AG gazette 187 - Libertates

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ZETTE AG GA Ogni singolo minuto che perdiamo non ci sarà restituito (Gianrico Carofiglio) N o 187- 2015

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ZETTE

AG GA

Ogni singolo minuto che perdiamo

non ci sarà restituito

(Gianrico Carofiglio)

No 187- 2015

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Il moto dell'uomo nella speranza di ottenere il bene,

ricorda quei pazzi che, avendo visto l'orizzonte, si

sono lanciati da quella parte, perchè credevano di

trovare i confini del mondo.

Dimenticando che tutti stiamo sull'orizzonte e che

non c'è bisogno di correre da nessuna parte.

( Kasimir Malevic- pittore russo - (1878- 1935)

Sembra una favola

“ C’era una volta una vecchina che abitava in uno

dei sottotetti della Galleria Vittorio Emanuele II di

Milano. L’anziana signora era nota perché dagli

abbaini nutriva i piccioni e la sua coppia di gatti neri

che girovagava libera sui tetti.

Il giorno in cui la vecchina, troppo sola e troppo an-

ziana per continuare a vivere lassù in cima, ha la-

sciato il sottotetto, i mici sono rimasti. Troppo sel-

vatici e troppo diffidenti per lasciarsi catturare. Ma

sprezzanti del pericolo e curiosi tanto da avventu-

rarsi più di una volta attraverso i magazzini dei ne-

gozi ospiti della Galleria.

I mici della vecchina si sono moltiplicati e oggi, sui

tetti della Galleria, vive una colonia di dodici mici,

tutti neri. Noi, insieme al Comune di Milano e ad

associazioni per la tutela degli animali, con grande

entusiasmo , abbiamo preso l’impegno di contribui-

re al loro mantenimento, lasciando loro sia lo spa-

zio che la tranquillità, perché un tetto senza gatti è

un tetto anonimo.

Mangiando qui da noi state contribuendo alla loro

cura e soprattutto alla loro libertà. Grazie.”

La “favola” è contenuta sulle tovagliette che orna-

no i tavoli della Pizzeria i 12 gatti, situata al sesto

piano della Galleria. (Ingresso dal lato Piazza Scala).

Lo sapevate che…

la Luna si allontana dalla Terra, ogni anno, di 4,4 centi-

metri?

Quando la distanza tra i due corpi celesti sarà abbastan-

za grande da eliminare la forza di attrazione che la Terra

esercita sulla Luna, questa diventerà un satellite del Sole

e sulla Terra scomparirà il fenomeno delle maree.

La Terra, a sua volta, sarà coinvolta in cambiamenti

drammatici riguardanti la velocità di rotazione e di rivo-

luzione, e tutto il sistema climatico e di vivibilità ne sarà

sconvolto.

Dobbiamo preoccuparci? Direi di no, visto che il fenome-

no sopra descritto andrà a compimento tra i 35 e i 40

miliardi di anni a partire da oggi. .

Dal proverbio “un bel tacer non fu mai scritto”

“Siano benedetti quelli che non hanno niente da

dire e, malgrado ciò, stanno zitti” (Oscar Wilde)

Un misfatto dimenticato (o quasi). Il sacco di Palermo.

Correva l’anno 1958, quando Salvo Lima divenne sindaco di Palermo e Vito Ciancimino assessore ai lavori pubbli-

ci. Il motto di quella giunta era “Palermo è bella, facciamola più bella”. Il piano regolatore prevedeva di urbaniz-

zare 4.700 ettari, sui 17mila del piano comunale e 10mila della parte pianeggiante. La speculazione edilizia rag-

giunse così punte elevatissime: in quattro anni vennero concesse 4.205 licenze edilizie. Di queste, in un solo me-

se, più di 3.500 vennero rilasciate a cinque personaggi: Salvatore Milazzo (1.653), Lorenzo Ferrante (447), Miche-

le Caggeggi (702), Francesco Lepanto (447) e Giuseppe Mineo (256). Tutti personaggi nullatenenti, ad eccezione

di Lepanto; quindi almeno quattro prestanome di costruttori edili.

