Buona Pasqua! il filo - ec2-54-194-187-6.eu-west-1.compute...

24
il filo il filo PERIODICO DELLA PARROCCHIA SS. TRINITÀ …E così, dopo l’ordinazione, venne la destinazione comunicata un mese prima e cioè: a Roma presso il Pontificio Ateneo Salesiano a studiare catechesi. Sarei stato il primo sacerdote della diocesi a frequentare questo corso di laurea ma non tutti i “capi” erano d’accordo e così ai primi di luglio, quando erano già pronte le valigie per Roma, venne la notizia che sarei dovuto andare a fare il padre spirituale presso il seminario minore di Merate dove, all’ultimo momento, era rimasta scoperta questa figura. Due anni molto belli, in un luogo meraviglioso, la Villa Perego di Cicognola di Merate, dove c’erano una cinquantina di ragazzi delle medie che coltivavano nel cuore un desiderio grande: diventare sacerdote! E io avevo il compito di curare la crescita e la verifica di questa vocazione. Ogni tanto incontro questi ragazzi ormai adulti, alcuni diventati preti, altri bravi laici e ringrazio ancora il Signore di questo primo dono grande. Ma c’era a Brugherio un grande oratorio (dicono che fosse il più grande della diocesi) che da un anno era rimasto senza sacerdote e così mi venne proposto di andare a fare l’assistente dell’oratorio maschile San Giuseppe. Anche questa fu un’esperienza molto bella, 14 anni in mezzo a tanti ragazzi e a fianco di sacerdoti veramente santi, don Franco, il parroco che ha “sopportato” e “accolto” per tutti quegli anni le mie vulcaniche e imprevedibili idee: quanta saggezza, quanta umiltà e quanta fede mi ha insegnato. Don Amilcare, un santo prete, di “quelli di una volta”, assistente per più di mezzo secolo di uno dei due oratori femminili (come si diceva allora: distinti e aggiungerei poco collaboranti), completamente diverso da me ma di una grande fede e rispetto. Poi, per un po’ di anni don Ernesto, assistente dell’altro oratorio femminile, pur avanti negli anni ma attento ai problemi sociali e del mondo del lavoro, generoso e pieno di vitalità, sostituito poi da don Giovanni, più giovane di ordinazione ma più anziano di me, di una bontà e di una generosità infinite con il quale Il filo anno 1 - numero 4 - aprile 2010 il filo 1 Buona Pasqua! Buona Pasqua! C on la sua Pasqua Gesù ha riannodato il filo che ci legava al Padre. Ha vinto la morte e ci ha ridato la speranza di una vita eterna, ha rinnovato l’amicizia tra l’uomo e Dio, ha ricucito lo “strappo” del peccato di Adamo e ha riaperto la via al Cielo. Che questa Pasqua sia per tutti noi un sincero ritorno al Padre, per fare posto a lui nella nostra vita e rinnovare o riprendere magari un dialogo interrotto o dimenticato. Gesù rende possibile tutto ciò, ci dà la possibilità di rinascere a nuova vita se ci lasciamo prendere per mano e ci affidiamo a lui. Pasqua però non è solo oggi ma come ci ricorda il nostro rito ambrosiano con la celebrazione vigiliare del sabato sera, Pasqua è ogni domenica quando celebriamo l’Eucaristia. Prendiamo seriamente l’impegno di celebrare con gioia, ogni settimana la Pasqua del Signore! Auguri a tutti! … e buon tempo Pasquale con tanti frutti di gioia! don Mario è riannodato DON MARIO ENRICO GIULIO LONGO

Transcript of Buona Pasqua! il filo - ec2-54-194-187-6.eu-west-1.compute...

il filoil filoPERIODICO DELLA PARROCCHIA SS. TRINITÀ

…E così, dopo l’ordinazione, venne la destinazionecomunicata un mese prima e cioè: a Roma presso ilPontificio Ateneo Salesiano a studiare catechesi.

Sarei stato il primo sacerdote della diocesi a frequentare questocorso di laurea ma non tutti i “capi” erano d’accordo e così aiprimi di luglio, quando erano già pronte le valigie per Roma,venne la notizia che sarei dovuto andare a fare il padre spiritualepresso il seminario minore di Merate dove, all’ultimo momento,era rimasta scoperta questa figura. Due anni molto belli, in unluogo meraviglioso, la Villa Perego di Cicognola di Merate, dovec’erano una cinquantina di ragazzi delle medie che coltivavanonel cuore un desiderio grande: diventare sacerdote! E io avevo ilcompito di curare la crescita e la verifica di questa vocazione.Ogni tanto incontro questi ragazzi ormai adulti, alcuni diventatipreti, altri bravi laici e ringrazio ancora il Signore di questoprimo dono grande. Ma c’era a Brugherio un grande oratorio(dicono che fosse il più grande della diocesi) che da un anno erarimasto senza sacerdote e così mi venne proposto di andare afare l’assistente dell’oratorio maschile San Giuseppe.Anche questa fu un’esperienza molto bella, 14 anni in mezzo atanti ragazzi e a fianco di sacerdoti veramente santi, don Franco,il parroco che ha “sopportato” e “accolto” per tutti quegli anni lemie vulcaniche e imprevedibili idee: quanta saggezza, quantaumiltà e quanta fede mi ha insegnato. Don Amilcare, un santoprete, di “quelli di una volta”, assistente per più di mezzo secolodi uno dei due oratori femminili (come si diceva allora: distinti eaggiungerei poco collaboranti), completamente diverso da me madi una grande fede e rispetto. Poi, per un po’ di anni don Ernesto, assistente dell’altro oratoriofemminile, pur avanti negli anni ma attento ai problemi sociali edel mondo del lavoro, generoso e pieno di vitalità, sostituito poida don Giovanni, più giovane di ordinazione ma più anziano dime, di una bontà e di una generosità infinite con il quale

Il filoanno 1 - numero 4 - aprile 2010

il filo 1

Buona Pasqua!Buona Pasqua!

C on la sua Pasqua Gesù hariannodato il filo che ci legava al Padre. Ha vinto la morte e ci ha

ridato la speranza di una vita eterna, ha rinnovato l’amicizia tra l’uomo e Dio,ha ricucito lo “strappo” del peccato di Adamo e ha riaperto la via al Cielo. Che questa Pasqua sia per tutti noi un sincero ritorno al Padre, per fare postoa lui nella nostra vita e rinnovare o riprendere magari un dialogo interrottoo dimenticato.Gesù rende possibile tutto ciò, ci dà la possibilità di rinascere a nuova vita se ci lasciamo prendere per mano e ci affidiamo a lui.Pasqua però non è solo oggi ma come ci ricorda il nostro rito ambrosiano con lacelebrazione vigiliare del sabato sera,Pasqua è ogni domenica quandocelebriamo l’Eucaristia.Prendiamo seriamente l’impegno di celebrare con gioia, ogni settimana la Pasqua del Signore!

Auguri a tutti!… e buon tempo Pasquale con tanti fruttidi gioia!

don Mario

è riannodatoDON MARIO ENRICO GIULIO LONGO

Gregor era un ragno, anziun ragnetto, di quelli conle zampe lunghe e sottili,il corpo quasi trasparente,abituati a mimetizzarsi

nell’ambiente circostante, con laloro ragnatela .Chiunque l’avrebbeconsiderato insignificante, uno deitanti, perché gli mancavano sia ledimensioni di quei ragni giganti peri quali la gente si impressiona siaquel corpo evidente, molle epolposo, spesso nero che suscita intutti ribrezzo persino al pensiero dischiacciarlo.No, lui era un innocuo simpaticoragnetto, furbo, piccolo, veloce esin dall’inizio non si era rassegnatoa una vita qualsiasi: lui sapevaperfettamente di essere bravo,molto molto bravo nel tesserragnatele. Con la sostanzagelatinosa secreta dalle sueghiandole, che al contatto dell’ariasi rapprendeva rapidamente, creavadelle ragnatele perfette, vericapolavori di precisione geometrica.Anche gli altri ragni lo

riconoscevano: tenace e instancabiletorceva il filo, come fanno i cordai,adoperando con grandissima abilitàle sue zampette. Nel giro di pocotempo era in grado di costruireragnatele perfette, quasi invisibili,vere trappole per mosche e altriinsetti. Era molto orgoglioso diquanto sapeva fare e non siaccontentava: nel giardino dellacasa di campagna che aveva eletto asua dimora aveva costruitoragnatele sulle spine dei rovi, sullegrate del cancello, tra i vasi deifiori…Un giorno, una bella mattina disettembre, i prati brillavano dirugiada e i fili della Vergine, lucidicome fossero seta, ondulavanonell’aria: uno di essi si incagliò sullabalaustra del terrazzo su cui Gregorcercava di tessere una nuovaragnatela. Gregor vide quel filopenzolare, guardò oltre e si accorseche il ramo del castagnoprospiciente era cresciutoallungandosi verso la casa. Glivenne in mente, allora, l’idea di

