ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO -...

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603. Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. ATTI DI INDIRIZZO: Mozioni: Buttiglione .............................. 1-01217 36241 Roccella .................................. 1-01218 36242 Risoluzioni in Commissione: VI e X Commissione: Ricciatti .................................. 7-00960 36244 VII Commissione: Bechis ..................................... 7-00958 36246 IX Commissione: Tullo ........................................ 7-00959 36247 ATTI DI CONTROLLO: Presidenza del Consiglio dei ministri. Interpellanze: Chiarelli .................................. 2-01333 36247 Chiarelli .................................. 2-01334 36248 Interrogazione a risposta in Commissione: Gagnarli .................................. 5-08319 36249 Interrogazioni a risposta scritta: Di Maio Luigi ........................ 4-12747 36250 PAG. Catanoso ................................. 4-12759 36251 Di Maio Luigi ........................ 4-12764 36254 Ambiente e tutela del territorio e del mare. Interrogazione a risposta in Commissione: Carrescia ................................. 5-08320 36256 Beni e attività culturali e turismo. Interrogazione a risposta scritta: Nesci ....................................... 4-12754 36260 Difesa. Interrogazioni a risposta immediata in Commissione: IV Commissione: Frusone ................................... 5-08346 36262 Artini ....................................... 5-08347 36263 Interrogazione a risposta in Commissione: Catalano .................................. 5-08348 36264 Economia e finanze. Interrogazioni a risposta immediata in Commissione: VI Commissione: Busin ....................................... 5-08330 36265 Savino Sandra ....................... 5-08331 36266 Atti Parlamentari 36239 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO B AI RESOCONTI SEDUTA DEL 6 APRILE 2016 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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603. Allegato B

ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

I N D I C E

PAG.

ATTI DI INDIRIZZO:

Mozioni:

Buttiglione .............................. 1-01217 36241

Roccella .................................. 1-01218 36242

Risoluzioni in Commissione:

VI e X Commissione:

Ricciatti .................................. 7-00960 36244

VII Commissione:

Bechis ..................................... 7-00958 36246

IX Commissione:

Tullo ........................................ 7-00959 36247

ATTI DI CONTROLLO:

Presidenza del Consiglio dei ministri.

Interpellanze:

Chiarelli .................................. 2-01333 36247

Chiarelli .................................. 2-01334 36248

Interrogazione a risposta in Commissione:

Gagnarli .................................. 5-08319 36249

Interrogazioni a risposta scritta:

Di Maio Luigi ........................ 4-12747 36250

PAG.

Catanoso ................................. 4-12759 36251

Di Maio Luigi ........................ 4-12764 36254

Ambiente e tutela del territorio e del mare.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Carrescia ................................. 5-08320 36256

Beni e attività culturali e turismo.

Interrogazione a risposta scritta:

Nesci ....................................... 4-12754 36260

Difesa.

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IV Commissione:

Frusone ................................... 5-08346 36262

Artini ....................................... 5-08347 36263

Interrogazione a risposta in Commissione:

Catalano .................................. 5-08348 36264

Economia e finanze.

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VI Commissione:

Busin ....................................... 5-08330 36265

Savino Sandra ....................... 5-08331 36266

Atti Parlamentari — 36239 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 6 APRILE 2016

N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anchele risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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PAG.

Interrogazione a risposta in Commissione:Vacca ....................................... 5-08343 36266

Interrogazione a risposta scritta:

Nesci ....................................... 4-12763 36269

Giustizia.

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

II Commissione:

Berretta .................................. 5-08328 36270

Santelli .................................... 5-08329 36271

Interrogazione a risposta in Commissione:

Iannuzzi Tino ........................ 5-08318 36272

Infrastrutture e trasporti.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Minnucci ................................. 5-08321 36274

Zappulla .................................. 5-08344 36275

Catalano .................................. 5-08349 36276

Interrogazioni a risposta scritta:

Bruno ...................................... 4-12746 36277

Catalano .................................. 4-12748 36277

Nastri ...................................... 4-12749 36278

Melilla ..................................... 4-12751 36280

Nuti ......................................... 4-12752 36280

Rampelli ................................. 4-12755 36281

Interno.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Tullo ........................................ 5-08345 36282

Interrogazioni a risposta scritta:

Borghesi .................................. 4-12742 36283

Nesci ....................................... 4-12743 36284

Fava ........................................ 4-12758 36284

Guidesi .................................... 4-12761 36285

Naccarato ............................... 4-12765 36286

Borghesi .................................. 4-12766 36287

Istruzione, università e ricerca.

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VII Commissione:

Palmieri .................................. 5-08337 36288

Bechis ..................................... 5-08338 36288

Santerini ................................. 5-08339 36289

D’Uva ...................................... 5-08340 36289

Coscia ...................................... 5-08341 36293

Pannarale ............................... 5-08342 36293

PAG.

Interrogazioni a risposta scritta:Valiante ................................... 4-12756 36295

Vezzali .................................... 4-12757 36296

Lavoro e politiche sociali.

Interrogazioni a risposta scritta:

Melilla ..................................... 4-12745 36296

Gallinella ................................ 4-12762 36297

Politiche agricole alimentari e forestali.

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XIII Commissione:

Zaccagnini .............................. 5-08332 36297

Russo ...................................... 5-08333 36298

Taricco .................................... 5-08334 36299

Fedriga .................................... 5-08335 36301

Gallinella ................................ 5-08336 36303

Interrogazioni a risposta scritta:

Ricciatti .................................. 4-12741 36303

Bruno ...................................... 4-12744 36304

Salute.

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:

Monchiero .............................. 5-08323 36305

Nizzi ........................................ 5-08324 36307

Giordano Silvia ..................... 5-08325 36308

Borghese ................................. 5-08326 36309

Carnevali ................................. 5-08327 36311

Interrogazioni a risposta scritta:

Gallinella ................................ 4-12750 36312

Rubinato ................................. 4-12760 36312

Sviluppo economico.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Maestri Patrizia ..................... 5-08322 36313

Interrogazione a risposta scritta:

Bordo Franco ........................ 4-12753 36314

Apposizione di firme a mozioni ................ 36315

Pubblicazione di testi riformulati .............. 36315

Mozione:

Peluffo ..................................... 1-01208 36315

Interrogazione a risposta in Commissione:

De Lorenzis ............................ 5-08225 36317

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo .. 36321

ERRATA CORRIGE ........................................ 36321

Atti Parlamentari — 36240 — Camera dei Deputati

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ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:

La Camera,

premesso che:

la lotta al terrorismo, soprattutto dimatrice islamica, ha assunto grande at-tualità ed importanza alla luce dei gravis-simi attentati che hanno colpito la Franciaed il Belgio: infatti, il problema del ter-rorismo fondamentalista, che è tornato acolpire il cuore dell’Europa, ha messo inevidenza la necessità di ulteriori interventicon riferimento alle azioni finora attuate;

allo stato attuale, pertanto, in ra-gione del crescente rischio di infiltrazioneterroristica e del gravoso impegno deimagistrati, è ineludibile una più concreta,efficace azione nella lotta al terrorismo. Ilpunto di partenza deve essere la presad’atto che tale fenomeno presenta un’evi-dente dimensione sovranazionale;

le minacce che il nostro continentedeve affrontare in materia di sicurezzarisultano sempre più complesse, sofisticatee pericolose. Nonostante tutto l’Europa,pure in tale contesto, intende preservare ipropri valori politici di società aperta e dilibertà civili;

attuare una politica di sicurezzaefficace in Europa richiede un « unicum »di strumenti che vanno dall’applicazionedella legge, alle informazioni, alla giustizia,all’economia, alle finanze, agli aspetti tec-nologici, e altro;

l’Europa deve operare unita perprevenire e contrastare gli atti terroristici,per assicurare la protezione delle infra-strutture e dei cittadini affrontando lecause del fenomeno e contrastando sulcampo il terrorismo. Per tale motivo ri-sulta essenziale lo scambio di informa-zioni, la cooperazione ed il coordinamentotra « servizi » e uffici giudiziari dell’Unioneeuropea, proprio per di garantire l’effica-cia del contrasto contro questo fenomenotransnazionale;

fino ad ora, l’Unione europea (lacui strategia privilegia la democrazia, ildialogo e la buona gestione degli affaripubblici per contrastare le cause dellaradicalizzazione) ha sviluppato una stra-tegia di lotta antiterrorismo basata sullaprevenzione, la protezione, il persegui-mento e la risposta. Con l’Organizzazionedelle Nazioni Unite, essa ha elaborato unastrategia di portata globale;

il capitolo « prevenzione » è costi-tuito dalla lotta alla radicalizzazione ed alreclutamento, individuando i metodi, lapropaganda e gli strumenti utilizzati daiterroristi. Anche se sono gli Stati membria dover affrontare queste sfide, l’Unioneeuropea contribuisce a coordinare le po-litiche nazionali, a riconoscere le buonepratiche e a scambiare informazioni;

il capitolo « protezione » mira aridurre la vulnerabilità dei bersagli diattentati e a limitare le conseguenze diquesti ultimi. Propone un’azione collettivaa livello della protezione delle frontiere,dei trasporti e di tutte le strutture tran-sfrontaliere;

il capitolo « perseguimento » mira aperseguire i terroristi al di là delle fron-tiere nel rispetto dei diritti dell’uomo e deldiritto internazionale. L’Unione europeaintende in primo luogo ostacolare l’accessoalle attrezzature che permettono di com-piere attentati, smantellare le reti terrori-stiche e i loro agenti di reclutamento econtrastare l’utilizzazione improprio delleassociazioni senza scopo di lucro. Il se-condo obiettivo in materia di persegui-mento dei terroristi mira a bloccare leloro fonti di finanziamento conducendoinchieste, congelando i beni e ostacolandoil trasferimento di capitali. Il terzo obiet-tivo consiste nell’impedire la pianifica-zione di azioni ostacolando la comunica-zione e la diffusione di tecniche terrori-stiche, soprattutto attraverso internet;

il quarto capitolo prevede la « ri-sposta » agli attentati di terrorismo. Spettaagli Stati membri affrontare questo feno-meno quando si presenti: ma, per preve-

Atti Parlamentari — 36241 — Camera dei Deputati

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derli, è opportuno sfruttare le struttureesistenti e i meccanismi europei di prote-zione civile;

l’articolo 83 del Trattato sul fun-zionamento dell’Unione europea (TFUE)consente al Parlamento europeo e al Con-siglio di stabilire « norme minime relativealla definizione dei reati e delle sanzioniin sfere di criminalità particolarmentegravi che presentano una dimensione tran-snazionale », mentre, per quanto attieneall’aspetto processuale, l’articolo 86 delTFUE ha fornito un’adeguata base giuri-dica per la creazione del pubblico mini-stero europeo;

fondamentale, per il contrasto alterrorismo risulta, pertanto, l’istituzione diuna procura europea. A tal fine, si pos-sono proporre alcune linee guida per isti-tuire la stessa Procura;

nel definirne la base giuridica oc-corre sottolineare che la istituzione di taleprocura non richiede una modifica for-male dei Trattati, che in questo momentosarebbe di assai difficile realizzazione. Èinvece opportuno fare uso delle normesemplificate previste dagli articoli 82.2 e86.4 in modo da armonizzare la materiapenale relativa ai reati di terrorismo;

innanzitutto la procura europeadovrebbe essere creata come organismodell’Unione, dotato di personalità giuridicae caratterizzato da una struttura centrale,competente per individuare, perseguire erinviare a giudizio gli autori dei reati checoncernono il terrorismo, prevedendonorme per assicurarne l’indipendenza;

dovranno anche essere previstenorme che consentano alla procura euro-pea di rispondere delle attività generali alParlamento europeo ed ai Parlamenti na-zionali nonché alla Commissione;

l’architettura generale dell’organi-smo dovrebbe prevedere una strutturadecentrata e integrata e fondata su unprocuratore europeo (assistito dai sosti-tuti) e sui procuratori europei delegatiaventi sede negli Stati membri;

la Procura europea dovrà poterdisporre di atti di indagine riconducibili aquanto normalmente previsto per le pro-cure nazionali: ad esempio perquisizioni,intercettazioni, monitoraggio e congela-mento delle operazioni finanziarie, sorve-glianza in luoghi non aperti al pubblico,operazioni di infiltrazione;

è necessario, inoltre, oltre alle ini-ziative normative già predisposte dal Go-verno italiano, armonizzare le legislazionipenali dei Paesi europei al fine di favorireun sistema efficace per prevenire e repri-mere il fenomeno del terrorismo interna-zionale;

da ultimo è opportuno intensificarela negoziazione di accordi bilaterali con gliStati non membri dell’Unione europea alfine di contrastare in modo efficace ilterrorismo internazionale;

impegna il Governo:

a promuovere una iniziativa dellaCommissione, sulla base dell’articolo 86,paragrafi 1, 2, 3, 4 del Trattato sul fun-zionamento dell’Unione europea e, sotto ilprofilo sostanziale, ai sensi dell’articolo 83dello stesso Trattato, che istituisca unaprocura europea la quale abbia i poteri ele funzioni come indicate in premessa alfine di prevenire e contrastare i reaticoncernenti il terrorismo;

a promuovere in sede europea un’i-niziativa normativa al fine di favorirel’armonizzazione delle norme penali deisingoli Stati membri per contrastare inmodo più efficace il terrorismo interna-zionale;

a promuovere accordi bilateralicon Paesi non appartenenti all’Unione eu-ropea al fine di favorire il contrasto alterrorismo internazionale.

(1-01217) « Buttiglione, Marotta, Bosco,Sammarco ».

La Camera,

premesso che:

l’utero in affitto è una pratica percui una donna si impegna mediante con-

Atti Parlamentari — 36242 — Camera dei Deputati

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tratto a sottoporsi a fecondazione assistitae a cedere per sempre a terzi il natoappena partorito;

tali contratti di surrogazione dimaternità dettagliano comportamenti per-sonali ed obblighi della madre surrogataper tutto il periodo della gravidanza, esono finalizzati a garantire la salute delnascituro secondo criteri stabiliti dallacoppia (o singola persona) che commis-siona la gravidanza, criteri che determi-nano un controllo strettissimo della vitadella gestante, e solitamente includonoanche l’aborto nel caso di malformazionidel feto o l’aborto selettivo in caso digravidanza multipla non prevista;

è evidente che solo donne in con-dizioni di subalternità sociale, di vulnera-bilità e di necessità economica possonoconsentire a tali pratiche, profondamenteirrispettose della dignità della donna elesive dei diritti del nascituro;

i nati da surrogazione di maternitàhanno sempre – a parte rarissime ecce-zioni – una madre genetica diversa daquella gestazionale, in modo che la madreche partorisce non possa rivendicare, incaso di ripensamento, il bimbo come pro-prio, dato che esiste anche una madrebiologica; il contratto di surroga prevedesolitamente, quindi, anche l’acquisto diovociti da parte dei committenti;

i contratti di surroga hanno spessoconnotazioni razziste: la scelta della ma-dre genetica avviene a seconda delle ca-ratteristiche desiderate (colore della pelle,degli occhi, qualità estetica, quoziente in-tellettivo, livello degli studi) (e tali carat-teristiche determinano il prezzo dei ga-meti, mentre per le madri surrogate èsufficiente un buono stato di salute, e anzi,sono spesso scelte tra donne di Paesi terzi,per motivi di convenienza economica e diminori garanzie per le gestanti;

mentre la madre genetica, me-diante analisi del dna, può teoricamenteessere sempre rintracciabile da parte delnato, per le madri surrogate questo nonpuò ovviamente avvenire, e va ricordato

che nella gran parte dei casi dei contrattidi surroga non resta alcuna traccia nel-l’anagrafe dei nati;

la surrogazione di maternità, per lamolteplicità di figure committenti e geni-toriali coinvolte a vario titolo, è una nuovaforma di tratta di donne e bambini al difuori di qualsiasi controllo, anche negliStati dove è regolata da leggi, tanto chenon esistono dati attendibili neppure sulnumero dei nati con questa procedura, egli studi in proposito sono scarsi;

le stime parlano comunque di unmercato internazionale fiorente e in con-tinua crescita, intorno a vere e proprieorganizzazioni internazionali con team dimedici, legali e mediatori di vario tipo, chehanno basi anche nel nostro Paese, inaperta violazione della legge n. 40 del2004, che al comma 6 dell’articolo 12recita « Chiunque, in qualsiasi forma, rea-lizza, organizza o pubblicizza la commer-cializzazione di gameti o embrioni o lasurrogazione di maternità è punito con lareclusione da tre mesi a due anni e con lamulta da 600.000 a un milione di euro »;

il divieto e le sanzioni previste dallalegge vigente non sembrano essere appli-cate né alle coppie italiane che fannoricorso all’utero in affitto all’estero (no-nostante il reato commesso all’estero siaperseguibile attraverso il ricorso all’arti-colo 9 del codice penale anche quando lapena prevista sia inferiore ai tre anni) néa chi organizzi e pubblicizzi in Italia lamaternità surrogata, predisponendo il ri-corso alla pratica fuori dal nostro Paese;

si assiste alla assidua presenza suimedia di coppie che hanno fatto ricorso auna pratica vietata, aggirando o violandola legge italiana, in popolari trasmissionidi approfondimento e di intrattenimento,in cui della procedura di surrogazione dimaternità si offre un’immagine nettamentepositiva, ignorando tutti gli aspetti con-trattuali, commerciali e di sfruttamentofinora illustrati;

in Italia si sta consolidando unaprassi per cui i tribunali interpellati con-

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sentono alle coppie che hanno fatto ri-corso all’utero in affitto all’estero di tra-scrivere l’atto di nascita dei nati conquesta procedura senza incorrere in al-cuna sanzione, ma, al contrario, ricono-scendo le coppie committenti come geni-tori legali del nato,

impegna il Governo:

ad assumere tutte le iniziative dipropria competenza, in particolare allaluce dell’articolo 9 del codice penale, perfar sì che possano essere applicate lesanzioni già previste dalla legge n. 40 del2004 per la surrogazione di maternità;

ad adottare iniziative per interveniresul comma 6 dell’articolo 12 della leggen. 40 del 2004 al fine di evitare interpre-tazioni ambigue, estendendo in modoesplicito le sanzioni previste a chi realizzie organizzi la pratica della surrogazione dimaternità per se stesso;

ad assumere iniziative volte a preve-dere che per consentire la trascrizione inItalia dell’atto di nascita dei nati a seguitodi surrogazione di maternità all’estero, sianecessario fornire copia originale del con-tratto di surroga, da depositare all’ana-grafe del nato, dal quale si evincano conchiarezza sia l’identità della madre surro-gata sia gli estremi degli eventuali fornitoridi gameti, in modo che al nato sia sempregarantita la possibilità di conoscere lemodalità del proprio concepimento e leproprie origini biologiche, perché non visiano discriminazioni in merito al dirittoalle origini.

(1-01218) « Roccella, Piso, Caon, Bueno,Prataviera, Matteo Bragan-tini, Vaccaro, Distaso, Fucci,Corsaro, Chiarelli, Palese,Laffranco, Palmieri ».

Risoluzioni in Commissione:

La VI e la X Commissione,

premesso che:

il calo demografico, che ha colpitoi comuni montani, fino agli anni settanta

e ottanta aveva registrato una positivainversione di tendenza, a partire dal 2010,a causa della crisi economica, è ripresocon dimensioni rilevanti;

uno dei fattori che può contribuirea combattere il fenomeno del calo demo-grafico è, come rilevano diverse analisi, ilmantenimento della rete dei piccoli eser-cizi pubblici e commerciali nelle zone piùdecentrate, in particolare quelle montane,in virtù della funzione non soltanto eco-nomica ma anche e soprattutto sociale chequesti svolgono;

l’Unione nazionale comuni comu-nità enti montani (UNCEM) già da tempodenuncia la situazione di alcuni comuni incui non si trova più nemmeno un negoziocreando non soltanto problemi nell’ac-cesso ai servizi e nel reperire prodotti diprima necessità (soprattutto per le personeanziane), ma generando serie conseguenzedal punto di vista della tenuta sociale edeconomica, poiché rappresentano luoghi diaggregazione oltre che di acquisto;

l’Uncem ha recentemente rilanciatolo slogan « Compra in valle, la Montagnavivrà », ideato alcuni anni fa dalla cameradi commercio di Cuneo con un’operazionetransfrontaliera;

i territori montani trovano benpoco spazio nell’agenda politica nazionaletanto che dal 2010, proprio in coincidenzadel calo demografico, non vi sono piùfinanziamenti riservati a questi territori esoltanto nella legge di stabilità 2016 è statorifinanziato, seppur in misura minima(una dotazione triennale di 15 milioni dieuro) il fondo per la montagna;

la tendenza degli ultimi anni hafavorito un ritorno verso una politicacentralistica, con misure generiche a fa-vore dei piccoli comuni (esempio 6000campanili) e con scarsi criteri selettivi cheaumentano, il rischio di dispersione dellegià scarse risorse e di marginalizzazionedel ruolo regionale di programmazioneterritoriale;

Atti Parlamentari — 36244 — Camera dei Deputati

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è necessario difendere e valorizzarele attività commerciali nei comuni mon-tani in quanto i negozi nei comuni mon-tani rappresentano un ancoraggio dellacomunità, un luogo di aggregazione primaancora che di acquisto; spesso si tratta dipunti multifunzionali che rappresentanoin quelle realtà veri punti di incontro dellacomunità;

si rilevano, in diverse porzioni delleAlpi e degli Appennini, nuove scelte digiovani e non solo, che decidono di aprireimprese, negozi, avviare start up, newco epartite iva, in particolare nei settori delturismo, della green economy, dei serviziinnovativi, dell’information and communi-cation technology, credendo nel rilanciodel territorio montano;

sono necessarie scelte politiche einiziative chiare, concrete ed efficaci, perla difesa dei negozi e delle botteghe neicomuni montani, ma anche la crescita diuna diversa consapevolezza da parte dellacomunità che vive su un territorio mon-tano;

salvare i piccoli negozi nei comunidi montagna passa da una nuova consa-pevolezza e da nuove scelte culturali, an-che di chi fruisce, vive e frequenta lamontagna;

occorre, quindi, individuare misurefiscali vantaggiose per esercizi commercialie imprese presenti nelle aree montane einterne del Paese, così da compensare ilnaturale svantaggio geografico e territo-riale, colmando un gap che rischia di avereconseguenze dirette molto negative e traqueste un nuovo abbandono dei territorimontani e aumento della povertà;

il consiglio regionale del Piemonteha approvato all’unanimità un ordine delgiorno che prevede lo studio di una seriedi sgravi fiscali e burocratici per le zonemontane e altre regioni stanno promuo-vendo percorsi di detassazione, in parti-colare dell’IRAP, e di misure di sostegno

stabili per supportare la dinamicità delsistema produttivo in queste zone,

impegnano il Governo:

ad assumere iniziative per renderepossibile l’attuazione di un regime fiscaleagevolato e semplificato, affrancato daglistudi di settore per gli esercizi commer-ciali in comuni di montagna;

ad assumere iniziative per definire,anche d’intesa con la Conferenza delleregioni e l’Uncem, sgravi fiscali e minorcarico burocratico per chi possiede unnegozio, per chi avvia un’attività, per chivuole potenziare una piccola impresa, perchi apre una partita iva, in comuni mon-tani anche prevedendo apposite « zone afiscalità di vantaggio »;

ad assumere iniziative per incenti-vare e favorire, per la parte di compe-tenza, i centri multifunzionali, ovvero ne-gozi che vendono prodotti e allo stessotempo svolgono dei servizi, anche atti-vando o sostenendo opportune intese conassociazioni locali presenti nei piccoli co-muni, quali ad esempio le Pro Loco;

ad assumere iniziative per favorirel’e-commerce con corsi di formazione spe-cifici, in accordo con le associazioni dicategoria, rivolti ai piccoli commercianti eproduttori agricoli delle aree montane,evidenziando l’importanza della vendita online dei loro prodotti, quale nuovo canaleper aumentare il fatturato;

a sostenere, per quanto di compe-tenza, la campagna dell’Uncem « Comprain valle, la Montagna vivrà » attraversoapposite campagne informative a caratterelocale e nazionale favorendo così lo svi-luppo di azioni possibili di marketing ter-ritoriale individuate dalle Unioni montanedi comuni;

a sostenere e a favorire, d’intesa conle regioni, nuovi progetti di sostegno agliesercizi commerciali di prossimità nei pic-coli comuni montani.

(7-00960) « Ricciatti, Fassina, Ferrara, Ai-raudo, Franco Bordo, Co-stantino, D’Attorre, Duranti,Daniele Farina, Fava, Folino,

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Fratoianni, Carlo Galli, Gian-carlo Giordano, Gregori,Kronbichler, Marcon, Mar-telli, Melilla, Nicchi, Paglia,Palazzotto, Pannarale, Pelle-grino, Piras, Placido, Qua-ranta, Sannicandro, Scotto,Zaccagnini, Zaratti ».

La VII Commissione,

premesso che:

il decreto ministeriale concernente« Riordino del Ministero dei beni e delleattività culturali e del turismo ai sensidell’articolo 1, comma 327, della legge 28dicembre 2015, n. 208 », firmato in data23 gennaio 2016, prevede una nuova ar-ticolazione territoriale del Ministero deibeni e delle attività culturali e del turismocon 41 soprintendenze su tutto il territorionazionale, di cui 39 soprintendenze unichee 2 soprintendenze speciali del Colosseo edi Pompei;

per la Puglia, tale decreto prevedela soprintendenza archeologica, belle arti epaesaggio per la città di Bari, con sede aBari, la soprintendenza archeologica, bellearti e paesaggio per province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, con sede a Foggia,e la soprintendenza archeologica, belle artie paesaggio per le province di Brindisi,Lecce e Taranto, con sede a Lecce;

di fatto, la riforma elimina la so-printendenza archeologica della Puglia consede a Taranto, istituita con la leggen. 386 del 27 gennaio 1907 che prevedeval’istituzione delle « Soprintendenze Terri-toriali » dipendenti dal Ministero dellapubblica istruzione;

si ricorda che a Taranto, fin dal1880 è attiva la direzione degli scavi per laPuglia, estesa anche alla zona di Matera edella Calabria, inoltre, il museo archeolo-gico fu istituito nel 1887 con sede dell’exconvento di San Pasquale di Baylon, edi-ficato nel XVIII secolo, che ospita nume-

rose collezioni greche-romane ed apule tracui gli antichi ori che hanno reso famosoil museo in tutto il mondo;

in difesa della soprintendenza ar-cheologica di Taranto si sono attivati nu-merosi studiosi ed archeologi, che hannoinviato una lettera alle più alte caricheistituzionali, tra cui il Presidente del Con-siglio Renzi e lo stesso Ministro France-schini per chiedere il mantenimento dellasede nella città ionica;

il 17 febbraio 2016 il consiglioprovinciale di Taranto ha approvato unadelibera, la n. 14, che ha successivamenteinviato alle autorità politiche e di governonazionale e locale, avente ad oggetto: « De-creto ministeriale: Riorganizzazione delMinistero e dei beni e delle attività cul-turali del turismo ai sensi dell’articolo 1,comma 327, della legge 28 dicembre 2015,n. 208; ruolo della Soprintendenza Ar-cheologica della Puglia con sede a Ta-ranto », con cui si propongono una serie diemendamenti al decreto ministeriale perriportare a Taranto la sua soprintendenzaproprio per l’alto valore culturale che essarappresenta per la città;

aver tolto la soprintendenza ar-cheologica di Taranto, che sorgeva nelcuore della città vecchia, significa avertolto un punto di riferimento essenzialeper l’intera comunità tarantina, già pro-vata da numerosi problemi economici, am-bientali e sociali. È parere dell’interro-gante che per rilanciare la città e darefiducia alla collettività sia necessario ri-partire dalla cultura e dalle bellezze diquel territorio per dare ossigeno a untessuto sociale lasciato solo ad affrontarele piaghe della microcriminalità, delle ca-renze infrastrutturali, del bisogno e dellamancata integrazione,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative al finedi restituire alla città di Taranto la sededella soprintendenza archeologica di cui inpremessa e di prevedere a Lecce unasuccursale, proprio per l’alto valore storico

Atti Parlamentari — 36246 — Camera dei Deputati

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e culturale che tale istituzione rappresentanon solo per la comunità tarantina, maper l’intera nazione.

(7-00958) « Bechis, Labriola ».

La IX Commissione,

premesso che:

con delibera n. 19/2009 il CIPE haapprovato il progetto preliminare del rad-doppio della linea ferroviaria « Parma-LaSpezia » (cosiddetta « Pontremolese »),prendendo atto del carattere prioritariodel lotto Parma-Osteriazza, a sua voltasuddiviso in tre sub lotti funzionali (Par-ma-Vicofertile, Vicofertile-Collecchio, Col-lecchio-Osteriazza) e ha assegnato 234,6milioni di euro per lo sviluppo della pro-gettazione definitiva e per la realizzazionedel primo sub lotto Parma-Vicofertile;

il decreto-legge n. 98 del 2011,convertito, con modificazioni, dalla leggen. 111 del 2011, ha disposto la revoca deifinanziamenti per le opere che entro il 31dicembre 2011 non avessero ancora pro-dotto obbligazioni vincolanti verso terzi. Inragione di ciò, il 20 gennaio 2012 il CIPE,a seguito della dichiarazione di RFI di noncantierabilità dell’opera, non ha potutofare altro che revocare il finanziamentodestinando le risorse alla realizzazione dialtri interventi infrastrutturali, mante-nendo sul tracciato « Pontremolese » lostanziamento di 35 milioni di euro per il« potenziamento tecnologico della stazionedi Parma » e di 87 milioni di euro per ilcompletamento degli interventi di raddop-pio della tratta ferroviaria Solignano-Oste-riazza;

la regione Emilia-Romagna ha re-centemente ribadito, nel proprio pro-gramma delle infrastrutture strategiche, lapriorità assegnata al raddoppio dell’itine-rario ferroviario « Pontremolese ». Prioritàsostenuta anche dall’assemblea dei sindacidella provincia di Parma,

impegna il Governo

ad adottare tutte le iniziative necessarie alperfezionamento e all’approvazione della

progettazione definitiva degli interventi diraddoppio della linea ferroviaria Par-ma-La Spezia e allo stanziamento dellerisorse necessarie alla sua realizzazioneanche per sub lotti funzionali.

(7-00959) « Tullo, Patrizia Maestri, Roma-nini, Nardi, Zardini, Gan-dolfi ».

* * *

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZADEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanze:

Il sottoscritto chiede di interpellare ilPresidente del Consiglio dei ministri, ilMinistro dell’interno, per sapere – pre-messo che:

da qualche giorno è entrato in fun-zione nel porto di Taranto un hotspotpredisposto per ospitare temporaneamente360 migranti;

la struttura è dotata di aree di primaaccoglienza sanitaria, uffici per l’identifi-cazione di polizia il controllo documenti,la fotosegnalazione e rilevamento di im-pronte digitali;

l’hotspot dovrebbe servire alla iden-tificazione di migranti che dovessero sbar-care in Puglia;

dal suo avvio si sono verificati duearrivi, ognuno di circa 400 migranti sbar-cati in altre regioni (Calabria in partico-lare);

il trasferimento a Taranto è avvenutocon utilizzo di autobus;

di quanto sta accadendo non sihanno comunicazioni ufficiali, così comerisulta che sia vietato l’accesso alla strut-tura agli organi di informazione;

Atti Parlamentari — 36247 — Camera dei Deputati

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in riferimento all’ultimo arrivo dellafine di marzo 2016 si apprendono leseguenti notizie dalle agenzie di stampa:« Oltre un centinaio di migranti maroc-chini, accolti nei giorni scorsi nel nuovohotspot di Taranto, sono stati muniti diprovvedimento di espulsione firmato dalquestore di Taranto, Stanislao Schimera,dopo essersi rifiutati di avvalersi di « pro-tezione internazionale ». Lo riportal’ANSA. Entro sette giorni devono lasciarel’Italia e sono liberi di circolare sul ter-ritorio nazionale. Circa 40 migranti ierisera, si sono recati alla stazione ferroviariacon l’intento di partire per il Nord: nontutti sono riusciti a farlo per mancanza deisoldi necessari all’acquisto dei biglietti.Alcuni hanno trascorso la notte nell’expalestra Ricciardi sede della locale Prote-zione civile. Nel foglio di via si precisa cheil migrante colpito dal provvedimento « èsprovvisto del permesso di soggiorno » erisulta « irregolare sul territorio nazio-nale »;

i migranti che hanno rifiutato la« protezione internazionale » a seguito delprovvedimento di espulsione si sono river-sati in città senza alcun tipo di assistenza,privi di risorse, senza alcuna forma disostegno;

il sindaco di Taranto ha segnalato lavolontà di individuare soluzioni abitativeper ospitare temporaneamente i migranti,di fatto espulsi dal nostro Paese, mentrerisulta che alcuni volontari abbiano orga-nizzato collette per l’acquisto di bigliettiferroviari;

quanto sopra avviene in un contestosociale ed economico notoriamente gra-vato da una particolare crisi che evidenziauna disoccupazione giovanile superiore al50 per cento, una preoccupante crisi abi-tativa, nonché ampie sacche di povertà –:

se il Governo intenda rivedere ladecisione di mantenere a Taranto l’hot-spot, mancando i presupposti perché talestruttura possa funzionare senza incideresulle già precarie condizioni di vita dellapopolazione locale, che impediscono di

fatto di garantire la richiesta accoglienza,soprattutto al ripetersi degli episodi nar-rati in premessa;

se, nelle more di assumere decisionipiù coerenti con la realtà di Taranto, nonsi ritenga di limitare l’accesso all’hotspotsolo a quanti dovessero sbarcare in Puglia;

allo stato, se non si ritenga ragione-vole, e assolutamente necessario, assumereiniziative per effettuare a monte la verificadella volontà di avvalersi della « protezioneinternazionale », evitando di inviare a Ta-ranto non intendono richiedere asilo alnostro Paese.

(2-01333) « Chiarelli ».

I sottoscritti chiedono di interpellare ilPresidente del Consiglio dei ministri, ilMinistro della giustizia, per sapere – pre-messo che:

è nota, anche per le diverse ripetutecondanne inflitte al nostro Paese da partedella Commissione europea per i dirittiumani (vedi, tra le tante, la nota sentenzaTorreggiani), la situazione di assoluta cri-ticità delle strutture carcerarie italiane;

è altresì noto che tale situazionecritica è dovuta ad una serie di circostanzeche possono sinteticamente indicarsi in: 1)tagli alle spese per l’adeguamento dellestrutture 2) sottodimensionamento degliorganici di polizia carceraria e in generale,del personale che opera nelle carceri ita-liane 3) numero significativo di detenuti inattesa di giudizio, di cui molti stranieri;

il carcere di Taranto, in particolare,soprattutto negli ultimi anni, ha eviden-ziato, nonostante una encomiabile e me-ritoria gestione da parte della direttrice edi tutto il personale impiegato, molti epi-sodi che hanno messo a rischio la sicu-rezza dei detenuti e degli operatori;

mercoledì 23 marzo 2016 è giunta lanotizia che verso le 15.30, un cittadino diorigine egiziana di circa 30 anni, in attesadi giudizio (sembrerebbe uno scafista diprofughi), avrebbe tentato il suicidio at-

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traverso una corda rudimentale attaccataalle inferriate del bagno. In questo caso, ilpronto intervento dell’agente che ha datosubito l’allarme, seguito dal personale me-dico, ha evitato che ci fossero gravi con-seguenze;

un detenuto italiano, sembrerebbeoriginario di Massafra (TA), anch’esso in,attesa di giudizio per reati contro la fa-miglia, avrebbe tentato il suicidio attra-verso il solito metodo (corda rudimentale).In questo caso nonostante il rapido inter-vento dell’addetto alla vigilanza e dei sa-nitari, il detenuto è apparso molto grave,tanto da essere trasportato presso il localeospedale per essere ricoverato in rianima-zione;

nel corso della recente Messa di pre-cetto Pasquale presso suddetto carcere, ungruppo di detenuti, all’arrivo dell’arcive-scovo di Taranto, hanno inscenato unaforma di protesta, allontanandosi dallasala, creando ad avviso dell’interrogantesituazioni di potenziale pericolo, pronta-mente e positivamente gestite dal perso-nale di custodia;

quanto sopra evidenziato in presenzadi un organico di polizia penitenziariaassolutamente sottodimensionato;

il perdurare dell’attuale stato di coselascia ipotizzare che quanto accaduto neigiorni scorsi, non solo possa ripetersi, masi possa assistere ad un ulteriore escala-tion, con grave rischio per tutta la popo-lazione carceraria, detenuti e personale –:

se il Ministro interrogato ritenga diadottare iniziative urgenti per l’invio conimmediatezza a Taranto del personale ne-cessario a completare l’organico, che sivaluta in almeno trenta unità di poliziapenitenziaria;

se ritenga di affrontare in generale ilproblema del sovraffollamento delle car-ceri attraverso iniziative straordinarie, so-prattutto in caso di carcerazione cautelare,quali l’impiego del braccialetto elettronico,salvo che non ritenga di assumere le

iniziative di competenza ai fini dell’ado-zione di più utili iniziative straordinarie diclemenza.

(2-01334) « Chiarelli ».

