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FABRIZIO DE ANDRE’ e LIBERTA’

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FABRIZIO DE ANDRE’

e

LIBERTA’

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MAPPA

INTRODUZIONE AL DISCO

Origine del disco:

Antologia di Spoon River

(Inglese)

Impedita diffusione in

Italia:Fascismo e repressione

delle libertà di parola e

stampa ( storia)

Descrizione del

disco

Analisi “ Un matto”:

Tema

dell’imposizione di

maschere da parte

della società in De

Andrè e Pirandello

(Italiano)

Analisi “Un Blasfemo”:

Critica sulla religione e

sulla sua origine in De

Andrè e Feuerbach

(Filosofia)

Breve descrizione di

altri personaggi e

conclusione.

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INTRODUZIONE

Da sempre affascinato alla musica e alla poetica di Fabrizio De Andrè, ho deciso di

dedicare la tesina per la mia maturità all’analisi dell’album:”Non al denaro non

all’amore né al cielo”.

Le tematiche presenti in questo album sono molteplici: si parla di

invidia,amore,pazzia,vendetta,scienza,incapacità di comunicare,libertà;

Tutte tematiche che a mio avviso sono molto attuali e coinvolgenti, e che offrono,

tra l’altro,interessanti punti di collegamento con i temi affrontati in diverse materie

durante l’anno scolastico.

Dopo una breve introduzione sull’album e la sua provenienza, intendo soffermarmi

su 4 delle 9 canzoni totali, che ritengo di particolare rilevanza per la comprensione

dell’album stesso e del messaggio in esso contenuto.

Queste sono : “Un matto”,”Un blasfemo”,”Un malato di cuore”, ed infine “Il

suonatore Jones”.

Il filo che unisce ciascuna di queste canzoni,che trattano di argomenti diversi, è

senza dubbio la libertà, o (nella maggior parte dei casi) la sua mancanza.

Ed è proprio sul tema della libertà che esprimerò una mia riflessione finale, scaturita

dall’ascolto quasi quotidiano di questo disco e da mie convinzioni personali.

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ORIGINE DEL DISCO

Tutta l’opera si basa sulla traduzione italiana dell’antologia di Spoon River,scritta nei primi anni del 1900 da

Edgar Lee Masters.

SPOON RIVER

Despite a busy professional life as a lawyer, just to follow his father into the legal profession, Master was a

prolific writer, he was responsible for many volumes of poetry, at least five novels, and a similar number of

dramatic works, including full length plays and short plays. He also wrote biographies of Abraham Lincoln,

Walt Whitman and Mark Twain as well as full length books on historical and literary subjects,.

Despite this enormous output, Masters’s literary reputation was based on his “ Spoon River Anthology”,

written in 1914 and published in 1915; it became immediately successful, unusually for a book of poetry.

The poems are based on the author’s own experience of life in Lewistown, the small town in rural Illinois

where his family had lived, when he was young, due to financial difficulties.

It was the editor of his stories and poems that advised him to look for subjects for poems in the ordinary

world around him and suggested reading the “ Greek Anthology” which might provide a good model.

He then thought that the epitaphs he had read on the headstones in the cemetery close to the Spoon River,

which runs past the town, could be reworded to seem like the self-spoken stories of the townspeople

buried in the graves.

It is a collection of 244 short free-form poems with titles taken from the names recorded on the

headstones; each one is an epitaph of a dead citizen of this ordinary yet imaginary small town,.

The dead speak about the lives they have actually lived so the characters and the day to day events are

revealed , described from beyond the grave and delivered by the dead people themselves buried there..

They speak about the sorts of things one might expect: some recite their stories and turning points, others

make observations of life from the outside( the afterlife).

Speaking without reason to lie or fear of the consequences ( after death they have nothing to lose) they

construct a picture of life in their town as it is, describing virtues but also defects, conventional and

unconventional thoughts and behaviours.

This is essentially the central theme of the book: death allows people to be completely honest in analyzing

life without conventional rules, and thanks to this the real human nature emerges.

