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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi Villa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003 Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I. R. «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Chiesaviva ANNO XXXV - N° 373 GIUGNO 2005 Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. Abbonamento annuo: ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5 (inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità Eccellenze, -Cardinali e VescovI - SVEGLIATEVI!

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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi VillaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 12125123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS)contiene I. R.

«LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)

ChiesavivaANNO XXXV - N° 373GIUGNO 2005

Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia.Abbonamento annuo:ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5(inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postaleLe richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituitiOgni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità

Eccellenze,

-Cardinali e VescovI -

SVEGLIATEVI!

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2 “Chiesa Viva” *** Giugno 2005

ASUA SANTITÀ

BENEDETTO XVIRENDIAMO GRAZIE A DIO PER IL DONO DEL SUO

PONTIFICATO ED ELEVIAMO PREGHIERE PER LEI PERCHÉRIESCA A RIMETTERCI SULLA STRADA DELLE MIGLIORITRADIZIONI CRISTIANE, FUGANDO LE NUVOLE DELLEFALSE RESTAURAZIONI DIVENUTE DISSOLUZIONI.

CHE GESÙ REDENTORE E LA SS. VERGINE SUA MADRESIANO SEMPRE CON LEI.

Sac. Luigi Villa

Mittente: Redazione Rivista “Chiesa viva” - Via G. Galilei 121 - 25123 Brescia

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“Chiesa Viva” *** Giugno 2005 3

del sac. dott. Luigi Villa

E minenze, Eccellenze,mi ha sempre colpitoquella certa spigliatezza

nel liquidare una possibile presen-za di Massoneria nella Chiesa.Certo, la materia è troppo grave einquietante perché la si possa trat-tare superficialmente. Comunque,non si può non sottolineare deifattori che risultano evidenti anchea uno sprovveduto, come opera diquesta sètta segreta. Ad esempio:la crescente virulenza di attacchicontro il cattolicesimo in genere, econtro la Fede e la Morale in spe-cie, non sono, forse, armi risaputedella tradizionale e non ancoracessata avversione massonicacontro la Chiesa?Da Clemente XV fino a Pio XII, laChiesa ha sempre costantementerichiamato all’incompatibilità asso-luta tra le idee massoniche e la fe-de cattolica; incompatibilità risul-tante non solo dal carattere esote-rico della sètta, ma anche per unavera opposizione fondamentaletra Fede cattolica e le radici lucife-rine della Massoneria. E la con-danna, emessa nella Bolla “In

eminenti”, non subì mai alcunainterruzione da Clemente XV. Eallora, perché si interruppe dicolpo con Paolo VI?..Forse che si possa credere auna mera coincidenza se PaoloVI, durante il suo pontificato,non abbia mai ricordato le con-danne alla Massoneria fatte daisuoi predecessori? (Comeignorò, del resto - sempre e volu-tamente! - la condanna al comu-nismo, fatta da Pio XI con l’enci-clica “Divini Redemptoris”?..).Lo so: già in Concilio (il 6 dicem-bre 1962 e il 20 novembre 1963) ilvescovo messicano Sergio Men-dez Arceo chiese la revoca dellecensure ecclesiastiche a riguardodella massoneria, spifferando labarzelletta che bisognava tenerconto della trasformazione di sco-pi e di programma di quella “so-cietà segreta” (ma che lui nondisse!) e di tener conto dei nume-rosi (sic!) sacerdoti massoni. Larichiesta era una stupidità autenti-ca, ma che, purtroppo, nessunodei Padri conciliari seppe rintuzza-re (per impreparazione?)!

ECCELLENZE,CARDINALI E VESCOVI,

SVEGLIATEVI!

«Voi cristiani non avete ancora compreso tutta la profondità della nostra col-pevolezza. Noi siamo degli intrusi. Noi siamo dei distruttori. Noi ci siamo im-padroniti del vostro mondo, dei vostri ideali, del vostro destino. Noi siamostati la causa prima non solo dell’ultima guerra mondiale, ma di quasitutte le guerre; non solo della rivoluzione russa, ma di tutte le grandi ri-voluzioni della vostra storia. Noi abbiamo recato la discordia e il disordinedella vostra vita privata e pubblica. Lo facciamo ancora oggi».

(Il massone Marcus Elia Ravage).

il simbolo dello stemma massonico è evidente: il teschioal centro, incoronato d’alloro e trionfante, è quello delGran Maestro Jacques de Molay; ai lati, sconfitti e recli-ni, sono il teschio del Re di Francia e quello del Pontefi-ce. Il pugnale simboleggia la vendetta che il cavaliereKadosh è chiamato a compiere contro il Re e il Papa.

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E così, Paolo VI, nel post-concilio,ebbe subito buon gioco nel cercarealleati (tipo P. Caprile) per far “supe-rare” e “riconsiderare” le polemichesecolari contro la Massoneria, ondearrivare ad una “riconciliazione”con essa.Comunque, è un “fatto”, Eminenzeed Eccellenze, che fu sotto il suopontificato che le idee massonichehanno prolificato e prospe-rato con una sorprendenterapidità, e furono applicatitutti i “piani massonici”,tanto che il Gran Orientedi Francia ha salutato, stu-pefatto, ma anche con grangiubilo, questo nuovo corsodella Chiesa, come “prelu-dio alla vittoria”1.Ora, questa situazione èpiù che inquietante, ancheperché può essere benissi-mo “documentata” da“fatti” ed episodi che te-stificano come la Massone-ria sia entrata effettivamen-te in seno alla Chiesa. Nepotrei citare a decine e de-cine di questi “fatti”, come,ad esempio, di una Messacelebrata dal card. Arcive-scovo primate del Brasile inuna Loggia, e come lo stes-so Primate abbia ricevutoun’alta onorificenza masso-nica (la nomina a commen-datore di Don Pedro I) di-chiarando, nel corso dellacerimonia, che ormai nullapiù ostacola il “riavvici-namento” tra la Chiesa ela Massoneria.2Un altro esempio: il cardinale statuni-tense, Terence Cook, che partecipòad un raduno massonico al “New Hil-ton Hotel”, dove parlò di un “incon-tro di amicizia (!) tra la Chiesa Cat-tolica romana e la Fraternità mas-sonica”3; e come il vescovo di Pi-narolo avesse preso a frequentare leLogge massoniche4. E così via di nonpochi altri cardinali e vescovi di varienazioni, implicati in altrettanti similariincontri, più che ambigui!È un semplice accenno di “fatti” tra imoltissimi che, se non dimostrano,per sè, la certezza delle liste dei Pre-

lati iscritti alla Massoneria, permetto-no, però, di sollevare legittimi dubbisull’appartenenza di non poche per-sonalità della Chiesa in varie sèttemassoniche. Vi ricordo, qui, una fraseche ho letto, a Parigi, qualche annofa, in una lettera privata di un pezzogrosso della Massoneria francese alloscrittore Léon de Poncins (uno deimaggiori competenti, in Francia, di

Massoneria!). Vi si legge: «... avecPaul VI nous avons vencu!». Ripe-to: era una lettera privata, non desti-nata, quindi, alla pubblicità. Un “do-cumento” grave, però, da meditare!Come si può dire, allora, sic et simpli-citer, che sono certamente “menzo-gne” le esplicite accuse ad alcuniPrelati di appartenere alla Massone-ria, anche se la questione, natural-mente, non può essere mantenuta otrattata solo sul piano personale e pri-vato? L’ex Gran Maestro della Mas-soneria Italiana, prof. Salvini, nonha forse detto, ripetutamente, e inpubblico, che sono parecchi gli alti

Prelati della Chiesa iscritti nella Mas-soneria? E questo non è solo storia dioggi, ma di tutti i tempi, da quando èsorta questa sètta di Satana!Comunque, Eminenze ed Eccellenze,come potete spiegare, Voi, questapresa di nuova posizione della Chie-sa del Vaticano II a favore della Mas-soneria, che pur ha fatto votare, inogni Parlamento europeo, per il di-

vorzio e l’aborto?..Legittimamente, perciò, midomando: la precedenteGerarchia, i precedenti Pa-pati, avevano denunciato econdannato la Massoneriacome sovvertitrice dell’ordi-ne voluto da Dio, ed eraperché l’attuale Gerarchiatace, o addirittura invita aentrare nella Massoneria, ecolpisce o mette il silenziosolo coloro che (come il sot-toscritto) vogliono restar fe-deli alla Fede e per questocontinuano a mascheraregli intrighi massonici? Pen-so che anche Voi abbiateletto l’attacco stupido, di sa-pore massonico, di P. Ca-prile su “Civiltà Cattolica”già nel (marzo 1970) controil libro “Christianesme etFranc-Maçonerie” di Léonde Poncins, dove si denun-cia, apertis verbis, e con ar-gomenti seri, l’infiltrazionemassonica nella Chiesa. Eche quell’attacco di P. Ca-prile sia di marchio masso-nico fu dimostrato su “LaRivista Massonica” (mag-

gio 1971), organo del Gran Oriented’Italia, dove si elogia P. Caprile pro-prio per questo suo stupido attacco!Incredibile, perciò, quell’abbraccio trail fedifrago P. Caprile e l’allora GranMaestro della Massoneria Italiana,prof. Giordano Gamberini, nel feb-braio 1975, a Palazzo Giustiniani, do-ve fu perfino annunciato che “la sco-munica alla Massoneria non c’è piùnel nuovo Codice di Diritto Canoni-co” (!!)5. La “confidenza” anticipatadi questo camaleonte gesuita nonè più che significativa della“mens” di Paolo VI?Ma fu ancora più significativo l’elogio

1 Cfr. “Atanasio o la Chiesa del nostro tem-po”, di S. E. Mons. Graber, Edizioni CiviltàBrescia.

2 Cfr. “O Globo” del 3 luglio 1976.3 Cfr. “New York Times” del 24 marzo 1976.4 Cfr. “Il Mondo” del 20 marzo 1975.

5 Cfr. “Il Settimanale”, n. 8, 22 febbraio1975, pp. 30-31.

Il Cardinale Velar Brandõ che riceve dai massoni il titolo di “Gran Be-nefattore”, con Antonio Carlos Portela, Venerabile della Loggia

“Libertade” e con il Gran Maestro Florival Ferrera.

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che la “Rivista massonica” (n. 5 lu-glio 1978) fece di Paolo VI - postmortem - sottolineando che «è la pri-ma volta - nella storia della Masso-neria moderna - che muore il capodella più grande religione occiden-tale non in istato di ostilità coiMassoni. È per la prima volta nellastoria, che i Massoni possono ren-dere omaggio (!!) al tumolo di unPapa, senza ambiguità né contrad-dizioni».Un vero cordoglio ufficiale della Mas-soneria, quindi, per la morte di PaoloVI! Un parlar chiaro... ma che tristez-za!E così, dopo il Vaticano II, le Loggeformano l’oggetto di un arruolamentosfrontato, proprio mediante un certoclero che si dà da fare per portareavanti dei “fruttuosi dia-loghi” e che si sbracciaper entrare nelle grazie diquesta “sètta segreta”. Ei risultati? Questi: che gli sforzi post-conciliari di ingenuo dialo-go con la Massoneria,hanno spinto non pochi cri-stiani verso le Logge, manessun massone verso laChiesa. Com’era da preve-dersi, del resto, grazie aivari lacchè di Paolo VI(quali furono P. Caprile eP. Esposito, in Italia; P. Ri-quet, in Francia, e via di-cendo).Una lotta senza onore,comunque, ma che haportato la Chiesa (monti-niana) nel Panthéon del-la religione universale,sognata, appunto, dallaMassoneria.Ci sarebbe da piangere alvedere tanta ingenua in-credulità di tanta partedell’episcopato, (certo, im-preparato e ignaro perfinodella storia massonica!)pur davanti alla distruzioneprogressiva della Fede in questi annipost-conciliari; pur davanti a una“Chiesa (montiniana)” imbevuta dimodernismo, infiltrata da “teologi”e da liturgisti cripto-massoni.Avete mai letto la Rivista del “GrandOrient de France”, “l’Humani-sme”? Cito solo questo pezzo, scrittocon molta consapevolezza: «Tra le colonne che crollano più fa-cilmente, noi notiamo il Magistero;l’infallibilità, insomma, che si cre-

