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Emozioni: comunicare, senza parole, tra genitori e bambini adottati a pagina 12 Perù: bambini e adolescenti lavoratori... e il diritto di andare a scuola a pagina 8 più+diritti 4children - Anno X - N° 2 - Novembre 2011 - Sped. in abb. post. Legge 662/96, art. 2, Comma 20/c D.C./D.D./Asti - Copia Omaggio. 4children è una pubblicazione periodica di Cifa, organizzazione non governativa che tutela i diritti dei bambini. www.cifaong.it E ducazione allo sviluppo: una sfida “per contribuire a creare il futuro dell’Europa e delle sue relazioni con il resto del mondo.” Cifa accetta questa sfida, e nella Regione Marche si prepara a lanciare un nuovo kit didattico per l’insegnamento dei diritti dell’infanzia nelle scuole. Ricordando che i bambini di oggi sono gli adulti di domani. Scopri come è nato il kit a pagina 29 Partecipazione: quando i bambini fanno sentire la propria voce a pagina 28 Le idee regalo di Cifa per un Natale Solidale da pagina 17 4children SAD vuol dire... Regalare il futuro a un bambino!

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Il secondo numero di 4children, la rivista di Cifa Onlus, con approfondimenti sul mondo dei diritti dei bambini, dell'adozione internazionale e della cooperazione allo sviluppo.

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Emozioni: comunicare, senza parole, tra genitori e bambini adottati a pagina 12

Perù: bambini e adolescenti lavoratori... e il diritto di andare a scuola a pagina 8

più+diritti

4children - Anno X - N° 2 - Novembre 2011 - Sped. in abb. post. Legge 662/96, art. 2, Comma 20/c D.C./D.D./Asti - Copia Omaggio. 4children è una pubblicazione periodica di Cifa, organizzazione non governativa che tutela i diritti dei bambini. www.cifaong.it

Educazione allo sviluppo: una sfida “per contribuire a creare il futuro

dell’Europa e delle sue relazioni con il resto del mondo.” Cifa accetta questa sfida, e nella Regione Marche si prepara a lanciare un nuovo kit didattico per l’insegnamento dei diritti dell’infanzia nelle scuole. Ricordando che i bambini di oggi sono gli adulti di domani.Scopri come è nato il kit a pagina 29

Partecipazione: quando i bambini fanno sentire la propria voce a pagina 28

Le idee regalo di Cifa per un Natale Solidale da pagina 17

4children

SAD vuol dire...Regalare il futuroa un bambino!

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Anno X - N° 2 - Novembre 2011

Direttore Editoriale: Gianfranco Arnoletti

Direttore Responsabile: Elena Volponi

Redazione, progetto grafico e impaginazione: Daniele De Florio

Hanno collaborato: Daniele De Florio, Beatrice Gemma, Claudio Geymonat, Caterina Ghislandi, Luca Montani, Monica Nobile, Marco Pastori, Yuri Pertichini, Laura Raimondi, Cinzia Riassetto, Franca Zavanella.

Fotografie: Bahay Tuluyan, Cifa/Co, Franco Farao, Valerio Ferrario e Selene De Rui, Beatrice Gemma, Caterina Ghislandi, Ifejant, IFSO, Marco Pastori, Emanuele Russo, Shutterstock, Stellit.

Stampa: Berrino Printer - Torino

Editore: CIFA Onlus, Via Ugo Foscolo 3, 10126 TorinoTel. 011 4338059 (segreteria adozioni), 011 5063048 (ufficio comunicazione), 011 4344133 (direzione cooperazione internazionale), fax 011 4338029, e-mail [email protected]

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Autorizzazione Tribunale di Torino n. 3633 del 25/02/1986. Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa richiesta in data 27/04/1998. Spedizione in abbonamento postale Legge 662/96, articolo 2, comma 20/c - C.R.P. Asti C.P.O.

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Cosa troverai in questo numero di 4children

Cifa siamo noi! pag. 3Cifa in Togo: dalle fasce... alla scuola pag. 5Cibo, salute, scuola: promesse per l’Etiopia pag. 7Natale in Perù e... compiti per le vacanze pag. 8Un mondo di progetti pag. 10Pericolo di vita, non di morte! pag. 12What’s up, Cifa? pag. 14Alcune strade... partono da Roma! pag. 16Adolescente cerca adulto competente... pag. 22Fund raising: la sfida del non profit pag. 24EAS: verso un kit per gli insegnanti pag. 29

più+dirittiEhi voi, ci ascoltate? pag. 32E se rispettassimo la Convenzione? pag. 34Non siamo ombre! pag. 35

“Mohamed frequenta la seconda classe della scuola primaria e presto dovrà dare un piccolo

esame di fine corso. Gli abbiamo fornito un servizio di consultorio individuale, aiutandolo a concentrarsi maggiormente sugli studi e sulle attività scolastiche, per poter essere promosso alla terza classe. Abbiamo anche chiesto a suo papà di dargli una mano a fare i compiti, se possibile. A Mohamed piace molto giocare a calcio e studiare l’amarico. Da grande vuole fare l’insegnante.”

In Etiopia lo studio è una cosa seria, anche alle elementari! Lo sa bene il piccolo Mohamed, di 6 anni, che qui vediamo in foto con tutta la famiglia. Mohamed è sostenuto a distanza con Cifa e, ne siamo certi, realizzerà il suo sogno di diventare maestro. Grazie a te!

La rivista che hai tra le mani è stampata da Berrino Printer, che utilizza materie prime provenienti

da foreste gestite correttamente dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Se non intendi conservare questo numero di 4children, quando avrai terminato di leggerlo scegli di non gettarlo! Regalalo, piuttosto, a un tuo amico, perchè possa leggerlo anche lui!

Sullo sfondo: una ragazza al mercato di Phnom Penh, fotografata da un bambino beneficiario dei nostri progetti.In copertina: una bambina di Ambassel, Etiopia.

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Questo numero della rivista vi giunge ricco di novità e scadenze, alcune anticipate nella newsletter

che viene spedita ogni quindici giorni a tutti voi, soci, famiglie, sostenitori.Ci attendono due mesi molto impegnativi perchè ricchi di appuntamenti e scadenze importanti: la campagna dell’SMS solidale, decine di eventi di raccolta fondi, la campagna di natale con il lancio del panettone Cifa, il varo di numerose azioni di partnership con le aziende

sostenitrici, gli incontri regionali con le famiglie ma, primo tra tutti, il grande appuntamento con l’Assemblea dei Soci che dovrà eleggere il nuovo Consiglio Direttivo e, dunque, il Presidente.

La storia degli ultimi mesi è ormai nota. La stampa nazionale ne ha parlato e così pure - talvota a sproposito - anche la rete. Nota è anche la posizione di tutti i dipendenti che hanno visto attaccare l’ente e il proprio lavoro in modo inaudito e ingiustificato da parte di una persona che ha lavorato in Cifa per lunghi anni condividendo scelte e metodi; una persona non qualunque, dato che

ora si candida alla presidenza di questo Ente.

L’apertura del blog dei dipendenti (http://cifasiamonoi.blogspot.com), che ha come obiettivo anche la risposta a quegli attacchi, non ha precedenti

in assoluto nella storia delle ONG italiane. Singoli giornalisti, istituzioni locali e nazionali, riviste del settore e giuristi stanno osservando da settimane questa straordinaria forza morale e professionale che - ripeto - per la prima volta, punta i piedi per raccontare la propria operatività. In una parola: l’orgoglio di appartenere alla storia importante di Cifa.

Ebbene, in tutto questo non sono mancate le centinaia di testimonianze di famiglie, coppie adottive e semplici cittadini che hanno compreso e apprezzato lo scatto in avanti. Ma verso dove? Verso un Cifa sicuramente più forte e (forse) più scaltro nel capire che in gioco non c’è un semplice rinnovo di cariche sociali ma la credibilità degli enti no profit italiani, della loro governance, dei loro meccanismi partecipativi, della trasparenza e della congruità morale delle persone che vi si candidano.

L’elezione del Presidente di Cifa è, inutile dirlo, sotto i riflettori del Paese. E siamo ben contenti che ciò accada. Perchè vogliamo che tutto avvenga con la giusta serietà, perchè ce lo meritiamo e, ne sono certo, lo meritano anche le centinaia di coppie che si affidano alla professionalità dell’ente più importante nel settore delle adozioni internazionali.

Saremo impegnati con il nuovo SMS solidale, la campagna di Natale e tanti altri incontri.

Cifa siamo noi!Importanti appuntamenti si profilano all’orizzonte di Cifa. La direzione che prenderemo? Quella verso un Ente più forte, più maturo e dal rinnovato impegno per i bambini.di Luca Montani, direttore dell’ufficio comunicazione di Cifa - [email protected]

Tutti, comprese le centinaia di coppie che a noi affidano i loro percorsi adottivi, meritano la nostra serietà.

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che si adoperano per la pace”. Credo non ci sia nessuna contraddizione. La prima frase riconosce che il latore di consapevolezza è anche latore di conflitti ma la seconda vuol dire che i facitori di pace sono coloro che spostano la frontiera degli inevitabili e fecondi conflitti, inducendo alleanze.

Noi consideriamo utile un potenziale conflitto che porti chiarezza nelle scelte, quindi posizioni oneste. Finora è mancato un fuoco di bivacco ma tutti ci dobbiamo adoperare perché ogni possibile confronto venga realizzato. Purché desiderato in perfetta buona fede e nel rispetto di Cifa. L’attuale Presidente, Gianfranco Arnoletti, farà di tutto perchè il bivacco si possa realizzare. E con lui, tutti quanti i dipendenti.

Solo un’osservazione finale: a questa appassionante vicenda anche tu che leggi, cara amica, caro amico, puoi prendere parte. E siamo certi che non farai mancare il tuo apporto prezioso.•

Cifa e Fondazione Giordano dell’Amore hanno siglato un accordo che prevede una collaborazione per i

prossimi tre anni.

La Fondazione Giordano dell’Amore, intitolata a un importante banchiere e eminente studioso di economia che ha portato Cariplo (Cassa di Risparmio delle Province Lombarde) ad essere la cassa di risparmio più grande del mondo, si occupa di microfinanza e in particolare di “Attivare e catalizzare competenze e le risorse degli Attori italiani per sviluppare progetti e modelli d’intervento nel settore della microfinanza nei paesi industrializzati e nei paesi in via di sviluppo […]”.

Cifa, nel pieno rispetto della propria mission e nel perseguimento degli obiettivi definiti dalla propria strategia di medio e lungo termine, ha deciso di ampliare le attività di alcune progettualità in corso.

A cominciare dalla Cambogia e dal Togo la collaborazione tecnica con la Fondazione Giordano dell’Amore si rivolgerà alla realizzazione di progetti di microcredito rivolti ai genitori dei bambini e delle bambine ospiti dei centri per l’infanzia.

L’Ufficio Cooperazione di Cifa, dopo aver lavorato al consolidamento delle nostre esperienze per la presa in carico di bambini e bambine – sviluppando con le controparti locali modelli di accoglienza capaci, da un lato di soddisfare i bisogni fondamentali dei beneficiari, dall’altro di porre in essere le basi per poter affrontare più ampiamente i temi dei diritti dell’infanzia – indirizzerà parte dei propri sforzi nel rafforzamento delle capacità generatrici di reddito delle famiglie.

