Art Weekly Report_25 novembre 2013

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Area Research e Investor Relations

Monte dei Paschi di Siena

Sotheby’s: 1955 Lincoln Indianapolis Concept Car

…“The Art of Automobile”…

25 Novembre 2013

n.180

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Per essere forti ed

essere vincenti, bisogna arrivare a

prendere la bandiera a schiaffi

Marco Simoncelli

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

Nero su Bianco

A cura del Dott. Paolo Ceccherini

Marco Simoncelli

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Andamento mensile del Mps Art Market Value Index degli ultimi tre anni

(25/11/2010 – 25/11/2013)

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Il rendimento espresso dall’MPS Art Market Value Index resta superiore agli altri due indici considerati, raggiungendo nel triennio la performance del +65.4%, rispetto al +50.4% dello S&P500 e al dato del -10.6% di Piazza Affari. Con riferimento alle performance dei 3 indici dall’inizio dell’anno (01/01/2013) ad oggi, si registrano le seguenti variazioni: miglior performer il MPS Art Market Value Index (+46.1%) seguito dal S&P500 (+23.5%), chiude il Ftse Mib (+15.5%).

* Indice costruito su un paniere di 10 società quotate su mercati finanziari internazionali e operanti nel comparto artistico, ponderato per le capitalizzazioni medie giornaliere; l’indice è espresso in dollari poiché il fatturato del mercato artistico è realizzato prevalentemente in tale valuta (principio di competenza territoriale).

** Tutti e tre gli indici sono espressi in dollari

(Y): MPS Index Vs. FTSE Mib

(X): MPS Index Vs. S&P 500

X Y

+84.5% +32.2%

Matrice di correlazione

Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti da

info provider.

L’analisi mensile del MPS Art Market Value Index* mostra negli ultimi tre anni (Novembre 2010 – Novembre 2013) una correlazione con il Ftse Mib** diretta (+32,2%); rimane positiva la correlazione con il principale indice del mercato americano S&P 500, il cui dato aggiornato sull’ultima settimana si attesta a: +84.5%.

Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito: http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm

+50.4%

+65.4%

-10.6%

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150

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Mps Art Market Value FTSE Mib S&P 500

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

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Andamento settimanale del Mps Art Market Value Index

(dal 18/11/2013 al 22/11/2013)

In salita il FTSE Mib (+1.16%). l’indice Ftsemib, pur risultando tra i più deboli nella seduta di venerdì, è riuscito comunque a chiudere la settimana con un rialzo. Al suo interno spicca il deciso rialzo di Ferragamo che chiude le ultime cinque seduta con un guadagno di quasi il 9% dopo i positivi conti trimestrali. Misto l’andamento invece del comparto bancario.

Settimana positiva per il Mps Art Market Value Index (+1.63%). Tra le aste della settimana spicca l’asian Contemporary art e l’asta sulle automobili con risultati importanti: - per Christie’s ottimi risultati per l’asta “Asian 20th Century & Contemporary Art (Evening Sale)” battuta ad Hong Kong, ha realizzato oltre $ 121 milioni di dollari. - per Sotheby’s eccezionali risultati nell’asta ” Art of the Automobile”, presentata a New York il 21 Novembre realizzando $ 62,797,500.

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In salita l’ S&P 500 (+0.37%). Si chiude la settima settimana consecutiva in positivo per i principali indici, la miglior serie consecutiva di rialzi da quasi tre anni. In attesa di conoscere le future mosse della Fed sembra ancora prevalere l’ottimismo tra gli operatori che si sta traducendo anche in un deciso calo della volatilità (indice Vix prossimo al 12%). A livello settoriale la seduta di venerdì ha visto prevalere gli acquisti sui comparti health care e media, mentre si è mosso in controtendenza il comparto tecnologico trainato al ribasso da Intel.

Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito: http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm

Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti da info provider.

+0.37%

+ 1.63%

+1.16%

Cristie’s, Hong Kong, CHU TEH-CHUN, Untitled,

venduto a 9,1 milioni di dollari

97

99

101

103

18/11/2013

apertura

lunedì

19/11/13 20/11/13 21/11/13 22/11/13 Prezzo di

chiusura

venerdì

Mps Art Market Value S&P 500 Ftse Mib

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

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Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito: http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm

Andamento semestrale del Mps Art Global Painting Index negli ultimi sette anni

(01/01/2006 – 30/06/2013)

Il catalogo fa la differenza: la clientela è molto più attenta ed esigente rispetto alla fase euforica del 2008. Bene le opere di qualità, a conferma di un pubblico orientato per i capolavori di rilevanza storica.

Il rafforzamento del $ sulla sterlina, ha influito negativamente sulla performance complessiva dell’indice globale, anche se l’effetto è stato parzialmente compensato dalla crescita dell’Euro.

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Fonte: il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti dai siti

delle principali case d’aste.

I risultati consuntivi del I semestre 2013 mostrano un lieve calo rispetto al precedente semestre e dopo la fase di assestamento degli ultimi 3 anni: il MPS Global Painting Index è in diminuzione del -18,4 % su a.p.

Il mercato resta ancora lontano dal picco del 2008, favorito dal boom dell’arte contemporanea e dall’effetto valuta, e la ripresa sembra oggi ostacolata nei segmenti a maggior capitalizzazione: MPS Art Pre-war Index (-35,3% su a.p.) e Mps Art Post war Index (-4,6% su a.p.) in ribasso nonostante i record mondiali di questo semestre.

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MPS Global Painting Art Index (in $)

Confronto

1H13 vs 1H12

-18,4%

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Erano passati oltre dieci anni dall’ultima importante asta di automobili a Manhattan, ma i $62,797,500 di fatturato realizzati il 21 Novembre con Art of the Automobile, l’asta presentata da Sotheby’s e RM Auctions, leader globale nel campo delle aste automobilistiche attivo dal 1976, sono una testimonianza dell’interesse di un gran numero di collezionisti. Hanno partecipato, infatti, compratori provenienti da 17 paesi diversi, un 15% dei quali non avevano mai partecipato prima ad un’asta di automobili; venduto il 93% dei lotti da un catalogo composto da 31 automobili in grado di raccontare oltre un secolo di storia dell’automobilismo e del design, 2 motocicli e anche 7 pezzi d’arte. 16 lotti hanno superato il milione di dollari di aggiudicazione e ben 11 sono stati i nuovi record mondiali raggiunti. Ha realizzato il nuovo record di vendita, con un’aggiudicazione da $14,300,000, la Ferrari 250 LM del 1964, top lot dell’asta. Stimata tra i $12,000,000 – 15,000,000, questa Ferrari è il ventiquattresimo esemplare dei soli 32 prodotti, con un motore V12 da 320 cavalli, montato in posizione centrale. E’ stata un auto da corsa di successo nelle competizioni dell’epoca, fino a classificarsi ottava alla 24h di Dayton, nel 1968.

Automobili in Asta 1/2

Sono state sei in totale le Ferrari proposte in quest’asta, inclusa una Ferrari 108 Testarossa nella versione “giocattolo”, uno dei cinque esemplari prodotti per i giovanissimi appassionati di automobilismo della fine degli anni ’50. La Ferrari 108 Testarossa rappresenta uno dei pezzi per bambini realizzato con il più alto standard qualitativo, prodotto da Modena Ferrarina Italia; ha l’aspetto e le caratteristiche di una 250 Testarossa, solo in scala ridotta. Assemblata a mano e con i migliori componenti, ha un motore elettrico da 180 watt e 0,3 cavalli di potenza, nonostante sia nata per essere utilizzata da bambini. Era stata distribuita da Luigi Chinetti Motors, di New York, l’unico importatore di Ferrari negli Stati Uniti attivo in quegli anni; stimata $50,000-75,000, è stata aggiudicata per $126,500.

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

La Ferrari 250 LM era stata progettata per sostituire un altro modello di Ferrari, anch’esso presente in asta e tra le migliori aggiudicazioni di questa vendita, la Ferrari 250 GT SWB “Competition” Berlinetta Speciale, del 1959. Aggiudicata per $7,040,000 (stima iniziale $6,500,000 — 8,500,000), la sua carrozzeria era stata disegnata da Giorgetto Giugiaro e realizzata dalla Carrozzeria Bertone, su commissione di Enrico Wax; in questo modello erano state introdotte una serie di cifre stilistiche che sono diventate caratteristiche di diversi modelli negli anni successivi.

FERRARI 250 GT SWB "COMPETITION" BERLINETTA SPECIALE, 1959 Coachwork by Carrozzeria Bertone Design by Giorgetto Giugiaro Chassis no. 1739GT Engine no. 1739

www.sothebys.com

A cura della Dott.ssa Manuela Porcu

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ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

Una sola delle Ferrari proposte è rimasta invenduta, la F310 B, auto da corsa del 1997, guidata dal sette volte campione del mondo Michael Schumacher e da Eddie Irvine, stimata $750,000 — 950,000. Oltre all’attenzione verso il design e la rarità dei modelli, è stato proposto in asta anche un focus sulla storia culturale della società newyorkese. La Cadillac Custom Limousine “The Duchess” del 1941 era stata costruita per il Duca e la Duchessa di Windsor come automobile per il loro periodo di residenza a New York; stimata $500,000 — 800,000, è rimasta invenduta. La Aston Martin DB2/4 Mk II ‘Supersonic’ del 1956, regalo del newyorkese Richard Cowell a sua moglie Gail Vanderbilt Whitney, è stata aggiudicata per $2,310,000, mentre la Brewster Park Drag del 1892, capolavoro vittoriano, posseduta da Hamilton McKown Twombly e Florence Adele Vanderbilt, che stabilirono la loro residenza nella Fifth Avenue, è stata aggiudicata per $253,000: le finiture di questo esemplare sono personalizzate nel colore della Casa dei Vanderbilt, ed è stato un pezzo particolarmente significativo per la storia della vita sociale di New York.

www.sothebys.com

A cura della Dott.ssa Manuela Porcu

Automobili in Asta 2/2

BREWSTER PARK DRAG, 1892 Coach 19407 Credits: Sotheby’s

FERRARI 180 TESTA ROSSA

CHILDREN'S CAR, 1958

FERRARI 250 LM, 1964 Coachwork by Carrozzeria Scaglietti

Chassis no. 6107

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ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

A cura del Dott. Andrea Dardi

Prossimo appuntamento da Sotheby’s Milano:

l’asta di Arte Contemporanea del 26 e 27 novembre

Grande attesa per l’asta dei arte contemporanea che avrà luogo a Milano i prossimi 26 (ore 19) e 27 (ore 15) novembre da Sotheby’s. L’evento è importante perché fornisce le indicazioni di mercato più rilevanti per l’arte contemporanea italiana, e sarà interessante vedere se oltre ai nomi già noti, come Fontana, Manzoni, Boetti, ci saranno altri artisti in grado di influenzare il mercato nel prossimo futuro. Un nome che ha fatto registrare ottimi risultati di recente e che qui sarà presente con opere importanti è quello di Enrico Castellani. Il catalogo dell’asta è già disponibile per la consultazione online sul sito di Sotheby’s. Ci limitiamo a segnalare i lotti che dovrebbero catalizzare l’interesse dei collezionisti. Da osservare anche che ci sarà un solo monocromo di Manzoni in questa occasione, e sarà appassionante vedere come andranno le opere di altri artisti potenzialmente rilevanti come Rotelli, Accardi, Novelli.

