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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 14 giugno 2012

Pagina I

DECRETO SVILUPPO

Si stringe sul decreto unicoSole 24 Ore 14/06/12 P. 11 Carmine Fotina ,Marco Mobili

1

FISCO E PROFESSIONISTI

Irap, graziati i professionistiItalia Oggi 14/06/12 P. 1-28 Debora Alberici 3

STUDI DI SETTORE

Gli studi di settore saltano per gravi problemi personaliItalia Oggi 14/06/12 P. 28 5

FISCO E PROFESSIONISTI

Professionisti con le rimanenzeItalia Oggi 14/06/12 P. 30 Stefano Loconte 6

ASSICURAZIONI PROFESSIONISTI

Altra grana per la riformaItalia Oggi 14/06/12 P. 33 Benedetta Pacelli 7

SISMA IN EMILIA

Sisma in Emilia, dagli enti un aiuto ai professionistiItalia Oggi 14/06/12 P. 33 Simona D'Alessio 8

UNIVERSITÀ

Profumo: università aperte al mondoSole 24 Ore 14/06/12 P. 16 Silvia Bernardi 9

ITS

Its, riduzione in vista per le 59 fondazioniSole 24 Ore 14/06/12 P. 24 Eugenio Bruno 10

PREVIDENZA PROFESSIONISTI

Bilanci a 50 anni, Casse con le mani legateItalia Oggi 14/06/12 P. 33 Simona D'Alessio 11

CONFPROFESSIONI

Riforme, il momento della veritàItalia Oggi 14/06/12 P. 39 12

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Si stringe sul decreto 'coIl testo, che accorpa i Dl sviluppo e infrastrutture, previsto al Cdm di domani

Carmine FotinaMarco MobiliROMA,

Il pacchetto crescita, in for-ma di un decreto legge unico, èufficialmente entrato nell'ordi-ne del giorno del Consiglio deiministri convocato per domanialle 9. Il decreto infrastrutture-sviluppo, da oltre 5o articoli, èal primo punto del programmadellariunione, sempre che i tec-nici riescano entro oggi a scio-gliere definitivamente gli ulti-mi nodi. E ce n'è più di uno. Daibonus fiscali sull'edilizia e l'effi-cienza energetica ai minibondper finanziare le Pini: la Ragio-neria dello Stato mantiene la li-nea del rigore e chiede la coper-tura puntuale degli oneri perlacrescita, lo Sviluppo economi-co non arretra sulle misure con-siderate cruciali e chiede con-trodeduzioni formali alle pro-poste bocciate. Tra queste, c'èanche l'armonizzazione del pre-lievo fiscale sulle polizze emes-se da compagnie estere e italia-ne con l'ipotesi di estendere al-le prime l'obbligo del prelievoannuo a titolo di acconto dello0,35 per cento. In alternativa,peri contribuentiche non si affi-dano a un intermediario italia-no che agisca come sostituto diimposta, scatterebbe un-innal-=z-áinento"dell'imposta patrimo-nialë sulle "attività finanziarieestere (introdotta dalla mano-vra' di Natale) dallo o,15% allo0,50. Il Tesoro però, ritenendoquesta soluzione assimilabile aun recupero di evasione fiscalee pertanto inidonea a dare co-

pertura, preme come alternati-va per un micro-prelievo sulleassicurazioni vita sia per poliz-ze italiane sia per polizze stra-niere pari allo 0,2% nei primidue anni e allo o,6% dal 2014 inavanti. L'obiettivo sarebbe quel-lo di garantire risorse viavia cre-scenti dai 68 milioni del 2o12 ai40o a partire dal2o4 Più diffici-le che si vada a intaccare il Fon-do per la crescita sostenibile.

Le misure sulle assicurazionidovranno andare a coprire iprincipali interventi del Titolo

I del Dl riservato a infrastruttu-re, edilizia e trasporti. In parti-colare, nell'ultimabozza del de-creto unico si tratta degli artico-li 6 (utilizzo dei crediti di impo-sta per opere infrastrutturali), 9-(ripristino dell'Ivaper i costrtìt-tori), io (esenzioneImutrienna-le per l'invenduto), n (bonus Ir-pef su ristrutturazioni ed effi-cienza energetica), 16 (continui-tà dei servizi di trasporto). Re-stano poi i dubbi della Ragione-ria sulla norma per i nuovi stru-menti finanziari per le Pini: ilmancato gettito sarebbe di 4o,4milioni in tre anni. Nel decretofigurano ancora le misure pervelocizzare lagiustizia, compre-so il tetto di sei anni alla duratadei processi (si veda il Sole 24Ore del 3 giugno).

