è il clamore dei peccatiche da loro si è innalzato al Signore,e il Signore ci ha mandato a distrug-gerlo» (Gen. 19, 12/13);

3. «Io sono il Signore: non giacere con un maschio co-me si fa con una donna. È cosa abominevole» (Lev. 17,22);

4. «Chiunque commetterà una di tali azioni abomine-voli [sodomia], tutti quelli che le commettono, sarannosterminati di mezzo al popolo» (Lev. 17, 29);

5. «Se un uomo giace con un altro uomo come si fa conla donna, tutti e due hanno commesso una cosa abomi-

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nevole: siano messi a morte. Il lo-ro sangue ricada sopra di loro»(Lev. 20,13);

6. «Per questo, Iddio li ha abban-donati a delle turpi passioni. Leloro donne infatti hanno cambia-to l’uso naturale in quello che ècontro natura; e gli uomini pure,abbandonato l’uso naturale delladonna, si sono accesi di perversidesiderii gli uni per gli altri, com-mettendo turpitudini maschi conmaschi, ricevendo in se stessi lamercede meritata dal loro per-vertimento» (Rom. 1, 26/27);

7. «Quello che ho inteso dirvi oraè di non aver relazione con chiun-que, anche se ha nome di fratello,sia fornicatore, avaro, idolatra,maldicente, ubriacone, ladro: congente simile non dovete neppureprendere cibo insieme» (I Cor. 5,11);

8. «Non sapete voi che gli ingiustinon possederanno il regno di Dio? Attenti a non illu-dervi: né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né effemi-nati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, némaldicenti, né rapitori saranno eredi del regno di Dio»(I Cor. 6, 9/10);

9. «Sappiatelo bene: nessun fornicatore, nessun impu-dico, nessun avaro… partecipa al regno di Cristo Dio»(Ef. 5, 7);

10. «Bisogna tener presente che la Legge non è fattaper il giusto, bensì per i cattivi e i ribelli, gli empi e ipeccatori, per i sacrileghi e i profanatori, i parricidi e imatricidi, gli omicidi, gli impudichi, i sodomiti, i com-mercianti di uomini» (I Tim. 1, 9/10).

Se tanta è la volontà di cercare le ragioni, ecco approntatoil repertorio dal cui contenuto ne segue che, nei confrontidella sodomia e del peccato impuro:

1. DIO CONDANNA E NON COMPATISCE NE TAN-TO MENO – COME INTENDE PAPA BERGOGLIO– PONE DOMANDE;

2. LA PAROLA DI DIO È INDISCUTIBILE E PRIVADI RETRO PENSIERI.

Ed allora, se papa Francesco, come dice il cardinal Dolan,non si dichiara a favore dell’empietà, non ha necessità dicercare le ragioni che inducono taluni Stati a legittima-re la sconcezza della sodomia. Le ragioni delle nazionicorrotte sono le ragioni di Satana, le ragioni di Dio sonoDio stesso. E ciò basti al pontefice e al suo portavoce.

Pertanto, alla luce di ciò che abbiamo letto, sarebbe op-portuno che entrambi rileggessero la Scrittura evitan-do di dispensare moine e vezzi al mondo col mostrarsi,per una forma di “captatio benevolentiae”, come ansiosidi capirne le oscene problematiche.

Dice il profeta: «Chi di noi può restare presso un fuoco di-voratore? Chi di noi può restare presso un braciere conti-nuo? Chi cammina santamente e parla di giustizia… chi situra gli orecchi per non sentire propositi di sangue e chiu-de gli occhi per non vedere il male» (Is. 33, 14/16).

Ecco la vera strategia: evitare di indagare il male per co-noscerne le ragioni perché, presumendo di vincerlo at-traverso un duello, il rischio di esserne catturati è note-vole. E questo avviene quando l’uomo fa sicuro, pieno etotale affidamento sulla propria capacità persuasiva esul proprio bagaglio culturale.

Un’ultima chiosa: se, per il cardinal Dolan, mescolarecoppie gay e coppie naturali è “annacquare il matrimo-nio sacramentale”, ci sia permesso dubitare della sua ca-pacità di scegliere i termini adatti e consentanei perché, indetta contingenza, più che annacquare trattasi di “avvele-nare”. A meno che, siffatta distrazione terminologica nonnasconda, sotto le forme retoriche della litote, uno scopoche, per il momento non si vuole indicare ma i cui segniindiziari ce lo fanno immaginare.Similmente al fil di fumo che ci testimonia l’esistenza diun fuoco.

(continua)

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Occh i su l la Po l i t i ca

7. Prima di ringiovanire, vediamo di eliminare i segni di vecchiaiache si possono oggi riscontrare nell’ambiente di studi teologici eche vengono anche gabellati per caratteristiche di giovinezza

Il disprezzo della speculativa. Da quanto abbiamo or ora dimostra-to, si rileva che essa è la giovinezza intellettuale della teologia e la suacapacità, nel rispetto alla verità immutabile, di adattarsi meglio a tuttele culture. Quella mania invadente è vecchiaia anche per un altro mo-tivo: deriva da un complesso di inferiorità verso la critica teologicaprotestante fatta di erudizione grande e non sempre altrettanto crite-rio. Deriva, insomma, da una infatuazione semiprotestantica. Leimitazioni sono il rossetto per coprire le rughe della senilità. Il posto fatto ad una certa critica biblica ripete in sostanza tutti i vietisistemi di tale critica, già abbandonati per desuetudine e rispolverati.Una critica che dimentica le otto regole del sillogismo, soprattutto laprima, non può avere radici profonde. Non intendo affatto qui parlaredi tutto il contributo dato, specialmente dalle scienze ausiliari, che de-ve essere tenuto in conto con vero rispetto nella interpretazione deltesto scritturale, quando non contrasti una chiara interpretazione datadalla Tradizione o – in modo definitivo e non semplicemente discipli-nare – dal Magistero ecclesiastico.L’introduzione della fantascienza negli studi biblici, non è giovinezza,perché la fantascienza, in sede di studi, è paragonabile alla sclerosipropria della vecchiaia. E in genere i complessi di inferiorità, rispetto aquesto o quello, sono segni di decadenza e non di primavera.

La mania di adattare anche la teologia alla nuova era cosmica enucleare. È inconcepibile che si possa restare sbalorditi in sede teo-logica, dove l’oggetto principale è Dio, davanti ad un allargamentonella cognizione della materia e nello sfruttamento della materia. È sempre materia, cosmica o no; sta sempre nell’ambito ristretto dellasua quantità dimensiva e, per quanto noi sappiamo, si incontra conlo spirito solo nel composto umano dove anima e corpo, nellaunità di sussistenza, sono della stessa persona. In più, la materia etutto il cosmo, ambiente del fatto divino della redenzione in terra, èper noi effimero e la sua esperienza limitata al brevissimo e fugacetempo della prova nella vita terrena. Il cosmo con tutte le sue forze eleggi, salvo la quantità, non è intrinsecamente diverso dal quadrato diterra che calpestiamo. Che, se anche il cosmo nella vita materiale chealberga, avesse capacità evolutive reali (finora dimostrate da nessunoin sede veramente scientifica e solo accettate in realtà come una ipo-tesi ritenuta comoda), non per questo eccederebbe i limiti della mate-ria, le cui capacità sono indefinite, ad attestare la ricchezza del Crea-tore. Ossia, nulla cambierebbe del mondo dello spirito, del mondosoprannaturale ed eterno e pertanto nella Sacra Dottrina che loriguarda. Eppure c’è chi ha avuto, di fronte a questa esplosione di gloria dellamateria, tale complesso di inferiorità, da sentirsi spinto a introdurretutta la Teologia in un concetto “cosmico”, a dare alla Incarnazioneun significato “cosmico”, alla escatologia un contenuto “cosmico”.Forse, un simile esempio di paura non si era ancora avuto. Complessie paure non appartengono alla giovinezza, ma a un deterioramentodella vita e delle sue capacità!