Interrogazione a risposta in Commissione:

GAGNARLI. — Al Presidente del Con-siglio dei ministri, al Ministro dell’ambientee della tutela del territorio e del mare. —Per sapere – premesso che:

il 12 febbraio 2016 è stata pubblicatasul bollettino ufficiale della regione To-scana la legge n. 10 del 9 febbraio 2016,n. 20, « Legge obiettivo per la gestionedegli ungulati in Toscana. Modifiche allalegge regionale n. 3 del 1994 »;

la norma detta misure straordinariein ordine alla gestione delle popolazioni diungulati e quindi alla redazione del pianofaunistico venatorio, del calendario vena-torio e di piani di controllo della faunaselvatica, al fine del ripristino, raggiungi-mento e mantenimento di densità soste-nibili degli ungulati in Toscana, rispettoall’impatto che queste specie produconosulle colture agricole, sui boschi, sull’am-biente, sulle altre specie e sulle attivitàantropiche;

per quanto attiene ai piani di con-trollo della fauna selvatica, l’articolo 19della legge n. 157 del 1992 impone chel’attuazione degli abbattimenti sia affidataesclusivamente ai seguenti soggetti:

a) guardie venatorie dipendentidalle amministrazioni provinciali;

b) proprietari o conduttori deifondi sui quali si attuano i piani medesimi,purché muniti di licenza per l’eserciziovenatorio;

c) guardie forestali e guardie co-munali munite di licenza per l’eserciziovenatorio;

nonostante tale precisa disposizione,l’articolo 5 della legge regionale Toscana

Atti Parlamentari — 36249 — Camera dei Deputati

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n. 10 del 2016, amplia il numero di sog-getti, includendo, oltre a quanto soprariportato:

le guardie addette alla vigilanza deiparchi regionali e nazionali;

gli agenti e gli ufficiali di poliziagiudiziaria;

le guardie giurate e le guardie fo-restali e campestri delle comunità mon-tane;

le guardie venatorie volontarie;

le guardie ambientali volontarie;

le guardie private riconosciute aisensi del testo unico delle leggi di pubblicasicurezza;

i soggetti che abbiano frequentatoappositi corsi di preparazione organizzatidalla Regione stessa sulla base di pro-grammi concordati con l’ISPRA;

i cacciatori iscritti nel registro re-gionale per la caccia di selezione;

le squadre di caccia al cinghiale;

sul tema delle figure abilitate al con-trollo faunistico, così come disposto dal-l’articolo 19 della legge n. 157 del 1992, laPresidenza del Consiglio dei ministri hagià promosso, con delibera del 26 febbraio2015, l’impugnazione avanti la Corte co-stituzionale, della legge regionale Ligurian. 29 del 30 dicembre 2015 pubblicata sulBUR n. 23 del 31 dicembre 2015, cheprevede che i piani di abbattimento sianoeseguiti da soggetti non ricompresi nell’ar-ticolo 19 della legge n. 157 del 1992;

la citata delibera del Consiglio deiministri, afferma che la Corte Costituzio-nale ha già riconosciuto che « l’identifica-zione delle persone abilitate all’attività inquestione compete esclusivamente allalegge dello Stato e che, al riguardo, l’ar-ticolo 19 della legge n. 157 del 1992 con-tiene un elenco tassativo (sentenza n. 392del 2005; ordinanza n. 44 del 2012) » (sen-tenza n. 107 del 2014) » –:

se, sulla base di quanto esposto inpremessa, il Governo non ritenga che

sussistano i presupposti per procedere conurgenza a sollevare la questione di legit-timità costituzionale nei confronti dellalegge regionale Toscana n. 10 del 9 feb-braio 2016. (5-08319)

Interrogazioni a risposta scritta:

LUIGI DI MAIO. — Al Presidente delConsiglio dei ministri, al Ministro per lasemplificazione e la pubblica amministra-zione. — Per sapere – premesso che:

nel corso degli ultimi cinque anni, igoverni che si sono alternati hanno com-piuto la scelta politica di far pagare la crisianche ai dipendenti pubblici, che nellastragrande maggioranza dei casi già per-cepiscono stipendi molto bassi, bloccandola contrattazione collettiva e gli adegua-menti automatici loro spettanti. Talescelta, compiuta dapprima dal GovernoBerlusconi nell’estate del 2011 quandol’Italia era sotto lo « scacco » dell’attaccospeculativo al debito, è stata prorogatadopo il primo triennio di applicazione,anche dai successivi esecutivi, compresol’attuale;

come molto spesso accade, per sa-nare una simile e reiterata ingiustizia, èdovuta intervenire la Corte costituzionale,che – con la sentenza n. 178 del 24 giugno2015 – ha dichiarato l’illegittimità costi-tuzionale del regime della sospensionedella contrattazione collettiva per il per-sonale pubblico dipendente di cui all’ar-ticolo 2 del decreto legislativo n. 165 del2001;

l’articolo 136 della Costituzione sta-bilisce che « quando la Corte (costituzio-nale) dichiara l’illegittimità di una normadi legge o di atto avente forza di legge, lanorma cessa di avere efficacia dal giornosuccessivo alla pubblicazione della deci-sione »;

tuttavia, nonostante la citata sen-tenza, i pubblici dipendenti non hannoancora ricevuto gli adeguamenti stipendialie ciò rappresenta un danno gravissimonon solo per i dipendenti pubblici, ma

Atti Parlamentari — 36250 — Camera dei Deputati

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proprio per l’immagine dello Stato: da unlato si mortifica una categoria di lavora-tori di cruciale importanza per il funzio-namento della macchina amministrativadello Stato, e dall’altro si rende sempremeno attraente per i giovani la carrieranelle pubbliche amministrazioni in ragionedi quella che sembra essere una deliberatascelta di campo per distruggere il serviziopubblico a favore di quello privato;

alcune organizzazioni sindacalihanno addirittura inviato al Governo degliatti di diffida volti a dare immediataesecuzione alla sentenza citata in pre-messa provvedendo al contempo ad av-viare le procedure contrattuali e negozialirelative al nuovo triennio 2016-2018 per ilpersonale di cui all’articolo 2 del decretolegislativo n. 165 del 2001;

nel rapporto annuale dell’ISTAT perl’anno 2015 presentato il 20 maggio 2015dello scorso anno si può leggere: « nelsettore pubblico, con il blocco dei rinnovila dinamica delle retribuzioni contrattualiè ferma al 2011 e le retribuzioni di fattoin rapido declino. Nel settore a prevalenzapubblica sono evidenti gli effetti dellemisure per il contenimento delle retribu-zioni dei pubblici dipendenti varate con ildecreto legge n. 78/2010 e confermate consuccessive modifiche a tutto il 2014. Laquota dei dipendenti pubblici con il con-tratto scaduto, scesa notevolmente nel2009 (38,1 per cento), ritorna al 100 percento negli anni successivi a causa delblocco dei rinnovi contrattuali. La dina-mica delle retribuzioni contrattuali in que-sti settori risulta sostanzialmente stazio-naria dal 2012. L’andamento delle retri-buzioni di fatto dal 2009 declina rapida-mente: dal 4,1 per cento del 2008 si passaal 2,1 per cento del 2009 e all’1,3 per centodel 2010. Dall’anno successivo si registrauna diminuzione media delle retribuzionipari allo 0,3 per cento annuo »;

si apprende da fonti di stampa chenella notte tra il 4 e il 5 aprile 2016 leorganizzazioni sindacali e l’Agenzia dirappresentanza della pubblica ammini-strazione nelle trattative sui contratti di

lavoro (ARAN) hanno sottoscritto un ac-cordo che riduce i comparti del pubblicoimpiego dagli attuali 12 a 4, per areeomogenee: funzioni locali, funzioni cen-trali, sanità e istruzione. Tale accordoprevede anche un quinto comparto dellaPresidenza del Consiglio e appare del tuttoanomalo — a fronte di quattro aree concentinaia di migliaia di dipendenti — pre-vedere un comparto a parte per circa1.500 dipendenti. Ciò, ad avviso dell’inter-rogante, ingenera il sospetto che si vogliacreare una categoria di privilegiati a sca-pito delle altre;

a questo punto non si comprendeveramente la ragione per cui non si pro-ceda tempestivamente al riavvio delle trat-tative per i rinnovi contrattuali e al con-seguente sblocco dei salari –:

per quale ragione il Governo abbiadisatteso per quasi un anno quanto dispo-sto da una sentenza della Corte costitu-zionale;

se il Governo non ritenga che siagiunta l’ora di assumere iniziative perporre fine a questa vergognosa sperequa-zione nei confronti dei dipendenti pubblicie quali intenzioni abbia, per quanto dicompetenza, in merito allo sblocco deisalari di costoro;

per quale ragione sia stato creato unospecifico comparto per la Presidenza delConsiglio dei ministri e se possa essereesclusa una immotivata disparità di trat-tamento. (4-12747)

CATANOSO. — Al Presidente del Con-siglio dei ministri, al Ministro dell’economiae delle finanze, al Ministro dello sviluppoeconomico. — Per sapere – premesso che:

sono passati 7 anni dall’approvazionedella direttiva europea sulle fonti rinno-vabili 2009/28/CE e quasi 5 dal recepi-mento della medesima in Italia e gli ope-ratori italiani aspettano, a giudizio dell’in-terrogante, con motivata impazienza, chesi completi il quadro normativo e regola-torio per la produzione di biometano, per

Atti Parlamentari — 36251 — Camera dei Deputati

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poter iniziare la costruzione degli im-pianti, che daranno anche importanti op-portunità di lavoro qualificato;

dopo 7 anni dall’approvazione delladirettiva europea, in Italia non è datosapere quando tale percorso terminerà. IlMinistero dello sviluppo economico, anzi-ché porre fine a questo ritardo, usa, agiudizio dell’interrogante e di AssoRinno-vabili, impropriamente la « scusa » del co-siddetto standstill, dovuto al processo dinormazione M/475, per continuare a im-pedire il concreto avvio di iniziative, moltedelle quali iniziate già diversi anni fa coninvestimenti di operatori che hanno con-fidato nel completamento del quadro nor-mativo;

lo standstill non impedisce agli Statimembri di emanare norme tecniche, ma alcontrario ne consente espressamente l’a-dozione, a condizione che queste nonsiano in contrasto con una norma tecnicaeuropea (se) esistente;

infatti, l’articolo 7, comma 1, delladirettiva 98/34/CE1 prevede che gli Statimembri adottino le disposizioni necessarieaffinché, durante l’elaborazione di unanorma tecnica europea, i loro organismi dinormalizzazione « non intraprendano al-cuna azione che possa recare pregiudizioall’armonizzazione prevista e, in partico-lare, nel settore in questione essi nonpubblichino una norma nazionale nuova oriveduta che non sia interamente con-forme a una norma europea già esi-stente »;

da un lato, il Ministero dello sviluppoeconomico ha espressamente vietato l’im-missione in rete di biometano derivante dabiogas ottenuto da processi di gassifica-zione di biomasse o da gas da discarica odalla frazione organica dei rifiuti urbani(articolo 8, comma 9, decreto ministeriale5 dicembre 2013) e, dall’altro, l’Autoritàper l’energia elettrica, il gas e il sistemaidrico (Aeegsi) ha consentito l’immissionein rete del biometano soltanto a condi-zione che sia « tecnicamente libero » datutte le componenti di cui al rapportotecnico UNI/TR 11537 allegato A, delibe-

razione 46/2015/R/gas del 12 febbraio2015), condizione che implica la totaleassenza di qualsiasi sostanza potenzial-mente pericolosa e che non è tecnicamenterealizzabile;

l’introduzione di tali divieti e ostacoli,a giudizio dell’interrogante e di AssoRin-novabili, appare assolutamente di dubbialegittimità;

con queste disposizioni, travalicandoi confini del dettato europeo, si sta impe-dendo la realizzazione di molte iniziative,creando così una disparità di trattamentotra chi opera in Italia e chi opera neglialtri Stati membri;

non può valere come giustificazione ilritardo del Comitato CEN nel completareil processo di normazione tecnica M/475,prevalentemente dovuto a mancati accorditra Stati membri. Fino alla formale ap-provazione di tale norma — apparente-mente prossima, ma di fatto a lungorinviata — esiste, paradossalmente, il ri-schio che il processo di normazione non siconcluda e che gli operatori italiani (adifferenza dei concorrenti europei) nonpossano mai avviare un’iniziativa di pro-duzione del biometano;

il danno è che gli operatori italianisono costretti « a stare alla finestra », men-tre in Germania, Paesi Bassi o Svezia, peresempio, da anni si produce biometano,perché i rispettivi Stati, benché anche essicoinvolti nel processo di normazioneM/475, non hanno paralizzato il settorema l’hanno sostenuto e promosso;

gli operatori italiani che hanno av-viato iniziative in questo settore non pos-sono più sopportare questa condizione distallo;

nella risposta data dal sottosegretarioallo sviluppo economico all’interrogazionea risposta in Commissione n. 5-06537, sipuò leggere, tra le altre cose, che « ildecreto interministeriale del 5 dicembre2013, cosiddetto decreto “Biometano”, al-l’articolo 3, ha definito: lo specifico, in-centivo spettante al biometano immessonelle reti del gas naturale; la durata del-

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l’incentivazione; la differenziazione dell’in-centivo in funzione delle taglie dell’im-pianto in modo da tenere in conto ledifferenze dei costi di investimento; l’e-ventuale maggiorazione; dell’incentivo peril biometano prodotto esclusivamente apartire da alcuni sottoprodotti e rifiuti.Ciò premesso si rappresenta che, perquanto concerne le condizioni tecniche edeconomiche per la connessione degli im-pianti di produzione di biometano, l’Au-torità per l’energia elettrica, il gas e ilsistema idrico, dopo aver raccolto le po-sizioni degli operatori di mercato con larelativa consultazione, ha emanato, conapposita delibera del 12 febbraio 2015, ledirettive per le connessioni degli impiantidi biometano alle reti del gas naturale e ledisposizioni in materia di determinazionedelle quantità di biometano ammissibiliagli incentivi. Omissis. Con riferimento aiparametri di qualità del biometano daimmettere nella rete del gas naturale, siprecisa che la sopra citata delibera del-l’Autorità stabilisce che, per l’intera duratadell’obbligo di “standstill” previsto dallanormativa comunitaria, ai fini della defi-nizione e della pubblicazione delle speci-fiche di qualità, il gestore di rete deve fareriferimento alle disposizioni vigenti di cuial decreto del Ministero dello sviluppoeconomico del 19 febbraio 2007 e allecondizioni individuate dal decreto inter-ministeriale del 5 dicembre 2013. In par-ticolare, il biometano immesso nelle retidel gas naturale deve essere tecnicamentelibero da tutte le componenti previstedall’apposita norma tecnica UNI. Infine, sievidenzia che il Ministero ha incontrato apiù riprese i rappresentanti di associazionidi settore ed ha condiviso alcune dellecriticità evidenziate anche dall’onorevoleinterrogante. Gli Uffici del Ministerostanno, infatti, lavorando ad ipotesi direvisione del testo del decreto intermini-steriale del 5 dicembre 2013 tesa a supe-rare le criticità manifestatesi e a favorirel’uso del biometano nel settore dei tra-sporti. In particolare si sta valutando l’i-dea di spostare almeno al 2020 il termineentro il quale gli impianti devono entrarein esercizio per poter accedere agli incen-

tivi, nonché ulteriori stimoli per riconver-tire gli esistenti impianti di produzioneelettrica da biogas alla produzione di bio-metano per i trasporti. »;

a giudizio dell’interrogante e di As-sorinnovabili, se il Governo intende real-mente dare seguito alla emanata legge checonsente anche in Italia la produzione dibiometano, è necessario che vengano ri-mossi urgentemente gli ostacoli introdotti,ingiustificatamente, dalla normativa nazio-nale e, in particolare, occorre che il Mi-nistero dello sviluppo economico: facciaripartire il termine di 5 anni per l’entratain esercizio degli impianti ai fini dell’ac-cesso all’incentivazione del biometano (dicui all’articolo 1, comma 7, del decretoministeriale 5 dicembre 2013), facendolodecorrere dalla data di effettivo comple-tamento del quadro normativo di riferi-mento; elimini il divieto di immissionenella rete del gas naturale del biometanoderivante da biogas ottenuto da processi digassificazione di biomasse o da gas dadiscarica o dalla frazione organica deirifiuti urbani (articolo 8, comma 9 deldecreto ministeriale 5 dicembre 2013), inmodo da allinearci agli altri Paesi europeicitati; riconosca direttamente al produt-tore l’incentivo per il biometano utilizzatonei trasporti (Cic) al fine di permettere labancabilità del progetto, anziché, comeprevisto oggi, al soggetto che « lo immettein consumo » (articolo 4, comma 1 deldecreto ministeriale 5 dicembre 2013);

a giudizio dell’interrogante e di As-sorinnovabili, se si intende realmente dareseguito alla emanata legge che consenteanche in Italia la produzione di biome-tano, è necessario che vengano rimossiurgentemente gli ostacoli introdotti, ingiu-stificatamente, dalla normativa nazionalee, in particolare, occorrerebbe che l’Aeegsi:elimini la prescrizione impossibile da ap-plicare (infatti non esiste per il gas natu-rale) – che consente l’immissione in retedi biometano soltanto a condizione che sia« tecnicamente libero » da qualsiasi com-ponente elencata nel rapporto tecnicoUNI/TR 11537 (articolo 3.2, allegato A,Deliberazione 46/2015/R/gas del 12 feb-

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braio 2015); adotti, nelle more della ema-nanda normativa europea, una delibera-zione che consenta l’immissione in rete delbiometano, a condizione che abbia le me-desime caratteristiche previste dalla nor-mativa tedesca (Allegato 1) o, in alterna-tiva, quelle previste nel rapporto tecnicoUNI/TR 11537, paragrafo 6 (Allegato 2);approvi e pubblichi il codice di reteSNAM, già aggiornato rispetto alle proce-dure di immissione in rete del biometano,in modo che il GSE possa riconoscere irelativi incentivi per il biometano traspor-tato attraverso la rete del gas naturale;

a giudizio dell’interrogante e di As-sorinnovabili, inoltre, occorre che il Co-mitato italiano gas (Cig): concluda i lavoridi revisione della norma UNI/TR 11537,iniziata da oltre un anno, e adotti limiti eprocedure di misura sui microinquinantinon più restrittivi o complicati di quelli invigore in Germania;

oltre a quanto sopra, per risolvere leulteriori problematiche esistenti, già piùvolte segnalate da AssoRinnovabili, sa-rebbe opportuno che il GSE: pubblichi unvalore di riferimento dei Certificati diimmissione in consumo (Cic), affinché glioperatori possano elaborare una previ-sione affidabile di quale sia il livello ef-fettivo di incentivo alla produzione dibiometano; preveda l’obbligo di ritiro deiCic, allo scadere di un determinato ter-mine dall’assegnazione, ad un prezzo mi-nimo definito;

nelle more dell’adozione di tutti que-sti auspicati provvedimenti, è necessarioindividuare una misura che « salvi » leiniziative già avviate da coloro i qualiavevano fatto affidamento sulla normativadi incentivazione adottata nel 2011 e sullapossibilità di una sua ragionevole attua-zione;

è noto, infatti, come molti operatoriabbiano già investito nello sviluppo diquesti progetti, siano stati aggiudicatari digare d’appalto e, avendo quindi assuntoobblighi nei confronti della pubblica am-ministrazione, siano in procinto o abbianogià iniziato i lavori e, per questi casi, ove

l’impianto di produzione di biometanovenga realizzato, sarebbe opportuno am-mettere la valorizzazione dell’energia elet-trica di biogas con una tariffa incentivantebasata su quelle esistenti;

inoltre, bisognerà che la successivaconversione di tale impianto alla produ-zione di biometano, una volta completatoil quadro di riferimento che ne consenti-rebbe finalmente l’utilizzo, sia qualificata,ai fini della disciplina di incentivazione,come impianto di nuova costruzione e noncome intervento di riconverzione di im-pianto esistente –:

in riferimento alla risposta fornitadal sottosegretario allo sviluppo econo-mico il 21 gennaio 2016, all’interrogazionen. 5-06537 quando si procederà alla mo-difica del decreto ministeriale citato indetta risposta;

se e come il Governo intenda chiarirela problematica della qualità del biome-tano per autotrazione in quanto, formal-mente, il quadro normativo sembra all’in-terrogante completo ma, in realtà, nessunosembra all’interrogante sapere qualinorme regolino la qualità del gas perautotrazione visto che il Gse sostiene dirifarsi alla norma Comitato italiano gas ilquale, a sua volta, sostiene di aver regolatosolo l’immissione in rete;

come intenda risolvere il problemadei certificati immissione in consumo, inquali termini e con quali tempi;

quali iniziative normative, di carat-tere generale, intenda assumere il Governoper risolvere le problematiche esposte inpremesse. (4-12759)

LUIGI DI MAIO. — Al Presidente delConsiglio dei ministri. — Per sapere –premesso che:

nel corso del suo mandato, il Go-verno ha adottato numerosi provvedimentirivelatisi non solo idonei a configurare iprofili tipici del conflitto di interesse incapo a esponenti governativi, ma funzio-

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nali a esigenze delle maggiori lobby eco-nomiche del Paese, quali quelle bancarie,finanziarie e petrolifere;

la recente indagine della direzionedistrettuale antimafia della procura dellaRepubblica di Potenza — soltanto l’ultimain ordine temporale — condotta ancheattraverso il supporto di intercettazionitelefoniche, svela l’operato di un articolatoe consolidato « comitato d’affari », che oc-cupava la scena e il retroscena governa-tivo, per garantire gli interessi di rilevanticompagnie petrolifere e di società legate asoggetti in rapporti personali con membridell’Esecutivo, anche in relazione a espo-nenti della classe politica locale e nazio-nale;

tutto questo ingenera nell’opinionepubblica il sospetto che tali comporta-menti e provvedimenti posti in essere daautorevoli membri del Governo siano con-dizionati da finanziamenti che soggettiprivati possono aver erogato, nel rispettodella normativa vigente, ai partiti politicidella maggioranza;

la perfetta liceità di tali finanzia-menti non esclude tuttavia la possibilitàche i citati comportamenti e provvedi-menti siano stati da essi condizionati con-figurando i profili tipici del conflitto d’in-teresse di cui sopra;

la trasparenza in relazione a tali finan-ziamenti, purtroppo non è perfettamentegarantita dalla normativa vigente, ovvero ilterzo comma dell’articolo 5 del decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149, concer-nente « Abolizione del finanziamento pub-blico diretto, disposizioni per la traspa-renza e la democraticità dei partiti edisciplina della contribuzione volontaria edella contribuzione indiretta in loro fa-vore »;

tale norma prevede, infatti, che « irappresentanti legali dei partiti beneficiaridelle erogazioni sono tenuti a trasmetterealla Presidenza della Camera dei deputatil’elenco dei soggetti che hanno erogatofinanziamenti o contributi di importo su-periore, nell’anno, a euro 5.000, e la re-

lativa documentazione contabile (...) L’e-lenco dei soggetti che hanno erogato ipredetti finanziamenti o contributi e irelativi importi sono pubblicati in manierafacilmente accessibile nel sito internet uf-ficiale del Parlamento italiano (...) Gliobblighi di pubblicazione nei siti internetdi cui al quinto e al sesto periodo delpresente comma concernono soltanto idati dei soggetti i quali abbiano prestato ilproprio consenso », ai sensi della vigentenormativa in materia di protezione deidati personali (comma 12 dell’articolo 22e comma 4 dell’articolo 23 del decretolegislativo 30 giugno 2003, n. 196);

quest’ultimo periodo, non presentenella versione originaria del decreto-legge,è stato inserito in sede di conversione conl’approvazione di un emendamento 5.400della relatrice, l’allora senatrice del PartitoDemocratico, Isabella De Monte;

già in sede di dibattito parlamentareil senatore Vito Crimi ebbe modo di chia-rire la posizione del MoVimento 5 Stelledichiarando che « l’emendamento 5.400sembra adempiere ad un dovere di ri-spetto della privacy, quando in realtà nonè affatto così. Nel momento in cui si faun’erogazione liberale al partito si devesapere prima che la propria erogazioneverrà resa pubblica con quelle modalità; sesi ritiene che il proprio nome e cognomenon debba apparire, allora non si fal’erogazione. Non è pertanto questione ditutela della privacy: nel momento in cui sidecide di fare una erogazione liberale,automaticamente si deve dare il consenso,perché così è previsto nella legge, e non ènecessario prestare un ulteriore consenso,altrimenti si annulla totalmente l’effettodella norma. A quel punto infatti qualun-que persona può non acconsentire allapubblicazione dei dati, annullando total-mente la pubblicità dell’erogazione previ-sta dalla norma. Quindi, mi sembra unadisposizione fuori luogo »;

nel bilanciamento dei diritti fonda-mentali in campo, è di tutta evidenzacome in questo caso l’indispensabile ne-cessità della trasparenza prevalga sullatutela della privacy;

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tale necessità, peraltro, va ben oltrela trasparenza: i cittadini italiani debbonosapere se le decisioni e i comportamentidei propri rappresentanti siano condizio-nate da finanziamenti privati, in altreparole se vi siano dei conflitti d’interesse;

pertanto, una simile norma ad avvisodell’interrogante può ingenerare il sospettodi voler garantire l’anonimato ad alcuniinconfessabili finanziatori del partito;

a parere dell’interrogante, anche lanorma che prevede il limite annuale dei5.000 di euro di finanziamento per lapubblicità è del tutto inopportuna, dalmomento che tale limite andrebbe dimolto abbassato se non del tutto elimi-nato;

alla luce delle considerazioni svolte, èindispensabile l’abrogazione dei citati li-miti alla trasparenza del finanziamento disoggetti privati ai partiti politici, checreano una inammissibile opacità in me-rito ad un aspetto molto delicato delladinamica politica –:

quale sia l’orientamento del Governoin merito alle considerazioni svolte e senon ritenga di dover attivare i suoi poterinormativi, anche mediante il ricorso alladecretazione d’urgenza, ai fini dell’abro-gazione di una norma che crea un’inam-missibile deroga alla indispensabile traspa-renza dei finanziamenti di soggetti privatiai partiti politici. (4-12764)

* * *

AMBIENTE E TUTELADEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

CARRESCIA. — Al Ministro dell’am-biente e della tutela del territorio e delmare. — Per sapere – premesso che:

con istanza formulata ai sensi del-l’articolo 12 del decreto legislativo n. 387del 2003, la VBIO1 società agricola srl harichiesto alla regione Marche – P.F. rete

elettrica regionale, autorizzazioni energe-tiche, gas ed idrocarburi –, l’autorizza-zione alla realizzazione e all’esercizio diun impianto per la produzione di energiaelettrica da biogas, ottenuto dalla dige-stione anaerobica di biomasse di potenzanominale pari a 999 kwe, impianto rica-dente nel Comune di Corridonia (Mc);

la legge regione Marche n. 7 del2004, vigente all’epoca della presentazionedella domanda, prevedeva la sottoposi-zione del progetto a verifica di assogget-tabilità a valutazione di impatto ambien-tale (così detto screening);

la società aveva, altresì, proposto, indata 4 ottobre 2011, apposita istanza allaProvincia di Macerata, competente in ma-teria di valutazioni ambientali la quale il26 gennaio 2012, archiviava il procedi-mento di verifica di assoggettabilità,avendo l’articolo 24 della intervenuta leggeregione Marche n. 20 del 2011, in vigoredal 9 novembre 2011, modificato la letteran-terdecies) del punto 6) dell’allegato B2alla legge regione Marche n. 7 del 2004,nel senso di escludere dalla valutazioneimpatto ambientale i progetti sotto lasoglia potenziale termica di 3 Mwt;

la regione Marche con « decreto deldirigente della P.F. rete elettrica regionaleautorizzazioni energetiche, gas ed idrocar-buri » n. 52/EFR del 5 giugno 2012 rila-sciava quindi alla predetta società l’« au-torizzazione a realizzare ed esercitarel’impianto di produzione di energia elet-trica da Biogas nel comune di Loro Piceno(MC) »;

con ricorso promosso innanzi al tri-bunale amministrativo regionale delleMarche, il comune di Corridonia ha im-pugnato il predetto decreto; il Tribunaleamministrativo regionale con sentenza 10ottobre 2013 n. 659, ha accolto il ricorso,decisione poi confermata dal Consiglio diStato (Sez. IV sentenza del 22 settembre2014 n. 4730);

le suddette decisioni hanno annullatol’autorizzazione regionale, dichiarandonon applicabile la citata legge regionale

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n. 20 del 2011 e, in ogni caso, in ragionedel contrasto tra l’articolo 24 della leggedella regione Marche n. 20 del 2011 e ladirettiva 2011/92/UE (con conseguente di-sapplicazione della norma interna), anchealla luce della sentenza del 22 maggio 2013n. 93 della Corte costituzionale, con laquale sono stati dichiarati incostituzionaligli allegati alla legge della legge regioneMarche n. 3 del 2012 nella parte in cuiuna serie di progetti erano esonerati dallaverifica di assoggettabilità a VIA unica-mente in base a soglie numeriche relativealla potenza o all’estensione territorialedegli impianti e non già alla luce deicriteri di cui all’allegato III della direttiva2011/92/UE;

successivamente al deposito dellasentenza del Tar, la VBIO1, ha presentatodomanda di avvio della procedura di im-patto ambientale di cui al combinato di-sposto dell’articolo 23 e seguenti del de-creto legislativo n. 152 del 2006 e dell’ar-ticolo 12 e seguenti della legge della re-gione Marche n. 3 del 2012;

con determina dirigenziale n. 374 delsettore 10 – ambiente del 15 novembre2013 è stato disposto l’assoggettamento aVIA del progetto;

con determinazione dirigenzialen. 243 – 10o settore del 7 luglio del 2014del dirigente del settore ambiente provin-cia di Macerata, è stato espresso il giudiziopositivo di compatibilità ambientale conprescrizioni;

contro tale atto ha ricorso il comunedi Corridonia deducendo tra l’altro, laviolazione e/o elusione e/o falsa e/o erro-nea applicazione dell’articolo 191 del trat-tato sul funzionamento dell’Unione euro-pea, della direttiva 85/337/CEE (ora 2011/92) articolo 2, numeri 1-3, primo comma,sostenendo che l’impianto già realizzatonon poteva essere sottoposto a verifica diassoggettabilità a valutazione di impattoambientale (cosiddetto screening) VIA;

il giudizio è stato sospeso dal TarMarche al fine di richiedere alla Corte digiustizia dell’Unione europea una deci-

sione in ordine alla compatibilità comu-nitaria dell’esperibilità della verifica diassoggettabilità a valutazione di impattoambientale articolo 4, comma 2, direttiva2011/92/UE) e, conseguentemente, allaVIA, relativamente ad un impianto giàrealizzato;

all’epoca dell’adozione del provvedi-mento autorizzativo successivamente an-nullato (autorizzazione regionale n. 52/EFR del 25 giugno 2012), la normativanazionale prevedeva la verifica di assog-gettabilità alla VIA solo per gli impiantiper la produzione di energia elettrica (e divapore e acqua calda) con potenza termicacomplessiva superiore a 50 MW (si veda ilpunto 2-a dell’allegato IV alla parte se-conda del decreto legislativo n. 152 del2006);

in attuazione di quanto previsto dallalegge nazionale, la legge regione Marchen. 20 del 2011 (in vigore dal 9 novembredel 2011) prevedeva l’esenzione della ve-rifica di assoggettabilità a VIA per gli« Impianti termici, inclusi quelli a celle acombustibile, per la produzione di energiaelettrica vapore e acqua calda alimentati abiomasse, a olii combustibili vegetali o abiodiesel, di potenza termica nominaleinferiore a 3 MW »;

l’archiviazione del procedimento diverifica di assoggettabilità a VIA, sullabase dell’entrata in vigore della legge ap-pena richiamata, e quindi la mancatasottoposizione a verifica di assoggettabilitàa valutazione di impatto ambientale haportato all’annullamento dell’autorizza-zione rilasciata dalla regione Marche, conl’impianto già in funzione, che è statosuccessivamente spento, con avvio dellaprocedura di verifica di assoggettabilità dicui al combinato disposto dell’articolo 23e seguenti del decreto legislativo n. 152 del2006 e dell’articolo 12 e seguenti dellalegge regionale n. 3 del 2012;

la legge Regione Marche n. 20 del2011 è stata modificata dalla legge regio-nale n. 3 del 2012 (quest’ultima legge, checonfermava l’esenzione da verifica di as-soggettabilità a VIA sulla base di soglie

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numeriche, come già accennato è statadichiarata incostituzionale, per tale parte,dalla sentenza n. 93 del 22 maggio del2013 della Corte costituzionale;

infine, quest’ultima legge è stata mo-dificata dalla legge della regione Marche19 ottobre del 2012 n. 30, con la quale laregione ha provveduto ad introdurre mo-difiche sia all’articolo 3 che all’allegato Cdella legge regionale n. 3 del 2012, recantil’esplicita previsione della necessità di te-ner conto, caso per caso ed indipenden-temente dalle soglie dimensionali, di tuttii criteri di selezione dei progetti indicatinegli allegati della direttiva;

la nuova procedura di VIA è stataeffettuata secondo le previsioni di cuisopra, nonché secondo quelle della nor-mativa nazionale;

è da ricordare, con riguardo allanormativa nazionale, che articolo 15comma 4, del decreto legge del 25 giugno2014 n. 91 recava la previsione che, neicasi in cui dovessero essere sottoposti averifica di assoggettabilità postuma, anchea seguito di annullamento dell’autorizza-zione in sede giurisdizionale, impianti giàautorizzati e in esercizio per i quali taleprocedura era stata a suo tempo ritenutaesclusa sulla base delle soglie individuatenell’Allegato IV alla parte seconda deldecreto legislativo del 3 aprile del 2006,n. 152, e nella legislazione regionale diattuazione la procedura di verifica di as-soggettabilità fosse svolta a norma dell’ar-ticolo 6, comma 7, lettera c), del predettodecreto legislativo, ferma restando la pro-secuzione dell’attività fino all’adozionedell’atto definitivo da parte dell’autoritàcompetente e, comunque, non oltre iltermine di centottanta giorni dalla data dientrata in vigore del decreto;

la norma è stata soppressa in sede diconversione per cui non ha trovato appli-cazione;

con la modifica all’articolo 6, comma7-c, del decreto legislativo n. 152 del 2006introdotta dall’articolo 15, comma 1-c, delgià citato decreto legislativo del 24 giugno

2014 n. 91 è stata prevista l’introduzionedi nuove soglie mediante decreto ministe-riale, con la precisazione che nel frat-tempo la valutazione circa la verifica diassoggettamento doveva essere effettuatacaso per caso sulla base dei criteri stabilitinell’allegato V alla parte seconda del de-creto legislativo n. 152 del 2006;

come è noto, in precedenza, la Com-missione europea aveva avviato la proce-dura d’infrazione 2009/2086 per non con-formità delle norme nazionali (parte se-conda del decreto legislativo n. 152 del2006) con la direttiva VIA 2011/92/UErelativamente, tra l’altro, alla procedura diverifica di assoggettabilità a VIA;

con il decreto ministeriale n. 52 del30 marzo 2015 sono state emanate le« Linee guida nazionali destinate a ridefi-nire i criteri e le soglie per determinarel’assoggettamento alla procedura di veri-fica dei progetti dell’Allegato IV del de-creto legislativo n. 152 del 2006 », por-tando all’archiviazione della procedura indata 19 novembre 2015. Il decreto perònon è applicabile ratione temporis ai pro-cedimenti definiti in precedenza;

ne consegue, ad avviso del Tar delleMarche, che nell’ordinamento interno ita-liano non sia attualmente presente alcunanorma che disciplini la valutazione diimpatto ambientale cosiddetta postuma,ad impianto realizzato;

per gli impianti già autorizzati, l’ar-ticolo 29, comma 1, de decreto legislativon. 152 del 2006 stabilisce semplicementeche i provvedimenti di autorizzazione oapprovazione adottati senza la previa va-lutazione di impatto ambientale sono an-nullabili per violazione di legge;

in caso di realizzazione degli impiantisenza la previa sottoposizione alle fasi diverifica di assoggettabilità o di valutazione,il medesimo articolo 29 del decreto legi-slativo n. 152 del 2006 dispone, al comma4, che l’autorità competente, valutata l’en-tità del pregiudizio ambientale arrecato equello conseguente alla applicazione dellasanzione, dispone la sospensione dei lavori

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e può disporre la demolizione ed il ripri-stino dello stato dei luoghi e della situa-zione ambientale a cura e spese del re-sponsabile, o, in caso di inottemperanza,d’ufficio. Il successivo comma 5 prevedeche « in caso di annullamento in sedegiurisdizionale o di autotutela di autoriz-zazioni o concessioni rilasciate previa va-lutazione di impatto ambientale o di an-nullamento del giudizio di compatibilitàambientale, i poteri di cui al comma 4sono esercitati previa nuova valutazione diimpatto ambientale »;

con riguardo alla posizione del giu-dice interno, recenti pronunce hanno af-fermato la compatibilità comunitaria, dellaVIA successiva alla realizzazione dell’im-pianto. Essa non sarebbe in contrasto conle indicazioni provenienti dalla giurispru-denza comunitaria, la quale si preoccupadi chiarire quali conseguenze derivinodalla mancata previa effettuazione dellaVIA o della verifica di assoggettabilità allaVIA. Si è argomentato che l’omissionecomporta, in generale, la sospensione ol’annullamento dell’autorizzazione, salvocasi eccezionali in cui risulti preferibileper l’interesse pubblico che gli effetti delprovvedimento siano conservati, ma il verovincolo per le autorità e i giudici nazionaliè che le conseguenze della violazione deldiritto comunitario siano cancellate (Cortedi giustizia del 28 febbraio 2012, C-41/11,InterEnvironnement Wallonie, punto 63);

la sospensione o l’annullamento sonoquindi soluzioni giuridiche strumentali, ilcui scopo è consentire l’applicazione deldiritto comunitario, anche attraverso l’ef-fettuazione della valutazione non eseguitain precedenza, o in alternativa attraversoil risarcimento chiesto dai soggetti cheabbiano subito pregiudizi a causa dell’o-missione (Corte di giustizia sentenza del14 marzo 2013 C-420/11, Leth, punto 37;Corte di giustizia sentenza del 7 gennaio2004, C201/02, Wells, punto 65);

si è quindi ritenuta, sulla base dellepredette argomentazioni, la possibilità dieffettuare in un secondo momento l’esamenecessario per escludere la verifica di

assoggettabilità alla VIA (Tar di Brescia 4giugno 2015, sentenza n. 795: in questocaso la verifica di assoggettabilità è statasuccessiva ma ha avuto esito negativo, percui l’impianto non è stato sottoposto aVIA). Al contrario, il Consiglio di Stato hapiù volte escluso la possibilità di una VIApostuma, seppure con riferimento allapossibilità di mantenere in esercizio gliimpianti (in particolare, si veda in sedecautelare Consiglio di Stato, Sez. IV, sen-tenza del 19 febbraio 2014 n. 798);

anche nella sentenza del Consiglio diStato, sez. III del 5 marzo 2013, n. 1324 siè affermato il necessario carattere preven-tivo della VIA, in una decisione che perònon riguardava un caso di VIA cosiddettapostuma, ma l’annullamento di un’auto-rizzazione per l’omesso svolgimento dellaprocedura di VIA:

il problema riguarda quindi l’esperi-bilità della valutazione di impatto ambien-tale ad impianto già realizzato nel caso diannullamento dell’autorizzazione permancata sottoposizione a verifica di as-soggettabilità a VIA;

l’articolo 191 del trattato sul funzio-namento dell’unione europea definisce iprincipi della politica dell’Unione europeain materia ambientale e in particolare, alpunto 2, afferma che La politica dell’U-nione in materia ambientale mira a unelevato livello di tutela, tenendo contodella diversità delle situazioni nelle varieregioni dell’Unione. Essa è fondata suiprincipi della precauzione e dell’azionepreventiva, sul principio della correzione,in via prioritaria alla fonte, dei dannicausati all’ambiente, nonché sul principio« chi inquina paga ». L’articolo 2 delladirettiva 2011/92/UE (e, in precedenza,l’articolo 2 della direttiva 85/337/CEE)stabilisce che gli Stati membri adottano ledisposizioni necessarie affinché, prima delrilascio dell’autorizzazione, per i progettiper i quali si prevede un significativoimpatto ambientale, in particolare per la

