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EDITORIALE

LA TIGRE DI CARTONE. QUELLA CHE SEMBRAVA UN’ORDA INVINCIBILE SI STA RILEVANDO UN’ACCOZZAGLIA

• Terrorismo, migranti e la “quarta sponda”;

• Convenzione Pegaso;

• Caos Scuola;

• Combattere abusivismo ed illegalità, Favoriscono gli arroganti e danneggiano i cittadini;

• Aumentare gli organici della Polizia di Stato. Procedere a nuove assunzione. Personale giovane per i Reparti Mobili;

• Prevenzione criminalità e terrorismo. Coinvolgere ex appartenenti alle Forze di Polizia;

• Immigrazione a Milano. Accantonata l’idea di una assurda tendopoli, spunta quella di usare caserme;

• Aggressione a sfondo sessuale di un richiedente asilo a Catanzaro.;

• Terrorismo. La “mannaia o il machete” sono diventati il simbolo del terrorismo “individuale”;

• Un vigilante derubato della pistola durante un’aggressione di un extracomunitario;

• Disastro ferroviario nel barese. Errore umano? Grave il ritardo tecnologico e la lentezza della burocrazia;

• Contrato …. Nulla … !!!;

• Le pensioni costatano troppo al Paese. Si taglino le pensioni sociali agli stranieri che non risiedono in Italia. Necessari controlli a tappeto;

• Aderisci al LI.SI.PO.;

• Convenzione SOS Assistance.

SOMMARIO

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LA TIGRE DI CARTONE. QUELLA CHE SEMBRAVA UN’ORDA INVINCIBILE SI STA RIVELANDO UN’ACCOZZAGLIA DI FOLLI CHE PERSA LA GUERRA, PUO’

PORTARE IL TERRORE IN EUROPA ED IN ALTRE PARTI DEL MONDO

In questi giorni, le TV, portano nelle nostre case, immagini di guerriglieri dell’ISIS in fuga, bombardati ed attaccati, da truppe USA e della coalizione internazionale, pur con ruoli e compiti diversificati. Le bandiere nere dell’ISIS, hanno portato paura e morte, in tanti Paesi del mondo, ma soprattutto in Siria, Iraq, in Libia e, attraverso organizzazioni affiliate , in Yemen, Nigeria , Tunisia ed altri Paesi. Tutto è iniziato con gli errori madornali ed assurdi, degni di ”dilettanti allo sbaraglio“, degli USA che ingenuamente sono intervenuti in Iraq, facendo cadere Saddam, accusato di essere un feroce dittatore e gestendo il dopo- Saddam, in maniera pasticciona, tanto da far rimpiangere il dittatore, dopo breve tempo. Esportare la “democrazia”, questa l’ottica USA, senza pensare che ogni Paese ha la sua storia, i suoi usi, i suoi costumi. Evidentemente la caduta dello Scià in Persia (Iran), non aveva insegnato nulla. Un Sovrano illuminato che inviava i giovani del suo Paese, a spese dello Stato, nelle migliori università del mondo, che aveva fatto molto per l’emancipazione delle donne, aveva ben gestito l’economia persiana, creando benessere diffuso, era stata abbattuto

dalla rivolta religiosa e dalla insipida interferenza USA, Una grande perdita per il mondo occidentale e per le speranze di emancipazione e vera democrazia, in quell’area geo-politica. Imperterriti, gli Usa, hanno continuato a commettere sempre gli stessi errori. Il dopo Saddam si è caratterizzato per epurazioni massicce nell’Esercito Irakeno, per rivolte e per la costituzione di un primo consistente nucleo di ribelli, destinato ad essere l’ossatura della futura Isis. Generali, Ufficiali superiori ed intermedi, specialisti dell’esercito di Saddam, sono diventati l’ossatura intelligente e portante dell’armata del “terrore”. Attentati ovunque, conquista di estesi pezzi di territorio Irakeno, occupati in modo stabile, mentre il “nuovo” esercito Irakeno, si liquefava, alla sola vista delle ”bandiere nere”, abbandonando sul

terreno, sofisticati armamenti, appena forniti dagli USA. Anche in Siria, secondo gli USA, c’era una feroce dittatura, rappresentata dal Presidente Assad. Altri errori, giungendo ad addestrare combattenti anti-Assad che, regolarmente, durante o a fine addestramento, passavano “armi e bagagli” con i terroristi dell’Isis o gruppi similare. In Siria, Assad, si rivela un “osso duro” e resiste a tutto ed a tutti, il che fa pensare che la stragrande maggioranza del suo popolo è con lui e del resto, in Siria vi era benessere diffuso, tant’è che il livello culturale e professionale dei siriani, è elevatissimo. Errore dell’occidente anche in Libia, dove, soprattutto Francia e Gran Bretagna, hanno commesso l’errore di far cadere Gheddafi, con la solita scusa della “democrazia” che in realtà, nascondeva la voglia