ne di questa Chiesa romana cheper due secoli aveva loro tenuto te-sta, ma che oggi capitola su tuttala linea».È logico, allora, che venga voglia didomandarci: «e come mai la Gerar-chia non se ne rende conto e fanulla per consolidare la propriastruttura dottrinale, onde evitarneil crollo? Quanti ingenui Vescovi an-cora oggi insistono che queste “cri-si” sono marginali e transitorie! Ma iocredo che la responsabilità della Ge-rarchia d’oggi è ancora più grande secrede di rimediare a questa tramamacchinosa e sotterranea con qual-che lavoretto di rattoppo, o, peggioancora, continuando a ignorare o asorridere o a negare la forza di que-ste “Sètte segrete”, che pure han

già parlato chiaramente,come nella citata risposta:“L’Humanisme” (mag-gio-ottobre 1968), affer-mando loro stesse chenella Chiesa ha operatouna “rivoluzione gigan-tesca”, che porta in sè “ilpreludio della vittoria”.Voglio trascrivere anchequest’altra dichiarazioneche tolgo ancora dallamedesima rivista masso-nica, là dove, apertis ver-bis, dice: «Quando lestrutture tradizionalicrolleranno, tutto il re-sto seguirà. La Chiesanon ha previsto una si-mile contestazione; Es-sa non è preparata a ri-cevere né ad assimilarequesto spirito rivoluzio-nario... Non è la ghigliot-tina che aspetta il Papa,ma sarà lo stabilirsi del-le Chiese locali, che siorganizzeranno demo-craticamente e rifiute-ranno di riconoscere iconfini tra chierici e lai-ci, che si costruiranno i

propri dogmi e che vivranno incompleta indipendenza da Roma».Ora, tutto questo io mi sono sforzatodi far conoscere su “Chiesa Viva” intutti questi anni post-conciliari, ben-ché non compreso, combattuto, ingiu-riato e criticato da non pochi, sia alvertice montiniano (Mons. Benelli intesta!) sia alla base. Il tempo, però mista dando completamente ragione!Questa “rivoluzione copernicana”,infatti, è ormai in atto in tutta la Chie-

deva così ben salda dopo il Conci-lio Vaticano I° (...) Così, la “realepresenza eucaristica”, che la Chie-sa ha imposto alle masse del Me-dio-Evo, ma che dovrà sparire colmoltiplicarsi dell’inter-comunionee dell’inter-celebrazione dei sacer-doti cattolici e dei pastori prote-stanti. Così, il carattere sacro del“sacerdozio”, che dipende dal sa-cramento dell’Ordine, lascerà il po-sto alle nomine, a tempo, dei “pre-sidenti” delle comunità. Così, la di-stinzione tra la “Chiesa docente” eil basso clero “nero”, sarà cancel-lata, perché il movimento si faràdalla “base” (!) verso l’alto, comein ogni democrazia. E così cesseràanche poco alla volta il carattereontologico e metafisico dei Sacra-

menti; presto verrà la morte dellaconfessione sacramentale, dopoche i nostri tempi hanno conside-rato il peccato come una nozioneinteramente anacronistica, tra-smessaci dalla severa filosofia me-dioevale, quale eredità, originatadal pessimismo biblico».Come “programma” con c’è male!Ed è anche chiaro! «I frammassoni -ha scritto Jacques Ploncard d’As-sac - assistono alla lenta corruzio-

Un incontro cattolico-massonico ad Ariccia (1969). Da sinistra: Ascarelli, p. Miano, p. Esposito, Gamberini, p. Caprile, Comba.

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sa e anche già troppo avanzata (Ro-ma connivente!).Rileggano il “programma della Mas-soneria” da me pubblicato già nel19756. E Vi indico un libriccino, oggiintrovabile, pubblicato nel 1971, dal ti-tolo: “Causes et agents des Révo-lutions de France”. Vi si leggono, tral’altro, queste due massime fonda-mentali che la Massoneria è gia riu-scita a imporre:1) «Tutti gli uomini sono eguali;nessuno può essere il superioredegli altri, né può loro co-mandare (...). i popoli dannola sovranità come essi vo-gliono, e la riprendonoquando vogliono...».2) «Ogni religione di presun-ta rivelazione, e presentatacome opera di Dio, è una as-surdità (...). Appartiene aipopoli d’adottare i costumiche loro conviene e di rego-lare con le leggi che dette-ranno essi stessi».

Purtroppo, la Chiesa non si èancora resa conto di questeleggi segrete - oggi attuate -appartenenti alla Massoneria;anzi, ingenuamente o voluta-mente si è data perfino un Pa-pa (Paolo VI) che ha apertoun “dialogo” (!!) anche conquesti filibustieri di Satana, ilGran Maestro della laicità mo-derna. E le nostre voci di allar-me non sono mai state ascol-tate, bensì emarginate, com-battute o ridicolarizzate!Comunque, non è che mi pen-ta della mia battaglia, anzi! némai ammainerò la mia bandie-ra di guerra in difesa della Fe-de; però, devo purtroppo constatarequanto sia ancora lontano l’episcopa-to, in genere, da questa presa di co-scienza, senza la quale non ci potràmai essere una ripresa vera e saluta-re della Chiesa. Forse che le “Chieseparticolari” - come programmatodalla Massoneria - non sono già rigo-gliose e succubi alle consultazioni de-mocratiche e al numero piuttosto chealla verità?Si legga sulla medesima “Rivistamassonica” anche quest’altro passo:«Presto, il Vaticano non avrà più lapossibilità di controllare i movi-

menti di un gran corpo che si cre-deva omogeneo (...). Non sarebbevenuto il tempo di tornare alle“Chiese nazionali”? (...). Le “Chie-se locali” lo aspettano (il Papa), esarà necessario che egli si accordicon esse» (...). Sarebbe facile ricor-dare certi episodi del passato, co-me, ad esempio, la Chiesa gallica-na. Finita l’evoluzione, il Papa di-venterà superfluo, poiché le Chie-se locali vivranno in piena indipen-denza da Roma».

E potrei continuare a portare citazionimassoniche, a iosa, e sempre in que-sto senso; ma satis est, perché que-sto “piano luciferino” di estremaevidenza io l’ho visto mettersi in azio-ne, durante e dopo il Concilio, dai va-ri Garrone, Suenens, Alfrink, Köe-nig, Dopfner, Baggio, Pellegrino,Pironio e cento e cento altri Vescovie sedicenti “teologi nuovi”, allaRahner, alla Küng, alla Schille-beeckx, alla Schonneberg... e da al-tri centinaia di teologi minori, vera“longa manus”, però, (più o menocoscienti!) della Massoneria.

Parlare, quindi, di conciliabilità o in-conciliabilità tra Chiesa e Massoneriaè come voler parlare di conciliabilitàtra Grazia e peccato, tra bene e male.Certo, ogni persona buona ha i suoidifetti e pecche, come ogni personacattiva ha le sue qualità buone e pre-gi; ma sarebbe ben utopico voler par-lare di pacificazione o intesa o allean-za tra loro. Lo stesso, tra una istitu-zione buona (la Chiesa) e una cattiva(la Massoneria). Credere, cioè, in unapossibile Massoneria buona è sempli-

cemente da idioti! Ancora oggivale, per i massoni, la lezionedel loro maestro (massone)Voltaire: «Bisogna mentirecome un demonio, non timi-damente, né solo di sfuggi-ta, ma arditamente e sem-pre»7. (Lettera a Thiriot,“Oeuvres complètes”, t. 52,p. 413). E vale ancora ancheil detto del massone Diderot:«I popoli non saranno felicise non il giorno che avran-no strangolato l’ultimo Recon le budella dell’ultimoprete»!Come essere così ingenui, al-lora, nel voler pensare che laMassoneria di oggi non è piùquella di ieri? Si rilegga il mioarticolo “Chiesa e Massone-ria”8 e si vedrà come sarebbecatastrofica per la Chiesaun’intesa con questa sètta disatana, visti i postulati suoitutt’altro che abbinati col Van-gelo e la dottrina cattolica.Resta, perciò, un dovere gra-ve per la Chiesa il riconferma-re le sue condanne, perché laFede - ripeto - è e sarà sem-pre irriconciliabile con i piani

massonici.La lotta tra Dio e Satana, tra veritàed errore, ecco il vero significatodella rivoluzione moderna9.E non siamo stati noi a inventare leLogge massoniche, né il diavolo dicui esse sono a servizio!Per questo, io mi auguro che tutta laGerarchia si renda finalmente contoche tutto quello che capita oggi, sulpiano politico e quello religioso, èopera nefanda di questa “sètta” chelavora nel segreto; che lo stesso co-munismo vive perché lo vollero e loalimentano ancora queste società se-

6 Cfr. “Chiesa Viva”, n. 41, p. 13.7 Cfr. Lettera a Thiriot, “Oeuvrea complè-

tes”, t. 52, p. 413.8 Cfr. “Chiesa Viva”, n. 87.

9 Cfr. Le puntate, in “Chiesa Viva” su: “L’oc-chio sopra la piramide”, n. 90-91-92 ss.

Lo storico della Massoneria A. A. Mola e p. G. Caprilea un dibattito sui rapporti Cattolicesimo-Massoneria.

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grete; che è solo opera della Mas-soneria il dilagare della corruzionemorale, espressamente voluta daessa per spegnere ogni aspirazio-ne soprannaturale nelle anime. Ri-legga, anche per questo, le “di-rettive” impartite dalla Massone-ria ai comunisti dei vari continenti;e rilegga anche le direttive imparti-te agli stessi massoni nel 196110 eil “piano massonico” di distruzio-ne della Chiesa Cattolica Roma-na11, e verrà almeno il dubbio sela Massoneria non sia già entratain tutti i gangli vitali della Chiesa,facendo giungere alla dignità epi-scopale non pochi dei suoi iscritti.Perché certe denunce di certe affi-liazioni alle varie Logge non furo-no mai seguite da pronte smentite(e probanti!), da parte degli inte-ressanti! E quel qualcuno che l’hafatto, fu con toni così dimessi econtenuti, così poco convincentiche hanno lasciato ancora dubbi eperplessità in tutti!Non v’ha dimenticato, comunque,che si ha da fare con una “sèttasegreta” ed è, quindi, difficile arrivarea prove complete, mentre a loro ba-sta negare. Tuttavia, è puerile crede-re alla loro facile negazione, perchétenuta (pena la morte!) al segreto. Viho suggerito di rileggere “L’occhiosopra la piramide”, dove è provatoche il loro “segreto” non è solo unforo esterno, ma anche tra loro, tra

grado e grado, così che il grado su-periore non può comunicare alcun se-greto della Loggia a chi è di grado in-feriore. Non è, quindi, puerile credereai vari Caprile, ai vari Esposito, qua-si avessero carpito, coi loro dialoghi, i

segreti della sètta? Quel che risul-ta di sicuro, invece, è la vitalità diessa, in tutti i campi. Questo lo af-fermava anche il loro ex GranMaestro del Grande Oriente d’Ita-lia, prof. Giordano Gamberini, il15 giugno 1969, in “RassegnaMassonica” della Grande LoggiaNazionale Italiana 1969, p. 252:«La Massoneria è viva ed ope-rante: e una realtà storica dicui, comunque, perfino in Italia,bisogna prenderne atto»!Ciò che mi auguro anch’io: che laGerarchia ne prenda atto e agiscaconseguentemente.E termino sottolineando ancorauna volta che, per me, rimane tut-tora valida la consegna che LeoneXIII diede ai cattolici a riguardodella Massoneria: «Strappatele lamaschera e fatela vedere comeessa è»!Per questo, io continuerò ancora adenunciare, ad alta voce, questacongiura infernale contro Dio, ilsuo Cristo e la sua Chiesa, sicurodella vittoria finale dell’Immacola-

ta, che ha sempre debellato e vintotutte le eresie del mondo!

NOTE

10 Cfr. “Chiesa Viva”, n. 60, p. 6. 11 Cfr. “Chiesa Viva”, n. 41, p. 8 ss.

IRAKguerra e caossac. dott. Luigi Villa (pp. 100 - Euro 10)

Per richieste, rivolgersi a:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

Questo libro sull’Irak denuncia la tragedia di una Nazione che da tanti annipagava un prezzo insopportabile che si potrebbe definire una forma di geno-cidio.Forse, a qualcuno potrà sembrare un problema ingigantito, mentre, purtrop-po, è ancora in atto una vera e propria guerra che noi crediamo sia il pronaodella Terza Guerra mondiale. Nessuno sapeva che questa guerra era giàstata pianificata dal massone Mazzini, in una lettera del gennaio 1870.Che la Vergine Maria SS. illumini, in special modo, la Gerarchia cattolica acomprendere la gravità del problema, affinché consideri l’inutilità di un “dia-logo” che non ha mai dato alcun frutto, preparando, invece, un “piano”d’azione internazionale per la difesa dei popoli, specie di quelli cristiani!