(continua)

Il ringiovanimentonella Chiesa

del card. Giuseppe Siri21

I PADRONI DEL MONDO SONO LORO, SICCOME

IL PAPA SA SICURAMENTE:GLI ADORATORI

DEL VITELLO D’ORO, CHE ROMA RIVERISCE SERVILMENTE

I padroni del mondo sono stati,E son tuttora, i figli di Mammona -Il falso dio che tutto condiziona -Direttamente o tramite infiltrati,

Dai quali siamo munti e macellati,Nel nome di Jhavè, che s’abbandonaA serie di stermini, che impressiona,Nel Vecchio Testamento enumerati!

Ed il Papa che fa.., tiene bordoneAi figli della “perfida genìa”,Da cui marxismo e frammassoneria,

Al fin d’accelerar la distruzioneDella Romana Chiesa: predizioneDel Vescovo irlandese, Malachìa?!

Prof. Arturo Sardini

Chiusa

Le guerre furon sempre finanziateDal Vitulo d’Aronne, e pilotate.Ma chi lo scrive, senza via d’uscita,Viene considerato antisemìta!

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DOCUMENTA FACTA

DON ANDREA GALLO

Chi è Don Gallo? Un appassionato di calcio, un comuni-sta, un pacifista, sostenitore della sodomia, sostenitoredi droghe illegali, un anarchico, un fautore della costru-zione di una moschea a Genova... Gallo ha studiato in Ita-lia e in Brasile ed è stato ordinato il 1° luglio 1959.Don Gallo ha detto: «I miei vangeli non sono quattro ...Abbiamo seguito per anni e anni il vangelo secondo DeAndré ... e possiamo confermare: dai diamanti non nasceniente, dal letame nascono i fiori»Nel 2006, Don Gallo ha fumato marijuana nel municipiodi Genova, per protestare contro le leggi contro la droga inItalia. Egli marciò a Genova nel Gay Pride 2009 e nel2011 fu premiato col titolo di “Gay Character of theYear” dal Gay.it.Nel 2013, Don Gallo disse: «Un papa omosessuale sa-rebbe una cosa magnifica. L’essenza del Vangelo è chesiamo tutti figli e figlie di Dio e siamo tutti uguali comefigli di Dio». E aggiunse: «Un prete omosessuale do-vrebbe essere libero di esprimere la propria identità ela sua sessualità, altrimenti si reprime e questo diventapedofilia».Il sogno di Don Gallo è che la Chiesa indica un ConcilioVaticano III con tre temi principali: «La povertà dellachiesa, l’abolizione del celibato obbligatorio e l’ordina-zione delle donne».

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DON LUIGI CIOTTI

Don Ciotti è un “prete di strada” che ha fondato il Gruppo Abele el’Associazione Libera, è stato co-fondatore della Lega Italiana per laLotta Contro l’AIDS (LILA) e Coordinamento Nazionale delle Co-munità di Accoglienza (CNCA). Don Ciotti è stato ordinato nel 1972dal cardinale Michele Pellegrino, (Massone iniziato il 2.5.1960, Nu-mero di Matricola: 352/36, Sigla: Palmi), che ha concentrato la suaattività sull’attuazione delle riforme del Concilio Vaticano II. Don Ciotti è buon amico di Don Andrea Gallo.

PAPA BERGOGLIO E DON CIOTTI

Il 21 marzo 2014, Papa Bergoglio camminava in pubblico, mano nellamano col presbitero comunista Don Luigi Ciotti, nei pressi della Chiesadi San Gregorio VII. Don Ciotti è strettamente associato al lavoro di un al-tro presbitero di nome Andrea Gallo, un comunista, un sostenitoredell’omosessualità, della droga, dell’abolizione del celibato dei preti edell’ordinazione delle donne. Papa Bergoglio sembra non aver avuto alcunproblema nel dare la sua pubblica “benedizione” a questi preti. Egli ha ammesso al quotidiano “La Stampa”: «Ho incontrato moltimarxisti nella mia vita che sono brave persone».

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I NEMICI DI PADRE PIO

«Dopo l’ordinazione del loro figlioBattista, a prete di Brescia, il 29 mag-gio 1920, i Montini usarono la loroinfluenza con la rete dei vecchi “ami-ci” del Vaticano, per togliere Battistada un incarico da Parroco e inviarloa Roma, in modo che egli potesse ini-ziare la sua carriera diplomatica alservizio della Santa Sede. Ho usato laparola “carriera” in contrapposizionea quella di “vocazione” di proposito. Il biografo adulatore di Montini, PeterHebblethwaite, ebbe almeno l’onestàdi riconoscere questo fatto.Il 18 novembre 1921, Padre Montinientrò nell’Accademia dei Nobili Ec-clesiastici per studiare diplomazia, equesto fu facilitato dall’antico alleatodel card. Mariano Rampolla, il Se-gretario di Stato, card. Pietro Ga-sparri.Nel 1923, Papa Pio XII mandò il gio-vane diplomatico a Varsavia come ad-detto alla Nunziatura Papale, ma la sa-lute delicata di Mons. Montini non riu-sciva a sopportare gli inverni polacchi, e così egli ritornòa Roma dove fu assegnato alla Segreteria di Stato di-retta dal card. Pietro Gasparri.L’immediato superiore di P. Montini al Segretariato eranient’altro che Mons. Francesco Borgongini-Duca, subi-to dopo fatto Arcivescovo e, in seguito, Cardinale. Mons. Borgongini-Duca fu il Primo Nunzio Papale in Ita-

Il segretodella “tomba vuota”

di Padre Pio

Il segretodella “tomba vuota”

di Padre Pio

lia, dopo la firma dei Patti Lateranensidel 1929. Si ricorda che Borgongini-Duca era il patrono di P. FrancisSpellman e un alleato di Angelo Ron-calli. Egli prese il giovane Montini sot-to le sue ali e divenne, contemporanea-mente, suo patrono clericale e protet-tore.In aggiunta al suo lavoro in Curia, Pa-pa Pio XII assegnò P. Montini a Cap-pellano della Federazione degli Stu-denti Universitari Italiani (FUCI) do-ve il giovane prete era in grado di sfo-gare i suoi malumori anti-fascisti. Fuattraverso la FUCI che Montini svi-luppò una personale e duratura amici-zia con Aldo Moro, uno dei fondatoridell’anomalia politica del dopo guerra,conosciuta col nome di Partito dellaDemocrazia Cristiana (PDC), allaquale Montini e la sua intera fami-glia si erano religiosamente dedicati.Montini, inoltre, strinse amicizia anchecol leader della Democrazia Cristiana,Giulio Andreotti, che divenne, in se-guito, sette volte Presidente del Consi-glio. Nella sua lunga carriera politica,

Andreotti stipulò un alleanza con il Partito Comunista,con la Massoneria e con la MAFIA siciliana. È un fattonoto che la MAFIA non avrebbe mai potuto diventare ilcolosso che era senza la collusione con certi leadersCristiano Democratici e senza l’appoggio della Masso-neria. Essere nello stesso letto con uno, era come esserenello stesso letto con tutti e tre; una verità che Montini

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Padre Pio con le stigmate.

a cura del dott. F. A.

