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Mosaico di popoli 187 STORIA Nelle isole sorsero numerose colonie greche e fenicie. I Fenici fondarono Palermo in Sicilia e Cagliari in Sardegna; i Greci fondarono Siracusa, Agrigento, Catania e Messina in Sicilia. Nonostante la massiccia influenza dei colonizza- tori, in altre zone delle due isole emersero civiltà italiche con caratteristiche autonome: i Sardi, i Siculi e i Sicani. Le popolazioni delle isole Tra il 2000 a.C. e il 1500 a.C. in Sardegna si sviluppò la civiltà nuragica, il cui nome deriva dalle abitazioni costruite dai Sardi:i Nuraghi. Oltre ad occuparsi di allevamento e agricoltura, la civiltà dei Sardi sfruttò l’estrazione e la lavorazione dei mine- rali metallici: costruirono armi e statuette che raffiguravano imbarcazioni, figure umane e animali. I Sardi Qualche secolo prima della colonizzazione greca, giunse in Sicilia, attraverso lo stretto di Messina, la popolazione dei Siculi. Essi conquistarono la zona centrale dell’isola, soppiantando la civiltà dei Sicani, e si spinsero fino a sud. I Siculi furono grandi nemici dei Greci, come i Sicani, ma ne assorbirono la cultura. I Siculi e i Sicani Valle dei Templi, Agrigento Barca lavorata in bronzo detta “Re Sole” Anfora decorata appartenuta alla popolazione dei Siculi La Valle dei Templi di Agrigento rappresenta ancora oggi la testimonianza sublime della civiltà greca in Sicilia.Tra le cam- pagne colme di mandorli in fiore, lo sguardo si posa sui mera- vigliosi ruderi dei templi, che nel tempo hanno conservato intatta la loro imponenza architettonica. La Valle dei Templi sorge nella parte più a sud, sulle rovine dell'antica città. La Valle è stata dichiarata parco archeologico e vi si trovano i templi denominati con i nomi degli dei cui erano dedicati: tempio di Zeus Olimpio, tempio di Castore e Polluce, tempio di Eracle (Ercole), tempio della Concordia e tempio di Hera Lacinia. Conoscere i popoli stanziatisi nell’Italia insulare: i Siculi, i Sicani e i Sardi

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Trail2000a.C.eil1500a.C.inSardegnasisviluppòla civiltà nuragica, il cui nome deriva dalle abitazioni costruitedaiSardi:iNuraghi. Oltreadoccuparsidiallevamentoeagricoltura,laciviltà deiSardisfruttòl’estrazioneelalavorazionedeimine- ralimetallici:costruironoarmiestatuetteche raffiguravanoimbarcazioni,figureumanee animali. 187 Mosaicodipopoli Anforadecorata appartenutaalla popolazionedei Siculi Barcalavoratain bronzo detta“ReSole” ValledeiTempli,Agrigento

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Mosaico di popoli

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STORIA

Nelle isole sorsero numerose colonie greche efenicie. I Fenici fondarono Palermo in Sicilia eCagliari in Sardegna; i Greci fondarono Siracusa,Agrigento, Catania e Messina in Sicilia.Nonostante la massiccia influenza dei colonizza-tori, in altre zone delle due isole emersero civiltàitaliche con caratteristiche autonome: i Sardi, iSiculi e i Sicani.

Le popolazioni delle isole

Tra il 2000 a.C. e il 1500 a.C. in Sardegna si sviluppò laciviltà nuragica, il cui nome deriva dalle abitazionicostruite dai Sardi: i Nuraghi.

Oltre ad occuparsi di allevamento e agricoltura, la civiltàdei Sardi sfruttò l’estrazione e la lavorazione dei mine-

rali metallici: costruirono armi e statuette cheraffiguravano imbarcazioni, figure umane eanimali.

I Sardi

Qualche secolo prima della colonizzazione greca, giunsein Sicilia, attraverso lo stretto di Messina, la popolazionedei Siculi. Essi conquistarono la zona centrale dell’isola,soppiantando la civiltà dei Sicani, e si spinsero fino a sud.I Siculi furono grandi nemici dei Greci, come i Sicani, mane assorbirono la cultura.

I Siculi e i Sicani

Valle dei Templi, Agrigento

Barca lavorata inbronzodetta “Re Sole”

Anfora decorataappartenuta allapopolazione deiSiculi

La Valle dei Templi di Agrigento rappresenta ancora oggi latestimonianza sublime della civiltà greca in Sicilia.Tra le cam-pagne colme di mandorli in fiore, lo sguardo si posa sui mera-vigliosi ruderi dei templi, che nel tempo hanno conservatointatta la loro imponenza architettonica. La Valle dei Templisorge nella parte più a sud, sulle rovine dell'antica città.La Valleè stata dichiarata parco archeologico e vi si trovano i templidenominati con i nomi degli dei cui erano dedicati: tempio diZeus Olimpio, tempio di Castore e Polluce, tempio di Eracle(Ercole), tempio della Concordia e tempio di Hera Lacinia.

Conoscere i popoli stanziatisi nell’Italia insulare: i Siculi, i Sicani e i Sardi

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VERIFICAVERIFICA

Osserva e completa lo schema con le caratteristiche specifiche delle popolazioni italiche.

IINN II TTAALLIIAA

Le palafitte erano abita-

zioni composte da grandi

.....................................

sorrette da pali piantati

nel fondo melmoso.

Sopra le piattaforme

costruivano capanne fatte

di legno, ...........................,

frasche e .......................... .

I nuraghi erano case-torri

realizzate con le ................

I Camuni venivano dall’..........

........................, si stabilirono

in Lombardia e precisamente

nella ..........................................

Essi incidevano sulla pietra le

immagini della loro vita quo-

tidiana. Vivevano sulle ...........

................................ .

I Veneti erano di origine

............................... e si

stabilirono in una zona

che comprende l’attuale

................... . Erano abili

nella fusione e nella

lavorazione di ..................

che trasformavano in

utensili e ..................... . I

Veneti usavano cremare i

loro morti le cui ceneri

venivano depositate den-

tro ................ .

I Sardi vivevano in

Sardegna, in abitazioni

chiamate...................... .

Essi praticavano l’..........

e l’...................... I Sardi

erano bravi a costruire

........................ che raffi-

guravano imbarcazioni,

figure umane e animali.

I Sanniti vivevano nelle terre

dell’............... e del ..................

Tra di loro non esistevano

..................., infatti le famiglie

benestanti dividevano la pro-

pria ......................... con quelle

più povere. Gli uomini erano

abili .................., amanti dei

giochi e del combattimento. I

Sanniti furono sconfitti dai

Romani intorno al .................

I Celti erano una popola-

zione che proveniva dal -

le rive del..................

..................... Erano di spi-

rito guerriero e combatte-

vano armati di ..................

o di lunghe lance di ferro

e .............................. I Celti

erano ..............................

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LABORATORIOLABORATORIO

La storia dei popoli italici attraverso le fonti� Le informazioni di cui possiamo disporre sulle civiltà del passato, le otteniamo dallo stu-dio dei ritrovamenti effettuati. Osserva attentamente i reperti illustrati e poi associali alle informazioni che ritieni pertinenti.

La statua in pietra, altaquasi due metri, rappresentail cosiddetto “Guerriero diCapestrano”. Il suo ritrovamento è avvenu-to casualmente in Abruzzo esi tratta di una delle piùimportanti scoperte relativealla cultura italica preromana.

A

La pittura, ritrovata inuna tomba, raffiguraalcuni guerrieri sanniti.

C

La statuina, ritrovata presso Cagliari,rappresenta un arciere sardo in bronzo,riccamente vestito con un gonnellino ditipo orientale. Come si può notare, latesta veniva riparata da uno scudo.

D

La statuetta, ritrovata in Veneto, cimostra un valoroso guerriero di quelpopolo. Ben evidenziati sono l’elmo apunta, la spada e un grande scudousato per proteggersi.

B

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Gli artigiani lavoravano il ferro per ottenere utensili, armi edarmature. Lavoravano anche un tipo particolare di ceramica,il bucchero, un composto di argilla e carbone, che una voltacotto diventava nero e lucido come il bronzo. I commercidegli Etruschi erano intensi e i loro prodotti molto richiesti.

Le navi etrusche, molto resisten-ti, trasportavano le merci intutto il Mediterraneo.Insieme ai Cartaginesi, raggiun-sero il predominio sul mare e si

scontrarono spesso con i Greci.

Mosaico di popoli

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STORIA

Tra i diversi popoli che abitavano l’Italia, attorno al 700 a.C., comparverogli Etruschi, una popolazione di dubbia provenienza che si stabilì

in Etruria, oggi corrispondente alla Toscana. Essi rag-giunsero un grado di sviluppo simile a quello dellegrandi civiltà dei fiumi e dei mari.L’agricoltura era la componente principale dell’eco-

nomia etrusca: gli uomini sfruttavano le risorse delproprio territorio ricavando cereali ed olio. Estraevano

dal sottosuolo il rame, il piombo, lo zinco e dalle roccedelle montagne vicine ricavavano marmi preziosi.

Gli Etruschi

� L’origine degli Etruschi, ancoraoggi, non è certa. Erodoto, uno sto-rico greco, scrisse una storia parti-colare.Nella Lidia, una regione dellaTurchia, ci fu una grave carestia checostrinse il re ad una drastica deci-sione: cacciare una parte dellapopolazione. Vennero estratti asorte alcuni abitanti che, guidati dalfiglio del re, navigarono alla ricercadi una nuova terra da abitare.Così accadde che i Lidi arrivaronoin Italia, si fermarono e fondarononuove città, cambiarono il proprionome e da loro discesero gliEtruschi.

Nell’immagine in alto, la Chimera di Arezzo in bronzo.Sopra un contadino che ara il campo con i buoi.

Recipienti inbronzo eun piattoo r i g i n a r i odella MagnaGrecia

Conoscere i tratti salienti e lo sviluppo della civiltà etrusca

CCAARRTTIINNAA AA PPAAGG.. 335511

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Mosaico di popoli

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STORIA

Le città etrusche erano attraversate da lunghe strade diritte,realizzate con pietra dura e in alcune parti rialzate per con-sentire il passaggio dei pedoni. Gli Etruschi furono bravi ingegneri ed architetti: circondaronola città di grandi mura, realizzarono fognature, ponti e furonoi primi ad ideare l’arco, applicato in porte e finestre.Come quelle greche, le città etrusche erano città-stato indi-pendenti. Inizialmente furono guidate da un re-sacerdote,chiamato “lucumone”; in seguito furono i membri delle famigliepiù importanti ad occuparsi del governo della città. Ogni città volle sempre conservare la propria autonomia eper questo non ci fu mai un unico stato.

Le città

Gli Etruschi erano politeisti, ossia credevano in molti dèi, che spesso coin-cidevano con quelli greci. I sacerdoti erano chiamati aruspici e praticava-no la divinazione, cioè interpretavano la volontà degli dèi osservando ilvolo degli uccelli, oppure studiando il fegato degli animali sacrificati.Come gli Egizi, gli Etruschi credevano nella vita dopo la morte e, per que-

sto motivo, costruirono le loro tombe come vere e proprie case.Nelle diverse stanze, le pareti erano ricche di affreschi che rac-

contavano la vita del defunto e, accanto al suo sarcofago,venivano lasciati gli oggetti personali cheaveva usato in vita. I cimiteri etruschi

ritrovati sono chiamati necropoli edhanno l’aspetto di una città, con vere eproprie strade che si incrociano.

La religione

Il Sarcofago degli Sposi, monumento funebre ritrovatonella necropoli di Cerveteri, oggi al Museo di Villa Giulia

� Osserva attentamente l’opera d’arte etrusca “il Sarcofagodegli Sposi” e rispondi se è vero (V) o falso (F).

- Il volto dei due coniugi è molto sereno.

- L’uomo non è pettinato con molta cura.

- Gli sposi sono raffigurati su di un sarcofago.

- Le sculture etrusche non erano realistiche.

Necropoli etrusca

V F

V F

V F

V F

Conoscere le innovazioni tecnologiche, le credenze religiose e il culto dei morti nella civiltà etrusca

Necropoli: città dei morti, dalgreco nekròs “morto” e polis “città”.

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Mosaico di popoli

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STORIA

Gli Etruschi davano molta importanza al diverti-mento. I ricchi facevano feste con grandi ban-chetti, spettacoli di giocolieri, acrobati e presti-giatori. Anche i meno ricchi si divertivano conmusiche, danze e giochi, come il tiro alla fune ol’arrampicata sui pali. Le donne avevano unruolo importante: non soltanto accudivano lacasa e crescevano i figli, ma partecipavano insie-me ai mariti alle decisioni e alla vita pubblica.

La vita sociale

La scrittura etrusca rimane ancora oggi nondel tutto decifrata. Infatti gli esperti cono-scono il significato soltanto di pochissimeparole. Tutto quello che sappiamo sugliEtruschi deriva perciò dai reperti archeolo-gici ritrovati nelle tombe e dai racconti deiGreci e dei Romani.

La scrittura

Dopo due secoli di grande splendore, la civiltà etrusca iniziò a decadere.Probabilmente l’organizzazione in città-stato indipendenti, sempre politica-mente divise, fece degli Etruschi un bersaglio facile per una nuova civiltà

nascente: i Romani.Questo popolo impose leproprie leggi agli Etruschisenza distruggere le cittàe permettendo loro dirimanere autonome.

Il declino

� Dai ritrovamenti archeologici si è scoperto che le donne etrusche eranomolto belle. In particolar modo le signore dell’aristocrazia, per apparire ancorapiù affascinanti, dedicavano molte ore alla cura del loro corpo. Le ragazze usavano i bellissimi specchi in bronzo, che erano il vanto dell’artigia-nato etrusco, per pettinarsi i capelli. Sul tavolo, da eleganti cofanetti in bronzo,fuoriuscivano gioielli in oro, bronzo e ambra; mentre vasetti in terracotta con-tenevano creme profumate che venivano spalmate su tutto il corpo.

Testo etrusco inciso su di una lastra di bronzo.

Soldatoetruscoin bronzo.

Conoscere l’organizzazione ed infine il declino della civiltà etrusca

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La civiltà romana

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STORIA

I Latini erano un popolo cheviveva sui Colli Albani. Intornoal 1000 a.C. alcuni di loro decise-ro di partire alla ricerca di nuoveterre da abitare. Trovarono unazona dove sette colli si affaccia-vano lungo il fiume Tevere. Trauna sponda e l’altra del fiumec’era una piccola isola, Tiberina,che permetteva di passare facil-mente da una sponda all’altra.La posizione era ideale, perché ilterreno era fertile e non venivainondato dalle piene del fiume.Qui decisero di costruire i lorovillaggi.Il mare era distante, quindierano al riparo dalle incursionidei pirati, ma allo stesso tempo il fiume, facilmente navigabile,permetteva di raggiungere la costa. Sulla costa c’erano gliEtruschi, che commerciavano il sale prodotto in grande quantitànelle saline in Etruria.I Romani iniziarono ad interessarsi a questo tipo di commercio.Costruirono magazzini di fronte all’isola Tiberina per raccogliereil sale che doveva essere trasportato da una sponda all’altra.Pian piano, grazie al commercio del sale si arricchirono, ingran-dirono i loro villaggi e, verso l’800 a.C., alcuni di questi si unironoe formarono una nuova città: Roma.

Le origini di Roma

� Il sale era un pro-dotto ricercatissimoda tutte le popola-zioni, perché servivaper la conservazionedei cibi.

� Rispondi alle domande.

- Dove vivevano i Latini

prima dell’anno 1000 a.C.?

- Come si chiama l’isola sul

fiume Tevere?

- I Latini dove costruirono i

nuovi villaggi?

- Come era il terreno in

quella zona?