Fa già discutere invece ilrior-dino dei fondi per l'internazio-nalizzazione cancellando la nor-ma che consente di erogare con-tributi direttamente dal mini-stero alle imprese tramite le as-sociazioni di categoria a frontedi attività e investimenti di pro-mozione all'export. Le risorsesarebbero concentrate sui con-sorzi p er l'internazionalizzazio-ne e le camere di commercioall'estero. Anima (meccanicavaria) e Federlegno Arredo han-no scritto a Passera per ottene-re lo stralció-dell'articolo:

Il ministro dal cántó'suo ieriha confermato che il testo è or-mai pronto, mentre i presidentidel Senato e della Camera han-no assicurato un iter parlamen-tare rapido.

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Decreto sviluppo Pagina 1

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I pilastri dei decreto

IAINFRASTRUTTURE

La bozza di articolato dedicatoalle infrastrutture è destinatoa confluire nel DI sullo sviluppoche sarà in Com domani:spazio ai project bond perla costruzione di nuove opere

51

BONUS RICERCA

In arrivo un credito di impostadel 35% sull'assunzionedi nuovi ricercatori.Per ogni impresa il limitedi spesa dovrebbe esserefissato a 200mila euro

GIUSTIZIA

Fissata a 6 anni la duratamassima dei processi: 3 anniin primo grado, 2 in appello,1 in Cassazione. Perogni annoin più ci sarà un indennizzotra i 500 e i 1.500 euro

ON

RISTRUTTURAZIONI

Il bonus per le ristrutturazioniedilizie salirebbe dal 36 a150%con un tetto di spesa di 96milaeuro . La copertura arriverebbedall'addizionale dello 0,2%sullepolizzevita (0,6%dal2014)

N

INCENTIVI

Nasce il Fondo perla crescitasostenibile che assorbe43 forme preesistentidi sostegno alle imprese,abrogando altrettanteleggi di finanziamento

Cancellata la norma checonsente di erogare contributidirettamente dal ministero alteimprese tramite le associazionidi categoria a fronte di attivitàdi promozione all'export

Decreto sviluppo Pagina 2

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La Cassazione esclude l'imposta quando il lavoratore si appoggia a una struttura gestita da altri

Irap, graziati i professionistiLa Cassazione aggiunge un importante tassello al concetto di

autonoma organizzazione. Il professionista paga l 'Irap solo quandola struttura che lo coadiuva nella sua attività l'ha fondata lui enon quando si appoggia a una struttura gestita da altri . A questaimportante considerazione la Corte è giunta con un'ordinanza,la n. 9692 di ieri , già destinata alla massimazione ufficiale. Lasezione tributaria ha accolto il ricorso di un medico che lamentavail mancato rimborso dell'Irap per la parte di guadagni percepiti inrelazione al suo lavoro in clinica e non mediante il suo studio.

Alberici a pag. 28

Fisco e professionisti Pagina 3

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CASSAZIONE/Ar-riva un niiot'o tassello nella definizione cli autonorna or°ganivvavi'Urie

Soltanto i1 fondatore paga l'IrapEsente il professionista che si appoggia a strutture altrui

Pagina a curaDI DEBORA ALBERICI

a Cassazione aggiungeun importante tasselloal concetto di autonomaorganizzazione. Il profes-

sionista paga l'Irap solo quandola struttura che lo coadiuva nel-la sua attività l'ha fondata lui enon quando si appoggia a unastruttura gestita da altri. A que-sta importante considerazione ègiunta la Corte di cassazione conun'ordinanza, la n. 9692 del 13giugno 2012, già destinata allamassimazione ufficiale. Dunque,la sezione tributaria ha accolto ilricorso di un medico che lamenta-va il mancato rimborso dell'Irapper la parte di guadagni percepitiin relazione al suo lavoro in clini-ca e non mediante il suo studio.

Ma, dice espressamente la Cas-sazione, la stessa cosa si può direper tutti i professionisti, in parti-colare per i commercialisti sindacidi società o con compiti relativi aorganizzazioni non gestite in au-tonomia ma da terzi.

«In base all'art. 2 del dlgs446/1997 - ecco il nuovo prin-cipio sancito da Piazza Cavour

- (come modificato dall'art. i deldlgs 137/1988), ai fini della sog-gezione a Irap dei proventi di unlavoratore autonomo (o un profes-sionista ) non è sufficiente che illavoratore si avvalga di una strut-tura organizzata, ma è anche ne-cessario che questa struttura sia«autonoma», cioè faccia capo allavoratore stesso , non solo ai finioperativi bensì anche sotto i pro-fili organizzativi . Non sono perciòsoggetti ad Irap i proventi che unlavoratore autonomo percepiscacome compenso per le attivitàsvolte all 'interno di una strutturada altri organizzata».