La consolidata esperienza dello staff della Fondazione Giordano dell’Amore sui temi della microfinanza, dell’accesso al credito e del sostegno all’avvio di attività generatrici di reddito consentirà di raggiungere nuovi e importanti traguardi.

Leggo in un articolo apparso recentemente in un forum che in Cifa si sarebbe consumato un conflitto. Non spaventa particolarmente il conflitto che esiste nell’intendere un futuro dell’ente anziché un altro. Non spaventa neppure la parola stessa: “conflitto”. Conflitto sembra essere, come “guerra”, il contrario di “pace”. Qualcosa di sgradevole e penoso e pericoloso.Conflitto è tra opposti o contrari, urto tra volontà e bisogni (come amava ripetere Fortini). Ma non è così.

“Io sono venuto a portare la spada”: chi ha detto questa frase è la medesima bocca che ha detto: “beati coloro

Vogliamo ricordare la gioia, i sorrisi, la vitalità e la grande maturità del piccolo Matteo Sergio, un

bambino eccezionale giunto in Italia, pochi anni fa, dalla Federazione Russa. Ci uniamo nel cordoglio per la sua scomparsa con la mamma Roberta, il papà Franco e tutti i familiari. A tutti costoro vanno le nostre più sentite condoglianze.

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Lo scorso giugno Cifa ha ufficialmente avviato un nuovo progetto in Togo. Grazie alla collaborazione

con l’ONG togolese Bice Togo, il partner selezionato dagli operatori del nostro ufficio cooperazione, Cifa accoglie una nuova sfida: due nuovi centri per i bambini in particolare stato di bisogno, uno nella capitale Lomé e uno nell’area rurale di Avoutokpa della Région Maritime. Situazioni molto diverse con analoghi bisogni per gli oltre 400 bambini e bambine accolti presso i due centri di “Eveil Prècoce”.

La situazione dei bambini e delle bambine di Lomé è quella ampiamente descritta nello scorso numero di 4children; figli delle donne portefaix (in francese facchine) – donne vittime delle nuove forme di schiavitù che dalle 5 del mattino alle 9 di sera lavorano trasportando sulla loro testa inimmaginabili quantità di merci – sono costretti a trascorrere le loro giornate fasciati sulla schiena delle loro mamme. Ciò li espone a intemperie, al pericolo di disidratazione, a incidenti

sul lavoro e diventa per loro impossibile avere alcuna relazione sociale tra pari e con gli adulti. L’alternativa non è molto migliore: trascorrere le giornate in fatiscenti case occupate o in cortili sabbiosi, sotto la non troppo

attenta sorveglianza di fratellini o sorelline più grandi che, a loro volta, debbono rinunciare a frequentare la scuola per occuparsi dei più piccoli. Esposti al grave rischio di rapimenti per essere trafficati.

Per offrire un supporto duraturo ai bambini togolesi di Lomé e Avoutokpa, Cifa apre le porte dell’Africa Occidentale al programma di sostegno a distanza.di Marco Pastori, coordinatore dell’ufficio cooperazione di Cifa - [email protected]

Cifa in Togo: dalle fasce... alla scuola

Passano la giornata fasciati sulla schiene delle mamme. Che lavorano tutto il giorno nei campi.

Non diversa la situazione delle bambine e dei bambini accolti nel centro di Avoutokpa, area rurale poverissima in cui le donne trascorrono la maggior parte delle loro giornate a lavorare quei campi che non riescono neppure a produrre il minimo indispensabile per sfamare la famiglia. E allora bambini e bambine vengono fasciati sulla schiena delle madri e condotti nei campi sotto il sole cocente di quelle latitudini, all’aria secca e polverosa dell’harmattan, sotto le piogge torrenziali. Oppure rimangono a casa accuditi dalle sorelline più grandi alle quali, di nuovo, viene

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impedito l’accesso all’istruzione. Con i due centri, Cifa e Bice Togo intendono fornire una risposta immediata al bisogno di cura e protezione cui questi bambini e queste bambine hanno diritto in un momento di fondamentale importanza per il loro sviluppo psico-fisico. Frequentare i centri significa essere accolti in luoghi sicuri, in cui educatrici specializzate provvedono non solo al soddisfacimento dei bisogni primari – su tutti alimentazione e salute – ma propongono altresì un programma pedagogico capace di svilupparne

appieno le capacità cognitive e creative. Con l’obiettivo di inserirli, non appena compiuti i 6 anni, nel ciclo di istruzione primaria.

Da oggi anche voi potete aiutarci a migliorare le condizioni di vita

di questi bambini e di queste bambine attraverso il sostegno a distanza.

Cifa ha da qualche anno scelto di fare dei programmi di sostegno a distanza uno strumento integrato ai progetti di cooperazione. Più risorse per rafforzare i propri interventi progettuali e incidere profondamente e radicalmente nella vita dei bambini e delle bambine che accompagniamo in un percorso di crescita che possa davvero offrire loro prospettive di cambiamento reali. Aiutaci anche tu a far sì che questi bambini e queste bambine possano cambiare la loro vita, aiutaci a disegnare per loro un futuro allegro e colorato. Un futuro in cui sia loro consentito di scegliere e quindi essere liberi!

Contribuire ai nostri progetti non è fare un regalo! È un investimento sociale il cui ritorno è di inestimabile valore. Inizia subito un sostegno a distanza in Togo!•

Il Bice Togo (Bureau International Catholique de l’Enfance en Togo) è un’associazione locale di

promozione e di protezione dei diritti dei bambini, costituita nel 1996 e riconosciuta dal Ministero degli Interni e della Sicurezza. Da oltre 13 anni lavora nel Paese per l’infanzia e il superiore interesse del bambino rappresenta il cuore del suo impegno. Il Bice Togo mira a rafforzare le capacità dei bambini al fine di accompagnarli a prendere consapevolezza del proprio futuro. Riconosce inoltre che ogni bambino è un soggetto di diritto e dispone di sue proprie risorse interiori per superare le difficoltà. Le azioni realizzate sul terreno si declinano in 4 livelli:

• Livello politico: la lobby, l’elaborazione e la messa a disposizione di strumenti e formazioni per la definizione di un quadro giuridico – istituzionale pensato per far fronte agli impegni e alle norme internazionali per una migliore protezione dell’infanzia contro tutte le forme di abuso e discriminazione.

• Società civile: il lavoro in rete, lo scambio, la condivisione e la capitalizzazione di esperienze permettono di creare significative sinergie tra i differenti attori.

• Livello comunitario: promuovere la sensibilizzazione, il rafforzamento delle capacità delle associazioni e le iniziative comunitarie al fine di responsabilizzare le comunità sulla prevenzione delle violazioni dei diritti dell’infanzia e sulla protezione da ogni forma di abuso.

• Sostegno diretto ai bambini: l’educazione, la formazione professionale e l’ascolto dei bambini; l’accompagnamento psico-sociale, l’accoglienza e l’assistenza giuridica e sanitaria, le forme alternative alla carcerazione e il reinserimento sociale sono realizzate al fine di proteggere i bambini e accompagnarli alla scoperta delle loro potenzialità.

Il SAD si integra ai progetti di cooperazione, per incidere meglio sulla qualità di vita dei bambini.

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Ragazze di Addis Abeba coinvolte nei laboratori e artistici di Cifa e de Il Sole Onlus. Foto di Valerio Ferrario e Selene De Rui

Cibo, salute, scuola: promesse per l’EtiopiaUn primo bilancio di come il programma SAD cambia la vita di centinaia di bambini di Addis Abeba.di Marco Pastori, coordinatore dell’ufficio cooperazione di Cifa - [email protected]

Un impegno che cresce lentamente e costantemente grazie al vostro aiuto. Nato

nel 2005 per rispondere ai bisogni immediati di un ristretto gruppo di bambini e bambine concentrati nell’area di Gulele, una delle zone più povere della capitale Addis Abeba, il programma di sostegno a distanza è interamente affidato al nostro partner locale IFSO e i beneficiari fanno parte di un più ampio programma sostenuto da 3 organizzazioni italiane che comprende oltre 700 beneficiari.

Ciò consente significativi risparmi di costo e una disponibilità di risorse in grado di offrire non solo “cibo, salute, scuola”, parole chiave del SAD, ma anche incontri di sensibilizzazione nelle scuole e nelle comunità in cui i bambini vivono; di organizzare

incontri sulla genitorialtà. Consente di disporre di fondi speciali per particolari esigenze sanitarie, per interventi di manutenzione straordinaria delle abitazioni, per sostenere gli oltre 100 beneficiari che vanno al college, per i 15 che da qualche anno frequentano con merito l’università, per far accedere oltre 30 ragazzi a corsi di formazione professionale.

Nel dicembre 2009 nasce il nuovo programma di sostegno per bambini vittime dell’Hiv/Aids. Si tratta di un nuovo programma di approccio integrato sostegno – progetto di Cifa. Il sostenitore concorre ad una progettualità più ampia mantenendo un rapporto diretto con il bambino o la bambina beneficiaria. Un successo che in poco più di un anno ci ha consentito di trovare uno sponsor per 70 bambini sui 100 che beneficiano del progetto. Sisina, Samrawit, Yoannes, Tesfaye e altri ancora aspettano il tuo sostegno! Sostienili!•

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Il Natale sbarca in Perù nella prima metà del XVI secolo insieme agli spagnoli: i conquistadores, infatti,

oltre alle armi e alla lingua castigliana, portarono le proprie tradizioni in gran parte del Sud America a bordo dei loro galeoni. Di certo il primo incontro con l’iconografia e le usanze cristiane fu traumatico

per le popolazioni indigene, ma nel corso dei secoli i locali riuscirono ad interiorizzare questa grande festa rendendola meticcia, e adattandola ai costumi locali.

La contaminazione culturale ha

comportato la trasformazione del Natale europeo in una frizzante e colorata manifestazione in cui canti, danze e tradizioni magico-religiose fanno da padroni. In Perù, ormai, non mancano neppure i prodotti natalizi che siamo abituati a vedere nel vecchio continente: decorazioni luminose, panettoni e persino il Babbo Natale appeso ai balconi!

Una rapida panoramica evidenzia in Perù molteplici celebrazioni natalizie: a Cuzco si può assistere a un’insolita corsa dei Re Magi, una vera e propria competizione a cavallo tra Inkarri, Mistirri e Negrorri (Melchiorre, Gasparre e Baldassarre); a Puno le celebrazioni natalizie si affiancano a ben più antiche tradizioni Incas, una fra tutte la predizione del futuro attraverso la lettura delle foglie di coca; nella foresta Amazzonica vige l’usanza di ricoprire le immagini della Natività con foglie di banano e frutti regionali; nella regione di Huancavelica gli abitanti si dilettano in danze pagano-religiose, frutto di una mitologia andina che non è stata totalmente soppressa dai

conquistadores e infine il villaggio di Chumvivilcas che proprio il 25 dicembre offre uno spettacolo davvero curioso: donne, uomini e bambini si affrontano secondo antichi rituali in un’amichevole lotta corpo a corpo preparandosi così alle sfide del nuovo anno.