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di mettere le mani sul petrolio libico. Anche la “primavera araba”, ha dato una mano all’espansione dell’Isis, portando alla caduta di Mubarak in Egitto e di Ben Alì in Tunisia, amici dell’occidente e che, anche se non campioni di “democrazia”, avevano fatto molto per i loro Paesi. Per combattere l’Isis, gli USA hanno promosso, da tempo, delle coalizioni “internazionali”, composte da tanti Paesi ma, l‘impressione che emergeva chiaramente, è che non si volesse fare sul serio: pochi bombardamenti, enormi colonne di mezzi che trasportavano petrolio Isis che viaggiavano impunemente, scarsa o nessuna determinazione. Intanto l’arroganza e l’audacia dell’Isis, veniva esportata, con “cani sciolti” o piccolissime unità, che operano in vari Paesi del mondo, come in Francia ed in Pakistan ecc., con attentati folli e sanguinari. Questa nuova “tattica” viene

accentuata, in parallelo con le sconfitte sul terreno, soprattutto grazie al deciso e concreto intervento russo e dei coraggiosissimi combattenti curdi. L’Isis si era impadronito di vaste aree del territorio libico, soprattutto nell’area di Sirte. Gli USA, finalmente, hanno deciso di attaccare i ”tagliagole”, di fare sul serio, insomma. L’armata dei “pazzi invincibili”, si è rivelata un’accozzaglia di cialtroni che prediligono la fuga, utilizzando donne e bambini, come “scudi umani”, al combattimento. In fuga dall’Iraq, dalla Siria, dalla Libia ecc., dove andranno questi assassini? Intanto, come Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO./S.E.L.P.), riteniamo che pesanti infiltrazioni terroristiche, vi siano già state in Italia e nel resto d’Europa, confondendosi con la massa di “migranti” giunti sulle coste italiane ed ora, tanti “soldati neri” in fuga, potrebbero puntare sull’Italia, “ventre

molle d’Europa”, per continuare con altre strategie, la loro guerra. La politica delle “braccia aperte”, è fallimentare, per tanti motivi, anche per quanto concerne il fronte “terrorismo”. Rafforzare i controlli ma, soprattutto, pugno duro contro gli aspiranti “martiri”. Leggi più certe e dure contro il terrorismo ed immediato rafforzamento, in uomini e mezzi, delle Forze di Polizia, sono una evidente necessità.

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TERRORISMO, MIGRANTI E LA “QUARTA SPONDA”

Il problema dell’immigrazione scomposta, incontrollabile e caotica, anima, da molto tempo,oramai, il dibattito, politico e non, nel nostro Paese. La situazione si fa sempre più difficile e sta provocando tensione e forte preoccupazione e proteste, che vedono la classe politica e gli abitanti di tante città, contrapporsi, in maniera sempre più decisa e veemente. Il fenomeno dell’immigrazione, sta assumendo dimensioni sempre preoccupanti e controllare il fenomeno, è sempre più difficile. La distribuzione sul territorio, dei nuovi venuti, provoca manifestazioni di protesta di cittadini che hanno sempre maggiori difficoltà a convivere con i nuovi venuti, anche perché, la distribuzione territoriale dei migranti, troppe volte, segue criteri di difficile comprensione. Piccoli centri, vedono l’assegnazione di un numero, proporzionalmente spropositato di migranti, rispetto alla popolazione . Anche l’ordine e la