- Perché il sale era prezioso?

QQUUIIRRIINNAALLEE

VVIIMMIINNAALLEE

EESSQQUUIILL IINNOO

CCEELLIIOOPPAALLAATTIINNOO

AAVVEENNTTIINNOO

CCAAPPIITTOOLLIINNOO

ISOLA TIBERINA

fium

eTe

vere

Cogliere il rapporto tra le caratteristiche ambientali e lo sviluppo della civiltà romana

CCAARRTTIINNAA AA PPAAGG.. 117766

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I miti

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Mitologia

La leggenda narra che durante la guerra dei Greci controTroia, il principe troiano Enea riuscì a fuggire insieme alpadre e al figlio Ascanio. Dopo tante avventure, i tre riu-scirono ad arrivare in Italia, dove Ascanio, diventatoadulto, fondò la città di Albalonga. I re successivi regna-rono in pace e con saggezza, fino a quando fu re Numitore. Egli aveva un fratello, Amulio, che voleva regnare al suoposto. Quando quest’ultimo scoprì che non sarebbe maidiventato re, decise di imprigionare Numitore ecostrinse la figlia, Rea Silvia, a farsi sacerdotessa, inmodo che non potesse avere figli.Un giorno il dio Marte incontrò Rea Silvia; i due siinnamorarono e dalla loro unione nacquero duegemelli, Romolo e Remo. Amulio scoprì tutto e fece uccidere la nipote. Poi mise i due bambini in una cesta che lasciò sci-volare nel fiume Tevere, sicuro che il fiume li avrebbeportati fino al mare dove sarebbero affogati. La cesta, invece, si incagliò fra i cespugli prima di arrivare al mare. Una lupa si accorse deibambini, li salvò e li allattò fino al giorno in cui un pastore li trovò e li prese con sé. Quandoi due bambini diventarono grandi, scoprirono la verità, ritornarono ad Albalonga e liberarono

il nonno Numitore rimettendolo sul trono. Poi tornarono nel luogo dovefurono trovati dalla lupa e decisero di fondare una nuovacittà. Ben presto però si trovarono a litigare su chi nesarebbe stato il re. La contesa fu vinta da Romolo, che ini-ziò a tracciare i confini della futura città con l’aratro. A questo punto Remo oltrepassò il confine in senso disfida e Romolo lo uccise. Fu così che nel 753 a.C.Romolo fondò e fu il primo re di una nuova città a cui

diede il nome di Roma.

(da “Mitologia romana”, Mondadori)

Romolo e Remo

� Riordina nel modo corretto il mito appena letto.

Confrontare miti diversi con la verità storica per coglierne il significato sotteso

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La civiltà romana

197

STORIA

Il primo governo della città di Roma fu laMonarchia, cioè il governo del re.Il re era a capo dell’esercito, giudicava nei pro-cessi, emanava le leggi e nessuno lo controllava;il suo regno, però, non poteva essere ereditatodal proprio figlio. Infatti era l’assemblea deicapifamiglia, il Senato, che eleggeva il re.

La nascita della Monarchia

Secondo la leggenda, nel 753 a.C., il primo redi Roma fu Romolo, lo stesso uomo che l’ave-va fondata. Dopo di lui ci furono altri sei re, cheportarono Roma a trasformarsi da villaggio dicapanne in una grande città.

Il secondo re fu Numa Pompilio, unSabino, che insegnò il rispetto pergli dèi, istituì il calendario, alcunefeste romane e cercò di renderemeno rozze le abitudini dei Romani.Fu il primo ad unificare i villaggi deicolli romani.

Tullio Ostilio, il terzo re, fece la guerra aiLatini e distrusse Albalonga, il loro centro piùimportante.Il quarto re fu Anco Marzio che fondò unacittà alla foce del fiume, Ostia, che divenneun importante porto per i traffici dei Romani.Fece anche costruire il primo ponte di Roma,chiamato ponte Sublicio.

I Sette re di Roma

Monarchia: forma di governo il cuipotere è affidato ad una sola persona,il re, che lo mantiene per tutta la vita.

L’iscrizione di que-sta lapide, rinvenutaa Roma, inizia con leseguenti parole:“Romolo, figlio diMarte, fondò la cittàdi Roma”.

Delineare la prima forma di organizzazione politica della civiltà romana: la monarchia

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La civiltà romana

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STORIA

Gli ultimi tre re furono di origine etrusca.Tarquinio Prisco, il quinto, si preoccupò dibonificare le paludi che si trovavano nelle pia-nure vicino al fiume Tevere. Negli spazi ricavatifece costruire una grande piazza, il ForoRomano (nella foto). Il suolo venne pavimenta-to e venne realizzato un sistema di fognatureper raccogliere le acque della città. Inoltre furo-no realizzati edifici pubblici e templi, come iltempio di Giove in Campidoglio.

Il penultimo re fu Servio Tullio che fece costruire le mura a dife-sa della città, chiamate appunto Mura Serviane. Riorganizzòl’esercito e divise la popolazione in cinque classi sociali, daipiù ricchi ai più poveri.L’ultimo re di Roma, il più crudele e dal carattere arrogante, fuTarquinio il Superbo. Fece delle conquiste e rese più forte lacittà, ma i Romani, stanchi delle sue prepotenze, nel 509 a.C.lo cacciarono da Roma e posero fine alla monarchia.

� Sicuramente i re di Roma non furono sol-tanto sette, visto che il periodo dellamonarchia durò circa due secoli e mezzo.Le vicende dei sette re si basano comun-que su fatti storici realmente accaduti.

Una veduta delle mura Serviane

Al principio dell’età dei re, il territorio diRoma non era superiore ai 100 chilometriquadrati. La potenza romana era simile aquella di altre città latine, come Albalongao Lanuvio.Dopo qualche decennio Roma era diven-tata molto più forte: aveva conquistato ilterritorio della foce del Tevere, dovefondò la sua prima colonia, Ostia, ed inseguito conquistò Albalonga e i MontiAlbani. Così Roma, più forte sia dal puntodi vista militare, sia da quello politico,potè stringere patti di alleanza con le altrecittà del Lazio. Da quel momento le suericchezze e la sua potenza aumentaronosempre di più.

Il periodo dei grandi re di Roma

Delineare la prima forma di organizzazione politica della civiltà romana: la monarchia

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VERIFICAVERIFICA

Vero o Falso? 1

Racconta con parole tue la leggenda della nascita di Roma.2

Collega i nomi dei re alle frasi corrispondenti.3

• I Latini erano un popolo che viveva sui Colli Albani.

• Il fiume che si affacciava lungo i colli è il Tevere.

• Gli abitanti di queste zone costruirono magazzini per raccogliere il sale.

• Verso l’800 a.C. gli abitanti dei colli si riunirono insieme e fondarono una nuova città che chiamarono Roma.

V F

V F

V F

V F

V F

• La prima forma di governo della città di Roma fu la Repubblica.

Fu il primo ad unificare i villaggi dei colli romani.

Alla foce del fiume fondò una città: Ostia.

Fu il primo re di Roma.

L’ultimo re di Roma fece molte conquistee rese più forte la città.

Fece costruire le mura a difesa della città.

Fece la guerra ai Latini e distrusse Albalonga.

Fece costruire una grande piazza:il Foro Romano.

V F

• I Latini si spostarono dai Colli Albani e trovarono una zona con sei colli.

Romolo

Numa Pompilio

Tullo Ostilio

Anco Marzio

Tarquinio Prisco

Servio Tullio

Tarquinio il

Superbo

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La società romana era divisa in due classi sociali.I patrizi erano coloro che discendevano dalle antiche famiglie che avevano

fondato Roma. Erano uomini istruiti, ricchi e possedevano molte terre,godevano di tutti i diritti, compreso quello di governare la città.I plebei erano artigiani, commercianti, contadini e pastori, ossia lamaggioranza della popolazione. Essi non potevano partecipare diret-

tamente alla vita politica, e dovevano vivere in condizioni piuttostomodeste, spesso in povertà.Tra patrizi e plebei si poteva instaurare un particolare tipo di rela-zione chiamato rapporto di clientela. Succedeva quando un ple-beo si impegnava a lavorare per un patrizio, a seguirlo in guerra oad appoggiarlo nelle discussioni politiche, in cambio di un aiutoeconomico e di protezione. In questo modo il patrizio diventava ilpatrono e il plebeo un cliente.Inoltre i patrizi e i plebei più ricchi potevano possedere gli schiavi,che non erano considerati cittadini romani e non avevano alcundiritto. Venivano acquistati e ven-duti nei mercati, svolgevano i lavoripiù umili e non era loro permessopossedere nulla. I padroni potevanoliberare gli schiavi che si erano com-

portati bene o che avevano presta-to il loro lavoro per molti anni.Questi venivano chiamati liberti.

La civiltà romana

200

STORIA

La società romana

� Leggi le diciture ed associale correttamente alle fonti indicandole con il numero corrispondente.

I plebei lavoravano comeartigiani nelle botteghe

1 Gli schiavi lavoravanosodo per fare le strade

2 L’abito tradizionale deipatrizi era la toga

3

Patrizi: è una parola che deri-va dal latino “patres” cioèpadri. Sta ad indicare proprioi padri fondatori della città.Plebei:deriva dal latino “plebs”,cioè moltitudine.

Patrizio romano regge i busti degli antenati

Riflettere e conoscere la struttura sociale della civiltà romana

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201

VERIFICAVERIFICA

alcuni patrizi passeggiano per la via principale con le loro vesti caratteristiche: le toghe;

due plebei artigiani si occupano della vendita delle stoffe prodotte nella loro bottega;

due commercianti plebei discutono delle trattative da affrontare nei loro scambi;

la moglie di un patrizio torna a casa trasportata su una portantina da quattro schiavi;

un patrizio si disseta bevendo del buon vino in una osteria;

alcuni schiavi completano la realizzazione della strada.

1

2

3

4

5

6

Per le vie di Roma tra patrizi, plebei e schiaviAl termine della Monarchia, a Roma vivevano circa 30 000 persone. Tra le vie della città si potevanoincontrare i patrizi, i plebei e gli schiavi.

Scrivi nei cerchietti il numero corrispondente alle voci sottoindicate:

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La civiltà romana

202

STORIA

Dopo aver cacciato l’ultimo re, nel 509 a.C., i Romani for-marono un nuovo tipo di governo: la Repubblica.Al posto del re i poteri furono dati a due consoli, con ilcompito di far rispettare le leggi e comandare l’esercito.I consoli rimanevano in carica un anno, erano scelti fra ipatrizi ed erano in due in modo che l’uno controllasse l’al-tro, evitando così che tutto il potere fosse di una sola per-sona. Gli altri poteri del re furono divisi tra i magistrati, cheerano formati da:• i censori, che stabilivano le tasse;• i pretori, che si occupavano della giustizia;• i questori, che amministravano i soldi dello Stato;• gli edili, che si occupavano dei lavori pubblici.I magistrati venivano eletti dalle assemblee dei cittadini,che ovviamente erano composte esclusivamente dai patri-zi. Quando il governo si trovava ad affrontare momenti dif-ficili e drammatici, si provvedeva a nominare un dittatoreche assumeva su di sé tutti i poteri, ma rimaneva in caricaper soli sei mesi.Il senato, formato non più dai capifamiglia ma dai magistra-ti anziani, aveva il controllo su tutto, consigliava i consolinelle loro decisioni e vigilava sulle scelte dei magistrati.I senatori avevano così un forte potere decisionale, ancheperché non cambiavano ogni anno, ma rimanevano in caricaper tutta la vita.

La nascita della Repubblica

Una parte della processionesenatoriale ritrovata nel “sar-cofago di Acilia”

Repubblica:dal latino“respublica”, cioè cosa pub-blica. Il governo dellostato è di tutti i cittadini enon di una sola persona.Senato: deriva dal latino“senex” che significa“vecchio”.

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203

VERIFICAVERIFICA

Segna a chi si addice ogni frase: PA = Patrizi; PL = Plebei; S = Schiavi.1

Osserva le immagini e segna la sigla corrispondente:

PA = Patrizi; PL = Plebei; S = Schiavi.2

• Erano i discendenti delle famiglie che fondarono Roma.

• Erano operai, artigiani e commercianti.

• Coltivavano i campi dei ricchi.

• Potevano essere venduti.

• Non erano considerati cittadini romani.

• Governavano la città.

• Seguivano i patrizi in guerra.

Rispondi alle domande.3

Che cos’è la Repubblica?

Perché c’erano due consoli?

Da chi era formato il Senato?

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La civiltà romana

204

STORIA

La maggior parte della popola-zione era formata dai plebei chenon potevano ricoprire carichepubbliche, mentre i patrizi gode-vano di tutti i diritti.Inizialmente le leggi non eranoscritte, si tramandavano a voce,così spesso venivano interpreta-te a favore di chi era più potente.Inoltre, a Roma vigeva una leggeche obbligava tutti i cittadiniromani, che possedevano dellaterra, a partecipare alle guerrecome soldati.I patrizi, quando partivano per laguerra, lasciavano gli schiavi acoltivare la loro terra, mentre iplebei dovevano lasciare i campi incolti. Alla fine della guerra i plebei non avevano alcundiritto nella suddivisione dei territori conquistati. Al ritorno a casa i loro campi erano abban-donati e loro si ritrovavano più poveri di prima.Per questi motivi i plebei si ribellarono, riuscendo ad ottenere alcuni successi che comunquenon risolsero la situazione. Le leggi furono scritte su dodici tavole di bronzo ed esposte nelForo, in modo che tutti potessero conoscerle e rispettarle.Ai plebei venne data la possibilità di riunirsi in assemblee: icomizi tributi, dove potevano discutere, approvare le leggi e,

tramite votazione, eleggere i tribuni della plebe. Essierano magistrati plebei che dovevano difenderegli interessi della plebe.I tribuni erano considerati sacri ed inviolabili

e potevano opporsi anche alle deci-sioni prese dal Senato se eranocontrarie ai bisognidei plebei.

� Sottolinea nel testo i motivi per cui i plebei siribellarono ai patrizi.

� Rispondi alle domande.

- Che cosa ottennero i plebei con le loro lotte?

- Chi erano i tribuni della plebe?

Soldatoromano

Due delledodici tavole

Lotte tra patrizi e plebei

Individuare i conflitti sociali che portarono alla crisi della repubblica

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I miti

205

STORIA e Mitologia

La leggenda racconta che i plebei si ritirarono sul colle Aventino,decisi a fondare una nuova città.I senatori romani, preoccupati, inviarono un patrizio di nomeMenenio Agrippa per cercare un accordo.Agrippa era un uomo molto intelligente e per convincere iplebei a ritornare a Roma, raccontò loro una storia.“Molto tempo fa il corpo umano era diviso in tante parti.Un giorno queste parti decisero di non lavorare più, perchéerano stanche di portare il cibo allo stomaco che non face-va niente. Volevano farlo morire di fame, così le maninon portarono più il cibo alla bocca, la bocca non vollepiù aprirsi e i denti smisero di masticare. Ma più iltempo passava e più le parti del corpo si indeboliva-no, non avevano più la forza di muoversi e i musco-li si rimpicciolivano. Lentamente anche le parti delcorpo sarebbero morte perché lo stomaco ha la fun-zione di distribuire il cibo in tutto il corpo... Lamorale della favola è che il corpo può vivere solo conla concordia e l’armonia fra tutte le parti”.In questo modo il patrizio fece capire ai plebei quanto fossenecessario che essi ritornassero a Roma.Il discorso di Agrippa fu talmente convincente che i plebei accettarono di rientrare in città, main cambio pretesero la nomina di due rappresentanti: i tribuni della plebe.

(da “Mitologia romana”, Mondadori)

� Riordina nel modo corretto il mito appena letto.