Il filo di...G re g o r

Con questa rubrica vogliamo di volta in volta presentare unracconto che ha per protagonista“il filo” e che ci aiuta a rifletteresul nostro notiziario e sulla sua funzione all’interno della nostra comunità.

un’impresa ardita, veramenteardita: avrebbe costruito un’enormeragnatela, tra la casa e l’albero.Sospesa così a mezz’aria, con unasuperficie così grande e pochi puntid’appoggio sicuramente sarebbestata la trappola più efficace maitessuta da un ragno, testimonianza“invisibile” della perfezionegeometrica a cui si potevaarrivare…

Era una bella mattina disettembre e Gregorcominciò a lavorarealacremente calandosi dalfilo, allungandosi sul

ramo, scendendo verso le foglie, viavia allargando la tela a nord e a sud,a est a ovest. La tela diveniva digiorno in giorno più grande e laposizione particolare – sembravasospesa nel vuoto: la luce raramentepermetteva di identificarne tutti iconfini, l’inclinazione impediva allapioggerellina occasionale di pesaresui fili e di romperli – accresceva lasua efficacia. Certo Gregor nonstava sempre fermo al centro, ma sinascondeva, usando l’accortezza ditendere un filo che, partendo dallaragnatela, giungesse fino a lui, auna sua zampetta e quando lapreda si impigliava nella trappola ilsegnale gli permetteva di arrivare alpiù presto sul luogo e godersi ilfrutto delle sue fatiche.Evidentemente, tuttavia, un’operacosì ingegnosa aveva bisogno dicontinui controlli, di manutenzionee Gregor passava così gran parte delsuo tempo a controllare il suolavoro soddisfatto e tronfio dellasua abilità. Sarà stato anche piccolodi dimensioni sì, ma che granderagno aveva dimostrato di essere!Ammirava la sua opera e tutta lasua abilità ogni qualvolta siritrovava a percorrere gli spazi dellatela controllando la tenuta dei fili

Sospesa così a mezz’aria, con una superficie così grande e pochi punti d’appoggio sicuramente sarebbe stata la trappola più efficace mai tessuta da un ragno

il filo 3

siamo diventati molto amici. Mi stavano vicino neifine settimana la mia mamma e nei giorni feriali miaiutava la carissima signora Pina che ancora oggimi accompagna con le sue preghiere. Non sto aricordare i cammini fatti in quegli anni perché sonodavvero tanti, avevo un bel po’ di anni in meno e

quindi anche più energie. È lì che ho cominciato a interessarmi diradio, di cinema, teatro, a sperimentare nuovi percorsi di catechesi einiziare l’esperienza dell’adorazione del lunedì.L’attenzione ai bisogni di quegli anni ci ha portato a fondare unacooperativa di lavoro per giovani e proporre cammini di spiritualitàper laici impegnati in politica che videro, tra l’altro, latestimonianza del professor Giuseppe Lazzati. Tutti questi camminiportarono così alcuni giovani e ragazzi a prendere sul serio la lorovita e alcuni di loro a scegliere di approfondire la propria vocazioneandando in seminario. Dieci di questi oggi sono preti della nostradiocesi altri invece bravi papà, impegnati in parrocchia, in politica enella cultura.E così siamo arrivati (finalmente, direte voi) al 1993 quando, dopol’arrivo di un nuovo parroco, stava per iniziare in oratorio un scuolamedia a indirizzo vocazionale, “a offerta libera” come d’altrondetutte le cose in oratorio e, a questo punto il nostro Arcivescovo michiamò e mi propose di andare a fare il rettore del CollegioArcivescovile di Cantù dove a quel tempo c’erano 760 alunni dalleelementari alle superiori. (continua)

verticali, orizzontali, concentrici…Ma ecco, improvvisamente si accorseche là, a nord, verso il terrazzospenzolava un filo, un filo dellaVergine, incagliato sulla balaustradel terrazzo, e aggrappato alla suatela: un increscioso disordinenell’armonia geometrica del suolavoro!

Senza esitare un attimo lotagliò di netto con le suezampette a pettine…Si ritrovò a terra,schiacciato dal passaggio

della bicicletta di uno dei bimbi cheabitavano la casa e non ebbe che iltempo di rendersi conto che avevatagliato quel filo – di cui si eradimenticato l’esistenza – che gliaveva permesso non solo dicostruire la sua opera ma anche difar fruttare al meglio le suecapacità, trasformandolo daragnetto qualsiasi a insuperabileorditore di tele.

Èda pocoche pergrazia diDio,attraverso

l’intuito e ladisponibilità delnostro parroco, ci è

stata data l’opportunità di animarela seconda parte dell’adorazione dellunedì sera; questo ci ha postol’esigenza di raccontare cos’è il RNSe com’è la nostra preghiera, perprima cosa alcuni cenni “storici”.Il Rinnovamento CarismaticoCattolico nasce negli Stati Uniti nel1967 e come una scintilla si diffondevelocemente nella Chiesa cattolicain tutto il mondo; oggi è diffuso in204 Paesi. In Italia approda nel 1971con la partecipazione dei gesuitiFrancis Sullivan e Carlo MariaMartini; si propaga in tutto il paeseprendendo il nome diRinnovamento nello Spirito Santo(RNS) ed è un movimento ecclesialericonosciuto dalla CEI con regolarestatuto e diffuso in tutte le diocesi.

Giovanni Paolo II haaffidato a questomovimento il compito didiffondere e far amare lacultura della Pentecoste.

Il nostro gruppo si chiama Kadosh

(termine ebraico che significaSanto), si è costituito nel 1986 ed èapprodato alla SS. Trinità solo nel2008; la nostra preghiera èspontanea proprio per dar voce alloSpirito Santo che in ognuno di noigrida con gemiti inesprimibili esuggerisce cosa dire al Padre (comedice san Paolo). Immaginiamo che achi partecipa per la prima voltapossa sembrare disordinata, mentresi articola con una modalità che hauna sua struttura che è questa:

Lode e adorazione soprattuttoespressa con il canto

Invocazione dello Spirito perchéci doni i suoi carismi, ci aiuti ametterli in pratica e ci ammaestricon la Parola che mediteremo

Preghiera di intercessionePossiamo testimoniare che,partecipando a questo gruppoabbiamo ricevuto tante grazie: lariscoperta di quanti doni – se chiesti– ci vengono elargiti, la fratellanzafra di noi, il desiderio dicomunicarla a tutti, la forza dellapreghiera, la capacità di esternare inostri sentimenti più profondi, lacondivisione delle gioie e dei doloridella vita, ed è per tutto questo chesiamo contenti di poter condividerequesta realtà con la comunità dellaSS. Trinità.Gruppo Kadosh

R N S . . .ma cos’è?

la nostra preghiera è spontanea proprio per dar voce allo Spirito Santo che in ognuno di noi grida con gemiti inesprimibili e suggerisce cosa dire al Padre

Accadde su una carrozza diun treno di pendolari,perennemente in leggeroritardo una mattinapresto.

Fuori è ancora buio, dietro ai vetriappannati dei finestrini, le casescorrono con le loro finestreilluminate, il tutto è avvolto da unanebbia sottile, si sente il rumore deltreno che cambia ritmo e intensitàrimbalzando sui muri delle case odella massicciata e assieme agli altrirumori che provengono da fuori e dadentro la vettura, compone unamoderna sinfonia. Dentro lo scompartimento moltepersone, alcune sedute, altre in piedi.C’è un uomo di mezz’età con le manigrosse e callose, segnate dal lavoro infabbrica che con gli occhi socchiusicerca di recuperare ancora un po’ diforze prima del duro lavoro.C’è il tipo vestito “da manichino”,giacca, cravatta, camicia, impeccabile,mani pulite e curate: il tipicoimpiegato di banca che prepara lagiornata lavorando sul minicomputer.Accanto a lui c’è la classica segretariadel capo, con vestiti firmati che leggeil settimanale illustrato con le notiziesugli ultimi gossip. Di fronte, immersa nei suoi pensieritroppo pesanti, c’è una signoraanziana con lo sguardo triste eassente, va in ospedale ad assisterel’uomo della sua vita. In piedi un gruppetto di studentidelle superiori con gli zaini graffitati

e i pantaloni a “mezza gamba” chementre ascoltano con le cuffie la loromusica preferita comunicano tra lorovia cellulare.Due universitari, invece, seduti un po’più appartati e un po’ preoccupati,stanno rileggendo su megavolumi leultime pagine in vista dell’esame.Vicino a loro, quasi per crearel’angolo della cultura, un giovaneimpiegato è immerso nella letturadell’ultimo best seller e solo di tantoin tanto alza lo sguardo per rendersiconto della situazione.Non manca naturalmente il giovanepunk con l’amico metallaro vicino allaporta che ridacchiano di qualcosa chehanno combinato la sera prima.In questo piccolo spazio in cui sirespira un’aria un po’ viziata c’èanche il gruppetto degli sportivi che,sfogliando la “bibbia dalle paginerosa” si scambiano giudizi sull’ultimapartita di anticipo o posticipo dicampionato, ormai non si capisce piùniente.