sicurezza pubblica, ne risentono fortemente e le pretese e talvolta l’arroganza e persino la violenza e la commissione di reati, che vedono protagonisti dei ”migranti”, sia pure in percentuale non allarmante, sono da ostacolo ad un processo di integrazione. La situazione per il nostro Paese, sul fronte economico, è preoccupante e questo provoca una sorta di “guerra fra poveri”. Milioni di italiani sono in condizioni di povertà, altri senza casa e senza lavoro e di fronte al comportamento, quanto meno poco riconoscente di una parte di migranti che protestano per il cibo, per il vestiario, per l’alloggio ecc.,. mentre per gli italiani, è sempre più difficile arrivare alla seconda settimana del mese e mancano risposte

concrete e risolutive, da parte delle Istituzioni, lo sconcerto è ovvio, quasi scontato.La realtà vera è che il nostro Paese, non è in grado di accogliere tutti e che l’Europa è sostanzialmente assente, ritenendo, forse, che il problema riguardi solo l’Italia e la Grecia. Appare chiaro che l’Italia e la Grecia, non possono affrontare da sole, un problema epocale e che riguarda milioni di uomini, donne, bambini, che si riversano, da ogni parte del mondo, sulle nostre coste e su quelle greche. Una parte cercherà di rimanere nel Paese di primo approdo, tanti altri sperano di raggiungere altri Paesi dalle economie più solide e capaci di offrire un futuro a loro ed ai loro figli. In un quadro migratorio già

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difficile, ora si inserisce prepotentemente il fattore “terrorismo” e con la debacle dell’ISIS, non solo in Siria ed in Iraq, ma soprattutto il Libia, c’è il pericolo che molti “uomini neri”, si mischino ai migranti e raggiungano il nostro Paese, creando cellule terroristiche. C’è da ritenere che l’infiltrazione dei seguaci del Califfato, sia iniziata da tempo, ma ora, questo fenomeno, potrebbe diventare di preoccupanti dimensioni. Il percolo viene dalla nostra ex “quarta sponda” la Libia, sulle cui coste potrebbero riversarsi, non solo i “tagliagole” in rotta da Sirte, ma anche da vaste aree dell’Africa e dell’Asia, per poi affrontare la traversata, verso il nostro Paese. L’Italia è troppo generosa con questo tipo di immigrazione e speriamo

solo che non debba amaramente pentirsi per questa sua politica dell’accoglienza. E’ necessario fermare questo tipo di immigrazione, è necessario effettuare controlli sul territorio libico, previo opportuni accordi con le autorità di quel Paese, ed ammettere sul nostro territorio, solo coloro a cui viene riconosciuto il diritto all’asilo e non accettare nessun altro. Le navi da guerra usate come “taxi”, incentivano gli arrivi, in questo momento, forse, sarebbe più logico usarle,

per bloccare barche e barconi che rendono oro ai trafficanti di carne umana. E’ giunto il momento di “alzare la guardia“ e pensare ai nostri interessi nazionali. Massicce infiltrazioni terroristiche sono possibili: il tempo del “buonismo” è finito. Sul fronte dell’immigrazione, l’Italia ha fatto per intero la sua parte e l’Europa che spesso, a sproposito, sale in cattedra, farebbe bene a tacere e fare quello che avrebbe dovuto fare e che non ha fatto.

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CAOS SCUOLA

Il concorso scuola, la cui parte scritta si è svolta tra aprile e maggio 2016 ha lasciato l’amaro in bocca a tanti insegnanti: tanti bocciati, tanti non ammessi all’orale, tanti che ancora aspettano di sapere il risultato della loro prova. La campanella scolastica suonerà tra più o meno un mese e molti docenti hanno affrontato il concorso con la speranza di diventare di ruolo per l’inizio dell’anno scolastico, invece ciò per troppi non accadrà e questo, a giudizio del Partito Pensionati, è ingiusto nei confronti di chi ha insegnato, con serietà e professionalità, anni, a volte, decenni. Chi ha già saputo il suo risultato,se

positivo , sicuramente ha festeggiato ,se negativo, magari dopo anni di precariato, si interroga sul perché, per insegnare da precario era un insegnante “promosso” per insegnare in modo definitivo e stabile invece è “bocciato”. Seguendo i gruppi di precari nati attraverso i social media,leggendo articoli vari si leggono alcuni “dietro le quinte” del concorso: difficoltà nel trovare i membri delle commissioni giudicatrici, griglie di valutazione non ancora pubblicate ecc. Ma tutti questi punti, se confermati, saranno motivo di discussioni di organi preposti a tale scopo. Ciò che mi preme sottolineare è

che molti lavoratori ancora non sanno cosa succederà domani. E senza una sicurezza lavorativa tutta la loro vita può risultare “precaria”: dalla paura di stipulare un mutuo (sempre se lo riescono ad ottenere , in mancanza di un posto di lavoro stabile ),a quella di formare una famiglia. Non possono nemmeno sapere dove verranno chiamati, eventualmente, a fare supplenze. I fortunati, che potranno sperare in un incarico fino al 30 giugno, sono già un passo avanti rispetto ai tanti supplenti “giornalieri”, ossia quelli chiamati da un istituto ad un altro che cambiano sede anche più volte al mese e che non hanno la sicurezza

