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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 28 settembre 2016

Pagina I

URBANISTICA

Regolamento edilizio allo startSole 24 Ore 28/09/16 P. 15 Massimo Frontera 1

CODICE APPALTI

Appalti, allo studio un testo unicoSole 24 Ore 28/09/16 P. 15 Giuseppe Latour 2

AMBIENTE

Difendere i territori riavvia la crescitaSole 24 Ore - Rapporti24 / Impresa

28/09/16 P. 19 Laura La Posta 3

BANDA ULTRALARGA

Banda ultralarga lievito dello sviluppoSole 24 Ore - Rapporti24 / Impresa

28/09/16 P. 22 Andrea Biondi 6

CREDITO D'IMPOSTA

Fondi ai beni strumentaliItalia Oggi 28/09/16 P. 35 Marco Ottaviano 8

INDUSTRIA 4.0

"Gli incentivi, un inizio ma non basta"Stampa 28/09/16 P. 1-3 Marco Zatterin 9

ENERGIA

Il futuro dell'energia? L'Italia punta sul carbone al bandoCorriere Della Sera 28/09/16 P. 33 Giulia Cimpanelli 12

STRETTO DI MESSINA

Progetto da aggiornare, ma serve una nuova leggeSole 24 Ore 28/09/16 P. 2 Alessandro Arona 13

PONTE SULLO STRETTO

Renzi rilancia il Ponte sullo Stretto: «Crea lavoro» I 5 Stelle all'attaccoCorriere Della Sera 28/09/16 P. 5 Fausta Chiesa 14

ICT

big dell'Ict in pista er il Piano scuola digitaleSole 24 Ore - Rapporti24 / Impresa

28/09/16 P. 22 16

INFRASTRUTTURE

Salini Impregilo, le infrastrutture che possono costruire il futuroSole 24 Ore 28/09/16 P. 24 Paolo Bricco 17

INVESTIMENTI

La spinta degli investimentiSole 24 Ore 28/09/16 P. 1 Dino Pesole 18

RISPARMIO ENERGETICO

Il bonus al 65% si può spartireItalia Oggi 28/09/16 P. 35 Marco Ottaviano 20

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Pronto per l'ok in conferenza unificata a ottobre lo schema-tipo definito dalle Infrastrutture

Regol ento edilizio allo startAlmeno un anno per adottarlo: Re 'oni e Comuni possono integrarlo

Massimo Frontera

ROMA

sw- In dirittura d'arrivo il rego-lamento edilizio unico comuna-le, il principale strumento disemplificazione promesso dalgoverno in materia edilizia.

Dopo le ultime limature al te-sto - con alcuni aspetti sull'en-trata in vigore ancora aperti - loschema di regolamento predi-sposto dalle Infrastrutture, saràcondiviso in una riunione tecni-ca convocataper i13 ottobre, peressere poi calendarizzato, salvoimprovvise resistenze dell'ulti-m'ora, nella prima riunione uti-le della conferenza unificata.Pur essendo possibili ancoramodifiche, l'impianto e il testosono consolidati. Lo schema diaccordo sul quale Regioni e Co-muni saranno chiamati a darel'intesa prevede i8o giorni ditempo - a partire dalla sottoscri-zione dell'accordo in conferen-za unificata - entro i quali le Re-

gioni dovranno recepire loschema di regolamento. A lorovolta, ai Comuni vengono con-cessi altri i8o giorni per adotta-re il nuovo regolamento edili-zio. Il termine di i8o giorni pergli enti locali scatta tacitamenteallo scoccare del precedentetermine fissato perle Regioni.

Dunque, ci vorrà un anno af-finché il nuovo regolamento "at-terri" nelle municipalità modifi-cando la vita di cittadini, profes-sionisti, tecnici della Pa, impre-se e investitori immobiliari. Masi tratta di un termine minimo,perché le Regioni, possono - en-tro i sei mesi a disposizione - in-tervenire per introdurre normesu materie di loro competenza(con impatto sull'attività edili-zia comunale). E in questa occa-sione possono concedere unaulteriore scadenzaagli entiloca-liper adeguare i loro regolamen-ti edilizi. Per questa fase, l'attua-le testo non indica scadenze,

pertanto - sull'effettiva adozio-ne delle nuove norme - si fa affi-damento sulla responsabilitàistituzionale delle amministra-zioni. A parte l'incognita deitempi di attuazione, anche ilconcetto di regolamento "uni-co" rischia di restare un princi-pio cui tendere, ma che moltodifficilmente sarà realizzato allalettera. Nonsolo perché, come sidiceva, le Regioni potranno in-serire prescrizioni legate a nor-me specifiche; ma anche perchégli stessi enti locali potranno ag-giungere elementi tecnici, oltrequelli indicati nello schema.

A parte queste incognite, loschema che sarà presto appro-vato, segnerà un passo avanti"epocale" verso l'obiettivo del-la semplificazione. Il motivo èche saranno "estromessi" dairegolamenti edilizi tutti irichia-mi a norme statali (o a parte diesse) che gli enti locali hannocol tempo recepito nei loro

schemi. Il nuovo testo potrà ri-chiamare le norme sovraordi-nate solo attraverso un allegatoche le elenca (allegato "B"). Ilcompromesso raggiunto tra po-tere del legislatore statale e leautonomie territoriali e locali sisostanzia in un documentocomposto di tre elementi: loschema vero e proprio; l'allega-to "A", con le 42 definizionistandard; l'allegato "B", con lalista delle 12o norme statali cheincidono sull'edilizia. Quest'ul-timo elenco sarà certamente in-tegrato da ciascuna regione. Inbase all'accordo, si fanno salve«le previsioni dimensionali de-gli strumenti urbanistici vigen-ti, che continuano ad essere re-golate dal piano vigente ovverodal piano adottato alla data disottoscrizione del presente ac-cordo». Dunque, nessun impat-to sulle previsioni di piano perPrg approvati o adottati.

© R]P RODOZ]ONE RI,, RVATA

Gli elementi del RegolamentoLo schema-tipo è corredato dadue allegati con le definizionistandard e le norme statali (eregionali)

Le definizioni standardL'allegato "A" dello schemaelenca 42 definizioni standard"inderogabili" peri comuni

Le norme stataliL'allegato "B" dello schemacontiene la lista delle 120norme statali che incidono inmateria edilizia. CiascunaRegione potrà integrale la listaaggiungendo le proprie norme

Urbanistica Pagina 1

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La proposta arriverà alla Cabina di regia di Palazzo Chigi: i provvedimenti attuativi saranno organizzati per materia

Appalti, allo studio un testo unicoGiuseppe Latour

ROMA

w-m Un testo unico che tenga den-tro tutte le norme di attuazione delCodice appalti. Per comporre unprofilo definito di un quadro che,con l'avanzare dei provvedimentidell'Anac e del Governo, comin-cia a farsi particolarmente fram-mentato.È questalanovitàpiùim-portante che verrà fuori dalle riu-nioni della Cabina di regia di Pa-lazzo Chigi. Il gruppo di lavoro,presieduto dal capo dell'ufficio le-gislativo della presidenza delConsiglio Antonella Manzione,non si occuperà solo della prepa-razione del correttivo, in calenda-

rioperaprile dC12017, ma cercheràanche di affrontare una questioneche è emersa in questi primi cin-que mesi di applicazione del Dlgsn. io del 2016: la difficoltà che glioperatori stanno riscontrando nelseguire l'avanzata dell a riforma.

L'abbandono del modello delregolamento unico ha portato un

Il gruppo di lavoro che dovràpreparare il decreto correttivonon si è ancora costituitoAttesa perla nomina di tuttii rappresentanti previsti

effetto collaterale negativo: ilmoltiplicarsi dei provvedimentidi attuazione e di integrazione delCodice. Sono, in tutto, più di cin-quanta, a diversi livelli di avanza-mento. I fronti principali riguar-dano il ministero delle Infrastrut-ture e l'Autorità anticorruzione.L'Anac, perla suaparte, ha appro-vato in via definitiva due linee gui-da (servizi di ingegneria e offertaeconomicamente più vantaggio-sa) ma ne ha altre nove in "cottu-ra". Il Mit, invece, ha in prepara-zione almeno altri dieciprovvedi-menti, che coinvolgono anche ilministero dell'Economia, i Beniculturali, la Giustizia, la Difesa.

Tutti questi testi stanno assumen-do le forme più diverse: decretiministeriali, Dpcm e delibere. In-somma, seguire le novità che ri-guardano il Codice sta diventan-do complicato.

Da qui nasce l'idea che arriveràsul tavolo della Cabina di regia diPalazzo Chigi: preparare un testounico sull'attuazione del Codice,che tenga dentro tutti i provvedi-menti approvati avalle dellarifor-ma. In questo modo, imprese eprofessionisti avranno un riferi-mento certo e aggiornato, oltreche di semplice consultazione,perché saràorganizzato per mate-ria. A questa novità si lavorerà in

parallelo al decreto correttivo, dalicenziare entro aprile 2017.

