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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi Villa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax 030 3700003 www.chiesaviva.com Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com&Print (BS) contiene I. R. www.chiesaviva.com e-mail: [email protected] «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) ANNO XLI - N° 435 FEBBRAIO 2011 Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. Abbonamento annuo: ordinario Euro 40, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3,5, arretrata Euro 4 (inviare francobolli). Per lʼestero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità Chiesaviva

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  • MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi VillaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax 030 3700003www.chiesaviva.comAutor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com&Print (BS)contiene I. R.www.chiesaviva.com e-mail: [email protected]

    «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)

    ANNO XLI - N° 435FEBBRAIO 2011

    Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia.Abbonamento annuo:ordinario Euro 40, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3,5, arretrata Euro 4(inviare francobolli). Per lʼestero Euro 65 + sovrattassa postaleLe richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257

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    Chiesaviva

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  • N oi diciamo “Misteri” leverità superiori ma noncontrarie alla nostra ragio-ne, e li crediamo per l’autorità diDio che li ha rivelati.Il principale tra i misteri èl’UNITA DELLA TRINITA diDio.

    E che Dio sia Uno solo in tre Per-sone, lo sappiamo per mezzo diGesù Cristo.Nel Vangelo, Gesù parla spesso delsuo Padre Celeste, di Se stesso,Unigenito del Padre.Il mistero, dunque, è che Dio èUno e Trino.Uno nella natura e Trino nellepersone.La natura di un essere è ciò che es-so è; ad esempio, la natura umana èl’unione dell’anima col corpo. Lapersona sta nel principio che agi-sce, ossia gli “atti” dei quali è re-sponsabile. Quindi, la Persona è in-dividuata dall’io: «Io sono “io” enon un altro».In Dio ci sono tre Persone, uguali edistinte: Padre, Figlio, SpiritoSanto. Dunque, Dio è Trino.Le tre divine Persone hanno lastessa natura divina. Quindi, Dio è “Uno” nella natura,ed è “Trino” nelle Persone.

    La “Trinità”, perciò, Padre, Figlioe Spirito Santo, avendo la stessanatura, sono tutti tre eterni, onnipo-tenti, perfettissimi, infiniti, e sonouguali: come è il Padre, così è ilFiglio, così lo Spirito Santo. Masono distinte: cioè: il Padre non èil Figlio, né il Figlio è lo SpiritoSanto. Inoltre, queste divine Per-sone sono indivisibili; dov’è una,vi sono pure le altre due.L’Apostolo San Filippo, un giornochiese a Gesù: «Maestro, mostraciil Padre». Gesù gli rispose: «Filip-po, è tanto che sono in mezzo aVoi, e ancora non mi conoscete?Non sai, tu, che chi vede Me , ve-de anche il Padre, perché il Padreè in Me ed Io sono in Lui, e tutti edue siamo una cosa sola?» (Gv.14, 9-10).Chiaro! Gesù, Figlio di Dio, affer-ma che la sua Persona non è sepa-rata da quella del Padre, appuntoperché Egli è nel Padre e il Padrein Lui. S. Atanasio, Dottore della Chiesa,ha formulato magistralmente il mi-stero della Trinità. Eccola:«Chiunque vuole salvarsi, prima ditutto è necessario che tenga la Fede

    cattolica; che se qualcuno non la conserverà integra e in-violata, senza dubbio si dannerà!

    del sac. dott. Luigi Villa

    2 “Chiesa viva” *** Febbraio 2011

    GESÙ CRISTO È DIO

    La Santa trinità - Jacopo Bassano.

    Sintesi catechetica per il Vescovo di Chieti-Vasto, Mons. Bruno Forte,

    sul tema “Gesù è Dio”.

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  • “Chiesa viva” *** Febbraio 2011 3

    «La Fede cattolica è questa: Noi veneriamo la Trinitànell’Unità. Non dobbiamo confondere le Persone e neppu-re separare la loro essenza. «Altra è, infatti, la Persona del Padre, altra quella del Fi-glio, ed altra quella dello Spirito Santo.«Però, unica è la Divinità del Padre e del Figlio e delloSpirito Santo, uguale la gloria e coeterna la maestà.«Tale è il Padre, tale è il Figlio e tale lo Spirito Santo. In-creato il Padre, increato il Figlio, in-creato è lo Spirito Santo. Immenso ilPadre, immenso è il Figlio, immensoè lo Spirito Santo.«Eterno è il Padre, eterno il Figlio,eterno lo Spirito Santo. E tuttavianon sono tre increati, ne tre gli im-mensi, ma uno solo è l’increato eduno solo l’immenso.«Similmente, onnipotente è il Padre,onnipotente il Figlio, onnipotente loSpirito Santo. Ma non sono tre glionnipotenti, bensì uno solo.«Così, il Padre è Dio, il Figlio è Dio,lo Spirito Santo è Dio. E tuttavianon ci sono tre Dei ma un Dio solo.«Similmente, il Padre è il Signore, ilFiglio è Signore, lo Spirito Santo èSignore. E però, non ci sono tre Si-gnori, ma uno soltanto, poiché, comela Fede cattolica ci spinge a profes-sare che ciascuna Persona della Tri-nità è Dio e Signore, così ci proibi-sce di dire che ci sono tre Dei o treSignori.«Il Padre non è stato fatto da nessu-no, né è stato creato e neppure gene-rato.«Il Figlio viene dal Padre soltanto,non fatto, né creato, ma generato.«Lo Spirito Santo viene dal Padre e dal Figlio, non fatto,né creato e neppure generato, ma soltanto ne procede.«In questa Trinità non c’è né anteriore né posteriore, némaggiore e né minore, ma tutte e tre le Persone sono eter-ne ed uguali.«Cosicché, si deve venerare l’Unità nella Trinità e la Tri-nità nell’Unità».Pure illuminato è il detto di Bossuet: «L’anima umana ri-specchia la SS. Trinità. Simile al Padre, la natura umanapossiede l’essere; simile al Figlio, essa ha l’intelligenza;simile allo Spirito Santo, essa ha l’amore».

    GESÙ È DIO

    Gesù Cristo è la seconda Persona della SS.ma Trinità,uguale al Padre e allo Spirito Santo. Per comprendereche Gesù è anche Dio, va studiato il secondo mistero del-la nostra religione, ossia l’Incarnazione del Figlio di Dio.Un Dio che si fa uomo!.. La seconda Persona della SS.maTrinità che, pur restando vero Dio, cominciò ad essere

    anche uomo!Gesù Cristo, Dio e uomo, ha due nature: la divina el’umana. Le due nature in Gesù Cristo sono unite in unasola Persona. Nella seconda Persona della SS.ma Trinità,Gesù non ha due Persone, la divina e l’umana, altrimentiavremmo due esseri, un dio e un uomo. Ma allora, Gesùnon avrebbe avuto un valore infinito, per cui sarebbestata inutile la Redenzione.

    Quindi, l’unione delle due nature inuna sola Persona si chiama: “UnioneIpostatica”.

    Un altro lato del mistero dell’Incar-nazione è che le tre Persone divinesono uguali ed inseparabili, ma si fe-ce uomo solo la seconda Persona. IlPadre e lo Spirito Santo non preserola natura umana, però, la prima e laterza Persona della SS.Trinità ri-masero unite a Gesù Cristo nellasua vita terrena, perché una Perso-na Divina non poteva separarsidall’altra Seconda Persona.Gesù stesso lo spiegò:«Se non faccio le opere del Padremio, continuate pure a non creder-mi, ma se le faccio, anche se nonvolete credere a Me, credete alleopere, affinché sappiate che il Pa-dre è in Me ed Io sono nel Padre»(Gv. 10, 37)Dunque, la “DIVINITÀ di CRISTO”la si può incominciare col dire: o Ge-sù Cristo è veramente Dio, o è il piùconsapevole impostore dell’umanità.Ma Dio-Gesù intervenne a dimostra-re la Sua divinità con tre prove: la

    “Profezia”, il “Miracolo”, la “Santità”.

    1. LA PROFEZIA

    La profezia è un miracolo di ordine intellettuale, e consistenel predire e conoscere avvenimenti futuri assolutamenteimprevedibili con i mezzi naturali. Solo Dio può conosce-re infallibilmente il futuro, essendo Egli onnisciente eonnipresente. La profezia, perciò quando si è realizzata èdetta “Rivelazione”, segno manifesto che Dio intervienead avallare quello che dice e fa il Suo inviato, Profeta.Ora, Gesù ha richiamato queste prove ai suoi avversari, ifarisei, perché conoscevano bene le profezie che credeva-no ispirate da Dio. Perciò, Gesù disse: «Voi andate inve-stigando le Scritture perché credete che in esse c’è la vi-ta eterna, ebbene, sono esse che testificano in mio favo-re» (Gv. 5, 39).Ed ecco la prove:– la sua discendenza da David;– il tempo della sua nascita (Genesi 49, 8-10);– prima della distruzione del Tempio;

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  • 4 “Chiesa viva” *** Febbraio 2011

    La battaglia continua - 55sac. dott. Luigi Villa (pp. 78 - Euro 10)

    In questʼaltro nostro libro sono raccolti altri saggi per sempre e meglio compren-dere lʼaccorta trasformazione che si va consumando dai manovratori post-conci-liari. Noi continuiamo ad esaminare gli errori operati dalla svolta conciliare, il tuttoalla luce dei princìpi irreformabili dellʼautentica Tradizione, per far risultare lʼattua-zione pratica del trasformismo post-conciliare, prima proposto, poi forzatamen-te imposto secondo i vaneggiamenti canori del riformismo modernista.Questʼaltro nostro libro, perciò, può aiutare a chiarire la confusione mentale edessere valida guida per ogni riscontro.

    Per richieste, rivolgersi a:

    Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

    NOVITA

    – che la sua madre sarà Vergine: “Ecco, una Vergineconcepirà un Figlio” (Is. 7, 14);

    – indicano il luogo della sua nascita: Betlemme di Giu-da (Mc. 5, 2);

    – nella sua vita: sarà un Legislatore, Fondatore di unnuovo patto con Dio e gli uomini; Sacerdote e Vitti-ma, umile e mansueto; Salvatore dell’umanità;

    – farà miracoli e si offrirà alla morte per i peccati degliuomini (Isaia);

    – entrerà trionfalmente in Gerusalemme (Zac. 9, 9);– sarà venduto per trenta denari (Zac. 11, 12);– sarà flagellato e coperto di sputi (Is. 50, 6);– sarà trafitto nelle mani e nei piedi (Salmo 22, 17);– sarà crocifisso (Zac. 12, 10);– gli sarà dato da bere fiele e aceto (Salmo 68, 22);– le sue vesti saranno divise e la sua tunica sarà sorteg-

    giata (Salmo 22, 19);– ma la sua carne non conoscerà la corruzione (Salmo

    15, 10).

    Tutte queste profezie si sono attuate solo in Gesù Cri-sto, in un rapporto intimo tra Divinità e Nazareno. Unaprova di questo genere garantisce che Cristo è Dio,realmente Dio!