D'altro canto la Suprema corteaveva affermato in passato e inrelazione ai compiti spesso assun-ti nell'ambito di grandi aziendeche, l'assoggettamento a imposi-zione Irap dei soggetti esercentiarti o professioni richiede la pro-va dell' esistenza di un 'autonomaorganizzazione , che sussiste soloove il contribuente impieghi benistrumentali eccedenti il minimoindispensabile per l'eserciziodell'attività in assenza di orga-nizzazione , oppure si avvolga inmodo non occasionale di lavoroaltrui (viene perciò tassata la

sentenza di merito che aveva af-fermato l 'applicazione dell'impo-sta a un ragioniere che esercitaval'attività di sindaco e consulenteutilizzando le strutture di terzi».Stesso principio vale anche perl'attore che, secondo la Supremacorte , non è soggetto a Irap quan-do lavora in un teatro.

Ma non è ancora tutto. Ad av-viso del Collegio di legittimità èassolutamente indifferente se ilprofessionista guadagna moltooppure no. Spetterà ai giudici tri-butari capire , e sul fronte praticoquesto potrebbe creare qualchedifficoltà , quanto è stato percepitoin virtù dell 'organizzazione altruie quanto in virtù della propria.

Anche nel caso del medi-co sottoposto all'esame dellaSuprema corte , sarà la ctr diRoma a stabilire quali introitisono tassabili perché derivantidall'attività di studio e quali noperché riferibili alla clinica.

-.ORiprodu^ ïone riservata

Fisco e professionisti Pagina 4

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Gli studi di settore saltanoper gravi problemi personali

Gli studi di settore possono essere disapplicati e quindi lo scosta-mento non giustificare l'accertamento fiscale nel caso in cui l'im-prenditore abbia avuto gravi problemi personali (come ad esempiola separazione e la depressione) che hanno come conseguenza unadiminuzione del fatturato. E quanto stabilito dalla Corte di cassa-zione che, con, la sentenza n. 9642 del 13 giugno 2012, ha respintoil ricorso dell'amministrazione finanziaria che aveva spiccato unaccertamento a carico di un piccolo imprenditore il quale ha giu-stificato lo scostamento dagli standard a causa della separazionee della depressione che l'aveva colpito.

In particolare l'uomo era stato costretto ad assumere personale inpiù affinché lo coadiuvasse nelle sua attività, facendo così scendereil fatturato. Dando una bordata all'applicazione a tappeto deglistudi Piazza Cavour ha ricordato che «la procedura di accerta-mento tributario standardizzato mediante l'applicazione dei para-metri o degli studi di settore costituisce un sistema di presunzionisemplici, la cui gravità, precisione e concordanza, non è «ex lege»determinata dallo scostamento del reddito dichiarato rispetto agli«standards» in sé considerati - inerì strumenti di ricostruzione perelaborazione statistica della normale redditività - ma nasce soloin esito al contraddittorio da attivare obbligatoriamente, pena lanullità dell'accertamento, con il contribuente».

In tale sede, il cittadino ha poi l'onere di provare, senza limita-zione alcuna di mezzi e di contenuto, la sussistenza di condizioniche giustificano l'esclusione dell'impresa dall'area dei soggetticui possono essere applicati gli «standards» o la specifica realtàdell'attività economica nel periodo di tempo in esame.

Studi di settore Pagina 5

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La legge delega dï riforma frscale riscrive la tassazione dei redditi di furore autonomo

Professionisti con le rimanenzeSi punta a capitalizzare l attività di impresa professionale

DI STEFANO LocONTE

rofessionisti alle presedel calcolo del valo-re delle rimanenze. Equesto uno degli effetti

che possono derivare in caso dientrata in vigore della nuovariforma fiscale. La razionaliz-zazione della tassazione deiredditi di impresa e di lavoroautonomo, nell'ambito di unpiù generale obiettivo di daremaggior certezza al sistema tri-butario e migliorare i rapporticon i contribuenti, è uno degliobiettivi che il Governo si è po-sto nell'ambito della riformatributaria di cui allo schema didisegno di legge delega recantedisposizioni per la revisione delsistema fiscale. Tale provvedi-mento prevede, nello specificoal comma 1 dell'art. 11, che ilGoverno sia autorizzato a in-trodurre norme per la ridefini-zione dei redditi sulla base diun principio di assimilazionedell'imposizione di tutti i red-diti d'impresa commerciale odi lavoro autonomo, compresiquelli prodotti in forma associa-ta, dagli attuali soggetti passividell'Irpef e dell'Ires, assogget-tandoli a un'imposta unica,in particolare, prevedendo ladeducibilità della base impo-nibile della predetta impostaunica delle somme prelevatedall'artista o professionistao dai soci o associati ovverodall'imprenditore o dai soci, e laconcorrenza delle predette som-me alla formazione del redditocomplessivo imponibile ai finiIrpef dell'artista o del profes-sionista e dei soci o associati edell'imprenditore o dei soci.Taleproposta di modifica appare dirilevante importanza atteso checon essa si tende a separare latassazione dell'impresa, che sa-rebbe soggetta a Ires, da quelladell'imprenditore/socio/profes-sionista, che sarebbe soggettaa Irpef, attribuendo un'aliquo-ta più bassa e proporzionalesull'utile dell'impresa ed unatassazione su base progressivaper quella parte di reddito chel'imprenditore/socio o il pro-fessionista ritrae dall'impresao dallo studio professionalecome compenso del suo contri-buto lavorativo. Appare quindievidente e sicuramente meri-