Ma una sola società riuscì ad accaparrarsi tutti gli appalti: la Va.Li.Gio., acronimo di Vassallo, Lima, Gioia.

Vassallo Francesco era un carrettiere (!) che divenne così improvvisamente il primo costruttore di Palermo.

Le zone più colpite dall’intervento edilizio che ne derivò furono principalmente due: la prima fu Viale della Liber-

tà, dove vennero rase al suolo numerose ville in stile Liberty, costruite tra fine Ottocento e inizio Novecento. Il

caso più eclatante fu quello di Villa Deliella, opera dell’architetto Ernesto Basile nel 1898, vero gioiello dello stile

Liberty. La demolizione venne deliberata nel pomeriggio del 29 dicembre con procedura d’urgenza, in modo da

poter procedere alla demolizione durante la notte. Va ricordato che un mese dopo la villa avrebbe festeggiato il

50° compleanno e sarebbe stata protetta dalla legge. La seconda fu la zona detta Conca ’Oro, dove centinaia di

ettari di frutteti e agrumeti furono spazzati via dalla speculazione.

La buona notizia. Due giovani architetti, Giulia Argiroffi e Daniele Maniscalco hanno presentato il 28 novembre il

progetto “Ricostruiamo Villa Deliella”.

PS. Si può dire, scherzando, che ciò che venne demolito da un carrettiere sarà ricostruito da un Maniscalco?

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Caffè letterari famosi. - 3 -

Alessandria d’Egitto -. Bar Pastroudis. Aperto nel 1923 come panetteria, diventa poi ristorante e bar.

E’ stato il luogo di ritrovo di tutta l’intellighenzia della città: Durrell, Forster, Ungaretti, Somerset Mau-

gham, Noel Coward, Kostantinos Kavafis. 39 Al Horriya Road-

L’Avana - La Bodeguita del Medio. Nata come negozio di alimentari, è diventata bar-ristorante nel

1942. Quì è nato il mojito (rum, zucchero di canna, lime, menta). La Bodeguita ha visto passare scritto-

ri, artisti e politici come Ernest Hemingway, Pablo Neruda, Salvador Allende. Calle Empedrado No 206

L’Avana - El Floridita. Ristorante-bar aperto nel 1817, divenne famoso negli anni ’30 per l’invenzione

del daiquiri (rum bianco, lime, zucchero di canna). A Cuba era uno sei bar preferiti da Hemingway, di

cui il Floridita ospita una statua a grandezza naturale. Ma qui sono stati assidui clienti anche Gary

Cooper, Spencer Tracy, Jean-Paul Sartre. Obispo No.557 esq. Monserrat, Habana Vieja.

Baltimora - The horse you came in on. Ha aperto i battenti nel 1775 ed era frequentato da Edgar Allan

Poe, che pare abbia fatto qui l’ultima apparizione prima della sua misteriosa morte. 1626 Thames St.

Buenos Aires - Confiteria London City. Questo bar ha aperto nel 1954 , dove Julio Cotàzar ha scritto il

suo primo romanzo. A lui è dedicato un angolo del locale. Avenida de Majo 599/Avenida Peru.

Buenos Aires - Confiteria Richmond. Storico caffè in stile inglese aperto nel 1917, nel cui seminterrato

si poteva giocare a scacchi e a biliardo. Jorge Luis Borges amava la cioccolata calda di Richmond e qui

sono passati anche Antoine de Saint-Exupéry, Julio Cotàzar, Graham Green. Nel 2011 il caffè ha chiuso

e ora al suo posto c’è un negozio di articoli sportivi. Florida 468.