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di lavorare in modo continuativo, con tutte le incertezze e problemi, che questo comporta. Investire sul lavoro, a giudizio del Partito Pensionati, significa investire nel nostro Paese, l’economia può girare solo attraverso la sicurezza di uno stipendio: il principio è molto semplice perché se una persona non sa se guadagnerà qualcosa il mese prossimo,tenderà a conservare il più possibile intatto il suo stipendio, nel caso inverso, invece si sentirà più tranquillo e

affronterà spese varie che metteranno in circolo denaro che magari,a sua volta,creerà nuovi posti di lavori. Diamo lavoro ai nostri giovani e a chi è meno giovane e ha investito anni della sua vita in studio ed esperienza scolastica. A chi ha permesso a quella famosa campanella di suonare da settembre a giugno e ha operato da “precario”, con professionalità e competenza, per condurre i nostri bambini e ragazzi in un percorso di crescita

culturale, sociale ed emotiva, deve andare il “grazie” del Paese ed il Partito Pensionati invita il Governo a non usare nei confronti di questi lavoratori, che molto hanno dato alla Scuola italiana, la triste politica “dell’uso e getta”.

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COMBATTERE ABUSIVISMO ED ILLEGALITA’, FAVORISCONO GLI ARROGANTI E DANNEGGIANO I CITTADINI

L’immigrazione selvaggia, incontrollata e spesso arrogante è alimentata da migranti e da tanti clandestini, come emerge dal troppo lungo iter relativo al lavoro delle Commissioni preposte all’esame delle richieste di asilo. Oramai, non vi è angolo di città italiana, da nord a sud, isole comprese, che non vede un numero, sempre in crescita, di giovanottoni che si improvvisano parcheggiatori o porta-carrello, che, generalmente, impongono la loro presenza, previo “mancia”. Ovviamente svolgono illegalmente queste attività e sono indifferenti agli interventi degli operatori di Polizia, tesi a far cessare questa fastidiosa forma di

abusivismo. La stragrande maggioranza di questi stranieri, agisce nella certezza della impunità ed in taluni casi, oltre a rimanere indifferenti all’invito di non importunare le persone, assumono anche atteggiamenti di sfida, certi della più assoluta impunità. A giudizio del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO./S.E.L.P.), i Sindaci devono emanare puntuali ordinanza che prevedano misure concrete per porre fine ad una “moda” che sta dilagando e che crea disagi e problemi ai cittadini. Il nostro sta diventando un Paese troppo tollerante e permissivo ed in questa situazione, gli arroganti e

gli “impuniti”, diventano sempre più forti, sempre più spavaldi ed i cittadini, più soli ed indifesi. Norme inadeguate, ordinanze carenti o inesistenti ed alla fine, potrebbe essere l’operatore di Polizia ad essere “punito” per qualche “sbavatura” derivante dallo stress che questo tipo di attività comporta.

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AUMENTARE GLI ORGANICI DELLA POLIZIA DI STATO. PROCEDERE A NUOVE ASSUNZIONI. PERSONALE GIOVANE PER I REPARTI MOBILI

La morte del Sovrintendente Capo Diego Turra, per infarto, mentre era in servizio a Ventimiglia, con il suo Reparto, Il Reparto Mobile di Genova, che si occupa quasi esclusivamente di ordine pubblico, come in occasione della nota vicenda dei migranti che tentavano di entrare in Francia. Un lavoro durissimo estremamente stressante, anche quando non vi è scontro fisico, che per propria stessa natura richiede personale con specifiche attitudini psico-fisiche: bloccare facinorosi, respingere violenze “caricare” manifestanti inottemperanti alle disposizioni dell’Autorità di P.S., richiede particolare qualità ed attitudini. Si dice che il Sovr. Capo Turra stava appena scendendo dal pullman del suo Reparto, per predisporsi sul terreno, con i

