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SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO Strumenti a supporto dell’organizzazione

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SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO

Strumenti a supporto dell’organizzazione

Normativa di sicurezza e profili di rischio

Ancora oggi l’articolazione adempimentale prevista dal D.Lgs 81/08è cadenzata in relazione alla numerosità dei lavoratori presentiin azienda e non, invece, alla rischiosità specifica dell’attivitàeconomica.

Riporto tre esempi: uno studio professionale con due soci un esercizio commerciale di semplice vendita al dettaglio con un

solo dipendente un ufficio con 100 dipendenti che lavorano alla scrivania.

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Ebbene in tutti e tre questi casi gli adempimenti generali disicurezza saranno gli stessi di un’industriamanufatturiera!

Normativa di sicurezza e profili di rischio

La vigente normativa sulla sicurezza sul lavoro è infatti interamenteapplicabile ogniqualvolta vi sia un datore di lavoro, pubblico oprivato, e almeno un lavoratore.

La conseguenza è che il datore di lavoro che si avvalga anchedi un solo lavoratore, pur non esercitando attività pericolose,dovrà assolvere a tutti gli adempimenti generali disicurezza cui è sottoposta una grande industria.

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I costi degli adempimenti burocratici

Tale connotazione della normativa produce ovviamente un impattorilevante sui costi aziendali.

Riprendendo alcuni dati pubblicati dall’Ocse, si può stimare che peri vari adempimenti burocratici in materia di sicurezza sul lavoromediamente ciascuna impresa sostiene un costo annuale chevaria dal 5 al 20 per cento del proprio bilancio,corrispondente a circa l’8% del costo del lavoro per il personaledipendente.

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I costi degli adempimenti burocratici

Un recente studio condotto da Confcommercio ha evidenziato cheuna impresa con 10 dipendenti spende mediamente 9.800 € inadempimenti burocratici di sicurezza, di cui: 2.000 € per l’adeguamento strutturale; 5.000 € per l’adeguamento gestionale; 1.200 € per la manutenzione annuale per gli aspetti gestionali; 1.600 € per la manutenzione annuale di macchine e strutture.

A questo devono aggiungersi altri costi indiretti, tra cui evidenzio:1. Le spese legali per far fronte ad eventuali controversie con le

autorità pubbliche deputate ai controlli.2. Le giornate/uomo di lavoro perse per l’assolvimento ai vari

adempimenti burocratici.3. Le eventuali consulenze esterne.

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Una soluzione possibile

La soluzione, a nostro avviso, sta nel riorientare eriorganizzare i livelli generali di tutela, associando aciascuna attività economica specifici standards disicurezza graduati in relazione al rischioinfortunistico peculiare di quell’attività.

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Una soluzione possibile

Proprio in questa direzione si era mosso il Decreto del Fare cheaveva introdotto, nella sua originaria formulazione, una norma (Art.32, comma 1, lett. b) che prevedeva una semplificazione delprocesso di valutazione dei rischi per quelle impreserientranti nei settori di attività a basso rischioinfortunistico, proprio in ragione della constatata limitatapericolosità delle attività svolte.

Pur essendo stata fortemente limitata in fase di conversione in legge,la portata di questa innovazione è comunque degna di nota.

Per la prima volta nel nostro Paese si riconosce il principio di dovergraduare i livelli di tutela in relazione alle specificità delle singoleaziende - e quindi alla pericolosità delle attività esercitate - piuttostoche al numero di dipendenti impiegati.

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Il progetto Confederale

La Confederazione ha avviato un progetto per consentire alleimprese di assolvere, con semplicità e sicurezza, alle nuoveprocedure standardizzate previste per le aziende fino a 10 lavoratori.

L’iniziativa si tradotta nella predisposizione di una piattaformaintegrata di strumenti e azioni di supporto e di assistenza al sistemaassociativo, che si fonda su due diverse linee di intervento:

1. semplificare e, se volgiamo, standardizzare, l’attività divalutazione dei rischi per le imprese appartenenti ai settorirappresentati

2. orientare il legislatore e gli organi di controllo versocomportamenti adeguati e coerenti con la rischiosità specificadelle singole attività economiche.