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 6 APRILE 2016

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loro natura, le loro dimensioni o la loroubicazione, sia prevista un’autorizzazionee una valutazione del loro impatto;

pur in presenza di una chiara enun-ciazione del carattere preventivo dellaVIA, la giurisprudenza della Corte di Giu-stizia citata in precedenza sembra nonescludere del tutto la possibilità di rime-diare al mancato esperimento dalla pro-cedura. È però ben noto che, in un’altrasentenza, la Corte di giustizia si è espressaper la contrarietà al diritto comunitario diuna norma generale che permettesse larealizzazione della VIA a posteriori (Cortedi giustizia sentenza del 3 luglio 2008,causa C-215/06, Commissione contro Ir-landa), ribadendo la natura preventivadella procedura di VIA (in particolarepunto 51);

il Tar delle Marche, con ordinanza haritenuto necessaria la rimessione allaCorte di Giustizia dell’Unione europea perchiarire se, in riferimento alle previsioni dicui all’articolo 191 del Trattato sul fun-zionamento dell’unione europea e all’arti-colo 2 della direttiva 2011/92/UE, sia com-patibile con il diritto comunitario l’espe-rimento di un procedimento di verifica diassoggettabilità a valutazione di impattoambientale (ed eventualmente a VIA) suc-cessivamente alla realizzazione dell’opera,qualora l’autorizzazione sia stata annul-lata dal giudice nazionale per mancatasottoposizione a verifica di assoggettabilitàa valutazione di impatto ambientale, inquanto tale verifica era stata esclusa inbase a normativa interna in contrasto conil diritto comunitario –:

se il Governo sia a conoscenza diquanto sopra esposto e se e quali iniziativedi competenza intenda intraprendere perfare chiarezza agli enti e alle imprese cheoperano nel settore delle fonti rinnovabilidi energia in merito alla possibilità omeno, nell’ordinamento italiano, di rime-diare ex-post al mancato esperimento dellaprocedura di valutazione di impatto am-bientale. (5-08320)

* * *

BENI E ATTIVITÀ CULTURALIE TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:

NESCI, PARENTELA e DIENI. — AlMinistro dei beni e delle attività culturali edel turismo. — Per sapere – premesso che:

sono diversi gli atti parlamentari ri-volti al Ministro interrogato, in cui sisegnala il deturpamento del territorio neipressi del sito archeologico di Capo Co-lonna, nel comune di Crotone, per farspazio ad agriturismi e strutture ricettive,come denunciato ad esempio dal deputatoPaolo Parentela nell’interrogazione a ri-sposta scritta n. 4-08024 rimasta senzarisposta;

è passato circa un anno dalla se-conda, decisiva sospensione del cantieredel sito archeologico di Capo Colonna, conla quale il Ministero interrogato, presoatto che la protesta popolare scoppiata agennaio 2015 per la cementificazione del-l’area del foro aveva assunto caratterenazionale, tratte le ormai inevitabili con-seguenze, decise il ripensamento parzialedi quella parte del progetto cosiddetto« APQ SPA 2.4 » e rinunciò pure allaprevista copertura di due stanze dell’atti-guo edificio termale con una inconcepibiletettoia d’acciaio;

secondo però quanto raccontato inun’inchiesta giornalistica realizzata da « IlCrotonese » di martedì 5 aprile 2016, daltitolo « Piccoli tombaroli crescono », « daqualche tempo non si può fare a meno dinotare le decine di buche che, nottetempo,ignoti praticano all’interno del cantiere »;

tali « buche » sarebbero opera deicosiddetti « tombaroli »: « gli attuali espo-nenti della categoria sono gli ideali discen-denti di quanti, sollecitati dagli instanca-bili emissari di rigattieri e antiquari na-poletani, fin dal tardo Settecento e nel-l’Ottocento praticavano scavi illegali oacquistavano da privati fortuitamente ve-nuti in possesso di reperti archeologici i

Atti Parlamentari — 36260 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 6 APRILE 2016

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manufatti metallici (soprattutto monete)vendibili con profitto sul mercato dei col-lezionisti di antichità »;

secondo la ricostruzione dell’articoli-sta Margherita Corrado, « nella stagione incui, in città, lo sviluppo edilizio incontrol-lato ha moltiplicato le occasioni di scaviprofondi, Crotone ha avuto la sua nutritae agguerritissima pattuglia di scavatoriclandestini, oggi in pensione o comunquein relativo declino. Nel circondario, dovela ricchezza del patrimonio archeologico èpari o assimilabile a quella della polisachea, questa “tradizione” non ha, invece,conosciuto cedimenti negli anni e, anzi,nell’ultimo ventennio le opportunità of-ferte da inediti scavi condotti capillar-mente nel territorio – prima quelli per leantenne della telefonia mobile poi, deva-stanti, quelli per l’impianto dei parchieolici – hanno permesso ai “vecchi tom-baroli” di restare in attività e di formaregenerazioni di nuovi adepti. Complice ildisagio economico diffuso, le nuove leve sisono moltiplicate a Strongoli, a Cirò, aCutro, a Isola di Capo Rizzuto, per restarenegli immediati dintorni di Crotone. ACapo Colonna, perciò, i tombaroli di Isolahanno progressivamente sostituito quellilocali nella sistematica opera di svuota-mento delle favisse prossime alla scoglierasottostante il tempio »;

gli ultimi arresti di « tombaroli » sonoavvenuti solo nel 2014, quando il ripristinodella telecamera che serve il parco haconsentito persino di vederli in faccia,grazie allo zoom, intenti al lavoro di palae piccone già prima del calare delle tene-bre;

peccato, però, che nell’ultimo periodoCapo Colonna sia diventata, vista la quan-tità di buche, una sorta di « camposcuola »: « i neofiti – si legge ancora nel-l’inchiesta de “Il Crotonese” – vi esercitanola loro abilità nell’uso del metal detector,imparando a tararlo in modo da distin-guere agevolmente il segnale prodotto dailaterizi da quello del metallo, ad intuiresenza neppure scavare la presenza dell’i-nutile stagnola o del tappo di bottiglia, a

riconoscere il suono del piombo da quellodel ferro, del bronzo, dell’argento ecc.L’evoluzione di detti “strumenti di lavoro”impone, inoltre, un continuo aggiorna-mento anche a quanti siano già avvezzi alloro utilizzo, obbligandoli a prendere con-fidenza sul campo con i modelli più evo-luti. Solo così si spiega l’accanimento chepunteggia di buche persino le zone in cui,in presenza di avvallamenti naturali, sonostate eseguite colmature con terreno ste-rile, come gli stessi tombaroli hanno po-tuto verificare frequentando i luoghi du-rante il giorno da spettatori »;

tale drammatica situazione desta le-gittimo sdegno, specie considerando che,stando ancora alla cronaca giornalistica,funzionari e tecnici « che progettarono gliinterventi da compiere sul Lacinio nel-l’ambito dell’APQ SPA 33, realizzato neibiennio 2013-2014 », certificarono la cor-retta esecuzione del succitato accordo diprogramma quadro, « nonostante che laprevista sostituzione di tutte le telecamereprecedentemente in uso con strumenti ingrado di funzionare anche nelle ore not-turne e la prevista estensione della rete divideosorveglianza all’intero parco: sianorimaste lettera morta »;

a oggi, infatti, l’intera estremità Nord-Est del promontorio, dove si concentrano levestigia già parzialmente indagate e rimessein luce dell’abitato romano e insistono an-che la Torre Nao e la chiesa rinascimentale,sono rimaste scoperte e sprovviste di sorve-glianza;

ciò, ovviamente, consente ai « tomba-roli » di agire praticamente indisturbatiall’interno del cantiere in corso, facendosibeffe pressoché giornalmente delle forzedell’ordine e, alla fin fine, di tutta lacomunità cittadina;

come se non bastasse, anche il museodel parco archeologico di Capo Colonna èprivo di qualsiasi presidio notturno, no-nostante qui siano conservati ceramiche,manufatti metallici e parte del cosiddetto« tesoro di Hera », che proprio per talemotivo è in parte conservato al museonazionale di Crotone, dotato di sorve-glianza notturna;

Atti Parlamentari — 36261 — Camera dei Deputati

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agli interroganti preme sottolineareche anche il cosiddetto « APQ SPA 2.4 »,partito a luglio 2014, prevedeva cinqueinterventi finalizzati all’« ampliamentodelle conoscenze della realtà archeologicadi Capo Colonna e messa in sicurezzadelle strutture archeologiche portate inluce ». Tra tali interventi, tuttavia, « noncompare, evidentemente per non ammet-tere la lacuna nella esecuzione dello SPA33, alcun provvedimento atto ad estenderela videosorveglianza del parco e a renderlaefficiente nelle ore notturne »;

le conseguenze non sono di pococonto sia sul piano della sicurezza dei restiarcheologici, problema che forse richiede,per essere colto, una speciale sensibilità,sia dell’incolumità dei visitatori, di piùimmediata evidenza. Non sono mancati,ad esempio, nella giornata di Pasqua, casisfuggiti alle telecamere di genitori spavaldiche hanno spinto i figli oltre le recinzionidel cantiere per affacciarsi imprudente-mente con loro sul limite della scoglieranord, correndo un oggettivo pericolo an-che di vita –:

quali iniziative urgenti intenda assu-mere il Ministro interrogato per la tutelae la salvaguardia del sito archeologico diCapo Colonna, in particolare prevedendoun sistema di videosorveglianza efficace,atto al contrasto del fenomeno ricordatoin premessa dei « tombaroli ». (4-12754)

* * *

DIFESA

Interrogazioni a risposta immediata inCommissione:

IV Commissione:

FRUSONE, BASILIO, CORDA, TO-FALO, RIZZO e PAOLO BERNINI. — AlMinistro della difesa. — Per sapere –premesso che:

il Capo di Stato Maggiore della Ma-rina ammiraglio Giuseppe De Giorgi ri-

sulta indagato dalla magistratura di Po-tenza in merito ad una supposta connes-sione tra il programma navale (legge distabilità 2014 e Atto Governo n. 128) e loscandalo petroli che ha portato alle di-missioni del Ministro dello sviluppo eco-nomico Federica Guidi;

il Capo di Stato maggiore della Ma-rina in seguito alle prime informazionistampa sull’indagine a suo riguardo haaffermato: « Non conosco sulla base diquali fatti il mio nome venga associato aquesta vicenda. La cosa mi sorprende e miamareggia, e tutelerò la mia reputazionenelle sedi opportune ». Da fonti di stampasi apprende invece che l’avviso di garanziadella magistratura sarebbe stato emesso afine 2015 e che, conseguentemente, l’am-miraglio De Giorgi doveva essere infor-mato del procedimento a suo carico. Nonsi sa se, come prassi, l’ammiraglio DeGiorgi abbia informato del ricevimentodell’avviso di garanzia il Capo di StatoMaggiore della Difesa generale ClaudioGraziano e il Ministro della difesa RobertaPinotti;

il Capo di Stato Maggiore della Ma-rina ammiraglio Giuseppe De Giorgi ri-sulta inoltre rinviato a giudizio su un’altravicenda quella in cui perse la vita ilmarinaio nocchiere Alessandro Nasta;

il gruppo del M5S nella interroga-zione a risposta immediata in commis-sione (5-07739) chiedeva lumi in merito adindiscrezioni stampa secondo le quali eravolontà del Governo di prorogare l’inca-rico all’ammiraglio De Giorgi « nonostanteal compimento del 62o anno di età (giugno2016) l’ammiraglio dovrebbe essere messoin pensione e il Ministero della difesadovrebbe provvedere all’avvicendamentodei vertici della Marina militare »;

nella risposta a giudizio degli inter-roganti del tutto evasiva all’interrogazionerichiamata il sottosegretario Rossi affer-mava: « in attuazione di quanto dispostodall’articolo 32 del Codice dell’Ordina-mento Militare, i Capi di Stato maggiore diForza armata sono nominati con decretodel Presidente della Repubblica, previa

Atti Parlamentari — 36262 — Camera dei Deputati

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deliberazione del Consiglio dei ministri, suproposta del Ministro della difesa, sentitoil Capo di Stato maggiore della Difesa »;

proprio perché la procedura è quellaenunciata dal sottosegretario Rossi appareevidente che il Governo si assume laresponsabilità politica della nomina delCapo di stato maggiore della marina e deisuoi atti e non si comprende per qualeragione la Ministra Roberta Pinotti, chia-mata in un comunicato dai parlamentaridel M5S a riferire al Parlamento, abbiaannunciato di aver dato mandato ai suoilegali « in relazione alla dichiarazioni delM5S che tende ad accostare il responsabiledel Ministero della difesa alle vicendegiudiziarie di Potenza (...) al fine di tute-lare la propria immagine e la propriareputazione nei confronti degli autori delledichiarazioni nonché nei confronti dichiunque dovesse riportare tali gravissimefalsità » –:

se non reputi il Governo di dovervalutare se sussistono i presupposti persospendere o revocare a fini cautelativi dalproprio incarico l’ammiraglio Giuseppe DeGiorgi ed in particolare sospendere gli attidi acquisizione delle navi (legge navale)oggetto dell’inchiesta della magistratura.

(5-08346)

ARTINI, BALDASSARRE, BECHIS, SE-GONI e TURCO. — Al Ministro della difesa.— Per sapere – premesso che:

i tragici attacchi terroristici condottida terroristi dell’ISIS a Bruxelles il 22marzo 2016 hanno confermato ancora unavolta come la sicurezza aeroportuale rap-presenti una questione assolutamente stra-tegica per la tutela dell’incolumità deicittadini europei;

l’azione terroristica condotta nell’ae-roporto di Bruxelles ha dimostrato che c’èancora molto da fare per rendere adegua-tamente sicuri gli scali internazionali, an-che quelli dei Paesi più avanzati d’Europa;tuttavia il fatto che il commando terrori-stico abbia optato per entrare in azione inuna zona dell’aeroporto raggiungibile

senza dover superare i controlli di sicu-rezza lascia supporre che proprio le mi-sure antiterrorismo adottate nello scalobelga abbiano scoraggiato i terroristi daltentare di effettuare una tipologia di at-tacco dal potenziale ancora più deva-stante;

così non è stato nel caso dell’atten-tato che il 31 ottobre 2015 ha portato alladistruzione in volo di un Airbus A321-100della compagnia russa Kolavia provocandola morte di 224 persone; tale attaccosarebbe stato condotto introducendo abordo del velivolo una bomba nascostaall’interno di un bagaglio che, evidente-mente, ha superato i controlli di sicurezzadell’aeroporto di Sharm el-Sheikh, da cuil’aereo era decollato per San Pietroburgo;

risulta dunque evidente come i di-spositivi di sicurezza presso gli obiettivisensibili, e in particolare presso gli scaliaeroportuali, assumono, un’importanzafondamentale e i fattori chiave per otte-nere un adeguato livello di sicurezza ri-guardano: 1) « metodologie » (organizza-zione, strategia, tattica, procedure); 2)« equipaggiamenti e tecnologia » (difese fi-siche e tecnologiche attive e passive, armisempre più avanzate e intelligenti); 3)« risorse umane » (attitudini, competenze eaddestramento costante);

un importantissimo ruolo nel « dispo-sitivo sicurezza aeroportuale », oltre aquello indispensabile delle misure di prote-zione dei dati e dei sistemi telematici (appa-rati radar/IFR/radio/computer/server/si-stemi anti incendio, e altro) è affidato alfattore umano, ossia alla qualità delle ri-sorse, all’efficienza e all’efficacia degli ope-ratori, ad ogni livello e a tale aspetto ap-punto si correla il concetto chiave degli« anelli di sicurezza », secondo il quale laminaccia va intercettata il più lontano pos-sibile dal cuore delle difese: la prevenzioneaffidata all’intelligence è l’anello piùesterno, quello primario; dalla prevenzionesi passa ad anelli via via sempre più interniche competono alla sfera della dissuasionee, come « extrema ratio », alla neutralizza-zione della minaccia;

Atti Parlamentari — 36263 — Camera dei Deputati

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presso gli aeroporti internazionalisono presenti dispositivi di sicurezza chehanno l’obbligo di articolare la propriaorganizzazione in considerazione dellenormative internazionali in materia disecurity aeroportuale emanate-dall’ICAO erecepite dagli altri Enti per la sicurezzadel trasporto aereo;

tuttavia, alcuni Paesi, soprattutto inMedio Oriente, Africa e Asia, non sem-brano disporre di adeguate risorse umanee tecnologiche per garantire un adeguatolivello di sicurezza;

il 18 novembre 2013 nell’ambitodella discussione del « decreto Missioni »,il Governo ha accolto l’ordine del giornon. 9/03393-A/002 presentato dall’Onore-vole Artini, che impegna il Governo a« valutare l’opportunità di sfruttare lecompetenze dell’Arma dei Carabinieri edelle altre Forze Armate e di polizia perfornire specifico training in materia di“Sicurezza Aeroportuale” alle forze disicurezza dei paesi in favore dei qualisono effettuate missioni MIADIT o, insubordine, a prevedere specifiche attivitàaddestrative “spot”, con la finalità diinnalzare l’efficienza dei dispositivi disicurezza anti-terrorismo e del complessopersonale/addestramento/armamento/logi-stica, creando un efficace apparato chesia decisamente proattivo rispetto ai ri-schi da attentato terroristico in ambitoaeroportuale/portuale; a valutare l’avviodi attività di collaborazione con i suddettipaesi relative alla fornitura di strumentitecnici atti a consentire loro di raggiun-gere gli standard previsti dalle normativeICAO, che risultano essenziali per con-sentire le operazioni di aviazione civilecommerciale su uno scalo aeropor-tuale » –:

se siano state avviate, per quanto dicompetenza, le iniziative previste dall’or-dine del giorno n. 9/03393-A/002 e inquali tempi e modi saranno portate acompimento. (5-08347)

Interrogazione a risposta in Commissione:

CATALANO, FURNARI, CRISTIANIANNUZZI, LABRIOLA e PASTORELLI. —Al Ministro della difesa. — Per sapere –premesso che:

il sistema pubblico per la gestionedell’Identità Digitale – SPID costituiscel’insieme aperto di soggetti pubblici e pri-vati che, previo accreditamento da partedell’Agenzia per l’Italia Digitale – AGID,gestiscono i servizi di registrazione e dimessa a disposizione delle credenziali edegli strumenti di accesso in rete neiriguardi di cittadini e imprese per contodelle pubbliche amministrazioni;

in conformità con quanto prescrittodall’articolo 4 del decreto del Presidentedel Consiglio dei ministri 24 ottobre 2014,l’AGID, con determinazione n. 44 del 2015del 28 luglio 2015, ha provveduto a ema-nare i quattro regolamenti necessari arendere operativo lo SPID;

come esposto sul sito dell’AGID, dal15 marzo 2016 i primi tre gestori diidentità digitale accreditati da AgiD hannoreso disponibili le prime identità digitalied i privati hanno ora la possibilità dirivolgersi a InfoCert, Poste Italiane e Timper richiedere l’identità digitale SPID, checonsente l’accesso con credenziali unicheai servizi online di amministrazioni e pri-vati aderenti al sistema;

dalla medesima fonte, si apprendeche le prime amministrazioni di cui èprevista l’adesione sono « Agenzia delleEntrate, Equitalia, Inps, Inail, Comune diFirenze, Comune di Venezia, Comune diLecce, Regione Toscana, Regione Liguria,Regione Emilia Romagna, Regione FriuliVenezia e Giulia, Regione Lazio, RegionePiemonte e Regione Umbria »;

non risulta invece all’interrogante iltermine previsto per l’adesione allo SPIDdel Ministero della difesa –:

a che punto sia il processo di digi-talizzazione degli archivi cartacei del Mi-nistero della difesa;

se il Ministro non ritenga di far sì cheil Ministero della difesa aderisca allo SPID

Atti Parlamentari — 36264 — Camera dei Deputati

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e di mettere a disposizione dei militari,previa autenticazione del singolo interes-sato, le informazioni di propria pertinenzaconservate negli archivi elettronici del Mi-nistero della difesa. (5-08348)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata inCommissione:

VI Commissione:

BUSIN e GUIDESI. — Al Ministro del-l’economia e delle finanze. — Per sapere –premesso che:

l’articolo 72-bis del decreto del Pre-sidente della Repubblica n. 602 del 1973attribuisce all’Agente della riscossione, os-sia ad Equitalia, il potere di ordinare aterzi, senza richiedere alcun intervento delgiudice, il versamento di quanto dovutodal debitore direttamente nelle propriecasse fino a concorrenza del debito iscrittoa ruolo;

questo comporta, quindi, anche lapossibilità, da parte di Equitalia, di ordi-nare alla banca di versare nelle casseerariali le somme di denaro presenti sulconto corrente del contribuente debitorefino alla concorrenza del credito;

se il conto corrente è cointestato, perprocedere al pignoramento nel limite dellaquota del debitore, è necessario inveceseguire la procedura ordinaria giudiziaria;

ad esclusione di una serie di catego-rie di crediti (come i crediti pensionistici,quelli alimentari, quelli per i sussidi permaternità e per malattie), tutti gli altri, tracui quelli derivanti da stipendi e indennitàper cessazione di rapporto di lavoro, sonopignorabili nel limite massimo di unquinto;

spesso, però, il pignoramento nonviene notificato, almeno non tempestiva-mente, al contribuente-debitore, nono-

stante i doveri di trasparenza e di infor-mazione a cui la banca è tenuta e, so-prattutto, in violazione dei doveri di dili-gente e corretta esecuzione del mandato;

se invece venisse sempre notificatol’atto di pignoramento, il debitore avrebbe60 giorni di tempo per versare l’importodovuto ad Equitalia ed evitare che il contocorrente venga bloccato;

in particolare, Equitalia non po-trebbe pignorare le somme dovute a titolodi stipendio o pensione in misura supe-riore a 1/10 per importi tra i 2.500 e i 5.00euro e 1/ 5 per somme superiori a 5.000euro, ma spesso si assiste al mancatorispetto dei suddetti limiti: infatti, essendodepositate sullo stesso conto correntesomme provenienti da crediti diversi econfondendosi quest’ultime con ricavi erisparmi, ne risulta che stipendi, Tfr ostipendi possono essere pignorate anche al100 per cento;

una sentenza del tribunale di Savonaha infatti stabilito che si può impedire cheun creditore pignori tutto il conto correntedel pensionato o del dipendente qualora sidimostri al giudice che nel conto conflui-scono solo la pensione o lo stipendio;

il contribuente-debitore può difen-dersi soltanto con la contestazione del-l’atto di pignoramento davanti al giudicedell’esecuzione, ma per i crediti tributarile opposizioni non si possono esercitare intutti i casi, se non per contestare lapignorabilità dei beni e per i casi che nonriguardano la regolarità formale e la no-tificazione del titolo esecutivo;

non è dunque possibile opporsi per lamancata notifica o irregolarità formaledella cartella esattoriale di Equitalia equindi al contribuente non resta che ri-volgersi al giudice per contestare il pigno-ramento sul fatto che la banca non harispettato la corretta esecuzione dei propriobblighi di mandato;

si rende dunque necessaria una mo-difica della normativa vigente a riguardoconsiderato, da un lato, che, come è statorilevato anche dallo stesso amministratore

Atti Parlamentari — 36265 — Camera dei Deputati

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delegato di Equitalia in sede di audizionepresso la Commissione bilancio del Se-nato, il 20,5 per cento dei 1.058 miliardi dieuro di crediti sono inesigibili perché cre-diti annullati dagli stessi enti creditori inquanto ritenuti « indebiti a seguito diprovvedimenti di autotutela da parte deglistessi enti o di decisioni dell’autorità giu-diziaria », e tenuto conto dall’altro, dellecondizioni in cui versano molte piccoleimprese e piccoli professionisti che scon-tano ancora il peso della crisi in terminidi pagamenti arretrati nei tributi, falli-menti e debiti verso i fornitori –:

se non ritenga opportuno intervenire,anche con iniziative normative urgenti perprevedere una più equa e protettiva neiconfronti dei contribuenti appartenentialle fasce più deboli della popolazione checontenga il divieto di pignoramento, daparte dell’agente della riscossione, di conticorrenti di importo inferiore o pari a100.000 euro e che preveda, al contempo,l’inefficacia del pignoramento verso terzifino a quando non intervenga la notifica aldebitore, al fine di obbligare le banche egli istituti di credito a richiedere all’agentedi riscossione l’avvenuta notifica al con-tribuente-debitore, prima dell’esecuzionedell’ordine. (5-08330)

SANDRA SAVINO, LAFFRANCO, GRE-GORIO FONTANA e GIACOMONI. — AlMinistro dell’economia e delle finanze. —Per sapere – premesso che:

dal 2014, ogni contribuente può de-stinare il due per mille della propria Irpefa favore di un partito politico, iscrittonella seconda sezione del registro dei par-titi politici che possono accedere ai bene-fici previsti dal decreto-legge n. 149 del2013 convertito dalla legge n. 13 del 2014;

a tal proposito, si rileva che il sitodell’Agenzia delle entrate ha provvedutoad aggiornare i soli codici di riferimentodei movimenti politici per i quali è pos-sibile effettuare la scelta per il 2016;l’intera sezione del « 2 per mille » è infattiferma all’aggiornamento del 2014;

in particolare, la sezione « Modello eistruzioni », utile per scaricare l’informa-tiva, nonché la scheda per scegliere didestinare il due per mille della propriaIrpef, risale all’anno finanziario 2014, enon è più stata aggiornata –:

se non intenda assumere iniziativeaffinché l’Agenzia delle entrate provvedaquanto prima ad aggiornare le informa-zioni e la documentazione presenti sul sitorelativamente alla destinazione del due permille, per rendere i cittadini pienamenteinformati, e per dare loro l’effettiva pos-sibilità di assegnare correttamente il dueper mille e, per procedere secondo quantoprevisto dalla legge. (5-08331)

Interrogazione a risposta in Commissione:

VACCA, PESCO, VILLAROSA, AL-BERTI, COLLETTI, DEL GROSSO e CA-RIELLO. — Al Ministro dell’economia edelle finanze. — Per sapere – premessoche:

la direttiva europea sulla risoluzionedelle crisi bancarie è stata recepita nel-l’ordinamento italiano con il decreto legi-slativo 16 novembre 2015, n. 180;

la Banca d’Italia, con provvedimentodel 21 novembre 2015 ha disposto, ai sensidell’articolo 32 del decreto legislativo 16novembre 2015, n. 180, l’avvio della riso-luzione della Cassa di Risparmio dellaprovincia di Chieti S.p.a., in amministra-zione straordinaria, con sede in Chieti;

il provvedimento è stato adottato inpresenza dei presupposti di cui all’articolo17 del decreto legislativo 16 novembre2015, n. 180, in quanto per la Cassa diRisparmio della Provincia di Chieti S.p.a.,in amministrazione straordinaria:

è verificata la situazione di dissesto;

non sussistono misure alternative divigilanza ovvero di mercato, attuabili intempi adeguati, per superare tale situa-zione;

Atti Parlamentari — 36266 — Camera dei Deputati

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ricorre l’interesse pubblico, attesoche la risoluzione è necessaria e propor-zionata al perseguimento dei relativi obiet-tivi e che la procedura di liquidazionecoatta amministrativa è inidonea a conse-guirli nella medesima misura;

il 22 novembre 2015 il Consiglio deiministri si è riunito, su proposta del Pre-sidente Matteo Renzi e del Ministro del-l’economia e delle finanze Pietro CarloPadoan, e ha approvato un decreto-leggeche contiene alcune norme procedimentalivolte ad agevolare la tempestiva ed efficaceimplementazione delle procedure di riso-luzione di Cassa di risparmio di Ferraras.p.a., Banca delle Marche s.p.a., Bancapopolare dell’Etruria e del Lazio – Societàcooperativa e Cassa di risparmio dellaprovincia di Chieti s.p.a. Con tale decretoviene approvato il provvedimento di avviodella risoluzione della Cassa di risparmiodella provincia di Chieti s.p.a. in ammi-nistrazione straordinaria, di cui alla deli-berazione n. 556/2015 del 21 novembre2015 della Banca d’Italia (i « provvedi-menti di avvio della risoluzione »);

secondo le informazioni sulla solu-zione delle crisi di Banca Marche, BancaPopolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa dirisparmio della provincia di Chieti s.p.a,Cassa di Risparmio di Ferrara fornitedalla Banca d’Italia, la soluzione adottata,compatibile con le norme europee sugli« aiuti di Stato », prevede per ciascunadelle quattro banche che da parte« buona » sia stata separata da quella« cattiva » del bilancio. Alla parte buona(« banca buona » o « banca-ponte » o bridgebank) sono state conferite tutte le attivitàdiverse dai prestiti « in sofferenza », cioèquelli di più dubbio realizzo; a fronte ditali attività vi sono i depositi, i conticorrenti e le obbligazioni ordinarie; allaparte cattiva costituita in una bad bank,priva di licenza bancaria, sono stati attri-buiti i prestiti in sofferenza che residuanouna volta fatte assorbire le perdite dalleazioni e dalle obbligazioni subordinate e,per la parte eccedente, da un apporto delFondo di risoluzione. Quest’ultimo forni-sce alla banca cattiva anche la necessaria

dotazione di capitale. Tali prestiti in sof-ferenza sono stati svalutati a 1,5 miliardidall’originario valore di 8,5 miliardi, perpoi essere venduti a specialisti nel recu-pero crediti o gestiti direttamente perrecuperarli al meglio. Per semplicità èstata costituita un’unica banca cattiva cheraccoglie le sofferenze di tutte e quattro lebanche originarie;

i prestiti in sofferenza, quindi, sonovalutati solo il 17 per cento circa rispettoal valore originario;

i documenti pubblicati dalla Bancad’Italia non specificano in alcun modo néi meccanismi adottati dai commissari perindividuare i prestiti in sofferenza, né ilcriterio adottato per attribuire il valorerispetto all’originario;

con i prestiti in sofferenza, attribuitialla bad bank, sono comprese le relativegaranzie; nel bilancio 2013 le garanzieammontavano a circa 3 miliardi di euro afronte di 1,6 miliardi di « valore esposi-zione netta »; di queste quasi 700 milionierano garanzie di circa 330 milioni dicrediti deteriorati, vale a dire più deldoppio;

i fondi specializzati nel recupero deicrediti deteriorati avranno un vantaggioenorme nel recuperare le sofferenze dellequattro banche salvate finite nella badbank, in quanto la differenza tra la valu-tazione di circa il 17 per cento e la sommarecuperata sarà a tutto guadagno dellesocietà di recupero;

da notizie di stampa comparse il 23marzo 2016 su Il Fatto Quotidiano sievince che il commissario europeo per laconcorrenza Vestager afferma in una re-lazione « che le sofferenze delle quattrobanche salvate sono state violentementesottovalutate dalla Banca d’Italia, che haordinato la loro cessione alla cosiddettabad bank a un prezzo nettamente inferioreal reale valore economico. Secondo Vesta-ger, il prezzo medio del 17,6 per cento delvalore nominale dei crediti ammaloraticonsentirà alla bad bank un notevole pro-fitto che sarà riversato sul Fondo di riso-

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luzione, alimentato dai contributi obbliga-tori delle banche sane e governato dallaBanca d’Italia guidata da Ignazio Visco »;

i prestiti in sofferenze attribuiti nel2015 a Cassa di risparmio della provinciadi Chieti s.p.a., secondo il documento disintesi pubblicato dalla Banca d’Italia, do-vrebbero ammontare a circa 500 milioni dieuro; il 17,6 per cento di tali sofferenzesembrerebbe essere stato infatti valutatocirca 100 milioni di euro e attribuito allabad bank;

da notizie di stampa pubblicate il 23marzo 2016 dal quotidiano abruzzese IlCentro si apprende invece che i commis-sari avrebbero valutato le sofferenze, a unanno dall’ultima valutazione ispettiva diBanca d’Italia, in 860 milioni di euro;

nel 2012 la Banca d’Italia ha avviatoun’ispezione presso la Cassa di risparmiodella provincia di Chieti s.p.a. che si èconclusa a giugno 2013. Tale azioneavrebbe fatto emergere, al 31 dicembre2013, sofferenze per 453,8 milioni di euroe previsioni di perdite per 304,7 milioni;

il Ministro dell’economia e delle fi-nanze, su proposta della Banca d’Italia,con decreto del 5 settembre 2014, hadisposto lo scioglimento degli organi confunzioni di amministrazione e di controllodella Cassa di Risparmio della Provincia diChieti s.p.a., con sede in Chieti, ai sensidell’articolo 70, comma 1, lettera a), deltesto unico delle leggi in materia bancariae ha sottoposto la stessa alla procedura diamministrazione straordinaria;

l’articolo 70, comma 1, lettera a), deldecreto legislativo del 1o settembre 1993,n. 385, prevede che lo scioglimento è pro-posto quando risultino gravi irregolaritànell’amministrazione, ovvero gravi viola-zioni delle disposizioni legislative, ammi-nistrative o statutarie che regolano l’atti-vità della banca;

la Banca d’Italia, con provvedimentodel 16 settembre 2014, ha nominato ilragionier Riccardo Sora commissario

straordinario della Cassa di Risparmiodella provincia di Chieti S.p.A. Posta inamministrazione straordinaria;

i commissari esercitano le funzionied i poteri di amministrazione dellabanca. Essi provvedono ad accertare lasituazione aziendale, a rimuovere le irre-golarità ed a promuovere le soluzioni utilinell’interesse dei depositanti;

la Banca d’Italia, con provvedimentodel 20 gennaio 2015, ha provveduto allanomina di un secondo commissario. Inparticolare ha nominato il signor SalvatoreImmordino Commissario straordinariodella Cassa di Risparmio della provincia diChieti S.p.a, con sede in Chieti, posta inamministrazione straordinaria con decretodel Ministro dell’economia e delle finanzein data 5 settembre 2014;

nonostante le ispezioni e il conse-guente commissariamento della Cassa diRisparmio della Provincia di Chieti S.p.A.avvenuta a settembre del 2014, la situa-zione generale e patrimoniale sembre-rebbe aver subito un peggioramento ri-spetto alla situazione pre-commissariale,fino all’epilogo che ha portato alla chiu-sura della stessa;

nel bilancio 2013 il patrimonio com-plessivo della banca ammontava a200.318.879 euro;

tutti i dati della Cassa di risparmiodella provincia di Chieti s.p.a. successivi alcommissariamento non sono pubblici, per-tanto non è possibile conoscere la previ-sione di perdita degli anni successivi, néquali siano le risultanze sulle soffe-renze –:

se il Governo intenda adottare ogniiniziativa di competenza per rendere pub-blica la documentazione prodotta daicommissari della Cassa di risparmio dellaprovincia di Chieti s.p.a. e che hannodeterminato i provvedimenti della Bancad’Italia del 21 novembre 2015;

quali siano stati i presupposti giuri-dici e contabili adottati dai commissariprima dell’entrata in vigore del decreto

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legislativo del 16 novembre 2015, n. 180,per l’individuazione dei prestiti collocatinel credito deteriorato;

quale fosse lo stato patrimoniale econtabile della Cassa di risparmio dellaprovincia di Chieti s.p.a. al momento del-l’approvazione della relazione semestrale2015, quindi poco prima del decreto legi-slativo del 16 novembre 2015, n. 180;

se risulti quali siano stati i criterigiuridici e contabili adottati, prima del-l’entrata in vigore del decreto legislativodel 16 novembre 2015, n. 180, per leprevisioni di perdite relative al creditodeteriorato, e se tali criteri fossero con-formi alla normativa vigente e uniformi aquelli utilizzati per le altre banche omo-genee per campione di riferimento sele-zionato in base a classe dimensionale edubicazione geografica. (5-08343)

Interrogazione a risposta scritta:

NESCI. — Al Ministro dell’economia edelle finanze. — Per sapere – premessoche:

al fine di valorizzare l’area montanae il comprensorio del comune di Cinque-frondi (RC), negli anni 2000, si pensò dicostruire in località « Limina », ricadentenel medesimo territorio comunale, un pre-sidio culturale in quota;

tale presidio montano, per come de-finito in una recente relazione dal sindacodi Cinquefrondi, Michele Conia, è « nodofocale tra i mari Jonio e Tirreno, in gradodi promuovere un’azione didattica, di co-noscenza e di studi dei luoghi, degli ele-menti naturali, idrogeologici e culturalioltre che di valorizzazione degli elementiinfrastrutturali che lo caratterizzano, nellaprospettiva di una promozione turisticadel luogo stesso »;

per realizzare il riferito presidio, letre comunità montane « Limina », « Stila-

ro-Allaro » e « Versante Tirrenico Setten-trionale », parteciparono al progetto « Sa-peri & Sapori »;

il progetto prevedeva un importo di749.789,00 euro, erogato sotto forma dimutuo della Cassa depositi e prestiti, atotale carico del Ministero dell’economia edelle finanze-Dip Tesoro, con un conferi-mento da parte delle comunità montanedel 40 per cento, pari ad euro 499.727,00;

per quanto sopra, l’importo comples-sivo per la realizzazione dei lavori era di1.249.595,40 euro;

tra le tante opere da realizzare rien-trava la costruzione di un ostello dellagioventù;

all’epoca, ha ribadito il sindaco Conianella summenzionata relazione, si pensò,« pertanto, che tale ostello potesse offrirequel presidio culturale, sociale ed econo-mico citato sopra »;

la comunità montana « Versante Tir-renico Settentrionale » ottenne una pro-roga per l’utilizzo dei finanziamenti pari aeuro 590.726,65, di cui euro 236.290,66 acarico del bilancio dell’ente e la restantesomma di 354.435,99 euro con mutuodella Cassa depositi e prestiti;

i lavori furono dunque avviati;

le prime risorse impiegate furonoquelle del predetto mutuo, fino alla con-correnza della somma all’uopo destinata;

i lavori furono eseguiti, attingendo alfinanziamento della Cassa depositi e pre-stiti, ma al momento della presentazionedello stato di avanzamento, nonostante laproroga del finanziamento, gli interessatiappresero, come riassunto nella relazionedel sindaco di Cinquefrondi, che il Mini-stero aveva eliminato le somme erogate;

in tale situazione, era inevitabile chei lavori si arrestassero e che l’opera re-stasse incompiuta;

oggi l’opera in questione pare unacattedrale nel deserto e con una parte dimutuo, corrispondente ad 165.879,74 euro,non spesa, in quanto destinata ad attività

Atti Parlamentari — 36269 — Camera dei Deputati

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di promozione e inutilizzabile per il finedestinato, in quanto le comunità montanenella qualità di soggetti attuatori sonostate definitivamente chiuse con legge re-gionale, come riportato nella relazione delsindaco di Cinquefrondi;

l’amministrazione comunale di Cin-quefrondi ha precisato che, « per rilan-ciare il progetto insieme all’intero com-prensorio, chiede che la parte di mutuo,pari a euro 165.879,74, non più utilizzabileper lo scopo » originario, « possa essereridefinita come finanziamento utile alcompletamento dell’opera » –:

quali urgenti iniziative di competenzaintenda assumere al fine di consentire ilcompletamento dell’opera, evitare lo sper-pero di denaro pubblico e per favorire ilraggiungimento degli obiettivi specifici delprogetto di cui in premessa. (4-12763)

* * *

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta immediata inCommissione:

II Commissione:

BERRETTA, BURTONE e ALBA-NELLA. — Al Ministro della giustizia. —Per sapere – premesso che:

la sezione lavoro del tribunale diCatania, composta da 9 magistrati, registrada tempo un insostenibile sottodimensio-namento dell’organico togato per quantotale situazione sia stata evidenziata il 16gennaio 2015 dal presidente del tribunaledi Catania al Ministro della giustizia ed alConsiglio superiore della magistratura;

la sezione ha ruoli con pendenzemedie di circa 2.500 controversie con uncarico di lavoro pro capite per magistrato,che va ben oltre quello individuato dalConsiglio superiore della magistratura conla delibera del 12 luglio 2000, che, nelprocedere alla determinazione iniziale del-l’organico, indicava il carico di lavoro pro

capite per magistrato in circa 1100 cause(686 cause di lavoro e 457 di previdenzaed assistenza);

quando nel 12 luglio 2000 si è pro-ceduto alla determinazione iniziale dell’or-ganico, a Catania sopravvenivano 7.012procedimenti a fronte dei 12.895 procedi-menti sopravvenuti nel 2015 (definiti15.397), mentre la pendenza è passata dal10.597 nel 2000 ad oltre 25.000 nel 2015;

la sopravvenienza, che risulta conso-lidata ormai da oltre 4 anni (12.830 nel2014, 12.677 nel 2013, 12.717 nel 2012 eaddirittura 14.400 nel 2011), è dunquequasi raddoppiata rispetto al momentoiniziale di determinazione dell’organiconel 2000;

la carenza di organico della sezionelavoro del tribunale di Catania risultaancora più evidente se si confronta ilnumero dei magistrati presenti nelle se-zioni di altri tribunali con le rispettiveiscrizioni a ruolo: la sezione lavoro deltribunale di Napoli nord, a fronte di13.045 iscrizioni a ruolo ha un organico di13 magistrati; quella del tribunale di Mi-lano, a fronte di 14.360 iscrizioni a ruoloha un organico di 22 magistrati; quella deltribunale di Siracusa, a fronte di 3.670iscrizioni a ruolo ha un organico di 4magistrati; quella del tribunale di Roma, afronte di 44.525 iscrizioni a ruolo ha unorganico di 59 magistrati; quella del tri-bunale di Catania, a fronte di 12.584iscrizioni a ruolo ha un organico di soli 9magistrati;

nel parere dal Consiglio superioredella magistratura del 16 gennaio 2003 siprevedeva che « l’attribuzione di ruoli su-periori a 1000 cause per magistrato inmateria di lavoro e previdenza finisce conil configurare una situazione di estremadifficoltà con un calo verticale di effi-cienza ed efficacia dell’attività giudizia-ria »;

al fine di porre rimedio all’insoste-nibile sottodimensionamento della sezione

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lavoro del tribunale di Catania apparenecessario un organico di almeno 15 ma-gistrati –:

quali iniziative, per quanto di com-petenza, intenda assumere nel più brevetempo possibile, per l’indifferibile au-mento dell’organico dei magistrati dellasezione lavoro dei tribunale di Catania chetenga conto del numero delle cause pen-denti e di quelle iscritte. (5-08328)

SANTELLI e BERGAMINI. — Al Mini-stro della giustizia. — Per sapere – pre-messo che:

nel 1988 l’Italia ha ratificato la Con-venzione di Strasburgo sul trasferimentodelle persone condannate;

la Convenzione, redatta nel 1983, haquale scopo principale di favorire il rein-serimento sociale delle persone condan-nate permettendo ad uno straniero, pri-vato della libertà in seguito a reato penale,di scontare la pena nel suo paese d’origine;

il Trattato, aperto alla firma anchedegli Stati non membri del Consiglio d’Eu-ropa, ad oggi è stato ratificato da tutti iPaesi membri del Consiglio d’Europatranne Monaco, nonché da Australia,Bahamas, Bolivia, Canada, Cile, Corea,Costa Rica, Ecuador, Giappone, Honduras,Israele, Mauritius, Messico, Panama, Stati-Uniti d’America, Tonga, Trinidad e To-bago, Venezuela;

la Convenzione stabilisce che il tra-sferimento del condannato possa esseredomandato sia dallo Stato nel quale lacondanna è stata pronunciata (Stato dicondanna) sia dallo Stato di cittadinanzadel condannato (Stato dell’esecuzione), chedal condannato stesso, e che esso siasubordinato al consenso degli Stati inte-ressati oltre che a quello del condannato;

allo stesso modo il Trattato individuaanche la procedura per l’esecuzione dellacondanna dopo il trasferimento in basealla quale, tra l’altro, una sanzione priva-

tiva della libertà non può mai essereconvertita in una sanzione pecuniaria;

le strutture carcerarie italiane sonocaratterizzate da sovraffollamento cronico,carenza di organico degli agenti peniten-ziari e insufficiente presenza di psicologi eoperatori per l’assistenza e il recuperosociale dei detenuti;

la condizione carceraria apparetroppo spesso distante dal dettato costitu-zionale e dagli impegni internazionali del-l’Italia sulla funzione rieducativa dellapena e sul rispetto dei diritti e delledignità delle persone;

lo stesso rapporto esplicativo dellaConvenzione, redatto sulla base delle di-scussioni del Comitato di esperti governa-tivi che hanno redatto il Trattato, e sot-toposto alla lettura Consiglio dei ministridel Consiglio d’Europa, sottolinea come lafinalità dell’Accordo sia quella di « stabi-lire una procedura semplice, veloce e fles-sibile » per il trasferimento dei condannatistranieri, tenuto conto del fatto che l’ac-cresciuta mobilità delle persone e la sem-plificazione delle comunicazioni ha o fa-vorito l’internazionalizzazione del crimine.Che i condannati scontino la pena nel loropaese di origine, argomentavano gli espertigià all’inizio degli anni ‘80, è utile alla lororiabilitazione, che sicuramente non puòsvolgersi appieno in un Paese di cui nonconoscano bene la lingua e di cui noncondividano gli usi. Allo stesso modo, ledifferenze linguistiche rendono difficileanche per gli operatori carcerari la com-prensione dei detenuti e, quindi, la pre-venzione di fenomeni di delinquenza incarcere e finanche, si deve aggiungere oggi,di radicalizzazione terroristica;

l’Italia è stata più volte condannatadalla Corte europea dei diritti dell’uomo(CEDU) per le condizioni inumane in cuivivono i detenuti nelle proprie carceri,mentre i sindacati degli agenti penitenziarinon cessano di sottolineare le difficilicondizioni in cui lavorano gli operatori incarcere;

il trasferimento nel loro Paese diorigine dei detenuti stranieri condannati

Atti Parlamentari — 36271 — Camera dei Deputati

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in Italia, come previsto dalla Convenzionedi Strasburgo, può contribuire a risolverela questione del sovraffollamento carcera-rio e facilitare la prevenzione di fenomeniquali la radicalizzazione, anche terrori-stica;

nell’anno 2015 in Italia si è registratoun numero di detenuti di circa 54.000unità. Tra questi, i detenuti stranieri eranocirca 17.500, ovvero circa il 32 per centodell’intera popolazione carceraria;

stando ai dati dell’Osservatorio na-zionale sulle condizioni di detenzione pub-blicato dall’associazione Antigone, il costoper ogni singolo detenuto nelle carceriitaliane si attesta sui 150 euro al giorno. Sipuò dunque stimare in oltre 2,6 milioni dieuro il costo giornaliero relativo alla po-polazione carceraria straniera detenuta inItalia nel solo 2015;

le nazionalità straniere maggior-mente presenti nelle nostro carceri, conpercentuali maggiori o uguali al 10 percento del totale, secondo i dati del Mini-stero della giustizia, sono quella maroc-china (16 per cento), rumena (15 percento), albanese (14 per cento) e tunisina(10 per cento);

Romania e Albania, come sopra ri-portato, hanno ratificato la Convenzionedi Strasburgo e, quindi, il trasferimentodei condannati è già oggi possibile versoquesti Paesi. Per quanto riguarda gli altriPaesi, questi possono essere invitati aratificare la stessa Convenzione, ovvero sipossono firmare accordi bilaterali con glistessi finalizzati ad ottenere lo stesso ri-sultato;

né il Governo né i Ministeri compe-tenti, invece, incentivano l’utilizzo delleprocedure previste dalla Convenzione diStrasburgo al fine di diminuire la popo-lazione carceraria attraverso il trasferi-mento di detenuti stranieri nei loro Paesid’origine;

il numero di trasferimenti di detenutistranieri, infatti, è talmente irrilevante che

questi non vengono neppure conteggiatinelle statistiche ufficiali dell’Istat e delMinistero della giustizia –:

quanti e quali accordi bilaterali per ilrimpatrio dei carcerati risultino firmati adoggi dall’Italia con Paesi non firmataridella Convenzione di cui sopra e, infine,quanti e di quale nazionalità siano i car-cerati stranieri rimpatriati nel loro Paesedi origine, negli ultimi 5 anni, al fine discontare una condanna definitiva ricevutain Italia, anche nel quadro di una imple-mentazione delle convenzioni di Stra-sburgo del 1983. (5-08329)

Interrogazione a risposta in Commissione:

TINO IANNUZZI e MAROTTA. — AlMinistro della giustizia. — Per sapere –premesso che:

la Commissione ministeriale di studioincaricata di predispone uno schema diprogetto di riforma dell’ordinamento giu-diziario, istituita con decreto ministerialedel 12 agosto 2015, ha concluso i suoilavori, approvando e trasmettendo al Mi-nistro della giustizia la relazione illustra-tiva con le sue proposte e l’articolato didelega al Governo, recante disposizioni perla riorganizzazione della distribuzione sulterritorio degli uffici giudiziari;

queste proposte debbono essere pon-derate ed approfondite con estrema atten-zione, in un preventivo e pieno confrontocon il Parlamento e con i mondi profes-sionali interessati, per evitare scelte edecisioni sbagliate ed affrettate, calate dal-l’alto ed imposte aprioristicamente ai ter-ritori ed alle comunità, con riflessi forte-mente negativi e pregiudizievoli per ilfunzionamento del sistema giustizia;

in particolare, occorre scongiurareerrori come quelli conseguenti ai decretilegislativi delegati n. 155 e 156 del 7settembre 2012, in attuazione della delegaconferita al Governo con l’articolo 1 dellalegge 14 settembre 2011 n. 148, così, inparticolare, con quella che appare agliinterroganti l’improvvida ed ingiustificata

Atti Parlamentari — 36272 — Camera dei Deputati

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decisione di sopprimere il tribunale diSala Consilina (Salerno) per accorparlo altribunale di Lagonegro, ricadente in altracorte d’appello e in altra provincia (Po-tenza) nonché in altra regione (Basilicata);decisione che si porrebbe per gli interro-ganti in violazione dello stesso criterio eprincipio direttivo fissato dall’articolo 1,comma 1, lettera e) alla cui stregua ilGoverno, nell’esercizio della delega legisla-tiva, avrebbe dovuto assumere come prio-ritaria linea di intervento il riequilibriodelle attuali competenze territoriali, de-mografiche e funzionali tra uffici limitrofiunicamente della stessa area provincialecaratterizzati da rilevante differenza didimensioni;

la proposta della commissione, fermorestando il suo valore assolutamente cir-coscritto e da sottopone alla autonoma epiù compiuta valutazione di Governo e delParlamento prevede anche delega legisla-tiva all’Esecutivo per riorganizzare la di-stribuzione sul territorio dei distretti diCorte di appello, attualmente 29 (26 cortie 3 sezioni distaccate) con l’osservanza, fragli altri, di questi principi e criteri diret-tivi:

a) ridurre, mediante attribuzione dicircondari o porzioni di circondari ditribunali appartenenti a distretti limitrofi,il numero delle corti di appello esistenti,secondo i criteri oggettivi dell’indice dellesopravvenienze, dei carichi di lavoro, delnumero degli abitanti e dell’estensione delterritorio, tenendo comunque conto dellaspecificità territoriale del bacino di utenza,della situazione infrastrutturale e del tassod’impatto della criminalità organizzata;

b) sopprimere le sezioni distaccatedelle corti di appello ovvero ridurne ilnumero anche mediante accorpamentoalle corti di appello limitrofe, nel rispettodei criteri di cui alla lettera a);

in Campania, che per popolazione èla seconda regione italiana e la prima nelMezzogiorno continentale ed insulare,operano giustamente due corti di appello,Napoli e Salerno, così come in Lombardia,Calabria, Sardegna e Trentino Alto Adige,

laddove in Puglia sono state istituite trecorti (Bari, Lecce e Taranto) ed in Sicilia4 (Palermo, Catania, Messina e Caltanis-setta);

il distretto della corte d’appello diSalerno amministra un bacino di popola-zione con più di 1 milione di abitanti (allastessa stregua di Catania, Genova, Ancona,Catanzaro, Trieste, L’Aquila, Lecce, Ca-gliari), con riferimento ad una vasta edestesa area territoriale ed anche con ungrave tasso di impatto della criminalitàorganizzata;

la corte d’appello di Salerno svolgeun ruolo assolutamente fondamentale, po-sitivo ed imprescindibile per l’eserciziodella funzione giurisdizionale in Campa-nia, al servizio della prioritaria ed inelu-dibile domanda di giustizia dei cittadini;

molto rilevanti sono l’indice di so-pravvenienze ed i carichi di lavoro chericadono sulla corte d’appello di Salerno;

nella prospettiva di una riorganizza-zione dei distretti delle corti d’appello, cisono le condizioni per ampliare ed esten-dere il bacino territoriale di riferimentodella corte d’appello di Salerno;

in questa direzione occorre, innanzi-tutto, restituire alla corte d’appello diSalerno il territorio (che è tutto in pro-vincia di Salerno), già appartenente altribunale di Sala Consilina – e dopo la suaassurda e già richiamata soppressione –incorporato nel tribunale di Lagonegro;

inoltre, l’estensione del territorio dicompetenza della corte d’appello di Sa-lerno sarebbe particolarmente utile edimportante nell’ottica, pienamente rispon-dente all’interesse pubblico alla miglioreorganizzazione degli uffici giudiziari, dirazionalizzare il servizio giustizia nellegrandi aree metropolitane;

infatti la corte d’appello di Napoli èquanto mai sovraccarica di lavoro e di unvolume altissimo di affari giudiziari d’atrattare, ricomprendendo nel suo bacinoterritoriale accanto alla estesa e molto

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popolata provincia di Napoli, anche leprovince di Caserta, Benevento ed Avel-lino;

tali gravi ed innegabili problemi dicongestione ed accumulo di giudizi pen-denti, con tempi molto lunghi di giustiziaper la corte d’appello di Napoli, sonoaccresciuti dalla recente istituzione deltribunale di Napoli Nord;

del resto, lo stesso Ministro Orlando,alla presentazione nei giorni scorsi delrapporto Censis sull’avvocatura italiana,organizzato da Cassa Forense, ha espres-samente sostenuto l’opportunità di unaredistribuzione dei carichi di lavoro per lecorti d’appello, visto che ci sono cortid’appello di più ridotte dimensioni, comeappunto quella di Salerno, che possonoprovvedere ad una parte dell’attività dialtre corti territorialmente vicine e « piùgrandi », che sono congestionate, come ènel caso di Napoli;

in questa ottica sarebbe del tuttogiustificato e funzionale al servizio giusti-zia per gli interroganti ricomprendere neldistretto della corte d’appello di Salerno lavicina e limitrofa provincia di Avellino,naturalmente sulla base di un preventivoed approfondito confronto con le istitu-zioni locali, la magistratura, l’avvocatura etutti i mondi professionali interessati;

del resto, la circoscrizione territorialedella sezione staccata di Salerno del tri-bunale amministrativo regionale dellaCampania (TAR) comprende ex lege nonsolo la provincia di Salerno, ma anchequella di Avellino, con un funzionamentopositivo di quel TAR;

fra l’altro, la corte d’appello di Sa-lerno può giovarsi della nuova e modernacittadella giudiziaria a Salerno, con tuttele strutture e con tutti gli spazi necessariquale sede dei diversi uffici giudiziari, invia di completamento finale, alla luce delrecente finanziamento statale già asse-gnato ed in fase di concreto impiego, perl’installazione delle reti informatiche e ditutti gli arredi necessari per il pienofunzionamento della cittadella mede-sima –:

quali iniziative di competenza il Mi-nistro interrogato ritenga di poter adot-tare, nell’ottica di migliorare il funziona-mento degli uffici giudiziari in Campaniaed in particolare delle corti d’appello, perampliare il distretto della corte d’appellodi Salerno, ripristinando la competenzasul territorio del (Tribunale di Sala Con-silina che, a parere degli interroganti, èstato ingiustamente soppresso e del tuttoindebitamente ed irragionevolmente incor-porato nel Tribunale di Lagonegro edestendendo l’ambito territoriale della corted’appello di Salerno, ricomprendendo laprovincia di Avellino, al fine prioritario equanto mai urgente di decongestionare edalleggerire il carico pesantissimo ed inge-stibile di lavoro e di affari processualiattualmente pendente presso la corte d’ap-pello di Napoli, che ricomprende allo statole province di Napoli, Caserta, Avellino eBenevento, con notevoli disservizi e pe-santi problemi di funzionamento giudizia-rio e con tempi di trattazione e decisionemolto lenti, con forti conseguenze negativeper la domanda di giustizia che provienedai cittadini. (5-08318)

* * *

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MINNUCCI, MOGNATO, TULLO e D’A-RIENZO. — Al Ministro delle infrastrutturee dei trasporti. — Per sapere – premessoche:

nel novembre 2012 nell’ambito del« progetto impianto equipaggi regionale »Trenitalia aveva proposto l’istituzione nelVeneto di due uffici impianti equipaggicon relativa organizzazione e presenza dipersonale: Venezia e Verona;

ad oggi, però, nonostante il tempotrascorso e le diverse sollecitazioni, laproposta non si è concretizzata;

i numeri e la produzione sono dirilievo, senza contare che Verona è e sarà

Atti Parlamentari — 36274 — Camera dei Deputati

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ancora di più un nodo fondamentale perle ferrovie italiane e i collegamenti altacapacità con l’Europa;

la situazione attuale in Italia degliuffici in questione è: uno in Veneto, 6 inCalabria, 4 in Campania, 4 su 5 sediprovinciali in Emilia Romagna, 7 nel La-zio, 4 in Puglia, 4 in Sicilia, 4 in Toscanae 10 in Piemonte;

come numero di treni e di personale,il Veneto, regione policentrica, è secondasolo al Lazio;

presso la stazione di Porta Nuova èpresente la sala coordinamento, controllo,circolazione che impiega circa un centi-naio di ferrovieri di cui almeno 70 con altaqualificazione e governa le linee da Som-macampagna a Padova, da Poggiorusco alBrennero, da Vicenza a Schio, da Veronaa Modena, da Mantova/Legnago a Monse-lice, da Verona a Rovigo e le tre lineelocali del Trentino (Trento-Castelfranco) edell’Alto Adige (la Bolzano-Merano e laFortezza-San Candido);

con l’attivazione del potenziamentotecnologico Brescia – Sommacampagna lagestione della circolazione viene svolta daldirigente centrale operativo ubicato pressola sala controllo di Milano Greco; mentreil dirigente centrale coordinatore movi-mento di giurisdizione è quello di Verona,ubicato nel posto centrale SCC di Verona;

ciò accadrà anche per la tratta Ve-rona Porta Vescovo — Altavilla Vicentina(esclusa). In questo modo si estenderà lazona di giurisdizione della tratta stessa aldirigente centrale operativo di MilanoGreco (dirigente centrale coordinatore mo-vimento sempre di Verona);

la gestione della circolazione per latratta Brescia — Padova vedrà un punto dirottura nel nodo di Verona, ma saràcompletamente trasferita e gestita dal PCdi Milano Greco. Appare evidente chel’organizzazione futura e le ricadute oc-cupazionali saranno negative per Verona;

è stato decisivo lo stato di agitazionedel personale da tutte le organizzazionisindacali –:

quali siano le ragioni per le quali adoggi non è stato istituito l’ufficio equipaggia Verona e quali iniziative di competenzasi intendano avviare per provvedere in talsenso;

se con la deresponsabilizzazione digestione della circolazione sulla direttriceorizzontale, venga meno la necessità dellapresenza di un posto centrale a Veronacon giurisdizione sulla sola sub direttricedel Brennero e se intenda fornire ognialtro elemento utile al riguardo. (5-08321)

ZAPPULLA. — Al Ministro delle infra-strutture e dei trasporti. — Per sapere –premesso che:

è purtroppo cosa nota la storica ar-retratezza del sistema dei trasporti, mercie passeggeri, in cui versa l’intera reteinfrastrutturale della Sicilia e in partico-lare quella ferroviaria;

nel dicembre del 2005 è stato appro-vato il contratto di servizio tra la regioneSiciliana e Trenitalia che prevedeva lariorganizzazione del servizio dei trasportie della viabilità su tutto il territorio iso-lano, integrando la rete ferroviaria con ilgommato, ma allo stato ancora nulla ri-sulta realizzato;

nelle settimane scorse si sono tenutidiversi incontri in sede regionale tra leorganizzazioni sindacali dei lavoratori,Trenitalia, Rfi e governo regionale;

il 30 marzo 2016, presso la IV com-missione trasporti e ambiente dell’assem-blea regionale Siciliana, è stata discussa eaffrontata la situazione della rete isolanae, in particolare, è stata trattata la con-dizione della rete ferroviaria dell’area va-sta della Sicilia Sud-orientale;

i cittadini delle province di Catania,Siracusa e Ragusa per raggiungere gliaeroporti di Fontanarossa e di Comisosono costretti a farlo con mezzi propri eprivati;

le condizioni strutturali della reteferroviaria in questione scontano ancora

Atti Parlamentari — 36275 — Camera dei Deputati

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limiti pesanti sia sul terreno della sicu-rezza, del tracciato e della stessa velocitàdi collegamento, condizioni più volte de-nunziate dalle istituzioni locali, dalle or-ganizzazioni sindacali, dalle forze politichee parlamentari, da singoli cittadini e daicomitati dei pendolari;

Trenitalia conferma la volontà di di-smettere i treni a lunga percorrenza inpartenza e in arrivo dalle stazioni di testadi Siracusa e Palermo, aprendo così sce-nari gravissimi e inaccettabili di puroabbandono del sistema ferroviario in Si-cilia;

dai suindicati incontri è emersa lanotizia che Trenitalia e Rfi prevedono unfinanziamento di 5 milioni di euro per larealizzazione una stazione ferroviaria inprossimità dell’aeroporto di Fontanarossasfruttando peraltro la tratta ferroviaria giàesistente;

la Rfi ha segnalato, a tal proposito,che la Sac (gestore dello scalo aereopor-tuale di Catania) starebbe procedendo al-l’esproprio di proprietà degli spazi occor-renti a completare il collegamento tra lanuova stazione e lo stesso aeroporto;

ad avviso dell’interrogante, pur es-sendo questa notizia positiva, non la siconsidera del tutto risolutiva poiché laquestione collegamento strutturale e in-centrato va risolta realizzando una piccolastazione dentro la stessa area aereopor-tuale, come avviene in tutti gli scali italianiattrezzati e moderni;

in particolare sarebbe emersa la vo-lontà da parte di Trenitalia e Rfi diinterrompere totalmente, pare per lavoridi rifacimento infrastrutturale, la trattaferroviaria Siracusa-Catania per un pe-riodo di 2, forse 3 mesi;

un tale scenario avrebbe effetti de-vastanti sulla già precaria funzionalità delcollegamento ferroviario con rischi evi-denti sulla continuità territoriale, sui livelli

occupazionali e sullo stesso abbandono delvettore ferroviario –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza di simili ipotesi e se, appurata lareale situazione e pur nel pieno rispettodelle prerogative dell’autonomia siciliana,quali iniziative di competenza intenda as-sumere nei confronti di Trenitalia e di Rfi,al fine di impedire scelte, azioni e atti chepossano avere conseguenze devastanti peril sistema dei trasporti e il diritto allamobilità per centinaia di migliaia di cit-tadini e tantissime di imprese e attivitàeconomiche in Sicilia in generale e, inparticolare, nella Sicilia Orientale per leprovince di Siracusa e Ragusa. (5-08344)

CATALANO, BRUNO, CATANIA, FUR-NARI, CRISTIAN IANNUZZI, LABRIOLAe PASTORELLI. — Al Ministro delle infra-strutture e dei trasporti. — Per sapere –premesso che:

il sistema pubblico per la gestionedell’identità digitale – SPID costituiscel’insieme aperto di soggetti pubblici e pri-vati che, previo accreditamento da partedell’Agenzia per l’Italia Digitale – AGID,gestiscono i servizi di registrazione e dimessa a disposizione delle credenziali edegli strumenti di accesso in rete neiriguardi di cittadini e imprese per contodelle pubbliche amministrazioni;

in conformità con quanto prescrittodall’articolo 4 del decreto del Presidentedel Consiglio dei ministri 24 ottobre 2014,l’AGID, con determinazione n. 44 del 2015del 28 luglio 2015, ha provveduto a ema-nare i quattro regolamenti necessari arendere operativo lo SPID;

come esposto sul sito dell’AGID, dal15 marzo 2016 i primi tre gestori diidentità digitale accreditati da AgID hannoreso disponibili le prime identità digitalied i privati hanno la possibilità di rivol-gersi a InfoCert, Poste Italiane e Tim perrichiedere l’identità digitale SPID, che con-sente l’accesso con credenziali uniche aiservizi online di amministrazioni e privatiaderenti al sistema;

dalla medesima fonte, si apprendeche le prime amministrazioni di cui è

Atti Parlamentari — 36276 — Camera dei Deputati

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prevista l’adesione sono « Agenzia delleEntrate, Equitalia, Inps, Inail, Comune diFirenze, Comune di Venezia, Comune diLecce, Regione Toscana, Regione Liguria,Regione Emilia Romagna, Regione FriuliVenezia e Giulia, Regione Lazio, RegionePiemonte e Regione Umbria »;

non risulta invece all’interrogante iltermine previsto per l’adesione allo SPIDdel Ministero delle infrastrutture e deitrasporti –:

se, ed entro quale termine, si prevedadi consentire al cittadino il pieno accesso,per via telematica e tramite autenticazioneSPID, ai diversi servizi gestiti dal Ministerodelle infrastrutture e dei trasporti.

(5-08349)

Interrogazioni a risposta scritta:

BRUNO. — Al Ministro delle infrastrut-ture e dei trasporti. — Per sapere – pre-messo che:

la carenza delle reti infrastrutturalidei trasporti sul territorio calabrese inalcuni casi ha assunto caratteri emergen-ziali che provocano disagi alle relazioni,all’economia e allo sviluppo del nostroterritorio;

particolari difficoltà sono provocatedai lavori di ammodernamento dellastrada statale 534, che collega lo svincoloautostradale di Firmo con la Piana diSibari e, di conseguenza, con la stradastatale 106, la Sibaritide e la parte adria-tica del Paese. Questi lavori hanno relegatonell’isolamento l’intero comune di Cassanoallo Ionio e rendono difficile l’accesso atutta l’area;

attualmente il cantiere dell’ANAS èsospeso da circa sei mesi e non si hannonotizie in merito alla ripresa dei lavori,mentre, in previsione del periodo estivo, siimmagina che i disagi possano solo au-mentare;

i dati dicono che gli spostamentisistematici di persone interni all’area in-teressata dai lavori ammontano a circa33.000 all’anno;

il centro abitato di Cassano allo Ionioha una popolazione di 17.565 abitanti, 219unità locali di produzione e 267 unitàlocali di commercio. È sede di diocesi, discuole superiori, di uno stabilimento ter-male e ha un ricco patrimonio culturale,religioso e naturalistico;

il percorso alternativo studiato dal-l’ANAS per raggiungere il centro abitato diCassano allo Ionio è tortuoso, contorto edifficoltoso sia da comprendere che dapercorrere;

anche il percorso sostitutivo dellastrada statale 534 fino al collegamento conla strada statale 106 è piuttosto trafficatoe pericoloso. Tale percorso alternativo ha,inoltre, tagliato fuori un intero quartieredi Cassano: il centro abitato di Doria –:

quali iniziative urgenti di competenzail Ministro interrogato intenda adottare aldi fine di alleviare il disagio della popo-lazione di Cassano allo Ionio, per metterein sicurezza il territorio, ripristinando at-traverso l’intervento dell’Anas il vecchiosvincolo della strada statale 534 di Cassa-no-Castrovillari-Spezzano che costitui-rebbe una soluzione immediata e pocoonerosa;

quali iniziative di competenza in-tenda adottare per limitare i disagi agliabitanti di Doria, anche attraverso modestiinterventi che aumentino la sicurezza stra-dale del tipo di rallentatori, bitumazioni,limiti, divieti e percorsi alternativi per imezzi pesanti almeno nei mesi estivi.

(4-12746)

CATALANO, BRUNO, CATANIA, LA-BRIOLA, FURNARI, CRISTIAN IAN-NUZZI e PASTORELLI. — Al Ministro delleinfrastrutture e dei trasporti, al Ministrodella salute. — Per sapere – premesso che:

con il decreto legge 6 luglio 2012n. 95, convertito, con modificazioni dalla

Atti Parlamentari — 36277 — Camera dei Deputati

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legge 7 agosto 2012 n. 135, è stata dispostala soppressione, tra gli altri, del comitatotecnico interministeriale istituito ai sensidell’articolo 119, comma 10 del codicedella strada con il compito di affrontare lequestioni connesse alla guida di veicoli daparte di persone con disabilità;

durante gli anni di attività, il comi-tato ha svolto un importante ruolo in sededi regolamentazione normativa in materiadi sicurezza e di qualità dei dispositivispeciali di guida e ha consentito allecommissione mediche locali, deputate allavalutazione dell’idoneità di guida ed allaprescrizione dei dispositivi tecnici ade-guati, di agire in modo omogeneo, graziealle indicazioni provenienti dallo stessocomitato;

il comitato era integrato da due rap-presentanti nominati dalle Federazioni na-zionali di rappresentanza FAND (Federa-zione tra le associazioni nazionali dellepersone con disabilità) e FISH (Federa-zione italiana superamento handicap), se-condo quanto disposto dall’articolo 27della legge 5 febbraio 1992, n. 104, soggettila cui partecipazione peraltro era total-mente gratuita, ovvero a « costo zero » perla pubblica amministrazione;

a fronte dell’importanza del lavorosvolto dal comitato, il Ministero delle in-frastrutture e dei trasporti ha costituito unorganismo interno che svolge le funzioniprecedentemente attribuite al comitato,senza però contemplare la partecipazionedegli esperti indicati dalla FAND e dallaFISH;

d’altra parte, in sede di emanazionedel programma di azione biennale per lapromozione dei diritti e l’integrazionedelle persone con disabilità approvato condecreto del Presidente della Repubblica 4ottobre 2013 (linea di intervento 4, capi-tolo 6, pagina 31), prefigurando la rico-stituzione del comitato nella sua vesteoriginaria, si è previsto che « deve inoltreessere attuato l’articolo 119, comma 10,del Codice della Strada che ha previstol’istituzione di un comitato tecnico, confunzioni di valutazione delle nuove tecno-

logie in materia di sistemi di guida perdisabili. È incaricato altresì di divulgarlealle Commissioni Mediche Locali preposteal rilascio dell’idoneità di guida delle per-sone disabili. In seno a tale Comitato, èstata prevista la presenza di due rappre-sentanti delle associazioni di categoria »;

l’articolo 4 della Convenzione delleNazioni Unite sui diritti delle persone condisabilità, ratificata e resa esecutiva inItalia con legge n. 18 del 3 marzo 2009,prescrive che « nello sviluppo e nell’appli-cazione della legislazione e delle politicheatte ad attuare la presente Convenzione,come pure negli altri processi decisionalirelativi a temi concernenti le persone condisabilità, gli Stati Parti si consulterannocon attenzione e coinvolgeranno attiva-mente le persone con disabilità, compresii bambini con disabilità, attraverso le loroorganizzazioni rappresentative –:

se quanto premesso corrisponda alvero;

se il Governo reputi opportuno, incontinuità con quanto previsto dal pro-gramma di azione biennale per la promo-zione dei diritti e l’integrazione delle per-sone con disabilità approvato con decretodel Presidente della Repubblica 4 ottobre2013, assumere iniziative per ripristinareil comitato tecnico interministeriale isti-tuito ai sensi dell’articolo 119, comma 10,del codice della strada;

quali iniziative intenda adottare ilGoverno per consentire la partecipazionedelle rappresentanze delle associazioni deidisabili alle funzioni precedentementesvolte dal predetto comitato. (4-12748)

NASTRI. — Al Ministro delle infrastrut-ture e dei trasporti. — Per sapere – pre-messo che:

secondo quanto risulta da un articoloin cronaca di Novara pubblicato dal quo-tidiano La Stampa nel mese di aprile 2016,il comune di Borgomanero, attraverso ilvicesindaco, ha sollecitato alla società Rete

Atti Parlamentari — 36278 — Camera dei Deputati

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ferroviaria italiana — Rfi la pubblicazionedei bandi per le gare d’appalto dei lavoridei sottopassi ferroviari;

le opere infrastrutturali previste, evi-denzia il suindicato articolo, sono com-plessivamente tre: il primo manufatto percollegare la via Fratelli Maioni (zona Ponterosso) al cavalcavia di via Arona, conl’attraversamento di una parte del ForoBoario e dell’ex Rubinetteria Giustina; ilsecondo sottopasso risulta nella frazioneSan Marco, per consentire il successivosmantellamento del passaggio a livello divia Verdi e via monsignor Cavigioli; laterza opera riguarda soltanto il « ciclopedonale » di San Marco;

il costo complessivo dei lavori per leopere in precedenza richiamate, riportaancora La Stampa, risulta essere pari acirca 9,5 milioni di euro, di cui 1,8 milionidi euro (già iscritti a bilancio) a carico delcomune di Borgomanero e, inoltre, prose-gue il quotidiano piemontese, i ritardi e lelungaggini legate ai progetti esecutivi chedevono essere portati al comune (prima dipassare ai bandi di gara) peraltro nonancora disponibili, accrescono i livelli didifficoltà connessi alla viabilità cittadina,« paralizzata » dai passaggi a livello e dallamancanza dei sottopassi indispensabili;

il problema, secondo quanto rileva ilvicesindaco di Borgomanero, è che il co-mune non riesce ad ottenere da parte diRfi un riscontro soddisfacente in terminidecisionali legati all’avvio dei lavori pre-visti e di risoluzione dei continui disagiconnessi alla durata dei passaggi a livello,che risulta sproporzionata rispetto al nu-mero dei treni che transita;

le criticità, a giudizio del rappresen-tante del comune di Borgomanero, emer-gono sia a nord che a sud dell’area cit-tadina, dal punto di vista della viabilità edelle scomodità legate ai collegamenti stra-dali, in particolare a causa delle interru-zioni dovute al passaggio a livello chiuso,che rallentano la vita quotidiana dei re-sidenti e delle attività lavorative;

le numerose segnalazioni rivolte a Rfi,da parte del vicesindaco di Borgomanero,

rimaste inascoltate, finalizzate ad interve-nire al fine di accelerare la realizzazionedelle opere di collegamento, a giudizio del-l’interrogante, destano sconcerto e preoccu-pazione, se si considera come, tra le missionie le attività della società dell’infrastrutturadel gruppo Ferrovie dello Stato italiane, visia il mantenimento in piena efficienza, dellaprogettazione e della realizzazione degli in-vestimenti per il potenziamento delle reti edei servizi connessi, sul territorio nazionale,evidentemente disattesi nei confronti del co-mune di Borgomanero;

a giudizio dell’interrogante, la sue-sposta vicenda conferma come le politicheinfrastrutturali e di trasporto del Governo,siano inefficienti e carenti in termini disviluppo e competitività, se si valuta, comead esempio nel caso di Borgomanero, chei ritardi nella realizzazione delle opereinfrastrutturali da parte di Rfi, risalgonoaddirittura a trent’anni fa; i relativi disagicausati da un sistema di viabilità carente,hanno causato gravissimi danni all’interacomunità cittadina –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza della situazione esposta in pre-messa, legata ai ritardi da parte di Reteferroviaria italiana, nella progettazione deibandi e dei progetti esecutivi per la rea-lizzazione delle opere infrastrutturali deisottopassi ferroviari di Borgomanero;

in caso affermativo, quali iniziativeurgenti e necessarie di competenza in-tenda intraprendere nei confronti dellasocietà del gruppo Ferrovie dello Statoitaliane, responsabile della gestione com-plessiva della rete ferroviaria nazionale, alfine di accelerare le indispensabili proce-dure tecnico-amministrative per la defini-zione delle gare d’appalto che interessanoil comune novarese e consentire la realiz-zazione dei lavori stradali attesi da nu-merosi anni;

se non ritenga necessario verificare,per quanto di competenza, eventuali re-sponsabilità del gestore, derivanti da pos-sibili mancanze rispetto agli obblighi as-sunti nei riguardi dell’ente locale di Bor-gomanero, relativamente alla vicenda inprecedenza richiamata. (4-12749)

Atti Parlamentari — 36279 — Camera dei Deputati

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MELILLA. — Al Ministro delle infra-strutture e dei trasporti. — Per sapere –premesso che:

la Federconsumatori abruzzese haevidenziato che la Freccia rossa Pescara-Milano potrebbe utilmente migliorare lasua offerta se ci fosse la disponibilità aprendere in esame l’arrivo nella primamattinata a Milano anche da parte degliutenti abruzzesi;

oggi purtroppo si è costretti ad an-dare ad Ancona per prendere la Frecciarossa che parte alle 6,10 e arriva a Milanoalle 9,20;

la proposta sarebbe quella di farpartire quella Freccia rossa alle 5,05 daPescara per poi proseguire allo stessoorario attuale da Ancona per Milano;

allo stesso modo il viaggio di ritornopotrebbe svolgersi allo stesso orario at-tuale fino ad Ancona per raggiungerePescara alle 21,55;

la situazione attuale della Frecciarossa che parte alle 7,50 da Milano, arrivaa Pescara alle 11,51 e a Bari alle 16,15 perpoi ripartire da Bari alle 16,15, transitarea Pescara alle 18,48 e arrivare a Milanoalle 22,50, è irrazionale e non serve util-mente i viaggiatori che devono recarsi lamattina a Milano con la possibilità ditornare in serata, con un notevole rispar-mio derivante dal non pernottamento aMilano;

questa proposta potrebbe migliorareil servizio ferroviario veloce lungo la di-rettrice adriatica per il Nord e sarebbeconveniente naturalmente per Trenitalia,perché incentiverebbe la scelta del trenorispetto alla macchina e all’autostrada –:

se non intenda assumere le iniziativedi competenza affinché Trenitalia procedaa un miglioramento del servizio delleFrecce rosse lungo la direttrice adriaticain particolare da Pescara per Milano, con-sentendo di attestare la loro partenza alle5,05 da Pescara. (4-12751)