Ingrandimento della “Stella a cinque punte”(il Simbolo massonico per antonomasia) suldorso della mano sinistra di Paolo VI, sulla12a formella originale della porta di bronzo

della Basilica di S. Piertro.

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8 “Chiesa Viva” *** Giugno 2005

Un libro ignotodel sacerdote

Karol Wojtyla

I l prof. ManfredErren della Ger-mania fu il primo

che scoprì un libro intito-lato: “Person und Tat” (=“Persona e Azione”) delgiovane sacerdote KarolWojtyla, nella sua tradu-zione tedesca di HerbertSpringer, e pubblicato da“Verlag Herder”, Her-mann Herderstr, 4D 7800,Freiberg in Breisgau,1981.

L’originale, in polacco,“Osoba i czyn” era statopubblicato agli inizi del1969, da D. Reidel Publi-shing Company Dordre-cht, Olanda1.

Le seguenti frasi sono al-cune delle 37 “tesi” estrat-te da Hermann Humpertdal libro di don Wojtyla:

Tesi n° 15Dio non è un essere sto-rico che collabora conl’uomo, e l’uomo noncollabora con Dio, maagisce solamente in col-laborazione con altri uo-mini. La religione nontrae la sua origine dallarivelazione divina, ma èsemplicemente fruttod e l l ’ i m m a g i n a z i o n eumana. La religione cat-tolica non differisce da-gli altri culti.

Tesi n°16La rivelazione divina èimpossibile da dimo-strare.

Tesi n° 17Il solo reale significatodel Nuovo Testamento sitrova nelle spiegazionidi carattere filosofico.

1 Queste informazioni si riscontrano in “Sodalitas”, n. 43 March 1989, pubblicato dal Dr. W. Baisier, a Plan-tinkani, 2 Anvers (Anversa), Belgio.

Ci prendiamo la libertà di far conoscere

ai nostri abbonati questo storico e franco

documento, sconcertante, con la speranza che molti di essi

comincino ad aprire gli occhi!

(La Direzione di “Chiesa viva”)

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“Chiesa Viva” *** Giugno 2005 9

Tesi n° 18Ciascun mistero divino è da considerarsi come va-riazione o sfumatura di un sistema di puro pensiero.Il cristianesimo dogmatico tradizionale è uno di talisistemi erronei.

Tesi n° 21Una comunità puramente umana, solidale e univer-sale; questa è la vera chiesa cristiana secondo il si-gnificato del Vangelo, inteso in una maniera nuova,del tutto contraria alla chiesa totalitaria esistente.

Tesi n° 22Sono i princìpi, quali “il dialogo” e “il prossimo”,che conducono alla salvezza del cristianesimo, - nonla rivelazione della creazione, la redenzione o il giu-dizio universale.

Tesi n° 24La salvezza - l’autorealizzazione dell’umanità - nonha natura eterna. Non porterà all’uomo mortale nes-suna resurrezione della carne. L’ingenua speranzadi una vita eterna - come la credenza nell’assunzionee il ritorno del Signore nel Suo corpo - non devonoessere concepiti altro che simbolicamente.

Tesi n° 25Nell’altro mondo, dopo la morte, non saremo ricom-pensati per le nostre buone azioni, e nemmeno pu-niti per i nostri peccati.

Tesi n° 27Moriranno anche coloro che vedranno realizzato unmondo completamente umanizzato, e, in questa ma-niera, si compirà la loro salvezza.

Tesi n° 28Come può l’uomo crearsi l’anima con tanta facilità?Perché egli non la crea dal nulla, ma dalla materiaesistente: l’anima animale, evoluta filogeneticamen-te, che egli ha ricevuto dai suoi genitori, dai suoi avie dalle scimmie, e che egli deve solo migliorare.

Tesi n° 32Non c’è motivo di preoccuparsi per le anime deibambini abortiti. Esse sono salve in quanto IL PEC-CATO ORIGINALE NON ESISTE.

Tesi n° 33Non c’è motivo di battezzare o di usare altre formetradizionali di incorporazione di non cristiani o noncredenti, e nemmeno di convertire i seguaci di altrereligioni.

Tesi n° 35L’uomo è il Dio visibile. Vedere l’uomo è vedereDio.

***

Ecco, un vero ritratto di Giovanni Paolo II, qui, dipin-to da lui stesso.Da “Regurum Dei” del gennaio 1990.Direttore: Padre Jan Sieradgare, 145 Margueretta St.,Toronto, Canada.

NB: questo sunto del libro di Wojtyla è apparso su unfoglio cattolico statunitense: “The Jesus ThroughMary”, in data 25 marzo 1991, e spedito, da Cincinna-ti, il 10 giugno 1991. Ricevuto a Roma da chi lo ha tra-dotto, il 20 giugno 1991.

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10 “Chiesa Viva” *** Giugno 2005

« L a coesistenza fra armeni eturchi, che per secoli aveva“tenuto” attraverso compro-

messi e vantaggi reciprochi, si ruppe de-finitivamente circa cento anni fa. Nel1896 e nel 1906 i sultani ottomani, nel1915 i Giovani Turchi e, dopo il 1918, ilMustafà Kemelk, scatenarono e por-tarono a termine il primo genocidiodell’età moderna. Gli armeni letteral-mente scomparvero dall’Anatolia e conessi le loro città, le loro chiese, le loroscuole, le loro biblioteche, i loro conventi-università, la loro millenaria cultura. Mez-zo milione di armeni riuscirono a riparareall’estero; altri trovarono rifugio a nord-est, nelle regioni transcaucasichearmene, sotto dominio russo, dove fon-darono la Repubblica indipendente ai Ar-menia, che divenne poi una delle quindicirepubbliche sovietiche. Nel 1915, duemilioni di armeni erano stati deportati daiturchi verso il deserto siriano di Dier es-Zor, allora sotto il dominio ottomano. Cir-ca due terzi dei deportati furono uccisidalla fame, dalle epidemie, dai maltratta-menti dei (Ecetè) dell’OrganizzazioneSpeciale e dagli attacchi dalle bandecurde, gli irregolari ingaggiati dal gover-no».

«Quello degli armeni viene ricordatocome il primo genocidio “tecnologico” delventesimo secolo. Con il pretesto deltrasferimento di una popolazione cri-stiana “inaffidabile”, che risiedeva in Ana-tolia da tremila anni, il governo dei Gio-vani Turchi aveva organizzato lasoluzione finale, la distruzione di una cul-tura antica. La ferrovia in costruzionedella Berlino-Baghdad serviva non soloal trasferimento rapido, ma anche all’an-nientamento: i giovani armeni di leva,disarmati, erano destinati ai lavori forzatilungo la strada ferrata. I consiglieri eranoufficali tedeschi, mentre medici turchispostavano gli ammalati da un lager

passassero vicino alle “acque salate” deldeserto e si permetteva ai deportati dibere. Bere veleno. Alle voltre qualchesolerte burocrate ottomano prendeva de-cisioni più ferme; il deserto di Dier-es-Zor cela, ancora oggi, migliaia di restiumani nelle fosse sotterranee che lo at-traversano. Convogliati a bastonatesull’orlo delle foibe, i deportati venivanogettati dentro e si appiccava poi il fuocosopra le aperture di ingresso. Vecchi,donne e bambini morivano per asfissia,sotto lo sguardo inerte dei consiglieritedeschi, che annotavano tutto per poiinviare in patria dettagliati resoconti, chevenivano archiviati con cura».

«Dopo di lui hanno inviato Zakky bey,l’ex-governatore del Vaspuragan, cheera stato sconfitto dagli armeni durantel’insurrezione di Van. Era la persona piùadatta a far pulizia; ha avuto modo divendicarsi della sconfitta prendendoselacon gli orfani e i deportati. Ha riunito tuttigli orfani salvati da Ali Souad Bey e li haconcentrati in quelle caverne, in quellefoibe che abbiamo visto nel cimitero is-lamico e li ha fatti bruciare vivi. I Turchinon uccidevano subito gli artigiani, gli ar-chitetti, gli ingegneri, o quelli che ave-vano posti di responsabilità. Li utilizza-vano e li eliminavano dopo averli sfrut-tati. Qui, dove ci troviamo, non c’era quelponte, al suo posto c’era un servizio dibarche. I deportati erano traghettati sullariva opposta dove c’era il deserto e dovemorivano di stenti. Qui, su questa spon-da, erano schierati gli Ezaptiè, e chi ten-tava di tornare indietro veniva ucciso. Ilgovernatore di allora aveva dato ordinedi costruire un ponte proprio qui, per ve-locizzare il passaggio dei deportati eaveva incaricato l’ingegnere armeno del-la costruzione. Varjabedian costruì unponte di legno; si vede ancora l’isoladove arrivava la prima arcata, con maes-tranze armene».

all’altro per diffondere epidemie; dis-tribuivano veleno al posto di medicine.Telegrafisti turchi annunciavano l’orariodelle partenze dei gruppi (a piedi, verso ildeserto), il numero dei deportati, e atten-devano conferma dell’arrivo dal postotelegrafico seguente, lontano chilomentri,a Oriente. Se il numero dei sopravvissutiera ancora elevato, si dava ordine allecolonne di tornare indietro sulla stessapista. Grazie al telegrafo, la direzionedelle operazioni, a Instanbul, era tenutacostantemente al corrente della situa-zione. Si faceva in modo che le piste

IL MASSACRO DEI CRISTIANI ARMENI

«“24 aprile”, data d’inizio dei massacri dei cristiani armeni. Tale dataavrebbe dovuto divenire la giornata mondiale del genocidio se la pro-posta non fosse stata ostacolata dalla lobby ebraica americana suistigazione degli ebrei di Turchia. L’iniziativa della comunità ebrea di Istan-bul fu, a suo tempo, criticata da Simon Peres».

(Pietro Kuciukian, “Viaggio tra i cristiani d’Oriente. Comunità armenein Siria e in Iran”, Ed. Guerini e Associati, Milano 1996, pag. 94).

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Occhi sulla Politica“HUMANUM GENUS”

(Leone XIII - 20 aprile 1884)

SCOPO DELLA PRESENTE ENCICLICA

In sì grave rischio, in sì fiera ed accanita guerra alCristianesimo, è dover Nostro mostrare il pericolo,additare i nemici, e resistere quanto possiamo ai di-segni ed alle arti loro, affinché non vadano eterna-mente perdute le anime che Ci furono affidate, e il re-gno di Gesù Cristo, commesso alla Nostra tutela,non solo rimanga e si conservi intero, ma per nuovi econtinui acquisti si dilati in ogni parte della terra.

QUELLO CHE È E QUELLO CHE VUOLE LA MASSONERIA

Chi fosse e a che mirasse questo capitale nemico, che usciva fuoridai covi di tenebrose congiure, lo compresero tosto i Romani Pontefi-ci Nostri Antecessori, vigili scolte a salute del popolo cristiano; e anti-venendo col pensiero l’avvenire, dato quasi il segnale, ammonironoprincipi e popoli perché non si lasciassero ingannare dalle astuzie edalle trame insidiose. Diede il primo avviso del pericolo Clemente XII(Cost. “In eminenti”, 24 aprile 1738); e la Costituzione di lui fu confer-mata e rinnovata da Benedetto XIV (Cost. “Providas”, 18 maggio1751). Ne seguì le orme Pio VII (Cost. “Ecclesiam a Jesu Christo”,13 settembre 1821); poi Leone XII (Cost. “Quo graviora”, 13 marzo1825), abbracciando in questo punto gli atti e i decreti dei suoi Ante-cessori, li ratificò e suggellò con irrevocabile sanzione. Nel senso me-desimo parlarono Pio VIII (Encicl. “Traditi”, 31 maggio 1829), Gre-gorio XVI (Encicl. “Mirari”, 15 agosto 1832) e più volte Pio IX (Enci-cl. “Qui pluribus”, 9 novembre 1846), Alloc. “Multiplices inter”, 25settembre 1865, ecc).Imperocchè da fatti giuridicamente accertati, da formali processi, dastatuti, riti, giornali massonici dati alle stampe, oltre alle non rare de-posizioni dei complici stessi, essendosi venuto a chiara conoscenzalo scopo e la natura della sètta Massonica, quest’Apostolica Sedealzò la voce, e denunziò al mondo, la sètta dei Massoni, sorta con-tro ogni diritto umano e divino, essere non meno funesta al Cri-stianesimo che allo Stato, e fece divieto di darvi il nome sotto lemaggiori pene, onde la Chiesa suol punire i colpevoli. Di che, irritati isettari e credendo di poter, parte col disprezzo, parte con calunniosemenzogne sfuggire o scemare la forza di tali sentenze, accusaronod’ingiustizia o di esagerazione i Papi, che le avevano pronunziate.In questo modo, cercarono di eludere la autorità ed il peso delle Co-stituzioni Apostoliche di Clemente XII, di Benedetto XIV, e similmen-te di Pio VII, e di Pio IX. Nondimeno, tra i Frammassoni medesimi vene ebbe alcuni i quali riconobbero loro malgrado, che quelle sentenze

dei Romani Pontefici, ragguagliate alladottrina e alla disciplina cattolica, era-no altamente giuste. E ai Pontefici siunirono non pochi principi ed uomini diStato, i quali ebbero cura o di denun-ziare all’Apostolica Sede le SocietàMassoniche, o di prescriverle essistessi con leggi speciali nei loro domi-ni, come fu fatto nell’Olanda, nell’Au-stria, nella Svizzera, nella Spagna,nella Baviera, nella Savoia ed in al-tre parti d’Italia.

