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ZETTE N o 205 - 2016 La perfidia è la cattiveria dei raffinati ( Henri de Régnier) AG GA

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ZETTE No 205 - 2016

La perfidia è la cattiveria dei raffinati ( Henri de Régnier)

AG GA

Capacità di adattamento

Negli uffici di New York, la casa discografica Mer-

cury aveva questo cartello: “ Questa è un’impre-

sa senza alcun scopo di lucro. Originariamente

avrebbe voluto averlo, ma poi le cose sono anda-

te diversamente”.

Semafori

** Il primo. Il 10 dicembre 1868, a Londra all’incrocio

di Bridge Street con New Palace Yard, venne inaugura-

to il primo esperimento di semaforo; costituito da una

lanterna, funzionava a gas e alternava una luce rossa a

una verde. Ma il 2 gennaio 1869 la lanterna esplose

ferendo il poliziotto che l’azionava. Venne rimosso nel

1872, e per cinquant’anni non se ne esperimentarono

altri.

** I secondi. Dopo Cleveland (1914), New York (1920),

Parigi (1922), Amburgo, Berlino e Londra, Milano piaz-

za il primo semaforo nel 1925; era posto all’incrocio

tra Piazza del Duomo, via Orefici e via Torino. A Roma

arriva nel 1929, ma senza il giallo. Lo inventa Filippo

Ugolini, e si guadagna l’omaggio di Trilussa, che gli de-

dica un sonetto.

** In Russia la vita in città di cani randagi ha costret-

to gli animali a sorprendenti adattamenti; i cani che

girano da soli hanno imparato ad attraversare le stra-

de quando scatta il verde per i pedoni.

** In Germania l’ultima novità, per garantire la sicu-

rezza dei pedoni moderni, sempre alle prese con gli

smartphone e lo sguardo rivolto in basso: in un incro-

cio della città di Wuppertal sono stati installati sema-

fori sull’asfalto, in modo che siano visibili ai pedoni

“phone dipendenti”.

** Alibi. Barbara Bonanni, vice sovrintendente alla

Polizia stradale di Pisa, ha pubblicato un libro, “Lo scu-

sario dell’automobilista”.

Un esempio di scuse verbalizzato: “Sono passato col

rosso, è vero, ma il semaforo era quasi verde”.

** Flessibilità. A Napoli, essendosi fermato ad un se-

maforo che segnava rosso, Marcello Veneziani senten-

do che dietro gli suonavano, si girò e si sentì dire:

“Vai,vai, che è rosso fresco”.

Seconda lezione di democrazia.

Dopo Platone (vedi il numero 203) arriva il tempo

di Pericle (461 a.C.) con il discorso sulla democra-

zia ad Atene.

“Noi ad Atene facciamo così.

Il nostro governo favorisce i molti invece che i

pochi.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per

tutti nelle loro dispute private, ma noi non igno-

riamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà,

a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato,

ma non come un atto di privilegio, come una ri-

compensa al merito, e la povertà non costituisce

un impedimento.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla

vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno

dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossi-

mo se al nostro prossimo piace vivere a modo

suo.

Noi siamo liberi di vivere proprio come ci piace e

tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qual-

siasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affa-

ri quando attende alle proprie faccende private,

ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari

per risolvere le sue questioni private.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci

è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di

non dimenticare mai che dobbiamo proteggere

coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle

leggi non scritte che risiedono nell’universale

sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon

senso.

Noi non consideriamo la discussione come un

ostacolo sulla via della democrazia.

Noi crediamo che la felicità sia il frutto della li-

bertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore”.

Attenti a non essere troppo curiosi !

“ Scavate, scavate, se proprio volete, ma ricordatevi,

caro Ridolfi, quel detto della mia Sicilia: chi cerca

quello che non deve, troverà quello che non vuole.

Scherzo, ovviamente )

( da Riccardo Targetti - L’ultima via d’uscita )

de quando scatta il verde per i pedoni.

“phone dipendenti”.

sario dell’automobilista”.

rosso, è vero, ma il semaforo era quasi verde”.

Il golf

** Il golf nel mondo. I giocatori sono stimati in

70 milioni, ci sono 35 mila campi di cui 16 mila

negli USA e 6.800 in Europa. Il giro di affari lega-

to al gioco supera i 70 miliardi di euro l’anno.