    2. I MIRACOLI

    I miracoli di Gesù sono svariatissimi. Sono la seconda pro-va indiscutibile della sua natura divina. «Se non faccio leopere del Padre mio, continuate pure a non credermi,ma se le faccio, anche se non volete credere in Me, cre-dete alle opere, affinché sappiate che il Padre è in Meed Io sono nel Padre» (Gv. 10, 17). Guarendo un paralitico, a Cafarnao, afferma: «Ora, affin-ché sappiate che il Figlio dell’uomo ha, sulla terra, il

    potere di rimettere i peccati, levati su - disse al paraliti-co - predi il tuo letto e vattene a casa tua». È chiaro cheGesù fa dei suoi miracoli degli argomenti per credere allasua divinità. Per aversi il miracolo, in genere, ci voglionocinque condizioni:

    1. una malattia organica con prognosi fatale;2. nessuna terapia medica in atto, efficace;3. guarigione progressiva e rapida;4. nessuna convalescenza;5. nessun ritorno al male.

    Siccome Dio non può ingannare, pena la sua auto distru-zione. Quindi con i suoi miracoli viene a garantire cheCristo è Dio, veramente Dio!

    3. LA SANTITA

    Quando muore una persona straordinariamente virtuosa,eroica nella pratica delle virtù, si inizia il processo di bea-tificazione. Si esaminano gli scritti, la vita e si prova cheegli è stato eroico nella fede, nella speranza, nella carità,nella giustizia, nella fortezza, nella temperanza, nella pru-denza. Allora, viene dichiarato “Venerabile”.Dopo, se Dio opera, per intercessione del Venerabile, duemiracoli, gli vien dato il titolo di “Beato”. Alla fine, av-viene la canonizzazione, atto definitivo del Sommo Ponte-fice. Con questo, è evidente che la canonizzazione ha co-me autore Dio! Allora, quando si hanno quelle tre prove:la Profezia, il Miracolo, la Santità, si è sicuri che il Van-gelo e i Sacramenti sono verità integrali, e che solo laChiesa cattolica è la depositaria della verità integrale e deimezzi più sicuri di santificazione per dare attendibilità alladivinità di Cristo.

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  • Il

    teologoIL BATTESIMO DEI BAMBINI

    È un altro vecchio errore rispolverato: l’uso cattolico delBattesimo dei neonati, perché “incapace di comprendere”(A. Vergote). Il loro argomento è che la fede è una adesio-ne personale del singolo, non curandosi della fede della fa-miglia e della Chiesa.L’abuso di ritardare il Battesimo invalse nel secolo IV (adesempio, S. Agostino, fu battezzato a 30 anni, pur avendouna mamma santa!), ma fu sempre considerato come unadeviazione della norma costante ed universale della Chie-sa. (Lo riconobbero anche eminenti protestanti, comeJérémias Joachim e Kretschmar).Il “loro” argomento è: «Il bambino deve decidere da sè,quando sarà grande».È un argomentare da sciocchi. Vale solo per la Religione?Se fosse un argomento serio, allora si dovrebbe dire che èimmorale generarlo senza il suo consenso; che è immoraleimporgli una certa Patria, una certa lingua, un certo nomee cognome, mandarlo a scuola, ecc.È contro la logica e il buon senso, che vuole che i Genitoriassicurino il meglio per il suo benessere fisico e, soprattut-to, spirituale. Ora, il bimbo non è un animaletto da ingras-sare, ma un’anima immortale. Quindi, il suo bene spiritua-le esige che lo si liberi subito dal “peccato originale” perdargli, al più presto, la vita divina. Forse che questo non èun “dono”? E che dono! “Mirabiliter creasti, mirabiliusreformasti” (si diceva un tempo nell’Offertorio dellaMessa, ora... così piatto!).

    Il Vangelo, del resto, è chiaro ed esplicito: «Nessuno senon nasce da acqua e spirito può entrare nel Regno diDio» (Jo. 3, 5). Questo spiega l’ansia apostolica dei Santi,come Francesco Saverio. (Nella Chiesa del Gesù, a Ro-ma, si venera il suo avambrancio, affaticatosi per le mi-gliaia e migliaia di battesimi amministrati).Ma questi teologi dell’apostasia col loro ritardare sine die ilBattesimo, lasciano l’anima schiava di Satana perché schiavadel peccato originale... (“Si scires donum Dei!”-Jo. 4, 10).

    Martin Lutero: omicida e suicidasac. dott. Luigi Villa (pp. 32 - Euro 3)

    Ripresentiamo ai nostri lettori, in edizione aggiornata eampliata, il dossier: “Martin Lutero: omicida e suicida”.Purtroppo, oggi, per un ecumenismo distorto, di matricemassonica, Lutero, già cacciato fuori dalla Chiesa dacinque secoli di storia e dal Concilio - “de fide”! - diTrento, lo si sta facendo di nuovo rientrare dalla porta, lo-dato perfino con pubblico elogio!Ma per noi e per la Storia, Lutero rimane sempre unomicida e un suicida; rimane sempre lʼeretico insensa-to, il porcus Saxoniae, il frate pagano, il degeneratoclandestino sulla nave di Pietro, il frate che, come Giu-da, finì, anche lui, “in locum suum”… (allʼinferno!).

    Per richieste, rivolgersi a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà

    Via G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

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  • 6 “Chiesa viva” *** Febbraio 2011

    di Mons. Brunero Gherardini

    MONS. GHERARDINISTRONCA

    LA CRISTOLOGIA LIBERALE E LA TEOLOGIA

    DI MONS. BRUNO FORTE

    2° - CHI L’HA DETTO

    Mi spiace sinceramente di dover farnome e cognome, ma non possosottrarmi al diritto del lettore di co-noscer come stian esattamente lecose. Il nome, dunque, ed il cogno-me da fare è quello di BRUNOFORTE.Non che sia l’unico; il contorno incui si trova è anzi piuttosto cospi-cuo e costituito da personaggi spes-so di primo piano. Di primissimo,peraltro, è lui: arcivescovo diChieti-Vasto dal 26 giugno 2004 ePresidente della CommissioneEpiscopale per la dottrina dellaFede, l’annuncio e la catechesi;taccio sui titoli accademici, notevo-li ma men interessanti di quelli isti-tuzionali. Solo per far capire che non è il pri-mo venuto, ricorderò che, dopo ildottorato in teologia presso la facoltà teologica dell’Italiameridionale, conseguì diplomi di perfezionamento a Tu-binga e a Parigi, e coronò il suo curricolo con la laurea infilosofia presso l’università di Napoli. In un non dimenti-cato articolo su “Divus-Thomas” del 1986/87, il suo exprofessore e predecessore nella detta facoltà teologica,

    Mons. prof. Giuseppe de Rosa,scrisse una ragionata e lunghissimastroncatura del libro “Gesù di Na-zaret. Storia di Dio, Dio della Sto-ria”10. Scrivendo poco dopo unamia “recensione d’una recensio-ne”, riconobbi tutte le fondate ra-gioni del De Rosa, ma tentai pure didar al mio scritto un tono legger-mente più blando.Da inguaribile ingenuo qual sono,devo oggi riconoscere che la seve-rità del prof. De Rosa aveva i suoibuoni motivi. Bruno Forte conti-nuò a scrivere con penna agile e di-sinvolta, a tratti quasi felpata, masempre terribilmente al limite dellarottura, in certi casi anzi, come nel-la sua fantateologica trinitaria, benal di là di esso.Volutamente l’ho per anni ed anniignorato, pur leggedno i suoi scrittie perfino ammirando ammirando

    la leggiadria formale in cui è solito immerger i suoi tre-mendi errori. Che, d’errori si tratta, non di bazzecole.Speravo che qualche nuovo De -Rosa se n’avvedesse e sicomportasse con lui sull’esempio del primo. Speranze per-dute. Il suo nome, presto in evidenza nelle sfere che conta-no11, e sapientemente usato da editori interessati, suscitò

    Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto.

    10 Ed. paoline, Cinisello Balsamo, 1981.

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    11 Proprio a me l’Em.mo Card. Ursi, certo non volendo, ne dette la notizia.

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  • “Chiesa viva” *** Febbraio 2011 7

    progressivamente risonanze mondiali.Fu maestro in convegni e congressi ad altissimi livelli.Cooptato in Accademie e Commissioni di studio. FattoVescovo e Presidente, proprio lui, della CommissioneEpiscopale per la Dottrina della Fede. Punto di riferi-mento (sembra) obbligato del pensiero teologico italiano.Lui soltanto o anche i suoi errori?La frase dalla quale si è partiti appartiene a lui. A lui, lo si noti bene, non come privato dottore, macom’espressione e sintesi del pensiero e dell’insegna-mento della CEI.Infatti, nella Presentazione d’una Lettera ai cercatori diDio, che S.E. Rev.ma Mons. B. Forte, a nome della Com-missione episcopale da lui presieduta, ottenuta l’approva-zione del Consiglio Episcopale Permanente, in data 22-25settembre 2008, inviò ai destinatari nella Pasqua del 2009.Si riprometteva, con essa, di mettersi al fianco di quanticercano “il volto del Diovivente”: dei credenti checrescono nella conoscenzadella Fede e di quanti, purnon credenti, avvertono co-me serio il problema di Dioe delle cose ultime. Ma in-tendeva sollecitare l’inte-resse anche di coloro chenon si pongono mai un taleproblema, “nel pieno ri-spetto della coscienza diciascuno, con amicizia esimpatia verso tutti”12.Solenne e nobile, dunque,l’intento ed altrettanto ilpunto di partenza. L’uno el’altro, però, miseramentenaufragati nei gorghi li-berali della frase incrimi-nata. Solo nella Presenta-zione della Lettera la frasericorre per ben due volte:“Il testo parte da alcunedomande che ci sembrano diffuse nel vissuto di molti, perpoi proporre l’annuncio cristiano e rispondere alla richie-sta: dove e come incontrare il Dio di Gesù Cristo”? Epoco dopo: “La commissione Episcopale si augura che laLettera possa (...) suscitare reazioni (...) che aiutino ciascu-no a interrogarsi sul Dio di Gesù Cristo e a lasciarsi inter-rogare da lui”13. Non si pensi a due casi isolati: aprendo lalettera e scorrendone le pagine, ritroviamo o la stessa fra-se14, o parole equivalenti15.Difficile equivocare sul significato obiettivo della frase,che proprio in quant’ho premesso trova il suo Sitz-im-Le-ben; deriva infatti dal cristianesimo desoprannatura-

    lizzato della Liberaltheologie la quale a sua volta è figlianaturale della tradizione illuminista. Il Sitz-im-Leben è addirittura confessato: a pag. 55 ss, tut-to è detto in chiave liberaltheologisch. I discepoli, infatti,si convincono che Gesù è risorto e ne reinterpretano la vi-ta, alla luce della sua risurrezione, come “appartenente almondo di Dio”. Non mancan, sia ben chiaro, parole e ra-gionamenti meno scioccanti, o addirittura pienamente or-todossi; è il costume dei “neoterici”, come direbbe Ame-rio: un colpo al cerchio ed uno alla botte. Ma resta ilfatto della distinzione tra il Cristo della Fede ed il Gesùdella storia e, col fatto, il senso che gli ho dato chiudendoil mio precedente paragrafo.Con profondo rammarico devo prender atto, perciò, che sitratta d’una frase da riprovare per un doppio motivo: per-ché non confessa in Cristo il Figlio naturale di Dio e al-la circuminsessione amorosa tra Dio Padre Figlio e Spi-