A.Burri - Senza titolo (1952) Olio, vinavil, sabbia, sacco e collage su tela Stima: 250.000-350.000

euro Opera proveniente da una collezione privata americana e che è stata inclusa nella prima personale dell’artista nel 1953

Afro – Composizione (1957) Stima: 150.000-200.000 euro

Opera proveniente da una collezione privata milanese

R.Guttuso – La strada (1956) Stima: 100.000-150.000 euro

Dipinto appartenente ad un ciclo di opere in cui gli uomini vengono colti nel vivo delle loro attività quotidiane in una

condizione di affollata solitudine alienante

M.Schifano – Palo Alto (1960) Stima: 150.000-200.000 euro Uno dei primi monocromi pittorici dell’artista appartenente ad una collezione privata

L.Fontana – Concetto spaziale, Attese (1964)

Stima: 420.000-600.000 eur

Opera d’avanguardia, taglio blu

E.Castellani – Superficie bianca (1965) Stima: 290.000-300.000 euro Opera appartenente ad una collezione privata

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Da Sinistra J.Kerouac, Charlie Parker, sotto Jean-Michel Basquiat

La Ford Model T anche conosciuta semplicemente come Ford T o con il nomignolo di “Tin Lizzy” cioè lucertolina di latta (utilitaria), è l’automobile che più ha inciso sulla civiltà del XX secolo. È grazie al genio di Henry Ford (del quale il 30 luglio 2013 ricorrevano i 150 anni della sua nascita), ed a altri pochi fidati collaboratori, tra i quali occorre almeno menzionare il giovane ingegnere ungherese Joseph Galamb, l’altro ingegnere americano George Wills ed il modellista esperto in fusioni Charles Sorensen, che dalle officine di Piquette Avenue a Detroit, il 24 settembre 1908, viene sfornato il primo esemplare di Ford Model T, dando il via al primo modello di autovettura unico e standardizzato prodotto in serie. Dopo soli 11 mesi già veniva varcato il traguardo dei 10.000 esemplari prodotti; la sua

http://it.wikipedia.org/wiki/Henry_Ford/

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Ford Model T: nasce la motorizzazione di massa 1/2

produzione poi aumentò esponenzialmente nel 1913 grazie all’introduzione della catena di montaggio, e nel 1918 la metà delle auto circolanti negli USA erano Ford T. La Model T nasce all’insegna della massima robustezza, semplicità ed economicità costruttiva: spaziosa per una famiglia, facile da guidare, funzionale, senza accessori superflui, prerogative irrinunciabili in un’automobile che vuole proporsi come mezzo per lo sviluppo di una motorizzazione di massa. Diceva Ford “tutto quello che non c’è non si può rompere”. Gli ultimi modelli prodotti a fine serie montavano un motore di 2900 cc che sviluppava una potenza di appena 20 CV, facendole raggiungere la “straordinaria” velocità per l’epoca di circa 70 km orari. La Model T venne offerta inizialmente sul mercato al prezzo

«“Costruirò un’automobile per le masse. Sarà abbastanza grande per la famiglia, ma abbastanza piccola perché

possa soddisfare le esigenze di un singolo individuo. Sarà costruita con i materiali migliori, dagli uomini migliori che si possano trovare sul mercato, seguendo i progetti più semplici che la moderna ingegneria possa elaborare.

Ma avrà un prezzo così basso che ogni uomo con un buon salario potrà comprarsene una e godere con la sua famiglia la benedizione di ore piacevoli nei grandi spazi

aperti di Dio”. ”». (Henry Ford parlando della Ford Model T)

base di 850 Dollari, una quotazione apparentemente elevata rispetto alle possibilità della classe media americana (cifra che corrispondeva più o meno alla retribuzione annuale di un maestro di scuola), ma che comunque stabiliva un nuovo parametro di riferimento sotto il profilo del rapporto qualità/prezzo. Cosa ancora più importante, la “T” rende l’automobile un sogno realizzabile e alla portata di tutti, anche e soprattutto grazie ai comodi pagamenti rateali messi a disposizione dalle rete Ford. Secondo Robert Lacey, uno dei più esperti e documentati biografi di Henry Ford, “La Model T ha trasformato un giocattolo degli europei ricchi in un diritto congenito delle masse americane, dando vita al più strano degli innamoramenti; il perenne rapporto emotivo che lega ogni

A cura del Dott. Simone D’Onofrio ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

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americano alla sua automobile”. Grazie a “Tin Lizzy” l’automobile cessa infatti di essere uno snobbistico e ostentatorio passatempo riservato a una ristrettissima élite di facoltosi, diventando un pratico e versatile mezzo per la mobilità individuale, alla portata di tutte le tasche e all’altezza di tutte le esigenze. Con la nascita della Model T quindi l’automobile cessa di essere solo un lussuoso mezzo di trasporto di persone, divenendo anche uno strumento per il lavoro e la professione, un fedele alleato portatore di benessere e progresso sociale, una sorta di complemento antropomorfo dell’individuo meritevole di ogni cura e attenzione. Prima autovettura concepita come modello unico e standardizzato e soprattutto costruita in serie, restò in produzione per 20 anni dal 1908 al 1928 (alla fine di quell’anno negli USA circolava un’autovettura ogni 5 abitanti, in Gran Bretagna una ogni 43, ed in Italia solo una ogni 325), raggiungendo a fine serie la cifra astronomica di 15.007.033 modelli prodotti, record superato solo nel 1972 dal Maggiolino Volkswagen.

“Ogni cliente può ottenere una Ford T colorata di

qualunque colore desideri, purché sia nero”

(Henry Ford).

Pietra miliare nella storia dell’automobile e della motorizzazione su scala planetaria, la Ford Model T finirà per ricoprire anche una essenziale funzione aggregativa e sociale per la giovane nazione americana. Diceva infatti sempre Robert Lacey, “…insieme alla radio, fu la Model T che trasformò l’America da continente di agglomerati individuali in una vasta comunità”.” Trasformazione che di li a poco avrebbe, grazie allo sviluppo frenetico dei mezzi di comunicazione, ed alla produzione in serie, interessato tutto il mondo.

Henry Ford (Dearborn, 30 luglio 1863 – Detroit, 7 aprile 1947) è stato un imprenditore statunitense. Fu uno dei fondatori della Ford Motor Company, società produttrice di automobili, ancora oggi una delle maggiori del settore negli Stati Uniti e nel mondo. Tramite essa, guadagnò un capitale stimato in 199 miliardi di dollari, cosa che lo renderebbe la nona persona più ricca della storia. Figlio di agricoltori di origine irlandese, nel 1888 si trasferì a Detroit dove venne assunto dalla società d'elettricità di Thomas Alva Edison, uno dei padri della lampadina.[3] Durante il tempo libero si dedicò alla costruzione di un'automobile con il motore a combustione interna inventato da Carl Benz e Gottlieb Daimler pochi anni prima. Il primo prototipo di quadriciclo costruito da Ford, nel garage della propria abitazione, fu sperimentato su strada il 4 giugno 1896.

A cura del Dott. Simone D’Onofrio

Henry Ford

Fonte: http://blog.thehenryford.org/2012/03/exploring-the-origins-of-greenfield-village/

Ford Model T: nasce la motorizzazione di massa 2/2

Operai all’opera presso la catena di montaggio della

fabbrica Ford di Detroit

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

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Il fascino pittorico della velocità: Porsche e Ferrari 1/3

La casa automobilistica italiana Ferrari nasce nel 1939 a Modena, con la fondazione ad opera di Enzo Ferrari della Auto Avio Costruzioni. La costruzione di autovetture diventa l'attività principale solo nel 1947. Diversi i passaggi di denominazione: Auto Costruzioni Ferrari (1957), SAFAC (1960), Ferrari S.p.A. (1965). Grande fu la passione di Enzo Ferrari per le corse automobilistiche. La Ferrari S.p.A. gestisce la Scuderia Ferrari, con sede a Maranello, nella provincia di Modena. Fin dalla sua prima edizione, nel 1950, la Ferrari partecipa a tutte le edizioni del Campionato del Mondo di Formula 1. Vanta il maggior numero di successi: 15 titoli di Campione del mondo piloti, 16 titoli di Campione del mondo costruttori e 221 vittorie in un Gran Premio. Piloti famosi hanno corso per la Rossa, Tazio Nuvolari, Niki Lauda, Gilles Villeneuve, Michael Schumacher, Eddie Irvine, Felipe Massa e Fernando Alonso, per citarne alcuni. Marchio ufficiale é il cavallino rampante, simbolo di coraggio e temerarietà, attribuibile a quello che l'aviatore romagnolo Francesco Baracca, distintosi

Le sportive più amate

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A cura della Dott.ssa Giuseppina Greci

“Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della

velocità...Un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è

più bello della Vittoria di Samotracia. ” Manifesto del

Futurismo, 1909

Icone di progresso e di velocità, i moderni mezzi di trasporto, fin dalla loro comparsa nelle società industriali di fine XIX secolo-inizio XX secolo esercitano una profonda attrattiva su artisti e fotografi. Il pittore immpressionista Claude Monet realizza “Gare Saint-Lazare” nel 1877 mentre vedute di nuove città metropolitane popolano le foto in bianco e nero. Del resto già il passato conosce predecessori celebri che, affascinati dal dinamismo e dall'evoluzione della specie umana, elaborano progetti di macchine rivoluzionarie, esempio fra tutti, Leonardo da Vinci e le sue macchine rinascimentali. Nel XX secolo, innovazioni tecnologiche, industriali, scientifiche, affascinano artisti d'avanguardia, i Futuristi. Il 1909 é l'anno di nascita del movimento ad opera di Filippo Tommaso Marinetti. Nel primo manifesto viene esaltata la volontà di tagliare in maniera netta con il passato e con la tradizione a favore della vita moderna, della civiltà meccanica.