Ecco che l’incontro/scontro tra credenze pagane e tradizione cristiana dà vita a una nuova forma celebrativa in cui tutti hanno la possibilità di riconoscersi e partecipare e in cui ognuno, volendo, può voltarsi indietro e ritrovare i propri passi e le proprie radici.

Ed è con questo auspicio che noi di Cifa auguriamo a tutti i nostri sostenitori, a tutti i bambini che sosteniamo e a tutti quelli che speriamo, un giorno, di poter aiutare, una Feliz Navidad!•

In Perù, le icone tradizionali del Natale cristiano si affiancano a quelle della cultura indigena.

Natale in Perù e... compiti per le vacanze Il Natale peruviano, di cui raccontiamo le curiosità, dà inizio alle vacanze estive per i bambini delle nostre scuole. Noi, intanto, pensiamo all’anno successivo...di Laura Raimondi, ufficio SAD di Cifa - [email protected]

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SAD per le aziende: sostieni una classe

Sostieni una classe! Un’azienda che voglia sostenere il progetto “Scuola, lavoro, Diritti” in Perù

lo può fare attraverso il sostegno di un’intera classe! L’azienda riceverà una foto della classe, la scheda di presentazione e, a metà anno, di aggiornamento. Insieme a queste, i bambini della classe invieranno due corrispondenze all’anno accompagnate da un riassunto dettagliato da parte del docente di riferimento, che racconterà l’evoluzione dei bambini e delle bambine della classe, le iniziative realizzate durante l’anno ecc. Per le aziende interessate lo staff di Cifa sarà a completa disposizione per realizzare degli incontri di presentazione del Progetto a cui partecipano le classi peruviane sostenute e per un’introduzione al tema dei diritti dell’Infanzia. Ci sarà inoltre la possibilità di visitare il progetto in loco accompagnati dal nostro Partner Locale.

Per maggiori informazioni scrivici a [email protected] oppure telefona allo 011 4344133

SAD per le scuole: la classe solidale

Una classe solidale! Una corrispondenza solidale permette ai bambini di comprendere meglio il

mondo attraverso la scoperta di altre culture. Un progetto educativo per comprendere i problemi dello sviluppo e della solidarietà internazionale.

Come funziona una Classe Solidale?Attraverso tre corrispondenze all’anno, la classe solidale permetterà ai bambini italiani e a quelli del Perù di scambiare direttamente fra loro pensieri, informazioni, racconti, esperienze, così da poter avviare uno scambio costante sulle loro differenze, sui punti in comune e avviare una riflessione sulla solidarietà e il ruolo che ognuno dei bambini gioca per “cambiare il mondo”.

Un calendario tematico guiderà i bambini nella corrispondenza (l’educazione, le tradizioni, i costumi locali, ecc.) ed un équipe di CIFA si incaricherà di accompagnare il percorso con i bambini, interagendo con loro e affiancando i maestri.

Oltre allo scambio, coscienti che in Perù i bambini delle classi beneficiarie dell’iniziativa vivono in condizioni di povertà estrema, chiediamo alle classi italiane di fornire una donazione affinché si possa sostenere il Progetto “Scuola, Lavoro, Diritti” che ha come obiettivo quello di garantire un’educazione di qualità a bambini e alle bambine peruviane che spesso sono costretti a lavorare per sostenere le proprie famiglie.

Rendi solidale la tua classe! Scrivici a [email protected] oppure telefona allo 011 4344133

Natale è vicino, e a tutti coloro hanno un SAD attivo in Perù è stata offerta la possibilità di fare un

regalo in più al bambino o alla bambina sostenuta, in modo da celebrare questa Festa insieme a lui o a lei. Come sempre, i regali proposti da Cifa per i bambini sono “intelligenti”: materiale scolastico e libri di testo, set da pranzo personali da usare in mensa, e tutto ciò che può servire a un bambino per il suo percorso scolastico e di vita. I bambini si porteranno i regali in vacanza (in Perù, che si trova nell’emisfero australe, l’anno scolastico termina infatti a dicembre, e quello nuovo inizia a marzo) e si prepareranno alla prossima apertura delle scuole!

In vista del prossimo anno scolastico, Cifa attiva una nuova modalità per sostenere i bambini e le 7 scuole in cui stanno crescendo: estendere il programma SAD alle scuole e alle aziende italiane. Mettere in contatto una singola classe di una scuola in Perù con una classe di bambini del nostro paese, oppure consentire ad un’azienda di contribuire al ciclo scolastico annuale di una classe: ecco i modi con cui, da oggi, Cifa propone di tutelare i diritti dei niños trabajadores!

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Togo, Africa Occidentale. Nella capitale Lomé e nelle zone di campagna, molte ragazze sono costrette

a svolgere lavori massacranti per poter sopravvivere, e spesso si prostituiscono per “arrotondare” i pochi spiccioli guadagnati durante il giorno. Alcuni mesi fa, Cifa ha attivato un nuovo progetto per aiutare queste donne e i loro figli. I bambini, oggi, frequentano centri di accoglienza in cui vengono nutriti, protetti e in cui ricevono l’educazione primaria. Le donne, invece, grazie a un programma di microcredito, possono dare avvio a nuove attività generatrici di reddito e avere una possibilità concreta di vincere la povertà.Leggi come abbiamo iniziato il nostro progetto a pag. 5

Le sette scuole per bambini lavoratori che Cifa sostiene in Perù si avviano al termine dell’anno

scolastico corrente. In Perù, paese che si trova nell’emisfero meridionale, a Natale inizia l’estate! Molti tra i complessivi 670 studenti passeranno le vacanze con i genitori, alcuni torneranno a svolgere piccoli lavori per contribuire al bilancio familiare. Tutti i bambini potranno dire di aver compiuto un altro passo importante verso il completamento dell’istruzione primaria. Un diritto che non dovrebbe mai prescindere dalle condizioni economiche, dal luogo in cui si è nati e, nel caso dei bimbi del Perù, dalla scelta di aiutare i genitori nel lavoro. In 3 parole? “Scuola, lavoro, diritti!”Leggi le nuove proposte per il SAD in Perù a pag. 8

Un mondo di progettiTra le strade trafficate di Addis Abeba, nel cuore della Cambogia, a 4000 metri sulle Ande o nelle periferie delle città della Russia, Cifa c’è. Al fianco dei bambini.

Neak Loeung: è il nome di una cittadina della Cambogia conosciuta dalla maggior parte dei

sostenitori di Cifa... Una città in cui abbiamo aperto un centro per bambini di strada, giunto al quinto anno di attività, in cui 85 bambini hanno iniziato (è proprio il caso di dirlo) una nuova vita. Un centro che ha raggiunto punte di eccellenza tra cui, per esempio, la scuola di danze tradizionali Khmer, un’arte che rischiava di essere dimenticata. Oggi, le bambine del centro di Neak Loeung vengono appositamente chiamate a danzare per aprire le cerimonie ufficiali dello Stato cambogiano!

Per un bambino, in Cambogia e in altri paesi del mondo, non essere registrato alla nascita significa

semplicemente non esistere. Ecco perchè è stata realizzata la campagna di sensibilizzazione “Diritto al nome”, finanziata dalla Commissione per le Adozioni Internazionali, nel corso della quale Cifa e altri enti hanno organizzato seminari su tutto il territorio cambogiano, specialmente nelle zone rurali (dove il tasso di registrazione alla nascita è molto basso). Risultato? 275 villaggi visitati, 15 mila adulti contattati e 15 mila bambini informati sui loro diritti!

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La strada giusta è quella che un ragazzo o una ragazza di 18 anni, che ha vissuto tutta o buona

parte della propria vita in orfanotrofio, deve imparare a seguire nel momento in cui deve affrontare “il mondo esterno” dopo l’uscita dall’istituto. A San Pietroburgo, con il progetto “La strada giusta”, Cifa offre a ragazzi della Federazione Russa che stanno per uscire dagli orfanotrofi la possibilità di trovare un lavoro, di crearsi una rete di contatti e di avviarsi a diventare adulti responsabili. “La strada giusta” è un progetto di successo: le buone prassi con cui Cifa lo sta realizzando sono state riconosciute da diversi stakeholders, motivo per cui potrebbe essere presto replicato in altri paesi.

Addis Abeba, capitale dell’Etiopia. Una città enorme, ricca di fascino ma piena di contrasti. Qui, nel

cuore pulsante dell’Africa Orientale, Cifa è impegnato a tutelare i diritti di molti bambini le cui storie, molto spesso, sono drammatiche. Con il progetto “Fiori che rinascono”, ci occupiamo della riabilitazione fisica e psicologica di bambine e bambini che hanno subito violenze sessuali, aiutandoli a reinserirsi nella società. Con il progetto “Insieme contro l’AIDS” ci prendiamo cura di 100 bambini positivi al virus HIV, che hanno necessità di un forte supporto medico e sociale per poter vivere come tutti gli altri bambini. I due progetti condividono buona parte delle strutture e del personale. Recentemente, abbiamo aperto un centro ricreativo nel sobborgo di Yeka, in cui i bambini coinvolti in entrambi i progetti possono frequentare laboratori artistici e culturali. Tutti i progetti in Etiopia sono realizzati in collaborazione con Il Sole Onlus.E il SAD in Etiopia? Ne parliamo a pag. 7

“Via del Campo”: questo è il nome del progetto che Cifa realizza nel villaggio di Poum Thmey,

in Cambogia, non lontano dalla città portuale di Sihanoukville. 85 bambini, per la maggior parte figli di prostitute, sono ospitati in un centro di accoglienza in cui possono crescere in allegria e al riparo da qualsiasi forma di sfruttamento o abuso. Negli ultimi mesi, il centro di “Via del campo” è stato ampliato con una sala polivalente e una nuova biblioteca, aperta e gratuita per tutti i bambini del villaggio!

Ragazze filippine di età differenti che abitano, tutte insieme, in piccole casette immerse nel verde, con

alcuni adulti a loro disposizione per ogni necessità. È il modo migliore per descrivere il progetto “Ogni bambino ha diritto a una famiglia!”, il cui obiettivo è di reinserire queste ragazze presso famiglie affidatarie o nei loro stessi nuclei familiari, quando è possibile. Il tutto sotto la supervisione del nostro partner locale, una rinomata ONG filippina che si chiama Bahay Tuluyan.

A sinistra: bambini di “Via del Campo” durante un momento di svago. In basso: ragazze russe incluse nel progetto “La strada giusta”. Sullo sfondo: la scuola galleggiante di Uros Torani in Perù, nel mezzo del lago Titicaca.

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Il percorso che conduce all’adozione è per i genitori un lungo percorso di conoscenza. Le coppie frequentano

i corsi, gli incontri formativi, gli incontri informativi, sostengono colloqui, rispondono a domande, leggono libri… Arrivano alla fine del viaggio, un attimo prima di incontrare finalmente il loro figlio, preparati e informati, capaci di maneggiare termini e argomenti in modo puntuale e corretto. Per adottare si diventa un po’ scienziati.