Anche se, sul fronte della Cabi-na di regia, va segnalato qualcheritardo. Dopo la pubblicazione afine agosto delDpcm che regolalesue modalità di composizione, ilcapo dell'ufficio legislativo ha in-viato ai molti soggetti indicati daldecreto la richiesta di nominare ilrappresentante previsto dallaleg-ge: nella Cabina, infatti, siedono ilministero delle Infrastrutture,l'Economia, le Politiche europee,l'Anac, Regioni e Province auto-nome,l'_Agenziaperl'Italia digita-le, autonomie locali e Consip.Qualcuno di questi, però, non haancora indicato il suo rappresen-tante. L'impasse, comunque, do-vrebbe essere superata abreve.

Q RIVRO DD 7 ON E RISERVATA

Codice appalti Pagina 2

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Difendere i territorilo eriavvia la crescitaTesta (Enea): Urgente la riqualificazione del patrimonio edilizioe culturale italiano in chiave tisis 'ca e di eefficienza energeticaRapaccffli (Mbs onsulting): Innovare la gestione dei beni comunidi Laura La Posta

ifendereilterritorioitaliano dal-le mille aggressioni che ha subi-to neglianni- dallamala-ediliziaall'incuria, dallo spopolamentodi aree rurali all'abbandono di

capannoni industriali inutilizzati, dall'inqui-namento di falde e suolo allo spreco di risor-se naturali preziose come l'acqua, solo perfare alcuni esempi - è una priorità che il ter-remoto in Centro Italia del 24 agosto ha por-tato alla ribalta.

La riqualificazione e la messa in sicurezzaantisismica del patrimonio edilizio italiano(il più antico ma anche obsoleto d'Europa) èun'esigenza sempre più pressante. In cimaall'agenda del Governo, come testimoniatodal prossimo varo del progetto Casa Italia (lanuova struttura di missione di Palazzo Chigiguidata dalrettore del Politecnico di Milano,Giovanni Azzone).

Già prima dell'ultimo terremoto, l'Enea(Agenzia nazionale per le nuove tecnologie,l'energia e lo sviluppo economico sostenibi-le) stava scrivendo un piano per il refittingdel patrimonio edilizio italiano. «Abbiamoproposto un eco-piano per la riqualificazio-ne sostenibile attraverso la ristrutturazione"profonda" dell'edilizia meno efficiente dalpunto di vista energetico, partendo dai con-domini anni '50-'70 che hanno un potenzialedi riduzione dei consumi energetici del 40-6o%, con benefici economici e sociali enor-mi - spiega Federico Testa, economista, do-cente universitario e dal marzo scorso presi-dente dell'Enea -. Gli attuali meccanismi in-centivazione non bastano e occorreprevederne altri, tenendo conto anche dellamessa insicurezzasismica. Ciò consentireb-be di centrare il duplice obiettivo di più sicu-rezza sismica e più sostenibilità energetica,ottimizzando le risorse investite».

Una proposta più attuale che mai, vistol'attivismo sul tema del Governo Renzi, co-me diretta conseguenza dell'ultimo sisma.«L'Enea porterà al tavolo di Casa Italia pro-poste concrete perla riqualificazione del pa-trimonio edilizio nazionale, che ricompren-dano anchelaparte relativa aibeni culturali e

agli aspetti della gestione delterritorio stret-tamente legati alla sicurezza delle abitazionie dei luoghi di lavoro», spiega Testa.

«Le politiche nel settore dell'ediliziamesse in atto finora, dal Piano casa agli in-terventi perla riqualificazione energetica ela promozione nell' uso delle fonti energeti-che rinnovabili, hanno consentito di affron-tare adeguatamente gli aspetti del rispar-mio energetico e dell'efficienza, ma nonquello della sicurezza - sottolinea il presi-dente dell'Enea -.Ilterremoto in Centro Ita-lia ha reso evidente che un evento sismicopuò vanificare tutti gli sforzi di efficienta-mento del patrimonio edilizio pubblico eprivato. D'ora in poi, sicurezza ed efficien-za energetica devono viaggiare in p arali elo,innanzitutto creando una cultura nei citta-dini per incentivarli a investire sulla sicu-rezza delle proprie abitazioni. L'esperienzapositiva nella riqualificazione energeticadegli edifici può essere trasferita alla sicu-rezza: mi riferisco, in particolare, a incenti-vi e defiscalizzazioni».

Così ripartirebbe anche l'edilizia, che as-sieme all'industria è la leva maggiore di svi-luppo economico di un Paese. Però - avverteTesta- è indispensabile pianificare politichedi sviluppo sostenibile del territorio, «dare-alizzarsi con un approccio sistemico checoinvolga tutte le tematiche territoriali, dal-la sostenibilità ambientale ed energetica allacrescita economica e alla creazione di occu-pazione, peri gi ovani in particolare, favoren-do l'inclusione sociale e un modello più effi-cace di governance del territorio».

Ma la difesa del territorio in chiave pura-mente conservativanonbasta. Lamiglior di-fesa di unbene è il suo uso responsabile e so-stenibile, che lo tiene vivo e genera sviluppo,in un circolo virtuoso. Ecco perché la curadel territorio e delle sue comunità (cittadini,imprese, enti, terzo settore) passaattraversouno sviluppo rispettoso della storia e dellacultura dei luoghi, di basso impatto ambien-tale e attraverso politiche di protezione e in-coraggiamento delle imprese sociali e dellefasce deboli (giovani e fasce sociali impove-rite in primis) su quel suolo.

« È ormai urgente definire una nuova po-

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litica perla gestione dei beni comuni, ovve-ro gli asset che hanno a che fare coni dirittifondamentali dell'uomo, come l'acqua,l'aria, i parchi, il patrimonio culturale, ilwelfare, l'istruzione - sostiene Andrea Ra-paccini, presidente di Mbs Consulting (so-cietà di consulenza focalizzata sulla busi-ness sustainability) -.Traunagestionepub-blica a corto dirisorse economiche e spessoinefficiente e una gestione privatistica chepunta alla massimizzazione del ritornoeconomico per gli investitori, occorre pro-muovere nuovi modelli di gestione di que-sti beni, che siano in grado di mantenere lamissione sociale e mutualistica (coerenteconia naturas tessa delbene) maal contem-po che sappiano stare economicamente inequilibrio sul mercato».

Servono nuovi modelli per avviare il busi-ness sociale: sì, ma quali? «Prendiamo adesempio il ciclo idrico - spiega Rapaccini,che alla nuova gestione dei beni comuni hadedicato uno dei quattro incontri e libri delprogetto Food fornewthought-.Ilnostro Pa-ese dovrebbe investire circa 65 miliardi en-

tro il 2035, di cui i primi 25 entro il 2019, perammodernare le infrastrutture di rete e gliimpianti di depurazione e mettere in sicu-rezzail sistemanazionale.Dove troveranno icapitali gli enti pubblici digestione, visto chele amministrazioni comunali non hanno au-tonomia finanziaria per gli investimenti?».

Già, dove trovare le risorse? «Potrebberoessere premiati modelli di partnership pub-blico-privato, all'interno di venture non sp e-culatiive (low profit) o di imprese sociali checoinvolgano i cittadini-utenti (come adesempio viene fatto da anni in Galles) - spie-ga il consulente -. Un investitore privato(istituzionale o retail) dovrebbe acconten-tarsi di un rendimento moderato per un ser-vizio fondamentale erogato in regime di mo-nopolio e, quindi, abasso rischio. Le alterna-tive aquesto modello di economiasociale- dimercato sarebbero da un lato la privatizza-zione del bene comune "acqua" (con buonapace di due referendum popolari) o, dall'al-tro, l'incremento delle imposte comunaliper finanziare investimenti pubblici».

IL castello di Tabiano rinato . Riemerso dalla vegetazione che l'aveva coperto, ora il castello di Tabiano (Parma)svetta di nuovo sul borgo medievale trasformato in albergo diffuso, assieme ai casali dei contadini

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Il «cultural heritage»una priorità per il Paese

di Laura La Posta go a nuova vita, soprattutto per tutelare ilterritorio dall'incuria e dalla speculazioneedilizia. Io credo fortemente nella salva-guardia delle nostre radici. Ho messo quin-di in campo un investimento di 20 milioni(fra ristrutturazione del borgo, impianti,una centrale abiomasse e cantina), tutto inun'ottica di sostenibilità».