(continua)

2

Papa Leone XIII.

IL SOGNO DI SARDINI

Questa notte ho sognato, amici miei,D’essere eletto Papa, in Vaticano,Dal quale avrei cacciato i farisei,Che hanno svenduto il popolo cristiano,

Cristo e la Chiesa ai “perfidi giudei”,Con l’ultimo “pontefice marrano”,Che ha sempre lavorato per gli ebrei,Col frammassone e l’anglo-americano!

E poi ho sognato d’essermi affacciato,Pensate, dalla “Loggia” Sampietrina,Da dove il Vecchio Testo avrei ridato

Alla Consorteria Luciferina,E avrei soltanto il Nuovo conservato,Base della Cattolica Dottrina!

Prof. Arturo Sardini

Nota

Prima di ritirarmi dal balcone,Ricordo chiaramente d’aver detto,In tono fermo, a guisa di verdetto:Principi della Chiesa, via! In Missione!

UNA SCOPA PER RATZINGER

Ti manderò una scopa, Cardinale,Per ripulire la romana Chiesa,Dopo il Concilio, fatta baccanale,Quantunque non sia facile l’impresa!

La tua denuncia, schietta e viscerale,È stata veramente una sorpresa;E la cristianità t’è solidale,Perché il tuo grido impedirà la resa,

Ai figli della “perfida genìa”,Da cui il marxismo, la Massoneria,E più d’una pagana ideologìa!

Quanta sporcizia, boria e ipocrisìa!Il Figlio della Vergine MariaTi aiuti, ti protegga e così sia!

Prof. Arturo Sardini

Chiusa

Forse sarebbe meglio uno scopone,Poiché lo sporco è tanto, amico mio,E, poi, una buona disinfestazione.Se necessario, dò una mano anch’io!

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12 “Chiesa Viva” *** Giugno 2005

Documenta-Facta

LA PIU GRANDE TRUFFA DI TUTTI I TEMPI

Una truffa che vale ben oltre1.000.000 (un milione) di volte quelleconosciute e con oltre 1.500.000.000lire (un miliardo e cinquecento milionidi lire) di furto a danno di ogni cittadi-no italiano.Infatti, la “Grande Usura” delle Ban-che Centrali, appropriandosi del va-lore monetario di tutta la moneta,all’atto della sua emissione, espro-priando i popoli del loro diritto di esse-re i veri proprietari di questo valore, efacendo funzionare la dinamo del va-lore indotto alla rovescia, cioè al con-trario della logica economica, ha pro-vocato e provoca direttamente e indi-rettamente: Guerre, Terrorismo, Cri-minalità, Mafia, Ingestibilità degliStati, Fallimenti, Non Nascite,Aborti, Prostituzione, Pornografia,Droga, Usura, Divisioni, Incremen-to degli Sprechi, Debiti Individuali,Debiti Familiari, Debiti Aziendali,Debiti Pubblici, Suicidi, Divorzi, Di-sperazione, Disoccupazione, Cor-ruzione, Traffico, Incidenti, Am-biente Inquinato, Ingiustizia, Fame,Povertà, Morti... ovunque.

PROSTITUZIONE: “È UN ATTO D’AMORE”

Anche la prostituzione può essere, inparticolari occasioni, un atto d’amore.«Chissà che il Padre eterno nonveda un atto d’amore in quella co-sa lì». È il pensiero di Don DanteClauser, 81 anni, molto conosciuto inTrentino, intervistato da Alberto Fol-gheaiter per Radio 1, nella Rubricareligiosa “Oggi 2000”.(Da: “La Nazione” del 5 dicembre2004).

CONSIGLIO D’EUROPAUN CAMMINO PARTITO DA LONTANO

1949 - Consiglio d’Europa. Si può de-finire il primo germe di una realtà che,nelle intenzioni originarie, doveva co-stituire una specie di ONU europeaallo scopo di avviareuna cooperazionepolitica, basata sulrispetto dei dir itt iumani e i princìpi dilibertà, armonizza-zione sociale e coo-perazione culturale.

1957 - A Roma, inCampidogl io, haluogo la f i rma didue trattati istitutividella comunità eco-nomica europea(CEE) e della co-munità europea del-l ’energia atomica(Euratom).

1979 - Il 10 marzo èadottato il sistemamonetario europeo(SME) e nel giugnosuccessivo per laprima volta vengo-no eletti, a suffragiouniversale, i 450membri del Parla-mento europeo.

1991 - Trattato diMaastricht: varatola notte tra il 10 el’11 dicembre, vienefirmato il 7 febbraio.È il trattato che staall’origine dell’unio-ne monetaria.

1993 - Unione Europea: nasce uffi-cialmente il primo novembre.

1995 - Convenzione di Schengen:entra in vigore il 26 marzo. Viene sta-bilita la libera circolazione delle perso-ne in sette paesi dell’Unione: Belgio,Francia, Germania, Italia, Lussembur-go, Olanda, Portogallo. L’Italia entra afarne parte il 26 ottobre 1997.

1997 - Trattato di Amsterdam, firma-to nel corso del vertice europeo di giu-gno. Introduce il principio della “coo-perazione rafforzata” e la lotta controogni discriminazione.

2000 - Trattato di Nizza: il 7 dicem-bre viene proclamata la “Carta euro-pea dei diritti fondamentali”.

2002 - Introduzione dell’Euro. Lanuova moneta comincia a circolare apartire dal primo gennaio in 12 paesi.Il 28 febbraio prendono avvio i lavoridella Convenzione per la redazione diuna “Costituzione dell’Unione”.

2004 - Il 1° maggio entrano dell’Unio-ne europea altri dieci paesi (Cipro,Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Po-lonia, Repubblica Ceca, Slovacchia,Slovenia e Ungheria).

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“Chiesa Viva” *** Giugno 2005 13

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14 “Chiesa Viva” *** Giugno 2005

C arissimi fratellilontani e se-parati, la ci-

viltà dell’amore richie-de, da parte di tutti,uno sforzo per impa-rare ad accettare laconvivenza tra diversie per questo occorro-no studio, disciplinaed esercizio costante.Ci si chiede di affron-tare la sfida di cresce-re e camminare insie-me, senza conflitti ef o n d a m e n t a l i s m i ,nell’ascolto reciproco,evitando di cristalliz-zarsi nella fisionomiaconfessionale, in modo da apprezzare labellezza del pluralismo.Dobbiamo rinnovare il mondo da fratelli esorelle che si accolgono vicendevolmen-te, prendendo le distanze da quanti teo-rizzano scontri, creando barriere e con-trapposizioni.Non bisogna avere paura, perché la pau-ra è figlia dell’ignoranza e della superfi-cialità, cause prime di squilibri e disordini.Il rinato umanesimo ripropone, dunque,l’anelito alla mutua comprensione e la ri-cerca di occasioni di dialogo che includa-no, anziché escludere i segni distintividelle diverse appartenenze.A tal fine, laicismo e relativismo religiososi adoperano per educare le coscienzedei cattolici all’accoglienza dinamica dellevarie identità, rifiutando la chiusura nelprivato e nelle proprie convinzioni.Mai, come ora, la fede è stata trasforma-ta in spazio d’incontro, dove scambievol-mente arricchirsi attraverso il confronto el’interazione, dal momento che, nel suoambito, globalizzazione, interdipendenzaeconomica e società multi-etniche hannoinnescato un processo ecumenico irre-versibile, secondo il cui dettato non è piùaccettabile una verità obiettiva ne una re-ligione dominante.Le migrazioni e l’alterità esigono, pertan-to, un differente approccio ai quotidiani

problemi derivanti dalla convivenza tra lerazze, sulla base del princìpio che tuttiappartengono al genere umano, prescin-dendo dalle rispettive peculiarità: Una so-la comunità, infatti, costituiscono i varipopoli. Essi hanno una sola origine (...);essi hanno un solo fine ultimo, Dio (No-stra Aetate, n° 1). Allo scopo di stabilireuna posizione intermedia tra universali-smo e relativismo, la moderna teologiacerca di favorire la pacifica convivenza,proprio rivalutando ogni tradizione cultu-rale e religiosa: nessuno è superiore enessuno possiede la verità assoluta.In simile contesto ideologico appare chia-ro come non si possa attribuire il mono-polio della salvezza alla Chiesa cattolicae come non si possa riconoscere al re-gno sociale di Cristo. Non sono forse al-trettanto giusti i fondamenti dell’Ebrai-smo, dell’Islam o del Buddismo, in cui so-no presenti elementi universali comuni atutti gli uomini?Molte sono le iniziative intraprese dall’Oc-cidente cristiano al fine di giungereall’omogeneizzazione delle diverse etnìe;anche il nostro Paese è pressato dallanecessità di assicurare responsabilmentel’assolvimento degli obblighi internaziona-li a livello politico, sociale e religioso.Medesimamente la Chiesa di Roma mo-stra, in tal senso, buona volontà, facendo

propri i nuovi orienta-menti sinarchici e libe-rali. Essa profonde, in-fatti, ogni sforzo neltentativo di soddisfarele aspettative dei noncattolici, non solo ac-condiscendendo alleloro richieste, ma chie-dendo addirittura per-dono per la fermezzamostrata in passatonella difesa della suaFede.Potete facilmente con-statare come essa siadoperi alacrementeper recidere quanto didiscriminante vi sia nel

Cattolicesimo e come ne dia ampia dimo-strazione, pregando ecumenicamente adAssisi: rivalutando le vostre verità e po-nendole sullo stesso piano del Verbo In-carnato; celebrando riti non più cattolici;esaltando movimenti filo-ebraico-prote-stanti; rinnegando la sua Dottrina secola-re e conservatrice. Nulla essa risparmiain rispetto dell’accoglienza e dell’amoreper voi. È sufficiente che entriate nellenostre Chiese per verificare la riforma li-turgica, le danze tribali, i ministri buoni eaperti al dialogo.Perché, dunque, continuate ad accusare icattolici di razzismo e d’intolleranza? Per-ché ci rimproverate un dogmatismo chedisconosciamo e di cui proviamo vergo-gna?A dimostrazione del nostro impegno, ciaffanniamo ad insegnare ai nostri figli ilvalore della diversità, la tolleranza, la ric-chezza di ogni credo, la nocività del pro-selitismo, l’urgenza del dialogo e dell’ap-prezzamento dell’altrui cultura; la stessaComunità Europea ha rinnegato le sueradici Cristiane. Cos’altro occorre fare pereliminare le tensioni?Vi chiediamo scusa, fratelli, se, per seco-li, molti miseri hanno sparso il sanguein difesa di una verità inesistente, e seper essa hanno anche combattuto controdi voi.

del dott.ssa Maria Pia Mancini

FRATERNA CARITAS

Giovanni Paolo II all’incontro inter-religioso di Assisi del 1986.