NUTI, DI BENEDETTO, DI VITA,LUPO e MANNINO. — Al Ministro delleinfrastrutture e dei trasporti, al Ministroper la semplificazione e la pubblica ammi-nistrazione, al Ministro dell’economia edelle finanze. — Per sapere – premessoche:

il porto di Palermo, sia per flusso dimerci che di passeggeri, è uno tra iprincipali porti italiani e dell’intero marMediterraneo: infatti, nel 2014, sono tran-sitate merci per oltre 6,2 milioni di ton-nellate, mentre il numero dei passeggeri èarrivato a circa 1,8 milioni;

la posizione di Palermo all’internodel bacino mediterraneo rende questoporto di particolare rilevanza nei collega-menti tra Europa e Africa, offrendo fre-quenti collegamenti settimanali con portinordafricani;

la zona portuale di Palermo è statainteressata negli ultimi mesi da un’intensaattività giudiziaria che ha portato prima alsequestro della parte sud e successiva-mente anche dalla parte nord del moloVittorio Veneto;

la magistratura ha infatti disposto ilsequestro del predetto molo e dispostoopportuni accertamenti tecnici, dai quali èemersa una situazione a dir poco allar-mante, ove persino i piloni di sostegnodello stesso presentavano gravissimi criti-cità strutturali tali da presagire un con-creto rischio di cedimento, tenuto contoanche dell’utilizzo del medesimo per losbarco e l’imbarco da navi da crociera, lacui stazza lorda può arrivare anche asvariate decine di migliaia di tonnellate;

tale situazione, secondo gli interro-ganti, potrebbe essere imputata ad unamancata attività di manutenzione ordina-ria e di monitoraggio, che avrebbe per-messo di mantenere il molo Vittorio Ve-neto perfettamente funzionante e in unostato di sicurezza, evitando gli evidentidisagi e danni economici generati dallachiusura dello stesso e i potenziali rischidi cedimento che avrebbero potuto cau-sare, anche in ragione dei frequenti at-

Atti Parlamentari — 36280 — Camera dei Deputati

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tracchi di navi da crociera e delle centi-naia di persone ivi trasportate, svariatedecine di morti in caso di crollo;

secondo gli interroganti, è imprescin-dibile accertare le responsabilità extra giu-diziali che hanno causato le criticità sopradescritte;

per i fatti sopra descritti il Presidentedell’autorità portuale, Vincenzo Canna-tella, assieme ad un funzionario quadrodell’ufficio tecnico dell’autorità medesima,è sotto indagine per i reati di cui all’ar-ticolo 677 c.p. « Omissione di lavori inedifici o costruzioni che minacciano ro-vina », come si evince dal decreto di se-questro preventivo emesso dal tribunale diPalermo del 25 gennaio 2016;

nel medesimo decreto si può leggeretestualmente che dalla « Relazione sui ri-lievi subacquei eseguiti nella banchina latonord del molo Vittorio Veneto del Porto diPalermo, redatta in data 16 novembre2015 [...] si constatano essenzialmente duefenomeni di degrado: 1) distacco del cal-cestruzzo copri ferro e corrosione dei ferrinelle strutture in cemento armato 2) pre-senza di ingrottamenti nel muro di con-tenimento costituito dai massi ciclopici.Alla stregue delle emergenze investigativefin qui riportate, deve ritenersi che il moloVittorio Veneto nord del Porto di Palermopresenti significativi ed allarmanti indici dicriticità e degrado statico-strutturale. Ditale situazione aveva conoscenza l’AutoritàPortuale di Palermo fin dal 2014. Tanto siricava da taluni documenti acquisiti pressodetta Autorità da personale in serviziopresso la Capitaneria di Porto di Palermo.Il riferimento è a due Relazioni tecniche[...] riportanti data Aprile 2014 e Luglio2014 [...] Gli indagati – pur a conoscenza,fin dall’anno 2014, della situazione didegrado strutturale del molo Vittorio Ve-neto lato nord – hanno omesso di realiz-zare, pur avendone l’obbligo per le carichericoperte, gli interventi di risanamentoreputate necessarie nelle relazioni redatte[...] in tal modo determinando una situa-zione di pericolo per le persone »;

con riferimento ai pericoli per gliutenti del porto di Palermo, si può leggere

ancora nel citato decreto che « sussistealtresì il pericolo che la libera disponibilitàdella banchina lato nord del molo « Vit-torio Veneto » del porto di Palermo [...]comporti la protrazione o l’aggravamentodelle conseguenze del reato e, in partico-lare, un concreto ed attuale pericolo per lasicurezza ed incolumità degli utenti delservizio portuale, avuto riguardo alle rav-visate criticità di ordine statico-strutturale,potenzialmente suscettibili di ulteriorepeggioramento in considerazione delle no-tevoli sollecitazioni prodotte dall’attraccodi navi anche di notevole stazza » –:

se non intenda assumere iniziativeper la revoca dell’incarico al Presidentedell’autorità portuale in carica e per lanomina di un nuovo Presidente dell’Auto-rità Portuale di Palermo, possibilmentetramite raccolta di curriculum vitae fra isoggetti interessati ed in possesso dei ne-cessari requisiti, resi pubblici sul sito in-ternet dell’autorità medesima per nonmeno di 30 giorni, ed individuazione delnuovo Presidente fra quest’ultimi tramiteestrazione a sorte con procedura ad evi-denza pubblica;

se non si intendano inviare gli ispet-tori al fine di accertare, per le parti dicompetenza, eventuali responsabilità deidirigenti e quadri appartenenti all’areatecnica dell’autorità portuale di Palermoin merito alla situazione descritta in pre-messa. (4-12752)

RAMPELLI. — Al Ministro delle infra-strutture e dei trasporti. — Per sapere –premesso che:

la strada provinciale di Nuoro n. 8,che conduce da Gadoni a Seulo, è statadeclassata con ordinanza provincialeN3609/RO del 19 marzo 2013 con l’istitu-zione del senso unico alternato e la limi-tazione della velocità al traffico di 30km/h e con divieto di transito ai veicoli dimassa a pieno carico superiore ai 50quintali;

un anno dopo la succitata ordinanza,ne è stata emessa una nuova (n. 3679/RO

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dell’11 marzo 2014) che imponeva la chiu-sura totale della strada provinciale n. 8 acausa del peggioramento della stesso trattoviario, non ancora oggetto di interventi daparte delle provincia di Nuoro;

con ordinanza n. 3 del 14 marzo2014 il sindaco del comune di Gadoni,dopo un’incontro istituzionale tenutosi aNuoro tra lo stesso sindaco di Gadoni, ilsindaco di Seulo, i rappresentanti delgenio civile, il presidente della provincia diNuoro, ha ordinato la parziale riaperturaal transito della strada provinciale 8, sep-pure con notevoli limitazioni e prescri-zioni;

l’ARST, l’azienda regionale di tra-sporti, ha sospeso, tenendo conto delleprescrizioni e dei divieti imposti dalleordinanze, la tratta che permetteva aglistudenti di raggiungere gli istituti scolasticidi Aritzo e Sorgono con il trasporto pub-blico, costringendoli quindi a muoversicon mezzi propri e percorsi alternativiscomodi e dai tempi molto più lunghi;

dopo tre anni non è stato iniziatoalcun lavoro di manutenzione della stradae non vi è nemmeno la speranza di vederesvolte velocemente le opere che riportinola strada provinciale n. 8 al normale uti-lizzo;

in questi tre anni è stato dimostratoche le avverse condizioni atmosferichecausano un continuo degrado del trattoviario in questione, con il rischio di inci-denti e di una nuova chiusura totale dellastrada;

nel recente passato ci sono statealcune iniziative per portare all’attenzionedell’esecutivo regionale sardo l’assurdacondizione di questa strada, invocando uninteressamento affinché gli eventuali osta-coli all’avvio dei lavori sulla strada pro-vinciale n. 8 fossero rimossi, senza peròottenere mai risposte concrete e senza cheneanche un centesimo sia stato impegnatoper l’avvio della progettazione e dei lavori;

nei centri vicini, tutti appartenentialla zona montana, altre strade provincialicome la n. 61 Atzara Belvì, la Desulo-Fonni, la Tonara—Tascusì, la Tiana-Teti,

la provinciale 75 Ortueri-Samugheo,hanno subito il declassamento e la limi-tazione al traffico causando notevoli ri-percussioni sociale ed economiche;

è doveroso esprimere solidarietà agliamministratori comunali di Seulo e Ga-doni e alle comunità della Barbagia e dellaSardegna vittime da anni di questa as-surda vicenda che in una zona della Sar-degna Centrale, montana, in cui la popo-lazione si sente isolata e abbandonatadallo Stato, non fa altro che alimentareuna sfiducia e una rabbia verso le Istitu-zioni e lo stesso Stato –:

se sia informato dei fatti esposti inpremessa e quali iniziative intenda assu-mere, nell’ambito delle proprie compe-tenze, per la risoluzione della questionerelativa alla viabilità in Sardegna, se delcaso elevando la strada provinciale diNuoro n. 8 a strada statale in quantoprosecuzione della strada statale 295 diAritzo. (4-12755)

* * *

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

TULLO, BASSO e CAROCCI. — Al Mi-nistro dell’interno, al Ministro della giusti-zia. — Per sapere – premesso che:

nell’estate del 2009, a Genova, l’ope-razione denominata « Terra di Nessuno »portò alla più grande confisca di benisottratti alla mafia avvenuta nel nordItalia;

suddetta operazione portò alla con-fisca successivamente confermata anchedalla Corte di Cassazione in data 26 feb-braio 2014 di oltre un centinaio di immo-bili, che dalle tabelle risultano essere nelnumero di 115, ora ridotti a 96 e appar-tenenti alla famiglia Canfarotta;

tali immobili sostanzialmente desti-nati allo sfruttamento della prostituzione,vero core business della attività criminale

Atti Parlamentari — 36282 — Camera dei Deputati

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dei Canfarotta sono ubicati prevalente-mente presso il centro storico nella zonadella Maddalena, qualche immobile sitrova anche a Sampierdarena, Coronata,Valle Sturla Cornigliano, Rivarolo, SanMartino;

lo stato attuale degli immobili è cri-tico, si tratta, infatti, di appartamenti dimedio-piccole dimensioni, magazzini e lo-cali a piano strada che necessitano diurgenti interventi di ristrutturazione;

il Comune di Genova ha svolto unaserie di perizie e mappature che possonorivelarsi utili strumenti alla definizionedelle condizioni dello stato degli immobili;

risultano ancora una serie di proble-matiche legate alla verifica dello stato dioccupazione di alcuni degli immobili con-fiscati. In alcuni casi gli immobili sono,infatti, ancora occupati dai prevenuti,dalle prostitute e da ingombri di proprietàdei prevenuti;

dal 2009 al 2014 l’amministrazionegiudiziaria ha provveduto a coprire lespese di ordinaria amministrazione;

attualmente, buona parte degli im-mobili in questione sono in gestione del-l’Anbsc (Agenzia Nazionale per l’ammini-strazione dei beni sequestrati e confiscatialla criminalità organizzata) che, in base aquanto stabilito dalla normativa vigente,ne disporrà la destinazione per finalitàistituzionali e sociali;

ad oggi, il nucleo di supporto pressola prefettura, ai sensi delle disposizionipreviste dal decreto legislativo n. 159 del2011 risulta formalmente attivo, ma, aquanto consta agli interroganti non risultasia mai stato praticamente convocato, no-nostante le pressioni ripetute da partedell’assessorato alla legalità e di diritti delcomune di Genova;

i cittadini e le principali realtà, as-sociative operanti sul territorio del quar-tiere della Maddalena si sono riunite nelcantiere per la legalità responsabile, attra-verso il quale sono state avanzate proposteconcrete per l’utilizzo degli immobili. Tale

iniziativa è stata richiamata anche dall’exprocuratore della Repubblica di Genova,Michele Di Lecce, quale meccanismo sanodi partecipazione dei cittadini alle attivitàdi contrasto alla criminalità organizzata;

le recenti modifiche legislative inter-venute in merito alla materia di confiscadei beni e al ruolo dell’Agenzia nazionalesopra richiamata sono finalizzate proprioad una più attenta gestione del patrimoniodei beni confiscati al servizio della comu-nità –:

se il Governo sia a conoscenza diquanto riportato in premessa in riferi-mento al significativo patrimonio di beniconfiscati presente a Genova;

quali iniziative si intendano adottarecon la massima urgenza al fine di convo-care rapidamente il nucleo di supportopresso la prefettura di Genova e perprocedere altrettanto celermente ad unaattenta e accurata verifica sullo stato dioccupazione di alcuni immobili, nonché divalutare l’opportunità, di concerto conl’ente locale e le associazioni operanti sulterritorio, di assumere le iniziative di com-petenza per addivenire ad una intesa fi-nalizzata ad interventi di manutenzione emessa in sicurezza di suddetti beni e alloro riutilizzo in chiave sociale. (5-08345)

Interrogazioni a risposta scritta:

BORGHESI. — Al Ministro dell’interno.— Per sapere – premesso che:

stando a quanto riporta la stampalocale, il prefetto di Brescia, Valerio Va-lenti, avrebbe reso nota in un incontropubblico svoltosi nella frazione di Vighiz-zolo l’intenzione del Governo di realizzareun « hot spot » per richiedenti asilo nellacaserma Serini di Montichiari;

i migranti irregolari ospitati nellastruttura sarebbero 100-150;

per alloggiarli verrebbero allestiti allaSerini dei moduli abitativi prefabbricati;

Atti Parlamentari — 36283 — Camera dei Deputati

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la Serini si estende su una superficiedi circa 27 mila metri quadrati, un’areamolto grande che lascerebbe presupporrela volontà del Governo di destinarvi unnumero ben superiore di migranti irrego-lari;

esiste nelle vicinanze anche un aero-porto;

sussistono dubbi altresì sull’effettivonumero di coloro che verranno ricono-sciuti titolari del diritto ad una qualcheforma di tutela internazionale e sull’effet-tivo rimpatrio di coloro che risulterannoinvece migranti economici clandestini;

la Lombardia è già emersa in nume-rosi studi ed indagini come un’area ad altorischio di infiltrazioni jihadiste –:

se il Governo intenda veramenteospitare alla caserma Serini di Montichiariun hot spot destinato a migranti richie-denti tutela internazionale, se davvero silimiterà ad inviarvi 100-150 migranti ir-regolari e non di più, se per il trasportodei migranti verrà utilizzato o meno l’ae-roporto adiacente ed eventualmente aquali costi, e quali garanzie vi siano circail fatto che coloro cui sarà negato ilbeneficio dell’asilo saranno sollecitamenterimpatriati. (4-12742)

NESCI. — Al Ministro dell’interno, alMinistro della giustizia. — Per sapere –premesso che:

secondo quanto raccontato dalle cro-nache locali, il noto imprenditore cala-brese, Pippo Callipo, e presidente provin-ciale di Confindustria Vibo Valentia, èstato vittima dell’ennesimo atto di intimi-dazione da parte della criminalità orga-nizzata;

nella notte tra sabato 2 aprile edomenica 3 aprile 2016, infatti, una sca-rica di undici colpi di pistola è stataesplosa contro il cancello del « PopiliaCountry Resort », di proprietà del notoimprenditore, un elegante resort con hotel,ristorante, centro benessere e sale con-

gressi che sorge sulle colline che si affac-ciano sul golfo di Lamezia Terme (Catan-zaro);

al riguardo sono in corso le indaginidegli inquirenti, dirette ad accertare leragioni dell’intimidazione, ma non ci sa-rebbero dubbi sul movente ‘ndrangheti-stico;

Callipo ha ricevuto piena solidarietàda parte delle istituzioni locali e lo stessoprefetto di Vibo Valentia, dottor CarmeloCasabona, ha immediatamente ricevutol’imprenditore per assicurargli dovuta pro-tezione;

secondo quanto dichiarato a caldodallo stesso Callipo, « Undici colpi di pi-stola non ci fanno arretrare di un milli-metro. Andremo avanti con le nostreaziende e con i nostri riferimenti certi, chesono le forze dell’ordine ed il Prefetto diVibo Valentia. È un episodio che non sospiegarmi perché non ho ricevuto alcunarichiesta estorsiva, né segnali di ostilità.Comunque, io resto in Calabria » –:

se siano a conoscenza di quantoesposto in premessa;

quali iniziative di competenza riten-gano necessarie per garantire l’incolumitàall’imprenditore e ai suoi familiari.

(4-12743)

FAVA. — Al Ministro dell’interno. — Persapere – premesso che:

la mattina del 25 gennaio del 2010Carmine Ciarelli, di 48 anni pregiudicato acapo dell’omonimo clan rom stanziale de-dito all’usura, viene ferito gravemente con7 colpi di pistola da due sicari in moto;

Carmine Ciarelli, pluripregiudicatoper estorsione ed usura, condannato dallacorte d’appello di Roma il 23 ottobre 2015,alla pena di 20 anni e 4 mesi di detenzioneper aver promosso e diretto l’associazionea delinquere denominata clan Ciarelli DiSilvio risulta, da notizie stampa, essere

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sottoposto al regime degli arresti domici-liari in provincia di Isernia in localitàVenafro;

si tratta di un elemento di elevatapericolosità così descritto dalla sentenzadella Corte d’appello di Roma: « quantoalla posizione di Carmine Ciarelli già capoindiscusso all’interno della propria fami-glia, basta rilevare che è egli stesso arivendicare la posizione di supremazia evalenza criminale assunta da circa tren-t’anni nel settore e nell’intera città diLatina [...] si consideri che il patto dialleanza stretto tra i Di Silvio e i Ciarelliera destinato a riaffermare la supremaziadella fazione criminale di origine rom,coalizione nata subito dopo l’attentato diCarmine Ciarelli con lo scopo di vendicareil gesto di sfida annientando la fazioneantagonista »;

numerose sentenze attestano il livellodi pericolosità e di radicamento del clanCiarelli-Di Silvio –:

quali strumenti di prevenzione e con-trasto siano stati posti in essere per im-pedire il riorganizzarsi del suddetto clan,ancora attivo nella zona di residenza delCiarelli, grazie anche alla figura carisma-tica che ricopre il loro capo indiscusso.

(4-12758)

GUIDESI. — Al Ministro dell’interno. —Per sapere – premesso che:

il 14 marzo 2016 il consiglio comu-nale di Crema è stato chiamato a delibe-rare su uno schema di avviso pubblicorelativo alla concessione in diritto di su-perficie di un’area di proprietà comunalefinalizzata alla realizzazione di attrezza-ture destinate a servizi religiosi in attua-zione delle previsioni del piano dei servizi,per il cosiddetto lotto A dell’area di ViaMilano;

stando allo schema del bando indettodal comune di Crema, approvato nell’oc-

casione sopra citata, potrebbero concor-rere associazioni di culto od organizza-zioni religiose appartenenti a differenticonfessioni;

tuttavia, l’avviso pubblico contienedei criteri di premialità che, ad avvisodell’interrogante, avvantaggiano oggettiva-mente le associazioni del culto islamico ele loro emanazioni, circostanza che po-trebbe portare il comune di Crema aconcedere il diritto di superficie su unlotto comunale a chi vi erigerà una mo-schea, probabilmente con annesse dipen-denze culturali, come scuole coraniche ecentri di irradiazione della rivelazione co-ranica;

la circostanza non sembra oppor-tuna, considerata la gravità del pericolojihadista e la forte presenza di nucleisospetti in Lombardia e nella stessa areadi Crema, individuata da ricercatori edinvestigatori come una zona particolar-mente a rischio;

la moltiplicazione del luoghi di cultoislamici costituisce una circostanza aggra-vante del pericolo terroristico a medio elungo termine, favorendo la concentra-zione di immigrati di fede musulmana, trai quali poi è più facile che i terroristijihadisti trovino riparo, come è emerso daquanto è accaduto recentemente in Fran-cia e Belgio;

è conseguentemente legittimo il dub-bio che la costruzione di una nuova mo-schea a Crema possa nuocere alla sicu-rezza del Paese ed all’ordine pubblicolocale –:

se il Governo non intenda assumereiniziative normative per una moratoriasulla costruzione di edifici di culto adibitialla professione della fede islamica, iviinclusi quelli che potrebbero sorgere aCrema e nelle zone circostanti, in nome diesigenze connesse alla sicurezza nazionaleed all’ordine pubblico. (4-12761)

Atti Parlamentari — 36285 — Camera dei Deputati

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NACCARATO, CAMANI, MIOTTO,NARDUOLO, ROSTELLATO e ZAN. — AlMinistro dell’interno. — Per sapere – pre-messo che:

Ecofficina Cooperativa Sociale è unasocietà cooperativa con sede legale a Bat-taglia Terme in via Roma 32, costituitanell’agosto 2011;

dal 2014 ha iniziato ad occuparsidell’accoglienza dei richiedenti asilo e, neiprimi mesi del 2015, l’impresa ha mutatoragione sociale ed è stata denominataEcofficina Educational Cooperativa SocialeOnlus;

attualmente gestisce strutture di ac-coglienza in diverse province del Veneto:in particolare, la cooperativa ha in ge-stione oltre 500 profughi nella provincia diVenezia, 150 in quella di Vicenza e circa80 in provincia di Rovigo;

in provincia di Padova, Ecofficinagestisce circa 100 profughi nel, comune diBattaglia Terme, 40 a Torreglia, 30 a DueCarrare, 60 a Monselice, 48 a Este e 95 aMontagnana;

inoltre, dal giugno del 2015 la coo-perativa si è aggiudicata il bando per lagestione dei richiedenti asilo presso ilcentro allestito nell’ex caserma Prandinanel comune di Padova;

secondo la stampa locale Ecofficinaavrebbe aumentato il proprio fatturato da114.940 euro fino a 2.369.199 euro proprioda quando ha iniziato a occuparsi diaccoglienza dei profughi gestendo diversicentri in provincia di Padova;

Ecofficina fino al 2014 è stata par-tecipata dalla società Padova territorio,rifiuti ed ecologia srl (in seguito PadovaTre srl) con sede a Este in via Rovigo 69,in provincia di Padova, che si occupa dellaraccolta e della gestione rifiuti nei comunidella Bassa Padovana; nel corso degli anni,la cooperativa si è vista assegnare, daparte di Padova Tre srl, lavori di vario tipotra cui la gestione degli asili nido deiComuni di Megliadino San Vitale, Granzee Cinto Euganeo, la gestione del servizio di

doposcuola per le scuole primarie di Sa-letto e Megliadino San Vitale, l’organizza-zione dei Centri estivi nei comuni diBattaglia Terme, Cinto Euganeo e Galzi-gnano ed altre attività quali l’inserimentolavorativo delle persone disabili;

Padova Tre srl fino al 2009 è stataguidata dall’amministratore unico SimoneBorile, che successivamente ha ricopertola carica di vicepresidente della societàfino al luglio 2015;

le modalità di gestione dei richiedentiasili in molte realtà della provincia diPadova sono state in parte condizionatedal rifiuto di molti amministratori localidel modello di accoglienza diffusa nelterritorio proposto dal Governo per fron-teggiare i flussi migratori degli ultimi anni;

come si ricorderà, infatti, nonostantel’accordo raggiunto tra Governo, regioni eautonomie locali nella conferenza unifi-cata del 10 luglio 2014, molti sindaci sisono opposti alle politiche di accoglienzapreviste dall’accordo stesso, impedendo difatto la corretta applicazione del modellodi accoglienza diffusa nel territorio;

in questo modo queste amministra-zioni hanno favorito la creazione di strut-ture con un’alta concentrazione di profu-ghi;

tale situazione ha reso più difficile lagestione dei richiedenti asilo e ha sollevatoforti preoccupazioni nelle comunità locali;

la procura di Rovigo ha aperto un’in-dagine per truffa aggravata ai danni delloStato e maltrattamenti a carico degli am-ministratori di Ecofficina, Sara Felpati(moglie di Simone Borile sino al 2015amministratore di Padova Tre srl) e Gae-tano Battocchio, rispettivamente consi-gliere e vice-presidente del consiglio diamministrazione di Ecofficina;

tra gli indagati anche Sergio Enzini,titolare dell’Hotel Maxim’s di Montagnana;

l’indagine, infatti, riguarda il centrodi accoglienza allestito presso l’hotel Ma-xim’s e in due appartamenti di Borgo SanMarco a Montagnana da Sergio Enzini;

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secondo gli inquirenti, Battocchio eFelpati avrebbero omesso di controllare lagestione del Maxim’s, affidata a Enzini,rendendosi responsabili di una truffa cheavrebbe consentito allo stesso Enzini diappropriarsi di fondi per circa 100.000euro;

il 4 aprile 2016, i carabinieri hannoeseguito perquisizioni nella sede della coo-perativa e nelle abitazioni di Sara Felpatie Gaetano Battocchio;

secondo le prime ricostruzioni i fattioggetto di indagine risalgono al periodoche va da agosto 2014 a gennaio 2015;

la vicenda avrebbe origine alla finedel 2014, quando un esposto anonimoaveva segnalato la carenza delle condizioniper l’accoglienza dei profughi in questastruttura e la prefettura di Padova avevaavviato i controlli sulla situazione degliospiti e delle strutture gestite da SergioEnzini;

dopo i controlli sono stati inviati irelativi richiami che riguardavano la qua-lità e quantità dei pasti, l’igiene e tempe-ratura nelle stanze e la totale assenza dicorsi di integrazione e alfabetizzazione;

nell’ottobre 2014 Ecofficina avevapreso in carico la gestione dei migrantiarrivati a Montagnana, dopo che, nel corsodi precedenti controlli, era stata accertatala carenza dei requisiti con cui si erapresentato al bando il titolare del Maxim’s,Sergio Enzini;

l’indagine indica che in diversi pe-riodi e in più occasioni sono stati svoltiaccertamenti e controlli sull’attività di ge-stione dei centri di accoglienza;

gli interroganti esprimono giudiziopositivo sull’attività di controllo da partedelle autorità competenti che hanno con-sentito di far emergere i limiti e le viola-zioni sin dalla prima gestione del centro;

gli interroganti tuttavia esprimonoforti preoccupazioni rispetto al pericoloche attorno alla gestione dei richiedentiasilo si sviluppino fenomeni di specula-zione economica a danno degli stessi ospiti

e dei lavoratori impiegati nelle cooperativeche si sono aggiudicate i bandi per l’ac-coglienza –:

se il Ministro sia a conoscenza deifatti descritti;

in che modo, il Ministro, nell’ambitodelle proprie competenze, anche attra-verso gli uffici territoriali del Governo,intenda potenziare l’attività di controllodella gestione dei richiedenti asilo e in-tensificare le iniziative di verifica dellecondizioni delle strutture di accoglienza;

quali iniziative, il Ministro, ancheattraverso gli uffici territoriali del Go-verno, intenda assumere per favorire lemodalità di accoglienza diffusa nel terri-torio. (4-12765)

BORGHESI. — Al Ministro dell’interno.— Per sapere – premesso che:

stando a quanto riporta la stampalocale, antagonisti riconducibili al Collet-tivo autonomo gardesano, al KollettivoStudenti in Lotta, al Kaos della Valtrom-pia e al Magazzino 47 di Brescia il 24marzo 2016 hanno occupato abusivamenteun altro immobile, un capannone attual-mente inutilizzato ed all’asta per il falli-mento della società proprietaria, la Bre-scia Tour;

lo scorso inverno, gli stessi antagoni-sti, a quanto risulta all’interrogante, ave-vano occupato nella medesima località ilristorante della cosiddetta Spiaggia d’Oro,appartenente al comune di Desenzano delGarda, prima che la forza pubblica pro-cedesse il 2 febbraio 2016 al suo sgom-bero;

l’immobile illegalmente occupato sitrova a Rivoltella, frazione di Desenzanodel Garda;

gli antagonisti inneggiano a Zanzanù,in omaggio ad una figura storica delbanditismo dell’Alto Garda, uomo vissutotra il 1576 ed il 1617 –:

quali iniziative di competenza ed inche tempi il Governo conti di assumere

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per impedire ai giovani che inneggiano allafigura di Zanzanù di proseguire nellapratica delle occupazioni abusive di im-mobili. (4-12766)

* * *

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta immediata inCommissione:

VII Commissione:

PALMIERI. — Al Ministro dell’istru-zione, dell’università e della ricerca. — Persapere – premesso che:

in data 16 marzo 2016 è stato pub-blicato, sul sito del Ministero dell’istru-zione, dell’università e della ricerca unbando da 28 milioni di euro per dotare lescuole del primo ciclo di istruzione dinuovi spazi didattici per l’apprendimentodelle competenze tecnologiche di base, daconiugare con la manualità, l’artigianato ela creatività. Il finanziamento fa parte deifondi delle azioni del piano nazionalescuola digitale. L’intento è far diventare ilaboratori didattici dei « FabLab », ossiaatelier creativi dove si fa didattica con ilsupporto di stampanti e scanner 3D, di kitper la robotica e per la programmazioneinformatica;

come nel caso delle altre iniziative diattuazione del piano per la scuola digitale,anche in questa circostanza potranno pre-sentare progetti solo le istituzioni scola-stiche ed educative statali del primo ciclodi istruzione, mentre quelle paritarie sa-ranno escluse –:

se e quali iniziative di competenza ilGoverno intenda assumere per eliminarequesta inaccettabile e discriminatoria di-sparità, che esclude oltre un milione distudenti e i loro insegnanti dalla possibilitàdi apprendere competenze indispensabiliper il presente e per il futuro. (5-08337)

BECHIS. — Al Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricerca. — Per sapere– premesso che:

il decreto del Presidente della Repub-blica 14 febbraio 2016, n. 19, « Regola-mento recante disposizioni per la razio-nalizzazione ed accorpamento delle classidi concorso a cattedre e a posti di inse-gnamento, a norma dell’articolo 64,comma 4, lettera a), del decreto-legge 25giugno 2008, n. 112, convertito, con mo-dificazioni, dalla legge 6 agosto 2008,n. 133. (16G00026) », con la nuova classedi concorso B12 denominata « Laboratoridi scienze e tecnologie chimiche e micro-biologiche », introduce per i periti chimicila possibilità di insegnare tutte le materietecniche in compresenza del secondo bien-nio e del quinto anno dell’istituto tecno-logico agraria agroalimentare e agroindu-stria;

i chimici della classe di concorso B12,negli istituti tecnologici di agraria, agroa-limentare e agroindustria, tra le disciplinelaboratoriali afferenti al secondo biennio equinto anno, potranno insegnare le se-guenti materie: laboratorio di genio rurale,laboratorio di economia marketing edestimo, laboratorio di produzioni vegetali,laboratorio di produzioni animali, labora-torio di gestione dell’ambiente, laboratoriodi enologia e viticoltura, laboratorio ditrasformazione dei prodotti, laboratorio dibiotecnologia;

il piano di studio dell’istituto tecno-logico riguardante chimica, materiali e biotecnologia C6, non contempla l’insegna-mento delle succitate discipline, che sonopresenti invece nel piano di studi dell’i-stituto tecnologico di agraria agroalimen-tare e agroindustria C8;

l’interrogante ritiene grave e incon-gruo il fatto che dei docenti in possesso deldiploma di laurea in chimica possanoinsegnare numerose discipline in relazionealle quali non hanno acquisito conoscenzespecifiche nel corso della propria carrierauniversitaria, poiché non hanno seguitospecifici corsi di studio e sostenuto esami

Atti Parlamentari — 36288 — Camera dei Deputati

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universitari sulle materie oggetto dell’in-segnamento da loro impartibile negli isti-tuti tecnici sopra detti –:

se quanto esposto in premessa troviconferma e, nell’eventualità positiva, qualiiniziative urgenti intenda assumere il Mi-nistro interrogato perché le discipline la-boratoriali siano affidate a docenti cheabbiano acquisito opportune conoscenzedurante la propria formazione universita-ria, che li pongano in condizione di ga-rantire il miglior trasferimento di cono-scenze specifiche ai propri discenti sullematerie oggetto dell’insegnamento loro af-fidato. (5-08338)

SANTERINI. — Al Ministro dell’istru-zione, dell’università e della ricerca. — Persapere – premesso che:

il trattamento economico dei diri-genti scolastici è da tempo al centro di unacontroversa vicenda riguardante in parti-colare la retribuzione di posizione e dirisultato, a carico del fondo unico nazio-nale (FUN), e ritenuta dagli interessatifortemente squilibrata, rispetto a quellariconosciuta ad altri comparti della diri-genza pubblica;

nel recente incontro di aggiorna-mento presso il Ministero dell’istruzione,dell’università e della ricerca con le asso-ciazioni sindacali di categoria e riguar-dante proprio il Fondo unico nazionale2015/2016, la direzione generale del per-sonale e delle risorse umane ha reso notoun rilievo del Ministero dell’economia edelle finanze, che ha contestato le moda-lità di calcolo del FUN in virtù del qualenon ha proceduto alla certificazione indi-spensabile per l’avvio delle contrattazioniregionali;

l’ufficio centrale del bilancio ha inol-tre formulato un’ulteriore contestazione,come già accaduto nel 2013 sulla quanti-ficazione del FUN 2012/2013, che mette-rebbe in discussione l’ammontare del FUNrelativo all’anno scolastico 2011/2012, re-golarmente certificato e utilizzato in tuttele regioni, e che comporterebbe la ridu-

zione del FUN 15/16 della somma spesa ineccedenza per la retribuzione dei dirigentinel 2011/12;

a quanto è dato sapere sembra sia inatto un’interlocuzione nel merito tra Mi-nistero dell’istruzione, dell’università edella ricerca e Ministero dell’economia edelle finanze, ma è chiaro che un’inter-pretazione restrittiva del Ministero dell’e-conomia e delle finanze avrebbe conse-guenze negative sulla retribuzione dei di-rigenti, già oggetto nel corso degli anni diriduzioni stipendiali, in forza di quantodisposto dal decreto-legge n. 78 del 2010,cosiddetto « decreto Tremonti » e in con-trasto con quanto invece stabilito dallalegge n. 107 del 2015, che all’articolo 1,comma 86, recita: « In ragione delle com-petenze attribuite ai dirigenti scolastici, adecorrere dall’anno scolastico 2015/2016 ilFondo unico nazionale per la retribuzionedella posizione, fissa e variabile, e dellaretribuzione di risultato dei medesimi di-rigenti è incrementato in misura pari aeuro 12 milioni per l’anno 2015 e a euro35 milioni annui a decorrere dall’anno2016, al lordo degli oneri a carico delloStato. Il Fondo è altresì incrementato diulteriori 46 milioni di euro per l’anno2016 e di 14 milioni di euro per l’anno2017 da corrispondere a titolo di retribu-zione di risultato una tantum » –:

quali iniziative il Ministro interrogatointenda intraprendere per tenere fede agliimpegni assunti nei confronti dei dirigentiscolastici con l’approvazione della leggen. 107 del 2015, al fine di garantire l’at-teso ripristino delle relative retribuzioni,attraverso le risorse del fondo unico na-zionale 2015/2016. (5-08339)

D’UVA, VACCA, SIMONE VALENTE,BRESCIA, MARZANA e DI BENEDETTO.— Al Ministro dell’istruzione, dell’universitàe della ricerca. — Per sapere – premessoche:

a norma dell’articolo 1, comma 4,della legge 30 dicembre 2010, n. 240, de-nominata « riforma Gelmini », Il Ministero,

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nel rispetto della libertà di insegnamentoe dell’autonomia delle università, indicaobiettivi e indirizzi strategici per il sistemae le sue componenti e, tramite l’Agenzianazionale di valutazione del sistema uni-versitario e della ricerca (Anvun), perquanto di sua competenza, ne verifica evaluta i risultati secondo criteri di qualità,trasparenza e promozione del merito;

l’articolo 5 della stessa legge 30 di-cembre 2010, n. 240, ha delegato il Go-verno, in materia di interventi per laqualità e l’efficienza del sistema universi-tario, all’adozione di uno o più decretilegislativi finalizzati a riformare il sistemauniversitario per il raggiungimento di variobiettivi, tra cui la « valorizzazione dellaqualità e dell’efficienza delle università econseguente introduzione di meccanismipremiali nella distribuzione delle risorsepubbliche sulla base di criteri definiti exante, anche mediante previsione di unsistema di accreditamento periodico delleuniversità » (si vede l’articolo 5, comma 1,lettera a;

secondo quanto disposto dal succes-sivo comma 3 dell’articolo 5 della suddettalegge, invece, tali fini dovranno essereraggiunti attraverso l’utilizzo di criterispecifici, quali l’introduzione « di un si-stema di valutazione periodica basato sucriteri e indicatori stabiliti ex ante, daparte dell’Anvur, dell’efficienza e dei ri-sultati conseguiti nell’ambito della didat-tica e della ricerca dalle singole universitàe dalle loro articolazioni interne, il poten-ziamento del sistema di autovalutazionedella qualità e dell’efficacia delle proprieattività da parte delle università, ancheavvalendosi dei propri nuclei di valuta-zione e dei contributi provenienti dallecommissioni paritetiche »;

con l’introduzione della legge di ri-forma, cosiddetta « Gelmini », nonché deisuccessivi decreti attuativi, il legislatore hacosì inteso introdurre per il sistema uni-versitario e della ricerca italiano un mo-dello di valutazione periodica, affidato alladiretta gestione dell’Agenzia nazionale divalutazione del sistema universitario edella ricerca (Anvur);

ad avviso degli interroganti tuttavia,le evidenti distorsioni derivate dall’attua-zione e dall’applicazione materiale deiprecetti normativi, hanno condotto, nelcorso degli ultimi anni, ad uno svilimentodella funzione formativa universitaria,nonché ad un progressivo allontanamentoqualitativo e funzionale tra gli atenei ita-liani, i quali beneficiano oggi di finanzia-menti « premiali » basati su criteri nonevidentemente adeguati a valorizzare ilmerito, nonché su attribuzioni economichedirettamente sottratte all’ordinario finan-ziamento delle università italiane;

il nuovo sistema di stanziamenti pre-miali sottrae, infatti, risorse dal fondo difinanziamento ordinario per ridistribuirle,invece, agli atenei considerati meritevoli,creando, da un lato, un metodo di finan-ziamento del merito, dall’altro un sistemasostanzialmente punitivo, essendo la co-siddetta quota premiale parte del fondo difinanziamento ordinario, il quale ha inol-tre subito per l’anno 2015 una riduzionepari a 87,4 milioni di euro rispetto allostesso stanziamento disposto per l’anno2014;

a norma dell’articolo 3 del decretoministeriale 8 giugno 2015, n. 335,1.385.000.000 di euro, pari a circa il 20per cento del totale delle risorse disponi-bili, « vengono assegnate a fini premiali.Tale somma è assegnata alle Università eagli Istituti ad ordinamento speciale se-condo i criteri e le modalità di cui all’al-legato 1 e per le percentuali di seguitoindicate: 65 per cento in base ai risultaticonseguiti nella valutazione della qualitàdella ricerca (VQR 2004-2010); 20 percento in base alla valutazione delle poli-tiche di reclutamento; 7 per cento in baseai risultati della didattica con specificoriferimento alla componente internazio-nale; 8 per cento in base ai risultati delladidattica con specifico riferimento al nu-mero di studenti regolari che hanno ac-quisito almeno 20 CFU »;

almeno tre quinti della cosiddettaquota premiale vengono ripartiti tra leuniversità sulla base dei risultati conse-