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cominciò ad apprezzare quandodivenne Papa Paolo VI»1.Il 12 febbraio 1933, un padre ge-suita, responsabile delle congrega-zioni mariane “ravvisò nell’apo-stolato di mons. Montini nellaFUCI uno sconfinamento distur-bante nell’ambito dei propri as-sociati” e, dopo essersene lamen-tato col Vicario del Papa, card.Francesco Selvaggini, ne nacqueuna denuncia che costrinseMons. Montini a dare le dimis-sioni, che furono operative il 12marzo 1933.Dagli archivi del Ministero degliInterni italiano risulta che L'Assi-stente ecclesiastico nazionaledella FUCI, Mons. Montini, erastato sorpreso, con persona dipari sesso, in un pubblico vespa-siano compiendo atti osceni con-tro il buon costume.

Nel 1934, Montini si prese una va-canza per recarsi in Inghilterra eScozia in compagnia del sicilianoMons. Mario Rampolla del Tin-daro, pronipote del Card. Maria-no Rampolla, Segretario di Statodi Leone XIII e la cui segreta iden-tità fu scoperta alla sua morte, nel1913, quando dei documenti per-sonali lo esposero come il capodell’Ordo Templis Orientis(O.T.O.), la potentissima orga-nizzazione, dedicata alla corruzione di alte personalità,che portava tutte le società segrete sotto un solo centrodirettivo dominato dagli Illuminati di Baviera.

Robin Bryans scrive: «Si ricorda che Hugh Montgomeryera il fratello del famoso artista Peter Montgomery, dalungo tempo partner omosessuale della spia di CambridgeAntony Blunt (passata poi in campo sovietico). (...). Verso la metà degli anni 1930, Hugh Montgomery, in Va-ticano, divenne l’Incaricato d’Affari sotto Sir Alec Ran-dall, il rappresentante britannico presso la Santa Sede.Fu qui che Hugh incontrò un pari livello e giovane diplo-matico italiano che si stava facendo strada, Mons. BattistaMontini che, come si diceva, condivideva le stesse tenden-ze sessuali di Hugh; e i due uomini ebbero un relazioneamorosa. (...) Hugh Montgomery e il suo amico BattistaMontini fraternizzarono con alcune persone di carattereparticolarmente eccentrico, tra le quali vi era il VisconteEvan Tredegar, un aristocratico convertito al Cattolicesi-mo che era Ciambellano Privato di Papa Benedetto XV.Il Visconte si divertiva a solleticare i suoi amici con rac-conti sulle sue prodezze sessuali e occulte, incluse le sueesperienze dirette in Messe Nere con uso di sangue

umano, urina e sperma. Con l’elezione di Pio XI, Trede-gar (...) ritornò alla sua casa ance-strale nel Galles e si sposò. Secon-do la testimonianza di un amicointimo, Tredegar teneva una foto-grafia del giovane Montini “guan-cia a guancia con un aitante ma-rinaio” appesa al suo tavolo afianco al letto, insieme ad altrefotografie di dignità reali»1.

Il 16 dicembre 1937, Mons. Mon-tini fu nominato Sostituto alla Se-greteria di Stato, sotto il Segretariodi Stato card. Eugenio Pacelli.Il 2 marzo 1939, Pacelli divennepapa Pio XII e Montini conservò ilsuo incarico alla Segreteria di Sta-to insieme al card. Tardini entram-bi alle dipendenze del card. LuigiMaglione.

Nel 1939, mons. Montini si trova-va in Polonia come legato pontifi-cio. Su questo periodo, FrancoBellegrandi scrive: «Il credo ideo-logico di Mons. Montini lo ha por-tato, tra l’altro, a odiare i tedeschie la Germania, tanto da assumer-si anche lui la sua parte di re-sponsabilità nello scoppio delleostilità, consigliando la Poloniaad aprire il fuoco contro l’eserci-to germanico. Lo storico Louis Marschalko, nel

suo libro “The World Conquerors” (The real war crimi-nals) (= I Conquistatori del mondo – i veri criminali diguerra), così scrive: “Il 21 aprile 1939, Mons. Montini, illegato pontificio in Polonia a quel tempo, disse al ConteJean Szembeck che, secondo il punto di vista ufficialedel Vaticano, dovesse la Polonia decidere di entrare inguerra, questa sarebbe stata una guerra giusta e legitti-ma. (Il Conte Jean Szembeck uno dei principali funzio-nari del Ministero degli Esteri della Polonia, pubblicò ilsuo diario in Francia con il titolo: “Journal 1933-1939”»3.Durante la Seconda Guerra mondiale, Mons. Montini or-ganizzò il Servizio Ricerche e Informazioni per i prigio-nieri di ogni paese e la Commissione per i Soccorsi, chediventerà poi la Pontificia Commissione di Assistenza(POA).

1 Cfr. Peter Ebblethwaite, “John XXIII – Pope of the Century” New YorkContinuum, 1984. Ebblethwaite, un ex gesuita, lasciò il sacerdozio e si sposò.Egli fu un impiegato per gli Affari Vaticani per il “National Catholic Reporter”per più di 16 anni. Egli morì ad Oxford, Inghilterra, il 18 dicembre 1994.2 Cfr. Robin Bryans, “The Dust Has Never Settled”, London: Honey fordPress, 1992, p. 60.3 Franco Bellegrandi, “Nichita roncalli – Controvita di un Papa”, Edizioni Ei-les, Roma 1994, p. 82.

Mons. Giambattista Montini negli anni ‘30.

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Siamo anche qui ben lontani dalcredere che tutto quello che si tingedi sociale o di rosso sia sociologi-smo e che i moltissimi attori diquesta scena siano sociologisti co-scienti della apostasia insita nelsociologismo. Diciamo solo che, inrealtà, accettano le conseguenzedi una concezione materialisticadel mondo.Forse non lo sanno, forse sonosemplicemente degli imitatori, for-se seguono il vento credendo cheesso spiri da quella parte; forse cre-dono di far la parte degli stupidi,forse temono soltanto di essere eti-chettati per conservatori.Viviamo in un’epoca in cui si hapaura persino delle parole!Forse, si tratta di un modo per in-graziarsi qualche potente, per farestrada e, quel che è più ovvio, perfare soldi: se ne predica il dovereverso gli altri e intanto si intascano.Gli esempi abbondano! La sociolo-gia pratica è diventata certamen-te una industria ed anche qui gliesempi non mancano.Le massime del sociologismoavendo qualche – solo qualche –contatto con la dottrina cristiana

della giustizia e della carità, pur involvendo altri ideali chetutte le verità cristiane acerbamente smentiscono, sonopiuttosto semplici, sbrigative, atte al comizio, al facile

2. IL “SOCIOLOGISMO”

Tutti quelli che amano essere chia-mati progressisti fanno l’occhioli-no al “sociologismo” anche se nonsanno che cosa sia. Esso consiste nel trasferire il finedella vita, il Paradiso, al qualetendere, la molla direttiva delleazioni, dal Cielo alla Terra. Per-tanto, non è il caso di occuparsidella salute eterna, bensì del be-nessere terreno, concentrare tuttonel dare tale benessere e godimen-to egualmente a tutti in questomondo.La manifestazione esterna di que-sto sociologismo è fare l’agitatore,il demagogo, il rivendicatore dibeni fuggevoli, il consenziente atutte le manifestazioni che espri-mano la foga di questa tendenza.Questo costituisce la più comuneed espressiva nota del “progressi-smo”. Sia ben chiaro che noi dob-biamo essere con la giustizia e chel’ordine della carità ci impone diavere come primi, nell’oggettodell’amore, i bisognosi. Ma si trat-ta di altra cosa, perché il sociologi-smo non si cura della salvezzaeterna dei poveri ed usa tutti i metodi, anche immorali,che giudica bene o male favorevoli al benessere terreno,cercando di fatto di mandarli all’inferno.