Non tanto l'estetica quanto il senso del movimento e la potenza dell'automobile sono fonte d'ispirazione, una velocità incontenibile capace, ad esempio, di invadere, in “velocità + paesaggio” di Giacomo Balla (1913), anche la cornice. Il secondo dopoguerra è l'inizio di una nuova società dei consumi, fondata sul benessere economico, sull'accorciarsi delle distanze fra classi sociali e su nuove esigenze di costume. Per far fronte a nuovi bisogni e nuovi desideri, alcune aziende hanno saputo fornire la giusta risposta, producendo oggetti di stile capaci di conquistare fin da subito un vasto pubblico, entrando in maniera dirompente nelle abitudini quotidiane e nell'immaginario collettivo, attraversando generazioni.

nella prima guerra mondiale, faceva dipingere sulle fiancate dei suoi aerei. Nel 1923, in occasione dalla vittoria del Gran Premio del Circuito di Savio, frazione di Ravenna, la madre dell'aviatore propose a Ferrari di utilizzare, come portafortuna, il cavallino del figlio sulle sue macchine. Il marchio attuale venne realizzato nel 1945 dall'incisore milanese Eligio Gerosa, modificando il disegno del cavallo e aggiungendo lo sfondo giallo canarino, uno dei colori di Modena. Il rosso delle auto da corsa Ferrari deriva da disposizioni diffuse nel periodo tra le due guerre

mondiali: secondo un provvedimento della Federazione Internazionale dell'Automobile, il colore rosso contraddistingueva le vetture italiane che gareggiavano in campionati automobilistici, il blu le auto francesi, il bianco le auto tedesche, il verde le auto inglesi. La Ferrari 125 S del 1947, prodotta in soli due esemplari, fu la prima autovettura a portare il nome Ferrari. Debutta al Gran Premio d'Italia nel 1948, a Torino, guidata dal francese Raymond Sommer, ottenendo un terzo posto dietro Wimille dell'Alfa Romeo e Villoresi della Maserati. Dal 1988, anno della scomparsa di Enzo Ferrari, la FIAT subentra per il 90% del pacchetto azionario. Nel 2006 la Mubadala, società finanziaria degli Emirati Arabi Uniti, promotrice della costruzione del Ferrari World ad Abu Dhabi, viene in possesso del 5% delle azioni, riacquistate nel 2010 dalla Ferrari. Nel 2013, a Shanghai, viene inaugurato il primo museo estero della Ferrari. Negli anni, la collaborazione stilistica con la Pininfarina e l'apporto di illustri progettisti e designer hanno contribuito a trasformare le autovetture Ferrari in oggetti di lusso dallo stile unico, richiesti in tutto il mondo.

Fig. 1: Giacomo Balla, velocità+paesaggio, 1913.

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

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Enrico Ghinato e Alessandro Gedda sono artisti appartenenti a generazioni diverse, li accomuna la passione per le e auto di lusso, un fascino intramontabile oggi come ieri. Classe 1955, Enrico Ghinato, autodidatta, si forma giovanissimo studiando i maestri rinascimentali e i pittori fiammighi. Dotato di un'invidiabile bravura tecnica, con un'attenzione quasi maniacale per i dettagli, Ghinato abbraccia l'iperrealismo -linguaggio diffuso negli Stati Unisti a partire dagli anni Settanta-, portandolo a estreme sperimentazioni. Le sue automobili dipinte “made in Italy” rasentano la perfezione realistica, invogliano lo spettatore a immaginare di percorrerne le linee sinuose e i dettagli di stile, richiamando l'eccitazione che solo la visione di un modello reale può provocare. Occasionalmente il suo sguardo creativo si posa su alcuni dettagli, ponendoli al centro dell'attenzione e esaltandone il design, particolari dalle sfaccettature ogni volta diverse che invogliano alla pura contemplazione. La mostra «L'auto, la forma e i riflessi», ultima fatica dell'artista presente tra il 2012 e il 2013 al MAUTO di Torino e al MEF di Modena, ha restituito allo sguardo dei visitatori uno studio accurato di volumi, colori, prospettive che da sempre rende le opere di Ghinato difficilmente eguagliabili.

Nello stesso periodo il Museo della Musica di Bologna lo invita a dar spazio a forme automobilistiche su un supporto dalla storia leggendaria: nasce la Fender Ferrari 50. Ghinato ha mantenuto nei diversi anni di carriera artistica un livello qualitativamente alto e raffinato; é tuttora considerato uno dei massimi esponenti dell'iperrealismo applicato al settore automobilistico. Classe 1965 , Alessandro Gedda é artista e designer di origine toscana. Nel 2010 dà vita al Design destrutturato: oggetti dall'apparente equilibrio precario poiché privi di una vera e propria struttura portante, realizzati con materiali di recupero -legno, plastica, schede elettroniche...-, sapientemente accostati o incollati. Alla serie “I Giganti” appartiene una tazza grande quasi tre metri, una matita, una coppa di champagne, una Porsche 911, lunga 4,30 metri e composta dall’assemblaggio di ben oltre 6.500 piccoli pezzi di legno, con una cerniera lunga 7 metri che unisce le due metà dell'automobile.

La casa automobilistica tedesca Porsche nasce nel 1931, con la fondazione, a Stoccarda, dello studio di progettazione ed ingegneria Dr. Ing. h.c. F. Porsche Gmb. Modelli celebri: Modello 356 (1948): prima automobile prodotta in serie con il marchio Porsche, nelle versioni cabrio e coupé, oltre alla Speedster per il mercato americano. Ben presto, al motore tradizionale a 4 cilindri, con singolo albero a camme nel basamento, si affianca, solo per le versioni più sportive, un motore più complesso, con sistema di distribuzione a doppio albero a camme in testa. Un modello quest'ultimo conosciuto come Carrera, in onore della gara automobilistica Carrera Panamericana. 550 Spyder (1953): studiata appositamente per le competizioni, ha come punto di forza l'estrema leggerezza, Sarà proprio al volante di una “550” che James Dean morirà, il 30 settembre 1955, in un incidente stradale. Porsche 911 (1953): vincitrice per ben due volte del Gran Premio di Montecarlo. Nel 1975 nasce una 911 per corse su strada, la Porsche Turbo, vettura molto potente ma difficile da guidare. Problema comune a tutte le vetture turbo di prima generazione é il cosidetto “turbo lag”, un ritardo di erogazione della potenza rispetto al momento

in cui viene premuto l'acceleratore, costringendo il pilota ad anticipare l'accelerata e la staccata per ottenere la potenza voluta al momento giusto. In cinquant'anni, sono state prodotte diverse serie della 911, con cilindrate sempre maggiori: 930 (per versioni turbo), 964, 993, 996, 997, Porsche 991, 997. Porsche 959: prodotta a metà degli anni Ottanta in soli 288 esemplari, vince nel 1986 la Parigi-Dakar. Porsche Boxter (1996): modello dalla tenuta di strada eccezionale grazie al posizionamento del motore subito dietro i sedili e all'interno dell'asse posteriore. E' la prima vettura della casa Porsche con raffreddamento non più ad aria ma a liquido. Da questo modello deriva il modello Cayman. Porsche Carrera GT: prodotti quasi 2000 esemplari nei primi anni XXI secolo. Porsche Cayenne (2002): prima SUV della casa, creata in collaborazione con le case automobilistiche Volkswagen e Audi. Nel 2009 viene inaugurato il Porsche Museum, nelle vicinanze della sede storica, situata nel quartiere Zuffenhausen di Stoccarda. Dal 2012, la Volkswagen possiede interamente il capitale sociale della Porsche. Il 2013 é l'anno della Porsche 918, modello dalla potenza e dalle prestazioni più elevati nella storia Porsche delle vetture di strada.

A cura della Dott.ssa Giuseppina Greci

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

Fig. 2: opera di Enrico Ghinato

Fig. 3: Enrico Ghinato, Fender Ferrari 50

Il fascino pittorico della velocità: Porsche e Ferrari 2/3

Page 13: Art Weekly Report_25 novembre 2013

pag. 13

Le Porsche sono tra le passioni dell'artista, ne colleziona, soprattutto sono il soggetto principale di numerosi suoi dipinti, dal 2004 a oggi oltre un centinaio. Non solo tele. Nel 2007 celebra questa passione nell'ambito del progetto Porsche Colors, iniziativa itinerante che vede Gedda disquisire sul significato del colore accanto a Francesco Alberoni e Stefano Zecchi. Protagonista assoluta, all'interno delle diverse concessionarie coinvolte, una Porsche Cayman reale dipinta da Gedda con colori accessi e pennellate d'impulso, emotivamente vibranti. L'anno successivo, in occasione della Fiera d'arte milanese MiArt, l'auto viene innalzata con una gru sulla terrazza più alta di Milano, di fronte al Duomo. Seguiranno altre due iniziative dedicate alla Painted Art Car: I fiori di Porsche (2008) e Cayman 2010 (2010). Il fermento creativo di Gedda, alimentato dalla passione per il moderno, la tecnologia e l'antico, lo porta a un susseguirsi di sperimentazioni e progetti Nel 2011, egli dà inizio al un progetto ambizioso, Art Around the World (AAW): un container di 12 metri suddiviso in un laboratorio e in uno studio di pittura tocca i principali paesi del mondo -Russia, Cina, Giappone, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Sud Africa – con l'obiettivo di catturare sulla tela, la percezione immediata di diversità, emozioni, energie, colori.