    rito Santo sovvertendo in-sieme il dogma trinitarioe quello cristologico.Parlo di significato obietti-vo, ben sapendo o comun-que augurandomi che le in-tenzioni soggettive non ab-bian avuto altro di mira chedi facilitare l’incontro sal-vifico col Signore Gesùl’eterno Verbo del Padre,Dio da Dio, della sua stes-sa sostanza, perfettamen-te Dio e perfettamente uo-mo, avendo preso l’uma-na carne dal grembo im-macolato della VergineMadre, per esser il rivela-tore, il mediatore, il re-dentore, il salvatore delgenere umano.Sì, questo so e questom’auguro che sia pure nelleintenzioni, meglio ancora

    se nelle convinzioni di Fede, del vescovo che ha firmato laLettera ai cercatori di Dio, per essa avvalendosi, lo confes-sa lui stesso, “di un lavoro collegiale che ha coinvoltovescovi, teologi, pastoralisti, catecheti ed esperti nellacomunicazione”16.La confessione non mi consola. Devo dedurne che la situa-zione è molto più grave di come appare: così stando le co-se, ne deduco che gli errori appartengono non ad unasola persona ma ad un insieme di persone, per giuntaconsiderate competenti ed ufficialmente incaricate di col-laborare in base alla loro competenza. Com’è possibile chela competenza ingeneri l’errore? Di quale competenza si

    Mons. Bruno Forte con Benedetto XVI.

    denti che riconoscono Gesù Cristo Figlio di Dio” (p. 68). Nonevidente, ma reale è qui la dissociazione del Cristo della Fede dal Gesù del-la storia, il quale non vien adorato perché “Figlio di Dio” e quindi Dio eglistesso, ma la sua divina figliolanza è fatta dipendere dalla Fede dei credenti.16 Ibid. p. 3.

    12 Dalla presentazione di “Lettera ai cercatori di Dio”, PaolineEditoriale Libri, Milano 20093 , p. 3.13 Ibid. p. 3-4.14 P. es. a p. 44, 65; a p. 85 la frase entra nel titolo del III cap.15 Un solo esempio, fra i tanti: “La Chiesa è la comunità dei cre-

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  • 8 “Chiesa viva” *** Febbraio 2011

    17 S. Leone M., Ep. “Quam laudabi l i ter”, 21 luglio 447, DS 284.18 Ibid.

    19 Optatam totius, 16/a.20 Presentazione, cit. p. 4.

    tratta? E quale teologia può esser il terreno di colturaper una competenza che semina l’errore?

    3° GLI ERRORI

    Parole come “errore” ed “eresia” non si dicon a cuor leg-gero: sconsideratamente, superficialmente, astiosamente.Son parole gravissime che si riferiscono a posizionidogmatico-teologiche altrettanto gravi. La prudenza,non meno che la carità, son in casi del genere due condi-zioni previe e non discutibili.

    Purtroppo, nel caso in esame- “et flens dico”, Fil. 3,18 -esse sono le due sole paroleoggettivamente adeguate,con la conseguenza che ina-deguata sarebbe ogni altraparola.Debbo anzi riconoscere - an-cora “flens dico” - che ave-va ragioni da vendere, ilvecchio De Rosa, quandoper primo mise il dito sullapiaga. La pseudoteologia diquesto Ecc.mo personag-gio, al quale la CEI affidale sorti della dottrina cat-tolica, del suo annunzio edella sua catechesi, e quindidella nostra Fede oltre chedella nostra salvezza, ètutt’un coacervo di posi-zioni decisamente erroneeed insostenibili. Il suo pun-to di partenza - la teologiadal basso - lo pone a brac-cetto con i massimi respon-sabili dell’odierna miopia teologica: attraverso Rahner e lapletora dei soliti ripetitori risale a Heidegger, Husserl, He-gel, non senza strizzatine d’occhi en passant a Barth,Bultmann, Moltinann, Schillebeeckx, Block, né senzasintomatiche reminiscenze di Gioacchino Fiore, di Vico,di Croce, di Spinoza e del suo emulo moderno Teilhardde Chardin.Un tale punto di partenza è una pista di lancio verso ilribaltamento radicale della dogmatica classica: Dio èconsiderato sullo sfondo dell’uomo e misurato sulle suenaturali necessità e limitazioni, invischiato in esse, soffe-rente per esse e non meno sofferente del Figlio suo che lefece proprie. Le sue simpatie per il teopaschismo o mono-fisismo teopaschitalo metton al passo dei Patripassiano, per i quali “si ipseest Filius qui es Pater, crux Filii Patris est passio”17, ma lo

    coinvolgono pure inevitabilmente, nella loro condanna18.La sua concezione del Dio non più personale ne mette inevidenza i tratti hegeliani, quelli d’un Dio dichiarato, anzidefinito “storia”: un Dio che diviene, si pone e si rinnovanell’ondiflua immanenza mondana. L’immutabilità e l’im-passibilità di Dio son pertanto superate di slancio: ferrivecchi e del tutto inutilizzabili dai moderni laboratori diteologia dogmatica.La derivazione hegeliana di questo “pezzo da novanta” sirivela nell’aver egli confuso cristologia e soteriologia inun impalpabile pancristismo, grazie al quale il SignoreGesù dovr’ebbesser al centro della realtà, tutta in lui rica-pitolata (cfr Ef. 1,10), ed è invece la ragione e la molla di

    quel divenire dialettico che,con Feuerbach, porta alleconseguenze estreme la dia-lettica hegeliana, trasfor-mando la teologia in pura esemplice antropologia. Si tratta d’un quadro appenaabbozzato, che l’ineludibileesigenza d’un’analisi criticavorrebbe più specificato edapprofondito; il presentesemplice abbozzo è dovutoal fatto che questo scritto,non essendo formalmenteun’analisi critica, non ri-sponde alle sue esigenze.Tuttavia, i pochi tratti delquadro generale qui delinea-ti costituiscono, secondome, un sufficiente sfondosul quale l’espressione “IlDio di Gesù Cristo”, si col-loca come a casa propria. Èla casa equivoca dell’am-modernamento teologico,in tanto tale, cioè teologia

    svecchiata e rinnovata, in quanto ha dato lo sfratto:

    – a quella divina Rivelazione che la Chiesa dichiaraconclusa con la morte dell’ultimo apostolo;

    – alla Tradizione che n’è nata come supporto della vitae della giovinezza perenne della Chiesa;

    – al Magistero ecclesiastico come organo, solenne edordinario, di codesta Tradizione;

    – alla teologia dei grandi dottori, costruita sulla Rivela-zione e sulle definizioni dogmatiche per darle sicurezza“in lumine fidei, sub Ecclesiae Magistern ductu”19.

    Portando sulle spalle la pesante responsabilità d’un talesfratto, non so con quale faccia sia possibile presentarsi aDio, per affidargli la famosa Lettera e chiedergli di “farnestrumento della sua grazia”20.

    Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto.

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  • “Chiesa viva” *** Febbraio 2011 9

    C on frequenza crescente siha notizia di apparizioni,visioni, rivelazioni, mes-saggi, comunicazioni interiori, se-gni straordinari che vengono pre-sentati come provenienti da Dio,dalla Madonna e dai Santi. Così,accade che un numero sempre piùgrande di fedeli - non esclusi alcu-ni sacerdoti e religiosi - è indottoad accogliere questi fenomeni co-me indubitabili doni che la pater-na bontà di Dio elargisce ai suoi fi-gli, in tempi tanto stravolti e diffi-ciliRiteniamo nostro servizio episco-pale illuminare le nostre comunitàe i loro pastori, perché siano aiuta-ti a trovare e a seguire di fronte aquesti fatti il comportamento cheabbia maggiori garanzie di rispon-dere alla reale volontà del Signore.Riservandoci, se le circostanze lorichiederanno, di intervenire agiudicare espressamente i singolicasi, ci limitiamo adesso a richia-mare alcuni orientamenti di carat-tere generale.

    LA RIVELAZIONE E LE RIVELAZIONI PRIVATE

    Nessun dubbio che, in linea diprincipio, sia da ammettere la pos-

    stoli. Con l’apparizione al mondodel suo Figlio unigenito, tuttoquello che il Padre aveva da direagli uomini in questo ordine diprovvidenza è stato detto. Da allo-ra, il patrimonio delle verità rive-late non è più oggettivamente au-mentabile ed è affidato alla custo-dia infallibile della Chiesa, nellaquale lo Spirito di Dio ci assiste eci guida perché possiamo ricorda-re tutto quello che ci è stato comu-nicato a nostra salvezza e crescerenella sua comprensione.Ogni rivelazione privata, pertan-to, non potrà mai nella sua formae nei suoi contenuti aggiungerequalche verità nuova al “deposi-to” della fede o contrastare mini-mamente con la Rivelazione pub-blica, così come è custodita e in-terpretata dalla Chiesa. Di più, anche nell’ipotesi che nonsi possa escluderne l’origine so-vrumana, ogni rivelazione privatadovrà sempre conservare in rap-porto alla Rivelazione pubblicauna funzione del tutto relativa: va-le a dire, le rivelazioni private po-tranno giovare a qualcuno comeavvio alla fede cattolica o comeconforto nella fede cattolica, manon potranno mai reclamare l’ade-sione come fatto necessario per lavita religiosa di nessuno.

    Card. Giovanni Colombo.

    Rivelazioni Rivelazioni ee

    visioni privatevisioni privatedel card. Giovanni Colombo

    sibilità di apparizioni e messaggidi ordine divino: nessuno può ne-gare o restringere a Dio la libertàdi comunicare con le sue creaturecome ritiene più conveniente per illoro vero bene e secondo le neces-sità dei singoli momenti della sto-ria.Ma per ogni cattolico deve esserepersuasione chiara e certa che, inconformità al disegno di Dio che civenne manifestato, la Rivelazioneper la salvezza dell’umanità sì èconclusa definitivamente con lamissione di Gesù e dei suoi Apo-

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  • CRITERI PRUDENZIALI DI VALUTAZIONE

    I fedeli, nel valutare i fenomeni dicui si parla, per non correre il ri-schio di comportarsi con leggerez-za, sarà bene che non dimentichi-no alcuni criteri prudenziali di va-lutazione.

    1. Mentre i veri messaggi divinisono rarissimi, i visionari e gli il-lusi sono legioni, sicché l’atteggia-mento più sicuro e opportuno saràquello di coltivare una sana diffi-denza e di continuare a cercareuna spiegazione naturale dei fattiche si presentano come prodigiosi;in questo campo, l’eccessiva pro-clività a credere non va tanto giu-dicata come indizio di grande fe-de quanto di scarsa profonditàdello spirito.