La sostenibilità, del resto, conviene: nonè più un'esternalità che genera costi in cam-bio di dubbi ritorni d'immagine. Lo hannocapito anche i tour operator. Così, non stu-pisce che alla presentazione dell'offerta2017unbig come Settemari abbia presenta-to un tour «slow travel concept» in Thai-landia all'insegna della sostenibilità: clientiospitati nei villaggi sostenuti dall'operato-re, chefannolaspesae cucinano conle fami-glie locali, spostandosi nelle campagne suiloro mezzi e visitando le loro scuole-orfa-notrofio (per preparare un pasto aibambinie lasciar loro la dispensa piena). «Questaproposta, inserita nel catalogo AmoilMon-do, risponde a esigenze sempre più etiche esostenibili dei clienti evoluti, ma rappre-sentano per noi anche un obbligo morale,un piccolo contributo per condividere ivantaggi con le comunità di cui siamo ospiti- afferma il presidente di Settemari, MarioRoci -. Un conto è vedere lapopolazione lo-cale in un'ottica da circo. Un altro è vederlacome fratelli, con cui condividere un'espe-rienza di scambio. Finché questi temi li af-frontavano operatori di nicchia, il mercatodel turismo di massa sostenibile non era de-collato: noi abbiamo inserito questa propo-sta nel catalogo generale e questo fala diffe-renza, perché non ghettizza l'offerta».

Due storie, queste di Borgo Scopeto e Set-temari, fra le tante che gli imprenditori ita-liani possono vantare.A questaltalia, che sirimbocca le maniche per difendere il suo.........................................................................................................

territorio e le comunità d'elezione (in Italiae all'estero), è dedicato questo RapportoSviluppo sostenibile odierno del Sole 24Ore. Dalracconto di storie realizzate di turi-smo sostenibile, diffusione della banda lar-ga per collegamenti Internet veloci anchedove economicamente non conviene, po-tenziamento delle dotazioni tecnologichenelle scuole, azioni di responsabilità socia-le delle imprese, viene fuori un quadro diazioni e idee replicabili, con capitali corag-giosi e alleanze pubblico-privato.

Altre storie altrettanto belle sarannoscritte dai tanti enti, privati e imprese cheoperano per costruire sviluppo sostenibi-le difendendo i territori a loro cari. E altreiniziative nasceranno anche dall'avanzatadella finanza sostenibile (Sri, Socially re-sponsible investing), dal nuovo vigore diwelfare aziendale, sponsorizzazioni cul-turali da parte di aziende,benefit corpora-tione terzo settore (sostenuti danuovere-centi normative), nonché dal diffondersidimodelli di rendicontazione avanzatico-me il Global compact delle Nazioni Unite(adottato adesso non solo da colossi maanche da Pmi) e dalla prossima entrata invigore della direttiva 2014/95/UE sulla co-municazione di informazioni di caratterenon finanziario.

n altro strumento di difesa attiva delterritorio, in chiave di sviluppo so-stenibile, può essere individuato

nel turismo culturale, la cui centralità èemersa ieri conla firma delprotocollo d'in-tesa sul tema tra il ministero dei beni cultu-rali e del turismo e laFederazione naziona-le dei Cavalieri del lavoro. La promozionedi investimenti privati per la tutela e la va-lorizzazione dei beni culturali sarà al cen-tro anche di un convegno della Federazio-ne, a Firenze, il primo ottobre.

«Anche in questo campo, gli spazi di mi-glioramento sono enormi: l'indice di ritor-no economico sugli asset culturali (Rac)italiani è 16volte inferiore a quello degli Sta-ti Uniti, 7 volte inferiore a quello inglese e 4volte a quello francese», ricorda Rapaccini.

«La difesa attiva del cultural heritage edel turismo di qualità è una priorità che og-gi va declinata in una prospettiva di soste-nibilità - riprende Testa -. Con il ministrodei beni culturali e del turismo, Dario Fran-ceschini, Eneahafirmato un accordo perri-durre le spese per l'energia dei musei e peril turismo sostenibile».

Un tema, questo, da inserire fra le priori-tà del Paese, come ha evidenziato ieri Gian-franco Battisti, presidente di FederturismoConfindustria, nell'ambito della celebra-zione della Giornata mondiale del turismodedicata allapromozione dell'accessibilitàuniversale. E gli imprenditori come inqua-drano il tema? Sono disposti a investire,purché fortemente motivati. «Siamo cu-stodi del paesaggio e non proprietari, perquesto ho orientato ogni lavoro di ristrut-turazione, sia in agricoltura, sia in campoarchitettonico, al rispetto del luogo e dallacura dell'eredità culturale ereditata, inun'ottica di tutela assoluta».Aparlare è Eli-sabetta Gnudi Angelini, signora del Bru-nello di Montalcino e di Borgo Scopeto Re-lais, scenario di film, spot pubblicitari, con-vention aziendali internazionali e vacanzedi clienti prevalentemente esteri. «Ho ac-quistato Borgo Scopeto nel 1997 e il restau-ro iniziale è durato otto anni - racconta -.Dopo trent'anni di abbandono, questo bor-go rurale versava in una situazione a dirpo-co disastrosa: un pezzo di storia e di culturache rischiava di perdersi per sempre. Per ilterritorio intorno a Siena, era un luogo chenei secoli ha sempre avuto grande impor-tanza: vi sorgono una torre dell'anno Mille,una splendida villa del Quattrocento e tut-ta una serie di edifici del Seicento (le casedei contadini) che il recupero conservati-vo ha convertito in suite del relais, Spa, ri-storante.Ho deciso diriportare questo luo-

«Siamo custodi e non proprietaridel paesaggio, per questo ho orientatoogni lavoro di ristrutturazione alla curadell'eredità culturale ereditata», spiegaElisabetta GnudiAngelini di Borgo Scopeto.........................................................................................................

«Finché il turismo sostenibile era offertoda operatori di nicchia non decollava:noi lo inseriamo nel catalogo generalee questo fa la differenza, perché nonlo ghettizza», dice Mario Roci (Settemari).........................................................................................................

O RI PRO DU ZONE RMRVATA

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La sfida della digitalizzazione

Il digitale può essere leva di riscattoper le città, «ma è necessario che la sensibilitàsul tema, crescente nel Governo, sia fattapropria dai sindaci, dalle cui scelte dipendemolto», dice François de Brabant (nella foto)

Banda ulti alargalievito dello sviluppoLe infrastrutture di rete sono indispensabili per la difesa di territori e comunità fragiliDe Brabant (EY): «In pochissimo tempo ci giochiamo il futuro del Paese»

di Andrea Biondi

asta guardare ai casi concreti. Ba-sta far riferimento, per esempio, aquelle startup made in Sud che, adispetto di infrastrutture "fisiche"(strade, autostrade, poli logistici)

di un'altra epocao assenti, hanno saputo farsilargo e ritagliarsi ambiti di business e noto-rietà. E così si pensa a un Sud arretrato e si fi-nisce per imbattersi, per esempio, in una Pu-glia che ha aziende consolidate come la quo-tatahi-techExpriviao startup di successo co-me Nextome (che ha creato un app per lanavigazione indoor e suscitato interessi daFcaaFimneccanica) che hanno fatto delle in-frastrutture immateriali il loro plus competi-tivo. Certo, c'è anche chi pensa che sia sba-gliato fare il "racconto dell'eccezione" per-ché il digitale deve diventare patrimonio ditutti gli italiani e di tutti gli europei.

Di base c'è un fil rouge che unisce questidue estremi: la consapevolezza che la digita-lizzazione e le "infrastrutture abilitanti" -frale quali il ministro dello Sviluppo econo-mico, Carlo Calenda, nel presentare il PianoIndustria 4.o ha annoverato anche la rete abandaultralarga- siano ilvolàno imprescin-dibileperlo sviluppo.Il che significapropul-sore di nuova economia, ma anche volànoper la difesa attiva di un territorio e della suacomunità, con la difesa dallo spopolamento(demografico e imprenditoriale), dal degra-do e dalla povertà.

«In pochissimo tempo ci stiamo giocandoil futuro», dice François de Brabant, profondoconoscitore dell'universo Ictinltalia e Senioradvisor di Ernst & Young. Un paio d'anni faproprio a EY de Brabant ha ceduto la sua so-cietàdi consulenzaBetween: unarealtàdipri-

missimo piano in ambito digitale e Ict.«Oggi - afferma de Brabant - il cittadino

consumatore ha molto più potere che inpassato». Un potere che passa attraverso lacapacità delle nuove tecnologie di ridurre oeliminare barriere di spazio e tempo. «Nel1990, e quindi 9milagiorni fa, nascevalnter-net che ha cancellato il costo della distanza.Tremila giorni fa un signore di nome SteveJobs con gli smartphone passava all'elimi-nazione delle distanze». Ora, per de Bra-bant, Internet e le nuove tecnologie metto-no tutti dinanzi a «una livella: chi rimarràin-dietro rischia di pagare un dazio fin troppo.........................................................................................................