Nel febbraio del 2012, Gedda espone presso il Salone del Veicolo d'Epoca, Autoclassica di Milano una quarantina di opere, realizzate con la tecnica sketches, schizzi di colore: automobili in corsa, ritratti di personaggi e piloti che hanno caratterizzato il mondo dell'automobile, da Enzo Ferrari, a Ettore Bugatti, Ferruccio Lamborghini, Niki Lauda, Ayrton Senna e molti altri. La passione per la Porsche non si attenua. Qualche mese più tardi, l'artista presenta il progetto “Inseguendo un Mito”, esposizione di tele ad olio che ritraggono auto e piloti-mito legati al mondo Porsche. Gedda dipinge solo durante l'estate e la primavera: «Dipingo in un'antica limonaia del Settecento che si affaccia su un parco. Dipingo solo quando torna la luce… Quando torna il sole, e quello che dipingo è totalmente diverso da quello che vedo, eppure lo stimolo arriva da quello». Nell'ottobre del 2011 l'artista varca il portale dell'Accademia d'Arte di San Pietroburgo. Si rivolge ai ragazzi, trasmette loro una profonda convinzione. L'arte é libertà interiore, attraverso di essa si ha la fortuna di liberare una visione, é convinto che il mondo appartenga veramente a chi crede nella bellezza dei propri sogni e delle passioni. E di passione si tratta quando il colore sulle sue tele dà forma alle linee sinuose di auto

intramontabili. Sperimentazioni su modelli automobilisti di successo appassionano anche artisti stranieri. Ron Arad, designer e artista israeliano, londinese di formazione artistica, ha trovato nella distruzione delle auto d'epoca un mezzo d'espressione insolito e affascinante, celebrando in particolare la mitica Fiat 500. Nella mostra “In Reverse” al Design Museum Holon di Tel Aviv, grande successo di pubblico ha ottenuto l'installazione realizzata con sei modelli di Fiat 500, pressati come fiori appassiti fino a raggiungere uno spessore di 12 centimetri, incollati alle pareti come quadri e successivamente ultimati con il posizionamento delle ruote, anch'esse schiacciate. L'auto, oggetto funzionale della società contemporanea, viene spogliata di ogni funzione e utilizzo per simulare, le parole dell'artista ne descrivono l'intento, l'incidente di un cartone animato o il disegno di un bambino, evocazione di un'infanzia carica di creatività primordiale, irrazionale, che nella memoria di Arad assume le fattezze della Fiat Topolino Giardinetta appartenuta alla sua famiglia.

A cura della Dott.ssa Giuseppina Greci

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

Fig. 4: Alessandro Gedda, Porsche 911,

legno e cerniera

Fig. 5: la Porsche Cayman

dipinta da Gedda viene issata

sulla terrazza più alta di fronte

al Duomo di Milano, in

occasione di MiArt 2008.

Il fascino pittorico della velocità: Porsche e Ferrari 3/3

Page 14: Art Weekly Report_25 novembre 2013

pag. 14

Il romanzo che pone al centro l’automobile da corsa e le passioni che da essa scaturiscono; comincia descrivendo in maniera sognante e incantevole una delle tante gare automobilistiche che si svolgevano agli albori del ‘900: “Nei giardini del re, a pascolare nella notte provvisoriamente miti, sotto le carcasse di ferro, intorno al cuore di pistoni li aspettavano 224 AUTOMOBILI, ferme sull’erba, in un vago odore di olio e di gloria. Erano lì per correre la grande corsa, da Parigi a Madrid, giù per l’Europa, dalla nebbia al sole. Lasciarmi andare a vedere il sogno, la velocità il miracolo, non fermarmi con uno sguardo triste, questa notte lasciami vivere laggiù sull’orlo del mondo, solo questa notte, poi tornerò Ai giardini di Versailles, madame, parte la corsa dei sogni, madame, Panhard-Levassor, 70 cavalli, 4 cilindri fatti di acciaio forato, come i cannoni, madame Potevano arrivare, le AUTOMOBILI, ai 140 chilometri orari, strappati a strade di terra e buche, contro ogni logica e buon senso, in un tempo in cui i treni, sulla scintillante sicurezza dei binari, arrivano con fatica ai 120”. Lo scrittore in questo breve passaggio, riesce con poche parole a farci sentire i “profumi” degli scarichi delle autovetture

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

“Ultimo Parri è un ragazzino che diventa vecchio cercando di mettere in ordine il mondo. Ha cinque anni quando vede la prima automobile, diciannove il giorno di Caporetto, venticinque quando incontra l’amore della sua vita, e molti di più la sera che muore, in un posto lontano. Questa storia è la sua storia”. Può la storia di una vita e di un grande amore essere raccontata in un circuito automobilistico, questo succede nel romanzo “Questa storia” del poliedrico scrittore torinese Alessandro Baricco, che da sempre ci delizia con i suoi scritti carichi di passione e di amore, raccontati sempre con uno stile impareggiabile e fuori dagli schemi tradizionali, con un linguaggio non comune ma sempre scorrevole ed espressivo. Baricco riesce a scrivere “Questa storia” nella quale senza chiaramente voler banalizzare, il famoso binomio: donne e motori, gioie e dolori, trova la sua dimensione più sognante e toccante. Ultimo Parri, il protagonista del romanzo, scopre che l’unico modo per dare un senso alla vita e di darle un equilibrio è di disegnare un circuito, un circuito perfetto. Sarà compito della donna da lui amata percorrerlo curva dopo curva, a bordo di un’autovettura, una sola ed unica volta…proprio come nella vita.

Alessandro Baricco parla di automobili e motori, ma…

…alla sua maniera 1/2

A cura del Dott. Simone D’Onofrio http://gruppodilettura.files.wordpress.com/2009/11/questastoria_baricco.jpg

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Tornando al romanzo di Baricco ed il lungo percorso di vita di Ultimo Parri dall’infanzia alla morte, indirettamente evocata nelle parole dell’amante Elizaveta, saltiamo, dovendo in questo luogo parlare di motori, all’ultimo capitolo ambientato nel 1950, sullo sfondo della classicissima Mille Miglia, dove nelle mura di un’osteria ha luogo un incontro passionale tanto assurdo, quanto furtivo, mentre la Grande Corsa ha attirato tutti magneticamente a sé, stendendo un velo di mistero che verrà svelato nell’epilogo finale e ben 19 anni dopo quando Elizaveta Seller a bordo di una Jaguar… … …si appresterà a compiere l’estremo volere del fu compagno Ultimo. Il suo commento sarà: “Bravo…è stato molto bravo…”. “Per la prima volta sentiva una gran voglia di stringere Ultimo tra le braccia e di toccarlo, e di sentire il suo corpo. Non mi importa di niente, pensò, vorrei solo quello. Voglio una cosa perduta, si disse”. Infine si limitò a dire, in tono perentorio: “Distruggetelo”. Così si conclude la storia anzi “Questa storia” di Ultimo Parri, appassionato di automobili.

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

A cura del Dott. Simone D’Onofrio http://gruppodilettura.files.wordpress.com/2009/11/questastoria_baricco.jpg

La prima edizione del romanzo, pubblicato nel 2005 da Fandango Libri, presenta una peculiarità: quattro diverse copertine tutte disegnate da Gianluigi Toccafondo.

dell’epoca mentre ci sfrecciano davanti nelle strade polverose ed impervie, sembra di vederli e quasi di toccarli gli equipaggi, di solito sempre composti da nobili annoiati, con le cuffiette di cuoio e gli occhialetti calati sugli occhi, con i loro meccanici al seguito che dovevano faticare non poco, durante tutta la notte, per rimettere a punto quei “gioielli” della meccanica. Cosa dovevano pensare gli abitanti delle campagne dell’epoca quando vedevano transitare quei mostri di gomma ed acciaio, più rumorosi che veloci? Cosa avranno provato al passaggio di tale tecnologia che all’epoca doveva avere un non so che di fantascientifico? Il famoso scrittore francese Jules Verne, che con i suoi racconti ricchi di avventure fantastiche aveva anticipato lo sviluppo dei mezzi di trasporto sia per terra che per aria che per mare e nel sottosuolo, moriva in quel periodo, precisamente il 24 marzo del 1905, ma quanti però avevano avuto la fortuna di leggerlo? Tutto all’epoca aveva il fascino dell’ignoto i motori poi anche una aura di sacralità e di deismo!

Alessandro Baricco parla di automobili e motori, ma…

…alla sua maniera 2/2

Page 16: Art Weekly Report_25 novembre 2013

pag. 16 ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

IDENTIKIT

Nome e cognome: Massimo Lauro

Luogo e data di nascita: Napoli, 3

dicembre 1954

Città di residenza: Napoli

Attività lavorativa: Imprenditore

Stato civile: Sposato con Angela Maria

Favorite; due figli, Andrea di 32 anni e

Maria Elena di 30 anni.

Prima opera acquistata: Un'opera di Gino

De Dominicis

La rubrica “Collezionisti” è dedicata ad

approfondire, di volta in volta, il pensiero, le

scelte e le opere dei principali collezionisti

d'arte contemporanea del territorio

nazionale.