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“Chiesa Viva” *** Giugno 2005 15

Ora, ci siamo ravveduti. Ebrei, Musulma-ni, Protestanti, Induisti, Buddisti poteteaccedere sereni alle nostre Chiese, ai no-stri uffici, alle nostre case: abbiamoescluso Cristo dalle coscienze e dallavita pubblica; abbiamo nascosto i Taber-nacoli; abbiamo sminuito l’Eucarestia asimbolo; abbiamo modificato il significatodella S. Messa; abbiamo tolto i Crocifissi;abbiamo sostituito cappuccetto rosso alBambino Gesù. Lavoriamo ogni giorno per eliminare tuttociò che ostacoli la vostra integrazione e ivostri diritti di ospiti. Abbiamo, per di più,permesso e finanziato la costruzione deivostri templi e li abbiamo benedetti; pernon turbarvi, abbiamo ridimensionato ilculto alla Santa Vergine e ai Santi e nestiamo rimuovendo i simulacri dalle Chie-se. Evitiamo, inoltre, d’inquinare i luoghiper voi sacri, spogliandoci dei segni Cri-stiani, quando vi entriamo contriti e re-missivi. Lo stesso Vescovo di Verona, Mons. Fla-vio Roberto Carraro o.f.m. capp., dallepagine de L’Arena del 15 gennaio, invi-tandoci ad andare in Sinagoga “senzasimboli Cristiani, come i Crocifissi”,non ha dimostrato umiltà, apertura egrande carità fraterna?Il relativismo religioso è divenuto il nostropane quotidiano, perché finalmente ci èchiaro che una parte dello Spirito è in tuttie che Dio è uno solo: non importano ilSuo nome, i Suoi attributi, le Sue caratte-ristiche o come a Lui si giunga. Egli parlaalla coscienza di ciascuno e in ogni luogosi manifesta diversamente.Non abbiamo collocato Budda sopra ilTabernacolo, in occasione della comunepreghiera ad Assisi, per mostrarvi la no-stra buona volontà? Non abbiamo impe-dito, in quell’occasione, l’ingresso in Assi-si della statua della Madonna di Fatima

quanto di retrivo e di cattolico resti anco-ra in noi che vi possa infastidire. Il pro-gresso e la democrazia impongonoprioritariamente il rispetto dell’uomo:Dio Stesso ne è compiaciuto!Rallegratevi, il Cattolicesimo è morto. Ilnemico di sempre è stato sconfitto, an-che grazie all’illuminata Gerarchia Ec-clesiastica che, attraverso la sapientegestione degli opposti, opera efficace-mente alla costituzione del nuovo ordinemondiale!Ora, possiamo veramente sperare di pro-seguire nello slancio ecumenico che cifaccia approdare in un’èra di pace, in cuisi possa realizzare la «... Convergenzagenerale delle religioni verso un Cri-sto universale (o cosmico n.d.r.) chefondamentalmente soddisferà tutti...»(dalla dichiarazione del padre GesuitaDupuis del 24 ottobre 2003).La stessa Madre di Dio, apparendo pro-prio a Fatima, unico luogo del Portogalloche porta il nome della figlia di Maomet-to, sembra che abbia voluto rivolgerciun silenzioso invito a prendere «...seri contatti con le altre religioni, an-che con gli agnostici e persino congli atei...» (comunicato del Rettore delSantuario di Fatima del 28 dicembre2003).La santa unità ecumenica nel plurali-smo confessionale può essere raggiunta,pertanto, semplicemente vivendo nel ri-spetto dei sani princìpi d’egalité, libertée fraternité. Solo così, potremo avanza-re tutti verso «... una religiosità e spiri-tualità universali, sotto la guida di ungoverno mondiale che si installeràprossimamente...». (Dal discorso di Ro-bert Muller - professore New Age - ospi-te del Congresso tenutosi a Fatima dal 9al 12 maggio 1992, organizzato dall’at-tuale rettore del Santuario).

per non alterare la vostra quiete? Nonabbiamo celebrato (il 5 maggio 2004)sull’altare della cappella delle apparizionidi Fatima anche la Dea Natura. Devi, as-similandola a Maria, mentre i nostri Prela-ti si compiacevano delle scritture e dei ritiIndù?I cattolici fremono nell’attesa di un Pan-theon dedicato a tutti gli dèi, dove insie-me si possa pregare, tenendosi per ma-no, a seconda del proprio credo. Ne è ri-prova la moderna architettura del sacro,tanto in voga in occidente, che va sosti-tuendo quella del passato esageratamen-te caratterizzante una fede esclusiva eantiliberale. Bastano da esempio il progetto del rico-struendo Santuario di Fatima e il capola-voro realizzato in S. Giovanni Rotondo inonore di S. Pio da Pietralcina, dove persi-no il pavimento ruvido impedisce ai fedelidi inginocchiarsi e, quindi, di pregare inmaniera individualista. Non vi sembrache questi Santuari siano perfettamenteaderenti al nuovo orientamento inter-reli-gioso e inter-culturale, essendo spogliatidi ogni riferimento al Cristo e alla SuaPassione?Cari fratelli, potete, ora, senza timore,partecipare alle nostre liturgie, le cui mu-siche e preghiere sono state rese piena-mente rispettose della vostra diversasensibilità. Cerchiamo di compiacervi conla totale accettazione delle vostre richie-ste; non vi coercizziamo più con il tentati-vo di evangelizzarvi, proponendovi unapresunta Verità universale e tacciamo,quando oltraggiate i Crocifissi, perché èchiusa l’epoca della testimonianza bruta-le e irrispettosa dell’altrui libertà.Viviamo una nuova primavera, profumatadi Armonia e di vera Giustizia.Benvenuti, fratelli! Vi preghiamo di aiutar-ci, con i vostri suggerimenti, a rimuovere

NO ALL’ABORTOIl mio “Processo” al Parlamento Italianosac. dott. Luigi Villa - (pp. 72 - Euro 10)

Per richieste, rivolgersi a:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

Esistono guerre giuste e doverose? Certamente, come quella contro l’aborto volon-tario non mai giustificabile, per ogni cristiano, per il Comandamento divino: NONUCCIDERE!E questo fu proprio il motivo della mia denuncia fatta al Tribunale di Romacontro il Parlamento italiano, per la sua volontà di firmare la Legge n. 194, con laquale si legalizzava la “strage” di milioni di nascituri esseri umani.Il tutto è corredato, anche in “Appendice”, in una sintesi-schema di “documenti” chesegnano la colpevolezza di chi doveva non firmare quell’assassina legge n. 194. Ora, domandiamoci: ma fino a quando durerà questo assassinio?..La Storia dice che la pietra che sigillava il sepolcro di Cristo non riuscì a bloc-care la risurrezione di COLUI che era, è e sarà sempre il Padrone assoluto del-la vita di cui è Creatore e, perciò, il Padrone assoluto! Il Signore ci conceda unaFede forte per abbattere ancora quella macabra vittoria del Maligno e così rifondaredi nuovo una società cristiana per il REGNO DI CRISTO!

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del prof. Dante Pastorelli

IN MORTE DI MARIO LUZI

L a mattina del 28 febbraio u.s. ilsenatore a vita e poeta MarioLuzi ha terminato, inaspettata-

mente, la sua giornata terrena non pri-va delle soddisfazioni che successo efama, meritati in tutto o in parte o poconon importa, elargiscono.“Vergin di servo encomio e di co-dardo oltraggio”, come il Manzonidavanti alla morte di Napoleone nel 5Maggio (io, va da sé, non sono don Li-sander, e Luzi non è Napoleone), dacattolico che si sforza di praticare lacarità, chino la fronte e rivolgo a Diosincere preghiere perché accolga nellaSua pace l’anima del letterato defunto.La carità, però, mai può esser disgiun-ta dalla giustizia. Per questo non faròun mea culpa per quanto scritto nelmio precedente articolo. Il mio giudiziosul poeta e sull’uomo non mutano. De-vo solo una rettifica: il professore ave-va conseguito la sospirata cattedrauniversitaria. Di quell’articolo, come d’una letterasull’argomento pubblicata da “Il Gior-nale” (cronaca della Toscana) dome-nica 23 gennaio u.s., richiamo la finalesegnalazione alle alte Autorità Eccle-siastiche fiorentine dell’esplicito, pub-blico rinnegamento del Cattolicesimoda parte del Luzi. La mia segnalazione è stata vana, néc’era da aspettarsi altro, coi tristi tempiche attraversa la Chiesa.La stampa per giorni e giorni ha esaltatoil letterato impegnato anche in campo ci-vile e politico, ed alti prelati, per non es-

ser secondi a nessuno, han levato acuti estonati osanna quasi a cercar d’imporre aNostro Signore il loro personale giudizio.Un solo esempio non fiorentino: il card.Ruini, stando a quanto riportato da varigiornali, ha parlato “del più grande poe-ta cattolico contemporaneo” ed haespresso il cordoglio della Chiesa. Evi-dentemente, in questi giorni di crepuscolo

del pontificato di Giovanni Paolo II,Sua Eminenza non deve aver gettatoneppure un’occhiata alle gazzette cheriportavano le vicende penose di cuis’era reso protagonista il Luzi novan-tenne sì, ma, e crediamo alle legioni diapologeti ben informati e alle intervistecui abbiamo assistito, oltremodo pre-sente a se stesso e, pertanto, perfetta-mente consapevole delle parole chepronunciava: son giorni, si sa, di toto-papa: gl’incontri, gli accordi, i compro-messi tra gli Eminentissimi in vista delConclave hanno subito una freneticaaccelerazione e già si parla d’un con-clave assai veloce. Ma Papa Woityla,tra la sorpresa generale, scompaginaogni progetto umano seppur rivestito diporpora, con la sua incredibile resi-stenza (si badi: scrivo a metà marzoe non so quando queste righe ve-dranno la luce). Ma il giorno dell’ad-dio non può esser molto lontano.L’attenuante concessa a Ruini, però,non vale per i cardinali Antonelli e Pio-vanelli né per il Vescovo di Montepul-ciano, Chiusi e Pienza, mons. Cetolo-ni, i quali, con una miriade di canonicidel Duomo e sacerdoti vari, al nostro

letterato han riservato solenni esequie,degne dell’Alighieri, e per di più in SantaMaria del Fiore, gremita d’estimatori, mol-ti d’alto livello politico e culturale, ma po-chi, soprattutto tra questi, cattolici e ancormeno autenticamente cattolici.Il card. Antonelli, nella sua omelia, unospropositato panegirico, ha inneggiato al-la grandezza dell’uomo e del poeta, “mi-

Solenni funerali nel Duomo di Firenze al poeta che ha rinnegato la Fede Cattolica.Carità episcopale a senso unico.

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Mario Luzi, poco prima della sua morte.

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te” (ma non aveva ampiamente ed incre-dibilmente giustificato il lancio di treppiedicontro Berlusconi?), “pensoso” e “con-centrato” (in tanti abbiamo avuto l’impres-sione che le sue ultime interviste fosserouna profluvie di parole stillanti civetteriecon la “sinistra” e, comunque, tutt’altroche frutto di seria concentrazione degnad’un saggio vegliardo e non supportateda corretta, robusta cultura storico-reli-giosa), “testimone di una speranza piùforte di ogni dramma e di ogni cadu-cità” e, addirittura, trascinato da un inar-restabile, fumoso e retorico slancio, “ilprofeta dell’umanesimo aperto al mi-stero divino”, il cui messaggio è quantomai attuale e “salutare antidoto allavertigine e all’angoscia del nulla cheserpeggia nella cultura del nostro tem-po”. Per questo Sua Eminenza e gli altrialti ecclesiastici lo accolgono e lo cele-brano in Duomo, “pensosi (anche loro!)e con profonda gratitudine: Egli dà vo-ce alla speranza che, malgrado tutto,abita in noi”. Le vertigini, a sentir questo peana, ven-gono a noi, fedeli frastornati dalla vertigi-nosa nube di conformismo da cui sembrasia stato travolto l’illustre Presule e tutto ilmondo cosiddetto cattolico: noi, ci di-spiace per S. Em.za. Antonelli, maicondivideremo la sua gratitudine ver-so i nemici della Mistica Sposa di Cri-sto che, sola, dovrebbe stargli a cuore ech’egli dovrebbe difendere da ogni sortadi nemico.Nessuna parola su quella che si potrebbedefinire una vera e propria apostasia – senon giuridica e formale, inconfutabilmen-te morale e materiale - del poeta, nell’ela-

sco che, almeno nel momento della di-partita, egli abbia chiesto perdono al Si-gnore. Ma in foro esterno è lecito con-statare che non v’è stata alcuna resipi-scenza? O il nostro Cardinale ha esplici-te prove del contrario? Se ci sono, i catto-lici sconcertati sarebbero ben lieti di pren-derne atto e ringraziare lo Spirito Santoper la Sua opera illuminatrice e salvatri-ce. In caso contrario, lo scandalo c’èstato, spettacolare e corrosivo dellaFede. (cfr. can. cit. n.3).Invece, Sua Eminenza ha preferito, aqualche “pensosa” invocazione dell’infi-nita misericordia dell’Altissimo, i voli liriciche non potevano non toccare le cordepiù sensibili di laici e laicisti pendentidalle sue labbra e dei cattolici malfor-mati o disinformati, abituati, comun-que, da quarant’anni in qua, a conside-rare una pura favola i Novissimi (Mor-te, Giudizio, Inferno e Paradiso) e pro-curare un prevedibile ritorno di consensie popolarità. Ci manca, adesso, che s’apra sollecita-mente il processo di beatificazione perquesto nuovo profeta fiorentino: oh,quanti ce ne son stati a Firenze! Qui, son profeti gli ex-preti - per quantoun prete possa essere ex - come il donMazzi dell’Isolotto, gli eretici o blasfemio perennemente disobbedienti come ilPadre Balducci, il padre Turoldo equel don Rosadoni che morì rifiutando,perché intriso d’odio, la visita di riconci-liazione che il suo Vescovo, il pio card.Florit, gli aveva insistentemente offer-to.