� Dopo aver letto il mito rispondi alle domande.

- Che cosa vuole indicare Menenio Agrippa, nella sua storia, quando parla dello stomaco?

- Che cosa sono le parti?

- Che cosa ottennero i plebei in cambio del loro ritorno a Roma?

Come Agrippa convinse i plebei

Confrontare miti diversi con la verità storica per coglierne il significato sotteso

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La civiltà romana

206

STORIA

Durante il periodo della Repubblica, Roma affrontò diverse guerre per difendere i propri ter-ritori e per conquistarne di nuovi.

La conquista dell’Italia

Nel 390 a.C. circa, i Romani subirono l’in-vasione più importante, quella da parte deiGalli, un popolo di origine celtica che pro-veniva dall’attuale Francia. I Galli non vole-vano il potere sui popoli vinti, ma si accon-tentavano del pagamento di un riscatto. Fucosì che i Romani furono costretti a pagaretanto oro quanto era il peso imposto sulpiatto della bilancia, e in cambio i Galliabbandonarono Roma.

Guerra contro i Galli

Annientato il pericolo dei Galli, i Romani si riorganizzaro-no e cercarono di conquistare nuovi territori. Si diresseroverso sud dove incontrarono i Sanniti, un popolo di rudiguerrieri che vivevano sui monti dell’Abruzzo, del Molisee della Campania. Le guerre con questo popolo duraronocirca 50 anni, dal 343 a.C. al 295 a.C. Inizialmente i com-battimenti erano favorevoli ai Romani, che però successi-vamente subirono una pesante sconfitta alle “ForcheCaudine”. I Romani furono comunque abili nel riprender-si e nel riorganizzare l’esercito. Nella guerra successiva iSanniti furono sconfitti e con loro tutti i popoli alleati:Umbri, Galli ed Etruschi. A questo punto il territorioromano si estendeva dal mar Tirreno fino all’Adriatico,arrivando a confinare con la Magna Grecia.

Guerra contro i Sanniti

� Si narra che i Galli riuscirono ad entrare a Roma, costringendoparte dei soldati a nascondersi in Campidoglio.In quel periodo saccheggiarono la città ed uccisero gli abitanti.Durante la notte sarebbero riusciti a cogliere di sorpresa i sol-dati romani, ma le oche del Campidoglio al loro passaggio ini-ziarono a starnazzare. I soldati romani si svegliarono e riuscironoa contrastare l’attacco dei Galli.

Rilievo di un’urna raffigurante il saccheggio di untempio da parte di guerrieri galli.

Guerrieri sanniti

Conoscere le vicende e i personaggi che portarono la civiltà romana alla conquista di nuovi territori

CCAARRTTIINNAA AA PPAAGG.. 335522

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I miti

207

STORIA e Mitologia

Caio Muzio era un giovane romano dotato di molte virtù, ma più di tuttoaveva un forte amore per la patria.Quando i Romani furono assediati dal popolo etrusco, Muzio decise ditravestirsi da soldato etrusco e di introdursi nell’accampamentonemico. Era deciso ad uccidere il re etrusco, sicuro che la sua morteavrebbe portato alla fine dell’assedio. Arrivato fino alla tenda delre, vi trovò riuniti alcuni dignitari. Non conoscendo personalmente il sovrano e non volendo inso-spettirli con strane domande, si lanciò sull’uomo che ritene-va più probabile e lo pugnalò. Purtroppo l’uomo colpitonon era il re, ma il suo segretario. Muzio venne preso eportato al cospetto del re che, in quel momento, stavacompiendo un sacrificio agli dèi con un braciere acceso.Quando il re fu informato sull’accaduto minacciò il giova-ne soldato di tortura se non avesse risposto ad alcune doman-de. A quel punto Muzio piuttosto che parlare mise la sua manodestra sul braciere e la lasciò bruciare senza batter ciglio, tenendo gli occhi fissi sul re.Il sovrano ammirato da una tale dimostrazione di coraggio decise di lasciarlo libero e gli restituìil pugnale. Muzio lo prese con la mano sinistra e da allora fu chiamato Scevola, cioè mancino.Al momento di partire il giovane confidò al sovrano nemico che nel campo si nascondevano altritrecento giovani come lui, pronti a sacrificarsi per la patria. Sempre più impressionato, nontanto dal numero, quanto dal valore di un popolo così eroico, il re etrusco decise di negoziare lapace con i Romani.

(da “Mitologia romana”, Mondadori)

La leggenda di Muzio Scevola

� Riordina correttamente il mito appena letto.

� Dopo aver letto il mito rispondi alle domande.

- Qual era la maggiore virtù che possedeva Muzio?

- Che cosa fece Muzio piuttosto che rispondere alle domande del re etrusco?

- Perché Muzio fu chiamato Scevola? Che cosa significa?

- Perché il re etrusco decise di negoziare la pace con i Romani?

Confrontare miti diversi con la verità storica per coglierne il significato sotteso

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La civiltà romana

208

STORIA

Dopo i Sanniti, i Romani vollero conquistare anche le cittàdella Magna Grecia. Fra queste, l’unica che oppose unadura resistenza fu Taranto, potente città commerciale emarittima. I Tarantini per combattere i Romani chiesero edottennero l’aiuto di Pirro, re dell’Epiro, una regione dellaGrecia.Pirro arrivò in Italia con il suo esercito composto da uncerto numero di elefanti. I Romani, che non conoscevanoquesti animali, furono colti di sorpresa, e Pirro riuscì avincere due battaglie, anche se con molte perdite. Nel 275 a.C. si scontrarono nuovamente nella città diMaleventum (dal latino, cattivo evento), ma questa voltai Romani ebbero la meglio e Pirro fu definitivamentesconfitto e costretto a ritornare nell’Epiro. Da quel giornoquella città fu ribattezzata dai Romani “Beneventum”, chesignifica buon evento. Con la sconfitta di Pirro, Taranto siarrese e con essa molte altre città della Magna Grecia.Il territorio di Roma comprendeva ormai quasi tutta lapenisola italica.

Guerra contro Taranto

Busto di Pirro

509 a.C.Nascita dellaRepubblica

390 a.C.Invasione dei Galli

a Roma

343 a.C.Guerra contro

i Sanniti

295 a.C.Vittoria diRoma suiSanniti

275 a.C.Vittoria di

Roma controPirro

Conoscere le vicende e i personaggi che portarono la civiltà romana alla conquista di nuovi territori

CCAARRTTIINNAA AA PPAAGG.. 335533

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La civiltà romana

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STORIA

Quando i Romani conquistarono le colonie greche nell’Italia meridiona-le, si trovarono di fronte ad un nuova cultura, antica e raffinata, cheaveva prodotto splendide città ed opere d’arte. In Magna Greciaabitavano gli scrittori, i poeti, i filosofi, i matematici e gli scienzia-ti più importanti di quel tempo. I Romani conquistarono queste città, ma furono a loro volta con-quistati dallo stile di vita raffinato e colto del popolo sconfitto.Con il passare del tempo impararono ad apprezzare il teatro e le

commedie che rappre-sentavano scene dellavita reale, raccontatecon comicità.

Alcuni Romani, influen-zati dalla cultura greca,iniziarono a scriverequello che di anno inanno vedevano accadere. Nacquero così i primi libricon le vicende più antiche di Roma, cioè i primi testidi storia. Nel frattempo fra i più nobili si diffuse ilgusto per le arti, come la musica, le rappresentazionipittoriche e la poesia.

L’incontro con la cultura greca

I Romani stabilirono con i popoli vinti rapporti di solidarietà efedeltà. Le città conquistate mantenevano la loro autonomia,cioè continuavano a governarsi da sole, ma allo stesso temporiconoscevano la superiorità di Roma, accettando le leggi edimparando a vivere secondo le loro abitudini.Non tutte le città avevano gli stessi diritti: ad esempio alcunesi associavano a Roma, assumevano pieni diritti e i loroabitanti erano considerati come cittadini romani,altre invece pagavano i contributi algoverno, inviando contingentimilitari, ma gli abitantinon avevano il diritto dicittadinanza romana.Poi c’erano le colonie,dove i cittadini romanisi stabilivano con leproprie famiglie diffon-dendo le loro abitudini.

Organizzare il territorio

A destra, maschera tragica femminile in marmo.Sopra, mosaico che raffigura un gruppo diattori in costume.

Analizzare l’incontro con la cultura greca e i rapporti creati con i popoli conquistati

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La civiltà romana

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STORIA

Dopo aver conquistato gran parte della penisola, iRomani decisero di espandere il loro dominio anchesui commerci marittimi nel Mediterraneo.Cartagine, la città fondata dai Fenici in Tunisia, pre-valeva su tutte le altre per i suoi traffici sul mare. Neisecoli i Cartaginesi avevano fondato diverse colo-nie in Spagna, Sardegna, Sicilia e Corsica. I lorotraffici erano fiorenti e disponevano di una grandeflotta, con navi agili e ottimi marinai.Lo scontro tra Roma e Cartagine fu inevitabile. Ci furono tre guerre che i Romani chiamarono guerre puniche; in latino infatti “punicus”significa “fenicio”. Gli scontri durarono in totale circa cento anni.

La conquista del Mediterraneo

I Romani, non essendo abituati a combatterein mare, idearono per le proprie navi grandiuncini attaccati a delle tavole, i “corvi”, chepermisero loro di combattere come sulla ter-raferma. Le navi nemiche venivano aggancia-te in modo che i soldati potessero sbarcarvi ecombattere corpo a corpo. La prima guerracontro i Cartaginesi scoppiò nel 264 a.C. efinì con la vittoria dei Romani nel 241 a.C.Cartagine fu costretta a cedere la Sardegna,la Corsica ed a rinunciare alla Sicilia.

La prima guerra punica

Commercio navale romano

Ecco com’eraCartagine, conil porto circola-re di Annibale.

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La civiltà romana

211

STORIA

Il secondo conflitto avvenne per ottenere il controllo della Spagna e duròdal 219 a.C. al 202 a.C.Annibale, un condottiero cartaginese, riuscì a portare la guerra in Italia

e con il suo esercito di elefanti inflisse ai Romanipesanti sconfitte.I Romani, sotto il comando di Scipione,chiamato in seguito Scipione l’Africano,si diressero direttamente in Africa.

Annibale fu richiamato a Cartaginee la battaglia definitiva fucombattuta a Zama, inAfrica. I Cartaginesi anchequesta volta persero la guerra econ essa il dominio sulla Spagna.

La seconda guerra punica

Nonostante le dure sconfitte, con il pas-sare del tempo Cartagine riprese i trafficimarittimi e lentamente la città ritornò adun nuovo splendore. Roma, temendo cheCartagine potesse riprendere il vecchiopotere, decise di conquistarla definitiva-mente. Cartagine fu presa d’assedio pertre anni, dal 149 a.C. al 146 a.C., poi fuconquistata, incendiata e rasa al suolo.

La terza guerra punica

Mentre una parte dei Romani affrontava le guerre puniche,un’altra parte di essi era impegnata nella conquista di terri-tori nel Mediterraneo Orientale.Lentamente furono conquistate la Macedonia, la Siria, unaparte dell’Asia Minore ed infine la Grecia, già abbastanzaprovata dalle lotte interne.A questo punto il territorio di Roma diventò vastissimo,venne suddiviso in Province con a capo un Proconsole, ed ilMar Mediterraneo, ormai completamente sotto il dominio deiRomani, fu chiamato Mare Nostrum, cioè “il nostro mare”.

Le conquiste ad Oriente

Cartaginese suun elefante

Busto diScipionel’Africano

Conoscere le vicende e i personaggi che portarono al passaggio dalla Repubblica all’Impero

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LABORATORIOLABORATORIO

Scrivi negli appositi spazi il nome del popolo conquistato ed indica la successione delle conquiste mettendo il numero progressivo nei cerchietti.

1

• Popolo di origine celtica che provenivadall’attuale Francia, il quale non faceva pri-gionieri i vinti, ma chiedeva loro il pagamen-to di un riscatto. Saccheggiò Roma.

• Popolo di rudi guerrieri chevivevano sui monti dell’Abruzzo edella Campania. Inflissero unapesante sconfitta ai Romani, iquali, solo qualche tempo dopo,riuscirono a riprendersi ed a vin-cere la battaglia finale.

• Città di grande potenza eco-nomica e commerciale. Percombattere contro i Romanichiamò in aiuto Pirro, un gran-de re dell’Epiro, regione dellaGrecia. Nel 275 a.C. questa cittàfu sconfitta dal popolo di Roma.

• Città fondata dai Fenici, prevaleva su tuttele altre per i suoi traffici sul mare. Forte mili-tarmente, conquistò e fondò diverse coloniein Spagna, Sardegna, Sicilia e Corsica. Siscontrò con Roma per ben tre volte e leguerre vennero chiamate “guerre puniche”.Gli scontri durarono in totale circa centoanni ed alla fine Roma ebbe la meglio.

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La civiltà romana

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STORIA

I numerosi territori conquistati portarono a Roma ric-chezze e prestigio. I beni presi alle popolazionivinte venivano distribuiti tra generali, coman-danti e soldati. Erano, dunque, solo le fami-glie dei patrizi ad arricchirsi, ed i prigionie-ri di guerra diventavano schiavi di loroproprietà. I plebei non solo non ave-vano diritto alla distribuzionedel bottino, anzi al ritornodalle guerre trovavano campidevastati ed abbandonati,mentre quelli dei patrizi eranocoltivati dagli schiavi. I plebeipertanto si ritrovavano costretti a chie-dere prestiti che poi non riuscivano a saldare, in quanto non poteva-no competere con i prodotti coltivati dagli schiavi a prezzi più bassi,e così molti terreni venivano venduti. I patrizi li acquistavano a pocoprezzo, aumentando le loro proprietà. In questo modo nacquero i latifondi, cioèenormi quantità di terre con un solo proprietario, coltivate da migliaia di schiavi.

La crisi

La diffusione del latifondo, l’aumento degli schiavi el’impossibilità di coltivare le terre crearono unamassa di proletari, (cioè persone che possedevanosolo i loro figli), che dalle campagne si dirigevanoin città alla ricerca di un lavoro.Due tribuni della plebe, i fratelli Tiberio e CaioGracco capirono la situazione e proposero una rifor-ma agraria, che proponeva di sottrarre alcune delleterre dei patrizi per ridistribuirle ai plebei.Questa proposta, ovviamente, non fu gradita ai gran-di proprietari terrieri che fecero assassinare Tiberionel 133 a.C. e dopo dieci anni anche il fratello Caio.

I fratelli Gracchi

Particolare di un ricco possidente terriero chepaga i suoi lavoratori per l’opera svolta.

� Rispondi alle domande.

- A quale ceto sociale di Roma venivano distribuiti i beni presi dalle popolazioni vinte in guerra?

- Com’era la situazione dei plebei al rientro dalle battaglie?

- Che cos’è il latifondo?

- Chi propose la riforma agraria e di cosa si trattava?

Analizzare i conflitti sociali e le vicende che portarono alla crisi della Repubblica

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La civiltà romana

214

STORIA

Con la morte dei fratelli Gracchi e la sconfitta dei loro sosteni-tori, iniziarono le lotte tra Romani, chiamate guerre civili.C’erano i sostenitori degli interessi dei patrizi e coloro cheappoggiavano gli interessi del popolo.Caio Mario, un generale di origine plebea, realizzò la riformadell’esercito.Inizialmente i soldati romani erano costretti a pagarsi da soli learmi, non ricevevano niente in cambio e combattevano solo per lagloria di servire Roma. Con la riforma di Mario le cose cambiaro-no. I soldati ricevettero armi, una paga, ed in caso di vittoria unappezzamento di terreno. Inoltre, tutti potevano entrare a far partedell’esercito: fare il soldato diventò quindi una professione, cheandava a vantaggio dei più poveri ed allo stesso tempo dei gene-

rali. Infatti, i soldati non combatteva-no più per la gloria di Roma, ma per ilprestigio del proprio generale. Lucio Cornelio Silla di origini patrizie,anch’egli generale dell’esercito diRoma, sosteneva gli interessi dei ric-chi ed entrò in contrasto con Mario. Idue eserciti si scontrarono nell’ 88a.C. dando inizio alla prima guerra civile. I combattimenti durarono a lungo; Silla vinse e

si mise a capo della Repubblica,facendosi nominare dittatoresenza limiti di tempo.Dopo Silla molti generali siscontrarono per avere il domi-nio su Roma. La Repubblicaentrò in crisi e vi furono moltidisordini ed episodi di violenza.

