aratro novembre 2011

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Stampa ORIGRAF Ferrara - Via Sgarbata, 170/172 - Tel. 0532 712991 - Reg. Trib. Ferrara n. 21 del 21/03/1951 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - DL. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1. DCB Ferrara Novembre 2011 6 L’ARATRO MENSILE DELLA FEDERAZIONE PROVINCIALE COLTIVATORI DIRETTI DI FERRARA

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aratro novembre 2011

Transcript of aratro novembre 2011

Stampa ORIGRAF Ferrara - Via Sgarbata, 170/172 - Tel. 0532 712991 - Reg. Trib. Ferrara n. 21 del 21/03/1951Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - DL. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1. DCB Ferrara Novembre 20116

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Stampa: Origraf s.rl.Via Sgarbata, 170/172

San Bartolomeo in Bosco (FE)Edito da Coldiretti Ferrara

Direttore: Luigi ZepponiDirettore Responsabile: Riccardo CasottiComitato di Redazione: Marco Baldon,

Alessandro Ballarini, Riccardo Casotti, Ida Dalla Libera, Alessandra Mariotti, Beatrice

Tagliaferri, Valeriano Tagliati.

Realizzazione Editoriale:Impresa Verde FerraraVia Bologna, 67 - Ferrara

Redazione: Via Bologna 637Chiesuol del Fosso (Ferrara)

Tel. 0532.979.711 Fax 0532978.458email: [email protected]

Registro al Tribunale di Ferrara al numero21 del 21/3/1951 - Iscritto al R.N.S.

Pubblicato a FerraraQuesto numero è stato chiuso in

redazione il 3/11/2011Abbonamento annuale per i soci

Euro 3,50

Numero 6 - Novembre 2011

SommarioA Cernobbio, tra crisi e contraddizioni delMade in Italy agro alimentare.Mauro Tonello pag. 3

Rifi uti, semplifi care si può grazie aColdiretti. pag. 4

La nostra ortofrutticolturaal “Ringraziamento 2011”Luigi Zepponi pag. 5

Riforma P.A.C.: no a questa proposta.Riccardo Casotti pag. 6

Italiani e alimentazione al tempo della crisi. pag. 7

Lo Stato italiano vende bresaola uruguaiana. pag. 10

Mercatino. pag. 13

Successo e consensi dopo il forumsul credito. pag. 14

Informazioni epaca.Beatrice Tagliaferri pag. 15

A Geo & Geo i nostri giovani hannopresentato la pera. Riccardo Casotti pag. 15

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Non è bastato il pecorino “ro-meno” di Lactitalia dello scorso anno: anche per il 2011 dobbiamo registrare la schizofrenia italiana del difendere i prodotti tricolori e nello stesso tempo fi nanziare con fondi pubblici, con i soldi di tutti e quindi anche degli agricoltori e degli allevatori, aziende di privati che se ne vanno all’estero a fare i loro (legittimi) affari ma che pretendono di defi nire “made in Italy” anche quello che è prodotto ben lontano da noi.E così, ancora una volta da soli, abbiamo dovuto denunciare all’en-nesimo ministro di turno, l’ennesi-mo pessimo esempio di come non si devono utilizzare risorse pubbli-che per farci concorrenza da soli.E’ di nuovo Simest, azienda con-trollata dal Ministero dello Svi-luppo Economico ad appoggiare attività estere di un famoso gruppo italiano, Parmacotto. Un appoggio fi nanziario che da un alto consente ad una impresa

di allargare il proprio mercato di riferimento, ma dall’altro provoca un danno per altre imprese e per il vero “made in Italy”, attraverso una concorrenza sleale, con de-nominazioni e marchi di prodotti che dell’Italia nulla hanno mai vi-sto, ma che su importanti mercati, come quello americano, ma non solo, si vendono meglio se “suo-nano italiani”.Tanto per ricordarlo, sono oltre 60 i miliardi di euro che ogni anno i nostri produttori non incassano perché spesi nel mondo per l’ac-quisto di prodotti taroccati e di denominazione che richiama il nostro Paese ma che italiani non sono.Una somma non indifferente, che se anche in parte recuperata all’agropirateria, al camuffamen-to, all’italian sounding, potrebbe dare un aiuto signifi cativo alle no-stre esportazioni ed all’equilibrio della bilancia commerciale.Ed invece si investono circa 11 milioni di euro per un culatello

prodotto con carne statunitense (e fi n qui si potrebbe capire, dato che le nostre esportazioni verso gli USA soffrono per via di una legi-slazione sanitaria ultra protettiva) ma che in modo scorretto e truffal-dino viene venduto con il marchio “Salumeria Biellese”, così come la bresaola uruguaina venduta con il marchio Parmacotto.Se il signor Rosi intende giusta-mente aggredire altri mercati oltre a quello nazionale, sarebbe cor-retto lo facesse con trasparenza, evitando di denominare “made in Italy” quello che fa a migliaia di km di distanza; peraltro anche i prodotti fatti negli stabilimenti na-zionali, per sua stessa ammissione, provengono per lo più da animali allevati e macellati da Francia, Germania, Danimarca e Spagna.Un pessimo segnale politico, a nostro avviso, di fronte al quale è spontaneo chiedersi perché lo Stato investe risorse per diventare proprietario di aziende che fanno concorrenza agli imprenditori na-

A CERNOBBIO, TRA CRISI E CONTRADDIZIONI DEL MADE IN

ITALY AGRO ALIMENTAREMentre i consumatori si orientano verso il risparmio senza trascurare la

qualità, lo Stato fi nanzia ancora il “falso made in Italy” che ci fa concorrenza.

La crisi tocca anche i consumi alimentari; il cibo acquista più valore

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Ezionali, evocando un’italianità di prodotti inesistente? Ed ancora, quanti casi analoghi esistono e quali iniziative si intendano adot-tare per porre fi ne a questa situa-zione?