Collezionisti: 1/2

Un pazzo, giocoso, romantico ponte fra arte e motori incanta il Giardino delle opere di Massimo Lauro

Massimo, quando e da dove nasce il desiderio di aprire uno spazio come "Il Giardino dei Lauri"? Il Giardino dei Lauri nasce nel 2009, a Città della Pieve in provincia di Perugia. In un primo momento, voleva essere uno spazio, privato, dove collocare le opere più voluminose. Poi, però, già dopo l’installazione dei primi lavori, l’effetto mi piacque molto così decisi di aprirlo al pubblico. Di quanti pezzi è composta oggi la raccolta che trova posto al Giardino dei Lauri? Esiste una linea che ne guida il progetto espositivo? Tra esterno ed interno, ci sono circa 75 opere. Non credo si possa parlare della prevalenza di una scuola artistica particolare o di una tecnica specifica. La collezione comprende opere di diverso genere, stile, tecnica, è aperta a tutte le forme e i linguaggi dell’espressione artistica contemporanea. C’è una ricerca di giovani artisti, quello sì. Direi che l’elemento comune della collezione infatti è proprio la generazione a cui appartengono gli artisti: rientrano tutti nella fascia di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Che tipo di apertura al pubblico esiste? Lo spazio è aperto al pubblico il venerdì ed il sabato, l’ingresso è gratuito. Oltre che al Giardino dei Lauri, dove trova posto oggi la tua collezione? Alcune opere si trovano nella casa di Napoli, altre nella casa di Città della Pieve adiacente lo spazio denominato "Il Giardino dei Lauri". Altre invece sono in deposito, in attesa di collocazione. A cura della Dott.ssa Marianna Agliottone

www.ilgiardinodeilauri.it

Il capannone de Il Giardino dei Lauri, facciata esterna con veduta dell’opera “Untitled

(Fiat 126P, Pink)" dell'artista polacco Piotr Uklanski

Angela e Massimo Lauro

Il Giardino dei Lauri si trova a Città della Pieve in

provincia di Perugia, ed è lo spazio dedicato all’arte

contemporanea creato dai collezionisti Angela e

Massimo Lauro per esporre parte della loro

collezione personale, attualmente comprendente circa

300 opere. La collezione Lauro, nata nel 1990,

accoglie i lavori dei maggiori protagonisti della

scena artistica contemporanea nazionale ed

internazionale, rappresentando nel suo complesso

uno straordinario percorso narrativo attraverso le

ricerche più attuali nel campo delle arti visive. Spazio

espositivo e dinamico, il Giardino dei Lauri è anche

un’associazione no profit che intende sviluppare la

sua vocazione quale centro propulsivo di rilievo

internazionale per una cultura del contemporaneo in

tutto il territorio umbro e toscano.

Page 17: Art Weekly Report_25 novembre 2013

pag. 17 ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

La tua collezione include opere ricollegabili alla tematica dei "Motori": Music Machine di Martin Kersels, Fiat126P di Piotr Uklanski, le lastre di alluminio di Aroon Young, la Motorbike di Vincenzo Rusciano. Descrivici ognuna di loro con un aggettivo. Quella di Kersels, posso solo dire che è di un pazzo completo. Quella di Rusciano direi che è "giocosa". Quelle di Young, sono delle "production paintings". Quella di Uklanski è romantica.

Collezionisti: 2/2

Un pazzo, giocoso, romantico ponte fra arte e motori incanta il Giardino delle opere di Massimo Lauro

Quale è il futuro della tua Collezione e quali sono i nuovi progetti che state realizzando al Giardino dei Lauri? Il futuro della collezione è la collezione, ovvero è curarla e rigenerarla, quando è possibile. Per quanto riguarda lo spazio, abbiamo diverse idee, ma al momento sono ancora in fase di valutazione. Un progetto che portiamo avanti dall’anno scorso è quello di favorire l’incontro di ragazzi e bambini con l’arte. Abbiamo creato una piccola serie di attività relative alle opere dello spazio. Più che altro è una guida per entrare in contatto con la pluralità dei linguaggi espressivi dell’arte contemporanea, stimolando l’interazione, la riflessione e il pensiero. Ci tengo a precisare che l’intento non è didattico. È solo un modo per rendere la visita degli under 18 più interessante e giocosa attraverso un coinvolgimento diretto. L’ultima opera che hai comprato? Un’opera di Elad Lassry, giovane artista israeliano che vive a Los Angeles.

A cura della Dott.ssa Marianna Agliottone www.ilgiardinodeilauri.it

Vincenzo Rusciano, Untitled (Motorbike), 2006 Legno, cartone, plexiglass, metallo, stoffa,

pneumatici, cm.127x190x83

E' in libreria il quarto volume della collana Quaderni del

collezionismo, frutto della collaborazione tra Johan & Levi e

Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli. Una collana che raccoglie e

restituisce al pubblico le conversazioni tra critici e curatori e

collezionisti italiani e stranieri presso la Pinacoteca Agnelli in dieci

anni di attività. I Quaderni del collezionismo mettono in luce

passioni, motivazioni, approfondimenti ed evidenziano le

conseguenze sociali del collezionismo contemporaneo attraverso il

racconto di storie curiose e avvincenti che nascono dagli aspetti più

“intimi” e “segreti” del vero collezionista, ovvero il gusto artistico,

l’amore e talvolta l’ossessione per gli oggetti collezionati. In questo

volume sono riuniti gli atti dei seguenti incontri: Massimo Lauro (che

trovate anche in questo numero di Art Weekly Report, intervistato

per la rubrica Collezionisti) in conversazione con Guido

Costa, Claudio Palmigiano in conversazione con Marcella Beccaria,

Enea Righi in conversazione con Marco Scotini, Lidia Berlingieri

Leopardi in conversazione con Guido Costa. (m. a.)

Pinacoteca Agnelli (a cura di) - Quaderni del collezionismo volume 4

Johan & Levi editore, anno 2013

Pagg. 76, € 12,00

ISBN 978-88-6010-103-7

www.johanandlevi.com

Page 18: Art Weekly Report_25 novembre 2013

pag. 18

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

Con questa sezione del report si è voluto interrogare alcuni tra i maggiori operatori nazionali ed internazionali del mondo dell’arte e della cultura, al fine di lasciare loro esprimere un proprio personale punto di vista sulle

tendenze attuali del settore, le aspettative future. *****

La riflessione vuole essere uno “spazio libero di espressione”, consapevoli che spesso sia utile sentire voci diverse, per riconoscere meglio la propria.

A cura di Vernice Progetti culturali www.verniceprogetti.it www.sothebys.com/

Vernice presenta: Art of the Automobile

Gli appassionati di auto da collezione non dovranno attendere molto per una nuova ed emozionante asta: il 1 dicembre Bonhams metterà in vendita la monoposto di Formula 1 guidata dal Micheal Schumacher e con la quale ha vinto il suo primo Campionato Mondiale: la Benetton-Cosworth Ford B194 del 1994. Una curiosità: chi si aggiudicherà il pezzo avrà anche la possibilità di effettuare un test sul Circuito Ascari di Ronda, in Spagna, dove la macchina si trova attualmente.

Il 10° piano di Sotheby’s a New York questa settimana si è trasformato in un vero e proprio Salone dell’auto, con l’asta tutta dedicata alle “sculture in movimento” che hanno dominato la scena automobilistica dell’ultimo secolo. Morbide, sinuose, aerodinamiche e innovative, le vetture presentate raccontano una storia di tecnologia e design. Un esempio di come la creatività umana possa raggiungere risultati straordinari quando arte e scienza si incontrano, grazie alle menti di artisti visionari come sono stati i designer del XX secolo. Protagonista indiscussa è stata la Ferrari 250 LM, 1964 che con un prezzo di aggiudicazione pari a 14.3 milioni di dollari è stato il top lot della sessione. Questo gioiello della Casa di Maranello, fece il suo debutto al Salone di Parigi del 1963. Progettata per gareggiare nelle categorie del Granturismo, fu costretta dalla Federazione Internazionale a confrontarsi con le più potenti Sport.

I risultati però non delusero il nome che portava: questo esemplare in particolare, infatti, nel 1968, fu acquistata da Guillermo Ortega e Fausto Merello, piloti della scuderia Raceco, che scelsero di portarla in gara. La 250 LM partecipò così alle 24 Ore di Daytona e Sebring, raccogliendo quale miglior risultato l’8° posto assoluto (ed il primo di categoria) alla gara di Daytona del 1968. La nota curiosa è che il primo proprietario, al contrario, un appassionato californiano di Los Angeles, la utilizzò esclusivamente su strada e la ridipinse in blu per attirare minor attenzioni da parte della polizia.

Ferrari

250 LM, 1964

Lotto.

Venduto

14,300,000

USD

Talbot-Lago

T150-C SS TEARDROP CABRIOLET, 1938

Lotto. Venduto 7,150,000 USD

Sotto:

Lincoln

INDIANAPOLIS EXCLUSIVE

STUDY, 1955

F.M.R.

TG 500 ‘TIGER’, 1960

Lotto. Venduto 137,500 USD

Page 19: Art Weekly Report_25 novembre 2013

pag. 19

Il corsaro e la Ferrari 1/2

.

““ Si ricorderà che il principio di Aristotele suona: a parità di altre cose, gli esseri umani amano

esercitare le loro effettive capacità (abilità innate o acquisite) e questo piacere aumenta quanto piu la

capacità è applicata o maggiore la sua complessità...esso spiega molti dei nostri più grandi desideri e spiega anche perchè preferiamo fare certe cose e non altre mediante il costante esercizio d'una

qualche influenza sul flusso delle nostre azioni.” JOHN RAWLS - Una teoria della giustizia – 1971

Il piccolo e filante bimotore executive P180 della Piaggio Aeroindustries con il logo della Scuderia Ferrari ha già i motori accesi ed è pronto a partire sulla pista di Altenburg (Germania). Aspettiamo il Campione di ritorno dal Gran Premio di Lipsia. “ Com'è andata Max?” gli chiedo. Mi guarda con gli occhi sornioni da ragazzo di periferia romana, mi mostra il trofeo e mi dice: “Andiamo a casa Comandante, torniamo a Roma!” Siamo atterrati venerdì scorso ad Altenburg nei pressi di Lipsia con il nostro Piaggio Avanti P180,. Quasi in contemporanea con il Learjet con a bordo Valentino Rossi. In questi anni i tifosi italiani si sono divisi tra lui e Valentino, suo eterno rivale. Mi sembra di cogliere anche una sfida tra le diverse tecnologie aeronautiche del Learjet americano e il P180della Piaggio: il velivolo dalle performance aerodinamiche sorprendentiin termini di velocità di crociera, altitudine di volo ed efficienza operativa che, insieme all'avveneristico design, lo rendono il più veloce ed avanzato turboelica executive del mondo. E poi che bello il cavallino rampante sulla coda di un aereo che torna a volare dopo Francesco

John Bordley Rawls (Baltimora, 21 febbraio 1921 –

Lexington, 24 novembre 2002) è stato un filosofo

statunitense, figura di spicco della filosofia morale e

politica. È stato James Bryant Conant University

Professor presso la Harvard University.