La prima guerra civile

Guerra civile: significaguerra tra cittadini, infatticivile deriva dal latino“civis” cioè cittadino.

Lucio Cornelio Silla

Moneta aurea di Silla

Caio Mario

Stele dedicata a Caio Mario

� Rispondi alle domande.

- Chi era il generale che sosteneva gli

interessi dei plebei?

- Chi sosteneva gli interessi dei patrizi?

- Che cos’è la guerra civile?

- Ricordi quanto durava la carica di dit-

tatore secondo la legge?

Analizzare i motivi che portarono alla prima guerra civile

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La civiltà romana

215

STORIA

Nel 60 a.C. tre uomini importanti stipularono un patto pergovernare Roma: Pompeo, un generale appoggiato dai sena-tori e dai nobili, Giulio Cesare, un generale appoggiato dalpopolo e Crasso, il più ricco commerciante di Roma. Il pattoprivato fra questi tre uomini fu chiamato il primo triumvirato. Cesare fu mandato a combattere le popolazioni bellicose inGallia, mentre a Pompeo toccarono i territori Orientali.Cesare riuscì a sottomettere l’intera Gallia ed a conquistare nuoviterritori. Poiché il suo esercito aumentava e i suoi soldati lo segui-vano fedelmente, concentrò su di sé un grande potere personaleed infine decise di marciare su Roma, per prendere il comandodell’intero territorio. Crasso nel frattempo era morto; allora iSenatori impauriti chiesero a Pompeo di ritornare a Romaper contrastare Cesare.

Scoppiò la seconda guerra civile,nel 48 a.C.Le lotte terminarono con lavittoria di Cesare, che si pro-clamò dittatore a vita e assunsetutti i poteri. Durante il suo gover-no fece costruire importanti opere pub-bliche dando lavoro ai disoccupati, tolseparte dei terreni ai patrizi per ridistribuirli aisoldati, e ridusse il potere del Senato. Nel 44a.C. i senatori ordirono una congiura per ucci-

dere Cesare, alla quale partecipò ancheBruto, uno dei suoi figli adottivi.

Giulio Cesare

Triumvirato: governo ditre uomini, dal latino“tres” che significa tre e“vir” che significa uomo.

Cesare era talmenteamato dalla plebe che fuchiamato “imperator”, untitolo che veniva datosolo ai generali il giornodella vittoria.

� Rispondi alle domande.

- Da chi era composto il primo triumvirato?

- Che scopo aveva?

- Da chi fu combattuta la seconda guerra civile?

- Come si concluse?

- Secondo te chi era favorevole a Cesare?

- Chi, invece, era contrario a Cesare?

Busto in marmodel grande rivale diCesare, Pompeo

Dipinto raffigurante l’assassinio di Cesare

Conoscere le vicende e i personaggi storici che portarono al passaggio dalla Repubblica all’Impero

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La nascita di Cesare

Nell’estate del 100 a.C., in una casa romana echeggiò il pian-

to di un neonato. I genitori lo chiamarono Caio, ma oggi il suo

nome di famiglia è conosciuto come Cesare. Il giovane crebbe

e all’età di sedici anni era già un grande esperto di politica,

tanto da mettere in grande difficoltà il governatore di Roma,

Silla. Per evitare ritorsioni il giovane Cesare fuggì da Roma e

ne ritornò qualche tempo più tardi per esercitare la professione

di avvocato.

All’età di ventisei anni il giovane Cesare si recò in Grecia per

studiare e riposare un pò. Ma il viaggio non andò come pre-

visto: vicino all’isola di Famagosta, un gruppo di pirati pron-

ti a tutto attaccarono la nave su cui viaggiava e, accorgendo-

si dai vestiti e dai suoi modi di fare che era di ricca famiglia,

decisero di rapirlo, per poi chiedere un riscatto.

Portato sull’isola, Cesare stupì anche i pirati, i quali vole-

vano chiedere per lui un riscatto di trenta talenti (l’equiva-

lente della paga di venti soldati in un anno), ma il giovane si

offese e disse loro di chiederne almeno cinquanta, tanto era

la sua importanza. I pirati contenti eseguirono il volere di

Cesare, il quale nel frattempo partecipava ai giochi dei pira-

ti e recitava loro moltissime poesie. In seguito il riscatto

venne pagato e Cesare tornò a Roma.

Nel 63 a.C. Cesare venne eletto Pontifex Maximus, cioè il più

alto sacerdote a Roma. Con questa carica egli ebbe grandis-

simi poteri.

Nel 62 a.C. venne eletto pretore per un anno, la miglior cari-

ca pubblica dopo quella di console. A lui venne affidato il

compito di governare la Spagna. Ma Cesare, in quel periodo,

aveva talmente tanti debiti che decise di fuggire dai credito-

ri, che però riuscirono a fermarlo e ad intimorirlo. Crasso, un

suo grande e ricco amico, intervenne prontamente e decise di

saldargli tutti i debiti. Cesare, così, si salvò dall’aggressione

dei creditori.

216

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Cesare e le prime grandi battaglie

Nel 59 a.C. Cesare venne eletto console. Durante il

suo primo giorno di carica politica egli scrisse di suo

pugno e lesse una legge (legge fondiaria), che tutelava

sia i ricchi che i poveri. I senatori non erano molto

d’accordo, ma capirono che se si fossero opposti

sarebbero stati odiati dal popolo romano. Solo il sena-

tore Catone tentò di opporsi alla legge ma fu cacciato

da Cesare, il quale si avvaleva anche del sostegno di

due figure importanti, un tempo rivali: Marco Crasso

ed il generale Pompeo. Nacque, così, il “triumvirato”.

Nella primavera del 58 a.C. Cesare partì per la Gallia con l’in-

tento di conquistare nuove ricchezze per la sua amata Roma. Ci

vollero otto lunghissimi anni per conquistare i territori dei Galli.

Nel 52 a.C. un condottiero eroico, Vercingetorige, si oppose al

progetto di conquista di Cesare e organizzò un esercito compo-

sto da 250000 soldati galli che fece arretrare 70000 soldati

romani. Nel quarto giorno, però, Cesare condusse un contrattac-

co e mise in fuga tutti i Galli. Vercingetorige chiese al suo eser-

cito di arrendersi alla volontà dei Romani e fu fatto prigioniero.

Nel 49 a.C. Cesare scoprì che

Pompeo, un tempo suo alleato, tra-

mava contro di lui perché preoccu-

pato della grande potenza che

acquisiva dalle sue vittorie in batta-

glia. A Farsalo, un’arida pianura nel

nord-est della Grecia, Pompeo inviò

da Roma 50000 soldati e 7000 cava-

lieri pronti a combattere contro i

22000 soldati e 1000 cavalieri di

Cesare. Fu la più grande battaglia

mai combattuta tra due romani.

Alla fine Cesare sconfisse un eserci-

to due volte superiore il suo.

In seguito Pompeo fu tradito e bar-

baramente pugnalato alla schiena

da uno dei suoi ufficiali di fiducia.

217

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Nel 48 a.C. Cesare arrivò ad Alessandria, in Egitto, per

riscuotere un debito da Tolomeo XII, che però nel frattempo

era morto. Il grande condottiero romano chiese allora al

figlio Tolomeo XIII ed alla figlia Cleopatra di saldarlo. Gli

Egiziani, offesi per le richieste di Cesare e minacciati dal suo

esercito, decisero di combattere. I Romani presero in ostag-

gio Tolomeo XIII e bruciarono tutte le navi. Cesare conquistò

l’isola di Faro e prese il controllo di tutto il porto egiziano.

Nonostante tutto, qualche giorno dopo, i soldati egiziani

attaccarono e respinsero l’esercito di Cesare, il quale dovet-

te fuggire. Nel marzo del 47 a.C., il condottiero romano riat-

taccò e sconfisse l’esercito di Tolomeo ritornando ad

Alessandria in trionfo.

Nel 46 a.C. Cesare tornò trionfante a Roma.

Qui lo attendeva una solenne parata che durò per

ben dieci giorni. Alla grande festa sfilarono i suoi sol-

dati a piedi, a cavallo e moltissimi animali importati

dall’Egitto, come giraffe ed elefanti.

Accerchiati dalle guardie c’erano i prigionieri, tra cui

la sorella di Cleopatra, considerata traditrice per aver

partecipato alla guerra contro Roma, e lo sconfitto

Vercingetorige, che proprio in quell’occasione venne

giustiziato.

Ospite d’onore di Cesare era la bellissima Cleopatra

che ammirava affascinata tutto quello splendore,

composto da grandi banchetti ricchi di cibo e vino,

canti, danze e spettacoli teatrali che ritraevano le

grandi avventure in battaglia di Cesare.

L’avventura in Egitto e il glorioso rientro a Roma

218

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Nel 45 a.C. Cesare fece dei cambiamenti radica-

li su Roma. Egli mandò i suoi soldati nelle nuove

colonie africane, fece costruire e restaurare i

monumenti cittadini, realizzò canali e bibliote-

che. La crescita di potere di Cesare ben presto

fece sì che l’opposizione aumentasse e che

aumentassero anche i malumori.

Così, il grande condottiero indisse una cerimonia

pubblica per riappacificare gli animi di tutti.

Il Senato gli aveva già dato un trono d’oro e gli

aveva proposto di portare la corona degli antichi

re di Roma, ma egli la rifiutò categoricamente e si

proclamò dittatore. Intanto tra i senatori si parla-

va di congiura e assassinio nei confronti dell’or-

mai potentissimo Cesare.

La congiura e la morte di Giulio Cesare

Il centro di Roma era tranquillo, i Romani erano fuori cittàperché era un giorno di festa. I congiurati progettarono di ucci-

dere Cesare in Senato, in quanto ritenuto luogo tranquillo in

cui il grande condottiero non avrebbe mai portato le sue guar-

die. Così Marco Bruto lo

andò a chiamare e lo portò

direttamente nel luogo del

delitto. Quando Cesare

prese posto nel Senato i

cospiratori si riunirono tutti

attorno a lui e cominciaro-

no a pugnalarlo fino a che

morì proprio sotto la statua

di Pompeo.

Il fedele amico di Cesare, Antonio, fu scelto per il discorsodel funerale. Egli prese la toga ancora insanguinata del pove-

ro defunto e la sventolò come una bandiera. I suoi discorsi,

pieni di dolore e di ira verso gli assassini, mobilitarono la

folla che furibonda, armata di pugnali e bastoni, andò in

cerca dei cospiratori. Non trovandoli perché già in fuga,

appiccarono il fuoco alle loro case. Quattro mesi dopo la

morte di Cesare apparve nel cielo una cometa luminosa che

venne interpretata come un segno della sua divinità.

219

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La civiltà romana

220

STORIA

I Romani erano politeisti, cioè credevano in molti dèi.Durante la Monarchia le attività dei Romani eranol’agricoltura e l’allevamento: per questo gli dèi principa-li erano quelli che proteggevano la semina, il raccoltoed il bestiame.Con il passare del tempo e delle conquiste, i Romaniassimilarono anche altre divinità, soprattutto quellegreche. Divinità originarie importanti erano Giano, diodella pace e della guerra, e Vesta dea del focolare, chedivenne poi la protettrice di Roma. Nel suo tempioardeva il fuoco sacro, custodito giorno e notte da sacer-dotesse chiamate vestali. Queste giovani fanciulle di

ricca famiglia venivano consacrate aVesta ed avevano il compito

di non far spegneremai il fuoco neltempio.

Oltre ai riti pubblici, i Romanipraticavano i riti domesticiall’interno delle proprie case. Ogni famiglia aveva nella propria dimora un altarededicato ai Lari, le divinità protettrici della famiglia, eai Penati, gli spiriti degli antenati defunti, che mante-nevano le tradizioni e tenevano unita la famiglia.

La vita durante la Repubblica

La religione

Rilievo che raffiguraun sacrificio a Vesta.

In ogni casa romana era presente un altaredove erano ritratte le divinità familiari.

� Molte divinità romane derivano da quelle greche che già conosci. Inserisci al posto giusto i nomi di seguito: Afrodite - Atena - Ares - Zeus.

- Minerva era la dea della saggezza. Per i Greci era ...........................................

- Marte era il dio della guerra. Per i Greci era ...........................................

- Venere era la dea dell’amore e della bellezza. Per i Greci era ...........................................

- Giove era il padre di tutti gli dèi, dio del tuono e dei fulmini. Per i Greci era ...........................................

Marte, dio della guerra.

Analizzare e conoscere le abitudini religiose durante la Repubblica

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221

LABORATORIOLABORATORIO

La religione romana attraverso le fonti� Le informazioni di cui possiamo disporre sulle civiltà del passato, le otteniamo dallostudio dei ritrovamenti effettuati. Osserva attentamente i reperti illustrati e poi associali alle informazioni che ritieni pertinenti.

I Romani veneravanoGiove come grande pro-tettore del mondo. IlGiove latino aveva eredi-tato le caratteristiche egli attributi del dio grecoZeus.

A

Il rilievo di un’urnafuneraria raffigurauna veglia funebre. Lacerimonia avvenivanell’atrio della casa,dove la salma, dopoessere stata lavata ecosparsa di unguenti,veniva esposta al “lec-tus funebris”, cioè alletto funebre.

C Uno dei momenti piùimportanti del rito funebreera sicuramente “l’elogiofunebre” pronunciato inonore della persona morta.Quello raffigurato è l’Im-peratore Adriano mentrepronuncia l’elogio funebredella moglie Sabina.

D

I Romani furono moltoinfluenzati dallo stile di vitae dalle credenze religiosegreche. Da loro acquisiro-no molti dèi, tra cuiAfrodite, qui raffigurata.

B

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La civiltà romana

222

Roma nel contesto sociale

La famiglia era la base della società romana. Il padre era il pater familias (capofamiglia),che aveva diritto di proprietà su tutti i mem-bri della famiglia. Egli poteva decidere di rin-negare e vendere i propri figli come schiavi. Quando nasceva un figlio, veniva messo aipiedi del padre; se l’uomo lo alzava verso ilcielo significava che lo riconosceva come suo,altrimenti il piccolo veniva abbandonato.Chi lo trovava poteva prenderlo e farlo schiavooppure trattarlo come un figlio vero. Il capofamiglia decideva i suoi eredi sceglien-do fra i figli naturali e quelli adottivi.L’adozione, infatti, era molto frequente,soprattutto per i figli degli amici defunti. Capitava spesso che i figli adottivi fossero molto più amati di quelli naturali. Il bambino diventava adulto a diciassette anni, mentre le donne sisposavano tra i dodici e i quattordici anni. Erano molto amate dai figli e molto piùrispettate che in Grecia, probabilmente grazie all’influsso degli Etruschi.