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Il progetto Confederale: primo obiettivo

Metodo di lavoro e risultati

E’ stato costituito un Gruppo di lavoro interassociativo - partecipatoda esperti delle associazioni territoriali e di categoria - che ha elaborato,sulla falsariga della modulistica allegata alle procedure standardizzate:

una Guida all’applicazione delle nuove procedure

Schede analitiche contenenti i principali profili di rischio nei settoridel terziario di mercato

un software «Provisio» che permette la compilazione “guidata” eassistita delle procedure

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Il progetto Confederale: primo obiettivo____________________________________

Il progetto Confederale: primo obiettivo____________________________________

Il progetto Confederale: primo obiettivo____________________________________

Il progetto Confederale: primo obiettivo____________________________________

Il progetto Confederale: primo obiettivo____________________________________

Primo passo: Individuazione delle principali attività economiche

riferibili al sistema confederale

Secondo passo: Suddivisione di ciascuna attività in fasi

lavorative

Terzo passo: Associazione, per ciascuna fase, dei rischi e delle

misure

Quarto passo: Individuazione dei pericoli

ProVisio, per ciascuna attività economica presa in considerazione:

Evidenzia tutte le fasi e le sotto-fasi lavorative

Associa a ciascuna fase i rischi e i pericoli tipici

Indica tutte le misuretipiche di prevenzione e tutela

Genera, in automatico, il documento standardizzato di valutazione dei rischi

___________________________________Il progetto Confederale: primo obiettivo

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Nel corso del 2014, sempre in relazione a questo primo asse del

progetto confederale, si intende implementare la piattaforma di

servizio, attraverso:

• L’ampliamento dei profili di rischio ad altri settori merceologici

• L’integrazione delle funzioni operative e degli strumenti di

supporto già presenti nel software ai nuovi a rischi specifici

(rumore, rischio chimico, MMC; ecc.);

• La ricomprensione della valutazione dei rischi per le attività a

basso indice infortunistico che dovranno essere individuate da

apposito decreto ministeriale;

• La gestione degli aspetti relativi agli obblighi di formazione e

aggiornamento professionale (tempistica, scadenze, ecc.);

• L’inserimento di ulteriori materiali di supporto (check-list,

formulario, scadenze, procedure di sicurezza, ecc.)

Il progetto Confederale: ulteriori sviluppi

_______________________Il progetto Confederale: ulteriori sviluppi__

Check-up

aziendale

Fasi

lavorative

Profili di

rischioChek-List Formazione

SOFTWARE PROVISIO

Procedure di

sicurezzaModelli DVR Formulario Sanzioni Adempimenti

_____________________________________Il progetto Confederale: secondo obiettivo

Il secondo asse del progetto Confederale - che verrà avviato nel corsodel prossimo anno - si propone di costruire le basi per unavalidazione, sotto forma di buona prassi, dei profili di rischiomessi a punto dalla Confederazione relativamente ai settorirappresentati, al fine di uniformare i comportamenti degli entidi controllo.

_____________________________________Il progetto Confederale: secondo obiettivo

Il difficile funzionamento della normativa della sicurezza sul lavoro inItalia è dipeso in larga misura anche da alcune pesanti disfunzionidell’apparato di controllo amministrativo.

Lo strutturale sottodimensionamento organizzativo efinanziario delle amministrazioni competenti, la notevoleframmentazione delle competenze e una difficileripartizione delle funzioni tra lo Stato e gli Enti competentinei controlli hanno creato, fino ad oggi, un contesto di riferimento perle imprese quanto mai incerto e disomogeneo.

Ciò è il risultato di una legislazione nazionale alquanto complessa cheripartisce tale autorità tra ministero, regioni, province e comunicui si aggiunge la magistratura, che opera autonomamente.

_____________________________________Il progetto Confederale: secondo obiettivo

Allo stato attuale la vigilanza sull’osservanza delle norme deldecreto è svolta dalla azienda sanitaria locale competente perterritorio e, per quanto di specifica competenza, dal Corponazionale dei vigili del fuoco, nonché per il settore minerario,dal Ministero dello sviluppo economico, e, per le industrieestrattive di seconda categoria e le acque minerali e termali, dalleRegioni e Province autonome di Trento e di Bolzano.

Esistono poi le competenze del personale ispettivo delMinistero del Lavoro, dell’Inail, delle Autorità marittime abordo delle navi ed in ambito portuale, degli uffici di sanitàaerea e marittima, alle autorità portuali ed aeroportuali.

_____________________________________Il progetto Confederale: secondo obiettivo

L’obiettivo è quello di favorire il coordinamento el’uniformazione dei comportamenti degli organi dicontrollo in sede di verifiche ispettive.

Lo strumento è giungere alla validazione/riconoscimento,eventualmente anche sotto forma di buone prassi, dei profili di rischiodefiniti dalla Confederazione.

Funzionale, a tale scopo, sarà:

La ricognizione di eventuali forme di cooperazione già poste inessere a livello locale

La sensibilizzazione degli interlocutori istituzionali a tutti i livellicon iniziative di comunicazione anche a livello nazionale

La presentazione dei profili di rischio alla Commissione Consultivaai fini di un loro possibile riconoscimento