    2. Non trattandosi della Rivelazio-ne pubblica, la cui trasmissioneDio ha con chiarezza e con certez-za garantito, è difficile raggiunge-re la sicurezza che il messaggio,sia autenticamente divino e arrivifino a noi senza alterazioni: si dàsempre la possibilità che il veg-gente - anche quando è realmentepersona di santità e di equilibrio -non capisca bene o non traducabene per gli altri la comunicazio-ne. Gli stessi grandi mistici dellatradizione cattolica, generalmente,non danno soverchia importanzaalle loro esperienze straordinarie,ma preferiscono appoggiare il loroinsegnamento a quanto attingonodal patrimonio della Rivelazionepubblica.

    SEGNI NEGATIVI

    I presunti fenomeni straordinaridei quali abbiamo notizia in questitempi sono accompagnati - vistinel loro insieme - da alcuni segniche inclinano a una valutazionenegativa. Essi sono:

    – una eccessiva attenzione allapersonalità delI’immediato desti-natario delle rivelazioni e unaesorbitante importanza data aisuoi messaggi, che sembrano rive-stire per molti devoti un interessepiù grande della stessa Rivelazio-ne pubblica; – la facilità per cui, con quieta e

    tenace disobbedienza, si violanole disposizioni ecclesiastiche daparte di alcuni gruppi, per esem-pio organizzando celebrazioni eu-caristiche domiciliari o altre formeillegittime di culto; – lo scarso scrupolo, anzi la de-plorevole disinvoltura, con cui sivantano inesistenti consensidell’autorità pastorale o si attri-buiscono a testi e a preghiere ap-provazioni ecclesiastiche che nonsono mai state date o non sonostate date a norma della vigentelegislazione.

    CORRETTO COMPORTAMEN-TO SACERDOTALE

    In particolare ai sacerdoti, per ri-guardo alla Missione di pastori emaestri che essi esercitano in no-me e per autorità del Vescovo, siraccomanda che abbiano a propor-re e a richiamare i criteri di giudi-zio che stiamo indicando, e, primaancora, che vi si attengano lorostessi. Una loro parola ha nella co-munità cristiana una risonanzapiù autorevole e più ampia diquella degli altri, perciò sono mag-giormente vincolati alle normedella prudenza e del riserbo.A essi si richiede che con una ca-techesi assidua e illuminata pro-pongano efficacemente ai fedeli,come sorgente di salvezza e disantificazione, la persona adora-bile del Signore Gesù, che è lagrande rivelazione del Padre, ilsuo mistero di morte e di risurre-zione, il suo Vangelo di verità, emostrino sulla via della salvezzala funzione materna di MariaSantissima. Quanto più i credentisaranno aiutati a entrare in questastrada regale di perfezione, tantopiù si troverà esaudita la loro setedi soprannaturale.

    IMPEGNO PER UNA AUTENTICA SPIRITUALITÀ

    Bisogna dire, però, che anche que-ste forme extra-normali di religio-sità vanno attentamente conside-rate per scoprire i motivi della lorodiffusione.In un mondo dove il divino è statoprogressivamente estromesso, ilcuore dell’uomo è più acutamenteinquieto e desidera riconquistare

    la comunione esistenziale col Diovivo. Forse anche l’accentuazionedella “secolarità” delle cose, lapresentazione della religione comeimpegno spiccatamente sociale, laprevalente “orizzontalità” dellalettura che in molti ambienti si fadel messaggio cristiano, il taglioesageratamente “antropologico”del discorso di fede, suscitanonell’uomo di oggi la nostalgia diuna religione più immediata, piùricca di sentimento, più attenta almondo invisibile, più fondatasulla comunione esplicita con letre Persone divine e sul colloquiopersonale con la Madonna e con iSanti.Dobbiamo sentirci tutti più impe-gnati a far sì che le aspirazioni le-gittime e profonde dell’animoumano non abbiano a cercare i lo-ro appagamenti fuori della anor-male e autentica vita ecclesiale, senon addirittura fuori dell’orto-dossia. In particolar modo, i pa-stori d’anime si riterranno anzi-tutto obbligati a vivere con gioianella propria condotta quotidianai grandi valori della spiritualitàdel sacerdozio diocesano, secon-do le indicazioni date recente-mente dai vescovi lombardi (Ilministero sacerdotale diocesano -Elle Di Ci - Torino, 1978). Analo-gamente, i religiosi e le religiosecon schietto desiderio si rifarannospesso alle loro sorgenti, cioè alcarisma del Fondatore o dellaFondatrice e allo spirito animato-re degli inizi, per trasferire quelcarisma e quello spirito nelle mu-tate forme e istanze storiche se-condo i rinnovamenti conciliariautorevolmente sanciti. I sacerdoti rivolgeranno, inoltre, illoro sforzo a riproporre conprofonda convinzione ai fedeli ilprimato della vita interiore.La centralità della preghiera e del-la meditazione amorosa della pa-rola di Dio, l’efficacia formativa diuna liturgia degnamente celebratae vitalmente assimilata. Cureran-no altresì che non rallenti la pro-pria generosa disponibilità nell’il-luminato ministero della riconci-liazione della direzione spirituale.Per queste vie e con questi mezzioffriranno la miglior risposta allaprovocazione, forse salutare, chederiva dai richiamati fenomeni e ilmiglior antidoto ai pericoli che es-si comportano.

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  • “Chiesa viva” *** Febbraio 2011 11

    La verità sull’evoluzione e l’origine dell’uomo

    di Pier Carlo Landucci

    Occh i su l la Po l i t i ca

    FUORI DAL GREGGE

    Francesco Cianciarelli, è proprio vero,Quel che mʼhai scritto nella cartolina -“Romana” - ricevuta stamattina;Quasi mʼavessi letto nel pernsiero:

    LʼEGREGIO intendo, di cui vado fiero:Fuori dal gregge della razza “homina”,E, in parte, difensor della Dottrina,Coi miei sonetti, in stile battagliero!

    Sed quoque tu sei egregio, Cianciarelli,In questo nostro mondo pecorile,Coi lupi, travestitisi da agnelli,

    Da tempo penetrati nellʼovileDel Buon Pastore, tramite i “fratelli”Della giudaica Loggia mercantile!

    Prof. Arturo Sardini

    Chiosa

    Fuori dal gregge, in genere, allevato,Tosato, munto e, quindi, macellato,Dai mercenari! Complici incoscienti,Anche taluni preti deficienti!

    28

    GENETICA

    GRANDE PROVA SPERIMENTALE CONTRO LʼEVOLUZIONE

    Ebbene, questa perfezione, che si nota in tutte le specie viventi, co-stituisce effettivamente unʼimpressionante rivelazione sperimentalecontro lʼevoluzione. Se, infatti, la scala delle specie fosse il risultato diun progressivo, casuale, spontaneo conato perfettivo della natura, ilmondo dovrebbe essere pieno, tra lʼuna e lʼaltra specie perfetta, di spe-cie abbozzate, rudimentali e incomplete, cioè in ritardo rispetto alle sin-gole specie complete verso cui sono avviate. Piccole o grandi che sianole “mutazioni”, avvalorate dalla “selezione”, ipotizzate dallʼevoluzioni-smo, tra lʼuna e lʼaltra specie sarebbero cioè certamente dovute compari-re tali specie intermedie incomplete, di cui invece non troviamo alcunatraccia.Lʼattuale quadro del mondo vivente può essere infatti considerato comeunʼistantanea del presunto lunghissimo movimento evolutivo natu-rale, sempre e anche attualmente in azione. Vi si dovrebbero quindi co-gliere, nella lunga scala dei gradi di evoluzione raggiunti, non solo lespecie perfette, ma anche quelle intermedie e incomplete; e ciò, sia neltronco principale, terminato, per ora, allʼuomo, sia nelle ramificazioni del-le altre specie. Tali risultanze dovrebbero essere quindi numerosissime.(...) Ora in questa presunta fabbrica evolutiva naturale si trovanoproprio successive macchine, tutte perfette. Si deve quindi esclude-re che la natura sia una grande fabbrica produttrice evolutiva. Questo rilievo fondamentale è ulteriormente chiarito considerando quellaparte dellʼuniverso in cui lo sviluppo evolutivo è invece certamente avve-nuto: lʼuniverso inanimato. Lʼevoluzione planetaria è un fatto abbastan-za sicuro, anche se molte modalità restano ancora incerte: e si ammetteche essa prosegua anche oggi. Lʼosservazione presente è pertanto comeunʼistantanea, che fissa un momento degli sconfinati tempi evolutivi co-smici. In questa istantanea, si notano effettivamente le successive tappe:masse amorfe, stelle, pianeti. Niente di simile nel mondo animato.Lʼunica scappatoia contro il valore di questa prova sarebbe lʼipotesi chetutte le linee evolutive siano ormai giunte alle rispettive strutture perfette.

    Ma è una ipotesi artificiosa, completamente gra-tuita e che suppone un assurdo universale sin-cronismo di produzione evolutiva, in tutte le di-sparatissime ramificazioni. Tuttavia, anche in questa artificiosa ipotesi lʼesi-stenza delle suddette fasi incomplete dovrebbeaver lasciato numerosissime tracce negli strati fos-sili, che sono come il museo naturale in cui sonostate fissate le varie tappe della evoluzione. Ma es-si invece non rivelano che la successione dispecie perfette e costituiscono di questa provasperimentale antievoluzionista, una clamorosaconferma.

    (continua)

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  • 12 “Chiesa viva” *** Febbraio 2011

    DOCUMENTA FACTA

    «Salve,non so neanche come ri-volgermi a Lei. Io michiamo Daniele di Lu-ciano e sono uno stu-dente di filosofia. Speronon Le dispiaccia, mi ri-volgerò a Lei come: Si-gnor Papa. E spero possa perdona-re la mia emozione per-ché è la prima volta chemi rivolgo ad una per-sona di “tale livello”, epossa perdonare ancheil mio abbigliamento.Mi scusi se non mi sonomesso migliaia di euroaddosso ma... non liho... e poi penso che siaimportante quello che si dice, che siano importanti leparole e non come sia vestito chi le pronuncia.Arriviamo al dunque: io voglio sapere la verità daLei, per questo ho sentito il bisogno di mandarLequesto messaggio.

    Una piccola premessa: ho letto le Sue parole del 13

    novembre 2010, dovedice che internet po-trebbe causare spaesa-mento e solitudine neigiovani. L’ho lettosull’Ansa. Bene, potreb-be anche essere vero,però mi chiedo: comemai tutto questo timorenei confronti di internetquando lo spaesamentoe la solitudine li crea an-che la TV? Anzi forse laTV crea ancora più soli-tudine, perché in TVnon si può interagirecon nessuno, si può soloascoltare passivamente;invece in internet si puòinteragire con altre per-

    sone. Poi lo spaesamento... beh, lo spaesamento, se-condo me, è dato dalle informazioni false. In TV,esistono solo informazioni false, in TV non c’è la ve-rità, in TV esiste solo la propaganda; Lei lo saprà me-glio di me... e invece su internet, se si cerca bene, sipuò arrivare alla verità... e, come diceva Qualcuno,“la verità vi renderà liberi”.