** Velocità. Classifica di velocità massima rag-

giunta dalla palla usata nei vari sport. (Km/ora)

pelota basca 300 - badminton 288 :

golf 273 - tamburello 250

tennis 239,7 - ping pong 170

baseball 165 - cricket 160

bowling 150 - squash 140

pallavolo 112 - pallanuoto 110

** Sorpresa ! “E’ sorprendente il numero delle

persone che mi hanno battuto a golf da quando

non sono più Presidente Usa” (George Bush se-

nior, ex presidente Usa).

**Lusso da star. Sylvester Stallone amava gioca-

re a golf nella Royal suite dell’Excelsior di Roma.

Una volta ruppe un vetro con una pallina.

** Sprechi da re. Il principe Andrea, fratello di

Carlo d’Inghilterra, nel 2005 spese 467 mila ster-

line per i suoi spostamenti, quasi tutti legati a

partite di golf.

Tutti pagati dai contribuenti britannici.

**Privilegio da campione. Jack Niklaus, america-

no, nato nel 1940, uno dei più famosi giocatori

di golf di tutti i tempi.

La Royal Bank of Scotland gli concesse un onore

riservato soltanto alla Regina: un biglietto da

cinque sterline con la sua effige e il suo bel te-

stone biondo.

** Vizi costosi. Tiger Woods nel 2009 occupò le

pagine sportive e anche quelle mondane per

due motivi: il suo declino nel gioco rispetto agli

standard abituali e il suo divorzio dalla moglie,

entrambi a causa della sua dipendenza da dro-

ga e sesso. La moglie, Elin Nordegren, che aveva

scoperto i suoi tradimenti, gli sfigurò la faccia

con un ferro 9 ( N.d.R. Logico!) ferendogli la

guancia vicino al naso, spaccato due denti e rot-

to lo zigomo destro. L’annullamento del matri-

monio costò a Tiger 500 milioni di dollari.

Missionari del futuro.

Salvo smentite, o delusioni, che potrebbero arrivare in

futuro, il professor Diego Piacentini, commissario stra-

ordinario per il Governo, è stato incaricato di avviare la

costituzione di un gruppo di venti superesperti al fine di

realizzare il progetto chiamato Agenda digitale.

Lo scopo è quello di avviare una serie di interventi asso-

lutamente innovativi per “modernizzare l’Italia” e por-

tarla al livello dei paesi più avanzati.

I venti personaggi coinvolti saranno esperti di big data,

machine learning, open source, cybersicurezza, design

di prodotto e user experience, sviluppo di applicazioni

mobili, architettura dei software. Accetteranno uno sti-

pendio compreso tra 80 mila e 200 mila euro, spesso

meno del loro reddito attuale.

Piacentini ha lanciato su Medium la ricerca dei super-

tecnici da assumere. Ha ricevuto, dopo solo quattro

giorni, 2.300 candidature; tra questi saranno scelti, se-

condo i criteri di una normale selezione e non per con-

corso pubblico, i venti che entreranno a far parte del

progetto.

Se il piano base sarà ultimato i cittadini vedranno facili-

tato il loro rapporto con la pubblica amministrazione;

sul loro profilo troveranno tutte la informazioni neces-

sarie a interagire con le varie funzioni pubbliche, i cui

vari uffici saranno coordinati tra loro al fine di minimiz-

zare le operazioni richieste agli italiani.

PS - E’ veramente il caso di dire “se son rose fioriran-

no”, ma incrociare le dita e toccare gli amuleti non gua-

sterà comunque.

Il valore del tempo.

Per scoprire il valore di un anno, chiedilo allo studente

che è stato bocciato all’esame finale.

Per scoprire il valore di un mese chiedilo a una mamma

che ha messo al mondo un figlio troppo presto.

Per scoprire il valore di una settimana chiedilo all’edito-

re di una rivista settimanale.

Per scoprire il valore di un’ora chiedilo agli innamorati

che stanno aspettando di vedersi.

Per scoprire il valore di un minuto chiedilo a qualcuno

che ha appena perso il treno o l’aereo.

Per scoprire i valore di un secondo chiedilo a qualcuno

che è sopravvissuto a un incidente.

Per scoprire il valore di un millisecondo chiedilo a un

atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d’argento.