La famiglia

Fino ai 6 anni di età era la famiglia chesi occupava dell’istruzione dei figli.Dai 6 ai 12 anni i bambini imparavanoa scrivere, a leggere e a fare i conti,con l’aiuto di uno schiavo istruito.Solitamente lo schiavo istruito era ungreco prigioniero di guerra, che inse-gnava anche la grammatica. Per chinon aveva schiavi c’erano le scuole,dove i “magistri” erano pagati dallefamiglie. I ragazzi che volevano diven-tare magistrati studiavano con l’aiutodel “retor”, un maestro che insegnaval’arte di parlare al pubblico.I più grandi centri culturali di quel-l’epoca erano Atene e Alessandriad’Egitto, dove i più interessati si reca-vano per approfondire i loro studi.

L’istruzione

Rilievo raffigurante un matrimonio.

Rilievo raffigurante dei bambini a scuola

� Al tempo dei Romani glistudenti leggevano i roto-li di papiro e scrivevano sutavolette spalmate di ceracon un punteruolo.Per fare i conti si usavano i“calculi”, cioè i sassolini.

Approfondire la conoscenza della struttura familiare e il tipo di istruzione impartita

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229

VERIFICAVERIFICA

� Osserva la cartina e segui il percorsodelle vie consolari in Italia.

Da dove partono?

Dove arrivano?

Aurelia

Emilia

Postumia

Cassia

Flaminia

Salaria

Appia

Popilia

� Oggi quali sono le norme che regolano la realizzazione e l’uso delle nostre strade?Per saperne di più vai a pagina 86 di convivenza civile.

- Chi decide la costruzione di una strada?

- Chi si occupa della manutenzione delle strade?

- Quali strade richiedono il pagamento di un

pedaggio?

- Tutti possono percorrere le strade che vogliono

oppure no?

- Quali sono le regole per dare la precedenza?

Tutte le strade portano a Roma

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La civiltà romana

230

STORIA

Dopo la morte di Cesare ripresero le lotte per il potere. Ci fu inparticolare una rivolta guidata da tre uomini per vendicareCesare contro i suoi assassini. Ottaviano, figliastro ed erededi Cesare, Antonio, uno dei suoi generali più fidati e Lepidoun suo caro amico, formarono il secondo triumvirato e gover-narono insieme i territori di Roma.

Ottaviano si occupò della parte occiden-tale, Antonio di quella orientale,

mentre Lepido si tolse dallapolitica e assunse il titolo dipontefice massimo dedican-dosi alla sfera religiosa.Ben presto, però, Ottavianoed Antonio entrarono inconflitto. Nel 31 a.C. i dueeserciti si scontrarono: era laterza guerra civile.

Antonio fu sconfitto edOttaviano nel 27 a.C. accentrò nelle

sue mani tutti i poteri, dando vita ad unanuova forma di governo: l’Impero.

L’impero

Nonostante i triumviri si fossero divisi le zone d’influenza inmodo che ad Ottaviano spettasse il controllo dell’Occidentee ad Antonio quello dell’Oriente, i contrasti fra i due nacque-ro immediatamente.La politica di Antonio in Oriente consisteva nel favorire losfruttamento di quelle province, ricavandone soldati e tributi.Quando però Antonio si alleò con Cleopatra, reginadell’Egitto, la situazione precipitò: egli venne dichiarato tradi-tore di Roma e fu sconfitto nella battaglia di Azio, nel 31 a.C.

Antonio e Cleopatra

Sopra, ritratto di Marco Antonio,il grande escluso dal testamentodi Cesare, che aveva nominatocome suo erede il figlio adottivoOttaviano.A sinistra, rappresentazione dellavittoria ottenuta da Ottaviano suAntonio e Cleopatra ad Azio.

Conoscere le vicende ed i personaggi storici che portarono alla formazione dell’Impero

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CCAARRTTIINNAA AA PPAAGG.. 335566 -- 335577

La civiltà romana

231

STORIA

Ottaviano con il consenso del popolodiventò tribuno della plebe, governatoredi tutte le province conquistate dai Romani(proconsole), comandante dell’esercito e pon-tefice massimo, assumendo di fatto tutte le piùimportanti cariche dello stato. Infine, si nominòimperatore e si fece chiamare Augusto, cioè sacro odegno di venerazione. Nonostante tutti questi poteri,egli governò in modo saggio. Ottaviano si accorse che nelle città si verificavano moltiepisodi di violenza, mentre i soldati erano impegnatinelle guerre di conquista. Le guerre erano tanto nume-rose che mantenere l’esercito e pagare i soldati costavaallo Stato sempre di più. Ottaviano decise allora di nonconquistare altri territori, ma di riordinare la situazionee dare vita ad un lungo periodo di pace.Egli voleva portare ricchezza e benessere a Roma, così siimpegnò riorganizzando le province e rafforzando i con-fini. Tolse dei poteri ai senatori per darli ad alcuni liber-ti e plebei di cui aveva fiducia. Fece molte azioni a favo-re della plebe, come la distribuzione gratuita del granonei momenti di bisogno, l’ingresso gratuito ai giochi nelCirco, e diede l’avvio a grandi costruzioni (templi, porti-ci, fontane, strade, acquedotti e ponti) che portaronolavoro a molti plebei che non avevano un’occupazione.Fece abbellire Roma con marmi, statue ed ornamentipregiati e fece restaurare gli edifici danneggiati. Accolsenella sua corte grandi uomini di lettere (Catone, Tacito,Tito Livio e Virgilio) che realizzarono straordinarieopere, dove venivano celebrate la grandezza e lo splen-dore di Roma. Cesare Ottaviano Augusto, il primo imperatore di Roma,morì nel 14 d.C.

Ottaviano Augusto

Augusto in corazza da guerra.

� Il Foro di Augusto era formato da una grande piazzadove c’era la statua dell'imperatore su una quadriga. Suilati maggiori era fiancheggiata da due portici colonnati,dove era situato il Tempio di Marte Ultore tra due Archionorari. Sul fondo il Foro era chiuso da un imponentemuraglione alto ben 30 metri con andamento irregolare(ancora oggi perfettamente conservato).

Conoscere i personaggi storici che portarono alla formazione dell’Impero

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La civiltà romana

232

STORIA

Con la morte di Ottaviano Augusto, prese il suo posto il figliastroTiberio. Nel tempo, si susseguirono altri imperatori legati daparentela a quello precedente, oppure scelti come successore daglistessi. Alcuni regnarono con saggezza e sapienza come Adriano,Traiano e Marco Aurelio, altri furono corrotti e capricciosi, si com-portarono con crudeltà senza rispetto per il popolo come Caligola,Nerone e Diocleziano. Per due secoli l’impero romano visse il periododi maggior splendore, denominato “pax romana”. Con la pace gli scam-

bi diventarono più facili, il commercio aumentò e le provin-ce si svilupparono. Non furono intraprese altre guerre diconquista tranne quelle da parte di Traiano, che aggiun-se ai territori dell’impero romano la Britannia, la Daciae la Mesopotamia. Con queste nuove conquiste l’imperoraggiunse la sua massima estensione.In questo periodo Roma era il centro del commercio.Nei suoi mercati si trovavano i prodotti provenienti datutte le sue province, per questo fu chiamata “caputmundi”, cioè capitale del mondo.Nelle province furono fondate nuove città che cercaro-

no di diventare come Roma (costruendo teatri, templi,terme…), ma nessuna riuscì a raggiungere il suo splendore.Qui vigevano le leggi romane ed il latino era la lingua ufficia-le che, con il passare del tempo, si fuse con quella locale. Accanto agli accampamenti romani nacquero villaggi, dove isoldati congedati spesso decidevano di rimanere; così facendo,diffusero le abitudini romane presso gli altri popoli.

Due secoli di pace

Busto di Nerone.

Busto di Adriano. Busto di Marco Aurelio.

Anfiteatro romano in Libia. Anfiteatro romano a Tarragona, in Spagna.Colonna romana ad Arles, in Francia.

Cogliere il rapporto tra il periodo denominato “pax romana” e la grande prosperità dell’impero romano

CCAARRTTIINNAA AA PPAAGG.. 335588

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I Romani impararono dagli Etruschi la costruzione dell’ar-co. Sfruttando le caratteristiche di questa tecnica, realizza-rono grandi opere di architettura che durarono nei secoli.Costruirono ponti, acquedotti, edifici pubblici come terme,teatri, anfiteatri e templi, oltre a strade e fognature.

Per portare l’acqua nelle città, i Romani realizza-rono acquedotti lunghi centinaia di chilometri.L’acqua veniva fatta scorrere in pendenza attra-verso dei canali, e dopo aver attraversato valli efiumi grazie ai ponti, raggiungeva la città, dove siinfilava nei tubi che la distribuivano nelle casedei patrizi, nelle terme e nelle fontane pubbliche.

Gli acquedotti

I Romani si recavano spesso alle terme, edifici dove si incontravano,chiacchieravano e si prendevano cura del proprio corpo. Qui gli uomini siscambiavano idee e parlavano di politica edi cultura.Le terme avevano enormi stanze dove si tro-vavano vasche per il bagno di acqua fredda,tiepida e calda; c’erano stanze per i massaggi,palestre e giardini, dove si assisteva a spet-tacoli musicali.Le terme erano aperte tutto il giorno e i cit-tadini, sia patrizi che plebei, potevano fre-quentarle; anche le donne avevano ambientia loro riservati.

Le terme

Grandi opere

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La civiltà romana

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STORIA

I giochi erano il passatempo preferito dei Romani e sisvolgevano negli anfiteatri, grandi costruzioni realizza-te dai più ingegnosi architetti del tempo. Il più grandeed importante anfiteatro realizzato si trova a Roma, sichiama Colosseo e contiene più di 50 000 posti.Gli anfiteatri, grazie ad un sistema di pompe situate nelsottosuolo, potevano trasformarsi in laghi artificiali dovevenivano messe in scena delle vere battaglie navali.

Gli anfiteatri

I Romani si divertivano molto assistendo agli spettacoli: c’eranospettacoli di cultura e spettacoli cruenti, cioè sanguinosi e violenti.Gli spettacoli di cultura erano quelli che si svolgevano nei teatri,dove venivano rappresentatecommedie, tragedie e mimi, cheerano gli spettacoli favoriti dellepoche persone che vi assistevano.La maggioranza dei Romani, infat-ti, preferiva gli spettacoli cruentiche si svolgevano negli anfiteatri enei circhi. Negli anfiteatri c’erano icombattimenti fra gladiatori, cheterminavano quando l’avversariocadeva a terra. Il vincitore si rivol-geva al pubblico o all’imperatoreper decidere la sorte del perdente.

Se la folla mostrava il pollice rivolto verso il basso, il perdente veniva ucciso, con il polliceverso l’alto aveva salva la vita. Spesso i gladiatori dovevano scontrarsi con belve feroci pro-venienti dalle province orientali o africane, trovandosi di fronte a leoni, orsi, tori, tigri, ecc.Molti erano gli sport praticati dai Romani, come il lancio del disco, il lancio del giavellotto,

la lotta greco-romana, il pugilato, ecc.Nei circhi si svolgevano le corse dibighe e quadrighe, carri leggeri trainatida due o quattro cavalli. I conducentierano chiamati aurighi e lanciavano icavalli alla massima velocità. Per questospesso si verificavano incidenti e difficil-mente gli aurighi sopravvivevano. Il pubblico sedeva sulle gradinate eseguiva con entusiasmo le corse, pro-prio per la spettacolarità degli incidenti.

Gli spettacoliInterno del Colosseo

Corsa delle bighe

Lotta tra gladiatori

Approfondire la conoscenza della vita quotidiana dei Romani

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235

VERIFICAVERIFICA

L’anfiteatro è gremito di spettatori, se ne contano più di 50 000.

Alcuni gladiatori si mostrano in parata.

Altri gladiatori sono in duello fra loro.

Un gladiatore sta lottando con dei leoni.

Nel trono centrale, l’imperatore osserva, entusiasta, lo spettacolo.

Scrivi nei cerchietti il numero corrispondente all’attività svolta dagli uomini:1

11

22

33

44

55

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La civiltà romana

236

STORIA

I Romani mangiavano tre volte al giorno;nel tardo pomeriggio iniziava la cena, cheera il pasto principale dell’intera giornata.Anche nell’alimentazione c’erano molte dif-ferenze fra patrizi e plebei.I plebei si nutrivano principalmente difocacce ai cereali, verdure, zuppe di legumie pesce salato.I patrizi invitavano a cena sempre moltiospiti ed organizzavano banchetti son-tuosi. La tavola era imbandita in modoricco, c’erano decine di portate, tutte molto abbondanti, ognuno sedeva semi-sdraiato su un triclinio e veniva servito da uno schiavo personale. Mangiavanocon le mani e le portate erano a base di formaggio, prosciutto, carne di maiale,uova, pesce, cacciagione, il tutto condito con olio d’oliva e accompagnato dapane, verdure e vino. Solitamente il vino veniva mescolato con acqua e miele.

I Romani a tavola

Molti degli artigiani erano uomini liberi dallanascita. Alcuni si servivano dell’aiuto di qual-che schiavo e vendevano solamente prodottirealizzati nella propria bottega. Si potevano,quindi, trovare fonditori, tornitori, fabbri,doratori ed orefici. Gli artigiani che lavoravanoil bronzo fabbricavano stoviglie e letti. In altri laboratori si producevano vasi, gioiellio tessuti per realizzare abiti.

L’artigianato a Roma

Approfondire la conoscenza della vita quotidiana dei Romani

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237

VERIFICAVERIFICA

Quanti anni è durata la Monarchia?...................................................................................................

Quanti anni è durata la Repubblica?.................................................................................................

Quando è iniziato l’Impero?...............................................................................................................

• Durò 250 anni.

• Venivano eletti due consoli.

• Roma fu governata da Ottaviano Augusto.

• Furono istituite le leggi delle dodici tavole.

• Roma fu chiamata “caput mundi”.

Secondo la leggenda i re di Roma furono sette.

I Tribuni della plebe difendevano i diritti dei patrizi.

I plebei erano proprietari terrieri.

Le guerre puniche furono tre.

Le “domus” erano le case dei Romani più poveri.

Le “insulae” erano dei teatri.

Le lotte tra gladiatori avvenivano negli anfiteatri.

Per portare l’acqua nella città i Romani realizzarono gli acquedotti.

Le terme erano templi per gli dèi.

Leggi la linea del tempo e rispondi.1

A quale periodo si riferiscono le seguenti frasi?2

Segna solo le frasi corrette.2

MMOONNAARRCCHHIIAA

RREEPPUUBBBBLLIICCAA

IIMMPPEERROO

PRIMI INSEDIAMENTI

1 500 a.C.

FONDAZIONEDI ROMA

753 a.C.

PERIODO MONARCHICO PERIODO REPUBBLICANO

NASCE LAREPUBBLICA

509 a.C.

LEGGI DELLEXII TAVOLE

450 a.C.

NASCE L’IMPEROROMANO

27 a.C. 0

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Una giornata con i romani

Le case dei plebei, le “insulae”, erano palazzi di quattro ocinque piani, costruiti con materiali scadenti. La genteper cucinare o per scaldarsi era costretta ad accendere ifuochi in casa e per questo spesso scoppiavano incendi.

I figli dei plebei più ricchi frequentavano dellescuole private, collocate sotto i portici di edificia ridosso delle strade più frequentate.

I figli dei patrizi studiavano a casa con unmaestro personale.

I patrizi vivevano nelle “domus”, ville con grandi sale dapranzo, in cui organizzavano banchetti sontuosi, invitandomolti ospiti. Durante questi banchetti si mangiava con lemani sdraiati di fianco su dei “triclini”.

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Alcuni schiavi venivano impiegati per la costruzione di opere pubbliche: ad esempioacquedotti, che portavano l’acqua alle fontane e nelle terme, oppure di archi onora-ri che simboleggiavano il trionfo dei generali in guerra.

Negli anfiteatri si svolgevano i combatti-menti fra gladiatori, che terminavanoquando l’avversario cadeva a terra. Il vinci-tore si rivolgeva al pubblico o all’impera-tore per decidere la sorte del perdente.