La disponibilità capillare di collegamentiInternetveloci stimola la nuovaeconomia e scongiura lospopolamentodemografico e imprenditorialein particolare delle aree meno sviluppate

pesante per il futuro».Le parole di de Brabant potrebbero appari-

re come uno di quei pessimistici vaticini chehanno sempre popolato i momenti di evolu-zione. È però tutto da dimostrare che la quali-tà della vitae dei servizi sia uguale, per esem-pio, fra chi ha un e-government avanzato e icentri rimasti indietro. Smart health, Smartmobility: tutto significherà sviluppo per chiabbraccerà questi modelli e arretratezza perchinonlo farà.E allabase ci soni fattori abili-tanti: infrastrutture abandaultralarga e servi-zi. «Settare il problema è laprima cosa dafare.Ma poi - conclude de Brabant - è necessarioche la sensibilità sul tema, che per fortuna io

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vedo crescente in questo Governo, sia trasfe-rita e fatta propria dai livelli più estesi dellapubblica amministrazione, per esempio daquegli 8.200 sindaci dalle cui scelte dipendemolto di questo processo».

A questo punto una domanda: il digitalepuò, e in che termini, essere leva di riscattoper le città? Buon senso ed esperienza sugge-rirebbero di sì, e per Ernst & Young ci sonoanche evidenze numeriche a questa tesi. EYha messo in correlazione il suo Smart city in-dex (che misura il grado di innovazione digi-tale nelle città) con l'indicatore della qualitàdella vita del Sole 24 Ore.

E in effetti la tesi non fa una grinza: loSmart city index superiore alla qualità dellavita lascia intendere che la città stia cercan-do di riscattarsi e di migliorare la propria vi-vibilità con le nuove tecnologie. Torino,Lecce e Bari sono in testa in questa speciale

classifica, guadagnando oltre 50 posizioni:ad esempio Torino è 55esima nell'indicequalità della vita e terza nello Smart city in-dex; Lecce è rispettivamente 105esima e52esima, Bari 88esima e 4oesima. Dall'altraparte, fanalino di cod a sono soprattutto cittàsarde e marchigiane, che perdono oltre 5oposizioni passando da una classifica all'altra(Tempio Pausania ne perde addirittura 88,passando dalla sesta alla 94esima).

Lo studio diEYindicaanche fortitendenzeterritoriali. Ci sono in particolare due areeche stanno investendo più di altre sul digitalecome elemento di sostenibilità:ilSud ingene-rale e la Pianura Padana, mentre il Centro Ita-lia, la Sardegna, il Triveneto e l'estremoNord-Ovest (Piemonte- Torino aparte- eLi-guria di Ponente), appaiono "sedute" sul lorobenessere e non investono in tecnologie.

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Tre Regioni a confronto su infrastrutture e servizi digitali al cittadino in ottica smart city

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Fonte EY INFRASTRUTTURA + SENSORISTICA

Banda Ultralarga Pagina 7

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In Gazzetta il decreto dello Sviluppo economico con i l cofnanziarnento

Fondi ai beni strumentali163 min sul credito d 'imposta al Mezzogiorno

DI MARCO OITAVLANO

1 via le risorse per ilcredito d'imposta perl'acquisto di beni stru-mentali nuovi destinati

a strutture produttive ubicatenelle regioni del Mezzogiorno.In fase di prima applicazionedel credito d'imposta le risorseassegnate ammontano in to-tale a 163 min di euro, di cui123 mln, destinati alle regionimeno sviluppate e euro 40 mindi euro per le regioni in transi-zione. Le risorse sono indiriz-zate alle sole pmi che hannoricevuto da parte dell'Agenziadelle entrate l'autorizzazionealla fruizione del credito d'im-posta. È con il decreto del mini-stero dello Sviluppo economicodel 29 luglio 2016 (pubblicatosulla Gazzetta Ufficiale del 26giugno 2016 n. 225) che vengo-no stanziate le risorse e dettatele regole per l'attribuzione de-gli incentivi.

Pmi interessate . I criteridi ammissibilità per i proget-ti di investimento riguardan-ti l'acquisizione di beni stru-mentali devono rispettare i

seguenti parametri:- l'ammontare lordo comples-

sivo, in relazione alle categoriedi spesa (quadro B, sezione II,del modello di comunicazioneper la fruizione del creditod'imposta per gli investimen-ti nel Mezzogiorno approvatodall'Agenzia delle entrate)deve essere maggiore o ugualea euro 500.000,00;

- i progetti devono riguarda-re tutte le attività economiche,a eccezione di quelle di cui allasezione A della classificazionedelle attività economiche Ateco2007 (agricoltura, silvicolturae pesca);

di investimento con gli ambiti

- i progetti devono essererelativi a strutture produtti-ve ubicate nelle regioni menosviluppate, oppure a struttureproduttive ubicate nelle regioniin transizione.

Dichiarazione delle spese.Le pmi destinatarie del prov-vedimento di riconoscimentodel credito d'imposta devonopresentare annualmente alministero dello Sviluppo eco-nomico la dichiarazione dellespese effettivamente sostenute,allegando la documentazionedi spesa e l'eventuale ulterio-re documentazione attestantel'effettiva coerenza del progetto

applicativi della strategia na-zionale di specializzazione in-telligente, i iportati in allegatoal decreto. Il tutto in base a unprovvedimento, che il direttoregenerale per gli incentivi alleimprese del MiSe deve ancoraemanare. Ai fini della confer-ma del diritto all'utilizzo del-le risorse stanziate, la stessadirezione MiSe esamineràla documentazione prodottadalle imprese beneficiarie ene valuterà la coerenza; sia ri-spetto a quanto dichiarato dalsoggetto proponente in fase diaccesso, sia rispetto agli ambi-ti applicativi della Strategianazionale di specializzazioneintelligente riportati in alle-gato al decreto in Gazzetta. Iltermine finale per la fruizio-ne del credito d'imposta per larelativa compensazione con ilmodello F24 è il 31 dicembre2023. Il ministero dello Svi-luppo economico disporrà ac-certamenti sull'avvenuta rea-lizzazione di ciascun progettodi investimento, cofinanziatocon le risorse previste dal de-creto in Gazzetta.

Credito d'Imposta Pagina 8

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"Gli ' centivi , ' 'zio ma non basta"II Piano Industria 4.0 sulla buona stradaDobbiamo legare salari e produttività

Marco Zatterin A PAGINA 3

industria 4.0 Pagina 9

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"I nuovi incentivi alle imprese?Un buon inizio ma non basta

Sulla spesa Draghi ha ragioneBoccia (Confindustria): "Detassare i premi di produzione aiuta la competiti'dtä

Fonti a discutere nuovi modelli di contratto, ma prima chiudiamo sui meccanici"

Privano tredici miliardidi incentivi per le im-prese. Bastano? «No,

non bastano», risponde rapidoVincenzo Boccia, da quattromesi alla guida di Confindu-stria. Ciò non toglie che il pia-no «Industria 4.0» del governogli piaccia perché «è un primopasso verso un approccio dipiù ampio respiro per un pae-se, l'Italia, che ha ancora le pa-trimoniali sui fattori di produ-zione - come l'Imu sui capan-noni - e un cuneo fiscale eleva-tissimo». Gli pare la base per«una politica selettiva che aiu-ti a orientare l'industria» e ri-fondarne il modello nel nomedella competitività. Cita MarioDraghi, a questo punto, l'im-prenditore salernitano: «Dob-biamo esser ambiziosi nei finie pragmatici nei mezzi».

E' arrivata la nota di aggior-namento al Def. C'è meno cre-scita e più deficit, però il teamdi Renzi non rinuncia alla nuo-va filosofia per l'impresa. Boc-cia incassa la promessa e nedelinea i benefici possibili.«Punta a una industria in cuivalore aggiunto, alti investi-menti e produttività abbianouna elevata intensità - concede-. Interviene sui fattori di com-petitività e non sui settori. Sot-tolinea che la ripresa non pos-sa essere solo per alcuni, nénoi possiamo trovare un alibinel dire che la mancata cresci-ta è solo colpa della politica. Lacrescita riguarda tutti, gover-no, imprese, sindacati e citta-dini. Se deve essere unapriori-tà, ognuno deve fare il suo».

La crescita è debole e il Paeseporta ritardo...

«La situazioneeconomica è deli-cata. E importan-te essere passati aindici positivi masiamo ancora 8punti di Pil al disotto rispetto al2007. Per il restoabbiamo perso an-ni, questo è vero.Quando il cancel-liere Schröder av-viò le sue riforme,il costo del lavoroin Italia e Germa-nia era sullo stessolivello. Oggi, danoi, è il 30% piùelevato. In 15 anni itedeschi hanno compiuto unsalto di produttività grazie aun'idea diventata politica fisca-le. Schröder ha avviato loscambio lavoro-produttività».