suoi Colleghi, per evitare incidenti, quando si è sentito male , ma è possibile , che quel malore che l’ha portato alla morte, era stato causato anche dallo stress, dalle fatiche, accumulate in giorni di servizio pesantissimi. Sarà, comunque, chi di competenza ad accertare le esatte cause del decesso ma una domanda sorge spontanea: che ci faceva un uomo di 53 anni, come il Sovr. Capo, Turra, in un Reparto Mobile, non in un ufficio o un magazzino, ma in ordine pubblico? Si certo, allo stato degli atti, questo operatore di Polizia risultava, evidentemente, idoneo ad “incondizionato servizio”, ma, al di la di ogni considerazione, emerge chiaramente che l’età media degli operatori di Polizia, è troppo elevata e che, in particolare, ai Reparti

Mobili, deve essere assegnato personale giovane ed in piena efficienza fisica, preparati ad affrontare un lavoro particolare e duro, come quello dei Reparti Mobili. Evidentemente questa situazione è creata anche da una carenza di organico, che perdura da troppo tempo ed il LI.SI.PO./S.E.L.P. si chiede : il Governo cosa fa ?

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PREVENZIONE CRIMINALITA’ E TERRORISMO. COINVOLGERE EX APPARTENENTI ALLE FORZE DI POLIZIA

La sicurezza si sta rilevando uno dei problemi più sentiti, dai cittadini del nostro Paese. Tante persone hanno paura persino ad uscire di casa e vi è una preoccupante recrudescenza di episodi di micro e macro criminalità. Emerge continuamente il problema della scarsità degli organici delle Forze di Polizia ed il pericolo “terrorismo”, si fa sempre più incombente e preoccupante. Nei giorni scorsi, il Ministro Alfano, con una sua circolare, ha sottolineato l’opportunità che gli operatori di Polizia, portino al seguito, l’arma in dotazione, anche quando sono liberi dal servizio, proprio per garantire la presenza, ovunque, di operatori di Polizia, armati ed in condizioni di poter immediatamente intervenire, in

sintesi, per accrescere la presenza dello Stato, sul territorio. Vi è una enorme risorsa, nel nostro Paese, sul fronte della “sicurezza” e questa è rappresentata dalle migliaia e migliaia di operatori di Polizia, in pensione, ma ancora nelle condizioni psico-fisiche di poter maneggiare un’arma. Il Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO./S.E.L.P.), ritiene più opportuno, che a tutti agli ex operatori di Polizia, in possesso dei requisiti richiesti, a domanda, sia rilasciato il porto d’armi gratuito, in modo da aumentare, comunque, la possibilità di contrastare situazioni di pericolo, che richiedono interventi immediati. Le occasioni e le possibilità di impiego di ex operatori di Polizia, sempre su

base volontaria, per garantire un maggior controllo del territorio, sono tante, in tutti i campi della ”sicurezza”. Un numero enorme di Poliziotti, Carabinieri, Finanzieri ecc. con decenni di esperienza, tante volte, ancora relativamente giovani ed in buone condizioni fisiche e psichiche, sarebbero felicissimi di essere ancora utili al Paese: è solo necessaria la volontà politica di coinvolgerli.

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IMMIGRAZIONE A MILANO. ACCANTONATA L’IDEA DI UN’ASSURDA TENDOPOLI, SPUNTA QUELLA DI USARE CASERME . MILANO RISCHIA DI DIVENTARE UNA

CITTA’ “CALAMITA”, PER MIGRANTI DI TUTTO IL MONDO

In tutta Italia, si fa sempre più forte il dibattito attorno ai problemi creati da una immigrazione diventata oramai incontrollabile e forse scarsamente controllata. Città piccole e grandi, si dibattono, fra mille difficoltà, proprio a causa di immigrati che chiaramente, spesso non siamo in grado di accogliere e di gestire. Anche Milano, da sempre culla dell’efficienza, sta affrontando molte difficoltà, in relazione alla la “prova” immigrazione. Sono migliaia gli stranieri, provenienti da ogni parte del mondo, che dormono in “area stazione”, nei parchi ecc. . Ogni giorno, nuovi arrivi, ogni giorno, porta la sua “emergenza“ quotidiana. Il fenomeno sta assumendo una deriva imprevista, impensabile e per certi versi, assurda: si è aperto, addirittura, un dibattito, sulla