IL TERMINEIL TERMINE“Progressismo”“Progressismo”

del Card. Giuseppe Siri

Il Cardinale Giuseppe Siri.

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consenso, al certo applauso, quasi visive, traducibili intermini di spesa quotidiana e pertanto rappresentano unavia brevissima per stare al passo coi tempi!Ma si sa dove vanno i tempi?Questa terribile domanda, con quello che coinvolge, nonse la rivolgono. Le esperienze dove sono arrivate, dove sisono fermate? È proprio necessario rinnegare il Cielo, la carità verso tut-ti, per portare benessere ai nostri simili? È proprio necessario essere rivoltosi, travolgere dighe, di-struggere sacre tradizioni per rendersi utili ai nostri simili?Ma, infine, nel Santuario, al quale siamo legati da sacrepromesse, tutto questo è progresso, o non piuttosto con-giura per strappare agli uomini l’ultimo lembodell’umana dignità e della speranza eterna?

3. LA NUOVA STORIOGRAFIA

Per i colti, il progressismo ha un modo suo di rivelarsi aproposito di storia; sono progressista se giustifico Giorda-no Bruno, sono conservatore se lodo l’austero San PierDamiani. Tutto qui!Ripetiamo che si parla di storiografia nell’area della pro-duzione, che vorrebbe chiamarsi “cattolica”.Dell’altro qui non ci interessiamo.La parte maggiore della produzione – ci sono, è vero, no-bili e importanti eccezioni – pare obbedisca, per essere insintonia col progresso, ai seguenti canoni:

– la società ecclesiastica è la prima causa dei guai, chehanno colpito i popoli;

– la Chiesa, detta per l’occasione postcostantiniana,avrebbe fatto con continui voltafaccia, alleanza coipotentati di questo mondo per mantenersi una posizionedi privilegio e di comodità;

– le intenzioni impure, le più recondite e malevoli,vengono attribuite a personaggi fino a ieri ritenutidegni di ammirazione. Per questo sistema di giudizioalcuni Papi sono stati quasi radiati dalla Storia, non sisa con quale motivazione;

– tutta la storia ecclesiastica fino al 1972 è stata pane-girica, unilaterale, concepita con costante pregiudiziolaudatorio, mentre non è che un accumulo di pleona-smi i quali hanno alterato il volto di Cristo. Questaconclusione – tutti lo vedono – costituisce il fondamen-to per distruggere il più possibile nella Chiesa e ri-durla ad un meschino ricalco del Protestantesimo.San Tommaso Moro, Martire, è stato messo addiritturasul piano di Lutero;

– le vite dei Santi vanno riportate a dimensioni “uma-ne” con difetti, peccati, persino delitti, mentre gliaspetti soprannaturali tendono ad essere relegati nel so-laio dei miti;

– il valore della Tradizione e delle tradizioni è del tut-to irriso, con evidente oltraggio alla obiettività storica,perché, se non sempre, le tradizioni che attraversanosenza inquinamenti i secoli hanno sempre una causache le ha generate.

Si potrebbe continuare.Ma non si può tacere il rovescio della medaglia: i perso-naggi vengono magnificati perché si sono rivoltati, per-ché hanno messo a posto la legittima Autorità, perchéhanno avuto il coraggio di distruggere quello che altrihanno edificato, hanno rivendicato la “libertà” dell’uo-mo con l’indipendenza del loro pensiero, incurante del-la verità. Gli eretici diventano vittime, mezzi galantuo-mini; qualcuno ha osato parlare di una canonizzazione diLutero.Condannevole chi ha difeso la libertà della Chiesa, lalibertà della scuola cattolica, chi ha imposto ai renitentila disciplina ecclesiastica. Tutti sanno la sorte riservata acoloro che ancora osano salvaguardarla!Si capisce benissimo la logica interna di questo andazzodella storiografia: la santità, la penitenza, la vera po-vertà, il distacco dal mondo hanno sempre dato fastidioe continuano a darlo dalle tombe, come se queste nonpotessero mai essere chiuse.Difficile sia accolto nel club progressista chi dice bene delpassato!

(continua)

IL SEGRETO SUPREMO DELL’INIZIAZIONE MASSONICA

«Ecco la Gran Luce dell’iniziazione suprema:

Tu sei a te stesso Dio, Pontefice eRe. La tua ragione è la sola regoladel Vero, la sola chiave della scienzae della politica. I tuoi appetiti e i tuoiistinti sono l’unica regola del Bene,l’unica chiave del progresso e dellafelicità. (...)

Ed ora giura:

“Io giuro di sacrificare la mia esi-stenza al trionfo indefinito del pro-gresso e dell’unità universale, e di-chiaro professare la negazione diDio e dell’anima!”».

(dall’Istruzione segreta al Generale Giuseppe Garibaldi, in occasione della sua

promozione a Capo della Massoneria)

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18 “Chiesa viva” *** Giugno 2014

S ocialismo e comunismo sonodefiniti “funestissimi errori”nell’enciclica di Pio IX Quanta

cura (1864), ancora chiamati “pesti-lenza”, sempre da Pio IX, nel “Sillabo”al paragrafo IV. Tali “sciagure” sonocondannate più volte e con eloquenti(motivate) ammonizioni nella Letteraenciclica “Qui pluribus” del 9 novem-bre 1846; nell’Allocuzione “Quibusquantisque” del 20 aprile 1849; nellaLettera enciclica “Noscitis et Nobi-scum” dell’8 dicembre 1849; nell’Al-locuzione “Singulari quadam” del 9dicembre 1854; nella Lettera apostolica“Quanto conficiamur” del10 agosto1863.Le “epidemie” del socialismo e comu-nismo, inoculate strategicamente neipopoli dalla massoneria, sono legate adun’“iniqua cospirazione” con il nichili-smo, dice la “Quod Apostolici Mune-ris”, 28 dicembre 1878. Non vi è nulla di comune fra le teoriesocialiste ed il Vangelo, afferma Leo-ne XIII nella “Quod Apostolici Mune-ris”, come diversamente sostiene laperniciosissima eresia della Teologiadella Liberazione. Leone XIII condan-na il “socialismo, comunismo, nichilismo”, unico e solomovimento di ispirazione massonica, soprattutto per lasua opposizione ai valori morali, agli istituti naturali, ailegittimi diritti di proprietà e di autorità.La proprietà, difatti, non è un ritrovato umano, come affer-mano le teorie massonico-socialiste, ma corrisponde allalegge naturale e divina. Il socialismo, il comunismo e il ni-

chilismo sono orrendi mali e quasimorte della civile società. (cf. “Diutur-num Illud”, Leone XIII, 1881). L’eli-minazione di tutte le disparità sociali,come pretende il socialismo, è unaperniciosissima “utopia”, spiega Leo-ne XIII nella “Rerum Novarum” del15 maggio 1891.Il comunismo «inalbera le sue bandie-re sataniche contro Dio», chiarisce la“Caritate Christi compulsi” di PioXI, 3 maggio 1932. I motivi di condan-na del comunismo si riassumono preci-samente nella Divini RedemptorisPromissio, di Pio XI, del 19 marzo1937: è un movimento fruttodell’agnosticismo religioso massonicoe del liberalismo sempre massonico.Il comunismo, bolscevico e massonico«spoglia l’uomo della sua libertà, (...)toglie ogni dignità alla persona uma-na e ogni ritegno morale contro l’as-salto degli stimoli ciechi», «intrinse-camente perverso», nel quale si celauna «falsa idea di redenzione».