tevole di apprezzamento il finedi favorire la capitalizzazionedell'attività di impresa e pro-fessionale attraverso l'utilizzodi una differente tassazionecon la penalizzazione della di-stribuzione di compensi all'im-prenditore, al professionista eai soci. La proposta, tuttavia,appare rilevante anche sotto unaltro profilo: con essa, infatti,si pongono sullo stesso piano,ai fini fiscali, lo svolgimentodell'attività di impresa e quellodi lavoro autonomo attraversol'assimilazione di quest'ultimoai principi propri del redditod'impresa (anche se tale circo-stanza non viene espressamen-te chiarita dal testo della nor-ma) e l'assoggettamento a Iresdi tutte le attività di impresa eprofessionali. Tassare allo stes-so modo tutte le imprese e leprofessioni indipendentementedalla forma giuridica significaassoggettare tutti questi sog-getti a delle regole comuni dideterminazione della base im-ponibile. Attualmente, il redditodi lavoro autonomo è assogget-tato a tassazione sulla base delprincipio di cassa diversamen-te dal reddito di impresa che èinvece governato dal principiodi competenza. Immaginarela traslazione pura e semplicedell'attività professionale allatassazione sulla base del prin-cipio di competenza è operazio-ne che può generare rilevantiproblemi ove non attentamen-te coordinata con le peculiaritàderivanti dallo svolgimento ditale attività. Si pensi, in esem-pio, alla valorizzazione delleattività professionali in corso(l'equivalente delle rimanenzenell'attività di impresa): nelloschema di legge delega non èdato rinvenire una sola paro-la che indichi su quali criterie su quali presupposti il pro-fessionista debba valutare tale(rilevante) componente positivadi reddito che oggi, all'opposto,non deve essere valorizzata aifini della tassazione. Eppure, inun momento storico in cui nonesistono più le tariffe professio-nali vincolanti per legge e non èancora obbligatorio un accordoscritto per la determinazionedel compenso (in quanto sussi-ste l'obbligo del solo preventivoscritto) appare evidente come

la mancata previsione di crite-ri certi non può che generareoggettive problematiche dinatura valutativa, soprattuttoin sede di verifica, di tale com-ponente positiva di reddito.Parimenti, sembra completa-mente mancare una disciplinatransitoria che appare invecenecessaria al fine di consenti-re il delicato passaggio da unsistema impositivo all'altro.La valorizzazione improvvisadi tale componente positiva nelprimo anno di entrata in vigoredella nuova norma, in assenzadella contrapposta componen-te negativa relativa alla va-lorizzazione delle rimanenzedell'anno precedente, non potràche generare un'imposizioneevidentemente non corretta enon conforme all'effettivo red-dito realizzato dai singoli pro-fessionisti.

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Fisco e professionisti Pagina 6

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In vista dell'emanazione del decreto emerge una serie di contraddizioni

Altra grana per la riformaassicurazioni non copriranno tntti i dann i

DI BENEDETTA PACELLI

n'altra grana per la ri-forma delle professioni.Dopo quella del tiroci-nio professionalizzante