Il tutto appunto in una situazione generale assolutamente diffi cile per il nostro Paese, con l’89% de-gli italiani che reputa negativa la situazione economica.Il sondaggio di SWG commissio-nato da Coldiretti e presentato al Forum Internazionale dell’Agri-coltura e dell’Alimentazione per il 2011, ha fotografato la percezione degli italiani sull’alimentazione al tempo della crisi, dove emergono i timori e le nuove abitudini di fron-te alla situazione attuale.Nelle pagine che seguono vengo-no riassunte le principali evidenze del sondaggio.Ne sottolineiamo alcune:il 5/10 per cento non è in grado di garantirsi il minimo indispen-

sabile ed il 49 per cento riesce a pagare appena le spese, senza per-mettersi lussi; il 57 per cento ha ridotto lo spreco di cibo, con un importante recupero di sensibilità rispetto ad un trend che negli anni scorsi segnava una perdita di oltre dieci milioni di tonnellate e dove il cibo era considerato una merce qualsiasi.In questa inversione di tendenza è comprensibile anche il dato che rileva per oltre la metà dei consu-matori il maggior tempo dedicato al fare la spesa, e la maggiore at-tenzione a ciò che si acquista, non solo sotto l’aspetto del prezzo ma anche della qualità e della prove-nienza.Altro segnale importante infatti è la tenuta dei consumi di prodotti di qualità, tipici o biologici, che vengono acquistati regolarmente da quasi un italiano su tre. Cam-bia semmai il luogo di acquisto, con la contrazione delle spese nei negozi tradizionali, una tenuta dei

supermercati e l’incremento dei discount.Scelte all’insegna del risparmio che non devono far dimenticare il fattore sicurezza e qualità, non sempre purtroppo assicurate dagli acquisti low cost.Cresce peraltro la spesa diretta nelle aziende agricole e nei mer-cati degli agricoltori (che hanno raggiunto un valore di 3 miliardi di euro) e quindi del potenziale delle Botteghe di Campagna Ami-ca, strumento di congiunzione tra la classica rivendita dell’agricol-tore ed il negozio alimentare tra-dizionale, dove ciascuna parte può trovare motivo di collaborazione nell’uso corretto e certifi cato del nostro grande patrimonio agro alimentare veramente italiano, proveniente dalla fi liera agricola italiana.

Mauro TonelloPresidente Coldiretti Ferrara

RIFIUTI, SEMPLIFICARE SI PUÒ GRAZIE A COLDIRETTI

Il Ministero riconosce il non obbligo di iscrizione per gli agricoltori che por-tano i propri rifi uti all’Albo dei traspostatori. Ora si proceda in Provincia

Mentre altre associazioni si davano da fare per pro-tocolli ed accordi che avrebbero signifi cato costi aggiuntivi e complicazioni per le imprese agrico-le, la nostra associazione si è impegnata, già dallo scorso mese di maggio, per ottenere un chiarimento direttamente dal Ministero dell’Ambiente riguardo l’obbligatorietà di una pretesa iscrizione, onerosa, all’albo dei trasportatori anche per i propri rifi uti. Grazie alla nostra insistenza e determinazione, sia-mo riusciti nei giorni scorsi ad ottenere un parere dal Presidente del Comitato Nazionale dei gestori dei rifi uti presso il Ministero, che sancisce la non obbligatorietà per le nostre aziende agricole di tale iscrizione.In effetti il parere, con riferimenti a sentenze della Corte di Giustizia su pronunciamenti dell’Unio-ne Europea sulle norme italiane, chiarisce che il

carattere di “professionalità”, presupposto per l’iscrizione all’Albo, non si rinviene in chi in modo occasionale conferisce direttamente i propri rifi uti anche speciali o pericolosi (barattoli vuoti di agrofarmaci, teli plastici, batterie, ecc.) ai centri di raccolta autorizzati, come già negli anni scorsi era possibile nella nostra provincia.Ora crediamo che la Provincia, cui abbiamo im-mediatamente fatto pervenire il parere, possa rapi-damente mettere in atto quanto necessario per con-sentire agli agricoltori di trovare centri di raccolta autorizzati e concertare le semplifi cazioni burocra-tiche che già nel precedente Accordo di Program-ma provinciale per la gestione di questi particolari rifi uti aveva dato buoni risultati sotto tutti i punti di vista”.

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Torniamo a parlare di ortofrutta, una delle spine dorsali della nostra economia, non solo produttiva agricola, ma del tessuto impren-ditoriale di tutta la provincia fer-rarese.Torniamo a farlo abbinando il tema delle qualità positive dell’or-tofrutta nella sana alimentazione, utlizzando la vetrina della nostra Giornata Provinciale del Ringra-

ziamento che si terrà a Ferrara i prossimi 12 e 13 novembre in Piazza Trento Trieste.Insieme alla cooperativa O.P. CHIARA, partner dell’evento, desideriamo ricordare ai cittadini ferraresi, ai consumatori, le ca-ratteristiche di frutta e verdura, la ricchezza di benefi ci che deriva-no dal loro regolare consumo, le qualità nutrizionali legate anche ai colori che ci portano a scegliere i frutti di stagione per quello che in quel momento meglio esprimono per la nostra salute. Sarà anche l’occasione per ricor-dare ad istituzioni e mondo econo-mico ferrarese che dalla crisi che quest’anno ha segnato l’annata frutticola, con pochissime ecce-zioni, si deve trovare una vera via d’uscita, che metta in discussione tutto il sistema sin qui costruito, che di anno in anno mostra gravi difetti e debolezze che minano la

sopravvivenza delle imprese agri-cole.Si tratta di ridare valore e digni-tà sia ai prodotti, sia al lavoro dei nostri frutticoltori, di ridefi nire la scala degli interessi che dal campo vanno al mercato ed infi ne alla ta-vola dei cittadini.Coldiretti sta lavorando assidua-mente per defi nire anche sistemi alternativi, laddove non si possa infl uire concretamente sull’esi-stente, mettendo a disposizione il progetto delle fi liere agrico-le italiane e la rete nazionale dei produttori, sino alle Botteghe di Campagna Amica ed ai prodotti a marchio Campagna Amica.Bisogna moltiplicare gli sforzi, a partire proprio dalla nostra pro-vincia per dare un segno di cam-biamento e di prospettiva diversa per gli anni a venire.