(continua)

borato discorso dell’Arcivescovo, sul suoattacco alla Chiesa Cattolica denigratae rinnegata perché orgogliosa nel suoattestarsi, nella coscienza discrimina-trice di altri credo, quale detentriceunica ed esclusiva della Verità assolu-ta, sulla vergognosa aggressione alla“sètta” di Comunione e Liberazioneche suscitava in lui un vivo senso di ripu-gnanza.Avrebbe potuto, il Cardinale di Firenze,almeno accennare ai limiti più vistosi delvate di Castello, affidandone il destinoeterno alla misericordia di Dio, giacché,per sua ostentata ammissione, è volutomorire fuori della Chiesa: ed è di fedeche “extra Ecclesiam nulla salus”. Al-meno per coloro che coscientemente sene distaccano o la rifiutano. E quello inquestione è un caso emblematico di osti-nato, pubblico rifiuto.Per costoro valgono le disposizioni delCodice di Diritto Canonico che, al can.1184 così recita: “Se prima della mortenon diedero alcun segno di pentimen-to, devono essere privati dei funeraliecclesiastici: 1° gli apostati, gli eretici e gli scismati-ci notori”;2° gli altri peccatori manifesti, etc.”. Ora è innegabile che il ripudio del Cat-tolicesimo da parte di Luzi è statopubblico, quindi era notorio, ed in es-so convergono anche eresia, scisma emanifesto peccato, ed oltretutto alla Cu-ria fiorentina era stata segnalato. Il sena-tore a vita è morto all’improvviso, pocodopo che s’era levato. Non voglio, chépeccherei gravemente, giudicare in forointerno: spero e prego vivamente, ribadi-

PAOLO VI... BEATO?Presentazione del libro tenuta dall’Autoreall’Università di Teramosac. dott. Luigi Villa (Formato libro: 195x280 mm; pp. 242; 285 Foto-Documenti - Euro 20)

Per richieste, rivolgersi a:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

Questo nuovo libro su Paolo VI è costituito dal testo originale della Pre-sentazione del libro: “Paolo VI... beato?”, tenuta dall’Autore all’Univer-sità di Teramo (Università di Diritto Internazionale), in data 5 maggio1998, corredato da un’enorme documentazione. Al termine del testo della “Presentazione del lbro”, suddivisa in dueparti, infatti, il libro riporta la parte degli Annessi: Documenti-Fotogra-fie che, suddivisi per capitoli, costituiscono un dossier di “Documenti”sullo stato della Chiesa, durante e dopo il Pontificato di Paolo VI. È una mole impressionante di fotografie e di documenti che copre i dueterzi del libro (da pag 65 a pag. 242) e che ha il pregio di riuscire a tra-smettere a chiunque, in modo immediato e sconcertante, l’immane tra-gedia della situazione disastrosa della Chiesa al giorno d’oggi.

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LA SACRA SCRITTURA È INTRINSECAMENTEDIFFICILE

Nella lettera dell’aposto-lo Giacomo si legge chela Fede, se non ha leopere, è morta (Jac. 2,17); e che ognuno vienegiustificato in base alleopere, e non soltanto perla sua fede (Jac. 2, 24).Lutero, che insegnava di-versamente, espunse dalnovero dei libri ispirati lalettera di S. Giacomo, lalettera di paglia, comeegli ironicamente la deno-minava!Negli Atti degli Apostoli,San Luca ci dice che imissionari Paolo e Barna-ba, imponendo loro lemani, eleggevano i pre-sbiteri ai quali affidavanole nuove cristianità da lo-ro stessi fondate (A. A.14, 22), mentre i Valdesi,ne “Il Nuovo Testamento”, con note spie-gative, (Torre Pelice) 1955, insegnanoche i due missionari facevano eleggereda altri, cioè dai fedeli, i propri presbiteri,come usano i Valdesi tuttora. Ancora negli “Atti”, 21, 9 leggiamo che ildiacono Filippo aveva quattro figlie ver-gini, cioè non maritate, in greco parthé-noi, voce che, nell’opera valdese soprac-citata, viene espressa dalla frase cheerano maritate, suggerita dall’avversionedei Valdesi nei riguardi del celibato.Non è il caso di meravigliarsi: la mano-missione della Sacra Scrittura fu abi-tudine comune a tutti gli eretici, preoc-cupati di avallare i propri errori ricorrendoalla Sacra Scrittura, convenientemente ri-

toccata o addirittura ridimensionata. Come potrà il semplice fedele difendersida tali manomissioni indebite? Non certointerrogando la Sacra Scrittura stessa;ma solo ricorrendo all’autorità compe-tente della Chiesa cattolica: Chiesa,per la quale i libri ispirati vennero perl’appunto ispirati: autorità, cui compete,in esclusiva, anche la facoltà di dichiara-re autentica questa e quella traduzionedella Sacra Scrittura dalle lingue originaliin una qualsivoglia lingua moderna.Tuttavia, bisogna pur ammettere che nonc’è traduzione, per quanto accuratamen-te eseguita e debitamente approvata,che equivalga perfettamente l’originale.Per questo, le traduzioni cattoliche della

Sacra Scrittura sono cor-redate di note, ordinateanche a mettere a dispo-sizione del lettore un te-sto il più possibile corri-spondente a quello scrittonelle l ingue bibliche,l’ebraico antico, l’aramai-co e il greco ellenistico.Tuttavia, anche il posses-so di tali lingue, taloranon basta per afferrare ilsenso autentico di qualsi-voglia pagina del Librosacro.Libro? Piuttosto “libret-ti”, come dice esattamen-te la parola greca “Bi-blìa”. Si tratta, infatti, diuna biblioteca, alla cuicomposizione concorseronumerosi Autori umani,amanuensi dello SpiritoSanto; Autori umani chescrissero, innanzi tutto,per i loro contemporanei;e questi e quelli con men-talità e modi di esprimere

sotto vari aspetti diversi dai nostri; libri ri-toccati da vari redattori posteriori lungo ildecorso di non pochi secoli; libri nei qualisi trattano, a volte in modo alquanto pro-miscuo, argomenti d’indole varia: parabo-le, poesie, profezie, apocalissi, preghie-re, lamentazioni, imprecazioni; ma princi-palmente, fatti storici, narrati, ora in mo-do piano, ora ampliati dallo stile epico,ora adornati dagli aedi popolari che liconservarono e li trasmisero da secolo insecolo oralmente, fino a quando nonvennero messi per iscritto in questa o inquell’altra forma.Tradurre tutto ciò, secondo le esigenzedella nostra mentalità senza guastarenulla, sarà mai possibile?

del sac. dott. Giuseppe Pace

INTRODUZIONE ALLA SACRA SCRITTURA

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Per questo, il biblista impegnato si studiadi tradurre il più possibile la propria men-talità moderna in quella degli antichiagiografi: opera certo non facile, che ra-ramente può riuscire in modo perfetto,ma affascinanate e religiosamentequant’altra mai ben rimunerata.Tuttavia, la maggiore difficoltà che con-trasta la retta interpretazione della SacraScrittura, non deriva tanto dalla sua for-ma letteraria, quanto dal suo contenuto.È facile convincersene, sol che si badi aquanto avviene presso quei Protestantiche ricorrono alla Bibbia come a un pron-tuario di ricette. In tal modo, a base diBibbia, si possono sentire autorizzati, og-gi, ad affermare una certa opinione, e,domani, la contraria; oggi, a sostenere lamoralità di un certo comportamento, e,domani, a riprovarlo. Ciò avviene perchénon si può prendere come norma diverità a sé sufficiente una pagi-na della Sacra Scrittura avulsadal contesto prossimo e remo-to.Non solo, ma lo stesso VecchioTestamento, complessivamente,senza il suo complemento indi-spensabile, il Nuovo Testamen-to, è un libro incompleto. Un arco di pietre, per quanto soli-de, non si regge fino a quandonon sia stata collocata, nel fasti-gio dell’arco, l’ultima pietra, lapietra di volta; così lo spigolo diun edificio, se non posa su saldapietra angolare, non può reggere.Questa pietra di volta, questa pie-tra angolare del Vecchio Testa-mento, non si trova che nel Nuo-vo Testamento.A più riprese, nelle pagine delVecchio Testamento viene de-nunciata la caducità dell’allean-za antica, stretta da Dio con ilpopolo d’Israele, e la cessazioneper questo stesso popolo delmandato di depositario delle pro-messe di Dio; mentre viene vati-cinata la costituzione di unnuovo popolo di Dio, di un re-gno di Dio universale, di unanuova e imperitura alleanza. Sì, il Vecchio Testamento è un li-bro interrotto a metà, che esige, acomplemento indispensabile, ilNuovo Testamento; e l’uno e l’al-tro, a loro volta, esigono il Magi-stero ecclesiastico autorevole.Proprio così: la Bibbia, anche perfetta-mente completa di Vecchio e di NuovoTestamento, non è tuttavia auto-suffi-ciente: non è, infatti, che una parte, certodi incalcolabile valore, della Sacra Tradi-zione, del depositum fidei, e solo inseritanella Sacra Tradizione divinene luminosae perspicua.Ecco perché quei Figli d’Israele checonsiderano tuttora il Vecchio Testa-mento come completo e auto-suffi-ciente, nell’interpretarlo si smarrisco-no, e finiscono per ritenerlo sempliceraccolta di libri di letteratura nazionaleantica, ma non più ispirati da Dio; oppu-re, restando ad essi ciecamente devoti esforzandosi di ispirare ai medesimi lapropria condotta privata e collettiva, ris-

chiano di ritenere comando di Dio laprosecuzione delle proprie mire terre-ne; fino a quando un qualche clamorosofallimento non li lasci confusi e dolentipresso un qualche altro “Muro del Pian-to”.

L’ISPIRAZIONE BIBLICA

La tradizione ebraico-cattolica, riconfer-mata solennemente nel Concilio di Tren-to, afferma che l’Autore della SacraScrittura è Iddio stesso; ma riconosceanche che Iddio non ne è l’unico Autore:a ragione si parla di Leggi di Mosè, diSalmi di Davide, di Proverbi di Salo-mone. Iddio, infatti, volle servirsi, a mododi strumenti intelligenti e liberi, di collabo-ratori umani, a volte coscienti di parlare odi scrivere in nome di Dio, come quando

certi Profeti proclamavano alle folle glioracoli di Yahwèh; altre volte, invece, deltutto inconsci della Provvidenza divina,tutta speciale, che vegliava sul loro lavo-ro, illuminava la loro mente, dirigeva laloro volontà, tanto da ottenere che tra-smettessero fedelmente agli uomini, me-diante i loro scritti, il messaggio di Dio. Inquesta azione dello Spirito Santo sullamente e sulla volontà dell’agiografo, con-siste essenzialmente la sacra ispirazio-ne, secondo la definizione classica dellamedesima, stilata da Leone XIII, il 18 no-vembre 1893, nell’enciclica “Providen-tissimus Deus”.Tali strumenti umani, nello scrivere, nelritoccare, nel ridimensionare i libri ispirati,lasciarono in essi la propria impronta, in

modo analogo a quanto avviene di unpennino che, pur tracciando fedelmentele consonanti e le vocali volute da coluiche impugna la penna, le traccia, tutta-via, più o meno fini, più o meno intozza-te, a seconda della forma e dell’elasticitàdella propria punta. Ciononostante, anche la forma letterariasi deve dire ispirata, in quanto è lo SpiritoSanto che elesse questo piuttosto chequell’altro strumento umano, appuntoperché, in consonanza con la propriapersonalità e temperamento e sensibilitàartistica, avrebbe usato un certo genereletterario piuttosto che un altro: anche laforma del pennino viene scelta dallo scri-vente, quando sceglie quel certo penni-no.San Luca ci assicura di non essersi ac-cinto a comporre il suo Vangelo che do-po aver investigato diligentemente ogni