Le donne patrizie impartivano ordini alle schiaveche, oltre ad occuparsi dei lavori in casa, dovevanoandare al mercato pubblico per acquistare i pro-dotti alimentari.

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La catastrofe

240

STORIA

Nel 79 d.C. un’eruzione del Vesuvio distrussecompletamente due città: Pompei ed Ercolano. Ercolano venne travolta da un fiume di lava,mentre Pompei fu colpita dai lapilli e ricopertadi cenere. Alcuni abitanti riuscirono a scappa-re, ma la maggior parte morì nella catastrofe.Le due città rimasero coperte dalla lava permolto tempo, fino a quando alcuni archeologi,scavando fra gli strati di terra, le ritrovarono. La scoperta è stata di straordinaria importanza:poiché la lava ha conservato intatti oggetti,abitazioni, strade e altro ancora, si sono potu-te quindi ricavare molte informazioni sulle abi-tudini dei Romani.

La cenere caduta su animali e uomini si è con-solidata fino a diventare dura come la roccia,conservando l’impronta dei corpi ricoperti.Gli archeologi versarono il gesso in alcunecavità ed ottennero i calchi di alcune personeche furono travolte da questa catastrofe .

L’eruzione del Vesuvio

Il Foro era il centro commerciale e politicodella città di Pompei. Sullo sfondo si può vede-re il Vesuvio.

Interno di una cucina pompeiana; i cibi veni-vano tenuti al caldo nei fori del bancone.

Una bottega di Ercolano ben conservata. Si possonoancora vedere scaffali e anfore antiche.

� La cenere e la lava cadute durante l’eruzione sisono consolidate fino a diventare un compostoduro come la roccia. Gli esseri viventi inglobati inquesto composto con il tempo si sono decom-posti lasciando un buco, corrispondente allaforma del loro corpo. Gli archeologi, versando ilgesso in questi buchi, possono ottenerne i calchi.

� Osserva l’ immagine in basso e rispondialle domande.

- Chi potrebbe essere la persona raffigurata?- Secondo te, che cosa stava facendo almomento dell’eruzione?

Conoscere i motivi della scomparsa di due città: Pompei ed Ercolano

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Il Cristianesimo

241

STORIA

Gli Ebrei erano una popolazione monoteista che abitava inPale sti na, dove aveva costituito il Regno di Israele con capitaleGerusalemme.Nel 63 a.C. la Palestina era stata conquistata dai Romani diven-tando così provincia romana.Durante l’impero di Augusto, nacque a Betlemme Gesù. All’età ditrent'anni circa, Gesù iniziò a diffondere tra la gente nuovi mes-saggi, basati sull’amore e sulla speranza, predicando la fratellan-

za e l’uguaglianza fra gli uomini. Secondolui infatti tutte le persone erano uguali: difronte a Dio non esistevano ricchi o pove-ri, padroni o schiavi. Solo coloro che ave-vano sofferto maggiormente in vita sareb-bero entrati nel regno di Dio dopo lamorte; coloro che, al contrario, si com-portavano con malvagità avrebbero rice-vuto la sofferenza eterna.

Gesù si proclamava figlio di Dio. Dopo averlo ascoltato molta gente iniziò a credere inlui e a seguirlo riconoscendolo come il Messia.Le sue parole conquistarono i poveri e i bisognosi in quanto donavano una nuova spe-ranza in quella vita così dura e faticosa. Invece, i sacerdoti ebraici temevano che leparole di Gesù allontanassero la gentedalla religione di Jahvè, e le autorità roma-ne vedevano in lui l’uomo capace di solle-vare il popolo contro l’imperatore.Per questi motivi Gesù venne fatto arresta-re, processare ed infine venne giustiziatomediante la crocifissione, secondo l’usanzadel tempo.

Una nuova religione

Dopo la morte di Gesù Cristo gli uomini cheerano stati suoi allievi, i discepoli, iniziarono adiffondere i suoi insegnamenti. Gli apostoli, cosìfurono chiamati coloro che avevano seguito ilsuo percorso, predicarono prima fra gli Ebrei, poifra la gente di tutto l’impero, fino ad arrivare aRoma. I primi fedeli furono i poveri, ma nel tempoanche i ricchi e i colti si convertirono. Leggendo itesti dei Vangeli, che raccontavano la vita di Gesù,sempre più gente si affidava alla nuova religione,rinunciando agli dèi e ai riti pagani.

La diffusione

Messia: il salvatore, coluiche gli Ebrei aspettavanoda secoli e che eraannunciato nella Bibbia,il loro libro sacro.

Conoscere i tratti salienti e le tappe che portarono allo sviluppo del Cristianesimo

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Il Cristianesimo

242

STORIA

I Cristiani erano coloro che credevano nella nuova fede annunciatada Gesù Cristo. Essi non dedicavano sacrifici agli dèi e non vene-ravano la figura dell’imperatore. I loro valori erano contrari aquelli della morale romana: al posto della guerra predicavanola pace, credevano nell’uguaglianza e nella fratellanza, oppo-nendosi così alla schiavitù. Per questi motivi i Cristiani venne-ro ritenuti nemici dell’Impero e furono perseguitati. Le più cru-deli persecuzioni furono quelle compiute da Nerone ed in segui-to da Diocleziano. Essi venivano arrestati e, piuttosto che tradire la loro fede, preferi-vano morire crocifissi o sbranati nelle arene da belve feroci. Coloro chenon rinunciavano alla loro religione nemmeno con le torture o davanti allamorte, furono chiamati martiri, cioè “testimoni” della fede.Per sfuggire alle persecuzioni molti Cristiani si rifugiarono nelle catacombe,gallerie sotterranee dove pregavano e seppellivano i loro defunti.

La persecuzione

Alcuni imperatori, colpiti dal sacrificio deimartiri e dalla loro serenità davanti allamorte, cambiarono atteggiamento nei con-fronti dei Cristiani.Nel 313 d.C. l’imperatore Costantino emanòl’editto di Milano, che permetteva ai Cristianidi praticare la loro religione liberamente.Nel 380 d.C. l’imperatore Teodosio dichiarò ilCristianesimo religione ufficiale dell’Impero.

La fine delle persecuzioni

Nell’immagine èrappresentato ilvolto dell’impe-ratore Costantino

Un martire cri-stiano dato inpasto ai leoni.

Conoscere le tappe che portarono allo sviluppo del Cristianesimo

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La crisi

243

STORIA

Dopo due secoli di splendore, durante III secolo d.C., l’Impero romanoentrò in una profonda crisi che colpì tutti gli aspetti della vita sociale.

La crisi dell’Impero romano

Gli imperatori erano sempre più attratti dallaricchezza e dal lusso, non si curavano delle esi-genze del popolo e non erano più in grado digovernare un territorio così vasto. Sempre piùspesso accadeva che gli imperatori venisseroeletti dall’esercito e poi uccisi da quei soldatiche dovevano difenderli. In questo modo l’impe-ro rimaneva senza una vera e propria guida chelo mantenesse stabile, ma al contrario si inde-boliva sempre più.

La politica

Per pagare le guerre venivano imposte pesantitasse ai cittadini, che spesso non potevanopagare ed erano costretti a vendere i propri ter-reni ai ricchi.Con la fine delle guerre vennero a mancare icontadini che potevano coltivare la terra; poichémolte terre rimanevano incolte, la produzioneagricola diminuì ed i prezzi dei prodotti aumen-tarono.

L’economia

I soldati non combattevano più per l’Impero maper i propri generali, che venivano poi nomina-ti imperatori. I confini venivano minacciati dallepopolazioni asiatiche e germaniche, inoltrenelle province sempre più spesso scoppiavanorivolte. L’esercito era disorganizzato e non riu-sciva più a garantire l’ordine e la sicurezza.

L’esercito

Di fronte a tanti problemi molta gente abbandonava la religione pagana e tro-vava conforto in quella cristiana, che lentamente si andava diffondendo.

La religione

Conoscere le vicende nei diversi ambiti che portarono alla crisi dell’Impero

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La crisi

244

STORIA

Il vasto territorio e la profonda crisi portarono alcuni imperato-ri a cercare delle soluzioni.Nel 284 d.C. l’imperatore Diocleziano decise di:• aumentare il numero dei soldati e quindi anche le tasse permantenere l’esercito;• obbligare i figli a continuare il lavoro del padre, così i contadi-ni non avrebbero più potuto lasciare la terra;• fissare il prezzo di determinati alimenti;• iniziare crudeli persecuzioni contro i Cristiani, per fermare la nuova religione.Infine, decise di dividere l’Impero in quattro parti, governate da quattro uomini,i tetrarchi, due imperatori e due cesari. L’impero, comunque, non superò la crisi.

Diocleziano si ritirò e, dopo una serie di lotte, diventòimperatore Costantino, che subito cercò di risolvere ilproblema della religione.Si accorse che i Cristiani, invece di diminuire, aumenta-vano, rimanendo comunque fedeli all’Impero. Nel 313d.C. a Milano emanò un editto con il quale concedevala libertà di culto a tutte le religioni. Successivamentecercò di riunificare l’Impero; spostò la capitale aBisanzio, che da lui prese il nome di Costantinopoli.Nonostante tutto né Costantino, né i suoi successoririuscirono a risollevare le sorti dell’Impero.Dopo alcuni anni diventò imperatore Teodosio, che nel395 d.C. decise di dividere l’impero in due parti: l’Imperoromano d’Occidente, dove la crisi aumentò a causadello spostamento della capitale, e l’Impero romanod’Oriente, con capitale Costantinopoli.A questo punto l’Impero rimase diviso per sempre e,mentre l’Impero romano d’Orientecontinuò a fiorire per altri milleanni, quello d’Occidentevenne invaso da popolazionistraniere.

La divisione dell’Impero

La scultura rappresenta i tetrarchi.

Moneta diDiocleziano

La cenere caduta su animali e uomini si è con-solidata fino a diventare dura come la roccia,conservando l’impronta dei corpi ricoperti.Gli archeologi versarono il gesso in alcunecavità ed ottennero i calchi di alcune personeche furono travolte da questa catastrofe .

� L’immagine accanto raffigura il busto di Teodosio il quale,con l’Editto di Tessalonica, proclamò il Cristianesimo religioneufficiale dell’Impero e proibì tutte le altre, dichiarando che itrasgressori avrebbero subito punizioni severe ed esempla-ri per tutti.

Conoscere i personaggi e le vicende che portarono alla divisione dell’Impero romano

CCAARRTTIINNAA AA PPAAGG.. 335599

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245

VERIFICAVERIFICA

“Abbiamo creduto necessario dare sia ai Cristiani sia a tutti gli altri la libera facoltà di seguireciascuno la religione che ha scelto.È stato da noi deciso che coloro che nutrono la volontà di osservare la religione cristiana, ora lofacciano liberamente e apertamente”.

“Vogliamo che tutti i popoli a noi soggetti seguano la religione cristiana.Chi la segue sarà chiamato cristiano, gli altri invece incorreranno nei castighi divini e anche inquelle punizioni che noi riterremo di infliggere loro”.

- A quale imperatore si riferisce il primo documento?

- E il secondo?

- A chi viene permessa la libertà di religione nel primo documento?

- Quale dei due documenti garantisce più libertà alle persone?

- Nel secondo documento, che cosa dovrà subire chi non seguirà la religione cristiana?

Vero o Falso?1

Leggi i due documenti e confrontali.2

• L’eruzione del Vesuvio distrusse Pompei ed Ercolano.

• Le autorità romane vedevano in Gesù l’uomo capace di sollevare ilpopolo contro l’imperatore.

• Gesù morì crocifisso.

V F

V F

V F

V F

• I Cristiani vennero definiti amici dello stato. V F

• Per sfuggire alle persecuzioni i Cristiani si rifugiavano nelle necropoli. V F

• Grazie ad Augusto i Cristiani poterono praticare la loro fede religiosa. V F

• Teodosio dichiarò il Cristianesimo religione ufficiale dell’Impero. V F

• A Betlemme nacque Gesù.

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Le invasioni barbariche

246

STORIA

Nell’Europa centro-settentrionale vivevano i Germani, una popolazioneche era divisa in tante tribù chiamate con nomi diversi: Goti, Visigoti,Ostrogoti, Vandali, Longobardi, Sassoni, Franchi…I Romani li chiamavano Barbari, ad indicare il loro modo di parlare chenon capivano, una specie di “bar-bar-bar”.

I Barbari

I Barbari erano molto diversi dai Romani inquanto erano seminomadi, cioè vivevano in vil-laggi fatti di capanne. Essi si dedicavano allacaccia, allevavano cavalli e, per ottenere la terrada coltivare, bruciavano parti delle foreste cheincontravano. Dopo alcuni anni si spostavano esi stabilivano in un altro posto.Erano molto abili nella lavorazione dei metalli;fabbricavano spade lunghe, pesanti e più resi-stenti di quelle romane.Il loro abbigliamento, a differenza di quello deiRomani, che indossavano la toga, era costituitodalle pellicce degli animali, mentre sotto porta-vano le “brache”, una specie di pantaloni.

Le abitudini

Elmo dei barbari

Conoscere le origini e le abitudini dei Barbari

CCAARRTTIINNAA AA PPAAGG.. 336600

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Le invasioni barbariche

247

STORIA

Per ogni tribù c’era un capo, ma erano i capifamiglia cheprendevano le decisioni importanti, riuniti in assemblee.Non sapevano scrivere; le leggi perciò si tramandavanooralmente e ognuno si faceva giustizia da solo. Spesso lafamiglia della persona offesa praticava la faida, cioè puni-va direttamente il colpevole per vendetta.I Germani erano politeisti e credevano in divinità che rap-presentavano le forze della natura. Adoravano principal-mente Odino, il dio della tempesta, e suo figlio Thor, diodei lampi e dei tuoni.

La società e la religione

� Dopo aver letto attentamente il testo rispondi alle seguenti domande.

- Chi erano i Germani?

- Perché i Germani venivano chiamati “barbari”?

� Dopo aver osservato attentamente il disegno delle due pagine rispondi alle seguenti domande.

- Quanti e quali animali si possono incontrare nel villaggio dei Germani?

- Descrivi con parole tue il villaggio dei Germani e il loro aspetto.

Conoscere l’organizzazione sociale e le credenze religiose barbariche

Page 54: V sto 187-265

La fine dell’Impero

248

STORIA

Le differenze fra Romani e Barbari crearono frale due popolazioni sentimenti di ostilità e dif-fidenza, ma non impedirono gli scambi com-merciali. Lungo il confine dell’Impero romano,chiamato “limes”, i Romani compravano daiBarbari le armi in metallo e le pellicce; alcuniBarbari si erano arruolati nell’esercito roma-no, imparando la loro lingua e abitudini.Verso la fine del IV secolo d.C. ci fu un cambia-mento decisivo. Gli Unni, un popolo prove-niente dall’Asia, attaccarono i Germani chefurono costretti a scappare dai loro territori.Nella loro fuga oltrepassarono i confinidell’Impero romano d’Occidente che, indebo-lito dalla profonda crisi, non fu in grado di fer-marli. I Barbari invasero l’Impero.

Arrivarono nelle città italiane, le saccheggiarono, ledistrussero ed uccisero tutti coloro che incontraro-no. Roma fu invasa nel 410 d.C. dai Visigoti e nel455 d.C. dai Vandali. Anche gli Unni riuscirono adarrivare in Italia, guidati dal loro capo Attila cheseminava distruzione e morte.L’ultimo imperatore romano d’Occidente fuRomolo Augustolo, un bambino di tredici anni, chegovernò per un anno. Infatti, nel 476 d.C. gli Eruliconquistarono l’Italia; il loro capo, Odoacre, cattu-rò Augustolo e lo depose dal trono.Il 476 d.C. segna la fine dell’Impero romanod’Occidente. Gli storici indicano questa data comela fine dell’Età Antica e l’inizio del Medioevo, cioè“età di mezzo”.