sulla cui retroattività restanoancora incertezze, all'avvicinarsidell'uscita del dpr di riforma (co-munque entro il 13 agosto), scat-tano ora le preoccupazioni anchesulla copertura assicurativa. Ein particolare su come dovrannoessere messi a punto i disciplinariper definire responsabilità sull'at-tività e quindi sulle competenzedei professionisti. La manovraestiva (legge 138/11) e poi il de-creto legge sulla concorrenza (n.27/12), hanno stabilito l'obbligo diuna copertura assicurativa per laresponsabilità civile professionale,a tutela, quindi, di eventuali dan-ni recati al cliente. Però, sollevanoalcune associazioni di categoria,ora si renderà ancora più eviden-te la contraddizione tra il doveredi assicurarsi e l'impossibilità difarlo vedendosi riconoscere dallecompagnie una copertura totale.Secondo l'Associazione nazionalecommercialisti, infatti, lanorma che entrerà in vi-gore non interviene nellospecifico dell'orientamentoIsvap relativo alla non as-sicurabilità delle sanzioniamministrative pecuniarieche, combinato con quan-to dispone il dlgs 472/97(responsabilità direttadell'illecito da parte delprofessionista incaricatodal contribuente), produce di fat-to l'impossibilità della tutela perciò che riguarda il rischio direttoper le sanzioni tributarie irro-gate al professionista. In questomodo, precisa quindi il presidentedell'Anc Marco Cuchel, «permar-rà, anche con la norma tra pocovigente, il rischio di dover rispon-dere e garantire all'amministra-zione finanziaria, esponendo ilproprio patrimonio, a titolo diresponsabilità contrattuale». Ma

le cose per la copertura assicu-rativa non finiscono qui. Perchéanche se l'obbligo non trova deltutto impreparati ordini e collegiche in parte si erano già dotati diuna polizza per i propri iscritti,per il futuro questi non solo do-vranno prevedere l'obbligatorietàdel principio nei futuri codici de-ontologici, ma anche perfeziona-re accordi già stipulati. Oltre cherendere vincolante la previsionegiacché il professionista dovràindicare nel preventivo la titola-rità della polizza. E qui scattano iprimi grattacapi. Una delle prin-

cipali problematiche riscontrate,per esempio, dalle professioni diarea tecnica è sempre stato quello

di individuare respon-sabilità e competenzei cui confini, spesso didifficile delimitazione,hanno portato a diver-si esempi di mancatacopertura proprio peri professionisti stessi.Negli anni alcuni casisono stati risolti graziead accordi con le com-pagnie di assicurazione

che riconoscevano ai rispettiviConsigli nazionali la capacità dicertificare casi in cui un attivitàfosse o meno di competenze delprofessionista. Salvo casi di er-rori clamorosi. E per il futuro?L'orientamento sembrerebbequello di andare a stipulare po-lizze che tengano conto del prin-cipio dell'esclusione, cioè invecedi riportare le attività coperteda polizza, indicare quelle chene sono escluse.

Assicurazioni professionisti Pagina 7

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Sisma in Emilia, dagli entiun aiuto ai professionisti

un'intesa per prestare aiu-to in maniera coordinata,efficace e non dispersiva aitanti professionisti colpitidal sisma in Emilia. Ad aver-la sottoscritta sono gli entiprevidenziali privatizzatidell'area tecnica, ovvero lnar-cassa, Cipag, Eppi (a cui sonoiscritti ingegneri, architetti,geometri e periti industriali)e la cassa pluricategorialeEpap, con l'obiettivo di tute-lare una platea di circa 3 mipotenziali colleghi (tanti nesono stati individuati fino-ra), che risiedono nelle zonefunestate dal terremoto di maggio , comprendendo però an-che coloro che svolgono l'attività professionale oltre che interritorio emiliano-romagnolo , anche in alcuni comuni dellaLombardia e del Veneto , dove si sono registrati cedimenti allestrutture abitative e agli uffici. Ogni ente, prevede l'accordo,metterà a disposizione benefici e provvidenze per il proprioiscritto che abbia subito danni alla sede nella quale esercitail proprio lavoro e, conseguentemente , sia stato costrettoad interromperlo , a causa dell'emergenza che purtroppo nonaccenna a diminuire, poiché l'attività sismica prosegue senzasosta da settimane, dopo il primo evento del 20 maggio. Sitratta , secondo Arcangelo Pirrello , presidente della cassapluricategoriale che assiste i geologi, i chimici e gli agronomie forestali, dell 'ennesima testimonianza concreta di come gliistituti pensionistici dei liberi professionisti siano in grado diportare il proprio prezioso contributo «a favore della collet-tività, proprio perché convinti che la cura del territorio sia ilbene primario di un paese». Il vertice dell'Epap, infatti, ritie-ne che coloro che possiedono le competenze per intervenirein una condizione difficile come quella post-sisma, debbanodoverosamente fornire «la loro opera nei momenti più deli-cati, come quello attuale».