In 1943 Fernanda Pivano translated the book in Italian: it was immediately prohibited from fascism due to

his messages of peace, his unconventional description of life, his simple style in contrast with the epic style

of fascist intellectuals.

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STORIA : Censura Fascista

Il caso di Fernanda Pivano è solo uno dei molti esempi di repressione attuata dal fascismo di ogni libertà di

stampa.

La censura fascista,unita ad un forte e violento controllo da parte della polizia di stato, si proponeva di

controllare ogni aspetto della vita dei cittadini al fine di stroncare sul nascere eventuali pensieri

antifascisti,che,se ascoltati, sarebbero divenuti potenzialmente fatali per il fascismo stesso.

In particolare,la censura si proponeva il controllo:

dell'immagine pubblica del regime, ottenuto anche con la cancellazione immediata di qualsiasi

contenuto che potesse suscitare opposizione, sospetto, o dubbi sul fascismo;

dell'opinione pubblica come strumento di misurazione del consenso;

dei singoli cittadini ritenuti sospetti dal governo con la creazione di archivi nazionali e locali

(schedatura) nei quali ognuno veniva catalogato e classificato a seconda delle idee, delle abitudini,

delle relazioni d'amicizia, dei comportamenti sessuali e delle eventuali situazioni e atti percepiti come

riprovevoli.

L'intervento repressivo e autoritario, sporadico nel 1923, aumenta nel 1924 e conosce una svolta a partire

dal 1925, quando inizia a prendere forma lo stato dittatoriale che reprimerà ogni forma di libertà

d'espressione.

Ed proprio dal 1925 che la censura si fa più violenta; I seguenti sono 3 esempi della censura fascista:

Luigi Albertini, in occasione degli articoli riguardanti il delitto Matteotti, fu costretto a dimettersi dalla

direzione del Corriere della Sera e a lasciare la società editrice, che passò sotto la proprietà dei Crespi.

L'8 novembre 1925 veniva sospesa la distribuzione de L'Unità e dell'organo del Partito Socialista

Italiano Avanti! che aveva già subito un assalto dei fascisti a Milano il 15 aprile 1919.

In data 31 dicembre 1925 entrò in vigore la legge n. 2307 sulla stampa che disponeva che i giornali

potessero essere diretti, scritti e stampati solo se avessero avuto un responsabile riconosciuto dal prefetto,

vale a dire dal governo.

Spesso questi scrittori antifascisti erano costretti all’esilio o ad una vita di intimidazioni e di impossibilità di

proseguire nel proprio lavoro.

De andrè, parlando del disco, sulla traduzione di Fernanda Pivano dirà: ” chi è Fernanda Pivano? Fernanda

Pivano per tutti è una scrittrice. Per me è una ragazza di venti anni che inizia la sua professione traducendo

il libro di un libertario mentre la società italiana ha tutt'altra tendenza. È successo tra il '37 e il '41: quando

questo ha significato coraggio.

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IL DISCO

Spoon River l’ho letto da ragazzo, avrò avuto 18 anni. Mi era piaciuto, e non so perché mi fosse piaciuto,

forse perché in questi personaggi ci trovavo qualcosa di me. Poi mi è capitato di rileggerlo, due anni la, e mi

sono reso conto che non era invecchiato per niente, Soprattutto mi ha colpito un fatto: nella vita, si è

costretti alla competizione, magari si è costretti a pensare il falso o a non essere sinceri, nella morte invece, i

personaggi di Spoon River si esprimono con estrema sincerità, perché non hanno più da aspettarsi niente,

non hanno più niente da pensare. Così parlano come da vivi non sono mai stati capaci di fare.

La citazione sopracitata rappresenta ciò che ha spinto De Andrè a cimentarsi in questo disco,in cui ha

selezionato 9 delle 244 poesie dell’antologia di Spoon River.

Queste sono: “La collina”, “Un matto”, “ Un giudice”, “ Un blasfemo”, “ Un malato di cuore”,”Un medico”,

“Un chimico”, “ Un ottico” ed infine “Il suonatore Jones”.