poligamia, magari con relativi assegni familiari, per mogli (tre, quattro…????) e relativi figli. Era deflagrata la notizia che in ambienti Comunali, si parlava dell’installazione di una tendopoli, per sistemare gli immigrati, ipotesi nettamente smentita dal Sindaco che ha parlato della possibilità di usare delle Caserme. La situazione a Milano e nell’intero Paese, a giudizio del LI.SI.PO./S.E.L.P. è preoccupante e nell’immediato futuro, potrebbero verificarsi situazioni che la “mollezza” dell’Italia, potrebbe non essere in grado di gestire e fronteggiare. Non si può continuare ad accogliere tutto e tutti non è credibile che il nostro Paese, possa rispondere ai bisogni ed alle esigenze di crescenti masse di persone, che solo

in piccola percentuale, hanno diritto alla “protezione internazionale”, perché perseguitati per motivi politici o religiosi o in fuga da una guerra, e che in gran parte, sono dei “migranti economici “a cui il nostro Paese non è in grado di dare risposte concrete, dal momento, che vi sono milioni di italiani senza lavoro, senza casa, in miseria, tanti dei quali hanno preso la via dell’emigrazione verso altri Paesi Europei e del mondo.

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AGGRESSIONE A SFONDO SESSUALE DI UN RICHIEDENTE ASILO, A CATANZARO. C’E’ CHI CREDE CHE IN ITALIA, SI POSSA FARE QUELLO CHE SI

VUOLE

Ancora un episodio di aggressione a sfondo sessuale, da parte di un immigrato, rifugiato politico, in attesa di asilo, verificatosi, questa volta, a Catanzaro. Si tratta di un cittadino del Gambia, rifugiato politico, in attesa di asilo che ha avvicinato una signora, proponendo un rapporto sessuale a pagamento ed al netto rifiuto di questa, gli sferrava un pugno, rompendogli il setto nasale. Il cittadino straniero aggrediva anche il compagno della

vittima, sottraendogli anche un borsello ed i Carabinieri, giunti sul posto, poco dopo, arrestavano lo straniero violento. Purtroppo vi sono troppi immigrati che scambiano il nostro modo di vivere, il nostro modello civiltà, per il diritto a fare quello che si vuole, giungendo a scambiare il nostro Paese per un “self-service” del sesso. Questo forse è il ringraziamento di questo signore e di quelli come lui, per l’accoglienza accordatogli. Al di là di questo episodio, vi è

la necessità, a giudizio del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO./S.E.L.P.) di un maggiore rigore nel gestire una immigrazione che definire “caotica” è poco e di maggiore rigidità nel riconoscimento del diritto all’asilo.

TERRORISMO. LA “MANNAIA” O IL “MACHETE” SONO DIVENTATI IL SIMBOLO DEL TERRORISMO “INDIVIDUALE”

Sempre più frequentemente, la “mannaia” o il similare “machete”, sono diventati il simbolo della paura di possibili “terroristi”. Da ultimo, a Venezia sono stati individuati alcuni mussulmani sospetti ed uno di questi, è stato trovato in possesso di una “mannaia”. Il possessore di questo strumento, ne ha giustificato il possesso, asserendo che serviva per macellare animali . E’ evidente che strumenti del genere, ”mannaia” o “machete” che siano, rappresentano un potenziale elevato pericolo

perché, nelle mani di esaltati o di terroristi “solitari”, possono essere utilizzati contro persone, con conseguenze più che prevedibili. Il Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO./S.E.L.P.) ritiene che debbano essere effettuati controlli più approfonditi e stringenti, sul trasporto di tali strumenti, ma anche per quanto concerne la

detenzione. Strumenti che possono essere usati per esercitare una professione, come quella di macellaio o, da malintenzionati, per aggredire o intimorire persone.