Buenos Aires - 36 Billares. Inaugurato nel 1894 e famoso per i suoi 36 tavoli da biliardo, è stato uno dei

luoghi più famosi del mondo per questo gioco. Fu a suo tempo frequentato da Federico Garcia Lorca.

Avenida de Majo 1265.

Dublino - Kennedy’s. In questo pub, fondato nel 1850, ha lavorato come inserviente un giovane Oscar

Wilde. In seguito ci sono passati Samuel Beckett e James Joyce. Westland Rows 31-32.

Edinburgo - The Elefant House. Inaugurato nel 1995, è la caffetteria dove Joanne Kathleen Rowling ha

scritto il suo primo romanzo della saga di Harry Potter. 21 George IV Bridge.

Indianapolis - Red Key Tavern. E’ stato il bar preferito da Kurt Vonnegut. Aperto nel 1933, è decorato

con modellini di aeroplani appesi al soffitto. 5170 N College Avenue.

Istanbul - Pierre Loti Cafè. Caffè letterario con splendida vista sul Corno d’Oro, dedicato allo scrittore

francese che veniva qui a cavallo tra Ottocento e Novecento a trovare ispirazione. Gumussuyu

Balmumcu Sokak 1.

Koktebel - Casa Voloshin. Non un caffè, non un bar, una dacia della Crimea Orientale. Qui il poeta e

pittore Maximilian Voloshin durante la guerra civile, tra il 1918 e il 1921, prestava assistenza umanita-

ria sia ai soldati rossi che a i bianchi. Dopo la Rivoluzione, Voloshin iniziò ad ospitare a Koktebel artisti

e scrittori. Ne passarono oltre 600, tra cui Marina Tsvetayevna, Massimo Gorky, Michail Bulgakov. La

casa oggi accoglie una collezione di acquarelli e memorabilia, tra cui l”Ordine n. 44 del 1920” in cui, per

diretto interessamento di Lenin, si raccomandava ai soldati rivoluzionari di non toccare la dacia.

Morskaya st. 43 Koktebel 98186 - Ucraina.

Lisbona - Cafè a Brasileira. Aperto nel 1905 come emporio di caffè, olio, vino e peperoncino, è diventa-

to nel 1922 un bar in stile Art decò. E’ stato molto amato da Fernando Pessoa, la di cui statua in bronzo

è posta fuori dal locale. R. Garret 120-122.

Oxford - The Eagle and Child. Una taverna soprannominata anche The Bird and the Baby fondata nel

1650. L’hanno frequentata J.R.R.Tolkien e C.S.Lewis. 49 St. Giles.

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La fotografia della prima pagina illustra

Portofino - il museo all’aperto

Ana de la Merced Guimaraes, una donna speciale e due scoperte imbarazzanti.

Quindici anni fa Ana e suo marito Petrucio decisero di rinnovare la loro casa, in un rione di Rio de Janeiro .

Sotto i primi strati di cemento apparvero numerosi scheletri, fino ad allora ignorati. La polizia prima, e gli arche-

ologi poi, identificarono 5.563 frammenti e denti di corpi inumati in quello che venne poi chiamato il Cimitero

dei Pretos Novos (dei nuovi neri). Si tratta della zona dove venivano sepolti gli schiavi deportati dai Portoghesi e

deceduti durante il viaggio di circa tre mesi dall’Africa, dal 1760 in poi, o arrivati troppo denutriti per poter es-

sere salvati. Tutto vene dimenticato e sepolto, nel nome dello sviluppo urbano. Oggi la zona è oggetto di visite

grazie all’impegno di Ana che per il progetto ha dedicato tutto il suo tempo.

Si calcola che tra il 1558 e la metà dell’Ottocento siano arrivati in Brasile tra due e tre milioni di schiavi dall’Afri-

ca (negli Stati Uniti furono 450mila !). Di questi la metà sbarcarono a Rio per poi essere mandati nelle piantagio-

ni di caffè, canna da zucchero o nelle miniere di oro e argento del Minas Gerais.