Luigi ZepponiDirettore Coldiretti Ferrara

LA NOSTRA ORTOFRUTTICOLTURA AL “RINGRAZIAMENTO 2011”

GIORNATE PROVINCIALI DEL RINGRAZIAMENTO 2011

PROGRAMMAIl Sapore dei ColoriSABATO 12 NOVEMBRE

Piazza Trento Trieste - Listone

ore 10,00 Inaugurazione del Mercato di Campagna Amica e dell’area I COLORI DELLA SALUTE in collaborazione con O.P. Chiara

DOMENICA 13 NOVEMBREPiazza Trento Trieste - Listone

ore 10,00 - 19,00 Mercato di Campagna Amica

Duomo Cattedrale di Ferraraore 11,30 Solenne Santa Messa di Ringraziamento offi ciata da S.E. Mons. Rabitti e concelebrata da

Mons. Braga, Consigliere ecclesiastico Coldiretti Ferrara, con il rito dell’Offerta dei Frutti della terra.Solenne Benedizione dei mezzi agricoli

“La proposta così come è non va bene e si pro-spetta ora una trattativa tutta in salita, ma è certo che siamo pronti a mettere in campo ogni azione utile per realizzare una riforma della Pac piu’ equa e giusta”Anche il presidente di Coldiretti Ferrara, Mauro Tonello esprime insoddisfazione di fronte alla pro-posta di riforma della PAC, la politica agricola co-munitaria varata dalla Commissione U.E. “In un momento di forte crisi economica le risorse vanno indirizzate verso una agricoltura che capace di dare risposte in termini di competitività, occu-pazione, sicurezza alimentare e soprattutto rivolte a chi l’agricoltura la fa sul serio e ci vive – sotto-linea Tonello – e ricordiamoci che il made in Italy agro alimentare nasce in aziende ben diverse da quelle che sembra prefi gurare la proposta della Commissione”. Invece di defi nire gli agricoltori attivi in base a quello che effettivamente fanno, il testo li defi ni-sce - continua Tonello - solo in base alla quantità di aiuti che ricevono premiando così le rendite e le dimensioni e non certo il lavoro e gli investimen-ti. La proposta, tra l’altro, prevede una riduzione del budget che l’Italia non merita affatto, anche considerando che aumenta in modo signifi cativo il divario tra le risorse che il nostro Paese versa all’Unione Europea e quello che recupera attraverso la Politica agricola. In gioco - riassume la Coldi-retti - ci sono per l’Italia circa 6 miliardi di fondi comunitari all’anno per i prossimi sette anni, ma soprattutto il futuro di 1,6 milioni di imprese agricole che danno occupazione a circa un milione di dipendenti e che garantiscono il presidio territo-riale di oltre 17 milioni di etta-ri di terreno coltivato totale dal quale nascono produzioni da primato che danno prestigio e

competitività al Made in Italy nel mondo.Il giudizio è stato espresso anche dal presidente nazionale, Sergio Marini, in occasione del Forum di Cernobbio ed alla presenza tra gli altri del vice presidente della Commissione UE, Tajani e del presidente della commissione agricoltura del Se-nato, Scarpa Bonazza Buora.Con questa riforma, secondo il presidente del-la Coldiretti, “paghiamo il prezzo di una storica assenza dell’Italia nelle sedi comunitarie nei mo-menti in cui si prendono le decisioni importanti. In Europa si è abituati a decidere con largo anticipo e non come da noi dove affrontiamo i problemi giorno per giorno dopo che si sono verifi cati. Con questo atteggiamento miope in Europa – ha conti-nuato Marini - l’Italia ha sempre perso nel passato, perde oggi con questa riforma e, se non cambierà comportamento, continuerà a perdere nel futuro. Una situazione inaccettabile di fronte alla quale la Coldiretti è pronta a mettere in campo ogni azione utile per realizzare una riforma più equa e giusta, visto che si prospetta per l’Italia una trattativa tutta in salita”.

Riccardo CasottiCapo Area Sindacale

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ERIFORMA P.A.C.: NO

A QUESTA PROPOSTAColdiretti giudica negativamente la proposta presentata dalla Commissione: si premia la quantità a scapito della qualità e non si tiene in conto a suffi cienza della professionalità. Marini: “Un premio a chi ha terra e non ci fa niente”

Fondi europei per i nostri agricoltori a rischio con questa proposta di nuova PAC

CRISI: COLDIRETTI/SWG, L’ITALIA STA PEGGIO

DEGLI ITALIANISe ben l’89 per cento degli ita-liani ritiene che la situazione economica del Paese sia negati-va, oltre la metà (53 per cento) giudica positivamente il bilancio della propria famiglia. E’ quanto emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine su “Gli italiani e l’alimentazione nel tempo della crisi”, realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2011 e presentata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. Una situazione che è confermata dal fatto che - sotto-linea la Coldiretti - se il 49 per cento dichiara di riuscire a paga-re appena le spese senza permet-tersi ulteriori lussi e addirittura un 5/10 per cento non è in grado di garantirsi il minimo indispen-sabile, c’è un 42 per cento che afferma di vivere serenamente senza particolari affanni. Alla crisi economica - continua la Coldiretti - si aggiunge una for-te preoccupazione per il futuro, con il 62 per cento degli italiani che ritiene che la situazione eco-nomica dell’Italia sia destinata a peggiorare. Una mancanza di fi ducia nel proprio Paese che - conclude la Coldiretti - emerge anche dal fatto che il 54 per cen-to degli italiani ritiene di aver dato all’Italia più di quanto ha ricevuto mentre solo il 12 per

cento sostiene che ha ricevuto più di quanto ha dato.