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guiti nella valutazione della qualità dellaricerca (VQR) e un quinto sulla base dellavalutazione delle politiche di recluta-mento, effettuate a cadenza quinquennaledall’Agenzia nazionale per la valutazionedell’università e della cerca (Anvur);

come già evidenziato, è facile verifi-care che le assegnazioni dei fondi di cui alsuddetto decreto, ministeriale, e riservatealla promozione e al sostegno dell’incre-mento qualitativo delle attività delle uni-versità statali e al miglioramento dell’ef-ficacia e dell’efficienza nell’utilizzo dellerisorse, non provengano da finanziamentiulteriori e diversi rispetto al fondo difinanziamento, ordinario, ma sono parteintegrante di esso, tolti direttamente allaquota base periodicamente stanziata;

per le ragioni sin qui esposte nelcorso dell’anno 2015, sono sorte in tuttaItalia manifestazioni di opposizione all’at-tuale sistema di valutazione sopra de-scritto, le quali, sotto la sigla « #StopVqr »,hanno determinato l’astensione da partedei docenti universitari preposti, anchequali revisori della procedura di valuta-zione, nell’ottemperare alla documenta-zione necessaria alla VQR 2011-2014;

con il decreto ministeriale 27 giugno2015 n. 458, il Ministero dell’istruzione,dell’università e della ricerca ha emanatole linee guida per la valutazione qualitàdella ricerca (VQR) 2011-2014, stabilendo,all’articolo 2, come « il processo di valu-tazione di cui al presente decreto è avviatocon l’emissione di apposito bando delPresidente dell’Anvur e si conclude con lapubblicazione dei risultati entro il terminedel 31 ottobre 2016 »;

l’8 luglio 2015 l’Anvur pubblicava laversione « provvisoria » del bando di par-tecipazione della valutazione della qualitàdella ricerca 2011-2014, il quale determi-nava l’avvio dell’esercizio di valutazione,disciplinando le modalità di partecipa-zione dei soggetti preposti all’eserciziodella relativa procedura di valutazione, trai quali i cosiddetti esperti di valutazione(GEV);

tale procedura veniva prorogata, cosìcome riscontrabile dal sito internet del-l’Anvur, in data 19 febbraio 2016, qualeannunciava come « per tenere conto del-l’esigenza manifestata dalla CRUI di unrinvio della scadenza del conferimento deiprodotti della ricerca da presentare allaVQR 2011-2014, richiesta motivata da pro-blemi tecnici indipendenti dall’Agenzia(tempi di “caricamento” pdf articoli emonografie, eccetera), il Consiglio direttivodell’ANVUR ha deliberato di prorogaretale scadenza al 14 marzo per gli Atenei eal 30 marzo 2016 per gli Enti di ricerca ealtre Istituzioni. In relazione a tale pro-roga, si comunica altresì che si riapre finoal 26 febbraio la possibilità per gli addettidi richiedere i file pdf delle monografieagli editori »;

« Conseguentemente », continuava lanota, « la scadenza per il caricamento deifile pdf da parte degli editori è prorogataal 7 marzo 2016. Poiché la proroga rendeviepiù critici i tempi previsti dal DecretoMinisteriale per la conclusione della VQR2011-2014, l’ANVUR invita gli atenei ingrado di chiudere la procedura di confe-rimento dei prodotti prima del 14 marzoa provvedere, in modo da consentire aiGEV di iniziare tempestivamente la fase divalutazione »;

a tali ritardi hanno certamente con-tribuito secondo gli interroganti gli ade-renti alla citata iniziativa « #StopVqr », iquali, così come riportato in data 13febbraio 2016 dal quotidiano consultabileonline « Il Fatto Quotidiano », hanno pre-disposto il boicottaggio delle procedurerelative alla VQR 2011-2014;

la portata di tali manifestazioni èsignificativamente risaltata dalla letturadei dati statistici sul conferimento prodottidell’università così come pubblicata dal-l’Anvur in data 16 marzo 2016, un brevedocumento di sintesi delle statistiche delconferimento prodotti alla VQR 2011-2014;

dall’analisi di tali statistiche è possi-bile rilevare come, alla scadenza per latrasmissione delle schede di valutazione

Atti Parlamentari — 36291 — Camera dei Deputati

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dei prodotti della ricerca, la percentuale diprodotti conferiti rispetto a prodotti attesiper la VQR 2011-2014 risulta pari solo al92 per cento, 3,3 punti percentuali piùbassa rispetto alla stessa percentuale re-lativa alla VQR 2004-2010;

tali squilibri risultano macroscopica-mente evidenti se viene analizzata la ta-bella relativa ai singoli atenei, dal mo-mento che è possibile verificare come adesempio, atenei quali università di Pisa,università del Salento e università Parte-nope di Napoli presentino percentuali deiprodotti conferiti rispetto a prodotti attesiper la VQR 2011-2014 notevolmente ri-dotti se riferiti agli stessi dati per la VQR2004-2010;

l’università di Pisa, in particolare,presenta una percentuale di prodotti con-feriti rispetto a prodotti attesi per la VQR2011-2014 pari al 77,1 per cento, a frontedi una percentuale pari al 96 per cento diprodotti conferiti rispetto ai prodotti attesidella VQR 2004-2010;

la macroscopica difformità deve es-sere necessariamente letta anche in con-siderazione degli avvenimenti che hannointeressato negli ultimi mesi l’università diPisa, così come riportati da un articolopubblicato il 12 febbraio 2016, dal quoti-diano consultabile online « Il Tirreno », ilquale rilevava la presenza di una impor-tante manifestazione in atto all’internodell’università di Pisa; le ragioni dellaprotesta sono per gli interroganti legittimee anche condivisibili, ma sottrarsi allavalutazione della ricerca del Ministero del-l’istruzione, dell’università e della ricercapotrebbe creare un danno economicoenorme all’ateneo;

a tali considerazioni si aggiunganoaltre gravi irregolarità che pare abbianointeressato la procedura di valutazioneterminata in data 14 marzo 2016;

se, infatti, in alcuni casi la proceduraè stata boicottata attraverso la non par-tecipazione dei preposti, in altri casi le

schede di valutazione sono state comun-que compilate da altro personale dellastruttura valutata, previa autorizzazioneesplicita ovvero attraverso un mero silen-zio-assenso degli addetti alla ricerca sot-toposti alla valutazione, fornendo in talmodo una fotografia che rischia di essereinevitabilmente falsata dalla partecipa-zione alla procedura di soggetti diversi daquelli altrimenti previsti dal regolamento;

non risulta chiaro, invece, il numerodi addetti alla ricerca sottoposti alla va-lutazione che hanno invece espressamentenegato la compilazione delle schede per lavalutazione, risultando necessario appu-rare se a tale negazione non abbia co-munque fatto seguito una compilazione daparte di soggetti diversi da quelli preposti;

appare urgente per gli interroganti lanecessità di disporre una approfonditaindagine del Ministero dell’istruzione del-l’università e della ricerca, affinché vengaverificata la presenza di gravi irregolaritànella procedura di valutazione, ovvero lapossibilità che i dati relativi alla VQR2011-2014 così come pubblicati dall’Anvur,non siano stati sostanzialmente falsati dal-l’astensione dei soggetti preposti aderentialla protesta denominata « #StopVQR » –:

se il Ministro interrogato non intendarendere nota la reale portata degli effettideterminati dalla protesta relativa allaVQR 2011-2014, e se intenda autorizzareper l’anno in corso la distribuzione dellerisorse assegnate per fini premiali secondoil regime previsto per la quota base delfondo di finanziamento ordinario, senzal’applicazione dei criteri e delle modalitàpreviste dall’articolo 3 del decreto mini-steriale 8 giugno 2015, n. 335, valutando,infine, di assumere iniziative per l’intro-duzione di un nuovo sistema di finanzia-mento che garantisca, prima di ogni pre-visione premiale, le risorse comunque ne-cessarie al funzionamento ordinario ditutte le università pubbliche italiane.

(5-08340)

Atti Parlamentari — 36292 — Camera dei Deputati

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COSCIA, MALPEZZI, CAROCCI, ROC-CHI, ASCANI, GHIZZONI, D’OTTAVIO,COCCIA, BLAŽINA, MALISANI, PES,SGAMBATO, VENTRICELLI, RAMPI,MANZI, BONACCORSI, CRIMÌ, NAR-DUOLO, DALLAI e IORI. — Al Ministrodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca. — Per sapere – premesso che:

il comma 110 dell’articolo 1 dellalegge n. 107 del 2015 stabilisce che adecorrere dal concorso pubblico di cui alcomma 114, per ciascuna classe di con-corso o tipologia di posto possono acce-dere alle procedure concorsuali per titolied esami, di cui all’articolo 400 del testounico di cui al decreto legislativo 16 aprile1994, n. 297, come modificato dal comma113 del presente articolo, esclusivamente icandidati in possesso del relativo titolo diabilitazione all’insegnamento e, per i postidi sostegno per la scuola dell’infanzia, perla scuola primaria e per la scuola secon-daria di primo e di secondo grado, icandidati in possesso del relativo titolo dispecializzazione per le attività di sostegnodidattico agli alunni con disabilità;

in tal senso, l’indicazione dei legisla-tore è molto chiara: l’abilitazione è il titoloche consente l’accesso al concorso poichécertifica lo svolgimento di un percorsofinalizzato ad apprendere metodologie di-dattiche necessarie per la trasmissione deisaperi già certificati dal titolo di laurea;

non si tratta, dunque, di una que-stione di titoli di studio acquisiti ma di unpercorso specifico richiesto per poter ac-cedere espressamente al concorso per l’in-segnamento;

tuttavia, con i decreti monocraticin. 1430, 1451, 1453, 1454, 1461-66, graziealle misure cautelari, diversi insegnanti ecandidati che hanno presentato le do-mande cartacee perché esclusi dal sistemaonline, in attesa della discussione in ca-mera di consiglio del 7 e del 21 aprile2016, potranno partecipare alle provescritte, mentre sono in corso di deposito iricorsi patrocinati da alcune associazionisindacali;

in particolare, il tribunale ammini-strativo regionale del Lazio, in considera-zione del fatto che i ricorrenti abbianofatto presente « l’urgenza » del ricorso,vista la scadenza della presentazione delledomande il 30 marzo 2016, ha ritenutosussistente « il presupposto per l’accogli-mento della proposta di istanza cautelare »affinché possa essere presentata istanza dipartecipazione al concorso con « l’ammis-sione con riserva » dei docenti non abili-tati;

secondo quanto si apprende dal-l’Ansa, il Tar del Lazio assumerà la deci-sione il 7 aprile 2016 in composizionecollegiale mentre altri giudizi sono iscrittial ruolo il 21 aprile;

ad oggi, il numero dei ricorrentiammessi con istanza cautelare apparecontenuto, tuttavia, occorrerebbe avere unquadro d’insieme più preciso al fine divalutare le migliori iniziative da mettere incampo per gestire questa fase assai deli-cata –:

quali iniziative di competenza, sianoin corso per una corretta applicazione delcomma 110 dell’articolo 1 della leggen. 107 del 2015 che stabilisce che i solidocenti abilitati possano accedere alle pro-cedure concorsuali al fine di tutelare laprofessionalità degli insegnanti stessi e glistudenti che hanno diritto a docenti qua-lificati e preparati. (5-08341)

PANNARALE e GIANCARLO GIOR-DANO. — Al Ministro dell’istruzione, del-l’università e della ricerca. — Per sapere –premesso che:

il Ministero dell’istruzione, dell’uni-versità e della ricerca, con tre differentibandi ha avviato, peraltro con imperdo-nabile ed ingiustificato ritardo, una pro-cedura concorsuale pubblica per l’assun-zione a tempo indeterminato nel triennio2016-2018 di 63.172 docenti così comeprevisto nell’ambito del piano straordina-rio di assunzioni di cui alla legge 13 luglio2015 n. 107 (cosiddetta Buona scuola),

Atti Parlamentari — 36293 — Camera dei Deputati

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procedura che, visti i requisiti di ammis-sione, sta creando non pochi disagi allostesso Governo;

il concorso, infatti, non rappresentala tanto attesa ed adeguata soluzione alfenomeno del precariato storico nellascuola, né tanto meno è capace di evitarnela sua ricostituzione. Lo stesso oltre a nonprevedere una riserva di assunzioni infavore di quei candidati con più di 36 mesidi servizio, continuando in tal modo adisattendere la sentenza della Corte digiustizia europea del 26 novembre 2014che ha dichiarato illegittima la normativaitaliana nella parte in cui permette, inattesa dell’espletamento delle procedureconcorsuali per l’assunzione di personaledi ruolo delle scuole statali, l’abuso dicontratti a termine per un periodo supe-riore a tre anni, ha ammesso a parteciparealle prove esclusivamente quei candidatigià in possesso del titolo di abilitazioneall’insegnamento, i quali, anche a fronte dicosti rilevanti, sono già stati ampiamentevalutati negli stessi ambiti e programmi incui si intende valutarli di nuovo e chemolto spesso occupano graduatorie per-manenti per le quali è stato necessariovalutarne gli stessi titoli e le medesimeconoscenze;

in sostanza per gli interroganti ilMinistero dell’istruzione, dell’università edella ricerca ha preferito bandire unnuovo concorso, nonostante avesse l’im-mediata possibilità di attingere dalle gra-duatorie degli abilitati o, meglio, di pro-cedere ad un concorso per soli titoli,considerato che la tabella di valutazionetitoli del concorso appena bandito pre-senta gli stessi titoli già ampiamente eadeguatamente considerati e valutati dalloStato nella formulazione delle graduatoriedegli abilitati, il tutto, con un dispendio dirisorse pubbliche per organizzarlo, la cuientità non è ancora definita e senza con-siderare che le stesse risorse sono state giàampiamente utilizzate per organizzare iconcorsi di abilitazione, per pagare i do-centi universitari che hanno tenuto i corsi,i membri delle commissioni di valutazionedegli abilitandi, e tutti quei docenti che

hanno seguito il tirocinio che gli abilitandihanno dovuto sostenere in aula e nelleistituzioni scolastiche;

inoltre, l’indizione del concorso hagettato nello sconforto i docenti dell’in-fanzia già inseriti nelle graduatorie delconcorso del 2012 delle regioni Sicilia,Campania, Puglia e Calabria che, dopo ilvaro della riforma cosiddetta sulla Buonascuola, avevano sperato nella legittimaassunzione a tempo indeterminato, primadella scadenza della stessa graduatoria, eche a questo punto vedrebbero realizzarele loro aspettative solo nella remota ipotesiche le procedure concorsuali dovesserotardare a perfezionarsi o si dovesseroprolungare oltre la fine dell’estate pros-sima;

a complicare il suddetto quadro èintervenuto il recentissimo pronuncia-mento del Tar del Lazio, che ha accolto inragione del principio del favor partecipa-tionis, il ricorso di un candidato senzaabilitazione che chiedeva di parteciparealle prove concorsuali, e che potrebbeaprire nuovi scenari sullo svolgimentodelle stesse, avendo nel frattempo alimen-tato la speranza all’ammissione con ri-serva al concorso per tutti coloro che, purnon essendo abilitati, stanno chiedendo ilrispetto del principio di affidamento e deldiritto di parità di accesso alla docenza,ma che il concorso nella fattispecie hariservato, come si è visto, ai soli docentiabilitati. Tale circostanza, infatti, fa ragio-nevolmente presumere che il concorsoavrà necessariamente una battuta d’arre-sto: decine di migliaia sarebbero infatti iricorrenti sprovvisti di abilitazione che, inseguito al predetto pronunciamento delTar del Lazio ai non abilitati, potrebbero,con buona probabilità essere ammessi conriserva, alle procedure concorsuali;

di più qualora le misure cautelari delTar dovessero trovare buon esito, dando difatto pieno titolo di partecipazione al con-corso ai cosiddetti ricorrenti non abilitati,di contro, gli aspiranti docenti già abilitati,sentendosi, a pieno titolo, « truffati » dalloStato, stanno valutando la possibilità, a

Atti Parlamentari — 36294 — Camera dei Deputati

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quanto consta agli interroganti, di richie-dere un risarcimento dei danni;

quanto premesso dimostra per gliinterroganti che il Ministero ha preferitointraprendere una strada che lo sta con-finando in un vicolo cieco per non avervoluto avviare alcun confronto con i sin-dacati, né una riflessione sul reale statodegli organici della scuola che avrebbero,di contro, evitato i suddetti errori e favo-rito, al di là dei posti messi a concorso, unpiano pluriennale di stabilizzazioni –:

se il Ministro interrogato non ritenga,di fronte all’evidenza di un concorso il cuimeccanismo di reclutamento, ad avvisodegli interroganti non poggia su basi ra-zionali né tanto meno opportune, di doverassumere un atto grande di responsabilitàannullando il concorso in premessa edavviando un piano straordinario di assun-zioni, attuato, in primis, grazie allo scor-rimento di tutte le graduatorie perma-nenti, il solo capace di contrastare ilfenomeno del precariato storico nellascuola e di evitarne la sua ricostituzione.

(5-08342)

Interrogazioni a risposta scritta:

VALIANTE. — Al Ministro dell’istru-zione, dell’università e della ricerca. — Persapere – premesso che:

con decreto del Presidente della Re-pubblica 25 marzo 2014 (di accoglimentodi un ricorso straordinario al Presidentedella Repubblica), nel quale era statoformalizzato il parere del Consiglio diStato 5 giugno 2013, sezione II, che hariconosciuto, a tutti gli effetti di legge, ilvalore abilitante del diploma magistrale, aisensi del decreto del Ministro della pub-blica istruzione 1.0 marzo 1997, i diplo-mati magistrali, con titolo conseguito entrol’anno scolastico 2001/2002, hanno otte-nuto pieno diritto all’inserimento nellagraduatoria ad esaurimento (Gae). Per taleragione, alcune sigle sindacali minoriavrebbero consigliato, durante l’aggiorna-mento del 2014, di presentare domanda di

inserimento in Gae, ma, contrariamente aquanto prospettato dagli uffici scolastici,sarebbe arrivata risposta negativa rispettoa tale richiesta;

accolte in un primo tempo dal Con-siglio di Stato le tesi sindacali, i primiricorrenti sono stati inseriti a pieno titoloin Gae, con ordinanze n. 5497/3951,n. 5495/3952, n. 5490/3901 e n. 5493/3903. Successivamente, è avvenuto il rico-noscimento del loro diritto di immissionein ruolo da parte degli uffici scolasticiregionali;

il Ministero dell’istruzione, dell’uni-versità e della ricerca, tuttavia, nell’avvisodel 6 ottobre 2015, ribadiva come le pro-nunce del Consiglio di Stato non abbianoefficacia erga omnes e pertanto non pos-sano essere estese anche a coloro che nonhanno presentato specifico ricorso, espli-cando i suoi effetti solamente tra le partiin causa;

considerato che, a giudizio degli in-terroganti, tale provvedimento ha gettatonuovamente la scuola nella più totale(confusione, accentuando le conflittualitàfra personale docente ugualmente precarioa parità di titolo e spesso con punteggiosuperiore, rispetto dei primi vittoriosi efortunati ricorrenti. Infatti, parallelamenteai riconoscimenti per il personale oggettodelle ordinanze, è stata « congelata » l’a-zione dei successivi ricorrenti in, attesa diadunanza plenaria del Consiglio di Stato,dapprima fissata per gennaio 2016, poiposticipata a maggio 2016, infine antici-pata al 27 aprile 2016;

a parere degli interroganti tale diffe-renza nei provvedimenti che interessano idiplomati magistrali, con titolo conseguitoentro il 2001/2002, viola il principio diuguaglianza di fronte alla legge di tutti icittadini, sancito dalla nostra Costituzione,all’articolo 3;

il riconoscimento del diritto di im-missione in ruolo non è avvenuto perl’interrogante su una base logica e razio-nalmente condivisibile, ma soltanto se-condo il « criterio » del tempismo nella

Atti Parlamentari — 36295 — Camera dei Deputati

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presentazione del ricorso. Si potrebbe par-lare di fortuita disparità del diritto, chesarebbe per l’interrogante una situazioneinvivibile per il cittadino e inaccettabileper qualsivoglia istituzione democratica;

quali tempestive iniziative, nell’am-bito delle proprie competenze, il Ministrointerrogato intenda intraprendere, al finedi tutelare la posizione di tutti i docenti inpossesso del diploma magistrale abilitante,conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002, per il loro inserimento nella terzafascia delle graduatorie ad esaurimento edil riconoscimento del conseguente dirittoall’immissione in ruolo, superando la di-scriminazione in essere. (4-12756)

VEZZALI. — Al Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricerca. — Per sapere– premesso che:

il progetto « Sport di classe » che hafatto seguito a quello sperimentale di al-fabetizzazione motoria, effettuato in al-cune scuole nell’anno scolastico 2013, haprevisto un nuovo modello operativo checonsente la partecipazione delle scuoleprimarie d’Italia aderenti all’iniziativa;

« Sport di classe » è nato dall’impegnocongiunto del Ministero dell’istruzione,dell’università e della ricerca (MIUR), delComitato olimpico nazionale italiano(Coni) e della Presidenza del Consiglio deiministri, per promuovere l’educazione fi-sica fin dalla scuola primaria e favorire iprocessi educativi e formativi delle giovanigenerazioni;

il progetto doveva garantire 2 oresettimanali di educazione fisica e coprirel’intero anno scolastico –:

se è a conoscenza del numero dellescuole che hanno aderito al progetto nel-l’anno scolastico 2015/2016 del numerodei tutor impegnati nel progetto nonchédel numero dei docenti di educazionemotoria che sono stati inseriti in organicoper la sua realizzazione. (4-12757)

* * *

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:

MELILLA. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

alcuni giorni fa a seguito di una notasindacale firmata dalle rappresentanzesindacali unitarie della Dayco, azienda diChieti che impiega circa 300 dipendentinella produzione di cinghie di trasmissionein gomma destinate agli autoveicoli dellecase più prestigiose, che entrava nel me-rito della gestione aziendale riferendosi adessa in termini critici, i vertici aziendalihanno convocato i sei membri della rap-presentanza sindacale unitaria;

a quanto riferiscono i sindacati èstata comunicata una lettera di contesta-zione in cui il vertice aziendale ha illu-strato le proprie ragioni sottolineando che,come prevede il contratto collettivo nazio-nale di lavoro, avrebbero dovuto rispon-dere alla lettera nell’arco di cinque giorni,con le proprie giustificazioni;

contestualmente a questo percorso, èstato comunicato ai lavoratori che l’interarappresentanza sindacale unitaria inblocco sarebbe stata sospesa dal lavoro;

i sindacati chiariscono che la rappre-sentanza sindacale unitaria della Dayco èstata votata dal 97 per cento dei lavora-tori;

l’iter ora prevede l’apertura di untavolo di conciliazione presso la direzioneterritoriale del lavoro;

questa decisione dell’azienda rischiadi apparire, a giudizio dell’interrogante,come una ingiusta intimidazione versol’attività sindacale –:

se non intenda intervenire, perquanto di competenza, per il ripristino dicorrette relazioni sindacali evitando dan-nose drammatizzazioni e discriminazioninei confronti dei rappresentanti sindacaliaziendali. (4-12745)

Atti Parlamentari — 36296 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 6 APRILE 2016

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GALLINELLA. — Al Ministro del lavoroe delle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

tra le differenti modalità di inter-vento a supporto della disabilità e nonautosufficienza, il Governo ha scelto divalorizzare l’assistenza domiciliare attra-verso la predisposizione di un progettochiamato Home Care Premium, mirante aderogare un contributo-premio finalizzatoalla cura, a domicilio, delle persone nonautosufficienti;

l’Home Care Premium prevede unaforma di intervento « mista », con il coin-volgimento diretto, sinergico e attivo dellafamiglia, di soggetti pubblici e delle risorsesociali del cosiddetto « terzo settore »; inparticolare, è stato individuato quale sog-getto partner per la realizzazione del mo-dello HCP 2014, l’« ambito territoriale so-ciale » (ATS), ai sensi dell’articolo 8,comma 3, lettera a), della legge n. 328 del2000 o come differentemente denominatoo identificato dalla normativa regionale inmateria;

come risulta da testimonianze e de-nunce fatte da soggetti beneficiari, l’HomeCare Premium prometterebbe soldi per poielargire, all’atto pratico, risorse molto in-teriori anche causa di alcuni strumenti di« parametrazione » del contributo, qualil’Isee familiare che riducono significativa-mente le risorse da destinare al richie-dente;

in molti casi poi, aggiungendo all’Iseel’assegno di accompagnamento, la decur-tazione è stata tale da far risultare ilcontributo per l’assistenza domiciliare of-ferto dal progetto in parola a giudiziodell’interrogante assolutamente insignifi-cante oltre che inutile, arrivando anche a91 euro mensili dai 1.200 euro previsti dalprogramma, per avere i quali è inoltrenecessario assumere, con un notevole co-sto, una figura professionale, detto assi-stente familiare, per un minimo di 20 oresettimanali;

come è noto, il semplice possessodella prima ed unica abitazione, senza che

questo costituisca o generi una particolarericchezza per il titolare della stessa e perla sua famiglia, incide particolarmentesulla determinazione dell’Isee e pertantosarebbe auspicabile, rivedere i termini ditali programmi di assistenza affinché con-seguano realmente gli obiettivi previsti,invece di produrre delusioni ed ulterioripreoccupazioni per i soggetti benefi-ciari –:

di quali ulteriori elementi disponga ilMinistro interrogato in relazione a quantoespresso in premessa anche per chiariremeglio il funzionamento del programmadi cui in parola e se non ritenga di doverintervenire assumendo iniziative per mo-dificare i termini di parametrazione edottenimento del bonus per l’assistenza do-miciliare al fine di fugare ogni dubbiocirca la possibilità che tali progetti sirisolvano in mere enunciazioni di princi-pio predisposte da un apparato ammini-strativo che, a parere dell’interrogante sirivela incapace di leggere le reali situa-zioni in cui versano i soggetti destinatari.

(4-12762)

* * *

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARIE FORESTALI

Interrogazioni a risposta immediata inCommissione:

XIII Commissione:

ZACCAGNINI. — Al Ministro delle po-litiche agricole alimentari e forestali. — Persapere – premesso che:

« Terrevive » è il decreto con cui ilMinistero delle politiche agricole, alimen-tari e forestali – di concerto con il Mini-stero dell’economia e delle finanze – hadato il via alla vendita e all’affitto di circa5.500 ettari di terreni, destinandoli innan-zitutto agli agricoltori under 40;

con quest’iniziativa, si intende far« rivivere » i terreni statali adatti alla col-

Atti Parlamentari — 36297 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 6 APRILE 2016

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tivazione, trasformandoli in un’occasionedi lavoro per le nuove generazioni. ConTerrevive, infatti, i giovani imprenditoriagricoli hanno diritto di prelazione nel-l’acquisto o nell’affitto di terreni pubblici,che possono così essere riportati alla pro-duzione agricola;

il decreto riguarda: 2.480 ettari diterreni appartenenti al demanio delloStato 2.148 ettari di terre in uso al Corpoforestale dello Stato 882 ettari di terreni diproprietà del Centro per la ricerca e lasperimentazione in agricoltura (C.R.A.).Una quota minima del 20 per cento diquesti terreni è riservata all’affitto, anchein questo caso con preferenza all’impren-ditoria giovanile agricola e con una duratadella locazione non inferiore ai 15 anni. Aiterreni venduti o affittati non può essereattribuita una destinazione urbanistica di-versa da quella agricola, prima di 20 annidalla trascrizione dei relativi contratti neipubblici registri immobiliari. Nel caso diterreni occupati, invece, il diritto di pre-lazione è riconosciuto prioritariamente aiconduttori;

nell’ambito di Terrevive, l’Agenzia deldemanio effettua una stima dei terreniagricoli inclusi nel decreto, individua i lottiche andranno all’asta e li propone sulmercato, mediante le procedure di venditae locazione;

nel caso di terreni di valore pari osuperiore ai 100.000 euro, la vendita sisvolge tramite il tradizionale avviso d’astapubblica. Le vendite sono consultabili sulsito del demanio nella sezione dedicataalla vendita beni immobili. I lotti verrannoaggiudicati all’offerta più alta rispetto alprezzo di base d’asta. Per i terreni liberi,sarà riconosciuto il diritto di prelazione aigiovani imprenditori agricoli; per i terrenioccupati, il diritto di prelazione verràriconosciuto prioritariamente agli occu-panti che già li lavorano;

per i terreni di valore inferiore ai100.000 euro, la vendita si svolge attra-verso una procedura negoziata, tramite lapubblicazione dell’elenco dei terreni per90 giorni nella vetrina immobiliare che

sarà disponibile su questo sito. Trascorsoquesto primo termine, entro i successivi 45giorni si svolge la fase di asta telematica arialzo. I lotti vengono aggiudicati al mi-glior offerente. Anche in questo caso, peri terreni liberi varrà il diritto di prelazioneper gli agricoltori under 40; per i terrenioccupati è invece data priorità ai condut-tori –:

se s’intendano fornire dati e aggior-namenti completi ed esaustivi in merito aiterreni demaniali messi in vendita (ettari,tipologia di terreni, introiti economici ri-cavati), anche con particolare riferimentoal rispetto della quota del 20 per cento deiterreni posti in locazione per i giovani e alnumero di imprese giovanili agricole chehanno aderito al progetto di cui in pre-messa. (5-08332)

RUSSO. — Al Ministro delle politicheagricole alimentari e forestali. — Per sapere– premesso che:

l’Unione europea è attualmente im-pegnata a definire i dettagli dell’accordocommerciale con gli Stati Uniti, noto an-che come TTIP (Transatlantic Trade andInvestment Partnership);

il negoziato in questione coinvolge 50Stati USA 28 nazioni dell’Europa;

l’obiettivo del TTIP è quello dell’a-pertura agli Stati Uniti d’America alleimprese europee che godranno anche dellariduzione degli oneri amministrativi per leesportazioni e di un impianto di nuovenorme tese a facilitare e ad agevolare gliinvestimenti;

i contenuti del negoziato rappresen-tano dunque una grande opportunità perl’economia di ogni Paese dell’Unione pervedere rafforzati i propri valori sui mer-cati;

nei giorni scorsi sono stati resi noti iprodotti europei che compongono l’elencodelle 200 eccellenze agroalimentari ed i 22superalcolici che la commissione europea

Atti Parlamentari — 36298 — Camera dei Deputati

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vuole difendere e valorizzare nell’ambitodel negoziato commerciale con gli StatiUniti;

per l’Italia i 42 prodotti inseriti nellalista sono i seguenti: aceto balsamico diModena; aceto balsamico tradizionale diModena; arancia rossa di Sicilia; Asiago;bresaola della Valtellina; cappero di Pan-telleria; cotechino di Modena; culatello diZibello; fontina; olio di Garda; gorgonzola;Grana Padano; kiwi latina; lardo di Co-lonnata; lenticchia di Castelluccio di Nor-cia; mela Alto Adige; Montasio; mortadellaBologna; mozzarella di bufala campana;Parmigiano Reggiano; pecorino romano;pecorino sardo; pecorino toscano; pesca enettarina di Romagna; pomodoro di Pa-chino; prosciutto di Modena; prosciutto diParma; prosciutto San Daniele; prosciuttotoscano; provolone Valpadana; quartirololombardo; radicchio rosso di Treviso; ric-ciarelli di Siena; riso nano Vialone vero-nese; speck Alto Adige; taleggio; olio terradi Bari; olio toscano; formaggio ValtellinaCasera; olio Veneto Valpolicella/VenetoEuganei e Berici/Veneto del Grappa; zam-pone Modena;

vi è una imbarazzante ripartizionedei prodotti su base geografica con unaevidente penalizzazione per i prodotti delMezzogiorno: si consideri che sui prodottioggetto di attenzione e tutela europea neltrattato, su indicazione italiana, ben il 90per cento sono localizzati nelle regionicentrosettentrionali;

in particolare regioni ad alta voca-zione agricola sono del tutto escluse da talitutele come la Calabria, le Marche, laBasilicata, l’Abruzzo ed il Molise;

come si evince dall’elenco, la mozza-rella di bufala campana DOP è l’unicoprodotto a rappresentare una regionecome la Campania che conta straordinarieeccellenze la cui produzione è motore direddito ed occupazione oltre che bigliettoda visita del made in Italy nel mondo. Trai prodotti a marchio che non sono statipresi in considerazione, dal provolone delMonaco alla castagna di Montella, destastupore soprattutto l’assenza del Pomo-

doro San Marzano Dop, che tanto inte-resse suscita proprio tra i consumatorid’oltreoceano;

l’esclusione del pomodoro San Mar-zano fa il paio con le recenti dichiarazionirilasciate dal Commissario all’agricolturadell’Unione europea, Phil Hogan, che hapraticamente disconosciuto l’esclusivitàdella produzione in un’area geograficadelimitata dal disciplinare della DOP e conla richiesta, di taluni, di affiancare almarchio DOP anche una IGP che consental’utilizzo del nome San Marzano anche seil pomodoro non è prodotto nell’area DOP;

è cresciuta a dismisura l’importa-zione di concentrato di pomodoro cineselavorato in Italia e poi collocato sui mer-cati prevalentemente americani –:

quali iniziative di competenza il Mi-nistro interrogato intenda assumere pertutelare il prodotto dall’italian sounding eda quella che appare all’interrogante unaderiva lobbistica ed omologatrice di un’Eu-ropa che mostra più di guardare agliinteressi dei magnati di un’industria mas-sificante e che spesso non privilegia iprodotti della filiera agricola nazionale,che alla difesa dell’agricoltura di qualità.