La scelta ,tra tutti, di questi personaggi non è stata casuale: ““Un matto”, “ Un giudice”, e “ Un blasfemo”

vogliono rappresentare l’invidia.

“Un medico”, “Un chimico”, “ Un ottico” vogliono invece rappresentare la scienza assoggettata al potere.

Sono proprio questi i due temi cardine di tutto il disco, l’invidia e la scienza. A questi fa da sfondo il tema a

mio avviso più importante, la libertà.

E’ proprio la libertà che accomuna tutti questi personaggi : i primi schiavi dell’invidia, gli ultimi della scienza.

Solo due personaggi riescono ad evitare questa schiavitù: il malato di cuore ed il suonatore Jones.

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ALCUNI PERSONAGGI

Frank Drummer/ Un Matto: Il matto è colui che si è fatto prendere dall’invidia di non saper comunicare

come gli altri, e non riuscire a farsi capire, impara l’enciclopedia a memoria, fino ad impazzire e a finire in

manicomio.

L’invidia fa in realtà da sfondo ad un tema ben preciso: la canzone ci parla del disagio di chi porta con sé l’

etichetta di “matto” di fronte alla comunità, e descrive, con pochi ma attenti versi, il confronto di un uomo

“pazzo” contro il mondo “normale/sano”.

Non è il matto il centro della canzone,bensì la piazza: È nella popolazione “sana” che si forma l’idea comune

che l’uomo sia pazzo, con tutte le implicazioni connesse. Avviene così la costruzione di un significato molto

forte che è legato a questa parola; tanto forte da giustificare i comportamenti successivi.

Questo etichettare della comunità porta il matto ad essere effettivamente un pazzo,riconoscendosi quindi

nell’immagine che la società ha di lui, e non riconoscendo più per se stesso alcuna identità al di fuori di

quella, e a finire tragicamente in manicomio perché ossessionato da come gli altri lo vedono.

Con l’idea di non riuscire più a riconoscerci a causa della moltitudine di identità che la società ci attribuisce

venne affrontata diversi anni prima da Luigi Pirandello.

Anch’egli arrivò alla conclusione che,non trovando più alcuna identità,l’uomo sia destinato alla follia; la sua

concezione di follia è però ben diversa,come si può notare in “ Uno,Nessuno e Centomila”.

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ITALIANO: Pirandello “Uno,nessuno e centomila”.

Trama:

Inizialmente Vitangelo Moscarda (Gengé per gli amici) ci viene presentato come un uomo del

tuttocomune e normale, senza nessun tipo di angoscia né di tipo esistenziale né materiale: conduce una

vita agiata e priva di problemi grazie alla banca (e alla connessa attività di usuraio) ereditata dal padre. Un

giorno questa piatta tranquillità viene però turbata: l’elemento disturbatore è un banale e innocente

commento pronunciato dalla moglie di Vitangelo riguardo al fatto che il suo naso penda un po’ da una

parte. Da questo momento la vita del protagonista cambia completamente, poiché Gengé si rende conto di

apparire al prossimo molto diverso da come egli si è sempre percepito. Così decide di cambiare

radicalmente il suo stile di vita, nella speranza di scoprire chi sia veramente, e a quale proiezione di

sé corrisponda il suo animo. Nel processo di ricerca per trovare sé stesso compie azioni che vanno contro a

quella che era stata la sua natura sino a quel momento: sfratta una famiglia di affittuari per poi donare loro

una casa, si sbarazza della banca ereditata dal padre (inimicandosi ovviamente familiari e parenti), e inizia

ad ossessionare chi gli sta vicino, con discorsi e riflessioni oscure che lo fanno passare per pazzo agli occhi

della comunità. La situazione si aggrava al punto che la moglie abbandona la casa coniugale, e, insieme ad

alcuni amici, inizia un'azione legale contro Vitangelo col fine d’interdirlo. Gli rimane fedele in un primo

momento solo un’amica della moglie, Anna Rosa, che poco dopo però, spaventata dai ragionamenti di