    FILMATO-MESSAGGIO A BENEDETTO XVI

    DI UN GIOVANE STUDENTE DI FILOSOFIA

    Il prof. Giacinto Auriti col card. Joseph Ratzinger.

    di Daniele di Luciano

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  • “Chiesa viva” *** Febbraio 2011 13

    Lo diceva Gesù. Lei sicuramente lo saprà, Signor Pa-pa. Ed io sono d’accordo con Gesù perché credo che,senza conoscere la verità, non si possa essere liberi,in quanto: come faccio io a scegliere se non conoscola verità? Posso solo scegliere tra due bugie, mentre,se avessi saputo la verità, magari, la mia scelta sareb-be stata diversa.Io voglio essere libero e pretendo di essere libero.

    Ora, chiedo la verità a Lei, Signor Papa, riguardo aduna questione particolare. Lei forse non si ricorderà,non lo so, comunque, diversi anni fa, quando era an-cora Cardinale, Lei ha conosciuto una persona; ha co-nosciuto Giacinto Auriti: un docente di giurispru-denza che è stato nominato al Premio Nobel perl’economia, per aver scoperto il “valore indotto”della moneta. Egli ha denunciato la Banca d’Italia egli allora governatori, Ciampi e Fazio, per “truffa”,“usura”, “associazione a delinquere”, “falso in bi-lancio” e “istigazione al suicidio”. Auriti è stato ilco-fondatore dell’Università di giurisprudenza di Te-ramo. Dunque, per riallacciarci al discorso di prima, questeinformazioni in TV non vengono date, mentre in in-ternet, fortunatamente, si trovano. E in internet hoanche trovato questo filmato che Le faccio vedere:

    Il Prof. Auriti che dice: “Giorni fa, un Vescovo mi hachiesto: ‘ma che cos’è, secondo te, la dottrina socialedella Chiesa?’. ‘La Dottrina sociale della Chiesa sonopoche parole che stanno nel Padre Nostro: dacci oggiil nostro pane quotidiano. Basta. Che significa ‘no-stro’? Che non devi dare solo il pane ma anche il di-ritto di pretenderlo, in piena dignità giuridica, cioè laproprietà! E questo è possibile solo se diamo adognuno la proprietà della moneta per acquistare laproprietà del pane. Ecco perché non è possibile at-tuare la Dottrina sociale della Chiesa se non si attua ilprincipio della proprietà popolare della moneta’. Mi fa piacere che, il giorno 21 scorso su ‘Avvenire’,in prima pagina, è riportato il libro di Bruno Tar-quini che parla di Guardiagrele, del Simec, dellateoria del valore indotto, come libro consigliato dal-la Chiesa. E mi ha scritto un biglietto il cardinaleRatzinger augurandomi di continuare nella batta-glia per l’attuazione della Dottrina sociale dellaChiesa, cosa che noi stiamo facendo bene”.

    Lei, quindi, aveva mandato un biglietto al professorAuriti invitandolo a continuare nella sua lotta. So,addirittura, che dopo quel biglietto, Lei e il profes-sor Auriti, vi siete incontrati e siete stati a colloquioper 5 ore. Infatti, ho trovato in internet anche questafoto (vedi foto all’inizio dell’articolo). Ora, io non ho mai avuto la fortuna di dialogare 5 ore

    con il professor Auriti, però, credo che qualsiasi per-sona abbia avuto questa fortuna, sia riuscita a capireil pensiero di Giacinto Auriti che cioè, per essereproprietari del pane, dobbiamo essere proprietaridella moneta con cui compriamo il pane. Invece og-gigiorno, la moneta, all’atto dell’emissione, ci vieneprestata, quindi, addebitata. Tutti i cittadini sonoindebitati, di tutta la moneta che viene emessa dabanchieri privati. Lei queste cose le sa ed avrà anche capito, dopoaver parlato con Auriti, che questa è la truffa piùgrande che un uomo abbia mai concepito a dannodi altri uomini... e questo è il motivo del video mes-saggio. Voglio sapere la verità su questo punto, per-ché Lei avrà sicuramente le sue buone ragioni, ma ionon le conosco e quindi le vorrei scoprire: perchéLei, quand’era Cardinale diceva ad Auriti di conti-nuare nella lotta e adesso, che è addirittura diventa-to Papa, non parla di queste cose?Ad esempio, oggi è domenica, ne potrebbe parlarenell’Angelus. Lei è il Papa, ha una certa importanzaanche a livello politico. Sicuramente Lei avrà le suebuone ragioni, se non lo fa. Magari avrà dimenticatol’incontro con Auriti, anche se mi sembra poco vero-simile; oppure, molto più probabilmente, avrà dellemotivazioni per cui non ritiene importante parlare diqueste cose. Bene, come diceva Gesù, “la verità ci renderà liberi”ed io vorrei sapere la verità, almeno, sul perché Leinon dice la verità!Grazie per l’attenzione e La saluto, Signor Papa».

    MESSA NELLA CHIESA DI SANTA MARIA IN SILVA - BRESCIA(Domenica 21 novembre 2010 – Ore 11,30)Celebrante Don Giuseppe Tomasini.

    Il Sacerdote ha fatto leggere, insieme a lui, le preghie-re che, sul foglio della Messa distribuito ai fedeli, so-no indicate come preghiere che devono essere lettesolo dal Celebrante, alla “colletta”, dopo “la pre-ghiera dei fedeli” e dopo la Comunione.Il Sacerdote ha fatto il sermone, durante il quale perdue volte ha detto: «Cristo impiccato sulla Croce»,prima che venissero lette le “letture” e il Vangelo.In sostituzione della recita del Credo, insieme ai fe-deli, il Celebrante ha letto una pagina di Paolo VI,che, come affermato dal Sacerdote, «A volte avevadei momenti di vera poesia».Alla Comunione, il Sacerdote ha messo, vicino al suofianco su una colonnina-piedistallo, una ciotola pie-na di Ostie consacrate ed ha detto: «Chi vuole siprende da solo la Comunione; agli altri la dò io».

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  • 14 “Chiesa viva” *** Febbraio 2011

    MONS. GIROLAMO BORTIGNONIL NEMICO DI PADRE PIO

    «Nell’aprile 1932, Brunatto, che nonera al corrente del negoziato di Mor-caldi col card. Rossi, perché appenarientrato dall’estero, andò su tutte lefurie. Litigò aspramente con Morcaldi.Era come una belva ferita. Non si davapace per essere stato turlupinato inquel modo. (…). Brunatto, allora, pre-se contatto con altri amici fidati, espo-se loro la dolorosa vicenda di PadrePio e chiese aiuto per poterla risolvere.Discussero a lungo e, alla fine, si lega-rono con un giuramento e cominciaro-no ad agire.Ormai, nessuno avrebbe più potuto fer-marli. Gli amici italiani di Padre Pioerano preoccupati. Temevano che l’in-transigenza e la violenza di Brunattofossero nocivi per la causa del Padre.Gli scrivevano lettere per invitarlo alla prudenza e lui ri-spondeva con lettere di fuoco.Il 21 novembre 1932, da Parigi, egli scrisse ad AntonioMassa, amico di Padre Pio: “Anche tu stai diventando co-niglio. La tua lettera è un’altra prova della vostra stupidaarrendevolezza e della gretta mentalità che indusse il mel-lifluo Morcaldi a cedere (…) ai barattieri, ai sodomiti

    I l s egre toI l segre todella “tomba vuota”della “tomba vuota”

    di Padre Piodi Padre Pio

    che si annidano o peggio che trionfa-no nella Chiesa di Cristo. (…) Nessu-na scomunica potrà farci paura. L’uni-versalità dei fedeli giudicherà al lumedi documenti inconfutabili”.La lettera, fatta pervenire al card. Ros-si, dava un’idea precisa di come proce-devano le cose. Il Cardinale la feceleggere ai colleghi del Sant’Uffizio.Questi decisero di tentare una media-zione.Vennero a sapere che Brunatto avevapreparato un libro dal titolo “Gli anti-cristi nella Chiesa del Cristo” e nelfrontespizio si leggeva: “Trecento do-cumenti originali, che sfidano ognivelleità di smentita, costituisconol’armatura di questo formidabile at-to di accusa”.Il volume, stampato dall’Editrice Al-dana, a firma di John Willoughy, incinque lingue, era diviso in due parti: i

    fatti e i documenti. Questa notizia portò lo sgomento ne-gli ambienti ecclesiali romani. Il libro venne presentato, nel corso di una imponente con-ferenza stampa, alla stampa internazionale. Cominciaronoa uscire articoli in tutto il mondo.Ormai, il grande scandalo era inevitabile. Le autorità ec-clesiastiche si resero conto che Brunatto faceva sul serio.

    a cura del dott. F. A.

    1818

    Mons. Girolamo Bortignon.

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  • “Chiesa viva” *** Febbraio 2011 15

    Entrò in gioco anche il Papa PioXI. Disse che bisognava trattare.Ma Brunatto era come un leone fe-rito e non voleva prendere contatticon nessuno. I porporati delSant’Uffizio decisero di giocare lacarta Padre Pio; Brunatto nonavrebbe detto di no.Il 14 marzo 1933, Mons. Pasetto,vescovo cappuccino e mons. Bevi-lacqua furono inviati a San Gio-vanni Rotondo. Parlarono con Pa-dre Pio e gli chiesero di scrivereuna lettera a Brunatto. Padre Piodisse che “bisogna purtroppoconvincersi che da costui c’è po-co o nulla da sperare, se non glisi rende in qualche modo giusti-zia”. Comunque, obbedì: scrisse lalettera e la consegnò. La letteravenne portata a Foggia e, dalla Ca-sa provincializia dei Frati Cappuc-cini, spedita a Brunatto.Ma questa volta, il gioco non fun-zionò. Brunatto rispose con unalettera datata 4 aprile 1933 da Pari-gi: “Venerato e amatissimo Padre(…) debbo dedurre che, se ella miha scritto direttamente, malgrado ilnoto e crudele divieto, lo ha fattoperché glielo hanno ordinato. (...)vi è davvero da restare edificati cheil Generale dei Cappuccini, anzi-ché far valere i suoi diritti di Pa-dre contro i persecutori del pro-prio figlio innocente, si associ allespie per darne la testa in mano alcarnefice. (…). Il prezzo del no-stro silenzio, il prezzo del libro è noto: la liberazione delgiusto e l’allontanamento del colpevole. A questo attodi giustizia vi è un solo impedimento: il diabolico orgo-glio dei giudici”.La lettera, come aveva previsto Padre Pio che conoscevabene Brunatto, non lasciava margini al dialogo. Ai giudici romani non restava che la resa.Il 23 giugno 1933, mons. Cesarano arcivescovo di Man-fredonia (…) sale a San Giovanni Rotondo.Il 15 luglio 1933, a San Giovanni Rotondo, arriva il Padreprovinciale. La sera, durante la cena, informa la comu-nità che la prigionia di Padre Pio è finita. Il giorno do-po, 16 luglio 1933, domenica, Padre Pio riprende a cele-brare la Messa in chiesa, davanti alla gente.Era quindi finito il periodo di segregazione (…) ma nono-stante tutto, anche in questa occasione Padre Pio nonvenne “riabilitato”. La fine della segregazione venivaconcessa come “grazia” in occasione dell’Anno Santo incorso. Padre Pio, per i giudici del Sant’Uffizio, restavacolpevole, degno di punizione, ma la pena veniva sospesaper un intervento di grazia. (…).