Simona D'Alessio

Sisma in Emilia Pagina 8

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Manifesto perla Costituente della cultura

Profumo: università aperte al mondod i Silvia Bernardi

ei tsmiliardi di euro che ognianno investiamo in Europa cene tornano solo S. Dobbiamo

attivare nuovi moltiplicatori e ristabilirela fiducia tra i governi europei attraversopolitiche economiche, sociali e culturalicondivise». Fiducia come password dellamodernità ed Europa come obiettivo so-no i due cardini dell'intervento che ilmini-sttro dell'istruzione Francesco Profumolva tenuto ieri alla Facoltà di Medicinadiell'Università di Brescia. Al centro del

dibattito condotto dal vicedirettore delSole 24 Ore Alberto Orioli, i cinque puntiprogrammatici di "Niente Cultura nientesviluppo", il Manifesto peruna costituen-te della cultura lanciato dal quotidiano il19 febbraio scorso. «L'università è l'ele-mento pulsante di un Paese e il motore diuna nuova economia», ha detto Profumotra i primi firmatari del Manifesto insie-me ai ministri Corrado Passera e LorenzoOrnaghi. «Credo in un'università aperta,con un mix di sangue», ha proseguito Pro-fumo che ieri ha fumato un accordo perl'internazionalizzazione che prevede l'ar-

rivo di 8 milioni di euro per l'Universitàdegli studi di Brescia. «L'internazionaliz-zazione fa bene agli studenti, formati peressere cittadini e cittadine del mondo, e aidocenti perché costituisce un grande sti-molo». Per il ministro dell'istruzione trale priorità del momento quella di rivisita-re la programmazione culturale in termi-ni più europei, in linea con un mercato dellavoro che non è più esclusivamente loca-le. Quanto allo stato di salute della nostraistruzione, Profumo si è espresso in termi-ni positivi: «Abbiamo la tendenza a direche le cose non vanno bene ma se andia-mo ad analizzare i dati vediamo un siste-ma formativo di qualità che all'estero cipremia: nel Centro nazionale di ricercafrancese, il4o% dei vincitori dei concorsisono italiani; inAmerica i5mila nostri con-nazionali occupano posizioni di rilievonelle università e nei centri di formazio-ne. Ovunque vadano, i nostri studentinon sono mai perdenti». Trale criticità in-vece, sottolineate anche dalla commissa-rio Ue alla ricerca Quinn durante l'ultimavisita in Italia, ci sono quattro grandi de-bolezze su cui è urgente intervenire: lapo-ca competitività dei sistemi universitaritroppo chiusi, poco trasparenti e troppoformali e una scarsa internazionalizzazio-ne che si traduce £n limiti linguistici.

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Università Pagina 9

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struzí neo Si punterà su accordi multiregionali

Its, riduzione in vistaper le 59 fondazioniEugenio BrunoROMA

u, Dopo appenaun annodi spe-rimentazione per gli Its è già oradi cambiare. Riducendole 59 fon-dazioni che li gestiscono e, sepossibile, arrivando a una regiaunica nazionale. Ad annunciarloè stato il ministro dell'Istruzio-ne, Francesco Profumo, durantela conferenza dei servizi «Colle-gare filiere formative e filiereproduttive per la crescita delPa-ese» organizzata ieri a Roma dalMiur e dalla nona commissionedella Conferenza delle Regioni.

Per il responsabile di vialeTrastevere «non bisogna averpaura di chiudere le struttureche non vanno». Poiché su 59Istituti tecnici superiori «il30-35% è già di altissima qualità,in altri ci sono le condizioni perun'oliatura e possono andare

avanti, ma quelliche nonfunzio-nano chiudiamoli. Questo - haaggiunto - è un Paese che nonchiude mai niente e, invece, bi-sogna avere il coraggio di far-lo».In realtà, larazionalizzazio-ne della formazione post diplo-ma è già partita. Istruzione, La-voro e Regioni stanno lavoran-do alle linee guida di attuazionedell'articolo 52 del decreto sem-plificazioni (Dl 35/2012). Conl'obiettivo dichiarato di ridurrea 20-30 le fondazioni grazie adaccordi multiregionali e, in........................................................................

LO BELLO

Peri[ vicepresidentedi Confindustria «l'offertaformativa sul territoriodeve essere collegataai bisogni locati»

un'ottica di aggregazione piùampia, avviare i poli tecnico-professionali con università,centri di ricerca, enti locali e la-boratoripubblico-privati.

La ratio dell'intero processoè collegare meglio l'offerta for-mativa conle esigenze e lepecu-liartà del sistema produttivo diriferimento. A tal fine torneràutile la mappatura delle 17 filie-re pi-esenti lungo lo Stivale, cheil capo dipartimento dello Svi-luppo economico, GiuseppeTripoli, ha elaborato mettendoinevidenzaper ognuna ilnúme-ro di imprese, gli occupati, il fat-turato, il valore aggiunto e laquota dedicata all'export.