Il ministro Calenda vuol fare lostesso . E' possibile?

«Si, ma a patto di avviare unariforma, anche culturale, cheponga al centro di tutto la pro-duttività: intervieni sui fattoridell'organizzazione e recuperiproduttività a parità di inve-stimenti».

Come funziona?«Ad esempio si potrebberodetassare maggiormente ipremi di produzione che sonooggetto dei contratti di secon-do livello aziendale casi da fa-cilitare lo scambio lavoro pro-duttività».

Con quali risultati?«Davanti a un taglio della fisca-lità sui premi di produzione,noi non potremmo fare finta diniente. Verrebbe alimentatauna politica della domanda at-traverso una politica di offerta,cioè di maggiore competitività.

L'errore, in questo momento sto-rico, sono le azioni sulla doman-da che prescindano dal resto».

In tutto questo , quale ruolo si at-tende dal sindacato.

«E' necessario affrontare lepriorità insieme e stilare unelenco di punti: laddove c'è con-senso, si chiude; sul resto, si liti-ga lealmente. Detto questo, vo-gliamo arrivare ad aprire unconfronto "macro" partendodalla visione industriale: direcosa vogliamo per l'industriadelfuturo».

Qual è il metodo?«Cominciamo con gli accordi piùsemplici. Poi affrontiamo quellicon divergenze più ampie ed evi-tiamo di interferire sui contrattiche sono oggetto di confronto.Se noi aprissimo ora il dibattitosulla revisione del modello con-trattuale, potremmo rallentarela chiusura dei meccanici, il chenon è auspicabile».

L'azione del governo è limitatadagli impegni di risanamentopresi con i partner europei. Chesi fa?

«Una soluzione sarebbe quelladi evitare di fissare tutta l'at-tenzione sui saldi di bilancioprescindendo dagli effetti sul-l'economia reale. E' un elemen-to di metodo che ribalta il con-cetto dell'austerità e imponel'idea che la crescita è la pre-condizione della stabilità».

Sta invitando il governo a cerca-re, o a prendersi , nuovi marginidi spesa rispetto ai patti euro-pei?

«Deve prendere margini, que-sto sì, bilanciandoli però con unintervento organico di politicaeconomica. Chiedere spazioper investire e sostenere la cre-scita per ridurre il deficit è un

elemento di confronto utilizza-bile in chiave europea. Serveun'agenda di medio termine perrisolvere i problemi - deficit, de-bito e crescita - non richiestevalutate anno dopo anno».

Dunque è d 'accordo con Draghiquando dice che è più importan-te la composizione del bilancioche la sua dimensione?

«L'indicazione è chiarissima. IPaesi che, come la Germania,hanno un surplus, devono inve-stire. Quelli che non ne hanno,come l'Italia, devono ristruttu-rare le voci di bilancio. In altreparole, è quello che diciamo noi.Tutti devono rispettare le rego-le, però le regole non devono es-sere dogmi. In America la poli-tica economica del governo ècoerente con la politica mone-taria della Fed, sono entrambeespansive, così crescono il dop-pio dell'Europa. Da noi si uni-scono una Bce espansiva e poli-tiche economiche restrittiveche rallentano il ciclo. E' unadoppia incoerenza impedisce ilrimbalzo».

E' utile il tono di sfida con cuiRenzi si rivolge all'Ue?

«La tattica negoziale la lascio al-la sensibilità del presidente. Salui come gestire un confrontoche va aperto. Bisogna spingerel'Europa a fare un salto. Anchese sappiamo che, alla vigilia del-le elezioni tedesche e francesi,l'idea di Europa che abbiamonon coincide con le tattiche elet-torali dei singoli governi».

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Confindustria ha chiesto ai suoiiscritti di votare "si" al referen-dum del 4 dicembre . Che succe-de se vince il "no"?

«Noi appoggiamo il "si" perchéla stabilità è la precondizionedella crescita. Centrale anche ilfattore temporale, è importanteche il Senato debba approvareuna legge in 40 giorni. Infinecrediamo che questa riforma ri-solva i conflitti fra Stato e Re-gioni che complicano la vita alleimprese, spesso costrette a se-guire venti politiche economi-che e non una».

Un disastro se si afferma il no?«Se perdesse il "si", che crea lecondizioni per il cambiamento,non succederebbe nulla. Erava-mo preoccupati dal fatto che ilpremier avesse legato le sue di-missioni a una sconfitta referen-daria per le conseguenze sullapercezione internazionale delPaese. Avrebbe sottolineato ledifficoltà di favorire il cambia-mento. E' un errore pensare chesia un "si" o "no" al governo. Sivota su un modello che porta aduna democrazia decidente. O perlo status quo. Questa è la verità».

O BY NC NDALCUNI DIRITTI RISERVATI

L'Italia èancora 8 puntidi Pii al di sotto rispettoa12007. II costo delavoro è il 30% più altoche in Germania

L'idea di Europacheabbiamonon coincide cone tattiche elettoralidei singoli governi

Noi appoggiamo il sìal referendum perchéa stabilità èa precondizionedella crescita

Vincenzo BocciaPresidentedi Confindustria

'l'Incentivi

alle impreseprevisti

dal pianoIndustria 4.0

trìililiInvestimenti

per bandalarga e Fondo

centraledi garanzia

A l verticeL'industrialesalernitanoVincenzoBoccia guidaConfindustriada 4 mesiSuccedea Squinzi

AltatecnologiaIl piano puntaa portarepiù digitalenelle aziendeitaliane

industria 4.0 Pagina 11

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Il futuro dell'energia? L'Italia punta sul carbone al bandoNiente nucleare, ma siamo trai primi per centrali a gas. Ne ha discusso al Corriere il Forum degli innovatori

S

i cresce con meno ener-gia. O meglio: per la pri-ma volta nella storia a una

diminuzione nell'utilizzo difonti fossili non corrispondeun periodo di recessione. Aprovarlo i dati dell'Internatio-nal Energy Agency, che con-fermeranno il trend anche nel2016. Ma qual è il futuro delcomparto energetico? Corrie-re innovazione lo racconterànel prossimo numero, cheuscirà il 20 di ottobre e saràdedicato alla Nuova energia.

Perché di energia «c'è e cisarà sempre bisogno», sottoli-nea Fabio Inzoli, direttore deldipartimento di Energia delPolitecnico di Milano, durante

come Enel si stanno muoven-do nel mondo della mobilità,un big tech come Apple co-struisce impianti eolici, e Te-sta venderà l'energia generatadalle sue auto e stoccata dagliutenti.

Il futuro è dunque rinnova-bile? «La realtà - prosegue ildocente - è che siamo ancoravincolati ai combustibili fossilie che le rinnovabili costitui-scono appena il 16% dell'ener-gia a livello globale».

Quello dell'energia pulita èun mercato governato dai sus-sidi pubblici: «L'Italia stanziaogni anno lo milioni di euro. -commenta Simone Lo Nostro,direttore mercato & Ict di Sor-genia - ma questo è un busi-

ca». Basti pensare che colossi

ced energy economics dellaBocconi - la distribuzionesempre più locale (ognunopuò costruire un impiantinofotovoltaico o produrre e riuti-lizzare energia grazie a un'autoelettrica) e soprattutto la con-vergenza di tre industrie: ener-getica, mobilità e tecnologi-

il Forum degli innovatori, che Relatorisi è tenuto al Corriere della Se- Da sinistra:ra. Sono tre i trend che stanno Matteorivoluzionando l'industria Di Castelnuovo,energetica: «La corsa alle rin- Simonenovabili - spiega Matteo Di Ca- Lo Nostro,stelnuovo, docente di Advan- Fabio Inzoli

II Forum

0 Organizzatoda CorriereInnovazione,e unappuntamentodi dibattito suitemi caldi

Vi prendonoparte gli ateneipartner,Politecnico diMilano eBocconi, e inostri partnerdi progetto

ness che non si regge in piedida solo e che è sostenibile sol-tanto in aree in cui i cavi nonpossono arrivare». Questoperché le energie rinnovabilinon sono a ciclo continuo e imetodi di storage sono ancoratroppo costosi: «Non a caso -spiega Inzoli - La ricerca attua-le si concentra sullo stoccag-gio energetico, l'obiettivo ètrovare un modello sostenibi-le». Solo un cambiamento cul-turale colossale potrebbe con-durre l'Italia, unico paese sen-za nucleare, a un enorme van-taggio competitivo: «Se sigiungesse alla decarbonizza-zione globale - prosegue Inzo-li - l'Italia arriverebbe adesportare energia prodottacon ciclo combinato a gas, incui siamo specializzati». Ma,visto l'interesse per le fontifossili di colossi come Germa-nia, Russia e Stati Uniti, il pas-so non è affatto semplice.