Ma non è tutto: la grande riconversione della zona portuale di Rio - il progetto Porto Maravilha - ha fatto venire

alla luce altre verità nascoste e volutamente sotterrate.

Il vecchio porto della capitale servì a smistare gli arrivi dall’Africa: c’erano i mercanti di compravendita degli

schiavi, una specie di ricovero chiamato Casas de Engordas ( dove venivano ricoverati per essere messi a engor-

dar) coloro che erano arrivati allo stremo. Ma il molo dove attraccavano le navi è venuto alla luce solo nel 2012

mentre si lavorava alla linea di tram veloci di superficie. I portoghesi l’avevano fatto sparire ricoprendolo di ter-

ra e pietre per costruire quello dove, nel 1843, sarebbe sbarcata la sposa dell’Imperatore Pedro II, Teresa Cristi-

na di Borbone, sangue blu in arrivo da Napoli. La quale, ovviamente, non poteva appoggiare il suo regale piedi-

no dove erano passati centinaia di migliaia di derelitti.

Renata Fonte.

E’ stata una politica italiana. Fu assessore alla

cultura e alla pubblica amministrazione del Co-

mune di Nardò, eletta nel 1982 nelle file del Par-

tito repubblicano.

Il 31 marzo 1984 due sicari la uccidono mentre

raggiunge la sua abitazione. Dopo i tre livelli di

giudizio sono stati condannati i due esecutori

materiali, Giuseppe Durante e Marcello My, gli

intermediari, Mario Cesari e Pantaleo Sequestro

e il mandante di primo livello, Antonio Spagnolo.

Quest’ultimo, sconfitto dalla Fonte alle elezioni

amministrative, avrebbe dato mandato per l’ucci-

sione sia per avversione personale che per ven-

dicarsi dell’attività di difesa del Parco di Porto

Selvaggio, minacciato da progetti edilizi che ne

avrebbero distrutto il paesaggio e l’ambiente.

Oggi il Parco è stato dichiarato Parco naturale

regionale, insieme alla Palude del Capitano.

Un disastro ambientale immane.

Il Rio Doce è un fiume del Brasile che ha visto veri-

ficarsi uno dei peggiori disastri ambientali.

Il fiume, lungo 853 chilometri, attraversa gli Stati

di Minas Gerais ed Espirito Santo, nel Sud-Est del

Brasile e si getta nell’Oceano Atlantico.

L’origine del disastro è dovuta al crollo del bacino

di lagunaggio, avvenuto il 5 novembre, all’interno

di un settore minerario situato a Mariana, nel Mi-

nas Gerais, vicino a Belo Horizonte. Il crollo è av-

venuto durante i lavori di ampliamento di una del-

le pareti della diga e ha riversato nella valle sotto-

stante 62 milioni di metri cubi di fanghi tossici e

acque acide. Il villaggio operaio di Bento Rodri-

guez è stato distrutto e tutte le forme di vita del

fiume cancellate. Oggi il problema riguarda l’Oce-

ano Atlantico, con danni incalcolabili lungo i 70

chilometri di costa e per 10 chilometri al largo. Il

pericolo sta nel fatto che potrebbe essere toccata

anche la riserva naturale delle isole Abbrolhos.

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Luoghi da visitare, se avete tempo.

Fontanellato e Soragna

ovverosia arte, storia, cultura, natura e...gastronomia.

La proposta è una gita di un giorno nel parmense, tra Fidenza e Parma. (100 km. da Milano)

Il tour inizia al Labirinto e al Museo della Masone, strada della Masone 121, a 8 kilometri dall’uscita di

Fidenza (autostrada A1), nel Comune di Fontanellato. Si consiglia di arrivare a destinazione verso le ore

10 per poter apprezzare un caffè o un cappuccino, con la ottima “patisserie” proposta dal bar, all’in-

gresso del sito. Il Labirinto apre rigorosamente alle 10,30.