Il crollo dell’Impero

� Gli Unni erano guidati da Attila, un valoroso e ferocecapo che i Romani avevano soprannominato “flagello diDio”. A lui è attribuita questa affermazione: “Dove passail mio cavallo non cresce più un filo d’erba”.Nell’ immagine accanto è raffigurata una moneta con ilvolto di Attila.

Un soldato barbaro in combattimentocon un soldato romano.

Barbari e Romani in guerra

Analizzare i motivi e le vicende che portarono al crollo dell’Impero romano

CCAARRTTIINNAA AA PPAAGG.. 336600

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249

VERIFICAVERIFICA

La vita dei Germani è tutta dedicata alla caccia e agli esercizi militari. Non praticano l’agricoltura e nessunopossiede terra da coltivare. Il loro vitto consiste in latte, formaggio e carne.

(Giulio Cesare)

I Germani non hanno città e non abitano in case fisse. Vivono separati e sparsi, fermandosi dove c’è una fonte,una pianura, un bosco. Per costruire le case non adoperano mattoni, ma legno.

(Tacito, storico romano)

I Germani...

• Conducevano una vita nomade.

• Avevano paura della guerra.

• Erano bravi agricoltori.

• Costruivano le case utilizzando i mattoni.

• Vivevano in piccoli villaggi.

• Costruivano le case utilizzando il legno.

• Si dedicavano alla caccia.

• Mangiavano pesce tutti i giorni.

• Mangiavano latte, formaggio e carne.

• Possedevano terre.

Leggi i due documenti che Cesare e Tacito ci hanno lasciato sui Germani, poi indica sele affermazioni sono vere o false .

1V F

V F

V F

V F

V F

V F

V F

V F

V F

V F

V F

Numera dall’1 al 5 i seguenti avvenimenti, rispettando l’ordine cronologico.2

Odoacre imprigionò e depose Romolo Augustolo.

Roma fu assalita dai Visigoti.

Roma fu assalita dai Vandali.

Gli Unni attaccarono le popolazioni germaniche.

Gli Unni attaccarono l’Italia.

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250

VERIFICAVERIFICA

Osserva e completa lo schema con le caratteristiche specifiche degli Etruschi.

EETTRRUUSSCCHHII

Gli Etruschi erano una popolazione dalla dubbia provenienza

che si stabilì nel ........................... . Essi sfruttavano le risorse del

proprio territorio producendo ............................ ed ....................

Estraevano dal sottosuolo il .................., il ....................., lo

................. e dalle rocce delle montagne vicine ricavavano

............................. preziosi. Gli artigiani lavoravano il

........................ per ottenere utensili, armi ed armature.

Lavoravano la ceramica producendo il ................................., un

composto di argilla e carbone, che una volta cotto diventava

nero e lucido come il bronzo.

LE ATTIV I TÀLe città etrusche erano

attraversate da .................

lunghe e diritte.

Gli Etruschi circondarono

la città di grandi .............,

realizzarono .....................,

.......................... e furono i

primi ad ideare l’..............,

che utilizzarono per porte

e finestre.

Le città etrusche erano

................... indipendenti.

L’organizzazione in città-

stato indipendenti, sem-

pre politicamente divise,

fece degli Etruschi un

bersaglio facile per una

nuova civiltà nascente: i

.......................... .

Questo popolo impose

le proprie ............... agli

Etruschi.

Gli Etruschi davano molta

importanza al ........................ .

I ricchi facevano feste con

grandi banchetti, spettacoli

di ............................, acrobati

e prestigiatori. Anche i meno

ricchi si divertivano con

musiche, danze e giochi,

come il .................................. o

l’arrampicata sui pali.

Gli Etruschi erano

......................... I sacerdoti

erano chiamati .................

e praticavano la ...............,

cioè interpretavano la

volontà degli dèi osser-

vando il volo degli

......................, oppure stu-

diando il ............................

degli animali sacrificati.

I cimiteri etruschi sono

chiamati ...........................,

ed hanno l’aspetto di

vere e proprie città, con

tanto di strade che si

incrociano.

LE CITTÀ

LA RELIGIONE

LA V I TA SOCIALE IL DECLINO

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251

VERIFICAVERIFICA

Osserva e completa lo schema con le caratteristiche specifiche dei Romani.

RROOMMAANNII

Roma sorse sulle rive del

fiume.................................. .

Gli agricoltori e i pastori

abitavano su .............. colli.

Durante la Repubblica vi

furono contrasti tra i

......................, che erano

i più ricchi, e i .................,

i più poveri. Alla fine

venne istituita la carica

dei ............................... e

furono emanate ..............

scritte.

Secondo la leggenda,

Roma fu fondata da due

uomini: .......................... e

............................. . Questi

furono trovati ed allattati

da una ......................... .

Secondo la tradizione i

re di Roma furono

............... . Gli ultimi

erano ........................... .

I Romani ebbero divinità

legate al mondo della civiltà

...................................., a cui

diedero nomi propri.

Oltre ai riti pubblici i

Romani praticavano i riti

domestici, cioè all’interno

delle case. Ogni famiglia

aveva nella propria dimora

un altare dedicato ai

........................., le divinità

protettrici della famiglia e

ai ..............................., spiriti

degli antenati defunti, che

mantenevano le tradizioni e

tenevano unita la famiglia.

Nella prima fase della sua

espansione, Roma vinse

contro le popolazioni

................................ . Nella

seconda fase combatté

contro le città della

................................ . Nella

terza affrontò la città feni-

cia di ............................, in

tre guerre dette .................

.................... .

LE ORIGIN I LA LEGGENDA ROMA MONARCHICA

LE CLASSI SOCIALI

L’ESPANSIONE DI ROMA

Dopo la cacciata dei re, a

Roma fu proclamata la

................................... .

Alla guida dello stato

c’era il ............................ ,

formato dagli anziani.

Il re fu sostituito da

................................... .

ROMA REPUBBLICANALA RELIGIONE

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252

VERIFICAVERIFICA

Osserva e completa lo schema con le caratteristiche specifiche dei Romani.

RROOMMAANNII

Il primo imperatore fu

......................................... . Gli

successero altri ......................,

che operarono per far giunge-

re a Roma grandi ................... .

Nel territorio dell’impero sor-

sero tante .................................

simili a Roma.

Il capo della famiglia

romana era ...................... .

lui poteva decidere di rin-

negare e vendere i propri

figli come ........................ .

La religione cristiana fu

predicata da .................,

che nacque a ....................

ai tempi dell’imperatore

romano ........................ .

I Cristiani inizialmente

furono ..................... dagli

imperatori. In seguito

grazie all’imperatore

............................... otten-

nero libertà di professare

la propria fede. Un altro

imperatore, ......................

proclamò il cristianesi-

mo religione di Stato.

ROMA IMPERIALE LA FAMIGLIA

Chi desiderava farsi una

bella nuotata doveva recarsi

alle ................................ .

Chi desiderava vedere uno

spettacolo di attori doveva

recarsi al .......................... .

Chi era amante di spettaco-

li sanguinosi poteva recarsi

all’...................................... .

Chi voleva vedere una corsa

con le bighe si recava al

...................................... .

A Roma i ricchi abitavano

nelle ..................................,

mentre le case dei poveri

erano le .............................. .

Per portare l’acqua nelle

città, i Romani realizzarono

................................... .

VIVERE A ROMA

IL CRISTIANESIMO

L’imperatore ......................................... divise l’impero

in quattro parti, governate da quattro uomini, due

.............................. e due ........................... .

L’imperatore ......................................... riunificò l’impe-

ro e spostò la capitale a ................................, che da lui

prese il nome di ...................................... .

I Barbari invasero l’impero che cadde definitivamente

nell’anno ..................... . Gli storici indicano questa

data come la fine dell’......................................... e l’ini-

zio del ...................................., cioè “età di mezzo”.

LA DIVISIONE DELL’IMPERO E LE INVASIONI

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La repubblica italiana

253

CONVIVENZA CIVILE

La Costituzione ed i Poteri della RepubblicaLa legge fondamentale dello stato italiano è laCostituzione. Secondo i principi fondamentalidella nostra Costituzione, l’Italia è unaRepubblica parlamentare: le leggi sono emana-te dal Parlamento, mentre le decisioni sonoprese dal Governo e sono valide su tutto il terri-torio nazionale, fatte salve le competenze degliEnti Locali.Nello specifico, i rappresentanti eletti dal popo-lo eleggono i membri del Parlamento, che a suavolta è diviso in due organi: la Camera deiDeputati ed il Senato della Repubblica.Al Parlamento spetta il compito di emanare e promulgare le leggi (potere legislativo), alGoverno, composto dal Presidente del Consiglio e dai ministri, spetta il dovere di farle ese-

guire (potere esecutivo).L’ultimo potere dello Stato, che deve rimanere ben distintodai precedenti, come specificato nella stessa Costituzione,è la Magistratura (potere giudiziario), composta da giudici emagistrati, ai quali spetta il compito di far rispettare le leggivigenti.

Il capo dello stato è il Presidente della Repubblica, che rap-presenta l’unità della nazione e svolge il ruolo di coordina-tore dei vari poteri. Egli viene eletto dal Parlamento ognisette anni. Attualmente il nostro Presidente è Giorgio Napolitano(nella foto).

�Dopo aver letto attentamente il testo sopra, discutine in classe con i compagni e completa lo schema.

Parlamento italiano

POTERE LEGISLATIVO

GOVERNO

GIUDICI EMAGISTRATI

Conoscere i principali fondamenti della Costituzione e della Repubblica Italiana

Page 60: V sto 187-265

La Comunità Europa

254

CONVIVENZA CIVILE

L’Europa UnitaLa nascita ufficiale dell’Unione Europea (UE) risale al7 febbraio del 1992, anno in cui fu firmato il trattato aMaastricht. In origine i paesi che entrarono a far partedell’Unione Europea erano solo 12, pian piano se nesono aggiunti degli altri e ad oggi sono 27.Nell’ottobre del 2004, i capi di Stato e di governo di 25Paesi comunitari si sono riuniti a Roma per firmare laCostituzione Europea, che sancisce le regole fonda-mentali che regolano la convivenza tra i cittadinieuropei. Inoltre, la Costituzione Europea sostituisce itrattati precedenti e chiarisce quali sono le competenze dell’UE. Grazie all’Unione Europea

sono state eliminate le barriere doganali, quindi oggi tutti pos-sono muoversi liberamente in qualsiasi Stato comunitario.Questo ha altresì permesso lo sviluppo economico e commer-ciale. Nel 2002 infatti, le monete nazionali di 12 Stati dell’UEsono stati sostituite da banconote e monete in euro (€). La bandiera che rappresenta l’UE è di colore azzurro con dodicistelle in cerchio che simboleggiano i dodici paesi che aderiro-no nel 1992; l’inno europeo è tratto dalla nona sinfonia diLudwig Van Beethoven, la versione musicale dell’“Ode allagioia”. Il motto europeo è “Uniti nelle diversità”, scelto in segui-to ad un concorso al quale hanno partecipato giovani tra i 10 ei 20 anni.

Per far sì che l’Unione Europea possa adempiere ai suoi compiti sono stati istituiti degli orga-ni, simili a quelli presenti nei vari Stati membri. La sede del Parlamento dell’UE si trova aStrasburgo, in Francia. Il numero dei deputati di ogni paese è proporzionato al numero dei cit-tadini che ogni 5 anni eleggono i propri rappresentanti. Il Parlamento non possiede un vero eproprio potere legislativo, ma si occupa di orientare eventuali scelte della Comunità riguardan-ti i problemi sociali, i rapporti con gli stati europei,l’ambiente e l’immigrazione dagli stati extracomuni-tari. I capi di governo degli stati membri formano ilConsiglio dei Ministri che prende le decisioni piùimportanti e definisce gli obiettivi da perseguire.La Commissione Europea, che si trova a Bruxelles,in Belgio, garantisce l’esecuzione delle leggi ema-nate dal Parlamento e ne propone di nuove. LaCorte di Giustizia invece, ha sede in Lussemburgoed ha il compito di garantire l’osservanza dei tratta-ti istitutivi dell’UE. Inoltre, si occupa di risolvereeventuali controversie tra gli Stati comunitari.

Le istituzioni dell’Unione Europea

Parlamento europeo

Conoscere le istituzioni fondate dalla Comunità Europea

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La Comunità Europea

255

CONVIVENZA CIVILE

Le organizzazioni internazionali

Alla fine della seconda guerra mondiale, alcunistati pensarono di fondare degli organismi chegarantissero la pace, con lo scopo di evitare i con-trasti tra le varie nazioni. La prima ad essere istitui-ta fu l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU),nel 1945, alla quale aderirono solo 51 stati. Oggi nefanno parte tutti gli stati del mondo, ad eccezionedella Svizzera, dello Stato del Vaticano e di Taiwan.I suoi scopi principali sono:• mantenere la pace e la sicurezza nel mondo;• salvaguardare i diritti e la libertà di tutti;• promuovere il progresso economico, sociale e culturale di tutti i Paesi delmondo. L’ONU non possiede un esercito proprio: quando deve intervenirein Paesi in cui la pace è minacciata, chiede ai Paesi vicini uomini e mezzi performare un esercito internazionale. I soldati che costituiscono questo eserci-to sono chiamati caschi blu.L’ONU ha sedi in tutto il mondo, quella centrale si trova a New York, nel famoso “Palazzo diVetro” ed opera grazie ad una serie di istituzioni specializzate ognuna nel proprio campo.

L’UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia) opera nei Paesi pove-ri in via di sviluppo. Il suo scopo è quello di migliorare le condizioni di vitadi giovani e bambini.

L’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, laScienza e la Cultura) ha sede a Parigi. Si occupa di promuovere lo svi-luppo attraverso la diffusione dell’istruzione e la ricerca scientifica intutto il mondo. Inoltre, si preoccupa di tutelare zone d’interesse archeo-logico e naturalistico, identificate come “patrimonio dell’umanità”.

L’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) con sede a Ginevra, pro-muove la collaborazione fra gli Stati in campo medico scientifico, al finedi migliorare le condizioni di igiene e di salute e prevenire le malattie.

Ed infine la FAO (Organizzazione per l’Agricoltura e l’Alimentazione), consede a Roma, si impegna contro la fame e favorisce lo sviluppo agricolodei Paesi del mondo sottosviluppati.

Molte altre associazioni di volontariato sono nate per aiutare chi vive in situazio-ni difficili, come la Caritas, che interviene nelle zone colpite dalla guerra, portando aiuti uma-nitari, ed Amnesty International, che s’impegna affinché siano rispettati i diritti dell’uomo.

Conoscere le principali organizzazioni riconosciute dall’Unione Europea

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256

VERIFICAVERIFICA

Osserva la cartina poi rispondi alle domande.1

L’Europa Unita e le Organizzazioni Internazionali

• Quali Paesi dell’UE hanno adottato l’euro?

• La sigla ONU significa

• Gli obiettivi dell’ ONU sono:

• I caschi blu sono

• Amnesty International si propone di

Si occupa della promozione ediffusione della cultura nel mondo.

Si adopera per lo sviluppo dell’ agricolturaed il miglioramento dell’alimentazione.

Lavora per tutelare la salute e migliorarele condizioni igieniche.

Si batte per difendere i diritti dei bambini.

• Quali sono gli Stati che appartengonoall’Unione Europea?