Pio XI nella “Mit brennender Sorge”,10 marzo 1937, condanna i regimi tota-litari, anticristiani e pagani, parimenti

sia il comunismo che il nazismo: «Non si può considerare come credente in Dio colui cheusa il nome di Dio retoricamente, ma solo colui che uniscea questa venerata parola una vera e degna nozione di Dio.(...) Chi, con indeterminatezza panteistica, identificaDio con l’universo, materializzando Dio nel mondo edeificando il mondo in Dio, non appartiene ai veri cre-

DITTATURADITTATURAMASSONICAMASSONICA

di Carlo Di Pietro

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“Chiesa viva” *** Giugno 2014 19

testo dedicato alla memoria diRoncalli (Giovanni XXIII) e aMontini (Paolo VI), introdottodal massone 33° del Rito Scoz-zese Charles Riandey, scriveva:«Si può veramente parlare dirivoluzione che, partita dallenostre logge massoniche, si èestesa magnificamente sottola cupola di san Pietro».

La massoneria è così una So-cietà laica, segreta, umanitaria,iniziatica, con gerarchia (perscimmiottare la Chiesa) e ritod’iniziazione, organizzata in“logge”. Le vere logge masso-niche contemporanee sono an-cora da individuarsi precisa-mente (ci sono numerosi indizied indiscrezioni), poiché hannoconservato scrupolosamente laloro “segretezza”. Dal punto divista religioso, essa, la masso-neria, è per lo più agnostica. Per il massone, tutte le religio-ni si equivalgono e, dalla ra-gione, sono ritenute supersti-ziose; la stessa ragione le supe-rerebbe e alla cui luce pretendedi liberare l’uomo da ogni tipo

di schiavitù civile, morale e religiosa (Cf. Dizionario delCristianesimo, E. Zoffoli, Sinopsis, Brescia, 1992, v.Massoneria). Si capisce facilmente che il primo nemico della masso-neria è la Chiesa cattolica, dipinta dalla stampa illu-minista e delle consorterie, come una sorta di oppres-sore e di ente che priva di ogni libertà. Si capisce an-che il motivo perché molti gerarchi della Chiesa contem-poranea predicano ed insegnano eresie (dottrine contrarieal divino e rivelato, colpite con anatema eterno), incuran-ti del giudizio di Dio (condanna all’Inferno); semplice-mente perché essi sono agnostici, credono che il giudiziodi Dio sia una superstizione e che l’Inferno non esista, al-trimenti: 1) o sono pazzi; 2) o non c’è altra logica spiega-zione plausibile. Quale bestia si condannerebbe da sola al carcere più duroche esiste, per di più in eterno? Solo chi non credenell’esistenza di Dio, quindi del carcere.La verità è che la Chiesa, ovunque essa sia stata (fattaeccezione per le località dove sono stati commessi abusida alcuni “figli degeneri”, mai autorizzati a compiere ilmale dalla Chiesa stessa, pertanto soggetti “iniqui” chehanno operato per il nemico di Cristo, buttando fango sulsuo Corpo Mistico dall’interno), le società sono semprediventate rigogliose, unite, benedette da Dio, ricche digrazie attuali e basate sull’amore e sulla retta ragione.

(continua)

denti. (...) Né è tale chi, seguendouna sedicente concezione precri-stiana dell’antico germanesimo,pone in luogo del Dio personale ilfato tetro e impersonale, rinnegan-do la sapienza divina e la sua prov-videnza; un simile uomo non puòpretendere di essere annoverato frai veri credenti».

Perché la Chiesa ha sempre con-dannato – fino al 1958 e non oltre– questi regimi totalitari, soprattut-to quelli socialisti e comunisti, co-me ancora oggi fanno (ovvero con-dannano) i veri pochi Chierici ri-masti cattolici, biasimando anchela terribile Unione Europea? Per-ché codeste “pestilenze (comuni-smo, socialismo, nazionalsociali-smo, UE, ecc…) non sono altroche delle radici invasive e distrutti-ve dell’unica pianta di spine cheviene chiamata comunemente mas-soneria?La massoneria è una società segre-ta a carattere cosmopolita e inizia-tico (*note distintive), sorta col fi-ne di affratellare gli uomini ditutte le nazioni e di organizzarela società su basi esclusivamenteumanitarie e laiche. Detta così, al profano inesperto potràsembrare cosa buona, eppure non lo è affatto, basti pensarealla differenza fra cameratismo (solidarietà in ragione delbene comune) e massonismo (fratellanza settaria in ragio-ne del bene di circoscritte lobby)!Le note distintive (*) della massoneria sono imprescindibi-li, pertanto, quando oggi si parla di massoneria, indicandodeterminati soggetti o circoli noti, siamo certi che quellanon è la vera massoneria, poiché diversamente questaavrebbe perso la «segretezza». Ciò che vediamo e cono-sciamo, non è più segreto, appunto per questo, seguendoun logico ragionamento, sappiamo che:

1) la massoneria non rinuncia alla sua esistenza; 2) non rinuncia alla segretezza; 3) non rinuncia a conseguire i suoi nefasti piani.

Per ragionamento, si capisce che gli organi decisionali, an-cora vivi e vegeti come la storia contemporanea testimo-nia, non sono quelli che hanno perso segretezza, bensìquelli che hanno mutato faccia e si celano altrove. Secon-do alcuni studiosi, il piano principale della massoneria èquello di nascondersi nei pastori in Vaticano e soprat-tutto in chi siede sullo Scranno di san Pietro. Ma questoè un altro discorso …Il barone Yves Marsaudon, alto dignitario della masso-neria francese, nel suo libro “L’Oecuménisme vu par unfranc-macon de tradition” (Parigi, Vitiano, 1964, p. 121),

Particolare della cattedra del Gran Maestro (G. Raffi).Sullo sfondo, dettagli del Labaro GOI.