E poi, un bel giorno, si incontra un bambino. Un bambino in carne e ossa, che cerca la mano, l’abbraccio, il bacio del suo nuovo genitore. Un bambino che si arrabbia, scalcia, si acciglia, scappa, si agita, se la

prende con il suo nuovo genitore.Al genitore torna alla mente tutto ciò che ha imparato prima, le parole dei libri, le descrizioni dei manuali, le raccomandazioni di psicologi e pedagogisti. Certo il passaggio dalla

teoria alla pratica, dal dire al fare, non è scontato né semplice.

Quella che si realizza, nell’incontro tra un genitore e un figlio che si adottano, è un’alchimia di emozioni. Emozioni forti, potenti, a volte così violente da spaventare, tanto i bambini quanto gli adulti.Nell’adozione internazionale, soprattutto nel primo periodo, la diversità della lingua tra genitore e figlio può inoltre rappresentare una barriera, un’ulteriore complicazione. I bambini adottati internazionalmente non hanno, sino a che non imparano l’italiano, lo strumento verbale per gestire la propria emotività. Dare un nome a ciò che si prova aiuta a darne un senso comunicabile e condivisibile. I genitori possono, in quella difficile fase, ma anche successivamente

Terminato il viaggio avventuroso dell’adozione e iniziato quello dell’essere genitori, c’è un elemento a cui nessun libro o corso può preparare davvero... le emozioni.di Monica Nobile, responsabile per la formazione di Cifa - [email protected]

Pericolo di vita...Non di morte!

quando conquisteranno una lingua comune, svolgere un’importante funzione di rassicurazione nei confronti dei propri figli. Possono, anche quando è difficile farlo, accettare le emozioni, così come vengono, possono esprimerle con il corpo e con i gesti, possono accoglierle, accettando che si esprimano così come i bambini possono, in quel momento, in quel punto della loro storia e del loro percorso.

È importante ricordare che la prima forma di comunicazione dell’essere umano è un’emozione. Il bambino alla nascita piange, per la separazione dal grembo materno e contemporaneamente per esercitare i polmoni a respirare. È il primo atto vitale.La radice etimologica di emozione - dal latino emovere - si traduce con “muovere fuori” ed è facilmente associabile a immagini di movimento e di attività. Le emozioni sono sempre atti vitali. E sono sempre atti sociali, di relazione. Anche quando l’espressione di un’emozione avviene in solitudine (per esempio quando si piange da soli) si tratta di un qualcosa che evoca la relazione con qualcuno. Sono attitudini fondamentali che influenzano profondamente tutte le altre capacità della persona. È nell’armonia tra mente e corpo, è

Quella che si realizza, tra genitore e figlio adottivo, è una complessa alchimia di emozioni.

È sempre attivo il servizio dello sportello scuola, messo a disposizione per i genitori adottivi che

intendano chiedere consulenza rispetto a specifici problemi relativi alla frequenza scolastica dei propri figli.

Utilizzare concretamente lo sportello è molto semplice. È sufficiente recarsi sul sito web di Cifa all’indirizzo www.cifaong.it, e accedere alla sezione “adozione internazionale”. Da qui, un sottomenu consente l’accesso alle pagine dedicate allo Sportello Scuola. Entrando nella pagina “quesiti” si possono leggere le domande di coloro che hanno già utilizzato il servizio, e cliccando su “sottoponi un nuovo quesito” si possono inviare le proprie richieste ai nostri esperti. Lo sportello risponde anche alla mail [email protected]

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nell’equilibrio tra sfera affettiva e sfera cognitiva, è nella relazione positiva con l’altro che l’individuo può crescere, imparare e realizzarsi.

Per questo l’emozione non va mai censurata e mai deve essere considerata una minaccia. È infatti sempre un elemento vitale, un movimento del corpo e dell’anima.Il linguaggio magico della fiaba, li linguaggio ritmico della filastrocca, può aiutare i genitori a realizzare

l’incontro emotivo e profondo con i loro figli. Storie e filastrocche aiutano genitori e bambini a mettersi in relazione intima, anche quando gli uni e gli altri parlano due lingue diverse. Fiabe e filastrocche aiutano i bambini a

rassicurarsi e prendere confidenza con ciò che accade dentro di loro, sdrammatizzandolo. I genitori possono raccontare le storie ai bambini sin dall’inizio del loro incontro. Non importa se le lingue sono diverse, le

storie sono fatte di sospiri, respiri, cambi di voce, pause di sospensione. Le figure aiutano a comprendere, il resto è alchimia emotiva. Stare in braccio alla mamma o al papà fa battere il cuore, quello che la mamma e il papà raccontano al loro bambino ha il suono dell’emozione, va ben oltre la competenza linguistica.

Ne è un esempio il libro di Roberto Piumini edito dalla Giunti “Batticuore e altre emozioni”, dove la rima e l’emotività trovano una sintesi e un’armonia.

Batticuore (di Roberto Piumini)

A volte, dentro, il cuore, d’improvviso / si mette a battere furiosamente / e batte, batte forte, tormentoso: / metti una mano sul petto: si sente. /Cos’è? Perché risuona quel tamburo? / Scoppia la guerra? Una rivoluzione? / Nessuna guerra o battaglia, davvero: / il cuore batte per un’emozione. / Un’emozione, oppure una stanchezza: / il cuore dà un segnale, dà un avviso, / basta un po’ di paura, un po’di stizza, / o che qualcuno ti abbia sorriso.Il cuore batte sempre, per fortuna, / ma qualche volta batte un po’ più forte / perché qualcosa, dentro, ti emoziona: / pericolo di vita, non di morte.•

Cifa organizza il percorso di sostegno alla genitorialità sul tema “ I libri che aiutano a

crescere. Emozioni, Identità e Relazione”. Il progetto di incontri per genitori nasce dalla considerazione che può essere molto impegnativo, per una mamma e un papà, affrontare le forti emozioni dei propri figli; soprattutto quando i bambini sembrano sopraffatti dalle stesse emozioni è difficile trovare le parole giuste per aiutarli. Si tratta di percorsi aventi come tema e come scopo l’espressione e la rielaborazione delle emozioni che maggiormente caratterizzano il vissuto del bambino. Per rassicurare e per rassicurarci, può essere utile una storia, un racconto da leggere insieme, una favola per affrontare argomenti delicati. Solo riconoscendo un’ emozione si può affrontarla e il libro ce ne dà l’occasione. Leggere insieme è importante, perché stimola la relazione tra bambino e genitore; inoltre è uno strumento di comunicazione molto importante visto che solitamente i bambini si identificano con il protagonista; di solito le storie portano messaggi positivi nei quali, nonostante un cammino difficile, si raggiunge il successo attraverso il superamento delle proprie difficoltà. Gli incontri propongono i seguenti temi:• La propria storia• Identità e relazione• Tante storie attraverso i libri come occasioni per

affrontare emozioni e paure

Durante ciascun incontro vengono proposte bibliografie e letture di libri per bambini e ragazzi.

L’emozione è un elemento vitale, e non deve mai essere censurata o considerata una minaccia.

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Lo scorso settembre, a Torino, Cifa ha partecipato al concerto di Franco Battiato, cantautore italiano

profondo e fuori dagli schemi, facendosi notare con una presenza… assidua (eravamo tantissimi!) nella sala d’ingresso del PalaIsozaki. I nostri volontari hanno montato banchetti, grandi vele con le immagini dei nostri progetti e si sono lanciati nella distribuzione di materiale a tutti coloro che sono entrati. A chi ci ha chiesto informazioni, abbiamo parlato di Cifa e del programma SAD. Per la serata, abbiamo prodotto un gadget davvero speciale: la spillina “In te vedo le mie radici”. Una frase che ci ricorda le radici che ogni bambino adottato porta sempre con sé, come un tesoro. E le radici culturali dei bambini che vivono in contesti e paesi difficili, radici che la nostra mission ci chiede di irrobustire con i nostri progetti. “In te vedo le mie radici”: provate a cercare questa frase fra i testi delle canzoni di Battiato…www.flickr.com/photos/cifa

Gli eventi a cui i nostri volontari hanno partecipato di recente, tutti gli appuntamenti con Cifa da non perdere, tante occasioni per incontrarci e conoscerci.

What’s up, Cifa?

È partito il conto alla rovescia per la XXVII edizione della Firenze Marathon, l’appuntamento cui

Cifa partecipa come partner sociale da ormai 4 anni e che ci vedrà impegnati, con numerose iniziative in calendario, per l’ultima settimana di novembre. Oltre alla conferenza stampa di presentazione della Maratona a Palazzo Vecchio, Cifa sarà presente con un proprio stand alla Firenze Marathon Expo, in cui proporremo al pubblico i numerosi prodotti di artigianato provenienti dai paesi in cui operiamo, e che vi forniranno molte idee per i prossimi regali di Natale. Presenteremo inoltre una “golosa” novità… i panettoni solidali prodotti in collaborazione con la Bonifanti, una delle più prestigiose aziende dolciarie del territorio piemontese. Insieme ai 3 centri fitness Klab di Firenze il giorno della maratona avremo un ulteriore stand nella Piazza del Duomo, dotato di tapis roulant sui quali chiunque potrà correre, e così facendo contribuirà ad incrementare le offerte che i ragazzi del Klab hanno gentilmente deciso di devolvere a Cifa. Dal 19 al 27 novembre, giorno in cui si corre la maratona, Cifa avrà attivo il numero telefonico solidale 45506, con cui si potrà contribuire concretamente a sostenere il progetto “Anch’io so leggere e scrivere” a favore dei bambini di Neak Loeung inviando SMS al costo di 2 Euro. Una grande opportunità che il Segretariato Sociale RAI e i gestori telefonici hanno voluto accordarci per il terzo anno consecutivo, a favore dei bambini. I nostri volontari saranno inoltre presenti allo Stadio di Firenze il giorno 19 novembre in occasione dell’incontro Fiorentina - Milan. Vi aspettiamo tutti a Firenze… con il telefonino!www.firenzemarathon.it; www.klab.it

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Abbiamo partecipato come Cifa all’ultima edizione della Settimana Africana di Fano, nelle Marche,

dal 24 settembre al 1 ottobre. In primo luogo abbiamo organizzato il dibattito “Facce di Bronzo”, per fornire un ritratto reale dei bambini che aiutiamo con i nostri progetti in Etiopia, paese africano dove Cifa è presente da diversi anni in difesa dei bambini. Abbiamo poi montato, animato e fornito assistenza per la mostra “Insieme per i diritti dell’infanzia”, un percorso formativo per bambini e ragazzi concepito dal Consorzio delle ONG piemontesi, che in un anno è transitata in varie scuole e in numerosi eventi, sul territorio del Piemonte e non solo. In pochi giorni, abbiamo condotto quasi 300 ragazzi e ragazze alla scoperta dei diritti dei bambini attraverso giochi, narrazioni e attività di gruppo.

Nella pagina a sinistra: distribuzione di materiale durante il concerto di Battiato al PalaIsozaki. Sotto: attività di animazione per la mostra “Insieme per i diritti dell’infanzia” montata a Fano. Sfondo: un banchetto dei volontari Cifa.