Attenti a non essere troppo curiosi !

La fotografia della prima pagina illustra

Stoccolma - la prima neve nel parco Djurgardsstaden -

Alcuni buoni motivi per non “accusare ricevuta” al ricevimento della AGgazette ! Tempo fa avevo scritto ad alcuni lettori della AGgazette, “lamentando” di non aver ricevuto da tempo nessun

messaggio da parte loro. Ecco una gustosa risposta che mi piace condividere con tutti voi.

Carissimo signor Giordanetti, spero proprio di ricevere ancora le AGgazette, penso che Le risponderanno in

tanti. La prego, forse anche per conto di altri, di capire che.. ci sono le cotolette di coniglio da impanare, calzi-

ni da lavare, mail al medico da scrivere con precisione. Tutto molto meno interessante della AGgazette. Non

ho ancora potuto vedere il servizio speciale sul Tibet perché viene a cena la nostra vicina di casa amica giap-

ponese, e domani devo andare.. (se non è ancora convinto Le dirò che devo andare dal parrucchiere perché

andiamo al Palazzo Spinola (nei vicoli a Genova) a sentire il nostro amico violoncellista, il maestro Nevio Za-

nardi che fa un concerto, ci ha invitati già tante volte e non siamo mai andati..). Se come spiegazione non le

basta continuo la prossima volta con lamentele di vario genere: adesso devo vedere se le mele sono cotte.

Cordiali saluti - Cristina C.

Valle d’Aosta— Le miniere dei Celti e dei Romani -

Il viaggio comincia con i racconti di Strabone (60 a.C– 23 d.C.) che parla dei Salassi, popolo di origine celtica, che

dopo aver sconfitto i Romani nel 143 a.C. controllava i valichi alpini del Piccolo e Gran San Bernardo. Imponeva-

no ai procuratores metallorum di pagare un tributo in cambio dell’acqua necessaria per la lavorazione dell’oro,

estratto dalle miniere dall’alta Valle. Il ricatto finì nel 101 a.C., quando da quelle parti arrivò Caio Mario, che

sconfisse i Cimbri nel novarese e nel 102 i Salassi.

Ma la corsa all’oro si scatenò negli anni tra il XIX e il XX secolo, con le relazioni dei tecnici delle compagnie mine-

rarie. I più abili furono gli inglesi della “Evancon Gold Mining Company Limited”, che fino al 1911, in meno di un

decennio, svuotarono le vene aurifere della Chamousira. La compagnia inglese stimava di ricavare 2,5 grammi

d’oro da ogni tonnellata di quarzo, trovandone in realtà molto di più, in alcuni casi anche 14 grammi per tonnel-

lata.

Ma altro oro , due blocchi ricoperti di pepite, stimati intorno ai 500 mila euro, è stato estratto anche dopo la

chiusura della miniera da due cercatori di professione, che poi lo hanno venduto al Museo di Storia Naturale di

Milano, dove i blocchi sono esposti.

Lungo i secoli nelle viscere delle Alpi valdostane sono stati scavati centinaia di chilometri di gallerie in oltre 200

miniere ufficialmente censite. Nel corso dei secoli c’è sempre stato chi ha fatto in modo che la memoria delle

miniere non venisse cancellata, e l’impegno e la pazienza di costoro hanno portato a un risultato incredibile:

con tre milioni di fondi europei è stato concluso, nell’estate scorsa, il ricupero e il restauro di due importanti

miniere. Quella di Chamousira a Brusson, chiusa nel 1983, e quella di Servette, a Saint San Marcel, dismessa nel

1967.

Le due miniere distano un’ora d’auto una dall’altra, in un paesaggio da favola, con i tre giganti del Terziario, il

Monte Rosa, il Cervino e il Monte Bianco, che stanno lì da quando si è formata la regione alpina, tra i 65 e i 3

milioni di anni fa. .

Le due gallerie restaurate, tra i 1550 e i 1800 metri di altitudine, i depo-

siti di esplosivo e le polveriere, la fonderia e le forge, la teleferica “va e

vieni” a due corde per la salita e la discesa degli attrezzi e del materiale,

i vagoni e le rotaie, gli alloggi dei minatori e la casupola del custode, i

serbatoi dell’aria compressa, le maschere e le lampade ad acetilene,

costituiscono quello che non è un “museo senza vita”, ma un racconto

di storie vere.