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20 “Chiesa viva” *** Giugno 2014

“L o scopriamo adesso”, dicemonsignor Cesar Sturbafacendo gli occhi tondi dal-

la meraviglia, e lo ripete in spagnolo:«Lo descubrimos ahòra». Monsignor Sturba è un prelato impor-tante nella curia di Buenos Aires, è no-taio apostolico da decenni («il cardinalBergoglio mi ha mantenuto a questoposto apprezzando la mia visione lai-ca», dice), canonista, spesso responsa-bile nelle cause di beatificazione, e par-la appunto di Bergoglio. Quella che hascoperto con stupore, è la tenerezza:Bergoglio il buono, che sorride, Ber-goglio che abbraccia i bambini e imalati.«Qui era così austero, così severo...»,dice monsignore. È il meno che possadire. Altri, nell’arcivescovado che sta a fian-co della Casa Rosada, protetti dall’ano-nimato, dipingono il ritratto di un pa-drone duro, chiuso e tirannico, piùtemuto che amato. In tono oggettivo, all’Agenzia Cattolica di Informazione(ACAI, l’ufficio-stampa dell’arcivescovado), descrivonoconcretamente alcuni comportamenti. «Per esempio, loinvitava una parrocchia, gli preparavano festeggiamen-ti, e il pranzo: lui arrivava di corsa, diceva Messa e sene andava di corsa, quasi senza salutare, lasciando tuttilì attorno alla tavola imbandita. Al brindisi di fine annocol personale della Curia, stava un attimo e filava via, sem-pre di fretta. In compenso però, alla casa di riposo dei vec-chi preti, restava tutta la domenica».I suoi (pochi) amici, fra cui Elisabetta Piqué, vaticanistadella Naciòn, attribuiscono le sue ruvidezze ad ascetismo:

uno che si alza alle quattro e mezza perpregare, un frugale estremo, che man-gia poco e non si fa servire dalle suorequando pranza, che vive per i poverissi-mi diseredati della “villas miserias” (lefavelas), detesta le mondanità, sfugge icocktails, i concerti, i brindisi... Restache tutti, nella capitale argentina e an-cor più nella curia, ripetono: «Non loriconosco» quando lo vedo in tv, «loscopriamo adesso».Papa Bergoglio tutto tenerezza?! Bergoglio che sorride?! «Qui, l’ho vi-sto ridere solo quando sconfiggevaun avversario», commenta crudamenteun dirigente cattolico che chiede di nonfare il suo nome, essendo lui laico e li-cenziabile, e il cardinale oggi Papa,vendicativo.«Non dimentica mai un’offesa», con-ferma un gesuita, anche lui chiedendo«riservatezza totale». Rancori mai placati.Nemmeno alla Compagnia di Gesù, ilsuo ordine, lo amano. Per un motivo

che in realtà fa onore a Bergoglio: quando è stato provin-ciale dei gesuiti, fra il ‘73 e il ‘76, ha stroncato l’ala ultra-progressista, allora infiammata dalla Teologia della Libe-razione, che faceva di Cristo un precursore di Marx e Maoe occhieggiava alla lotta armata. «Rafforzò valori e stilipre-conciliari», dice don Jeffrey Kleiber, gesuita ameri-cano. Sono storie vecchie. Eppure, quando il cardinalBergoglio veniva a Roma, la Compagnia di Gesù nonl’ha mai invitato a restare nella casa generalizia in viaBorgo Santo Spirito, e lui se ne andava a Santa Marta,come un estraneo: segno di rancori mai placati, di tortimai perdonati.

Il card. Jorge Bergoglio.

BERGOGLIO BERGOGLIO riscopertoriscoperto

di Maurizio Blondet

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“Chiesa viva” *** Giugno 2014 21

Resta l’enigma del perché padre Arrupe, il rosso genera-le dell’epoca, scelse proprio Bergoglio a 36 anni per di-rigere il provincialato in subbuglio rivoluzionario: parecerto, per le sue qualità di comando sbrigativo.In Argentina, la Compagnia affondava nei debiti mentre isuoi preti si avvicinavano ai Montoneros (le Brigate Rosselocali); Bergoglio vendette molti immobili gesuitici, priva-tizzò istituti di insegnamento cedendoli a laici, ed ancheper questo non piacque; quanto ai Montoneros e suoi sim-patizzanti nelle università, li contrastò guidando la Guar-dia de Hierro, la formazione cattolica dal nome impro-prio: nulla a che vedere con quella di Codreanu, era unaspecie di Comunione e Liberazione, una formazionebianca. Tanti gesuiti non hanno applaudito quando è stato elet-to Papa, anche ora che – da Francesco – pare diventato“di sinistra”, dice che «i pastori devono avere l’odoredel loro gregge» e invita la Chiesa ad uscire dalle sacre-stie e andare missionaria nelle periferie esistenziali. Temo-no le sue vendette1.In realtà, da anni il Cardinale ha organizzato, protetto eaiutato concretamente i “curas villeros”, preti che sipiazzano nelle terribili favelas della droga, delle ragaz-ze-madri, della criminalità e della miseria, anche se so-no dei fanatici, che dicono Messe per l’anima di CheGuevara.Dall’altra parte, il dottor Fernando Gonzales, che è av-vocato rotale (oltre che giudice di Cassazione penale nelloStato), fervente tradizionalista, mi dice: «Bergoglio sapevache vado alla Messa antica in latino, sa che ho fatto battez-zare i figli dalla Fraternità San Pio X: ebbene, mai mi hafatto obiezione, mai mi ha detto “lascia quella parte”, maimi ha detto nulla in proposito». Tollerante e di larghe vedute?Perché da cardinale, Bergoglio s’è posto sul versante op-posto al tradizionalismo: nel più spinto “ecumenismo”:nel 2002, crea l’Istituto del Dialogo Interreligioso doveinvita il rabbino Goldman e il protestante Luis Lieber-man, dove abbraccia la potentissima comunità ebraicaAMIA prosternandosi ripetutamente ai fratelli maggiori.Molti ricordano la sua “genuflessione” (non ho capito sesia una metafora) ad una clamorosa riunione dei carismati-ci protestanti e cattolici, uniti nel farsi invasare dallo Spiri-to, in un teatro cittadino chiamato (coincidenza) “LunaPark”. Alla prima di queste riunioni di invocazione delloSpirito fra cattolici e protestanti (CRECES: Comuniòn Re-novada de Evangélicos y Catòlicos en el Espiritu Santo),teatro Luna Park, Bergoglio si presentò, e restò umilmente

in platea fra il pubblico. Invitato sul palco, «a braccio, haparlato del bello di stare uniti nell’abbraccio del Padre,sotto la piaga del Figlio e il vento dello Spirito», dicepadre Francisco Giannetti, responsabile della Commissio-ne Ecumenismo nella Arcidiocesi. Bergoglio, aggiunge,«si è convertito in propagandista del Rinnovamento ca-rismatico». Ma allora, precisamente, qual è la teologia delPapa attuale?«Bergoglio non ha teologia. Non gli serve», è la cruda ri-sposta di un altro anonimo dirigente cattolicissimo, che loha conosciuto da vicino nei decenni. «A lui interessa ilpotere: gestire le due ali opposte, star sopra di esse».Un giudizio molto duro, giustificabile con l’altro – unifor-me stavolta, “destra” e “sinistra” d’accordo – che vuoleBergoglio “inafferrabile”, “impenetrabile”, “uno che nonriesci a prendere”. “Monna Lisa”, lo chiamavano i gesui-ti, l’enigmatico. «Solo Dio sa cosa pensa Bergoglio», midice un gesuita tradizionalista e molto rispettato. Che il potere gli piaccia, lo dicono anche i suoi amici,quelli che lo vedono come un asceta incompreso, un santodi malo carattere.“Al confino”La sua ascesa al potere ha conosciuto contrasti, e mi-steriosi aiuti.Morto Arrupe, i gesuiti gli tolgono il potere. Lui, senten-do che il vento gli è contrario, chiede il permesso (e l’ot-tiene) di viaggiare in Germania per scrivere una poco cre-dibile tesi su Romano Guardini, che infatti mai comple-terà. Lo divora la nostalgia: umilmente, rodendosi dentro,dopo qualche mese si umilia e chiede di tornare. E i suoicapi gesuiti lo mandano “al exilio en Còrdoba”, dice lagiornalista Piquet: esilio, in quanto essere lontani daBuenos Aires è essere lontani dal potere. Gli hanno toltola cattedra di Teologia Pastorale (dove aveva, molto giu-stamente, separato la cattedra di Teologia da quella di Fi-losofia), e lo destinano a fare il confessore nella residenzagesuitica di Cordova: “un virtual destierro”, ossia al confi-no (dice la solita Piquet). Ventidue mesi di “exìlio” cheBergoglio affronta “con resignaciòn”, pregando “per colo-ro che lo hanno condannato”, assicura la sua biografa:tutti ora tremano di quelle preghiere...