Il pensiero, la giustizia distributiva:

Il vero grande problema della filosofia politica è

costituito, secondo John Rawls, non dalla ricerca del

bene comune, ma da un'adeguata nozione di giustizia e

da un'altrettanto adeguata procedura per comprendere

come le nostre istituzioni possono essere più giuste. Il

concetto di giusto deve essere considerato prioritario

rispetto al bene nella teoria morale, e questo perché, se

avviene il contrario, il rischio è quello di non riuscire

più ad ottenere una definizione autonoma e

indipendente di giustizia. Se è il bene ciò che conta,

tutto ciò che massimizza il bene non può che essere

giusto e ciò comporta spesso conseguenze moralmente

pericolose e controintuitive. L'insistenza sulla priorità

della giustizia è al centro della nota critica di Rawls

all'utilitarismo, che volendo a tutti i costi massimizzare

la felicità comune, semplice somma delle felicità

individuali, può giungere a considerare legittima, in

certi casi, la violazione di alcune libertà fondamentali.

A cura del Dott. Antonio Mangiafico

www.lasegolina.it/

http://www.piaggioaero.com/#/it

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ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

Page 20: Art Weekly Report_25 novembre 2013

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Baracca e che lega la Piaggio Aereo alla Ferrari, grazie alla presenza nell'attuale proprietà dell'Ing.Piero Ferrari e ad un accordo di sponsorizzazione tra le due aziende, che ha fatto del P180 l'aereo della scuderia e di Piaggio Aeroindustris lo sponsor di Felipe Massa e del campione del mondo 2007 Kimi Raikonen! Progettato dall'Ing. Alessandro Mazzoni e costruito a Genova, il P180 è attualmente l'unico aereo al mondo disegnato, sviluppato e certificato con una configurazione a tre supercici portanti (tre ali!) prodotto in serie. Il concetto ispiratore del progetto è stato la ricerca della massima efficienza aerodinamica attraverso un design innovativo che assicura notevoli vantaggi e si evidenzia nella particolarità del “musetto”, di forma continua ed affusolata, ad un flusso aerodinamico, studiato in galleria del vento, che si mantiene in gran parte “laminante”, cioè non produce resistenza all'avanzamento. Inoltre la configurazione ad eliche spingenti, cioè montate dietro l'ala principale,, permette di evitare che il flusso turbolento generato dalle eliche “disturbi” l'aerodinamica dell'ala con evidente riduzione di resistenza totale e prestazioni decisamente superiori rispetto ai velivoli ad elica “traente, che fa del P180 un “green aircraft”, grazie al consumo di combustinbile inferiore al 40% rispetto ai jet di pari dimensione. E qui battiamo il Learjet di Valentino!!! Tecnica e passione: ecco l'Italia che ci piace!! Vola bene e veloce il P180 verso casa,

attraverso la Germania e la Svizzera. Passando sul lago di Como riceviamo l'autorizzazione dai controllori svizzeri a “passare” con “Italia controllo”. “Roma controllo Foxair” li chiamo “Buongiorno Foxair. Avete Max Biagi a bordo?” mi chiedono. “Ma come avranno fatto a sapere”-dico al mio copilota-”se ha appena vinto il Gran Premio??” “Affermativo” rispondo. “Allora siete autorizzati diretti verso Ciampino. E salutateci Max!!” Che gioia!! La leggenda di Max il Corsaro, il vincente, Max l'antipatico che si becca con il giovane Valentino, Max il seduttore sempre accompagnato da donne bellissime, è iniziata quando per la prima volta sale su una moto prestata da amici, a 18 anni. Da allora nulla può fermarlo, sei titoli mondiali vinti in venti anni ai massimi livelli. Max è stato senza dubbio uno dei migliori piloti italiani di sempre e sopratutto uno dei pochi che in tempi recenti ha vinto guidando moto italiane. Le carte vincenti di Max? La grande esperienza ed uno stile di guida pulito ed essenziale, doti innate. A questo vanno aggiunte una grandissima serietà professionale ed una metodicità di lavoro quasi maniacale nella messa a punto del mezzo. Lo scorso anno dopo aver vinto il sesto titolo mondiale in superbike, a 41 anni ha deciso di dare l'addio alle corse. Grazie Corsaro per tutti i fantastici duelli e gli ottimi risultati che hai regalato al motociclismo italiano!!!

www.lasegolina.it/

A cura del Dott. Antonio Mangiafico

Il corsaro e la Ferrari 2/2

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

Page 21: Art Weekly Report_25 novembre 2013

pag. 21

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

Nato a Marion, nello stato dell'Indiana, nel Febbraio del 1931, James Dean è l’icona ribelle simbolo delle irrequietezze giovanili dalla personalità poliedrica e a dir poco inconciliabile. Il giovane attore appare: scapestrato e riservato, intimorito ed arrogante, spaesato e audace come le macchine che guidava. Una grande costante per James: la passione per i motori, che gli ha permesso di essere l’indimenticabile protagonista della storica sequenza della corsa letale con le automobili rubate di “Gioventù bruciata”, storico film in cui il giovane adolescente Jim Stark ripercorre il preambolo della sfida in auto, irrefrenabile motivo di vita dell’attore di fama mondiale e causa della sua stessa morte il 30 settembre del 1955 in occasione della gara di Salinas, in California, dove James, perdendo il controllo della sua auto, uscirà di strada con il suo bolide metallizzato da trecento chilometri all'ora: la Porsche spyder 550, un bolide, schiantandosi contro una Ford Sedan. La sua vita e i suoi film, interpretati con una recitazione istintiva e imprevedibile,

A cura della Dott.ssa Marialucia Valenti

James Dean, l’icona ribelle di Gioventù Bruciata

La storica locandina del film

Gioventù Bruciata

trasmettono una profonda inquietudine, alimentata dalla sua vulnerabilità, dall'ossessione della solitudine e da un'ambiguità sessuale che gli dà un fascino equivoco e febbrile. È stato il primo attore ad aver ottenuto una nomination postuma al Premio Oscar per il suo ruolo nel film: “La valle dell'Eden” vincendo inoltre, il Golden Globe per miglior attore nel 1956 e meritando la candidatura all'Oscar come miglior attore per il film: “Il Gigante”. “Gioventù bruciata” rimane però una delle più celebri interpretazioni di Dean sotto la direzione di Nicholas Ray, interpretando un ragazzo con problemi di delinquenza, alcolismo e rissosità. Fra le scene più famose ricordiamo l'incontro con la graziosa Judy e col maldestro Plato, gli scontri coi ragazzi del quartiere, oltre alla memorabile sequenza della corsa letale con le automobili rubate in riva all'oceano che lo condurranno al tragico finale. Oggi, a quasi sessant’anni dalla morte del giovane attore, vogliamo ricordarlo bello e dannato nelle celebri foto con la

“sigaretta in mano” e con una lunga serie di immagini immortalate da artisti di fama internazionale come Andy Warhol e altri fotografi di successo. “Sogna come se dovessi vivere per sempre. Vivi come se dovessi morire oggi” diceva James in uno dei momenti di suo maggior successo, e noi vogliamo ricordarlo così, spavaldo e affascinante seduttore di una generazione, che morì come è vissuto, di corsa.

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A cura di Grisca Grava

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Artista contemporaneo che lavora nella frizzante Milano, studia pittura, scultura, architettura, ma realizza anche disegni di moda e costumi. Inizia a viaggiare sin da giovanissimo: Parigi e poi l’Europa, ma anche in America, Australia e Indonesia per scoprire la sua identità di cittadino del mondo. Amato Patriarca dipinge, disegna, inventa, ama. l suo linguaggio è la risultante di queste componenti che insieme si traducono in una carica esplosiva di colore, movimento, energia. Egli è un artista che mette sulle sue tele uno spartito del quotidiano, uno spaccato della routine cittadina, delle sue passioni, dei sogni, dell’amore, dei giochi e dello sport che tanto ama. Amato Patriarca si narra senza veli, impregna le sue tele di passione e intensità, ogni gesto è vibrante, sicuro, forte; il colore è denso di grande brillantezza, letteralmente bagnato di luce, espressione di un animo acuto e sensibile. Egli avendo viaggiato molto consegna una cronaca dettagliata di un “repertorio umano singolare e vario, ci regala ritratti e racconti delle città che ha visitato e che ama: da New York a Milano, dall’Australia all’Indonesia. Patriarca avendo percorso le strade del mondo porta le sue opere ad essere stazioni dove architettura, vita e spirito brillano tra i circuiti del colore”. Tutto nei dipinti di questo eclettico artista si costruisce attraverso il colore, un colore

AMATO PATRIARCA: il ritratto del rombo

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

piatto, saturo ma che riesce a creare chiaroscuri di raffinata bellezza in cui le immagini sembrano avere movimento e atmosfera. Nella sua produzione si rincorrono temi costanti e ricorrenti: le città, i ritratti, l’eros, le carte da gioco ma anche la sua grande passione per le gare di Formula 1 e di Moto GP, in cui il movimento cromatico trasforma le immagini rendendole animate e vibranti, tanto che sembra di sentirla l’atmosfera del Gran Premio, il rombo dei motori, la luce che rende tutto evanescente per la calura dell’asfalto. Amato Patriarca è affascinato dalla velocità ed è proprio la velocità a impregnare questi lavori originalissimi, il gusto per il rischio, il piacere di spingersi sino al limite delle cose tipico dell’ambiente automobilistico, che qui sono perfettamente rappresentati. In tutte le opere in cui la velocità e i motori sono gli unici protagonisti, Amato Patriarca dipinge le sue auto sempre con la livrea del Team Ferrari, che oltre ad essere un chiaro richiamo alle eccellenze del Made in Italy hanno permesso ad Amato Patriarca di dare ai suoi lavori un respiro internazionale tanto da essere molto apprezzato, oltre che all’interno dei confini nazionali, moltissimo anche all’estero. Numerose infatti le mostre che l’artista ha tenuto all’estero nei maggiori musei e nelle più conosciute gallerie d’arte di tante città d’Europa e d’oltre oceano.