CONSUMI:COLDIRETTI/SWG, 57% ITALIANI RIDUCE GLI

SPRECHI A TAVOLAIl 57 per cento degli italiani ha ridotto lo spreco di cibo per ef-fetto della crisi. E’ quanto emer-ge dalla presentazione dei risul-tati della prima indagine su “Gli italiani e l’alimentazione nel tempo della crisi”, realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2011 e presentata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. “Si tratta di una ten-denza positiva in un Paese come l’Italia dove a causa degli sprechi dal campo alla tavola viene per-so cibo per oltre dieci milioni di tonnellate” ha affermato il presi-dente della Coldiretti Sergio Ma-

rini nel sottolineare che è impor-tante un recupero di sensibilità nei confronti del cibo e del suo valore, soprattutto in un mon-do dove “la globalizzazione dei mercati, a cui non ha fatto segui-to quella della politica, ha porta-to a un defi cit di responsabilità, di onestà e di trasparenza che ha generato la crisi internazionale e ha drammaticamente legittimato la derubricazione del tema cibo fi no a farlo considerare una mer-ce qualsiasi, come fosse un aspi-rapolvere o un frigorifero”. In Italia gli sprechi alimentari - sot-tolinea la Coldiretti - equivalgo-no a un valore annuale di ben 37 miliardi di euro in grado di ga-rantire l’alimentazione per ben 44 milioni di persone. Tra coloro che hanno ridotto lo spreco il 47 per cento lo ha fatto - conclude la Coldiretti - facendo la spesa in modo più oculato, il 31 per cen-to riducendo le dosi acquistate,

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Meno sprechi a tavola e più attenzione nel fare acquisti di alimentari

ITALIANI E ALIMENTAZIONE AL TEMPO DELLA CRISI

Indagine Coldiretti/SWG sui cambiamenti di comportamento indotti dalla crisi economica mondiale presentata al XI Forum dell’Agricoltura e Alimentazione di

Cernobbio. Meno sprechi e più discount per gli italiani, ma la qualità tiene.

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Eil 24 per cento utilizzando quello che avanza per il pasto successivo e il 18 per cento guardando con più attenzione alla data di scadenza.

COSA HAI FATTO PER RIDURRELO SPRECO ?

spesa in modo piu’ oculato 47%

riducendo le dosi acquistate 31%

utilizzando quello che avanza 24%

piu’ attenzione alla data di scadenza 18%

Fonte: indagine Coldiretti-Swg risposte multiple

CONSUMI: COLDIRETTI/SWG,PER 55% ITALIANI PIU’ TEMPO

A FARE LA SPESADopo anni si inverte la tendenza e aumenta il tempo dedicato dalla maggioranza degli italiani (55 per cento) a fare la spesa, nei confronti della quale ben il 72 per cento dichiara di prestare una maggiore attenzione rispetto al passato. E’ quan-to emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine su “Gli italiani e l’alimentazione nel tempo della crisi” realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2011 e presentata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimenta-zione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este

di Cernobbio. In Italia la tavola è - sottolinea la Coldiretti - una componente importante della spe-sa familiare con un valore per famiglia che è stato di 467 euro al mese nel 2010, pari al 19 per cen-to rispetto al 19,1 per cento destinato a trasporti, combustibili ed energia. Se è dunque naturale - so-stiene la Coldiretti - che in tempo di crisi ben il 61 per cento confronti con più attenzione i prezzi e il 59 per cento guardi alle offerte 3 x 2, è inte-

ressante verifi care che ben il 43 per cento si ac-certa della qualità dei prodotti e una percentuale analoga verifi ca la provenienza. “Un risultato che mette in evidenza una tendenza alla ricerca del mi-glior rapporto prezzo qualità per l’alimentazione davanti alla vastità dell’offerta sugli scaffali” ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Ma-rini nel sottolineare che “non è un caso infatti che solo l’16 per cento degli italiani dichiari di aver ridotto la spesa o rimandato gli acquisti alimentari, una percentuale superiore solo alle spese per i fi gli (9 per cento)”. La consapevolezza dell’importanza dell’alimentazione è evidente, se confrontata ad altri beni di consumo come - conclude la Coldiretti - l’abbigliamento, per il quale ha ridotto la spesa il 51 per cento, o le vacanze (50 per cento) o, ancora, i beni tecnologici (34 per cento).

PER QUALI DI QUESTE CATEGORIEHA RIDOTTO LA SPESA, RINUNCIATO

O RIMANDATO L’ACQUISTO

Abbigliamento 51%

Viaggi o vacanze 50%

Tempo libero 47%

Beni tecnologici 34%

Attività culturali 33%

Arredamento 33%

Auto/moto 30%

Generi alimentari 16%

Spese per i fi gli 11%

Fonte: indagine Coldiretti-Swg risposte multiple

CONSUMI: COLDIRETTI/SWG, 25%IN PIU’ NEI DISCOUNT E

38% IN MENO NEI NEGOZIIl 25 per cento degli italiani ha aumentato nel 2011 la frequenza dei discount mentre, all’opposto, ben il 38 per cento ha ridotto la propria presenza nei negozi tradizionali, che rischiano un vero crack mentre tengono sostanzialmente i supermercati. E’ quanto emerge dalla presentazione dei risultati del-la prima indagine su “Gli italiani e l’alimentazione nel tempo della crisi”, realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2011 e presentata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimenta-zione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. “Si evidenzia la tendenza da parte

Il presidente Marini a Cernobbio ha presentato l'indagine SWG/Coldiretti sui consumi degli italiani.