(continua)

Il card. Jorge Bergoglio.

1 In questo senso, è molto significativa la guardinga, sibillina dichiarazionecon cui padre Adolfo Nicolàs, lo spagnolo attuale generale della Compagnia,ha invitato ufficialmente i gesuiti, in una lettera ufficiale all’intero ordine, asalutare il Papa dandogli tutta la collaborazione «teologica, scientifica, ammi-nistrativa e spirituale»: «È il momento di fare nostre le parole di misericordiae bontà che papa Francesco ripete in modo tanto convincente, e di non lasciar-si prendere dalle inavvedutezze del passato, che possono paralizzare i nostricuori e indurci a interpretare la realtà a partire da valori che non si ispirano alVangelo». Insomma: vediamo se Francesco pratica davvero la bontà che pre-dica «in modo tanto convincente» anche verso noi gesuiti, e noi la pratichere-mo verso di lui…

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del Cardinale José Maria Caro y Rodriguezex Arcivescovo di Santiago - Cile

Conoscere la Massoneria

LA SELEZIONE

Il rituale dell’“Unknown Philsophic Judges” afferma:«Noi dobbiamo aumentare il numero dei nostri fratelli, macon discrezione. Non si addice alla Massoneria il far entrareogni tipo di persone e neppure tenere tutte quelle che sonoentrate. E neppure promuovere ai più alti gradi tutti quelliche lo desiderano. Tutto è calcolato per fare una selezioneche si adatta ai loro piani.In primo luogo, la stessa iniziazione è un buon meccanismodi selezione che nega l’ingresso a quelli che sono troppoindipendenti per consentire di essere governati da un po-tere occulto i cui obiettivi e i cui veri capi sono a lorosconosciuti.L’iniziazione serve per eliminare anche le categorie deitroppo curiosi e degli scettici. Copin Albancelli scrive:«Non appena i profani che appartengono al gruppo dei cu-riosi e degli scettici, hanno contemplato la stupidità dei gestiche sono obbligati a compiere il giorno dell’iniziazione, essisi sentono umiliati e, sdegnosamente, se ne vanno»1.Ma il rituale del primo grado è solo l’inizio della selezione. Subito dopo, parte il lavoro di “formazione” o meglio di“deformazione”. È durante questo tempo che le Autoritàmassoniche conoscono meglio l’iniziato e le sue attitudiniper servire i piani della Massoneria. Se egli mostra questeattitudini, viene elevato ai gradi superiori; se non le mostra,e neppure offre tale speranza, sarà lasciato a vegetare soloper aiutare la cassa, fino alla sua volontaria dipartita.Per i recalcitranti, nell’assorbire lo spirito della Massone-ria, altri massoni gli mostreranno ostilità e, se esiste un pre-testo, egli sarà condannato o espulso come indegno di ap-partenere a tale virtuosa compagnia. Se la colpa è di minoreentità, egli viene sospeso e gli viene consentito di rimane-re “in sonno”. Ma non si creda che quelli che escono dallaMassoneria non le siano di utilità. Essa ha troppa scaltrezzaed esperienza per non sapere come trarre vantaggio dalleforze o dalle posizioni sociali degli ex membri. Quando nulla più ci si può più aspettare da un “Fratello”,quando egli ha dato tutto ciò che poteva in favore dell’Istitu-zione, egli viene messo da parte, ignorato e dimenticato.Questi “Fratelli” sono paragonati ai limoni: «Sono spremu-ti fino in fondo e, quando non possono più dare succo,sono gettati via».Un altro aspetto della selezione riguarda le Finanze, che so-

no una questione troppo cara e delicata per la Massoneria,per le continue spese di “opere filantropiche”, propaganda,feste, ecc. ecc.Per la selezione, esiste una regola ferrea che proibiscel’ammissione di profani che non possano sostenere lespese richieste dalla Massoneria. Tra queste spese, vi sonogli onorari ordinari come i contributi, le tariffe per l’imma-tricolazione, per la promozione, i costi delle insegne, ecc..Vi sono gli attivi straordinari derivanti da multe, donazioni,lasciti e sussidi governativi. Qui, è dove i ricchi offrono il loro speciale servizio allaMassoneria e, per questo particolare aspetto, sono stati am-messi all’iniziazione. Essi pagano le loro quote e danno iloro sussidi, ma essi non si occupano minimamente dellavera dottrina e di quello che succede nelle Logge. A questo proposito, nel capitolo delle esclusioni agli altigradi, Weishaupt scrive: «Evitate gli stupidi, i grossolani,gli imbecilli. Vi è comunque una classe di imbecilli deiquali non si può parlare in questo modo, perché si posso-no ricavare dei vantaggi dalla loro stupidità. Sebbene sia-no degli stolti, essi servono come uno scudo; essi sono per-sone gradevoli, ma soprattutto riempiono la cassa. Date-vi da fare, è necessario che essi abbocchino all’amo, ma fac-ciamo attenzione a non far conoscere loro alcun segreto.Queste persone devono sempre essere convinte che il lorogrado è quello finale!»2.

Card. José Maria Caro y Rodriguez,Primo Cardinale di Santiago, Cile (1939-1958).

22 “Chiesa viva” *** Giugno 2014

1 Copin Albancelli, “La Cospiration Juive contre le Monde Chretien”p. 56.2 Dom Paul Benoit, “La Franc Maconnerie”, II, p. 197.

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“Chiesa viva” *** Giugno 2014 23

IL VITELLO D’OROL’altra faccia della storiaOrio Nardi

Questo libro è stato realizzato perdovere di apostolato, per far cono-scere al popolo cristiano la veritàsulla Chiesa, sulla rivoluzione,sull’ebraismo, sulla massoneria e sulcomunismo, che oggi ci governanosotto le menzognere insegne dellademocrazia.Questa democrazia ci viene presen-tata come un ideale migliore dellastessa Religione, come l’ideale piùbello e più vero, in mome del qualefare guerre, massacrare e uccidere.

SEGNALIAMO:

«Guardati dall’uomo cheha letto un solo libro».

(S. Tommaso d’Aquino)

In Libreria

baluardo per la Fede divenuta inaccessi-bile all’uomo contemporaneo a causadella sua apostasia. Pregate per me affinché possa ritornare avivere all’eremo...

(P.D.E. - Liguria)

***

Carissimi tutti, con voti e saluti cordialissimi dalla Sviz-zera e grazie infinite sul conto del Rev.Padre Luigi Villa Santo e il perpetuo aiutodal Cielo!Buone feste e buon anno nuovo!

(E.F. - Svizzera)

***

Spett. Direzione,nel perenne ricordo dell’eroico Monsigno-re invio i più ossequenti auguri a loro tutti.In unione di preghiera, dev.mo

(D.D. - Italia)

***

Stimato Sig. Franco Adessa,La ringrazio per l’invio dell’ultimo numerodella vostra rivista “Chiesa viva”.Dio e la vergine Maria la benedicano.I miei più cordiali saluti.

(T.I.G.P. - Argentina)

***

Sig. Franco, buona sera! Ho apprezzato la sua e-mail; solo richie-do informazioni sulla vostra attività peressere in grado di comprendere meglio,in modo chiaro e senza pregiudizi i vostriarticoli.Grazie per la vostra attenzione.