Natale si avvicina… E noi stiamo già preparando le tradizionali feste di fine anno per le nostre

famiglie, raccogliendo tante idee e suggestioni per rinnovarle e renderle ancora più belle... Vogliamo che le feste del Cifa siano, sempre di più, momenti allegri e sereni di incontro tra le coppie e i protagonisti dei vari settori dell’ente, spazi in cui i bambini possano esprimersi, giornate ricche di giochi ed eventi. Ci piacerebbe ascoltare i vostri consigli e suggerimenti per rendere le feste di Cifa… memorabili! Scrivete le vostre idee a [email protected]

È appena nato “Cifa siamo noi”, il nuovo blog gestito dai volontari e dai dipendenti di Cifa. Uno spazio

“virtuale” (ma molto reale!) in cui viene raccontato in prima persona il lavoro quotidiano, le impressioni e le aspettative di tutte le persone che, ogni giorno, si impegnano per realizzare la mission del nostro ente: tutelare i diritti dei bambini con gli strumenti dell’adozione internazionale e della cooperazione allo sviluppo. Nei primi giorni di vita, il nostro blog ha già ricevuto tantissime visite e i post sono stati molto commentati. Cifa siamo noi: un’opportunità in più per conoscersi, per dialogare, per metterci la faccia e per condividere contenuti, pensieri e impressioni sulle tematiche e sul lavoro che tanto ci appassiona!Vieni subito a visitare il nostro blog suhttp://cifasiamonoi.blogspot.com

Torna il mercatino dell’artigianato di Cifa, con pezzi originali provenienti dai paesi in cui operiamo

con l’adozione e la cooperazione internazionale. Lo troverete nello spazio espositivo di Cifa all’interno della Firenze Marathon Expo, giovedì 24 e 25 novembre, e tutto il mese di dicembre presso gli spazi che Naldi Illuminazione ci ha gentilmente concesso all’interno dello show room di Sarzana, in Liguria.Troverete complementi d’arredo, eleganti piatti laccati a mano di tutte le forme, stole e giacche di pregiata seta vietnamita; tra i gioielli si potranno ammirare fili di perle in varie sfumature di colore. Sciarpe lavorate, borse, argenti, e monili rappresenteranno l’artigianato cambogiano. Dalla Cambogia arrivano i runner di seta, tovaglie, sciarpe e monili, dal Nepal le Pashmina originali. E ancora artigianato guatemalteco, etiope, oggetti dal Madagascar e la bigiotteria in carta riciclata realizzata dalle ragazze del centro di accoglienza per bambini delle Filippine.

Quest’autunno Cifa ha lanciato in Piemonte il progetto di educazione allo sviluppo Diritto

anch’io, che mira a sensibilizzare i bambini e gli adolescenti nelle scuole sulle tematiche dei diritti dei bambini. Un progetto pilota comunitario e innovativo, che per la prima volta sposa il teatro sociale (con operatori specializzati) come scelta metodologica, e che ha coinvolto due scuole torinesi in zone molto diverse: l’Istituto Comprensivo Turoldo nel quartiere delle Vallette e l’Istituto Comprensivo Costa a Pino Torinese. Accanto ai laboratori condotti dalle operatrici del Cifa ci sarà una grande attenzione a comunicare quanto avviene nelle classi, con un evento di comunità previsto per il 30 novembre (ospitato dalla scuola delle Vallette) e una mostra fotografica promossa in collaborazione con il Comune di Pino Torinese, nel mese di dicembre.

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Alcune strade...partono da Roma!Dal 2010, anno in cui si è aggiunta alle sedi operative di Cifa, Roma è stata un grande punto di partenza. Per le coppie adottive... e per la nostra missione. di Franca Zavanella, consulente per la Federazione Russa di Cifa - [email protected]

Già da alcuni anni il Cifa covava il desiderio di aprire una nuova sede a Roma per venire incontro alle

tante richieste di coppie adottive del centro Italia, per le quali raggiungere le sedi di Torino, Mirano o Falconara Marittima risultava piuttosto complicato.

Agli inizi del 2010 questo desiderio si è realizzato, con l’apertura dell’ufficio di via Niccolò Machiavelli 60 e l’inizio di una nuova avventura.Le adesioni e i segnali di apprezzamento sono stati subito

moltissimi, ma non è stato facile riuscire a creare dal nulla una realtà che potesse essere altrettanto qualificata e completa quanto quella delle altre sedi Cifa. Si è cominciato dai colloqui informativi e dai corsi formativi per coppie, interessate a conferire

l’incarico per l’adozione, trovando gli ambienti più adatti e formando un gruppo di professionisti con provata esperienza nell’ambito adottivo: psicologa, psico-pedagogista, medico, avvocato e, naturalmente, operatori della segreteria tecnica adozioni. In questa

fase, e ancora oggi, prezioso è il contributo delle volontarie che hanno prestato la loro opera, aggiornandosi continuamente proprio per essere in grado di accogliere le coppie e fornire loro ogni informazione utile. A queste

persone speciali il Cifa deve molto, e prima di tutto… Un affettuoso grazie di cuore!

È stato formato il personale della segreteria, che risponde al telefono, gestisce la quotidianità della sede e tiene i rapporti con vari Consolati dei Paesi in cui adottiamo, poi si sono aggiunti due operatori del settore adozione, che si occupano di tutto ciò

Roma è il collegamento con le 14 regioni della Federazione Russa, in cui adottiamo.

Tre persone della sede, con ruoli diversi, seguono le coppie nelle fasi delicate del post adozione.

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che riguarda la procedura di adozione vera e propria in Italia e all’estero.

La sede di Roma segue le coppie che adottano in Russia e mantiene i rapporti con le autorità competenti di questo Paese, nonché con tutti i referenti delle 14 Regioni della Federazione Russa in cui siamo

operativi. La sede, inoltre, assiste le coppie nella preparazione dei documenti necessari, ne organizza la spedizione, la traduzione e la legalizzazione notarile all’estero, organizza il necessario alla

partenza e alla permanenza all’estero delle coppie, traduce e inoltra alla CAI i documenti emessi dal Tribunale e dalle autorità russe, a conclusione della procedura, per ottenere il visto d’ingresso dei bambini adottati in Italia.

Per il momento delicatissimo dell’abbinamento le coppie vengono invitate in sede, dove possono ricevere tutte le informazioni desiderate dal personale dell’ufficio adozioni e venire adeguatamente preparate all’incontro col bambino dalla psicologa, con cui possono condividere le comprensibili ansie di questo momento tanto atteso e gettare le basi di un rapporto, che proseguirà per gli anni del percorso post-adottivo.La sede di Roma infatti ha al suo attivo tre figure professionali che, con vari ruoli, si occupano di seguire le coppie nelle complesse fasi del post-adozione e redigono le relazioni richieste dai Paesi stranieri.

Nel 2011 la sede di Roma ha collaborato con l’associazione Paideia nell’organizzazione di corsi di russo e di cinese per coppie che adotteranno in questi Paesi. Infine, anche la sede di Roma

Si prevede un rafforzamento delle attività per dare una mano in più a tutte le coppie in attesa.

ha organizzato le tradizionali feste per i bambini di Cifa, a cui tutti sono invitati a partecipare numerosi!

Nel 2012 si prevede di potenziare molte attività, come incontri periodici per sostenere le coppie nel difficile periodo dell’attesa, e si sta lavorando per la creazione di un gruppo di coppie volontarie, disposte a fornire un aiuto pratico alle altre coppie ancora all’inizio del percorso adottivo, che si scontrano con le

difficoltà burocratiche nella produzione dei documenti. Perciò ci rivolgiamo a

tutte le coppie di buona volontà di Roma e dintorni: il Cifa è

la Vostra associazione, perciò fatevi avanti: per il prossimo anno, abbiamo tanti progetti per voi!•

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Vi sembrerà strano ma è così: l’adolescente, più del bambino, guarda verso l’alto. La sua attenzione

non è attratta solo dai coetanei; nonostante le apparenze, ha fame di relazioni verticali, con adulti competenti. E a questi adulti competenti l’adolescente chiede anche di svolgere verso di lui delle funzioni, che consistono sostanzialmente in un rilevante sostegno alla crescita. Non sono funzioni che si possono delegare ai coetanei: solo un adulto può assolvere questo compito e questo significa che un adolescente privo di adulti di riferimento rimane senza sostegno: uno strumento che a questa età non è solo consigliato ma evidentemente necessario.

Vi conduco più in profondità nei pensieri: l’adolescente chiede all’adulto competente di essere ammirato. Per molti versi il bisogno di ammirazione dell’adolescente da parte degli adulti, è molto simile alla funzione

che svolgono i genitori nel corso dei primi passi del bambino verso la crescita: gli occhi del bambino sono perennemente orientati verso lo sguardo degli adulti

di riferimento per vedere l’effetto che fa l’impresa che sta compiendo, per riscuotere la loro ammirazione e quindi riprovare a fare quell’impresa. Lo sviluppo si compie durante l’infanzia grazie all’espressione

convincente della loro tenera partecipazione di incoraggiamento. Anche l’adolescente nel corso del proprio processo di “seconda nascita” ha

L’adolescente ha bisogno di essere ammirato dagli adulti per il suo allontanarsi da loro stessi.

Dietro le distanze che l’adolescente prende dai propri genitori, si nasconde il forte bisogno di essere ammirato e riconosciuto. Dagli stessi adulti.di Cinzia Riassetto, psicologa di Cifa - [email protected]

Adolescente cerca adulto competente...

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paradossalmente bisogno che le proprie azioni vengano teneramente rispecchiate dagli adulti: paradossalmente, perché tutto lascerebbe pensare che egli stia lavorando per ottenere il massimo dell’indifferenza da parte loro, nei confronti dei quali sembra aver preso ogni tipo di distanza: emotiva, normativa, relazionale.

A volte lo stesso adolescente che dipende dall’ammirazione dell’adulto, non appare consapevole della sua necessità e sembra anzi deciso ad ottenere esattamente il contrario di cui ha bisogno. L’adolescente non chiede ammirazione per rinsaldare un legame di dipendenza! Al contrario, ha bisogno di essere ammirato mentre si allontana, quando disprezza proprio chi dovrebbe ammirare la sua capacità di sputare nel piatto in cui mangia, poiché ciò che lo nutre proviene ormai da altre cucine e non ha a

che vedere con i manicaretti ci cui era ghiotto durante l’infanzia! La richiesta di ammirazione dell’adolescente non sottintende dipendenza; ciò differenzia la richiesta di tenerezza rispecchiante avanzata dal bambino.L’adulto competente è convocato anche per adempiere ad un rito tutt’altro che facile. All’adolescente serve una presenza che lo aiuti a separarsi dalle attese e nostalgie del figlio che è stato e del bambino che continua ad essere potente negli strati più profondi della propria mente. A rendere meno prepotente quel bambino e a ridurre il potere del ruolo del figlio concorrono in molti: dall’amico del cuore al gruppo degli amici, alla fidanzata o fidanzato; ma anche l’adulto competente ha un ruolo importante.

Se non viene aiutato a liberarsi serenamente di queste parti, quest’azione di sviluppo rischia di assumere dei connotati paranoici e truci, esagerati, perché porta con sé l’immagine dell’obbligo a “uccidere” quelle parti di sé, a doverle lasciare.