C’è anche un bimbo piccolo etutto imbacuccato, sedutoin braccio alla mammadall’espressione tirata epreoccupata: lui tra poco

incontrerà i suoi amici all’asilo vicinoalla fabbrica, lei i suoi colleghi dilavoro.Seduta di fianco un’altra donna piùgiovane: è in attesa, il suo sguardo siapre al futuro, si vede che sogna.Un uomo dalla pelle scura con il visosegnato dalla fatica e dal disagio

il filo 5

�cose di nostra

La predica di mezzanotte

APPUNTAMENTI, EVENTI E QUANT ALTRO

cerca di non soccombere al sonno,eredità di molte notti pesanti.Tra tutte queste persone che comeogni mattina vivono questaesperienza, c’è anche un prete cheimmerso in questa umanità nonsolo osserva ma si permette anchedi giudicare tra una pagina e l’altradel breviario.

Ma, ecco che nel belmezzo del silenziocarico di attesa cheogni volta segue lesoste del treno, si

apre la porta ed entra una giovanedonna, sembra una zingara dacome è vestita, forse ha anche gliocchi a mandorla: tiene sottobraccioun cestino di quelli di ferro deisupermercati, e dentro c’è un

fagotto di coperte.Gli sguardi di tutti puntano su di lei,l’uomo di colore si alza, cede ilposto: la giovane donna fa uncenno col capo e un sorriso digratitudine, appoggiadelicatamente sul sedile il cestino escopre il volto sorridente di unpiccolo bambino.Qualcosa succede nelloscompartimento fino a poco primaimmobile e assonnato.Alla prima fermata la giovane senzache nessuno se ne accorge scende elascia come dono sul treno ilbambino.Ecco il Natale! Siamo certi di essere degni diquesto compagno di viaggio?E, allora, noi, cosa facciamo?don Mario

Come ogni anno, durantele feste di Carnevale,siamo andati a Semogo,in provincia di Sondrio:nata come un momento

di vacanza per le famiglie, si èconfermato essere uno degliappuntamenti più attesi da tutti. Per il tour 2010, l’allegracompagnia era formata da unaquarantina di persone tra genitorie ragazzi.Il pullman ci ha portati all’albergo:questo tipo di sistemazione ci hapermesso di usufruire di notevolivantaggi come la colazione e lacena già pronte nonché il riassetto

delle camere.Le giornate sono statecaratterizzate da un tempoatmosferico poco clemente, ma datanti tempi insieme moltocostruttivi come le discese sullepiste, le serate e il notturno nellec a m e r e …Momento importante ededificante: la santa Messaquotidiana, celebrata da donDario e animata dai canti e dalsuono della chitarra.Bastano pochi giorni per staccaredalla quotidianità.Grazie a tutti per la compagnia!Silvia

ON AIRoratorio ON AIRA CURA DELLA REDAZIONE DELL ORATORIO

Una vacanza con i fiocchi!

il filo 7

Per gli scout la Pasquacomporta tre appuntamentiimportanti:

la via Crucis che tutti glianni organizziamo in un

venerdì della Quaresima per il nostrogruppo e la comunità parrocchiale.Quest’anno hanno animato il venerdì serai nostri due Branchi. È sempre toccantesentir scandire i momenti della Passionedi nostro Signore dalle voci dei nostribimbi e vederli compiere i piccoli gestiassegnati. La riflessione e i pensieri siaccompagnano alla tenerezza e aiutano ilcammino di ciascuno verso la Pasqua.

C’è poi la famosa Stracertosa. Dettocosì di pasquale ha poco, ma per capirneil senso è carino ripercorrerne la storia.Anni fa iniziò la tradizione dellaStramilano, la corsa non competitiva perle vie di Milano, che ricadevanormalmente la domenica delle Palme. Sisa che gli scout sono sempre un po’“alternativi” e fu così che un alloragiovane capo clan si inventò laStracertosa. Ma che cos’è? La notte cheprecede la domenica delle Palme ci siritrova in Duomo per la Traditio Symbolicol Cardinale (la veglia durante la quale siconsegna il Credo a coloro che da adulti

la notte di Pasqua riceveranno ilBattesimo) e poi si affronta un cammino apiedi nella notte fino alla Certosa diPavia, dove si arriva all’alba per recitare laLiturgia delle Ore, “il Mattutino”. Èquesta una strana notte. Mentre tutti siaffollano nei locali per divertirsi in unsabato sera, i nostri ragazzi passandoproprio dalla zona Navigli si allontananodalla città a piedi, scandendo il lorocammino con pause di riflessione,chiacchierate di confronto con i loro capie col sacerdote, che li accompagnaalmeno per la prima parte, e riflettendopersonalmente sulle loro scelte di vita.Un’esperienza di deserto e comunitàdifficile da dimenticare.

Finalmente si arriva al triduo pasquale.I grandi del gruppo vivono solitamentequesti giorni presso un convento.Quest’anno è il convento dei frati Minoridi Monte Mesma , vicino a Orta.

Cerchiamo sempre dicondividere il più possibile legiornate con la comunità che ciospita, partecipando allaLiturgia delle Ore (anche se

spesso significa alzarsi molto presto almattino), alle funzioni del triduo, anchecontribuendo alla loro preparazione,lavorando per le necessità del convento ecercando di capire meglio come è nata lavocazione di chi ci ospita. Il tutto siconclude con la celebrazione della VegliaPasquale e la grande festa dellaRisurrezione. La domenica di Pasqua tuttia casa per condividere la gioia con lenostre famiglie.Laura

Tempo di Pasqua

vita da scoutEVENTI, INIZIATIVE, PROGETTI

non il solito... catechismo

Venerdì 12marzo ungruppetto diadulti con laFreccia Rossa

e un gruppetto di ragazzicon il Camper Bianco, sono partitialla volta di Firenze dove insiemeabbiamo vissuto tre giorniveramente belli e da ricordare.È il primo passo del gruppo CEPA(Catechismo Esperienziale PreAdolescenti) e come dice ilproverbio chi ben comincia è allametà dell’opera e in questo casol’opera è quella dello Spirito Santoche ha mosso questi ragazzi achiedere di approfondire laconoscenza di Gesù.A Firenze abbiamo incontrato Gesù,il suo volto pieno di amore e anchetrasfigurato dal dolore dellaPassione, volto di bambino e di

maestro, volto adorato esbeffeggiato che le mirabili operedel Beato Angelo, Brunelleschi,Donatello, Michelangelo e tantialtri ci hanno mostrato e davantialle quali abbiamo, con tantaserietà e curiosità, sostato emeditato.Ma lo stesso volto lo abbiamoincontrato nel viso delle suoreBenedettine che ci hanno ospitato,in quello orante dei monaci dellaFraternità di Gerusalemme, nelsorriso dei volontari dellaFondazione La Pira chedistribuivano il pane benedetto a

A Firenze abbiamo incontrato Gesù, il suo volto pieno di amore e anche trasfigurato dal dolore della Passione

Chi ben c o m i n c i a . . .

Firenze

tanti Gesù dal volto sfiguratoche frequentano la Messa delpovero della Badia Fiorentina.