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di un crescente segmento della popolazione ad acquistare pro-dotti alimentari a basso prezzo nei discount, a cui però può corri-spondere anche una bassa quali-tà con il rischio che il risparmio

sia solo apparente ha affermato il presidente del-la Coldiretti Sergio Marini. Risparmiare oltre un certo limite sul cibo può signifi care nutrirsi di ali-menti che possono avere contenuto scadente – ha precisato Marini - con effetti negativi sul piano nutrizionale, sulla salute e sul benessere delle per-sone. Non è un caso - ha continuato Marini - che la prima mozzarella blu sia stata trovata proprio all’interno di un discount ma si registrano anche casi di aglio blu, prodotti scaduti o contraffatti. Un fenomeno di riduzione signifi cativa dei negozi tra-dizionali determina anche evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimità ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani. A contrastare lo spopolamento dei centri urbani va segnalata pe-raltro la crescente presenza di mercati degli agri-coltori e di Botteghe di Campagna Amica. Una opportunità per i produttori e per i consumatori che - conclude Marini – va anche a sostegno del-la storia, della cultura e della vivibilità dei centri urbani.

CRISI: COLDIRETTI/SWG, TENGONO CONSUMI QUALITA’, TIPICO

E BIOLOGICOQuasi un italiano su tre (29 per cento) acquista re-golarmente prodotti a denominazione di origine, il 14 per cento quelli biologici e il 15 per cento direttamente dal produttore. E’ quanto emerge dal-la presentazione dei risultati della prima indagine su “Gli italiani e l’alimentazione nel tempo della crisi”, realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2011 e presentata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. Resta alta, nonostante la crisi, l’opposizione agli organi-smi geneticamente modifi cati che sono considerati meno salutari da ben il 60 per cento degli italiani,

con un 16 per cento che non risponde. Si assiste però ad una polarizzazione. Le percentuali degli italiani che acquistano prodotti a denominazione, bio o dagli agricoltori tengono rispetto allo scorso anno, a conferma del fatto che “la crisi non inci-de sul bisogno di sicurezza alimentare dei cittadi-ni che continuano ad esprimere un forte interesse per le produzioni ad elevato contenuto salutistico, identitario e ambientale”, ha affermato il presiden-te della Coldiretti Sergio Marini nel precisare che “esiste in realtà una polarizzazione nei comporta-menti. Chi ha disponibilità di reddito ed è un consu-matore attento alla qualità e alla tipicità consolida i propri stili mentre chi si trova in diffi coltà è spesso costretto a rinunciare”. A dimostrarlo è la crescita degli acquisti diretti dal produttore che hanno rag-giunto il valore di 3 miliardi di euro e interessano più di 60mila imprese agricole tra cantine, cascine e malghe oltre a mille mercati degli agricoltori e alle botteghe di Campagna Amica. Complessiva-mente - continua la Coldiretti - i 229 prodotti a de-nominazione di origine Made in Italy protetti dal riconoscimento comunitario hanno sviluppato nel 2010 un fatturato al consumo superiore ai 9 miliar-di di euro dei quali circa 1,5 miliardi realizzati sui mercati esteri attraverso l’esportazione. A crescere - continua la Coldiretti - è anche il biologico, che ha fatto segnare un incremento record dell’11,6% nel 2010, e che continua anche quest’anno, con un aumento dei consumi dell’11,5% nei primi quattro mesi, in controtendenza rispetto al resto dell’agro-alimentare.

GLI ACQUIRENTI DI PRODOTTIALIMENTARI

Prodotti di origine controllata e protetta 29%

Prodotti direttamente dal produttore 15%

Prodotti biologici 14%

Prodotti equo-solidali 6%

Prodotti etnici 6%

Fonte: indagine Coldiretti-Swg su quanti dichiarano di acquistare regolarmente o qualche volta

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ELO STATO ITALIANO VENDE

BRESAOLA URUGUAIANAMa anche salami e prosciutti toscani ed emiliani “made in USA”

ma con nomi e marchi italiani. Concorrenza sleale fatta con soldi pubblici, che continua dopo il “caso Lactitalia” dello scorso anno

Lo Stato italiano promuove le vendite all’estero della bre-saola uruguaiana ma anche la fi nocchiel-la, il salame toscano e il culatello prodot-ti negli Stati Uniti e venduti a New York dalla salumeria Rosi del Gruppo Par-macotto il quale ha appena stipulato un vantaggioso accordo che prevede un inve-stimento di ben 11 milioni di euro nel proprio capi-tale sociale da parte di Simest, una società per azioni controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico con la partecipazione di privati. Lo ha denunciato il presidente della Coldiretti Sergio Marini al Forum Internazionale dell’alimentazione di Cernobbio nella sessione dei lavori dedicata alla legalità come fattore di crescita alla quale sono intervenuti Giovanni Fava, Presidente Commissione Parlamentare di Inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, il magistrato Donato Ceglie, Cesare Patrone, Capo del Corpo Forestale dello Stato, e Paolo Russo - Presidente Commissione Agricoltura Camera Deputati.Il presidente Sergio Marini ha mostrato il culatello prodotto con carne statunitense a marchio “Salume-ria Biellese” e la bresaola uruguaiana a marchio Par-macotto risultato dello shopping effettuato dalla task force della Coldiretti alla Salumeria Rosi a New York, 283 Amsterdam Avenue. Si tratta dell’importante punto vendita del gruppo Parmacotto che lo scorso 12 ottobre ha ricevuto l’impegno di un fi nanziamento pubblico da parte della Simest fi nalizzato “al poten-ziamento della struttura produttiva e del processo di internazionalizzazione verso i mercati target, con par-ticolare attenzione agli Usa, Francia e Germania, dove il Gruppo mira a consolidare la propria presenza”.Non è politicamente accettabile che lo Stato, che

rappresenta tutti i cittadini italiani, fi -nanzi direttamente o indirettamente la produzione o la di-stribuzione di pro-dotti alimentari che non hanno nulla a che fare con il tes-suto produttivo del Paese ma che anzi fanno concorrenza sleale agli impren-ditori impegnati nell’allevamento e