Il Labirinto e il Museo sono opera dell’iniziativa di Franco Maria Ricci, nato a Parma, che ha voluto fare

uno splendido regalo alla sua zona di origine.

All’ingresso si viene accolti da una Jaguar E-type con la quale Ricci si esibiva a Parma negli anni ’60.

Il Labirinto è il più grande d’Europa (7 ettari) ed è realizzato con 500mila bambù che ne determinano

il percorso, per una lunghezza di circa 3 kilometri. All’ingresso si viene omaggiati di una pianta del labi-

rinto, utile per evitare che qualche visitatore si perda. La passeggiata nel labirinto è piacevole e rilas-

sante e si conclude nell’edificio che sorge al centro, sormontato da una piramide che ospita una cappel-

la dalle pareti dorate.

All’uscita dal Labirinto una gentilissima e competente giovane guida vi accompagna per la visita al

Museo, che raccoglie 400 opere. Come scrive lo stesso Ricci “la collezione è eclettica, curiosa, è una

sorta di grande Wunderkammer che, inevitabilmente, rispecchia me stesso, il mio gusto e indirettamen-

te, attraverso certe assenze, i miei rifiuti”.

La passeggiata nel labirinto e la visita al museo durano nel complesso circa due ore.

Lasciato il Labirinto si raggiunge Fontanellato, a 4 chilometri, per il giusto e meritato desinare presso la

Taverna del Teatro, trattoria tipica, accogliente, con la cucina gustosa e generosa della zona. Se non

sarete in grado di “spolverare” tutto ciò che vi sarà servito, compito non facile, sono disponibili dei

doggy bag che vi accompagneranno nel ritorno a casa.

Da Fontanellato, per la SP 21, in 8 kilometri si raggiunge Soragna.

Vi attende la visita alla Rocca di Soragna, proprietà dei Principi Meli Lupi che tutt’ora la abitano.

Il casato resse il feudo con il rango di marchesato e, dal 1709, di principato del Sacro Romano Impero

con facoltà di battere moneta, fino all’abolizione del feudalesimo da parte dell’Imperatore Napoleone.

Storia. Nel 1385 Gian Galeazzo Visconti concesse ai marchesi Bonifacio e Raimondo Lupi di costruire

l’attuale rocca, in seguito trasformata, nel XVII secolo, in residenza signorile.

La struttura. L’edificio ha pianta quadrata ed era originariamente circondato da un fossato di cui rima-

ne oggi solo una parte sul lato meridionale e quello orientale. Aveva inoltre quattro torri angolari qua-

drate ed una al centro della facciata di cui si vedono ancora oggi le forme.

Appartengono alle trasformazioni successive le decorazioni interne realizzate nelle sale, denominate

Sala delle grottesche, con affreschi di Cesare Baglione (1580), Sala del bocchinale, Sala delle Donne For-

ti, con ritratti di Giampaolo Meli Lupi e di sua moglie Ottavia Rossi di san Secondo, la Sala degli stucchi

dipinta dal Bibiena, e infine la Galleria dei poeti, con la raffigurazione di dodici rimatori, che si affaccia

sul laghetto del parco circostante. Al piano superiore si trova la Sala del trono. La cappella di famiglia

custodisce le tombe di Ugolotto Lupi (1351) e di Francesco Meli Lupi ( 1669). Il parco fu trasformato in

giardino “all’inglese” nel 1820.

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La Rocca di Soragna

La sala delle Donne Forti

Fontanellato –Il Museo

Sale della Rocca

Fontanellato – Il Labirinto

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La pagina economico-finanziaria

Invest in Italy - 2° parte

Due società di trasporti espresso internazionali prospettano nuovi investimenti in Italia, che evidente-

mente sta per diventare un hub multiplo per le consegne internazionali.

Dhl - Il Ceo di Dhl Express Europa, John Person, dichiara: “ Siamo pronti a investire 300 milioni nel

prossimo quinquennio per rafforzare la nostra presenza a Malpensa e Fiumicino.