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Simbolo del made in Italy per una qualità d’eccellenza, la casa automobilistica Alfa Romeo ha dato origine oltre mezzo secolo fa alla sua creazione principale. Si tratta della Giulietta, un’auto che incarna perfettamente lo stile dell’azienda, ispirato all’unicità e all’eleganza. Il primo tentativo di “industrialità” fa riferimento alla berlina 1900 del periodo post-bellico, ma la gamma Giulietta vede il suo reale esordio con la nascita della coupé Sprint nel 1954, anno che segna l’inizio di una produzione non più d’élite, ma bensì di massa.

pag. 23

“Io sono Giulietta, e sono fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni”

Giulietta Sprint 1954 Giulietta Spider 1955 Giulietta Sprint Speciale 1959 Giulietta Berlina 1959

Dopo una serie di modelli, il 1959 è l’anno della Giulietta Berlina, antenata della sua erede Giulia che nel tempo è divenuta il capostipite delle odierne Alfa Romeo. Ma le nuove GT sapranno reggere lo scettro della regina degli anni Sessanta? Le sue prestazioni di rilievo l’hanno infatti resa un’innovazione importante, espressa al meglio dallo slogan dell’epoca:

“Giulia: l’ha disegnata il vento” La Giulietta rappresenta così un elemento cardine nella storia delle automobili, dotata di una tale bellezza da farla ribattezzare come la “fidanzata d’Italia”.

Gli anni Cinquanta rappresentano quindi le fondamenta di un incredibile “esperimento produttivo”, che deve la sua notorietà anche al nome. Tra le varie leggende, la più "accreditata“ narra che l'assonanza tra "Giulietta" e "Romeo“ deriva da un principe russo che trovandosi dinanzi a otto dirigenti dell'azienda milanese dichiarò: «Siete otto Romeo e nemmeno una Giulietta». Ad ogni modo, leggende o no, la denominazione "Alfa Romeo Giulietta" è stata una mirabile intuizione dal punto di vista commerciale.

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

Alfa Romeo Giulietta: un sogno divenuto realtà

A cura della Dott.ssa Giulia Ferri

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Martini Racing: celebrazione dei motori e non solo 1/3

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

In occasione delle celebrazioni per il suo 150° anniversario, Martini & Rossi organizza, in collaborazione con il MAUTO di Torino, una grande mostra dedicata ai successi del Martini Racing: 45 anni di una lunga e mitica avventura, raccontata attraverso le protagoniste che hanno segnato la storia delle competizioni motoristiche. Martini Racing: un nome che evoca immediatamente la passione per i motori, ma anche tecnica, innovazione e design, un marchio, un team e uno stile che occupano un posto particolare nella storia delle competizioni automobilistiche, non solo per aver dato vita ad una delle prime sponsorizzazioni della storia e per l’inconfondibile livrea delle vetture, ma perché, in 45 anni di storia, il Martini Racing si è imposto in tutte le principali specialità delle quattroruote, vantando un palamares da record: dalla Formula 1 ai massacranti Rally, dall’Endurance al campionato tedesco DTM, la massima espressione mondiale per le vetture Turismo.

La storia del Martini Racing inizia ufficialmente il 27 dicembre del 1970 quando, sul circuito tedesco di Hockenheim, vengono svelati i colori ufficiali scelti per decorare le Porsche 917 destinate al Mondiale Marche 1971: una serie di strisce blu, azzurre e rosse su campo argento, un insieme cromatico che scriverà pagine indimenticabili nella storia dell’automobilismo, una firma destinata a lasciare una traccia indelebile in tutte le maggiori specialità del motorsport. Da quel momento Martini Racing è stata al fianco dei marchi più famosi, Porsche, Ferrari, Alfa Romeo, Lotus, Brabham, Lancia, Ford. Da semplice sponsor è diventato un protagonista, un interprete di primo piano che ha sempre avuto nel suo DNA il sapore della sfida, la voglia di sperimentare, di precorrere i tempi, di costruire il proprio successo sul coraggio e sulla visione di lungo termine.

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A cura della Dott.ssa Giulia Ferri

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ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

“Nei suoi 150 anni di storia Martini & Rossi è sempre stata all’avanguardia nella comunicazione. Ma moltissimo si è fatto anche nel settore dello

sport. Si cominciò, tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, con l’affiancare il ciclismo di epici Giri d’Italia; e ben presto, tra gli anni

Cinquanta e Sessanta, si pensò di creare qualcosa nell’ambito della velocità e delle corse automobilistiche. Sul volgere degli anni Sessanta nacque finalmente l’idea di sponsorizzare una vera e propria scuderia di corse,

impegnata nelle gare di Endurance, Formula 1, Turismo e Rally: il Martini Racing Team. E venne spontaneo, per individuarne il logo, riprendere i

colori del Martini International Club che diedero così vita alle inconfondibili strisce rosso-azzurro-blu del Martini Racing. Fu uno sforzo senza

precedenti, che è durato oltre quarant’anni assicurando sempre la visione sportiva di un prodotto giovane e di successo.

Martini Racing: celebrazione dei motori e non solo 2/3

Il fenomeno del Martini Racing nasce dall’idea di Vittorio e Gregorio Rossi di Montelera di creare un team motoristico. Fu un’operazione unica nel suo genere, e le personalità diverse dei due fratelli hanno conferito al

Gruppo elementi importanti quali la visione e la realizzazione. La scuderia Martini Racing si è distinta soprattutto nell’ambito dei Rally, con sei

vittorie mondiali consecutive che, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, ne hanno consacrato il mito. Tutto ciò ha portato alla creazione

di qualcosa che, se guardiamo a quel periodo con gli occhi di oggi, ci fa parlare di “mito”. Ma un mito è tale perché tende a ritornare. Anche per questo la mostra allestita al Museo Nazionale dell’Automobile si intitola

“MARTINI RACING. INSEGUENDO IL MITO”: perché se da una parte ci propone la visione storica di quello che è stato, dall’altra ci offre infiniti spunti per riaprire il discorso. E ci lancia verso un futuro dove la livrea

rosso-azzurro-blu avrà ancora un posto di primo piano.“

Maurizio Cibrario, Presidente Onorario di Martini & Rossi:

La mostra “MARTINI RACING, INSEGUENDO IL MITO” vuole celebrare questa indimenticabile avventura, nei molti aspetti che l’hanno caratterizzata. A partire dalle protagoniste: la Porsche 917, che nel 1971 ha regalato al Martini Racing la prima vittoria nella leggendaria 24 Ore di Le Mans, alle Brabham e Lotus di Formula 1; le Lancia, vincitrici per ben sette volte nel mondiale Rally, l’Alfa Romeo 155 DTM, la categoria regina delle gare turismo. Il tutto calato in un mondo di immagini e filmati che ricreano tutto ciò che ha fatto del Martini Racing un modo di stile, eleganza, coraggio: dai protagonisti e testimoni delle vittorie con i loro segreti, dagli aspetti tecnici al design inconfondibile.

A cura della Dott.ssa Giulia Ferri

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Martini Racing: celebrazione dei motori e non solo 3/3

Porsche 911gt3_2013

Porsche 917_1971

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Lotus 80_1979

A cura della Dott.ssa Giulia Ferri

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Era il 1946. Era l’anno in cui nasceva un mito: la Vespa! Un veicolo ideato per essere destinato ad una grandissima celebrità, grazie soprattutto al lavoro progettuale di Enrico Piaggio. Le grandi doti di inventore trasmesse dal padre Rinaldo in ambito aeronautico sono il punto di partenza per una produzione originale e rivoluzionaria nel periodo del dopoguerra, che ha visto l’ingegnere Corradino D’Ascanio quale protagonista alla realizzazione del motociclo nello stabilimento di Pontedera. Il nome merita sicuramente attenzione, coniato dallo stesso Enrico che trovandosi davanti ad un veicolo dalla parte centrale molto ampia e dalla vita stretta, esclamò:

«Sembra una vespa!» E Vespa fu. La presentazione al pubblico del primo esemplare, la Vespa 98cc, suscita forte curiosità, ma

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gli esperti del mercato si dividono tra chi la reputa un’idea geniale e chi rimane scettico. Per far fronte alle iniziali difficoltà, la Piaggio decide quindi di offrire la diffusione della Vespa alla rete commerciale della Lancia. Negli ultimi mesi del ‘47 la produzione inizia così a decollare, soprattutto con l’uscita della Vespa 125. Il "miracolo" Vespa diviene una realtà affermata, che conta al giorno d’oggi quasi 17 milioni di unità prodotte. Il crescente interesse anche a livello internazionale fa della Vespa Piaggio il prodotto italiano per eccellenza, riconosciuto come sinonimo di libertà. Fenomeno di costume, la Vespa, diretta avversaria della Lambretta Innocenti, caratterizza un’intera epoca apparendo nella letteratura e nelle immagini pubblicitarie come simbolo di una società

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

Vespa Piaggio: un viaggio nella storia italiana

A cura della Dott.ssa Giulia Ferri

che sta cambiando. Ma è soprattutto nel cinema che gioca un ruolo da protagonista, e negli anni della Dolce Vita l’Italia viene appunto descritta come il “Paese della Vespa”. Irrinunciabile compagna di viaggio, il più bel ricordo fa risalire i nostri pensieri al 1953, anno del film Vacanze Romane di William Wyler, in cui la principessa Anna ed il giornalista Bradley, interpretati da Audrey Hepburn e Gregory Peck, ci fanno scoprire una meravigliosa Roma senza tempo. Un classico intramontabile come lo è del resto la mitica Vespa. Un connubio che è stato addirittura celebrato con la mostra “La Vespa e il Cinema”, che ripercorre i momenti più importanti tra la settima arte e la motocicletta più famosa al mondo, raccogliendo successo ovunque, a testimonianza della sua universalità.

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Creathead è una community online , il luogo virtuale ideale, una finestra sul “mondo” per

persone, agenzie e aziende che ruotano nel mondo della

creatività per farsi conoscere e per promuovere la propria

attività. Questa Settimana:

Nicolo' Bugatto Rendering 2D e 3D

“Se lo visualizzate noi possiamo realizzarlo, se lo desiderate lo immagineremo per voi.” Domecgi affianca passo passo la concretizzazione delle idee trasformando intenti nel migliore risultato possibile. L’azienda offre un servizio completo di produzione e post-produzione di: effetti speciali, filmati industriali e aziendali, previsualizzazioni architettoniche e di impatto ambientale, motion graphics, spot ad elevato impatto visivo, postproduzione video.