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UN VIGILANTES DERUBATO DELLA PISTOLA DURANTE UN’AGGRESSIONE DI UN EXTRACOMUNITARIO. CHI PORTA UNA DIVISA , DEVE ESSERE PRONTO AD

AFFRONTARE QUALSIASI EVENIENZA

Momenti di panico a Napoli,presso il Centro Direzionale, quando un extracomunitario, al momento non ancora identificato, dopo aver spintonato un vigilantes ed ingaggiato una colluttazione con lo stesso, si impossessava dell’arma in dotazione all’uomo in divisa e la puntava sui passanti, generando un panico, più che comprensibile. Secondo alcune fonti, l’uomo avrebbe provato a sparare ma l’arma, forse inceppata o per altro motivo, non ha funzionato ed il pronto arrivo sul posto di operatori

di Polizia, ha consentito di bloccare l’energumeno. Questo episodio appare di poco conto e relegato al gesto di “un folle”. Intanto, chi ha stabilito che l’autore dell’aggressione fosse un “folle” e non un “lupo solitario” che solo per caso, non ha fatto una strage? Questo individuo ha aggredito il vigilantes, impossessandosi della sua arma c’è da chiedersi: qualche cittadino è andato in soccorso del vigilantes? I vigilantes, ma anche tutti gli operatori di Polizia, effettuano regolarmente, oltre a corsi di

aggiornamento al “tiro”, anche corsi di autodifesa? Il Paese vive un momento difficile, un attacco terroristico può verificarsi ovunque per cui, a giudizio del LI.SI.PO./S.E.L.P. tutti coloro che, comunque, indossano una uniforme, in relazione alla quale, portano un’arma, devono essere adeguatamente preparati ad affrontare qualsiasi evenienza.

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DISASTRO FERROVIARIO NEL BARESE. ERRORE UMANO? GRAVE IL RITARDO TECNOLOGICO E LA LENTEZZA DELLA BUROCRAZIA

Il dramma enorme e l’emozione suscitata dai tanti morti e feriti, causati dal terribile incidente ferroviario verificatosi nel Barese, sono stati oggetto di considerazioni ed analisi di esperti del settore. Appare evidente che siamo in presenza di un ritardo tecnologico e di una burocrazia lenta, che segue riti e prassi, oramai superati e non in grado, per vari motivi, di accelerare tempi e “riti”. Il Sindacato Comparto Sicurezza e Difesa (S.C.S.D./S.E.L.P.) ritiene che sia opportuno approfondire i motivi per i quali, pur in presenza di significative risorse economiche, disponibili da anni, non sono stati effettuasti i lavori necessari

per il raddoppio della tratta ferroviaria teatro dell’incidente. Non è la prima volta che un disastro ferroviario si verifica nel nostro Paese ed un approfondito controllo dell’intera rete ferroviaria nazionale, appare necessario ed opportuno. In questi casi, spesso, si parla di “errore umano”, certo, è possibile e sarà l’Autorità Giudiziaria ad effettuare gli opportuni accertamenti, ma è anche vero che se “errore umano” vi è, c’è da considerare le condizioni ed il contesto, in cui questo personale lavora. Il S.C.S.D./S.E.L.P., spera che passata l’emozione, l’attenzione sul problema della sicurezza ferroviaria non diminuisca ed anche

la tragedia, in quanto tale, non venga rimossa . Abbiamo un’Italia a “due velocità” - non solo in campo industriale ed economiche, ma anche ferroviaria: a Nord, si discute come incrementare e migliorare l’alta velocità, a Sud, vi sono problemi, come il “binario unico.

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CONTRATTO....NULLA..!!!!!

IL LIBERO SINDACATO DI POLIZIA (LI.SI.PO./S.E.L.P.), si fa ancora una volta, portavoce delle mille problematiche che affliggono gli appartenenti della Polizia di Stato. Passano giorni, mesi, anni e ancora non sentiamo parlare di rinnovo del contratto. Il Governo con il contentino degli 80 € pensa di aver risolto il problema, ma il nostro Sindacato non ci sta e continua a chiedere di aprire il prima possibile ,un tavolo di trattative dedicato al “rinnovo contrattuale”. Certo il signor Ministro dell’Interno, ci chiede, in questo momento critico per il mondo libero, a causa dei ripetuti attentati in varie parti d’Europa, di essere armati anche fuori dal servizio. Noi, di certo, non ci tiriamo indietro, abbiamo scelto nella vita di indossare una divisa con la

voglia di essere al servizio del nostro Paese ed della nostra Gente ,ma vogliamo sottolineare che oltre ai doveri abbiamo anche dei DIRITTI……, quei Diritti che oggi il Governo sta snobbando, ignorando le esigenze più elementare degli Operatori di Polizia. Chiediamo non soltanto il rinnovo del contratto, ma anche una rivalutazione dell’ora di straordinario, attualmente pagataci 6.40 euro netti. La nostra proposta è sempre la stessa: un aumento, al netto dalle imposizioni fiscali, di 100 euro per tredici mensilità e l’elevazione, al netto di ritenute ed oneri vari, a 10 euro l’ora. per il lavoro straordinario, a partire dalla scadenza dell’ultimo contratto. Si propone inoltre che gli