Vitangelo, arriva addirittura a sparargli, senza ucciderlo ma ferendolo in modo serio. Vitangelo, il cui "io" è

ormai completamente frantumato nei suoi "centomila" alter ego, sembra trovare una tregua ai propri

patimenti solo nel confronto con un religioso, Monsignor Partanna, che lo sprona a rinunciare a tutti i suoi

beni terreni in favore dei meno fortunati. Il tormentato protagonista pirandelliano, rifugiatosi

nell'ospizio ch'egli stesso ha donato alla città, riesce così a trovare un po’ di pace e di serenità solo

nella fusione totalizzante (e quasi misticheggiante) con il mondo di Natura, l'unico in cui egli può

abbandonare senza timori tutte le"maschere" che la società umana gli ha a mano a mano imposto.

Commento:

Ciò che Vitangelo Moscarda capisce,e che non riesce probabilmente a capire il matto di De Andrè, è che la

pazzia di cui lo crede affetto la comunità è in realtà la migliore espressione di libertà,che gli consente di

abbandonare tutte le maschere e le identità imposte dalla società e vivere essendo semplicemente se

stesso.

Probabilmente se fosse rimasto ossessionato da come gli altri lo vedono (come accade al matto del

cantautore) anch’egli lo sarebbe effettivamente diventato,e la sua fine sarebbe stata ben più tragica.

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Wendell P. Bloyd / Un blasfemo: è colui che accusa ( apparentemente ) Dio di aver costretto l’uomo la Verità

“per paura che ormai non avesse padroni”; L’accusa è in realtà rivolta ad un sistema ( il potere in generale)

che inventatosi la religione,la usa come strumento in grado di addormentare la mente dell’uomo e fargli

ignorare “che al mondo c’è il bene e c’è il male”.

E’ proprio questo uno dei temi più cari a Feuerbach,filosofo della sinistra hegeliana che nella sua critica alla

religione afferma che non è Dio ad aver creato l’uomo,ma l’uomo ad aver creato Dio.

FILOSOFIA: Feuerbach Critica alla religione.

Nell’Essenza del cristianesimo scrisse Feuerbach: “La religione è l'insieme dei rapporti dell'uomo con se

stesso, o meglio con il proprio essere, riguardato però come un altro essere... Tutte le qualificazioni

dell'essere divino sono perciò qualificazioni dell'essere umano”; e continua “Tu credi che l'amore sia un

attributo di Dio perché tu stesso ami, credi che Dio sia un essere sapiente e buono perché consideri bontà e

intelligenza le migliori tue qualità...”.

Secondo il filosofo la religione conferisce una visione capovolta della realtà secondo cui prima viene

l’astratto e poi il concreto: la realtà è l’esatto opposto.

La filosofia di Feuerbach ha come presupposto teorico e metodologico una critica radicale della maniera.

idealistico-religiosa di rapportarsi al mondo. Maniera che consiste in uno stravolgimento dei rapporti reali

tra soggetto e predicato, concreto ed astratto.

L’idealismo offre una visione rovesciata delle cose, in cui ciò che viene realmente prima (il concreto, la

causa) figura come ciò che viene dopo, e ciò che viene realmente dopo (l’astratto, l’effetto) figura come ciò

che viene prima.

Feuerbach afferma che non è Dio (l’astratto) ad avere creato l’uomo (il concreto), ma l’uomo ad aver creato

Dio. Infatti Dio è nient’altro che la proiezione illusoria di qualità umane, in particolare di quelle “perfezioni”

caratteristiche della nostra specie che sono la ragione, la volontà e il cuore. In altri termini, il divino è

nient’altro che l’umano in generale. La religione costituisce “la prima, ma indiretta autocoscienza

dell’uomo”. Tant’è vero che essa “precede sempre la filosofia, nella storia dell’umanità così come

nellastoria dei singoli individui. La religione è l’infanzia dell’umanità; il bambino vede il proprio essere, l’

uomo oggettiva il proprio essere in un altro uomo. Perciò il progresso storico delle religioni consiste nel

considerare in un secondo tempo come soggettivo e umano ciò che le prime religioni consideravano

oggettivo e adoravano come dio”.