Lo abbiamo visto neigenitori che cihannoaccompagnato eanche, spero

proprio, in me nellacelebrazione dell’Eucaristia edio l’ho visto negli occhi pieni digioia e di pace di questimeravigliosi ragazzi che, nonsembra vero, hanno nel cuoreil grande desiderio di ricevere iSacramenti chetrasformeranno la loro vita inquella di Gesù che hannocominciato ad amare.Affidiamo a tutti voi cheleggete, alla vostra preghiera ealla vostra testimonianza ilcammino di questo gruppetto,sperando che il Signore apra ilcuore a tanti altri che loricercano con tanto desiderio eche così si possano aggiungerea noi in questa avventurameravigliosa.Rendiamo grazie a Dio.don Mario

Cammino Esperienziale Pre Ad o l e s c e n ti

E siamo solo all’inizio...Due momenti importanti si sono aggiuntinel cammino del nostro catechismo speri-mentale: la visita alla mostra del disegnosacro per ragazzi a Padova dove abbiamonon solo visto con gli occhi, ma anche “sen-tito con i piedi” la bellezza della nostramadre Terra, dono di Dio per l’uomo.Abbiamo anche conosciuto una bellissimacittà e siamo stati assieme per una giornatadi gioia con le nostre famiglie, le catechiste e il don Mario.Il secondo momento forte è stata l’inaugurazione del nostro ambiente di cate-chismo che, come la Terra, è frutto di un dono dei nostri genitori ed educatori eche quindi ci impegniamo fin d’ora a rispettare e a migliorare sempre di piùproprio come deve fare l’uomo con il creato.E’ stata una domenica ricca di emozioni perché erano presenti anche gli adole-scenti di Civate, cioè quello (un po’ matti…) che 8 anni fa assieme ai loro geni-tori, quando facevano la terza elementare come noi, hanno scelto di iniziare uncammino sperimentale. Ci hanno dato una pietra segno della “prima pietra”del nostro cammino e nello stesso tempo ci hanno invitato all’inaugurazionedel loro nuovo ambiente per il loro gruppo adolescenti che stanno terminandodi realizzare a Civate.Insieme con loro poi e con i ministri dell’Eucarestia, dopo la messa delle 10siamo andati a portare la comunione a 10 persone anziane e inferme che cihanno accolto con tanta emozione (anche noi però non scherzavamo in quantoa emozione!) a ciascuno di loro abbiamo consegnato un bigliettino con su tuttii nostri nomi (di cui uno per biglietto evidenziato in rosso) su cui c’era questafrase: “A te che di strada ne hai percorsa tanta, noi ragazzi del 2001 che inizia-mo un nuovo cammino, ci affidiamo alla tua preghiera: Anche noi promettiamodi ricordarci di te e cercheremo di essere degni della fiducia che ci viene dona-ta.” Così abbiamo instaurato una specie di gemellaggio, possiamo dire di aver“adottato una nonna o un nonno” e nello stesso tempo di essere stati adottaticome “nipotini”….. il filo continua la sua missione di creare legami profondi everi…..Dopo aver pranzato insieme, i nostri occhi e il nostro cuore, già pieni di emo-zioni si sono spalancati per vedere le immagini e le storie meravigliose del film“Earth” che, guarda caso parlava della nostra Terra.E non stupitevi, siamo solo all’inizio……..Noi del 2001

C . E . P. A .

il filo 9

Padova

Si racconta sia stato Bonvesin dela Riva, prevosto alla Trinitànegli anni Novanta del 1200, afar suonare per primo, comeda ordinazione di Urbano II e

di Gregorio IX, le campane nelle orecanoniche della giornata. Dapprima nelmilanese e poi nell’intero mondocattolico. A suffragare tale racconto è unbrano della Cronaca degli Umiliati redattadal Puccinelli e riportato su Laboremus

aprile 1918: «Fu frate Bonvicinoche ottenne venissero suonatele campane della Città per dareil triplice segnale dell’AveMaria».Era nato Bonvicino a Milano, sipresume nel 1240. Terziariodegli Umiliati con casa sullasponda del naviglio Ticinello, dacui l’appellativo de la Riva. erauno degli otto maestri digrammatica di Milano. Valentescrittore, osteggiato daisuperiori dopo la stesura del DeMagnalibus Mediolani, fu daquesti nel 1290 sfrattato etrasferito in esilio a pascolare leanime in Santa Trinità, insostituzione di fra GerardoGualtiero da Nazaro, nel borgoche cominciava allora ad esserenoto come quello degliOrtolani, in gergo popolare discigólatt. Vi rimase per qualcheanno diffondendo, oltre l’usodell’Ave Maria rintoccata dallecampane, la pia pratica della

recita quotidiana del santo rosario, di cuiera devoto sostenitore. Notizie piuttosto lacunose ne fissano lamorte nel 1313 con sepoltura nelconvento di San Francesco,presumibilmente di Milano. Una lapidesulla sua tomba ne conservò per qualchetempo la memoria; eccola nella

traduzione dal latino apparsa suLaboremus: Qui giace frate Bonvicino daRiva del III Ordine degli Umiliati. Dottorein grammatica eresse l’ospedale diLegnano. Per primo ha fatto suonare lecampane dell’Ave Maria in Milano.Recitate un’Ave Maria per l’anima sua.Si comprende dunque come sotto la guidadi simile pastore il piccolo gregge diortolani sia diventato nel tempo attentoascoltatore di richiami divini e assiduopartecipante alle recite serali del rosario.Il rosario si recitava sull’aia davanti a unastatuina della Madonna; la più anzianadelle donne guidava la preghiera e icontadini rispondevano devoti: le donneassorte, gli uomini distratti, i giovani, enon era peccato, più interessati alle cosedella terra che di quelle del Cielo. I piccolipregavano correndo sull’aia.In effetti la devozione mariana nel borgoin Campo Foris a nord di Milano, dettofino allora dei tintori, era già moltoradicata da secoli. Benché posto sotto laprotezione della SS. Trinità, le radicistoriche del borgo erano da ricercarsinella devozione alla Vergine Santissima.Infatti la costruzione più antica dellazona, il monastero di Sant’Ambrogio adNemus, eretto da san Martino di Tours nelsuo soggiorno milanese nel 358, sullevestigia di un tempietto dedicato a Bacco,era in origine intitolato allaAnnunciazione.

Ela stessa chiesina della Trinità,al suo sorgere in una radurasulle rive del Nirone, vennededicata dal suo mecenate, ilvescovo Leone Valvassori da

Perego, alla Vergine Maria; prima diassumere l’attuale titolo nel 1250, comerisulta da una Bolla Papale di InnocenzoIV dello stesso anno.Diventata parrocchia, a tale ruolopromossa dal cardinal Federico Borromeo

I rosaridi maggio

il filo 11

l’11 marzo 1608, il culto mariano siconcentrò nelle tante cappelline sparse nelsuo territorio: dal bórgh di scigólatt aMusocco, da Niguarda alla Bovisa e allaCagnola. All’interno il bosco dellaMelgasciada e una cinquantina di cascinali.All’incirca tremila anime nei tempi migliori;duecento residenti nel borgo, il rimanentenelle cascine. Naturalmente ogni cascinale aveva la suaMadonnina, le più ricche anche unacappellina dove le sacre funzioni eranosaltuarie, ma la recita del rosario frequentee quotidiana nelle sere di maggio. Magicheserate di primavera, quando la quietescendeva sui campi e ci si riuniva inpreghiera!In seguito, dato il continuo aumento dellapopolazione, la parrocchia venne suddivisae ristretta al solo borgo degli Ortolani,venne una guerra, un’altra, ibombardamenti, la ricostruzione e il boomeconomico.Passati gli spaventi cessò la pia abitudinedella recita del rosario (forse perchéretaggio delle notti di paura); le vecchiecappelline lasciarono spazio alle modernecostruzioni e le molte Madonnine sparsequa e là caddero in disuso. Se ne persero letracce e ne scomparve la memoria.Scomparse, vittime del progresso,riapparirono qua e là nei cortili per graziaricevuta; per poi di nuovo sparire perristrutturazione.Sui Laboremus 1 e 4 del 1981 venne indettoun Censimento delle Madonnine ancoraesistenti nei cortili del borgo col seguenteesito: Via Bramante 12, 19, 33; via Canonica39; via Giusti 14; piazza Lega Lombarda 3;via Lomazzo 17; via Messina 16, 20; vialeMontello 4, 6; via Rosmini 7, 13; via Sarpi12, 14, 16, 36.Oggi sono rimaste solo in via Giusti 14; viaPaolo Sarpi 12, 14, 16; via Bramante 33;viale Montello 4. Spente, dimesse, peròancora esistenti in via Rosmini 7 e vialeMontello 6. Scomparse le altre. È ora auspicabile, visto il progetto diriprendere in maggio la bella consuetudinedella recita serale nei cortili del santorosario, che altre Madonnine vadano adaggiungersi all’elenco, riscoperte ocostruite di nuovo. Sergio Gobbi

maggio, mese del rosarioLa recita del rosario affonda le sue radici nelXII secolo, quando si verifica un nuovo fioriredi manifestazioni di devozione verso laVergine. Diffondono la pratica del rosario iCistercensi e i grandi ordini mendicanti. Fuperò san Pio V a rendere fissa e uniforme laformula dell’Ave Maria, preghiera base dellarecita del rosario. Ha avuto un enormesviluppo nel corso dell’800, in particolar mododopo le apparizioni di Lourdes e Fatima. Èuna forma di preghiera popolare che ben sipresta ad aiutare il fedele nella meditazione:

su una struttura semplice ma vincolante (la corona) si inserisconomeditazioni più o meno alte a seconda di chi lo recita. Non richiede unnumero di partecipanti fisso: lo si può recitare da soli, in gruppi limitatio in ”adunate oceaniche”! L’importante è che la struttura non prevalgasulla riflessione, basata essenzialmente sulla meditazione di 20 mistericioè eventi o momenti significativi della vita di Gesù e di Maria.