    I giudici del Sant’Uffizio si piega-rono perché costretti. Ma non vol-lero fare giustizia. Nella letteradel Sant’Uffizio, inviata al PadreGenerale dei Cappuccini, in data14 luglio 1933, si legge che la“grazia” consisteva nel poter cele-brare la Messa nella chiesa delconvento con la partecipazione del-la gente e nel poter confessare iconfratelli religiosi. Nient’altro. APadre Pio restava interdetta la con-fessione degli esterni al convento.Inoltre, al Padre guardiano venneinviata, a parte, una lettera dovevenivano richiamate tute le restri-zioni già imposte a Padre Pio, af-finché venissero scrupolosamentefatte osservare:

    – estensione della clausura anchealla sacrestia;

    – la comunione alle donne distri-buita solo alla balaustra;

    – nessuna donna può avvicinarsiall’altare;

    – Padre Pio può scendere dal con-vento solo per la S. Messa, usan-do la scala interna;

    – Padre Pio non deve parlare conle donne e non deve dare da ba-ciare la mano;

    – le donne non possono sostare nelcorridoio e nel chiostro se nonper necessità;

    – nessuno può entrare all’internodel convento prima della Messaper salutare Padre Pio;

    – le visite a Padre Pio devono essere rare e brevi;– le Messe solenni devono essere celebrate dal superiore,

    mai da Padre Pio.

    È difficile parlare di “liberazione”. Era piuttosto una pal-lida libertà vigilata. Inoltre, mentre la notizia delle condan-ne veniva sempre regolarmente pubblicata dall’“Osserva-tore Romano”, riprese subito dalla stampa di tutto il mon-do, per la “pseudo-liberazione”, l’“Osservatore Roma-no” non pubblicò neppure una riga e, di conseguenza,nessun altro giornale ne parlò.Padre Pio era contento lo stesso. (..). Dovette però aspet-tare un anno prima di ottenere il permesso anche di con-fessare uomini e donne: per gli uomini, il permesso fuconcesso il 25 marzo 1934; per le donne, invece, il 12maggio 1934»20.

    20 Renzo Allegri, “Padre Pio, un S anto tra noi”, Oscar Mon-dadori, Milano 1998, pp. 291-296.

    Padre Gemelli è stato il filosofo della prima persecuzione contro Padre Pio.

    Chiesa viva 435 F-elena:Chiesa viva 435 F 10/01/11 11:51 Pagina 15

  • 16 “Chiesa viva” *** Febbraio 2011

    Questa Croce apparve in Francia, a Dozulé, tra il 1972 e il 1978.

    Il Vescovo del luogo, Mons. Bacré di Bayeuv-Liseux,dopo aver fatto esaminare quell’evento da una Commissione, il 27 aprile 1984,

    ESPRESSE PARERE NEGATIVO,dichiarando, inoltre, che i Partigiani della tesi di Dozulè e i suoi diffusori,

    NON SONO IN COMUNIONE CON LA CHIESA.

    “Chiesa viva”, perciò, supplica tutta la Gerarchia cattolica di impedire, in tutte le loro Diocesi,

    che venga innalzata quella Croce satanica di stampo massonico, e prega tutti i Sacerdoti di non permettere che si organizzino gruppi di fedeli

    per pellegrinaggi a quelle “Croci senza il Crocifisso Gesù Redentore!”.

    In questi tempi di secolarizzazione, in cui il satanismo massonico ha lavoratoper eliminare ogni segno sacro di Cristianesimo,

    come ha già fatto facendo togliere Gesù Eucaristico dall’Altare, oggi, sta facendo eliminare il Crocifisso da ogni luogo pubblico

    (scuole, ospedali, sale di tribunali, cimiteri, ecc..), sostituendovi, satanicamente camuffata di luce, una Croce senza Crocifisso.

    La diffusione delle “Croci di Dozulé” serve per diluire sempre di più la Fede in Gesù Cristo dalle coscienze delle generazioni venture, affinché non vedano più le cappelline col Crocifisso di una volta,

    dove i nostri padri e nonni si fermavano a pregare, fissando lo sguardo su quella...

    Croce del Golgota col Cristo Crocifisso Redentoreunico vero simbolo della nostra Fede e della nostra Civiltà cristiana!

    La croce SATANICA

    di Dozulé

    La croce SATANICA

    di Dozuléa cura del sac. dott. Lugi Villa

    Chiesa viva 435 F-elena:Chiesa viva 435 F 10/01/11 11:51 Pagina 16

  • “Chiesa viva” *** Febbraio 2011 17

    Le presunte “rivelazioni” avvenute in Francia, tra il 1972 e il 1978, facevano riferimento ad una croce metallica,

    sempre della stessa forma, e che era luminosa anche di notte.Dopo il parere negativo del Vescovo del luogo,

    mons. Badré di Bayeuv-Lisieux, espresso il 27 aprile 1984, aggiungiamo che il card. Joseph Ratzinger,

    Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, approvò la decisione e le disposizioni del Vescovo mons. Badré.

    Anche il Vescovo successore di mons. Badré confermò, il 15 marzo 1991, quella posizione negativa, dichiarando, tra lʼaltro, che

    «I partigiani della tesi di Dozulé e i suoi diffusori NON SONO IN COMUNIONE CON LA CHIESA».

    Ma i “testimoni della croce” continuano proprio come i fanatici sostenitori di Medjugorje,

    nonostante la Dichiarazione del Vescovo di Mostar, e dopo la conferma della

    Congregazione per la Dottrina della Fede.

    Perché si continua, malgrado queste condanne?

    Purtroppo, le croci cosiddette di “Dozulé”, sono già migliaia e sparse ovunque, mai Vescovi e i Sacerdoti dovrebbero far togliere quelle croci senza il Crocifisso,e non prestarsi ad incontri di preghiera presso di esse, perché le croci di Dozulésono croci sataniche, come dimostriamo in questo nostro articolo!

    Lʼaltezza di queste croci deve essere rigorosamente di 7,38 metri di altezza; devono avere i “bracci” orizzontali di 1,23 metri, orientati da est a ovest,

    il braccio superiore anchʼesso di 1,23 metri, la larghezza di tutti i bracci di 0,72 metri e lo spessore di 0,42 metri.

    Ogni croce, poi, deve avere i “colori di Maria”: lʼazzurro, per il profilo; il bianco, per le facce nord e sud,

    rivestite di policarbonato bianco per renderle fluorescenti e luminose di notte.

    Perché queste misure, perché questi colori?

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  • 18 “Chiesa viva” *** Febbraio 2011

    La CROCE

    dell’ANTICRISTO

    La CROCE

    dell’ANTICRISTO

    LL a croce di Dozulé, nelle sue poche misure,nasconde dei significati occulti che inneg-giano alla ribellione e alla guerra a Dio,esaltano la figura del “Maestro” massone o “Uomo-Dio” e glorificano la blasfema e satanica “Triplice Tri-nità” massonica e l’Anticristo!Questa croce è un orribile e sacrilego insulto aNostro Signore Gesù Cristo e alla Santissima Tri-nità. Rappresentiamo la croce nelle tre figure:

    1.1. RIBELLIONE E GUERRA A DIORIBELLIONE E GUERRA A DIO

    L’altezza della croce 738 è la somma di 666 + 72 (=66 + 6 = 666) (72 è anche la larghezza dei braccidella croce). Ora, 666 è il Marchio della Bestia e il n°dell’Anticristo; 72 rappresenta il “dio” cabalistico Luci-fero.L’ampiezza totale dei bracci orizzontali: 123 + 123 +72 = 318 simboleggia 3 volte 18 = 3 volte 666, che èla dichiarazione di guerra a Dio della Massoneria.Sommando i 5 numeri 666 e tenendo presente che lospessore della croce: 42 = 6 x 6 + 6 = 666, il totale è6 volte 666 = 108 che simboleggia l’Occhio di Lucife-ro (il “Fuoco” della ribellione a Dio della 1a Trinitàmassonica).

    2.2. “MAESTRO” MASSONE, O “UOMO-DIO”“MAESTRO” MASSONE, O “UOMO-DIO”

    Puntando, nel punto centrale più basso della croce,con ampiezza 666, e tracciando un arco di cerchio, siinterseca l’asse dei bracci orizzontali nei due punti B

    e C la cui distanza è 666 cm. I tre punti A, B, C for-mano un triangolo equilatero di lato 666. Costruendouna Stella a 6 punte, con un altro triangolo identico, ilvertice superiore di questo secondo triangolo haun’altezza di 771 cm.Ora, il 666 e il n° 15 = 7 + 7 + 1, rappresentano la“Pietra perfetta” e il “Maestro” massone, detto anche“Uomo-Dio”.I 6 lati 666 di questa Stella a 6 punte = 6 volte 18 =108, simboleggiano l’Occhio di Lucifero (lo “Spiritosanto” satanico della 2a Trinità massonica).Ora, la “Stella a 6 punte” col Punto centrale (“Spiritosanto” satanico), rappresentano l’“Anima giudaica” eformano il n° 7 che è il numero del “Maestro” masso-ne della “Pietra perfetta” o dell’“Uomo-Dio”.Infine, poiché nella simbologia cromatica massonica,il colore “azzurro” equivale al colore “nero”, i cosid-detti “colori di Maria”, azzurro e bianco, agli occhi diun massone, diventano nero e bianco.Nella simbologia cromatica massonica i due colori si-gnificano: nero = uomo; bianco = Dio.Quindi i due colori esprimono l’“Uomo-Dio”.

    3.3. LA CROCE DELL’ANTICRISTOLA CROCE DELL’ANTICRISTO

    L’insieme dei 666 rappresentati dagli elementi fonda-mentali della geometria in figura, totalizza il n° 108che simboleggia l’Occhio onniveggente di Luciferodella 3a Trinità massonica.Inoltre, il “Fuoco” della ribellione a Dio, lo “Spiritosanto”satanico, e l’“Occhio onniveggente” di Luciferosono i tre punti focali della blasfema e satanica Tripli-ce Trinità massonica.

    a cura dell’Ing. Franco Adessa

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  • “Chiesa viva” *** Febbraio 2011 19

    A

    Il “Fuoco” della ribellione a Dio

    Il “Fuoco” della ribellione a Dio

    Sommando:

    1 volta 666 dell’altezza 666 = 738 - 72;1 volta 666 per 72 e della larghezza bracci;1 volta 666 dello spessore 42 dei bracci;3 volte 666 dell’ampiezza 318 dei bracci;

    si perviene al totale di 6 volte 666 = 108

    Il numero 108 simboleggia l’Occhio di Lucife-ro, ma tenendo presente che siamo ancora alprimo stadio, questo rappresenta il “Fuoco”della ribellione a Dio della 1a Trinità massoni-ca.