Giulia CimpanelliR I PRO DUZIONF RiR RVA'A

Energia Pagina 12

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Nel 2012 una norma voluta o a I governo Monti portò alla «caducazione» del contratto, il generai con tractor guidato da Sali ni-Impregi Ione chiede l'incost tzionalità (e relativo risarcimento danni)

Progetto da aggiornare, ma serve una nuova leggeAlessandroArona

Contratto di costruzione conle imprese (a guida Salini Impre-gilo) "caducato" per legge dal 2novembre 2012, società pubblicaStretto di Messina Spa liquidata(o quasi), imprese e Stato italianodavanti ai giudici del Tribunaledi Roma (proprio in questi mesi)con richiesta di risarcimentodanni per 790 milioni di euro, unprogetto definitivo approvatonel luglio 2011 e da allora fermonei cassetti.

Un'opera, fra l'altro, che inquesti anni è uscita completa-mente sia dalla progranun azionestatale sulle infrastrutture, sia daquella europea (elenchi di opere"Connecting europe" nel Rego-lamento 1316/2013).

C'è molto datare per rimettereinpistailPonte sullo Stretto, per-ché dal 2on a oggi tre governi edue legislature lavorano persmontare l'operazione. La svoltadi Renzi, dunque, è a 18o gradi.

Il progetto nasce in epoca de-mocristiana, con la legge n58 del1971, ma entra nel vivo solo il 27dicembre 1985, governo Craxi,con la concessione alla societàpubblica Stretto di Messina Spa,per lo studio, progettazione e co-struzione. Il primo progetto dimassima è del 1992 (costo ipotiz-zato, l'equivalente di 3,3 miliardi

vinta a fine 2005 dal consorzioEurolink, a guida Salini Impregi-lo con gli spagnoli di Sacyr e igiapponesi di Harima: daunaba-se d'asta di 4,425 miliardi il con-tratto è stato poi firmato per 3,879miliardi i127 marz02oo6 (apochigiorni dalle urne).

Prodi vince le elezioni e tra leprime cose che fa (DI 262/2006)c'è la revoca dei fondi pubblici alPonte, 14 miliardi: l'operazioneviene congelata.

Torna Berlusconi e si riparte,con imprese invitate a progetta-re e fondi ristanziati nel 2009. Ilprogetto definitivo viene conse-gnato da Eurolink nel dicembre2010, e approvato dalla Stretto diMessina nel luglio 2on. Nel frat-tempo il contratto ad Eurolinkviene "aggiornato" a5,215 miliar-di, e il costo complessivo del-l'opera (comprese opere acces-sorie e oneri finanziari) sale a8,55 miliardi.

Già l'allora Ministro GiulioTremonti, afine 2011, fece inseri-

lioni di euro, e l'opera si fermò dinuovo sotto il governo Monti.

113 ottobre 2012 l'allora sindacodi Firenze Matteo Renzi, in cam-pagna per le primarie del centro-sinistra, così dichiarava: «Conti-nuano a parlare del Ponte sullostretto, ma io dico: usiamo gli 8miliardi per rendere più moder-ne e sicure le nostre scuole». Po-chi giorni dopo il governo Montiapprova il decreto legge 2 no-vembre 2012, n. 187, che dichiaròla «caducazione» ex lege dellaconcessione alla Stretto di Mes-sina e di tutti i contratti con le im-prese (in primis Eurolink) se nonsi fossero verificate una serie dicircostanze nei mesi successivi,tra cui l'accettazione della cadu-cazione da parte delle imprese(in cambio di opere per il territo-rio fino a un massimo di 300 mi-lioni di euro), e nuovi studi sullafattibilità finanziaria dell'opera.

Masiai costruttori diEurolinkche iprogettisti diParsons non cistanno, e fanno subito ricorso al

rinvio alla Consulta per incosti-tuzionalità della legge e un risar-cimento danni di 790 milioni dieuro (di cui 700 Eurolink). Nelfrattempo la società Stretto diMessina, che è arrivata ad averemino dipendenti,viene messainli-quidazione il 15 aprile 2013 daMonti, e oggi resta in piedi (conpersonale distaccato della confrollante Anas) solo per seguirela causa.

Siamo ancoraalprimo grado: il31 maggio e il 1-9 luglio scorsi si so-no tenute due udienze interlocu-torie, e ora si attende la decisionecirca il rinvio o meno alla Cortecostituzionale. Se ilrinvio ci sarà,resta in piedi la richiesta di 790milioni, mailrischio effettivoperlo Stato sarebbe non superiore a3-400 milioni. Se il rinvio non cisarà, il massimo risarcimento ot-tenibile sarebbe di poche decinedi milioni. In ogni caso, se il go-verno decide di rimettere i piedil'opera, bisognerà cancellare lalegge del 2012. Il progetto defini-tivo c'è, ma è del 2010, va certa-mente rivisto in profondità, e na-turalmente l'opera andrà reinse-rita nella programmazione na-zionale sulle infrastrutture.

C9 RIP RODD ZIO PIE RISERVAI A

iLiquidata la concessionariadell'opera «Stretto di Messina»,intervento cancellatoanche dalla programmazionedella legge obiettivo

di euro), ma tutto resta in sostan-za nei cassetti con i governi Pro-di, D'Alema e Amato, per riparti-re invece con la legge obiettivo2ooldei l'esecutivo BerlusconiTI.Il Cipe approva nel 2003 il pro-getto preliminare (4,7 miliardi lacostruzione. 6 miliardi costo to-tale), la gara per la costruzioneviene lanciata il 15 aprile 2004,

Ilcontratto «aggiornato»Quello perla costruzione delPonte aggiudicato al consorzioEuroli nk, a guida Salini-Impregilo con gli spagnoli diSacyrei giapponesi di Harima.La gara lanciata nel 2004 è statavinta a fine 2005 e il contrattofirmato per 3,8 miliardi il27marzo 2006. Prodi vince leelezioni e tra le prime cose chefa (Dl 262/2006) c'è la revocadei fondi pubblici all'opera el'operazione viene congelata.Torna Berlusconi esi riparte,con imprese invitate aprogettare e fondi ristanziati nel2009. I1 progetto definitivoviene consegnato da Eu roti nknel dicembre 2010, e approvatodalla Stretto di Messina nelluglio 2011. Il valore delcontratto viene poi aggiornato a5,215 miliardi

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Ronzi rilanciail Ponte sullo Stretto:«Crea lavoro»15 Stelle all'attaccoBoldrini: altre priorità. D'Alema: regalo a SilvioIncontro su Human Technopole: il via a gennaio

MILANO «Noi ci siamo. Se sietenella condizione di portare lecarte e di sbloccare ciò che efermo da dieci anni, noi sbloc-chiamo». Il premier MatteoRenzi, in visita a Milano, haaperto nuovamente al Pontesullo Stretto, spiegando che ilgoverno è «pronto». Il luogoscelto dal presidente del Con-siglio per l'annuncio non è ca-suale: la Triennale, dove si è te-nuta l'inaugurazione dellamostra che celebra i no annidel gruppo Salini Impregilo,tra le aziende che hanno vintola gara per costruire il Ponte.

E un'opera che potrebbe«togliere dall'isolamento laCalabria», ha spiegato il pre-mier, rendere la Sicilia più vi-cina e «creare Zoo mila posti dilavoro». L'amministratore de-legato di Salini Impregilo, Pie-tro Salini, ha detto che 11 suogruppo è «sempre pronto».«Dobbiamo riprendere le di-scussioni con Ferrovie e Anas,che sono i principali azionistidel progetto. Dobbiamo pre-occuparci di rendere l'operameno impattante possibile suiconti dello Stato», ha detto Sa-lini, sottolineando che se ven-gono create condizioni chepermettono agli investitori diinvestire a lungo termine «ilPonte si fa con i soldi degli al-tri». Nei giorni scorsi PietroSalini aveva spiegato che la so-cietà sarebbe in grado di co-struire il Ponte nel giro di seianni, dato che «le condizionisono favorevoli e irripetibili.Tassi bassissimi, fondi euro-pei e la possibilità di scorpora-re gli investimenti per le infra-strutture dal deficit». Già nel

2014 Salini aveva lanciato se-gnali a Renzi, dicendosi dispo-sto a rinunciare alle penali incambio di un cambio della rot-ta del governo.

Il Ponte a campata unica(che con i suoi 3.300 metri sa-rebbe il più lungo del mondo)torna tra le grandi opere infra-strutturali di attualità. Questoprogetto non è nuovo. Nascenel 2001, quando il secondogoverno Berlusconi lo mette incima alla lista delle opere stra-tegiche previste dalla leggeobiettivo. La gara è vinta nel2005 dal consorzio «Eurolink»guidato da Impregilo (poi ac-quisita da Salini nel 2013). Ilgoverno cambia e il progetto siferma. Nel 2011 la Camera ap-prova una mozione per cancel-lare i finanziamenti. Nel 2012 ilgoverno Monti manifesta l'in-tenzione di non procedere. Adaprile 2013 è firmato il decretoper chiudere la «Stretto diMessina spa». La società vienecommissariata e messa in li-quidazione.