La fotografia della prima pagina illustra

Luoghi da visitare, se avete tempo.

Palazzo Pallavicini Rospigliosi - Roma -

Il Palazzo fu edificato dal Cardinale Scipione Borghese, nipote del papa Pio V, nel 1605-1619, come

grande dimora della famiglia, accanto alla residenza papale del Palazzo del Quirinale.

Storia. La costruzione venne affidata dal Cardinale Caffarelli Borghese a Flaminio Ponzio al quale suc-

cedette nel 1613, dopo la morte del Ponzio, l’architetto Carlo Maderno, mentre il giardino (con il

Casino dell’Aurora) fu progettato da Giovanni Vasanzio.

Il Palazzo passò successivamente, per breve tempo, a Giovanni Angelo Altemps, che lo acquistò nel

1616 facendolo rifinire da Onorio Longhi. Sei anni dopo venne venduto ai Bentivoglio, poi passò ai

Lante e poi al Cardinal Mazzarino e da lui ai suoi eredi Mancini. Durante questo tempo venne utilizza-

to come sede dell’Ambasciata di Francia, prima del suo trasferimento a Palazzo Farnese.

Nel 1704 il palazzo fu acquistato da principe Giovanni Battista Rospigliosi, figlio di Camillo e nipote di

papa Clemente IX, e da sua moglie, la principessa Maria Camilla Pallvicini, e divenne così la residenza

della famiglia Pallavicini Rospigliosi, che ancora oggi ne possiede la metà, mentre l’altra metà venne

ceduta dai Rospigliosi dopo la grave crisi finanziaria dovuta agli sforzi per sostenere gli oneri della bo-

nifica della tenuta di Maccarese.

Attualmente è la sede della Coldiretti, mentre il Casino è affittato occasionalmente per riunioni e con-

ferenze.

Le opere d’arte. Le principali attrattive del palazzo sono costituite da un piccolo museo contenente

una collezione rinascimentale-barocca di grande valore e interesse e il Casino dell’Aurora, così deno-

minato perché ospita l’omonimo affresco di Guido Reni (del 1614). Il dipinto raffigura Apollo nel suo

carro preceduto da Aurora, che porta la luce al mondo.

Il Casino dell’Aurora, gioiello del barocco romano del 1600, fu fatto erigere da Scipione Borghese dall’-

architetto fiammingo Giovanni Vasanzio sulle rovine delle Terme di Costantino. Il padiglione, di 220

metri quadrati, è formato da un ambiente centrale la cui volta fu affrescata dal Reni con il carro dell’-

Aurora, la pareti con affreschi di Antonio Tempesta, di Cherubino Alberti, di Paolo Brill, e da due sale

laterali anch’esse affrescate da Giovanni Baglione e da Domenico Cresti, detto il Passignano.

Vi si trovano inoltre busti marmorei e preziose sculture.

La Galleria d’arte Pallavicini , il cui primo nucleo fu costituito dal Cardinale Lazzaro Pallavicini, include

oggi più di 540 pitture, disegni e sculture di artisti come Annibale Carracci, Pietro da Cortona, Nicolas

Poussin, Botticelli, Rubens, Domenichino, Luca Signorelli, Guido Reni e Guercino. Di Lorenzo Lotto va

segnalato il Trionfo della castità.

Gli ambienti sono affrescati da Giovanni da San Giovanni (Carro della Notte del 1622-27) e Paul Brill.

Una loggia in giardino è affrescata da Orazio Gentileschi e Agostino Tassi.

La galleria costituisce oggi, con le collezioni delle famiglie Colonna e Doria-Panphili, una delle più gran-

di raccolte private d’arte di Roma.

Informazioni utili.

Il Casino apre al pubblico, limitatamente alla sala centrale affrescata da Guido Reni, il 1° giorno di ogni mese

(escluso gennaio) dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00, con ingresso gratuito.

Visite private. In tutti giorni della settimana sono possibili visite per gruppi di almeno 20 persone.