La stessa esigenza di una mag-giore «integrazione tra scuola eimpresa» l'ha manifestata IvanLo Bello. Per il vicepresidente diConfindustria con delega

all'Education gli Its «devonoconservare la specificità dell'of-fertaformativa aderente altessu-to industriale territoriale, garan-tendo l'adeguatezza dei corsi aifabbisogni locali». Nell'ottica didare una prospettiva di sviluppoai giovani che «sono la chiaveper costruire un Paese dinamicoe competitivo, con un mercatodellavoro aperto emaggiormen-te inclusivo, con minori barrieree disuguaglianze geografiche, ge-nerazionali e di genere».

Di Its ha parlato anche Corra-do Passera. «Finora alla filieramancava un pezzo, quello cheha fatto il successo di altri Pae-si» ha ricordato il ministro delloSviluppo economico che ha poilanciato un appello anon«liceiz-zare» l'istruzione tecnica. Temie pensieri tutt'altro che nuoviper Passera visto che se ne eraoccupato, per usare le sue stesseparole, «tante vite fa». La confer-ma è in uno scritto del 2008dell'allora consigliere delegatodiIntesa SanPaolo dal titolo em-blematico: «Istruzione e forma-zione tecnica e Professionale:per rilanciare scuola e Paese».

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ITS Pagina 10

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Bilancí a 50 anni , Cas se c le mani* legate

In vista della scadenza del 30/9, cresce l attesa sulle variabili macroeconon iche

L

a scadenza del 30 settembre , data entro cui le casse diprevidenza privatizzate dovranno presentare al pover-

o bilanci con sostenibilità a 50 anni (e non più a 30),incombe. Ma dall'esecutivo non arrivano le (pur neces-

sarie ) variabili macroeconomiche , né le linee guida strategiche,la cui emanazione è prevista entro il mese di giugno , per poterstilare i rendiconti da consegnare ai ministeri vigilanti. E itempi ristretti spianano la strada a una proroga del termineimposto dalla legge n. 214/2011 , fortemente caldeggiata daivertici degli istituti pensionistici dei professionisti ( si vedaItaliaOggi del 05/06/2012 ). A richiedere , all'inizio del 2012, ifondamentali indicatori della situazione finanziaria globale

era stata la bicamerale di controllo suglienti nati con i dlgs 509/1994 e 103/1996,dove ieri c'è stato in audizione il sottose-gretario al welfare Maria Cecilia Guer-ra. «Abbiamo analizzato in generale lacondizione delle casse , soprattutto sottoil profilo del patrimonio su cui stiamoultimando un 'indagine conoscitiva»,riferisce Giorgio Jannone ( Pdl), presi-dente dell 'organismo parlamentare. E,riguardo alla presentazione dei rendi-

G % í6 7 conti che dovranno garantire l'equilibriotra entrate contributive e spesa per pre-stazioni pensionistiche per cinque de-cenni , «abbiamo compreso dalle paroledel sottosegretario che al ministero c'è

una vaga serenità sul raggiungimento della sostenibilità daparte di tutti i soggetti , mentre noi in commissione abbiamosubito evidenziato numerosi problemi», fra cui la possibilità diusare, per garantire saldi positivi a 50 anni , i rendimenti deibeni e non l 'intero patrimonio . Dinanzi alle criticità esposte,però , Guerra non ha detto nulla sulle indicazioni che via Venetodovrebbe diffondere nei prossimi giorni.

Le casse , intanto , sono in pressing per ottenere uno slittamen-to della soglia del 30 settembre , lamentando l'impossibilità diredigere i bilanci nell'arco di due mesi, nel pieno dell'estate, unavolta ricevute le modalità operative . Sarà questo , infatti, unodegli argomenti in agenda stamattina , a Roma, all 'assembleadell'Adepp ( l'Associazione che riunisce 20 istituti pensionisti-ci): si profila una richiesta unitaria e ufficiale all'esecutivo, ein particolare diretta al ministro Elsa Fornero , per arrivarealmeno al 31 dicembre , come auspicato dal presidente della cassaforense , Alberto Bagnoli

Simona D'Alessio

Previdenza professionisti Pagina 11

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Parla il presidente di Conffirofessioni Gaetano Stella: un errore ripudiate la concertazione

Riforme, il momento della veritàProfessioni, lavoro e sviluppo: troppe lacune colmare

ommario proposto: «Lepartite che contano co-minciano adesso. Tocca anoi professionisti vincer-

le». In tempi di Euro 2012 e diNazionale, il presidente di Con-fprofessioni, Gaetano Stella, ri-corre alla metafora calcistica perinquadrare gli incontri decisiviche attendono i liberi professio-nisti nei prossimi due mesi sulcampo delle riforme. Professioni,lavoro, sviluppo sono infatti en-trate nella fase finale dell'agendadel governo e del Parlamento, chesi apprestano a delineare un nuo-vo assetto normativo per renderepiù competitivo il settore delleattività intellettuali, ma ancorapieno di incognite. «Finora, l'azio-ne del Governo ha dato un forteimpulso alla produzione legisla-tiva per tamponare l'emergenzaeconomica che sta attraversandoil paese», spiega Stella. «Tutta-via, il risultato è sotto le attese.La decisione dell'esecutivo di ri-pudiare la concertazione sta por-tando a galla una serie di lacune,non solo formali, che rischiano dimandare all'aria l'intero disegnodi riforme».