Rimane da vedere in concreto come nasca, nell’uomo, l’idea di Dio. A questo proposito Feuerbach si è va-

riamente espresso.

Talora egli tende a porre l’origine dell’idea di Dio nel fatto che l’uomo, a differenza dell’animale, ha

coscienza di se stesso non solo come individuo, ma anche come specie. Ora come specie si senteinfinito e

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onnipotente. Da ciò la figura di Dio, il quale è nient’altro che una personificazione immaginaria delle qualità

della specie.

Altre volte, Feuerbach, tende a scorgere l’origine dell’idea di Dio nell’opposizione umana tra volere e

potere. Opposizione che porta l’individuo a costruirsi una divinità in cui tutti i suoi desideri appaiono

realizzati.

Altre volte ha visto la genesi primordiale dell’idea di Dio nel sentimento di dipendenza che l’uomo prova di

fronte alla natura. Sentimento che ha spinto l’uomo ad adorare quelle cose senza le quali egli non potrebbe

esistere: la luce, l’aria, l’acqua e la terra.

Qualunque sia l’origine della religione, è certo che costituisce una forma di alienazione, intendendo con

questo termine quello stato patologico per cui l’uomo “scindendosi”, proietta fuori di se una Potenza

superiore (Dio) alla quale si sottomette. Ma se la religione è il frutto di un’oggettivazione alienata ed

alienante, l’ateismo si configura non solo come un atto di onestà filosofica, ma anche come un vero e

proprio dovere morale. Detto altrimenti, ciò che nella religione è soggetto deve ri-diventare predicato.

Quindi non più: Dio (soggetto) è sapienza, volontà e amore (predicato), ma, al contrario, la sapienza, la

volontà e l’amore umano (soggetto) sono divini (predicato). Di conseguenza, il compito della

verafilosofia non è più quello di porre il finito nell’infinito (ossia di risolvere l’uomo in Dio) ma quello di

porre l’infinito nel finito (ossia risolvere Dio nell’uomo).

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- Francis Turner/ Un malato di cuore: questa figura è il punto di svolta dell’invidia: lui che dovrebbe essere il

più accecato dall’invidia, poiché malato di cuore, non si fa accecare da quest’ultima, ma ne va oltre,

rendendosi disponibile, ubbidendo all’amore. A trionfare nella vita non sono gli invidiosi, ma i disponibili.

Il dottor Siegfried Iseman/ Un medico: La storia del medico che, partendo dalla sua passione nata

osservando i ciliegi, decide di curare le persone gratis, ma con esito negativo: la società non glielo

permette, il sistema lo prende per fame perché fare il dottore è soltanto un mestiere.Inizia con questa

figura il secondo grande filone, quello della scienza.

Trainor, il farmacista/ Un chimico: è la figura dello scienziato che, per paura di ciò che non riesce a

conoscere, come l’amore, si rifugia nella legge, l’unica cosa che può padroneggiare, morendo con il

rimpianto di non aver mai conosciuto l’amore.

- Il suonatore Jones: è l’unico testo che mantiene il titolo originario della poesia. E’ l’alternativa alla scienza

perché il suo suonare non è un mestiere, ma una scelta che non affossa la sua libertà.

Il suonatore Jones Il suonatore Jones

La terra ti suscita

Vibrazioni nel cuore: sei tu.

E se la gente sa che sai suonare,

suonare ti tocca, per tutta la vita.

Che cosa vedi, una messe di trifoglio?

O un largo prato tra te e il fiume?

Nella meliga è il vento; ti freghi le mani

perché i buoi saran pronti al mercato;

o ti accade di udire un fruscio di

gonnelle

come al Boschetto quando ballano le

ragazze.

Per Cooney Potter una pila di polvere

o un vortice di foglie volevan dire

siccità;

a me pareva fosse Sammy Testa-rossa

quando fa il passo sul motivo di Toor-a-

Loor.