Ieri il rilancio della grandeopera da parte di Renzi. Cosache non ha mancato di solle-vare commenti positivi e criti-che. «Se dovessi decidere lepriorità per me non sarebbequella - ha detto la presiden-te della Camera Laura Boldrini-. Sarebbe rilanciare il lavoroa Sud e mettere in sicurezza ilterritorio». Beppe Grillo hacommentato su Twitter: «Ren-

zi 2012: "Gli 8 miliardi del#pontesullostretto li desseroalle scuole". La sua parola valezero. Il 4/12 si avvicina». Ilponte? «E un omaggio agli 8oanni di Berlusconi», ha ironiz-zato Massimo D'Alema a «DiMartedì» su La7. Sulla que-stione è stato interpellato ilpresidente dell'Anticorruzio-ne Raffaele Cantone: «Non in-tervengo sull'opportunità del-l'opera. Sono scelte di tipo po-litico. I rischi di infiltrazioni edi corruzione non possonofermare le opere pubbliche».In un «Paese normale» questipericoli devono semmai esse-re «sterilizzati e rimossi».

Nella visita cominciata al-l'ospedale San Raffaele («è fi-nito il tempo dei tagli alla sani-tà», ha promesso il premiernell'aula magna dell'Università

HUMAN

TECHNOPOLE

È il centro dedicato allaricerca e alla cosiddettamedicina predittiva chesorgerà all'interno dell'exarea Expo a Milano.L'infrastruttura centrale dilaboratori ospiterà aregime circa 1.500 traricercatori, tecnici eamministrativi. La fase distart up durerà tre anni.

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Vita-Salute) Renzi è poi andatoal Piccolo Teatro Grassi per lapresentazione dello «HumanTechnopole», la cittadella del-la scienza che sorgerà nella exarea Expo. Il presidente delConsiglio vorrebbe far portaresu questi terreni anche la sededell'Agenzia europea del far-maco, prima ancora che laBorsa. «Non puntiamo allacandidatura per le grandi isti-tuzioni finanziarie, ma perquelle sanitarie». Il progettoprevede la nascita di un poloche ospiterà circa 1.500 fra ri-cercatori, tecnici e ammini-strativi. Renzi e il ministro del-le Politiche agricole MaurizioMartina hanno già fissato unobiettivo: la posa della primapietra a gennaio 2017.

Fausta Chiesa

L'infrastruttu raII capo del governo:è un'opera chetoglierebbe la Calabriadall'isolamento

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Le tappe

Il Pontesullo strettodi Messinaè un progetto

di un'infastrut-tura a campataunica di 3.300

metri (sarebbe

il più lungo

al mondo)

Nel 2005il consorziodi impreseEurolink,capofilaImpregilo,vince la garad'appalto comecontraentegenerale

Nel dicembre

2009 vengono

avviati i primi

lavori

propedeutici.Il mesedopo vienepresentatoil progettopreliminare

Nell'aprile2013 ilgoverno mettein liquidazionela società«Strettodi Messina»

La visitaIl premierMatteo Renziieri a Milano(ro'o Corra(,,lni !Tam Tam)

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I big dell'Ict in pistaper il Piano scuola digitale

1 miglioramento della cultura digitale delPaesenonpuònonpassare dallascuola, alleprese però con problemi di dotazione tec-

nologica (2,190/o le aule dotate di tablet e 7%quelle conpc, secondo la Corte dei Conti). Mapassi avanti se ne stanno facendo: al7o% le auleconnesse inrete in modalità cablata o wirelesssecondo il ministero dell'istruzione, dell'uni-versità e della ricerca (Miur) che sta portandoavanti il Piano nazionale scuola digitale.

Igrandi player dell'Ict (informatica e teleco-municazioni) stanno aumentando il loro impe-gno sociale sul tema, anche nellaconsapevolez-za che il miglioramento culturale è precondi-zionep er un contesto ingrado di accogliere pro-dotti e tecnologie. E così, per esempio,

recentemente Microsoft e Miur hanno fatto unbil ancio di un annodi attività comune che ha vi-sto 3omila docentiformati al digitale.

Anche Tim sta lavorando con il Miurper av-vicinare i docenti, di ogni ordine e grado, aglistrumenti digitale per didattica c coding. Tini èpoi partner fondatore dell'iniziava «Program-mailfuturo» delMiurperl'introduzionedelco-dingedelpensierocomputazionalenellascuolaitaliana. E in quest'ottica ha anche avviato l'ini-ziativa autonomaTinl4Coding con giornate diformazione per studenti di ogni ordine e grado.

Diverse anche le iniziative da parte di Vo-dafone, come Smart Education, per favorirela digitalizzazione degli strumenti didattici ela dematerializzazione dei processsi interni.

Fondazione Vodafone Italia ha messo incampo progetti come Digitaliano (piattafor-ma interattiva per insegnare l'italiano adalunni stranieri) oltre allafornitura diioo au-diolibri per giovani in difficoltà.

Fastweb, dal canto suo,haf rmatoagennaiounprotocollo d'intesaconilMiurperilproget-to FastUpSchool, conl'obiettivo di sostenere,attraverso l'uso del crowdfunding, progettiinnovativi coerenti con il Piano nazionalescuola digitale. Le iniziative che tramiteEppe-la raccolgono in rete il 5o% del budget vengo-no cofinanziate da Fastweb per il restanteSodo. Wind, infine, in partnership con Asso-lombarda, sostiene un progetto di alternanzascuola-lavoro con la Tag Innovation Schoolper far emergere nei giovani studenti dei liceile competenze digitali, intese non solo dalpunto di vista meramente tecnico, ma anchein una logica più trasversale: digitai attitude,digital awareness, design tHnking.

A.Bio.C) R[P RODD ZIO N E RISERVATA

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Salini Impregno,le infrastruttureche possonocostruire il futurodi Paolo Bricco

ella nostra storia ci sonotante storie. ILodigiani, iPirola, i Torno, la Fiat, iSalini. La nostra storia è

fatta dagli imprenditori, ma anche dagliingegneri e dagli operai. Il nostro resta unlavoro che si fa ancora con le mani».Nelle parole di Pietro Salini,amministratore delegato di SaliniImpregilo, ricorre spesso l'aggettivopossessivo "nostro", che fa intuire benel'adesione esistenziale ed emotiva a unmondo - le grandi opere e le costruzioni -che costituisce una finestra - industriale etecnologica, finanziaria e quasi"narrativa" - sul Mondo grande: l'Italia el'Africa, gli Stati Uniti e l'AmericaCentrale. Un mondo che srotola il suo filosulla tavola di alabastro della storia dilungo periodo: il Novecento, il presente eil futuro. Alla manifestazione per i noannidi Salini Impregilo, alla Triennale diMilano, il tono - identitario e orgoglioso -viene conferito dalle immagini di "GoodMorning Babilonia", il film del 1987 diPaolo e Vittorio Taviani in cui gli operaiitaliani emigrati all'estero, di fronte alledurezze della vita, scandiscono labellalitania del «noi siamo i figli dei figli deifigli di Michelangelo e di Leonardo».Centodieci anni, per un gruppo nato daiprocessi di aggregazione, fusione eincorporazione delle principali realtànazionali di questo comparto. Oggi SaliniImpregilo ha un fatturato superiore ai 6miliardi di curo e un portafoglio ordinipari a36 miliardi di curo (120 i progettiaperti in 5o Paesi), 35mila addetti e oltre il9o% dell'attività all'estero. «Una realtà-commenta l'ambasciatore statunitense inItalia, JohnPhillips - di grande solidità ereputazione». Fra gli ospiti dell'incontroci sono stati l'ad delle Ferrovie dello StatoRenato Mazzoncini e il presidentedell'Anas Gianni Vittorio Armani, ilpresidente della Cassa depositi e prestitiClaudio Costamagna e il vicepresidente