Guardiamoci attorno: si aggirano nelle scuole e per le strade degli adolescenti che sono diventati tali da soli, senza l’aiuto di adulti competenti, e se ne scorgono i segni. Sono adolescenti che non serbano traccia

della bellezza del bambino, della sua capacità di sperare: sono adolescenti che hanno suicidato gli aspetti più creativi di sé stessi.

Certe preadolescenti, travestite senza bellezza da donne sensuali e procaci,

sono figlie della loro solitudine educativa priva di mediazioni adulte: non hanno avuto a disposizione donne adulte che le aiutassero a capire come prendere la grazia delle bambine che erano state e iniettarla nella loro attuale età.

Altri preadolescenti rimangono goffi nelle loro vesti alla ricerca dei motivi del dover crescere perché nessuno glielo ha insegnato. L’adulto competente è perciò convocato anche per adempiere a questa funzione iniziatica, promuoverla e darle un senso: da bambino ad adolescente. Gli è chiesto di esserci come testimone della certezza che si può sopportare tanto dolore e sgomento solo per realizzare un progetto naturale e ineludibile: si resta figli per sempre all’anagrafe ma non si può rimanere figli per sempre: si rischia di impazzire.

Charmet, maestro di psicologia sugli adolescenti, mette in guardia dai rischi di rimanere figli per tutta la vita così: “I pazzi sono bambini grandi che passeggiano dando la mano alla mamma che cammina ammutolita dal disastro che ha combinato il papà per non aver mai cercato di separarla dal figlio sequestrato senza speranza”.•

L’adolescente costretto a diventare adulto da solo sopprimerà la sua parte più creativa.

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Fare Fund Raising per una realtà non profit. Che significa? Significa dare luogo a tutte le possibili azioni volte alla ricerca di fondi per finanziare le attività di Fondazioni, Associazioni, Onlus che operano senza fini di lucro. Semplicissimo. Sulla carta. Ma aziende e privati cittadini vengono quotidianamente invasi da materiale informativo e richieste di collaborazione da parte di decine e decine di realtà, con l’inevitabile rischio della creazione di un effetto rigetto, o per lo meno con la forte possibilità che la comunicazione si disperda, si mescoli ad altre, perdendo di conseguenza forza e capacità di incisione.

L’avvento di internet ha amplificato all’eccesso questa problematica, ma al contempo è diventato uno strumento decisivo per la riuscita o meno di un’attività di raccolta fondi. Il fund raising si è sviluppato nei paesi anglosassoni e in questi paesi è diventato col tempo un eccezionale strumento di manovra, favorito anche da favorevoli regimi fiscali che rendono ampiamente detraibili le offerte. Da 15 anni a questa parte anche altri Paesi, con lo sviluppo delle varie legislazioni legate alle attività non profit, ne hanno colto l’indispensabile

necessità.

Come dicevo il mondo digitale ha ampliato enormemente il bacino di ipotetici utenti, rispetto a quanto si poteva fare in passato con il semplice mailing (lettere,

non e-mail), con il telemarketing o con il porta a porta. Ma al contempo ha posto sfide nuove. Perché il potenziale donatore ha molte più possibilità di informarsi, di approfondire, di richiedere informazioni, di fare paragoni. Ecco quindi che il livello di interazione va migliorato, consolidato, puntando prima di tutto a far condividere l’azione etica della propria Onlus in

cui un soggetto si può identificare, perché vicino per sensibilità alla mission dell’ente, o perché convinto dalla trasparenza e chiarezza delle azioni compiute da tale realtà.

Internet è quindi in primo luogo uno spazio per attuare una comunicazione di tipo etico, capace di attirare l’attenzione e l’affetto degli utenti, e in un secondo tempo diventa strumento di raccolta fondi. È solo rinsaldando la relazione con loro che possono

aumentare le possibilità di donazioni. Se è vero che solo percentuali che variano dall’1 al 5% dei contatti presi si trasformano in donazioni e collaborazioni, appare ancor più chiaro come nel mondo della “rete” non si debba sgarrare, sbagliando target potenziali o raccontando frottole, che in un minuto verrebbero smascherate da utenti navigatori sempre più abili e veri e propri guardiani a difesa della giustizia e della verità nel mondo internet.

Da qui la necessità di utilizzare al meglio queste potenzialità, avvalendosi negli ultimi anni di quel formidabile strumento di interazione e condivisione che è il cosiddetto web 2.0, quello dei social network e delle piattaforme di condivisione di informazioni. Piattaforme che devono essere prima di tutto luogo di socializzazione e condivisione di ideali e passioni, e solo in un secondo tempo arieti da utilizzare per raccogliere il denaro necessario.

E non si deve certo provare vergogna nel richiederlo, perché tante e meritevoli sono le attività che di solito una Onlus svolge, e il denaro raccolto viene destinato nella sua quasi totalità (per lo meno, e lo dico con

Coniugare la mission dell’ente con le esigenze dei donatori “profit”: questa la sfida più attuale.

La rete è un elemento chiave per verificare e dimostrare la trasparenza di Onlus e Ong.

Pecunia non olet? Falso. Etica e trasparenza devono essere alla base di ogni strategia di raccolta fondi per una ONG. Cifa sottoscrive, e rilancia nuove proposte. di Claudio Geymonat, fund raiser di Cifa - [email protected]

Fund raising: la sfida del non profit

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certezza e dovizia di causa perché questa è la mia esperienza con il Cifa) a finanziare progetti umanitari,

nel nostro caso con protagonisti i bambini, per cui non è giusta né utile una comunicazione sottotraccia, dimessa.

Certo, come dicevo, l’avvento delle piattaforme 2.0 ha alzato il livello della

sfida, permettendo a moltissimi soggetti di affacciarsi al mondo, interagire con esso, “fare concorrenza”. Da qui la necessità di compiere un ulteriore passo avanti ed essere pronti e capaci di far fronte a richieste di informazioni, chiarimenti, e al contempo di dimostrare la coerenza fra servizi offerti e mission.

Veniamo ora a come Cifa ha scelto, o meglio sta tuttora scegliendo, di relazionarsi con queste nuove sfide. Vari sono gli strumenti che stiamo affinando:

• Coinvolgimento delle aziende per l’offerta di ‘eventi sociali’ (team building, seminari, eventi spettacolo a firma CIFA, campagne SAD per i dipendenti o per il management aziendale).

• Organizzazione di seminari di formazione su tematiche CIFA (adozione, diritti dei bambini, cooperazione, sviluppo locale) per enti pubblici e scuole.

• Coinvolgimento del patrimonio umano e

professionale presente nelle famiglie adottive.• Offerta di attività di consulenza specializzata per

opinion leader (uffici parlamentari, segreterie di partito, organizzazioni).

• Fornitura di contenuti per media locali e nazionali (web TV – reti televisive – network).

• Campagne SAD nella PA e nelle scuole.• Eventi culturali e artistici finalizzati • Viaggi culturali organizzati.• Lancio del Format: “Il mondo di Cifa”. Fiera dei

prodotti dei servizi e delle aziende locali provenienti da zone di cooperazione internazionale (con il sostegno di autorità governative e camere di commercio nazionali).

• Campagne mirate per le grandi occasioni (matrimoni, prime comunioni, compleanni).

• Stipula di accordi commerciali con la grande distribuzione per il posizionamento di SAD oppure per il sostegno diretto a campagne mirate.

La diffusione di tali offerte corre sempre più attorno al web, grazie ad un sito che sia contenitore chiaro di tutte le attività, con un blog appena concepito che sarà uno strumento in mano a chi in Cifa lavora per rendere noto il proprio ambito di intervento, con un invio di e-mail il più possibile mirato, con i social network che sono sempre più luogo di scambio di idee.

Alcuni di questi aspetti sono già stati avviati in questi mesi, altri sono in fase di studio. Dai prossimi numeri della rivista daremo spazio anche alle aziende che hanno iniziato con noi percorsi di collaborazione perché possano raccontarsi e raccontare il perché di questa partnership.•

L’efficacia di una comunicazione coraggiosa sfocia nel successo di un progetto umanitario.

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Il mio futuro?È nelle tue mani!

Tutti i bambini del mondo hanno il diritto di crescere e di essere felici. Per molti di loro, questo diritto è solo un sogno. Insieme a Cifa, tu puoi renderlo reale. Adesso.

Sostieni un progetto di cooperazione con noi: aiuta tanti bambini e la loro comunità di appartenenza!

Attiva un sostegno a distanza: scegli di seguire, passo dopo passo, la vita

e i progressi di un bambino!

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Sì, anch’io voglio tutelare i diritti dell’infanzia insieme a Cifa!Cognome .................................................................. Nome ........................................................................Denominazione (se azienda, classe, ente o gruppo ) ............................................................................................Indirizzo ........................................................................................................................................................... CAP ........................ Città ............................................................................................. Provincia ..................Telefono ................................................................... Fax ............................................................................ E-mail (importante ) ..........................................................................................................................................Professione: Lavoratore autonomo Dipendente Studente Casalinga Pensionato Libero professionista Altro

Voglio sostenere un bambino a distanza, aiutandolo a scrivere il suo futuro. Intendo sostenere un bambino (o bambina) che vive in:

Cambogia Etiopia Perù Togo Dove c’è più bisogno (sarà scelto un paese in cui vi è maggiore necessità di sostenere singoli bambini )

Mi impegno a sostenere il bambino per un anno e ad effettuare la donazione di 310 Euro in: Rata singola (310 Euro) 2 Rate semestrali (155 Euro ciascuna)

Effettuo il versamento dell’importo di Euro .................................................................................................. a mezzo: Versamento su C/C Postale n. 50829423 Bonifico: IBAN IT 84 U 07601 10300 000050829423

Voglio sostenere un progetto di cooperazione allo sviluppo, aiutando i bambini e la loro comunità. Scelgo il progetto:

Cambogia: Anch’io so leggere e scrivere! Cambogia: Via del Campo Etiopia: Fiori che rinascono Etiopia: Insieme contro l’AIDS Filippine: Ogni bambino ha diritto a una famiglia! Perù: Scuola, lavoro, diritti Russia: La strada giusta Togo: Un tesoro di bambini Dove c’è più bisogno (equivalente a una donazione liberale, che Cifa destinerà al progetto in maggiore necessità di fondi )

Effettuo il versamento dell’importo di Euro .................................................................................................. a mezzo: Versamento su C/C Postale n. 38588711 Bonifico: IBAN IT 19 Q 07601 10300 000038588711

Benefici Fiscali. Le persone fisiche possono detrarre dall’imposta lorda il 19% dell’importo donato a favore delle ONLUS, fino a un massimo di 2065,83 Euro (art. 13 bis, comma 1 lettera i-bis del D.p.r. 917/86) o dedurre dal reddito dichiarato un importo non superiore al 10% del reddito complessivo e comunque nella misura massima di 70.000 Euro annui (art. 14 comma 1 del Decreto Legge 35/05). Le persone giuridiche possono dedurre dal reddito d’impresa dichiarato un importo non superiore al 10% del reddito d’impresa complessivo e comunque nella misura massima di 70.000 Euro annui (art. 14 comma 1 del Decreto Legge 35/05). Ai fini fiscali la ricevuta del versamento deve essere conservata dal donatore insieme alla dichiarazione dei redditi.Informativa ai sensi dell’ art. 13, d.lgs. 196/2003. I dati saranno trattati da CIFA Onlus, titolare del trattamento, Via Ugo Foscolo, 3 10126 Torino, per le operazioni connesse alla donazione, per informare su iniziative e progetti realizzati anche grazie al contributo erogato e per inviare il giornalino ed il materiale informativo riservati ai sostenitori e per campagne di raccolta fondi. Previo consenso, le informazioni potranno essere inviate anche via e-mail. I dati saranno trattati esclusivamente dalla nostra associazione e dai responsabili preposti a servizi connessi a quanto sopra; non saranno comunicati né diffusi né trasferiti all’estero e saranno sottoposti a idonee procedure di sicurezza. Gli incaricati del trattamento per i predetti fini sono gli addetti a gestire i rapporti con i sostenitori ed i sistemi informativi, all’organizzazione campagne di raccolta fondi, a preparazione e invio materiale informativo. Ai sensi dell’art. 7, d.lgs. 196/2003, si possono esercitare i relativi diritti fra cui consultare, modificare, cancellare i dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale informativo rivolgendosi al titolare al suddetto indirizzo, presso cui è disponibile, a richiesta, elenco dei responsabili del trattamento.