nella produzione in Italia. In un momento di crisi si sprecano soldi per favorire la delocalizzazione e non certo l’internazionalizzazione e si alimenta il giro di affari dell’Italian sounding che si stima superi i 60 miliardi di euro l’anno (164 milioni di euro al gior-no), cifra 2,6 volte superiore rispetto all’attuale valore delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari. Gli effetti economici diretti dell’Italian soundingsul-le esportazioni di prodotti agroalimentari realmente Made in Italy si traducono, inevitabilmente, ineffetti indiretti sulla bilancia commerciale, in costante defi -cit nell’ultimo decennioUn danno per le imprese e un danno per il Pese. Quel-lo che è piu’ grave è che la fi nanziaria di Stato rima-ne “reticente” anche dopo le denuncia pubblica che abbiamo presentato alla Commissione Parlamentare di Inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale e al Ministero delle Politiche Agricole che ha addirittura istituito un ta-volo di lavoro sulla vicenda dell’incredibile acquisto di quote da parte della Simest della società rumena denominata Lactitalia. Lactitalia ha sede in Romania e produce, utilizzando latte di pecora romeno e un-gherese, formaggi rivenduti con nomi italiani (tra gli altri Dolce Vita, Toscanella e Pecorino). La presenza sui mercati internazionali di prodotti di imitazione del pecorino romano è la principale ragione della grave crisi che colpisce i pastori italiani e della quale lo Sta-

Risorse pubbliche per fare concorrenza ai nostri prodotti: scandaloso.Marini mostra la bresaola acquistata nella Salumeria Rosi a New York.

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to si è reso complice.

IL CASO PARMACOTTONel 2008 la Simest, società per azioni controllata dal Ministero del-lo Sviluppo Economico con la par-tecipazione di privati, acquista una quota di partecipazione del 49% in Parmacotto USA, la società che si occupa della distribuzione all’in-grosso dei prodotti Parmacotto ne-gli Stati Uniti. Lo stesso anno apre a New York la Salumeria Rosi, ne-gozio monomarca per la vendita di salumi italiani. “Abbiamo constata-to che i clienti li percepiscono come prodotti di alta qualità – dichiara l’amministratore delegato di Simest – e ciò fa crescere l’attenzione per la tradizione alimentare italiana dei consumatori americani”. I prodotti commercializzati sono quelli della tradizione regionale tricolore, dal culatello alla fi nocchiona. Tuttavia la metà delle carni lavorate per la pro-duzione proviene , secondo quanto affermato dallo stesso amministra-tore delegato di Parmacotto, Ales-sandro Rosi, “da Francia, Danimar-ca, Spagna e Germania, per lo più”. Lo stesso processo di produzione è stato trasferito in Usa: nel New Jer-sey. Tra i prodotti commercializzati sul mercato statunitense c’è anche un Culatello Salumeria Biellese che riporta in etichetta il paese di origine

della carne (non italiana) ma il cui marchio è quanto meno fuorviante, visto che non ha niente a che fare con Biella. Nel 2009 Parmacotto Usa riacquista la totalità delle azio-ni, con un debito verso Simest di 3 milioni e mezzo di euro. Nel 2010 la partecipazione di Simest com-pare però nuovamente per il 49% delle quote in Parmacotto Usa. Il 12 ottobre 2011 Parmacotto e Simest annunciano un’intesa per il poten-ziamento della struttura produttiva e del processo di internazionalizza-zione che prevede investimenti per 16 milioni di euro per consolidare la presenza del gruppo in Usa, Francia e Germania. In cantiere anche la rea-lizzazione di uno stabilimento per la produzione di pre-affettati negli Sta-ti Uniti. Alla Simest viene riservato un aumento del capitale sociale pari a 11 milioni di euro.

IL CASO LACTITALIALactitalia è una società a respon-sabilità limitata costituita nel 2005 in Romania per la lavorazione e la commecializzazione di prodotti lattiero caseari e posseduta al 29,5 per cento dalla Simest controllata dal Ministero dello Sviluppo eco-nomico. Il restante 70,5 per cento è controllato dalla Roinvest con sede a Sassari con amministratori, tra gli

altri, Andrea Pinna ossia il vicepre-sidente del Consorzio di Tutela del Pecorino Romano e Pierluigi Pinna ossia il consigliere dell’organismo di controllo dei formaggi pecorino Roma, Sardo e Fiore Sardo Dop. Lactitalia commercializza in Italia e in altri paesi europei formaggi di “tradizione italiana” col marchio “Dolce vita” (mozzarella, pecorino, mascarpone, caciotta) e di tradizio-ne romena tra cui anche una ricotta con la denominazione “Ricotta to-scanella”. “Per voi – si legga nella presentazione dei prodotti sulla pa-gina internet dell’azienda – abbiamo intrecciato il latte rumeno alla tradi-zione italiana”. Tali prodotti evoca-no in realtà una origine e una fattura italiana che non possiedono, allo scopo di far intendere al consumato-re acquirente che i prodotti sono di origine e tradizione tricolore. Ciò ar-reca un danno al patrimonio agroali-mentare nazionale, con il paradosso che l’operazione è addirittura fi nan-ziata con l’intervento dello Stato ita-liano, attraverso la Simest. Dopo la denuncia di Coldiretti, il Ministero delle Politiche Agricole ha istituito un tavolo di lavoro sulla vicenda.

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V/2 Agricoltore disponibile per vari lavori in campagna, tra cui sfalcio e trinciatura dell’erba su argini, scoline, aratura, estirpatura, ripperatura, erpicatura, semina, trasporti, diserbi/trattamenti. Tel. ore pasti Giampietro 348/8520788.V/3 Vendo rotolone marca Marani, diametro 110, lunghezza metri 330; macchina praticamente nuova, interamente zincata e tamburata, motore Ruggerini diesel per il riavvolgimento, carrello a quattro ruote con zavorra autoriempiente, prolunga per mais e prolunga per frutteto, gettone Rainbird.A chi compra l’irrigatore regalo 500 m di tubi. Per informazioni tel. 338/9327866.V/4 Vendo Caterpillar D5 B, turbo, 150 cv, ore 4.217, anno 1981, catene lubrifi cate, ottime condizioni (sempre al coperto). Vendo erpice rotante tipo Sicma, metri 2,50 con protezione anteriore in ottimo stato. Tel. 0532/878236 ore pasti.V/6 Vendo scava cipolle marca CARLOTTI; macchina raccogli cipolle con porta bins marca CARLOTTI; aratro monovomere entro solco, volta orecchio marca MORO, per trattrice 70-100 cvTEL. 338/9015031V/7 Vendo fresa sarchiatrice m 2,5, n. 6 fi le; seminatrice Carraro m 2,5; trattore Ford 5000 con muletto e forca per rotoballe. Telefonare ore pasti al n. 0532/712655V/8 Affi tto porzione di casa colonica seminuova con annessi servizi (garage e pollaio) in zona agricola in via Guarda a Copparo. Tel. cell. 348/7940827.Z/1 Vendo 3 serre congiunte