Domanda. E un'accusa moltodura. A che cosa si riferisce inparticolare?

Risposta. È una questione di

metodo: non si può andare avan-ti a colpi di fiducia. Prendiamo,

ad esempio, la riforma delle pro-fessioni. Dopo il via libera al de-creto legge del 13 agosto scorso,che ha dato la stura al processodi liberalizzazione, sono interve-nuti ben cinque provvedimentiche, a vario titolo, integravanoo correggevano misure parzialio in contrasto con le precedentidisposizioni. Lo stesso discorsovale per il decreto Sviluppo, are-natosi clamorosamente sulla so-glia del consiglio dei ministri. Eadesso vedremo che cosa acca-drà con la spending review.

D. Il governo dei tecnicinon vuole farsi tirare lagiacchetta...

R. Guardi, qui non sitratta di portare avanti in-teressi di parte o combatterecontro i mulini a vento. Nonesiste più una torta da spartir-si. L'obiettivo comune è rimette-re in carreggiata l'economiadel paese, ma per farlooccorre rivitalizza-re le forze pro-duttive e intel-lettuali nel loroinsieme. Impresee professioni de-vono avere paridignità.

D. Credeche il gover-no adottidue pesi edue misure?

R. Mi limito a constatare iprovvedimenti adottati. Una del-le ultime misure intraprese dalgoverno riguarda la certificazio-ne e la compensazione debiti/cre-diti nei confronti della pubblicaamministrazione. I decreti mini-steriali mirano ad aumentare laliquidità delle imprese, dimenti-cando però gli studi professionali.I liberi professionisti, al pari

delle imprese, sonosoggetti che svol-

gono un'attivitàeconomica a

tutti gli effet-ti e numerosecategorie, inparticolarele professionitecniche, si tro-vano pesante-

m e n t eesposte nei confronti della pub-blica amministrazione. Ci trovia-mo di fronte a una asimmetrianormativa discriminante che nonha ragion d'essere.

D. Come pensate di interve-nire?

R. Ci siamo già attivati pressole sedi istituzionali competentiper segnalare questa «svista» eora attendiamo che governo eparlamento colmino l'ennesimalacuna che penalizza i profes-sionisti.

D. È fiducioso?R. I problemi tecnici non

mancano: bisogna capirequale sarà il veicolo normati-vo idoneo e soprattutto se cisarà una copertura finanziariaadeguata. Il resto è solo buonsenso.

D. Alla Camera è partitol'iter per la riforma del mer-cato del lavoro . Anche suquesto tema sono piovute pa-recchie critiche ai ministroFornero da parte dei profes-sionisti . Conferma?

R. Confermo. Il disegno diriforma del mercato del lavoronon ha alcun equilibrio per ilsettore degli studi professiona-li, in quanto prevede soltantomaggiori rigidità nell'utilizzodei lavori flessibili e un ag-gravio dei relativi costi, nonsolo sul piano normativo maanche su quello strettamen-te economico. In un momentodurissimo per l'occupazione,soprattutto quella giovanile,sarebbe stato auspicabile in-centivare un avvicinamentodei giovani al mercato del la-voro, attraverso tipologie con-trattuali flessibili e creare unmiglior raccordo con il sistemauniversitario.

D. Un altro fronte apertoriguarda la riforma delle pro-fessioni. Il 12 agosto scade iltermine per l'emanazione deldpr che dovrà , riformare gliordini professionali . Si farà,in tempo?

R. Dagli incontri che abbia-mo avuto nei giorni scorsi con itecnici del ministero della giu-stizia è emerso l'orientamentodi procedere all'approvazionedi un regolamento di delegifica-zione comune a tutte le profes-sioni, nei termini fissati dallalegge 148/2011. Si tratterà poidi capire come gli ordini lo re-cepiranno.

D. Qual è il suo giudizio?R. L'intero impianto normativo

è perfettibile, si sa. Ma non potre-mo mai accettare soluzioni pastic-ciate che attribuiscano un eccessodi delega agli ordini professionalisoprattutto nel campo della rap-presentanza e della rappresenta-tività degli iscritti agli albi.

Gaetano Stella

Confprofessioni Pagina 12