Letta l’informativa sulla privacy, acconsento a ricevere comunicazioni da Cifa anche via e-mail si no

Data .............................. Firma .....................................................................................

Dopo aver compilato e ritagliato questa scheda, puoi inviarla via fax al numero 011 4338029, via mail all’indirizzo [email protected] oppure a mezzo posta a CIFA Onlus - Ufficio cooperazione, Via Ugo Foscolo 3, 10126 Torino. Ricordati di allegare copia della ricevuta del versamento o bonifico. Ricordati che puoi anche attivare un SAD o sostenere un progetto con carta di credito online, sul nostro sito www.cifaong.it

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ComunicEAD: un progetto finanziato dall’Unione Europea, con la Regione Marche come capofila,

che ha come obiettivo il miglioramento della comunicazione in un settore molto specifico: quello della comunicazione allo sviluppo.

Che cos’è la comunicazione allo sviluppo, o come preferiamo chiamarla, educazione alla cittadinanza mondiale? Nelle parole che il del Commissario Europeo Andris Piebalg ha pronunciato al Parlamento Europeo il 30 agosto 2011, “l’educazione allo sviluppo

ha la finalità di sensibilizzare e creare una situazione in cui il pubblico europeo sia informato sulle questioni legate allo sviluppo e al contempo possa impegnarsi e avere una visione critica sulla questione

dello sviluppo globale. Abbiamo bisogno di questo impegno pubblico. Non solo per sostenere le nostre politiche allo sviluppo nel raggiungimento dei suoi obiettivi, ma principalmente per contribuire a creare il futuro dell’Europa e delle sue relazioni con il resto del mondo.”

In tale ambito, e proprio per dare vita a questo ponte di comunicazione con la popolazione, con l’aiuto dei suoi numerosi partner la Regione ha cercato, a partire dal mese di aprile 2010, di creare strumenti ad hoc quali un sito web (www.percorsidipace.eu), una web TV e una web radio, e di costruire una rete regionale che possa definirsi una comunità coesa. Infine la Regione si è prefissa di lasciare anche un contributo

Nell’ambito del progetto ComunicEAD, Cifa ha concorso alla produzione di un kit didattico per gli insegnanti della Regione Marche, incentrato sui diritti dei bambini.di Beatrice Gemma, networking officer di Cifa - [email protected]

EAS: verso un kitper gli insegnanti

Il kit è una raccolta di proposte didattiche focalizzate su tre diritti principali dell’infanzia.

tangibile, frutto del lavoro di tutte queste realtà, in un ambito ben definito: i diritti dei bambini.

Ecco che nasce il kit dei diritti dell’infanzia “Bambini si nasce… Grandi si diventa!”

In questi mesi sono state svolte tante attività partendo dalla stampa del documento di riferimento per la tutela e la promozione dei diritti dell’infanzia, ovvero la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia del 1989. A questo punto Cifa è entrato in gioco creando un gruppo ristretto di ONG che si sono impegnate a ragionare su questo kit di strumenti didattici per gli insegnanti delle scuole marchigiane, raccogliendo gli spunti di Marco Scarpati, esperto internazionale sui diritti

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dell’infanzia, che nell’ottobre del 2010 ha fatto una lectio sull’evoluzione storica della Convenzione a Falconara Marittima.

Dopo svariati mesi di lavoro, una mappatura nazionale sulle esperienze più significative in ambito di promozione sui diritti dell’infanzia e un lavoro di comparazione, alcuni operatori di Ong hanno inziato ad andare nelle scuole della Provincia di Ancona per testare il contenuto del futuro kit in 9 classi; altri hanno colto l’occasione della Settimana Africana di Fano, organizzata dall’Ong partner di progetto l’Africa Chiama, per testare le stesse attività con altre 7 classi di Fano e dintorni. 275 ragazzi in soli 3 giorni!

Il kit è stato pensato come una raccolta di proposte formative e didattiche che si focalizzano sui tre diritti

individuati nei precedenti seminari: diritto al gioco per la scuola primaria, diritto all’identità per la scuola secondaria di primo grado e diritto alla partecipazione per entrambi gli ordini delle scuole.

Il kit si propone in primo luogo di introdurre, attraverso materiali teorici di analisi, la tematica dei diritti dell’infanzia per permettere agli insegnanti di inquadrare le attività in un ambito più ampio, e fornire loro le basi teoriche a cui far riferimento per realizzare i percorsi in autonomia.

Per ogni diritto la seconda sezione si propone la creazione di schede attività o schede per il cambiamento, con lo scopo di suggerire agli insegnanti precise proposte di lavoro che potranno essere rielaborate e adattate dagli insegnanti stessi con un

I materiali non sono orientati solo all’uso scolastico, ma sono aperti anche a genitori e istituzioni locali.

approccio, quindi, molto operativo. Infine, per ogni diritto la condivisione di schede per il cambiamento si propone di mettere in rete esperienze di promozione dei diritti dell’infanzia attuate da diverse realtà del territorio nazionale.

La terminologia utilizzata, schede per l’apprendimento e schede per il cambiamento, riflette una scelta metodologica che stabilisce la divisione dei vari strumenti secondo l’effetto che si vuole produrre sui bambini e sulle bambine. Laddove si voglia trasferire un concetto lo si farà con schede per l’apprendimento che hanno come scopo l’acquisizione di certi contenuti da parte dei bambini attraverso fiabe, narrazioni, giochi, film; al contrario, le schede per il cambiamento non coinvolgono solo il gruppo classe ma fanno riferimento a esperienze più diffuse, con un ruolo di sensibilizzazione non solo verso il gruppo dei pari, ma anche per genitori e istituzioni locali.

Al kit verranno allegati documenti considerati essenziali per il completamento del lavoro, ovvero la Convenzione sui diritti dell’infanzia riscritta in parole semplici e la Carta della Qualità per un’educazione alla cittadinanza mondiale, sottoscritta da moltissime ONG autorevoli nel settore scuola, i cui principi hanno guidato la progettazione del kit.

Tanto lavoro che in questi giorni sta andando finalmente in stampa! Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a renderlo possibile. Grazie a Desiree Piromalli, a Edoardo Chianura, a Camilla Capriati, a Daniela Bolognini, a Raffaella Nanni, a Ronal Mirabile, a Gigi Bisceglia, a Sofia Angeletti, a Sofia Gallo, a Marco Scarpati, a Arianna Blasi, a Valeria Bochi, a Chiara Fazi, a Vito Minoia… E tutti gli altri che ci hanno supportato e aiutato!•

Sopra: laboratori di attività manuali per i bambini presso la Casa del Quartiere di San Salvario, Torino. Sotto: la stessa tipologia di laboratorio con i bambini di strada di Manila, nelle Filippine.

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Più+diritti è uno spazio comune, un luogo in cui dibattere, un incrocio di idee. Più+diritti è una piazza in cui si manifesta per proporre una nuova visione del mondo. Più+diritti è un approfondimento sui temi dei diritti umani e della

cittadinanza mondiale. Più+diritti è lo sguardo di una donna africana, di un bambino di strada sudamericano, di una ragazza asiatica palestinese. Più+diritti è una piccola officina per costruire una differente coscienza collettiva.

più+dirittiLibero confronto per una nuova cittadinanza mondiale

Stati Generali della Partecipazione a Padova. Due giornate intense per ribadire il diritto di ogni

bambino e di ogni ragazzo ad essere ascoltato. E il dovere di ogni adulto... di mantenere le promesse.

Il comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza rende note le raccomandazioni

sulla condizione dell’infanzia in Italia. Il quadro non è roseo, ma gli spunti programmatici non mancano.

E infine parlano Loro. Riportiamo, per intero il manifesto dei ragazzi concepito durante gli Stati

della Partecipazione. Richieste, considerazioni e legittime pretese... senza cliché.

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Due giorni a Padova, agli Stati Generali della Partecipazione, ospitati dall’Università con il

coordinamento PIDIDA, “Per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. Non si è trattato di un incontro tra esperti, ma ha avuto ugualmente un mandato preciso: riuscire ad elaborare dei livelli minimi relativamente ai diritti dell’infanzia, con una particolare attenzione al diritto all’ascolto. Per farlo, sono state convocate realtà come Arciragazzi, UNICEF Italia, SOS Villaggi dei bambini, Università ed esperti indipendenti, rappresentanti del CNCA (Coordinamento Nazionale delle Comunità d’Accoglienza) e di Camina. Ma soprattutto sono giunti da tutta Italia 30 ragazzi che nelle varie realtà associative hanno fatto un percorso di avvicinamento a questi due giorni di lavoro.

Dopo i saluti iniziali di Laura Baldassarre di UNICEF Italia, che ha sottolineato come quello ad essere ascoltati sia uno dei diritti meno garantiti e che quindi si debba superare il dibattito sulle buone

prassi per andare sul concreto, anche dal mondo accademico con Valerio Bellotti dell’Università di Padova si è sottolineata l’importanza di momenti come questi. Per Belotti, i bambini hanno una loro cultura e sanno stare al mondo con le proprie competenze: cultura e competenze che devono essere legittimate.

Lorenzo Bocchese di Arciragazzi ha ricordato invece il percorso intrapreso dal Coordinamento per arrivare all’incontro odierno: “Gli Stati Generali sono l’occasione per parlare della partecipazione declinandola, ossia guardando ad essa nei diversi ambiti”.I ragazzi sono stati al centro

A volte i ragazzi ci “tirano la giacca” ricordandoci cosa dovremmo fare per loro. Sottoponendoci, spesso, idee interessanti. E nel pieno diritto di esprimerle!di Beatrice Gemma, networking officer di Cifa - [email protected]

Ehi voi, ci ascoltate?

Gli adulti sono capaci di accettare idee dai ragazzi, anche quando sono divergenti dalle proprie?

di questi giorni, hanno dato i loro contributi ai vari gruppi di lavoro che hanno parlato di famiglia e cure

alternative, di spazi ricreativi, di contesti regionali, nazionali e internazionali, di contesti giudiziari e di scuola.