dimensioni 7,80 x 38 mt, facciate basculanti per l’ingresso dei mezzi agricoli, comprensive dei 3 bruciatori per il riscaldamento.Visibile e montata.Per informazioni 338/9290302Z/2 Vendo erba medica (paglia, fi eno, veccia e trifoglio) il tutto pressato in piccole ballette. Possibilità di consegna a domicilio. Tel. 339/4745807 StefanoA/1 vendesi, per totale inutilizzo, motozappa Pasquali, alimentazione benzina, carrellata con posto guida,avviamento a batteria, dotata di ruote gommate e gabbiette in ferro, corredata di sega tagliaerba, aratro e altri accessori vari, ideale per lavori anche sottoserra. Ottimo stato. Prezzo interessante. Tel. 0532 754026 ore pasti sig.ra GraziellaA/2 Vendesi fresa pasquali , motore nuovo diesel , larga 50 cm . Cisterna in vetroresina da qli 5 nuova mai usata . Prezzo interessante 333 2961634A/3 Vendo Spedo idraulico, interfi lare, 4 dischi, attacco al sollevatore, buone condizioni; fresa OMAS, idraulica, interfi lare, uso sia automatico sia manuale, buone condizioni. Prezzi interessanti. Tel. 0532/848332A/4 Vendo trattore Fendt 614, 160 cv. Tel. 347/8832685A/5 Vendo caricatore Colmart T7. Tel. 338/8533946A/6 Vendesi terreno edifi cabile loc. Circonvallazione - Mezzogoro. Mq 1.900 circa. Tel ore pasti 340/9560002A/7 Cerco operaio per azienda frutticola per lavori vari quali: trattamenti, diserbi e raccolta frutta, zona Ferrara. Tel. 347/5817369A/8 Causa inutilizzo vendo trattore Fiat

70CI in buono stato; livella americana Eversmann; spandiconcime da 60 q, marca New Star. Per informazioni contattare Samuele al 335/6574262A/9 Vendo per cessata attività trattore cingolato Fiat 70 CL completo di ruspa, con aratro Schiavina monovomere q. 10; trattore Fiat 666 2 RM; rimorchio agricolo marca Negrizzolo N50R; botte diserbo q 6; trinciastocchi m 1,80; spandiconcime Lely q 3. Tel. 0533/95277A/10 Vendo aratro marca “MIPRA”, monovomere entrosolco voltaorecchio, con ruota di profondità per trattrici da cv 70 circa. Buone condizioni. Tel. 333/4656086B/1 Vendo trattore international 1055, 120 HP, impianto frenatura pneumatica omologato 80 q, cabina con piattaforma tre distributori idraulici; rimorchio Apollonio ribaltabile bilaterale omologato 60 q con frenatura pneumatica misure 2x4; seminatrice grano Gallignani, portata su sollevamento, m 1,80 di lavoro. Per informazioni tel. 333/2604191B/2 Vendo per cessata attività (periferia nord di Copparo-Fe) azienda agricola di circa 1,5 ha con produzione pere abate I.G.P. e ortaggi in serra e non. Il frutteto dispone di copertura antigrandine (i 2/3), impianto d'irrigazione e fertirrigazione in tutto il terreno. 200 mq di magazzini agricoli con possibilità di trasformarli in abitazione civile. Trattore e macchine per la lavorazione di tutta l'impresa (atomizzatore, carro raccolta, moto coltivatore, rimorchio, muletto, trincia stocchi, spedo,...). Il tutto confi nante con il canale di irrigazione seminato e dista dalla circonvallazione nord di Copparo 1 km. Tel. 348.2528571.

MERCATINOGli annunci sono gratuiti. Contattate la redazione dell’Aratro.

Servizio riservato ai soci. Si prega avvertire quando non più validi.N.B. La pubblicazione, per dare spazio a tutti i soci, è garantita per soli tre numeri.

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Diego PaganiniN. 21/5/1928

M. 13/10/2011

“Sinergia per competere”, questo lo slogan che ha aperto i lavori del forum promosso da CreditAgri Ita-lia, il consorzio nazionale di garanzia fi di della Coldi-retti. Alla presenza dei referenti degli istituti bancari italiani più importanti, è stato fatto il punto sulle dif-fi coltà che si riscontrano oggi nell’accesso al credi-to per le imprese. Il presidente di CreditAgri Italia, Giorgio Piazza, dopo aver ricordato le tappe che han-no caratterizzato sino ad oggi il percorso del Confi di, ha sottolineato la necessità di rafforzare sempre più il servizio del credito di Coldiretti, che ben si inserisce nel progetto della fi liera agricola tutta italiana, dive-nendone elemento imprescindibile. Dopo neppure un anno dall’unifi cazione delle 8 strutture presenti sul territorio nazionale, CreditAgri Italia ha presentato la richiesta per entrare nell’albo degli «enti di garan-zia vigilati» di Bankitalia. “In tempi brevi CreditA-gri Italia - ha detto con soddisfazione Piazza - potrà allargare il campo di interventi, così come previsto dall’articolo 107 del Testo unico bancario, diventando una struttura di assistenza fi nanziaria a tutto campo per le imprese agricole, spaziando dal rilascio di ga-ranzie collettive ai piani aziendali per l’accesso alle misure di intervento dei piani di sviluppo rurale fi no alle fi deiussioni nei confronti di amministrazioni pub-bliche”. Il consigliere delegato Roberto Grassa, sot-tolineando le criticità dell’accesso al credito per le imprese agricole, ha uffi cializzato l’impegno a porre in essere strumenti innovativi proprio per rispondere a queste criticità mediante il supporto di un sistema di garanzie che fa capo a Sgfa - Ismea. Negli oltre 60 sportelli del Consorzio fi di è possibile infatti avviare le pratiche per la garanzia diretta fornita dall’Ismea