(Sacerdote dal Brasile)

RAGAZZE e SIGNORINEin cerca vocazionale, se desiderate diventare

“Religiose-Missionarie” – sia in terra di missione, sia restando in Italia –

per opere apostoliche, con la preghiera e il sacrificio,potete mettervi in contatto, scrivendo o telefonando a:

“ISTITUTO RELIGIOSO MISSIONARIO”

Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia - Tel. e Fax: 030 3700003

Carissime,grazie della vostra puntualità nello spedi-re “Chiesa viva”. Anche noi col vostro Pa-dre eravamo più puntuali; ora arriviamo inritardo. Siamo vicine con la preghiera,con il desiderio di venire, anche per pre-gare sulla tomba del vostro caro Don Vil-la. A dire il vero sentiamo anche noi la no-stalgia e quando arriva “Chiesa viva” enon vediamo la sua firma, ci avvolge lanostalgia. Don Villa ci donava sicurezza; ora ci sem-bra che tutto crolli. Siamo nelle mani delbuon Dio, certo è che Don Villa ci manca.Il Natale appena trascorso illumini il nuo-vo anno 2014, perché porti a voi fortezza,serenità e salute.Con riconoscenza.

(L. sr M.C.e consorelle)

***

Gent.mo RingraziandoLa per il PDF di “Chiesa vi-va” 467, gennaio 2014, colgo volentieril’occasione per augurarLe un felice annoNuovo e ringraziarLa per il prezioso lavo-ro che con tanto zelo svolge!Con viva stima.

(Don G. G.)

***

Care Operaie sono un Sacerdote, monaco diocesanodella diocesi di ... Ultimamente, ho ricevuto per e-mail“Chiesa viva”. Vorrei ricevere 2 copie del“Terzo Segreto di Fatima”. Io vivonell’entroterra ligure ... sto costruendo unEremo con numerose difficoltà economi-che. Ai tempi nostri solamente la vita diseparazione e di preghiera in questomondo, perverso ed illusorio, rimane un

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Chiesa viva 472_DARIO:Chiesa viva 472 G 30/04/14 08:48 Pagina 23

2 Dichiarazione di un Alto Prelato

4 Francesco I & la tribalizzazione della Chiesadi Don Curzio Nitoglia

8 Papa Bergoglio – Umiltà, oppure... “Obbedienza”? (4)di F. Adessa

11 Occhi sulla politica

12 Documenta Facta

14 Il segreto della tomba vuota di Padre Pio (42)a cura di F. A.

16 Il termine “Progressismo” (2)del card. Giuseppe Siri

18 Dittatura massonica (1)di Carlo Di Pietro

20 Bergoglio riscoperto (1)di Maurizio Blondet

22 Conoscere la Massoneria

23 Lettere alla Direzione - In Libreria

24 Conoscere il Comunismo

GIUGNO 2014

SOMMARIO N. 472

dichiarazioneDI UN

ALTO PRELATO

SCHEMI DI PREDICAZIONE

Epistole e VangeliAnno A

di mons. Nicolino Sarale

(Dalla XVI Domenica durante l’annoalla XIX Domenica durante l’anno)

La volontà del ministro era di fatto unasopraffazione della volontà imperiale; lazarina Alessandra e poi, lo stesso Nicola,ritennero che questi potesse offuscare losplendore dello Zar.Nel maggio 1911, Stolypin si prese unperiodo di riposo nelle sue tenute in Li-tuania in attesa della sicura rimozionedall’incarico. Invece, il 18 settembre, aKiev, durante una rappresentazione tea-trale di gala, venne colpito al petto daalcune revolverate sparate dall’agentedi polizia Bagrov (ex rivoluzionario di-venuto collaboratore); il fedele ministro,alzatosi e appoggiandosi allo schienaledella poltrona, prima di cadere, rivoltoallo Zar, ebbe la forza di gridare con vo-ce ferma: «Sono felice di morire per loZar!»... il suo sguardo fissò il palco im-periale prima di crollare a terra!.. Lo Zar,in piedi, sull’“attenti”, da soldato, impie-trito dalla tragedia, ricevette la testimo-nianza di sangue del suo morente primoministro.Aleksejev Kerensky (il cui vero nomeera Aaron Kurbis), importante membrodel Grande Oriente di Russia, presentea Kiev, fuggì prontamente all’estero!Stolypin morì alcuni giorni dopo inospedale. Bagrov, processato in gran se-greto, a porte chiuse, venne impiccato il24 settembre; fino agli ultimi momentiera sicuro di venir graziato; mentre veni-va trascinato al patibolo, gridava: «Cosavolete da me!.. ho agito per ordine del-la polizia!..». L’inchiesta sulla morte diStolypin non fu mai condotta a termine.Lo stesso Zar ne ordinò la sospensione.

Il mistero della morte di Stolypin nondoveva essere mai svelato.1Questo tragico avvenimento è rivelatoredi quanto e come gli organi dello Statorusso, la corte, la nobiltà, fossero stati in-filtrati e corrotti dalle ideologie delle sèt-te segrete e rivoluzionarie.Le ricerche storiche, effettuate dopo lacaduta del comunismo e l’apertura degliarchivi in Russia, confermano l’afferma-zione e svelano, almeno in parte il miste-ro sull’assassinio di Stolypin.Alla fine dell’800, il massone Vashodfondò, a S. Pietroburgo nel Palazzo d’In-verno, la loggia “Krest i Zvezda” (Cro-ce e Stella) alla quale aderì lo stessoZar Nicola II. Egli divenne suo consi-gliere per gli Affari di Stato.2Anche il Granduca Nicola Nikolayevi-ch, zio e cognato dello Zar, che di perso-na aveva convinto il nipote Nicola II afirmare, il 17 ottobre 1905, il Manifestoliberale, era massone e sotto il controllodella massoneria internazionale.Dopo il fallimento della rivoluzione del1905, la massoneria continuò a far as-sassinare i suoi avversari (6091 russiuccisi, oltre 6000 feriti, in 26.268 atten-tati).3Il 1° settembre 1911, il collaboratore del-la polizia e prossimo assassino di Stoly-pin, Bagrov, (membro del GrandeOriente di Francia), s’incontrò in unbar di Kiev con il rivoluzionario mensce-vico Leon Trotzskj (ebreo appartenen-te alla loggia del B’nai B’rith), e con ilterrorista Margulies, per definire l’orga-nizzazione dell’attentato.

a cura del Gen. Enrico Borgenni

Conoscere il ComunismoDal rapporto dell’agente di polizia russoda Parigi, Boris Alexyev (pervenuto po-co dopo l’attentato), risulta che i capidella massoneria francese avevano con-cluso, che Stolypin era d’intralcio ai loropiani e che “i puri aspetti tecnici per lasua cruenta eliminazione, erano statipreparati da massoni del GrandeOriente”.4

1 Essad Bey, “Nicola II, Bemporad”, 1932.2 Victor Ostretsov, “Freemasonry, Culture andRussian History”, Mosca,1977, pag. 387.3 Vladimir Krasny, “The Devil’s Children”,Mosca, 1999, pag.181.4 Oleg Platonov, “Russia’s Crown of Thorns:The History of Russian People in the 20th Cen-tury”, Vol.1°, Mosca, 1997, pagg. 198-200.

(continua)

Vladimir Uljanov (Lenin).

24 “Chiesa viva” *** Giugno 2014

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