Le problematiche affrontate sono state diverse: il problema della mancanza

di spazi per giocare, la mancanza di sicurezza nei luoghi di svago, la fatiscenza delle strutture

Il diritto ad essere ascoltati è uno dei meno garantiti. Oltre al dibattito è richiesta quindi un’azione rapida.

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scolastiche, la carenza di ascolto da parte dei genitori, degli insegnanti, l’incapacità degli adulti di dare spazio e accettare le idee provenienti dai ragazzi divergenti dalle loro.

Qualcuno dice: “Un livello essenziale da raggiungere è quello di far capire agli adulti che devono rinunciare al potere.” Gli adulti sono partiti dagli spunti dati dai ragazzi per ragionare in modo concreto, anche alla luce delle recenti osservazione del Comitato ONU sui diritti dell’infanzia.

Il 7 di ottobre si è infatti conclusa la sessione in cui tale organo, preposto a vigilare come gli stati firmatari della Convenzione applichino realmente i principi di quest’ultima nelle loro leggi, ha esaminato l’Italia.

Cifa ha portato il suo contributo sia nei

gruppi di lavoro più vicini allo spirito della sua mission, ovvero nell’area “famiglia e cure alternative” con l’intervento della psicopedagogista Monica Nobile, sia nel lavoro diretto con i ragazzi avvalendosi del supporto di Desiree Piromalli in qualità di facilitatrice dei gruppi dei giovani, infine con l’intervento di Beatrice Gemma che ha dato un contributo al dibattito sul diritto alla partecipazione portando il punto di vista dell’Europa (Cifa è membro associato della rete europea Eurochild).

Tutti gli interessanti contributi dei presenti alle giornate andavano in un’unica direzione, che ha contraddistinto tanto la sessione plenaria quanto i sottogruppi di lavoro: la questione della mancanza di determinazione dei livelli essenziali relativi ai diritti dei bambini e degli adolescenti, in relazione ai quali è

necessario individuare una definizione univoca e soprattutto una “concezione” univoca. È solo con la definizione di tali livelli, infatti, che si potrà individuare uno

zoccolo duro di diritti che devono essere garantiti a livello nazionale, in relazione

ai diritti civili e sociali.

Le giornate si sono concluse con gli interventi istituzionali

di Aurea Dissegna, Pubblico Tutore dei minori del

Veneto, e di Adriana Ciampa, Dirigente

delle Politiche per l’infanzia e

l’adolescenza del

Ministero del lavoro, le quali hanno sottolineato come sia importante il contatto diretto con i ragazzi e la loro esigenza di essere ascoltati. Ma ancora più bello è stato l’intervento di restituzione dei ragazzi presenti, che ci hanno chiesto a gran voce di avere

più responsabilità, di mantenere le promesse e, in quanto adulti, di non fare promesse che non si possano rispettare.

Quelle dei ragazzi sono intelligenze vivide che riportano noi adulti, esperti

del settore, operatori di ONG, di case famiglia, psicologi e assistenti sociali, alla responsabilità di essere dei punti di riferimento per loro, figure che li ascoltino concretamente ma che non rifuggano, alla fine, quell’ultima decisione che deve essere compito degli adulti.

Il diritto all’ascolto ti riporta al presente, e questi giorni dal titolo “Partecipare: infinito presente” sono stati una boccata d’aria fresca non per un futuro, ma per un presente migliore.•

I ragazzi ci chiedono anche di comportarci da adulti, mantenendo le promesse fatte.

PIDIDA – Per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza – è un libero tavolo di

confronto e coordinamento aperto a tutte le Associazioni, ONG, e in generale le realtà del Terzo Settore che operano per la promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia e nel mondo. La sua attività è divisa in gruppi di lavoro, uno dei quali riguarda la Partecipazione minorile.

Eurochild è una rete di organizzazioni e singoli individui impegnati, sul territorio

europeo, a migliorare la qualità della vita di bambini e ragazzi. Il lavoro di Eurochild è ispirato dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia. Cifa è membro associato della rete dal 2010.

Diritto alla Partecipazione: all’Articolo 12 della Convenzione ONU sui Diritti

dell’Infanzia si sancisce che al bambino è garantito “il diritto di esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa” e che tale opinione deve essere “debitamente presa in considerazione tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità.A tal fine, si darà in particolare al fanciullo la possibilità di essere ascoltato in ogni procedura giudiziaria o amministrativa che lo concerne”.

Il dibattito sul diritto all’ascolto non si proietta nel futuro, ma riporta con forza al presente.

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34più

Lo scorso 6 ottobre sono finalmente state redatte le Raccomandazioni all’Italia da parte del Comitato

ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, valide fino al 2017. La loro importanza è così grande che vale la pena fare uno sforzo per seguirne il testo, anche se in inglese, in attesa della loro prossima traduzione, per almeno due ragioni.La prima è che le Raccomandazioni – a parte qualche questione troppo specifica solo del nostro Paese [...] sono una fotografia ottimamente fatta e in qualche

caso abbastanza impietosa del nostro Paese: vi si ritrovano i tagli al sociale e alla scuola; l’emergenza educativa che si riscontra anche nei media e nell’educazione “al femminile” virata sul consumismo e su aspetti

di sessualizzazione della figura femminile; la discriminazione degli stranieri e l’insistere sull’emergenza e la sicurezza al posto dell’integrazione; la situazione drammatica del Sud; l’emergenza sanitaria e l’emergenza obesità; la mancanza generale di linee guida in molteplici aspetti (giuridici, sulle comunità per minori e case famiglia, sulla scuola, sui processi), tanto che sembra che l’ONU ci dica che facciamo le leggi ma poi non sappiamo applicarle; i problemi posti dall’attuazione del federalismo; le condizioni degli edifici scolastici; la partecipazione; fino addirittura ai Consigli Comunali dei Ragazzi, al diritto di scelta in tema di educazione religiosa, e tanto, tanto altro…Lette in altro modo, queste raccomandazioni sono in pratica “un programma” sia per le attività delle associazioni come Arciragazzi, ma anche per i Governi (tutti, perché esse sono valide fino al 2017) e per le reti. Lette in controluce, queste raccomandazioni prefigurano un mondo migliore, assai più serio, attento ed “educativo” di quanto l’orribile spettacolo della

CRC. Una sigla che indica la Convenzione più menzionata ma spesso meno considerata nel nostro paese. Quella sui Diritti dell’Infanzia. E l’Europa ci bacchetta...di Yuri Pertichini, Vice Presidente Nazionale di Arciragazzi

E se rispettassimo la Convenzione?

nostra classe politica e amministrativa ci presenta ogni giorno. Sono, queste, anche una “boccata d’aria” per chi ogni tanto cade nello sconforto di essere un solitario che grida nel deserto. Altrove, ma non tanto lontano, le cose sono viste e comprese, e non siamo noi ad essere nel torto.

La seconda è che queste raccomandazioni, in questa forma, sono anche il risultato del lavoro di monitoraggio a cui abbiamo contribuito con costanza come Arciragazzi in primis nell’ambito dell’attività del gruppo di lavoro per la CRC (coordinato da Save the Children) ma anche in parte con il PIDIDA (coordinato da Unicef). La maggior parte dei dati non sarebbe arrivata a Ginevra al Comitato ONU senza di noi, noi come reti, e quindi in parte anche come Arciragazzi.

Ora queste raccomandazioni sono “di tutti”, e sono di alto, altissimo profilo. Da ora in poi è compito di tutti pensare a come realizzare queste richieste e istanze, a livello nazionale e nei territori, nelle reti di cui facciamo parte, verso le istituzioni a noi più vicine. “Nessuno è assolto”, per dirla con De André. Studiamole, diffondiamole, usiamole come uno strumento…•

Le raccomandazioni del Comitato ONU sono una foto impietosa ma reale della situazione nel nostro Paese.

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e legittimare la partecipazione di noi giovani ai tavoli istituzionali che ci riguardano come le politiche giovanili e l’istruzione. In questi tavoli la rappresentanza giovanile deve avere potere decisionale pari agli altri componenti;• Necessitiamo discorsi più adatti alle nostre conoscenze e più comprensibili al nostro linguaggio affinché ci possa essere un confronto tra pari;• Necessitiamo maggiori servizi che favoriscano la nostra partecipazione e meno tagli alla scuola essendo essa la base della nostra formazione che ci permette di diventare cittadini consapevoli;• Necessitiamo di ascolto e partecipazione dei giovani anche negli atti giuridici che li riguardano;• Necessitiamo attenzione e confronto al di sopra dei pregiudizi con disponibilità ad ascoltare le nostre idee e rispetto delle nostre diverse opinioni.Voglio essere ascoltato perchè voglio poter decidere del mio futuro;Voglio essere ascoltato perchè voglio esprimere le mie idee;Voglio essere ascoltato perchè è un mio diritto.”

Cordiali saluti dai ragazzi di Arciragazzi, CCR, Younicef for Unicef, CNCA. Padova, 14 - 15 ottobre 2011.•

“Siamo giovani, e non ci basta essere delle ombre. Vogliamo essere protagonisti del mondo. Siamo

milioni di voci e gli unici mezzi che possediamo per farci ascoltare sono le manifestazioni, che ormai hanno solo un sapore sessantottino e Internet, unica fonte di confronto e scambio di idee. Non vogliamo stare dietro ad uno schermo ma decidere su ciò che ci riguarda direttamente come scuola e famiglia e non solo. Ambiente, economia, politica. Non siamo più disposti ad accettare i cliché scontati che ci riguardano. Forse è vero che non siamo maturi però ciò accade perché ci viene preclusa la possibilità di diventarlo.Siamo milioni di voci che vengono zittite dalle istituzioni per paura di ingerenza. Ma credeteci, ciò chechiediamo è assumerci le nostre responsabilità. La partecipazione è assumersi la responsabilitànell’ambiente in cui si vive (Roger Hart).Noi ragazzi ci siamo riuniti a Padova per gli Stati Generali della Partecipazione promossi dalCoordinamento PIDIDA per ragionare su cosa ci serve per partecipare.

Fattori fondamentali per la partecipazionePremessa: “Perché gli adulti spesso non ci fanno partecipare alle decisioni che riguardano la nostravita? Perché non ci riconoscono come interlocutori capaci?”• Necessitiamo formazione e costituzione di gruppi giovanili in tutte le città allo scopo di accrescere

Alcuni commenti dei ragazzi che hanno contribuito ai lavori degli Stati Generali della Partecipazione, a Padova.

“Da questa giornata mi aspetto una effettiva partecipazione da parte dei

ragazzi, un confronto con ragazzi di realtà diverse dalla mia, non solo con quelli del gruppo con il quale sono venuta qui”. Michela, 18 anni, Campobasso.

“Abbiamo lavorato molto per questo convegno, mi aspetto di imparare

qualcosa e di condividere idee diverse, e soprattutto che si arrivi ad un risultato concreto per la partecipazione dei ragazzi”. Matteo, 17 anni, Milano.

“Mi aspetto che si approfondisca il tema della partecipazione, spero che non

si parli e basta ma che il diritto all’ascolto e alla partecipazione venga accettato universalmente”. Manola, 17 anni, Milano

Il manifesto presentato dai rappresentanti dei ragazzi agli Stati della Partecipazione di Padova.

Non siamo ombre!

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