cosa sin dall’inizio (Luca 1, 3).Tanto cura sarebbe stata super-flua se lo Spirito Santo gli avessedettato quanto egli mise periscritto. Se si prende la parola“dettato” nel suo senso piùstretto e rigoroso, la sacra ispira-zione non può essere dichiaratapropriamente “dettato dello Spi-rito Santo”.Negli “Atti” 23, 26-30, San Lucainserisce di sana pianta la letterainviata al Procuratore romano Fe-lice dal tribuno Claudio Lisia: let-tera nella quale Claudio Lisia,mentendo, afferma di essere cor-so a salvare Paolo aggredito daiGiudei, appena seppe che Paoloera cittadino romano. Anche talelettera si può dire ispirata, nonmeno che ogni altra pagina degliAtti, non in quanto sia stato ispi-rato Lisia a scriverla, e tanto me-no a mentire, ma in quanto venneispirato San Luca, affinché la in-serisse negli Atti. Così si dicadella sentenza del Sinedrio:Reus est mortis! (26, 66). LoSpirito Santo ispirò San Matteo acollocarla nel suo Vangelo; ma fuil demonio a ispirarla ai sinedristi,non lo Spirito Santo!Consideriamo ancora la lettera diLisia per una precisazione ulte-riore. Detta lettera non rivela unaqualche verità, altrimenti inacces-sibile alle capacità conoscitivenaturali dell’uomo: tutto quello

che vi si legge, è uscito dalla mente edalla fantasia di Lisia: tutto ciò che vi sicontiene, è ispirato; nulla di ciò che vi sicontiene è rivelato. Non tutto ciò che èispirato, è necessariamente anche rivela-to. La sacra ispirazione ha un’estensionemaggiore della divina rivelazione. Eccoperché non fa difficoltà ammettere comeispirati nella Bibbia anche dei semplici or-namenti pittorici, quali, ad esempio, i rife-rimenti al cane che accompagna Tobia el’arcangelo Raffaele, lungo il viaggio, cheprecede costoro alla casa dove li attendeTobia, il vecchio, cui annunzia il ritornodel figlio, menando festosamente la coda(Volgata-Tobia 6, 1; 11, 9).

(continua)

Davide e Golia.

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7) Previe speculazioni di borsaA partire da tre settimane prima dell’11sett. Qualcuno cominciò a vendereazioni insolitamente elevate delle com-pagnie aeree ed assicurative, e di so-cietà residenti nelle Twin Towers, poicoinvolte nel disastro. In particolare. cifurono grandi speculazioni con l’insidertrading: ossia con forti vendite “putt” al-lo scoperto (cioè, senza possedere i ti-toli, ma impegnandosi a consegnarli adate stabilita) sperando che (al mo-mento dell’acquisto sul mercato, per laconsegna reale) le quotazioni sianocalate e lucrando sulla differenza. Il 7sett. Furono vendute 4744 opzioni‘putt’ dell’United Airlines, e il 10 sett.4516 opzioni ‘putt’ dell’American Airli-nes. È una manovra superiore del600% dei movimenti normali. È risaputo che CIA e FBI, con il pro-gramma Promis, monitorano costante-mente queste operazioni di Borsa spe-culative, quali possibili segnali di immi-nenti attentati terroristici, o di condottaeconomica sospetta. Dunque, qualche grosso investitore hasaputo in anticipo degli attacchi. E ha fat-to speculazioni. Ma chi? La logica direb-be Bin Laden o i suoi collaboratori. E invece le rivelazioni sui profitti ottenuticon l’insider trading in relazione agli at-tacchi dell’11/9 puntano ai livelli più altidel mondo degli affari USA e della CIA.Le prime indagini arrivarono a A.B. Kron-gard, ex dirigente di Banca e attuale n. 3della CIA. Dopo di che, tale argomento èscomparso dai media, e non se ne sentìpiù parlare.

8) Gli israeliani erano informatiVi è stato solo un morto israeliano tra levittime dell’attentato del 11 settembre alleTorri Gemelle, tra gli oltre 4000 abitual-mente presenti. Per quel giorno, tutti gliisraeliani hanno chiesto ferie. È evidenteche sono stati informati in tempo dal Mos-sad (i servizi segreti israeliani).

9) Altri erano già informatiL’Odigo di New York, una società dimessaggi istantanei, ha ricevuto co-municazione scritta che li avvertiva diun attacco al WTC due ore prima chegli aerei colpissero (Washington Post28 sett.). Il sindaco di San Francisco, W. Brownha affermato di essere stato avvertito il10 sett. dalla sua “sicurezza aereopor-tuale” di non prendere aerei il giornosuccessivo (Radio KSFO). Delmart Vreeland, in prigione a To-ronto, in Canada, il 12 agosto metteper scritto quello che sarebbe avvenu-to a New York, chiude il foglio in busta,lo consegna e chiede all’autorità diprotocollarlo (Toronto Star, 23 ott.).

10) Gli spostamenti previ al Penta-gonoL’aereo che colpì il Pentagono, sel’avesse fatto una settimana prima,avrebbe distrutto uffici-chiave per leoperazioni del Pentagono ed uccisomolti funzionari superiori. Ma proprio la

settimana prima dell’impatto, quegli ufficie personale furono trasferiti in un altraala. E lì restarono uffici e personale di li-vello minore. Anche questa informazione venne tacita-ta velocemente.

11) Spie israeliane a New York esultanoL’11 settembre, 5 persone stavano su untetto di Hoboken, al di là del fiume Hud-son, e guardavano in direzione delle Torrigemelle, e han fatto festa al momento delcrollo. Qualcuno ha chiamato la polizia ed

TORRI GEMELLETORRI GEMELLE

IL GRANDE INGANNOIL GRANDE INGANNO

del sac. D. E.

Le due Torri Gemelle di New York.

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è risultato che erano israeliani, avevanolavorato per una impresa di trasporti, chei loro visti erano scaduti. Si sono rifiutatidi dire di più. Sono state identificate poicome spie, ed espulsi.

12) Dopo soli 25 giorni, la macchinabellica è già pronta per la guerra in Af-ganistanLe persone con esperienza militare han-no suggerito che non sarebbe logistica-mente possibile organizzare un’operazio-ne militare della vastità diquella lanciata dagli USA con-tro l’Afghanistan nel giro disoli 25 giorni. A meno chenon fosse già stata program-mata prima. Facendo un confronto, il tem-po impiegato dagli USA peressere pronti per l’attaccoall’Iraq, nel 1991, fu di 4 mesie mezzo. Vero che l’operazio-ne in Iraq era molto più gros-sa, ma il terreno dell’Afghani-stan è uno dei più complessial mondo, mentre l’Iraq unodei più semplici.

I FATTI DELL’11 SETTEMBRE

13) Sorprendente incapacitàinvestigativa e preventiva ditutti i servizi segreti USASecondo la versione ufficialel’attentato terroristico ha coltoimpreparati i servizi di sicu-rezza che non potevano pre-vedere una cosa del genere.Ciò è falso: sin dai tempi dellaguerra fredda questo tipo diattacco terroristico era all’at-tenzione dei servizi di sicurez-za Usa; ce ne parla ampia-mente, ad esempio, il numerodi novembre ‘94 di Time Ma-gazine. Persino a Genova, in prepara-zione del G8, l’ipotesi di atten-tati terroristici di quel tipo erastata attentamente considera-ta dai servizi di sicurezza. Quanto all’informazione è assurdo che iservizi segreti americani (CIA, FBI, DEA,INS, e servizi militari, ecc., pagati circa 30miliardi di dollari all’anno), non conosces-sero quanto già politici, militari ed altriservizi e civili conoscevano. Anzi i serviziUSA erano stati espressamente informatida altri servizi (cf n. 7).

14) L’aviazione militare è stata tenuta aterraL’USAF ha una serie di regole ben col-laudate per affrontare le attività aereefuori programma (basta che l’aereo escadi 15 gradi = 6 Km dalla rotta). Specie sel’aviogetto entra in zona aerea vietata

(come lo è il sorvolo del centro di NewYork e l’avvicinamento al Pentagono).L’attivazione di queste non richiede ordinisuperiori: è automatica. Quando un ae-reo, per qualsiasi motivo esce di rotta laNORAD (rete radaristica delle torri di con-trollo) immediatamente lo segnala ai co-mandi dell’aviazione militare più vicini.Aerei da caccia F 16 decollano immedia-tamente (viaggiano a 2 volte la barrieradel suono) e nel giro di 5-10 minuti, l’ae-reo fuori rotta viene intercettato. Per veri-

ficarne le cause (malfunzionamento, me-teo, malore, dirottamento, ecc..) e per for-nire l’aiuto nelle comunicazioni o nelle dif-ficoltà di navigazione, raccogliendo infor-mazioni sulla situazione dell’aereo in diffi-coltà, un avvio per le operazioni di soc-corso, se dovessero essere necessarienel caso di caduta, e protezione nel casosi pensi che possa essere minacciato daaltro aereo ostile. Solo in casi di estremanecessità, e se l’aereo minaccia di com-piere più gravi danni, viene dato l’ordinedi abbatterlo. Vi è la prova incontrovertibile che la mat-tina dell’11 settembre L’U.S.A.F. è statacompletamente “lasciata a terra”, attra-

verso tutto il paese, e rimessa in moto so-lamente dopo gli attacchi. Ciascuno degliaerei dirottati doveva, e normalmente sa-rebbe successo, far scattare le proceduredi segnalazione e di intercettazione an-che prima che fosse evidente che vi era-no intenzioni ostili. Le misure di sicurez-za, vennero sospese mentre gli attacchierano in corso, e ristabilite solo dopo chequesti si erano conclusi. Il primo dirottamento avvenne alle 8.20.La prima Torre fu colpita alle 8.46; Il se-

condo dirottamento alle 8.42 ela seconda Torre colpita alle9.03; il terzo è dirottato alle8.46 e colpisce il Pentagonoalle 9.37. C’era il tempo perdare l’allarme e per intercet-tarli. Il quarto aereo, segnalato di-rottato alle 9,16, si affermache è schiantato vicino a Pitti-sburg in Pensylvania alle10,06, ma in realtà sembrache non è caduto: è stato col-pito e abbattuto mentre era involo; infatti, i suoi resti sonostati trovati su un diametro di8 miglia (= 13 km). Nel caso del primo aereo, icaccia né sono arrivati in tem-po, né non sono partiti dallebasi più vicine. La base diAtlantic City è a 160 Km, a 5minuti di volo da Manhattan! Nel caso degli altri due aereinon vi è assolutamente nes-suna scusa per non averli in-tercettati prima del momentofinale. Il caso dell’aeroplanoche colpì il Pentagono è parti-colarmente evidente. Dopoaver saputo che l’aereo avevaun grave problema, fu in gra-do di cambiare rotta e dirigersisu Washington, per circa 45minuti, volare oltre la CasaBianca e schiantarsi sul Pen-tagono con nemmeno un ten-tativo di intercettazione, condue squadroni da caccia F 16pronti ad intervenire, staziona-ti nella base di Andrew a 10miglia dal Pentagono. Cioè,

l’aereo che si schiantò sul Pentagonocontinuò a volare, senza nessun tentativodi intercettazione, per circa altri 40 minutidopo che il secondo aereo aveva già col-pito il WTC. Con i caccia della difesa ae-rea in servizio permanente a 10 minuti, econ almeno 40 minuti di preavviso, i verti-ci militari USA permisero che il loro cer-vello nevralgico militare” venisse attacca-to senza tentare una reazione. Ne risulta che la procedura di intercetta-zione è stata tenuta bloccata per almeno75 minuti, e solo un ordine dagli alti co-mandi può bloccarla.

(continua)

Le due Torri Gemelle in fiamme.