che proprio un recente decreto ha allargato alle tran-sazioni commerciali e al breve termine. Nel 2011 - ha spiegato Grassa - CreditAgri può garantire fi nanzia-menti per 200 milioni con una crescita di 10 milioni su base mensile; nel 2012 l’obiettivo è di arrivare a quota 385,9 milioni. Vincenzo Gesmundo, segretario nazionale organizzativo di Coldiretti, ha parlato della strategicità di CreditAgri Italia nel progetto per una fi liera agricola tutta italiana che coinvolge, oltre alle aziende, anche cooperative e Consorzi agrari. Il credi-to è uno dei servizi che l’organizzazione vuole offrire a tutte le imprese che hanno necessità di confrontarsi con il mercato, “quelle socie e quelle - ha detto Ge-smundo - che ne vorranno far parte”. Il confronto con i partner bancari ha permesso una rifl essione sul mo-mento economico che stiamo attraversando, che pone l’agricoltura in diffi coltà in termini di concessioni di fi nanziamenti. Dall’inizio dell’estate è partita la rine-goziazione di accordi e tassi di interesse e CreditAgri Italia rileva un aggravio del 40% del costo del dena-ro. Ora è necessario agevolare i fi nanziamenti anche per evitare di non utilizzare i fondi comuni perdendo in questo modo risorse comunitarie così come, pur-troppo, sta succedendo, con i piani di sviluppo rurale. L’Italia rischia infatti di riconsegnare a Bruxelles oltre un miliardo di euro. Per informazioni:CreditAgri Emilia RomagnaReferente Impresa Verde Ferrara:Alessandro BallariniTel. [email protected]

SUCCESSO E CONSENSI DOPOIL FORUM SUL CREDITO

Enico ZaghiM. 24/10/2011

Per molti anni Segretario di Zona Coldiretti nel basso ferrarese,

in prima linea per l’affermazione di validi imprenditori agricoli

Giancarlo GuerraM. 1/11/2010

I colleghi ed i dirigenti di Coldiretti si uniscono al ricordo

dei familiari nella ricorrenza della sua prematura scomparsa.

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Soddisfazione in Coldiretti Ferra-ra per la parteci-pazione di due nostri giovani i m p r e n d i t o r i alla trasmissio-ne televisiva Geo & Geo, de-dicata lo scorso 18 ottobre alla pera ed alle sue innovazioni.In uno studio

completamente caratterizzato dalle pere e da alcuni altri prodotti ferraresi come il vino del bosco eliceo, il pane, l’aglio di Voghiera, Sergio Gulinelli, delega-to provinciale dei Giovani di Coldiretti e titolare di una azienda agricola multifunzionale, ha raccontato le caratteristiche delle principali varietà di pere col-tivate nel ferrarese, comprese alcune vecchie varietà, tra le quali anche la Passacrassana, che ben si presta alle preparazioni di cucina, e di cui Mirco Benini, cuoco nell’agriturismo di famiglia “La Campanella” a Gualdo di Voghiera, ha proposto per la prima volta proprio nello studio di Rai3 una ricetta innovativa ed attuale: la “pera bandiera”, dove al verde della

pera si affi anca quello degli zucchini, il bianco della purea di cavolfi ore e del formaggio ed il rosso dei pomodorini ciliegini appassiti in olio d’oliva.Nel corso della trasmissione è stato evidente il cli-ma di freschezza ed entusiasmo proprio della loro età trasmesso da Sergio e Mirco, che hanno saputo raccontare nel poco tempo a disposizione, non solo le loro conoscenze, ma anche la loro passione per il loro lavoro, compreso l’aspetto amaro della attuale situazione di mercato delle pere, che come ha de-nunciato Gulinelli, (come anche per altri prodotti ortofrutticoli) sono state pagate ad alcuni produttori anche meno del costo di produzione e raccolta, con l’effetto, nonostante l’ottima annata produttiva, di non aver remunerato le nostre imprese.

Riccardo Casotti

VARIAZIONI SU POSIZIONIPREVIDENZIALI AGRICOLE AUTONOMESi ricorda agli associati che il termine ultimo per presentare all’INPS variazioni riguardanti le pro-prie posizioni previdenziali CD/CM e IAP, è fi s-sato a 90 giorni dalla decorrenza della variazione stessa, così come stabilito dalla L. 233/90.Per variazioni si intendono quelle relative all’esten-sione del terreno, alle colture praticate, alle unità attive da iscrivere o da cancellare. Le domande,da presentare tramite gli uffi ci del patronato EPACA, dovranno essere fi rmate dal titolare d’azienda e corredate di tutta la documen-tazione necessaria: copie dei rogiti di acquisto o vendita del terreno o dei relativi contratti di affi t-

to, variazione colturale, attestazioni provanti l’ini-zio o la cessazione di attività lavorativa delle unità attive.Sottolineiamo l’importanza di questi adempi-menti, dai quali possono derivare variazioni che incidono sul reddito agrario dei terreni condotti e pertanto sulla fascia contributiva di appartenenza delle aziende, oltre che sul numero delle unità atti-ve iscritte ai fi ni del versamento dei contributi: una segnalazione mancata o tardiva può determinare inadempienza contributiva, con maggiorazione di interessi e somme aggiuntive su carichi pregressi

Beatrice TagliaferriResponsabile Provinciale EPACA Ferrara

INFORMAZIONI EPACA

A GEO & GEO I NOSTRI GIOVANI HANNO PRESENTATO LA PERA

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