Sul primo gli investimenti saranno destinati ad aumentare la capacità di traffico da affiancare a Orio al

Serio. Per Fiumicino il programma è di trasferirvi la attività oggi a Ciampino, con più ampi spazi e siste-

mi altamente automatizzati. Dhl dispone oggi di una flotta di veicoli su gomma di circa 900 tra camion

e furgoni oltre a una settantina di veicoli ibridi. Gli investimenti in Italia sono poco meno di un quarto

del totale che sarà investito in Europa, 1,3 miliardi.

Nel primo semestre del 2015 le consegne di Dhl in Europa sono aumentate del 7,8% in volume.

FedEx. La più grande società mondiale di trasporto espresso ha avviato a Malpensa la costruzione del-

la nuova base operativa. Con un totale di 35mila metri quadrati la nuova struttura triplicherà l’attuale

base operativa e diventerà il terzo snodo più grande in Europa, dopo Parigi e Colonia. Con la nuova

struttura FedEx sarà in gradi movimentare 20mila spedizioni al giorno, con 44 voli da e per Malpensa e

480 collegamenti via terra su base settimanale.

PS - A livello mondiale le consegne espresso internazionali rappresentano un business che supera i 35

miliardi di dollari e si preannuncia una guerra tra i maggiori operatori, Dhl, Ups e FedEx. Quest’ultima

ha acquistato in aprile l’olandese TnT per 4,8 miliardi di dollari.

A Malpensa, attualmente, vengono movimentate 500mila tonnellate all’anno e grazie ai nuovi investi-

menti in un paio d’anni la capacità salirà a circa un milione di tonnellate l’anno.

De’Longhi, DelClima e Mitsubishi. La società De’Longhi, leader mondiale nel settore

della climatizzazione, ha ceduto la maggioranza

delle azioni della controllata DeLclima alla società

giapponese Mitsubishi Electric Corporation.

Il pagamento del 75% delle azioni avverrà cash per

un equivalente di 664 milioni di euro.

L’annuncio in Borsa ha provocato un rialzo dell’82-

% delle azioni DeLclima.

Nel 2014 DeLclima ha fatturato 347 milioni, due

terzi dei quali in Europa, con un risultato netto di

22,3 milioni.

Riello e United Technology

Accordo fatto tra la società italiana e la società di Har-

tford, Connecticut. Gli americani acquistano il 70% del

capitale Riello, accollandosi di fatto i 427 milioni di esposi-

zione a lungo termine della Società. La Riello ha fatturato

quasi 500 milioni di euro, per il 70% realizzato in Europa.

La situazione debitoria ne limitava l’espansione che, con la

nuova proprietà, dovrebbe invece potersi realizzare al

meglio, in linea con il potenziale qualitativo dei prodotti.

EasyJet.

Quinto anno consecutivo di risultati record.

Il bilancio chiuso a Settembre segna incrementi su

tutta la linea: utili pre tasse +22% a 686 milioni di

sterline (978 mio Euro), ricavi totali + 5% a 4.686 mi-

lioni di sterline, 68,8 milioni di passeggeri (+6%), e un

grado di occupazione dei posti del 94,4% in agosto.

Il dividendo è salito del 22%, a 219 milioni di sterline.

La compagnia ha annunciato una nuova commessa

per 36 Airbus 320s oltre ai 186 aerei già ordinati.

Consegne previste tra il 2018 e il 2021.

In conseguenza l’età media dei vettori scenderà a 5,5

anni.

In Italia EasyJet opera in tre aeroporti: Milano Mal-

pensa, Venezia e Napoli con 21 aerei. Sono previsti

altri scali in futuro. ma al momento non è stato di-

chiarato quali saranno scelti. Nell’ultimo anno fiscale

i passeggeri trasportati sono stati 15,5 milioni con un

aumento del 7,1% rispetto all’anno precedente.

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