COSA È? Il rosario o “corona di rose” è una riflessione orante sullavita di Gesù.È una preghiera contemplativa, non una meccanicaripetizione di formule, che accompagna il fedele nell’arco di tutta lasettimana. Basato sulla ripetizione, il rosario è in realtà un metodofacile per far avvicinare anche il più distratto dei fedeli all’esperienza diriflessione e meditazione personale.I 20 misteri sulla vita di Gesù e di Maria sono suddivisi in 4 coroneformate ciascuna da 5 misteri:

misteri gaudiosi lunedì e sabato misteri luminosi giovedì misteri dolorosi martedì e venerdì misteri gloriosi mercoledì e

domenica. Ogni corona è composta da 5 misteri

COME SI RECITA? Pur essendo varie le tradizioni e i metodi direcitazione del rosario, in genere si inizia con il segno della Croce e unapreghiera introduttiva. Segue l’enunciazione del primo dei cinquemisteri del giorno, a cui segue una riflessione e la recita di 1 PadreNostro, 10 Ave Maria e 1 Gloria al Padre.Alla fine del rosario vengono recitate le Litanie Lauretane o altrepreghiere mariane

QUANDO SI RECITA? È una forma di devozione a Maria e perquesto papa Giovanni Paolo II, che aveva inserito nel suo stemma ilmotto “Totus tuus” rivolto alla Vergine, portava sempre con sé la coronadel rosario e lo recitava continuamente.La recita del rosario assume però particolare significato nel mese dimaggio, mese da sempre dedicato alla Madonna.

CHI LO RECITA? Tutti: la nostra comunità vorrebbe ripristinareun’abitudine antica, che i più anziani ricordano bene: ritrovarsi davantia una statua della Madonna esposta ancora in qualche cortile del nostroquartiere/borgo a recitare e meditare insieme il rosario.

PERCHÈ SI RECITA? Perché chi prega si salva! Perché insieme ci si aiuta a meditare Perché è una testimonianza Perché la Madonna interceda Perché ne abbiamo bisogno! Perché si condivide un’esperienza forte Perché “a nessuno dei dei nostri dolori può arrecare efficace rimedio

l’uomo: solo Iddio, padre amoroso di tutti noi, ascolta benignamente lenostre preghiere e… da lui solo possiamo aver aiuto nelle massimenostre tristezze e bisogni” (F. Aporti, 1848)

DOVE SI RECITERÀ NELLA NOSTRA PARROCCHIA? SI ASPETTANO INVITI!!!Basta che ci sia una statua della Madonna o una piccola edicola…Quanti cortili ancora ce l’hanno? Prima del 20 aprile contattate lasegreteria allo 02/33604823 oppure il parroco al 3387985284

GIOVEDI 1 ORE 21 MESSA IN COENA DOMINI

VENERDI 2 ORE 21 PASSIONE E MORTE

SABATO 3 ORE 10 VISITA ALTARI ORE 21 VEGLIA

PASQUALE ORE 21 PASSIONE E MORTE

DOMENICA 4 PASQUA ORE 10 E 15.45 BATTESIMI

LUNEDI 5 PELLEGRINAGGIO III MEDIA A ROMA

MARTEDI 6 PELLEGRINAGGIO III MEDIA A ROMA

MERCOLEDI 7 PELLEGRINAGGIO III MEDIA A ROMA

GIOVEDI 8 CAMMINO DI FEDE PER FIDANZATI

VENERDI 9 18.30 CINECLUB

SABATO 10 21 DIALOGHI SU PAOLO VI

DOMENICA 11LUNEDI 12 ADORAZIONE

MARTEDI 13 GENITORI I CORSO

MERCOLEDI 14

GIOVEDI 15 CAMMINO DI FEDE PER FIDANZATI

VENERDI 16

SABATO 17 ORE 21 IL VELLO DI GEDEONE

DOMENICA 18

LUNEDI 19 ADORAZIONE

MARTEDI 20 CONSIGLIO PASTORALE

MERCOLEDI 21

GIOVEDI 22 CAMMINO DI FEDE PER FIDANZATI

VENERDI 23

SABATO 24 CRESIMANDI A CASTELVECCANA

DOMENICA 25 CRESIMANDI A CASTELVECCANA

LUNEDI 26 SUFFRAGIO MENSILE ADORAZIONE

MARTEDI 27 COMMISSIONE CARITAS

MERCOLEDI 28

GIOVEDI 29 CAMMINO DI FEDE PER FIDANZATI

VENERDI 30

Calendario

SABATO 1DOMENICA 2

LUNEDI 3 ADORAZIONE

MARTEDI 4 21 DANZE DELLA TRADIZIONE EBRAICA

MERCOLEDI 5

GIOVEDI 6 INCONTRO GRUPPO PADRE PIO

CAMMINO DI FEDE FIDANZATI

VENERDI 7 RITIRO GENITORI RAGAZZI PRIMA COMUNIONE

18,30 CINECLUB

SABATO 8 RITIRO RAGAZZI PRIMA COMUNIONE

DOMENICA 9 ORE 11.30 PRIME COMUNIONI

LUNEDI 10 ADORAZIONE

MARTEDI 11

MERCOLEDI 12

GIOVEDI 13 CAMMINO DI FEDE FIDANZATI

VENERDI 14

SABATO 15 II CORSO IN DUOMO

VISITA ALLA SINDONE A TORINO

DOMENICA 16 RINNOVO PROMESSE BATTESIMALI II CORSO

LUNEDI 17 ADORAZIONE

MARTEDI 18

MERCOLEDI 19

GIOVEDI 20 ORE 21 IN NOME DELLA MADRE

VENERDI 21

SABATO 22DOMENICA 23 ORE 10 PROFESSIONE FEDE III MEDIA

ORE 11.30 SANTA MESSA CORSO FIDANZATI

ORE 17 BATTESIMI

LUNEDI 24 ADORAZIONE SUFFRAGIO MENSILE

MARTEDI 25

MERCOLEDI 26

GIOVEDI 27 21 S. MESSA CON I SACERDOTI NATIVI

E QUELLI CHE HANNO SVOLTO IL LORO

MINISTERO ALLA SS. TRINITÀ

VENERDI 28 21 CONCERTO CORALE S. PIETRO AL MONTE

SABATO 29 MOSTRA ICONE

DOMENICA 30 FESTA SS. TRINITÀ – MOSTRA ICONE

LUNEDI 31 PROCESSIONE MARIANA – MOSTRA ICONE

parrocchiale

il filo 13

accade in Trinità

Oltre alle moltepliciopportunità di crescitaspirituale che la parrocchiaoffre ai nostri ragazzi/e c’èanche la possibilità di fare

sport. Infatti, oltre ai bei campi dicalcio, pallacanestro e pallavolo cheabbiamo all’aperto in Oratorio,possiamo contare anche sulladisponibilità della nostra palestra.Il G.S. Trinità è una realtà presentein parrocchia ormai da circa 30 annie, con il valido aiuto di allenatori eistruttori, ha insegnato a giocare abasket ormai a schiere di ragazzi/e.Anche quest’anno abbiamo squadredi pallacanestro per tutte le età:

dalla prima elementare alla terzamedia oltre ad una gloriosa squadradi pallavolo mista dove possonogiocare dai diciotto anni in su siamaschi che femmine.I costi annuali sono contenuti evanno da ? 170 per i più piccoli chesi allenano una volta la settimana a? 250 per tutti gli altri che fannodue allenamenti più la partita dicampionato CSI o FIP.Per quanto riguarda i giorni diallenamento per le rispettive annateli potete vedere nel riquadro a latoe noterete che non vi è nessunasovrapposizione con gli orari delCatechismo perché proprio dal

rispetto di quegli orari vienefatto il planning dellesquadre del basket dellaparrocchia.Se i vostri bambini/e hannovoglia di divertirsi, stareinsieme dopo la scuola,imparare uno sport oltre arispettare gli altri e le regole(cosa molto importanteoggi) vi aspettiamo inpalestra sotto la nostraChiesa e da quest’annopotrete usufruire anche diun accogliente bar da dovesi può vedere l’allenamentodei nostri piccoli grandiatleti/e.Biancardi responsabile del G.S. Trinità