    La dichiarazione di guerra a Dio

    L’ampiezza totale dei bracci orizzontali è: 123 + 123 + 72 = 318Il numero 318 o meglio 3 volte 18 = 3 volte666, rappresenta la dichiarazione di guerra aDio della Massoneria.

    Le misure sataniche della croce

    L’altezza della croce 738 è la somma di 666 + 72 = 738Il numero 72, che rappresenta anche la larghezza dei bracci della croce, essendo la somma di 66 + 6, esprime i numero 666.Il n° 666 è il Marchio della Bestia e il n° dell’Anticristo.

    I “numeri” di Lucifero

    666 simboleggia il Marchio della Bestia e ilNumero dell’Anticristo.

    72 essendo 72 = 66 + 6, questo numeroesprime ancora il 666, sopra descritto.Inoltre, rappresentando i 72 nomi del“dio” cabalistico Lucifero, esprime l’ideadell’Ecumenismo massonico che vuoleriunire tutte le religioni mondiali al fine didistruggere la Chiesa cattolica.

    42 essendo 42 = 6 x 6 + 6, questo numeroesprime ancora il 666, sopra descritto.Inoltre, 42 ha a che fare con l’Inferno.Esso rappresenta Osiride, la grande di-vinità dell’Inferno che, nella credenzauniversale egiziana, giudicava i morti inpresenza di 42 demoni, detti “Giudici deimorti”.

    RIBELLIONE E GUERRA A DIO

    666

    cm

    738

    cm

    72 c

    m

    72 c

    m

    72 c

    m

    123 cm

    318 cm

    123 cm

    123

    cm

    72 cm

    Spessore croce = 42 cm

    SULLA CROCE DI DOZULÉ VI È LUCIFERO SOTTO DIVERSI SIMBOLI E IL “FUOCO” DELLA SUA RIBELLIONE A DIO!

    Chiesa viva 435 F-elena:Chiesa viva 435 F 11/01/11 10:19 Pagina 19

  • 20 “Chiesa viva” *** Febbraio 2011

    “MAESTRO” MASSONE, O “UOMO-DIO”

    I tre poteri del Regno di Lucifero

    1. 666 Marchio della Bestia, n° dell’Anticristoo della 3a Trinità massonica;

    2. 72 simboleggia gli Ebrei cabalisti e il loroEcumenismo massonico;

    3. 33 simboleggia la Massoneria di RitoScozzese Antico ed Accettato.

    I “colori di Maria”

    Poiché nella simbologia cromatica massonica,il colore “azzurro”ha identico significato del co-lore “nero”, i “colori di Maria”, “azzurro”e “bian-co” diventano: “nero”e “bianco”.Il “nero” simboleggia l’ Uomo;il “bianco”, simboleggia Dio; pertanto i due co-lori rappresentano l’“UOMO-DIO”!

    Lo “Spirito Santo” satanico

    Moltiplicando i 6 lati della “Stella a 6 punte”per la loro ampiezza di 666, si ottiene il nu-mero 108 che simboleggia l’Occhio di Lucife-ro che, in questa figura esprime lo “SpiritoSanto” satanico della 2a Trinità massonica.

    Il “Maestro” massone, o Uomo-Dio

    La “Stella a 6 punte”, col Punto centrale, rap-presenta l’Anima giudaica del massone per-venuto al 15° grado della Massoneria di RitoScozzese Antico e Accettato.I 6 lati della “Stella” e il Punto centrale forma-no il numero 7 che è il n° del “Maestro” mas-sone, detto anche “UOMO-DIO”!

    SULLA CROCE DI DOZULÉ NON VI È IL “CRISTO CROCIFISSO” MA IL “MAESTRO” MASSONE E L’“UOMO-DIO”!

    H = 771 cm = 7 + 7 + 1 = 15 n° del “Maestro”o “Uomo-Dio”

    h = 33

    h = 72

    h = 666

    A

    Am

    piez

    za 6

    66 c

    m

    Lato di 666 cm

    Lato di 666 cm

    36 cm = 4 x 9 = 4 x 184: quadrato, indicail mondo coi suoi 4punti cardinali;18: il CavaliereRosa-Croce chedeve cancellare ilSacrificio di Cristosulla Croce (4) dal-la faccia della terra.Lato di 666 cm

    Lato di 666 cm

    Lato

    di

    666

    cm

    Lato

    di

    666

    cm

    B C

    Altezza croce = 738 cm

    Lo “Spirito Santo” satanico

    Chiesa viva 435 F-elena:Chiesa viva 435 F 11/01/11 10:20 Pagina 20

  • “Chiesa viva” *** Febbraio 2011 21

    LA CROCE DELL’ANTICRISTO

    1a satanica “Trinità” massonica

    Il triangolo verde, a linea tratteggiata, costitui-to dai vertici: Terra, Acqua e “Fuoco”, rappre-senta la 1a Trinità massonica, la “Materia pri-ma”, la “Pietra grezza”, e cioè i fedeli profaniche devono essere plasmati e “levigati” dallaMassoneria per diventare “Pietra perfetta”, al15° grado.

    2a satanica “Trinità” massonica

    La “Stella a 5 punte”, la “Stella a 6 punte” e ilCerchio centrale (“Spirito Santo” satanico)formano la 2a Trinità massonica del “Mae-stro” massone, l’“Uomo-Dio” o “Pietra perfet-ta” del 15° grado della Massoneria diR.S.A.A.. L’“Uomo-Dio” è affrancato da ogniAutorità divina, perché lui stesso è Dio!

    3a satanica “Trinità” massonica

    Il Triangolo rovesciato a sfondo rosso, costi-tuito da Lucifero, l’Imperatore del Mondo e ilPatriarca del Mondo con l’Occhio onniveg-gente di Lucifero al centro, forma la 3a Trinitàmassonica, cioè l’Anticristo del-l’Apocalissedi S. Giovanni, formato dalle tre bestie: il Dra-go, la Bestia salita dal mare e la Bestia salitadalla terra con due corna da agnello, cheperò parlava come un Drago.

    L’Occhio onniveggente di Lucifero

    Nella figura, gli elementi fondamentali sono 4: 1. altezza croce: 738 = 7 + 3 + 8 = 18 = 6662. larghezza croce: 318 = 3 volte 6663. stella a 6 punte = 18 lati = 18 = 6664. stella a 5 punte = 3 triangoli aurei = 666totale = 6 volte 666 = 6 volte 18 = 108Il numero 108 simboleggia l’Occhio onniveg-gente di Lucifero, all’interno del Triangolo ro-vesciato della 3a Trinità massonica.

    SULLA CROCE DI DOZULE NON VI È LA SANTISSIMA TRINITÀMA LA BLASFEMA E SATANICA “TRIPLICE TRINITÀ” MASSONICA!

    H

    A

    B C

    L’“Occhio”onniveggente di LuciferoLucifero

    Imperatore del Mondo Patria

    rca de

    l Mon

    do

    Terra Acqua

    Fuoco

    Spirito Santo satanico

    Chiesa viva 435 F-elena:Chiesa viva 435 F 10/01/11 11:51 Pagina 21

  • 22 “Chiesa viva” *** Febbraio 2011

    del dott. Franco Adessa

    Conoscere la Massoneria

    1 Cfr. Mons. George E. Dillon, “Grand Orient Freemasonry Unma-sked as the secret power behind Communism”, Christian BookClub of America, PO Box 900566, Palmdale, CA, p. 116-117.2 Idem, pp. 128-130.

    «Nelle opere autorevoli citate, sono abbondanti le prove chedimostrano che la Massoneria, come aveva assistito la Rivo-luzione Francese e Napoleone I, ora assisteva i Tede-schi. Essa aveva tradito la Francia e lʼaveva abbandonata nellemani del suo Imperatore senza scrupoli. Mazzini impedìallʼItalia di assistere Napoleone III e, prima di morire, ebbe lasoddisfazione nel vedere questo suo acerrimo nemico parte-cipare allʼultimo assalto al Vicario di Cristo, mettendo Romae i resti del suo potere temporale nelle mani del Re dʼItalia,ma soprattutto nel vedere che, in questo suo tentativo, Na-poleone III aveva perso il trono e si era guadagnato, inve-ce, la poco invidiabile fama di codardo e di fesso.Ma ciò che procedeva in modo inarrestabile era il program-ma che lʼAteismo aveva pianificato e messo in opera sindallʼinizio del dominio di Lord Palmerston.Dovunque questo riuscisse a prevalere, subito, si scatenavala peggior forma di persecuzione contro la Chiesa.Nel Regno di Sardegna, preso il controllo sul Re e sul Go-verno, le strategie della Rivoluzione Francese contro la reli-gione venivano messe in atto, come pure le direttive segretedellʼAlta Vendita, per la corruzione e la demoralizzazione diogni classe sociale. Lʼeducazione era completamente seco-larizzata, gli insegnanti di religione cacciati; i beni degli Ordinireligioni confiscati; i loro conventi, terre e chiese, vendute e ireligiosi ridotti alla fame, e la loro successione proibita. Ogniriconoscimento al potere spirituale dei Vescovi era abolito; ilclero era sistematicamente disprezzato e degradato; l'interoministero della Chiesa veniva vessato in mille modi; tasseproibitive venivano imposte per lʼamministrazione dei Sacra-menti, sulle masse e sul clero già ridotto agli estremi. I matrimoni erano secolarizzati, il divorzio legalizzato, i privi-legi dello stato clericale abrogati, ma, peggiore di tutti, era laleva obbligatoria per tutti.I candidati al sacerdozio, nella loro età più delicata, eranoobbligati ad entrare nellʼesercito ed essere sottoposti ad ogniinsidia che lʼAlta Vendita aveva astutamente predisposto perdistruggere la loro purezza e, con questa, la loro vocazione.“Fate cuori viziosi, e voi non avrete più cattolici!” era illoro motto. Ogni favore elargito dallo Stato era costantemente negato aicattolici; per avere una qualsiasi posizione nellʼesercito, mari-na, servizio civile, polizia, ferrovie, telegrafo, per essere as-segnati come medico o per essere impiegato in ogni ufficio

    era necessaria lʼappartenenza o la dipendenza dalla Masso-neria. La stampa, le grandi compagnie mercantili, le aziendepiù importanti erano nelle mani dei settari e quelli che non ri-nunciavano alla religione venivano tassati ad un livello inso-stenibile. La condizione del contadino fedele cattolico era ri-dotta alla miseria dalla pressione fiscale.Il trionfo DellʼAteismo non poteva essere più completo!