Dopo aver letto attentamente i testi delle pagine precedenti, completa le frasi.2

Collega ogni organismo dell’ONU al suo compito rispettivo.3

UNESCO

FAO

UNICEF

OMS

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I diritti

257

CONVIVENZA CIVILE

Per molti secoli, gli abitanti delle terre conquistate da imperi potenti venivano sottomessi eresi schiavi. Oggi ufficialmente la schiavitù non esiste più. A Parigi nel 1948, fu approvatadall’ONU e firmata da quasi tutti i Paesi del mondo la Dichiarazione Universale dei Dirittidell’Uomo, nella quale si affermail principio che tutti gli uominisono uguali senza distinzione disesso, razza, lingua, religione ocondizione sociale.Con questo documento ogninazione s’impegna a garantire aipropri cittadini i diritti fonda-mentali quali l’uguaglianza tra lepersone, la libertà, il diritto allagiustizia e all’istruzione. Essainfatti afferma che:

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo

Libertà ed uguaglianzaA Roma, come nelle altre civiltà antiche, esi-stevano disuguaglianze sociali molto marcateche distinguevano le varie classi sociali.Gli schiavi, per esempio, erano consideratiproprietà d’altri, non godevano di nessun dirit-to, svolgevano i compiti più faticosi e vivevanoin condizioni molto dure. Anche tra gli uominiliberi c’erano grandi differenze. Alle donne, peresempio, non era permesso occuparsi di nes-suna attività politica o commerciale, dovevanosottostare all’autorità dei padri e poi, unavolta sposate, a quella dei mariti, e non aveva-no il diritto di voto.

Art.1 Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali indignità e diritti.

Art.2 Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte lelibertà senza distinzione alcuna.

Art.3 Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà edalla sicurezza della propria persona.

Art.4 Nessun individuo potrà essere tenuto in stato dischiavitù o di servitù. La schiavitù e la tratta deglischiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.

� Leggi attentamente i testi sopra riportati, poi rispondi alle domande.

- Cos’è la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo ?

- Quali sono i diritti riconosciuti ?

- Cosa vuol dire secondo te essere libero ?

- Ai giorni nostri,esiste ancora la schiavitù ?

Conoscere i tratti salienti della Costituzione Universale dei Diritti dell’Uomo

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I diritti

258

CONVIVENZA CIVILE

La società è composta da tante persone che, se pur uguali davan-ti alla legge, sono diversi tra loro. Essere uguali, infatti, non vuoldire pensare ed agire allo stesso modo. Ognuno di noi ha unapropria personalità, una propria storia, un proprio modo divivere. La diversità non deve essere intesa come qualcosa dinegativo in quanto, al contrario, ci permette di arricchire lanostra conoscenza e riflettere sulle opinioni altrui. È importan-te garantire il diritto alla diversità accettandola in qualsiasiforma essa si manifesti. Sfortunatamente però, questo nonsempre avviene. Ti sarà capitato, infatti, di incontrare personedisabili (diversamente abili) che vivono situazioni di “svantag-gio” perché, a causa di malattie fisiche o mentali, non possonomuoversi in piena libertà. Anche gli anziani possono essere considerati persone svantaggiateperché, a causa della loro età avanzata, incontrano molte difficoltà nella vita di tutti i giorni.

Il concetto di uguaglianza

Altre persone, che vivono situazioni difficili, sono gli immi-grati. Oggi il nostro Paese è terra di immigrazione permolte persone provenienti dalle zone più povere delmondo in cerca di condizioni di vita migliori. Questi immi-grati extracomunitari vivono le stesse difficoltà che hannoincontrato gli italiani in passato,quando a loro volta sono emigrati in

altre nazioni. Alcuni di questi ostacoli sono: l’adattarsi ad una nuovalingua e cultura, trovare una casa ed un lavoro che permetta di viverein condizioni dignitose. Spesso, circostanze di vita difficili portanoalcune persone a diventare emarginati, cioè a vivere ai margini dellasocietà. Gli anziani, i disabili, gli immigrati e i senzatetto vivono situa-zioni di emarginazione sociale. Per aiutare le persone in difficoltà loStato interviene con forme di sostegno ed assistenza, promuovendo iniziative di solidarietàsvolte da associazioni di volontariato. Sono gli stessi cittadini che, di loro iniziativa, offronogratuitamente aiuto ad anziani, malati ed emarginati...

L’emarginazione sociale

� Rispondi alle domande.

- La tua scuola è frequentata da bambini che provengono da altri paesi? Se sì, da dove arrivano?

- Conosci persone in difficoltà (disabili, anziani, persone svantaggiate...)?

- Come puoi aiutarle?

Emarginato: coluiche èmesso ai mar-gini della vita socia-le; escluso, isolato.

Analizzare le diversità per comprendere il concetto di uguaglianza come diritto dell’individuo

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Le differenze

259

CONVIVENZA CIVILE

Nell’antica Roma, l’educazione dei figli maschi eracompito del padre, mentre la madre si occupavadelle bambine, alle quali insegnava come diventarebrave donne di casa. Nelle famiglie agiate, l’educa-zione dei bambini era affidata a maestri (magistri)pagati dai genitori. Gli alunni di queste famiglievenivano accompagnati a scuola da uno schiavo, ilpedagogo; gli altri, si recavano a scuola da soli. Lelezioni iniziavano molto presto la mattina e si svol-gevano in luoghi modesti o addirittura all’aperto.L’arredo era semplice, costituito da sgabelli per gli alunni ed una sedia con spalliera alta perl’insegnante, detta cathedra. I bambini iniziavano a frequentare la scuola a sette anni ed impa-ravano a leggere, scrivere e calcolare. Per scrivere gli alunni utilizzavano una tavoletta in legnoricoperta di cera sulla quale incidevano grazie ad un bastoncino in metallo appuntito, chiama-to stilo. Imparavano a contare servendosi dell’abaco, sul quale facevano scorrere dei sassoli-ni, i calculi. Durante le lezioni regnava una disciplina severissima, il maestro non esitava apunire chi si distraeva o era impreparato con colpi di una bacchetta (fèrula) sulle mani.L’educazione obbligatoria andava dai 6 ai 12 anni; concluso il primo ciclo di studi solo aimaschi era permesso continuare. Chi proseguiva era affidato al grammaticus, maestro di let-

teratura che insegnava loro le regole del latino e delgreco. Tra i 15 ed i 17 anni, i ragazzi che volevano diven-tare magistrati o avvocati, apprendevano l’arte dell’elo-quenza sotto la guida del rethor.Oggi tutti i bambini hanno il diritto di frequentare lascuola. Infatti l’articolo 34 della nostra Costituzione diceche “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore,impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratui-ta. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno ildiritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.

La scuola ieri ed oggi

� Dopo aver letto attentamente il testo, completa la tabella e confronta la tua scuola con quella deibambini romani.

La scuola nell’antica Roma La tua scuola oggi

Analizzare e confrontare il rapporto fra la scuola di ieri e quella di oggi

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Le religioni

260

CONVIVENZA CIVILE

Come hai studiato nelle pagine precedenti, i Cristiani furono per-seguitati perché professavano una religione diversa da quellaromana. Oggi nel mondo esistono molte religioni; in Italia quellaufficiale e più diffusa è la religione cristiana di rito cattolico.Tuttavia, nel nostro Paese ci sono persone che hanno religione

diversa da quella cristiana: adesempio musulmana, buddista,ebraica e molte altre ancora. Chinon crede in nessuna divinità, viene detto ateo, chi invecenon sa a cosa credere agnostico. Ogni religione ha proprieregole e tradizioni da seguire, riguardanti il luogo in cui pre-gare, l’alimentazione, i giornidi festa ecc... Gli ebrei, adesempio, pregano nella sina-

goga ed il loro giorno di festa è il sabato. I cristiani preganoin chiesa e per loro il giorno di festa è la domenica.I musulmani invece pregano nella moschea ed è il venerdi illoro giorno di festa. Ogni individuo ha il diritto di poterrispettare le regole e le tradizioni proprie della sua religione

senza essere discriminato oderiso da altri. Per questomotivo è importante che tra i cittadini vi sia un atteggiamen-to di tolleranza e rispetto reciproco.

La nostra Costituzione difende fortemente, con alcuni deisuoi articoli, il principio di ogni persona al diritto alla libertàdi culto.

Art. 8 “Tutte le religioni sono ugualmente libere di fronte alla legge”.Art.19 “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasiforma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblicoil culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”.

Religioni diverse

� Rispondi alle domande.

- Quale religione professi?

- Nella tua classe ci sono alunni di religione diversa dalla tua ? Se sì, in quale religione credono ?

- In che cosa si differenziano ?

- Secondo te, quali sono le difficoltà che può incontrare un bambino che professa una religione

diversa dalla tua?

Analizzare e riconoscere religioni diverse

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Servizi pubblici

261

CONVIVENZA CIVILE

Gli Enti Locali amministrano e gestiscono i servizi pubblici esociali e provvedono ai bisogni dei cittadini. Essi si occupa-no per esempio della raccolta dei rifiuti, del mantenimento

dei giardini e dei parchi pubblici, dellamanutenzione di strade, mezzi pubbli-ci, dell’allestimento di scuole, bibliote-che e di tutto ciò che è pubblico. Ildenaro necessario per offrire questi servizi viene fornito direttamentedai cittadini, attraverso il pagamento di tasse che, secondo le compe-tenze, vengono imposte da comuni, province o regioni. Le attrezzaturee gli ambienti pubblici appartengono a tutti, di conseguenza è anche

nel tuo interesse rispettarli e non danneggiarli. È importante seguire semplici regole di com-portamento come:

1. non imbrattare muri, monumenti e segnali stra-dali con scritte o disegni;

2. non scrivere o incidere con temperini e coltellisulle panchine;

3. non gettare rifiuti a terra, ma servirsi degli appo-siti cestini;

4. non calpestare le aiuole;

5. non danneggiare in alcun modo vetrine, cabine telefoniche e pensilinedegli autobus;

6. non appoggiare i piedi sui sedili di mezzi pubblici, come treni, bus e tram.

Rispettando queste semplici regole l’ambiente in cui vivi sarà più pulito edordinato.

Rispettiamo ciò che è pubblico

� Dopo aver letto le semplici regole, rispondi alle domande.

- Quali sono secondo te i comportamenti da seguire per rispettare l’ambiente scolastico?

- Ti è mai capitato di vedere qualcuno scrivere sui muri o sui banchi? Come ti sei comportato in

quell’occasione?

- Camminando per strada hai mai notato i murales (graffiti)? Credi che sia un comportamento

corretto dipingere i muri delle nostre città?

Analizzare l’importanza del rispetto per i servizi pubblici resi

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Educazione stradale

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CONVIVENZA CIVILE

Il termine strada deriva dal latino “via strata”, cioè per-corso stratificato con cui si indicavano le vie più impor-tanti. In passato le strade erano distinte in ”lastricate” estrade “comuni”. Le strade lastricate erano riservate altraffico veloce e alla gente importante, mentre quellecomuni ai poveri. Oggi tutti possono percorrere qual-siasi tipo di strada senza distinzione, ed il termine “stra-da” è applicato a tutte le vie. Tuttavia, nel mondo moder-no in cui viviamo, le strade sono molte e non sono tutteuguali. Sono distinte da nomi diversi a seconda della tipologia, da chi ne decide la costruzio-ne o da chi ha la responsabilità della manutenzione.Le strade statali sono sempre contraddistinte da un numero. Sono strade di grandi comuni-cazioni che uniscono le città attraverso le varie regioni. Della loro manutenzione si occupal’Ente statale A.N.A.S. (Azienda Nazionale Autonomia Strade).Le strade regionali collegano i capoluoghi di provincia tra loro, ed appartengono alle regio-ni, ma la loro gestione e manutenzione spetta in via definitiva alla Provincia.Le strade provinciali uniscono il capoluogo di provincia con i comuni più grandi. Per questotipo di strade è la Provincia ad occuparsi della manutenzione.Infine le strade comunali sono di proprietà del Comune e collegano i comuni alle loro frazio-ni, borgate e quartieri.Altri tipi di strade si distinguono per la loro funzione e le loro caratteristiche costruttive.L’autostrada, ad esempio, si presenta con carreggiate separate da spartitraffico invalicabile,ciascuna con due o tre corsie di marcia ed una di emergenza. È contraddistinta da una lette-ra dell’alfabeto ed un numero, ad esempio A14 (Bologna - Taranto). Non ha incroci ma sta-zioni d’ingresso e di uscita. Ha aree di sosta e stazioni di servizio dove potersi fermare, attrez-zate di bar, negozi, ristoranti e distributori di carburante. Per poterla percorrere si deve paga-re il pedaggio che viene calcolato all’uscita, a seconda dei chilometri percorsi. La stradaextraurbana, detta anche superstrada, è simile all’autostrada ma non richiede il pagamentodi pedaggio ed è facilmente accessibile da più strade laterali.

Già i Romani, abili ingegneri, svilupparono tecniche sullequali si fonda, ancora oggi, la nostra tecnica di costruzionestradale. Infatti, così come quella romana, la strada moder-na è composta da strati di materiale. L’aratro livellatorelivella il terreno, che viene successivamente compresso dalrullo compressore. Sulla terra battuta viene steso uno stra-to di pietrisco compresso che forma la massicciata. Questaviene lavata e spruzzata con una miscela calda e liquida di

catrame che solidificandosi forma un solo blocco. Il tutto viene poi ricoperto da un “manto”protettivo, un impasto di asfalto e bitume steso e lisciato dalla finitrice. Una volta asciutto,l’asfalto viene dipinto con la segnaletica orizzontale (strisce bianche e gialle).

Tanti tipi di strade

Come si costruisce una strada

Conoscere la suddivisione e la struttura delle strade italiane e come sono organizzate

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Educazione stradale

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CONVIVENZA CIVILE

Sono molte le persone che lavorano sulla strada per garantire la sicurezza degli utenti e far sìche le nostre strade siano ordinate e pulite.

• La polizia municipale si occupa di dirigere il traffico.

• I poliziotti e carabinieri tutelano la sicurezza degliautomobilisti. Inoltre, essi hanno il compito di con-trollare i documenti di circolazione e di fornireinformazioni ed indicazioni quando necessario.

• Gli operatori ecologici lavorano perché le stradesiano sempre pulite ed ordinate. Mantengono inordine le aiuole spartitraffico e la vegetazione aibordi delle strade.

• Gli operatori dell’A.N.A.S. si occupano di costrui-re le strade, ripararle e dipingere le strisce bianchee gialle che vediamo sull’asfalto.

• Infine, i casellanti dell’autostrada hanno il com-pito di ritirare i soldi del pedaggio all’uscita deicaselli autostradali.

Nell’antica Roma, la precedenza veniva data a seconda della classe sociale, dal più povero al piùricco e dal più debole al più potente. Oggi, è il codice stradale a regolare il diritto di precedenza,grazie ad alcuni segnali che rendono noto all’automobilista quando dare o ricevere la preceden-za. In mancanza di segnali, vale la regola di concedere la precedenza a chi viene da destra.

I segnali stradali

Le persone che lavorano sulla strada

L’ottagono rosso con scrittoSTOP indica che bisogna fer-marsi e dare la precedenza.

Il triangolo con il bordo rossoe lo sfondo bianco indica

“dare precedenza”.

Il rombo con l’internogiallo indica il “diritto

di precedenza”.

Conoscere la suddivisione e la struttura delle strade italiane e come sono organizzate

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VERIFICAVERIFICA

Rispondi alle domande.1

Passeggiando per il tuo quartiere annota i segnali stradali che incontri.Disegnane almeno quattro ed indica il loro significato.

2

La strada

• Quanti tipi di strada conosci?

• Hai mai viaggiato in autostrada?

• Chi si occupa della sicurezza delle nostre strade?

• Quali sono le altre persone che lavorano sulla strada per noi?

• Come sono le strade della tua città? Sono pulite, sporche o molto trafficate? Descrivile.