“arretrati” comprensivi dell’ assegno di funzione, siano liquidati per il 50% dell’importo complessivo, alla sottoscrizione del nuovo contratto e per il rimanente 50%, mediante l’abbattimento della ritenuta mensile IRPEF, di 100euro al mese fino al recupero dell’ intera somma spettante. Proposte ragionevoli e proprio per questo, immediatamente accettabili dalla controparte.

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LE PENSIONI COSTANO TROPPO AL PAESE. SI TAGLINO LE PENSIONI SOCIALI AGLI STRANIERI CHE NON RISIEDONO IN ITALIA. NECESSARI CONTROLLI A

TAPPETO

Non passa giorno che esponenti politici o vertici dell’INPS, pongano in evidenza, l’alta incidenza delle pensioni, sul bilancio degli Enti previdenziali. Più volte è emerso il problema di anziani, spesso congiunti di stranieri residenti in Italia, che ottengono la pensione sociale, per poi rientrare nel Paese di origine, violando l’obbligo di residenza nel nostro Paese, così come descritto dalla legge. E’ di questi giorni, la notizia di 174 stranieri che per diversi anni hanno fruito, illegittimamente, la pensione sociale italiana.

L’Associazione Amici della Polizia (A. d. P. ) ritiene che i truffatori individuati, siano solo un piccolissima percentuale, rispetto al fenomeno, nella sua globalità. Sono indispensabili controlli a tappeto, in stretta collaborazione fra Comuni, INPS e Forze di Polizia. Mentre milioni di pensionati italiani, hanno pensioni da fame, è inammissibile che cittadini stranieri, fruiscano di pensione sociale, standosene tranquillamente nel loro Paese, al di fuori delle regole che caratterizzano, questo tipo

di pensione. L’A.d.P. ritiene che , anche al di fuori di comportamenti truffaldini, la pensione sociale a cittadini stranieri, debba essere riconosciuta, solo nel caso vi sia un regime di reciprocità, con il Paese dello straniero che richiede tale prestazione pensionistica.

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PER GLI APPARTENENTI ALLA POLIZIA DI STATO

ADERISCI AL LI.SI.PO. UN SINDACATO CHE HA FATTO LA STORIA DEI DIRITTI DEI POLIZIOTTI

COMPILA E INVIA A: [email protected]

DELEGA DI ISCRIZIONE AL LI.SI.PO.

CODICE 3824

All’Ufficio Amministrativo Contabile presso la Questura di______________________________________________________________

Alla Segreteria Provinciale LI.SI.PO._______________________________________________________________________________

Il/la sottoscritto/a______________________________________________________________________________________________

Abitante in______________________________________prov_______________________________________cap________________

Via________________________________________________________________nr_______tel_______________________________

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in servizio c/o_________________________________________________________________________________________________

con la qualifica di_____________________________autorizza la propria Amministrazione, ai sensi dell’art. 93 della legge 01.04.1981 nr.121, a trattenere mensilmente un importo pari allo 0,50% sugli emolumenti fissi per 13 mensilità a decorre dal__________________________quale contributo sindacale a favore del LI.SI.PO. sul codice 3824 da accreditare sul conto corrente di cui al codice IBAN:……………………………………………………………………. con le percentuali e destinazioni indicate con circolare ministeriale. La presente delega e valida fino al 31 dicembre di ogni anno e si intende tacitamente rinnovata ove non venga revocata entro il 31 ottobre. Il/la sottoscritto/a, per quanto previsto dal D. Lgs n. 196/2003, acconsente al trattamento dei propri dati personali nella misura necessaria per il perseguimento degli scopi statutari. Consente anche che i dati riguardanti l’iscrizione sindacale siano comunicati all’Amministrazione di appartenenza per essere trattati nella misura necessaria all’adempimento di obblighi previsti dalla legge e dai contratti.

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DATA FIRMA

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