Contattare la proprietà per concordare le condizioni di apertura straordinaria. Tel 06– 8346 7000

L’Aurora di Guido Reni

Container - qualche problema -

Gli operatori dello shipping percepiscono chiara-

mente che il fallimento della Hanjin, compagnia

sudcoreana, è soltanto uno dei tanti casi che si pro-

filano all’orizzonte nel settore dei trasporti via ma-

re. Dal gennaio 2015 a oggi, dei venti top player

globali del settore, sul mercato ne sono rimasti

quindici, e le previsioni più prudenti pensano che il

numero dovrà ridursi a dieci, vista la situazione

preoccupante di molte compagnie.

Da gennaio 2015 è scomparsa la cinese China Ship-

ping, assorbita dall’altra cinese Cosco. L’americana

Apl è stata inglobata nella francese Cma-Cgm, ter-

zo operatore mondiale dopo Maerske e Mcs. La

tedesca Hapag Lloyd ha acquisito la cilena Csav e

sta per fondersi con l’araba Uasc. Poi è arrivato il

fallimento della Hanjin.

Le cause. I ricavi sono sempre minori causati della

corsa, negli anni passati, all’acquisizione di nuove

navi, sempre più grandi, a fronte di un mercato che

correva più piano del previsto. Il che ha determina-

to il crollo dei noli dei contenitori.

I big del settore e loro capacità di trasporto in mi-

lioni di teu.

Maersk 2,8 - Msc 2,5 -

Cma-Cgm 2,00 (dopo la fusione con Apl) -

Cosco 1,35 ( dopo la fusione con Cscl) -

Hapag 1,1 (dopo la fusione con Uasc e Csav) -

Evergreen 0,8 - Mol 0,5 -

Hotel Boscolo -

La valutazione che è stata fatta dal gruppo Usa Nor-

thwood per la catena italiana del lusso, è una cifra

rotonda: 500 milioni di euro, compresi i 310 di debi-

ti verso la banche.

Nell’affare non dovrebbero però entrare i due al-

berghi di Venezia e Nizza, verso la cessione a terzi

per 65 milioni, e la Boscolo Tour Operator.

La famiglia veneta resterà coinvolta nella gestione.

Nel frattempo la gestione denota segnali di miglio-

ramento che dovrebbero ripetersi con l’ingresso

della Northwood, confermando il posizionamento

delle varie location sui 5 stelle.

La pagina economico-finanziaria

Gli svizzeri, e non solo loro, vogliono

andare in Liguria.

Dopo l’inaugurazione della nuova galleria del Got-

tardo e in previsione di quella del Monteceneri, tra

gli operatori turistici e gli spedizionieri cresce la

consapevolezza che i due trafori avranno uno scar-

sissimo impatto sull’economia europea se non sa-

ranno accompagnati dallo sviluppo ferroviario a

Nord (verso la Germania), ma ancora di più a Sud

delle Alpi, verso Milano e verso la Liguria.

Per quanto riguarda l’Italia stiamo parlando della

creazione di una nuova linea ad Alta Velocità/ Alta

Capacità, Milano, Lugano, Mar Mediterraneo.

La prima tratta del progetto dovrà collegare Luga-

no con Seregno, da cui si dipartirà un by-pass che,

aggirando a Est il nodo milanese, si ricongiungerà a

Pavia con il Terzo valico, attualmente in costruzio-

ne, verso Genova, Vado, Savona.

Il by-pass, ad esclusivo uso dei treni merci, è previ-

sto di 78 chilometri.

Il transito giornaliero dei treni merci sarà di 200

convogli , 100 verso nord e 100 verso sud, ad una

velocità di 160 km/ora.

Il costo totale è stimato in 11,2 miliardi, alla cui

copertura contribuiranno in parte società private,

che già hanno dichiarato il loro interesse. Tra que-

ste Nestlè, Migros, la Coop Svizzera, i danesi della

Maersk (vedi box a fianco), il gruppo piemontese

Gavio.

Segnali positivi.

Le immatricolazioni dei veicoli industriali e auto-

carri hanno segnato, nel primo semestre 2016, un

significativo aumento, passando da 7.573 a 10,120,

con un incremento costante in tutti i mesi del se-

mestre.

I dati sono stati annunciati in occasione del Salone

di Hannover, dove le aziende italiane presenti sono

145, sulle 2013 totali.

Al di fuori dei numeri, di per sé molto significativi,

l’aumento indica una previsione positiva del traffi-

co merci, segno a sua volta, di un aumento degli

scambi commerciali. Ciò di cui necessitiamo.