(5-08333)

TARICCO. — Al Ministro delle politicheagricole alimentari e forestali. — Per sapere– premesso che:

nel 2006 è stato attivato, presso ilMinistero delle politiche agricole alimen-tari e forestali, il tavolo tecnico di filieradei suini e nel corso di due incontri,svoltisi il 14 dicembre 2006 e il 16 gennaio2007, le parti hanno individuato le pro-blematiche generali del settore;

a seguito del peggioramento dellecondizioni di mercato nel corso dei primi9 mesi del 2007, il tavolo è stato nuova-mente convocato ed è pervenuto a unavalutazione condivisa sulle criticità delsettore;

è stato pertanto sottoscritto tra leparti un protocollo d’intesa finalizzato a

Atti Parlamentari — 36299 — Camera dei Deputati

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raggiungere nel più breve tempo possibilel’obiettivo di identificare un mercato uniconazionale « per la determinazione antici-pata delle quotazioni dei suini e loroderivati, con regole più trasparenti e con-divise di rilevazione ed eventuali adegua-menti alle declaratorie che si rendesseronecessarie per la definizione di quotazionidi riferimento univoche, trasparenti e rap-presentative attraverso il sistema Union-camere, Borsa Merci e Borsa Merci Tele-matica Italiana, con l’obiettivo prioritariodi distinguere le produzioni DOP e ladefinizione di un modello condiviso divalutazione delle carcasse suine (pesomorto) in relazione alle differenti tipologiequalitative/commerciali di animali, al finedi applicare tali modelli nell’ambito deirapporti contrattuali di filiera e dei rego-lamenti speciali di contrattazione dellaBorsa Merci »;

il 29 aprile 2010 il Piano di inter-vento per il settore cunicolo, in attuazionedel piano di settore approvato dalla Con-ferenza Stato-regioni, proponeva un pro-gramma di interventi per sostenere lacompetitività del settore sui mercati in-terno e internazionale e la redditività delleimprese della filiera; il mercato delle carnicunicole evidenziava un processo di for-mazione dei prezzi alla produzione nonpiù idoneo all’attuale contesto distributivo,che vede una elevata concentrazione degliacquirenti;

conseguentemente, nel corso del2012, si formalizzava l’istituzione della« Commissione unica nazionale dei coniglivivi da carne da allevamento nazionale » eil 3 agosto 2012 la commissione unicanazionale si insediava presso la borsamerci di Verona per definire anticipata-mente la tendenza di mercato e il prezzomedio all’ingrosso, nel rispetto di un re-golamento approvato dalle parti, con ilcompito di concordare le previsioni sulletendenze dei prezzi di mercato dei pro-dotti e quotare i relativi prezzi a livellonazionale con il Ministero delle politicheagricole alimentari e forestali, che svolge ilruolo di garante tra le parti e una fun-zione di mediazione tra gli interessi delle

parti (venditori e acquirenti), vigilando sulrispetto del regolamento;

parrebbe ad oggi non ancora attuata« l’intesa di filiera per il settore suinicolo »,firmata a Mantova l’8 luglio 2013 dalleregioni italiane maggiormente rappresen-tative per la produzione suinicola, dalleassociazioni di rappresentanza degli alle-vatori, delle aziende di trasformazione,delle organizzazioni di prodotto e deiConsorzi di tutela, che prevedeva « con-tratti tipo » accanto all’introduzione dellaclassificazione a peso morto; intesa che, seattuata, avrebbe potuto dare una svolta alsettore e superare il ritardo rispetto allenorme europee in materia, nel continuarea trattare i suini a peso vivo;

nel decreto-legge 5 maggio 2015,n. 51 convertito, con modificazioni, dallalegge 2 luglio 2015, n. 91, recante dispo-sizioni urgenti in materia di rilancio deisettori agricoli in crisi, è stato introdottol’articolo 6-bis che prevede norme per latrasparenza nelle relazioni contrattualinelle filiere agricole. Il comma 5 del pre-detto articolo 6-bis dispone, in presenza dicommissioni uniche nazionali, la sospen-sione dell’autonoma rilevazione, da partedelle borse merci locali, riguardante lecategorie merceologiche per cui sono stateistituite le Commissioni uniche nazionali(CUN);

ad oggi risultano costituite, peraltrocon criteri antecedenti alla nuova legge,solo due CUN, relative al settore dei co-nigli e dei suini; molte erano invece lerilevazioni che, nelle varie province, eranosettimanalmente effettuate e pubblicate;

nei mesi scorsi le rappresentanzedelle varie filiere lamentavano la man-canza della norma ministeriale, previstadal comma 1 del suddetto articolo 6-bis,che avrebbe dovuto definire le modalità difunzionamento delle CUN e individuarecriteri per assicurare adeguata rappresen-tanza e partecipazione nelle medesime,agli imprenditori provenienti dai territorinei quali i settori di riferimento sono piùsignificativi;

Atti Parlamentari — 36300 — Camera dei Deputati

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inoltre, in diverse occasioni le rap-presentanze delle filiere hanno lamentatodifficoltà di funzionamento delle CUN giàcostituite, mentre in alcuni territori siesprime rammarico per il rischio di sman-tellamento della rete delle commissionilocali che, pur con diversi limiti, rappre-sentava un valido riferimento per opera-tori commerciali, aziende di macellazioneed allevatori;

il ruolo di rilevamento svolto dallecamere di commercio attraverso le com-missioni locali non solo non è stato lesivodella concorrenza ma ha rivestito in questianni una funzione che, oltre ad adempierein molti casi a finalità statistiche, è statadi aiuto alla trasparenza del settore;

risulterebbe che la camera di com-mercio di Cuneo sia stata diffidata dalcontinuare l’attività della Commissione perla rilevazione prezzi dei conigli, con ri-chiesta di sospensione immediata, per evi-tare « da un lato logiche squisitamentelocali potenzialmente restrittive della con-correnza, dall’altro il contrasto con lenorme comunitarie a tutela della concor-renza e con le nuove disposizioni dellaLegge 91/2015 »;

ad una attenta lettura del decreto-legge n. 51 del 2015, come convertito dallalegge n. 91 del 2015, si rileva che:

la sospensione delle autonome ri-levazioni dei prezzi da parte delle com-missioni locali istituite presso le camere dicommercio debba avvenire « in caso diistituzione delle commissioni uniche na-zionali di cui al comma 1 » solo a seguitodell’emanazione del « Decreto del Ministrodelle politiche agricole alimentari e fore-stali, di concerto con il Ministro dellosviluppo economico, previa intesa in sededi Conferenza permanente per i rapportitra lo Stato, le regioni e le provinceautonome di Trento e di Bolzano » chedovrebbe definire le « disposizioni concer-nenti l’istituzione e le sedi delle commis-sioni uniche nazionali »;

l’attività delle commissioni pressole camere di commercio dovrebbe essere,

comunque, oggetto di sospensione sola-mente quando « autonoma », per cui neifatti nulla osterebbe alla possibilità che leCUN nei vari settori possano comunquevalorizzare, con apposite convenzioni,l’importante ruolo di rilevamento, in al-cuni casi svolto egregiamente, dalle cameredi commercio a livello locale –:

se il Ministro interrogato sia a co-noscenza di quanto esposto in premessae quali iniziative abbia intrapreso o in-tenda intraprendere in merito, e se, nellapredisposizione del decreto interministe-riale di cui in premessa, non intendatrovare modalità di intervento tali daevitare la dispersione delle esperienzevirtuose delle commissioni presso le ca-mere di commercio, salvaguardandone lafunzione, soprattutto laddove esse fac-ciano riferimento a produzioni locali rap-presentative di quote significative dellaproduzione nazionale e, comunque, defi-nendo criteri per i quali, nella compo-sizione delle commissioni nazionali, siaassicurata adeguata rappresentanza epartecipazione agli imprenditori prove-nienti dai territori nei quali i settori diriferimento siano più significativi, ancheper consentire una più corretta rileva-zione dei prezzi per le specifiche cate-gorie. (5-08334)

FEDRIGA, GUIDESI, RONDINI e BOR-GHESI. — Al Ministro delle politiche agri-cole alimentari e forestali. — Per sapere –premesso che:

la pesca professionale attualmenteviene praticata principalmente ad opera dipescatori stranieri, prevalentemente pro-venienti dai Paesi dell’Est Europa, conparticolare riferimento al delta del Danu-bio, oltre ad un esiguo numero di opera-tori italiani, a giudizio degli interroganticomunque compiacenti dei trafficanti del-l’Est Europa;

questi soggetti, operano a fronte del-l’acquisizione di una licenza di pesca pro-fessionale, rilasciata dalla provincia di re-sidenza, in funzione della rispettiva legge

Atti Parlamentari — 36301 — Camera dei Deputati

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regionale, a costi annuali irrisori, senzal’obbligo di nessun corso o qualifica dispecializzazione. La licenza di pesca, dàdiritto all’attività di pesca e alla commer-cializzazione del relativo pescato verso imercati ittici o comunque imprenditoricommerciali del comparto ittico;

dal 2012, si sono aperti dei mercaticon le industrie dell’Est Europa, princi-palmente Romania, per la lavorazione delpescato d’acqua dolce, sia per l’alimenta-zione umana, sia per la produzione dialimenti per animali. La filiera di talimercati, per potersi sostenere, richiedeingentissime quantità di materia prima ein soli tre anni, molti corsi d’acqua hannosubito una contrazione di risorsa itticafino al 90 per cento;

questo sistema industriale si rivolgeprincipalmente verso le acque italiane in-terne, in particolare, in ogni corso d’acquadella pianura padana dove la pesca pro-fessionale e la commercializzazione delpescato sono autorizzate. È altresì ovvioche le acque interne della pianura padananon possono costituire e continuare adessere a lungo il bacino di approvvigiona-mento della risorsa ittica necessaria adalimentare il sistema industriale di lavo-razione del pescato costituitosi nell’EstEuropa;

la pesca professionale praticata daisuddetti pescatori stranieri porta introitiirrisori provenienti dalle licenze professio-nali, ha regimi fiscali ai minimi, non lascianessun indotto sul territorio e trasferisce ilcapitale ittico all’estero, sottraendolo de-finitivamente alla pesca sportiva che in-vece sviluppa un indotto commerciale paria circa tre miliardi di euro l’anno, traattrezzatura direttamente venduta, strut-ture ricettive e varie ricadute economichesul territorio;

tutto il materiale ittico pescato ecommercializzato viene catturato in qual-siasi corso d’acqua possibile senza tenerconto delle condizioni ambientali, qualitàe salubrità delle acque, senza distinzionedi specie ittica, pregiata o non, tutelata onon. Inoltre, il pescato non è soggetto a

nessun idoneo controllo sanitario o co-munque non pare caratterizzato da veri-tiera certificazione di provenienza;

il materiale ittico viene altresì cattu-rato quasi sistematicamente in modo ille-gale: pesca in zone non consentite, oltre ilimiti di orario previsti, con strumenti ometodi non autorizzati, spesso stordendo ipesci con la corrente elettrica o con losversamento in acqua di sostanze chimi-che;

le quantità di fauna ittica catturata,soprattutto con modalità fraudolente, sonoingentissime e riescono ad eludere le at-tività di controllo. Vengono conferitepresso vari centri di stoccaggio, spesso instrutture private o magazzini, con discu-tibile osservanza delle più comuni regole eidonee autorizzazioni;

settimanalmente il materiale itticostoccato viene caricato su furgoni frigocoibentati e trasferito verso i mercati del-l’Est Europa per la lavorazione e la tra-sformazione. Dal momento in cui il ma-teriale ittico, pescato illegalmente, vienecaricato sui furgoni, che rispettano lenormative idonee per il trasporto, quelcarico di pesce diventa regolare, in quantoha un mittente con una valida partita iva(quella di pescatore di professione e im-prenditore ittico) e un legittimo destina-tario con sede all’estero;

si viene a creare, quindi, un’anomaliache vede, da un lato, le forze di polizia ele istituzioni impegnate nei contrastare ireati di pesca di frodo, ma con risultatiquasi esigui, e, dall’altro, ingenti quantitàdi risorsa ittica, frutto del reato stesso,divenire regolari dal momento dello stoc-caggio al conferimento presso il destina-tario finale;

vanno rimarcati la mancanza di ve-ridicità sulla provenienza del pescato, l’as-soluto dubbio sulla salubrità delle carnistesse, la contrazione enorme del patri-

Atti Parlamentari — 36302 — Camera dei Deputati

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monio ittico italiano e l’ingente dannocausato all’indotto socio-economico dellapesca sportiva –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza di quanto esposto in premessa equali siano le iniziative urgenti che in-tenda adottare, per quanto di competenza,al fine di fronteggiare la grave situazionein cui versano le acque ciprinicole interne,o almeno dell’areale padano, in particolarerelativamente alla commercializzazionedel pescato proveniente dalle stesse acque.

(5-08335)

GALLINELLA, GAGNARLI, L’ABBATE,BENEDETTI, MASSIMILIANO BERNINI,LUPO e PARENTELA. — Al Ministro dellepolitiche agricole alimentari e forestali. —Per sapere – premesso che:

il Consiglio oleicolo internazionale(COI), istituito nel 1959 sotto il patrociniodelle Nazioni Unite, è l’unica organizza-zione intergovernativa mondiale che sioccupa del settore dell’olio di oliva e delleolive da tavola; esso ha sede a Madrid e nefanno parte 28 Paesi tra cui l’Italia chenon solo è uno dei Paesi fondatori, marappresenta, nel complesso, il 98 per centodella produzione mondiale di olio di oliva;

il COI si adopera a favore di un’oli-vicoltura sostenibile e responsabile e co-stituisce un forum di confronto a livellomondiale sulle linee di azione per affron-tare le sfide del presente e del futuro;

per conseguire i suoi obiettivi il COIfavorisce la cooperazione tecnica interna-zionale attraverso progetti di ricerca esviluppo, attività di formazione e trasferi-menti di tecnologia; favorisce la crescitadel commercio internazionale di olio dioliva e olive da tavola, fissa e aggiorna lenorme commerciali, si adopera per il mi-glioramento della qualità; lavora per unamaggiore integrazione della dimensioneambientale nelle attività del settore olivi-colo/oleario; promuove il consumo mon-diale di olio d’oliva e olive da tavolamediante campagne innovative e pro-grammi specifici; pubblica statistiche e

informazioni chiare e puntuali sul mercatomondiale dell’olio di oliva e delle olive datavola; riunisce periodicamente i rappre-sentanti dei governi, che riflettono suiproblemi del settore e sulle priorità diazione e collabora strettamente con ilsettore privato;

come prontamente riportato da al-cune agenzie di stampa, quali Agra Press eAgricolae, dal 7 al 10 marzo 2016 si èsvolta la ventiseiesima sessione straordi-naria del COI nel corso della quale sonostati nominati due vice direttori: lo spa-gnolo Jaime Lillo ed il turco MustafaSepetci che entreranno in carica dal primoluglio 2016 –:

quali ulteriori elementi possa riferirein merito a quanto espresso in premessa ese non ritenga di dover intervenire affin-ché la posizione dell’Italia nell’ambito delConsiglio sia adeguatamente rappresentatanon solo in considerazione della eccellenzadella produzione olivicola nazionale maanche al fine di scongiurare ogni dubbiocirca la possibilità che le suddette nomineai vertici del COI possano in qualche modofavorire l’ulteriore importazione senza da-zio nel territorio unionale di olio prove-niente da Paesi terzi. (5-08336)

Interrogazioni a risposta scritta:

RICCIATTI, SCOTTO, FERRARA, AI-RAUDO, PIRAS, QUARANTA, MELILLA,DURANTI, SANNICANDRO, KRONBICH-LER, COSTANTINO, NICCHI e PLACIDO.— Al Ministro delle politiche agricole ali-mentari e forestali, al Ministro dello svi-luppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

nel dossier Coldiretti « Quote latte: unanno dopo » viene analizzato il quadrodrammatico del settore della produzionelatteria in Italia;

lo studio sottolinea come, a fronte diuna produzione nazionale che si aggiraattorno ai 110 milioni di quintali di latte,ci siano 85 milioni di quintali di impor-tazioni di latte equivalente dall’estero, in

Atti Parlamentari — 36303 — Camera dei Deputati

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diverse forme quali concentrati, cagliate esemilavorati per la produzione industriale;

il dato è particolarmente allarmante,sia per la quantità di tali importazioni (il40 per cento), sia perché i consumatorinon sono adeguatamente informati sullaprovenienza della materie prime e quindinon sono in grado di esercitare una sceltainformata e consapevole sull’acquisto deiprodotti e sulla loro qualità;

la situazione nella regione Marcherispecchia il dato nazionale. ColdirettiMarche sostiene, infatti, che a partire dal2008, nella regione, una stalla su tre èstata costretta a chiudere;

attualmente, le stalle in attività am-montano a circa cento, con una produ-zione che, nel 2015, contava circa 310 milaquintali di latte. Il dato esprime la realemisura di quanto si è perso in termini diproduzione se accostato ai livelli di attivitànel periodo pre-crisi, che si aggirava at-torno ai 460 mila quintali annui;

questo trend presenta evidenti criti-cità in ordine alla produzione lattiero-casearia locale, con il rischio della pro-gressiva perdita di produzioni tipiche delterritorio, e alla funzione di presidio am-bientale che le stalle – per oltre la metàsituate in aree montane e disagiate dellaregione – svolgono in concreto, grazie alleattività di manutenzione del territorio, e dipulizia e compattamento dei suoli;

ad influire in modo determinantesullo stato di salute delle stalle italiane èla normativa europea che non prevede,attualmente, l’obbligo di indicare la pro-venienza dei prodotti trasformati, inoltrerisulta determinante in tale situazione l’ec-cessiva sperequazione tra il prezzo pagatoagli allevatori-produttori dalla grande di-stribuzione ed il prezzo dei prodotti alloscaffale;

in una nota del 2 aprile 2016 ilMinistro interrogato ha ribadito il suosostegno agli allevatori e l’impegno sullaequa remunerazione del lavoro nel settore,oltre ad auspicare risposte concrete dal-l’Europa –:

se il Ministro interrogato non intendafornire chiarimenti sulle iniziative adottateal fine di incentivare una equa remune-razione dei produttori latteari;

quali iniziative stia adottando il Go-verno in sede comunitaria in ordine alleproblematiche esposte in premessa.

(4-12741)

BRUNO. — Al Ministro delle politicheagricole alimentari e forestali. — Per sapere– premesso che:

anche la pesca calabrese (899 imbar-cazioni, prevalentemente di piccola pescacostiera, 5.000 occupati, con una produ-zione di circa 12.000 tonnellate per unvalore della produzione di circa 56,5 mi-lioni di euro) subisce gli effetti di una crisisenza precedenti pur essendo la regionedotata di oltre 800 chilometri di costa eubicata in una delle aree più pescose delMediterraneo;

in particolar modo la pesca del tonnorosso potrebbe costituire un volano im-portante per le piccole imprese ittichecalabresi, ma la ripartizione delle quote,come denunciano operatori del settore e lastessa Coldiretti, favorisce una ristrettaminoranza di realtà, che ha in mano il 90per cento delle risorse, e penalizza lastragrande maggioranza delle altre aziendedetentrici;

proprio per la pesca al tonno sichiedeva un riequilibrio tra i sistemi dipesca che fino al 2014 sembrava averprivilegiato solo 12 imbarcazioni con l’as-segnazione del 75 per cento del pescabileitaliano, lasciando le briciole al sistemapalangaro e di fatto negando la possibilitàdi pescare a più di 8.000 unità da pescacomposte prevalentemente da piccole im-barcazioni;

dopo anni di forti riduzioni dellaquota pescabile di tonno rosso, l’Interna-tional Commission for the Conservation ofTunas ha adottato una nuova raccoman-dazione con la quale sono state modificatealcune misure di gestione e conservazione

Atti Parlamentari — 36304 — Camera dei Deputati

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del tonno rosso, tra cui l’aumento deltotale ammissibile di cattura (TAC) neltriennio 2015-2017;

l’aumento di quote di cattura attri-buito dall’ICCAT, come ogni anno, è di-stribuito tra i Paesi dell’Unione che pra-ticano la pesca del tonno rosso e, inrelazione al riparto storico, all’Italia, neltriennio 2015-2017, spetta un aumento dicirca 1.500 tonnellate;

un aumento così consistente dellequote di cattura del tonno rosso sta adimostrare che questo stock è in ottimasalute, quindi non a rischio di sovra sfrut-tamento come sovente erroneamente vienepropagandato e che il piano di controllivoluto dalla Commissione funziona;

nonostante quest’aumento, però,sembrerebbe verificarsi una beffa ulte-riore. Infatti, l’aumento del pescato sa-rebbe riservato all’attuale flotta delle im-barcazioni italiane composta da pocheimbarcazioni concentrate, in particolarenella sola regione Campania. In Calabria,ad esempio, è autorizzata solo una imbar-cazione –:

se il Ministro interrogato intenda as-sumere iniziative per sanare un’evidenteingiustizia ai danni della maggior parte deipescatori, in particolare di coloro che, puressendo in condizioni di dedicarsi allapesca del tonno rosso, vengono, ancorauna volta, bloccati a vantaggio dei grossipescherecci;

quali iniziative urgenti di competenzaintenda adottare al fine di sanare unadistribuzione delle quote ancora una voltadiseguale e per salvaguardare la pescaartigianale che è un comparto importantedell’economia calabrese e nazionale.

(4-12744)

* * *

SALUTE

Interrogazioni a risposta immediata inCommissione:

XII Commissione:

MONCHIERO, GALGANO, VEZZALI,D’AGOSTINO, SOTTANELLI, GIGLI,

FAUTTILLI, MOLEA, MATARRESE, VAR-GIU, BARADELLO e SBERNA. — Al Mi-nistro della salute. — Per sapere – pre-messo che:

destano orrore e sgomento gli epi-sodi, sempre più frequenti in questi ultimitempi, di maltrattamenti di disabili e an-ziani, malati psichici o persone affette daAlzheimer umiliati da insulti, schiaffi, calcie minacce negli istituti di accoglienza cheavrebbero dovuto proteggerli e donare loroconforto;

nello specifico è sconcertante quelloche, secondo i carabinieri, è accaduto nellacasa protetta Villa Matilde di Bazzano, inprovincia di Parma. Molti gli episodi do-cumentati, dal video choc mostrato daimilitari, che hanno registrato almeno uncentinaio di condotte offensive nel giro diquattro mesi ai danni degli ospiti. Setteassistenti della struttura (uomini e donnetra i 28 e i 57 anni) sono finiti aidomiciliari per concorso in maltrattamentiaggravati;

nei video si vedono ospiti lasciati aterra per diverso tempo dopo una caduta,anziani derisi da operatori che agivano,spiegano gli investigatori, « emulandone igemiti o le andature barcollanti, mortifi-cati costringendoli a spogliarsi e cambiarsialla presenza di altre persone »;

il secondo piano della struttura do-v’era situato il reparto dedicato ai malatidi Alzheimer e con problemi psichiatrici,erano secondo gli interroganti come unlager: gli operatori socio sanitari che do-vevano assistere gli ospiti li sottoponevanosistematicamente a violenze fisiche e psi-chiche;

gli episodi documentati di violenze eabusi sono almeno un centinaio. Fattigravi, che hanno richiesto un interventodei carabinieri anche per la sicurezza deglianziani ospiti. La direzione della struttura

Atti Parlamentari — 36305 — Camera dei Deputati

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non è coinvolta e Villa Matilde continua adoperare: nel reparto psichiatrico sono statisostituiti tutti gli operatori arrestati;

gli abusi sono stati fermati venerdì 18marzo 2016 da un blitz della compagniadei carabinieri di Parma, che ha eseguitosette ordinanze di custodia cautelare agliarresti domiciliari nei confronti di altret-tanti dipendenti di Villa Matilde, due uo-mini e cinque donne;

la Procura ha documentato ancheepisodi singoli di violenze, compiuti daoperatori che erano stati trasferiti tempo-raneamente da altri reparti. In due casi èstata chiesta l’interdittiva dalla professioneper il reato di violenza privata, ad esempioquando un’operatrice ha costretto un an-ziano a inginocchiarsi e tenendolo per ilcollo gli ha fatto mangiare la pasta cadutasul pavimento;

la casa protetta è gestita dalla coo-perativa bergamasca Kcs Caregiver ed èconvenzionata con il settore pubblico. Daanni presente sul territorio, anche con unasede a Felino, essa aveva un’ottima famacome servizio di accoglienza per anziani.Proprio per questo, denunciano gli inqui-renti, non è stato facile squarciare il velodi omertà che ha permesso che nel repartodegli ospiti più fragili le persone venisserotrattate come bestie;

non è il primo caso nel parmense:risale al mese scorso l’arresto di tre ope-ratrici di una casa famiglia a San Pan-crazio, Villa Alba, accusate di picchiare einsultare gli ospiti. La struttura è statachiusa dopo lo scandalo;

si tratta di una vicenda drammaticadi maltrattamenti contro le persone piùvulnerabili, che non mancherà certo disollevare polemiche e interrogativi sui con-trolli dell’Ausl e dei comuni sulle struttureper anziani, in questo caso anche accre-ditate dal sistema sanitario nazionale;

altri i casi documentati come quellonell’agro nocerino-sarnese, dove sette di-pendenti della casa di cura « Villa deiFiori », in via Poggio San Pantaleone, aNocera Inferiore (Salerno), sono stati ar-

restati perché ritenuti responsabili, in con-corso tra loro, di maltrattamenti. L’inda-gine, avviata nell’ottobre 2014, ha docu-mentato maltrattamenti fisici e psicologicinei confronti di alcuni ospiti semiresiden-ziali della casa di cura, portatori di han-dicap fisici e mentali gravi;

da un articolo pubblicato sul sitoquotidiano.net (www.quotidiano.net/roma)dell’8 febbraio 2016 si evincono altri tra-gici episodi: « Blitz dei Nas, insieme aimilitari del Gruppo Carabinieri di Fra-scati, fin dalle prime ore del mattino, pereseguire 10 ordinanze di custodia caute-lare emesse dalla Procura della Repub-blica di Velletri riguardo a maltrattamentia disabili. Percosse, insulti e intimidazioni,un vero e proprio clima di terrore instau-rato in centro di riabilitazione neuropsi-chiatrico a Grottaferrata, vicino a Roma »;

un altro caso choc si legge su « Av-venire » del 16 febbraio 2016, con il titolo« Violenze sui disabili: botte e abusi aCagliari: 16 indagati »: « Calci, pugni, mi-nacce, insulti, umiliazioni ai disabili in unacasa di cura da parte di infermieri eoperatori sanitari »;

la Stampa del 20 febbraio 2016, ti-tola: « Presi a schiaffi e calci. Strattonatiper i capelli. Picchiati con manici di scopae chiavi. Feriti, umiliati. Sono un orrore leimmagini girate dalla polizia, di nascosto,nella residenza per anziani e malati psi-chici di Borgo d’Ale, nel Vercellese »;

si tratta di numerosi e inconfutabiliesempi di danni psico-fisici causati a per-sone deboli, incapaci di autodifendersi, edè evidente l’intensificarsi dei casi di mal-trattamenti nelle strutture di ricovero, aidanni della fascia più debole e indifesadella popolazione che viene trattata comeun peso economico-sociale –:

quali urgenti iniziative di competenzaintenda porre in essere per impedire ilripetersi di situazioni quali quelle descrittein premessa e se non ritenga opportunoassumere iniziative normative per intro-durre specifiche misure di controllo e divigilanza. (5-08323)

Atti Parlamentari — 36306 — Camera dei Deputati

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NIZZI e RUSSO. — Al Ministro dellasalute. — Per sapere – premesso che:

in occasione della risposta all’inter-rogazione a risposta immediata in com-missione n. 5-06880 del 4 novembre 2015avente per oggetto la cancellazione delnumero progressivo in chiaro delle confe-zioni presente sullo strato intermedio delbollino il Governo ha comunicato di averrichiesto chiarimenti e dimensione del fe-nomeno all’I.P.Z.S. e di essere in attesa diricevere indicazioni da parte del medesimoIstituto;

nel merito della questione, secondoquanto riferito dal Governo, la dimensionedel fenomeno è elemento discriminanteper definire le azioni da intraprendere; lafunzione dello strato intermedio dei bolliniè quella di assicurare la leggibilità delnumero progressivo targa, al fine di ga-rantire l’identificazione della confezioneanche quando lo strato superiore vienerimosso per l’erogazione a carico del ser-vizio sanitario;

è di questi giorni la notizia riportatada organi di stampa nazionale riguardanteun’ennesima truffa aggravata ai dannidella sanità pubblica per il ritrovamento,all’interno di alcune farmacie, di confe-zioni prive del primo strato del bollino,utilizzato per il rimborso delle confezioniin modo fraudolento;

tali confezioni sono state sottoposte asequestro da parte degli organi di poliziacompetente, per ulteriori accertamenti fi-nalizzati a risalire alla provenienza e de-stinazione degli stessi;

tutto ciò premesso, appare evidenteche, nell’ipotesi in cui sullo strato inter-medio che rimane attaccato a dette con-fezioni, non risulti leggibile il numerotarga, verrebbero impedite sia le azioni diindividuazioni delle provenienze sia quelledelle destinazioni, rendendo impossibilerintracciare le ricette oggetto di rimborso;

nonostante sia chiara la necessità chetale numero identificativo risulti indelebilee che già da tempo l’I.P.Z.S. sia a cono-scenza del suddetto difetto, cioè numero

non indelebile, in questi giorni, l’IPZS, aquanto risulta agli interroganti, starebbecontinuando ad immettere sul mercatobollini difettosi con numeri targa aspor-tabili e non indelebili, prodotti da gennaio2016 con nuovo layout e doppio codice,nuova versione, stampati con i nuovi im-pianti di recente acquisizione;

l’interrogante ha potuto esaminarecampioni di astucci di medicinali conbollino difettoso (numero targa asportato ecertamente prodotto da gennaio 2016 inquanto trattasi di bollino di nuova ver-sione);

le confezioni di medicinali senza ilnumero di targa che l’interrogante hapotuto esaminare sono state prodotte dalleseguenti aziende farmaceutiche:

TEVA ITALIA srl, prodotto Biso-prololo Teva, dispensato dal sistema sani-tario nazionale;

TEOFARM srl, prodotto Visckendispensato dal sistema sanitario nazionale;

DOC GENERICI srl, prodotto Ele-triptan dispensato dal sistema sanitarionazionale;

DOC Generici srl, prodotto Aripi-prazolo dispensato dal sistema sanitarionazionale;

MSD Italia srl, prodotto Sinemet100 mg dispensato dal sistema sanitarionazionale –:

se il Ministro, interrogato, nell’ambitodelle proprie competenze, ritenga oppor-tuno assumere iniziative per ritirare dalmercato i prodotti di cui in premessa,muniti di bollino difettoso, informandotutte le aziende farmaceutiche, in partico-lare Teva Italia srl, Teofarm srl, DocGenerici srl, MSD Italia srl, affinché lestesse verifichino, che il numero di targadei bollini sia indelebile prima che vengaapplicato sulla confezione, in modo daevitare di immettere ancora sul mercatoprodotti difettosi e non rintracciabili, oltrea favorire l’intensificarsi dei controlli nel-l’ambito dell’intera filiera distributiva, al

Atti Parlamentari — 36307 — Camera dei Deputati

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fine di verificare che il numero di targadei bollini sia indelebile. (5-08324)

SILVIA GIORDANO, TOFALO, COLON-NESE, MANTERO, DI VITA, LOREFICE,GRILLO e BARONI. — Al Ministro dellasalute. — Per sapere – premesso che:

dagli anni Ottanta, a Salerno, nellazona di Fratte, al confine con la Valledell’Irno, sono ubicate le Fonderie Pisano,dove viene smaltito e bruciato ferro eghisa;

all’epoca la zona era prevalentementeindustriale, ma in seguito, con l’approva-zione del nuovo piano regolatore regionaledel comune di Salerno, cominciarono adedificare e adesso c’è un vero e proprioconglomerato urbano che ospita centinaiadi famiglie, supermercati, bar, pompe dibenzina e altro;

le Fonderie Pisano restano ancoraubicate in quella zona, causando fumi che,a seconda di come soffia il vento, giungonofino al centro di Salerno e nella Valledell’Irno;

il dipartimento dell’Arpac di Salernoha effettuato i primi sopralluoghi a seguitodi una ispezione dei Noe, che risale allafine degli anni Novanta;

da quella ispezione, nacque un’in-chiesta della magistratura per mancanzadi autorizzazione di scarichi di acquareflua che convergevano nel fiume Irnoche costeggia la zona;

il processo si concluse con una sen-tenza di patteggiamento;

una seconda inchiesta ha coinvolto direcente le Fonderie Pisano, a seguito di unesposto firmato da alcuni residenti dellazona che si sono riuniti in un comitatochiamato « Salute e Vita »;

il comitato ha più volte chiesto unincontro con l’ex sindaco di Salerno, Vin-cenzo De Luca, per ottenere la delocaliz-zazione dell’impianto, dal momento che

molti sono i residenti di Fratte e dellefrazioni limitrofe che si sono ammalati dineoplasie varie;

l’ultimo incontro avuto con l’ex sin-daco di Salerno risale all’aprile 2014, inoccasione del quale fu promessa loro ladelocalizzazione dell’impianto;

la delocalizzazione, però, non è maiavvenuta, anche quando, ad aprile 2014, siè concluso il secondo processo a carico deltitolare delle Fonderie Pisano per reatiambientali, conclusosi con una secondasentenza di patteggiamento e una multa da800 euro;

frattanto, le morti e i funerali sonoaumentati. Solo a febbraio 2016, il parrocodon Marco Raimondo ha celebrato settefunerali in sette giorni per morti da sar-coma;

tanto che il 23 febbraio 2016, laregione Campania ha ordinato con decretola chiusura temporanea dello stabilimento,imponendo determinate prescrizioni daosservare per poter riprendere l’attività;

il 28 gennaio 2016, infatti, funzionaridell’Arpac di Caserta e di Salerno, sumandato della procura di Salerno, hannoeffettuato una ispezione, da cui sonoemerse varie carenze strutturali dell’im-pianto dannose per l’ambiente e per lasalute dei cittadini;

in particolare, l’Arpac sottolinea la« scarsa manutenzione dei sistemi di trat-tamento delle emissioni in atmosfera » e la« mancata adozione di misure rispetto asuperamenti di portata e di valori diemissione significativi emersi dagli auto-controlli effettuati » e « una scarsa cono-scenza della normativa ambientale appli-cata allo specifico settore di riferimento »;

in conclusione, l’Arpac ha rilevato« gravi criticità con particolare riferimentoalle emissioni in atmosfera, alla gestionedei rifiuti e agli scarichi idrici, con con-seguente determinazione di situazioni con-notate di immediato pericolo e danno perl’ambiente e la salute pubblica »;

Atti Parlamentari — 36308 — Camera dei Deputati

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dopo due settimane, il 9 marzo 2016,la regione Campania autorizza, con de-creto, la riapertura delle Fonderie Pisano,sulla base di una ispezione effettuata il 7marzo 2016 da funzionari dell’Arpac diSalerno;

il sopralluogo in esame ha accertatoche nelle Fonderie sono stati effettuatilavori relativi alla raccolta dei rifiuti, allachiusura delle finestre rotte dello stabili-mento e all’individuazione di nuove areedi deposito per i rifiuti;

tuttavia, scrive l’Arpac « il riscontrorelativo ai limiti di portata emissioni inatmosfera e alla rimozione delle cause disuperamento valori limiti allo scarico, po-trà essere concluso solo attraverso attivitàdi campionamento ad impianto attivo » —:

se non ritenga che sussistano i pre-supposti per promuovere un’ispezione ur-gente del comando dei carabinieri per latutela della salute allo scopo di verificarel’esistenza di un pericolo grave ed immi-nente per la salute dei residenti nell’area,anche al fine di intraprendere per quantodi competenza un’attività di screening e diverifica dei potenziali danni alla salute deicittadini residenti nell’area. (5-08325)

BORGHESE e LABRIOLA. — Al Mini-stro della salute. — Per sapere – premessoche:

con deliberazione della giunta regio-nale Puglia n. 161 del 29 febbraio 2016« Regolamento regionale Riordina Ospeda-liero della regione Puglia ai sensi deldecreto ministeriale 70/2015 e della leggedi stabilità 28 dicembre 2015, n. 208.Modifiche e integrazione del R.R. n. 14/2015 » si è dato il via al nuovo piano diriordino ospedaliero pugliese per prossimotriennio;

la Puglia, con la sua rete ospedaliera,offre al 21 gennaio 2016, 13 mila postiletto, distribuiti tra 74 presidi pubblici eprivati accreditati. Con il riordino taliposti letto sono stati ridistribuiti tra ospe-dali di secondo livello (hub), ospedali di

primo livello e ospedali di base. La ri-forma prevede cinque ospedali di secondolivello – Ospedali Riuniti di Foggia, Poli-clinico di Bari, Santissima Annunziata diTaranto, Perrino di Brindisi e Vito Fazzidi Lecce –, undici di secondo livello –Ospedale Masselli di San Severo, Tatarelladi Cerignola, Bonomo Andria, Dimiccoli diBarletta, Di Venere e San Paolo di Bari,Ospedale della Murgia di Altamura, Ospe-dale Civile di Castellaneta, Camberlingo diFrancavilla Fontana, Sacro Cuore di Gal-lipoli, Delli Ponti di Scorrano –, a cui siaggiungono anche altri ospedali privatidotati di pronto soccorso, dodici ospedalidi base – Ospedale di Manfredonia, Vit-torio Emanuele di Bisceglie, Umberto I diCorato, Don Tonino Bello Molfetta, SanGiacomo di Monopoli, Santa Maria degliAngeli di Putignano, Ferrari Casarano, SanGiuseppe di Copertino, Santa Caterina diGalatina, Ospedale Civile di Ostuni, Gian-nuzzi di Manduria, Valle D’Itria di Mar-tina Franca;

sulla carta nulla da eccepire se nonfosse per un particolare di non scarsaimportanza: all’articolo 2, n. 18 si legge« in considerazione delle specifiche criti-cità epidemiologiche dell’area di Tarantosono stati attivati 15 posti letto delladisciplina di pneumologia presso l’ospe-dale di Manduria ». Tale affermazioneporta con sé la conseguente eliminazionedel reparto di pneumologia dall’ospedaleSantissima Annunziata di Taranto, natocon lo specifico intento, e per volontà dellostesso ospedale, di soccorrere e assistere ipazienti affetti di malattie respiratoriederivanti dall’esposizione agli agenti inqui-nanti di cui è affetta tutta l’area tarantina;

di fatto Taranto risulta l’unica ASL inPuglia priva di pneumologie pubbliche e ilSS Annunziata – Moscati è l’unico presi-dio giornaliero di II livello in Puglia privodi pneumologia ospedaliera e cardiochi-rurgia a differenza di quanto indicato neipiani regionali deliberati sino al 2015. Lariforma attribuisce invece 37 posti letto dipneumologia a privati, mentre la cardio-chirurgia Toracica è assegnata esclusiva-mente a Foggia, Bari e Lecce;

Atti Parlamentari — 36309 — Camera dei Deputati

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inoltre, secondo la riforma, si pre-vede la chiusura lungodegenza dell’ospe-dale S. Marco di Grottaglie, riducendofortemente la possibilità di dimissioni pro-tette per quei pazienti che necessitano diulteriori periodi di cure o che sono inattesa di un posto per la riabilitazione postacuzie;

da un documento, redatto dal « di-partimento area medica – ASL TA », sievince che « Taranto paga una penalizza-zione quantitativa e qualitativa, per erroridi valutazione (carichi di Lavoro e pianteorganiche) e per mancata istituzione deiservizi. I piani di riordino prevedevanoreparti e U.O. per il pubblico e per ilprivato; purtroppo il privato li ha realiz-zati, nel pubblico non sono stati maiavviati: 600 posti letto in meno (standardattuale previsto. Max 3,7 posti letto ogni1000 abitanti); 2000 (circa) occupati inmeno nella Asl di Taranto. Ne consegue ungap per carenza di risorse in termini diassistenza e qualificazione futura con pre-vedibile impossibilità di rientrare neglistandard. In particolare, l’impossibilità dirientrare nei termini previsti dalla legge distabilità 2016: scostamento tra costi (rile-vati nel modello ministeriale CE consun-tivo) e Ricavi (determinati come remune-razione dell’attività) pari o superiore al 10per cento dei ricavi, in valore assoluto,pari ad almeno 10 milioni di euro; eco-nomici (legge di Stabilità 2016) »;

sempre nel documento si legge inol-tre: « nella ASL di Taranto sono previstiper la lungodegenza 24 posti letto: 12 p.l.a Martina Franca e 12 a Manduria. Questaprevisione è certamente utile per il bacinod’utenza di questi ospedali, ma non tieneconto della città di Taranto e del PoloOccidentale. Infatti la lungodegenza, indi-spensabile per i pazienti e le famigliefragili ed in difficoltà, non è prevista perl’Ospedale di II livello di Taranto conbacino d’utenza maggiore di 300.000 abi-tanti (Taranto e comuni limitrofi) e delP.O. di I livello di con un bacino d’utenzadi 120.000 abitanti. Ne deriva che la granparte della provincia di Taranto, quellapiù colpita a livello ambientale ed in crisi

economica, non ha una dotazione suffi-ciente di posti letto di lungadegenza »;

il quadro descritto non lascia adito adubbi: la riforma varata dal consiglioregionale penalizza fortemente Taranto etutta l’area circostante lasciando da soliancora una volta i cittadini che giornal-mente si trovano a fare i conti con iproblemi ormai atavici della città, disoc-cupazione dilagante, inquinamento am-bientale, degrado urbano, aumento dellepatologie oncologiche e altro;

in una mozione sul mezzogiorno, lan. 1-00766 del 25 marzo 2015, accolta dalGoverno, a firma Labriola ed altri, era giàstato affrontato il problema della carenzadi strutture sanitarie per il sud facendoriferimento in particolare alle aree più arischio ambientale e si impegnava l’esecu-tivo a: « potenziare le strutture ospedaliereterritoriali colmando le insufficienze strut-turali e, soprattutto, la carenza di tecno-logie avanzate, nell’ottica di un ammoder-namento della strumentistica medica edello sblocco del turnover del personale,con particolare attenzione per quelle zonein cui le evidenze epidemiologiche e scien-tifiche testimoniano un’elevata presenza dipatologie oncologiche e di fronteggiare inmaniera realistica ed incisiva l’emergenzaambientale, con particolare riguardo perquelle zone in cui tale allarme sia direttaconseguenza della presenza di realtà pro-duttive di grandi dimensioni, valutando, inriferimento all’area di Taranto e alla pre-senza dell’Ilva, l’opportunità di assumereiniziative di carattere legislativo volte adassicurare un aggiornamento quantomenotrimestrale della valutazione del dannosanitario prevista dall’articolo 1-bis, deldecreto-legge n. 207 del 2012, convertito,con modificazioni, dalla legge 24 dicembre2012, n. 231, in modo da avere stimepuntuali e dati precisi a fronte di medieannuali –:

se intenda adottare le iniziative dicompetenza volte a garantire a Taranto ein tutta la provincia i livelli essenziali diassistenza con particolare riguardo ai ser-vizi sanitari di emergenza e lungodegenza

Atti Parlamentari — 36310 — Camera dei Deputati

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legati alle patologie polmonari e cardiache,per la criticità ambientale che coinvolgel’intera area e alla luce della prospettatachiusura dei reparti sopracitati del poloospedaliero SS Annunziata, che dovrebbeessere potenziato dal punto di vista stru-mentale e del personale sanitario.