Il basket Tr i n i t à

Il santodel fiume

il filo 15

Che ne sappiamo noi dei santi?Che ne sappiamo noi di coloroche non hanno mai sentitoparlare né di Dio né di Gesù nédi Maria né di san Giuseppe e

che forse anch’essi Dio li ha fatti santi? Che ne sappiamo noi di uomini cheguardando a una pietra vedono in essail passato e la continuità della vita? Chene sappiamo noi di un uomo che pertutta la vita ha traghettato da unasponda all’altra di un fiume personecon i loro bagagli, i loro tesori e il lorodesiderio di andare e scoprire cosa c’erasull’altra sponda? Quest’uomo, forse,viveva in una capanna e di cose ne haviste tante, e di parole ne ha sentitetante in bene e in male; forse da esseha trattenuto ciò che più gli gradiva,forse anche non le ascoltava; a lui ciòche interessava era quel fiume checantava, che gli parlava in mille modidiversi e gli ha fatto apprenderel’essenza della vita, con il suo continuoscorrere come il continuo scorrere diuna vita. A volte era calmo a volte inpiena, ma lui da tutto ciò ne traeva ilmodo di vivere.Da esso ha imparato a rispettarlo comeda esso ha imparato a rispettare ilprossimo e tutto ciò che lo circondava.Io non so, ma forse – quando qualcunosi avvicinava a lui perché aveva bisognodel suo aiuto per passare oltre quellasponda – cercava di attaccare bottone eforse ascoltava e imparava cose che lì,dove viveva, erano assenti… poi forserispondeva anche in modo a volte nontroppo comprensibile a colui che gliparlava, forse parlava come avevaimparato ad ascoltare quel fiume chegli dava da mangiare, ma anche laconoscenza della vita.Con lui trascorreva il tempo, ascoltava il

cantare degli uccelli; di notte, quandola luna spunta nel cielo, di essa siinebriava e le stelle del firmamentoerano per lui il suo teatro come unoscenario quando uno va all’opera.Questo era il suo mondo. Si accontentava dei frutti del boscovicino e di quel po’ di riso che coltivavaquando non traghettava, di qualchepesce che pescava, mai troppi dabuttare perché dal fiume avevaimparato che tutto doveva esseremisurato. Nel silenzio gioiva del rumoreche fanno le cascate e in invernoguardava a quelle montagne innevateche per lui rappresentavano la purezza;e che gioia provava nell’accendere ilfuoco per preparare quel pesce e quelriso che erano il suo sostentamento!

Non aspirava alla città:quei discorsi che sentivamentre traghettava nonè che lo facesseropeggiore o migliore, lo

facevano meditare e diventare piùsaggio; e guardava a quel fiumesempre più benevolo verso esso e noninvidiava nessuno, gioiva di ciò cheaveva; forse aveva avuto una moglie,forse era anche morta, forse non hamai pensato di farsene un’altra pago diciò che gli aveva dato: un amoreinfinito nel tempo che nulla puòcancellare. Questo probabilmente eral’uomo del fiume che sapeva ascoltarlomentre parlava cantava sussurrava e dilui ne faceva quella pienezza che solochi ama il creato sa sentire.Non è forse questo un uomo a cui undomani Dio può dire: tu sei un santoperché hai saputo ascoltarmi econoscermi tramite il mio fiume?A d e l e

Appuntamenti con le “ricchezzedello Spirito” per meditare nel tempo pasquale.

10 aprile 2010 – ore 20.45 nellachiesa della SS. TrinitàDialoghi su Paolo VI – Oratorioteatrale proposto da Antonio Zanoletti 17 aprile 2010 – ore 20.45 nellachiesa della SS. TrinitàIl vello di Gedeone - ConcerTheatrenell’Anno sacerdotalepianista: don Carlo Josè Seno;attore: don Paolo Zago; vocerecitante: don Natale Monza Musiche di Gershwin, Prokofieff,

Chopin.4 maggio 2010 – ore 20.45 sul sagrato della chiesa della SS. TrinitàDanze della tradizione ebraica – Gruppo giovani della parrocchia di Civate.20 maggio 2010 – ore 20.45 sulsagrato della chiesa della SS. Trinità In nome della Madre – di Erri deLuca con Barbara Menegardomusica dal vivo eseguita da RobertoFrassini Moneta – regia di UmbertoZanoletti 28 maggio 2010 – ore 20.45 nellachiesa della SS. Trinità Concerto della corale e delle vocibianche del coro San Pietro al Monte di Civate Dal 28 al 31 maggio – Mostra di Icone presso la sala don Sironi di via Giusti, 27

Appuntamento del 20 maggio ore 21 sul sagrato della chiesa

IN NOME DELLA MADREDal racconto di Erri de Luca, l’enorme misterodella maternità.La storia di una maternità, non molto diversa dalle altre se non nelle “premesse”.Un racconto reso ancor più vero perché narrato daMiriàm stessa, sposa di Iosef e madre di Ieshu, nella Palestina di duemila anni fa.Una donna, impaurita ma forte, sfida leggi e villaggio senza mai abbassarela testa.Un marito innamorato della sua sposa promessa, nonostante un messaggerovenuto da chissà dove abbia scombinato i teoremi della quotidianità.Un figlio che viene al mondo senza piangere e cambia la storia dell’umanità.Una lettura della storia di Maria che restituisce alla madre di Gesù la meravigliosa semplicità di una femminilità coraggiosa, la grazia umana di un destino che la comprende e la supera. Lo spettacolo ha debuttato il 4 aprile 2008 al festival Teatro del Sacro di Lanciano (CH).

I Pasqualidella Tr i n i t à

il filo 17

10 aprile ore 20,45 in chiesa

D i a l o g h isu Paolo VI

L’opera, che vede lapresenza in scena di cinquepersonaggi, si divide inquattro parti, più unepilogo. Ogni parte

costituisce un dialogo su un temaparticolare della vita, delle opere e

della spiritualità di Paolo VI; leconversazioni vertono sul dialogo,sulla verità, sulla missione e sullabellezza. Sullo sfondo rimane ilconfronto tra il Papa e l’apostoloPaolo, confronto richiamato inognuna delle quattro parti. L’epilogoriguarda il racconto degli ultimi istantidi vita di Paolo VI, in cui si ricordaanche il servizio fedele di monsignorMacchi.Lo spettacolo, realizzato incollaborazione con la Fondazioneambrosiana Paolo VI, è già stato

messo in scena nella basilica del SacroMonte sopra Varese, nella chiesaparrocchiale di Bobbiate (VA) e nellachiesa di San Giorgio a MorbioInferiore, in Svizzera.Il 30 ottobre, inoltre, larappresentazione è avvenuta nel

Duomo Vecchio diBrescia, come uno deglieventi preparatori allavisita di Benedetto XVI aBrescia. Larappresentazione è statacollocata anche tra glieventi culturali che laregione Lombardia haorganizzato perrinnovare la memoriadei tre Papi lombardi. Larievocazione, intitolataRatti, Roncalli, Montini.

Dalle terrelombarde allacattedra diPietro,organizzata

dalla Fondazione Ambrosiana PaoloVI, è stata effettuata a Concesio, Desioe Bergamo.L’iniziativa prevede anche l’edizionedel copione dello spettacolo in unagile ed elegante libretto, in vendita a6 euro. Testo di Sergio Di Benedetto eAntonio Zanoletti con Gabriele DiLuca, Luisa Oneto, Fabio Sarti, AngeloZilio, Emilio Zanetti musiche diRiccardo Colombo consulenza storicadi monsignor Ennio Apecitiregia di Antonio Zanoletti

Ciò che conta è amare

La festa della Trinità comeuna grande famiglia

Quest’anno, come unagrande famiglia,vogliamo condividerealcuni momenti dellanostra tradizionale festa

della Trinità, con tutti i sacerdotinativi della nostra parrocchia o chenegli anni trascorsi hanno prestatoil loro servizio sacerdotale.Sarà l’occasione per rivedere voltiche ci sono diventati cari per il beneche da loro abbiamo ricevuto e perdire insieme il nostro grazie alSignore che ci ha manifestato il suoamore attraverso il ministero ditanti sacerdoti che hanno lasciatoun segno nel cuore e nella fede dimolti parrocchiani e ora vivonoaltrove.

Coglieremo anche l’occasione percelebrare il 55° di sacerdozio dimonsignor Eliodoro Bestetti, il 40°di don Luigi Poretti e il 20° di donStefano Venturini e di salutaresolennemente don FrancoBorgonovo.Gli appuntamenti sono diversi cosìda dare modo a tutti di partecipare:innanzitutto la solenneconcelebrazione di giovedì 27maggio alle ore 21 alla qualeseguirà un rinfresco presso il nostroBar, poi la santa Messa delle ore 10del 30 maggio, festa liturgica dellaTrinità, e quindi la processionemariana a chiusura del mese dimaggio e delle nostre feste, il 31alla sera.