Creathead: La creatività che fa Community

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

http://domecgi.com; http://www.creathead.it/italian/creativi/rendering-2d-e-3d/bologna/5017/nicolo-bugatto

www.creathead.it [email protected]; Tel: 02.8435443

A cura del Dott. Paolo Ceccherini, in collaborazione con la Dott.ssa Federica Bocchino

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“Reaching art” è la rubrica in collaborazione con Artribune, dedicata ad un approfondimento sul pensiero e le opere degli artisti esposti nelle principali mostre organizzate sul territorio nazionale.

Questa settimana:

Attersee / Nitsch - Duetto per Napoli

dal 1 dicembre 2013 al 1 marzo 2014 Napoli - Castel dell’Ovo

Un omaggio alla città di Napoli e un dialogo tra Christian Ludwig, in arte Attersee (Bratislava 1940), che ha a lungo frequentato e ammirato il territorio napoletano, ed Hermann Nitsch (Vienna, 29 agosto 1938), che qui ha trovato la sede ideale per il suo museo. La mostra “Duetto per Napoli” è, dunque, frutto di un sodalizio culturale fra due artisti storici che dialogano tra loro attraverso una complementarietà di linguaggi (la pittura e i suoi sconfinamenti) con una evidente differenza iconografica. Nitsch, membro famoso dell’Azionismo viennese, il movimento che intorno agli Anni Sessanta rappresenta (con Günter Brus, Otto Mühl e Rudolf Schwarzkogler) la massima tensione espressiva della Body Art europea), opera attraverso rituali performativi che implicano azioni e scene di gruppo con

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un risultato teso a valorizzare i sensi attraverso il corpo e la pittura. Attersee, oggi considerato uno dei massimi esponenti della pittura oggettiva in Europa, opera anch’egli nell’ambito pittorico che sconfina oltre la cornice, in altri linguaggi come la musica. Teatro e musica diventano gli ambiti multimediali attraverso cui i due artisti affermano la vitalità dell’arte e una rinnovata energia della vita. Nitsch lavora su una ritualità aperta verso l’arte totale; Attersee apre verso un immaginario che coniuga uno spirito nordico e un’ironia pop. Linguaggi che saranno ben visibili nell’esposizione a Castel dell’Ovo che presenterà circa 60 opere dei due maestri.

A cura di Claudia Giraud www.artribune.com

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

Nitsch - Attersee

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Il calendario delle Aste della settimana di ArtsLife

A cura di ArtsLife, portale di critica ed economia dell’arte

25 novembre – 01 dicembre

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www.artslife.com/tv

www.artslife.com

Sotheby’s Parigi Arti decorative del XX secolo e design

Tajan Parigi Arte orientale

27 novembre

Bonhams Londra Arte russa

Christie’s Hong Kong Ceramiche cinesi e oggetti d’arte

Christie’s Hong Kong Orologi

Christie’s Hong Kong La collezione R.F.A Riesco di ceramiche cinesi

Christie’s Hong Kong Porcellane imperiali cinesi: tesori da una collezione privata

americana

Christie’s Londra Gioielli

Dorotheum Vienna Arte contemporanea - Parte I

Pandolfini Firenze Argenti, gioielli e orologi da polso

Sotheby’s Londra Musica, manoscritti e libri continentali

28 novembre

Bloomsbury Londra Libri, manoscritti e opere su carta

Dorotheum Vienna Arte contemporanea - Parte II

Dorotheum Vienna Arte moderna

Pandolfini Firenze Mobili e arredi, dipinti antichi e dipinti del secolo XIX

Porro & C. Milano Dipinti Antichi

Porro & C. Milano Opere d'arte Moderna e Contemporanea

Sotheby’s Pechino Maestri moderni: da Rembrandt a Picasso (fino al 1 dicembre)

29 novembre

Dorotheum Vienna Orologi da polso e da tasca

Farsetti Prato Disegni, Dipinti, Sculture, Grafica, Arte Contemporanea (anche il 30)

Piasa Parigi Arte asiatica

30 novembre

Bloomsbury Londra Mappe antiche

Farsetti Prato Arte Moderna

Meeting Art Vercelli Opere dell'arte Moderna e Contemporanea

1 dicembre

Meeting Art Vercelli Opere dell'arte Moderna e Contemporanea

Meeting Art Vercelli 40 opere di Bruno Landi

Sotheby’s Pechino Arte moderna e contemporanea cinese

25 novembre

Arcurial Parigi Art Deco

Christie’s Hong Kong Dipinti moderni cinesi (anche il 26)

Christie’s Londra Arte russa

Christie’s Parigi Arti decorative del XX secolo e design

Dorotheum Vienna Argenti

Minerva Auctions Roma Dipinti antichi e Arte del XIX secolo

Piasa Parigi Gioielli

Sant’Agostino Torino Dipinti dell'800, del '900 e contemporanei

Sotheby’s Londra Arte russa

26 novembre

Arcurial Parigi Design

Bonhams Londra Arti decorative dal 1860

Bonhams Londra Arte greca

Christie’s Hong Kong Gioielli

Christie’s Londra Argenti, ceramiche europee, miniature (anche il 27)

Christie’s Londra Arte orientalista ed europea del XIX secolo

Christie’s Parigi La collezione di Sébastien e Nancy de la Selle

Dorotheum Vienna Jugendstil e arte applicata del XX secolo

Dorotheum Vienna Gioielli

Il Ponte Milano Gioielli, orologi, Fashion Vintage (anche il 27 e il 28)

Minerva Auctions Roma Gioielli, Orologi e Argenti

Pandolfini Firenze Stampe e Disegni dal secolo XVI al secolo XX e Libri Antichi

Piasa Parigi La collezione di Robert Altmann di arte cubana del dopoguerra

Piasa Parigi Arte moderna e contemporanea, arte greca

Sant’Agostino Torino Arredi, argenti, orologi e gioielli

Sotheby’s Hong Kong Snuff Bottles dalla collezione di Mary & George Bloch (Part

VII)

Sotheby’s Londra Arte russa (Day Sale)

Sotheby’s Londra Oggetti d’arte russa, Fabergé e icone

Sotheby’s Milano Arte Moderna e Contemporanea (anche il 27)

Sotheby’s Parigi Libri e manoscritti

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

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Banca MPS presenta:

Arte, Cultura e Creatività Al Tempo Della Crisi

Banca Monte dei Paschi di Siena

Arte, Cultura e Creatività al Tempo della Crisi

Interverranno:

Francesco Fanti, Responsabile Area Private Banking, Banca Monte dei Paschi di Siena Paolo Cuccia, Presidente Gambero Rosso Holding S.p.A. (Gambero Rosso), Presidente Artribune s.r.l. Paola Gribaudo, Curatore editoriale, Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres Luca Fiorito, Docente di Economia, Università degli Studi di Palermo Paolo Ceccherini, Area Research e Investor Relations, Banca Monte dei Paschi di Siena

Al termine del convegno seguirà un brindisi di saluti

La classificazione delle industrie culturali

Economia, creatività e cultura al tempo della crisi

I numeri della cultura in Italia

Il crowdfunding come finanziamento alternativo

…Il potere non è nella forza, ma nella conoscenza…

A. Gramsci

Venerdì 13 Dicembre 2013 ore 6:00 p.m.

Luiss Guido Carli Roma, Viale Pola 12 - Aula n. 13

Info: 0577-298424

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 31

Le industrie culturali rappresentano un insieme variegato ed in forte evoluzione, del quale non è semplice tracciare i confini.

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L’Appuntamento In Evidenza Della Settimana

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Mohsen Taasha Wahidi – In the Seventh Sky Acquarello e argilla su carta, 32x615 cm

Opera esposta a dOCUMENTA13 (KASSEL, Germania 2012)

Mohsen Taasha Wahidi

MAIN d13 | one KaBuL (...) two TESsin [THE RIVERS]

21 Novembre 2013 – 26 Gennaio 2014 Theca Gallery – Lugano

Mohsen Taasha Wahidi è un giovane artista afghano appartenente alla minoranza etnica degli Hazara. Si è diplomato al National Art Institute of Afghanistan e nel 2010 ha vinto il National Contemporary Prize dell’Afghanistan. Ci sono tre fiumi importanti nella vita di Mohsen Taasha Wahidi: il Kabul, che da il nome alle sua città natale, il Meno, che bagna il lembo di terra attorno a Kassel (Germania) dove si è tenuta la sua mostra più importante, dOCUMENTA13, e il Ticino. Quest’ultimo è il fiume che dà il nome all’omonimo cantone in cui ha sede Theca Gallery, a Lugano, dove si tiene la sua mostra personale [The Rivers]. L’esposizione, curata dal gallerista stesso, Andrea Carlo Alpini, raccoglie opere prodotte tra il 2009 e il 2013 dal giovane artista afghano. La finalità della mostra è triplice. Da una parte dare una retrospettiva al collezionismo svizzero e internazionale dei migliori lavori dell’artista, dall’altra parte è volta alla produzione del primo catalogo ragionato sull’artista, e infine riprendere il rapporto dell’arte contemporanea con la storia attraverso alcuni elementi. Tra questi fattori si segnalano l’importanza della figura di Alighiero Boetti e il suo rapporto con l’Afghanistan e la scrittura, e poi il rapporto con le radici letterarie, ovvero la poesia “I Fiumi” di Giuseppe Ungaretti, in cui il poeta ripercorre la propria storia in molteplici bagni nei fiumi della sua vita.

A cura del Dott. Andrea Carlo Alpini, direttore Theca Gallery di Lugano

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…nel prossimo numero…

Lunedì 02 dicembre:

…Arte Sacra…

pag. 33 ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

http://it.wikipedia.org/wiki/Giudizio_universale_(Michelangelo)

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CONTATTI

Autori della Pubblicazione

Paolo Ceccherini

Responsabile Art Weekly Report

Email: [email protected]

Tel:+39 0577-29-8424

Si ringrazia, il Dott. Simone D’Onofrio e il Dott. Claudio Coniglio per la preziosa collaborazione alla realizzazione del report

I grafici sono frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti dai siti delle principali case d’aste e dai principali infoprovider.

Responsabile Area Pianificazione Strategica, Research & Investor Relations

Alessandro Santoni, PhD

Email: [email protected]

Tel:+39 0577-293753

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