di UniCredit Fabrizio Palenzona, l'ad diMediobancaAlberto Nagel e l'ad diLeonardo Mauro Moretti, il presidente diRcs MediaGroup Urbano Cairo e ildirettore generale di Intesa SanpaoloGaetano Miccichè, il presidente di BnlLuigi Abete e il presidente di Tod's DiegoDella Valle, l'ad di Pirelli MarcoTronchetti Provera e l'amministratoreunico di Mapei, nonché presidente delSole-24 Ore, Giorgio Squinzi. Con loro,c'era anche il presidente della RegioneLombardia Roberto Maroni. Il contestodelineato è internazionale: «Nonpossiamo più aspettare - ha affermatoSalini - siamo un Paese che vive in unmondo globale. Non possiamo sempredire no: alle Olimpiadi, al Paese, al futuroe ai ragazzi. Quello che seminiamo oggi èquello che avremo domani. Per i nostrifigli, ai quali non possiamo rubare ilfuturo». Di progettualità e di futuro haparlato il presidente del Consiglio,Matteo Renzi, che si è rivoltodirettamente alla Salini Impregilo inmerito al "progetto" per antonomasia- ilvero rovello della storia italiana degliultimi cinquant'anni - il Ponte sulloStretto di Messina: «Dobbiamo renderela Sicilia più vicina creando ioomilapostidi lavoro e se voi siete nella condizione diportare le carte e sbloccare quello che èfermo da dieci anni, noi ci siamo». Uninvito raccolto da Pietro Salini. Renzi hapoi aggiunto: «Il recupero delladimensione del sogno è molto legatoall'ingegneria, alla progettazione. In Italiaè mancata per anni la progettazione delfuturo. Durante la crisi abbiamo perso927mila p ostii di lavoro nelle costruzioni,più della metà dei quali sull'edilizia.Dobbiamo ripartire tanto dalle piccolerealtà quanto dalle grandi opere». Sulfuturo del Paese si è soffermato ancheSalini: «Le infrastrutture non sono belledi per sé, ma servono per riempire lenecessità, per immaginare il futuro di unPaese. Allora significa che è necessariopianificare le infrastrutture. Questo mipiacerebbe che ci fosse, in un Paese comeil nostro. Un piano che preveda cosafarà la generazione del futuro».Peraltro, a livello internazionale gliequilibri di politica monetaria sonofavorevoli: «I tassi sono ai minimistorici ovunque. Per questa ragione è ilmomento opportuno per riqualificare erealizzare infrastrutture», hacommentato JeffryFrieden, cheinsegna al dipartimento di Governmentdella Harvard University, presente ieriinsieme a Stefano Cingolani e AndreaGoldstein, autori del volumepubblicato da Rizzoli "Salini Impregilo.no years of future".

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La spinta degli investimenti

di Dino Pesole

V abenelanuovaflessibilità giocata su un altro fronte, deci-che va profilandosi per il sivo per far ripartire la cresci-

conteggio delle spese dirette ta: quello degli investimenti. Eall'emergenza terremoto e mi- ora il Governo prova a rilan-granti, ma la vera partita va ciare.

J), i DAI

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DinoPesole

Per la spintaal Pii del2 017il governo contasugli investimenti

rogetti infrastrutturalicon impatto certo equantificabile

sull'occupazione e sul Pil,cantierabili in tempi brevi,come del resto ci chiedeBruxelles che quest'anno haautorizzato spese per lo 0,25%del Pil con il meccanismo delcofinanziamento. Progettiche puntino in poche parolead incidere sul potenziale dicrescita dell'economia. Perquesto, la cautela è d'obbligoquando si rilancia - come hafatto ieri il presidente delConsiglio, Matteo Renzi - ilprogetto del Ponte sulloStretto di Messina, operafaraonica dall'esito incertocome mostra l'intera vicendadipanatasi dal 2001 in poi(quando alanciarla fu SilvioBerlusconi) fino allo stopimposto nel 2012 dal governoMonti. L'eventuale riaperturadei cantieri, se mai ci siarriverà, non è certoprevedibile in tempi brevi,non fosse altro perchéoccorrerebbe passare ancheper un voto del Parlamento. Sipuò, e per certi versi si deve,provare in un'ottica di medioperiodo a riproporre in sede

di dibattito politico aBruxelles il tema delloscorporo dal calcolo deldeficit (in tutto o in parte)delle spese dirette agliinvestimenti produttivi (lavecchia o nuova golden rule).Servirebbe quanto meno adaggirare il veto che vienedalla Commissione Ue adutilizzare per più anni leclausole già autorizzate. Traqueste, appunto la clausolaper gli investimenti. Ma ilvero problema non sono ivincoli europei. La strada delrilan cio della fondamentalecomponente degliinvestimenti, compressa inmodo rilevante negli annidella crisi, è obbligata perrilanciare la domanda internae accrescere il livello diproduttività del nostro Paese.Questione prioritaria se siconsidera che in tre anniabbiamo perso dieci punti diPil. Già nel Def di aprile,rivisto ieri sera dal Consigliodei ministri con la Nota diaggiornamento delleprincipali variabilimacroeconomiche, si osservacome l'evoluzione per gliinvestimenti fissi lordi indichi«una ripresa dell'attività di

spesa», dopo diversi annididrastica contrazione, con unincremento del20o previstogià quest'anno (fino al 3% nel2018). Stime che incorporanoappunto le spese per ilcofinanziamento nazionaledei progetti di investimento, afronte dei quali il governo hachiesto e ottenuto margini diflessibilità. E ora, tra i nuoviintendimenti programmaticidel Governo si segnalaespressamente l'operazionedi "trasferimento" dalversante delle spese a minoreimpatto sul Pil a quelle(investimenti pubblici eprivati in primis) in grado dispingere l'acceleratoresull'incremento del Pilpotenziale. Da qui lo scartotra una stima tendenziale dicrescita del 2017 pari allo o,6%e un Pil "programmatico"dell'lper cento.

Va nella direzione dispingere il pedale sul frontedegli investimenti il pianoannunciato nei giorni scorsidal ministro dello Sviluppoeconomico Carlo Calenda,che punta al rafforzamentodegli strumenti diretti adaccrescere la produttività, siasul versante degli incentiviche su quello del sostegnoall'economia digitale.

Obiettivo, accrescere gliinvestimenti privati da 8o a9o miliardi, già nel 2017,mentre per il 2017-2020 laspesa privata in ricerca esviluppo dovrebbeaumentare di 11,3 miliardi, conal centro il piano Industria4.0. «Entro il 20 ottobre lemisure relative a Industria 4.0dovranno essereformalmente ratificate», haannunciato ieri Renzi.

Investimenti, dunque,quale leva fondamentale,accanto alle riformestrutturali. Gli effettipossono non essereimmediati, ma non vi èalternativa anche perl'impatto che ne deriverebbesul versante dei contipubblici. L'incremento del Pil(ben oltre i modesti tassi diincremento con cuidobbiamo fare i conti, comemostra il quadromacroeconomico cheemerge dalla Nota diaggiornamento del Def)consentirebbe di ridurre ildebito, via "denominatore",senza dover ricorrere amanovre restrittive. Ê la viamaestra per avviare crescitae finanza pubblica finalmentesu un sentiero virtuoso.

Questa strada è obbligataper rilanciare ladomanda interna eaccrescere il livell o diproduttività del paese

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I contitolari possono condividere le spese

onus a

DI RCO OTTAVILANO

possibile condividere lespese per la detrazionedel 65% per il rispar-mio energetico in base

a quote stabilite a discrezionedegli stessi contitolari. In que-sto caso, la documentazione dainviare ad Enea dovrà esserea nome di uno qualsiasi deisoggetti (contitolari o parenticonviventi che hanno effettua-to le spese), riportando tutti gliinterventi effettuati e tutte lespese sostenute, ma occorreindicare nella compilazioneche si invia la richiesta anchea nome di altri (spuntando lavoce «Si» nel campo «Richie-sta anche per conto di altri»).Questi alcuni dei chiarimentiforniti da Enea per usufruiredella detrazione del 65%.Lacomparsa di una segnalazionerelativa a campi non compila-ti non deve necessariamenteessere considerata come unerrore, se tale compilazionenon è obbligatoria. Tale se-gnalazione, infatti, può valeresolo come promemoria. Con-tinuare nella compilazione eimmettere i dati che verran-no accettati dal sistema Inassenza del numero civico,scala o interno, non indicarenulla. Il programma permettedi proseguire nella compilazio-

ne della pratica: visualizzeràsolamente un avviso di man-cata compilazione del campoma l'utente può procederenell'inserimento dei dati. Lapratica deve essere compilataonline, registrandosi sul sitohttp: / / finanziaria2016.enea.it relativo all'anno in cui sonoterminati i lavori e accedendopoi alla propria tipologia di in-tervento realizzato.

La documentazione deveessere inviata entro 90 gior-ni dalla data di fine lavorisempre online tramite il sito,quindi stampata, firmata econservata per un eventua-le controllo da parte delleautorità competenti. Il Caf(centro assistenza fiscale) oil commercialista possono ri-chiedere copia della praticainviata e dei documenti con-servati per procedere alla ri-chiesta di detrazione in sededi dichiarazione dei redditi edevono avere copia del codiceCpid (Codice personale iden-tificativo) che viene ritornatoall'utente per posta elettronicadall'Enea, una volta ricevutala documentazione.

Risparmio energetico Pagina 20