Il Centro Ascolto Caritas è uno strumento di riferimento pastorale volto all’attenzionedelle persone bisognose ed è un momento di ascolto e di condivisione in spirito cristiano.I volontari che operano al Centro ascolto cercano di collaborare rispettando l’autodeter-minazione di chi si rivolge loro utilizzando le strutture ed i servizi assistenziali disponibilisul territorio (San Vincenzo – SILOE – Comune – SAM) e, quando necessario, della consu-lenza dell’assistente sociale e/o notarile.La distribuzione di indumenti e di viveri raccolti attraverso il banco alimentare ed altribenefattori della nostra Parrocchia permette di risolvere in piccola parte i problemi con-tingenti più immediati.Ultimamente le povertà sono cambiate: agli immigrati giunti dall’est Europa edall’America Latina, si aggiungono persone italiane di media età che, avendo perso ilposto di lavoro o la casa non sanno come arrivare a fine mese.Sovente parole amichevoli di conforto, qualche buon consiglio, un sorriso cordiale posso-no aiutare ad affrontare le difficoltà.Per informazioni e/o consulenze: telefonare al n. 02/33604823.Il Centro è aperto il mercoledi e il giovedi dalle 16.30 alle 18.30 (con ingresso in Via Ve rg a , 5 )Chi volesse collabora re materialmente, può consegnare cibi non deperibili in fondo alla Chiesa

il filo 19

Un Capodanno diamicizia e fratern i t à

missione a Chinatown

I14 febbraio 2010 è iniziatol’anno cinese della Ti g r e .Abbiamo avuto la gioia e ilprivilegio di avere con noiMonsignor Manganini, vicario

episcopale della diocesi di Milano,responsabile dell'Ufficio per laPastorale dei Migranti che insieme alparroco Don Mario, Don Mirco e alPadre Anselmo del San Camilloabbiamo celebrato la Santa Messa delCapodanno cinese per ringraziare ilSignore di tutto ciò che ci ha donatonell’anno appena trascorso e perpregare per quello nuovo.Dopo la celebrazione si è svolto ilsignificativo Rito cinese dicommemorazione degli antenati conl ’ o fferta dei doni. Si è off e r t ol’incenso come significato dellapreghiera poi i fiori cherappresentano il frutto della terra edel lavoro ed infine la candela comesimbolo della vita e della luce. Al pranzo sono intervenuti più diquattrocento persone tra cinesi eitaliani. Si è tenuto poi nel Te a t r oVerga uno spettacolo con musiche edesibizioni, per ringraziare tutti coloroche hanno aiutato e collaborato conla Cappellania per i fedeli di linguacinese a Milano. Abbiamo guardatoun filmato per far conoscere come lafamiglia cinese si prepara ai giorni difesta. Il Capodanno, è la festadell’unità familiare e delringraziamento e per questo è moltosentita. Si attende il figlio o ilparente che arriva da lontano per

poter avere tutti gli affetti più caririuniti per ringraziare per i doniricevuti e per augurarsi uno splendidoanno nuovo. Abbiamo visto alcune esibizioni diatleti di taijiquan e della danza dellespade, ascoltato le cantanti liriche condue arie di un’opera di musica classicacinese, alcuni brani suonati su unantico strumento che è il pianoforteorientale, intonato un coro con unacanzone popolare cinese che GiacomoPuccini ha incluso nella sua operaTurandot, i bambini cinesi e glistudenti italiani del corso di cinese,hanno cantato in coro alcune canzonipopolari cinesi. Al termine, sonointervenuti il parroco Don Mario eDon Giancarlo Quadri, mio superiore,che era presente allo spettacoloinsieme a Don Giuseppe, Don Dario,Padre Angelo Lazzarotto, aMonsignor Fumagalli, al parroco diSan Fedele P. Davide Magni e ai

rappresentanti dei vari movimentie associazioni che hanno unlegame fraterno con noi.

Ho visto che questafesta è stata uncontatto tra la culturacinese e quellaitaliana. Mi auguro

che potrà diventare un anello diuna lunga catena di eventi per farconoscere meglio la cultura cineseagli italiani e quella italiana aicinesi per crescere nell’amicizia,nella fraternità e nella Comunione.don Domenico Liu

“Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amanol’acqua. Molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito permolte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelleperiferie delle città, dove vivono vicini gli uni agli altri. Quandoriescono ad avvicinarsi al centro, affittano a caro prezzo

appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con usocucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noiincomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati perchiedere l’elemosina, ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uominiquasi sempre anziani invocano pietà con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figliche faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti alfurto e se ostacolati violenti. Le nostre donne li evitano, non solo perché pocoattraenti e selvatici, ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopoagguati in strade periferiche, quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governantihanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere, ma soprattutto non hanno saputoselezionare tra coloro che entrano nel nostro Paese per lavorare e quelli che pensanodi vivere di espedienti o addirittura di attività criminali». Citazione della relazionedell’Ispettorato per l’immigrazione del Congresso americano sugli immigrati negliStati Uniti dell’ottobre del 1912, riferita agli italiani. E questa relazione continua:«Propongo» diceva il relatore all’epoca «che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi

di comprendonio e ignoranti, è vero, ma dispostipiù di altri a lavorare: si adattano ad abitazioniche gli americani rifiutano purché le famiglierimangano unite e non contestano il salario. Glialtri, quelli ai quali è riferita gran parte diquesta prima relazione, provengono dal suddell’Italia. Vi invito a controllare i documenti diprovenienza e a rimpatriare i più. La nostrasicurezza deve essere la nostra primapreoccupazione».

I t a l i a n ibrava gente

il filo 21

Ègià notte un’altra volta daoltre un’ora, quando rientroa casa dopo l’ambulatorio.Venere è di nuovo lì,silenziosa, ad attendermi,

ancora alta e splendente nel cielo nero.Scendo dalla macchina e mi fermo nelprato a guardarla.«Sono venuta per parlarti – mi dice –ma oggi sei troppo stanco. Resterò altanel cielo, per te, ancora a lungo.Avremo modo di parlare senza fretta.Non preoccuparti. Sono venuta apposta.Ti aspetterò. Buon riposo!».Rimango senza parole, sorpreso, con ungiubilo sottile in fondo al cuore, quasiincredulo. Entro in casa.«Oh, ben tornato! Finalmente! Siediti emangia, è tutto pronto. Raccontacicom’è andata questo pomeriggio» mifanno i miei confratelli.«Dei trentadue malati in lista, ne sonomancati cinque, per mia fortuna. Cosìho fatto prima. Il sonno mi hatormentato solo per un’ora, poi se n’èandato».Racconto qualcosa ancora e do altriparticolari della notte dei feriti. Ma nonho il coraggio di raccontare ai mieiconfratelli la storia di Venere. È troppoincredibile. “Macché Venere! – mi par disentirli dire – è tutto sonno arretrato.Vai subito a dormire, che ne hai bisognoe domani sei di nuovo d’urgenza”.Queste parole me le immagino da solo,ma, mentre le dico a me stesso, misento sorgere il dubbio che potrebberoforse aver ragione. Che Venere sia statotutto un effetto della mia stanchezza?3Tre giorni di fila di tempo brutto e cielocoperto. Niente da fare. Poi viene ilsabato: cielo sereno. Al pomeriggioarrivano ospiti di passaggio, cheandranno a fare un mese di

volontariato a Gurúè. Padre Francesco,l’economo, ha un’idea brillante. «Su andiamo tutti alla spiaggia, aZalala. È qui a trenta chilometri.Portiamo con noi padre Aldo, che habisogno di un po’ di relax, se no diventa

matto, a lavorare sempre così! Separtiamo subito, arriveremo là che saràappena notte. Vedrete che stelle! È unospettacolo indimenticabile. E poi, per lenove, potremmo essere già di ritorno ecenare con calma, prima di andare adormire».Detto, fatto. In pochi minuti saliamo inmacchina. Gli ospiti, due giovani diBrescia, poco più che ragazzi, ne sonoentusiasti.«Si potrà fare il bagno?» ci chiedono.«Ma certamente! Ci sarà forse un po’ divento, ma alla vostra età non vi puòspaventare».Aspettiamo cinque minuti e ritornanocon l’asciugamano e il costume dabagno in un sacchetto. Per stradaparliamo e scherziamo. Padre Francesco,che è bergamasco, conosce i loro paesi ela conversazione non si ferma più.