    Bismark, sebbene nelle sue guerre contro la Francia, aves-se ricevuto lʼaiuto dei validi soldati cattolici del Reno e dellaPatria in generale, non appena riuscì a schiacciare il rivalefrancese, si affrettò a pagare alla Massoneria il suo debitopromesso della persecuzione della Chiesa. I ministri e parlamentari massoni del Parlamento tedesco loaiutarono a preparare le leggi contro la Religione cattolicache, sotto certi aspetti, erano peggiori di quelle adottate inItalia. Gli Ordini religiosi maschili e femminili furono aboliti;Vescovi e Preti aboliti e imprigionati e le parrocchie privatedei loro parroci; lʼeducazione secolarizzata e nelle mani degliatei; ogni influenza morale diseducativa fu permessa e fattadilagare nel paese; fu persino tentato uno scisma nella Chie-sa. Lʼeducazione ecclesiastica fu corrotta e tutto ciò che fos-se cattolico fu bandito.Nelle Repubbliche del Sud America, dove la Massoneriaaveva il controllo del potere, le condizioni della Chiesa eranosempre le stesse. E per molti anni fu così anche in Spagna,Portogallo, Svizzera, Belgio, Austria...»1.

    LʼINGHILTERRA LʼINGHILTERRA AI TEMPI DI GIUSEPPE MAZZINIAI TEMPI DI GIUSEPPE MAZZINI

    – Lord Palmerston – – Lord Palmerston –

    Lord Palmerston, politico inglese e più voltePrimo Ministro, fu il Capo supremo dellʼOrdinedegli Illuminati di Baviera dal 1836 al 1865.

    Chiesa viva 435 F-elena:Chiesa viva 435 F 10/01/11 11:51 Pagina 22

  • SEGNALIAMO:

    «Guardati dallʼuomo cheha letto un solo libro».

    (S. Tommaso dʼAquino)

    In Libreria

    nessuno di noi che La conosciamo datanti anni! - sarà mai abbastanza gratoper i tesori di conoscenza che ci dona,per il coraggio che oppone alle sofferen-ze, alle nefandezze cui è sottoposto daisuoi nemici, i nemici della Verità che Leicon tanto amore, di mese in mese ci por-ge. Non finiremo mai di ringraziarLa e diringraziare il Signore per averci donatoun tale sacerdote!Buon Natale e buon Anno a Lei e alledolci Suore, nella speranza che Gesù na-sca nei cuori per renderli arrendevoli alsuo Amore!

    (U. Z. - Roma)

    ***

    Stim.mo Mons. Villa,nel ringraziarla per tutto quello che fa

    per Noi, tenendo accesa la lampada dellaFede cattolica in questo buio pesto, aiu-tandoci tanto in questa grande confusio-ne apostolica. Attendiamo sempre congrande trepidazione lʼarrivo della sua Ri-vista.Le porgiamo infiniti auguri per il suo ono-mastico. Le allego un articolo del giornalelocale. Ormai, anche da Noi non cʼè piùnulla della Tradizione. I NEMICI DI CRI-STO hanno lavorato molto bene, e me-diante il controllo sui sacerdoti hannosbaragliato, di qua e di là, anche noi po-veri fedeli!Il Signore Iddio saprà ricompensarLa co-me Lui solo sa fare! Che il Sacro Cuoredi Gesù e di Maria ci aiuti sempre!..Ringraziandola di tuttoUn grande “Grazie” anche alla Sue careSuore... che il Signore Gesù Le assistasempre!

    (M. L. C. - Sopramonte)

    RAGAZZE e SIGNORINEin cerca vocazionale, se desiderate diventare

    Religiose-Missionarie” – sia in terra di missione, sia restando in Italia –

    per opere apostoliche, con la preghiera e il sacrificio,potete mettervi in contatto, scrivendo o telefonando a:

    “ISTITUTO RELIGIOSO MISSIONARIO”Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia - Tel. e Fax: 030 3700003

    CATECHISMOdi San Pio X3a edizione

    Forse mai come oggi si è resa necessa-ria la stampa del Catechismo della Dot-trina Cristiana: nel momento in cui è di-venuto regola il tacere la Verità, per nondispiacere alla menzogna, e nel mo-mento in cui i predicatori non predicano,la Verità va gridata, detta, stampata, dif-fusa: è il dovere di ogni buon Cristiano,missionario per sua natura e soldato diquel Cristo che non ammette compro-messi o mezze misure e dice (Lui, laVerità): «Chi non è con me, è controdi me». Oggi, seguendo una falsa pedagogia eun malinteso senso della carità e dellaopportunità, si suole presentare Dio co-me “Padre” buono e perdonatore di pro-fessione («Non preoccupatevi... - si dice- Dio perdona tutto, Dio perdona tutti,perdona sempre, alla fine... andremotutti in Paradiso!»), omettendo, spessovolutamente, che “Deus non irridetur”(Dio non Lo si prende in giro, con Dionon si scherza), che Egli è anche Som-ma Giustizia, omettendo la verità del ca-stigo, dellʼinferno. I “maestri” di oggi sicredono più bravi dellʼunico e vero Mae-stro Gesù, che un giorno, al tempio, usòla sferza, che parlò spesso di castighi,dʼinferno e di diavoli; si credono più bra-vi della Madre di Dio, che per loro forserimane pur sempre una casalinga ignaradi pedagogia e di psicologia, fino al pun-to di commettere lʼimperdonabile errore- sapienza loro! - di far vedere, a Fati-ma, a tre bambini, lʼinferno!

    Per richieste:

    Salpan EditoreVia SS. Salvatore, 773046 Matino (LE)Tel. 0833 [email protected]

    Rev.mo Monsignore, vengo a porgerLe i più fervidi auguri

    per le Sante Feste, unitamente alle Suepreziose Collaboratrici. Spero che le Suecondizioni di salute siano sempre buonee, come Lei ben sa, seguo assiduamentei suoi articoli su “Chiesa Viva” e i suoi vo-lumi che faccio conoscere a chi ancoranon li conosce. Che il Signore Misericor-dioso La protegga sempre!In unione di preghiera, sono sempre laSua dev.ma nel Signore.

    (E. - Brindisi)

    ***

    Gentile Franco Adessa,ho appena finito di leggere lʼultimo artico-lo di “Chiesa viva” e già “ribollo”... con tut-ta lʼumiltà che la situazione richiede, mipermetto di dire, a fronte del dilagantemodernismo, che la separazione del fattostorico (che corrisponde alla realtà mate-riale, creaturale del Cristo - vero uomo)da quello soprannaturale, dal quale poidiscendono i fatti miracolosi di trasmuta-zione della materia ex nihilo, basando ilsoprannaturale solo sulla nostra fede erelegando lo storico alla mera accertabi-lità, è lʼanticamera della fondazione dellatransustanziazione eucaristica su lʼexoperantis e non su lʼex opere operato,così come del resto fanno molto sottil-mente i protestanti...Tanto dovevo onde porgerLe sinceri au-guri per il nuovo anno.

    (L.L)

    ***

    Rev. don Villa,non Le sarò mai abbastanza grata -

    Lettere alla Direzione

    “Chiesa viva” *** Febbraio 2011 23

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  • 2 Gesù Cristo è Dio del sac.dott. Luigi Villa

    5 Il Teologo

    6 Mons. Gherardini stroncala cristologia liberale e la teologia di Mons. Bruno Forte (2)di Mons. B. Gherardini

    9 Rivelazioni e visioni private del card. G. Colombo

    11 Occhi sulla politica

    12 Documenta Facta

    14 Il segreto della tomba vuota di Padre Pio (18)a cura del dott. F. A.

    16 La croce satanica di Dozuléa cusa del sac. Luigi Villa

    18 La croce dellʼAnticristodellʼIng. F. Adessa

    22 Conoscere la Massoneria

    23 Lettere alla Direzione - In Libreria

    24 Conoscere il comunismo

    FEBBRAIO 2011

    SOMMARIO N. 435

    GesùCristoè Dio

    SCHEMI DI PREDICAZIONE

    Epistole e VangeliAnno A

    di mons. Nicolino Sarale(Dalla II Domenica di Quaresima

    alla Domenica delle Palme)

    24 “Chiesa viva” *** Febbraio 2011

    MARTIRI nella Provincia di Shanxi

    Conoscere il Comunismo

    Martiri in Cina

    contro Dio...

    di Giancarlo Politi

    ... contro l’uomo

    Ciavaglia BonaventuraSacerdote, Ofm. Nato nel 1893. È statofucilato il 2 maggio 1938.

    Cocchi JuniperSacerdote, Ofm. Nato ad Artena (Roma)il 13 ottobre 1908, era stato ordinato sa-cerdote nel 1932. Preso dai comunisti lasera del 5 marzo, è stato fucilato il 6 mar-zo 1939, a Shanlienti, vicino a Guoxian.

    Zhang Huating PietroFunzionario statale, sposato, catechista.Nato intorno al 1911, è morto in prigionenei primi mesi del 1953, nella città diTaiyuan.

    Fan Lanpeng AntonioColonnello, sposato, catechista. Nato in-torno al 1916, è stato giustiziato nel feb-braio del 1954, in città di Tauyuan.

    Li Dehua PaoloVescovo (illegittimo). Fu ordinato vescovoil 21 gennaio 1962. Condannato a mortecon p. Hao Nai, morì in carcere primadellʼesecuzione.

    Hao Nai Giovanni BattistaSacerdote, diocesano. Vicario generaledella diocesi. Fucilato a mezzogiorno del20 febbraio 1970, assieme al vescovo diFenyang, mons. Lei Zhenxia, su espres-so ordine del Presidente Mao Zedong.

    Diocesi di DatongLa Prefettura Apostolica venne creata il14 marzo 1922, staccandola dal Vicariato

    Apostolico dello Shanxi settentrionale evenne affidata ai missionari di Scheut(Cicm). Nel 1932, divenne il VicariatoApostolico di Datong.

    Nellʼestate 1949, diversi sacerdoti e unfratello laico sono stati arrestati e rin-chiusi in prigione, in celle separate. Solodopo il loro rilascio qualche tempo dopohanno appreso della morte, in prigione, diuno dei sacerdoti anziani. Il luogo dellasua sepoltura è rimasto sconosciuto.

    Van Esser PietroSacerdote. Nato in Olanda, a Hunsel (Lim-burg), il 29 giugno 1884, era entrato nellaCongregazione Ciem lʼ8 settembre 1907.Fu ordinato sacerdote il 18 settembre1910. È morto in una prigione di Beijing il14 febbraio 1949 in seguito ai maltratta-menti subiti.

    Diocesi di FenyangIl Vicariato Apostolico venne staccato daTaiyuan, il 12 maggio 1926, e affidato alclero secolare diocesano.

    Gao AntonioSacerdote. Ucciso a Liulinzhen nel marzo1948.

    Li PaoloSacerdote. Ucciso nel marzo 1948.

    Lei Zhenxia SimoneVescovo. Era nato nel 1915. Ordinato sa-cerdote nel 1939, aveva ricevuto lʼordina-zione episcopale il 9 giugno 1949. Fu fat-

    to fucilare a mezzogiorno del 20 febbraio1970, assieme a p. Hao Nai, Vicario ge-nerale di Taiyuan, su espresso ordine diMao Zedong, poco prima dʼaver comple-tato la sua condanna. Aveva 55 anni, e sitrovava rinchiuso nel Carcere n. 2 diFenyang.

    Diocesi di HongtongLa Prefettura Apostolica venne staccatadal Vicariato Apostolico di Luan, il 17 giu-gno 1932, e affidata al clero secolare lo-cale.

    (continua)

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