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22 “Chiesa Viva” *** Giugno 2005

del dott. Franco Adessa

Conoscere la Massoneria

La fine del 1856 fu un periodo importante per le operazionimazziniane nel regno di Napoli. Un agente di Cavour, a no-me di Enrico Misley, massone degli alti gradi, aveva pre-sentato, pochi anni prima a Mazzini, a Londra, il baroneBentivegna, siciliano affiliato alle Logge. Crispi, dal cantosuo, aveva accreditato Bentivegna con una lettera a Lem-mi, al quale da tempo Mazzini si rivolgeva spesso per con-sigli. Il barone strinse amicizia con Adriano, divenendoneun amico molto stretto.Verso il settembre 1856, il Comitato Centrale Europeo diMazzini decise l’assassinio del re di Napoli e di scatena-re, contemporaneamente, una rivoluzione in Sicilia. Benti-vegna fu scelto per fomentare la rivolta, mentre Lemmis’incaricò dell’assassinio.Si era progettato di far saltare per aria Ferdinando II permezzo di una bomba che un affiliato fanatico doveva getta-re sotto la carrozza reale, durante una passeggiata pubbli-ca di Sua Maestà. Per l’organizzazione dell’assassinio,Mazzini lasciava piena libertà a Lemmi, e questi scelseun ebreo lombardo, a nome Giosuè Possano, il quale ave-va trovato le composizioni chimiche degli ordigni. Sotto fal-so nome, Adriano andò a Palermo, dove trovò tutto prontoper la rivolta, e da dove scrisse a Mazzini annunciandogliche «gli affari saranno fruttuosi in Sicilia». Poi, andò aNapoli, dove l’assassinio era stato fissato per il 22 novem-bre, giorno in cui sarebbe scoppiata la rivoluzione in Sicilia.Il Barone Bentivegna aveva fornito a Lemmi un giovanedei dintorni di Mesina, un certo Filippo Carabi, che fu suocompagno di viaggio. Giunti a Napoli, e scelti due diversi alberghi, i due si diederoappuntamento per la domenica nelle cave di pietra di Pia-nura, per fare le prove con la bomba. Disposero la bomba el’accesero a distanza con una lunga miccia che bruciavalentamente. L’esplosione fu terribile; fu tanto distruttiva, in-frangendo un enorme masso, che il giovane Carabi com-prese che, gettando la bomba sotto il cocchio reale, egli sa-rebbe stato fatto a pezzi insieme a Ferdinando II.Prendendo la scusa di essere l’unico sostegno della suavecchia madre, egli, dopo aver giurato che avrebbe mante-nuto il segreto, consigliò Lemmi di trovarsi un altro esecuto-re dell’assassinio. Contrariato per questo rifiuto e, anch’eglimolto attaccato alla sua preziosa esistenza, per non portarea termine l’assassinio di persona, Lemmi giurò di castiga-re il siciliano.Infatti, il povero Filippo Carabi fu assassinato, cinque annidopo, in una Loggia di Napoli, un giorno che egli vi si erarecato senza alcun sospetto. Questo delitto fu commessocon una ferocia e una destrezza inaudita: gli archivi delDirettorio di Napoli ne danno i più minuti particolari: il se-

questro di Carabi nel 1861, il suo processo svoltosi davantia un tribunale segreto, la tortura spaventevole che gli sifece subire, e l’estremo supplizio posto in esecuzionenel più profondo mistero.Scoppiata la rivolta in Sicilia, Lemmi si mise in contatto di-retto con vari capi massoni napoletani, che lo consigliaronodi non far uso di una bomba, ma di un pugnale, e che gliproposero, il 4 dicembre, in casa di un mazziniano a Torredel Greco, due militari affiliati: Giusepe Locuti e AgesilaoMilano. L’emissario del Comitato mazziniano di Londrascelse il Milano.L’8 dicembre 1856, nel momento in cui Ferdinando II pas-sava in rivista l’esercito di Napoli, il soldato Agesilao Mila-no si staccò improvvisamente dalle file e tirò due violenticolpi di baionetta al re, colpendolo in mezzo al petto. Perfortuna, la baionetta si curvò e Ferdinando non fu nemmenoferito. Tratto in arresto, Milano fu giudicato, condannato amorte e giustiziato.Mazzini fece coniare una medaglia commemorativa inonore dell’assassino, qualificato come “martire”.Nel frattempo, l’insurrezione in Sicilia fu repressa, il baroneBentivegna fu catturato e fucilato il 20 dicembre.Il Governo reale ebbe la prova dell’esistenza di una congiu-ra e si credette che tutto fosse stato organizzato dal Comi-tato di Londra; gli stessi massoni, eccetto Bentivegna,ignoravano la vera identità di Lemmi, ma questo è stabilitodal processo massonico di Filippo Carabi, esistente negliarchivi del Direttorio di Napoli.

Giuseppe Mazzini fu alla direzione del programmarivoluzionario mondiale degli Illuminati, dal 1834 al1872.

1 Cfr. Domenico Margiotta, “Ricordi di un 33”, Delhomme e Bri-guet, Editori, Parigi 1895. pp 21-25.

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ERESIE DEL MOVIMENTONEO-CATECUMENALEdi P. Enrico Zoffoli

Scopo principale del saggio è di farconoscere al grande pubblico le pre-messe dottrinali del Movimento Neo-catecumenale, essendo ancora ine-dita e riservatissima ai suoi “Cate-chisti” l’unica fonte a cui attingo.Il saggio, inoltre, dovrebbe ancheservire di stimolo per la Gerarchiacattolica a tutti i livelli perché - siapure con grave ritardo - si oppongaalle eresie propagate ovunque dalMovimento, a cui si deve in granparte l’attuale disorientamento deifedeli e l’incombente minaccia delladisgregazione della Chiesa.La verità non teme la luce, e sa rea-gire contro tutte le manipolazionidella miscredenza e del fanatismo,soprattutto in difesa della Fede, og-gi minacciata ovunque dal presun-tuoso rifiuto di un Magistero controil quale il Potere delle tenebre nonpotrà mai prevalere.Esaurita in poco più di due mesi laseconda edizione, questa terza(che potrebbe dirsi anche “quarta”,perché il saggio apparve nel miovolume “La Confessione ancora ne-cessaria?”) è stata ritoccata conl’aggiunta di chiarimenti e sviluppivolti a favorire una più ampia e ap-profondita conoscenza dell’argo-mento.Ringrazio quanti mi hanno incorag-giato nella delicata e ardua impre-sa, anche contribuendo alla diffu-sione dell’opuscolo.

Per richieste:

Edizioni SegnoVia Piave, 2933100 UdineTel. 0432 609088

“Chiesa Viva” *** Giugno 2005 23

Lettere alla Direzione

SEGNALIAMO:

«Guardati dall’uomo cheha letto un solo libro».

(S. Tommaso d’Aquino)

In Libreria

Egregia Direzione di “Chiesa Viva”,(...) vorrei l’elenco delle Vostre

tanto eroiche e pregevolissime pubblica-zioni.Con lo zelo, con il coraggio, con la Fedecristiana, date l’esempio fulgido che indu-ce all’emulazione.Grazie!

(R. G. - Padova)

***

Colgo l ’occasione per ringraziare i lRev.do Don Villa e tutti i suoi collabora-tori per la preziosa opera a difesa delCattolicesimo romano. Che Dio ve nerenda merito!In Cristo obbligatissimo, Vi saluto frater-namente!

(D. A. - CE)

***

Reverende Operaie di Maria Immacola-ta, sono un giovane uomo di 38 anni, dinome Piergiorgio - Nei giorni scorsi nel

Duomo di Cuneo, mia parrocchia, ho tro-vato una rivista del titolo “Chiesa Viva”.L’ho letta con interesse e con condivisio-ne. È assolutamente vero che il neo-mo-dernismo, in questi ultimi decenni, sta di-lagando, producendo una grande quan-tità di cose storte e discutibili. Pensoall’orientamento principale della Chiesadi oggi - cioè l’ecumenismo a tutti i costi.Penso all’introduzione della Comunionesulla mano. Penso alla nascita di nume-rosi movimenti e gruppi cosiddetti“ecclesiali”, ma che non trasmettonoassolutamente la Verità, quella insegnatada sempre dalla Tradizione bimillenariadella Chiesa.Alla luce di tutte queste tristi realtà, è tut-tavia consolante che ci siano riviste comela Vostra che riescono a mettere in risaltotutti questi errori.Se possibile, mi piacerebbe ricevere unpaio di copie in omaggio di questa Rivi-sta, al fine di fare l’abbonamento per ilprossimo anno.Complimentandomi con Voi per il prezio-so lavoro e servizio, Vi ringrazio e salutocordialmente.

(P. V. - CN)

RAGAZZE e SIGNORINE

in cerca vocazionale, se desiderate diventare Religiose-Missionarie” – sia in terra di missione, sia restando in Italia –

per opere apostoliche, con la preghiera e il sacrificio,

potete mettervi in contatto, scrivendo o telefonando a:

“ISTITUTO RELIGIOSO MISSIONARIO”

Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax: 030 3700003

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24 “Chiesa Viva” *** Giugno 2005

2 Telegramma di auguri a Papa Benedetto XVI

3 Eccellenze - Cardinali e Vescovi - svegliatevi!del sac. dott. Luigi Villa

8 Un libro ignoto del sacerdoteKarol Wojtylala Direzione di “Chiesa viva”

10 Il massacro dei cristiani armeni

11 Occhi sulla politica

12 Documenta-Facta

14 Fraterna Caritasdella dott.ssa M. Pia Mancini

16 In morte di Mario Luzi (1)del prof. D. Pastorelli

18 Introduzione alla Sacra Scrittura (2)del sac. dott. G. Pace

20 Torri gemelle:Il grande inganno (2)del sac. D.E.

22 Conoscere la Massoneria

23 Lettere alla Direzione In Libreria

24 Conoscere il Comunismo

GIUGNO 2005

SOMMARIO N. 373

ECCELLENZE

– CARDINALIE VESCOVI –

SVEGIATEVI!

SCHEMI DI PREDICAZIONEdi p. Alessandro Scurani s.j.

Epistole e VangeliAnno A

(Dalla XVII Domenica del T. Ord. allaAssunzione della Beata V. Maria)

L’8 gennaio 1948, P. Ambros Rust fuportato per la città, torturato, privato ditutto. Contemporaneamente, due cristianifurono incarcerati; una catechista, frusta-ta fino a morire davanti ai suoi occhi. Co-sì avvenne per le altre residenze finchétutti i missionari furono cacciati. Nono-stante l’annientamento da parte dei co-munisti di tutte le religioni, non esclusequelle pagane, i missionari erano sempredeterminati a difendere il gregge e ad es-sere testimoni del vangelo. Uebelmann eBallhalder rimasero a Qiqihar quandoottennero la libertà e si occuparono di la-vori come fabbro e cestaio. Furono diconforto ai confratelli. Kuttel e Frei, dopol’esproprio, vissero in una povera capan-na e ne costruirono il pavimento. Haiu,Heusch e de Boer a Mankon, Laha eTalai curavano il bestiame, Andres,Burke, Herrmann, Kaufrnann, Rust siguadagnavano il pane assistendo i mala-ti, o come fuochisti. Nel novembre del1953, tutti i missionari rimasti comparveroin tribunale e furono cacciati dal paese.Fu ucciso il bestiame.

Un cattolicoA Laha, durante un giudizio popolare,venne percosso a morte sull’altare dinan-zi ai cattolici radunati. Era il marzo 1948.

Cheng Guozhi TomasoDella provincia di Hebei. Catechista, spo-sato. È morto in prigione nel mese dimarzo 1948, nella città di Qiqihar.

MARTIRI NELLA PROVINCIA DI HEILONGJIANG

Conoscere il Comunismo

Martiri in Cina

è stato frustato a morte.

KangCristiano di Wenguta. Di circa 40 anni.Era capo di una famiglia cattolica moltorispettata. Venne fatto prigioniero perchésuo figlio, un combattente contro i comu-nisti, era riuscito a fuggire. Dopo esserstato tenuto come ostaggio per qualchetempo, mentre era ancora vivo, gli vennetolto il cuore, provocandone la morte.Nella stessa occasione, sua moglie, unasua figlia sposata e due suoi nipoti furonofrustati a morte.

(continua)

ZhangCatechista, sposato e ricco. Venne giusti-ziato nel 1948.

ZhangDel villaggio di Tsin-shan-p’u. Era statorappresentante della città durante l’occu-pazione giapponese, e per questo erafuggito all’arrivo dei comunisti. Saputoche suo fratello era stato arrestato al suoposto ed era stato sottoposto a tortura, ri-tornò e si consegnò ai comunisti. Tregiorni dopo venne frustato a morte.

FuUn cristiano di Ilaha. Fervente diffusoredella fede, gli sono attribuite molte con-versioni. Manteneva anche catechisti asue spese, quando ce n’era bisogno. Èstato picchiato a morte.

PainUn cristiano di T’u-ch’eng-ko. È stato pic-chiato a morte.

SunCristiano di Pai Chuan. Personalità moltorispettata tra i cattolici, è stato fatto prigio-niero e frustato a morte.

YangCristiano di Lung Ho. Anche dopo l’ultimavisita dei missionari e l’arrivo dei comuni-sti, Yang ha continuato ad invitare i catto-lici in chiesa, a condurre le preghiere epredicare. Catturato dalle nuove autorità

contro Dio

contro l’uomo

di Giancarlo Politi