L’ a n g e l odi padre Aldo Marchesin seconda parte

Quando, però, la macchinasbuca dal bosco di casuerinee mette il muso sulla sabbiadella grande spiaggiadeserta, si spengono i fari e

il motore ed usciamo, siamo abbracciatidal fascino del grande silenzio, rottosolo dal rumore delle onde,lontanissime, a causa della bassa marea.Dalla luce dei fari piombiamo nel buiodella notte, mentre a poco a poco gliocchi si vanno abituando e sicominciano a vedere le stelle più grosse,poi, adagio adagio, appaiono tutte, finoalle più piccole e tenui. La via lattea,

appena percettibileall’inizio, diventa in breve lapadrona del cielo, cheattraversa da un orizzonteall’altro. Di fronte a questospettacolo nessuno osa piùaprire bocca. Dire paroleparrebbe quasi di fare unsacrilegio, in questosconfinato tempio dellanatura.Ci incamminiamolentamente verso le onde,là in fondo. Incontriamodelle barche di pescatoriarenate sul fianco, per ilretrarsi del mare con labassa marea. I ragazzilasciano gli asciugamani

sulle barche e vanno a tuffarsi. PadreFrancesco li segue fin verso l’acqua. Iomi siedo sul bordo di una barca e migiro verso occidente, colle spalle almare.Venere è lì, splendente come unaregina. «Ti aspettavo – mi dice – finalmentepossiamo parlarci!».«Ti ascolto. Dimmi, ti prego».«Sono un angelo che il Signore hamandato in tuo aiuto. Da molte partigiungono preghiere per te, davanti altrono di Dio. La fatica ti uccide, le coseda fare ti travolgono, non ti puoifermare mai un minuto. Ci sono semprepersone che ti cercano, ti aspettano, tibloccano, ti vogliono assolutamenteparlare. Quante volte ti sei lamentatocon chi ti è accanto, che non puoi mai

terminare un’azione senza che qualcunoti chieda il favore di interrompere unmomento!».«Sì, hai ragione. Sono affaticato e, dellavita, ne sento più il peso che labellezza».«Al Signore questo dispiace. Mi hamandato per insegnarti qualche piccolosegreto. Cerca la verità profonda che sinasconde in te. Prendine coscienza esarà la verità stessa che ti libererà».«Come sarebbe a dire, la veritàprofonda che si nasconde in me?».«Il sovraccarico e la tensione ti fannorestare alla superficie di te stesso.L’attimo presente è per te come untrampolino per tuffarti nel futuro. Seisempre in volo. I tuoi piedi non siappoggiano più sul trampolino e nelfuturo non ci arrivi mai. Non sei né quiné là. C’è una verità nel presente, c’èuna verità nel futuro e c’è una verità nelpassato. Ma per te è come se nonesistessero. Non ci sei nel presente, nonci sei nel futuro e non visiti mai ilpassato. La verità non ha occasioni persedersi accanto a te!».

Rimasi in silenzio. Ciguardavamo negli occhi,tacendo. Le sue paroleavevano sul mio cuore laforza che viene dalla

verità.«Sì, credo che tu abbia ragione. Le tueparole mi convincono… Venere. Possochiamarti così, angelo santo? Non visitomai il passato, perché non ne ho iltempo, sono sempre proiettato nelfuturo, che anticipo costantemente nelmio pensiero e, così, finisco perperdermi l’unica occasione che ho,quella di vivere consapevolmente e contranquillità il presente».«Sì, puoi chiamarmi Venere, se vuoi. Tuporti con te tesori grandi di verità, chesono i tuoi ricordi, il tuo passato. Li haivissuti, e quindi sono tuoi, ma è come senon lo fossero, perché non li rivisiti mainella memoria, non li rivivi nelleemozioni, non li svisceri per coglierne laloro ultima verità. I ricordi li porti conte, ma chiusi, ed incapaci di riscaldartied illuminarti con la loro verità.

il filo 23

Le fotodel mese

Ti vorrei stimolare ad andarealla loro ricerca e mettertelisulle spalle come veritàritrovate, come pecorelle chesi erano perdute. Vedrai che

la loro verità ti si rivelerà e ti faràcrescere nella libertà. Se tirimpossesserai del tuo passato, ti saràmolto più facile diventare coscientepossessore del tuo presente».«Hai ragione, Venere. Aiutami ti prego,a fare i primi passi alla ricerca delpassato».«Prova a ripensare a qualche situazionedi liberazione. Di qualche volta in cui tisentivi vivere da oppresso e haiintravisto libertà».«Lasciami pensare, Venere cara. Misdraio sulla sabbia, per lasciare che iricordi si possano sciogliere e bussarealla mia memoria».Scorgo nella semioscurità la sagoma diun tronco di palma lasciato dalle onde.Lo uso come guanciale e mi ci stendodavanti appoggiandovi il capo. Ascoltoil silenzio e guardo il buio. Il silenzio faemergere il lontano rumore delle ondeed il leggero soffio della brezza marinasulla sabbia. Il buio accoglie fra le suebraccia l’innumerevole moltitudine dellestelle. Le onde ed il vento danno corpoal silenzio, mentre gli astri riempiono di

vita e di gioia il buio. Il mio cuore siallarga. Il mio spirito si pacifica. Nonsono più un uomo disteso sulla sabbia,sono io, al centro dell’universo. Sonoio… sono io. Me lo ripeto, senza usareparole formate. Ma capisco che non èl’ultima verità. Non mi ripeto più nulla.L’io scompare. Resta appena: sono.Una libertà improvvisa mi bacia: non piùio, contenuto ed abbracciato dallacreazione, ora è l’universo intero chepenetra in me e chiede al mio “sono” difarlo cosciente di essere…Non ho più confini, guardo il cieloinfinito, ma ha perso la categoria dispazio, la voce del vento e del mare nonhanno più suono, la mia mente nonpensa più con parole. Tutto è fermo,tutto tace, eppure tutto vive! Sì, è bello restare qui, sdraiato, col caposul tronco di palma, ed essere l’interouniverso!

… Silenzio…

Sento voci che si avvicinano. I mieicompagni stanno tornando. Venere èpiù bassa sull’orizzonte, ma è sempre lì,nell’angolo occidentale del cielo. Ciguardiamo ancora una volta. Il nostroreciproco segreto è diventato grande esta cominciando a riempire di sé la vita.

continua

Battesimo di Cecilia

Ambiente catechismoBattesimo di Alessandro

Offerte natalizieAl 15 Marzo 2010 sonostate consegnate n.° 652 Buste conl’offerta Natalizia per la Parrocchia per untotale di 15.507,25Euro. Grazie per lapartecipazione sentita e numerosa ai bisognidella comunità.

Hanno ricevuto il Battesimo2. Furlan Cecilia

Sono tornati alla casa del Padre 6. Carrer Margherita, anni 95 7. Bombelli Romeo (Memi), anni 86

8. Cimino Romano, anni 77 9. Gelli Ione, anni 96 10. Sanpietro Maria, anni 99 11. Gandino Bianca AnnamariaRenata, anni 85

12. Broglia Maria, anni 87 13. Tchou Ta. Te Giovanni, anni 86

È successo in Trinità

il filoPARROCCHIA SS. TRINITÀ via G. Giusti 25, 20154 Milanodon Mario Longo parroco, tel. 02.3311831 - 02.97378376 cell. 3387985284mail: [email protected] Giuseppe Nichetti tel. 3479133684don Dario Bolzani tel. 02317247 - cell. 3474406357don Domenico Liu (cappellania cinese) tel. 02.36552151- cel. 3339994519

Segreteria parrocchiale ore 16/18 tel. 02.33604823Centro Ascolto mercoledì e giovedì ore 16,30 - tel. 02.33604823Oratorio e sede scout MI37 via Verga 5 - tel. 02.317247Basket GS Trinità via Giusti 27- tel. 02.317247 / 02.341241 Orario SS. Messe feriali: 9.00 - 18.15festive: 8.30 - 10.00 11.30 - 15.45 (in cinese) - 18.30 vigiliare 18.30. Tutte le celebrazioni in chiesa enella cappella feriale sono trasmesse in diretta audio e video sul sito: www.parrocchiatrinita.it

i

Questo numero del Filo come il precedente èstato fatto su carta riciclata perciò non sonostati abbattuti alberi ed è stato incrementatoinvece il commercio della carta da macero.Sono state stampate 4500 copie e speriamoche almeno 4000 vengano distribuite daivolontari di cui abbiamo tanto bisogno.Oltre 200 copie sono inviate via mail e altre300 sono inviate per posta fuori dei confinidella nostra parrocchia ai missionari, amici ….Il costo della pura stampa e rilegatura di ogninumero si aggira attorno ai 1800/2000 eurocifra contenuta grazie all’impegno di alcunivolontari che prestano il loro servizio per lastesura degli articoli, le foto, la correzionedelle bozze e l’impaginazione. Non è sgradita qualche offerta e magariqualche sponsor.In ogni caso continueremo la pubblicazioneperché possiamo constatare ogni giorno lavalidità anche di questo strumento dicomunicazione.

No, non preoccupatevi, tra poco la scuola finisce e... come sempre inizia l’oratorio estivo e poi le vacanze insieme. Ci risentiamo al prossimo numero