Come potevo coltivare le mie terre,

-non parliamo di ingrandirle-

con la ridda di corni, fagotti e ottavini

che cornacchie e pettirossi mi

muovevano in testa,

In un vortice di polvere

gli altri vedevan siccità,

a me ricordava

la gonna di Jenny

in un ballo di tanti anni fa.Sentivo la mia

terra

vibrare di suoni, era il mio cuore

e allora perché coltivarla ancora,

come pensarla migliore.Libertà l’ho vista

dormire

nei campi coltivati

a cielo e denaro,

a cielo ed amore,

protetta da un filo spinato.Libertà l’ho vista

svegliarsi

ogni volta che ho suonato

per un fruscio di ragazze

a un ballo,

per un compagno ubriaco.E poi se la gente

sa,

e la gente lo sa che sai suonare,

suonare ti tocca

per tutta la vita

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e il cigolio di un molino a vento – solo

questo?

Mai una volta diedi mano all’aratro,

che qualcuno non si fermasse nella

strada

e mi chiamasse per un ballo o una

merenda.

Finii con le stesse terre,

finii con un violino spaccato -

e un ridere rauco e ricordi,

e nemmeno un rimpianto.

e ti piace lasciarti ascoltare.

Finii con i campi alle ortiche

finii con un flauto spezzato

e un ridere rauco

ricordi tanti

e nemmeno un rimpianto.

Dice de André: il suonatore di violino (che è diventato per ragioni metriche di flauto) è uno Che i problemi

esistenziali se li risolve, e se li risolve perché, ancora, è un « disponibile ». E’ disponibile perché il suo clima

non è quello del tentativo di arricchirsi ma del tentativo di fare quello che gli piace: è uno che sceglie sempre

il gioco, e per questo muore senza rimpianti. Non ti pare che sia perché ha fatto una scelta? La scelta di non

seppellire la libertà? [...]Non c’è dubbio che per me questa è stata la poesia più difficile. Calarsi nella realtà

degli altri personaggi pieni di difetti e di complessi è stato relativa mente facile, ma calarsi in questo

personaggio così sereno da suonare per puro divertimento, senza farsi pagare, per me che sono un

professionista della musica è stato tutt’altro che facile. Capisci? Per Jones la musica è un mestiere, è

un’alternativa: ridurla a un mestiere sarebbe come seppellire la libertà. E in questo momento non so dirti se

non finirò prima o poi per seguire il suo esempio.

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CONCLUSIONE:

Ciò che più mi affascina di questo disco è la descrizione semplice,ma profonda e precisa, di sentimenti che

,anche se in misura diversa, ho provato e provo quotidianamente.

Chi non è mai stato invidioso di qualcun altro,al punto da volerlo sopraffare e prenderne il “posto”? chi non

ha mai avuto la sensazione di non riuscire a farsi capire? Di sentirsi deriso? Chi non si chiede,almeno ogni

tanto,come il blasfemo, qualcosa la cui risposta è tanto più grande di noi?

E tra tutte queste domande, la risposta che probabilmente De Andrè vuole dare è la Libertà; Libertà di

vivere come il suonatore jones,facendo della vita un piacere,non un mestiere.

Libertà di essere come si vuole,e farsi accettare,e non schiavi dell’immagine da dare alla comunità come

accade al matto.

Libertà che non vuol dire non seguire regole,fare ciò che vogliamo come lo vogliamo e quando lo

vogliamo,ma che implica coscienza di se e degli altri,rispetto reciproco e fiducia in se stessi.

Uscito dalle superiori spero di riuscire a vivere secondo questa mia concezione di libertà,che anche grazie a

questo disco ho sviluppato.

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INDICE:

-INTERVISTE TRATTE DAL LIBRO : “PER UNA GOCCIA DI SPLENDORE”

-EVENTI STORICI RILEVANTI: www.wikipedia.it

-CANZONE E POESIA: www.intheflesh.it

-FILOSOFIA : appunti dal quaderno scolastico.

-INGLESE: www.wikipedia.it

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