(5-08326)

CARNEVALI, LENZI, GRASSI, CA-PONE, PAOLA BOLDRINI, AMATO e PA-TRIARCA. — Al Ministro della salute. —Per sapere – premesso che:

con l’interrogazione n. 5/01924 aprima firma Carnevali assegnata alla Com-missione affari sociali il 21 gennaio 2014,già si era evidenziato il problema deifarmaci « a singhiozzo » o « fantasma »;

a tale interrogazione il Governoaveva risposto in data 14 gennaio 2015affermando che si è « provveduto nell’am-bito del decreto-legge 19 febbraio 2014n. 17 concernente il recepimento delladirettiva 2011/62/UE, che modifica la di-rettiva 2001/83/CE recante un codice co-munitario relativo ai medicinali per usoumano – al fine di impedire l’ingresso dimedicinali falsificati nella catena di for-nitura legale – a far approvare specifichedisposizioni dirette a garantire che i far-maci essenziali siano presenti nel territo-rio nazionale, onde soddisfare le esigenzedei pazienti. In particolare, nel provvedi-mento di recepimento sopra indicato, ri-visitando il concetto di obbligo di serviziopubblico, di cui all’articolo 1, lettera s), deldecreto legislativo n. 219/2006, è statosancito che non possono essere sottratti,alla distribuzione e alla vendita per ilterritorio nazionale, i medicinali per iquali sono stati adottati specifici provve-dimenti al fine di prevenire o limitare statidi carenza o indisponibilità, anche tem-poranee, sul mercato o in assenza di validealternative terapeutiche. È stato inoltreintrodotto un sistema di segnalazioni everifiche a cura degli Enti territoriali,finalizzato a monitorare i casi di distor-sione distributiva locale – cioè indisponi-bilità di farmaci non dovuta a problemi

produttivi – prevedendo la possibilità diirrogare sanzioni efficaci e dissuasive acoloro che, nella filiera del farmaco, vio-lano l’obbligo di « servizio pubblico ». Alfine di assicurare l’osservanza delle citatedisposizioni emanate a tutela della salute,il Comando Carabinieri per la tutela dellasalute – Nucleo Antisofisticazioni e Sanità– è stato incaricato di effettuare accerta-menti presso i diversi livelli della filieradistributiva dei medicinali. Più in partico-lare, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)ha inteso precisare che l’attuale limitatadisponibilità di taluni medicinali in deter-minate parti del territorio nazionale nonpuò essere definita tecnicamente comecarenza, in quanto, dai dati in possesso diAIFA, non risulta alcuna interruzionedella loro fornitura da parte dei rispettivititolari AIC »;

nonostante le decisioni assunte, per-durano le segnalazioni di difficoltà all’ap-provvigionamento e reperimento dei far-maci come per esempio « Spiriva » pro-dotto per problemi respiratori; da unarticolo di stampa sembra che in Italiamanchino ciclicamente da quasi 4 anniRequip, un medicinale anti Parkinson oKeppra (antiepilettico) o, a Bergamo eprovincia i farmaci: Seroquel (antipsico-tico), Neupro (cerotto per Parkinson),Vimpat (antiepilettico) e Trajenta (con-trollo della glicemia);

lo stesso segretario provinciale dellaFimmg afferma di essere stato « costretto »a dover prescrivere farmaci differenti conconfezioni in differente dosaggio per im-possibilità di reperire il farmaco e chealcuni farmaci non hanno la possibilità diessere sostituiti da quelli generici; nono-stante il monitoraggio delle regioni e lesegnalazioni periodiche – anche in ac-cordo con Aifa e Federfarma – questograve fenomeno continua a perdurare –:

quali ulteriori iniziative e con qualetempistica il Ministro interrogato, in ac-cordo con l’Aifa, intenda adottare perporre rimedio alla carenza o irreperibilitàdei farmaci necessari per garantire la curadei cittadini e l’approvvigionamento di

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medicinali per i quali non esistono incommercio – sul territorio nazionale –valide alternative terapeutiche, e per re-golamentare il « mercato parallelo ».

(5-08327)

Interrogazioni a risposta scritta:

GALLINELLA, PARENTELA, GA-GNARLI e LUPO. — Al Ministro dellasalute, al Ministro delle politiche agricolealimentari e forestali, al Ministro dellosviluppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

con la circolare n. 3469 dello 5 feb-braio 2016 il Ministero della salute haautorizzato l’impiego di soluzioni acquosecontenenti perossido di idrogeno, comecoadiuvante tecnologico, nella lavorazionedei molluschi cefalopodi eviscerati dacommercializzare decongelati o congelati;

il suddetto impiego è ammesso atalune condizioni specificate nel provvedi-mento di cui sopra e, in considerazionedella presenza sul mercato di prodottiaventi la medesima composizione o co-munque contenenti perossido di idrogeno,lo stesso garantisce che tali prodotti sonoconsentiti solo se « food grade » ovveroidonei ad essere utilizzati nell’alimenta-zione umana;

come noto, nel corso del 2010 lostesso Ministero della salute, sempre aseguito di richiesta di autorizzazione al-l’impiego delle sostanze in parola prove-niente dall’Associazione nazionale delleaziende ittiche, aveva vietato l’utilizzo delperossido di idrogeno nel pesce non solo aseguito del sequestro di una partita diprodotto in un’area di uno stabilimentodichiarata in disuso e quindi esclusa daicontrolli periodici svolti dalla competenteAsl, ma anche perché tale sostanza nonera riportata nell’elenco comunitario degliadditivi ammessi nella preparazione e con-servazione degli alimenti;

successivamente a tale data, lo stessoMinistero ha rivisto la sua posizione aseguito dell’esito positivo di un approfon-

dimento svolto dal Consiglio superiore disanità, ammettendo l’uso di perossido diidrogeno come coadiuvante tecnologico,anche in considerazione del fatto che essoè regolarmente utilizzato in altri Statimembri dell’Unione europea nelle fasi dilavorazione dei molluschi cefalopodi edaltri tipi di prodotti;

se ad oggi l’impiego del perossido diidrogeno è consentito non in quanto ad-ditivo ma come coadiuvante tecnologico,evidenze scientifiche dimostrano chetracce di residui di tale sostanza o suoiderivati, pur non costituenti un rischio perla salute, possono, seppur non intenzio-nalmente, essere presenti nell’alimento fi-nale destinato al consumatore;

non tutte le aziende ittiche ricorronoall’impiego di coadiuvanti alimentari ed èpertanto indispensabile informare il con-sumatore affinché possa distinguere traprodotti naturali e prodotti in qualchemodo trattati –:

se non ritengano di dover assumereurgentemente iniziative affinché sia previ-sto l’obbligo di indicazione in etichetta, opresso i banchi di esposizione del pescepresenti negli esercizi commerciali al det-taglio, dell’eventuale utilizzo di soluzioniacquose contenenti perossido di idrogenoanche al fine di scongiurare qualsiasi ri-schio di concorrenza sleale tra le aziendedel comparto, posto che alcune di essericorrono all’uso di coadiuvanti per alte-rare lo stato di freschezza del pesce o permigliorarne l’aspetto. (4-12750)

RUBINATO. — Al Ministro della salute.— Per sapere – premesso che:

l’articolo 11, comma 3, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1 « Misure ur-genti in materia di concorrenza, liberaliz-zazioni e infrastrutture », convertito dallalegge 24 marzo 2012, n. 27, prevede che« le regioni e le province autonome diTrento e di Bolzano provvedono ad assi-curare, entro dodici mesi dalla data dientrata in vigore della legge di conversionedel presente decreto, la conclusione del

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concorso straordinario e l’assegnazionedelle sedi farmaceutiche disponibili di cuial comma 2 e di quelle vacanti »;

il concorso straordinario per l’asse-gnazione di nuove sedi farmaceutiche, conregole nuove tra cui l’associazione traconcorrenti e conseguente somma dei titolie una piattaforma ministeriale per rendereil tutto più semplice e veloce, dovevaportare all’apertura di migliaia di nuovefarmacie su tutto il territorio nazionale nelgiro di un anno;

nello specifico l’articolo 11 prevede:la rideterminazione a 3.300 del numerodei residenti per ogni farmacia nel co-mune, nonché l’individuazione da partedei comuni stessi delle nuove sedi difarmacie nel proprio territorio obbligato-riamente secondo il nuovo indicatore, sullabase di dati ISTAT della popolazione re-sidente al 31 dicembre 2010; l’invio deidati da parte dei comuni alla regione entroe non oltre 30 giorni dall’entrata in vigoredella legge di conversione, cioè il 25 aprile2012. Il medesimo articolo 11, al comma3, stabilisce che le regioni provvedano adassicurare entro 12 mesi dall’entrata invigore della legge di conversione, cioèentro il 25 marzo 2013 la conclusione delconcorso straordinario nonché l’assegna-zione delle sedi farmaceutiche poste aconcorso;

ad oggi la regione del Veneto hasolamente bandito il concorso regionale indata 6 novembre 2012 con decreto dellagiunta regionale n. 2199, nonché pubbli-cato sul Bollettino ufficiale della regione lagraduatoria unica dei concorrenti, appro-vata dall’apposita commissione esamina-trice, in data 20 marzo 2015, mentre altreregioni hanno già completato o stanno giàfacendo l’assegnazione delle nuove sedifarmaceutiche a concorso, come ad esem-pio la Toscana (concluso il 1o Interpello aluglio 2015 e successiva assegnazione), ilPiemonte (espletato il 1o interpello conassegnate 70 sedi farmaceutiche di cui 5farmacie già aperte), l’Emilia Romagna(già partito il 1o interpello al 10 gennaio2016), la Puglia (eseguito il 1o interpello a

novembre 2015 ed in avvio l’assegnazionedelle sedi farmaceutiche), nonché la Lom-bardia (il 1o interpello è partito il 6 marzo2016 ore 18.00);

sul territorio della regione Veneto,essendo ormai decorsi quasi 3 anni dallascadenza del termine dei 12 mesi asse-gnato dalla legge n. 27 del 24 marzo 2012per l’espletamento del concorso, è semprepiù difficile reperire la disponibilità distrutture edilizie ad uso commerciale, afronte peraltro della perentorietà dei 180giorni previsti per l’apertura della farma-cia dalla sua assegnazione;

tenuto anche conto di questi anni dicrisi, le 223 farmacie in concorso per ilVeneto potrebbero creare un migliaio dinuovi posti di lavoro tra farmacisti, ma-gazzinieri dei depositi con il loro indotto,corrieri, artigiani, locatari di locali com-merciali, senza considerare il plusvaloregenerato a beneficio sia delle case sia deinegozi dell’intera area dall’apertura dellafarmacia, con ricadute comunque positiveanche per il Paese –:

quali iniziative urgenti il Ministrointerrogato intenda adottare, nel rispettodelle proprie competenze e di quelle re-gionali in materia sanitaria, affinché si diaattuazione alla normativa citata in pre-messa su tutto il territorio nazionale, in-cluso il Veneto, portando a conclusionequanto prima tutte le fasi del concorsostraordinario per l’assegnazione di nuovesedi farmaceutiche. (4-12760)

* * *

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

PATRIZIA MAESTRI e ROMANINI. —Al Ministro dello sviluppo economico. —Per sapere – premesso che:

nei giorni scorsi la stampa locale diParma ha denunciato l’accumularsi di in-genti quantità di posta in giacenza a

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seguito dell’avvio, in città, del sistema direcapito a giorni alterni e della riduzionedel numero delle zone di consegna;

tale situazione sarebbe determinata,secondo quanto risulta da una verificafatta con i sindacati confederali, dall’ina-dempienza di Poste Italiane s.p.a. rispettoai contenuti degli acconti stipulati con leorganizzazioni sindacali a livello nazionaleil 25 settembre 2015 e a livello regionaleil 4 novembre 2015 in virtù dei quali ilavoratori avevano condiviso la nuova or-ganizzazione della consegna postale agiorni alterni con l’obiettivo di risanare,rilanciare e salvaguardare l’occupazionenel settore del recapito di Poste, nonchél’unicità aziendale, a fronte dell’implemen-tazione, da parte di Poste, di un piano diriorganizzazione, meccanizzazione e auto-mazione dei centri di smistamento e re-capito postale;

a fronte quindi di una riduzione delnumero di portalettere in servizio, dellamaggiore estensione delle zone di conse-gna e dell’introduzione del sistema direcapito a giorni alterni, si è determinatoun considerevole aggravio di lavoro per gliaddetti alla consegna della posta non com-pensato dai pattuiti investimenti rispetto aiquali pure Poste Italiane si era impegnata;

la situazione, che verosimilmente nonpotrà che peggiorare a fronte della previ-sta estensione a tutta la provincia delnuovo sistema di recapito, sta determi-nando gravi disagi ai cittadini e alle im-prese che si vedono recapitare la corri-spondenza, anche prioritaria (ad esempio,bollette, raccomandate, atti giudiziari, ealtro) con ritardo, evidenziando altresìl’inadeguatezza del nuovo modello di re-capito introdotto –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza della situazione sopradescritta e senon ritenga opportuno intervenire pressoPoste Italiane s.p.a. al fine di assicurare ilregolare svolgimento del servizio postaleuniversale. (5-08322)

Interrogazione a risposta scritta:

FRANCO BORDO. — Al Ministro dellosviluppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

nella legge di stabilità 2015 il Go-verno ha previsto una serie di modificheall’erogazione del cosiddetto « servizio uni-versale postale » assicurato da Poste Ita-liane, tra cui rincari delle tariffe e unaparallela riduzione dei servizi, ove perriduzione dei servizi, oltre alla chiusura diuffici postali, si intende anche la riduzionedella consegna della corrispondenza ap-plicando il criterio dei giorni alterni;

nella legge infatti si dice che per « (...)assicurare la sostenibilità dell’onere delservizio postale (...) il Contratto di Pro-gramma può prevedere l’introduzione dimisure di razionalizzazione del servizio edi rimodulazione della frequenza settima-nale di raccolta e recapito sull’intero ter-ritorio nazionale »;

in sede di approvazione della sud-detta legge di stabilità il Governo ha postola questione di fiducia, impedendo nei fattiqualsiasi possibilità di variazione del testo;

l’Autorità per le garanzie nelle co-municazioni ha approvato il piano indu-striale di Poste Italiane per il 2015-2019,definendo i criteri che devono essere ri-spettati per individuare i comuni interes-sati dalla misura, in virtù delle particolaricircostanze, anche di natura geografica,che caratterizzano l’ambito del recapitopostale sul territorio italiano. L’attuazionedel recapito a giorni alterni (secondo loschema bisettimanale, lunedì-mercoledì-venerdì e martedì-giovedì) si sta attuandoin tre fasi successive, di cui le prime duegià avviate rispettivamente il 1o ottobre2015, il 1o aprile 2016 e la terza nonprima del mese di febbraio 2017. La primafase ha coinvolto una ristretta fascia dipopolazione (pari allo 0,6 per cento), finoa raggiungere il 25 per cento della popo-lazione nazionale nella fase conclusiva.Dopo la prima fase, nel caso in cui siverifichino criticità, l’Autorità ha il poteredi intervenire inibendo l’ulteriore prose-cuzione del recapito a giorni alterni o

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stabilendo particolari condizioni volte asalvaguardare la regolarità del servizio o larealizzazione degli obiettivi previsti di con-tenimento dei costi;

la Commissione europea ha inviatouna lettera all’Autorità per le garanzienelle comunicazioni definendo il dirittoalla comunicazione tra cittadini un ob-bligo, al quale Poste può venir meno solo« in circostanze o situazioni geograficheeccezionali »;

il piano di consegna a giorni alternidella corrispondenza è in fase applicativae sta colpendo cittadini ed imprese dimolti territori di tante regioni italiane,malgrado le rimostranze dei sindaci deicomuni coinvolti;

le nuove tecnologie non sopperisconoal disagio recato dall’applicazione di talepiano e ad un diritto di comunicazionepostale per cittadini ed imprese che sta viavia peggiorando;

i disagi sopra descritti si vanno adaggiungere a croniche situazioni di disser-vizio non autorizzate con alcun provvedi-mento legislativo, ma comunque esistentiin varie parti del Paese –:

se il Governo, comune per comune,stia monitorando la situazione e racco-gliendo le segnalazioni provenienti da sin-daci e cittadini;

se il Governo non intenda forniredettagliati elementi in merito all’applica-zione di tale piano e alle proteste elamentele che provengono dalle singolerealtà territoriali;

quali iniziative intenda adottare ilGoverno per modificare una normativatanto discriminatoria per intere fasce dellapopolazione e realtà del sistema produt-tivo nazionale. (4-12753)

Apposizione di firme a mozioni.

La mozione Ruocco e altri n. 1-01140,pubblicata nell’allegato B ai resoconti della

seduta del 5 febbraio 2016, deve intendersisottoscritta anche dal deputato Nesci.

La mozione Peluffo e altri n. 1-01208,pubblicata nell’allegato B ai resoconti dellaseduta del 4 aprile 2016, deve intendersisottoscritta anche dai deputati: FitzgeraldNissoli, Fauttilli.

Pubblicazione di testi riformulati.

Si pubblica il testo riformulato dellamozione Peluffo n. 1-01208, già pubblicatanell’allegato B ai resoconti della sedutan. 601 del 4 aprile 2016.

La Camera,

premesso che:

come noto, già prima dell’entratain vigore dell’articolo 1, comma 153, dellalegge 28 dicembre 2015, n. 208, l’importodel canone televisivo in Italia, pari a113,50 euro annui, si attestava sotto lamedia europea, pari a 127,6 euro. Ben 12Paesi europei avevano importi decisa-mente superiori al canone italiano. Ciònonostante, il tasso di evasione stimato peril 2014, si attestava intorno al 27 per cento– per un importo complessivo non infe-riore a 500 milioni di euro – contro unamedia europea, inclusa l’Italia, che si at-testa attorno al 10 per cento;

le significative innovazioni relativeall’introduzione di un’ulteriore ipotesi pre-suntiva del possesso di un apparecchiotelevisivo in corrispondenza di un con-tratto di fornitura di energia elettrica e ilconseguente inserimento dell’onere del ca-none nella bolletta sui consumi di energiaelettrica, introdotte dalla citata disposi-zione della legge di stabilità 2016, consen-tiranno un decisivo recupero dell’evasionee, per tale via, un sensibile ridimensiona-mento dell’importo a carico dei contri-buenti rispettosi della legge;

con successivo decreto del Ministrodello sviluppo economico, di concerto conil Ministro dell’economia e delle finanze,

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sentita l’Autorità per l’energia elettrica, ilgas e il sistema idrico, in via di emana-zione e, a quanto risulta ai firmatari delpresente atto di indirizzo, già inviato alConsiglio di Stato per il necessario parere,verranno definiti termini e modalità per ilriversamento all’Erario dei canoni incas-sati dalle aziende di vendita dell’energiaelettrica, le procedure di controllo sullaregolarità dei pagamenti, nonché le even-tuali misure tecniche che si dovesserorendere necessarie all’introduzione di taleinnovativo sistema di riscossione;

nell’ambito della nuova disciplinasono regolate le ipotesi di esenzione e leprocedure di autocertificazione relative almancato possesso di apparecchi televisivi(che, secondo i dati Istat, riguarderebbesolo il 3 per cento degli italiani) pur incostanza della titolarità di un contratto difornitura di energia elettrica, regolate se-condo il regime ordinario previsto al ri-guardo dal decreto del Presidente dellaRepubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (te-sto unico delle disposizioni legislative eregolamentari in materia di documenta-zione amministrativa);

per quanto attiene all’individua-zione delle tipologie di apparecchiatureche fanno scattare l’obbligo del pagamentodel canone, già la nota del Ministero dellosviluppo economico n. 12991 del 22 feb-braio 2012, aveva chiarito che il paga-mento del canone riguarda solo gli appa-recchi atti o adattabili a ricevere il segnaleaudiovisivo attraverso la piattaforma digi-tale terrestre o satellitare, rimanendoesclusi gli altri dispositivi che utilizzano larete internet;

ulteriori chiarimenti e precisazioniriguardo alla questione delle tipologie diapparecchiature assoggettate all’obbligodel pagamento del canone potranno esserefornite con l’emanando decreto intermini-steriale di attuazione della citata disposi-zione di cui all’articolo 1, comma 135,della legge di stabilità 2016;

il nuovo sistema di esazione delcanone presuppone il coinvolgimento e lacollaborazione di diversi soggetti, pubblici

e privati, detentori di banche dati signifi-cative ai fini della puntuale applicazionedelle nuove disposizioni, ai sensi dell’arti-colo 1, comma 156, della legge n. 208 del2015, profilo che dovrà vedere un ruoloattivo di indirizzo e verifica da partedell’Autorità garante per la tutela dei datipersonali;

alla luce delle suddette innovazioninormative, una situazione meritevole dispecifica attenzione riguarda il caso deicittadini italiani residenti permanente-mente all’estero, e quindi iscritti all’Aire, iquali, non solo non hanno la residenzanegli immobili posseduti in Italia, ma nonusufruiscono per la maggior parte delperiodo di imposta delle trasmissioni ra-dio-televisive italiane nei suddetti immo-bili,

impegna il Governo:

ad adottare con la massima solleci-tudine il decreto interministeriale attua-tivo del nuovo regime di pagamento delcanone Rai, chiarendo i punti sinora ri-masti incerti e sui quali si stanno mon-tando campagne allarmistiche e di disin-formazione;

ad assumere iniziative per chiarire aicittadini che il canone è dovuto per ilpossesso di un apparecchio TV in grado diricevere il segnale digitale terrestre o sa-tellitare, direttamente o tramite uno stru-mento esterno;

a valutare la possibilità per i prossimianni, tenendo anche conto che è necessa-ria una modifica legislativa, di assumereiniziative normative volte a considerare afavore dei cittadini italiani residenti per-manentemente all’estero ed iscritti all’Airel’esenzione o la riduzione del canone Raisugli immobili da essi posseduti in Italia,ove siano presenti le presunzioni fissatedal regio decreto-legge n. 246 del 1938, acondizione che non siano locati o dati incomodato d’uso, così come proposto conapposito ordine del giorno nel corso del-l’esame della legge di stabilità 2016;

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a valutare l’opportunità di differire,in prima applicazione, i termini di pre-sentazione della dichiarazione di non de-tenzione degli apparecchi televisivi;

ad informare periodicamente il Par-lamento sull’andamento del nuovo sistemadi applicazione ed esazione del canoneradio-televisivo, in particolare con riferi-mento agli effetti sul contrasto del feno-meno dell’evasione del medesimo e alleprocedure di condivisione delle diversebanche dati, nel rispetto del diritto allaprivacy degli utenti.

(1-01208) « Peluffo, Bonaccorsi, Anzaldi,Boccadutri, Garofani, Gino-ble, Coscia, Tullo, Benamati,Tacconi, Martella, Garavini,Fitzgerald Nissoli, Fauttilli ».

Si pubblica il testo riformulato dellainterrogazione a risposta in CommissioneDe Lorenzis n. 5-08225, già pubblicatanell’allegato B ai resoconti della sedutan. 596 del 23 marzo 2016.

DE LORENZIS. — Al Presidente delConsiglio dei ministri, al Ministro dell’eco-nomia e delle finanze, al Ministro delleinfrastrutture e dei trasporti. — Per sapere– premesso che:

ENAV è la società a cui lo Statodemanda la gestione e il controllo deltraffico aereo civile in Italia. Nel 1996 futrasformata in ente pubblico economico edè diventata società per azioni nell’anno2001. ENAV è controllata dal Ministerodell’economia e delle finanze che attual-mente detiene il 100 per cento del capitalesociale ed è vigilata dal Ministero delleinfrastrutture e dei trasporti;

del gruppo Enav fanno parte anche lesocietà Techno Sky, responsabile della ge-stione tecnica, della manutenzione e dellosviluppo hardware/software degli impiantie dei sistemi per l’assistenza alla naviga-zione aerea, ENAV Asia Pacific con sede aKuala Lumpur (Malesia) inaugurata nel2013 con l’obiettivo di migliorare le pre-stazioni dei clienti del Sudest asiatico

attraverso la fornitura di servizi dedicati eil Consorzio SICTA che realizza progetti diricerca nell’ambito dei sistemi relativi aiservizi di traffico aereo;

l’ENAV assieme ai principali ANSPeuropei, AENA, DSNA, DFS, NATS, Sky-guide e NAV Portugal, è socio fondatoredella società di diritto francese ESSP SAS(European Satellite Services Provider), dicui detiene il 16,67 per cento del capitaleazionario;

alle dipendenze di Enav ci sono circa3.300 dipendenti che salgono a 4.265 se siconsidera l’intero gruppo Enav di cui il 70per cento sono ingegneri, controllori deltraffico aereo, meterologi. In Italia ENAVfornisce i servizi di avvicinamento, decollo,atterraggio dalle torri di controllo di 44aeroporti sul territorio nazionale e i ser-vizi di rotta da 4 centri di controllo d’areadi Brindisi, Milano, Padova e Roma;

dai dati del gruppo Enav riferiti al-l’anno 2014 si apprende che il gruppoabbia avuto ricavi per 835,5 milioni dieuro e un utile netto di 40 milioni di euro;

dalla nota del Ministero dell’econo-mia e delle finanze del 30 ottobre 2015sugli obiettivi d’incasso 2015 si evince chenell’anno 2015 circa 200 milioni di eurosono giunti al Ministero dell’economia edelle finanze dal dividendo straordinarioriconosciuto dall’Enav per esubero di ca-pitale;

il 16 maggio 2014 il Consiglio deiministri ha approvato il testo definitivo deidecreti per la privatizzazione di PosteItaliane e di Enav in cui si prevede all’ar-ticolo 1, l’alienazione di una quota dellapartecipazione detenuta dal Ministero del-l’economia e delle finanze in ENAV spache determini comunque il mantenimentodi una partecipazione dello Stato al capi-tale di ENAV spa non inferiore al 51 percento;

nel suddetto decreto di privatizza-zione di ENAV si prevede come prioritariaun’offerta pubblica di vendita rivolta alpubblico dei risparmiatori in Italia e ainvestitori istituzionali italiani e interna-

Atti Parlamentari — 36317 — Camera dei Deputati

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zionali e, in tal caso, potranno esserepreviste per gli stessi, forme di incentiva-zione tenuto conto anche della prassi dimercato e di precedenti operazioni diprivatizzazione, in termini di prezzo e/o dipriorità in sede di assegnazione. Tuttavia,non è esclusa una trattativa diretta darealizzare attraverso procedure competi-tive;

da fonti stampa del Sole 24 Ore, del30 marzo 2016, in una intervista al neoamministratore delegato Roberta Neri, siapprende che Enav stia completando gliultimi adempimenti in vista della priva-tizzazione e la quotazione a piazza Affariche avverrà nella seconda metà di giugno2016, mentre nell’articolo si parla anchedella chiusura del bilancio 2015 di ENAVche ha registrato un risultato netto di 66,1milioni di euro, +65,2 per cento rispetto al2014, avvenuto anche a seguito della ri-duzione dei costi operativi a seguito dellarevisione dei contratti esterni di gestione emanutenzione. I ricavi si attestano a 849,6milioni di euro. Contestualmente, al fine diescludere i dividendi straordinari, è statodiminuito il capitale di 400 milioni di eurocostituendo una speciale riserva disponi-bile;

sempre dalla stessa fonte stampa siapprende nelle linee guida del piano in-dustriale 2016-2019 si conferma cheENAV proseguirà nella partecipazione aprogetti strategici di rilevanza internazio-nale. Tuttavia, non si parla di approva-zione del piano industriale, ma l’ammini-stratore delegato si riferisce solamente allelinee guida;

in merito ai progetti di rilevanzainternazionale, da una lettera aperta dellaFederazione autonoma del trasporto aereo(F.A.T.A.) ai Ministri dell’economia e fi-nanze e delle infrastrutture e dei trasporti,si chiedono delucidazioni circa una societàdel gruppo ENAV, Enav North AtlanticLLC, posseduta al 100 per cento da Enav,avente la forma giuridica di una limitedliability company e regolata dalle leggidello Stato americano del Delaware, co-stituita a gennaio 2014 per la partecipa-

zione ad un investimento per l’acquisi-zione del 12,5 per cento del capitale so-ciale della società Aireon LLC, l’aziendastatunitense del gruppo IRIDIUM che do-vrebbe realizzare il primo sistema globaledi sorveglianza satellitare per il controllodel traffico aereo;

a FATA risulterebbe che ENAV abbiaspeso, solo per una prima tranche, perrealizzare questa operazione 61 milioni didollari e aggiunge che: « detta società hacome scopo quello di mettere in piedi unsistema di sorveglianza del traffico aereoper monitorare zone attualmente prive dicopertura radar, come gli spazi aerei ocea-nici.(...). Enav S.p.A. partecipa ad unasocietà che ha l’ambizione di fare con-trollo del traffico aereo su spazi aereiattualmente non di competenza/sovranitàitaliana – Questo, a nostra opinione, ap-pare una previsione veramente “arrangiataed improbabile”, di difficile realizzazione equasi certamente con una resa economicamolto bassa, ottimisticamente parlando –e aggiunge che – Crediamo possa ritenersilegittimo avere mire di espansione comegià fatto da Enav con il progetto KualaLumpur Enav Asia Pacific, ma tentare difare “voli pindarici”, ipotizzando che unoStato possa rinunciare al proprio dominiosullo spazio aereo di competenza, alla lucedella situazione geopolitica attuale, ci ap-pare come una scelta “foll” »;

secondo FATA è anacronistico chesiano stati spesi 61 milioni di dollari, comeprima tranche, investiti in una società nelDelaware con caratteristiche di limitedliability company e della quale non è datosapere neanche chi sia l’amministratore;

sempre dalla lettera succitata, si ap-prende che recentemente alcuni dirigentidi Corporate siano stati licenziati per averespresso i medesimi dubbi e perplessità diFATA rispetto ad Enav North AtlanticLLC;

nell’anno 2009, l’OCSE stimava tra i1.700 e gli 11.000 miliardi di dollari icapitali allocati nei « paradisi » stilandoallora una lista assunta dal G20 come baseper avviare un duro confronto con gli Stati

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che non applicavano nessuna o solo alcunedelle convenzioni internazionali in materiadi trasparenza bancaria o fiscale;

in merito al suddetto rapporto OCSEin data 14 luglio 2011, il Comitato econo-mico e sociale europeo (CESE), ha deciso,conformemente al disposto dell’articolo29, paragrafo 2, del regolamento interno,di elaborare un parere d’iniziativa sultema: « Paradisi fiscali e finanziari: unaminaccia per il mercato interno dell’UE ».Tale parere è stato adottato i giorni 23 e24 maggio 2012;

nel paragrafo « 3. Paradisi Fiscali »,del suddetto parere, il Comitato scrive che:« il rapporto dell’OCSE suscitò un’ondatadi proteste, in particolare di Svizzera,Lussemburgo e Uruguay. Ci furono discus-sioni animate sul caso Stati Uniti: il De-laware; che il Delaware sia una sorta diparadiso fiscale lo sanno benissimo gliamericani(...). Che il piccolo Stato a Suddella Pennsylvania offra grossi vantaggialle società off shore, presentandosi comeuna alternativa alle Isole Cayman o alleBermuda, sono in meno a saperlo, ma chiopera nel settore ne è al corrente datempo. Gli utili delle società stabilite inDelaware sono imputabili per trasparenzaai proprietari che, se non sono cittadiniamericani e se l’attività della società èsvolta fuori dagli USA, non sono soggetti atassazione negli USA ». Il parere in meritoa questi paradisi fiscali continua con:« riciclaggio di denaro sporco, evasionifiscali, provvista per operazioni di corru-zione o per distrarre fondi alle propriesocietà: sono questi i più rilevanti e diffusimotori di questi paradisi. Da qui partonogli attacchi ai debiti sovrani in difficoltà,come pure le grandi campagne per latutela della libertà incondizionata di mo-vimento dei capitali, coinvolgendo media,partiti politici e rappresentanti delle isti-tuzioni »;

inoltre, sempre nel suddetto para-grafo in merito a questi paradisi fiscali silegge anche che: « L’assenza di controllifiscali o l’esistenza di regole deboli divigilanza prudenziale, l’opacità delle infor-

mazioni ai fini della identificazione dellepersone fisiche e giuridiche, o qualsiasialtra circostanza di carattere giuridico oamministrativo consentono alle impreseche operano dai loro territori di benefi-ciare di una quasi totale impunità e goderedi vantaggi competitivi intollerabili, e diuna copertura contro l’azione delle auto-rità giudiziarie e amministrative dei paesiterzi »;

come si apprende dal sito web delMinistero dell’economia e delle finanze inmerito alle privatizzazioni avviate neglianni Novanta, la principale motivazioneche ha spinto l’Italia ad intraprendere erealizzare un così ampio processo di di-smissione di aziende pubbliche, è statal’esigenza di ridurre in modo consistente ildebito pubblico. Dal 1994 al 2010 le pri-vatizzazioni hanno determinato introiticomplessivi per lo Stato di circa 95 mi-liardi di euro con conseguente risultanteriduzione del debito – passato, in rapportoal prodotto interno lordo, dal 121 percento del 1994 al 106,4 del 2005 – hadeterminato una minore spesa per inte-ressi dell’ordine di 30 miliardi in terminicumulati;

tuttavia, a fronte di una riduzione dispesa di interessi del debito pubblico disoli 30 miliardi di euro, le privatizzazionihanno di contro concorso alla riduzione disovranità nazionale in settori che deter-minano servizi atti anche a garantire idiritti dei cittadini come quelli riferibiliall’energia, alle comunicazioni, ai trasportie a servizi fondamentali come il creditobancario che sono passati al mercato e aiprivati con contestuale aumenti delle speseper la cittadinanza e per le amministra-zioni;

dal comunicato stampa del Ministerodell’economia e delle finanze n. 191 del 29settembre 2015 si apprende che il Mini-stero dell’economia e delle finanze definitola struttura del consorzio di garanzia ecollocamento per l’operazione di aperturaal mercato del capitale di Enav spa con-ferendo a Barclays Capital, Credit Suisse eMediobanca l’incarico di global coordina-

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tor e a JP Morgan e Unicredit l’incarico dijoint bookrunner. Il piano delle attivitàprevede che l’operazione possa essere rea-lizzata nella prima metà del 2016, com-patibilmente con le condizioni dei mercati;

il global coordinator è un soggetto checoordina il consorzio di collocamento esegue una società in tutto il processo diofferta dei propri strumenti finanziari sulmercato, mentre il joint bookrunner è unintermediario che raccoglie e accentratutti gli ordini di acquisto/sottoscrizioneproposti dagli investitori istituzionali inmerito ai titoli oggetto di offerta. L’attivitàsvolta dal bookrunner consente di stimarele curve di domanda e di offerta dei titolioggetto di offerta e, in tal modo, contri-buisce a determinare il prezzo di colloca-mento;

JP Morgan è nota per le vicendelegate ai mutui subprime che hanno datoil via alla crisi mondiale e alla manipola-zione del mercato dell’energia negli StatiUniti D’America ed è protagonista anchedello scandalo della London Whale inInghilterra. Inoltre, nel documento da essaredatto « Europe Economic Research » del28 maggio 2013, individua, dal suo puntodi vista, tra le riforme strutturali piùurgenti quelle in termini di riduzione deicosti del lavoro, di aumento della flessi-bilità e della libertà di licenziare, di pri-vatizzazione, di deregolamentazione, di li-beralizzazione dei settori industriali « pro-tetti » dallo Stato. Secondo JP Morgan ilproblema in Europa è legato anche a un« eccesso di democrazia » che andrebberidimensionato lasciando intendere, a giu-dizio dell’interrogante, che le Costituzionidei Paesi del Sud d’Europa, e quindi anchequella italiana – atte a garantire le libertàe i diritti dei cittadini e dei lavoratori –andrebbero accantonate;

Barclays insieme a JP Morgan, ècoinvolta nello scandalo Libor, in meritoalla manipolazione del mercato dei cambiconcordando in anticipo alcune transa-zioni in maniera tale da ricavarne plusva-lenze a scapito dei clienti;

ai sensi dell’articolo 13, comma 6, deldecreto-legge n. 332 del 1994 modificato

dalla legge n. 474 del 1994, il Ministrodell’economia e delle finanze trasmette alParlamento una relazione semestrale sulleoperazioni di cessione delle partecipazioniin società controllate direttamente o indi-rettamente dallo Stato, effettuate nel se-mestre precedente, nella quale sonoespressamente indicati per ogni singolacessione, i proventi lordi, le forme e lemodalità ammesse per il pagamento delcorrispettivo dell’alienazione, i compensiper gli incarichi di consulenza e di valu-tazione e le quote dei proventi lordi de-stinate alla copertura degli oneri e deicompensi connessi alle operazioni di col-locamento e di cessione. Dall’anno 2011non vengono più presentate le relazioni alParlamento;

a detta dell’interrogante risulta in-comprensibile la privatizzazione di ENAV,una società pubblica e fondamentale perla sicurezza dello spazio aereo e delle rottecommerciali dei vettori aerei che non solochiude in attivo i propri bilanci, ma di-stribuisce anche dividendi allo Stato amaggior ragione, perché in questo pro-cesso di privatizzazione sono coinvolti sog-getti come JP Morgan e Barclays che nonsono attendibili a fronte dei problemievidenziati in premessa e per tanto unripensamento della privatizzazione diEnav dovrebbe esser considerato comeprioritario –:

se i Ministri siano a conoscenza deifatti espressi in premessa e se tali infor-mazioni trovino conferma;

se il Governo, anche alla luce diquanto accaduto per Ferrovie dello Statoitaliane, intenda assumere iniziative perbloccare o rimandare la privatizzazione diENAV;

se sia stato già approvato il nuovocontratto di programma di ENAV riferibileai prossimi anni, necessario e preordinatoal piano industriale;

quali siano le motivazioni per cui ilGoverno abbia autorizzato e consentito lacreazione di Enav North Atlantic LimitedLiability Company, tra l’altro in un « pa-

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radiso fiscale », noto per mancanza ditrasparenza, garanzia di anonimato non-ché di copertura contro l’azione giudizia-ria, in netto contrasto con i principi diefficienza, correttezza e trasparenza pro-pri di una società pubblica come Enavs.p.a;

se il Governo intenda assumere ini-ziative per istituire forme di incentiva-zione alla privatizzazione di ENAV e inquali modalità e termini intendano prov-vedere;

quali siano i motivi per cui dall’anno2011 non risultino più trasmesse al Par-lamento le relazioni sulle privatizzazioniai sensi dell’articolo 13, comma 6, deldecreto-legge n. 332 del 1994 modificatodalla legge n. 474 del 1994 e se intendanoprovvedere alla loro trasmissione.

(5-08225)

Ritiro di documentidel sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritiratidai presentatori:

interrogazione a risposta immediatain Commissione Santelli n. 5-07898 del 24febbraio 2016;

interrogazione a risposta scritta Ca-pelli n. 4-12237 del 25 febbraio 2016;

interrogazione a risposta in Commis-sione Santerini n. 5-07926 del 25 febbraio2016;

interrogazione a risposta in Commis-sione Bechis n. 5-08168 del 17 marzo2016;

interrogazione a risposta in Commis-sione Silvia Giordano n. 5-08185 del 18marzo 2016;

interrogazione a risposta in Commis-sione Carnevali n. 5-08202 del 22 marzo2016.

ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta immediata inAssemblea Fauttilli n. 3-02160 pubblicatanell’Allegato B ai resoconti della sedutan. 602 del 5 aprile 2016. Alla pagina36200, seconda colonna, dalla riga qua-rantunesima alla riga quarantatresimadeve leggersi: « in località Padiglione/Spa-dellata nei territori di Anzio, Nettuno eAprilia, è stata recentemente » e non comestampato.

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